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Editoriale<br />

Mi è stato chiesto di recente di riflettere su quale sarà nel prossimo futuro il ruolo <strong>del</strong>l’ospedale<br />

nei sistemi sanitari.<br />

Non possedendo la sfera di cristallo, mi limiterò ad indicare quali, a mio parere, si possono individuare<br />

come linee principali di tendenza che, per comodità, sintetizzerei in tre direttrici di<br />

cambiamento.<br />

La prima la chiamerei focalizzazione. Ritengo infatti che le strutture ospedaliere saranno sempre più<br />

chiamate a concentrare l’attenzione sulle capacità clinico - assistenziali, con un impegno <strong>del</strong> management<br />

ospedaliero a sviluppare le professionalità che saranno in grado di competere in uno scenario<br />

sempre più competitivo. La conseguenza è uno snellimento degli assetti organizzativi grazie a<br />

processi di esternalizzazione che indurranno gli ospedali a liberarsi <strong>del</strong>le competenze non distintive<br />

affidandole a partner qualificati che erogano servizi a contenuti prevalentemente non clinici.<br />

La seconda direttrice possiamo definirla valorizzazione. Se le risorse umane mantengono comunque<br />

il primato per un’organizzazione professionale come l’ospedale, l’attenzione deve essere<br />

sempre più spinta verso soluzioni organizzative di information technology tendenti a favorire la<br />

condivisione <strong>del</strong>la conoscenza e la collaborazione inter-professionale. Siamo ancora indietro per<br />

quanto concerne le infrastrutture informatiche integrate negli ospedali, che sono le sole in grado<br />

di assicurare una disponibilità tempestiva e affidabile <strong>del</strong>l’informazione necessaria per il lavoro<br />

d’équipe che caratterizza oggi la medicina.<br />

La terza direttrice è individuabile nell’integrazione. Se la conoscenza è il perno centrale <strong>del</strong>la capacità<br />

<strong>del</strong>l’ospedale di dare risposte qualificate, un effetto ipotizzabile è quello <strong>del</strong>l’integrazione<br />

di reti ospedaliere in cui i singoli poli si caratterizzano come unità di eccellenza in specifiche aree<br />

cliniche dove si concentrano competenze e tecnologie. Già si avverte la tendenza degli ospedali<br />

ad alta intensità tecnologica e di conoscenza a concentrarsi sulla fase più acuta <strong>del</strong>la malattia, rinviando<br />

sul territorio molte di quelle attività che prima venivano gestite direttamente.<br />

In definitiva, penso che il futuro dagli ospedali sarà quello di sviluppare all’interno dei centri di<br />

eccellenza, ove si combinino il sapere, il saper fare, la funzionalità e l’umanizzazione, da integrare<br />

con la ricerca e la formazione, collegando il tutto con un sistema avanzato di rete che consenta<br />

continui scambi di informazioni e notizie.<br />

È sempre difficile immaginare quello che sarà il domani: ogni previsione, infatti, è a rischio di essere<br />

smentita. Ma rispetto a ciò che accadrà nel futuro <strong>del</strong>l’assistenza sanitaria, una cosa è certa:<br />

saranno le conoscenze scientifiche e il know-how manageriale a fare la differenza. L’unica cosa<br />

saggia che può essere suggerita oggi è investire nella programmazione di tutte quelle professionalità<br />

scientifiche, economiche, manageriali e tecnologiche che guideranno la sanità domani.<br />

COMUNICARE<br />

1<br />

Antonio Cicchetti


COMUNICARE<br />

BIMESTRALE D’INFORMAZIONE INTERNA. SEDE DI ROMA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE.<br />

ANNO XV. NUOVA SERIE – N. 1 – GENNAIO-FEBBRAIO 2004<br />

Comunicare - Anno XV.<br />

Nuova serie - Numero 1<br />

Periodico di informazione interna<br />

<strong>del</strong>la sede di Roma <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong><br />

Bimestrale<br />

Gennaio – Febbraio 2004<br />

DIRETTORE:<br />

Antonio Cicchetti<br />

RESPONSABILE:<br />

Domenico Tavani<br />

REDAZIONE<br />

Francesco Gemelli<br />

(redattore capo),<br />

Marilina Pogutz Scrascia<br />

SEGRETERIA<br />

Michelina Misantoni<br />

Antonietta Fiorenti<br />

UFFICI DI REDAZIONE<br />

Largo Francesco Vito, 1<br />

00168 Roma<br />

Tel. 0630154013-0630155129<br />

e-mail comunicare@rm.unicatt.it<br />

www.rm.unicatt.it/Comunicare<br />

PROGETTO GRAFICO<br />

Oliviero Ciriaci<br />

STAMPA<br />

I.G.E.R. srl<br />

Via Carlo Tommaso Odescalchi, 67a –<br />

00147 Roma<br />

HANNO COLLABORATO AI TESTI<br />

A. Chiovenda, A. Cosentino,<br />

N. D’Alessio, D. Esposito, B. Gisotti,<br />

P. Guerra, G. Iasilli, G. Manara,<br />

S. Minguzzi, R. Proietti Mancini,<br />

M. Ripa, S. Salomone<br />

FOTO<br />

Servizio Fotoriproduzioni<br />

e Stampa U.C.S.C.<br />

Chiuso in redazione<br />

il 15 gennaio 2004<br />

Autorizz. <strong>del</strong> Trib. di Roma<br />

n. 390 <strong>del</strong> 15/6/1990<br />

COMITATO DI COORDINAMENTO<br />

Mons. Gianni Ambrosio,<br />

Antonio Cicchetti, Andrea<br />

Cambieri, Nicola Cerbino,<br />

Paolo Garavaglia, Giampietro<br />

Massacci, Domenico Tavani<br />

In copertina: la cerimonia<br />

di inaugurazione <strong>del</strong>l’anno<br />

accademico 2003-2004 nella<br />

Facoltà di Medicina e Chirurgia.<br />

Sommario<br />

Editoriale................................................................................................1<br />

Start in Facoltà per l’anno accademico...........................................3<br />

Conciliare lavoro e famiglia oggi è più facile ................................7<br />

Progetto Nostos .....................................................................................9<br />

Black out: esperienza positiva al Gemelli....................................10<br />

Ammalarsi di cibo..............................................................................12<br />

Presenti sul territorio ........................................................................14<br />

Benvenute matricole .........................................................................15<br />

Dai centri di eccellenza alle reti ....................................................16<br />

Sanità Pubblica e organizzazione <strong>del</strong>l’ospedale .........................19<br />

È possibile nascere due volte..........................................................21<br />

Ferdinando Ormea, medico e umanista .......................................23<br />

Informazioni........................................................................................25<br />

Dal corpo docente..............................................................................25<br />

Dal centro pastorale ..........................................................................27<br />

Formazione ..........................................................................................27<br />

Scienza e cultura................................................................................30<br />

Notiziario .............................................................................................30<br />

Povera natività ....................................................................................32


Lunedì 24 novembre si è svolta la<br />

solenne inaugurazione <strong>del</strong>l’anno<br />

accademico 2003-2004 <strong>del</strong>la Facoltà<br />

di Medicina e Chirurgia. Come sempre<br />

il primo atto ufficiale è stato la Santa<br />

Messa concelebrata da Sua Eminenza<br />

il Cardinale Camillo Ruini. La Chiesa centrale,<br />

arricchita intorno all’altare da cesti<br />

di rose rosse, colore simbolo <strong>del</strong>le facoltà<br />

di medicina, ha riunito tutte le com-<br />

2003 – 2004<br />

Start in Facoltà<br />

per l’anno accademico<br />

Come da tradizione l’anno accademico<br />

è stato inaugurato con solennità,partecipazione<br />

e interesse. Fiducia e dedizione<br />

in Dio,autonomia e libertà <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong>, ruolo <strong>del</strong> medico:questi<br />

i temi svolti dal Cardinale Ruini,<br />

dal Rettore e dal Preside. La prolusione<br />

<strong>del</strong> prof. Chiarotti sul doping<br />

Marilina Pogutz Scrascia<br />

ponenti <strong>del</strong>la sede romana <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong> e molti ospiti. Mons. Ambrosio<br />

in apertura ha ricordato che il 16 novembre<br />

1903, Padre Gemelli accertava la<br />

sua vocazione religiosa che lo avrebbe<br />

portato a farsi frate francescano. Durante<br />

la sua omelia, il Cardinale Ruini ha fortemente<br />

insistito su un insegnamento fondamentale<br />

che deve essere valido per tutti:<br />

la fiducia e la dedizione in Dio debbono<br />

guidare la vita di ognuno. Ha poi ricordato<br />

il sacrificio di Annalena Tonelli,<br />

la missionaria laica uccisa nel mese di ottobre<br />

nel Somaliland. “Questa testimonianza<br />

e questa dedizione, ha sottolineato<br />

il Cardinale, sono ciò che alimentano<br />

la vita stessa <strong>del</strong>la Chiesa e le realizzazioni<br />

che i cattolici riescono a costruire attraverso<br />

il loro impegno”. Tra queste realizzazioni<br />

cita l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong><br />

<strong>Cuore</strong> e il Policlinico Gemelli. “Questo<br />

spirito di dedizione e di fiducia in Dio,<br />

COMUNICARE<br />

3<br />

ha proseguito il Card. Ruini, non intende<br />

sostituire la competenza, le strutture e<br />

le risorse di cui c’è evidente bisogno. Ma<br />

vuole dare un’anima a tutto ciò attraverso<br />

le persone, perché solo attraverso di<br />

loro questa fiducia e questa dedizione<br />

giungono alle istituzioni. Ringraziamo Dio<br />

perché all’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> e al Policlinico<br />

Gemelli già adesso è così in grande<br />

misura, ma chiediamo anche al Signore<br />

e a noi stessi che sia in misura ancora<br />

maggiore. Su questa base possiamo<br />

guardare con fiducia al presente e al futuro,<br />

in un momento triste e difficile per<br />

l’Italia e per il mondo. Fondiamoci su Gesù<br />

Cristo, che è la nostra pietra angolare<br />

Il Rettore, prof. Lorenzo Ornaghi,<br />

inaugura l’anno accademico 2003-<br />

2004. Alla sua destra il prof. Marcello<br />

Chiarotti, alla sua sinistra il Preside,<br />

prof. Pasquale Marano.


Uno scorcio <strong>del</strong>l’Auditorium durante il discorso d’apertura <strong>del</strong> Rettore.<br />

su cui è costruita la Chiesa intera e tutto<br />

ciò che nasce dall’ispirazione cristiana.<br />

Solo così è possibile costruire condizioni<br />

di libertà, di giustizia e di pace, ma anche<br />

di perdono e di riconciliazione. Queste<br />

condizioni non riguardano solo gli scenari<br />

internazionali, ma attraversano tutto<br />

il tessuto <strong>del</strong>la società e la vita quotidiana<br />

<strong>del</strong>le persone e <strong>del</strong>le famiglie.<br />

E, in particolare, prosegue il Cardinale,<br />

visto che siamo qui alla Facoltà di Medicina<br />

e al Policlinico Gemelli, ricordiamoci<br />

di quella dimensione tanto importante<br />

nella vita di tutti: la salute. Salute e malattia<br />

pesano molto sul tessuto umano e<br />

chi opera in questo ambito è a diretto contatto<br />

ed entra in rapporto profondo con<br />

questa sfera nevralgica ed universale <strong>del</strong>l’esperienza<br />

umana. Specialmente in questo<br />

campo è doverosa un’intima collabo-<br />

razione tra l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> e la Chiesa<br />

e sono lieto di assicurare tutto l’impegno<br />

<strong>del</strong>la Diocesi di Roma a favore <strong>del</strong>l’Ateneo.<br />

Ringrazio anche per tutto ciò che<br />

la Facoltà di Medicina e il Gemelli fanno<br />

per la gente di Roma e per quelli che vengono<br />

qui a curarsi. Proprio questo senso<br />

profondo <strong>del</strong>l’umanesimo cristiano deve<br />

anche essere il sale che dà sapore al Progetto<br />

culturale <strong>del</strong>la Chiesa in Italia”.<br />

In Auditorium si è svolta, come gli altri<br />

anni, la cerimonia ufficiale <strong>del</strong>l’inaugurazione<br />

<strong>del</strong>l’anno accademico. Iniziando la<br />

sua relazione il Rettore, dopo aver ribadito<br />

“il sentimento autentico di appartenenza<br />

a questa istituzione universitaria,<br />

l’affetto e l’amore per la nostra comunità”,<br />

ha espresso alcune considerazioni “relative<br />

soprattutto alle trasformazioni <strong>del</strong> sistema<br />

universitario nazionale, al loro sen-<br />

COMUNICARE<br />

4<br />

so più profondo, alla loro auspicabile e<br />

possibile direzione”.<br />

Prima ha voluto esporre un bilancio <strong>del</strong>l’anno<br />

appena concluso, anno da lui definito<br />

di “sperimentazione”, in particolar<br />

modo nel campo <strong>del</strong>la formazione degli<br />

studenti, che attualmente sfiorano le 43<br />

mila unità. Il Rettore ha poi illustrato le<br />

realizzazioni nell’ambito <strong>del</strong>la Facoltà di Medicina<br />

e Chirurgia. Ha ricordato che proprio<br />

un anno fa veniva inaugurato il Centro<br />

di ricerca e formazione ad alta tecnologia<br />

nelle scienze biomediche di Campobasso,<br />

quinta sede <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>.<br />

Vi sono state avviate le attività ambulatoriali<br />

e aperto il primo reparto di degenza<br />

e, entro il 2004, saranno disponibili altri<br />

180 posti letto e 4 sale operatorie. Sono<br />

già stati attivati due corsi di laurea <strong>del</strong>le<br />

professioni sanitarie di “Infermiere” e di<br />

“Tecnico sanitario di Radiologia medica”.<br />

A Roma, tra le varie innovazioni, ha citato<br />

l’apertura <strong>del</strong> Centro Europeo di Formazione<br />

in Endoscopia e la nuova struttura<br />

<strong>del</strong>la Piastra polifunzionale in parte<br />

realizzata e in parte in via di attuazione.<br />

Inoltre vi è una nuova sede per la risonanza<br />

magnetica, la TAC e un bunker per la brachiterapia.<br />

Da segnalare l’avvio <strong>del</strong> Progetto<br />

per l’installazione di una PET (tomografia<br />

ad emissione di positroni), che pochi<br />

presidi sanitari in Italia possiedono,<br />

nonché la realizzazione <strong>del</strong>l’impianto di<br />

cogenerazione.<br />

Il Rettore parla poi “<strong>del</strong>la natura policentrica<br />

<strong>del</strong>la nostra <strong>Università</strong> che è davvero<br />

preziosa, da custodire gelosamente e da<br />

valorizzare sempre più, proprio perché siamo<br />

e restiamo un ateneo a dimensione nazionale”.<br />

Da cui deriva la necessità di rafforzare<br />

l’organica cooperazione fra le sedi,<br />

favorire la sistematica condivisione <strong>del</strong>le<br />

competenze presenti nelle diverse realtà”.<br />

A questo punto il Rettore riprende le<br />

considerazioni formulate all’inizio: “stiamo<br />

davvero cercando di intuire e cogliere la<br />

natura essenziale di ciò che ci sembra stia<br />

così rapidamente cambiando? E davvero<br />

vogliamo avanzare, calcolando realisticamente<br />

sacrifici e positive opportunità, lungo<br />

le direzioni in cui desideriamo e scegliamo<br />

di andare?” Il Rettore individua<br />

nell’autonomia e nella libertà, insieme con<br />

le qualità scientifico-didattiche e il senso<br />

di responsabilità <strong>del</strong> ceto docente, le grandi<br />

risorse per far crescere un ateneo in<br />

campo nazionale ed europeo. “Il complesso


di queste trasformazioni sta esigendo una<br />

presenza più convinta ed efficace <strong>del</strong>le<br />

<strong>Università</strong>, sta domandando alle <strong>Università</strong><br />

di essere veramente sedi di produzione<br />

<strong>del</strong>la ricerca scientifica e di alta formazione,<br />

“focolai”, come già le definiva Padre<br />

Gemelli, <strong>del</strong>l’intelligenza, <strong>del</strong> progresso civile<br />

e intellettuale. Si comprende allora,<br />

credo, perché in forza <strong>del</strong>la nostra autonomia<br />

e libertà noi costituiamo un paradigma<br />

anche dentro e per il sistema universitario<br />

nazionale”. Il Rettore ha poi proseguito:<br />

“quanto più sapremo credere nella<br />

nostra autonomia, quanto più sapremo<br />

impiegarla bene, tanto più essa sarà non<br />

solo uno strumento, bensì un giacimento<br />

di senso per tutto quello che di nuovo dobbiamo<br />

fare nel campo <strong>del</strong>la formazione,<br />

<strong>del</strong>l’assistenza al malato e <strong>del</strong>la gestione <strong>del</strong>le<br />

risorse ospedaliere, per tutto quello che<br />

di nuovo vogliamo progettare e produrre<br />

nel campo <strong>del</strong>la ricerca scientifica”. Il Rettore<br />

ha anche ricordato che è proprio la<br />

ricerca scientifica che determina il rango<br />

internazionale di un Ateneo. Il Rettore ha<br />

concluso il suo intervento ricordando Padre<br />

Gemelli, la sua vocazione in cui “la nostra<br />

<strong>Università</strong> sempre ritrova uno dei suoi<br />

essenziali principi, cui tornare nei punti più<br />

<strong>del</strong>icati <strong>del</strong>la sua storia o nelle fasi decisive<br />

<strong>del</strong> suo sviluppo. In quei giorni, ricchi<br />

di ragioni umane e di fattori provvidenziali,<br />

stanno le origini <strong>del</strong> “miracolo” che, nel<br />

breve arco temporale di due decenni, trasformò<br />

in realtà l’idea e la causa <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

dei cattolici italiani. A quei giorni<br />

dobbiamo guardare, ora che è sempre più<br />

indispensabile cercare di orientare i cambiamenti<br />

per non dovere subirli inermi”.<br />

In alto: i professori G. Arcovito,<br />

B. Giardina, B. B. Azzena,<br />

N. Gentiloni Silveri, G. Ricciardi.<br />

In basso: i professori A. Pontecorvi,<br />

M. Maurizi, L. Scullica, N. Castellino,<br />

P. Preziosi. Dietro: C. Logroscino<br />

e V. Pascali.<br />

Ha quindi preso la parola il Preside che<br />

si è posto una domanda: “In un periodo<br />

di profondi e significativi cambiamenti sia<br />

in ambito universitario che sanitario le<br />

Facoltà mediche hanno necessità di chiedersi:<br />

chi è il medico oggi?” e come seconda<br />

domanda “Ma cosa è la salute?” Su<br />

questo stretto legame tra medico e salute<br />

si è sviluppato l’intervento <strong>del</strong> Preside. E<br />

per logica conseguenza ha affrontato il tema<br />

<strong>del</strong>l’efficientismo organizzativo, <strong>del</strong>le<br />

strategie di scelta <strong>del</strong>le prestazioni mediche.<br />

“La scelta medica, ha detto il Presi-<br />

COMUNICARE<br />

5<br />

de, mira oggi all’appropriatezza, raggiungibile<br />

attraverso il corretto impiego di strumenti<br />

analitici in cui confluiscono e si fondono<br />

efficienza, efficacia e convenienza”.<br />

Vi sono tuttavia grandi difficoltà per raggiungere<br />

l’obiettivo: il mutato rapporto fra<br />

società e medicina, la crisi <strong>del</strong> rapporto fiduciale<br />

fra società e medico, il progressivo<br />

distacco <strong>del</strong> medico dal paziente e le<br />

scelte che vengono condizionate da freddi<br />

parametri scientifico-economici. Dopo<br />

la disamina di questi quattro fondamentali<br />

punti che il Preside chiama “i termini<br />

<strong>del</strong>la sfida che ci attende” inevitabilmente<br />

scaturisce la domanda “Come far<br />

fronte a questa sfida?” Sicuramente con<br />

una formazione medica dove si tenga conto<br />

anche <strong>del</strong>l’aspetto educativo. “È indispensabile,<br />

sottolinea il Preside, un forte<br />

recupero di valori etici e deontologici”.<br />

Anche l’istruzione medica necessita di venir<br />

modificata e perfezionata per essere<br />

adeguata alle richieste e anche alle limitazioni<br />

imposte dalla società che cambia.<br />

Quindi “educazione e istruzione sono lo<br />

scopo <strong>del</strong>la formazione medica”.<br />

Il Preside conclude dicendo che “la formazione<br />

medica è, oggi più che mai, un<br />

problema prioritario”.<br />

A conclusione il Preside ricorda il prof.<br />

Ernesto De Santis, prematuramente scomparso.<br />

Vengono poi consegnate <strong>del</strong>le targhe<br />

ricordo ai professori che quest’anno<br />

hanno lasciato l’attività: Eugenio Alcini,<br />

Giuseppe Brandi, Vito Di Donna, Aldo Virgilio<br />

Greco, Roberto Mori, Luigi Ortona,<br />

Giovanna Pastore, Corrado Pontalti, Roberta<br />

Ricci, Elio Salvaggio, Giuseppe Segni e<br />

Luigi Troncone.


