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Editoriale<br />
Mi è stato chiesto di recente di riflettere su quale sarà nel prossimo futuro il ruolo <strong>del</strong>l’ospedale<br />
nei sistemi sanitari.<br />
Non possedendo la sfera di cristallo, mi limiterò ad indicare quali, a mio parere, si possono individuare<br />
come linee principali di tendenza che, per comodità, sintetizzerei in tre direttrici di<br />
cambiamento.<br />
La prima la chiamerei focalizzazione. Ritengo infatti che le strutture ospedaliere saranno sempre più<br />
chiamate a concentrare l’attenzione sulle capacità clinico - assistenziali, con un impegno <strong>del</strong> management<br />
ospedaliero a sviluppare le professionalità che saranno in grado di competere in uno scenario<br />
sempre più competitivo. La conseguenza è uno snellimento degli assetti organizzativi grazie a<br />
processi di esternalizzazione che indurranno gli ospedali a liberarsi <strong>del</strong>le competenze non distintive<br />
affidandole a partner qualificati che erogano servizi a contenuti prevalentemente non clinici.<br />
La seconda direttrice possiamo definirla valorizzazione. Se le risorse umane mantengono comunque<br />
il primato per un’organizzazione professionale come l’ospedale, l’attenzione deve essere<br />
sempre più spinta verso soluzioni organizzative di information technology tendenti a favorire la<br />
condivisione <strong>del</strong>la conoscenza e la collaborazione inter-professionale. Siamo ancora indietro per<br />
quanto concerne le infrastrutture informatiche integrate negli ospedali, che sono le sole in grado<br />
di assicurare una disponibilità tempestiva e affidabile <strong>del</strong>l’informazione necessaria per il lavoro<br />
d’équipe che caratterizza oggi la medicina.<br />
La terza direttrice è individuabile nell’integrazione. Se la conoscenza è il perno centrale <strong>del</strong>la capacità<br />
<strong>del</strong>l’ospedale di dare risposte qualificate, un effetto ipotizzabile è quello <strong>del</strong>l’integrazione<br />
di reti ospedaliere in cui i singoli poli si caratterizzano come unità di eccellenza in specifiche aree<br />
cliniche dove si concentrano competenze e tecnologie. Già si avverte la tendenza degli ospedali<br />
ad alta intensità tecnologica e di conoscenza a concentrarsi sulla fase più acuta <strong>del</strong>la malattia, rinviando<br />
sul territorio molte di quelle attività che prima venivano gestite direttamente.<br />
In definitiva, penso che il futuro dagli ospedali sarà quello di sviluppare all’interno dei centri di<br />
eccellenza, ove si combinino il sapere, il saper fare, la funzionalità e l’umanizzazione, da integrare<br />
con la ricerca e la formazione, collegando il tutto con un sistema avanzato di rete che consenta<br />
continui scambi di informazioni e notizie.<br />
È sempre difficile immaginare quello che sarà il domani: ogni previsione, infatti, è a rischio di essere<br />
smentita. Ma rispetto a ciò che accadrà nel futuro <strong>del</strong>l’assistenza sanitaria, una cosa è certa:<br />
saranno le conoscenze scientifiche e il know-how manageriale a fare la differenza. L’unica cosa<br />
saggia che può essere suggerita oggi è investire nella programmazione di tutte quelle professionalità<br />
scientifiche, economiche, manageriali e tecnologiche che guideranno la sanità domani.<br />
COMUNICARE<br />
1<br />
Antonio Cicchetti
COMUNICARE<br />
BIMESTRALE D’INFORMAZIONE INTERNA. SEDE DI ROMA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE.<br />
ANNO XV. NUOVA SERIE – N. 1 – GENNAIO-FEBBRAIO 2004<br />
Comunicare - Anno XV.<br />
Nuova serie - Numero 1<br />
Periodico di informazione interna<br />
<strong>del</strong>la sede di Roma <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />
<strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong><br />
Bimestrale<br />
Gennaio – Febbraio 2004<br />
DIRETTORE:<br />
Antonio Cicchetti<br />
RESPONSABILE:<br />
Domenico Tavani<br />
REDAZIONE<br />
Francesco Gemelli<br />
(redattore capo),<br />
Marilina Pogutz Scrascia<br />
SEGRETERIA<br />
Michelina Misantoni<br />
Antonietta Fiorenti<br />
UFFICI DI REDAZIONE<br />
Largo Francesco Vito, 1<br />
00168 Roma<br />
Tel. 0630154013-0630155129<br />
e-mail comunicare@rm.unicatt.it<br />
www.rm.unicatt.it/Comunicare<br />
PROGETTO GRAFICO<br />
Oliviero Ciriaci<br />
STAMPA<br />
I.G.E.R. srl<br />
Via Carlo Tommaso Odescalchi, 67a –<br />
00147 Roma<br />
HANNO COLLABORATO AI TESTI<br />
A. Chiovenda, A. Cosentino,<br />
N. D’Alessio, D. Esposito, B. Gisotti,<br />
P. Guerra, G. Iasilli, G. Manara,<br />
S. Minguzzi, R. Proietti Mancini,<br />
M. Ripa, S. Salomone<br />
FOTO<br />
Servizio Fotoriproduzioni<br />
e Stampa U.C.S.C.<br />
Chiuso in redazione<br />
il 15 gennaio 2004<br />
Autorizz. <strong>del</strong> Trib. di Roma<br />
n. 390 <strong>del</strong> 15/6/1990<br />
COMITATO DI COORDINAMENTO<br />
Mons. Gianni Ambrosio,<br />
Antonio Cicchetti, Andrea<br />
Cambieri, Nicola Cerbino,<br />
Paolo Garavaglia, Giampietro<br />
Massacci, Domenico Tavani<br />
In copertina: la cerimonia<br />
di inaugurazione <strong>del</strong>l’anno<br />
accademico 2003-2004 nella<br />
Facoltà di Medicina e Chirurgia.<br />
Sommario<br />
Editoriale................................................................................................1<br />
Start in Facoltà per l’anno accademico...........................................3<br />
Conciliare lavoro e famiglia oggi è più facile ................................7<br />
Progetto Nostos .....................................................................................9<br />
Black out: esperienza positiva al Gemelli....................................10<br />
Ammalarsi di cibo..............................................................................12<br />
Presenti sul territorio ........................................................................14<br />
Benvenute matricole .........................................................................15<br />
Dai centri di eccellenza alle reti ....................................................16<br />
Sanità Pubblica e organizzazione <strong>del</strong>l’ospedale .........................19<br />
È possibile nascere due volte..........................................................21<br />
Ferdinando Ormea, medico e umanista .......................................23<br />
Informazioni........................................................................................25<br />
Dal corpo docente..............................................................................25<br />
Dal centro pastorale ..........................................................................27<br />
Formazione ..........................................................................................27<br />
Scienza e cultura................................................................................30<br />
Notiziario .............................................................................................30<br />
Povera natività ....................................................................................32
Lunedì 24 novembre si è svolta la<br />
solenne inaugurazione <strong>del</strong>l’anno<br />
accademico 2003-2004 <strong>del</strong>la Facoltà<br />
di Medicina e Chirurgia. Come sempre<br />
il primo atto ufficiale è stato la Santa<br />
Messa concelebrata da Sua Eminenza<br />
il Cardinale Camillo Ruini. La Chiesa centrale,<br />
arricchita intorno all’altare da cesti<br />
di rose rosse, colore simbolo <strong>del</strong>le facoltà<br />
di medicina, ha riunito tutte le com-<br />
2003 – 2004<br />
Start in Facoltà<br />
per l’anno accademico<br />
Come da tradizione l’anno accademico<br />
è stato inaugurato con solennità,partecipazione<br />
e interesse. Fiducia e dedizione<br />
in Dio,autonomia e libertà <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />
<strong>Cattolica</strong>, ruolo <strong>del</strong> medico:questi<br />
i temi svolti dal Cardinale Ruini,<br />
dal Rettore e dal Preside. La prolusione<br />
<strong>del</strong> prof. Chiarotti sul doping<br />
Marilina Pogutz Scrascia<br />
ponenti <strong>del</strong>la sede romana <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />
<strong>Cattolica</strong> e molti ospiti. Mons. Ambrosio<br />
in apertura ha ricordato che il 16 novembre<br />
1903, Padre Gemelli accertava la<br />
sua vocazione religiosa che lo avrebbe<br />
portato a farsi frate francescano. Durante<br />
la sua omelia, il Cardinale Ruini ha fortemente<br />
insistito su un insegnamento fondamentale<br />
che deve essere valido per tutti:<br />
la fiducia e la dedizione in Dio debbono<br />
guidare la vita di ognuno. Ha poi ricordato<br />
il sacrificio di Annalena Tonelli,<br />
la missionaria laica uccisa nel mese di ottobre<br />
nel Somaliland. “Questa testimonianza<br />
e questa dedizione, ha sottolineato<br />
il Cardinale, sono ciò che alimentano<br />
la vita stessa <strong>del</strong>la Chiesa e le realizzazioni<br />
che i cattolici riescono a costruire attraverso<br />
il loro impegno”. Tra queste realizzazioni<br />
cita l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong><br />
<strong>Cuore</strong> e il Policlinico Gemelli. “Questo<br />
spirito di dedizione e di fiducia in Dio,<br />
COMUNICARE<br />
3<br />
ha proseguito il Card. Ruini, non intende<br />
sostituire la competenza, le strutture e<br />
le risorse di cui c’è evidente bisogno. Ma<br />
vuole dare un’anima a tutto ciò attraverso<br />
le persone, perché solo attraverso di<br />
loro questa fiducia e questa dedizione<br />
giungono alle istituzioni. Ringraziamo Dio<br />
perché all’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> e al Policlinico<br />
Gemelli già adesso è così in grande<br />
misura, ma chiediamo anche al Signore<br />
e a noi stessi che sia in misura ancora<br />
maggiore. Su questa base possiamo<br />
guardare con fiducia al presente e al futuro,<br />
in un momento triste e difficile per<br />
l’Italia e per il mondo. Fondiamoci su Gesù<br />
Cristo, che è la nostra pietra angolare<br />
Il Rettore, prof. Lorenzo Ornaghi,<br />
inaugura l’anno accademico 2003-<br />
2004. Alla sua destra il prof. Marcello<br />
Chiarotti, alla sua sinistra il Preside,<br />
prof. Pasquale Marano.
Uno scorcio <strong>del</strong>l’Auditorium durante il discorso d’apertura <strong>del</strong> Rettore.<br />
su cui è costruita la Chiesa intera e tutto<br />
ciò che nasce dall’ispirazione cristiana.<br />
Solo così è possibile costruire condizioni<br />
di libertà, di giustizia e di pace, ma anche<br />
di perdono e di riconciliazione. Queste<br />
condizioni non riguardano solo gli scenari<br />
internazionali, ma attraversano tutto<br />
il tessuto <strong>del</strong>la società e la vita quotidiana<br />
<strong>del</strong>le persone e <strong>del</strong>le famiglie.<br />
E, in particolare, prosegue il Cardinale,<br />
visto che siamo qui alla Facoltà di Medicina<br />
e al Policlinico Gemelli, ricordiamoci<br />
di quella dimensione tanto importante<br />
nella vita di tutti: la salute. Salute e malattia<br />
pesano molto sul tessuto umano e<br />
chi opera in questo ambito è a diretto contatto<br />
ed entra in rapporto profondo con<br />
questa sfera nevralgica ed universale <strong>del</strong>l’esperienza<br />
umana. Specialmente in questo<br />
campo è doverosa un’intima collabo-<br />
razione tra l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> e la Chiesa<br />
e sono lieto di assicurare tutto l’impegno<br />
<strong>del</strong>la Diocesi di Roma a favore <strong>del</strong>l’Ateneo.<br />
Ringrazio anche per tutto ciò che<br />
la Facoltà di Medicina e il Gemelli fanno<br />
per la gente di Roma e per quelli che vengono<br />
qui a curarsi. Proprio questo senso<br />
profondo <strong>del</strong>l’umanesimo cristiano deve<br />
anche essere il sale che dà sapore al Progetto<br />
culturale <strong>del</strong>la Chiesa in Italia”.<br />
In Auditorium si è svolta, come gli altri<br />
anni, la cerimonia ufficiale <strong>del</strong>l’inaugurazione<br />
<strong>del</strong>l’anno accademico. Iniziando la<br />
sua relazione il Rettore, dopo aver ribadito<br />
“il sentimento autentico di appartenenza<br />
a questa istituzione universitaria,<br />
l’affetto e l’amore per la nostra comunità”,<br />
ha espresso alcune considerazioni “relative<br />
soprattutto alle trasformazioni <strong>del</strong> sistema<br />
universitario nazionale, al loro sen-<br />
COMUNICARE<br />
4<br />
so più profondo, alla loro auspicabile e<br />
possibile direzione”.<br />
Prima ha voluto esporre un bilancio <strong>del</strong>l’anno<br />
appena concluso, anno da lui definito<br />
di “sperimentazione”, in particolar<br />
modo nel campo <strong>del</strong>la formazione degli<br />
studenti, che attualmente sfiorano le 43<br />
mila unità. Il Rettore ha poi illustrato le<br />
realizzazioni nell’ambito <strong>del</strong>la Facoltà di Medicina<br />
e Chirurgia. Ha ricordato che proprio<br />
un anno fa veniva inaugurato il Centro<br />
di ricerca e formazione ad alta tecnologia<br />
nelle scienze biomediche di Campobasso,<br />
quinta sede <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>.<br />
Vi sono state avviate le attività ambulatoriali<br />
e aperto il primo reparto di degenza<br />
e, entro il 2004, saranno disponibili altri<br />
180 posti letto e 4 sale operatorie. Sono<br />
già stati attivati due corsi di laurea <strong>del</strong>le<br />
professioni sanitarie di “Infermiere” e di<br />
“Tecnico sanitario di Radiologia medica”.<br />
A Roma, tra le varie innovazioni, ha citato<br />
l’apertura <strong>del</strong> Centro Europeo di Formazione<br />
in Endoscopia e la nuova struttura<br />
<strong>del</strong>la Piastra polifunzionale in parte<br />
realizzata e in parte in via di attuazione.<br />
Inoltre vi è una nuova sede per la risonanza<br />
magnetica, la TAC e un bunker per la brachiterapia.<br />
Da segnalare l’avvio <strong>del</strong> Progetto<br />
per l’installazione di una PET (tomografia<br />
ad emissione di positroni), che pochi<br />
presidi sanitari in Italia possiedono,<br />
nonché la realizzazione <strong>del</strong>l’impianto di<br />
cogenerazione.<br />
Il Rettore parla poi “<strong>del</strong>la natura policentrica<br />
<strong>del</strong>la nostra <strong>Università</strong> che è davvero<br />
preziosa, da custodire gelosamente e da<br />
valorizzare sempre più, proprio perché siamo<br />
e restiamo un ateneo a dimensione nazionale”.<br />
Da cui deriva la necessità di rafforzare<br />
l’organica cooperazione fra le sedi,<br />
favorire la sistematica condivisione <strong>del</strong>le<br />
competenze presenti nelle diverse realtà”.<br />
A questo punto il Rettore riprende le<br />
considerazioni formulate all’inizio: “stiamo<br />
davvero cercando di intuire e cogliere la<br />
natura essenziale di ciò che ci sembra stia<br />
così rapidamente cambiando? E davvero<br />
vogliamo avanzare, calcolando realisticamente<br />
sacrifici e positive opportunità, lungo<br />
le direzioni in cui desideriamo e scegliamo<br />
di andare?” Il Rettore individua<br />
nell’autonomia e nella libertà, insieme con<br />
le qualità scientifico-didattiche e il senso<br />
di responsabilità <strong>del</strong> ceto docente, le grandi<br />
risorse per far crescere un ateneo in<br />
campo nazionale ed europeo. “Il complesso
di queste trasformazioni sta esigendo una<br />
presenza più convinta ed efficace <strong>del</strong>le<br />
<strong>Università</strong>, sta domandando alle <strong>Università</strong><br />
di essere veramente sedi di produzione<br />
<strong>del</strong>la ricerca scientifica e di alta formazione,<br />
“focolai”, come già le definiva Padre<br />
Gemelli, <strong>del</strong>l’intelligenza, <strong>del</strong> progresso civile<br />
e intellettuale. Si comprende allora,<br />
credo, perché in forza <strong>del</strong>la nostra autonomia<br />
e libertà noi costituiamo un paradigma<br />
anche dentro e per il sistema universitario<br />
nazionale”. Il Rettore ha poi proseguito:<br />
“quanto più sapremo credere nella<br />
nostra autonomia, quanto più sapremo<br />
impiegarla bene, tanto più essa sarà non<br />
solo uno strumento, bensì un giacimento<br />
di senso per tutto quello che di nuovo dobbiamo<br />
fare nel campo <strong>del</strong>la formazione,<br />
<strong>del</strong>l’assistenza al malato e <strong>del</strong>la gestione <strong>del</strong>le<br />
risorse ospedaliere, per tutto quello che<br />
di nuovo vogliamo progettare e produrre<br />
nel campo <strong>del</strong>la ricerca scientifica”. Il Rettore<br />
ha anche ricordato che è proprio la<br />
ricerca scientifica che determina il rango<br />
internazionale di un Ateneo. Il Rettore ha<br />
concluso il suo intervento ricordando Padre<br />
Gemelli, la sua vocazione in cui “la nostra<br />
<strong>Università</strong> sempre ritrova uno dei suoi<br />
essenziali principi, cui tornare nei punti più<br />
<strong>del</strong>icati <strong>del</strong>la sua storia o nelle fasi decisive<br />
<strong>del</strong> suo sviluppo. In quei giorni, ricchi<br />
di ragioni umane e di fattori provvidenziali,<br />
stanno le origini <strong>del</strong> “miracolo” che, nel<br />
breve arco temporale di due decenni, trasformò<br />
in realtà l’idea e la causa <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />
dei cattolici italiani. A quei giorni<br />
dobbiamo guardare, ora che è sempre più<br />
indispensabile cercare di orientare i cambiamenti<br />
per non dovere subirli inermi”.<br />
In alto: i professori G. Arcovito,<br />
B. Giardina, B. B. Azzena,<br />
N. Gentiloni Silveri, G. Ricciardi.<br />
In basso: i professori A. Pontecorvi,<br />
M. Maurizi, L. Scullica, N. Castellino,<br />
P. Preziosi. Dietro: C. Logroscino<br />
e V. Pascali.<br />
Ha quindi preso la parola il Preside che<br />
si è posto una domanda: “In un periodo<br />
di profondi e significativi cambiamenti sia<br />
in ambito universitario che sanitario le<br />
Facoltà mediche hanno necessità di chiedersi:<br />
chi è il medico oggi?” e come seconda<br />
domanda “Ma cosa è la salute?” Su<br />
questo stretto legame tra medico e salute<br />
si è sviluppato l’intervento <strong>del</strong> Preside. E<br />
per logica conseguenza ha affrontato il tema<br />
<strong>del</strong>l’efficientismo organizzativo, <strong>del</strong>le<br />
strategie di scelta <strong>del</strong>le prestazioni mediche.<br />
“La scelta medica, ha detto il Presi-<br />
COMUNICARE<br />
5<br />
de, mira oggi all’appropriatezza, raggiungibile<br />
attraverso il corretto impiego di strumenti<br />
analitici in cui confluiscono e si fondono<br />
efficienza, efficacia e convenienza”.<br />
Vi sono tuttavia grandi difficoltà per raggiungere<br />
l’obiettivo: il mutato rapporto fra<br />
società e medicina, la crisi <strong>del</strong> rapporto fiduciale<br />
fra società e medico, il progressivo<br />
distacco <strong>del</strong> medico dal paziente e le<br />
scelte che vengono condizionate da freddi<br />
parametri scientifico-economici. Dopo<br />
la disamina di questi quattro fondamentali<br />
punti che il Preside chiama “i termini<br />
<strong>del</strong>la sfida che ci attende” inevitabilmente<br />
scaturisce la domanda “Come far<br />
fronte a questa sfida?” Sicuramente con<br />
una formazione medica dove si tenga conto<br />
anche <strong>del</strong>l’aspetto educativo. “È indispensabile,<br />
sottolinea il Preside, un forte<br />
recupero di valori etici e deontologici”.<br />
Anche l’istruzione medica necessita di venir<br />
modificata e perfezionata per essere<br />
adeguata alle richieste e anche alle limitazioni<br />
imposte dalla società che cambia.<br />
Quindi “educazione e istruzione sono lo<br />
scopo <strong>del</strong>la formazione medica”.<br />
Il Preside conclude dicendo che “la formazione<br />
medica è, oggi più che mai, un<br />
problema prioritario”.<br />
A conclusione il Preside ricorda il prof.<br />
Ernesto De Santis, prematuramente scomparso.<br />
Vengono poi consegnate <strong>del</strong>le targhe<br />
ricordo ai professori che quest’anno<br />
hanno lasciato l’attività: Eugenio Alcini,<br />
Giuseppe Brandi, Vito Di Donna, Aldo Virgilio<br />
Greco, Roberto Mori, Luigi Ortona,<br />
Giovanna Pastore, Corrado Pontalti, Roberta<br />
Ricci, Elio Salvaggio, Giuseppe Segni e<br />
Luigi Troncone.
