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apss notizie, n. 2, anno 9 - Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari

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<strong>notizie</strong><br />

<strong>Azienda</strong> <strong>Provinciale</strong> <strong>per</strong> i <strong>Servizi</strong> <strong>Sanitari</strong><br />

Numero 2 | Anno 9 | Giugno 2010 | Trimestrale Poste Italiane spa | Spedizione in Abbonamento Postale | 70% | CNS Trento | Taxe Percue<br />

N. 2/10<br />

ALL’INTERNO | IL BILANCIO 2009 | IL BENESSERE ORGANIZZATIVO | NASCE IL PRESIDIO INTE-<br />

GRATO DISTRETTUALE DI MEZZOLOMBARDO | L’ASSISTENZA ODONTOIATRICA IN PROVINCIA DI<br />

TRENTO | L’APSS A MANCHESTER PER GLI HPH | E MOLTO ALTRO...


APSS NOTIZIE<br />

PERIODICO D'INFORMAZIONE<br />

DIREZIONE E REDAZIONE<br />

<strong>Azienda</strong> provinciale <strong>per</strong> i servizi sanitari<br />

Provincia autonoma di Trento<br />

Via Degas<strong>per</strong>i 79 - Trento<br />

www.<strong>apss</strong>.tn.it<br />

Tel. 0461 904111 / 0461 904131<br />

Tel. 0461 902920 / 0461 904171<br />

Fax 0461 902909<br />

<strong>apss</strong><strong>notizie</strong>@<strong>apss</strong>.tn.it<br />

Iscrizione al registro stampe del Tribunale<br />

di Trento n. 1112 del 30 gennaio 2002<br />

DIRETTORE EDITORIALE<br />

Franco Debiasi<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Stefano Bertoni<br />

REDAZIONE<br />

Luciano Bocchi, Cinzia Bondi, Renata Brolis,<br />

Orazio Caffo, Sandra Chighizola, Roberta Corazza,<br />

Maurizio Del Greco, Davide Donner,<br />

Barbara Gas<strong>per</strong>ini, Annamaria Guarnier,<br />

Lorenza Lenzi, Chiara Mazzetti,<br />

Angelo Cesare Passerini, Franca Refatti,<br />

Silvia Romani, Lucia Sabbadin, Adrianne Segata,<br />

Salvador Valandro, Bruno Zanon<br />

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO<br />

Serena Belli, Mauro Bertoluzza, Stefano Bertoni,<br />

Dora Bianchi, Fulvio Campolongo, Fabio Cembrani,<br />

Michela Cerzani, Sandra Chighizola,<br />

Giuseppina Ciraolo, Roberta Corazza,<br />

Elisabetta De Marco, Ornella De Marco,<br />

Tullio Ferrari, Marina Ferri, Franco Fiorentini,<br />

Giovanni Guandalini, Eugenia Lanza,<br />

Amelia Marzano, Franco Mattedi, Francesco Reitano,<br />

Nadia Santuari, Silvana Selmi, Renato Stedile,<br />

Comitato Ospedale Senza Dolore, Unleashed Dog<br />

FOTOGRAFIE<br />

Dino Panato, Ufficio stampa APSS<br />

GRAFICA E IMPAGINAZIONE<br />

Verba Volant - Trento<br />

AD Giuseppe Marchi<br />

STAMPA<br />

Litotipografia Alcione<br />

Via Galileo Galilei, 49 -Lavis (TN)<br />

TITOLARE DEL TRATTAMENTO DATI<br />

(D.Lgs. 196/2003) Franco Debiasi<br />

00 <strong>notizie</strong>


RISORSE PER MIGLIORARE<br />

LA QUALITÀ DELLA VITA DI TUTTI<br />

Franco Debiasi<br />

direttore generale reggente<br />

Un bilancio in equilibrio e una solida<br />

situazione economica, patrimoniale<br />

e finanziaria ci <strong>per</strong>mette quotidianamente<br />

di gettare le basi <strong>per</strong> il futuro<br />

della sanità nella nostra provincia.<br />

Anche grazie a queste condizioni, la nostra<br />

azienda può puntare al miglioramento<br />

della qualità dei servizi e del benessere<br />

organizzativo degli o<strong>per</strong>atori.<br />

Sono questi, infatti, fattori che contribuiscono<br />

in modo determinante a rispondere<br />

poi alla cura dei pazienti e dei cittadini.<br />

Le es<strong>per</strong>ienze portate a Manchester, dove<br />

si è svolta la XVIII Conferenza internazionale<br />

degli HPH (gli ospedali <strong>per</strong> la promozione<br />

della salute) h<strong>anno</strong> dimostrato<br />

che la nostra «piccola» azienda è tra le<br />

realtà del mondo in cui si pensa in modo<br />

concreto alla flessibilità, alla motivazione,<br />

al coinvolgimento, alla corretta circolazione<br />

delle informazioni come elementi<br />

che portano a migliorare il clima<br />

aziendale e il benessere dei lavoratori.<br />

E la nostra adesione al laboratorio della<br />

FIASO (la Federazione italiana delle a-<br />

ziende sanitarie e ospedaliere) con il progetto<br />

intervento sul benessere organizzativo,<br />

realizzato con la collaborazione di<br />

altre dieci aziende italiane, dimostra sul<br />

campo che noi pensiamo a tutti i lavoratori.<br />

Perché tutti noi siamo un capitale,<br />

che si è costituito in anni di formazione.<br />

Perché su di noi e sulla nostra professionalità<br />

contano le <strong>per</strong>sone che h<strong>anno</strong> bisogno.<br />

<strong>notizie</strong><br />

01


SOMMARIO<br />

05 | ANCHE IL BILANCIO 2009 SI È CHIUSO IN PAREGGIO<br />

06 | L'APSS E IL BENESSERE ORGANIZZATIVO<br />

08 | LA RICERCA IN APSS: IL RUOLO DEL COMITATO ETICO<br />

10 | DOLORE SOTTO CONTROLLO IN OSPEDALE E SUL TERRITORIO<br />

12 | LA CERTIFICAZIONE ITALIAN RESUSCITATION COUNCIL (IRC)<br />

PER I CORSI DI FORMAZIONE<br />

NELL'<br />

AREA DELL'URGENZA EMERGENZA<br />

14 | GETTATE LE BASI PER IL PRESIDIO INTEGRATO DISTRETTUALE DI MEZZOLOMBARDO<br />

16 | VILLA IGEA, IERI, OGGI E… DOMANI<br />

17 | SON TORNATI AD APRIRSI GLI ASCENSORI<br />

18 | IL NUOVO CENTRO DI SALUTE MENTALE DEL DISTRETTO ALTO GARDA E LEDRO<br />

19 | L'ASSISTENZA ODONTOIATRICA IN PROVINCIA DI TRENTO<br />

20 | CAR SHARING, OVVERO LA MACCHINA SOLO QUANDO SERVE<br />

21 | ANCORA SULL'OBBLIGO DI SEGNALAZIONE, DA PARTE DEL MEDICO,<br />

DEGLI STRANIERI NON IN REGOLA CON IL PERMESSO DI SOGGIORNO<br />

26 | L'APSS ALLA XVIII CONFERENZA INTERNAZIONALE HPH A MANCHESTER<br />

29 | MANCHESTER-TRENTO: UN'ODISSEA PER SETTE<br />

31 | IDEALE ABBRACCIO A UN BAMBINO PER SCOVARE LA MALATTIA DI TAY SACHS<br />

33 | ABILITA, PER LA GESTIONE EFFICACE DEI PRESIDI RIABILITATIVI<br />

34 | [buone pratiche]<br />

MIGLIORARE LA GESTIONE DEI PROCESSI IN SANITÀ: TEORIA E METODOLOGIA OPERATIVA<br />

ANALISI E SEMPLIFICAZIONE DEL PROCESSO DI VALUTAZIONE DEL PERIODO DI PROVA<br />

36 | UNLEASHED DOG<br />

37 | IN & OUT<br />

38 | LA RICETTA SALUTARE<br />

40 | CINEMA E SALUTE<br />

<strong>notizie</strong><br />

03


ANCHE IL BILANCIO 2009<br />

SI È CHIUSO IN PAREGGIO<br />

Tullio Ferrari<br />

servizio finanza<br />

Franco Mattedi<br />

servizio bilancio<br />

Il bilancio d'esercizio 2009, adottato<br />

dal direttore generale reggente, riporta<br />

una situazione economica, patrimoniale<br />

e finanziaria in equilibrio,<br />

chiudendo con un saldo positivo di<br />

39,5 mila euro.<br />

I costi complessivi sostenuti sono stati di<br />

1.070,3 milioni di euro, con un incremento<br />

di 59 milioni di euro rispetto all'esercizio<br />

precedente. Il documento ha registrato<br />

i pareri favorevoli del Consiglio dei<br />

sanitari e del Collegio dei revisori dei<br />

conti e attualmente è all'esame della<br />

Giunta provinciale <strong>per</strong> la definitiva approvazione.<br />

Come gli scorsi anni, anche il bilancio<br />

2009 dell'APSS risulta certificato senza rilievi<br />

da parte della società di revisione<br />

contabile TREVOR di Trento.<br />

La chiusura in equilibrio del bilancio rappresenta<br />

un particolare motivo di soddisfazione,<br />

poiché sempre più spesso le<br />

<strong>notizie</strong> riportate dalla stampa evidenziano<br />

l'esistenza di notevoli deficit nel panorama<br />

sanitario nazionale. Il risultato è<br />

ovviamente possibile <strong>per</strong> l'attenzione<br />

della Provincia riservata alla tutela della<br />

salute della nostra popolazione e delle<br />

risorse messe a disposizione, ma anche<br />

<strong>per</strong> effetto d'iniziative di miglioramento<br />

dell'efficienza interna <strong>per</strong>seguite dalle<br />

strutture aziendali.<br />

Il bilancio di esercizio, a norma del codice<br />

civile, è composto da: lo stato patrimoniale,<br />

che espone in modo sintetico il<br />

patrimonio aziendale classificandolo secondo<br />

il criterio di destinazione delle diverse<br />

poste di bilancio; il conto economico,<br />

che evidenzia il risultato complessivo<br />

della gestione ripartendolo secondo<br />

la forma scalare che <strong>per</strong>mette di individuare<br />

risultati parziali <strong>per</strong> la gestione<br />

caratteristica, <strong>per</strong> quella finanziaria, <strong>per</strong><br />

le rettifiche di valore, <strong>per</strong> i componenti<br />

straordinari e <strong>per</strong> le imposte; la nota integrativa,<br />

che illustra e integra le poste<br />

contabili, esplicandone il loro contenuto<br />

e descrivendo i criteri di valutazione utilizzati<br />

nelle rilevazioni di bilancio.<br />

La situazione economica, patrimoniale e<br />

finanziaria dell'APSS rileva la costante solidità<br />

del patrimonio aziendale e l'assenza<br />

di debiti sia di finanziamento (quelli<br />

verso le banche) sia di funzionamento<br />

(derivanti dalla dilazione di pagamento<br />

nelle obbligazioni verso i fornitori).<br />

Nel corso del 2009 non vi è stata necessità<br />

di ricorrere all'anticipazione del servizio<br />

bancario e l'indice di dilazione di pagamento<br />

dei fornitori risulta mediamente<br />

pari a 49 giorni, molto inferiore a quello<br />

del 2008, in virtù dell'attuazione della<br />

manovra provinciale anticrisi.<br />

Il <strong>Servizi</strong>o sanitario provinciale appare,<br />

nelle statistiche nazionali, la realtà che<br />

soddisfa i debiti in modo tempestivo e<br />

nei termini di legge. Ciò è possibile grazie<br />

al sistema di tesoreria provinciale che garantisce<br />

il regolare trasferimento dei fondi<br />

dalla Provincia all'APSS e al costante<br />

monitoraggio interno dei fenomeni finanziari.<br />

Il bilancio d'esercizio è accompagnato<br />

dalla relazione sulla gestione, che riporta<br />

i processi chiave <strong>per</strong> lo sviluppo delle<br />

linee strategiche aziendali, la situazione<br />

economica e finanziaria dell'APSS con a-<br />

nalisi delle azioni di controllo sui costi e la<br />

dinamica complessiva dei principali aggregati<br />

economici, la rendicontazione<br />

degli obiettivi specifici assegnati dalla<br />

Giunta provinciale in sede di programmazione<br />

delle attività.<br />

I risultati finali della gestione economica<br />

2009 h<strong>anno</strong> registrato costi complessivi<br />

pari a 1.070 milioni di euro, con un aumento<br />

di 59 milioni di euro rispetto all'esercizio<br />

precedente, che in termini <strong>per</strong>centuali<br />

equivale a un incremento del<br />

5,89%, valore su<strong>per</strong>iore rispetto alla variazione<br />

nazionale che si attesta a quota<br />

3,8%. Questa differenza va analizzata tenendo<br />

in considerazione il contesto provinciale,<br />

caratterizzato da un continuo incremento<br />

del quadro di offerta dei servizi<br />

sanitari (ottenuto anche attraverso la<br />

realizzazione degli obiettivi specifici assegnati<br />

annualmente dalla PAT), molto<br />

differente dal contesto nazionale più improntato<br />

alla razionalizzazione e al contenimento<br />

dei servizi.<br />

Sul piano dei finanziamenti, la spesa trova<br />

co<strong>per</strong>tura principalmente nei contributi<br />

provinciali (1.025,9 milioni di euro),<br />

negli ulteriori contributi da enti pubblici<br />

e privati (1 milione di euro), nei ricavi<br />

propri (ticket; proventi di natura libero<br />

professionale; proventi <strong>per</strong> servizi a enti,<br />

imprese e privati, quali i ricavi derivanti<br />

dall'attività di igiene e sanità pubblica;<br />

rimborsi, ecc.) pari a 38 milioni di euro e<br />

nei proventi di natura straordinaria pari a<br />

5,5 milioni di euro.<br />

I finanziamenti provinciali assegnati durante<br />

l'esercizio 2009 nell'ambito del<br />

programma degli investimenti aziendali<br />

05 <strong>notizie</strong>


sono stati pari a 42,1 milioni di euro e<br />

sono ripartiti <strong>per</strong> 20 milioni di euro <strong>per</strong><br />

o<strong>per</strong>e di edilizia sanitaria; <strong>per</strong> 13,1 milioni<br />