Il prof. Chiarotti durante la sua prolusione<br />

inaugurale.<br />

Prima di dare la parola al prof. Chiarotti<br />

per la prolusione inaugurale il Rettore ha<br />

letto il messaggio inviato da Sua Eminenza<br />

il Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo<br />

di Milano e Presidente <strong>del</strong>l’Istituto<br />

Toniolo.<br />

“A ciascuno di voi rivolgo il mio saluto<br />

sincero e cordiale. In particolare saluto con<br />

rispetto e affetto Sua Eminenza il Cardinale<br />

Camillo Ruini, il Rettore Magnifico,<br />

il Preside prof. Marano, i professori e gli<br />

studenti <strong>del</strong>la Facoltà di Medicina e Chirurgia<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong><br />

<strong>Cuore</strong>. Con il saluto, rivolgo l’augurio fraterno<br />

per il nuovo anno accademico. Siamo<br />

tutti convinti <strong>del</strong>l’importanza <strong>del</strong>lo studio<br />

rigoroso, serio e approfondito <strong>del</strong>la<br />

scienza medica, così come siamo sempre<br />

più consapevoli che oggi, di fronte alla<br />

straordinaria e benefica crescita <strong>del</strong>la tecnologia,<br />

riveste una singolare urgenza l’approccio<br />

umanistico e personalistico sia nella<br />

ricerca medica, sia nella professione e<br />

quindi nella relazione con la persona malata<br />

e sofferente. A questo proposito desidero<br />

ricordare come Padre Gemelli, che ha<br />

voluto con grande determinazione questa<br />

Facoltà di Medicina, era instancabile nel<br />

sollecitare una vera e autentica formazione<br />

dei futuri medici, scientificamente preparati,<br />

umanamente ricchi e cristianamente<br />

fondati. E Gemelli additava in San Giuseppe<br />

Moscati l’esempio concreto e vivo, affascinante<br />

sotto il profilo <strong>del</strong>la scienza e <strong>del</strong>la<br />

prassi, cui rivolgersi per attuare il compito<br />

di questa Facoltà nel preparare intellet-<br />

tualmente, moralmente e cristianamente<br />

gli studenti. Sono lieto<br />

di sapere che in occasione <strong>del</strong>l’inaugurazione<br />

<strong>del</strong>l’anno accademico<br />

sia stata allestita una interessante<br />

mostra dedicata alla figura<br />

di San Giuseppe Moscati.<br />

Rinnovo ancora il mio augurio e<br />

saluto tutti con stima e affetto”.<br />

La prolusione, affidata al prof.<br />

Marcello Chiarotti, ordinario di<br />

Tossicologia forense, ha trattato il<br />

tema <strong>del</strong> doping, argomento che<br />

certamente interessa e incuriosisce<br />

l’opinione pubblica e soprattutto<br />

i giovani. Il prof. Chiarotti definisce<br />

innanzitutto cosa è il doping:<br />

“l’uso non terapeutico di sostanze<br />

finalizzato a migliorare artificiosamente<br />

le prestazioni sportive”.<br />

Le motivazioni all’uso <strong>del</strong><br />

doping possono essere riconducibili alla<br />

ricerca di potenziamento muscolare, mistica<br />

<strong>del</strong>la vittoria, ricerca di mo<strong>del</strong>li estetici,<br />

interessi e pressioni ambientali, facile<br />

reperibilità <strong>del</strong>le sostanze dopanti, confidenza<br />

all’uso dei farmaci che non tiene<br />

conto dei rischi connessi alla loro tossicità<br />

acuta e cronica, e dei danni a carico <strong>del</strong><br />

sistema nervoso centrale e periferico, <strong>del</strong><br />

sistema immunitario, cardio-vascolare,<br />

muscolo-scheletrico, neuro endocrino e<br />

metabolico. A testimonianza <strong>del</strong>la gravità<br />

<strong>del</strong> problema, diversi organismi istituzionali,<br />

tra cui il Ministero <strong>del</strong>la Salute e<br />

il CONI, stanno lanciando campagne in-<br />

COMUNICARE<br />

6<br />

formative rivolte a quanti praticano attività<br />

sportive. Dato che il fenomeno <strong>del</strong><br />

doping è chiaramente un fatto clandestino,<br />

è difficile effettuare approfondite indagini<br />

epidemiologiche e documentare<br />

quindi l’ampiezza <strong>del</strong> fenomeno.<br />

Nel 2000 è stata introdotta in Italia la legge<br />

n. 376 denominata “Disciplina nella tutela<br />

<strong>del</strong>le attività sportive e lotta contro il<br />

doping” che istituisce il reato di doping, illustra<br />

quali sono le sostanze e i metodi vietati<br />

e ne stabilisce l’accertamento. Quest’ultimo,<br />

che coinvolge le scienze bio-mediche<br />

e quelle medico legali, verrà effettuato<br />

mediante la creazione di laboratori<br />

regionali per il controllo sanitario sull’attività<br />

sportiva. Questi laboratori saranno<br />

sempre più concepiti in virtù di una sinergia<br />

risultante da competenze polidisciplinari<br />

comprendenti la tossicologia analitica,<br />

la biochimica clinica e l’ematologia.<br />

Dopo una dettagliata illustrazione dei vari<br />

tipi di analisi di laboratorio il prof. Chiarotti<br />

conclude dicendo che “l’accertamento<br />

<strong>del</strong> doping richiede uno straordinario impegno<br />

per l’armonizzazione a livello nazionale<br />

e internazionale di tecniche e di metodiche<br />

diagnostiche che debbono essere<br />

in grado di fronteggiare un fenomeno in<br />

evoluzione qualitativa e quantitativa”.<br />

Il Rettore riprende la parola per invitare i<br />

presenti a visitare la mostra itinerante dedicata<br />

a san Giuseppe Moscati, allestita<br />

nell’atrio adiacente l’Auditorium. Dichiara<br />

infine ufficialmente aperto l’anno accademico<br />

2003 – 2004.<br />

Il Card. Camillo Ruini con Mons. Damião António Franklin, arcivescovo di<br />

Luanda (Angola) e Rettore <strong>del</strong>la locale <strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>.


La legge 53/2000 promuove l’equilibrio<br />

tra i tempi di lavoro, di cura,<br />

di formazione e di relazione per<br />

tutti i lavoratori, uomini e donne: vediamo<br />

come<br />

Tiziana Lang*<br />

La legge 8 marzo 2000 n. 53 per<br />

“il sostegno <strong>del</strong>la maternità e<br />

<strong>del</strong>la paternità, per il diritto alla<br />

cura e alla formazione e<br />

per il coordinamento dei tempi<br />

<strong>del</strong>le città”, si inserisce nel<br />

quadro più ampio <strong>del</strong>la disciplina<br />

nazionale e comunitaria<br />

sui sistemi <strong>del</strong>la conciliazione.<br />

In ambito europeo, le prime<br />

azioni adottate al fine di tutelare<br />

il benessere <strong>del</strong>l’individuo<br />

risalgono agli anni<br />

Settanta, ma solo negli ultimi<br />

anni sono state intraprese<br />

azioni a favore <strong>del</strong>la conciliazione<br />

tra vita lavorativa<br />

e vita familiare; è importante<br />

ricordare, a questo proposito<br />

la Direttiva 96/34/CE<br />

<strong>del</strong> Consiglio europeo sui<br />

“Congedi parentali e per motivi<br />

familiari” <strong>del</strong> 3 giugno<br />

1996 (modificata dalla Direttiva<br />

97/75/CE <strong>del</strong> Consiglio,<br />

<strong>del</strong> 15 dicembre 1997).<br />

In Italia, grazie al diffondersi di una<br />

maggiore sensibilizzazione sul tema <strong>del</strong>la<br />

conciliazione, lo sforzo <strong>del</strong> legislatore<br />

è stato indirizzato all’elaborazione di<br />

una norma di legge (53/2000) tra le più<br />

innovative in Europa, in quanto rivolta<br />

sia alle donne che agli uomini, per una<br />

piena realizzazione <strong>del</strong> principio <strong>del</strong>l’uguaglianza<br />

dei diritti tra i due sessi.<br />

PRIMO PIANO<br />

Conciliare<br />

lavoro e famiglia<br />

oggi è più facile<br />

La conciliazione tra lavoro e famiglia<br />

tuttavia, assume ancora nel nostro Paese<br />

valenze completamente diverse a seconda<br />

<strong>del</strong> genere. È quanto si evince<br />

dalle conclusioni <strong>del</strong>l’indagine Istat sull’utilizzo<br />

<strong>del</strong> tempo (2002), che mette in<br />

rilievo come siano le donne a sostenere<br />

la maggior parte <strong>del</strong> carico di lavoro<br />

familiare. La giornata lavorativa di queste<br />

ultime, infatti, risulta non esaurirsi<br />

al di fuori <strong>del</strong>le mura domestiche, bensì<br />

proseguire per un periodo di tempo<br />

variabile dalle due alle cinque ore, all’interno<br />

<strong>del</strong>l’ambito familiare in un lavoro<br />

di cura che, oltre a non essere di<br />

soddisfazione professionale, ne limita<br />

anche le opportunità di relazione all’esterno<br />

(attività ricreative e sociali). Questo<br />

al contrario di quanto accade agli<br />

uomini che, in genere, tendono a mantenere<br />

la propria prerogativa di scelta tra<br />

COMUNICARE<br />

7<br />

il dedicarsi alla vita familiare oppure alle<br />

attività sociali, civiche e sportive.<br />

La legge 53/2000, dunque, si inserisce<br />

in questo contesto promovendo in primo<br />

luogo l’equilibrio tra tempi di lavoro,<br />

di cura, di formazione e di relazione<br />

per tutti i lavoratori, uomini e<br />

donne, attraverso:<br />

- l’istituzione dei congedi parentali (padre<br />

- madre) e l’estensione <strong>del</strong> sostegno<br />

ai genitori di soggetti portatori di<br />

handicap;<br />

- l’istituzione di congedi per la formazione<br />

continua e l’estensione dei congedi<br />

stessi per la formazione;<br />

- il coordinamento dei tempi <strong>del</strong>le città<br />

e la promozione <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> tempo<br />

per fini di solidarietà sociale.<br />

Il tema <strong>del</strong>la conciliazione è affrontato<br />

secondo un approccio globale e integrato<br />

che prevede la collaborazione


di tutti i soggetti in campo (lavoratori,<br />

datori di lavoro, parti sociali, enti locali,<br />

società civile), al fine di introdurre<br />

flessibilità destinate a favorire la conciliazione<br />

tra vita professionale e vita<br />

familiare, nonché la stessa redistribuzione<br />

tra i generi dei ruoli familiari.<br />

In particolare, il Capo III <strong>del</strong>la legge,<br />

all’art. 9, introduce forme di flessibilità<br />

<strong>del</strong>l’orario con riferimento elettivo,<br />

ma non esclusivo, alla cura dei figli,<br />

prevedendo contributi a favore <strong>del</strong>le<br />

“aziende che applicano accordi contrattuali<br />

in merito ad azioni positive<br />

per la flessibilità”, quali: progetti appositamente<br />

concepiti atti a consentire<br />

al lavoratore padre o alla lavoratrice<br />

madre di usufruire di specifiche forme<br />

di flessibilità di orario; interventi<br />

formativi per il reinserimento dei lavoratori<br />

nell’attività lavorativa a seguito<br />

<strong>del</strong> periodo di congedo; progetti<br />

che prevedono e sostengono la sostituzione<strong>del</strong>l’imprenditore/imprenditrice<br />

o <strong>del</strong> lavoratore autonomo, che<br />

intenda beneficiare <strong>del</strong> periodo di<br />

astensione obbligatoria o dei congedi<br />

parentali, con altro/a imprenditore/imprenditrice<br />

o lavoratore autonomo.<br />

Nel primo caso si tratta di azioni positive,<br />

promosse dalle aziende, che devono<br />

essere articolate al fine di consentire<br />

alla lavoratrice madre o al lavoratore<br />

padre, anche quando uno dei<br />

due sia lavoratore autonomo, o anche<br />

quando si tratti di genitori affidatari o<br />

adottivi, di utilizzare determinate forme<br />

di flessibilità degli orari e di organizzazione<br />

<strong>del</strong> lavoro, tra le quali “il<br />

part-time reversibile, il telelavoro e il<br />

lavoro a domicilio, l’orario flessibile in<br />

entrata e in uscita, la banca <strong>del</strong>le ore,<br />

la flessibilità sui turni, l’orario concentrato”,<br />

come recita la lett. b), comma<br />

1, <strong>del</strong>l’art.9.<br />

Nel secondo caso, si fa riferimento alla<br />

realizzazione da parte <strong>del</strong>le aziende<br />

di programmi di formazione finalizzati,<br />

oltre che al necessario aggiornamento<br />

professionale, ad agevolare il<br />

reinserimento nelle unità produttive<br />

di appartenenza, e con uguali funzioni,<br />

dei lavoratori e <strong>del</strong>le lavoratrici che<br />

hanno goduto di un periodo di congedo<br />

per maternità, paternità oppure di<br />

un congedo parentale.<br />

Nel terzo caso, infine, è possibile rea-<br />

• Per conciliazione di vita familiare e vita professionale si intende l’introduzione<br />

di azioni sistemiche che prendono in considerazione le esigenze<br />

<strong>del</strong>la famiglia, di congedi parentali, di soluzioni per la cura dei bambini e<br />

degli anziani, e lo sviluppo di un contesto e di un’organizzazione <strong>del</strong> lavoro<br />

tali da agevolare la conciliazione <strong>del</strong>le responsabilità lavorative e di quelle<br />

familiari per le donne e gli uomini.<br />

• Per azione positiva si intende l’insieme di misure indirizzate ad un gruppo<br />

particolare con l’obiettivo di eliminare e di prevenire la discriminazione,<br />

o di compensare gli svantaggi derivanti dagli atteggiamenti, dai comportamenti<br />

e dalle strutture esistenti.<br />

• È prevista la priorità per i genitori di bambini fino a otto anni di età o fino<br />

a dodici anni, in caso di affidamento o di adozione<br />

lizzare azioni positive tese a garantire<br />

la fruizione dei congedi di maternità,<br />

paternità e parentali anche alle donne<br />

e agli uomini impegnati nel lavoro autonomo<br />

ed imprenditoriale.<br />

Tra le condizioni di ammissibilità al<br />

finanziamento pubblico la presenza di<br />

accordi collettivi stipulati con le OOSS<br />

più rappresentative a livello provinciale<br />

o aziendale, accordi che devono<br />

essere rivolti a diffondere una prassi generale<br />

che consenta alle esigenze di<br />

flessibilità dei lavoratori di essere soddisfatte<br />

prioritariamente rispetto alle<br />

necessità <strong>del</strong>l’azienda e che permetta<br />

di fornire soluzioni dirette a specifiche<br />

esigenze di flessibilità dei singoli lavoratori.<br />

Per quanto concerne una prima valutazione<br />

degli risultati <strong>del</strong>l’applicazione<br />

<strong>del</strong>l’art.9, è possibile rilevare come<br />

nel corso dei primi due anni siano stati<br />

ammessi a finanziamento (totale o<br />

parziale) 52 progetti, la maggior parte<br />

dei quali rivolta alla realizzazione <strong>del</strong>le<br />

azioni positive previste alle lettere<br />

a) e b) <strong>del</strong> comma 1 e, quindi, alla sperimentazione<br />

di forme di flessibilità<br />

nel lavoro dipendente.<br />

Ci sembra opportuno mettere in evidenza<br />

come, anche grazie all’azione di<br />

promozione <strong>del</strong>la misura svolta su tutto<br />

il territorio nazionale da parte <strong>del</strong>le<br />

Amministrazioni cofirmatarie <strong>del</strong>la<br />

Legge 53/2000 (Welfare e Pari Opportunità)<br />

e alla conseguente aumentata<br />

consapevolezza nelle aziende, nei<br />

lavoratori e nelle lavoratrici <strong>del</strong>le possibilità<br />

di conciliazione offerte dalla<br />

norma di legge, il numero dei proget-<br />

COMUNICARE<br />

8<br />

ti presentati ed ammessi al finanziamento<br />

sia gradualmente aumentato,<br />

passando dai 7 ammessi <strong>del</strong> primo bando<br />

(novembre 2001) ai 23 ammessi <strong>del</strong><br />

bando di ottobre 2002.<br />

Un ultima considerazione circa la flessibilità<br />

organizzativa: essa appare, al<br />

momento, elemento vincente per il<br />

nuovo sistema <strong>del</strong>le imprese. Un sistema<br />

che, per essere efficiente e per<br />

rispondere alla sfida <strong>del</strong>la globalizzazione,<br />

deve produrre innovazione, sia<br />

nella gestione <strong>del</strong>le strutture e dei mo<strong>del</strong>li<br />

di organizzazione e di produzione<br />

sia nel territorio. Dunque: flessibilità<br />

nelle tipologie dei lavori, flessibilità<br />

nella gestione e nei mo<strong>del</strong>li organizzativi,<br />

flessibilità nella creazione di<br />

reti di impresa volte a integrare produzione<br />

e servizi e, conseguentemente,<br />

in grado di sostenere la competizione.<br />

In questa strategia la risorsa umana, la<br />

sua valorizzazione in termini di competenze<br />

e di motivazione, diviene l’anello<br />

di congiunzione tra politiche interne<br />

ed esterne <strong>del</strong>le imprese.<br />

Il tema <strong>del</strong>la conciliazione, secondo<br />

questa chiave di lettura, esce da un’ottica<br />

riduttiva di ricerca di soluzioni per<br />

le necessità e le esigenze personali <strong>del</strong>la<br />

donna, legate a determinati cicli vitali,<br />

per trasformarsi in fattore di rinnovamento<br />

<strong>del</strong> sistema produttivo e<br />

<strong>del</strong> tessuto sociale, di tutta una serie<br />

di politiche (d’impresa, sociali e <strong>del</strong><br />

territorio) più rispondenti ai bisogni<br />

soggettivi di donne e uomini.<br />

Ricercatrice, Isfol –<br />

Unità Pari Opportunità.


PROGETTO NOSTOS<br />

Un nome greco per sintetizzare in una<br />

parola la filosofia <strong>del</strong> nuovo progetto <strong>del</strong>la<br />

Sede di Roma <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong>: parliamo <strong>del</strong> Progetto<br />

Nostos, letteralmente “Ritorno”.<br />

Obiettivo principale <strong>del</strong>la proposta è,appunto,<br />

quello di favorire il rientro, in ambito<br />

lavorativo,<strong>del</strong> personale assente per<br />

congedo, sia esso per maternità/paternità<br />

o parentale.<br />

In seguito alla legge 8 marzo 2000 n. 53<br />

per “il sostegno <strong>del</strong>la maternità e <strong>del</strong>la paternità,<br />

per il diritto alla cura e alla formazione<br />

e per il coordinamento dei tempi <strong>del</strong>le<br />

città”, e quindi all’istituzione dei congedi<br />

parentali, dei congedi per la formazione<br />

continua e alla promozione <strong>del</strong>l’uso<br />

<strong>del</strong> tempo, il Policlinico Gemelli, da<br />

sempre schierato a favore <strong>del</strong>la vita e per<br />

la famiglia, ha avuto un’ulteriore motivazione<br />

fortemente condivisa anche dalle<br />

Organizzazioni Sindacali.<br />

L’impegno <strong>del</strong> Progetto è quello di rendere<br />

più facile il rientro <strong>del</strong> dipendente<br />

diventato genitore negli anni previsti dalla<br />

legge 53/2000, permettendo di armonizzare<br />

il legame con la famiglia con i<br />

tempi <strong>del</strong>l’organizzazione <strong>del</strong> lavoro. Il<br />

Progetto è stato ammesso al finanziamento<br />

<strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong> Lavoro e <strong>del</strong>le<br />

Politiche Sociali.<br />

Molti sono stati di recente i cambiamenti<br />

all’interno <strong>del</strong> Policlinico: dalla diffusione<br />

dei sistemi informatici in ogni reparto<br />

e ufficio; dall’apertura <strong>del</strong> DEA all’imminente<br />

realizzazione <strong>del</strong>la Piastra polifunzionale<br />

con la nuova gestione <strong>del</strong>le sale<br />

operatorie, fino all’introduzione <strong>del</strong>la<br />

formazione continua in medicina (ECM).<br />

In particolare una struttura complessa<br />

come l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong><br />

<strong>Cuore</strong>, con la gestione speciale <strong>del</strong> Policlinico<br />

Universitario A.Gemelli,deve mettere<br />

in campo tutte le sue forze per fronteggiare<br />

l’informatizzazione dei suoi 83<br />

reparti (Florence), dei 10 blocchi operatori<br />

di 4 sale ognuno (Opet), <strong>del</strong>la spedalità<br />

(Cupido), dei 33 Day Hospital<br />

(Hsmart), <strong>del</strong>la Radiologia (Dream), ecc.<br />

Come si pone in questo quadro il Progetto<br />

Nostos? Diventa centrale, dato che i destinatari<br />

fanno parte proprio <strong>del</strong>la fascia<br />

di personale che ha maggiormente sen-<br />

tito il peso <strong>del</strong> cambiamento:<br />

su un totale<br />

di oltre 5000 dipendenti,<br />

il 65% <strong>del</strong>la forza<br />

lavoro è, infatti, personale<br />

femminile,e circa<br />

1700 hanno tra i 20<br />

e i 45 anni. Questo è il<br />

target, questi i protagonisti<br />

<strong>del</strong>la nuova avventura<br />

formativa.<br />

Per i 500,tali sono i destinatari<br />

<strong>del</strong> Progetto,<br />

scelti tra coloro i quali<br />

abbiano usufruito di<br />

congedi parentali negli<br />

ultimi otto anni, si è<br />

pensato ad un ritorno<br />

agevolato all’interno<br />

<strong>del</strong>la struttura lavorativa.L’Amministrazione<br />

<strong>del</strong> Policlinico Gemelli<br />

vuole offrire particolari<br />

opportunità ai<br />

suoi dipendenti, mettendo<br />

loro a disposizione<br />

percorsi formativi<br />

costruiti ad hoc.<br />

Agli utenti <strong>del</strong> Progetto,<br />

di durata biennale, saranno erogati<br />

corsi di 50-100 ore.Argomenti dei corsi<br />

saranno: informatica, apprendimento<br />

dei sistemi informativi in uso nel Policlinico<br />

Gemelli, lingua inglese ed altre iniziative<br />

inerenti le diverse professionalità<br />

dei dipendenti. I corsi saranno effettuati<br />

secondo flessibilità e in larga parte saranno<br />

validi per i crediti ECM.<br />

L’innovazione che rende forte il Progetto<br />

Nostos è la metodologia grazie alla quale<br />

verranno erogati tali corsi. All’avanguardia<br />

rispetto ai metodi di formazione<br />

vigenti in tutta Europa, il Policlinico<br />

Gemelli adotterà due metodi connessi<br />

e comparati: da un lato il tradizionale<br />

insegnamento con esercitazioni in aula<br />

grazie alle lezioni dei docenti e grazie<br />

ai tutor a disposizione degli utenti. Dall’altro<br />

lato verranno in aiuto le nuove<br />

tecnologie: quindi e-learning e formazione<br />

autogestita.<br />

Non c’è da spaventarsi: la tecnologia è<br />

solo un aiuto, un affiancamento alle me-<br />

COMUNICARE<br />

9<br />

I formatori per l’assistenza e il tutoraggio.<br />

todologie ad oggi più adottate. Ovviamente<br />

parliamo di uno stile differente<br />

di fare formazione,e certamente un modo<br />

più efficace di farla. Un sistema, quindi,<br />

per approfondire argomenti, per recuperare<br />

tempi e spazi, per organizzare<br />

a seconda <strong>del</strong>le proprie esigenze,un personale<br />

modo di apprendere e farsi formazione.<br />

Il Progetto Nostos con la proposta formativa<br />

così articolata offre una grande<br />

opportunità ai destinatari per evolvere<br />

nel loro ruolo professionale permettendo<br />

di ottimizzare le proprie conoscenze<br />

e sfruttarle al meglio non solo in<br />

ambito lavorativo ma anche come accrescimento<br />

personale e culturale. Nel<br />

corso di questo biennio si avrà anche<br />

l’occasione di sperimentare un nuovo<br />

modo di fare formazione creando mo<strong>del</strong>li<br />

diversi che possano diventare BUO-<br />

NA PRATICA FORMATIVA,allineata alla<br />

politica di qualità indicata dall’Unione<br />

Europea.