Il prof. Chiarotti durante la sua prolusione<br />
inaugurale.<br />
Prima di dare la parola al prof. Chiarotti<br />
per la prolusione inaugurale il Rettore ha<br />
letto il messaggio inviato da Sua Eminenza<br />
il Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo<br />
di Milano e Presidente <strong>del</strong>l’Istituto<br />
Toniolo.<br />
“A ciascuno di voi rivolgo il mio saluto<br />
sincero e cordiale. In particolare saluto con<br />
rispetto e affetto Sua Eminenza il Cardinale<br />
Camillo Ruini, il Rettore Magnifico,<br />
il Preside prof. Marano, i professori e gli<br />
studenti <strong>del</strong>la Facoltà di Medicina e Chirurgia<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong><br />
<strong>Cuore</strong>. Con il saluto, rivolgo l’augurio fraterno<br />
per il nuovo anno accademico. Siamo<br />
tutti convinti <strong>del</strong>l’importanza <strong>del</strong>lo studio<br />
rigoroso, serio e approfondito <strong>del</strong>la<br />
scienza medica, così come siamo sempre<br />
più consapevoli che oggi, di fronte alla<br />
straordinaria e benefica crescita <strong>del</strong>la tecnologia,<br />
riveste una singolare urgenza l’approccio<br />
umanistico e personalistico sia nella<br />
ricerca medica, sia nella professione e<br />
quindi nella relazione con la persona malata<br />
e sofferente. A questo proposito desidero<br />
ricordare come Padre Gemelli, che ha<br />
voluto con grande determinazione questa<br />
Facoltà di Medicina, era instancabile nel<br />
sollecitare una vera e autentica formazione<br />
dei futuri medici, scientificamente preparati,<br />
umanamente ricchi e cristianamente<br />
fondati. E Gemelli additava in San Giuseppe<br />
Moscati l’esempio concreto e vivo, affascinante<br />
sotto il profilo <strong>del</strong>la scienza e <strong>del</strong>la<br />
prassi, cui rivolgersi per attuare il compito<br />
di questa Facoltà nel preparare intellet-<br />
tualmente, moralmente e cristianamente<br />
gli studenti. Sono lieto<br />
di sapere che in occasione <strong>del</strong>l’inaugurazione<br />
<strong>del</strong>l’anno accademico<br />
sia stata allestita una interessante<br />
mostra dedicata alla figura<br />
di San Giuseppe Moscati.<br />
Rinnovo ancora il mio augurio e<br />
saluto tutti con stima e affetto”.<br />
La prolusione, affidata al prof.<br />
Marcello Chiarotti, ordinario di<br />
Tossicologia forense, ha trattato il<br />
tema <strong>del</strong> doping, argomento che<br />
certamente interessa e incuriosisce<br />
l’opinione pubblica e soprattutto<br />
i giovani. Il prof. Chiarotti definisce<br />
innanzitutto cosa è il doping:<br />
“l’uso non terapeutico di sostanze<br />
finalizzato a migliorare artificiosamente<br />
le prestazioni sportive”.<br />
Le motivazioni all’uso <strong>del</strong><br />
doping possono essere riconducibili alla<br />
ricerca di potenziamento muscolare, mistica<br />
<strong>del</strong>la vittoria, ricerca di mo<strong>del</strong>li estetici,<br />
interessi e pressioni ambientali, facile<br />
reperibilità <strong>del</strong>le sostanze dopanti, confidenza<br />
all’uso dei farmaci che non tiene<br />
conto dei rischi connessi alla loro tossicità<br />
acuta e cronica, e dei danni a carico <strong>del</strong><br />
sistema nervoso centrale e periferico, <strong>del</strong><br />
sistema immunitario, cardio-vascolare,<br />
muscolo-scheletrico, neuro endocrino e<br />
metabolico. A testimonianza <strong>del</strong>la gravità<br />
<strong>del</strong> problema, diversi organismi istituzionali,<br />
tra cui il Ministero <strong>del</strong>la Salute e<br />
il CONI, stanno lanciando campagne in-<br />
COMUNICARE<br />
6<br />
formative rivolte a quanti praticano attività<br />
sportive. Dato che il fenomeno <strong>del</strong><br />
doping è chiaramente un fatto clandestino,<br />
è difficile effettuare approfondite indagini<br />
epidemiologiche e documentare<br />
quindi l’ampiezza <strong>del</strong> fenomeno.<br />
Nel 2000 è stata introdotta in Italia la legge<br />
n. 376 denominata “Disciplina nella tutela<br />
<strong>del</strong>le attività sportive e lotta contro il<br />
doping” che istituisce il reato di doping, illustra<br />
quali sono le sostanze e i metodi vietati<br />
e ne stabilisce l’accertamento. Quest’ultimo,<br />
che coinvolge le scienze bio-mediche<br />
e quelle medico legali, verrà effettuato<br />
mediante la creazione di laboratori<br />
regionali per il controllo sanitario sull’attività<br />
sportiva. Questi laboratori saranno<br />
sempre più concepiti in virtù di una sinergia<br />
risultante da competenze polidisciplinari<br />
comprendenti la tossicologia analitica,<br />
la biochimica clinica e l’ematologia.<br />
Dopo una dettagliata illustrazione dei vari<br />
tipi di analisi di laboratorio il prof. Chiarotti<br />
conclude dicendo che “l’accertamento<br />
<strong>del</strong> doping richiede uno straordinario impegno<br />
per l’armonizzazione a livello nazionale<br />
e internazionale di tecniche e di metodiche<br />
diagnostiche che debbono essere<br />
in grado di fronteggiare un fenomeno in<br />
evoluzione qualitativa e quantitativa”.<br />
Il Rettore riprende la parola per invitare i<br />
presenti a visitare la mostra itinerante dedicata<br />
a san Giuseppe Moscati, allestita<br />
nell’atrio adiacente l’Auditorium. Dichiara<br />
infine ufficialmente aperto l’anno accademico<br />
2003 – 2004.<br />
Il Card. Camillo Ruini con Mons. Damião António Franklin, arcivescovo di<br />
Luanda (Angola) e Rettore <strong>del</strong>la locale <strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>.
La legge 53/2000 promuove l’equilibrio<br />
tra i tempi di lavoro, di cura,<br />
di formazione e di relazione per<br />
tutti i lavoratori, uomini e donne: vediamo<br />
come<br />
Tiziana Lang*<br />
La legge 8 marzo 2000 n. 53 per<br />
“il sostegno <strong>del</strong>la maternità e<br />
<strong>del</strong>la paternità, per il diritto alla<br />
cura e alla formazione e<br />
per il coordinamento dei tempi<br />
<strong>del</strong>le città”, si inserisce nel<br />
quadro più ampio <strong>del</strong>la disciplina<br />
nazionale e comunitaria<br />
sui sistemi <strong>del</strong>la conciliazione.<br />
In ambito europeo, le prime<br />
azioni adottate al fine di tutelare<br />
il benessere <strong>del</strong>l’individuo<br />
risalgono agli anni<br />
Settanta, ma solo negli ultimi<br />
anni sono state intraprese<br />
azioni a favore <strong>del</strong>la conciliazione<br />
tra vita lavorativa<br />
e vita familiare; è importante<br />
ricordare, a questo proposito<br />
la Direttiva 96/34/CE<br />
<strong>del</strong> Consiglio europeo sui<br />
“Congedi parentali e per motivi<br />
familiari” <strong>del</strong> 3 giugno<br />
1996 (modificata dalla Direttiva<br />
97/75/CE <strong>del</strong> Consiglio,<br />
<strong>del</strong> 15 dicembre 1997).<br />
In Italia, grazie al diffondersi di una<br />
maggiore sensibilizzazione sul tema <strong>del</strong>la<br />
conciliazione, lo sforzo <strong>del</strong> legislatore<br />
è stato indirizzato all’elaborazione di<br />
una norma di legge (53/2000) tra le più<br />
innovative in Europa, in quanto rivolta<br />
sia alle donne che agli uomini, per una<br />
piena realizzazione <strong>del</strong> principio <strong>del</strong>l’uguaglianza<br />
dei diritti tra i due sessi.<br />
PRIMO PIANO<br />
Conciliare<br />
lavoro e famiglia<br />
oggi è più facile<br />
La conciliazione tra lavoro e famiglia<br />
tuttavia, assume ancora nel nostro Paese<br />
valenze completamente diverse a seconda<br />
<strong>del</strong> genere. È quanto si evince<br />
dalle conclusioni <strong>del</strong>l’indagine Istat sull’utilizzo<br />
<strong>del</strong> tempo (2002), che mette in<br />
rilievo come siano le donne a sostenere<br />
la maggior parte <strong>del</strong> carico di lavoro<br />
familiare. La giornata lavorativa di queste<br />
ultime, infatti, risulta non esaurirsi<br />
al di fuori <strong>del</strong>le mura domestiche, bensì<br />
proseguire per un periodo di tempo<br />
variabile dalle due alle cinque ore, all’interno<br />
<strong>del</strong>l’ambito familiare in un lavoro<br />
di cura che, oltre a non essere di<br />
soddisfazione professionale, ne limita<br />
anche le opportunità di relazione all’esterno<br />
(attività ricreative e sociali). Questo<br />
al contrario di quanto accade agli<br />
uomini che, in genere, tendono a mantenere<br />
la propria prerogativa di scelta tra<br />
COMUNICARE<br />
7<br />
il dedicarsi alla vita familiare oppure alle<br />
attività sociali, civiche e sportive.<br />
La legge 53/2000, dunque, si inserisce<br />
in questo contesto promovendo in primo<br />
luogo l’equilibrio tra tempi di lavoro,<br />
di cura, di formazione e di relazione<br />
per tutti i lavoratori, uomini e<br />
donne, attraverso:<br />
- l’istituzione dei congedi parentali (padre<br />
- madre) e l’estensione <strong>del</strong> sostegno<br />
ai genitori di soggetti portatori di<br />
handicap;<br />
- l’istituzione di congedi per la formazione<br />
continua e l’estensione dei congedi<br />
stessi per la formazione;<br />
- il coordinamento dei tempi <strong>del</strong>le città<br />
e la promozione <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> tempo<br />
per fini di solidarietà sociale.<br />
Il tema <strong>del</strong>la conciliazione è affrontato<br />
secondo un approccio globale e integrato<br />
che prevede la collaborazione
di tutti i soggetti in campo (lavoratori,<br />
datori di lavoro, parti sociali, enti locali,<br />
società civile), al fine di introdurre<br />
flessibilità destinate a favorire la conciliazione<br />
tra vita professionale e vita<br />
familiare, nonché la stessa redistribuzione<br />
tra i generi dei ruoli familiari.<br />
In particolare, il Capo III <strong>del</strong>la legge,<br />
all’art. 9, introduce forme di flessibilità<br />
<strong>del</strong>l’orario con riferimento elettivo,<br />
ma non esclusivo, alla cura dei figli,<br />
prevedendo contributi a favore <strong>del</strong>le<br />
“aziende che applicano accordi contrattuali<br />
in merito ad azioni positive<br />
per la flessibilità”, quali: progetti appositamente<br />
concepiti atti a consentire<br />
al lavoratore padre o alla lavoratrice<br />
madre di usufruire di specifiche forme<br />
di flessibilità di orario; interventi<br />
formativi per il reinserimento dei lavoratori<br />
nell’attività lavorativa a seguito<br />
<strong>del</strong> periodo di congedo; progetti<br />
che prevedono e sostengono la sostituzione<strong>del</strong>l’imprenditore/imprenditrice<br />
o <strong>del</strong> lavoratore autonomo, che<br />
intenda beneficiare <strong>del</strong> periodo di<br />
astensione obbligatoria o dei congedi<br />
parentali, con altro/a imprenditore/imprenditrice<br />
o lavoratore autonomo.<br />
Nel primo caso si tratta di azioni positive,<br />
promosse dalle aziende, che devono<br />
essere articolate al fine di consentire<br />
alla lavoratrice madre o al lavoratore<br />
padre, anche quando uno dei<br />
due sia lavoratore autonomo, o anche<br />
quando si tratti di genitori affidatari o<br />
adottivi, di utilizzare determinate forme<br />
di flessibilità degli orari e di organizzazione<br />
<strong>del</strong> lavoro, tra le quali “il<br />
part-time reversibile, il telelavoro e il<br />
lavoro a domicilio, l’orario flessibile in<br />
entrata e in uscita, la banca <strong>del</strong>le ore,<br />
la flessibilità sui turni, l’orario concentrato”,<br />
come recita la lett. b), comma<br />
1, <strong>del</strong>l’art.9.<br />
Nel secondo caso, si fa riferimento alla<br />
realizzazione da parte <strong>del</strong>le aziende<br />
di programmi di formazione finalizzati,<br />
oltre che al necessario aggiornamento<br />
professionale, ad agevolare il<br />
reinserimento nelle unità produttive<br />
di appartenenza, e con uguali funzioni,<br />
dei lavoratori e <strong>del</strong>le lavoratrici che<br />
hanno goduto di un periodo di congedo<br />
per maternità, paternità oppure di<br />
un congedo parentale.<br />
Nel terzo caso, infine, è possibile rea-<br />
• Per conciliazione di vita familiare e vita professionale si intende l’introduzione<br />
di azioni sistemiche che prendono in considerazione le esigenze<br />
<strong>del</strong>la famiglia, di congedi parentali, di soluzioni per la cura dei bambini e<br />
degli anziani, e lo sviluppo di un contesto e di un’organizzazione <strong>del</strong> lavoro<br />
tali da agevolare la conciliazione <strong>del</strong>le responsabilità lavorative e di quelle<br />
familiari per le donne e gli uomini.<br />
• Per azione positiva si intende l’insieme di misure indirizzate ad un gruppo<br />
particolare con l’obiettivo di eliminare e di prevenire la discriminazione,<br />
o di compensare gli svantaggi derivanti dagli atteggiamenti, dai comportamenti<br />
e dalle strutture esistenti.<br />
• È prevista la priorità per i genitori di bambini fino a otto anni di età o fino<br />
a dodici anni, in caso di affidamento o di adozione<br />
lizzare azioni positive tese a garantire<br />
la fruizione dei congedi di maternità,<br />
paternità e parentali anche alle donne<br />
e agli uomini impegnati nel lavoro autonomo<br />
ed imprenditoriale.<br />
Tra le condizioni di ammissibilità al<br />
finanziamento pubblico la presenza di<br />
accordi collettivi stipulati con le OOSS<br />
più rappresentative a livello provinciale<br />
o aziendale, accordi che devono<br />
essere rivolti a diffondere una prassi generale<br />
che consenta alle esigenze di<br />
flessibilità dei lavoratori di essere soddisfatte<br />
prioritariamente rispetto alle<br />
necessità <strong>del</strong>l’azienda e che permetta<br />
di fornire soluzioni dirette a specifiche<br />
esigenze di flessibilità dei singoli lavoratori.<br />
Per quanto concerne una prima valutazione<br />
degli risultati <strong>del</strong>l’applicazione<br />
<strong>del</strong>l’art.9, è possibile rilevare come<br />
nel corso dei primi due anni siano stati<br />
ammessi a finanziamento (totale o<br />
parziale) 52 progetti, la maggior parte<br />
dei quali rivolta alla realizzazione <strong>del</strong>le<br />
azioni positive previste alle lettere<br />
a) e b) <strong>del</strong> comma 1 e, quindi, alla sperimentazione<br />
di forme di flessibilità<br />
nel lavoro dipendente.<br />
Ci sembra opportuno mettere in evidenza<br />
come, anche grazie all’azione di<br />
promozione <strong>del</strong>la misura svolta su tutto<br />
il territorio nazionale da parte <strong>del</strong>le<br />
Amministrazioni cofirmatarie <strong>del</strong>la<br />
Legge 53/2000 (Welfare e Pari Opportunità)<br />
e alla conseguente aumentata<br />
consapevolezza nelle aziende, nei<br />
lavoratori e nelle lavoratrici <strong>del</strong>le possibilità<br />
di conciliazione offerte dalla<br />
norma di legge, il numero dei proget-<br />
COMUNICARE<br />
8<br />
ti presentati ed ammessi al finanziamento<br />
sia gradualmente aumentato,<br />
passando dai 7 ammessi <strong>del</strong> primo bando<br />
(novembre 2001) ai 23 ammessi <strong>del</strong><br />
bando di ottobre 2002.<br />
Un ultima considerazione circa la flessibilità<br />
organizzativa: essa appare, al<br />
momento, elemento vincente per il<br />
nuovo sistema <strong>del</strong>le imprese. Un sistema<br />
che, per essere efficiente e per<br />
rispondere alla sfida <strong>del</strong>la globalizzazione,<br />
deve produrre innovazione, sia<br />
nella gestione <strong>del</strong>le strutture e dei mo<strong>del</strong>li<br />
di organizzazione e di produzione<br />
sia nel territorio. Dunque: flessibilità<br />
nelle tipologie dei lavori, flessibilità<br />
nella gestione e nei mo<strong>del</strong>li organizzativi,<br />
flessibilità nella creazione di<br />
reti di impresa volte a integrare produzione<br />
e servizi e, conseguentemente,<br />
in grado di sostenere la competizione.<br />
In questa strategia la risorsa umana, la<br />
sua valorizzazione in termini di competenze<br />
e di motivazione, diviene l’anello<br />
di congiunzione tra politiche interne<br />
ed esterne <strong>del</strong>le imprese.<br />
Il tema <strong>del</strong>la conciliazione, secondo<br />
questa chiave di lettura, esce da un’ottica<br />
riduttiva di ricerca di soluzioni per<br />
le necessità e le esigenze personali <strong>del</strong>la<br />
donna, legate a determinati cicli vitali,<br />
per trasformarsi in fattore di rinnovamento<br />
<strong>del</strong> sistema produttivo e<br />
<strong>del</strong> tessuto sociale, di tutta una serie<br />
di politiche (d’impresa, sociali e <strong>del</strong><br />
territorio) più rispondenti ai bisogni<br />
soggettivi di donne e uomini.<br />
Ricercatrice, Isfol –<br />
Unità Pari Opportunità.
PROGETTO NOSTOS<br />
Un nome greco per sintetizzare in una<br />
parola la filosofia <strong>del</strong> nuovo progetto <strong>del</strong>la<br />
Sede di Roma <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />
<strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong>: parliamo <strong>del</strong> Progetto<br />
Nostos, letteralmente “Ritorno”.<br />
Obiettivo principale <strong>del</strong>la proposta è,appunto,<br />
quello di favorire il rientro, in ambito<br />
lavorativo,<strong>del</strong> personale assente per<br />
congedo, sia esso per maternità/paternità<br />
o parentale.<br />
In seguito alla legge 8 marzo 2000 n. 53<br />
per “il sostegno <strong>del</strong>la maternità e <strong>del</strong>la paternità,<br />
per il diritto alla cura e alla formazione<br />
e per il coordinamento dei tempi <strong>del</strong>le<br />
città”, e quindi all’istituzione dei congedi<br />
parentali, dei congedi per la formazione<br />
continua e alla promozione <strong>del</strong>l’uso<br />
<strong>del</strong> tempo, il Policlinico Gemelli, da<br />
sempre schierato a favore <strong>del</strong>la vita e per<br />
la famiglia, ha avuto un’ulteriore motivazione<br />
fortemente condivisa anche dalle<br />
Organizzazioni Sindacali.<br />
L’impegno <strong>del</strong> Progetto è quello di rendere<br />
più facile il rientro <strong>del</strong> dipendente<br />
diventato genitore negli anni previsti dalla<br />
legge 53/2000, permettendo di armonizzare<br />
il legame con la famiglia con i<br />
tempi <strong>del</strong>l’organizzazione <strong>del</strong> lavoro. Il<br />
Progetto è stato ammesso al finanziamento<br />
<strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong> Lavoro e <strong>del</strong>le<br />
Politiche Sociali.<br />
Molti sono stati di recente i cambiamenti<br />
all’interno <strong>del</strong> Policlinico: dalla diffusione<br />
dei sistemi informatici in ogni reparto<br />
e ufficio; dall’apertura <strong>del</strong> DEA all’imminente<br />
realizzazione <strong>del</strong>la Piastra polifunzionale<br />
con la nuova gestione <strong>del</strong>le sale<br />
operatorie, fino all’introduzione <strong>del</strong>la<br />
formazione continua in medicina (ECM).<br />
In particolare una struttura complessa<br />
come l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong><br />
<strong>Cuore</strong>, con la gestione speciale <strong>del</strong> Policlinico<br />
Universitario A.Gemelli,deve mettere<br />
in campo tutte le sue forze per fronteggiare<br />
l’informatizzazione dei suoi 83<br />
reparti (Florence), dei 10 blocchi operatori<br />
di 4 sale ognuno (Opet), <strong>del</strong>la spedalità<br />
(Cupido), dei 33 Day Hospital<br />
(Hsmart), <strong>del</strong>la Radiologia (Dream), ecc.<br />
Come si pone in questo quadro il Progetto<br />
Nostos? Diventa centrale, dato che i destinatari<br />
fanno parte proprio <strong>del</strong>la fascia<br />
di personale che ha maggiormente sen-<br />
tito il peso <strong>del</strong> cambiamento:<br />
su un totale<br />
di oltre 5000 dipendenti,<br />
il 65% <strong>del</strong>la forza<br />
lavoro è, infatti, personale<br />
femminile,e circa<br />
1700 hanno tra i 20<br />
e i 45 anni. Questo è il<br />
target, questi i protagonisti<br />
<strong>del</strong>la nuova avventura<br />
formativa.<br />
Per i 500,tali sono i destinatari<br />
<strong>del</strong> Progetto,<br />
scelti tra coloro i quali<br />
abbiano usufruito di<br />
congedi parentali negli<br />
ultimi otto anni, si è<br />
pensato ad un ritorno<br />
agevolato all’interno<br />
<strong>del</strong>la struttura lavorativa.L’Amministrazione<br />
<strong>del</strong> Policlinico Gemelli<br />
vuole offrire particolari<br />
opportunità ai<br />
suoi dipendenti, mettendo<br />
loro a disposizione<br />
percorsi formativi<br />
costruiti ad hoc.<br />
Agli utenti <strong>del</strong> Progetto,<br />
di durata biennale, saranno erogati<br />
corsi di 50-100 ore.Argomenti dei corsi<br />
saranno: informatica, apprendimento<br />
dei sistemi informativi in uso nel Policlinico<br />
Gemelli, lingua inglese ed altre iniziative<br />
inerenti le diverse professionalità<br />
dei dipendenti. I corsi saranno effettuati<br />
secondo flessibilità e in larga parte saranno<br />
validi per i crediti ECM.<br />
L’innovazione che rende forte il Progetto<br />
Nostos è la metodologia grazie alla quale<br />
verranno erogati tali corsi. All’avanguardia<br />
rispetto ai metodi di formazione<br />
vigenti in tutta Europa, il Policlinico<br />
Gemelli adotterà due metodi connessi<br />
e comparati: da un lato il tradizionale<br />
insegnamento con esercitazioni in aula<br />
grazie alle lezioni dei docenti e grazie<br />
ai tutor a disposizione degli utenti. Dall’altro<br />
lato verranno in aiuto le nuove<br />
tecnologie: quindi e-learning e formazione<br />
autogestita.<br />
Non c’è da spaventarsi: la tecnologia è<br />
solo un aiuto, un affiancamento alle me-<br />
COMUNICARE<br />
9<br />
I formatori per l’assistenza e il tutoraggio.<br />
todologie ad oggi più adottate. Ovviamente<br />
parliamo di uno stile differente<br />
di fare formazione,e certamente un modo<br />
più efficace di farla. Un sistema, quindi,<br />
per approfondire argomenti, per recuperare<br />
tempi e spazi, per organizzare<br />
a seconda <strong>del</strong>le proprie esigenze,un personale<br />
modo di apprendere e farsi formazione.<br />
Il Progetto Nostos con la proposta formativa<br />
così articolata offre una grande<br />
opportunità ai destinatari per evolvere<br />
nel loro ruolo professionale permettendo<br />
di ottimizzare le proprie conoscenze<br />
e sfruttarle al meglio non solo in<br />
ambito lavorativo ma anche come accrescimento<br />
personale e culturale. Nel<br />
corso di questo biennio si avrà anche<br />
l’occasione di sperimentare un nuovo<br />
modo di fare formazione creando mo<strong>del</strong>li<br />
diversi che possano diventare BUO-<br />
NA PRATICA FORMATIVA,allineata alla<br />
politica di qualità indicata dall’Unione<br />
Europea.