di euro <strong>per</strong> attrezzature sanitarie; 6<br />

milioni di euro destinati alle attrezzature<br />

economali; 3 milioni di euro assegnati<br />

<strong>per</strong> i presidi protesici.<br />

In riferimento alla valutazione dei costi di<br />

gestione nell'ambito dei livelli assistenziali,<br />

si evidenzia che l'assistenza distrettuale<br />

incide <strong>per</strong> il 52,48%, quella ospedaliera<br />

<strong>per</strong> il 44,52%, mentre l'assistenza<br />

sanitaria collettiva in ambienti di vita e di<br />

lavoro è pari al 3% della spesa sostenuta.<br />

Tra gli aggregati funzionali più importanti,<br />

si registra il costo del <strong>per</strong>sonale dipendente,<br />

pari a circa 400 milioni di euro<br />

(incide <strong>per</strong> il 37,4%), che - insieme ai professionisti<br />

convenzionati - rappresenta il<br />

capitale umano <strong>per</strong> mezzo del quale<br />

l'APSS è costantemente in grado di offrire<br />

i propri servizi ai cittadini. I vincoli di<br />

spesa posti dalla Giunta provinciale relativamente<br />

a queste voci sono stati rispettati.<br />

Un'altra componente di spesa rilevante è<br />

quella delle convenzioni sanitarie, pari a<br />

371 milioni di euro (34,8%), comprendendo<br />

la spesa <strong>per</strong> le case di riposo, l'assistenza<br />

farmaceutica, la medicina di base<br />

e ambulatoriale accreditata, l'assistenza<br />

ospedaliera, sanitaria in istituti<br />

speciali e socioassistenziali, specialistica,<br />

integrativa, protesica, quella aggiuntiva<br />

ai livelli essenziali e altre prestazioni sanitarie<br />

residuali in convenzione. L'acquisto<br />

di beni e servizi incide <strong>per</strong> 221,6 milioni<br />

di euro (20,7%) e fa riferimento all'approvvigionamento<br />

di beni strumentali<br />

all'attività sanitaria, all'acquisizione<br />

di prodotti non sanitari, alle manutenzioni<br />

e alle riparazioni e ai servizi di tipo<br />

tecnico economale. I prodotti sanitari<br />

h<strong>anno</strong> registrato un notevole incremento,<br />

in linea <strong>per</strong>altro con quello delle altre<br />

regioni, dovuto principalmente all'introduzione<br />

dei nuovi farmaci biologici utilizzati<br />

in particolare in oncologia.<br />

La maggior parte delle spese sopra elencate<br />

f<strong>anno</strong> parte della cosiddetta «spesa<br />

amministrata», ovvero quella spesa che<br />

viene influenzata da fattori esogeni all'azienda.<br />

Nei prossimi mesi sarà, inoltre, presentato<br />

il bilancio sociale, quale modalità di<br />

rendicontazione condivisa con le parti interessate,<br />

orientata a considerare le attività<br />

e il loro valore, focalizzando l'attenzione<br />

sull'importanza della conoscenza e<br />

della valorizzazione del capitale intellettuale<br />

in ambito sanitario.<br />

<strong>notizie</strong><br />

05


L'APSS E IL BENESSERE ORGANIZZATIVO<br />

Franco Fiorentini, Francesco Reitano, Silvana Selmi<br />

L'OMS (Organizzazione mondiale della<br />

sanità) definisce la «salute» non<br />

soltanto come semplice assenza di<br />

malattia, ma come un processo di miglioramento<br />

del benessere fisico e<br />

psicologico.<br />

Estendendo la definizione, con il termine<br />

«salute organizzativa» ci si riferisce alla<br />

capacità di un'organizzazione non solo di<br />

essere efficace e produttiva, ma anche di<br />

crescere e svilupparsi, promuovendo e<br />

mantenendo un adeguato grado di benessere<br />

fisico e psicologico, alimentando<br />

costruttivamente la convivenza sociale di<br />

chi vi lavora. Questo concetto, dunque,<br />

cerca di su<strong>per</strong>are la dicotomia tra individuo<br />

e organizzazione, evidenziando come<br />

entrambi siano attori e responsabili<br />

della salute.<br />

Strettamente legato al concetto di salute<br />

organizzativa è il benessere organizzativo,<br />

che risiede nella qualità della relazione<br />

esistente fra la <strong>per</strong>sona e il contesto<br />

di lavoro.<br />

Lo «stare bene al lavoro» è di fondamentale<br />

importanza sia <strong>per</strong> l'individuo sia <strong>per</strong><br />

l'organizzazione.<br />

Il concetto di salute organizzativa suggerisce<br />

che le organizzazioni possano contribuire<br />

o meno al benessere e influire<br />

direttamente sullo stato di salute dell'intero<br />

sistema, attraverso la definizione<br />

dei contesti di lavoro e l'adozione di alcune<br />

pratiche organizzative e relazionali.<br />

Allo stesso tempo, i lavoratori possono<br />

ampiamente contribuire al successo della<br />

loro organizzazione, a patto che si creino<br />

le condizioni <strong>per</strong> la loro sicurezza, <strong>per</strong><br />

il soddisfacimento dei bisogni di significato<br />

e di riconoscimento, <strong>per</strong> la considerazione<br />

delle esigenze di apprendimento,<br />

informazione ed equità. Quando<br />

l'organizzazione si prende cura e valorizza<br />

il proprio <strong>per</strong>sonale, si ha un conseguente<br />

aumento della qualità delle<br />

prestazioni erogate.<br />

IL LABORATORIO FIASO<br />

Muovendosi in quest'ottica, la Direzione<br />

generale dell'APSS (con la deliberazione<br />

145 del 2010) ha recentemente deliberato<br />

di aderire al «Laboratorio sul benessere<br />

organizzativo», promosso dalla<br />

FIASO (Federazione italiana aziende sanitarie<br />

e ospedaliere) e finalizzato all'analisi<br />

dello sviluppo e della tutela del benessere<br />

e della salute del <strong>per</strong>sonale all'interno<br />

delle aziende sanitarie.<br />

La direzione ha ritenuto trovasse la sua<br />

naturale collocazione all'interno e nell'ambito<br />

dell'attività del Nucleo o<strong>per</strong>ativo<br />

del medico competente dell'APSS e<br />

del documento sulle «Strategie di prevenzione<br />

del rischio da stress lavoro correlato<br />

ai sensi del d.lgs. 81/08», i cui o-<br />

biettivi e le cui finalità risultano compatibili<br />

e congiuntamente <strong>per</strong>seguibili in<br />

rapporto a quanto proposto dal «Laboratorio<br />

sul benessere organizzativo», con<br />

possibile reciproco miglioramento sia in<br />

termini organizzativi sia procedurali.<br />

Il laboratorio FIASO - fondandosi sulla<br />

collaborazione sinergica tra una decina<br />

di organizzazioni sanitarie rappresentative<br />

di diverse aree territoriali del paese:<br />

(oltre all'APSS di Trento, le ASL di Viareggio,<br />

Alba-Bra, Bassano del Grappa, Rimini,<br />

Bologna, Roma E, Matera e le aziende<br />

ospedaliere «S. Martino» di Genova, il<br />

Policlinico di Modena e il Policlinico di<br />

Palermo oltre che dei centri di ricerca<br />

delle Università di Palermo e di Bologna)<br />

- appare essere un rilevante momento<br />

d'integrazione e confronto di professionalità<br />

e realtà geografiche e organizzative<br />

diverse.<br />

L'obiettivo generale del laboratorio è<br />

quello di confrontare alcune tipologie<br />

d'intervento, dimostratesi promettenti<br />

nei loro contesti di appartenenza, <strong>per</strong><br />

poter stimolare una sorta di «fertilizzazione<br />

incrociata» non in vitro, bensì tra le<br />

buone pratiche e i loro contesti organizzativi.<br />

Il contributo aziendale consisterà nel sottoporre<br />

a valutazione il modello d'intervento<br />

messo a punto in questi ultimi anni<br />

dall'Unità o<strong>per</strong>ativa di psicologia 2 e definito<br />

come: «Progetto intervento sulla<br />

promozione del benessere organizzativo».<br />

IL PROGETTO INTERVENTO<br />

SULLA PROMOZIONE<br />

DEL BENESSERE ORGANIZZATIVO<br />

A partire dal 2008, su iniziativa del direttore<br />

dei distretti Alto Garda e Ledro e<br />

Giudicarie e Rendena, coadiuvato da una<br />

RSL, gli interventi sul clima lavorativo -<br />

già allora in atto seppur in maniera ancora<br />

episodica - raggiungono una loro<br />

06 <strong>notizie</strong>


prima sistematizzazione come intervento<br />

di formazione specifica proposta al<br />

<strong>per</strong>sonale sanitario dell'ospedale di Tione.<br />

Nel 2009, sulla scorta dell'impatto positivo<br />

ottenuto, l'es<strong>per</strong>ienza viene rivalutata<br />

ed estesa al <strong>per</strong>sonale dell'area medica<br />

dell'ospedale di Arco e riproposta al <strong>per</strong>sonale<br />

ospedaliero e territoriale di Tione,<br />

con la collaborazione dell'Unità o<strong>per</strong>ativa<br />

di psicologia 2. Nel corso di quest'<strong>anno</strong><br />

l'intervento riguarderà l'area chirurgica<br />

dell'ospedale di Arco e l'Unità o-<br />

<strong>per</strong>ativa di medicina dell'ospedale di Rovereto.<br />

La metodologia utilizzata si basa sulla<br />

considerazione che l'es<strong>per</strong>ienza lavorativa<br />

di cui ogni o<strong>per</strong>atore è portatore è da<br />

considerarsi come un capitale e una risorsa<br />

costituiti in anni di apprendimento<br />

sul campo, di cui i servizi e le organizzazioni<br />

di appartenenza possono avvalersi<br />

<strong>per</strong> promuovere e incrementare la crescita<br />

della professionalità degli o<strong>per</strong>atori<br />

e conseguentemente <strong>per</strong> accrescere l'efficacia<br />

e la qualità dei servizi offerti.<br />

Ritenendo fondamentale la promozione<br />

e il miglioramento continuo del benessere<br />

organizzativo degli o<strong>per</strong>atori come<br />

uno degli strumenti basilari <strong>per</strong> rispondere<br />

alla cura dei pazienti e dei cittadini,<br />

il progetto intervento si propone come<br />

obiettivi di:<br />

analizzare attraverso la <strong>per</strong>cezione dei<br />

partecipanti il benessere/malessere<br />

organizzativo, dimensionando il problema<br />

alle realtà interessate<br />

aumentare la consapevolezza sulla<br />

<strong>per</strong>cezione del clima organizzativo della<br />

propria area di appartenenza;<br />

stimolare la ricerca di strategie di miglioramento;<br />

individuare eventuali proposte <strong>per</strong> la<br />

risoluzione di problematiche nei diver-<br />

si contesti coinvolti legandole ai processi<br />

aziendali.<br />

Si prevede che i partecipanti siano alla<br />

fine in grado di:<br />

conoscere e approfondire la tematica<br />

del benessere organizzativo;<br />

riflettere sul proprio benessere lavorativo;<br />

identificare punti di forza e punti critici;<br />

implementare strategie e interventi<br />

<strong>per</strong> migliorare il benessere organizzativo.<br />

Il progetto si articola globalmente in 6 fasi:<br />

1. programmazione, selezione ambiti e<br />

stesura piano formativo;<br />

2. valutazione oggettiva iniziale del clima<br />

lavorativo (questionario di Avallone<br />

MOHQ somministrato a tutti i partecipanti<br />

in a<strong>per</strong>tura del primo incontro in<br />

un contesto di gruppo guidato);<br />

3. intervento formativo;<br />

4. valutazione intermedia soggettiva di<br />

gradimento del progetto e delle ricadute<br />

sul proprio lavoro (intervista<br />

strutturata costruita ad hoc e somministrata<br />

a un campione significativo<br />

randomizzato a tre mesi dalla conclusione<br />

della prima parte dell'intervento);<br />

5. follow up di gruppo con il questionario<br />

MOHQ a 9 mesi dalla prima somministrazione;<br />

6. restituzione finale dei dati raccolti ed<br />

elaborati nel corso di un evento formativo<br />

sul campo a un <strong>anno</strong> circa dall'inizio<br />

del progetto.<br />

L'intervento si sviluppa su 5 incontri di<br />

cui 4 plenari di quattro ore ciascuno, e<br />

uno di restituzione, specifico <strong>per</strong> ogni<br />

unità o<strong>per</strong>ativa partecipante, di tre ore.<br />

Ciascun incontro è suddiviso in lezioni teoriche<br />

di 60 minuti, lavori in piccoli grup-<br />

pi eterogenei <strong>per</strong> ruolo professionale e<br />

unità o<strong>per</strong>ativa di provenienza, durante i<br />

quali i partecipanti sono guidati a rivisitare<br />

attraverso modalità narrative e<br />

rappresentative prestabilite, le proprie<br />

es<strong>per</strong>ienze professionali, <strong>per</strong> poi esporle<br />

a una riflessione e a una elaborazione<br />

individuale e di gruppo, secondo scansioni<br />

di lavoro prestabilite.<br />

I gruppi lavorano su:<br />

es<strong>per</strong>ienze di benessere;<br />

es<strong>per</strong>ienze di malessere;<br />

proposte<br />

di miglioramento.<br />

Un incontro è riservato alla proiezione di<br />

un film dal quale emerga un confronto<br />

con realtà diverse da quella sanitaria in<br />

cui si possano individuare criticità simili e<br />

soluzioni alternative.<br />

L'ultimo incontro è riservato a tutto il<br />

<strong>per</strong>sonale di ogni unità o<strong>per</strong>ativa con la<br />

restituzione dei primi dati grezzi del questionario,<br />

le osservazioni dei partecipanti<br />

e la stesura dell'obiettivo/proposta di<br />

miglioramento che gli o<strong>per</strong>atori si impegnano<br />

ad attuare nell'<strong>anno</strong> e che rientrerà<br />

negli obiettivi di budget dell'unità<br />

o<strong>per</strong>ativa (previo accordo con la direzione).<br />

Al momento attuale, la raccolta dei dati<br />

soggettivi di gradimento e i dati preliminari<br />

estrapolati dal questionario riportano<br />

un buon impatto della metodologia<br />

sui <strong>per</strong>corsi di miglioramento e il gradimento<br />

degli o<strong>per</strong>atori.<br />

<strong>notizie</strong><br />

07


LA RICERCA IN APSS:<br />

IL RUOLO DEL COMITATO ETICO<br />

Marina Ferri, Michela Cerzani<br />

servizio farmaceutico aziendale<br />

«Il progresso medico si fonda sulla ricerca, di cui è componente essenziale la realizzazione di studi che includono soggetti<br />

umani» (Associazione medica mondiale, dichiarazione di Helsinki)<br />

L'attività di ricerca è uno degli elementi più qualificanti dei servizi sanitari; il suo scopo primario è quello di «comprendere<br />

le cause, lo sviluppo e gli effetti delle malattie, e di migliorare gli interventi preventivi, diagnostici e terapeutici […]»<br />