Sono ormai alle spalle i difficili momenti<br />

che i cittadini italiani hanno<br />

dovuto superare per la mancanza<br />

di energia elettrica verificatasi il<br />

28 settembre 2003. Erano le 3,25 quando<br />

un improvviso black out, dovuto ad<br />

un calo <strong>del</strong>l’approvvigionamento di energia<br />

elettrica proveniente dalla Francia<br />

per il fuori servizio <strong>del</strong>la linea elettrica<br />

di interconnessione tra Italia e Svizzera,<br />

ha oscurato tutto il Paese.<br />

Anche il Policlinico Universitario “Agostino<br />

Gemelli” ha così dovuto fronteggiare<br />

un’emergenza che ha comportato<br />

per i medici, i tecnici ospedalieri e quanti<br />

si sono trovati ad operare nella struttura,<br />

un carico di lavoro e responsabilità<br />

superiori alla norma. L’organizzazione,<br />

predisposta dalla Direzione Sanitaria<br />

e dal Servizio Tecnico per fronteggiare<br />

le emergenze che quotidianamente possono<br />

avvenire in una grande struttura<br />

ospedaliera, ha risposto in modo tempestivo<br />

ed efficace a questa straordinaria<br />

e inconsueta sollecitazione.<br />

È bello poter raccontare quest’esperienza<br />

che ha comportato la partecipazione<br />

di tante persone, il cui unico scopo era<br />

quello di far percepire ai degenti il minor<br />

disagio possibile imposto dall’evento,<br />

e si può dire con certezza che il risultato<br />

è stato raggiunto.<br />

Ecco quindi il susseguirsi degli eventi di<br />

quel giorno. Alle ore 3,25, in piena not-<br />

EMERGENZA<br />

Black Out:<br />

esperienza positiva<br />

al Gemelli<br />

Per la prima volta dopo la guerra l’Italia<br />

è piombata improvvisamente al<br />

buio: disagi e rischi per tutta la popolazione.<br />

Particolari preoccupazioni<br />

per gli ospedali: ecco come ha reagito<br />

la task force <strong>del</strong> Gemelli risolvendo<br />

al meglio l’emergenza<br />

Carlo Pesaro<br />

te (era domenica mattina di una giornata<br />

piovosa e fredda) i tecnici di turno<br />

per il Reparto Elettrico, sigg. Ralli e Di<br />

Paolo, si accorgevano <strong>del</strong>la mancanza di<br />

energia elettrica all’ospedale e comunicavano<br />

il problema al sottoscritto, Funzionario<br />

reperibile, che si recava immediatamente<br />

sul posto e, resosi conto dalle<br />

informazioni <strong>del</strong>la radio che il blackout<br />

era a carattere nazionale, chiedeva<br />

al sig. Marinelli <strong>del</strong>la portineria <strong>del</strong> terzo<br />

piano, di allertare il dott. Meneschincheri,<br />

Ispettore Sanitario di turno<br />

e il Responsabile Tecnico <strong>del</strong>la ditta di<br />

manuntezione, che subito si precipitavano<br />

all’ospedale. Rintracciavo, inoltre, a causa<br />

<strong>del</strong>la particolare situazione l’ing. Scavino,<br />

Coordinatore <strong>del</strong> Servizio Tecnico<br />

e <strong>del</strong> Sistema Informativo, e poi, visto il<br />

perdurare <strong>del</strong>la situazione di emergenza,<br />

quest’ultimo, allo scopo di organizzare<br />

i servizi essenziali di supporto, richiamava<br />

parte <strong>del</strong> personale <strong>del</strong> Servizio<br />

Tecnico tra cui il dott. Loreti, il geom.<br />

Berluti, l’ing. Cabras, i sigg. Peltrone,<br />

Mascellini, Basso, Amatucci, Bisogno,<br />

mentre il Responsabile <strong>del</strong>le società di<br />

manutenzione faceva accorrere sul posto<br />

tutti i tecnici reperibili; veniva poi<br />

chiamato anche l’arch. De Cassan <strong>del</strong><br />

Servizio di Prevenzione e Protezione.<br />

Già dalle cinque di mattina stava funzionando<br />

a pieno regime “un’unità di crisi”<br />

presso la portineria <strong>del</strong> terzo piano, luogo<br />

dove confluivano tutte le chiamate interne<br />

ed esterne e primo luogo di raccolta<br />

<strong>del</strong> personale dei servizi di supporto. L’unità<br />

di crisi “sui generis” era costituita dall’ing.<br />

Scavino, dal dott. Meneschincheri,<br />

da me, dai portieri, da un addetto <strong>del</strong> Servizio<br />

Infermieristico, da un centralinista,<br />

da addetti <strong>del</strong>la Vigilanza, <strong>del</strong> Servizio di<br />

Prevenzione e Protezione, ecc.<br />

Lì confluivano le varie richieste dai reparti<br />

e dai servizi, e venivano organiz-<br />

COMUNICARE<br />

10<br />

zate le prime misure atte a contenere<br />

un’emergenza che si configurava, dalle<br />

notizie <strong>del</strong>la tv e <strong>del</strong>la radio, particolarmente<br />

lunga. Anche il personale sanitario<br />

che prendeva servizio transitava per<br />

la portineria e veniva edotto di tutte le<br />

misure che erano state prese per fronteggiare<br />

la situazione.<br />

In poco tempo i responsabili richiamati<br />

<strong>del</strong>la Direzione Sanitaria e <strong>del</strong> Servizio<br />

Tecnico erano presenti presso l’unità di<br />

crisi e inviavano il personale di supporto<br />

a risolvere, ognuno per le proprie competenze,<br />

le problematiche legate ad una<br />

prolungata assenza di energia elettrica da<br />

parte <strong>del</strong> gestore nazionale.<br />

Tra le prime attività di intervento la verifica<br />

<strong>del</strong> regolare funzionamento dei<br />

gruppi elettrogeni a gasolio e dei generatori<br />

di continuità dislocati presso il Policlinico,<br />

il DEA, la Clinica <strong>del</strong>le Malattie<br />

Infettive, la Residenza Sanitaria Protetta<br />

e la Centrale Termica, la misura <strong>del</strong>le<br />

quantità di combustibile consumato e<br />

disponibile. L’ing. Scavino, verificati i<br />

consumi ed effettuati dei rapidi calcoli,<br />

con i suoi collaboratori organizzava il rifornimento<br />

dei serbatoi di gasolio a scopo<br />

precauzionale anche se le scorte giacenti<br />

presso i vari gruppi elettrogeni assicuravano<br />

un’ampia autonomia. Altresì<br />

venivano verificati il corretto funzionamento<br />

degli apparecchi elettromedicali<br />

presso le terapie intensive, le sale operatorie,<br />

le sale parto, il pronto soccorso<br />

e degli ascensori dislocati presso il DEA<br />

e gli snodi NOP – NBC – DE <strong>del</strong> Policlinico,<br />

la cui alimentazione elettrica era<br />

prevista sotto gruppo elettrogeno, gli impianti<br />

di comunicazione di emergenza<br />

(telefonici, cercapersone, ecc.). Le guardie<br />

giurate ed il Servizio di Protezione e<br />

Prevenzione intanto avevano già verificato<br />

se all’interno degli ascensori fossero<br />

rimaste bloccate <strong>del</strong>le persone, inol-


tre effettuavano poi una serie di controlli<br />

<strong>del</strong>l’accessibilità nei vari piani e <strong>del</strong>la<br />

presenza <strong>del</strong>l’illuminazione dei percorsi<br />

che dai reparti/servizi portano alle uscite.<br />

Inoltre, dall’unità di crisi venivano date<br />

disposizioni di aprire, al fine di facilitare<br />

i trasferimenti interni compromessi<br />

dal blocco di molti ascensori di alcuni passaggi<br />

ordinariamente chiusi al DEA, alle<br />

Terapie Intensive ed al Policlinico ora<br />

essenziali per il trasferimento dei pazienti<br />

in caso di urgenza.<br />

Sempre presso la portineria <strong>del</strong> terzo<br />

piano veniva quindi approntato un centralino<br />

telefonico di emergenza a disposizione<br />

<strong>del</strong> Servizio Infermieristico, in<br />

modo da permettere il collegamento operativo<br />

con i reparti e gestire il flusso di<br />

richieste dovute alla normale attività<br />

ospedaliera. Il lavoro svolto dagli addetti<br />

<strong>del</strong>la Direzione Sanitaria era particolarmente<br />

importante per dare tranquillità<br />

ai pazienti ed al personale nei reparti<br />

dove a causa <strong>del</strong> buio si registrava qualche<br />

scena di panico. L’“unità di crisi”,<br />

malgrado il concitato svolgersi degli avvenimenti,<br />

che coincideva con il “risveglio<br />

<strong>del</strong>l’ospedale”, svolgeva con un clima<br />

di tranquillità e di professionalità il<br />

proprio lavoro. Si organizzava la produzione<br />

<strong>del</strong>le colazioni, la loro distribuzione,<br />

venivano risolti innumerevoli problemi<br />

contingenti (apertura sbarre ai parcheggi,<br />

disponibilità acqua potabile ai<br />

piani alti, illuminazioni essenziali per alcuni<br />

servizi, alimentazioni di emergenza<br />

particolari per l’illuminazione, verifica<br />

<strong>del</strong> funzionamento degli impianti di<br />

comunicazione, termici, <strong>del</strong>l’antincendio<br />

ed il monitoraggio di alcuni impianti<br />

essenziali in quanto i sistemi di telecontrollo<br />

erano fuori uso ecc.).<br />

Alle ore 7,30 l’ing. Scavino valutava che<br />

l’impatto iniziale <strong>del</strong> “black out” era stato<br />

assorbito e pertanto decideva di spostare<br />

l’unità di crisi presso la sala riunioni<br />

<strong>del</strong>la Direzione Sanitaria prevedendo<br />

che la lunga mancanza di corrente<br />

avrebbe comportato una pianificazione<br />

di molte attività <strong>del</strong>la giornata<br />

per dare un senso di “normalità” ad un<br />

ospedale senza luce.<br />

Il tavolo di lavoro andava così trasformandosi<br />

e completandosi, con l’aggregazione<br />

<strong>del</strong>le forze <strong>del</strong> Servizio Tecnico<br />

e quelle <strong>del</strong>la Direzione Sanitaria con il<br />

dott. Celani ed i medici <strong>del</strong> DEA, proff.<br />

Gentiloni e Antonelli, al fine di dirigere<br />

tutte le attività interne al Policlinico, mantenere<br />

i contatti con l’Ente erogatore di<br />

energia elettrica, e soddisfare eventuali<br />

richieste di supporto esterne (Columbus,<br />

Villa Speranza, Centro di Ricerca e Formazione<br />

ad Alta Tecnologia nelle Scienze<br />

Biomediche di Campobasso).<br />

In questa situazione si organizzavano le<br />

modalità di produzione e distribuzione<br />

dei pasti ai degenti, la raccolta dei rifiuti,<br />

l’inoltro dei campioni di analisi ai vari<br />

laboratori d’urgenza, ecc.<br />

Nelle ore successive si procedeva alla risoluzione<br />

<strong>del</strong>le problematiche particolarmente<br />

critiche che di volta in volta venivano<br />

comunicate, come ad esempio il<br />

pericolo <strong>del</strong>l’ebollizione <strong>del</strong>l’elio <strong>del</strong>la<br />

Risonanza Magnetica, a cui si provvedeva<br />

con manovre di emergenza aprendo<br />

un by-pass acqua e consentendo il<br />

raffreddamento “naturale” con l’acqua<br />

disponibile, come anche il ripristino <strong>del</strong>l’alimentazione<br />

elettrica di alcuni centralini<br />

telefonici di particolare rilevanza<br />

organizzativa, installazione di nuove alimentazioni<br />

elettriche di emergenza presso<br />

i reparti di degenza, in particolare ai<br />

piani 5° e 7° degli edifici D/E e L/M, spostamento<br />

di medicinali e emoderivati da<br />

frigoriferi a -20°C e -80°C presso frigoriferi<br />

sotto gruppo elettrogeno.<br />

Alle 10 veniva richiesto l’intervento di<br />

una parte <strong>del</strong> personale dei sistemi informativi<br />

per ripristinare almeno parzialmente<br />

i collegamenti informatici.<br />

Veniva anche disposto il ripristino <strong>del</strong><br />

condizionamento <strong>del</strong> locale TAC presso<br />

il DEA la cui temperatura ambiente nel<br />

frattempo aveva superato i 22°C, temperatura<br />

limite per il corretto funzionamento,<br />

e veniva attivato il monitoraggio<br />

<strong>del</strong>le sale operatorie di emergenza/sala<br />

parto e di Cardiochirurgia al 5° piano e<br />

all’8° piano <strong>del</strong>l’edificio “O” in modo da<br />

tenerle pronte in caso di necessità. Inoltre,<br />

venivano date istruzioni per scollegare<br />

una serie di impianti elettrici che,<br />

nel caso fosse ritornata la forza motrice,<br />

avrebbero creato problemi di ripartenza<br />

per l’elevato assorbimento iniziale.<br />

L’unità di crisi si manteneva intanto aggiornata<br />

sulle attività di emergenza sanitarie<br />

e risultava che durante le ore di<br />

black out gli accessi al DEA erano avvenuti<br />

regolarmente con 68 prestazioni<br />

erogate, di cui 8 ricoveri dei quali 2 di<br />

COMUNICARE<br />

11<br />

pazienti che avevano in dotazione dei<br />

respiratori casalinghi che non funzionavano<br />

o avevano esaurito le batterie. Con<br />

particolare soddisfazione veniva raccolta<br />

la notizia dai presenti nell’unità di crisi<br />

che durante il black out erano venuti<br />

alla luce 3 bambini.<br />

Le agenzie di stampa intanto tempestavano<br />

il centralino per avere informazioni<br />

circa il contenimento <strong>del</strong>l’emergenza.<br />

Alle ore 10,26 si verificava finalmente<br />

un primo parziale ripristino <strong>del</strong>l’energia<br />

elettrica con l’alimentazione di una parte<br />

<strong>del</strong>l’anello di media tensione, comprendente<br />

le cabine elettriche <strong>del</strong> Policlinico,<br />

<strong>del</strong> DEA, <strong>del</strong>la Clinica <strong>del</strong>le Malattie<br />

Infettive e <strong>del</strong> Centro di Medicina<br />

<strong>del</strong>l’invecchiamento, mentre solo intorno<br />

alle 12,10 l’altra parte <strong>del</strong>l’anello di<br />

media tensione, lato a nord-ovest <strong>del</strong>l’U.C.S.C.,<br />

comprendente la Residenza<br />

Sanitaria Protetta, la Centrale Termica e<br />

gli Istituti Biologici, veniva rialimentato.<br />

L’unità di crisi non veniva comunque<br />

sciolta in quanto, oltre a temere nuovi<br />

black out, come annunciato dai mass<br />

media, era necessario ritornare alla piena<br />

normalità, con il corretto avvio di tutti<br />

gli impianti (molti interruttori elettrici<br />

quando la tensione di rete viene a<br />

mancare scattano ed è necessario riarmarli)<br />

pertanto si disponevano una serie<br />

di controlli e si riavviava completamente<br />

il sistema informativo.<br />

Alle ore 14,00 venivano infine completate<br />

le operazioni di riattivazione <strong>del</strong>la<br />

rete di trasmissione dati con il ripristino<br />

dei server presso il CED e l’indicazione<br />

ai tecnici elettricisti di effettuare<br />

nel corso <strong>del</strong>la serata un controllo a tutti<br />

quei quadri elettrici ubicati presso gli<br />

edifici che sarebbero diventati operativi<br />

solamente il giorno successivo, in particolare<br />

agli edifici “Uffici Amministrativi<br />

e Palazzina Uffici”.<br />

L’unità di crisi veniva sciolta ufficialmente<br />

intorno alle 15, dopo 10 ore.<br />

Deve essere sottolineato come moltissimi<br />

dipendenti siano accorsi chiamati o<br />

semplicemente intervenuti per dare una<br />

mano in una grave situazione e che si siano<br />

prodigati oltre la normale disponibilità<br />

a reagire ad una particolare situazione.<br />

Le capacità di tutti gli intervenuti e la<br />

loro professionalità ha permesso di superare<br />

in modo estremamente brillante<br />

un momento così difficile.


Anoressia, bulimia, ortoressia e bigoressia:<br />

quattro patologie in agguato<br />

pronte a colpire i più fragili.Ansia, insoddisfazione,<br />

perdita di autostima:<br />

questi alcuni dei fattori scatenanti<br />

Antonio Ciocca,<br />

Pierpaola D’Arista,<br />

Novella Settanni<br />

Idisturbi <strong>del</strong> comportamento alimentare<br />

comprendono attualmente anoressia<br />

e bulimia nervosa, disturbi <strong>del</strong>l’alimentazione<br />

incontrollata, ortoressia<br />

e bigoressia.<br />

Tra tutti questi disturbi i più studiati<br />

sono senz’altro l’anoressia e<br />

la bulimia.<br />

Dati epidemiologici recenti dicono<br />

che ogni anno 8 ragazze<br />

su 100 mila tra i 15 e i 19 anni<br />

si ammalano di anoressia,<br />

mentre a soffrire di bulimia sono<br />

ragazze più grandi (dai 20 ai<br />

24 anni), con circa 12 casi su<br />

100 mila all’anno. A questi dati<br />

vanno aggiunti quelli riguardanti<br />

le due nuove forme <strong>del</strong> disturbo<br />

alimentare: l’ortoressia e la bigoressia.<br />

Anoressia e bulimia risultano più frequenti<br />

nel sesso femminile e sebbene possano<br />

essere considerate come due facce<br />

<strong>del</strong>la stessa medaglia, colpiscono personalità<br />

molto diverse tra loro.<br />

Il termine anoressia deriva dal prefisso negativo<br />

“a” e dal verbo “orego” che significa<br />

desiderare: il significato letterale sottolinea<br />

dunque una mancanza di desiderio<br />

più che una disposizione al rifiuto <strong>del</strong><br />

cibo. Nella donna anoressica di tipo classico,<br />

che la medicina chiama “restrittiva”,<br />

si riscontra l’atteggiamento di rifiuto<br />

ALIMENTAZIONE E PSICHE<br />

Ammalarsi<br />

di cibo<br />

<strong>del</strong> cibo, legato al forte timore di ingrassare<br />

ed alla necessità di controllare tutto.<br />

Questo tipo di donna ha una personalità<br />

apparentemente molto forte, spesso intellettuale<br />

ed iperattiva, cerca di svincolarsi<br />

così dal mondo degli istinti ottenendo<br />

un potere totale sul corpo. È però anche<br />

spaventata perché si rende conto <strong>del</strong>la<br />

propria diversità.<br />

Una ragazza magrolina non è necessariamente<br />

anoressica: quindi è <strong>del</strong> tutto<br />

inutile spaventarsi quando non è il caso.<br />

I genitori e la scuola possono però stare<br />

attenti ai segnali d’allarme che si presen-<br />

tano sotto diverse sfaccettature: l’anoressica<br />

quando comincia a dimagrire tende<br />

ad isolarsi dal gruppo <strong>del</strong>le amiche, è<br />

spesso sola ed anche se fino ad allora non<br />

è stata particolarmente brillante negli studi,<br />

improvvisamente diventa molto brava:<br />

privilegia l’aspetto intellettuale a quello<br />

fisico, entrando in crisi con il mondo<br />

degli istinti.<br />

Più debole sul controllo <strong>del</strong>le pulsioni fisiche,<br />

e quindi più “normale” è invece la<br />

donna bulimica.<br />

La bulimia che etimologicamente signi-<br />

COMUNICARE<br />

12<br />

fica “fame da bue”, non va confusa con<br />

l’obesità o il sovrappeso: in genere la donna<br />

affetta da bulimia ha una corporatura<br />

normale o sottopeso, è ossessionata dall’idea<br />

di ingrassare, ma non riesce ad evitare<br />

di mangiare, cade nella cosiddetta<br />

“sindrome <strong>del</strong>la fisarmonica” alternando<br />

periodi di restrizione a colossali abbuffate,<br />

per poi ricorrere al vomito, ai diuretici<br />

ed ai lassativi, per eliminare ciò che ha<br />

ingerito. Nella bulimia senz’altro c’è una<br />

prevalenza <strong>del</strong> fattore psico-sociale.<br />

Sia anoressiche che bulimiche hanno una<br />

percezione distorta <strong>del</strong> proprio corpo: si<br />

sentono grasse anche quando sono sottopeso.<br />

L’ortoressia invece deriva dal termine<br />

greco “orthos” che significa<br />

giusto, corretto, ed è un disturbo<br />

osservato recentemente.<br />

Le persone “ortoressiche”<br />

hanno un’ossessione maniacale<br />

per i cibi sani, sono più<br />

preoccupate <strong>del</strong>la purezza <strong>del</strong><br />

cibo che <strong>del</strong>la salute <strong>del</strong> corpo.<br />

Quest’ossessione può trasformarsi<br />

spesso in una vera e propria<br />

patologia nervosa che spinge<br />

le persone ad adottare una dieta<br />

sempre più rigida, fino ad eliminare<br />

gruppi essenziali di cibi ritenendoli<br />

dannosi per l’organismo e eventualmente<br />

ingerendo solo e unicamente un tipo<br />

di cibo. Questi soggetti si espongono così<br />

a gravi e serie complicazioni di salute<br />

in parte dovute alle carenze alimentari di<br />

cui non si rendono conto perché credono<br />

di fare una dieta sanissima.<br />

Si riducono alla fame piuttosto che ingerire<br />

alimenti considerati “impuri”, difficilmente<br />

hanno consapevolezza dei rischi<br />

cui vanno incontro, essendo convinti <strong>del</strong>le<br />

virtù terapeutiche dei loro cibi “sani”.<br />

Stabilire cosa mangiare diventa argomento


ORTORESSIA<br />

I tratti <strong>del</strong>l’ortoressico sono:<br />

- bisogno di conoscere ogni singolo ingrediente contenuto negli alimenti<br />

- il cibo deve fare sentire meglio e non deve essere in nessuno modo un piacere<br />