Sono ormai alle spalle i difficili momenti<br />
che i cittadini italiani hanno<br />
dovuto superare per la mancanza<br />
di energia elettrica verificatasi il<br />
28 settembre 2003. Erano le 3,25 quando<br />
un improvviso black out, dovuto ad<br />
un calo <strong>del</strong>l’approvvigionamento di energia<br />
elettrica proveniente dalla Francia<br />
per il fuori servizio <strong>del</strong>la linea elettrica<br />
di interconnessione tra Italia e Svizzera,<br />
ha oscurato tutto il Paese.<br />
Anche il Policlinico Universitario “Agostino<br />
Gemelli” ha così dovuto fronteggiare<br />
un’emergenza che ha comportato<br />
per i medici, i tecnici ospedalieri e quanti<br />
si sono trovati ad operare nella struttura,<br />
un carico di lavoro e responsabilità<br />
superiori alla norma. L’organizzazione,<br />
predisposta dalla Direzione Sanitaria<br />
e dal Servizio Tecnico per fronteggiare<br />
le emergenze che quotidianamente possono<br />
avvenire in una grande struttura<br />
ospedaliera, ha risposto in modo tempestivo<br />
ed efficace a questa straordinaria<br />
e inconsueta sollecitazione.<br />
È bello poter raccontare quest’esperienza<br />
che ha comportato la partecipazione<br />
di tante persone, il cui unico scopo era<br />
quello di far percepire ai degenti il minor<br />
disagio possibile imposto dall’evento,<br />
e si può dire con certezza che il risultato<br />
è stato raggiunto.<br />
Ecco quindi il susseguirsi degli eventi di<br />
quel giorno. Alle ore 3,25, in piena not-<br />
EMERGENZA<br />
Black Out:<br />
esperienza positiva<br />
al Gemelli<br />
Per la prima volta dopo la guerra l’Italia<br />
è piombata improvvisamente al<br />
buio: disagi e rischi per tutta la popolazione.<br />
Particolari preoccupazioni<br />
per gli ospedali: ecco come ha reagito<br />
la task force <strong>del</strong> Gemelli risolvendo<br />
al meglio l’emergenza<br />
Carlo Pesaro<br />
te (era domenica mattina di una giornata<br />
piovosa e fredda) i tecnici di turno<br />
per il Reparto Elettrico, sigg. Ralli e Di<br />
Paolo, si accorgevano <strong>del</strong>la mancanza di<br />
energia elettrica all’ospedale e comunicavano<br />
il problema al sottoscritto, Funzionario<br />
reperibile, che si recava immediatamente<br />
sul posto e, resosi conto dalle<br />
informazioni <strong>del</strong>la radio che il blackout<br />
era a carattere nazionale, chiedeva<br />
al sig. Marinelli <strong>del</strong>la portineria <strong>del</strong> terzo<br />
piano, di allertare il dott. Meneschincheri,<br />
Ispettore Sanitario di turno<br />
e il Responsabile Tecnico <strong>del</strong>la ditta di<br />
manuntezione, che subito si precipitavano<br />
all’ospedale. Rintracciavo, inoltre, a causa<br />
<strong>del</strong>la particolare situazione l’ing. Scavino,<br />
Coordinatore <strong>del</strong> Servizio Tecnico<br />
e <strong>del</strong> Sistema Informativo, e poi, visto il<br />
perdurare <strong>del</strong>la situazione di emergenza,<br />
quest’ultimo, allo scopo di organizzare<br />
i servizi essenziali di supporto, richiamava<br />
parte <strong>del</strong> personale <strong>del</strong> Servizio<br />
Tecnico tra cui il dott. Loreti, il geom.<br />
Berluti, l’ing. Cabras, i sigg. Peltrone,<br />
Mascellini, Basso, Amatucci, Bisogno,<br />
mentre il Responsabile <strong>del</strong>le società di<br />
manutenzione faceva accorrere sul posto<br />
tutti i tecnici reperibili; veniva poi<br />
chiamato anche l’arch. De Cassan <strong>del</strong><br />
Servizio di Prevenzione e Protezione.<br />
Già dalle cinque di mattina stava funzionando<br />
a pieno regime “un’unità di crisi”<br />
presso la portineria <strong>del</strong> terzo piano, luogo<br />
dove confluivano tutte le chiamate interne<br />
ed esterne e primo luogo di raccolta<br />
<strong>del</strong> personale dei servizi di supporto. L’unità<br />
di crisi “sui generis” era costituita dall’ing.<br />
Scavino, dal dott. Meneschincheri,<br />
da me, dai portieri, da un addetto <strong>del</strong> Servizio<br />
Infermieristico, da un centralinista,<br />
da addetti <strong>del</strong>la Vigilanza, <strong>del</strong> Servizio di<br />
Prevenzione e Protezione, ecc.<br />
Lì confluivano le varie richieste dai reparti<br />
e dai servizi, e venivano organiz-<br />
COMUNICARE<br />
10<br />
zate le prime misure atte a contenere<br />
un’emergenza che si configurava, dalle<br />
notizie <strong>del</strong>la tv e <strong>del</strong>la radio, particolarmente<br />
lunga. Anche il personale sanitario<br />
che prendeva servizio transitava per<br />
la portineria e veniva edotto di tutte le<br />
misure che erano state prese per fronteggiare<br />
la situazione.<br />
In poco tempo i responsabili richiamati<br />
<strong>del</strong>la Direzione Sanitaria e <strong>del</strong> Servizio<br />
Tecnico erano presenti presso l’unità di<br />
crisi e inviavano il personale di supporto<br />
a risolvere, ognuno per le proprie competenze,<br />
le problematiche legate ad una<br />
prolungata assenza di energia elettrica da<br />
parte <strong>del</strong> gestore nazionale.<br />
Tra le prime attività di intervento la verifica<br />
<strong>del</strong> regolare funzionamento dei<br />
gruppi elettrogeni a gasolio e dei generatori<br />
di continuità dislocati presso il Policlinico,<br />
il DEA, la Clinica <strong>del</strong>le Malattie<br />
Infettive, la Residenza Sanitaria Protetta<br />
e la Centrale Termica, la misura <strong>del</strong>le<br />
quantità di combustibile consumato e<br />
disponibile. L’ing. Scavino, verificati i<br />
consumi ed effettuati dei rapidi calcoli,<br />
con i suoi collaboratori organizzava il rifornimento<br />
dei serbatoi di gasolio a scopo<br />
precauzionale anche se le scorte giacenti<br />
presso i vari gruppi elettrogeni assicuravano<br />
un’ampia autonomia. Altresì<br />
venivano verificati il corretto funzionamento<br />
degli apparecchi elettromedicali<br />
presso le terapie intensive, le sale operatorie,<br />
le sale parto, il pronto soccorso<br />
e degli ascensori dislocati presso il DEA<br />
e gli snodi NOP – NBC – DE <strong>del</strong> Policlinico,<br />
la cui alimentazione elettrica era<br />
prevista sotto gruppo elettrogeno, gli impianti<br />
di comunicazione di emergenza<br />
(telefonici, cercapersone, ecc.). Le guardie<br />
giurate ed il Servizio di Protezione e<br />
Prevenzione intanto avevano già verificato<br />
se all’interno degli ascensori fossero<br />
rimaste bloccate <strong>del</strong>le persone, inol-
tre effettuavano poi una serie di controlli<br />
<strong>del</strong>l’accessibilità nei vari piani e <strong>del</strong>la<br />
presenza <strong>del</strong>l’illuminazione dei percorsi<br />
che dai reparti/servizi portano alle uscite.<br />
Inoltre, dall’unità di crisi venivano date<br />
disposizioni di aprire, al fine di facilitare<br />
i trasferimenti interni compromessi<br />
dal blocco di molti ascensori di alcuni passaggi<br />
ordinariamente chiusi al DEA, alle<br />
Terapie Intensive ed al Policlinico ora<br />
essenziali per il trasferimento dei pazienti<br />
in caso di urgenza.<br />
Sempre presso la portineria <strong>del</strong> terzo<br />
piano veniva quindi approntato un centralino<br />
telefonico di emergenza a disposizione<br />
<strong>del</strong> Servizio Infermieristico, in<br />
modo da permettere il collegamento operativo<br />
con i reparti e gestire il flusso di<br />
richieste dovute alla normale attività<br />
ospedaliera. Il lavoro svolto dagli addetti<br />
<strong>del</strong>la Direzione Sanitaria era particolarmente<br />
importante per dare tranquillità<br />
ai pazienti ed al personale nei reparti<br />
dove a causa <strong>del</strong> buio si registrava qualche<br />
scena di panico. L’“unità di crisi”,<br />
malgrado il concitato svolgersi degli avvenimenti,<br />
che coincideva con il “risveglio<br />
<strong>del</strong>l’ospedale”, svolgeva con un clima<br />
di tranquillità e di professionalità il<br />
proprio lavoro. Si organizzava la produzione<br />
<strong>del</strong>le colazioni, la loro distribuzione,<br />
venivano risolti innumerevoli problemi<br />
contingenti (apertura sbarre ai parcheggi,<br />
disponibilità acqua potabile ai<br />
piani alti, illuminazioni essenziali per alcuni<br />
servizi, alimentazioni di emergenza<br />
particolari per l’illuminazione, verifica<br />
<strong>del</strong> funzionamento degli impianti di<br />
comunicazione, termici, <strong>del</strong>l’antincendio<br />
ed il monitoraggio di alcuni impianti<br />
essenziali in quanto i sistemi di telecontrollo<br />
erano fuori uso ecc.).<br />
Alle ore 7,30 l’ing. Scavino valutava che<br />
l’impatto iniziale <strong>del</strong> “black out” era stato<br />
assorbito e pertanto decideva di spostare<br />
l’unità di crisi presso la sala riunioni<br />
<strong>del</strong>la Direzione Sanitaria prevedendo<br />
che la lunga mancanza di corrente<br />
avrebbe comportato una pianificazione<br />
di molte attività <strong>del</strong>la giornata<br />
per dare un senso di “normalità” ad un<br />
ospedale senza luce.<br />
Il tavolo di lavoro andava così trasformandosi<br />
e completandosi, con l’aggregazione<br />
<strong>del</strong>le forze <strong>del</strong> Servizio Tecnico<br />
e quelle <strong>del</strong>la Direzione Sanitaria con il<br />
dott. Celani ed i medici <strong>del</strong> DEA, proff.<br />
Gentiloni e Antonelli, al fine di dirigere<br />
tutte le attività interne al Policlinico, mantenere<br />
i contatti con l’Ente erogatore di<br />
energia elettrica, e soddisfare eventuali<br />
richieste di supporto esterne (Columbus,<br />
Villa Speranza, Centro di Ricerca e Formazione<br />
ad Alta Tecnologia nelle Scienze<br />
Biomediche di Campobasso).<br />
In questa situazione si organizzavano le<br />
modalità di produzione e distribuzione<br />
dei pasti ai degenti, la raccolta dei rifiuti,<br />
l’inoltro dei campioni di analisi ai vari<br />
laboratori d’urgenza, ecc.<br />
Nelle ore successive si procedeva alla risoluzione<br />
<strong>del</strong>le problematiche particolarmente<br />
critiche che di volta in volta venivano<br />
comunicate, come ad esempio il<br />
pericolo <strong>del</strong>l’ebollizione <strong>del</strong>l’elio <strong>del</strong>la<br />
Risonanza Magnetica, a cui si provvedeva<br />
con manovre di emergenza aprendo<br />
un by-pass acqua e consentendo il<br />
raffreddamento “naturale” con l’acqua<br />
disponibile, come anche il ripristino <strong>del</strong>l’alimentazione<br />
elettrica di alcuni centralini<br />
telefonici di particolare rilevanza<br />
organizzativa, installazione di nuove alimentazioni<br />
elettriche di emergenza presso<br />
i reparti di degenza, in particolare ai<br />
piani 5° e 7° degli edifici D/E e L/M, spostamento<br />
di medicinali e emoderivati da<br />
frigoriferi a -20°C e -80°C presso frigoriferi<br />
sotto gruppo elettrogeno.<br />
Alle 10 veniva richiesto l’intervento di<br />
una parte <strong>del</strong> personale dei sistemi informativi<br />
per ripristinare almeno parzialmente<br />
i collegamenti informatici.<br />
Veniva anche disposto il ripristino <strong>del</strong><br />
condizionamento <strong>del</strong> locale TAC presso<br />
il DEA la cui temperatura ambiente nel<br />
frattempo aveva superato i 22°C, temperatura<br />
limite per il corretto funzionamento,<br />
e veniva attivato il monitoraggio<br />
<strong>del</strong>le sale operatorie di emergenza/sala<br />
parto e di Cardiochirurgia al 5° piano e<br />
all’8° piano <strong>del</strong>l’edificio “O” in modo da<br />
tenerle pronte in caso di necessità. Inoltre,<br />
venivano date istruzioni per scollegare<br />
una serie di impianti elettrici che,<br />
nel caso fosse ritornata la forza motrice,<br />
avrebbero creato problemi di ripartenza<br />
per l’elevato assorbimento iniziale.<br />
L’unità di crisi si manteneva intanto aggiornata<br />
sulle attività di emergenza sanitarie<br />
e risultava che durante le ore di<br />
black out gli accessi al DEA erano avvenuti<br />
regolarmente con 68 prestazioni<br />
erogate, di cui 8 ricoveri dei quali 2 di<br />
COMUNICARE<br />
11<br />
pazienti che avevano in dotazione dei<br />
respiratori casalinghi che non funzionavano<br />
o avevano esaurito le batterie. Con<br />
particolare soddisfazione veniva raccolta<br />
la notizia dai presenti nell’unità di crisi<br />
che durante il black out erano venuti<br />
alla luce 3 bambini.<br />
Le agenzie di stampa intanto tempestavano<br />
il centralino per avere informazioni<br />
circa il contenimento <strong>del</strong>l’emergenza.<br />
Alle ore 10,26 si verificava finalmente<br />
un primo parziale ripristino <strong>del</strong>l’energia<br />
elettrica con l’alimentazione di una parte<br />
<strong>del</strong>l’anello di media tensione, comprendente<br />
le cabine elettriche <strong>del</strong> Policlinico,<br />
<strong>del</strong> DEA, <strong>del</strong>la Clinica <strong>del</strong>le Malattie<br />
Infettive e <strong>del</strong> Centro di Medicina<br />
<strong>del</strong>l’invecchiamento, mentre solo intorno<br />
alle 12,10 l’altra parte <strong>del</strong>l’anello di<br />
media tensione, lato a nord-ovest <strong>del</strong>l’U.C.S.C.,<br />
comprendente la Residenza<br />
Sanitaria Protetta, la Centrale Termica e<br />
gli Istituti Biologici, veniva rialimentato.<br />
L’unità di crisi non veniva comunque<br />
sciolta in quanto, oltre a temere nuovi<br />
black out, come annunciato dai mass<br />
media, era necessario ritornare alla piena<br />
normalità, con il corretto avvio di tutti<br />
gli impianti (molti interruttori elettrici<br />
quando la tensione di rete viene a<br />
mancare scattano ed è necessario riarmarli)<br />
pertanto si disponevano una serie<br />
di controlli e si riavviava completamente<br />
il sistema informativo.<br />
Alle ore 14,00 venivano infine completate<br />
le operazioni di riattivazione <strong>del</strong>la<br />
rete di trasmissione dati con il ripristino<br />
dei server presso il CED e l’indicazione<br />
ai tecnici elettricisti di effettuare<br />
nel corso <strong>del</strong>la serata un controllo a tutti<br />
quei quadri elettrici ubicati presso gli<br />
edifici che sarebbero diventati operativi<br />
solamente il giorno successivo, in particolare<br />
agli edifici “Uffici Amministrativi<br />
e Palazzina Uffici”.<br />
L’unità di crisi veniva sciolta ufficialmente<br />
intorno alle 15, dopo 10 ore.<br />
Deve essere sottolineato come moltissimi<br />
dipendenti siano accorsi chiamati o<br />
semplicemente intervenuti per dare una<br />
mano in una grave situazione e che si siano<br />
prodigati oltre la normale disponibilità<br />
a reagire ad una particolare situazione.<br />
Le capacità di tutti gli intervenuti e la<br />
loro professionalità ha permesso di superare<br />
in modo estremamente brillante<br />
un momento così difficile.