(dichiarazione di Helsinki)<br />

Tutti i documenti di riferimento prevedono che i protocolli di ricerca siano esaminati e approvati da un comitato etico indipendente<br />

e libero da condizionamenti. Il comitato etico ha «la responsabilità di garantire la tutela dei diritti, della sicurezza<br />

e del benessere dei soggetti che partecipano alle s<strong>per</strong>imentazioni e di fornire pubblica garanzia di tale tutela»<br />

(d.lgs. 211/2003)<br />

Non solo s<strong>per</strong>imentazione<br />

sui medicinali<br />

Il comitato etico dell'APSS esprime un<br />

parere in merito a tutte le ricerche che<br />

coinvolgono soggetti che accedono alle<br />

strutture del <strong>Servizi</strong>o sanitario provinciale.<br />

Negli ultimi anni, accanto ai tradizionali<br />

studi s<strong>per</strong>imentali sui medicinali, sono<br />

aumentate le richieste di parere <strong>per</strong> studi<br />

osservazionali e <strong>per</strong> indagini genetiche,<br />

sia inserite nel contesto di studi di<br />

efficacia/sicurezza sui medicinali (farmaco<br />

genetica), sia volte all'individuazione<br />

di particolari genotipi nella popolazione.<br />

Per garantire le competenze necessarie<br />

(etiche, scientifiche, metodologiche, e-<br />

conomiche, assicurative) alla valutazione<br />

delle diverse tipologie di protocolli, l'attuale<br />

composizione del comitato prevede<br />

la presenza delle figure professionali<br />

di: clinico ospedaliero, medico di medicina<br />

generale, biostatistico, farmacologo,<br />

genetista, rappresentante dei cittadini,<br />

es<strong>per</strong>to di bioetica, direttore sanitario,<br />

es<strong>per</strong>to in materia assicurativa e di<br />

privacy, medico legale, farmacista, infermiere.<br />

L'attività del comitato è supportata dall'ufficio<br />

di segreteria, con sede al <strong>Servizi</strong>o<br />

farmaceutico aziendale, che riceve le richieste<br />

di valutazione e ne verifica la<br />

completezza, invia a ciascun componente<br />

la documentazione relativa agli studi<br />

da esaminare, verbalizza le sedute, predispone<br />

tutta la documentazione necessaria<br />

<strong>per</strong> l'approvazione delle ricerche da<br />

parte del direttore della Direzione cura e<br />

riabilitazione.<br />

Indipendenza e conflitto di interessi<br />

Uno degli elementi qualificanti i comitati<br />

etici è l'indipendenza, sia dalle ditte che<br />

producono/commercializzano prodotti<br />

sanitari, sia dalle aziende sanitarie od<br />

ospedaliere in cui sono istituiti.<br />

I componenti del comitato, al momento<br />

dell'accettazione dell'incarico, dichiarano<br />

di non avere interessi di tipo economico<br />

con le ditte di prodotti sanitari e si<br />

impegnano a non esprimere il proprio<br />

parere sui protocolli <strong>per</strong> i quali presentino<br />

conflitti di interessi. Almeno la metà<br />

dei componenti è scelta tra <strong>per</strong>sonale<br />

non dipendente dell'APSS; anche la<br />

presidenza è stata affidata, <strong>per</strong> elezione,<br />

a un componente esterno.<br />

Informazione e consenso<br />

dei partecipanti<br />

Nella conduzione di ricerche sull'essere<br />

umano, uno degli aspetti più critici riguarda<br />

il processo comunicativo tra medico<br />

s<strong>per</strong>imentatore e potenziali partecipanti,<br />

che culmina nell'acquisizione del<br />

«consenso informato». Lo s<strong>per</strong>imentatore<br />

dovrebbe fornire ai pazienti informazioni<br />

sufficienti <strong>per</strong> scegliere consapevolmente<br />

se partecipare allo studio, discutendo<br />

gli eventuali rischi e benefici e le<br />

alternative disponibili in caso di non partecipazione.<br />

A uno scambio orale di informazioni si affianca<br />

un'informativa scritta che, oltre a<br />

rappresentare il punto di partenza <strong>per</strong> lo<br />

scambio di informazioni tra medico ricercatore<br />

e paziente, fornisce a quest'ultimo<br />

una traccia su cui riflettere, aiutato<br />

da parenti, amici e altri medici che lo<br />

h<strong>anno</strong> in cura.<br />

La non adeguatezza dell'informativa è la<br />

causa più frequente di sospensione del<br />

08 <strong>notizie</strong>


parere, con conseguenti ritardi nell'approvazione<br />

dei protocolli di ricerca; <strong>per</strong><br />

fornire indicazioni ai ricercatori, il comitato<br />

ha predisposto delle linee guida, relative<br />

sia ai contenuti sia agli aspetti formali.<br />

Conoscere i risultati delle ricerche:<br />

un diritto di s<strong>per</strong>imentatori e cittadini<br />

Può accadere che i promotori industriali<br />

propongano ai ricercatori clausole che o-<br />

stacolano il diritto di diffondere e di pubblicare<br />

i risultati di una ricerca, <strong>per</strong> esempio<br />

richiedendo che ogni pubblicazione<br />

sia sottoposta all'approvazione del promotore,<br />

prima dell'invio a una rivista o<br />

della presentazione a un convegno. Il veto<br />

alla diffusione è esercitato quasi esclusivamente<br />

negli studi con risultati negativi,<br />

qualora il prodotto in esame non si<br />

dimostri migliore del confronto, oppure<br />

emergano dati poco rassicuranti sul suo<br />

profilo di rischio.<br />

Il comitato verifica che nel protocollo e in<br />

tutti gli altri documenti sia garantito il<br />

diritto alla pubblicazione e alla diffusione<br />

dei risultati della ricerca e che non sussistano<br />

vincoli da parte del promotore. Naturalmente,<br />

<strong>per</strong> esercitare questo diritto<br />

i ricercatori devono avere la possibilità di<br />

accedere e analizzare autonomamente i<br />

dati che loro stessi h<strong>anno</strong> raccolto, non<br />

delegando totalmente questo compito a<br />

chi finanzia la ricerca.<br />

Un altro aspetto riguarda il diritto di conoscenza<br />

da parte della comunità di cittadini/pazienti;<br />

i risultati di uno studio<br />

dovrebbero essere comunicati anche al<br />

singolo paziente che vi ha partecipato,<br />

<strong>per</strong> il tramite del medico s<strong>per</strong>imentatore,<br />

e alle popolazioni di pazienti che potrebbero<br />

trarne dei benefici.<br />

Aggiornamento e dibattito<br />

Il progresso della scienza e l'evoluzione<br />

della normativa sulla ricerca pongono i<br />

comitati etici di fronte alla necessità di<br />

un costante aggiornamento e di un incessante<br />

confronto, anche con altri comitati.<br />

Il comitato dell'APSS ha avviato momenti<br />

strutturati di dibattito tra i componenti: i<br />

primi due incontri h<strong>anno</strong> avuto come temi<br />

la tutela dei dati <strong>per</strong>sonali e sensibili e<br />

la s<strong>per</strong>imentazione su soggetti incapaci<br />

di fornire un «consenso informato».<br />

Il comitato etico mantiene contatti con il<br />

comitato di bioetica aziendale, in particolar<br />

modo <strong>per</strong> garantire indicazioni o-<br />

mogenee circa l'utilizzo di materiale depositato<br />

nella Trentino Biobank; lo sviluppo<br />

recente dell'attività di ricerca all'università<br />

di Trento ha inoltre creato l'occasione<br />

<strong>per</strong> una collaborazione con il comitato<br />

etico dell'ateneo.<br />

Informazioni<br />

Ufficio di segreteria tecnico<br />

scientifica del Comitato etico<br />

<strong>per</strong> le s<strong>per</strong>imentazioni cliniche<br />

c/o <strong>Servizi</strong>o farmaceutico<br />

aziendale<br />

via Degas<strong>per</strong>i 79<br />

38123 Trento<br />

Tel. 0461 904117 - 4943<br />

michela.cerzani@<strong>apss</strong>.tn.it<br />

mauro.guglielmo@<strong>apss</strong>.tn.it<br />

La composizione del comitato, il<br />

calendario delle sedute, il regolamento<br />

e i moduli <strong>per</strong> la richiesta<br />

di parere sono disponibili sul sito<br />

web www.<strong>apss</strong>.tn.it nella sezione<br />

Progetti S<strong>per</strong>imentazione clinica.<br />

<strong>notizie</strong><br />

09


DOLORE SOTTO CONTROLLO<br />

IN OSPEDALE E SUL TERRITORIO<br />

Comitato ospedale senza dolore<br />

Il 27 maggio 2010, in occasione della<br />

giornata nazionale del sollievo, il Comitato<br />

aziendale ospedale senza dolore<br />

(COSD) ha promosso l'annuale<br />

indagine di soddisfazione <strong>per</strong> il trattamento<br />

del dolore dei pazienti ricoverati<br />

negli ospedali dell'APSS.<br />

L'iniziativa prevede la somministrazione<br />

di uno specifico questionario <strong>per</strong> la rilevazione<br />

del grado di soddisfazione dei<br />

pazienti che, nell'ultimo triennio, si sono<br />

dichiarati soddisfatti in misura su<strong>per</strong>iore<br />

all'80%.<br />

Negli anni 2007 e 2009 il COSD ha promosso,<br />

oltre alla consueta indagine, l'iniziativa<br />

del Ministero della salute e della<br />

Fondazione nazionale Gigi Ghirotti <strong>per</strong> rilevare<br />

informazioni sulla prevalenza della<br />

sofferenza e sul vissuto di sollievo e di<br />

sofferenza negli ospedali.<br />

Inoltre, nel 2009 è stata condotta, in via<br />

s<strong>per</strong>imentale, una indagine di soddisfazione<br />

sul trattamento del dolore a domicilio,<br />

che ha coinvolto i pazienti in assistenza<br />

domiciliare integrata (ADI) e assistenza<br />

domiciliare integrata cure palliative<br />

(ADICP) dei distretti di Trento e Valle<br />

dei Laghi, Rotaliana e Paganella e della<br />

Alta Valsugana, Bassa Valsugana e Primiero.<br />

Dei 303 pazienti coinvolti, h<strong>anno</strong><br />

Il Comitato aziendale ospedale senza dolore<br />

(COSD) è un gruppo multiprofessionale, istituito<br />

nell'<strong>anno</strong> 2002, che ha l'obiettivo di contribuire<br />

a migliorare il processo assistenziale<br />

intra ed extra ospedaliero rivolto al controllo<br />

del dolore, indipendentemente dal tipo e dalle<br />

cause, oltre che dal contesto di cura nel<br />

quale il dolore si evidenzia.<br />

Negli anni, il Comitato ha sviluppato un progetto<br />

complessivo di attività che ha portato<br />

alla definizione di strumenti o<strong>per</strong>ativi <strong>per</strong> la<br />