- disgusto per le persone che mangiano in modo normale<br />

- difficoltà di relazione con chi non condivide le proprie idee sul cibo<br />

- disgusto nel riempire il proprio corpo con sostanze non naturali<br />

- paura di contaminare il proprio corpo<br />

- desiderio continuo di depurarsi<br />

- senso di colpa quando si trasgredisce la dieta<br />

su cui discutere per ore, e preparare i pasti<br />

diventa la preoccupazione principale<br />

<strong>del</strong>le loro giornate a tal punto da farli rinunciare<br />

ad attività sociali, ricreative e<br />

lavorative.<br />

La bigoressia, dal termine inglese big ossia<br />

“grosso”, è una condizione che alcuni<br />

medici definiscono come l’opposto <strong>del</strong>l’anoressia.<br />

Spesso si traduce in una dieta<br />

troppo carnea e nel ricorso a farmaci<br />

anabolizzanti. Il disturbo, nasce dalla<br />

preoccupazione di essere troppo deboli,<br />

un pensiero che assilla chi frequenta i circoli<br />

di body-building. Così come la paziente<br />

anoressica si vede grassa, pur essendo<br />

magrissima, il bigoressico si vede<br />

sempre magro anche quando ha raggiunto<br />

un fisico muscoloso e atletico.<br />

L’ansia, l’insoddisfazione e la perdita di<br />

autostima per non riuscire a raggiungere<br />

la forma fisica desiderata rendono il bigoressico/a<br />

facile preda di pseudo-preparatori<br />

atletici e di venditori di integratori<br />

e anabolizzanti. Paradossalmente interessa<br />

anche le ragazze palestrate, più<br />

preoccupate di essere troppo deboli che<br />

di essere femminili.<br />

Tale situazione non è quella di un gymgoer<br />

proprio perché sconfina in una situazione<br />

gravemente pericolosa per la salute<br />

essendo questi soggetti disposti a tutto<br />

pur di incrementare la massa muscolare:<br />

si diventa talmente ossessionati dalla<br />

propria immagine corporea da arrivare<br />

a volersi trasformare completamente.<br />

Se la bigomania persiste aumentano le<br />

difficoltà nel lavoro e i rischi di insufficienza<br />

epatica e renale.<br />

Per quanto riguarda le cause, oggi sappiamo<br />

con certezza che esistono fattori psico-sociali,<br />

come la crisi <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong>la<br />

donna, il mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong> corpo femminile<br />

proposto, l’eccessiva magrezza come idea-<br />

le culturale condiviso, oppure la scultoreità<br />

<strong>del</strong> proprio corpo incidono sull’insorgenza<br />

di queste malattie.<br />

Da una ricerca europea è emerso infatti<br />

che esistono anche componenti<br />

genetiche nello<br />

sviluppo di queste malattie,<br />

soprattutto per<br />

quanto riguarda l’anoressia<br />

restrittiva. Queste ragazze<br />

scoprono di avere il potere<br />

di decidere di smettere di mangiare,<br />

un potere che le rende diverse<br />

dagli altri; i motivi possono<br />

essere differenti nelle varie<br />

epoche storiche: oggi è in crisi<br />

il mo<strong>del</strong>lo stesso di essere<br />

donne, nel medioevo si smetteva<br />

di mangiare per purificarsi, diventare<br />

sante, ed elevare la componente<br />

spirituale, nell’ottocento<br />

per lottare contro la famiglia.<br />

La stessa ricerca<br />

ha inoltre segnalato casi<br />

precocissimi di anoressia<br />

nervosa (prima<br />

infanzia e neonati); spesso<br />

si tratta di figli di madri anoressiche.<br />

La terapia dei pazienti affetti da questi<br />

disturbi è molto complessa e diverse sono<br />

le strade che è possibile percorrere; sen-<br />

BIGORESSIA<br />

COMUNICARE<br />

13<br />

z’altro bisogna progettare psicoterapie a<br />

lungo termine, poiché l’incidenza <strong>del</strong>le<br />

ricadute è alta.<br />

Per l’anoressia l’indicazione più idonea è<br />

la psicoanalisi individuale, perché per<br />

queste ragazze stare in gruppo rappresenta<br />

uno stress eccessivo, contrariamente<br />

per le ragazze bulimiche è più facile accettare<br />

l’idea di affrontare insieme i problemi,<br />

è quindi più indicata la psicoterapia<br />

di gruppo.<br />

I farmaci non sono accettati da questo tipo<br />

di pazienti, soprattutto dagli ortoressici.<br />

Per l’ortoressia, si tratta essenzialmente di<br />

un problema diagnostico; va infatti valutata<br />

la pervasività e la rigidità <strong>del</strong> comportamento<br />

alimentare e le caratteristiche<br />

di personalità quali la tendenza<br />

ossessiva, il controllo <strong>del</strong>le<br />

emozioni e degli affetti,<br />

la difficoltà dei rappori<br />

sociali; pertanto diventa<br />

importante la<br />

psicoterapia, meglio individuale<br />

che di gruppo, poiché questi<br />

soggetti tendono all’isolamento.<br />

Per coloro che sono affetti da bigoressia,<br />

importante è una corretta igiene alimentare<br />

per limitare il più possibile i<br />

danni fisici; per la psicoterapia è consigliabile<br />

una terapia di gruppo, preferibilmente<br />

ad orientamento psicodinamico<br />

in quanto non essendo focalizzata<br />

sul sintomo, aiuta il cambiamento<br />

ed il rafforzamento <strong>del</strong>la personalità<br />

<strong>del</strong> paziente.<br />

Data la natura tendenzialmente cronica<br />

e recidivante, conviene non limitarsi<br />

ad una semplice terapia<br />

sintomatica ma prospettare subito una<br />

terapia psicologica che si proponga di accompagnare<br />

i pazienti nel corso <strong>del</strong>la loro<br />

esperienza fino a quando non ce n’è<br />

più bisogno.<br />

I tratti <strong>del</strong> bigoressico sono:<br />

- preoccupazione eccessiva <strong>del</strong>l’idea che il suo corpo sia magro e non muscoloso<br />

- controllo più volte al giorno <strong>del</strong> proprio peso e <strong>del</strong>l’immagine corporea<br />

- convinzione che una dieta iperproteica possa migliorare la massa muscolare<br />

- necessità di evitare situazioni dove il corpo potrebbe essere esposto<br />

- difficoltà a gestire situazioni ricreazionali o di lavoro<br />

- intensa attività fisica


Anche quest’anno il Servizio Orientamento<br />

Pre-universitario ha illustrato<br />

tutte le opportunità che la Facoltà<br />

è in grado di offrire ai giovani che<br />

si accingono ad affrontare gli studi<br />

universitari<br />

La partecipazione alla 27a edizione<br />

<strong>del</strong> Salone <strong>del</strong>lo Studente<br />

e <strong>del</strong> Lavoro Giovani - Campus<br />

Orienta (Fiera di Roma 13-15 ottobre<br />

2003), ha rappresentato per la nostra<br />

<strong>Università</strong> un’occasione per fornire al<br />

territorio la propria offerta formativa e<br />

le diverse iniziative che il Servizio<br />

DIDATTICA<br />

Presenti<br />

sul territorio<br />

Orientamento Pre-universitario offre<br />

durante tutto l’arco <strong>del</strong>l’anno, come i<br />

colloqui individuali (studenti e genitori),<br />

i mini stage, gli incontri di orientamento<br />

presso la Facoltà e nelle scuole<br />

medie superiori oltre ad una densa attività<br />

informativa esplicata attraverso<br />

molteplici strumenti.<br />

Oggi, il concetto di orientamento chiama<br />

in causa in modo responsabile non<br />

solo la scuola o la famiglia ma anche le<br />

realtà formative, produttive, culturali e<br />

sociali che incidono, sempre più, sullo<br />

sviluppo e sulla crescita di ciascun cittadino<br />

nei suoi contesti vitali.<br />

COMUNICARE<br />

14<br />

La complessità <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> lavoro,<br />

la moltiplicazione e la frammentazione<br />

dei percorsi formativi e i cambiamenti<br />

introdotti dalle recenti riforme nel campo<br />

universitario rendono le attività di<br />

orientamento un nodo sempre più strategico<br />

affinché i percorsi formativi individuali<br />

da un lato, ed il sistema <strong>del</strong>la<br />

formazione dall’altro, raggiungano<br />

pienamente i propri obiettivi.<br />

A tale proposito, Padre Agostino Gemelli,<br />

già nel 1958, ebbe l’intuizione di<br />

un orientamento trasversale e integrato<br />

poiché esso agisce sull’intero sistema<br />

ed in particolare sul rapporto tra<br />

scuola, formazione, università e lavoro.<br />

Quindi un processo che non si esaurisce<br />

una volta per tutte ma, a causa <strong>del</strong>la<br />

complessità di un mercato in continua<br />

evoluzione e trasformazione, che<br />

richiede alle persone di adattarsi a ruoli<br />

lavorativi che si modificano rapidamente.<br />

Per tutto ciò, l’orientamento assume, attualmente,<br />

una eccezione molto simile<br />

a quella sopra esposta tant’è che la Direttiva<br />

Ministeriale n. 487 <strong>del</strong> 6 agosto<br />

1997 ne precisa molto bene il senso:<br />

“L’orientamento è inteso come azione formativa<br />

mirante a mettere in grado i giovani<br />

di orientarsi in una società complessa,<br />

di decidere il proprio futuro (Progetto<br />

esistenziale) e di partecipare attivamente<br />

negli ambienti scelti. Spetta alle<br />

singole strutture educative/formative<br />

definire in modo preciso queste capacità.<br />

In ogni caso l’orientamento diventa una<br />

componente strutturale dei processi educativi<br />

e non una attività laterale mirata,<br />

spesso, a risolvere situazioni patologiche.<br />

Per questo occorre introdurre profonde<br />

modificazioni nella didattica disciplinare”.<br />

(A cura dei Servizi Didattici ed<br />

Accademici)


Due giornate dedicate alle giovani leve<br />

<strong>del</strong>la Facoltà per aiutarle sin dall’inizio<br />

ad affrontare con sufficiente<br />

conoscenza e serenità la loro nuova<br />

realtà universitaria<br />

Il 13 ottobre 2003 sono iniziate le lezioni<br />

<strong>del</strong>l’a.a. 2003-2004 per i corsi<br />

di laurea attivati nella Facoltà di Medicina<br />

e Chirurgia “A. Gemelli”.<br />

Come già avvenuto negli anni scorsi, nelle<br />

giornate <strong>del</strong> 13 e 14 ottobre tutte le<br />

matricole <strong>del</strong>la Facoltà hanno avuto<br />

un’accoglienza nella Sede per una introduzione<br />

“morbida” in un contesto orga-<br />

nizzativo e culturale profondamente diverso<br />

rispetto alle Scuole Medie Superiori<br />

concluse qualche mese prima.<br />

Nella prima giornata sono state illustrate<br />

la storia e le finalità <strong>del</strong>l’Ateneo, in<br />

particolare <strong>del</strong>la Facoltà di Medicina e<br />

Chirurgia, alla presenza <strong>del</strong>le autorità accademiche<br />

ed amministrative. È stato dato<br />

uno specifico risalto al come e perché<br />

studiare nel campo medico-sanitario non-<br />

DIDATTICA<br />

Benvenute<br />

matricole<br />

ché economico e gestionale, vista l’attivazione<br />

<strong>del</strong> corso di laurea interfacoltà<br />

(Medicina e Chirurgia ed Economia) in<br />

Gestione ed Organizzazione <strong>del</strong>le aziende<br />

e dei servizi sanitari.<br />

I Presidi <strong>del</strong>la Facoltà di Medicina e Chirurgia<br />

e di Economia, i Presidenti dei<br />

Consigli dei corsi di laurea specialistica<br />

in Medicina ed Odontoiatria, il Coordinatore<br />

<strong>del</strong>le lauree triennali, hanno esposto<br />

per le parti di loro competenza i contenuti<br />

e gli obiettivi dei singoli corsi.<br />

È intervenuto anche l’onorevole Giorgio<br />

Simeoni, Assessore alla Scuola, Formazione<br />

e Lavoro <strong>del</strong>la Regione Lazio, che<br />

ha sottolineato lo specifico interesse <strong>del</strong>l’Ente<br />

Regione alla peculiare formazione<br />

che caratterizza la nostra Facoltà nel<br />

panorama <strong>del</strong>l’istruzione universitaria romana<br />

auspicando una sempre maggiore<br />

connessione tra le politiche <strong>del</strong>la formazione<br />

regionale e gli impegni <strong>del</strong>la nostra<br />

Facoltà.<br />

Infine il dott. Riccardo Fatarella, <strong>del</strong>la<br />

Confindustria, ha esplicitato i rapporti<br />

COMUNICARE<br />

15<br />

tra il mondo <strong>del</strong> lavoro e la formazione<br />

professionalizzante dei corsi di laurea<br />

<strong>del</strong>la Facoltà di Medicina e Chirurgia, in<br />

sede e sul territorio nazionale, rilevando<br />

come sia sempre più importante il raccordo<br />

tra la formazione universitaria al<br />

“sapere e saper fare” e le esigenze <strong>del</strong>le<br />

organizzazioni produttive.<br />

Nella seconda giornata sono state illustrate<br />

alle matricole ed ai familiari presenti<br />

i vari servizi di supporto alla didattica, le<br />

attività culturali e sportive nonché le mol-<br />

Il cordiale saluto <strong>del</strong> Preside alle<br />

nuove matricole.<br />

teplici proposte di vita comunitaria poiché<br />

l’obiettivo <strong>del</strong>la Facoltà di Medicina<br />

e Chirurgia e <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> in generale è certo quello di<br />

formare professionisti ben preparati ma anche<br />

personalità psicologicamente e culturalmente<br />

pronte per vivere con pienezza<br />

nel tessuto umano e sociale.<br />

(A cura dei Servizi Didattici ed<br />

Accademici)


ospedaliera è l’area<br />

in cui è massima la vi-<br />

“L’assistenza<br />

sibilità <strong>del</strong>lo scontro tra gli<br />

esiti <strong>del</strong>la ricerca scientifico-tecnologica<br />

e l’attenzione al contenimento <strong>del</strong>la<br />

spesa. Una spesa che, in Italia, incide<br />

<strong>del</strong> 47% sul totale di quella sanitaria. I<br />

modi e le forme con cui è organizzata la<br />

ricerca scientifica, gli esiti <strong>del</strong>la medicina<br />

moderna, i trend di popolazione e la<br />

pressione per il contenimento <strong>del</strong>la spesa<br />

producono una ridefinizione <strong>del</strong> ruolo<br />

e <strong>del</strong>la configurazione <strong>del</strong>l’ospedale”.<br />

Questa l’analisi fornita da Antonio Cicchetti,<br />

direttore generale <strong>del</strong> Policlinico<br />

A. Gemelli di Roma e Presidente <strong>del</strong><br />

IV CONFERENZA EUROPEA SULL’OSPEDALE<br />

Dai centri di eccellenza<br />

alle reti<br />

Poiché i sistemi sanitari saranno sempre<br />

più chiamati a valutare attentamente<br />

i loro processi di allocazione<br />

<strong>del</strong>le risorse, queste dovranno essere<br />

veicolate sui grandi progetti di eccellenza.<br />

In ospedale farà la differenza<br />

saper valutare le tecnologie e l’eccellenza<br />

scientifica con gli strumenti<br />

di health technology assessment, nonché<br />

il fitto interscambio tra le competenze<br />

scientifiche e cliniche e le<br />

competenze manageriali<br />

Corrado De Rossi Re<br />

Cneto, Centro nazionale edilizia e tecnica<br />

ospedaliera, nella sua relazione introduttiva<br />

alla IV Conferenza europea<br />

sull’Ospedale apertasi il 20 novembre<br />

scorso a Roma in concomitanza con l’-<br />

VIII Conferenza di Sanità pubblica e<br />

l’11° Meeting <strong>del</strong>la EUPHA (European<br />

Public Health Association). Per quasi<br />

una settimana, dunque, la nostra <strong>Università</strong><br />

e il Policlinico sono stati un po’<br />

“l’Ombelico <strong>del</strong> mondo” <strong>del</strong>la sanità<br />

pubblica italiana ed europea con circa<br />

3000 partecipanti che, complessivamente,<br />

hanno ruotato nell’ambito <strong>del</strong>le<br />

tre manifestazioni. Una felice coincidenza,<br />

quella <strong>del</strong>la IV Conferenza europea<br />

sull’ospedale, che si è inserita con<br />

estrema efficacia nel più generale contesto<br />

di discussione sulle emergenze di<br />

sanità pubblica e, più specificatamente,<br />

sul ruolo e sul rapporto tra ospedale e<br />

territorio.<br />

È innegabile, infatti, che l’ospedale così<br />

come eravamo abituati a concepirlo è in<br />

rapido cambiamento. Un vera e propria<br />

trasformazione <strong>del</strong>l’identità e <strong>del</strong>la mission<br />

che, nei concetti di “eccellenza” e<br />

“rete” identifica i paradigmi per un nuovo<br />

e sostenibile sviluppo. “L’ospedale diviene<br />

sempre più la sede di tecnologie<br />

complesse ed emergono strutture focalizzate<br />

su specifiche patologie, legate in<br />

COMUNICARE<br />

16<br />

Il prof. Lorenzo Ornaghi, Rettore<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>, inaugura la<br />

IV Conferenza Europea sull’ospedale.<br />

grandi reti ospedaliere che progressivamente<br />

si configurano come una rete di<br />

‘centri di eccellenza’ regionali, nazionali<br />

e internazionali” ha sottolineato Antonio<br />

Cicchetti aprendo i lavori <strong>del</strong>la Conferenza<br />

nella suggestiva cornice <strong>del</strong> nuovo<br />

Auditorium di Roma progettato da<br />

Renzo Piano. “Si tratta” ha aggiunto “di<br />

tendenze già operanti per condizioni di<br />

fatto ma che è necessario guidare, per<br />

accelerare il processo e razionalizzarlo”.<br />

Nel mondo industrializzato, indipendentemente<br />

dal tipo di sistema sanitario<br />

operante, la sfida è fornire risposte a tre<br />

quesiti fondamentali: come soddisfare<br />

bisogni in costante progressivo aumento<br />

a fronte di risorse inadeguate, come<br />

raggiungere la massima efficienza gestionale<br />

e come garantire ai pazienti cure<br />

appropriate e qualità di servizi.<br />

“Mai come oggi” ha osservato quindi Antonio<br />

Tomassini, Presidente <strong>del</strong>la commissione<br />

Igiene e Sanità <strong>del</strong> Senato “si<br />

pone il problema di quale mo<strong>del</strong>lo di welfare<br />

adottare. Il principio guida deve essere<br />

senz’altro di carattere etico ma senza<br />

tralasciare le peculiari esigenze dei singoli<br />

Paesi. Un quarto <strong>del</strong> mondo” ha sot-


tolineato ancora Tomassini “ha il problema<br />

di come raggiungere la “vita eterna”<br />

o la “perenne giovinezza”, i tre quarti rimanenti<br />

hanno invece problemi di sopravvivenza.<br />

Un quadro su cui riflettere”.<br />

Per quanto riguarda l’Italia, secondo Tomassini,<br />

l’imperativo è la ricerca di equilibrio<br />

tra ospedale e territorio. Un’asserzione<br />

che si colloca però, come egli<br />

stesso ha osservato, in una transizione organizzativa<br />

che dura ormai da 25 anni.<br />

Le forze economiche e quelle <strong>del</strong>l’evoluzione<br />

tecnologica, sottolinea Cicchetti<br />

“stanno scardinando il vecchio mo<strong>del</strong>lo<br />

in cui ogni ospedale era pronto ad offrire<br />

“di tutto e di più”. Solo strutture focalizzate<br />

possono avere quei volumi ampi<br />

di casistica che oggi sono richiesti per<br />

garantire efficacia e outcomes ottimali”.<br />

Ecco allora le caratteristiche <strong>del</strong> centro<br />

di eccellenza tracciate dal Direttore <strong>del</strong>la<br />

sede romana <strong>del</strong>l’Ateneo cattolico: assistenza<br />

ospedaliera focalizzata nella fase<br />

acuta <strong>del</strong>la malattia, con conseguente<br />

riduzione dei tempi di permanenza nelle<br />

strutture, ma maggiore assorbimento<br />

di risorse; risorse e competenze concentrate<br />

in strutture organizzative sempre<br />

più complesse, sovraregionali, a elevata<br />

tecnologia, per affrontare le fasi più critiche<br />

<strong>del</strong> continuum malattia-salute: gestione<br />

efficace <strong>del</strong>le fasi più acute e critiche<br />

di specifiche patologie, per sfruttare<br />

al meglio le competenze professionali<br />

e la concentrazione di tecnologie; elevata<br />

produzione scientifica e di formazione<br />

collegata alla patologia trattata.<br />

Poiché i sistemi sanitari saranno sempre<br />

più chiamati a valutare attentamente i loro<br />

processi di allocazione <strong>del</strong>le risorse,<br />

sempre più queste dovranno essere veicolate<br />

sui grandi progetti di eccellenza.<br />

In ospedale farà la differenza saper valutare<br />

le tecnologie e l’eccellenza scientifica<br />

con gli strumenti di health technology<br />

assessment, nonché il fitto interscambio<br />

tra le competenze scientifiche<br />

e cliniche e le competenze manageriali.<br />

“Difficile fare previsioni certe –ha concluso<br />

il Cicchetti- ma nel futuro <strong>del</strong>l’assistenza<br />

sanitaria e di quella ospedaliera,<br />

in particolare, una cosa è certa: saranno<br />

le conoscenze scientifiche e il<br />

know-how manageriale a fare la differenza”.<br />

Incisivo ed estremamente chiaro anche<br />

il messaggio <strong>del</strong> Rettore <strong>del</strong>la <strong>Cattolica</strong><br />

prof. Lorenzo Ornaghi il quale, dopo aver<br />

sottolineato la felice coincidenza che ha<br />

visto la <strong>Cattolica</strong> al centro <strong>del</strong>la sanità<br />

europea, ha sottolineato la necessità di<br />

rispondere con estrema efficacia alla domanda<br />

di salute dei cittadini. “Le risorse<br />

sono poche” ha osservato il Rettore<br />

“ma proprio per questo, oggi più che<br />

mai, il mondo <strong>del</strong>la sanità deve far propri<br />

gli imperativi etici di efficienza ed<br />

equità sociale. In questo” ha quindi sottolineato<br />

“un ruolo importante lo gioca<br />

anche la ricerca e, di conseguenza, l’università<br />

e il mondo <strong>del</strong>la formazione in<br />

Il dott. Cicchetti durante il suo intervento.<br />

genere. Insomma” ha concluso “ci attende<br />

una grande sfida di intelligenza”.<br />

Sulla stessa linea la riflessione <strong>del</strong> Preside<br />

prof. Pasquale Marano secondo cui<br />

“a fronte di una medicina che cambia<br />

nonché <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong> medico che cambia,<br />