Anoressia, bulimia, ortoressia e bigoressia:<br />
quattro patologie in agguato<br />
pronte a colpire i più fragili.Ansia, insoddisfazione,<br />
perdita di autostima:<br />
questi alcuni dei fattori scatenanti<br />
Antonio Ciocca,<br />
Pierpaola D’Arista,<br />
Novella Settanni<br />
Idisturbi <strong>del</strong> comportamento alimentare<br />
comprendono attualmente anoressia<br />
e bulimia nervosa, disturbi <strong>del</strong>l’alimentazione<br />
incontrollata, ortoressia<br />
e bigoressia.<br />
Tra tutti questi disturbi i più studiati<br />
sono senz’altro l’anoressia e<br />
la bulimia.<br />
Dati epidemiologici recenti dicono<br />
che ogni anno 8 ragazze<br />
su 100 mila tra i 15 e i 19 anni<br />
si ammalano di anoressia,<br />
mentre a soffrire di bulimia sono<br />
ragazze più grandi (dai 20 ai<br />
24 anni), con circa 12 casi su<br />
100 mila all’anno. A questi dati<br />
vanno aggiunti quelli riguardanti<br />
le due nuove forme <strong>del</strong> disturbo<br />
alimentare: l’ortoressia e la bigoressia.<br />
Anoressia e bulimia risultano più frequenti<br />
nel sesso femminile e sebbene possano<br />
essere considerate come due facce<br />
<strong>del</strong>la stessa medaglia, colpiscono personalità<br />
molto diverse tra loro.<br />
Il termine anoressia deriva dal prefisso negativo<br />
“a” e dal verbo “orego” che significa<br />
desiderare: il significato letterale sottolinea<br />
dunque una mancanza di desiderio<br />
più che una disposizione al rifiuto <strong>del</strong><br />
cibo. Nella donna anoressica di tipo classico,<br />
che la medicina chiama “restrittiva”,<br />
si riscontra l’atteggiamento di rifiuto<br />
ALIMENTAZIONE E PSICHE<br />
Ammalarsi<br />
di cibo<br />
<strong>del</strong> cibo, legato al forte timore di ingrassare<br />
ed alla necessità di controllare tutto.<br />
Questo tipo di donna ha una personalità<br />
apparentemente molto forte, spesso intellettuale<br />
ed iperattiva, cerca di svincolarsi<br />
così dal mondo degli istinti ottenendo<br />
un potere totale sul corpo. È però anche<br />
spaventata perché si rende conto <strong>del</strong>la<br />
propria diversità.<br />
Una ragazza magrolina non è necessariamente<br />
anoressica: quindi è <strong>del</strong> tutto<br />
inutile spaventarsi quando non è il caso.<br />
I genitori e la scuola possono però stare<br />
attenti ai segnali d’allarme che si presen-<br />
tano sotto diverse sfaccettature: l’anoressica<br />
quando comincia a dimagrire tende<br />
ad isolarsi dal gruppo <strong>del</strong>le amiche, è<br />
spesso sola ed anche se fino ad allora non<br />
è stata particolarmente brillante negli studi,<br />
improvvisamente diventa molto brava:<br />
privilegia l’aspetto intellettuale a quello<br />
fisico, entrando in crisi con il mondo<br />
degli istinti.<br />
Più debole sul controllo <strong>del</strong>le pulsioni fisiche,<br />
e quindi più “normale” è invece la<br />
donna bulimica.<br />
La bulimia che etimologicamente signi-<br />
COMUNICARE<br />
12<br />
fica “fame da bue”, non va confusa con<br />
l’obesità o il sovrappeso: in genere la donna<br />
affetta da bulimia ha una corporatura<br />
normale o sottopeso, è ossessionata dall’idea<br />
di ingrassare, ma non riesce ad evitare<br />
di mangiare, cade nella cosiddetta<br />
“sindrome <strong>del</strong>la fisarmonica” alternando<br />
periodi di restrizione a colossali abbuffate,<br />
per poi ricorrere al vomito, ai diuretici<br />
ed ai lassativi, per eliminare ciò che ha<br />
ingerito. Nella bulimia senz’altro c’è una<br />
prevalenza <strong>del</strong> fattore psico-sociale.<br />
Sia anoressiche che bulimiche hanno una<br />
percezione distorta <strong>del</strong> proprio corpo: si<br />
sentono grasse anche quando sono sottopeso.<br />
L’ortoressia invece deriva dal termine<br />
greco “orthos” che significa<br />
giusto, corretto, ed è un disturbo<br />
osservato recentemente.<br />
Le persone “ortoressiche”<br />
hanno un’ossessione maniacale<br />
per i cibi sani, sono più<br />
preoccupate <strong>del</strong>la purezza <strong>del</strong><br />
cibo che <strong>del</strong>la salute <strong>del</strong> corpo.<br />
Quest’ossessione può trasformarsi<br />
spesso in una vera e propria<br />
patologia nervosa che spinge<br />
le persone ad adottare una dieta<br />
sempre più rigida, fino ad eliminare<br />
gruppi essenziali di cibi ritenendoli<br />
dannosi per l’organismo e eventualmente<br />
ingerendo solo e unicamente un tipo<br />
di cibo. Questi soggetti si espongono così<br />
a gravi e serie complicazioni di salute<br />
in parte dovute alle carenze alimentari di<br />
cui non si rendono conto perché credono<br />
di fare una dieta sanissima.<br />
Si riducono alla fame piuttosto che ingerire<br />
alimenti considerati “impuri”, difficilmente<br />
hanno consapevolezza dei rischi<br />
cui vanno incontro, essendo convinti <strong>del</strong>le<br />
virtù terapeutiche dei loro cibi “sani”.<br />
Stabilire cosa mangiare diventa argomento
ORTORESSIA<br />
I tratti <strong>del</strong>l’ortoressico sono:<br />
- bisogno di conoscere ogni singolo ingrediente contenuto negli alimenti<br />
- il cibo deve fare sentire meglio e non deve essere in nessuno modo un piacere<br />
- disgusto per le persone che mangiano in modo normale<br />
- difficoltà di relazione con chi non condivide le proprie idee sul cibo<br />
- disgusto nel riempire il proprio corpo con sostanze non naturali<br />
- paura di contaminare il proprio corpo<br />
- desiderio continuo di depurarsi<br />
- senso di colpa quando si trasgredisce la dieta<br />
su cui discutere per ore, e preparare i pasti<br />
diventa la preoccupazione principale<br />
<strong>del</strong>le loro giornate a tal punto da farli rinunciare<br />
ad attività sociali, ricreative e<br />
lavorative.<br />
La bigoressia, dal termine inglese big ossia<br />
“grosso”, è una condizione che alcuni<br />
medici definiscono come l’opposto <strong>del</strong>l’anoressia.<br />
Spesso si traduce in una dieta<br />
troppo carnea e nel ricorso a farmaci<br />
anabolizzanti. Il disturbo, nasce dalla<br />
preoccupazione di essere troppo deboli,<br />
un pensiero che assilla chi frequenta i circoli<br />
di body-building. Così come la paziente<br />
anoressica si vede grassa, pur essendo<br />
magrissima, il bigoressico si vede<br />
sempre magro anche quando ha raggiunto<br />
un fisico muscoloso e atletico.<br />
L’ansia, l’insoddisfazione e la perdita di<br />
autostima per non riuscire a raggiungere<br />
la forma fisica desiderata rendono il bigoressico/a<br />
facile preda di pseudo-preparatori<br />
atletici e di venditori di integratori<br />
e anabolizzanti. Paradossalmente interessa<br />
anche le ragazze palestrate, più<br />
preoccupate di essere troppo deboli che<br />
di essere femminili.<br />
Tale situazione non è quella di un gymgoer<br />
proprio perché sconfina in una situazione<br />
gravemente pericolosa per la salute<br />
essendo questi soggetti disposti a tutto<br />
pur di incrementare la massa muscolare:<br />
si diventa talmente ossessionati dalla<br />
propria immagine corporea da arrivare<br />
a volersi trasformare completamente.<br />
Se la bigomania persiste aumentano le<br />
difficoltà nel lavoro e i rischi di insufficienza<br />
epatica e renale.<br />
Per quanto riguarda le cause, oggi sappiamo<br />
con certezza che esistono fattori psico-sociali,<br />
come la crisi <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong>la<br />
donna, il mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong> corpo femminile<br />
proposto, l’eccessiva magrezza come idea-<br />
le culturale condiviso, oppure la scultoreità<br />
<strong>del</strong> proprio corpo incidono sull’insorgenza<br />
di queste malattie.<br />
Da una ricerca europea è emerso infatti<br />
che esistono anche componenti<br />
genetiche nello<br />
sviluppo di queste malattie,<br />
soprattutto per<br />
quanto riguarda l’anoressia<br />
restrittiva. Queste ragazze<br />
scoprono di avere il potere<br />
di decidere di smettere di mangiare,<br />
un potere che le rende diverse<br />
dagli altri; i motivi possono<br />
essere differenti nelle varie<br />
epoche storiche: oggi è in crisi<br />
il mo<strong>del</strong>lo stesso di essere<br />
donne, nel medioevo si smetteva<br />
di mangiare per purificarsi, diventare<br />
sante, ed elevare la componente<br />
spirituale, nell’ottocento<br />
per lottare contro la famiglia.<br />
La stessa ricerca<br />
ha inoltre segnalato casi<br />
precocissimi di anoressia<br />
nervosa (prima<br />
infanzia e neonati); spesso<br />
si tratta di figli di madri anoressiche.<br />
La terapia dei pazienti affetti da questi<br />
disturbi è molto complessa e diverse sono<br />
le strade che è possibile percorrere; sen-<br />
BIGORESSIA<br />
COMUNICARE<br />
13<br />
z’altro bisogna progettare psicoterapie a<br />
lungo termine, poiché l’incidenza <strong>del</strong>le<br />
ricadute è alta.<br />
Per l’anoressia l’indicazione più idonea è<br />
la psicoanalisi individuale, perché per<br />
queste ragazze stare in gruppo rappresenta<br />
uno stress eccessivo, contrariamente<br />
per le ragazze bulimiche è più facile accettare<br />
l’idea di affrontare insieme i problemi,<br />
è quindi più indicata la psicoterapia<br />
di gruppo.<br />
I farmaci non sono accettati da questo tipo<br />
di pazienti, soprattutto dagli ortoressici.<br />
Per l’ortoressia, si tratta essenzialmente di<br />
un problema diagnostico; va infatti valutata<br />
la pervasività e la rigidità <strong>del</strong> comportamento<br />
alimentare e le caratteristiche<br />
di personalità quali la tendenza<br />
ossessiva, il controllo <strong>del</strong>le<br />
emozioni e degli affetti,<br />
la difficoltà dei rappori<br />
sociali; pertanto diventa<br />
importante la<br />
psicoterapia, meglio individuale<br />
che di gruppo, poiché questi<br />
soggetti tendono all’isolamento.<br />
Per coloro che sono affetti da bigoressia,<br />
importante è una corretta igiene alimentare<br />
per limitare il più possibile i<br />
danni fisici; per la psicoterapia è consigliabile<br />
una terapia di gruppo, preferibilmente<br />
ad orientamento psicodinamico<br />
in quanto non essendo focalizzata<br />
sul sintomo, aiuta il cambiamento<br />
ed il rafforzamento <strong>del</strong>la personalità<br />
<strong>del</strong> paziente.<br />
Data la natura tendenzialmente cronica<br />
e recidivante, conviene non limitarsi<br />
ad una semplice terapia<br />
sintomatica ma prospettare subito una<br />
terapia psicologica che si proponga di accompagnare<br />
i pazienti nel corso <strong>del</strong>la loro<br />
esperienza fino a quando non ce n’è<br />
più bisogno.<br />
I tratti <strong>del</strong> bigoressico sono:<br />
- preoccupazione eccessiva <strong>del</strong>l’idea che il suo corpo sia magro e non muscoloso<br />
- controllo più volte al giorno <strong>del</strong> proprio peso e <strong>del</strong>l’immagine corporea<br />
- convinzione che una dieta iperproteica possa migliorare la massa muscolare<br />
- necessità di evitare situazioni dove il corpo potrebbe essere esposto<br />
- difficoltà a gestire situazioni ricreazionali o di lavoro<br />
- intensa attività fisica
Anche quest’anno il Servizio Orientamento<br />
Pre-universitario ha illustrato<br />
tutte le opportunità che la Facoltà<br />
è in grado di offrire ai giovani che<br />
si accingono ad affrontare gli studi<br />
universitari<br />
La partecipazione alla 27a edizione<br />
<strong>del</strong> Salone <strong>del</strong>lo Studente<br />
e <strong>del</strong> Lavoro Giovani - Campus<br />
Orienta (Fiera di Roma 13-15 ottobre<br />
2003), ha rappresentato per la nostra<br />
<strong>Università</strong> un’occasione per fornire al<br />
territorio la propria offerta formativa e<br />
le diverse iniziative che il Servizio<br />
DIDATTICA<br />
Presenti<br />
sul territorio<br />
Orientamento Pre-universitario offre<br />
durante tutto l’arco <strong>del</strong>l’anno, come i<br />
colloqui individuali (studenti e genitori),<br />
i mini stage, gli incontri di orientamento<br />
presso la Facoltà e nelle scuole<br />
medie superiori oltre ad una densa attività<br />
informativa esplicata attraverso<br />
molteplici strumenti.<br />
Oggi, il concetto di orientamento chiama<br />
in causa in modo responsabile non<br />
solo la scuola o la famiglia ma anche le<br />
realtà formative, produttive, culturali e<br />
sociali che incidono, sempre più, sullo<br />
sviluppo e sulla crescita di ciascun cittadino<br />
nei suoi contesti vitali.<br />
COMUNICARE<br />
14<br />
La complessità <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> lavoro,<br />
la moltiplicazione e la frammentazione<br />
dei percorsi formativi e i cambiamenti<br />
introdotti dalle recenti riforme nel campo<br />
universitario rendono le attività di<br />
orientamento un nodo sempre più strategico<br />
affinché i percorsi formativi individuali<br />
da un lato, ed il sistema <strong>del</strong>la<br />
formazione dall’altro, raggiungano<br />
pienamente i propri obiettivi.<br />
A tale proposito, Padre Agostino Gemelli,<br />
già nel 1958, ebbe l’intuizione di<br />
un orientamento trasversale e integrato<br />
poiché esso agisce sull’intero sistema<br />
ed in particolare sul rapporto tra<br />
scuola, formazione, università e lavoro.<br />
Quindi un processo che non si esaurisce<br />
una volta per tutte ma, a causa <strong>del</strong>la<br />
complessità di un mercato in continua<br />
evoluzione e trasformazione, che<br />
richiede alle persone di adattarsi a ruoli<br />
lavorativi che si modificano rapidamente.<br />
Per tutto ciò, l’orientamento assume, attualmente,<br />
una eccezione molto simile<br />
a quella sopra esposta tant’è che la Direttiva<br />
Ministeriale n. 487 <strong>del</strong> 6 agosto<br />
1997 ne precisa molto bene il senso:<br />
“L’orientamento è inteso come azione formativa<br />
mirante a mettere in grado i giovani<br />
di orientarsi in una società complessa,<br />
di decidere il proprio futuro (Progetto<br />
esistenziale) e di partecipare attivamente<br />
negli ambienti scelti. Spetta alle<br />
singole strutture educative/formative<br />
definire in modo preciso queste capacità.<br />
In ogni caso l’orientamento diventa una<br />
componente strutturale dei processi educativi<br />
e non una attività laterale mirata,<br />
spesso, a risolvere situazioni patologiche.<br />
Per questo occorre introdurre profonde<br />
modificazioni nella didattica disciplinare”.<br />
(A cura dei Servizi Didattici ed<br />
Accademici)
Due giornate dedicate alle giovani leve<br />
<strong>del</strong>la Facoltà per aiutarle sin dall’inizio<br />
ad affrontare con sufficiente<br />
conoscenza e serenità la loro nuova<br />
realtà universitaria<br />
Il 13 ottobre 2003 sono iniziate le lezioni<br />
<strong>del</strong>l’a.a. 2003-2004 per i corsi<br />
di laurea attivati nella Facoltà di Medicina<br />
e Chirurgia “A. Gemelli”.<br />
Come già avvenuto negli anni scorsi, nelle<br />
giornate <strong>del</strong> 13 e 14 ottobre tutte le<br />
matricole <strong>del</strong>la Facoltà hanno avuto<br />
un’accoglienza nella Sede per una introduzione<br />
“morbida” in un contesto orga-<br />
nizzativo e culturale profondamente diverso<br />
rispetto alle Scuole Medie Superiori<br />
concluse qualche mese prima.<br />
Nella prima giornata sono state illustrate<br />
la storia e le finalità <strong>del</strong>l’Ateneo, in<br />
particolare <strong>del</strong>la Facoltà di Medicina e<br />
Chirurgia, alla presenza <strong>del</strong>le autorità accademiche<br />
ed amministrative. È stato dato<br />
uno specifico risalto al come e perché<br />
studiare nel campo medico-sanitario non-<br />
DIDATTICA<br />
Benvenute<br />
matricole<br />
ché economico e gestionale, vista l’attivazione<br />
<strong>del</strong> corso di laurea interfacoltà<br />
(Medicina e Chirurgia ed Economia) in<br />
Gestione ed Organizzazione <strong>del</strong>le aziende<br />
e dei servizi sanitari.<br />
I Presidi <strong>del</strong>la Facoltà di Medicina e Chirurgia<br />
e di Economia, i Presidenti dei<br />
Consigli dei corsi di laurea specialistica<br />
in Medicina ed Odontoiatria, il Coordinatore<br />
<strong>del</strong>le lauree triennali, hanno esposto<br />
per le parti di loro competenza i contenuti<br />
e gli obiettivi dei singoli corsi.<br />
È intervenuto anche l’onorevole Giorgio<br />
Simeoni, Assessore alla Scuola, Formazione<br />
e Lavoro <strong>del</strong>la Regione Lazio, che<br />
ha sottolineato lo specifico interesse <strong>del</strong>l’Ente<br />
Regione alla peculiare formazione<br />
che caratterizza la nostra Facoltà nel<br />
panorama <strong>del</strong>l’istruzione universitaria romana<br />
auspicando una sempre maggiore<br />
connessione tra le politiche <strong>del</strong>la formazione<br />
regionale e gli impegni <strong>del</strong>la nostra<br />
Facoltà.<br />
Infine il dott. Riccardo Fatarella, <strong>del</strong>la<br />
Confindustria, ha esplicitato i rapporti<br />
COMUNICARE<br />
15<br />
tra il mondo <strong>del</strong> lavoro e la formazione<br />
professionalizzante dei corsi di laurea<br />
<strong>del</strong>la Facoltà di Medicina e Chirurgia, in<br />
sede e sul territorio nazionale, rilevando<br />
come sia sempre più importante il raccordo<br />
tra la formazione universitaria al<br />
“sapere e saper fare” e le esigenze <strong>del</strong>le<br />
organizzazioni produttive.<br />
Nella seconda giornata sono state illustrate<br />
alle matricole ed ai familiari presenti<br />
i vari servizi di supporto alla didattica, le<br />
attività culturali e sportive nonché le mol-<br />
Il cordiale saluto <strong>del</strong> Preside alle<br />
nuove matricole.<br />
teplici proposte di vita comunitaria poiché<br />
l’obiettivo <strong>del</strong>la Facoltà di Medicina<br />
e Chirurgia e <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong><br />
<strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> in generale è certo quello di<br />
formare professionisti ben preparati ma anche<br />
personalità psicologicamente e culturalmente<br />
pronte per vivere con pienezza<br />
nel tessuto umano e sociale.<br />
(A cura dei Servizi Didattici ed<br />
Accademici)
ospedaliera è l’area<br />
in cui è massima la vi-<br />
“L’assistenza<br />
sibilità <strong>del</strong>lo scontro tra gli<br />
esiti <strong>del</strong>la ricerca scientifico-tecnologica<br />
e l’attenzione al contenimento <strong>del</strong>la<br />
spesa. Una spesa che, in Italia, incide<br />
<strong>del</strong> 47% sul totale di quella sanitaria. I<br />
modi e le forme con cui è organizzata la<br />
ricerca scientifica, gli esiti <strong>del</strong>la medicina<br />
moderna, i trend di popolazione e la<br />
pressione per il contenimento <strong>del</strong>la spesa<br />
producono una ridefinizione <strong>del</strong> ruolo<br />
e <strong>del</strong>la configurazione <strong>del</strong>l’ospedale”.<br />
Questa l’analisi fornita da Antonio Cicchetti,<br />
direttore generale <strong>del</strong> Policlinico<br />
A. Gemelli di Roma e Presidente <strong>del</strong><br />
IV CONFERENZA EUROPEA SULL’OSPEDALE<br />
Dai centri di eccellenza<br />
alle reti<br />
Poiché i sistemi sanitari saranno sempre<br />
più chiamati a valutare attentamente<br />
i loro processi di allocazione<br />
<strong>del</strong>le risorse, queste dovranno essere<br />
veicolate sui grandi progetti di eccellenza.<br />
In ospedale farà la differenza<br />
saper valutare le tecnologie e l’eccellenza<br />
scientifica con gli strumenti<br />
di health technology assessment, nonché<br />
il fitto interscambio tra le competenze<br />
scientifiche e cliniche e le<br />
competenze manageriali<br />
Corrado De Rossi Re<br />
Cneto, Centro nazionale edilizia e tecnica<br />
ospedaliera, nella sua relazione introduttiva<br />
alla IV Conferenza europea<br />
sull’Ospedale apertasi il 20 novembre<br />
scorso a Roma in concomitanza con l’-<br />
VIII Conferenza di Sanità pubblica e<br />
l’11° Meeting <strong>del</strong>la EUPHA (European<br />
Public Health Association). Per quasi<br />
una settimana, dunque, la nostra <strong>Università</strong><br />
e il Policlinico sono stati un po’<br />
“l’Ombelico <strong>del</strong> mondo” <strong>del</strong>la sanità<br />
pubblica italiana ed europea con circa<br />
3000 partecipanti che, complessivamente,<br />
hanno ruotato nell’ambito <strong>del</strong>le<br />
tre manifestazioni. Una felice coincidenza,<br />
quella <strong>del</strong>la IV Conferenza europea<br />
sull’ospedale, che si è inserita con<br />
estrema efficacia nel più generale contesto<br />
di discussione sulle emergenze di<br />
sanità pubblica e, più specificatamente,<br />
sul ruolo e sul rapporto tra ospedale e<br />
territorio.<br />
È innegabile, infatti, che l’ospedale così<br />
come eravamo abituati a concepirlo è in<br />
rapido cambiamento. Un vera e propria<br />
trasformazione <strong>del</strong>l’identità e <strong>del</strong>la mission<br />
che, nei concetti di “eccellenza” e<br />
“rete” identifica i paradigmi per un nuovo<br />
e sostenibile sviluppo. “L’ospedale diviene<br />
sempre più la sede di tecnologie<br />
complesse ed emergono strutture focalizzate<br />
su specifiche patologie, legate in<br />
COMUNICARE<br />
16<br />
Il prof. Lorenzo Ornaghi, Rettore<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>, inaugura la<br />
IV Conferenza Europea sull’ospedale.<br />
grandi reti ospedaliere che progressivamente<br />
si configurano come una rete di<br />
‘centri di eccellenza’ regionali, nazionali<br />
e internazionali” ha sottolineato Antonio<br />
Cicchetti aprendo i lavori <strong>del</strong>la Conferenza<br />
nella suggestiva cornice <strong>del</strong> nuovo<br />
Auditorium di Roma progettato da<br />
Renzo Piano. “Si tratta” ha aggiunto “di<br />
tendenze già operanti per condizioni di<br />
fatto ma che è necessario guidare, per<br />
accelerare il processo e razionalizzarlo”.<br />
Nel mondo industrializzato, indipendentemente<br />
dal tipo di sistema sanitario<br />
operante, la sfida è fornire risposte a tre<br />
quesiti fondamentali: come soddisfare<br />
bisogni in costante progressivo aumento<br />
a fronte di risorse inadeguate, come<br />
raggiungere la massima efficienza gestionale<br />
e come garantire ai pazienti cure<br />
appropriate e qualità di servizi.<br />
“Mai come oggi” ha osservato quindi Antonio<br />
Tomassini, Presidente <strong>del</strong>la commissione<br />
Igiene e Sanità <strong>del</strong> Senato “si<br />
pone il problema di quale mo<strong>del</strong>lo di welfare<br />
adottare. Il principio guida deve essere<br />
senz’altro di carattere etico ma senza<br />
tralasciare le peculiari esigenze dei singoli<br />
Paesi. Un quarto <strong>del</strong> mondo” ha sot-
tolineato ancora Tomassini “ha il problema<br />
di come raggiungere la “vita eterna”<br />