valutazione e la registrazione del dolore (righello<br />

<strong>per</strong> la rilevazione e misurazione dell'intensità<br />

del dolore nei bambini e negli adulti e<br />

scheda, da inserire in cartella clinica, <strong>per</strong> la<br />

registrazione dei dati relativi alla valutazione<br />

e al monitoraggio del dolore), oltre all'elaborazione<br />

e alla diffusione di documenti di indirizzo<br />

<strong>per</strong> la gestione del dolore, quali le raccomandazioni<br />

<strong>per</strong> la gestione del dolore in<br />

pazienti ricoverati con indicazioni <strong>per</strong> facilitare<br />

la continuità terapeutica alla dimissione.<br />

Particolare attenzione è stata posta alla formazione<br />

del <strong>per</strong>sonale, attraverso la collaborazione<br />

con il <strong>Servizi</strong>o formazione dell'APSS<br />

risposto al questionario 286 <strong>per</strong>sone, di<br />

cui 246 in ADI e 40 in ADICP. Oltre l'80%<br />

delle <strong>per</strong>sone che h<strong>anno</strong> risposto alla<br />

specifica domanda sul grado di soddisfazione<br />

sui risultati del trattamento del<br />

dolore, si sono dichiarate soddisfatte.<br />

In occasione della giornata nazionale del<br />

sollievo, il COSD promuove anche una<br />

indagine rivolta al <strong>per</strong>sonale ospedaliero.<br />

Il questionario utilizzato comprende<br />

21 domande su attitudini e conoscenze<br />

sul dolore oltre che sulla adesione alle indicazioni<br />

contenute nel documento con<br />

le raccomandazioni del COSD (informazione<br />

ai pazienti sulla possibilità di trattamento<br />

del dolore, misurazione e registrazione<br />

del dolore <strong>per</strong> ciascun paziente,<br />

somministrazione dei farmaci analgesici<br />

a intervalli regolari, sull'arco delle 24<br />

ore e non al bisogno). L'analisi dei questionari<br />

raccolti negli anni ha evidenziato<br />

un buon livello di preparazione degli o-<br />

<strong>per</strong>atori sanitari dell'APSS sul trattamento<br />

del dolore.<br />

10 <strong>notizie</strong>


<strong>per</strong> la realizzazione di iniziative rivolte a medici<br />

(dipendenti, di medicina generale e pediatri<br />

di libera scelta), a infermieri e ad altro<br />

<strong>per</strong>sonale coinvolto nei processi assistenziali.<br />

I temi trattati sono stati prevalentemente<br />

quelli della gestione del dolore posto<strong>per</strong>atorio,<br />

oncologico, neonatale e pediatrico. Dal<br />

2009 è stato inoltre avviato un <strong>per</strong>corso formativo<br />

<strong>per</strong> la gestione del dolore nel paziente<br />

non collaborante. Parallelamente, <strong>per</strong> facilitare<br />

l'informazione dei pazienti, è stata promossa<br />

la diffusione di materiale informativo<br />

(pieghevoli) consegnato ai pazienti all'ingresso<br />

in reparto.<br />

Per stimare l'efficacia delle azioni di formazione<br />

e informazione il COSD valuta <strong>per</strong>iodicamente<br />

il consumo di farmaci analgesici (espresso<br />

in dose definita/die - DDD) negli o-<br />

spedali e nei servizi territoriali dell'APSS. In<br />

particolare, l'analisi dei consumi nei servizi<br />

territoriali dimostra in aumento delle<br />

DDD/10.000 ab/die, soprattutto dal 2007 al<br />

2009. Nell'<strong>anno</strong> 2009 si è registrato inoltre un<br />

consumo di morfina (indicatore proxy raccomandato<br />

dall'OMS) su<strong>per</strong>iore alla media ita-<br />

liana (1,4 DDD/10.000 ab/die in Trentino vs<br />

0,7 DDD/10.000 ab/die in Italia).<br />

L'attività finora promossa dal Comitato ospedale<br />

senza dolore dell'APSS è in linea con<br />

quanto previsto recentemente dalla Legge 15<br />

marzo 2010, n. 38 (Disposizioni <strong>per</strong> garantire<br />

l'accesso alle cure palliative e alla terapia del<br />

dolore), compresa la semplificazione delle<br />

procedure di accesso ai medicinali impiegati<br />

nella terapia del dolore attraverso la prescrizione<br />

dei farmaci oppiacei non iniettabili con<br />

l'utilizzo del semplice ricettario del <strong>Servizi</strong>o<br />

sanitario nazionale/provinciale. Tale attività<br />

vuole costituire stimolo a sviluppare in azienda<br />

una cultura di professionisti attenta al sollievo<br />

della sofferenza fisica e morale nel rispetto<br />

della dignità e dell'autonomia della<br />

<strong>per</strong>sona umana, a migliorare l'integrazione o-<br />

spedale-territorio <strong>per</strong> l'erogazione di servizi<br />

alla <strong>per</strong>sona in grado di farsi carico e gestire il<br />

dolore e la sofferenza senza soluzione di continuità<br />

nelle diverse strutture e servizi aziendali,<br />

ricercando la collaborazione dei pazienti<br />

e dei loro familiari.<br />

Comitato ospedale senza dolore<br />

http://intranet.<strong>apss</strong>.tn.it/gdl/cosd<br />

Michela Monterosso - coordinatore<br />

Maria Grazia Allegretti,<br />

Arrigo Andrenacci, Peter Bertamini,<br />

Bianca Bortolameotti,<br />

Federica Bresciani, Giorgio Cesari,<br />

Sara Condini, Franca Dallapè,<br />

Matteo Giuliani, Anna Cristina<br />

Manco, Giovanni Menegoni,<br />

Gabriele Noro, Dino Pedrotti,<br />

Anna Pironi, Amabile Raffaelli,<br />

Laura Rigotti, Riccardo Roni,<br />

Silvana Selmi, Rosanna Tabarelli<br />

<strong>notizie</strong><br />

11


LA CERTIFICAZIONE<br />

ITALIAN RESUSCITATION COUNCIL (IRC)<br />

PER I CORSI DI FORMAZIONE<br />

NELL'AREA DELL'URGENZA EMERGENZA<br />

Amelia Marzano, Nadia Santuari<br />

servizio formazione<br />

Il <strong>Servizi</strong>o formazione dedica da sempre<br />

buona parte delle proprie attività<br />

formative all'area dell'urgenza emergenza,<br />

in risposta alle richieste di aggiornamento<br />

e di sviluppo professionale<br />

provenienti dai professionisti<br />

che o<strong>per</strong>ano in questa area e alle indicazioni<br />

provenienti dall'APSS, dalla<br />

PAT, dalla Joint Commission International.<br />

La Provincia autonoma di Trento nel<br />

2005 ha attivato un programma organico,<br />

che disciplina la formazione continua<br />

nell'ambito dell'urgenza emergenza su<br />

tutto il territorio provinciale. Questo programma<br />

vede coinvolti medici e infermieri<br />

o<strong>per</strong>anti nelle strutture di emergenza<br />

e pronto soccorso, medici di continuità<br />

assistenziale e di medicina generale,<br />

pediatri di famiglia, <strong>per</strong>sonale non sa-<br />

Tutte queste attività formative, e in particolare<br />

i corsi di BLSD (supporto di base<br />

delle funzioni vitali e defibrillazione precoce),<br />

ALS (supporto avanzato delle funnitario<br />

delle associazioni di volontariato,<br />

autisti soccorritori addetti al servizio trasporto<br />

infermi, istruttori (deliberazioni<br />

della Giunta provinciale n. 1178/2005 e<br />

1661/2006 «La formazione nel sistema<br />

di emergenza urgenza in Trentino»). La<br />

finalità primaria di questo programma è<br />

quella di garantire «omogeneità e uniformità<br />

nella formazione del <strong>per</strong>sonale che,<br />

a diverso titolo e ruolo, è coinvolto nelle<br />

attività di urgenza emergenza» in una logica<br />

di integrazione professionale e organizzativa.<br />

Per il <strong>Servizi</strong>o formazione le indicazioni<br />

della deliberazione sono diventate prioritarie<br />

e h<strong>anno</strong> comportato l'attivazione<br />

di nuovi <strong>per</strong>corsi formativi, in particolare<br />

dedicati ai professionisti neoinseriti e agli<br />

istruttori appartenenti all'area urgenza<br />

emergenza.<br />

Inoltre, di recente, con l'accreditamento<br />

IRC, nata con lo scopo primario di<br />

diffondere la cultura e l'organizzazione<br />

della rianimazione cardiopolmonare in<br />

Italia, coinvolge medici di diverse<br />

discipline e infermieri attivamente<br />

impegnati nel settore della<br />

rianimazione cardiopolmonare intra ed<br />

extra ospedaliera. La sua attività<br />

s'integra con quella di analoghe<br />

associazioni italiane e straniere, e in<br />

modo particolare, attraverso la<br />

collaborazione con il partner europeo<br />

European resuscitation council (ERC),<br />

sta diffondendo in Italia le linee guida<br />

europee e certifica con il doppio logo<br />

IRC ERC i propri corsi.<br />

L'associazione intende fra l'altro:<br />

1. diffondere su tutto il territorio<br />

nazionale le linee guida<br />

internazionalmente accettate <strong>per</strong> la<br />

pratica della RCP<br />

Joint commission international dell'ospedale<br />

Santa Chiara, che richiede che<br />

tutto il <strong>per</strong>sonale sanitario sia addestrato<br />

alle manovre di rianimazione cardiopolmonare<br />

e che le modalità di intervento<br />

siano omogenee, quale garanzia <strong>per</strong> la sicurezza<br />

dei pazienti, si è fatta più forte la<br />

richiesta di formazione rispetto alle tecniche<br />

di rianimazione <strong>per</strong> il supporto di<br />

base e avanzato delle funzioni vitali nell'adulto<br />

e nel bambino.<br />

12 <strong>notizie</strong>


2. partecipare al processo di<br />

aggiornamento critico di tali linee<br />

guida in tutte le sedi nazionali e<br />

internazionali<br />

3. promuovere attività di verifica e<br />

controllo della qualità delle pratiche<br />

rianimatorie, al fine di giungere alla<br />

standardizzazione delle procedure,<br />

delle modalità di documentazione<br />

degli interventi rianimatori, rendendo<br />

così possibile la raccolta e<br />

l'elaborazione di dati statistici<br />

4. elaborare e/o adattare alla realtà<br />

nazionale programmi di<br />

addestramento alla rianimazione<br />

destinati a tutti i potenziali utenti, dal<br />

semplice cittadino alle figure<br />

professionali sanitarie, procedendo,<br />

d'intesa con le organizzazioni<br />

scientifiche internazionalmente<br />

riconosciute, all'accredito degli<br />

o<strong>per</strong>atori e delle istituzioni che<br />

o<strong>per</strong>ano nel settore della formazione<br />

in RCP<br />

5. promuovere e coordinare attività di<br />

ricerca<br />

6. promuovere e diffondere la<br />

formazione di una coscienza pubblica,<br />

sensibilizzando l'attenzione del mondo<br />

scientifico, istituzionale e dei sistemi di<br />

informazione alla pratica della RCP e ai<br />

problemi a essa connessi<br />

7. <strong>per</strong> tutto questo IRC si avvale di<br />

numerosi gruppi di lavoro<br />

(commissioni), che <strong>per</strong>iodicamente si<br />

incontrano <strong>per</strong> portare a compimento<br />

progetti di studio e formazione<br />

8. come tutte le associazioni ha uno<br />

statuto ed è composta da un consiglio<br />

direttivo e un comitato dei garanti.<br />

zioni vitali), PBLS (supporto di base delle<br />

funzioni vitali e defibrillazione precoce in<br />

età pediatrica), EPLS (supporto avanzato<br />

delle funzioni vitali in età pediatrica), sono<br />

sempre state in linea con le più recenti<br />

e riconosciute linee guida internazionali<br />

(ILCOR - International liaison committee<br />

on resuscitation) e <strong>per</strong> la realizzazione<br />

delle stesse il <strong>Servizi</strong>o formazione<br />

ha attivato collaborazioni con una rete di<br />

professionisti es<strong>per</strong>ti dell'APSS, spesso,<br />

anche se non solo, formati all'interno di<br />

associazioni riconosciute, in particolare<br />

IRC (Italian resuscitation council) e AHA<br />

(American heart association).<br />

Tali associazioni nascono con l'obiettivo<br />

di diffondere in modo capillare le tecniche<br />

della rianimazione cardiopolmonare,<br />