dobbiamo pensare ed attuare nuovi<br />

mo<strong>del</strong>li formativi”.<br />

ALLA CONFERENZA ORGANIZZATA<br />

DAL CNETO LE RIFLESSIONI<br />

DEL MINISTRO SIRCHIA<br />

Anche il Ministro <strong>del</strong>la Salute Girolamo<br />

Sirchia, pur occupato da impegni istituzionali,<br />

non ha voluto far mancare le<br />

COMUNICARE<br />

17<br />

proprie osservazioni e ha inviato al Presidente<br />

<strong>del</strong> CNETO un lungo messaggio<br />

che è stato letto in sala all’apertura dei<br />

lavori.<br />

“Il compito fondamentale di ogni servizio<br />

sanitario” scrive Sirchia “è quello di<br />

tutelare e promuovere la salute di tutti i<br />

cittadini. Nessun sistema sanitario, però,<br />

per quanto tecnicamente avanzato,<br />

può soddisfare appieno la propria missione<br />

se non è in grado di comprendere<br />

, soddisfacendoli, i bisogni di un mondo<br />

che cambia. Il nostro Paese è cambiato,<br />

la nostra rete ospedaliera è disegnata<br />

sulla popolazione di cinquant’anni<br />

fa, quando era prevalentemente affetta<br />

da malattie acute mentre oggi, con<br />

l’invecchiamento <strong>del</strong>la popolazione e il<br />

conseguente aumento <strong>del</strong>le malattie cronico-degenerative<br />

legate all’età, i bisogni<br />

di assistenza sono profondamente cambiati.<br />

Di fronte a questo nuovo scenario<br />

un Paese avanzato come l’Italia, alla stregua<br />

degli altri Paesi europei, deve ripensare<br />

la sua rete ospedaliera. Come<br />

indicato nel Piano Sanitario Nazionale<br />

2003-2005, occorre promuovere la realizzazione<br />

di Centri di Eccellenza avanzatissimi,<br />

dotati <strong>del</strong>le più moderne tecnologie,<br />

collegati in rete, in grado di fornire<br />

i più innovativi trattamenti diagnostici<br />

e terapeutici. La riunione dei Centri<br />

in rete è fondamentale perché consente,<br />

attraverso collegamenti informatici,<br />

di trasmettere e confrontare non solo<br />

esperienza e conoscenza ma anche<br />

dati ed immagini e quindi di effettuare<br />

consulti al di là <strong>del</strong>le barriere geografiche.<br />

Tutto ciò acquista ancora maggiore<br />

importanza considerando che lo sviluppo<br />

<strong>del</strong>l’alta tecnologia continua a crescere<br />

proponendo strumentazioni sofisticate<br />

e referti sofisticati: pensiamo alla<br />

bioimmagine o alla Tac spirale, che solo<br />

alcuni specialisti sono in grado di leggere.<br />

L’eccellenza è un obiettivo prioritario<br />

per la sanità italiana, perché solo<br />

offrendo agli utenti prestazioni di alta<br />

qualità si può essere competitivi in Europa<br />

e nel resto <strong>del</strong> mondo.<br />

Purtroppo molti dei nostri Ospedali e<br />

<strong>del</strong>le nostre attrezzature sono obsolete.<br />

Un’indagine <strong>del</strong> Ministero condotta sui<br />

servizi di diagnostica per immagini nelle<br />

strutture di ricovero e cura pubbliche<br />

e private accreditate ha evidenziato<br />

un’obsolescenza generalizzata, in parti-


colare per il parco macchine <strong>del</strong>la radiologia<br />

generale e <strong>del</strong>la medicina nucleare.<br />

È una situazione che va risolta.<br />

Occorre investire nell’edilizia ospedaliera<br />

e nella tecnologia avanzata. A tal fine<br />

il Ministero negli ultimi due anni, attraverso<br />

la stipula di Accordi di programma<br />

con le Regioni, (tema sul quale<br />

si è a lungo soffermato il dott. Filippo<br />

Palumbo, Direttore generale <strong>del</strong> Dipartimento<br />

per la programmazione <strong>del</strong><br />

Ministero – ndr) ha impresso una forte<br />

accelerazione per attuare il programma<br />

straordinario di investimenti in edilizia<br />

e tecnologia sanitaria avviato con l’art.<br />

20 <strong>del</strong>la Legge 67/1988.<br />

Assicurare ai cittadini la migliore assistenza<br />

significa anche porre gli operatori<br />

sanitari nelle condizioni migliori per<br />

poter lavorare bene. I medici sono il fulcro<br />

<strong>del</strong>la sanità. Occorre permetter loro<br />

di tornare a contare nelle scelte operate<br />

nelle strutture sanitarie di appartenenza<br />

e motivarli nuovamente attraverso<br />

il riconoscimento <strong>del</strong>la loro professionalità.<br />

Con questa finalità è allo studio<br />

un disegno di legge che punti alla centralità<br />

<strong>del</strong> medico nel sistema sanitario.<br />

La volontà <strong>del</strong> Governo è sempre stata<br />

quella di migliorare, in termini di efficacia<br />

e qualità il Servizio Sanitario Nazionale,<br />

pubblico, solidale e universale,<br />

riaffermandone il ruolo centrale per la<br />

salute dei cittadini.<br />

È quindi rinnovando il mio impegno e<br />

quello <strong>del</strong> Governo nel perseguire l’eccellenza<br />

in sanità per tutti i cittadini, che<br />

La prego di porgere il mio saluto alle<br />

autorità presenti e a tutti i partecipanti<br />

con i migliori auguri di buon lavoro”.<br />

SANITÀ PUBBLICA E PRIVATA<br />

A CONFRONTO NELLA TAVOLA<br />

ROTONDA CONCLUSIVA<br />

Equiparazione tra erogatori sanitari pubblici<br />

e privati in un sistema sanitario solidarista.<br />

Solidarietà e sussidiarietà come<br />

principi ispiratori <strong>del</strong>le trasformazioni<br />

nella sanità per il perseguimento<br />

<strong>del</strong> bene comune. L’istituzione di un tavolo<br />

di confronto <strong>del</strong>le istituzioni sanitarie<br />

cattoliche e <strong>del</strong>le realtà ecclesiali per<br />

creare sinergie in dialogo con le istituzioni<br />

pubbliche locali e nazionali. Sono<br />

queste, in sintesi, alcune <strong>del</strong>le proposte<br />

emerse dalla tavola rotonda “Ospedalità:<br />

servizio pubblico e privato; profit e<br />

non profit, realtà a confronto” che ha<br />

concluso la IV Conferenza Europea <strong>del</strong>l’Ospedale.<br />

“Il progresso scientifico e tecnologico<br />

<strong>del</strong>la medicina, l’esigenza di fornire prestazioni<br />

sanitarie di alta qualità e di contenere<br />

i costi, le trasformazioni organizzative<br />

in senso aziendale - fattori che incidono<br />

sull’evoluzione <strong>del</strong>la sanità e dei<br />

servizi ospedalieri in Italia e in Europa<br />

-, vanno collocati nel contesto <strong>del</strong>la solidarietà<br />

e <strong>del</strong>la sussidiarietà, due principi<br />

<strong>del</strong>la dottrina sociale <strong>del</strong>la Chiesa (e<br />

<strong>del</strong>la sanità non profit di ispirazione cattolica)<br />

presenti anche nell’ordinamento<br />

legislativo <strong>del</strong> Paese, cui devono fare da<br />

riferimento le trasformazioni nella sanità”.<br />

Questa la preoccupazione espressa<br />

da Mons. Giuseppe Merisi, membro <strong>del</strong>la<br />

Commissione Episcopale per il Servizio<br />

<strong>del</strong>la Salute <strong>del</strong>la CEI che ha concluso<br />

affermando come la sussidiarietà<br />

e la solidarietà siano i principi per tendere<br />

al bene comune e all’umanizzazione<br />

nella sanità: nell’ospedalità, nella cura<br />

e nella riabilitazione”.<br />

“Due sono oggi le tendenze convergenti<br />

in atto nei paesi <strong>del</strong>l’Unione Europea<br />

come è stato confermato in queste giornate<br />

di confronto tra decisori, tecnici e<br />

docenti: la tendenza all’omogeneizzazione<br />

dei sistemi di finanziamento <strong>del</strong>la<br />

sanità verso un sistema di rimunerazione<br />

a prestazione, come quello dei<br />

DRG è data dalla progressiva caduta <strong>del</strong>le<br />

barriere tra erogatori pubblici ed erogatori<br />

privati dei servizi sanitari e ospedalieri<br />

senza mai mettere in discussione<br />

il fondamento solidarista <strong>del</strong> nostro sistema<br />

sanitario. Il cittadino che si rivolge<br />

alla struttura ospedaliera cerca la qualità<br />

senza fare distinzioni tra pubblico e<br />

privato”, ha considerato dal canto suo il<br />

Direttore <strong>del</strong> Policlinico Antonio Cicchetti.<br />

“Nel Lazio, dove esiste una realtà articolata<br />

di strutture sanitarie e dove esistono<br />

eccellenti centri ospedalieri e servizi<br />

sanitari non profit, abbiamo programmato<br />

nel Piano Sanitario Regionale<br />

un’azione che sta portando a un equilibrio<br />

tra sanità pubblica e sanità privata<br />

abbattendo progressivamente gli steccati<br />

tra gli erogatori” ha detto quindi<br />

Marco Verzaschi, Assessore alle Politiche<br />

sanitarie <strong>del</strong>la Regione Lazio. A tal<br />

proposito va detto che entro fine anno<br />

COMUNICARE<br />

18<br />

attueremo il regolamento per la definizione<br />

dei criteri di accreditamento <strong>del</strong>le<br />

strutture sia ospedaliere sia socio sanitarie,<br />

che sarà un passo importante per<br />

dare certezza di programmazione anche<br />

alle strutture private, profit e non profit<br />

che hanno bisogno di certezze finanziarie<br />

per poter bene operare”.<br />

“In Italia, fare profitto lavorando nel<br />

campo <strong>del</strong>la sanità è scandaloso” ha sottolineato<br />

nel corso <strong>del</strong>la tavola rotonda<br />

Emmanuel Miraglia, presidente <strong>del</strong>l’Associazione<br />

Italiana di Ospedalità Privata<br />

(AIOP) “ma per noi fare profitto vuol<br />

dire gestire con efficienza le strutture<br />

ospedaliere, offrendo servizi di qualità e<br />

rientrando nei limiti imposti dal bilancio.<br />

Se c’è profitto, in tal senso, vuol dire<br />

che c’è anche qualità”. Un concetto,<br />

questo, che l’AIOP ha ben evidenziato<br />

nel Primo rapporto sull’ospedalità privata<br />

dimostrando che ormai la discriminante<br />

tra gli erogatori pubblici e privati non<br />

è più lo status ma, appunto, la qualità dei<br />

servizi offerti. “Negli anni ottanta” ha<br />

ricordato ancora Miraglia “con il concetto<br />

di convenzione, il settore privato veniva<br />

tollerato fintanto che serviva a colmare<br />

le lacune <strong>del</strong> servizio sanitario pubblico.<br />

Oggi, con il concetto di accreditamento,<br />

siamo passati ad una reale integrazione<br />

tra pubblico e privato, integrazione<br />

che però è stata attuata finora solo<br />

in alcune Regioni”.<br />

“Il settore ospedaliero non profit è collocato<br />

a metà strada tra il pubblico e il<br />

privato. Condivide le finalità <strong>del</strong> pubblico,<br />

cioè soddisfare i bisogni <strong>del</strong> cittadino<br />

senza ottenere profitti economici, i<br />

costi <strong>del</strong> pubblico e il trattamento riservato<br />

al settore privato per quanto riguarda<br />

i finanziamenti e gli aspetti fiscali”<br />

ha sottolineato dal canto suo Violenzio<br />

Ziantoni, segretario generale <strong>del</strong>l’Associazione<br />

Religiosa Istituzioni Sociosanitarie<br />

(ARIS) che ha appena festeggiato<br />

i quarant’anni di attività. “Stiamo<br />

vivendo un periodo difficile: l’integrazione<br />

tra pubblico e privato no profit,<br />

sancita ulteriormente dalla legge finanziaria<br />

<strong>del</strong> 2002, non è stata ancora attuata<br />

in molte Regioni. È necessario<br />

quindi un tavolo di confronto tra gli operatori<br />

<strong>del</strong>la sanità no profit e le autorità<br />

nazionali e regionali perché questo<br />

processo venga gestito in modo uniforme<br />

a livello nazionale”.


Dal 19 al 22 novembre presso il Centro<br />

Congressi Europa <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> si sono svolte<br />

tre conferenze afferenti all’area<br />

<strong>del</strong>la Sanità Pubblica<br />

Antonella Perrella<br />

Il 19 novembre si è aperta l’VIII Conferenza<br />

nazionale di Sanità Pubblica<br />

promossa dalla Società Italiana<br />

di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità<br />

Pubblica (S.I.T.I.), in cui le principali tematiche<br />

hanno riguardato: vaccinazioni,<br />

SANITÀ PUBBLICA<br />

Sanità Pubblica<br />

e organizzazione<br />

<strong>del</strong>l’ospedale<br />

malattie ed epidemiologie emergenti, determinanti<br />

<strong>del</strong>la salute, misurazione di<br />

efficacia e qualità degli interventi, organizzazione<br />

dei servizi e prevenzione.<br />

Il 20 novembre è iniziata presso l’Auditorium,<br />

Parco <strong>del</strong>la Musica la IV Conferenza<br />

Europea sull’Ospedale promossa<br />

dal CNETO, occasione di confronto tra<br />

gli operatori per definire proposte sul<br />

piano operativo, di differenti mo<strong>del</strong>li organizzativi<br />

e funzionali <strong>del</strong>le strutture<br />

sanitarie che tengano in debito conto l’emergere<br />

di nuove professionalità sanitarie,<br />

il crescente ruolo <strong>del</strong>la tecnologia in<br />

medicina, le potenzialità <strong>del</strong>l’informati-<br />

Il prof. Pasquale Marano, dopo il saluto ai presenti, apre i lavori <strong>del</strong>la Conferenza.<br />

COMUNICARE<br />

19<br />

ca diffusa nell’ospedale e, infine, modi<br />

e forme di confronto tra ospedalità pubblica<br />

e privata (vedi servizio a parte su<br />

questa rivista).<br />

Sempre il 20 novembre si è aperta la<br />

11th Annual Conference of the European<br />

Public Health Association (EU-<br />

PHA), assise europea organizzata per individuare<br />

i metodi per fornire una risposta<br />

efficace alle sfide costituite da globalizzazione<br />

e cooperazione internazionale<br />

da articolarsi attraverso possibili<br />

azioni concertate europee. Scienziati, decisori,<br />

rappresentanti dei gruppi sociali<br />

e <strong>del</strong>l’industria si sono confrontati per ac-


celerare i modi e i tempi di traduzione<br />

dei progressi <strong>del</strong>la ricerca scientifica in<br />

strategie e interventi di sanità pubblica.<br />

“La sanità sarà centrale nella Convenzione<br />

europea - spiega il prof. Gualtiero<br />

Ricciardi, chairman <strong>del</strong>l’EUPHA e direttore<br />

<strong>del</strong>l’Istituto di Igiene <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong> di Roma -: dopo la riunione<br />

dei ministri <strong>del</strong>la sanità europea<br />

svoltasi lo scorso settembre a Milano,<br />

questa quattro giorni romana costituisce<br />

il momento <strong>del</strong> confronto tecnico tra<br />

operatori sanitari e ricercatori europei per<br />

far fronte alle minacce comuni: le malattie<br />

infettive che travalicano i confini,<br />

i grandi determinanti di malattie noti come<br />

big killer (patologie cardiovascolari<br />

e neoplasie) e in generale tutto quanto<br />

ha un impatto sulla salute in un contesto<br />

come quello attuale, marcato dalla globalizzazione”.<br />

Nell’ambito <strong>del</strong>l’XI Conferenza EUPHA<br />

particolare attenzione è stata dedicata<br />

dal prof. Gualtiero Ricciardi all’appello<br />

ai Governi Europei affinché considerino<br />

prioritario contrastare le forze globali<br />

che minacciano la salute <strong>del</strong> genere<br />

umano, investendo in quei beni pubblici<br />

che ci consentiranno di offrire una<br />

risposta adeguata contro i big killer e<br />

più in generale contro le minacce alla salute<br />

che investono i cittadini europei.<br />

Al congresso EUPHA i ricercatori e gli<br />

scienziati si sono incontrati per definire<br />

contenuti e attuazioni <strong>del</strong>le politiche di<br />

sanità pubblica decise lo scorso settembre<br />

dalla conferenza dei ministri <strong>del</strong>la sanità<br />

UE: il documento presentato riassume<br />

i risultati dei lavori e le raccomandazioni<br />

per l’Europa di oggi e di domani,<br />

pronta ad accogliere nel 2004 dieci<br />

nuovi paesi in attesa di far parte <strong>del</strong>l’Unione.<br />

“Dopo la riunione dei ministri <strong>del</strong>la sanità<br />

europea svoltasi lo scorso settembre<br />

a Milano, - spiega il prof. Gualtiero Ricciardi,<br />

- questo congresso costituisce il<br />

momento <strong>del</strong> confronto tecnico tra operatori<br />

sanitari e ricercatori europei per<br />

far fronte alle minacce comuni: le malattie<br />

infettive che travalicano i confini,<br />

i grandi determinanti di malattie noti come<br />

big killer (patologie cardiovascolari<br />

e neoplasie) e in generale tutto quanto<br />

ha un impatto sulla salute in un contesto<br />

come quello attuale, marcato dalla globalizzazione”.<br />

Di significativo interesse, nelle numerose<br />

trattazioni susseguitesi nell’VIII Conferenza<br />

di Sanità Pubblica, è risultata la<br />

sessione relativa alla prevenzione <strong>del</strong>le<br />

malattie infettive e vaccinazioni. Afferma<br />

la Prof.ssa Ruggenini <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

di Torino:<br />

“Ci aspettiamo che tra non molto, in Italia,<br />

l’obbligo <strong>del</strong>le vaccinazioni in età pediatrica<br />

venga rimosso. Ma<br />

dobbiamo fare il possibile<br />

perché la percezione <strong>del</strong>l’importanza<br />

di questo<br />

strumento preventivo non<br />

venga meno”.<br />

Medici e ricercatori provenienti<br />

da tutto il Paese<br />

hanno parlato anche di sicurezza,<br />

in campo alimentare,<br />

ambientale e lavorativo.<br />

La prospettiva<br />

<strong>del</strong>l’abolizione <strong>del</strong>l’obbligo<br />

vaccinale in Italia rappresenta<br />

una sfida per la<br />

sanità pubblica che ora,<br />

più che in passato, dovrà<br />

svolgere un’opera di sensibilizzazione<br />

<strong>del</strong>la popolazione<br />

sull’importanza<br />

<strong>del</strong>la prevenzione <strong>del</strong>le<br />

Il prof. Gualtiero<br />

Ricciardi.<br />

COMUNICARE<br />

20<br />

Un momento dei lavori<br />

<strong>del</strong> convegno.<br />

malattie infettive. “Spetterà soprattutto<br />

ai medici di famiglia e ai pediatri il compito<br />

di illustrare ai genitori l’utilità di<br />

vaccinare i propri figli, sia per la salute<br />

dei bambini, sia per la salvaguardia <strong>del</strong>l’intera<br />

popolazione”, spiega Angela Moiraghi.<br />

“Guai se la copertura vaccinale<br />

nel nostro Paese dovesse diminuire: si ripresenterebbero<br />

immediatamente malattie<br />

che da tempo abbiamo sradicato dal<br />

territorio Italiano. Abbiamo visto catastrofici<br />

esempi di questo fenomeno nei<br />

Paesi <strong>del</strong>l’ex-Unione Sovietica”. Non solo<br />

i pediatri, ma tutto il Servizio Sanitario<br />

Nazionale dovrà organizzarsi per offrire<br />

con maggiore efficacia lo strumento<br />

dei vaccini. “Gli ambulatori sul territorio<br />

dovranno fissare gli appuntamenti<br />

per le vaccinazioni in orari più compatibili<br />

con quelli dei genitori che lavorano”,<br />

continua la professoressa Moiraghi.<br />

L’intero bilancio <strong>del</strong>le tre Conferenze<br />

ha fatto registrare un esito altamente<br />

positivo sia per la partecipazione da parte<br />

di italiani e stranieri sia per l’alto valore<br />

scientifico <strong>del</strong>le presentazioni <strong>del</strong>le<br />

numerose sessioni parallele e workshop<br />

distribuite in più di 20 siti nel campus<br />

<strong>del</strong>la Sede di Roma <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong>.