o la “perenne giovinezza”, i tre quarti rimanenti<br />
hanno invece problemi di sopravvivenza.<br />
Un quadro su cui riflettere”.<br />
Per quanto riguarda l’Italia, secondo Tomassini,<br />
l’imperativo è la ricerca di equilibrio<br />
tra ospedale e territorio. Un’asserzione<br />
che si colloca però, come egli<br />
stesso ha osservato, in una transizione organizzativa<br />
che dura ormai da 25 anni.<br />
Le forze economiche e quelle <strong>del</strong>l’evoluzione<br />
tecnologica, sottolinea Cicchetti<br />
“stanno scardinando il vecchio mo<strong>del</strong>lo<br />
in cui ogni ospedale era pronto ad offrire<br />
“di tutto e di più”. Solo strutture focalizzate<br />
possono avere quei volumi ampi<br />
di casistica che oggi sono richiesti per<br />
garantire efficacia e outcomes ottimali”.<br />
Ecco allora le caratteristiche <strong>del</strong> centro<br />
di eccellenza tracciate dal Direttore <strong>del</strong>la<br />
sede romana <strong>del</strong>l’Ateneo cattolico: assistenza<br />
ospedaliera focalizzata nella fase<br />
acuta <strong>del</strong>la malattia, con conseguente<br />
riduzione dei tempi di permanenza nelle<br />
strutture, ma maggiore assorbimento<br />
di risorse; risorse e competenze concentrate<br />
in strutture organizzative sempre<br />
più complesse, sovraregionali, a elevata<br />
tecnologia, per affrontare le fasi più critiche<br />
<strong>del</strong> continuum malattia-salute: gestione<br />
efficace <strong>del</strong>le fasi più acute e critiche<br />
di specifiche patologie, per sfruttare<br />
al meglio le competenze professionali<br />
e la concentrazione di tecnologie; elevata<br />
produzione scientifica e di formazione<br />
collegata alla patologia trattata.<br />
Poiché i sistemi sanitari saranno sempre<br />
più chiamati a valutare attentamente i loro<br />
processi di allocazione <strong>del</strong>le risorse,<br />
sempre più queste dovranno essere veicolate<br />
sui grandi progetti di eccellenza.<br />
In ospedale farà la differenza saper valutare<br />
le tecnologie e l’eccellenza scientifica<br />
con gli strumenti di health technology<br />
assessment, nonché il fitto interscambio<br />
tra le competenze scientifiche<br />
e cliniche e le competenze manageriali.<br />
“Difficile fare previsioni certe –ha concluso<br />
il Cicchetti- ma nel futuro <strong>del</strong>l’assistenza<br />
sanitaria e di quella ospedaliera,<br />
in particolare, una cosa è certa: saranno<br />
le conoscenze scientifiche e il<br />
know-how manageriale a fare la differenza”.<br />
Incisivo ed estremamente chiaro anche<br />
il messaggio <strong>del</strong> Rettore <strong>del</strong>la <strong>Cattolica</strong><br />
prof. Lorenzo Ornaghi il quale, dopo aver<br />
sottolineato la felice coincidenza che ha<br />
visto la <strong>Cattolica</strong> al centro <strong>del</strong>la sanità<br />
europea, ha sottolineato la necessità di<br />
rispondere con estrema efficacia alla domanda<br />
di salute dei cittadini. “Le risorse<br />
sono poche” ha osservato il Rettore<br />
“ma proprio per questo, oggi più che<br />
mai, il mondo <strong>del</strong>la sanità deve far propri<br />
gli imperativi etici di efficienza ed<br />
equità sociale. In questo” ha quindi sottolineato<br />
“un ruolo importante lo gioca<br />
anche la ricerca e, di conseguenza, l’università<br />
e il mondo <strong>del</strong>la formazione in<br />
Il dott. Cicchetti durante il suo intervento.<br />
genere. Insomma” ha concluso “ci attende<br />
una grande sfida di intelligenza”.<br />
Sulla stessa linea la riflessione <strong>del</strong> Preside<br />
prof. Pasquale Marano secondo cui<br />
“a fronte di una medicina che cambia<br />
nonché <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong> medico che cambia,<br />
dobbiamo pensare ed attuare nuovi<br />
mo<strong>del</strong>li formativi”.<br />
ALLA CONFERENZA ORGANIZZATA<br />
DAL CNETO LE RIFLESSIONI<br />
DEL MINISTRO SIRCHIA<br />
Anche il Ministro <strong>del</strong>la Salute Girolamo<br />
Sirchia, pur occupato da impegni istituzionali,<br />
non ha voluto far mancare le<br />
COMUNICARE<br />
17<br />
proprie osservazioni e ha inviato al Presidente<br />
<strong>del</strong> CNETO un lungo messaggio<br />
che è stato letto in sala all’apertura dei<br />
lavori.<br />
“Il compito fondamentale di ogni servizio<br />
sanitario” scrive Sirchia “è quello di<br />
tutelare e promuovere la salute di tutti i<br />
cittadini. Nessun sistema sanitario, però,<br />
per quanto tecnicamente avanzato,<br />
può soddisfare appieno la propria missione<br />
se non è in grado di comprendere<br />
, soddisfacendoli, i bisogni di un mondo<br />
che cambia. Il nostro Paese è cambiato,<br />
la nostra rete ospedaliera è disegnata<br />
sulla popolazione di cinquant’anni<br />
fa, quando era prevalentemente affetta<br />
da malattie acute mentre oggi, con<br />
l’invecchiamento <strong>del</strong>la popolazione e il<br />
conseguente aumento <strong>del</strong>le malattie cronico-degenerative<br />
legate all’età, i bisogni<br />
di assistenza sono profondamente cambiati.<br />
Di fronte a questo nuovo scenario<br />
un Paese avanzato come l’Italia, alla stregua<br />
degli altri Paesi europei, deve ripensare<br />
la sua rete ospedaliera. Come<br />
indicato nel Piano Sanitario Nazionale<br />
2003-2005, occorre promuovere la realizzazione<br />
di Centri di Eccellenza avanzatissimi,<br />
dotati <strong>del</strong>le più moderne tecnologie,<br />
collegati in rete, in grado di fornire<br />
i più innovativi trattamenti diagnostici<br />
e terapeutici. La riunione dei Centri<br />
in rete è fondamentale perché consente,<br />
attraverso collegamenti informatici,<br />
di trasmettere e confrontare non solo<br />
esperienza e conoscenza ma anche<br />
dati ed immagini e quindi di effettuare<br />
consulti al di là <strong>del</strong>le barriere geografiche.<br />
Tutto ciò acquista ancora maggiore<br />
importanza considerando che lo sviluppo<br />
<strong>del</strong>l’alta tecnologia continua a crescere<br />
proponendo strumentazioni sofisticate<br />
e referti sofisticati: pensiamo alla<br />
bioimmagine o alla Tac spirale, che solo<br />
alcuni specialisti sono in grado di leggere.<br />
L’eccellenza è un obiettivo prioritario<br />
per la sanità italiana, perché solo<br />
offrendo agli utenti prestazioni di alta<br />
qualità si può essere competitivi in Europa<br />
e nel resto <strong>del</strong> mondo.<br />
Purtroppo molti dei nostri Ospedali e<br />
<strong>del</strong>le nostre attrezzature sono obsolete.<br />
Un’indagine <strong>del</strong> Ministero condotta sui<br />
servizi di diagnostica per immagini nelle<br />
strutture di ricovero e cura pubbliche<br />
e private accreditate ha evidenziato<br />
un’obsolescenza generalizzata, in parti-
colare per il parco macchine <strong>del</strong>la radiologia<br />
generale e <strong>del</strong>la medicina nucleare.<br />
È una situazione che va risolta.<br />
Occorre investire nell’edilizia ospedaliera<br />
e nella tecnologia avanzata. A tal fine<br />
il Ministero negli ultimi due anni, attraverso<br />
la stipula di Accordi di programma<br />
con le Regioni, (tema sul quale<br />
si è a lungo soffermato il dott. Filippo<br />
Palumbo, Direttore generale <strong>del</strong> Dipartimento<br />
per la programmazione <strong>del</strong><br />
Ministero – ndr) ha impresso una forte<br />
accelerazione per attuare il programma<br />
straordinario di investimenti in edilizia<br />
e tecnologia sanitaria avviato con l’art.<br />
20 <strong>del</strong>la Legge 67/1988.<br />
Assicurare ai cittadini la migliore assistenza<br />
significa anche porre gli operatori<br />
sanitari nelle condizioni migliori per<br />
poter lavorare bene. I medici sono il fulcro<br />
<strong>del</strong>la sanità. Occorre permetter loro<br />
di tornare a contare nelle scelte operate<br />
nelle strutture sanitarie di appartenenza<br />
e motivarli nuovamente attraverso<br />
il riconoscimento <strong>del</strong>la loro professionalità.<br />
Con questa finalità è allo studio<br />
un disegno di legge che punti alla centralità<br />
<strong>del</strong> medico nel sistema sanitario.<br />
La volontà <strong>del</strong> Governo è sempre stata<br />
quella di migliorare, in termini di efficacia<br />
e qualità il Servizio Sanitario Nazionale,<br />
pubblico, solidale e universale,<br />
riaffermandone il ruolo centrale per la<br />
salute dei cittadini.<br />
È quindi rinnovando il mio impegno e<br />
quello <strong>del</strong> Governo nel perseguire l’eccellenza<br />
in sanità per tutti i cittadini, che<br />
La prego di porgere il mio saluto alle<br />
autorità presenti e a tutti i partecipanti<br />
con i migliori auguri di buon lavoro”.<br />
SANITÀ PUBBLICA E PRIVATA<br />
A CONFRONTO NELLA TAVOLA<br />
ROTONDA CONCLUSIVA<br />
Equiparazione tra erogatori sanitari pubblici<br />
e privati in un sistema sanitario solidarista.<br />
Solidarietà e sussidiarietà come<br />
principi ispiratori <strong>del</strong>le trasformazioni<br />
nella sanità per il perseguimento<br />
<strong>del</strong> bene comune. L’istituzione di un tavolo<br />
di confronto <strong>del</strong>le istituzioni sanitarie<br />
cattoliche e <strong>del</strong>le realtà ecclesiali per<br />
creare sinergie in dialogo con le istituzioni<br />
pubbliche locali e nazionali. Sono<br />
queste, in sintesi, alcune <strong>del</strong>le proposte<br />
emerse dalla tavola rotonda “Ospedalità:<br />
servizio pubblico e privato; profit e<br />
non profit, realtà a confronto” che ha<br />
concluso la IV Conferenza Europea <strong>del</strong>l’Ospedale.<br />
“Il progresso scientifico e tecnologico<br />
<strong>del</strong>la medicina, l’esigenza di fornire prestazioni<br />
sanitarie di alta qualità e di contenere<br />
i costi, le trasformazioni organizzative<br />
in senso aziendale - fattori che incidono<br />
sull’evoluzione <strong>del</strong>la sanità e dei<br />
servizi ospedalieri in Italia e in Europa<br />
-, vanno collocati nel contesto <strong>del</strong>la solidarietà<br />
e <strong>del</strong>la sussidiarietà, due principi<br />
<strong>del</strong>la dottrina sociale <strong>del</strong>la Chiesa (e<br />
<strong>del</strong>la sanità non profit di ispirazione cattolica)<br />
presenti anche nell’ordinamento<br />
legislativo <strong>del</strong> Paese, cui devono fare da<br />
riferimento le trasformazioni nella sanità”.<br />
Questa la preoccupazione espressa<br />
da Mons. Giuseppe Merisi, membro <strong>del</strong>la<br />
Commissione Episcopale per il Servizio<br />
<strong>del</strong>la Salute <strong>del</strong>la CEI che ha concluso<br />
affermando come la sussidiarietà<br />
e la solidarietà siano i principi per tendere<br />
al bene comune e all’umanizzazione<br />
nella sanità: nell’ospedalità, nella cura<br />
e nella riabilitazione”.<br />
“Due sono oggi le tendenze convergenti<br />
in atto nei paesi <strong>del</strong>l’Unione Europea<br />
come è stato confermato in queste giornate<br />
di confronto tra decisori, tecnici e<br />
docenti: la tendenza all’omogeneizzazione<br />
dei sistemi di finanziamento <strong>del</strong>la<br />
sanità verso un sistema di rimunerazione<br />
a prestazione, come quello dei<br />
DRG è data dalla progressiva caduta <strong>del</strong>le<br />
barriere tra erogatori pubblici ed erogatori<br />
privati dei servizi sanitari e ospedalieri<br />
senza mai mettere in discussione<br />
il fondamento solidarista <strong>del</strong> nostro sistema<br />
sanitario. Il cittadino che si rivolge<br />
alla struttura ospedaliera cerca la qualità<br />
senza fare distinzioni tra pubblico e<br />
privato”, ha considerato dal canto suo il<br />
Direttore <strong>del</strong> Policlinico Antonio Cicchetti.<br />
“Nel Lazio, dove esiste una realtà articolata<br />
di strutture sanitarie e dove esistono<br />
eccellenti centri ospedalieri e servizi<br />
sanitari non profit, abbiamo programmato<br />
nel Piano Sanitario Regionale<br />
un’azione che sta portando a un equilibrio<br />
tra sanità pubblica e sanità privata<br />
abbattendo progressivamente gli steccati<br />
tra gli erogatori” ha detto quindi<br />
Marco Verzaschi, Assessore alle Politiche<br />
sanitarie <strong>del</strong>la Regione Lazio. A tal<br />
proposito va detto che entro fine anno<br />
COMUNICARE<br />
18<br />
attueremo il regolamento per la definizione<br />
dei criteri di accreditamento <strong>del</strong>le<br />
strutture sia ospedaliere sia socio sanitarie,<br />
che sarà un passo importante per<br />
dare certezza di programmazione anche<br />
alle strutture private, profit e non profit<br />
che hanno bisogno di certezze finanziarie<br />
per poter bene operare”.<br />
“In Italia, fare profitto lavorando nel<br />
campo <strong>del</strong>la sanità è scandaloso” ha sottolineato<br />
nel corso <strong>del</strong>la tavola rotonda<br />
Emmanuel Miraglia, presidente <strong>del</strong>l’Associazione<br />
Italiana di Ospedalità Privata<br />
(AIOP) “ma per noi fare profitto vuol<br />
dire gestire con efficienza le strutture<br />
ospedaliere, offrendo servizi di qualità e<br />
rientrando nei limiti imposti dal bilancio.<br />
Se c’è profitto, in tal senso, vuol dire<br />
che c’è anche qualità”. Un concetto,<br />
questo, che l’AIOP ha ben evidenziato<br />
nel Primo rapporto sull’ospedalità privata<br />
dimostrando che ormai la discriminante<br />
tra gli erogatori pubblici e privati non<br />
è più lo status ma, appunto, la qualità dei<br />
servizi offerti. “Negli anni ottanta” ha<br />
ricordato ancora Miraglia “con il concetto<br />
di convenzione, il settore privato veniva<br />
tollerato fintanto che serviva a colmare<br />
le lacune <strong>del</strong> servizio sanitario pubblico.<br />
Oggi, con il concetto di accreditamento,<br />
siamo passati ad una reale integrazione<br />
tra pubblico e privato, integrazione<br />
che però è stata attuata finora solo<br />
in alcune Regioni”.<br />
“Il settore ospedaliero non profit è collocato<br />
a metà strada tra il pubblico e il<br />
privato. Condivide le finalità <strong>del</strong> pubblico,<br />
cioè soddisfare i bisogni <strong>del</strong> cittadino<br />
senza ottenere profitti economici, i<br />
costi <strong>del</strong> pubblico e il trattamento riservato<br />
al settore privato per quanto riguarda<br />
i finanziamenti e gli aspetti fiscali”<br />
ha sottolineato dal canto suo Violenzio<br />
Ziantoni, segretario generale <strong>del</strong>l’Associazione<br />
Religiosa Istituzioni Sociosanitarie<br />
(ARIS) che ha appena festeggiato<br />
i quarant’anni di attività. “Stiamo<br />
vivendo un periodo difficile: l’integrazione<br />
tra pubblico e privato no profit,<br />
sancita ulteriormente dalla legge finanziaria<br />
<strong>del</strong> 2002, non è stata ancora attuata<br />
in molte Regioni. È necessario<br />
quindi un tavolo di confronto tra gli operatori<br />
<strong>del</strong>la sanità no profit e le autorità<br />
nazionali e regionali perché questo<br />
processo venga gestito in modo uniforme<br />
a livello nazionale”.
Dal 19 al 22 novembre presso il Centro<br />
Congressi Europa <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />
<strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> si sono svolte<br />
tre conferenze afferenti all’area<br />
<strong>del</strong>la Sanità Pubblica<br />
Antonella Perrella<br />
Il 19 novembre si è aperta l’VIII Conferenza<br />
nazionale di Sanità Pubblica<br />
promossa dalla Società Italiana<br />
di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità<br />
Pubblica (S.I.T.I.), in cui le principali tematiche<br />
hanno riguardato: vaccinazioni,<br />
SANITÀ PUBBLICA<br />
Sanità Pubblica<br />
e organizzazione<br />
<strong>del</strong>l’ospedale<br />
malattie ed epidemiologie emergenti, determinanti<br />
<strong>del</strong>la salute, misurazione di<br />
efficacia e qualità degli interventi, organizzazione<br />
dei servizi e prevenzione.<br />
Il 20 novembre è iniziata presso l’Auditorium,<br />
Parco <strong>del</strong>la Musica la IV Conferenza<br />
Europea sull’Ospedale promossa<br />
dal CNETO, occasione di confronto tra<br />
gli operatori per definire proposte sul<br />
piano operativo, di differenti mo<strong>del</strong>li organizzativi<br />
e funzionali <strong>del</strong>le strutture<br />
sanitarie che tengano in debito conto l’emergere<br />
di nuove professionalità sanitarie,<br />
il crescente ruolo <strong>del</strong>la tecnologia in<br />
medicina, le potenzialità <strong>del</strong>l’informati-<br />
Il prof. Pasquale Marano, dopo il saluto ai presenti, apre i lavori <strong>del</strong>la Conferenza.<br />
COMUNICARE<br />
19<br />
ca diffusa nell’ospedale e, infine, modi<br />
e forme di confronto tra ospedalità pubblica<br />
e privata (vedi servizio a parte su<br />
questa rivista).<br />
Sempre il 20 novembre si è aperta la<br />
11th Annual Conference of the European<br />
Public Health Association (EU-<br />
PHA), assise europea organizzata per individuare<br />
i metodi per fornire una risposta<br />
efficace alle sfide costituite da globalizzazione<br />
e cooperazione internazionale<br />
da articolarsi attraverso possibili<br />
azioni concertate europee. Scienziati, decisori,<br />
rappresentanti dei gruppi sociali<br />
e <strong>del</strong>l’industria si sono confrontati per ac-
celerare i modi e i tempi di traduzione<br />
dei progressi <strong>del</strong>la ricerca scientifica in<br />
strategie e interventi di sanità pubblica.<br />
“La sanità sarà centrale nella Convenzione<br />
europea - spiega il prof. Gualtiero<br />
Ricciardi, chairman <strong>del</strong>l’EUPHA e direttore<br />
<strong>del</strong>l’Istituto di Igiene <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />
<strong>Cattolica</strong> di Roma -: dopo la riunione<br />
dei ministri <strong>del</strong>la sanità europea<br />
svoltasi lo scorso settembre a Milano,<br />
questa quattro giorni romana costituisce<br />
il momento <strong>del</strong> confronto tecnico tra<br />
operatori sanitari e ricercatori europei per<br />
far fronte alle minacce comuni: le malattie<br />
infettive che travalicano i confini,<br />
i grandi determinanti di malattie noti come<br />
big killer (patologie cardiovascolari<br />
e neoplasie) e in generale tutto quanto<br />
ha un impatto sulla salute in un contesto<br />
come quello attuale, marcato dalla globalizzazione”.<br />
Nell’ambito <strong>del</strong>l’XI Conferenza EUPHA<br />
particolare attenzione è stata dedicata<br />
dal prof. Gualtiero Ricciardi all’appello<br />
ai Governi Europei affinché considerino<br />
prioritario contrastare le forze globali<br />
che minacciano la salute <strong>del</strong> genere<br />
umano, investendo in quei beni pubblici<br />
che ci consentiranno di offrire una<br />
risposta adeguata contro i big killer e<br />
più in generale contro le minacce alla salute<br />
che investono i cittadini europei.<br />
Al congresso EUPHA i ricercatori e gli<br />
scienziati si sono incontrati per definire<br />
contenuti e attuazioni <strong>del</strong>le politiche di<br />
sanità pubblica decise lo scorso settembre<br />
dalla conferenza dei ministri <strong>del</strong>la sanità<br />
UE: il documento presentato riassume<br />
i risultati dei lavori e le raccomandazioni<br />
per l’Europa di oggi e di domani,<br />
pronta ad accogliere nel 2004 dieci<br />
nuovi paesi in attesa di far parte <strong>del</strong>l’Unione.<br />
“Dopo la riunione dei ministri <strong>del</strong>la sanità<br />
europea svoltasi lo scorso settembre<br />
a Milano, - spiega il prof. Gualtiero Ricciardi,<br />
- questo congresso costituisce il<br />
momento <strong>del</strong> confronto tecnico tra operatori<br />
sanitari e ricercatori europei per<br />
far fronte alle minacce comuni: le malattie<br />
infettive che travalicano i confini,<br />
i grandi determinanti di malattie noti come<br />
big killer (patologie cardiovascolari<br />
e neoplasie) e in generale tutto quanto<br />
ha un impatto sulla salute in un contesto<br />
come quello attuale, marcato dalla globalizzazione”.<br />
Di significativo interesse, nelle numerose<br />
trattazioni susseguitesi nell’VIII Conferenza<br />
di Sanità Pubblica, è risultata la<br />
sessione relativa alla prevenzione <strong>del</strong>le<br />
malattie infettive e vaccinazioni. Afferma<br />
la Prof.ssa Ruggenini <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />
di Torino:<br />
“Ci aspettiamo che tra non molto, in Italia,<br />
l’obbligo <strong>del</strong>le vaccinazioni in età pediatrica<br />
venga rimosso. Ma<br />
dobbiamo fare il possibile<br />
perché la percezione <strong>del</strong>l’importanza<br />
di questo<br />
strumento preventivo non<br />
venga meno”.<br />
Medici e ricercatori provenienti<br />
da tutto il Paese<br />
hanno parlato anche di sicurezza,<br />
in campo alimentare,<br />
ambientale e lavorativo.<br />
La prospettiva<br />
<strong>del</strong>l’abolizione <strong>del</strong>l’obbligo<br />
vaccinale in Italia rappresenta<br />
una sfida per la<br />
sanità pubblica che ora,<br />
più che in passato, dovrà<br />
svolgere un’opera di sensibilizzazione<br />
<strong>del</strong>la popolazione<br />
sull’importanza<br />
<strong>del</strong>la prevenzione <strong>del</strong>le<br />
Il prof. Gualtiero<br />
Ricciardi.<br />
COMUNICARE<br />
20<br />
Un momento dei lavori<br />
<strong>del</strong> convegno.<br />
malattie infettive. “Spetterà soprattutto<br />
ai medici di famiglia e ai pediatri il compito<br />
di illustrare ai genitori l’utilità di<br />
vaccinare i propri figli, sia per la salute<br />
dei bambini, sia per la salvaguardia <strong>del</strong>l’intera<br />
popolazione”, spiega Angela Moiraghi.<br />
“Guai se la copertura vaccinale<br />
nel nostro Paese dovesse diminuire: si ripresenterebbero<br />
immediatamente malattie<br />
che da tempo abbiamo sradicato dal<br />
territorio Italiano. Abbiamo visto catastrofici<br />
esempi di questo fenomeno nei<br />
Paesi <strong>del</strong>l’ex-Unione Sovietica”. Non solo<br />
i pediatri, ma tutto il Servizio Sanitario<br />
Nazionale dovrà organizzarsi per offrire<br />
con maggiore efficacia lo strumento<br />
dei vaccini. “Gli ambulatori sul territorio<br />
dovranno fissare gli appuntamenti<br />
per le vaccinazioni in orari più compatibili<br />
con quelli dei genitori che lavorano”,<br />
continua la professoressa Moiraghi.<br />
L’intero bilancio <strong>del</strong>le tre Conferenze<br />
ha fatto registrare un esito altamente<br />
positivo sia per la partecipazione da parte<br />
di italiani e stranieri sia per l’alto valore<br />
scientifico <strong>del</strong>le presentazioni <strong>del</strong>le<br />
numerose sessioni parallele e workshop<br />
distribuite in più di 20 siti nel campus<br />
<strong>del</strong>la Sede di Roma <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />
<strong>Cattolica</strong>.