sviluppando <strong>per</strong>corsi formativi standardizzati,<br />

aggiornati secondo linee guida<br />

nazionali e internazionali; promuovere<br />

attività di verifica e controllo della<br />

qualità delle pratiche rianimatorie; promuovere<br />

e coordinare attività di ricerca e<br />

garantire il mantenimento costante delle<br />

competenze degli istruttori.<br />

Il circolo virtuoso innescato in tutta<br />

l'APSS dalle indicazioni della PAT e della<br />

Joint commission international e le fattive<br />

collaborazioni attivate con le summenzionate<br />

associazioni, in particolare<br />

IRC, h<strong>anno</strong> dato nuova spinta alla forma-<br />

zione nell'ambito dell'urgenza emergenza.<br />

La necessità di porre particolare attenzione<br />

all'uniformità di contenuti e<br />

metodi e l'esigenza di mantenere standard<br />

formativi di qualità, in aggiunta al<br />

numero crescente di professionisti da<br />

formare, ha a<strong>per</strong>to definitivamente le<br />

porte, con l'avallo della Direzione generale<br />

e della Direzione cura e riabilitazione,<br />

alla certificazione di specifiche iniziative<br />

formative rilasciata da IRC.<br />

<strong>notizie</strong><br />

13


GETTATE LE BASI<br />

PER IL PRESIDIO INTEGRATO DISTRETTUALE<br />

DI ............... MEZZOLOMBARDO<br />

.........................................................<br />

Sta nascendo, a poche settimane dalla<br />

chiusura improvvisa del San Giovanni<br />

di Mezzolombardo, il nuovo<br />

«Presidio integrato distrettuale».<br />

(una planimetria a pag. 17)<br />

Nella nuova struttura trover<strong>anno</strong> spazio<br />

le seguenti funzioni sanitarie:<br />

punto di primo intervento<br />

attività radiodiagnostica<br />

attività chirurgica<br />

attività endoscopica<br />

attività specialistica ambulatoriale<br />

attività ambulatoriale dei medici<br />

di medicina generale<br />

attività ambulatoriale infermieristica<br />

e servizio cure domiciliari<br />

hospice<br />

ospedale di comunità<br />

centro <strong>per</strong> i disturbi del<br />

comportamento alimentare<br />

centro di salute mentale<br />

raccolta sangue.<br />

Sar<strong>anno</strong>, inoltre, previsti adeguati servizi<br />

generali e di supporto (spogliatoi, cucina<br />

e mensa, depositi-archivio e depositi<br />

guardaroba, sosta salme), oltre a una dotazione<br />

di parcheggi di su<strong>per</strong>ficie e sotterranea<br />

in linea con le esigenze della<br />

nuova struttura e dell'annesso poliambulatorio.<br />

Ai servizi che tornano a essere garantiti<br />

nella Rotaliana (dal punto di primo intervento,<br />

alla radiologia, all'hospice, alle attività<br />

ambulatoriali specialistiche, ecc.),<br />

si aggiungono il trasferimento a Mezzolombardo<br />

del centro di salute mentale di<br />

Mezzocorona - che troverà spazi più adeguati<br />

e funzionali - e di due nuovi servizi<br />

<strong>per</strong> l'area della Piana Rotaliana.<br />

1. L'OSPEDALE DI COMUNITÀ<br />

Approdato alla realtà sanitaria italiana a<br />

metà degli anni '90, si è lentamente diffuso<br />

a livello regionale con varie declinazioni;<br />

a Mezzolombardo vi sarà la prima<br />

es<strong>per</strong>ienza in Trentino. Si pone come<br />

strumento <strong>per</strong> un servizio di livello intermedio,<br />

in grado di assicurare continuità<br />

tra livello ospedaliero e territoriale. L'innovativo<br />

modello assistenziale è basato<br />

su alcuni posti letto a elevata componente<br />

assistenziale (infermieristica) e <strong>per</strong>mette<br />

di accogliere i pazienti in fase non<br />

acuta, che non possono essere adeguatamente<br />

assistiti a domicilio <strong>per</strong> motivi<br />

sociosanitari (<strong>per</strong> esempio i pazienti che<br />

necessitano di controlli o terapie particolari<br />

o accertamenti diagnostici a bassa<br />

invasività). Pertanto, obiettivi dell'ospedale<br />

di comunità sono il consolidamento<br />

dello stato clinico generale, dei risultati<br />

terapeutici ottenuti nei reparti ospedalieri<br />

<strong>per</strong> acuti, la prevenzione delle complicanze<br />

e il recu<strong>per</strong>o dell'autonomia, in<br />

un'ottica di rientro a domicilio.<br />

Tale regime assistenziale, appartenente<br />

alla rete dei servizi territoriali, ha il vantaggio<br />

di evitare il ricovero ospedaliero<br />

inappropriato, di abbreviare i tempi della<br />

diagnosi, della terapia e dell'eventuale riabilitazione<br />

e garantisce l'effettuazione<br />

di monitoraggi clinici sino alla stabilizzazione<br />

del quadro generale.<br />

2. IL CENTRO PER I DISTURBI<br />

DEL COMPORTAMENTO<br />

ALIMENTARE<br />

I disturbi del comportamento alimentare<br />

h<strong>anno</strong> un duplice interessamento: somatico<br />

e psichico. Per tale ragione, il disturbo<br />

richiede l'impegno di professionisti<br />

appartenenti sia all'area biologica sia<br />

psicologico psichiatrica in una coralità di<br />

interventi. Nei nuovi spazi di Mezzolombardo<br />

il CDCA potrà garantire l'attività<br />

ambulatoriale (che sarà trasferita dall'attuale<br />

sede ubicata a Trento) finalizzata a:<br />

controlli <strong>per</strong>iodici, psicoterapia individuale<br />

e familiare, controlli dietistici; ma anche<br />

il day hospital (attualmente non disponibile<br />

in Trentino), efficace nei casi in<br />

cui il programma ambulatoriale risulti insufficiente<br />

o debba essere rinforzato con<br />

una presa in carico prolungata nel tempo.<br />

La struttura, così com'è progettata, consente<br />

di riprodurre anche nella distribuzione<br />

planimetrica degli ambienti un'intercambiabilità<br />

di spazi, garantendo in<br />

questo modo la possibilità di adattarsi<br />

con facilità al sopravvenire di nuove esigenze<br />

sanitarie. (lb)<br />

14 <strong>notizie</strong>


<strong>notizie</strong><br />

15


VILLA IGEA:<br />

IERI, OGGI E… DOMANI<br />

Sandra Chighizola<br />

ufficio stampa<br />

Non si può dire che il movimento<br />

manchi al pianterreno di Villa Igea.<br />

mento. Qui si svolge l'attività in regime<br />

ambulatoriale e di day hospital della cardiologia<br />

riabilitativa diretta da Roberto<br />

Bettini, una sezione che fa parte dell'Unità<br />

o<strong>per</strong>ativa di cardiologia dell'ospedale<br />

Santa Chiara. Sono arrivati da Mezzolombardo<br />

dopo la chiusura del San Giovanni<br />

e pare proprio che si trovino bene.<br />

Qualche problema, come dicevamo, <strong>per</strong> i<br />

parcheggi e <strong>per</strong> il pendolarismo, «ma ora<br />

si sono ambientati - conferma la caposala<br />

Fiorenza Iob -. I nostri turni v<strong>anno</strong> dalle<br />

7.30 alle 15.45, vediamo circa 20 pazienti<br />

al giorno, la giornata è intensa, la mattinata<br />

è dedicata all'attività fisica fino all'ora<br />

del pranzo, che si svolge in mensa.<br />

Qui i nostri pazienti cardiopatici mangia-<br />

E vorrei proprio conoscere qualcuno che<br />

almeno qualche «trattamento» non se lo<br />

sia fatto fare dalle sapienti mani dei molti<br />

fisioterapisti che da anni (ma anche da<br />

pochi mesi, poiché molti sono i giovani)<br />

lavorano in quello che oggi è l'ex storico<br />

CTO.<br />

Adriana Grecchi è una bella signora grintosa<br />

e sorridente ed è il direttore dell'Unità<br />

o<strong>per</strong>ativa di medicina fisica e riabilitazione.<br />

È a capo di questo stuolo di medici,<br />

fisioterapisti e altri o<strong>per</strong>atori sanitari,<br />

che ce la mettono tutta <strong>per</strong> rimetterti<br />

in piedi, <strong>per</strong> farti camminare e muoverti<br />

meglio, <strong>per</strong> ridarti un po' di autonomia<br />

<strong>per</strong>sa, vuoi <strong>per</strong> un incidente vuoi <strong>per</strong>ché<br />

giovanissimi non si è più, insomma, <strong>per</strong><br />

migliorare la tua qualità di vita e liberarti,<br />

almeno un po', dagli «acciacchi» che a<br />

qualsiasi età ti piovono inevitabilmente<br />

addosso.<br />

«Il lavoro sta cambiando anche nel nostro<br />

settore - mi dice Grecchi - anche se<br />

Villa Igea ha mantenuto il suo punto forte<br />

e cioè la riabilitazione ortopedica. L'attenzione<br />

è altrettanto puntata verso l'attività<br />

che svolgiamo in ospedale nei reparti<br />

<strong>per</strong> acuti, dalla rianimazione alla<br />

chirurgia toracica, alla pneumologia, dove<br />

aiutiamo i pazienti a staccarsi dai respiratori,<br />

alla pediatria, alla neurologia e<br />

alla stroke unit, dove la riabilitazione inizia<br />

da subito, e naturalmente all'ortopedia.<br />

Si tratta, insomma, di una nuova<br />

frontiera che stiamo affrontando, vicina<br />

a tecnologie che sono molto cambiate. Vi<br />

è poi la richiesta d'intervento <strong>per</strong> il dolore<br />

acuto, che è aumentata drammaticamente.<br />

Tuttavia il nostro, che è un lavoro<br />

di equipe, è molto gratificante».<br />

Anche al primo piano c'è un bel movino<br />

come fossero in reparto al Santa Chiara<br />

e il <strong>per</strong>sonale sta con loro sino alla fine<br />

del pasto. Nel pomeriggio, facciamo degli<br />

incontri informativi, a<strong>per</strong>ti anche ai familiari,<br />

su vari argomenti: ci sono il dietista,<br />

il cardiologo, lo psicologo; alle<br />

16 <strong>notizie</strong>


SON TORNATI<br />

AD APRIRSI<br />

GLI ASCENSORI ...............<br />

.........................................................<br />

15.30 i pazienti tornano a casa. Il ciclo<br />

dura 4 settimane. Per molti pazienti,<br />

soprattutto <strong>per</strong> coloro che abitano a<br />

Trento, questa sede, sicuramente a-<br />

deguata <strong>per</strong> il servizio offerto quanto<br />

quella di Mezzolombardo, è più facilmente<br />

raggiungibile».<br />

Roberto Bettini mi dice: «L'attività che<br />

svolgiamo è quasi uguale a quella di<br />

Mezzolombardo, dove arrivavamo a<br />

10 mila prestazioni all'<strong>anno</strong>. Qui abbiamo<br />

una bella palestra e le nostre<br />

attività sono richieste e molto seguite.<br />

Alcune situazioni sono da migliorare,<br />

ma questo posto è l'ideale <strong>per</strong> la sua<br />

collocazione, <strong>per</strong> le dimensioni e sicuramente<br />

diamo un servizio migliore<br />

all'utenza. Abbiamo avuto un momento<br />

difficile all'inizio, ma ora le cose<br />

sono molto migliorate e si lavora<br />

bene. Stiamo anche cercando di utilizzare<br />

al meglio tutti gli spazi».<br />

Al secondo piano troviamo il blocco<br />

o<strong>per</strong>atorio, dove sono in corso i lavori<br />

<strong>per</strong> le sale del futuro day surgery; al<br />

terzo ci sono gli spazi <strong>per</strong> le attività<br />

ambulatoriali. Al quarto piano è o<strong>per</strong>ativo<br />

l'hospice.<br />

La situazione logistica è decisamente<br />

buona, le stanze sono accoglienti come<br />

pure il clima, non solo <strong>per</strong> i pazienti,<br />

ma anche <strong>per</strong> i familiari e i visitatori.<br />

Al quarto piano c'è anche il centro <strong>per</strong><br />

il coordinamento delle malattie rare,<br />

con gli ambulatori e gli studi <strong>per</strong> i medici.<br />

Bene, dal presidio ospedaliero Villa<br />

Igea è tutto. Ah, non ho sbagliato: da<br />

oggi il «CTO Villa Igea» è solo un ricordo.<br />

I non giovanissimi come me si ricorder<strong>anno</strong><br />

vagamente una canzone:<br />

«Son tornate a fiorire le rose».<br />

Be', con lo stesso entusiasmo di chi si lascia<br />

cullare da un vecchio adagio, molti<br />

o<strong>per</strong>atori sanitari dell'Unità o<strong>per</strong>ativa di<br />