Un avvenimento a livello mondiale<br />

al Policlinico Gemelli: la separazione<br />

di due gemelline siamesi di quattro<br />

mesi ad opera <strong>del</strong> neurochirurgo<br />

Concezio Di Rocco coadiuvato<br />

da una équipe interdisciplinare di<br />

oltre venti medici<br />

Marilina Pogutz Scrascia<br />

Potrebbe sembrare il racconto di<br />

una fiaba, un bella fiaba con lieto<br />

fine quella <strong>del</strong>le gemelline<br />

greche nate a giugno nell’antica Salonicco<br />

ma con una grave malformazione:<br />

sono due “gemelle siamesi”. I genitori<br />

sapevano sin dalla gestazione a<br />

cosa le piccole sarebbero andate incontro<br />

ma la loro incrollabile fede religiosa<br />

li ha spinti a portare a termine<br />

la gravidanza. Alla nascita le bimbe si<br />

sono presentate unite per il capo, con<br />

UN GRANDE SUCCESSO<br />

È possibile nascere<br />

due volte<br />

i corpi ruotati di 180°. In particolare<br />

le cortecce frontali erano unite e le orbite<br />

condividevano un’unica parete laterale,<br />

ma, per fortuna, le strutture nervose<br />

vitali si erano sviluppate indipendentemente<br />

con una propria autonoma<br />

circolazione vascolare. Le bimbe<br />

erano in buone condizioni generali,<br />

senza altri deficit. I medici greci si<br />

sono subito messi alla ricerca <strong>del</strong> migliore<br />

dei centri neurochirurgici dove<br />

le piccole potessero essere operate:<br />

Stati Uniti, Inghilterra, Germania,<br />

Francia ma la scelta è andata al reparto<br />

di neurochirurgia infantile <strong>del</strong><br />

Policlinico Gemelli, diretto dal prof.<br />

Concezio Di Rocco, neurochirurgo di<br />

fama mondiale, con un lungo passato<br />

presso la North Western University di<br />

Chicago ed attuale Presidente <strong>del</strong>la Società<br />

Europea di Neurochirurgia Infantile.<br />

Tutta l’équipe <strong>del</strong> professore è<br />

stata coinvolta nello studio attento sia<br />

COMUNICARE<br />

21<br />

<strong>del</strong>la bibliografia mondiale per attingere<br />

notizie, sia per pianificare la dinamica<br />

<strong>del</strong>l’intervento.<br />

Anestesisti, radiologi, chirurghi plastici,<br />

pediatri, responsabili <strong>del</strong>le terapie<br />

intensive, tutti vengono inseriti in questa<br />

<strong>del</strong>icata preparazione. Sono momenti<br />

molto tesi ed intensi anche perché,<br />

come ci dice il prof. Di Rocco<br />

“l’intervento era estremamente <strong>del</strong>icato,<br />

domandava un’ organizzazione<br />

complessa e non era possibile avere<br />

esitazioni o pensare di poter completare<br />

l’opera in un secondo tempo: era<br />

il classico o tutto o niente”. L’intervento<br />

è iniziato sabato 11 ottobre alle<br />

7 <strong>del</strong> mattino ed è durato circa 12 ore.<br />

Una volta effettuata la separazione, due<br />

distinte équipes di chirurghi hanno lavorato<br />

contemporaneamente su due sale<br />

operatorie per la ricostruzione dei<br />

tessuti di rivestimento.<br />

Ora le bimbe sono tornate a Salonicco<br />

e tra alcuni mesi potrà essere effettuata<br />

la ricostruzione definitiva<br />

<strong>del</strong>la scatola cranica e <strong>del</strong>le<br />

orbite. L’unica vera preoccupazione<br />

che resta, riguarda l’uso<br />

<strong>del</strong>l’occhio sinistro <strong>del</strong>le due<br />

bambine: ancora non è dato di<br />

sapere se il “non uso” abbia<br />

danneggiato l’organo e fino a<br />

qual punto.<br />

Il Ministro <strong>del</strong>la Salute Girolamo<br />

Sirchia ha voluto esprimere<br />

le sue congratulazioni dicendo<br />

che “al di là <strong>del</strong>la valenza<br />

scientifica che mette in evidenza<br />

la qualità degli operatori e la<br />

modernità <strong>del</strong>le attrezzature,<br />

questo intervento pone il nostro<br />

Paese in una posizione di pri-<br />

Schema di come erano unite le<br />

gemelline greche.


mo piano come esempio di etica e corretta<br />

gestione <strong>del</strong>la privacy”.<br />

Abbiamo visto il prof. Di Rocco molto<br />

sereno, quasi come se un intervento simile,<br />

il primo di questo tipo effettuato<br />

al Gemelli e da lui stesso, facesse parte<br />

<strong>del</strong> suo normale curriculum operatorio.<br />

In realtà dalle sue parole traspare tutto<br />

l’impegno e la tensione che hanno<br />

accompagnato l’avvenimento.<br />

Malgrado le sue reticenze, abbiamo cercato<br />

di scavare nell’animo <strong>del</strong> prof. Di<br />

Rocco che, quasi controvoglia, ha ammesso<br />

le sue paure prima, la consapevolezza<br />

<strong>del</strong>l’enormità <strong>del</strong> compito che<br />

si accingeva ad eseguire, la sua determinazione<br />

nel decidere quasi all’improvviso<br />

il momento <strong>del</strong>l’operazione,<br />

la sua obbligata freddezza davanti al<br />

tavolo operatorio ed infine la sua gioia<br />

liberatrice ed anche il legittimo orgoglio<br />

per aver corretto con successo quella<br />

che poteva essere considerata come<br />

una “beffa <strong>del</strong>la natura”. Con un sorriso<br />

dice “È un po’ come se le avessi<br />

partorite anch’io: le ho fatte nascere<br />

una seconda volta”.<br />

HANNO CONTRIBUITO AL SUCCESSO DELL’INTERVENTO<br />

COMUNICARE<br />

22<br />

Neurochirughi<br />

Concezio Di Rocco<br />

Massimo Cardarelli<br />

Giampiero Tamburrini<br />

Federico Di Rocco<br />

Luca Massimi<br />

Giovanni Sabatino<br />

Anestesisiti<br />

Rodolfo Proietti<br />

Domenico Pietrini<br />

Mario Valenti<br />

Angela Cusateri<br />

Elia Forte<br />

Sergio Barbi<br />

Pediatri<br />

Gabriella De Rosa<br />

Mario Castorina<br />

Chirurghi plastici<br />

Eugenio Farallo<br />

Antonio Seccia<br />

Radiologi<br />

Pasquale Marano<br />

Tommaso Tartaglione<br />

Massimo Rollo<br />

Rianimazione pediatrica<br />

Giancarlo Polidori<br />

Luca Tortorolo<br />

Marco Piastra<br />

Antonio Chiaretti<br />

Capisala<br />

Enrica Petracci e il personale di sala operatoria<br />

Paola Leonardi e il personale <strong>del</strong> reparto di neurochirurgia<br />

infantile<br />

Neurochirurgo greco<br />

Michalis Koutzoglou<br />

Medico osservatore presso il Servizio di Endoscopia<br />

digestiva che ha svolto funzioni di interprete<br />

Pantelis Sklavos


In molti di noi è rimasta la memoria<br />

e la stima di una figura esemplare<br />

di medico e intellettuale, il prof. Ferdinando<br />

Ormea, chiamato a Roma nel<br />

1965 a fondare e dirigere l’Istituto di<br />

Clinica Dermatologica nella nostra - allora<br />

appena istituita - Facoltà di Medicina<br />

e Chirurgia. Egli fu preceduto da<br />

una fama di studioso costruita nei migliori<br />

istituti europei <strong>del</strong>l’epoca, a partire<br />

da Torino, città che gli diede i na-<br />

MEDICI E MAESTRI<br />

Ferdinando Ormea,<br />

medico e umanista<br />

L’esemplare percorso biografico, scientifico<br />

e culturale <strong>del</strong> fondatore e primo<br />

direttore <strong>del</strong>l’Istituto di Clinica Dermatologica<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />

nel ricordo dei suoi allievi<br />

Pierluigi Amerio<br />

e Antonio Garcovich<br />

COMUNICARE<br />

23<br />

tali nel 1917 e dove si laureò brillantemente<br />

in Medicina e Chirurgia. Appena<br />

laureato perfezionò il curriculum dei<br />

suoi studi in Germania.<br />

TRA TORINO E LA GERMANIA.<br />

L’IMPEGNO FORMATIVO<br />

EL’ATTENZIONE SOCIALE<br />

Negli anni antecedenti la seconda guerra<br />

mondiale la lingua ufficiale <strong>del</strong>la scienza<br />

medica era, non a caso, il tedesco, come<br />

oggi è l’inglese. A Monaco di Baviera<br />

il giovane Ormea frequentò la Clinica<br />

medica e anche l’Istituto di Igiene, che<br />

fu uno dei primi in Europa a promuovere<br />

progetti scientifici e sociali di controllo<br />

sanitario e di risanamento ambientale.<br />

Durante la guerra lavorò temporaneamente<br />

come assistente presso l’Istituto<br />

di Psicologia diretto da padre Gemelli alla<br />

<strong>Cattolica</strong> di Milano.


Nel ‘47 si impegnò in<br />

una missione sanitaria in<br />

Germania, dove diventò<br />

il rappresentante <strong>del</strong>la<br />

Croce Rossa Italiana ed<br />

ebbe modo di descrivere<br />

e contrastare alcune<br />

epidemie di tigna microsporica.<br />

Lavorò nella Clinica Dermatologica<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

di Friburgo, nella Clinica<br />

Neurochirurgica di<br />

Münster e nell’Istituto di<br />

Anatomia di Bonn. Il suo<br />

interesse prevalente era<br />

diretto ad investigare i<br />

rapporti tra cute e sistema<br />

nervoso. Nel ‘49 ritornò<br />

a Torino presso la<br />

Clinica Dermatologica<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> dove rimase<br />

fino al 1964. Nel<br />

1961 pubblicò il trattato<br />

“La cute organo di senso”,<br />

opera innovativa destinata<br />

a mutare profondamente<br />

il panorama <strong>del</strong>la dermatologia<br />

italiana, che da scienza puramente<br />

descrittiva diventa in quegli anni una<br />

branca <strong>del</strong>la medicina, che studia le cause<br />

e i rimedi <strong>del</strong>le malattie cutanee nell’istopatologia,<br />

nell’immunologia, nella<br />

biochimica e nella farmacologia.<br />

ALLA CATTOLICA DI ROMA.<br />

LA PASSIONE SCIENTIFICA<br />

EL’IMPEGNO CULTURALE<br />

Venne chiamato nella nostra Facoltà di<br />

Medicina dove ebbe modo di esprimere<br />

anche le sue doti di umanista e didatta.<br />

Le sue lezioni erano sempre affollate<br />

e il suo rapporto con gli studenti<br />

è significativo non solo negli aspetti<br />

scientifici ma anche in quelli spirituali.<br />

A questo proposito un emozionante ricordo<br />

personale è legato alla sua memorabile<br />

lezione sul significato <strong>del</strong>la<br />

morte tenuta agli studenti in occasione<br />

<strong>del</strong>la scomparsa <strong>del</strong>la madre. Ormea era<br />

anche un grande innovatore: è stato uno<br />

dei primi dermatologi italiani ad impiegare<br />

nella sua clinica il microscopio<br />

elettronico per lo studio <strong>del</strong>le malattie<br />

cutanee, a introdurre gli psoraleni per<br />

la cura <strong>del</strong>la vitiligine e le nuove tecniche<br />

<strong>del</strong>la fotobiologia per la cura <strong>del</strong>la<br />

psoriasi. Di questa patologia Ormea diceva<br />

che era “la più grande vergogna<br />

<strong>del</strong>la dermatologia”. Con questa affermazione<br />

egli intendeva ricordare l’imperativo<br />

morale di esplorare i campi ancora<br />

sconosciuti <strong>del</strong>la ricerca scientifica,<br />

in particolare per la malattie a grande<br />

rilevanza sociale, come la psoriasi.<br />

Non si può comprendere la personalità<br />

di Ferdinando Ormea senza ricordare il<br />

suo impegno intellettuale nell’affrontare<br />

i problemi filosofici, politici, morali<br />

e religiosi <strong>del</strong> suo tempo. Nel 1976 organizzò<br />

una visita nelle università <strong>del</strong>la<br />

Germania <strong>del</strong>l’Est cui parteciparono<br />

anche il Preside <strong>del</strong>la Facoltà di Medicina<br />

<strong>del</strong>la <strong>Cattolica</strong>, che era allora il<br />

prof. Antonio Sanna e il Presidente <strong>del</strong>la<br />

Società Italiana di Dermatologia, all’epoca<br />

il prof. Ferdinando Serri. In quella<br />

occasione volle visitare il campo di<br />

concentramento di Buchenwald, e rendere<br />

omaggio alla memoria <strong>del</strong>l’Olocausto.<br />

Ricorda uno di noi, presente in<br />

quella circostanza, che Ormea alla visione<br />

di quel contesto, da lui stesso definito<br />

espressione <strong>del</strong> male radicale, lamentò<br />

una dolorosa fitta al cuore, presagio<br />

<strong>del</strong>la affezione cardiaca che appena<br />

l’anno dopo gli risultò fatale.<br />

COMUNICARE<br />

24<br />

LA SUA EREDITÀ SCIENTIFICA<br />

E MORALE<br />

Crediamo che il lascito di Ferdinando<br />

Ormea alla medicina e alla dermatologia<br />

italiana sia una rigorosa aderenza<br />

al metodo sperimentale, insieme alla<br />

maggiore consapevolezza che dà una<br />

cultura aperta agli interrogativi posti<br />

dalle scienze umane oltre che dalle<br />

scienze <strong>del</strong>la natura. La medicina, pur<br />

nell’esigenza di farsi sempre più tecnica<br />

e specialistica, non deve perdere la<br />

capacità di una riflessione più generale<br />

sulla persona umana. Il sapere medico<br />

per un verso è naturalistico, in<br />

quanto ha come oggetto di indagine il<br />

corpo <strong>del</strong>l’uomo investigato dalle scienze<br />

<strong>del</strong>la natura (fisica, chimica, biologia),<br />

per un altro verso appartiene alle<br />

scienze umane (filosofia, politica, sociologia,<br />

psicologia) in quanto contempla<br />

l’uomo nella sua interezza. Nessuno<br />

dovrebbe vedere soltanto corpi o<br />

funzioni psichiche, ma globalmente <strong>del</strong>le<br />

persone sofferenti in relazione con<br />

altri esseri umani. In questo senso Ferdinando<br />

Ormea fu uno specialista approfondito<br />

nel suo campo ma anche<br />

uomo di vasta cultura medica e umanistica.


IN RICORDO DI ERNESTO<br />

DE SANTIS<br />

Il 23 ottobre 2003 è mancato il<br />

prof. Ernesto De Santis, Professore<br />

Ordinario di Clinica Ortopedica<br />

e Traumatologica e Direttore<br />

<strong>del</strong>l’omonimo Istituto<br />

<strong>del</strong>l’ <strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>.<br />

Approdato alla Nostra Facoltà<br />

come assistente ordinario<br />

nei primi anni settanta fu tra coloro<br />

che, sotto l’illuminata guida<br />

<strong>del</strong> prof. Gianfranco Fineschi,<br />

lavorando con estremo<br />

impegno e con sacrificio personale,<br />

costruì l’impalcatura scientifica<br />

ed assistenziale <strong>del</strong>l’Istituto<br />

<strong>del</strong> quale poi sarebbe divenuto<br />

Direttore succedendo al<br />

Maestro. Nel 1986, giovanissimo,<br />

secondo il metro accademico<br />

italiano, vinto il concorso<br />

per la Cattedra di Ortopedia<br />

e Traumatologia si trasferì presso<br />

la Facoltà di Medicina e Chirurgia<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> di Sassari<br />

ed ivi iniziò la sua carriera<br />

come Direttore. Con entusiasmo<br />

e forza di volontà costruì<br />

in quella sede una solida realtà<br />

clinica e scientifica che ancora<br />

oggi tiene alto il suo nome.<br />

Nel 1994 tornò nell’ <strong>Università</strong><br />

ove aveva mosso i primi<br />

passi di un formidabile percorso<br />

professionale. Ma questa<br />

è storia dai più conosciuta,<br />

come conosciute sono le innumerevoli<br />

doti umane che l’hanno<br />

contraddistinto ed i riconoscimenti<br />

ottenuti dal mondo<br />

accademico e professionale<br />

italiano ed internazionale. È<br />

pure noto l’instancabile ritmo<br />

di lavoro che per primo imponeva<br />

a se stesso, esempio per<br />

i più giovani e per i meno giovani.<br />

La sua indiscussa capacità didattica<br />

unitamente all’elevato<br />

livello scientifico che lo caratterizzava<br />

faceva di lui un grande<br />

esempio di docente universitario.<br />

Forse non è da molti<br />

conosciuta la sua grande dignità<br />

nella vita, ma soprattutto<br />

di fronte alla malattia ed alla<br />

morte che ha affrontato secondo<br />

il suo stile, con la consapevolezza<br />

di chi, pur conoscendo<br />

il suo destino ad esso non vuole<br />

chinarsi passivamente, desiderando<br />

anzi affrontarlo a testa<br />

alta fino all’ultimo giorno di<br />

vita e, sulla vita che continua,<br />

scommettere un in<strong>del</strong>ebile ricordo<br />

<strong>del</strong>la sua esistenza terrena.A<br />

noi è mancato un Amico,<br />

all’Accademia un Docente,<br />

alla Società un Uomo.<br />

Gli Allievi ed i Colleghi<br />

• Il 15 ottobre 2003 il Consiglio<br />

di Laurea Specialistica in Medicina<br />

e Chirurgia ha rieletto il<br />

prof. Gian Battista Azzena, Pre-<br />

Dal Corpo Docente<br />

NUOVI PROFESSORI<br />

DI Iª FASCIA<br />

• Dal 1° novembre 2003 il prof.<br />

Rocco Bellantone è stato chiamato<br />

a ricoprire l’incarico di pro-<br />

fessore di prima fascia in Endocrinochirurgia.<br />

Il prof. Bellantone è nato a Villa<br />

San Giovanni (RC) nel 1953 e<br />

si è laureato in Medicina e Chi-<br />

COMUNICARE<br />

25<br />

sidente <strong>del</strong> Consiglio di Corso<br />

per il quadriennio 2003 – 2006.<br />

Durante questo periodo il Consiglio<br />

di Corso dovrà proseguire<br />

nell’organizzazione <strong>del</strong> percorso<br />

formativo degli studenti<br />

iscritti al Corso di Laurea alla luce<br />

<strong>del</strong> nuovo ordinamento didattico<br />

che prevede un maggiore<br />

impegno nella attività professionalizzante.<br />

• Con decreto rettorale n. 787<br />

<strong>del</strong> 17 ottobre 2003, il sig. Emmanuele<br />

Massagli è stato nominato<br />

rappresentante degli studenti<br />

nel Senato Accademico<br />

Integrato per il biennio accademico<br />

2003/04 – 2004/05,ai sensi<br />

<strong>del</strong> terzo comma <strong>del</strong>l’art.20<br />

<strong>del</strong>lo Statuto <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong>.<br />

• A decorrere dal 1° dicembre<br />

viene attivata come struttura<br />

complessa l’Unità Operativa di<br />

Chirurgia Sostitutiva diretta dal<br />

prof. Salvatore Agnes. La struttura<br />

è dotata di 10 posti letto, è<br />

ubicata al 9°N,il caposala è il sig.<br />

Giuseppe Stasi. I numeri di telefono<br />

interni sono: 4469 e 4605.<br />

• A seguito <strong>del</strong>la nomina <strong>del</strong><br />

prof. Massimo Antonelli a Direttore<br />

di Struttura complessa<br />

<strong>del</strong>l’Unità operativa assistenziale<br />

di Rianimazione e Terapia intensiva,<br />

le unità afferenti al Dipartimento<br />

di Emergenza e Accettazione<br />

assumono le seguenti<br />

denominazioni:<br />

Anestesia,Terapia intensiva postoperatoria<br />

e Terapia <strong>del</strong> dolore<br />

(prof. Rodolfo Proietti), Rianimazione<br />

e terapia intensiva<br />

(prof. Massimo Antonelli), Medicina<br />

d’urgenza (prof. Nicolò<br />

Gentiloni Silveri).<br />

rurgia presso l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />

nel 1977.<br />

Ha iniziato la sua carriera chirurgica<br />

già nel 1975 in qualità<br />

di studente interno presso l’I-<br />

Informazioni<br />

• Il Coordinamento dei Servizi<br />

Alberghieri cessa di operare come<br />

entità strutturale a sé stante<br />

per cui le seguenti attività da<br />

esso finora coordinate vengono<br />

riordinate nell’ambito di altre<br />

strutture <strong>del</strong>la Sede:<br />

Direzione Tecnico Amministrativa<br />

• Alimentazione e guardaroba,<br />

unificate sotto la responsabilità<br />

<strong>del</strong> sig. Enzo Rosati, il quale dipenderà<br />

dal Dirigente Tecnico<br />

Amministrativo.<br />

• Vigilanza affidata al sig. Antonio<br />

Scurti, cui faranno capo le<br />

Guardie particolari giurate per le<br />

operazioni di controllo <strong>del</strong>le aree<br />

interne e dei relativi accessi.Il sig.<br />

Scurti dipenderà dal Dirigente<br />

Tecnico Amministrativo.<br />

SOVRINTENDENZA SULLA GE-<br />

STIONE DEI COLLEGI.<br />

Direzione Sanitaria<br />

Viene inserita nell’ambito <strong>del</strong>le<br />

competenze <strong>del</strong>la Direzione Sanitaria<br />

la seguente attività:<br />

• Asilo Nido che, restando affidato<br />

al coordinamento <strong>del</strong>la<br />

sig.ra Antonietta Colangelo, dipenderà<br />

dal dott. Fabrizio Celani.<br />

• Servizio Tecnico<br />

Vengono inserite nell’ambito <strong>del</strong><br />

Servizio Tecnico le seguenti attività:<br />

• Manutenzione, parchi e giardini<br />

inclusa operativamente nella<br />

Unità “Gestione e manutenzione”,<br />

affidata all’ing. Roberto<br />

Cabras.<br />

• Centralino telefonico incluso<br />

operativamente nell’Unità<br />

“Contabilità lavori e servizi”, affidata<br />

ad interim all’ing. Giovanni<br />

Scavino.<br />

stituto di Clinica Chirurgica dove<br />

ha seguito tutto il suo iter chirurgico.<br />

Nel 1992 è professore associato<br />

di Chirurgia nel Corso di


Dal Corpo Docente<br />

laurea in Medicina e Chirurgia<br />

e titolare <strong>del</strong>la Cattedra di Patologia<br />

chirurgica in quello di<br />

Odontoiatria. Il prof. Bellantone<br />

è docente presso la Scuola di<br />

Specializzazione di Chirurgia generale<br />

ed è stato presidente <strong>del</strong><br />

Corso di Diploma Universitario<br />

in Scienze Infermieristiche <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong> con sede<br />

a Campobasso.<br />

Attualmente è primario <strong>del</strong>la<br />

Divisione di Chirurgia <strong>del</strong>le<br />

ghiandole endocrine.<br />

Nel campo <strong>del</strong>la ricerca scientifica<br />

negli ultimi anni la sua attenzione<br />

si è dedicata alla chirurgia<br />

<strong>del</strong>le ghiandole endocrine.<br />

In particolare, recentemente<br />

ha ideato una nuova tecnica<br />

di chirurgia tiroidea videoassistita<br />

ed è stato tra i primi in Italia ad<br />

introdurre la chirurgia laparoscopica<br />

<strong>del</strong> surrene, di cui vanta<br />

una <strong>del</strong>le maggiori casistiche<br />

a livello nazionale. Ciò gli è valso<br />

riconoscimenti internazionali<br />

con l’invito a conferenze presso<br />

la Brown University di Providence<br />

e la Mount Sinai University<br />

di New York.<br />

Per la sua attività è stato chiamato<br />

a far parte <strong>del</strong>la American<br />

Association of Endocrine<br />

Surgeons.È inoltre membro <strong>del</strong><br />

Consiglio Direttivo <strong>del</strong>la Societa’Italiana<br />

di Endocrinochirurgia<br />

e <strong>del</strong> Consiglio Scientifico <strong>del</strong>la<br />

Societé Française d’Endocrinochirurgie.<br />

Il prof. Bellantone ha pubblicato<br />

numerosi libri di testo per stu-<br />

denti di medicina,è autore di capitoli<br />

di trattati e di oltre 400<br />

pubblicazioni scientifiche, molte<br />

<strong>del</strong>le quali sulle piu’ prestigiose<br />

riviste internazionali di chirurgia<br />

(circa 100 citate dal Medline<br />

International Index).<br />

Attualmente il prof. Bellantone<br />

vanta una casistica operatoria<br />

personale superiore ai 2000 interventi,<br />

soprattutto nei campi<br />

<strong>del</strong>la chirurgia dei tumori e <strong>del</strong>le<br />

ghiandole endocrine.<br />

• Dal 1° novembre 2003 il prof.<br />

Lorenzo Bonomo è stato chiamato<br />

a ricoprire il ruolo di professore<br />

di I° fascia presso l’Istituto<br />

di Radiologia.<br />

Il prof. Bonomo è nato ad Andria<br />

nel 1946 e si è laureato<br />

presso l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> nel 1970. Nel<br />