Un avvenimento a livello mondiale<br />
al Policlinico Gemelli: la separazione<br />
di due gemelline siamesi di quattro<br />
mesi ad opera <strong>del</strong> neurochirurgo<br />
Concezio Di Rocco coadiuvato<br />
da una équipe interdisciplinare di<br />
oltre venti medici<br />
Marilina Pogutz Scrascia<br />
Potrebbe sembrare il racconto di<br />
una fiaba, un bella fiaba con lieto<br />
fine quella <strong>del</strong>le gemelline<br />
greche nate a giugno nell’antica Salonicco<br />
ma con una grave malformazione:<br />
sono due “gemelle siamesi”. I genitori<br />
sapevano sin dalla gestazione a<br />
cosa le piccole sarebbero andate incontro<br />
ma la loro incrollabile fede religiosa<br />
li ha spinti a portare a termine<br />
la gravidanza. Alla nascita le bimbe si<br />
sono presentate unite per il capo, con<br />
UN GRANDE SUCCESSO<br />
È possibile nascere<br />
due volte<br />
i corpi ruotati di 180°. In particolare<br />
le cortecce frontali erano unite e le orbite<br />
condividevano un’unica parete laterale,<br />
ma, per fortuna, le strutture nervose<br />
vitali si erano sviluppate indipendentemente<br />
con una propria autonoma<br />
circolazione vascolare. Le bimbe<br />
erano in buone condizioni generali,<br />
senza altri deficit. I medici greci si<br />
sono subito messi alla ricerca <strong>del</strong> migliore<br />
dei centri neurochirurgici dove<br />
le piccole potessero essere operate:<br />
Stati Uniti, Inghilterra, Germania,<br />
Francia ma la scelta è andata al reparto<br />
di neurochirurgia infantile <strong>del</strong><br />
Policlinico Gemelli, diretto dal prof.<br />
Concezio Di Rocco, neurochirurgo di<br />
fama mondiale, con un lungo passato<br />
presso la North Western University di<br />
Chicago ed attuale Presidente <strong>del</strong>la Società<br />
Europea di Neurochirurgia Infantile.<br />
Tutta l’équipe <strong>del</strong> professore è<br />
stata coinvolta nello studio attento sia<br />
COMUNICARE<br />
21<br />
<strong>del</strong>la bibliografia mondiale per attingere<br />
notizie, sia per pianificare la dinamica<br />
<strong>del</strong>l’intervento.<br />
Anestesisti, radiologi, chirurghi plastici,<br />
pediatri, responsabili <strong>del</strong>le terapie<br />
intensive, tutti vengono inseriti in questa<br />
<strong>del</strong>icata preparazione. Sono momenti<br />
molto tesi ed intensi anche perché,<br />
come ci dice il prof. Di Rocco<br />
“l’intervento era estremamente <strong>del</strong>icato,<br />
domandava un’ organizzazione<br />
complessa e non era possibile avere<br />
esitazioni o pensare di poter completare<br />
l’opera in un secondo tempo: era<br />
il classico o tutto o niente”. L’intervento<br />
è iniziato sabato 11 ottobre alle<br />
7 <strong>del</strong> mattino ed è durato circa 12 ore.<br />
Una volta effettuata la separazione, due<br />
distinte équipes di chirurghi hanno lavorato<br />
contemporaneamente su due sale<br />
operatorie per la ricostruzione dei<br />
tessuti di rivestimento.<br />
Ora le bimbe sono tornate a Salonicco<br />
e tra alcuni mesi potrà essere effettuata<br />
la ricostruzione definitiva<br />
<strong>del</strong>la scatola cranica e <strong>del</strong>le<br />
orbite. L’unica vera preoccupazione<br />
che resta, riguarda l’uso<br />
<strong>del</strong>l’occhio sinistro <strong>del</strong>le due<br />
bambine: ancora non è dato di<br />
sapere se il “non uso” abbia<br />
danneggiato l’organo e fino a<br />
qual punto.<br />
Il Ministro <strong>del</strong>la Salute Girolamo<br />
Sirchia ha voluto esprimere<br />
le sue congratulazioni dicendo<br />
che “al di là <strong>del</strong>la valenza<br />
scientifica che mette in evidenza<br />
la qualità degli operatori e la<br />
modernità <strong>del</strong>le attrezzature,<br />
questo intervento pone il nostro<br />
Paese in una posizione di pri-<br />
Schema di come erano unite le<br />
gemelline greche.
mo piano come esempio di etica e corretta<br />
gestione <strong>del</strong>la privacy”.<br />
Abbiamo visto il prof. Di Rocco molto<br />
sereno, quasi come se un intervento simile,<br />
il primo di questo tipo effettuato<br />
al Gemelli e da lui stesso, facesse parte<br />
<strong>del</strong> suo normale curriculum operatorio.<br />
In realtà dalle sue parole traspare tutto<br />
l’impegno e la tensione che hanno<br />
accompagnato l’avvenimento.<br />
Malgrado le sue reticenze, abbiamo cercato<br />
di scavare nell’animo <strong>del</strong> prof. Di<br />
Rocco che, quasi controvoglia, ha ammesso<br />
le sue paure prima, la consapevolezza<br />
<strong>del</strong>l’enormità <strong>del</strong> compito che<br />
si accingeva ad eseguire, la sua determinazione<br />
nel decidere quasi all’improvviso<br />
il momento <strong>del</strong>l’operazione,<br />
la sua obbligata freddezza davanti al<br />
tavolo operatorio ed infine la sua gioia<br />
liberatrice ed anche il legittimo orgoglio<br />
per aver corretto con successo quella<br />
che poteva essere considerata come<br />
una “beffa <strong>del</strong>la natura”. Con un sorriso<br />
dice “È un po’ come se le avessi<br />
partorite anch’io: le ho fatte nascere<br />
una seconda volta”.<br />
HANNO CONTRIBUITO AL SUCCESSO DELL’INTERVENTO<br />
COMUNICARE<br />
22<br />
Neurochirughi<br />
Concezio Di Rocco<br />
Massimo Cardarelli<br />
Giampiero Tamburrini<br />
Federico Di Rocco<br />
Luca Massimi<br />
Giovanni Sabatino<br />
Anestesisiti<br />
Rodolfo Proietti<br />
Domenico Pietrini<br />
Mario Valenti<br />
Angela Cusateri<br />
Elia Forte<br />
Sergio Barbi<br />
Pediatri<br />
Gabriella De Rosa<br />
Mario Castorina<br />
Chirurghi plastici<br />
Eugenio Farallo<br />
Antonio Seccia<br />
Radiologi<br />
Pasquale Marano<br />
Tommaso Tartaglione<br />
Massimo Rollo<br />
Rianimazione pediatrica<br />
Giancarlo Polidori<br />
Luca Tortorolo<br />
Marco Piastra<br />
Antonio Chiaretti<br />
Capisala<br />
Enrica Petracci e il personale di sala operatoria<br />
Paola Leonardi e il personale <strong>del</strong> reparto di neurochirurgia<br />
infantile<br />
Neurochirurgo greco<br />
Michalis Koutzoglou<br />
Medico osservatore presso il Servizio di Endoscopia<br />
digestiva che ha svolto funzioni di interprete<br />
Pantelis Sklavos
In molti di noi è rimasta la memoria<br />
e la stima di una figura esemplare<br />
di medico e intellettuale, il prof. Ferdinando<br />
Ormea, chiamato a Roma nel<br />
1965 a fondare e dirigere l’Istituto di<br />
Clinica Dermatologica nella nostra - allora<br />
appena istituita - Facoltà di Medicina<br />
e Chirurgia. Egli fu preceduto da<br />
una fama di studioso costruita nei migliori<br />
istituti europei <strong>del</strong>l’epoca, a partire<br />
da Torino, città che gli diede i na-<br />
MEDICI E MAESTRI<br />
Ferdinando Ormea,<br />
medico e umanista<br />
L’esemplare percorso biografico, scientifico<br />
e culturale <strong>del</strong> fondatore e primo<br />
direttore <strong>del</strong>l’Istituto di Clinica Dermatologica<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />
nel ricordo dei suoi allievi<br />
Pierluigi Amerio<br />
e Antonio Garcovich<br />
COMUNICARE<br />
23<br />
tali nel 1917 e dove si laureò brillantemente<br />
in Medicina e Chirurgia. Appena<br />
laureato perfezionò il curriculum dei<br />
suoi studi in Germania.<br />
TRA TORINO E LA GERMANIA.<br />
L’IMPEGNO FORMATIVO<br />
EL’ATTENZIONE SOCIALE<br />
Negli anni antecedenti la seconda guerra<br />
mondiale la lingua ufficiale <strong>del</strong>la scienza<br />
medica era, non a caso, il tedesco, come<br />
oggi è l’inglese. A Monaco di Baviera<br />
il giovane Ormea frequentò la Clinica<br />
medica e anche l’Istituto di Igiene, che<br />
fu uno dei primi in Europa a promuovere<br />
progetti scientifici e sociali di controllo<br />
sanitario e di risanamento ambientale.<br />
Durante la guerra lavorò temporaneamente<br />
come assistente presso l’Istituto<br />
di Psicologia diretto da padre Gemelli alla<br />
<strong>Cattolica</strong> di Milano.
Nel ‘47 si impegnò in<br />
una missione sanitaria in<br />
Germania, dove diventò<br />
il rappresentante <strong>del</strong>la<br />
Croce Rossa Italiana ed<br />
ebbe modo di descrivere<br />
e contrastare alcune<br />
epidemie di tigna microsporica.<br />
Lavorò nella Clinica Dermatologica<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />
di Friburgo, nella Clinica<br />
Neurochirurgica di<br />
Münster e nell’Istituto di<br />
Anatomia di Bonn. Il suo<br />
interesse prevalente era<br />
diretto ad investigare i<br />
rapporti tra cute e sistema<br />
nervoso. Nel ‘49 ritornò<br />
a Torino presso la<br />
Clinica Dermatologica<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> dove rimase<br />
fino al 1964. Nel<br />
1961 pubblicò il trattato<br />
“La cute organo di senso”,<br />
opera innovativa destinata<br />
a mutare profondamente<br />
il panorama <strong>del</strong>la dermatologia<br />
italiana, che da scienza puramente<br />
descrittiva diventa in quegli anni una<br />
branca <strong>del</strong>la medicina, che studia le cause<br />
e i rimedi <strong>del</strong>le malattie cutanee nell’istopatologia,<br />
nell’immunologia, nella<br />
biochimica e nella farmacologia.<br />
ALLA CATTOLICA DI ROMA.<br />
LA PASSIONE SCIENTIFICA<br />
EL’IMPEGNO CULTURALE<br />
Venne chiamato nella nostra Facoltà di<br />
Medicina dove ebbe modo di esprimere<br />
anche le sue doti di umanista e didatta.<br />
Le sue lezioni erano sempre affollate<br />
e il suo rapporto con gli studenti<br />
è significativo non solo negli aspetti<br />
scientifici ma anche in quelli spirituali.<br />
A questo proposito un emozionante ricordo<br />
personale è legato alla sua memorabile<br />
lezione sul significato <strong>del</strong>la<br />
morte tenuta agli studenti in occasione<br />
<strong>del</strong>la scomparsa <strong>del</strong>la madre. Ormea era<br />
anche un grande innovatore: è stato uno<br />
dei primi dermatologi italiani ad impiegare<br />
nella sua clinica il microscopio<br />
elettronico per lo studio <strong>del</strong>le malattie<br />
cutanee, a introdurre gli psoraleni per<br />
la cura <strong>del</strong>la vitiligine e le nuove tecniche<br />
<strong>del</strong>la fotobiologia per la cura <strong>del</strong>la<br />
psoriasi. Di questa patologia Ormea diceva<br />
che era “la più grande vergogna<br />
<strong>del</strong>la dermatologia”. Con questa affermazione<br />
egli intendeva ricordare l’imperativo<br />
morale di esplorare i campi ancora<br />
sconosciuti <strong>del</strong>la ricerca scientifica,<br />
in particolare per la malattie a grande<br />
rilevanza sociale, come la psoriasi.<br />
Non si può comprendere la personalità<br />
di Ferdinando Ormea senza ricordare il<br />
suo impegno intellettuale nell’affrontare<br />
i problemi filosofici, politici, morali<br />
e religiosi <strong>del</strong> suo tempo. Nel 1976 organizzò<br />
una visita nelle università <strong>del</strong>la<br />
Germania <strong>del</strong>l’Est cui parteciparono<br />
anche il Preside <strong>del</strong>la Facoltà di Medicina<br />
<strong>del</strong>la <strong>Cattolica</strong>, che era allora il<br />
prof. Antonio Sanna e il Presidente <strong>del</strong>la<br />
Società Italiana di Dermatologia, all’epoca<br />
il prof. Ferdinando Serri. In quella<br />
occasione volle visitare il campo di<br />
concentramento di Buchenwald, e rendere<br />
omaggio alla memoria <strong>del</strong>l’Olocausto.<br />
Ricorda uno di noi, presente in<br />
quella circostanza, che Ormea alla visione<br />
di quel contesto, da lui stesso definito<br />
espressione <strong>del</strong> male radicale, lamentò<br />
una dolorosa fitta al cuore, presagio<br />
<strong>del</strong>la affezione cardiaca che appena<br />
l’anno dopo gli risultò fatale.<br />
COMUNICARE<br />
24<br />
LA SUA EREDITÀ SCIENTIFICA<br />
E MORALE<br />
Crediamo che il lascito di Ferdinando<br />
Ormea alla medicina e alla dermatologia<br />
italiana sia una rigorosa aderenza<br />
al metodo sperimentale, insieme alla<br />
maggiore consapevolezza che dà una<br />
cultura aperta agli interrogativi posti<br />
dalle scienze umane oltre che dalle<br />
scienze <strong>del</strong>la natura. La medicina, pur<br />
nell’esigenza di farsi sempre più tecnica<br />
e specialistica, non deve perdere la<br />
capacità di una riflessione più generale<br />
sulla persona umana. Il sapere medico<br />
per un verso è naturalistico, in<br />
quanto ha come oggetto di indagine il<br />
corpo <strong>del</strong>l’uomo investigato dalle scienze<br />
<strong>del</strong>la natura (fisica, chimica, biologia),<br />
per un altro verso appartiene alle<br />
scienze umane (filosofia, politica, sociologia,<br />
psicologia) in quanto contempla<br />
l’uomo nella sua interezza. Nessuno<br />
dovrebbe vedere soltanto corpi o<br />
funzioni psichiche, ma globalmente <strong>del</strong>le<br />
persone sofferenti in relazione con<br />
altri esseri umani. In questo senso Ferdinando<br />
Ormea fu uno specialista approfondito<br />
nel suo campo ma anche<br />
uomo di vasta cultura medica e umanistica.
IN RICORDO DI ERNESTO<br />
DE SANTIS<br />
Il 23 ottobre 2003 è mancato il<br />
prof. Ernesto De Santis, Professore<br />
Ordinario di Clinica Ortopedica<br />
e Traumatologica e Direttore<br />
<strong>del</strong>l’omonimo Istituto<br />
<strong>del</strong>l’ <strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>.<br />
Approdato alla Nostra Facoltà<br />
come assistente ordinario<br />
nei primi anni settanta fu tra coloro<br />
che, sotto l’illuminata guida<br />
<strong>del</strong> prof. Gianfranco Fineschi,<br />
lavorando con estremo<br />
impegno e con sacrificio personale,<br />
costruì l’impalcatura scientifica<br />
ed assistenziale <strong>del</strong>l’Istituto<br />
<strong>del</strong> quale poi sarebbe divenuto<br />
Direttore succedendo al<br />
Maestro. Nel 1986, giovanissimo,<br />
secondo il metro accademico<br />
italiano, vinto il concorso<br />
per la Cattedra di Ortopedia<br />
e Traumatologia si trasferì presso<br />
la Facoltà di Medicina e Chirurgia<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> di Sassari<br />
ed ivi iniziò la sua carriera<br />
come Direttore. Con entusiasmo<br />
e forza di volontà costruì<br />
in quella sede una solida realtà<br />
clinica e scientifica che ancora<br />
oggi tiene alto il suo nome.<br />
Nel 1994 tornò nell’ <strong>Università</strong><br />
ove aveva mosso i primi<br />
passi di un formidabile percorso<br />
professionale. Ma questa<br />
è storia dai più conosciuta,<br />
come conosciute sono le innumerevoli<br />
doti umane che l’hanno<br />
contraddistinto ed i riconoscimenti<br />
ottenuti dal mondo<br />
accademico e professionale<br />
italiano ed internazionale. È<br />
pure noto l’instancabile ritmo<br />
di lavoro che per primo imponeva<br />
a se stesso, esempio per<br />
i più giovani e per i meno giovani.<br />
La sua indiscussa capacità didattica<br />
unitamente all’elevato<br />
livello scientifico che lo caratterizzava<br />
faceva di lui un grande<br />
esempio di docente universitario.<br />
Forse non è da molti<br />
conosciuta la sua grande dignità<br />
nella vita, ma soprattutto<br />
di fronte alla malattia ed alla<br />
morte che ha affrontato secondo<br />
il suo stile, con la consapevolezza<br />
di chi, pur conoscendo<br />
il suo destino ad esso non vuole<br />
chinarsi passivamente, desiderando<br />
anzi affrontarlo a testa<br />
alta fino all’ultimo giorno di<br />
vita e, sulla vita che continua,<br />
scommettere un in<strong>del</strong>ebile ricordo<br />
<strong>del</strong>la sua esistenza terrena.A<br />
noi è mancato un Amico,<br />
all’Accademia un Docente,<br />
alla Società un Uomo.<br />
Gli Allievi ed i Colleghi<br />
• Il 15 ottobre 2003 il Consiglio<br />
di Laurea Specialistica in Medicina<br />
e Chirurgia ha rieletto il<br />
prof. Gian Battista Azzena, Pre-<br />
Dal Corpo Docente<br />
NUOVI PROFESSORI<br />
DI Iª FASCIA<br />
• Dal 1° novembre 2003 il prof.<br />
Rocco Bellantone è stato chiamato<br />
a ricoprire l’incarico di pro-<br />
fessore di prima fascia in Endocrinochirurgia.<br />
Il prof. Bellantone è nato a Villa<br />
San Giovanni (RC) nel 1953 e<br />
si è laureato in Medicina e Chi-<br />
COMUNICARE<br />
25<br />
sidente <strong>del</strong> Consiglio di Corso<br />
per il quadriennio 2003 – 2006.<br />
Durante questo periodo il Consiglio<br />
di Corso dovrà proseguire<br />
nell’organizzazione <strong>del</strong> percorso<br />
formativo degli studenti<br />
iscritti al Corso di Laurea alla luce<br />
<strong>del</strong> nuovo ordinamento didattico<br />
che prevede un maggiore<br />
impegno nella attività professionalizzante.<br />
• Con decreto rettorale n. 787<br />
<strong>del</strong> 17 ottobre 2003, il sig. Emmanuele<br />
Massagli è stato nominato<br />
rappresentante degli studenti<br />
nel Senato Accademico<br />
Integrato per il biennio accademico<br />
2003/04 – 2004/05,ai sensi<br />
<strong>del</strong> terzo comma <strong>del</strong>l’art.20<br />
<strong>del</strong>lo Statuto <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />
<strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong>.<br />
• A decorrere dal 1° dicembre<br />
viene attivata come struttura<br />
complessa l’Unità Operativa di<br />
Chirurgia Sostitutiva diretta dal<br />
prof. Salvatore Agnes. La struttura<br />
è dotata di 10 posti letto, è<br />
ubicata al 9°N,il caposala è il sig.<br />
Giuseppe Stasi. I numeri di telefono<br />
interni sono: 4469 e 4605.<br />
• A seguito <strong>del</strong>la nomina <strong>del</strong><br />
prof. Massimo Antonelli a Direttore<br />
di Struttura complessa<br />
<strong>del</strong>l’Unità operativa assistenziale<br />
di Rianimazione e Terapia intensiva,<br />
le unità afferenti al Dipartimento<br />
di Emergenza e Accettazione<br />
assumono le seguenti<br />
denominazioni:<br />
Anestesia,Terapia intensiva postoperatoria<br />
e Terapia <strong>del</strong> dolore<br />
(prof. Rodolfo Proietti), Rianimazione<br />
e terapia intensiva<br />
(prof. Massimo Antonelli), Medicina<br />
d’urgenza (prof. Nicolò<br />
Gentiloni Silveri).<br />
rurgia presso l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />
nel 1977.<br />
Ha iniziato la sua carriera chirurgica<br />
già nel 1975 in qualità<br />
di studente interno presso l’I-<br />
Informazioni<br />
• Il Coordinamento dei Servizi<br />
Alberghieri cessa di operare come<br />
entità strutturale a sé stante<br />
per cui le seguenti attività da<br />
esso finora coordinate vengono<br />
riordinate nell’ambito di altre<br />
strutture <strong>del</strong>la Sede:<br />
Direzione Tecnico Amministrativa<br />
• Alimentazione e guardaroba,<br />
unificate sotto la responsabilità<br />
<strong>del</strong> sig. Enzo Rosati, il quale dipenderà<br />
dal Dirigente Tecnico<br />
Amministrativo.<br />
• Vigilanza affidata al sig. Antonio<br />
Scurti, cui faranno capo le<br />
Guardie particolari giurate per le<br />
operazioni di controllo <strong>del</strong>le aree<br />
interne e dei relativi accessi.Il sig.<br />
Scurti dipenderà dal Dirigente<br />
Tecnico Amministrativo.<br />
SOVRINTENDENZA SULLA GE-<br />
STIONE DEI COLLEGI.<br />
Direzione Sanitaria<br />
Viene inserita nell’ambito <strong>del</strong>le<br />
competenze <strong>del</strong>la Direzione Sanitaria<br />
la seguente attività:<br />
• Asilo Nido che, restando affidato<br />
al coordinamento <strong>del</strong>la<br />
sig.ra Antonietta Colangelo, dipenderà<br />
dal dott. Fabrizio Celani.<br />
• Servizio Tecnico<br />
Vengono inserite nell’ambito <strong>del</strong><br />
Servizio Tecnico le seguenti attività:<br />
• Manutenzione, parchi e giardini<br />
inclusa operativamente nella<br />
Unità “Gestione e manutenzione”,<br />
affidata all’ing. Roberto<br />
Cabras.<br />
• Centralino telefonico incluso<br />
operativamente nell’Unità<br />
“Contabilità lavori e servizi”, affidata<br />
ad interim all’ing. Giovanni<br />
Scavino.<br />
stituto di Clinica Chirurgica dove<br />
ha seguito tutto il suo iter chirurgico.<br />
Nel 1992 è professore associato<br />
di Chirurgia nel Corso di
Dal Corpo Docente<br />
laurea in Medicina e Chirurgia<br />
e titolare <strong>del</strong>la Cattedra di Patologia<br />
chirurgica in quello di<br />
Odontoiatria. Il prof. Bellantone<br />
è docente presso la Scuola di<br />
Specializzazione di Chirurgia generale<br />
ed è stato presidente <strong>del</strong><br />
Corso di Diploma Universitario<br />
in Scienze Infermieristiche <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />
<strong>Cattolica</strong> con sede<br />
a Campobasso.<br />
Attualmente è primario <strong>del</strong>la<br />
Divisione di Chirurgia <strong>del</strong>le<br />
ghiandole endocrine.<br />
Nel campo <strong>del</strong>la ricerca scientifica<br />
negli ultimi anni la sua attenzione<br />
si è dedicata alla chirurgia<br />
<strong>del</strong>le ghiandole endocrine.<br />
In particolare, recentemente<br />
ha ideato una nuova tecnica<br />
di chirurgia tiroidea videoassistita<br />
ed è stato tra i primi in Italia ad<br />
introdurre la chirurgia laparoscopica<br />
<strong>del</strong> surrene, di cui vanta<br />
una <strong>del</strong>le maggiori casistiche<br />
a livello nazionale. Ciò gli è valso<br />
riconoscimenti internazionali<br />
con l’invito a conferenze presso<br />
la Brown University di Providence<br />
e la Mount Sinai University<br />
di New York.<br />
Per la sua attività è stato chiamato<br />
a far parte <strong>del</strong>la American<br />
Association of Endocrine<br />
Surgeons.È inoltre membro <strong>del</strong><br />
Consiglio Direttivo <strong>del</strong>la Societa’Italiana<br />
di Endocrinochirurgia<br />
e <strong>del</strong> Consiglio Scientifico <strong>del</strong>la<br />
Societé Française d’Endocrinochirurgie.<br />
Il prof. Bellantone ha pubblicato<br />
numerosi libri di testo per stu-<br />
denti di medicina,è autore di capitoli<br />
di trattati e di oltre 400<br />
pubblicazioni scientifiche, molte<br />
<strong>del</strong>le quali sulle piu’ prestigiose<br />
riviste internazionali di chirurgia<br />
(circa 100 citate dal Medline<br />
International Index).<br />
Attualmente il prof. Bellantone<br />
vanta una casistica operatoria<br />
personale superiore ai 2000 interventi,<br />
soprattutto nei campi<br />
<strong>del</strong>la chirurgia dei tumori e <strong>del</strong>le<br />
ghiandole endocrine.<br />
• Dal 1° novembre 2003 il prof.<br />
Lorenzo Bonomo è stato chiamato<br />
a ricoprire il ruolo di professore<br />
di I° fascia presso l’Istituto<br />
di Radiologia.<br />
Il prof. Bonomo è nato ad Andria<br />
nel 1946 e si è laureato<br />
presso l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong><br />
<strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> nel 1970. Nel<br />
1975 si è specializzato in Radiologia<br />
medica presso l’<strong>Università</strong><br />
<strong>Cattolica</strong>.<br />
Dal 1975 al 1976 è stato assistente<br />
presso l’Istituto di Radiologia<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />
e dal 1976 ha iniziato la sua<br />
carriera presso l’<strong>Università</strong> di<br />
Chieti, Ospedale SS. Annunziata<br />
dove fino al 1983 è stato assistente<br />
presso l’Istituto di Radiologia.Dal<br />
1983 al 1987 è stato<br />
professore associato e dal<br />
1987 al 1990 direttore <strong>del</strong>l’Istituto<br />
di Radiologia. Dal 1990 al<br />
2003 professore ordinario di<br />
Radiologia, direttore <strong>del</strong>la se-<br />
COMUNICARE<br />
26<br />
zione di Scienze radiologiche<br />
<strong>del</strong> Dipartimento di Scienze cliniche<br />
e bioimmagini <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />
di Chieti.<br />
È Direttore <strong>del</strong>la Scuola di specializzazione<br />
in Radiologia.<br />
I principali campi di ricerca <strong>del</strong><br />
prof. Bonomo sono: fisiopatologia<br />
ed imaging <strong>del</strong>la circolazione<br />
polmonare, radiologia<br />
<strong>del</strong>le malattie interstiziali polmonari,<br />
imaging dei tumori polmonari,<br />
aspetti tecnici <strong>del</strong>l’imaging<br />
toracica e angiografia<br />
con RM.<br />
Il prof. Bonomo è stato presidente<br />
<strong>del</strong>la Società europea di<br />
Imaging toracica e attualmente<br />
è presidente <strong>del</strong>la Società italiana<br />
di Radiologia medica.<br />
È autore di quattro libri e di<br />
234 pubblicazioni scientifiche ed<br />
ha al suo attivo 95 letture.<br />
• Dal 1° novembre 2003 il prof.<br />
Gianfranco Ferraccioli è stato<br />
chiamato a ricoprire l’incarico di<br />
professore di I° fascia di Reumatologia.<br />
Il prof. Ferraccioli si è laureato<br />
in Medicina e Chirurgia presso<br />
l’<strong>Università</strong> di Parma nel 1974<br />
e si è specializzato in Medicina<br />
interna presso l’<strong>Università</strong> di<br />
Parma nel 1978, in Reumatologia<br />
presso l’<strong>Università</strong> di Milano<br />
nel 1981 e in Idrologia e<br />
Medicina termale presso l’<strong>Università</strong><br />
di Parma nel 1987.È stato<br />
Fellow <strong>del</strong>la Canadian Arthritis<br />
Society presso la Divisione<br />
di Reumatologia ed Immunolo-<br />
gia <strong>del</strong>la McGill University dal<br />
1981 al 1982. Dal 1999 è professore<br />
di I° fascia di Reumatologia<br />
presso l’<strong>Università</strong> di Udine<br />
dove è stato Direttore <strong>del</strong>la<br />
Clinica medica dal 2000 al<br />
2001 e dal luglio 2001 fino ad<br />
ottobre <strong>del</strong> 2003 Direttore <strong>del</strong>la<br />
Clinica di Reumatologia.<br />
È membro di importanti società<br />
scientifiche italiane e straniere:<br />
European League against<br />
Rheumatism; Kunkel Society –<br />
Rockfeller University, USA; Italian<br />
Society of Rheumatology;<br />
European Bone and Joint Health<br />
Strategies Project.<br />
I principali campi di ricerca<br />
scientifica <strong>del</strong> prof. Ferraccioli<br />
sono: identificazione di indici<br />
prognostici biologici cellulari,<br />
molecolari,immunogenetici nella<br />
artrite reumatoide; identificazione<br />
di meccanismi molecolari<br />
<strong>del</strong>la espansione clonale<br />
nelle malattie autoimmuni con<br />
particolare riferimento a S. Sjogren<br />
e crioglobulinemia; identificazione<br />
di terapie innovative<br />
<strong>del</strong>le malattie reumatiche autoimmuni.<br />
È autore o co-autore di 230<br />
pubblicazioni su riviste italiane e<br />
straniere e di circa 180 abstracts;<br />
è inoltre autore di un capitolo<br />
<strong>del</strong> libro “Cyclosporine: clinical<br />
application in autoimmune diseases”.<br />
DIRETTORI DI ISTITUTO<br />
Dal 1° novembre 2003 sono stati<br />
nominati Direttori di Istituto:<br />
Carlo Ambrogio Logroscino,Clinica<br />
ortopedica; Carlo Focacci,<br />
Medicina nucleare e Riccardo<br />
Riccardi, Clinica pediatrica.<br />
IN QUIESCENZA<br />
Dal 1° dicembre 2003 è stato<br />
collocato in quiescenza Franco<br />
Ceriati.<br />
A RIPOSO<br />
Dal 1° novembre 2003 sono<br />
stati collocati a riposo: Luigi Ortona,Giuseppe<br />
Segni,Luigi Troncone<br />
e Eugenio Alcini.