medicina fisica e riabilitazione h<strong>anno</strong> visto<br />

con gioia il riaprirsi delle porte degli<br />

ascensori nella storica sede di Villa Igea.<br />

Vi sono alcuni punti dolenti. Primo tra<br />

tutti (ahi, ahi…) il parcheggio: «piazzare»<br />

l'automobile vicino a Villa Igea è proprio<br />

una missione impossibile; ma ci è stato<br />

garantito che il problema è in via di soluzione.<br />

Quindi possiamo invitare tutti a<br />

essere pazienti e ottimisti.<br />

Attualmente Villa Igea è al completo, con<br />

alcuni inserimenti avvenuti dopo la chiusura<br />

dell'ospedale San Giovanni di Mezzolombardo:<br />

al quarto piano è arrivato<br />

l'hospice, dopo un breve spostamento<br />

nella geriatria dell'ospedale Valli del Noce<br />

di Cles; sempre al quarto piano c'è il<br />

centro <strong>per</strong> le malattie rare inaugurato<br />

l'<strong>anno</strong> scorso. La cardiologia riabilitativa,<br />

in precedenza a Mezzolombardo, occupa<br />

il primo piano: all'inizio c'è stato qualche<br />

problema d'inserimento <strong>per</strong> il <strong>per</strong>sonale<br />

che vive nella piana Rotaliana e ora deve<br />

recarsi a Trento; sono invece soddisfatti i<br />

pazienti, molti dei quali risiedono in città<br />

e possono arrivare qui a piedi. E non è<br />

una cosa da poco.<br />

Sul servizio mensa sono tutti d'accordo:<br />

si mangia davvero bene (ho provato anch'io,<br />

nulla da eccepire).<br />

Al secondo piano si st<strong>anno</strong> facendo i lavori<br />

di completamento delle sale o<strong>per</strong>atorie,<br />

che sar<strong>anno</strong> dedicate al day surgery,<br />

mentre al terzo sono o<strong>per</strong>ativi gli ambulatori<br />

del medico competente, della<br />

riabilitazione pediatrica, della neuropsichiatria<br />

infantile e infermieristico territoriale.<br />

E ben si capisce la gioia anche di<br />

Claudio, portiere da 16 anni a Villa Igea,<br />

affezionato alla sua sede, che commenta:<br />

«Finalmente un bel movimento: così<br />

il nostro lavoro lo facciamo volentieri!».<br />

(s.ch.)<br />

<strong>notizie</strong><br />

17


IL NUOVO CENTRO DI SALUTE MENTALE<br />

DEL DISTRETTO ALTO GARDA E LEDRO<br />

...............<br />

.........................................................<br />

Nel freddo, ma soleggiato pomeriggio<br />

prenatalizio del 16 dicembre<br />

2009 il Centro di salute mentale del<br />

Distretto Alto Garda e Ledro ha cambiato<br />

casa. La nuova sede è nell'ex<br />

ospedale Armanni, in largo Arciduca<br />

Alberto d'Asburgo, ad Arco.<br />

Alla riuscita festa preparata <strong>per</strong> l'inaugurazione,<br />

oltre a tutte le autorità, h<strong>anno</strong><br />

partecipato gli studenti e i professori della<br />

scuola alberghiera di Riva, che h<strong>anno</strong><br />

offerto il lavoro <strong>per</strong> il rinfresco. Alcuni<br />

alunni del conservatorio di Riva e un<br />

tenore facente parte del gruppo di familiari<br />

«Porte a<strong>per</strong>te» dell'associazione Prisma<br />

h<strong>anno</strong> offerto l'accompagnamento<br />

musicale e, grazie al coinvolgimento di<br />

alcuni vivaisti, sono stati messi a disposizione<br />

piante e fiori <strong>per</strong> decorare il salone<br />

dove si è tenuta la festa.<br />

L'Unità o<strong>per</strong>ativa 5 di psichiatria si compone<br />

di due centri di salute mentale, uno<br />

con sede a Tione e uno ad Arco, appunto;<br />

un <strong>Servizi</strong>o psichiatrico di diagnosi e cura<br />

e la comunità terapeutica Villa Ischia.<br />

Direttrice dell'unità o<strong>per</strong>ativa è Sara Paternoster.<br />

L'equipe del CSM è composta<br />

da 2 medici psichiatri, 5 infermiere, 1<br />

educatore professionale, 1 tecnico della<br />

riabilitazione psichiatrica. L'attività del<br />

CSM è finalizzata alla promozione della<br />

salute mentale mediante interventi di<br />

prevenzione, cura e riabilitazione. L'idea<br />

di orientare l'agire terapeutico riabilitativo<br />

all'esterno del servizio, attivando risorse<br />

del territorio tramite associazioni,<br />

coo<strong>per</strong>ative sociali e volontari, propone<br />

un'idea di psichiatria allargata non solo<br />

quindi nella rete dei servizi (medici di<br />

medicina generale, assistenti sociali, servizio<br />

di alcologia, servizio di psicologia,<br />

ecc.).<br />

Il Centro di salute mentale di Arco è il<br />

punto di riferimento <strong>per</strong> le richieste concernenti<br />

situazioni di disturbo psichico,<br />

sia di recente insorgenza sia già conosciute.<br />

Svolge funzione di primo filtro, valutazione<br />

della domanda, individuazione<br />

di un primo intervento e attuazione o<strong>per</strong>ativa<br />

dello stesso. È la sede delle attività<br />

ambulatoriali e coordina le diverse attività<br />

territoriali. L'accesso al servizio avviene<br />

tramite richiesta dell'interessato,<br />

preferibilmente dopo il coinvolgimento<br />

del medico di medicina generale e una<br />

sua eventuale segnalazione scritta al<br />

centro. Gli interventi vengono effettuati<br />

in regime ambulatoriale, domiciliare, residenziale,<br />

semiresidenziale o di ricovero<br />

ospedaliero.<br />

I principali interventi offerti sono:<br />

pianificazione e attuazione di interventi<br />

psicofarmacologici, anche in regime<br />

ambulatoriale protratto;<br />

psicoterapie individuali, familiari e di<br />

gruppo;<br />

pianificazione e attuazione di programmi<br />

riabilitativi individuali e di<br />

gruppo;<br />

programmi finalizzati allo sviluppo di<br />

abilità sociali e lavorative nel paziente<br />

con compromissione di tali capacità;<br />

studio e prevenzione dei disturbi psichici<br />

nel territorio di competenza;<br />

collaborazione con altri servizi (servizi<br />

sociali, medicina di base, reparti ospedalieri,<br />

servizio di psicologia, neuropsichiatria<br />

infantile);<br />

supporto ai familiari, al fine di ridurne<br />

il carico assistenziale, migliorando le<br />

capacità di gestione del paziente;<br />

rilascio di certificazioni e relazioni cliniche<br />

su richiesta dell'interessato <strong>per</strong> gli<br />

usi consentiti dalla legge;<br />

collaborazione con le coo<strong>per</strong>ative del<br />

«privato sociale»;<br />

collaborazione con le associazioni di<br />

familiari o di volontari.<br />

Il servizio svolge funzioni di prevenzione,<br />

diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi<br />

mentali. Elabora programmi terapeutici<br />

individualizzati coordinando le risorse interne<br />

al servizio con quelle di altri servizi<br />

e strutture esterne (come il servizio sociale,<br />

privato sociale, ecc.).<br />

Nella nuova sede, tutto questa grande<br />

mole di lavoro trova il giusto ambiente,<br />

dove pazienti e <strong>per</strong>sonale sanitario riescono<br />

a instaurare quel clima di reciproca<br />

armonia e serenità assolutamente necessario.<br />

Una nuova sede, anzi, una nuova<br />

casa, che sa accogliere con calore e<br />

comodità, dotata di confort e ideale <strong>per</strong><br />

potenziare le già preparate professionalità<br />

del reparto.<br />

18 <strong>notizie</strong>


L'ASSISTENZA ODONTOIATRICA<br />

IN PROVINCIA DI TRENTO<br />

Fulvio Campolongo<br />

dipartimento di odonstomatologia<br />

Il Dipartimento di odontostomatologia<br />

è chiamato a individuare e predisporre<br />

progetti, adeguati rispetto<br />

ai problemi assistenziali da affrontare,<br />

che garantiscano, attraverso la<br />

realizzazione di modelli organizzativi<br />

e professionali caratterizzati da una<br />

sostenibilità complessiva del sistema,<br />

la piena applicazione della legge<br />

provinciale 22/2007 sulla «Disciplina<br />

dell'assistenza odontoiatrica in provincia<br />

di Trento».<br />

La legge provinciale 22, all'articolo 2, recita:<br />

«la Provincia riconosce carattere<br />

prioritario alla prevenzione e alla cura<br />

precoce delle malattie dentarie a favore<br />

dei soggetti in età infantile ed evolutiva».<br />

Sulla base del dettato legislativo il dipartimento<br />

intende adottare un modello organizzativo<br />

che privilegia l'area dell'età<br />

evolutiva, nella convinzione che quest'area<br />

sia strategica <strong>per</strong> l'ottenimento, nel<br />

breve-medio <strong>per</strong>iodo, di un miglioramento<br />

reale dello stato di salute della<br />

popolazione trentina, e che rappresenti<br />

una possibilità di sostenibilità nel lungo<br />

<strong>per</strong>iodo dell'offerta odontoiatrica.<br />

Per l'età evolutiva sono stati predisposti<br />

programmi di prevenzione primaria e secondaria,<br />

che prevedono l'analisi epidemiologica,<br />

la fluoroprofilassi, la promozione,<br />

la formazione e l'informazione sull'igiene<br />

orale, nonché cure odontoiatriche<br />

gratuite fino ai 18 anni. È prevista,<br />

inoltre, l'assistenza ortodontica, quale livello<br />

aggiuntivo di assistenza, con accesso<br />

<strong>per</strong> gravità (IOTN), reddito (ICEF) e<br />

residenza.<br />

Il progetto prevede l'individuazione di un<br />

piano individuale di prevenzione (PIP),<br />

supportato dal libretto sanitario odontoiatrico<br />

(LSO), dall'informatizzazione<br />

dello screening odontoiatrico previsto ai<br />

sette anni e da un regime assistenziale<br />

completo. Il progetto si avvale dell'attività<br />

di 14 igienisti dentali con il supporto di<br />

un odontoiatra.<br />

Le attività del dipartimento si sviluppano<br />

anche in altri settori individuati dalla legge<br />

provinciale. Gli strumenti sono le linee<br />

guida <strong>per</strong> l'individuazione delle modalità<br />

tecnico sanitarie d'erogazione dell'assistenza<br />

odontoiatrica in provincia di Trento<br />

e il nuovo nomenclatore/tempario<br />

<strong>per</strong> le attività specialistiche, supportato<br />

da un programma informatizzato (Ippocrate<br />

odontoiatria).<br />

Per l'area della vulnerabilità sono stati individuati<br />

due gruppi: la vulnerabilità sociale<br />

e la vulnerabilità sanitaria, distinta<br />

in disabilità psichica e psicofisica, soggetti<br />

con patologie generali gravi, soggetti<br />

con patologie specifiche.<br />

Le prestazioni <strong>per</strong> l'area della vulnerabilità<br />

sociale sono prevalentemente garantite<br />

dagli specialisti ambulatoriali dei distretti<br />

sanitari e dagli odontoiatri convenzionati.<br />

Le prestazioni <strong>per</strong> l'area della vulnerabilità<br />

sanitaria sono prevalentemente garantite<br />

dall'Unità o<strong>per</strong>ativa di odontostomatologia<br />

<strong>per</strong> disabili di Borgo Valsugana<br />

e dall'Unità o<strong>per</strong>ativa di chirurgia maxillo<br />

facciale e odontostomatologia dell'ospedale<br />

di Trento.<br />

Le due unità o<strong>per</strong>ative, attraverso la multizonalità,<br />

garantiscono l'assistenza su<br />

tutto il territorio provinciale.<br />

Il terzo settore d'interesse nell'ambito<br />

dei livelli essenziali di assistenza (LEA),<br />

quello dell'urgenza odontoiatrica, è supportato<br />

dagli specialisti ambulatoriali dei<br />

distretti sanitari nei giorni feriali e dall'ospedale<br />

di Trento nei sabati e nei giorni<br />

festivi. Quale livello aggiuntivo di assistenza<br />

la Provincia assicura alla generalità<br />

della popolazione residente le prestazioni<br />

di chirurgia orale ambulatoriale.<br />

<strong>notizie</strong><br />

19


CAR SHARING, OVVERO<br />

LA MACCHINA SOLO QUANDO SERVE<br />

...............<br />

.........................................................<br />

Car sharing, ovvero l'acquisto di un<br />

servizio e non di un bene.<br />

Car sharing, ovvero la possibilità di utilizzare<br />

un'auto senza doverla com<strong>per</strong>are e<br />

senza dover fare manutenzioni, riparazioni,<br />

pagare tasse, assicurazione o il parcheggio<br />

nelle zone blu. Car sharing, un<br />

termine inglese <strong>per</strong> definire un nuovo<br />

progetto di mobilità sostenibile: un'auto<br />

condivisa, da usare quando serve.<br />

Anche l'APSS partecipa al progetto: sono<br />

quattro le nostre automobili che, durante<br />

il fine settimana e dalle 17 alle 7 del<br />

mattino dei giorni feriali, sono messe a<br />

disposizione della coo<strong>per</strong>ativa Car sharing<br />

Trentino <strong>per</strong> essere usate. Si possono<br />

trovare a Trento, al Centro <strong>per</strong> i servizi<br />

sanitari di viale Verona, e all'ospedale<br />

Santa Chiara. Le altre automobili della<br />

coo<strong>per</strong>ativa sono parcheggiate in piazza<br />

Dante, a port'Aquila e a breve sar<strong>anno</strong><br />

anche in via Santa Croce.<br />

All'estero e in molte città italiane il servizio<br />

esiste da anni e il numero delle vetture<br />

e degli utenti è molto elevato. È una<br />

soluzione alternativa all'acquisto della<br />

macchina e vantaggiosa <strong>per</strong> chi utilizza<br />

l'auto <strong>per</strong> spostamenti brevi e frequenti,<br />

<strong>per</strong> chi <strong>per</strong>corre pochi chilometri all'<strong>anno</strong><br />

(meno di 10 mila), o <strong>per</strong> chi non intende<br />

com<strong>per</strong>are la seconda macchina. Con<br />

il car sharing è possibile scegliere il veicolo<br />

più adatto alle necessità del momento:<br />

un'auto piccola <strong>per</strong> spostamenti in<br />

città, una grande <strong>per</strong> viaggi in più <strong>per</strong>sone<br />

