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Catalogo PDF - Tagliacozzo

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Sabato 4 agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

Cesare deve morire<br />

Italia, 2012, 76 min<br />

rEGIA Paolo e Vittorio Taviani<br />

REGIA DELLE SCENE TEATRALI Fabio Cavalli<br />

SCENEGGIATURA Paolo e Vittorio Saviani, con la<br />

collaborazione di Fabio Cavalli<br />

FOTOGRAFIA Simone Zampagni<br />

MONTAGGIO Roberto Perpignani<br />

MUSICA Giuliano Taviani, Carmelo Travia<br />

FONICI Benito Alchimede e Brando Mosca<br />

PRODUZIONE Kaos Cinematografica srl, in associazione<br />

con Stemal Entertainment srl, Le Talee,<br />

La Ribalta – Centro Studi E.M. Salerno; in collaborazione<br />

con Rai Cinema<br />

DISTRIBUZIONE Sacher Distribuzione<br />

CAST Cosimo Rega (Cassio), Salvatore Striano<br />

(Bruto), Giovanni Arcuri (Cesare), Antonio Frasca<br />

(Marcantonio), Juan Dario sonetti (Decio), Vittorio<br />

Parrella (Casca), Rosario Majorana (Metello), Vincenzo<br />

Gallo (Lucio), Francesco De Masi (Trebonio),<br />

Gennaro Solito (Cinna), Francesco Carusone<br />

(Indovino), Fabio Rizzato (Stratone), Maurilio Giaffreda<br />

(Ottavio)<br />

SINOSSI<br />

Teatro del carcere di Rebibbia. La rappresentazione<br />

di Giulio Cesare di Shakespeare ha fine fra gli applausi.<br />

Le luci si abbassano sugli attori tornati carcerati.<br />

Vengono scortati e chiusi nelle loro celle.<br />

Sei mesi prima il direttore del carcere e il regista<br />

teatrale interno spiegano ai detenuti il nuovo progetto:<br />

Giulio Cesare.<br />

Prima tappa: i provini. Seconda tappa l’incontro<br />

col testo. Il linguaggio universale di Shakespeare<br />

aiuta i detenuti-attori a immedesimarsi nei personaggi.<br />

Il percorso è lungo: ansie, speranze, gioco.<br />

Sono i sentimenti che li accompagnano nelle loro<br />

notti in cella, dopo un giorno di prove. Ma chi è<br />

Giovanni che interpreta “Cesare”? Chi è Salvatore<br />

“Bruto”? Per quale colpa sono stati condannati? Il<br />

film non lo nasconde. Frasi scritte centinaia di anni<br />

fa incidono sul presente nel modo che Jan Kott attribuiva<br />

loro nel saggio del 1964 dal titolo “Shakespeare,<br />

nostro contemporaneo”.<br />

ABOUT<br />

Il carcere rappresenta nell’immaginario comune il<br />

luogo di solitudine per eccellenza. Aprendo le<br />

porte all’arte e alla cultura, i detenuti si trovano davanti<br />

agli occhi un temporaneo varco sulla vita, sul<br />

mondo, costruito su una ritrovata, diversa relazione<br />

con l’altro, sia esso il proprio compagno, il<br />

regista, il pubblico. Una ventata di vita racchiusa<br />

in un elaborato progetto artistico, quello della<br />

compagnia teatrale che opera nel carcere di Rebibbia,<br />

capace di mantenerne intatta l’autenticità,<br />

la complessità, la vertigine in un contesto carcerario<br />

generalmente monotono a tratti estraniante<br />

dove si lavora per la riabilitazione di individui che,<br />

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