Si è appena chiuso il tempo di<br />
Avvento che per la nostra <strong>Università</strong><br />
si è rivelato un periodo<br />
veramente proficuo.<br />
Infatti, oltre al lavoro svolto dai<br />
gruppi ordinari <strong>del</strong> centro pastorale<br />
(che hanno intensificato<br />
il numero <strong>del</strong>le attività proposte),<br />
si sono tenute diverse iniziative<br />
che hanno coinvolto un<br />
buon numero di persone <strong>del</strong><br />
nostro Policlinico spingendole<br />
ad una crescita culturale e ad<br />
una maggiore introspezione.Ricordiamo<br />
innanzitutto la Mostra<br />
su San Giuseppe Moscati tenutasi<br />
dal 17 al 31 novembre e la<br />
conferenza <strong>del</strong> prof. Salvatore<br />
Esposito,gesuita <strong>del</strong> Gesù Nuovo<br />
di Napoli, dal tema “padre<br />
Gemelli parla di S.Giuseppe Mo-<br />
Formazione<br />
LE PROFESSIONI<br />
SANITARIE:ASPETTI<br />
GIURIDICI,<br />
DEONTOLOGICI ED<br />
ORGANIZZATIVI<br />
L’istituzione <strong>del</strong>le lauree triennali<br />
e specialistiche per la formazione<br />
degli operatori sanitari<br />
non medici, l’approvazione<br />
dei profili professionali, la definizione<br />
<strong>del</strong>le professioni sanitarie<br />
come professioni non più<br />
ausiliarie, ha determinato un<br />
processo di professionalizzazione<br />
di portata tale da confi-<br />
scati” che hanno voluto sottolineare<br />
l’importanza di riproporre<br />
un mo<strong>del</strong>lo sempre vivo di<br />
santità non solo al personale <strong>del</strong><br />
nostro Policlinico, evidenziando<br />
quindi i tratti <strong>del</strong> vero medico<br />
cattolico, ma a tutti definendo il<br />
concetto di “laico, cioè cristiano”<br />
in tempi in cui termini come<br />
“laicismo” e “laicità” vengono<br />
confusi o travisati.<br />
A precedere le inziative in onore<br />
di S.Giuseppe Moscati il gruppo<br />
studentesco “Phos”, fondato<br />
e diretto dall’assistente spirituale<br />
don Antonio Cecchini,<br />
ha organizzato il 16 novembre<br />
un viaggio a Napoli affinché tutti<br />
gli studenti che lo desiderassero<br />
potessero visitare la tomba<br />
<strong>del</strong> santo medico e i luoghi<br />
gurare la necessità di approfondire<br />
le conoscenze, gli ambiti,<br />
l’autonomia, la formazione,<br />
la deontologia e le responsabilità<br />
<strong>del</strong>le professioni sanitarie<br />
non mediche.<br />
A tale scopo,nei giorni 1 e 2 ottobre<br />
2003, si è tenuto il seminario<br />
“Le professioni sanitarie:<br />
aspetti giuridici, deontologici ed<br />
organizzativi”.<br />
La partecipazione <strong>del</strong> giurista<br />
Luca Benci nei lavori <strong>del</strong> mattino<br />
ha contribuito a focalizzare<br />
l’attenzione dei partecipanti sui<br />
Dal Centro Pastorale<br />
COMUNICARE<br />
27<br />
dove egli ha vissuto. Oltre a favorire<br />
la comunione tra gli studenti<br />
il pellegrinaggio si è rivelato<br />
un intenso momento di<br />
personale riscoperta spirituale.<br />
Un’altra visita guidata è stata organizzata<br />
il 13 dicembre da don<br />
Marco Ceccarelli con destinazione<br />
Todi e Perugia per ammirare<br />
le bellezze artistiche di queste<br />
caratteristiche cittadine medievali.<br />
Anche qui non si è tralasciato<br />
l’aspetto spirituale <strong>del</strong>l’iniziativa<br />
con una doverosa sosta<br />
al Santuario <strong>del</strong>l’Amore Misericordioso<br />
a ColleValenza<br />
(PG).<br />
Per un’adeguata preparazione<br />
al Natale e una valorizzazione<br />
ulteriore <strong>del</strong> tempo di Avvento<br />
si sono tenuti nella Chiesa<br />
temi sopra menzionati, oggetto<br />
<strong>del</strong>la sua lunga relazione.<br />
Gli aspetti deontologici ed etici<br />
sono stati esplicitati dal prof.<br />
Spagnolo e dalla dott.ssa Minacori<br />
<strong>del</strong>l’istituto di Bioetica. Il<br />
prof. Pascali <strong>del</strong>l’Istituto di Medicina<br />
Legale ha approfondito il<br />
concetto di responsabilità professionale.<br />
La relazione conclusiva<br />
ad opera <strong>del</strong> dott. Cam-<br />
Il dott. Luca Benci parla<br />
al corso sulle professioni<br />
sanitarie.<br />
Centrale momenti di Adorazione<br />
Eucaristica accompagnati<br />
da meditazioni sul mistero<br />
<strong>del</strong>l’Incarnazione. Si è risposto<br />
così all’appello rivolto dal Sommo<br />
Pontefice nell’enciclica “Ecclesia<br />
de Eucharistia” che invitava<br />
la Chiesa tutta a dare più<br />
spazio al culto eucaristico al di<br />
fuori <strong>del</strong>le celebrazioni domenicali.<br />
A chiudere questo intenso periodo<br />
di Grazia il 20 dicembre<br />
don Decio Cipolloni ha guidato<br />
il personale medico e paramedico<br />
sui luoghi di San Francesco,<br />
cioè Greccio, dove fu<br />
ideato e attuato il primo Presepe,<br />
e Rieti, dove il Poverello<br />
di Assisi subì la tremenda operazione<br />
agli occhi.<br />
bieri e <strong>del</strong> dott. Celani ha contestualizzato<br />
gli argomenti affrontati,<br />
in ambito prettamente<br />
ospedaliero.<br />
A questa iniziativa hanno partecipato<br />
complessivamente 344<br />
operatori sanitari di tutte le professioni:<br />
gli infermieri ed i tecnici<br />
sono stati i maggiormente rappresentativi<br />
in termini numerici.<br />
Consapevoli che due edizioni<br />
<strong>del</strong>l’evento non sono sufficienti<br />
a dare una risposta proporzionata<br />
al bisogno di approfondimento<br />
di tali argomenti, il seminario<br />
sarà riproposto integralmente<br />
nel 2004.<br />
GESTIONE DEL PAZIENTE<br />
IN TRATTAMENTO DI<br />
ENDOSCOPIA DIGESTIVA<br />
Presso l’European Endoscopy<br />
Training Center (E.E.T.C), si sono<br />
svolte le due edizioni <strong>del</strong><br />
corso per infermieri sulla “Gestione<br />
<strong>del</strong> paziente in trattamento<br />
di endoscopia digestiva”.<br />
I lavori si svolti il 29 e 30<br />
ottobre e 14 e 15 novembre.<br />
Il corso è stato articolato in due<br />
moduli:“La preparazione e l’e-
Formazione<br />
Una lezione di chirurgia<br />
endoscopica.<br />
secuzione di metodiche endoscopiche<br />
terapeutiche e diagnostiche”<br />
e “La gestione post<br />
procedurale di metodiche endoscopiche<br />
terapeutiche e diagnostiche<br />
e <strong>del</strong>le urgenze emorragiche”.<br />
L’integrazione <strong>del</strong>le<br />
competenze mediche e infermieristiche<br />
per garantire l’innalzamento<br />
<strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>le<br />
prestazioni è stata l’idea portante<br />
<strong>del</strong> corso.<br />
Il gruppo dei docenti, costituito<br />
da medici e infermieri <strong>del</strong> servizio<br />
di Endoscopia Digestiva<br />
Chirurgica diretto dal prof. Guido<br />
Costamagna e da colleghi<br />
dei reparti <strong>del</strong> Dipartimento di<br />
Scienze Chirurgiche, ha avuto<br />
modo di confrontarsi con 44 infermieri<br />
e capisala dei reparti di<br />
Medicina,Angiologia,Malattie Infettive,<br />
Neurologia, Gerontologia-Cemi<br />
4 e Solventi per raggiungere<br />
i seguenti obiettivi:<br />
- acquisizione di conoscenze di<br />
endoscopia chirurgica digestiva<br />
per meglio gestire la preparazione<br />
e la gestione <strong>del</strong> paziente,<br />
- elaborazione di protocolli e linee<br />
guida per la gestione <strong>del</strong><br />
paziente,<br />
- riconoscimento <strong>del</strong>le complicanze<br />
endoscopiche,<br />
- conoscenza dei protocolli di<br />
comportamento nell’urgenza<br />
emorragica.<br />
Sono stati elaborati protocolli<br />
operativi per il paziente in preparazione<br />
e in fase post proce-<br />
durale. Tale modalità di lavoro<br />
ha suscitato grande interesse nei<br />
partecipanti che hanno anche<br />
incontrato il RID <strong>del</strong> Dipartimento<br />
di Scienze Chirurgiche<br />
Sergio Mattioni e la Capoarea<br />
<strong>del</strong>le Medicine Clara Aprigliano<br />
referenti <strong>del</strong> Servizio Infermieristico<br />
per quanto riguarda il servizio<br />
di Endoscopia Digestiva<br />
Chirurgica e il personale <strong>del</strong>l’area<br />
<strong>del</strong>le Medicine.Tutto ciò ha<br />
innalzato le aspettative per le<br />
prossime edizioni <strong>del</strong>l’anno<br />
2004, fornendo all’Ufficio Formazione<br />
e Sviluppo informazioni<br />
utili per poter rispondere sempre<br />
meglio alle richieste di formazione<br />
<strong>del</strong> personale.<br />
IL PIEDE DIABETICO:<br />
PREVENZIONE E CURA<br />
Il diabete mellito è una patologia<br />
in costante aumento (attualmente<br />
circa il 3% <strong>del</strong>la popolazione<br />
ne è affetto) con un peso<br />
sociale ed economico elevato a<br />
causa <strong>del</strong>le complicanze vascolari<br />
che comporta. Il diabete, in-<br />
COMUNICARE<br />
28<br />
fatti,causa spesso infarto <strong>del</strong> miocardio,ictus,gangrena<br />
agli arti inferiori,riduzione<br />
<strong>del</strong> visus per retinopatia,insufficienza<br />
renale con<br />
frequente ricorso alla dialisi. Il<br />
diabete è la causa maggiore di<br />
amputazioni non traumatiche nel<br />
nostro paese ed il piede diabetico,<br />
cioè la risultante <strong>del</strong>le patologie<br />
vascolari e neurologiche<br />
<strong>del</strong> diabete che colpiscono il piede,<br />
presenta difficoltà di gestione<br />
che solo un trattamento integrato<br />
e multidisciplinare può<br />
curare a dovere.<br />
Il corso sul piede diabetico è<br />
stato frequentato dal personale<br />
dei reparti di medicina e di<br />
D.H.che con più frequenza hanno<br />
in cura pazienti con questa<br />
patologia.<br />
Gli obiettivi <strong>del</strong> corso (acquisire<br />
competenze nella prevenzione e<br />
nel trattamento <strong>del</strong> piede diabetico<br />
secondo i recenti protocolli,<br />
riconoscere i sintomi <strong>del</strong><br />
piede diabetico, acquisire competenze<br />
per l’elaborazione di<br />
protocolli per il trattamento <strong>del</strong><br />
piede diabetico) sono stati perseguiti<br />
con tenacia dal team dei<br />
docenti medici e infermieri diretti<br />
dal prof.Giovanni Ghirlanda trattando<br />
l’argomento sotto il profilo<br />
medico e assistenziale.Gli infermieri,<br />
i medici, i capisala che<br />
hanno partecipato alle prime 5<br />
edizioni da settembre a novembre<br />
(in totale 105 persone),hanno<br />
molto apprezzato l’iniziativa<br />
Il corso sul piede diabetico:<br />
parla il dott. Pitocco.<br />
e i protocolli assistenziali elaborati<br />
nei lavori di gruppo saranno<br />
presentati alla Direzione Sanitaria.<br />
Ciò permetterà una più<br />
agevole gestione <strong>del</strong> paziente,<br />
avviando un lavoro di monitoraggio<br />
che rappresenta per i professionisti<br />
interessati una leva per<br />
un continuo miglioramento <strong>del</strong>le<br />
prestazioni.<br />
SOTTO IL SEGNO<br />
DELL’ECM<br />
L’attività formativa svolta nell’anno<br />
2003 è stata caratterizzata<br />
da un forte impegno per dare<br />
coerenti risposte a specifiche<br />
esigenze di aggiornamento.Particolare<br />
attenzione è stata rivolta<br />
alla formazione continua in<br />
medicina, allo scopo di fornire<br />
agli Operatori Sanitari elementi<br />
di conoscenza, di competenza<br />
e l’acquisizione gratuita dei<br />
crediti formativi.<br />
Questo è stato possibile grazie<br />
ad una modalità di progettazione<br />
e di gestione, condivisa con i<br />
diversi settori sia <strong>del</strong>la Facoltà<br />
che <strong>del</strong> Policlinico, che ha segnalato<br />
un cambiamento di stile e di<br />
visione <strong>del</strong> lavoro, evidenziando<br />
la formazione aziendale come<br />
una leva strategica fondamentale<br />
per lo sviluppo professionale<br />
e per il miglioramento <strong>del</strong>la qualità<br />
assistenziale.<br />
L’offerta formativa è stata resa<br />
più visibile ed accessibile<br />
grazie anche al sito intranet<br />
www.rm.unicatt.it/formazione,<br />
sito da migliorare e da<br />
potenziare, ma, anche se avviato<br />
in maniera sperimentale, ha<br />
già permesso le preiscrizioni di<br />
3.980 partecipanti.<br />
In un’ottica di miglioramento continuo<br />
la formazione aziendale ha<br />
avviato un processo di pianificazione<br />
e progettazione per le iniziative<br />
formative relative al biennio<br />
2004-2005,che ha avuto l’assenso,l’impulso<br />
e il sostegno <strong>del</strong>la<br />
Direzione di Sede e <strong>del</strong> Policlinico<br />
unitamente alla Presidenza<br />
<strong>del</strong>la Facoltà e in piena sinergia<br />
con la Commissione ECM.