1975 si è specializzato in Radiologia<br />

medica presso l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong>.<br />

Dal 1975 al 1976 è stato assistente<br />

presso l’Istituto di Radiologia<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />

e dal 1976 ha iniziato la sua<br />

carriera presso l’<strong>Università</strong> di<br />

Chieti, Ospedale SS. Annunziata<br />

dove fino al 1983 è stato assistente<br />

presso l’Istituto di Radiologia.Dal<br />

1983 al 1987 è stato<br />

professore associato e dal<br />

1987 al 1990 direttore <strong>del</strong>l’Istituto<br />

di Radiologia. Dal 1990 al<br />

2003 professore ordinario di<br />

Radiologia, direttore <strong>del</strong>la se-<br />

COMUNICARE<br />

26<br />

zione di Scienze radiologiche<br />

<strong>del</strong> Dipartimento di Scienze cliniche<br />

e bioimmagini <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

di Chieti.<br />

È Direttore <strong>del</strong>la Scuola di specializzazione<br />

in Radiologia.<br />

I principali campi di ricerca <strong>del</strong><br />

prof. Bonomo sono: fisiopatologia<br />

ed imaging <strong>del</strong>la circolazione<br />

polmonare, radiologia<br />

<strong>del</strong>le malattie interstiziali polmonari,<br />

imaging dei tumori polmonari,<br />

aspetti tecnici <strong>del</strong>l’imaging<br />

toracica e angiografia<br />

con RM.<br />

Il prof. Bonomo è stato presidente<br />

<strong>del</strong>la Società europea di<br />

Imaging toracica e attualmente<br />

è presidente <strong>del</strong>la Società italiana<br />

di Radiologia medica.<br />

È autore di quattro libri e di<br />

234 pubblicazioni scientifiche ed<br />

ha al suo attivo 95 letture.<br />

• Dal 1° novembre 2003 il prof.<br />

Gianfranco Ferraccioli è stato<br />

chiamato a ricoprire l’incarico di<br />

professore di I° fascia di Reumatologia.<br />

Il prof. Ferraccioli si è laureato<br />

in Medicina e Chirurgia presso<br />

l’<strong>Università</strong> di Parma nel 1974<br />

e si è specializzato in Medicina<br />

interna presso l’<strong>Università</strong> di<br />

Parma nel 1978, in Reumatologia<br />

presso l’<strong>Università</strong> di Milano<br />

nel 1981 e in Idrologia e<br />

Medicina termale presso l’<strong>Università</strong><br />

di Parma nel 1987.È stato<br />

Fellow <strong>del</strong>la Canadian Arthritis<br />

Society presso la Divisione<br />

di Reumatologia ed Immunolo-<br />

gia <strong>del</strong>la McGill University dal<br />

1981 al 1982. Dal 1999 è professore<br />

di I° fascia di Reumatologia<br />

presso l’<strong>Università</strong> di Udine<br />

dove è stato Direttore <strong>del</strong>la<br />

Clinica medica dal 2000 al<br />

2001 e dal luglio 2001 fino ad<br />

ottobre <strong>del</strong> 2003 Direttore <strong>del</strong>la<br />

Clinica di Reumatologia.<br />

È membro di importanti società<br />

scientifiche italiane e straniere:<br />

European League against<br />

Rheumatism; Kunkel Society –<br />

Rockfeller University, USA; Italian<br />

Society of Rheumatology;<br />

European Bone and Joint Health<br />

Strategies Project.<br />

I principali campi di ricerca<br />

scientifica <strong>del</strong> prof. Ferraccioli<br />

sono: identificazione di indici<br />

prognostici biologici cellulari,<br />

molecolari,immunogenetici nella<br />

artrite reumatoide; identificazione<br />

di meccanismi molecolari<br />

<strong>del</strong>la espansione clonale<br />

nelle malattie autoimmuni con<br />

particolare riferimento a S. Sjogren<br />

e crioglobulinemia; identificazione<br />

di terapie innovative<br />

<strong>del</strong>le malattie reumatiche autoimmuni.<br />

È autore o co-autore di 230<br />

pubblicazioni su riviste italiane e<br />

straniere e di circa 180 abstracts;<br />

è inoltre autore di un capitolo<br />

<strong>del</strong> libro “Cyclosporine: clinical<br />

application in autoimmune diseases”.<br />

DIRETTORI DI ISTITUTO<br />

Dal 1° novembre 2003 sono stati<br />

nominati Direttori di Istituto:<br />

Carlo Ambrogio Logroscino,Clinica<br />

ortopedica; Carlo Focacci,<br />

Medicina nucleare e Riccardo<br />

Riccardi, Clinica pediatrica.<br />

IN QUIESCENZA<br />

Dal 1° dicembre 2003 è stato<br />

collocato in quiescenza Franco<br />

Ceriati.<br />

A RIPOSO<br />

Dal 1° novembre 2003 sono<br />

stati collocati a riposo: Luigi Ortona,Giuseppe<br />

Segni,Luigi Troncone<br />

e Eugenio Alcini.


Si è appena chiuso il tempo di<br />

Avvento che per la nostra <strong>Università</strong><br />

si è rivelato un periodo<br />

veramente proficuo.<br />

Infatti, oltre al lavoro svolto dai<br />

gruppi ordinari <strong>del</strong> centro pastorale<br />

(che hanno intensificato<br />

il numero <strong>del</strong>le attività proposte),<br />

si sono tenute diverse iniziative<br />

che hanno coinvolto un<br />

buon numero di persone <strong>del</strong><br />

nostro Policlinico spingendole<br />

ad una crescita culturale e ad<br />

una maggiore introspezione.Ricordiamo<br />

innanzitutto la Mostra<br />

su San Giuseppe Moscati tenutasi<br />

dal 17 al 31 novembre e la<br />

conferenza <strong>del</strong> prof. Salvatore<br />

Esposito,gesuita <strong>del</strong> Gesù Nuovo<br />

di Napoli, dal tema “padre<br />

Gemelli parla di S.Giuseppe Mo-<br />

Formazione<br />

LE PROFESSIONI<br />

SANITARIE:ASPETTI<br />

GIURIDICI,<br />

DEONTOLOGICI ED<br />

ORGANIZZATIVI<br />

L’istituzione <strong>del</strong>le lauree triennali<br />

e specialistiche per la formazione<br />

degli operatori sanitari<br />

non medici, l’approvazione<br />

dei profili professionali, la definizione<br />

<strong>del</strong>le professioni sanitarie<br />

come professioni non più<br />

ausiliarie, ha determinato un<br />

processo di professionalizzazione<br />

di portata tale da confi-<br />

scati” che hanno voluto sottolineare<br />

l’importanza di riproporre<br />

un mo<strong>del</strong>lo sempre vivo di<br />

santità non solo al personale <strong>del</strong><br />

nostro Policlinico, evidenziando<br />

quindi i tratti <strong>del</strong> vero medico<br />

cattolico, ma a tutti definendo il<br />

concetto di “laico, cioè cristiano”<br />

in tempi in cui termini come<br />

“laicismo” e “laicità” vengono<br />

confusi o travisati.<br />

A precedere le inziative in onore<br />

di S.Giuseppe Moscati il gruppo<br />

studentesco “Phos”, fondato<br />

e diretto dall’assistente spirituale<br />

don Antonio Cecchini,<br />

ha organizzato il 16 novembre<br />

un viaggio a Napoli affinché tutti<br />

gli studenti che lo desiderassero<br />

potessero visitare la tomba<br />

<strong>del</strong> santo medico e i luoghi<br />

gurare la necessità di approfondire<br />

le conoscenze, gli ambiti,<br />

l’autonomia, la formazione,<br />

la deontologia e le responsabilità<br />

<strong>del</strong>le professioni sanitarie<br />

non mediche.<br />

A tale scopo,nei giorni 1 e 2 ottobre<br />

2003, si è tenuto il seminario<br />

“Le professioni sanitarie:<br />

aspetti giuridici, deontologici ed<br />

organizzativi”.<br />

La partecipazione <strong>del</strong> giurista<br />

Luca Benci nei lavori <strong>del</strong> mattino<br />

ha contribuito a focalizzare<br />

l’attenzione dei partecipanti sui<br />

Dal Centro Pastorale<br />

COMUNICARE<br />

27<br />

dove egli ha vissuto. Oltre a favorire<br />

la comunione tra gli studenti<br />

il pellegrinaggio si è rivelato<br />

un intenso momento di<br />

personale riscoperta spirituale.<br />

Un’altra visita guidata è stata organizzata<br />

il 13 dicembre da don<br />

Marco Ceccarelli con destinazione<br />

Todi e Perugia per ammirare<br />

le bellezze artistiche di queste<br />

caratteristiche cittadine medievali.<br />

Anche qui non si è tralasciato<br />

l’aspetto spirituale <strong>del</strong>l’iniziativa<br />

con una doverosa sosta<br />

al Santuario <strong>del</strong>l’Amore Misericordioso<br />

a ColleValenza<br />

(PG).<br />

Per un’adeguata preparazione<br />

al Natale e una valorizzazione<br />

ulteriore <strong>del</strong> tempo di Avvento<br />

si sono tenuti nella Chiesa<br />

temi sopra menzionati, oggetto<br />

<strong>del</strong>la sua lunga relazione.<br />

Gli aspetti deontologici ed etici<br />

sono stati esplicitati dal prof.<br />

Spagnolo e dalla dott.ssa Minacori<br />

<strong>del</strong>l’istituto di Bioetica. Il<br />

prof. Pascali <strong>del</strong>l’Istituto di Medicina<br />

Legale ha approfondito il<br />

concetto di responsabilità professionale.<br />

La relazione conclusiva<br />

ad opera <strong>del</strong> dott. Cam-<br />

Il dott. Luca Benci parla<br />

al corso sulle professioni<br />

sanitarie.<br />

Centrale momenti di Adorazione<br />

Eucaristica accompagnati<br />

da meditazioni sul mistero<br />

<strong>del</strong>l’Incarnazione. Si è risposto<br />

così all’appello rivolto dal Sommo<br />

Pontefice nell’enciclica “Ecclesia<br />

de Eucharistia” che invitava<br />

la Chiesa tutta a dare più<br />

spazio al culto eucaristico al di<br />

fuori <strong>del</strong>le celebrazioni domenicali.<br />

A chiudere questo intenso periodo<br />

di Grazia il 20 dicembre<br />

don Decio Cipolloni ha guidato<br />

il personale medico e paramedico<br />

sui luoghi di San Francesco,<br />

cioè Greccio, dove fu<br />

ideato e attuato il primo Presepe,<br />

e Rieti, dove il Poverello<br />

di Assisi subì la tremenda operazione<br />

agli occhi.<br />

bieri e <strong>del</strong> dott. Celani ha contestualizzato<br />

gli argomenti affrontati,<br />

in ambito prettamente<br />

ospedaliero.<br />

A questa iniziativa hanno partecipato<br />

complessivamente 344<br />

operatori sanitari di tutte le professioni:<br />

gli infermieri ed i tecnici<br />

sono stati i maggiormente rappresentativi<br />

in termini numerici.<br />

Consapevoli che due edizioni<br />

<strong>del</strong>l’evento non sono sufficienti<br />

a dare una risposta proporzionata<br />

al bisogno di approfondimento<br />

di tali argomenti, il seminario<br />

sarà riproposto integralmente<br />

nel 2004.<br />

GESTIONE DEL PAZIENTE<br />

IN TRATTAMENTO DI<br />

ENDOSCOPIA DIGESTIVA<br />

Presso l’European Endoscopy<br />

Training Center (E.E.T.C), si sono<br />

svolte le due edizioni <strong>del</strong><br />

corso per infermieri sulla “Gestione<br />

<strong>del</strong> paziente in trattamento<br />

di endoscopia digestiva”.<br />

I lavori si svolti il 29 e 30<br />

ottobre e 14 e 15 novembre.<br />

Il corso è stato articolato in due<br />

moduli:“La preparazione e l’e-


Formazione<br />

Una lezione di chirurgia<br />

endoscopica.<br />

secuzione di metodiche endoscopiche<br />

terapeutiche e diagnostiche”<br />

e “La gestione post<br />

procedurale di metodiche endoscopiche<br />

terapeutiche e diagnostiche<br />

e <strong>del</strong>le urgenze emorragiche”.<br />

L’integrazione <strong>del</strong>le<br />

competenze mediche e infermieristiche<br />

per garantire l’innalzamento<br />

<strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>le<br />

prestazioni è stata l’idea portante<br />

<strong>del</strong> corso.<br />

Il gruppo dei docenti, costituito<br />

da medici e infermieri <strong>del</strong> servizio<br />

di Endoscopia Digestiva<br />

Chirurgica diretto dal prof. Guido<br />

Costamagna e da colleghi<br />

dei reparti <strong>del</strong> Dipartimento di<br />

Scienze Chirurgiche, ha avuto<br />

modo di confrontarsi con 44 infermieri<br />

e capisala dei reparti di<br />

Medicina,Angiologia,Malattie Infettive,<br />

Neurologia, Gerontologia-Cemi<br />

4 e Solventi per raggiungere<br />

i seguenti obiettivi:<br />

- acquisizione di conoscenze di<br />

endoscopia chirurgica digestiva<br />

per meglio gestire la preparazione<br />

e la gestione <strong>del</strong> paziente,<br />

- elaborazione di protocolli e linee<br />

guida per la gestione <strong>del</strong><br />

paziente,<br />

- riconoscimento <strong>del</strong>le complicanze<br />

endoscopiche,<br />

- conoscenza dei protocolli di<br />

comportamento nell’urgenza<br />

emorragica.<br />

Sono stati elaborati protocolli<br />

operativi per il paziente in preparazione<br />

e in fase post proce-<br />

durale. Tale modalità di lavoro<br />

ha suscitato grande interesse nei<br />

partecipanti che hanno anche<br />

incontrato il RID <strong>del</strong> Dipartimento<br />

di Scienze Chirurgiche<br />

Sergio Mattioni e la Capoarea<br />

<strong>del</strong>le Medicine Clara Aprigliano<br />

referenti <strong>del</strong> Servizio Infermieristico<br />

per quanto riguarda il servizio<br />

di Endoscopia Digestiva<br />

Chirurgica e il personale <strong>del</strong>l’area<br />

<strong>del</strong>le Medicine.Tutto ciò ha<br />

innalzato le aspettative per le<br />

prossime edizioni <strong>del</strong>l’anno<br />

2004, fornendo all’Ufficio Formazione<br />

e Sviluppo informazioni<br />

utili per poter rispondere sempre<br />

meglio alle richieste di formazione<br />

<strong>del</strong> personale.<br />

IL PIEDE DIABETICO:<br />

PREVENZIONE E CURA<br />

Il diabete mellito è una patologia<br />

in costante aumento (attualmente<br />

circa il 3% <strong>del</strong>la popolazione<br />

ne è affetto) con un peso<br />

sociale ed economico elevato a<br />

causa <strong>del</strong>le complicanze vascolari<br />

che comporta. Il diabete, in-<br />

COMUNICARE<br />

28<br />

fatti,causa spesso infarto <strong>del</strong> miocardio,ictus,gangrena<br />

agli arti inferiori,riduzione<br />

<strong>del</strong> visus per retinopatia,insufficienza<br />

renale con<br />

frequente ricorso alla dialisi. Il<br />

diabete è la causa maggiore di<br />

amputazioni non traumatiche nel<br />

nostro paese ed il piede diabetico,<br />

cioè la risultante <strong>del</strong>le patologie<br />

vascolari e neurologiche<br />

<strong>del</strong> diabete che colpiscono il piede,<br />

presenta difficoltà di gestione<br />

che solo un trattamento integrato<br />

e multidisciplinare può<br />

curare a dovere.<br />

Il corso sul piede diabetico è<br />

stato frequentato dal personale<br />

dei reparti di medicina e di<br />

D.H.che con più frequenza hanno<br />

in cura pazienti con questa<br />

patologia.<br />

Gli obiettivi <strong>del</strong> corso (acquisire<br />

competenze nella prevenzione e<br />

nel trattamento <strong>del</strong> piede diabetico<br />

secondo i recenti protocolli,<br />

riconoscere i sintomi <strong>del</strong><br />

piede diabetico, acquisire competenze<br />

per l’elaborazione di<br />

protocolli per il trattamento <strong>del</strong><br />

piede diabetico) sono stati perseguiti<br />

con tenacia dal team dei<br />

docenti medici e infermieri diretti<br />

dal prof.Giovanni Ghirlanda trattando<br />

l’argomento sotto il profilo<br />

medico e assistenziale.Gli infermieri,<br />

i medici, i capisala che<br />

hanno partecipato alle prime 5<br />

edizioni da settembre a novembre<br />

(in totale 105 persone),hanno<br />

molto apprezzato l’iniziativa<br />

Il corso sul piede diabetico:<br />

parla il dott. Pitocco.<br />

e i protocolli assistenziali elaborati<br />

nei lavori di gruppo saranno<br />

presentati alla Direzione Sanitaria.<br />

Ciò permetterà una più<br />

agevole gestione <strong>del</strong> paziente,<br />

avviando un lavoro di monitoraggio<br />

che rappresenta per i professionisti<br />

interessati una leva per<br />

un continuo miglioramento <strong>del</strong>le<br />

prestazioni.<br />

SOTTO IL SEGNO<br />

DELL’ECM<br />

L’attività formativa svolta nell’anno<br />

2003 è stata caratterizzata<br />

da un forte impegno per dare<br />

coerenti risposte a specifiche<br />

esigenze di aggiornamento.Particolare<br />

attenzione è stata rivolta<br />

alla formazione continua in<br />

medicina, allo scopo di fornire<br />

agli Operatori Sanitari elementi<br />

di conoscenza, di competenza<br />

e l’acquisizione gratuita dei<br />

crediti formativi.<br />

Questo è stato possibile grazie<br />

ad una modalità di progettazione<br />

e di gestione, condivisa con i<br />

diversi settori sia <strong>del</strong>la Facoltà<br />

che <strong>del</strong> Policlinico, che ha segnalato<br />

un cambiamento di stile e di<br />

visione <strong>del</strong> lavoro, evidenziando<br />

la formazione aziendale come<br />

una leva strategica fondamentale<br />

per lo sviluppo professionale<br />

e per il miglioramento <strong>del</strong>la qualità<br />

assistenziale.<br />

L’offerta formativa è stata resa<br />

più visibile ed accessibile<br />

grazie anche al sito intranet<br />

www.rm.unicatt.it/formazione,<br />

sito da migliorare e da<br />

potenziare, ma, anche se avviato<br />

in maniera sperimentale, ha<br />

già permesso le preiscrizioni di<br />

3.980 partecipanti.<br />

In un’ottica di miglioramento continuo<br />

la formazione aziendale ha<br />

avviato un processo di pianificazione<br />

e progettazione per le iniziative<br />

formative relative al biennio<br />

2004-2005,che ha avuto l’assenso,l’impulso<br />

e il sostegno <strong>del</strong>la<br />

Direzione di Sede e <strong>del</strong> Policlinico<br />

unitamente alla Presidenza<br />

<strong>del</strong>la Facoltà e in piena sinergia<br />

con la Commissione ECM.