o una monovolume <strong>per</strong> acquisti ingombranti.<br />

Per poter utilizzare il servizio è necessario<br />

essere soci della coo<strong>per</strong>ativa Car sharing<br />

Trentino. Dopo la firma del contratto<br />

di abbonamento, si ottengono le chiavi<br />

delle cassette di sicurezza (dove sono depositate<br />

le chiavi delle automobili) e la<br />

card con i dati <strong>per</strong> prenotare. La macchina<br />

può essere prenotata, via web o al call<br />

center telefonico, e prelevata in qualsiasi<br />

momento del giorno e della notte. La durata<br />

di utilizzo va comunicata al momento<br />

della prenotazione e non deve essere<br />

inferiore all'ora. La prenotazione può essere<br />

fatta fino a quindici minuti prima<br />

dell'uso. La riconsegna del veicolo avviene<br />

nel parcheggio di partenza. Il costo<br />

<strong>per</strong> l'utilizzo del servizio è composto da<br />

un costo fisso e da un costo variabile<br />

legato all'utilizzo effettivo dell'auto.<br />

Informazioni<br />

Car Sharing Trentino<br />

via Brennero 98, Trento<br />

T. +39 0461 433124<br />

info@carsharing.tn.it<br />

www.carsharing.tn.it<br />

20 <strong>notizie</strong>


ANCORA SULL'OBBLIGO DI SEGNALAZIONE,<br />

DA PARTE DEL MEDICO, DEGLI STRANIERI<br />

NON IN REGOLA CON IL PERMESSO DI SOGGIORNO<br />

Giuseppina Ciraolo, Fabio Cembrani<br />

unità o<strong>per</strong>ativa di medicina legale<br />

Premessa<br />

L'obbligo, posto in capo al medico e a<br />

tutti gli altri professionisti della salute, di<br />

informare doverosamente l'autorità giudiziaria<br />

e di collaborare, <strong>per</strong>tanto, al normale<br />

funzionamento della giustizia, è<br />

stato oggetto di pochi e sporadici contributi<br />

interpretativi <strong>per</strong> lo più finalizzati a<br />

esaminarlo in funzione alle diverse qualifiche<br />

giuridiche che tali professionisti<br />

possono assumere.<br />

La riflessione si è <strong>per</strong> lo più concentrata<br />

su una non sottile e alquanto difficile<br />

questione ermeneutica: se <strong>per</strong> il professionista<br />

sanitario dipendente e/o convenzionato<br />

con il <strong>Servizi</strong>o sanitario<br />

nazionale prevalga la qualifica giuridica<br />

di pubblico ufficiale o di incaricato di<br />

pubblico servizio (e, dunque, l'obbligo di<br />

denuncia di cui agli artt. 361 e 362 del<br />

codice penale) o se, al contrario, egli<br />

debba attenersi all'obbligo di referto di<br />

cui all'art. 365 del medesimo, risultando<br />

predominante la natura sanitaria della<br />

prestazione d'o<strong>per</strong>a. La questione, evidentemente,<br />

non è solo speculativa ed è<br />

di estrema delicatezza se si considera che<br />

diverse sono le condizioni al verificarsi<br />

delle quali sono previsti i due distinti obblighi<br />

di segnalazione alla autorità giudiziaria,<br />

poiché diverso è il contenuto della<br />

denuncia (reati <strong>per</strong>seguibili d'ufficio) e<br />

del referto (delitti <strong>per</strong>seguibili d'ufficio) e<br />

poiché solo <strong>per</strong> quest'ultimo è prevista<br />

una particolare situazione di deroga (cosiddetta<br />

«esimente speciale») al verificarsi<br />

della quale il professionista sanitario<br />

è tenuto ad astenersi dalla comunicazione.<br />

La presente riflessione intende (ri)esaminare<br />

la questione che, del tutto recentemente,<br />

è riemersa nella sua straordinaria<br />

attualità considerato l'emendamento,<br />

proposto da alcuni esponenti della Lega<br />

Nord e approvato dal Senato in sede di<br />

discussione sul disegno di legge in materia<br />

di sicurezza, di abrogare l'art. 35, comma<br />

5, del decreto legislativo n. 286/1998<br />

(«Testo unico di disciplina dell'immigrazione»)<br />

e di rendere <strong>per</strong>tanto obbligatorio,<br />

<strong>per</strong> il medico, il dovere di segnalazione<br />

di ogni straniero non in regola con le<br />

norme sul <strong>per</strong>messo di soggiorno.<br />

1. La legge 15 luglio 2009 n. 94<br />

recante disposizioni in materia<br />

di sicurezza pubblica<br />

Il 3 giugno 2008, nell'ambito della discussione<br />

in Senato del cosiddetto «pacchetto<br />

sicurezza», il capogruppo della Lega<br />

Nord-Padania, onorevole Federico Bricolo,<br />

ha presentato un emendamento<br />

con il quale, oltre ad abrogare l'art. 35,<br />

comma 5 del decreto legislativo 25 luglio<br />

1998, n. 286 («Testo unico di disciplina<br />

dell'immigrazione»), si introduceva nel<br />

nostro ordinamento giuridico il reato di<br />

«ingresso e soggiorno illegale nel territorio<br />

dello Stato»: l'obiettivo, evidentemente,<br />

era quello di sanzionare penalmente<br />

l'ingresso e il soggiorno delle <strong>per</strong>sone<br />

straniere nel nostro paese.<br />

La reazione a questa proposta è stata immediata<br />

e si è tradotta in una vera e propria<br />

mobilitazione che ha visto in prima<br />

fila la Federazione nazionale degli ordini<br />

dei medici chirurghi e degli odontoiatri<br />

(FNOMCeO), alcuni sindacati medici, le<br />

associazioni di volontariato come la Caritas,<br />

le associazioni mediche (i presidenti<br />

della Società italiana di medicina delle<br />

migrazioni e dell'Associazione <strong>per</strong> gli studi<br />

giuridici sull'immigrazione assieme al<br />

responsabile di Medici senza frontiere<br />

h<strong>anno</strong> inviato a tutti i senatori delle commissioni<br />

affari costituzionali e giustizia<br />

del Senato un appello motivato a non votare<br />

l'emendamento) e gli organi ufficiali<br />

della Chiesa (Conferenza episcopale italiana):<br />

l'opinione condivisa era che ci si<br />

trovasse di fronte a una evidente violazione<br />

dei principi fondamentali iscritti<br />

nelle convenzioni internazionali sui diritti<br />

dell'uomo e ripresi dalla nostra Carta costituzionale,<br />

nonché dei principi etico<br />

deontologici che costituiscono lo statuto<br />

ontologico della professione medica.<br />

Per meglio comprendere le conseguenze<br />

che sarebbero derivate dall'approvazione<br />

dell'emendamento presentato dalla<br />

Lega Nord in sede di discussione del<br />

«pacchetto sicurezza», dobbiamo sinteticamente<br />

riassumere i punti salienti contenuti<br />

nel decreto legislativo 286/1998 in<br />

materia di assistenza sanitaria agli stranieri.<br />

In tale norma si sancisce, preliminarmente,<br />

il doveroso riconoscimento allo<br />

straniero, «[…] comunque presente alla<br />

frontiera o nel territorio dello Stato», dei<br />

diritti fondamentali della <strong>per</strong>sona umana<br />

garantiti dalle norme di diritto internazionale<br />

e dalle convenzioni internazionali<br />

(art. 2, comma 1), nonché dalla nostra<br />

Costituzione (artt. 2, 3 e 32), con la doverosa<br />

precisazione che l'inciso «[…] comunque<br />

presente[…]» rende ragione<br />

della non equivoca circostanza che il riconoscimento<br />

di tali diritti riguarda, indistintamente,<br />

sia lo straniero «regolare»<br />

sia quello cosiddetto «irregolare»<br />

(sprovvisto di <strong>per</strong>messo di soggiorno), ai<br />

quali deve essere comunque garantita<br />

l'assistenza sanitaria nelle sedi («[…] presidi<br />

pubblici o accreditati[…]» con il <strong>Servizi</strong>o<br />

sanitario nazionale) e con i limiti<br />

(«[…] cure urgenti, essenziali ancorché<br />

continuative[…]») previsti dall'art. 35<br />

comma 3 della medesima, senza che ciò<br />

determini (art. 35, comma 5), <strong>per</strong> il me-<br />

<strong>notizie</strong><br />

21


Dal Decreto<br />

Legislativo<br />

25 luglio 1998,<br />

n. 286<br />

(«Testo unico di disciplina<br />

dell'immigrazione»)<br />

Art. 35, comma 3: Ai cittadini stranieri<br />

presenti sul territorio nazionale, non in<br />

regola con le norme relative<br />

all'ingresso e al soggiorno, sono<br />

assicurate, nei presidi pubblici e<br />

accreditati, le cure ambulatoriali e<br />

ospedaliere urgenti o comunque<br />

essenziali ancorché continuative <strong>per</strong><br />

malattia e infortuni e sono estesi i<br />

programmi di medicina preventiva a<br />

salvaguardia della salute individuale e<br />

collettiva.<br />

Art. 35, comma 5: L'accesso alle<br />

strutture sanitarie da parte dello<br />

straniero non in regola con le norme sul<br />

soggiorno non può comportare alcun<br />

tipo di segnalazione all'autorità, salvo i<br />

casi in cui sia obbligatorio il referto, a<br />

parità di condizioni con il cittadino<br />

italiano.<br />

dico, l'obbligo di segnalazione all'autorità<br />

giudiziaria, fatti salvi, evidentemente, i<br />

casi in cui sia doveroso l'inoltro del referto.<br />

L'emendamento, con l'introduzione di<br />

un nuovo reato (quello d'ingresso e soggiorno<br />

illegale nel territorio dello Stato) e<br />

la contestuale abrogazione dell'art. 35,<br />

comma 5 del decreto legislativo 25 luglio<br />

1998, n. 286, attribuiva al pubblico ufficiale<br />

e all'incaricato di pubblico servizio<br />

l'obbligo di segnalazione all'autorità giudiziaria<br />

degli stranieri non in regola con il<br />

<strong>per</strong>messo di soggiorno, stante le previsioni<br />

contenute negli artt. 361 e 362 del<br />

codice penale.<br />

I lavori dell'aula del Senato si sono protratti,<br />

tra rinvii e mediazioni dei capogruppo,<br />

<strong>per</strong> alcuni mesi, fino all'approvazione<br />

dell'emendamento avvenuta nella<br />

seduta del 5 febbraio 2009, non certo a<br />

larga maggioranza (154 voti favorevoli e<br />

114 contrari).<br />

A distanza di qualche giorno, il consiglio<br />

nazionale della FNOMCeO ha diffuso un<br />

documento di dura condanna, nel quale<br />

si osservava che «[…] la possibilità di denuncia<br />

creerà <strong>per</strong>corsi clandestini di cura,<br />

sottraendo al controllo della sanità<br />

pubblica le patologie diffusive emergenti<br />

che rappresentano un grave <strong>per</strong>icolo <strong>per</strong><br />

ogni individuo e <strong>per</strong> la società tutta e che<br />

oggi sono monitorate e controllate». Nel<br />

documento si faceva, inoltre, riferimento<br />

al netto contrasto tra la norma approvata<br />

e il codice di deontologia medica e si assicurava,<br />

al contempo, ampio sostegno<br />

«[…] ai colleghi che dovessero incorrere<br />

in procedimenti sanzionatori <strong>per</strong> aver ottem<strong>per</strong>ato<br />

agli obblighi deontologici».<br />

Contestualmente, si sono susseguite a-<br />

<strong>per</strong>te prese di posizione da parte di numerose<br />

regioni e province autonome<br />

che h<strong>anno</strong> cercato di sistematizzare la<br />

questione <strong>per</strong> fornire indicazioni o<strong>per</strong>ative<br />

da subito attuabili, considerata la circostanza<br />

che, già in quei mesi, i presidi<br />

sanitari pubblici avevano registrato circa<br />

il 20% in meno di accessi da parte di<br />

stranieri.<br />

Il presidente della FNOMCeO, nel corso<br />

di un'audizione svoltasi il 22 aprile 2009<br />

davanti alla Commissione affari costituzionali<br />

e giustizia della Camera, poneva<br />

l'accento, oltre che sul rischio di ri<strong>per</strong>cussioni<br />

sulla salute pubblica correlate al discontrollo<br />

delle malattie infettive diffusive,<br />

sul venir meno della «veste di terzietà,<br />

di accoglienza, di solidarietà <strong>per</strong><br />

tutti e su tutto, che da sempre caratterizza<br />

l'esercizio della professione medica».<br />

Fortunatamente, il 27 aprile 2009, è stato<br />

stralciato l'articolo che prevedeva l'abrogazione<br />

del divieto di segnalazione<br />

degli stranieri non in regola con il <strong>per</strong>messo<br />

di soggiorno e approvata, invece,<br />

la parte dell'emendamento che prevede<br />

il reato di ingresso e soggiorno illegale<br />

(art. 10 bis del disegno di legge n. 2180);<br />

l'approvazione del testo è avvenuta con<br />

tre voti di fiducia il 14 maggio successivo<br />

e la legge è stata definitivamente approvata<br />

il 2 luglio 2009 con 157 pareri favorevoli<br />

e 124 contrari.<br />

Il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica<br />

ha, quindi, firmato la nuova legge<br />

sulla sicurezza evidenziando, tuttavia,<br />

in una nota inviata al presidente del Consiglio<br />

dei ministri, le sue <strong>per</strong>plessità e<br />

preoccupazioni relativamente alla discrepanza<br />

tra i principi di sicurezza posti<br />

alla base della legge e la disomogeneità<br />

di numerose previsioni che dalla stessa<br />

derivano e precisando che il nuovo reato,<br />

di natura contravvenzionale, finisce con<br />

il creare una sorta di «sottosistema sanzionatorio»<br />

non coerente con i principi<br />

generali dell'ordinamento giuridico.<br />

2. Sul medico, dipendente e/o<br />

convenzionato con il <strong>Servizi</strong>o sanitario<br />

nazionale, incorre l'obbligo<br />

di denuncia o l'obbligo di referto?<br />

Il confuso dibattito che ha accompagnato<br />

l'iter parlamentare della nuova legge<br />

sulla sicurezza pubblica, intriso di forti<br />

pregiudiziali ideologiche, ha finito con il<br />

(ri)proporre la difficile (e controversa)<br />

22 <strong>notizie</strong>


questione accennata in sede di premessa:<br />

se al medico, dipendente e/o convenzionato<br />

con il <strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale,<br />

spettino gli obblighi informativi (denuncia)<br />

previsti dagli artt. 361 e 362 del<br />

codice penale o se egli sia invece tenuto<br />

all'obbligo di referto di cui all'art. 365.<br />

Su tale questione s'intende, qui, riflettere<br />

con l'obiettivo di fare chiarezza non<br />

solo sul piano ermeneutico, ma soprattutto<br />

su quello pratico.<br />

Vogliamo iniziare esaminando, prima di<br />

tutto, la tassonomia giuridica che parla di<br />

«denuncia», nel caso in cui l'atto sia inoltrato<br />

da un pubblico ufficiale o da una<br />

<strong>per</strong>sona incaricata di pubblico servizio; di<br />

«referto», nel caso di comunicazione<br />

proveniente da chi esercita una professione<br />

sanitaria.<br />

La regolamentazione penale modula il<br />

dovere di informativa posto a carico del<br />

medico in relazione alla sua qualifica giuridica<br />

individuata in una categorizzazione<br />

tripartita condizionata, a ben vedere,<br />

dalla natura del servizio svolto che distingue<br />

il pubblico ufficiale - colui che esercita<br />

una pubblica funzione legislativa,<br />

giudiziaria o amministrativa <strong>per</strong> mezzo di<br />

poteri autoritativi o certificativi - e l'incaricato<br />

di pubblico servizio - colui che presta<br />

un pubblico servizio, cioè un'attività<br />

disciplinata nelle stesse forme della pubblica<br />

funzione, ma caratterizzata dalla<br />

mancanza dei poteri tipici di questa ultima<br />

- da chi esercita un servizio di pubblica<br />

necessità (1. il privato che esercita una<br />

professione forense o sanitaria, o altra<br />

professione il cui esercizio sia <strong>per</strong> legge<br />

vietato senza una speciale abilitazione<br />

dello Stato, quando della sua o<strong>per</strong>a il<br />

pubblico sia <strong>per</strong> legge obbligato a valersi;<br />

2. il privato che, non esercitando una<br />

pubblica funzione, né prestando un pubblico<br />

servizio, adempie un servizio di-<br />

chiarato di pubblica necessità mediante<br />

un atto della pubblica amministrazione).<br />

Vi sono ampie differenze tra la denuncia<br />

e il referto, sia pur all'interno di un'ottica<br />

generale comune che è, in entrambi i casi,<br />

d'informativa, comunque dovuta (rectius,<br />

obbligatoria), nei confronti dell'autorità<br />

giudiziaria.<br />

Dalla Costituzione<br />

della Repubblica<br />

italiana<br />

Art. 2<br />

La Repubblica riconosce e garantisce i<br />

diritti inviolabili dell'uomo, sia come<br />

singolo sia nelle formazioni sociali ove<br />

si svolge la sua <strong>per</strong>sonalità, e richiede<br />

l'adempimento dei doveri inderogabili<br />

di solidarietà politica, economica e<br />

sociale.<br />

Art. 3<br />

Tutti i cittadini h<strong>anno</strong> pari dignità<br />

sociale e sono eguali davanti alla legge,<br />

senza distinzione di sesso, di razza, di<br />

lingua, di religione, di opinioni<br />

politiche, di condizioni <strong>per</strong>sonali e<br />

sociali.<br />

Art. 32<br />

La Repubblica tutela la salute come<br />

fondamentale diritto dell'individuo e<br />

interesse della collettività, e garantisce<br />

cure gratuite agli indigenti.<br />

Nessuno può essere obbligato a un<br />

determinato trattamento sanitario se<br />

non <strong>per</strong> disposizione di legge. La legge<br />

non può in nessun caso violare i limiti<br />

imposti dal rispetto della <strong>per</strong>sona<br />

umana.<br />

L'obbligo del referto ricorre qualora l'esercente<br />

la professione sanitaria abbia<br />

prestato la propria o<strong>per</strong>a e/o assistenza e<br />

si tratti di un caso che presenta i caratteri<br />

di un delitto <strong>per</strong>seguibile d'ufficio. L'obbligo<br />

di denuncia ricorre invece qualora il<br />

pubblico ufficiale o la <strong>per</strong>sona incaricata<br />

di un pubblico servizio abbia avuto notizia<br />

del fatto nell'esercizio delle sue funzioni<br />

o del suo servizio e la notizia riguardi<br />

un reato <strong>per</strong>seguibile d'ufficio.<br />

La norma penale nell'utilizzare i termini<br />

«assistenza e o<strong>per</strong>a» fa riferimento a tutte<br />

le prestazioni di carattere sanitario, sia<br />

di tipo continuativo (assistenza) che di tipo<br />

transitorio (o<strong>per</strong>a), che il medico può<br />

concretamente mettere in atto nei confronti<br />

di una <strong>per</strong>sona; ben più ampie sono,<br />

invece, le circostanze cui f<strong>anno</strong> riferimento<br />

le previsioni normative degli artt.<br />

361 e 362 del codice penale , laddove il<br />

testo vincola all'informativa il medico<br />

che abbia avuto una “notizia” genericamente<br />

riconducibile alle funzioni o al servizio,<br />

in occasione quindi di attività che<br />

non comportano necessariamente un intervento<br />

diretto sulla <strong>per</strong>sona (quali attività<br />

di tipo organizzativo o gestionale).<br />

Ma la diversità tra le due tipologie di informativa<br />

si coglie anche nell'oggetto<br />

della medesima: nel referto si tratta di<br />

delitti - cioè di reati particolarmente gravi<br />

- <strong>per</strong>seguibili d'ufficio, mentre nel caso<br />

della denuncia l'oggetto dell'informativa<br />

è particolarmente ampio, coinvolgendo<br />

anche i reati di tipo contravvenzionale<br />

come, a titolo di esempio, la guida in stato<br />

di ebbrezza alcolica.<br />

La differenza sostanziale si coglie, tuttavia,<br />

nella possibilità di omettere il referto<br />

quando lo stesso, a mente dell'ultimo<br />

comma dell'art. 365 del codice penale,<br />

possa esporre la <strong>per</strong>sona assistita a procedimento<br />

penale - cosiddetta «esimen-<br />

<strong>notizie</strong><br />

23


te speciale» -; analoga facoltà non è invece<br />

prevista <strong>per</strong> la denuncia in capo al<br />

pubblico ufficiale o alla <strong>per</strong>sona incaricata<br />

di pubblico servizio.<br />

Tali diversità chiariscono la complessa<br />

problematica più volte accennata, non<br />

ancora completamente risolta sul piano<br />

dell'ermeneutica giuridica e purtroppo<br />

elusa dal Codice di deontologia medica<br />

(ne è riprova l'art. 10 che, nell'affrontare<br />

le cosiddette «giuste cause» di rivelazione<br />

del segreto professionale, richiama<br />

entrambe le tipologie di informativa dovuta<br />

all'autorità giudiziaria suggerendo,<br />

almeno indirettamente, l'adesione al<br />

principio che sia la qualifica giuridica del<br />

medico ad orientare la duplice opzione):<br />

il dubbio pratico è se, <strong>per</strong> il professionista<br />

sanitario dipendente e/o convenzionato<br />

con il <strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale, prevalga<br />

