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Catalogo PDF - Tagliacozzo

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vogli ferroviari carichi di ragazze, le mondariso,<br />

che cantano e gridano senza sosta. Ne resta affascinato.<br />

Assieme a Carlo Lizzani, De Santis si reca<br />

subito in Piemonte a svolgere un’inchiesta sul fenomeno<br />

della raccolta del riso, e da lì viene scritto<br />

il soggetto, da cui poi è realizzato il film.<br />

Riso amaro, anno 1948, sembra davvero girato da<br />

Steven Spielberg, magari con la collaborazione di<br />

Orson Welles. Film di personaggi - per questo servono<br />

i grandi attori, che la macchina da presa<br />

mette al centro della scena - e al tempo stesso film<br />

di luoghi, che l’occhio di De Santis trasfigura in dimensioni<br />

epiche, colossali, pur mantenendo la genuinità<br />

dello spazio e la sincerità dell’ambiente.<br />

La comunità, variopinta e conflittuale, delle mondariso,<br />

è filmata dal comunista De Santis come si<br />

trattasse di un western, una “sfida all’O.K. Corral”:<br />

fattorie, capanni, treni, mura di cinta, pianure allagate,<br />

boschi, il paesaggio è un paesaggio di frontiera,<br />

in cui gli eroi, quelli del bene e quelli del<br />

male, si fronteggiano e combattono la battaglia del<br />

futuro. De Santis, infatti, innesta nel neorealismo<br />

ciò che al neorealismo di De Sica e Visconti riesce<br />

difficile raccontare: il futuro. Il futuro è nel popolo,<br />

che la civiltà moderna incipiente sta trasformando<br />

in massa. Riso amaro racconta questa frontiera:<br />

le mondine, ultime amazzoni del mondo contadino,<br />

masticano chewing gum, ascoltano musica<br />

americana, leggono i fotoromanzi di Grand Hotel.<br />

Il futuro è la frontiera tra una cultura popolare, antica<br />

e forte, e una cultura di massa, nuovissima e<br />

forse più forte ancora. De Santis individua qui il<br />

centro della contraddizione, lo spartiacque tra ciò<br />

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che è e quello che sarà, e vi proietta la sua cinepresa<br />

come il cow-boy fa volteggiare il lazo sopra<br />

il cappello.<br />

Successo straordinario di pubblico. Quello che<br />

purtroppo mancò a tanti altri capolavori della<br />

breve stagione neorealista.<br />

(Flavio De Bernardinis)<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

Presentato in concorso al 3º Festival di Cannes<br />

Nomination all’Oscar nel 1951, per “Miglior soggetto”<br />

INTRODUCE IL FILM<br />

FLAVIO DE BERNARDINIS<br />

(Docente di Storia del cinema presso il Centro<br />

Sperimentale di Cinematografia, sedi di Roma e<br />

L’Aquila, scrittore, regista)

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