RIEPILOGO CORSI DI FORMAZIONE - ANNO 2003<br />

Altri corsi Corsi ECM per gli Operatori Sanitari<br />

COMUNICARE<br />

29<br />

Formazione<br />

Crediti<br />

formativi<br />

Titolo Periodo Durata Edizioni Partecipanti<br />

n. 10 Corso di formazione e informazione sulla sicurezza: personale<br />

non medico dei laboratori<br />

7/3 – 18/12 2 gg. (11 ore) 15 273<br />

n. 11 personale medico di sala operatoria 6/3 – 12/12 2 gg. (12 ore) 22 222<br />

n. 11 personale non medico di sala operatoria 6/3 – 16/12 2 gg. (12 ore) 36 184<br />

n. 20 La qualità nel Servizio di Microbiologia 3/4 – 20/5 4 gg. (28 ore) 3 53<br />

n. 8 Valutazione e controllo <strong>del</strong> dolore nel bambino 6/5 – 2/12 1 g. (8 ore) 8 162<br />

n. 8 Il Prontuario dietetico ospedaliero 28/5 – 18/12 1 g. (8 ore) 7 131<br />

n. 3 Seminario di informazione sulla SARS 30/6 – 7/7 1 g. ( 6 ore) 3 553<br />

n. 44 Ecografia clinica in emergenza-urgenza 22/9 - 19/12 5 gg. (42 ore) 4 20<br />

n. 7 Il piede diabetico 24/9 – 17/12 1 g.(8 ore) 7 139<br />

n. 5 Le professioni sanitarie:aspetti giuridici,<br />

deontologici e organizzativi<br />

1 e 2/10 1 g. (8 ore) 2 330<br />

n. 6 La malattia oncologica nell’immaginario: Cinema e Sogni 3/10 - 8/11 3 gg. (10 ore) 1 71<br />

n. 7 Seminario sulla Comunicazione in Ospedale 10/10 - 17/12 1 g. (8 ore) 10 1.759<br />

n. 15 Gestione <strong>del</strong> paziente in trattamento<br />

di endoscopia digestiva<br />

29/10 –14/11 2 gg. (17 ore) 2 44<br />

n. 10 Formazione in sala emergenza 10/11 – 10/12 2 gg. (10 ore) 5 39<br />

Corsi ECM per operatori sanitari : giornate n. 242 ore 1.497 partecipanti 3.980<br />

Corso di formazione e informazione sulla sicurezza<br />

per il personale amministrativo<br />

Corso pratico sull’esecuzione <strong>del</strong>le misure di sicurezza<br />

e qualità di apparecchi elettromedicali<br />

14/1 - 24/3 1 g. (7 ore) 35 549<br />

26 e 27/2 1 g. (8 ore) 2 8<br />

Corso per quadri intermedi <strong>del</strong> Servizio Centralizzato Pulizie e Trasporti 24 - 27/3 3 gg. (13 ore) 1 4<br />

Corso per il personale addetto alla manipolazione dei farmaci antiblastici 9/4 e -10/4 2 gg. (10 ore) 1 6<br />

I formati Bibliografici e il Marc 14/5 1 g. (7 ore) 1 10<br />

La classificazione <strong>del</strong> personale e le progressioni professionali 5/5 1 g. (7 ore) 1 27<br />

Workshop su “Le politiche di sviluppo <strong>del</strong> personale” 4/6 1 g. (7 ore) 1 77<br />

Incontro sul sistema di gestione e sviluppo <strong>del</strong>le risorse umane nell’I.E.O. 10/7 1 g. (4 ore) 1 25<br />

Seminario sulle competenze organizzative 26 e 27/11 1 g. (7 ore) 1 26<br />

Corsi di formazione informatica Word 17/2 – 15/9 4 gg. (28 ore) 3 28<br />

Corsi di formazione informatica Excell 17/3 – 20/10 4 gg. (28 ore) 3 22<br />

Corsi di formazione informatica Power Point 9/9 e 10/9 2 gg. (14 ore) 1 5<br />

Corsi di formazione informatica Access 20/1 – 6/10 5 gg. (35 ore) 2 14<br />

Corsi di formazione informatica per dirigenti – Progetto E-learning gennaio-giugno 59<br />

Altri corsi: giornate n. 83 ore 568 partecipanti 860<br />

Totale generale: giornate n. 325 ore 2.065 partecipanti: 4.840<br />

Inoltre partecipazioni a Corsi, Convegni e Seminari esterni<br />

per aggiornamento e formazione professionale<br />

gennaio - dicembre 756 gg 335


Scienza e Cultura<br />

RADIOTERAPIA<br />

10 – 14 novembre:14° corso residenziale<br />

di aggiornamento su<br />

“Moderna radioterapia,il frazionamento<br />

<strong>del</strong>la dose e la sua ottimizzazione<br />

biologica”<br />

A 50 anni dalla scoperta <strong>del</strong><br />

DNA, la ricerca scientifica ha<br />

fatto enormi progressi imponendo<br />

alla comunità scientifica<br />

un ripensamento critico anche<br />

sui pericoli di alcune applicazioni<br />

nella clinica di risultati evidenti<br />

alla ricerca di base.Nei<br />

corsi di aggiornamento svoltisi<br />

negli ultimi due anni si è prima<br />

ripensato ai meccanismi alla base<br />

<strong>del</strong>la diffusione metastatica<br />

e poi alle incertezze presenti<br />

nella più moderna stadiazione<br />

<strong>del</strong>le neoplasie e sulla possibilità<br />

di colpirle con le radiazioni<br />

nella maniera più corretta. Ora<br />

nell’era dei trattamenti multidisciplinari<br />

è urgente ripensare insieme<br />

ai paradigmi che ci portano<br />

a definire se la misura tradizionale<br />

<strong>del</strong>le radiazioni produrrà<br />

ancora gli stessi effetti.<br />

Durante il corso sono state analizzate<br />

le varie modalità di somministrazione<br />

<strong>del</strong>le radiazioni<br />

DAY HOSPITAL<br />

Dal 20 ottobre 2003 è stato<br />

attivato il Day Hospital di Dermatologia<br />

pediatrica. È ubicato<br />

al 5° L con una dotazione<br />

di 4 posti letto. La caposala è<br />

la sig.ra Angela Rosa, il numero<br />

telefonico interno è il 5210.<br />

RITROVARSI<br />

Il 29 e 30 novembre gli ex-allievi<br />

<strong>del</strong>la Sezione di Medicina<br />

e Chirurgia <strong>del</strong>l’Associazione<br />

“Ludovico Necchi”, si sono incontrati<br />

a Tirrenia in occasione<br />

<strong>del</strong> XXI Convegno Nazionale<br />

sul tema “I laureati <strong>del</strong>la Facoltà<br />

di Medicina e Chirurgia<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong><br />

secondo il paramentro tempo<br />

di somministrazione, si sono ricercate<br />

le equivalenze biologiche<br />

fra dosi di radiazioni somministrate<br />

con le tecniche più<br />

avanzate e si sono approfonditi<br />

i meccanismi grazie ai quali<br />

l’integrazione fra radioterapia e<br />

chemioterapia concomitante<br />

hanno migliorato notevolmente<br />

i risultati <strong>del</strong>le cure.<br />

KOMEN ITALIA<br />

28 novembre 2003:corso di aggiornamento<br />

su “La diagnostica<br />

differenziale nel carcinoma <strong>del</strong>la<br />

mammella: problematiche cito-istopatologiche”<br />

La Fondazione Komen Italia per<br />

la prevenzione <strong>del</strong> cancro <strong>del</strong>la<br />

mammella che ha sede presso<br />

il Policlinico Gemelli,con il patrocinio<br />

<strong>del</strong>la Società Italiana di<br />

Anatomia patologica e Citodiagnostica,<br />

ha organizzato il<br />

corso di aggiornamento dove,<br />

nella prima parte, è stato fatto<br />

un excursus sulle diagnosi differenziali<br />

nei vari tipi di lesione<br />

e, nella seconda parte, si è parlato<br />

<strong>del</strong>le problematiche diagnostiche,<br />

dei recettori ormo-<br />

S.<strong>Cuore</strong> e il loro compito nel<br />

SSN”, al quale è intervenuto<br />

S.E. Mons.Alessandro Plotti, già<br />

COMUNICARE<br />

30<br />

nali e <strong>del</strong> linfonodo sentinella.<br />

ANESTESIOLOGIA<br />

10 dicembre 2003: corso teorico<br />

pratico in “Fibrobroncoscopia<br />

in terapia intensiva”<br />

Il corso, riservato ad un massimo<br />

di 45 partecipanti, è organizzato<br />

dall’Istituto di Anestesiologia<br />

e Rianimazione. Dopo<br />

alcuni cenni sull’anatomia <strong>del</strong>l’albero<br />

bronchiale e sull’orientamento<br />

durante la broncoscopia,<br />

verranno illustrati gli<br />

aspetti tecnici <strong>del</strong>l’intervento: i<br />

vari strumenti utilizzati e le modalità<br />

di lavaggio e disinfezione.<br />

Sono stati poi presi in esame casi<br />

specifici: l’uso <strong>del</strong> fibrobroncoscopio<br />

nell’intubazione difficile,<br />

la fibroscopia diagnostica <strong>del</strong>le<br />

prime vie aeree, l’intubazione<br />

con il fibroscopio in diversi casi(con<br />

i paziente vigile, in anestesia<br />

generale oppure attraverso<br />

la maschera laringea). Infine<br />

si è parlato <strong>del</strong>la fibrobroncoscopia<br />

diagnostica e il<br />

recupero dei corpi estranei.<br />

DERMATOLOGIA<br />

12 – 14 dicembre: 6 th Inter-<br />

Alcuni dei partecipanti<br />

all’incontro<br />

<strong>del</strong>l’Associazione Necchi.<br />

national congress of the European<br />

Society for Laser Aesthetic<br />

Surgery su “Quale laser:<br />

quando e perché”<br />

Nel congresso, organizzato dall’Istituto<br />

di Dermatologia, si è<br />

parlato <strong>del</strong>le varie tecniche relative<br />

all’uso <strong>del</strong> laser, <strong>del</strong> ringiovanimento<br />

<strong>del</strong>la pelle, <strong>del</strong>l’ablazione<br />

<strong>del</strong>la peluria superflua,<strong>del</strong>le<br />

lesioni pigmentose, <strong>del</strong>lo stato<br />

<strong>del</strong>l’arte dei trattamenti vascolari<br />

ed infine è stato trattato<br />

il futuro <strong>del</strong> laser e <strong>del</strong>le sue applicazioni.<br />

EMATOLOGIA<br />

15 dicembre: convegno nazionale<br />

su “Una banca di cellule staminali<br />

somatiche per le malattie<br />

ematologiche e oltre”.<br />

Il convegno, organizzato dall’Istituto<br />

di Ematologia – Servizio di<br />

Emotrasfusione, è suddiviso in<br />

quattro sessioni con gli argomenti<br />

seguenti: la cellula staminale di<br />

derivazione midollare:aspetti biologici;<br />

la cellula staminale emopoietica:il<br />

“banking”;la cellula staminale<br />

oltre l’emopoiesi; impiego<br />

clinico <strong>del</strong>le cellule staminali:<br />

le certezze e le speranze.<br />

Notiziario<br />

assistente spirituale degli studenti<br />

negli anni ‘60-’70, e Arcivescovo<br />

di Pisa dal 1985. Gli exallievi<br />

hanno sottolineato la necessità<br />

di dare ampio spazio alle<br />

problematiche spirituali e sociali<br />

nella nostra Facoltà al fine<br />

di realizzare una “rete” di exallievi<br />

in posizione accademica<br />

e professionale di prestigio che<br />

dovrebbe facilitare la formazione<br />

post-laurea degli ex-allievi<br />

al più alto livello qualitativo allo<br />

scopo non solo di mantenere<br />

legami affettivi tra gli exallievi,<br />

ma soprattutto di poter<br />

realizzare progetti culturali, economici<br />

e sociali di sostegno a<br />

giovani laureati.


DIAGNOSTICA PER<br />

IMMAGINI E<br />

RADIOTERAPIA<br />

Il 17 novembre si è svolta la<br />

discussione <strong>del</strong>le tesi di Laurea<br />

triennale in “Scienze tecniche<br />

in Diagnostica per immagini e<br />

Radioterapia”. L’aula Brasca,<br />

gremita per la presenza di familiari<br />

e amici degli 11 laureandi,<br />

ha toccato momenti di<br />

viva commozione quando il<br />

Presidente <strong>del</strong> Corso, prof. Numa<br />

Cellini, ha ricordato i caduti<br />

per la strage di Nassiriya: infatti<br />

fra i candidati erano presenti<br />

ben 5 giovani carabinieri. Un altro<br />

momento significtivo è stata<br />

la lettura da parte di una laureanda<br />

di alcune sue riflessioni<br />

sul <strong>del</strong>icato rapporto fra<br />

operatori sanitari e pazienti,<br />

che deve sempre essere improntato<br />

alla condivisione e alla<br />

speranza. “Tra un po’ sarò<br />

laureata tecnica di Radiologia.<br />

Entrerò in una realtà che quasi<br />

mai mi porterà a contatto<br />

con persone sane e forti ma<br />

spero che il mio sorriso possa<br />

essere loro di aiuto perché<br />

un giorno potrei trovarmi ad<br />

affrontare da paziente la loro<br />

strssa condizione. Penso che<br />

una semplice parola o una dolce<br />

rassicurazione possa sempre<br />

riaprire la strada alla speranza”.<br />

Un giovane carabiniere<br />

riceve le congratulazioni<br />

per la sua tesi di Laurea.<br />

MESSA DELLA MEMORIA<br />

A “VILLA SPERANZA”<br />

L’Hospice Oncologico “Villa<br />

Speranza” è la struttura dedicata<br />

alle cure e all’assistenza<br />

<strong>del</strong> paziente in progressione di<br />

malattia e al sostegno <strong>del</strong>la sua<br />

famiglia.<br />

Il 20 novembre nella Chiesa<br />

Centrale <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> Mons.<br />

Armando Brambilla,Vescovo<br />

<strong>del</strong>la pastorale sanitaria, ha<br />

concelebrato con Don Decio<br />

Cipolloni, Don Filippo<br />

Amoruso e Don Nunzio Currao,<br />

la “Messa <strong>del</strong>la memoria”.<br />

Questo momento di preghiera<br />

è stato dedicato al ricordo<br />

e alla memoria di tutti<br />

i pazienti assistiti presso l’-<br />

Hospice Oncologico “Villa<br />

Speranza”.<br />

Ogni malato è stato ricordato<br />

con una rosa, preparata da<br />

Suor Bartolomea e, durante la<br />

messa, gli operatori <strong>del</strong>l’Hospice<br />

e alcuni dei familiari intervenuti<br />

hanno portato all’altare<br />

dei cesti di queste rose.<br />

La celebrazione è stata animata<br />

dal coro <strong>del</strong>la Parrocchia di<br />

S. Filippo Neri.<br />

COMUNICARE<br />

31<br />

I Volontari <strong>del</strong>l’Associazione<br />

“Attilio Romanini” hanno contribuito<br />

con cordialità e amicizia<br />

nell’accoglienza <strong>del</strong>le famiglie<br />

che sono intervenute alla<br />

celebrazione.<br />

DAL CENTRO<br />

PASTORALE<br />

• A 25 anni dalla morte<br />

di Paolo VI<br />

Mercoledi’ 10 dicembre è stata<br />

celebrata, una Messa da<br />

don Decio Cipolloni, assistente<br />

spirituale <strong>del</strong>l’ISI - Istituto<br />

Scientifico Internazionale<br />

Paolo VI di ricerca sulla fertilità<br />

e infertilità umana e <strong>del</strong><br />

Centro Studi Regolazione<br />

Naturale <strong>del</strong>la fertilità <strong>del</strong>l’U.C.S.C.,<br />

nella Cappella Ungherese,<br />

nelle tombe dei Papi<br />

a S. Pietro, a 25 anni dalla<br />

morte di Paolo VI.<br />

L’iniziativa è stata particolarmente<br />

apprezzata non solo<br />

per il calore pastorale con cui<br />

don Decio accompagna le nostre<br />

attività, ma anche perché<br />

è stata una commovente oc-<br />

Notiziario<br />

casione per riflettere sulla profetica<br />

Enciclica di Paolo VI, l’-<br />

Humanae vitae, fondamentale<br />

riferimento per l’attività <strong>del</strong><br />

Centro, a 35 anni dalla sua promulgazione.<br />

La coincidenza <strong>del</strong>la Messa in<br />

S. Pietro con la festa <strong>del</strong>la Madonna<br />

di Loreto, patrona <strong>del</strong>la<br />

famiglia e <strong>del</strong>l’aviazione ha<br />

richiamato ulteriormente a<br />

“guardare in alto“, verso l’autentico<br />

bene <strong>del</strong>la persona,<br />

alla ricerca di sintesi tra fede<br />

e scienza che, se ordinate allo<br />

sviluppo integrale <strong>del</strong>l’uomo,<br />

non sono mai in contraddizione.<br />

• Comunicazione<br />

in Ospedale<br />

Nel corso <strong>del</strong> Seminario sulla<br />

Comunicazione in ospedale,<br />

svoltosi in 10 edizioni per gli<br />

Operatori Sanitari <strong>del</strong> Policlinico<br />

Gemelli, don Decio Cipolloni,<br />

sempre presente per<br />

un gradito saluto, ci ha fatto<br />

dono di una preghiera che volentieri<br />

pubblichiamo.<br />

PREGHIERA PER TE<br />

CHE SERVI IL MALATO<br />

0 Signore Gesù,<br />

tu che vesti i panni <strong>del</strong> povero,<br />

<strong>del</strong> carcerato, <strong>del</strong>l’infermo,<br />

<strong>del</strong> bambino abbandonato<br />

e di ogni uomo che soffre,<br />

apri i nostri occhi a riconoscerti in loro.<br />

Consegnaci ancora il mandato <strong>del</strong>l’amore<br />

ed aiutaci ad indossare il grembiule <strong>del</strong> servizio<br />

perché la nostra vita si consacri<br />

in pienezza di opere<br />

a coloro che tu affidi al nostro amore.<br />

Rivestici <strong>del</strong>la tua umanità,<br />

perché il nostro volto riveli la tenerezza<br />

<strong>del</strong> tuo amore.<br />

Grazie per il bene che ci hai concesso di fare,<br />

perdonaci se siamo tentati di accontentarci.<br />

Decio Cipolloni


L’euforia <strong>del</strong> Natale di questa società<br />

non rappresenta il “mistero” <strong>del</strong>la<br />

Natività<br />

Don Decio Cipolloni<br />

Se tornasse Francesco d’Assisi, non so<br />

se ripresenterebbe ancora il mistero<br />

<strong>del</strong>la Natività, che in quel presepio<br />

di Greccio trovò tutto l’onore e la dignità,<br />

posta al centro <strong>del</strong>la venerazione e <strong>del</strong>la<br />

contemplazione <strong>del</strong>la gente di allora.<br />

Di quella Natività, di quella immagine sacra<br />

così eloquente da far entrare in estasi<br />

i santi, da stupire i bambini, da toccare<br />

il cuore anche dei più indifferenti, oggi se<br />

ne è fatto un oggetto decorativo mescolato<br />

tra le cose, esposto in vetrina tra abbigliamenti<br />

di ogni genere, tra abiti firmati<br />

a prezzi altissimi, sotto un albero di natale<br />

dominante di luci, tra fastosi regali.<br />

Quando poi la Natività diventa una gustosa<br />

composizione di cioccolato da mangiare,<br />

poveri noi! Questo non era l’intento <strong>del</strong><br />

poverello di Assisi. Egli in quel Bambino<br />

deposto nella mangiatoia contemplò il Dio<br />

<strong>del</strong>la gloria e <strong>del</strong>la croce, <strong>del</strong>la Parola e<br />

<strong>del</strong> silenzio. Il Dio che si può guardare in<br />

volto e si può riconoscere nella sua ricchezza<br />

fatta povertà, nella sua potenza fatta<br />

debolezza.<br />

Come potrà riemergere la Natività nella sua<br />

essenzialità, nella sua sacralità?<br />

Trovando uno spazio privilegiato nel cuore<br />

<strong>del</strong>le case, in ogni luogo laddove vivono e<br />

faticano gli uomini, nei presepi anche i più<br />

artistici ma senza che sia offuscata, allora<br />

avrà la forza di esprimere ciò che significa:<br />

la dignità <strong>del</strong>la vita, la semplicità <strong>del</strong> cuore,<br />

il mistero di una povertà che può tutti<br />

avvicinare a Dio, perché nella tenerezza di<br />

quel Bambino si è avvicinato all’uomo.<br />

San Leone Magno dice che davanti a quella<br />

Natività “non c’è spazio per la tristez-<br />

SPIRITUALITÀ<br />

Povera<br />

Natività<br />

za”, perché il Bambino <strong>del</strong>la grotta anche<br />

se è tanto povero non è triste, né arrabbiato,<br />

ma felice di essere in mezzo a coloro<br />

che sono poveri come lui. Alla sua grotta<br />

infatti non chiamò i gaudenti <strong>del</strong> tempo,<br />

ma i pastori, la categoria più disprezzata<br />

di allora, non solo perché poveri, ma<br />

perché dovevano ricorrere a qualche scippo<br />

per sopravvivere.<br />

Qui sta lo stupore! Furono proprio loro ad<br />

accogliere il grande annuncio: “Oggi è nato<br />

nella città di Davide un Salvatore, troverete<br />

un Bambino avvolto in fasce che<br />

giace in una mangiatoia”. È questo segno<br />

che li meravigliò e li spinse ad andare a<br />

trovare il Bambino, inteneriti davanti a lui<br />

perché povero e rifiutato come loro.<br />

È vero che è così stridente il divario tra chi<br />

vive questo Natale 2003 nell’euforia di una<br />

festa fatta di luci, di ricche mense, di abbondanti<br />

regali e invece tra chi ha per letto<br />

i cartoni, per mensa la strada, ma è anche<br />

vero che il cuore degli uni e degli altri<br />

davanti a Lui possono incontrarsi per<br />

lasciarsi liberare, i primi dalla tentazione<br />

<strong>del</strong>la loro sufficienza, i secondi dalla rabbia<br />

<strong>del</strong>la loro condizione. La tristezza de-<br />

COMUNICARE<br />

32<br />

gli uni per non avere nulla e l’insoddisfazione<br />

degli altri per avere troppo, sia dal<br />

Bambino di Betlemme trasformato in amore,<br />

perché non si soffra più per non essere<br />

amati, né per non sapere amare.<br />

Riconosciamo pure che se non tutti sono<br />

poveri, però tutti sono peccatori ed è in<br />

questa condizione che a tutti è rivolto l’invito<br />

di San Leone Magno: “gioisca il peccatore<br />

perché gli è offerto il perdono”.<br />

Allora non pretendere di avere la gioia <strong>del</strong><br />

perdono se non hai il tormento <strong>del</strong> peccato.<br />

È in questa professione di peccato<br />

che il Natale può donarci la conversione<br />

<strong>del</strong> cuore, la purificazione <strong>del</strong>lo spirito,<br />

perché il male non prevalga più su nessuno<br />

e l’amore vinca l’odio.<br />

Ma di fatto come è il Natale? Quello degli<br />

uomini è svuotato di senso e di significato,<br />

palliativo di emozioni e di istintivi<br />

sentimenti di bontà, più o meno pregnanti<br />

di amore, più o meno prolungati di feste<br />

e di incontri, di ritorni all’intimità familiare<br />

propizie e salutari, di itinerari turistici<br />

e culturali.<br />

È il Natale di Cristo che genera questa<br />

esaltante euforia o è la società dei consumi<br />

che se ne è appropriata? Non ci resta<br />

che cercare in Cristo Salvatore la verità <strong>del</strong>la<br />

nostra vita, l’amore che rigenera, il perdono<br />

che riconcilia.<br />

Nel Policlinico Gemelli la Natività con il<br />

suo presepio è posta in ogni reparto, ma<br />

a chi entra nella hall s’imbatte subito con<br />

un segno particolare che affianca il Presepio:<br />

una camera d’ospedale ricostruita<br />

in miniatura in tutti i suoi particolari con<br />

un letto vuoto mentre infermiera e medico<br />

fanno da sfondo. Non c’è il malato in<br />

quel letto perché è degnamente rappresentato<br />

da Gesù Bambino nella culla di<br />

Betlemme. Povero, fragile e debole Lui<br />

come povero e fragile è ogni malato, ma<br />

insieme sicuramente segnano la nostra vita<br />

di tanta umanità.

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