RIEPILOGO CORSI DI FORMAZIONE - ANNO 2003<br />
Altri corsi Corsi ECM per gli Operatori Sanitari<br />
COMUNICARE<br />
29<br />
Formazione<br />
Crediti<br />
formativi<br />
Titolo Periodo Durata Edizioni Partecipanti<br />
n. 10 Corso di formazione e informazione sulla sicurezza: personale<br />
non medico dei laboratori<br />
7/3 – 18/12 2 gg. (11 ore) 15 273<br />
n. 11 personale medico di sala operatoria 6/3 – 12/12 2 gg. (12 ore) 22 222<br />
n. 11 personale non medico di sala operatoria 6/3 – 16/12 2 gg. (12 ore) 36 184<br />
n. 20 La qualità nel Servizio di Microbiologia 3/4 – 20/5 4 gg. (28 ore) 3 53<br />
n. 8 Valutazione e controllo <strong>del</strong> dolore nel bambino 6/5 – 2/12 1 g. (8 ore) 8 162<br />
n. 8 Il Prontuario dietetico ospedaliero 28/5 – 18/12 1 g. (8 ore) 7 131<br />
n. 3 Seminario di informazione sulla SARS 30/6 – 7/7 1 g. ( 6 ore) 3 553<br />
n. 44 Ecografia clinica in emergenza-urgenza 22/9 - 19/12 5 gg. (42 ore) 4 20<br />
n. 7 Il piede diabetico 24/9 – 17/12 1 g.(8 ore) 7 139<br />
n. 5 Le professioni sanitarie:aspetti giuridici,<br />
deontologici e organizzativi<br />
1 e 2/10 1 g. (8 ore) 2 330<br />
n. 6 La malattia oncologica nell’immaginario: Cinema e Sogni 3/10 - 8/11 3 gg. (10 ore) 1 71<br />
n. 7 Seminario sulla Comunicazione in Ospedale 10/10 - 17/12 1 g. (8 ore) 10 1.759<br />
n. 15 Gestione <strong>del</strong> paziente in trattamento<br />
di endoscopia digestiva<br />
29/10 –14/11 2 gg. (17 ore) 2 44<br />
n. 10 Formazione in sala emergenza 10/11 – 10/12 2 gg. (10 ore) 5 39<br />
Corsi ECM per operatori sanitari : giornate n. 242 ore 1.497 partecipanti 3.980<br />
Corso di formazione e informazione sulla sicurezza<br />
per il personale amministrativo<br />
Corso pratico sull’esecuzione <strong>del</strong>le misure di sicurezza<br />
e qualità di apparecchi elettromedicali<br />
14/1 - 24/3 1 g. (7 ore) 35 549<br />
26 e 27/2 1 g. (8 ore) 2 8<br />
Corso per quadri intermedi <strong>del</strong> Servizio Centralizzato Pulizie e Trasporti 24 - 27/3 3 gg. (13 ore) 1 4<br />
Corso per il personale addetto alla manipolazione dei farmaci antiblastici 9/4 e -10/4 2 gg. (10 ore) 1 6<br />
I formati Bibliografici e il Marc 14/5 1 g. (7 ore) 1 10<br />
La classificazione <strong>del</strong> personale e le progressioni professionali 5/5 1 g. (7 ore) 1 27<br />
Workshop su “Le politiche di sviluppo <strong>del</strong> personale” 4/6 1 g. (7 ore) 1 77<br />
Incontro sul sistema di gestione e sviluppo <strong>del</strong>le risorse umane nell’I.E.O. 10/7 1 g. (4 ore) 1 25<br />
Seminario sulle competenze organizzative 26 e 27/11 1 g. (7 ore) 1 26<br />
Corsi di formazione informatica Word 17/2 – 15/9 4 gg. (28 ore) 3 28<br />
Corsi di formazione informatica Excell 17/3 – 20/10 4 gg. (28 ore) 3 22<br />
Corsi di formazione informatica Power Point 9/9 e 10/9 2 gg. (14 ore) 1 5<br />
Corsi di formazione informatica Access 20/1 – 6/10 5 gg. (35 ore) 2 14<br />
Corsi di formazione informatica per dirigenti – Progetto E-learning gennaio-giugno 59<br />
Altri corsi: giornate n. 83 ore 568 partecipanti 860<br />
Totale generale: giornate n. 325 ore 2.065 partecipanti: 4.840<br />
Inoltre partecipazioni a Corsi, Convegni e Seminari esterni<br />
per aggiornamento e formazione professionale<br />
gennaio - dicembre 756 gg 335
Scienza e Cultura<br />
RADIOTERAPIA<br />
10 – 14 novembre:14° corso residenziale<br />
di aggiornamento su<br />
“Moderna radioterapia,il frazionamento<br />
<strong>del</strong>la dose e la sua ottimizzazione<br />
biologica”<br />
A 50 anni dalla scoperta <strong>del</strong><br />
DNA, la ricerca scientifica ha<br />
fatto enormi progressi imponendo<br />
alla comunità scientifica<br />
un ripensamento critico anche<br />
sui pericoli di alcune applicazioni<br />
nella clinica di risultati evidenti<br />
alla ricerca di base.Nei<br />
corsi di aggiornamento svoltisi<br />
negli ultimi due anni si è prima<br />
ripensato ai meccanismi alla base<br />
<strong>del</strong>la diffusione metastatica<br />
e poi alle incertezze presenti<br />
nella più moderna stadiazione<br />
<strong>del</strong>le neoplasie e sulla possibilità<br />
di colpirle con le radiazioni<br />
nella maniera più corretta. Ora<br />
nell’era dei trattamenti multidisciplinari<br />
è urgente ripensare insieme<br />
ai paradigmi che ci portano<br />
a definire se la misura tradizionale<br />
<strong>del</strong>le radiazioni produrrà<br />
ancora gli stessi effetti.<br />
Durante il corso sono state analizzate<br />
le varie modalità di somministrazione<br />
<strong>del</strong>le radiazioni<br />
DAY HOSPITAL<br />
Dal 20 ottobre 2003 è stato<br />
attivato il Day Hospital di Dermatologia<br />
pediatrica. È ubicato<br />
al 5° L con una dotazione<br />
di 4 posti letto. La caposala è<br />
la sig.ra Angela Rosa, il numero<br />
telefonico interno è il 5210.<br />
RITROVARSI<br />
Il 29 e 30 novembre gli ex-allievi<br />
<strong>del</strong>la Sezione di Medicina<br />
e Chirurgia <strong>del</strong>l’Associazione<br />
“Ludovico Necchi”, si sono incontrati<br />
a Tirrenia in occasione<br />
<strong>del</strong> XXI Convegno Nazionale<br />
sul tema “I laureati <strong>del</strong>la Facoltà<br />
di Medicina e Chirurgia<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong><br />
secondo il paramentro tempo<br />
di somministrazione, si sono ricercate<br />
le equivalenze biologiche<br />
fra dosi di radiazioni somministrate<br />
con le tecniche più<br />
avanzate e si sono approfonditi<br />
i meccanismi grazie ai quali<br />
l’integrazione fra radioterapia e<br />
chemioterapia concomitante<br />
hanno migliorato notevolmente<br />
i risultati <strong>del</strong>le cure.<br />
KOMEN ITALIA<br />
28 novembre 2003:corso di aggiornamento<br />
su “La diagnostica<br />
differenziale nel carcinoma <strong>del</strong>la<br />
mammella: problematiche cito-istopatologiche”<br />
La Fondazione Komen Italia per<br />
la prevenzione <strong>del</strong> cancro <strong>del</strong>la<br />
mammella che ha sede presso<br />
il Policlinico Gemelli,con il patrocinio<br />
<strong>del</strong>la Società Italiana di<br />
Anatomia patologica e Citodiagnostica,<br />
ha organizzato il<br />
corso di aggiornamento dove,<br />
nella prima parte, è stato fatto<br />
un excursus sulle diagnosi differenziali<br />
nei vari tipi di lesione<br />
e, nella seconda parte, si è parlato<br />
<strong>del</strong>le problematiche diagnostiche,<br />
dei recettori ormo-<br />
S.<strong>Cuore</strong> e il loro compito nel<br />
SSN”, al quale è intervenuto<br />
S.E. Mons.Alessandro Plotti, già<br />
COMUNICARE<br />
30<br />
nali e <strong>del</strong> linfonodo sentinella.<br />
ANESTESIOLOGIA<br />
10 dicembre 2003: corso teorico<br />
pratico in “Fibrobroncoscopia<br />
in terapia intensiva”<br />
Il corso, riservato ad un massimo<br />
di 45 partecipanti, è organizzato<br />
dall’Istituto di Anestesiologia<br />
e Rianimazione. Dopo<br />
alcuni cenni sull’anatomia <strong>del</strong>l’albero<br />
bronchiale e sull’orientamento<br />
durante la broncoscopia,<br />
verranno illustrati gli<br />
aspetti tecnici <strong>del</strong>l’intervento: i<br />
vari strumenti utilizzati e le modalità<br />
di lavaggio e disinfezione.<br />
Sono stati poi presi in esame casi<br />
specifici: l’uso <strong>del</strong> fibrobroncoscopio<br />
nell’intubazione difficile,<br />
la fibroscopia diagnostica <strong>del</strong>le<br />
prime vie aeree, l’intubazione<br />
con il fibroscopio in diversi casi(con<br />
i paziente vigile, in anestesia<br />
generale oppure attraverso<br />
la maschera laringea). Infine<br />
si è parlato <strong>del</strong>la fibrobroncoscopia<br />
diagnostica e il<br />
recupero dei corpi estranei.<br />
DERMATOLOGIA<br />
12 – 14 dicembre: 6 th Inter-<br />
Alcuni dei partecipanti<br />
all’incontro<br />
<strong>del</strong>l’Associazione Necchi.<br />
national congress of the European<br />
Society for Laser Aesthetic<br />
Surgery su “Quale laser:<br />
quando e perché”<br />
Nel congresso, organizzato dall’Istituto<br />
di Dermatologia, si è<br />
parlato <strong>del</strong>le varie tecniche relative<br />
all’uso <strong>del</strong> laser, <strong>del</strong> ringiovanimento<br />
<strong>del</strong>la pelle, <strong>del</strong>l’ablazione<br />
<strong>del</strong>la peluria superflua,<strong>del</strong>le<br />
lesioni pigmentose, <strong>del</strong>lo stato<br />
<strong>del</strong>l’arte dei trattamenti vascolari<br />
ed infine è stato trattato<br />
il futuro <strong>del</strong> laser e <strong>del</strong>le sue applicazioni.<br />
EMATOLOGIA<br />
15 dicembre: convegno nazionale<br />
su “Una banca di cellule staminali<br />
somatiche per le malattie<br />
ematologiche e oltre”.<br />
Il convegno, organizzato dall’Istituto<br />
di Ematologia – Servizio di<br />
Emotrasfusione, è suddiviso in<br />
quattro sessioni con gli argomenti<br />
seguenti: la cellula staminale di<br />
derivazione midollare:aspetti biologici;<br />
la cellula staminale emopoietica:il<br />
“banking”;la cellula staminale<br />
oltre l’emopoiesi; impiego<br />
clinico <strong>del</strong>le cellule staminali:<br />
le certezze e le speranze.<br />
Notiziario<br />
assistente spirituale degli studenti<br />
negli anni ‘60-’70, e Arcivescovo<br />
di Pisa dal 1985. Gli exallievi<br />
hanno sottolineato la necessità<br />
di dare ampio spazio alle<br />
problematiche spirituali e sociali<br />
nella nostra Facoltà al fine<br />
di realizzare una “rete” di exallievi<br />
in posizione accademica<br />
e professionale di prestigio che<br />
dovrebbe facilitare la formazione<br />
post-laurea degli ex-allievi<br />
al più alto livello qualitativo allo<br />
scopo non solo di mantenere<br />
legami affettivi tra gli exallievi,<br />
ma soprattutto di poter<br />
realizzare progetti culturali, economici<br />
e sociali di sostegno a<br />
giovani laureati.
DIAGNOSTICA PER<br />
IMMAGINI E<br />
RADIOTERAPIA<br />
Il 17 novembre si è svolta la<br />
discussione <strong>del</strong>le tesi di Laurea<br />
triennale in “Scienze tecniche<br />
in Diagnostica per immagini e<br />
Radioterapia”. L’aula Brasca,<br />
gremita per la presenza di familiari<br />
e amici degli 11 laureandi,<br />
ha toccato momenti di<br />
viva commozione quando il<br />
Presidente <strong>del</strong> Corso, prof. Numa<br />
Cellini, ha ricordato i caduti<br />
per la strage di Nassiriya: infatti<br />
fra i candidati erano presenti<br />
ben 5 giovani carabinieri. Un altro<br />
momento significtivo è stata<br />
la lettura da parte di una laureanda<br />
di alcune sue riflessioni<br />
sul <strong>del</strong>icato rapporto fra<br />
operatori sanitari e pazienti,<br />
che deve sempre essere improntato<br />
alla condivisione e alla<br />
speranza. “Tra un po’ sarò<br />
laureata tecnica di Radiologia.<br />
Entrerò in una realtà che quasi<br />
mai mi porterà a contatto<br />
con persone sane e forti ma<br />
spero che il mio sorriso possa<br />
essere loro di aiuto perché<br />
un giorno potrei trovarmi ad<br />
affrontare da paziente la loro<br />
strssa condizione. Penso che<br />
una semplice parola o una dolce<br />
rassicurazione possa sempre<br />
riaprire la strada alla speranza”.<br />
Un giovane carabiniere<br />
riceve le congratulazioni<br />
per la sua tesi di Laurea.<br />
MESSA DELLA MEMORIA<br />
A “VILLA SPERANZA”<br />
L’Hospice Oncologico “Villa<br />
Speranza” è la struttura dedicata<br />
alle cure e all’assistenza<br />
<strong>del</strong> paziente in progressione di<br />
malattia e al sostegno <strong>del</strong>la sua<br />
famiglia.<br />
Il 20 novembre nella Chiesa<br />
Centrale <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />
<strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> Mons.<br />
Armando Brambilla,Vescovo<br />
<strong>del</strong>la pastorale sanitaria, ha<br />
concelebrato con Don Decio<br />
Cipolloni, Don Filippo<br />
Amoruso e Don Nunzio Currao,<br />
la “Messa <strong>del</strong>la memoria”.<br />
Questo momento di preghiera<br />
è stato dedicato al ricordo<br />
e alla memoria di tutti<br />
i pazienti assistiti presso l’-<br />
Hospice Oncologico “Villa<br />
Speranza”.<br />
Ogni malato è stato ricordato<br />
con una rosa, preparata da<br />
Suor Bartolomea e, durante la<br />
messa, gli operatori <strong>del</strong>l’Hospice<br />
e alcuni dei familiari intervenuti<br />
hanno portato all’altare<br />
dei cesti di queste rose.<br />
La celebrazione è stata animata<br />
dal coro <strong>del</strong>la Parrocchia di<br />
S. Filippo Neri.<br />
COMUNICARE<br />
31<br />
I Volontari <strong>del</strong>l’Associazione<br />
“Attilio Romanini” hanno contribuito<br />
con cordialità e amicizia<br />
nell’accoglienza <strong>del</strong>le famiglie<br />
che sono intervenute alla<br />
celebrazione.<br />
DAL CENTRO<br />
PASTORALE<br />
• A 25 anni dalla morte<br />
di Paolo VI<br />
Mercoledi’ 10 dicembre è stata<br />
celebrata, una Messa da<br />
don Decio Cipolloni, assistente<br />
spirituale <strong>del</strong>l’ISI - Istituto<br />
Scientifico Internazionale<br />
Paolo VI di ricerca sulla fertilità<br />
e infertilità umana e <strong>del</strong><br />
Centro Studi Regolazione<br />
Naturale <strong>del</strong>la fertilità <strong>del</strong>l’U.C.S.C.,<br />
nella Cappella Ungherese,<br />
nelle tombe dei Papi<br />
a S. Pietro, a 25 anni dalla<br />
morte di Paolo VI.<br />
L’iniziativa è stata particolarmente<br />
apprezzata non solo<br />
per il calore pastorale con cui<br />
don Decio accompagna le nostre<br />
attività, ma anche perché<br />
è stata una commovente oc-<br />
Notiziario<br />
casione per riflettere sulla profetica<br />
Enciclica di Paolo VI, l’-<br />
Humanae vitae, fondamentale<br />
riferimento per l’attività <strong>del</strong><br />
Centro, a 35 anni dalla sua promulgazione.<br />
La coincidenza <strong>del</strong>la Messa in<br />
S. Pietro con la festa <strong>del</strong>la Madonna<br />
di Loreto, patrona <strong>del</strong>la<br />
famiglia e <strong>del</strong>l’aviazione ha<br />
richiamato ulteriormente a<br />
“guardare in alto“, verso l’autentico<br />
bene <strong>del</strong>la persona,<br />
alla ricerca di sintesi tra fede<br />
e scienza che, se ordinate allo<br />
sviluppo integrale <strong>del</strong>l’uomo,<br />
non sono mai in contraddizione.<br />
• Comunicazione<br />
in Ospedale<br />
Nel corso <strong>del</strong> Seminario sulla<br />
Comunicazione in ospedale,<br />
svoltosi in 10 edizioni per gli<br />
Operatori Sanitari <strong>del</strong> Policlinico<br />
Gemelli, don Decio Cipolloni,<br />
sempre presente per<br />
un gradito saluto, ci ha fatto<br />
dono di una preghiera che volentieri<br />
pubblichiamo.<br />
PREGHIERA PER TE<br />
CHE SERVI IL MALATO<br />
0 Signore Gesù,<br />
tu che vesti i panni <strong>del</strong> povero,<br />
<strong>del</strong> carcerato, <strong>del</strong>l’infermo,<br />
<strong>del</strong> bambino abbandonato<br />
e di ogni uomo che soffre,<br />
apri i nostri occhi a riconoscerti in loro.<br />
Consegnaci ancora il mandato <strong>del</strong>l’amore<br />
ed aiutaci ad indossare il grembiule <strong>del</strong> servizio<br />
perché la nostra vita si consacri<br />
in pienezza di opere<br />
a coloro che tu affidi al nostro amore.<br />
Rivestici <strong>del</strong>la tua umanità,<br />
perché il nostro volto riveli la tenerezza<br />
<strong>del</strong> tuo amore.<br />
Grazie per il bene che ci hai concesso di fare,<br />
perdonaci se siamo tentati di accontentarci.<br />
Decio Cipolloni
L’euforia <strong>del</strong> Natale di questa società<br />
non rappresenta il “mistero” <strong>del</strong>la<br />
Natività<br />
Don Decio Cipolloni<br />
Se tornasse Francesco d’Assisi, non so<br />
se ripresenterebbe ancora il mistero<br />
<strong>del</strong>la Natività, che in quel presepio<br />
di Greccio trovò tutto l’onore e la dignità,<br />
posta al centro <strong>del</strong>la venerazione e <strong>del</strong>la<br />
contemplazione <strong>del</strong>la gente di allora.<br />
Di quella Natività, di quella immagine sacra<br />
così eloquente da far entrare in estasi<br />
i santi, da stupire i bambini, da toccare<br />
il cuore anche dei più indifferenti, oggi se<br />
ne è fatto un oggetto decorativo mescolato<br />
tra le cose, esposto in vetrina tra abbigliamenti<br />
di ogni genere, tra abiti firmati<br />
a prezzi altissimi, sotto un albero di natale<br />
dominante di luci, tra fastosi regali.<br />
Quando poi la Natività diventa una gustosa<br />
composizione di cioccolato da mangiare,<br />
poveri noi! Questo non era l’intento <strong>del</strong><br />
poverello di Assisi. Egli in quel Bambino<br />
deposto nella mangiatoia contemplò il Dio<br />
<strong>del</strong>la gloria e <strong>del</strong>la croce, <strong>del</strong>la Parola e<br />
<strong>del</strong> silenzio. Il Dio che si può guardare in<br />
volto e si può riconoscere nella sua ricchezza<br />
fatta povertà, nella sua potenza fatta<br />
debolezza.<br />
Come potrà riemergere la Natività nella sua<br />
essenzialità, nella sua sacralità?<br />
Trovando uno spazio privilegiato nel cuore<br />
<strong>del</strong>le case, in ogni luogo laddove vivono e<br />
faticano gli uomini, nei presepi anche i più<br />
artistici ma senza che sia offuscata, allora<br />
avrà la forza di esprimere ciò che significa:<br />
la dignità <strong>del</strong>la vita, la semplicità <strong>del</strong> cuore,<br />
il mistero di una povertà che può tutti<br />
avvicinare a Dio, perché nella tenerezza di<br />
quel Bambino si è avvicinato all’uomo.<br />
San Leone Magno dice che davanti a quella<br />
Natività “non c’è spazio per la tristez-<br />
SPIRITUALITÀ<br />
Povera<br />
Natività<br />
za”, perché il Bambino <strong>del</strong>la grotta anche<br />
se è tanto povero non è triste, né arrabbiato,<br />
ma felice di essere in mezzo a coloro<br />
che sono poveri come lui. Alla sua grotta<br />
infatti non chiamò i gaudenti <strong>del</strong> tempo,<br />
ma i pastori, la categoria più disprezzata<br />
di allora, non solo perché poveri, ma<br />
perché dovevano ricorrere a qualche scippo<br />
per sopravvivere.<br />
Qui sta lo stupore! Furono proprio loro ad<br />
accogliere il grande annuncio: “Oggi è nato<br />
nella città di Davide un Salvatore, troverete<br />
un Bambino avvolto in fasce che<br />
giace in una mangiatoia”. È questo segno<br />
che li meravigliò e li spinse ad andare a<br />
trovare il Bambino, inteneriti davanti a lui<br />
perché povero e rifiutato come loro.<br />
È vero che è così stridente il divario tra chi<br />
vive questo Natale 2003 nell’euforia di una<br />
festa fatta di luci, di ricche mense, di abbondanti<br />
regali e invece tra chi ha per letto<br />
i cartoni, per mensa la strada, ma è anche<br />
vero che il cuore degli uni e degli altri<br />
davanti a Lui possono incontrarsi per<br />
lasciarsi liberare, i primi dalla tentazione<br />
<strong>del</strong>la loro sufficienza, i secondi dalla rabbia<br />
<strong>del</strong>la loro condizione. La tristezza de-<br />
COMUNICARE<br />
32<br />
gli uni per non avere nulla e l’insoddisfazione<br />
degli altri per avere troppo, sia dal<br />
Bambino di Betlemme trasformato in amore,<br />
perché non si soffra più per non essere<br />
amati, né per non sapere amare.<br />
Riconosciamo pure che se non tutti sono<br />
poveri, però tutti sono peccatori ed è in<br />
questa condizione che a tutti è rivolto l’invito<br />
di San Leone Magno: “gioisca il peccatore<br />
perché gli è offerto il perdono”.<br />
Allora non pretendere di avere la gioia <strong>del</strong><br />
perdono se non hai il tormento <strong>del</strong> peccato.<br />
È in questa professione di peccato<br />
che il Natale può donarci la conversione<br />
<strong>del</strong> cuore, la purificazione <strong>del</strong>lo spirito,<br />
perché il male non prevalga più su nessuno<br />
e l’amore vinca l’odio.<br />
Ma di fatto come è il Natale? Quello degli<br />
uomini è svuotato di senso e di significato,<br />
palliativo di emozioni e di istintivi<br />
sentimenti di bontà, più o meno pregnanti<br />
di amore, più o meno prolungati di feste<br />
e di incontri, di ritorni all’intimità familiare<br />
propizie e salutari, di itinerari turistici<br />
e culturali.<br />
È il Natale di Cristo che genera questa<br />
esaltante euforia o è la società dei consumi<br />
che se ne è appropriata? Non ci resta<br />
che cercare in Cristo Salvatore la verità <strong>del</strong>la<br />
nostra vita, l’amore che rigenera, il perdono<br />
che riconcilia.<br />
Nel Policlinico Gemelli la Natività con il<br />
suo presepio è posta in ogni reparto, ma<br />
a chi entra nella hall s’imbatte subito con<br />
un segno particolare che affianca il Presepio:<br />
una camera d’ospedale ricostruita<br />
in miniatura in tutti i suoi particolari con<br />
un letto vuoto mentre infermiera e medico<br />
fanno da sfondo. Non c’è il malato in<br />
quel letto perché è degnamente rappresentato<br />
da Gesù Bambino nella culla di<br />
Betlemme. Povero, fragile e debole Lui<br />
come povero e fragile è ogni malato, ma<br />
insieme sicuramente segnano la nostra vita<br />
di tanta umanità.