la qualifica giuridica o se egli debba<br />

attenersi alle norme sul referto potendosi<br />

dunque avvalere dell'esimente speciale<br />

contemplata dall'ultimo comma dell'art.<br />

365 del codice penale, nel caso in<br />

cui il referto esponga la <strong>per</strong>sona assistita<br />

a procedimento penale.<br />

La questione non è, certo, di sola natura<br />

speculativa e deve essere affrontata nella<br />

sua intrinseca complessità anche in relazione<br />

all'obbligo di informativa degli<br />

stranieri non in regola con il <strong>per</strong>messo di<br />

soggiorno che, da più parti, si invoca, ritenendo<br />

che il medico dipendente e/o<br />

convenzionato con il <strong>Servizi</strong>o sanitario<br />

nazionale, assumendo la qualifica giuridica<br />

di pubblico ufficiale o di incaricato di<br />

pubblico servizio, sia tenuto a questa doverosa<br />

segnalazione, configurandosi come<br />

reato l'ingresso e il soggiorno illegale<br />

di ogni straniero nel nostro paese.<br />

Una prima linea di pensiero, che attribuisce<br />

la qualifica di pubblico ufficiale (o di<br />

incaricato di pubblico servizio) al medico<br />

di medicina generale e al medico dipendente<br />

dal <strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale, ritiene<br />

che su questi ricada l'obbligo di denuncia<br />

e il dovere, <strong>per</strong>tanto, di segnalazione<br />

all'autorità giudiziaria di ogni reato<br />

<strong>per</strong>seguibile d'ufficio (anche di natura<br />

contravvenzionale) di cui questi abbiano<br />

avuto notizia nell'esercizio delle loro funzioni<br />

o del loro servizio. Si tratta, evidentemente,<br />

di una linea di pensiero che<br />

antepone la qualifica giuridica del medico<br />

all'esercizio della professione sanitaria,<br />

con una ricaduta di non trascurabile<br />

importanza non solo sul piano pratico,<br />

ma anche deontologico. Doverosa si configura,<br />

secondo questa linea interpretativa,<br />

la conoscenza da parte del professionista<br />

medico dei molti reati <strong>per</strong>seguibili<br />

d'ufficio e costante il suo impegno investigativo<br />

in termini di una corretta e<br />

completa raccolta delle informazioni,<br />

nonché delle circostanze che caratterizzano<br />

l'azione illecita <strong>per</strong> la loro trasmissione<br />

all'autorità giudiziaria.<br />

Questa linea interpretativa, poco convincente,<br />

mal si coniuga con i principi che i-<br />

spirano l'agire medico, che impongono al<br />

professionista una valutazione eticamente<br />

ponderata tra la tutela della salute<br />

del singolo e la salvaguardia della sicurezza<br />

della società - come enunciato nel<br />

Giuramento di Ippocrate - e non considera<br />

il «principio di specialità» contenuto<br />

nella norma penale (art. 15), secondo<br />

il quale, nel caso in cui più disposizioni<br />

penali regolamentino la stessa materia,<br />

la disposizione di legge speciale deroga<br />

alla legge o alla disposizione di legge generale.<br />

L'adesione a tale principio, che riteniamo<br />

rappresenti l'unica soluzione concreta e<br />

<strong>per</strong>corribile <strong>per</strong> il medico dipendente<br />

e/o convenzionato con il <strong>Servizi</strong>o sanitario<br />

nazionale, consente, evidentemente,<br />

di avvalersi dell'esimente speciale di cui<br />

all'ultimo comma dell'art 365 del codice<br />

penale, consentendo al professionista di<br />

astenersi dall'atto di informativa qualora<br />

lo stesso dovesse esporre l'assistito a<br />

procedimento penale.<br />

Siffatta linea interpretativa, sia pur nel<br />

rispetto delle finalità che l'attività d'informativa<br />

all'autorità giudiziaria rappresenta<br />

<strong>per</strong> ogni professione sanitaria, ap-<br />

Codice di deontologia medica, art. 10 (segreto professionale): «Il medico deve<br />

mantenere il segreto su tutto ciò che gli è confidato o di cui venga a conoscenza<br />

nell'esercizio della professione. La morte del paziente non esime il medico dall'obbligo<br />

del segreto. Il medico deve informare i suoi collaboratori dell'obbligo del segreto<br />

professionale. L'inosservanza del segreto medico costituisce mancanza grave quando<br />

possa derivarne profitto proprio o altrui ovvero nocumento della <strong>per</strong>sona assistita o di<br />

altri. La rivelazione è ammessa ove motivata da una giusta causa, rappresentata<br />

dall'adempimento di un obbligo previsto dalla legge (denuncia e referto all'autorità<br />

giudiziaria, denunce sanitarie, notifiche di malattie infettive, certificazioni obbligatorie)<br />

ovvero da quanto previsto dai successivi artt. 11 e 12. Il medico non deve rendere al<br />

giudice testimonianza su fatti e circostanze inerenti il segreto professionale. La<br />

cancellazione dall'albo non esime moralmente il medico dagli obblighi del presente<br />

articolo».<br />

24 <strong>notizie</strong>


Dal giuramento di Ippocrate: «In<br />

qualsiasi casa andrò, io vi entrerò <strong>per</strong> il<br />

sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni<br />

offesa e d<strong>anno</strong> volontario, e fra l'altro<br />

da ogni azione corruttrice sul corpo<br />

delle donne e degli uomini, liberi e<br />

schiavi. Ciò che io possa vedere o<br />

sentire durante il mio esercizio o anche<br />

fuori dell'esercizio sulla vita degli<br />

uomini, tacerò ciò che non è necessario<br />

sia divulgato, ritenendo come un<br />

segreto cose simili».<br />

pare più coerente con lo statuto millenario<br />

della medicina e con i suoi principi<br />

ispiratori: la solidarietà, il dovere di assistenza<br />

e di cura di chiunque si trovi in stato<br />

di bisogno.<br />

In questa direzione si pone anche la circolare<br />

n. 12 del 27 novembre 2009 del<br />

dipartimento <strong>per</strong> le libertà civili e l'immigrazione<br />

del Ministero dell'Interno.<br />

Si tratta di un documento di particolare<br />

interesse non solo <strong>per</strong>ché rafforza la nostra<br />

tesi interpretativa ma anche <strong>per</strong>ché<br />

risolve ogni dubbio residuo sulla controversa<br />

questione dell'obbligo di denuncia,<br />

da parte del medico, dello straniero non<br />

in regola con il <strong>per</strong>messo di soggiorno.<br />

La circolare precisa, infatti, che l'entrata<br />

in vigore della legge 15 luglio 2009, n. 94,<br />

ha introdotto una serie di modifiche alla<br />

disciplina sull'immigrazione, ma non ha<br />

abrogato il divieto di segnalazione previsto<br />

dal comma 5 dell'art. 35 del decreto<br />

legislativo 25 luglio 1998, n. 286, che<br />

conserva, quindi, pieno valore giuridico.<br />

Il suo aspetto più interessante riguarda,<br />

tuttavia, l'esplicito riferimento all'attività<br />

di informativa in capo al medico nei riguardi<br />

dell'autorità giudiziaria. A tale<br />

proposito il capo dipartimento Morcone<br />

precisa che «[…]continua a trovare applicazione,<br />

<strong>per</strong> i medici e <strong>per</strong> il <strong>per</strong>sonale<br />

che o<strong>per</strong>a presso le strutture sanitarie, il<br />

divieto di segnalare alle autorità lo straniero<br />

irregolarmente presente nel territorio<br />

dello Stato che chiede accesso alle<br />

prestazioni sanitarie, salvo il caso […] in<br />

cui il <strong>per</strong>sonale medesimo sia tenuto all'obbligo<br />

di referto ai sensi dell'art. 365<br />

del codice penale […]” evidenziando che<br />

“[…]tale obbligo, in particolare, non sussiste<br />

<strong>per</strong> il reato di ingresso e soggiorno<br />

illegale nel territorio dello Stato […] attesa<br />

la sua natura di contravvenzione e<br />

non di delitto».<br />

Cadono, con questa circolare interpretativa,<br />

i dubbi residui che ancora aleggiano<br />

sulla dibattuta questione della doverosa<br />

segnalazione degli stranieri non in regola<br />

con il <strong>per</strong>messo di soggiorno e quale doverosa<br />

forma d'informativa ricada sul<br />

medico dipendente e/o convenzionato<br />

con il <strong>Servizi</strong>o sanitario nazionale.<br />

3. Conclusioni<br />

La dibattuta questione dell'obbligo di denuncia<br />

degli stranieri non in regola con il<br />

<strong>per</strong>messo di soggiorno si è dimostrata<br />

paradigmatica nel riproporre i dubbi che<br />

a tutt'oggi esistono riguardo agli obblighi<br />

di informativa a carico del medico, mostrando<br />

con evidenza le ricadute sul piano<br />

pratico di due opposti modi di interpretare<br />

la norma penale:<br />

quello di chi sostiene il prevalere della<br />

qualifica giuridica del medico dipendente<br />

e/o convenzionato con il <strong>Servizi</strong>o<br />

sanitario nazionale e, dunque, il<br />

suo obbligo di denuncia di ogni reato<br />

di cui egli abbia notizia nell'esercizio<br />

delle sue funzioni;<br />

quello di chi, al contrario, pone in rilievo<br />

il diritto alla tutela della salute del<br />

cittadino, ritenendolo un principio sovrano<br />

rispetto all'interesse pubblico<br />

della repressione dei reati.<br />

Nella vicenda in questione le molte prese<br />

di posizione sono state un segnale d'indubbia<br />

importanza, <strong>per</strong>ché h<strong>anno</strong> saputo<br />

ribadire una visione condivisa della<br />

pratica professionale ispirata a quella solidarietà<br />

che deve non solo rispettare,<br />

ma soprattutto promuovere i diritti fondamentali<br />

della <strong>per</strong>sona, garantiti sia a<br />

livello nazionale che internazionale.<br />

Più in particolare, il documento approvato<br />

dalla nostra federazione ha riaffermato<br />

i principi contenuti nel codice di deontologia<br />

medica e, più in particolare,<br />

quelli contenuti nell'art. 3 che, pur affermando<br />

i principi fondamentali di uguaglianza<br />

e solidarietà che devono ispirare<br />

l'agire medico, nulla dice relativamente<br />

agli obblighi di informativa all'autorità<br />

giudiziaria.<br />

Sul punto, come già evidenziato, il codice<br />

di deontologia medica nella versione approvata<br />

nel dicembre 2006 non si esprime<br />

con chiarezza e sembra, purtroppo,<br />

eludere la questione non affrontando,<br />

nel concreto, a quale tipologia d'informativa<br />

debba adeguarsi il medico dipendente<br />

e/o convenzionato con il <strong>Servizi</strong>o<br />

sanitario nazionale.<br />

La s<strong>per</strong>anza è che in una prossima versione<br />

anche la deontologia professionale<br />

sappia illuminare la strada, anche <strong>per</strong><br />

prendere le distanze da quella deriva politica<br />

che confonde la salute con la sicurezza<br />

e che vorrebbe attribuire al medico,<br />

di cui sempre più si contesta la sfera di<br />

autonomia e di responsabilità nel rapporto<br />

di cura, poteri investigativi e di polizia<br />

giudiziaria.<br />

<strong>notizie</strong><br />

25


L'APSS ALLA XVIII CONFERENZA INTERNAZIONALE<br />

DEGLI OSPEDALI E SERVIZI SANITARI<br />

PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE (HPH)<br />

A MANCHESTER<br />

Roberta Corazza<br />

Quando abbiamo mandato l'abstract<br />

non immaginavamo che nella seduta<br />

plenaria conclusiva della diciottesima<br />

conferenza internazionale degli<br />

HPH avrebbero citato proprio il nostro<br />

progetto.<br />

Non immaginavamo neppure che il progetto<br />

sul benessere organizzativo dell'APSS<br />

rispondesse alle raccomandazioni<br />

del gruppo HPH sulla «Promozione della<br />

salute <strong>per</strong> il <strong>per</strong>sonale/posti di lavoro<br />

salubri».<br />

Non immaginavamo di vedere citati nelle<br />

diapositive di Louis Côté - il nuovo presidente<br />

del Governance Board degli HPH,<br />

Direttore delle risorse umane, informazione,<br />

pianificazione e affari legali dell'agenzia<br />

sanitaria e servizi sociali del Canada,<br />

nonché coordinatore della rete HPH<br />

di Montreal - il nostro progetto PerLa e<br />

l'asilo nido aziendale, segnalati come<br />

pratiche esemplari <strong>per</strong> ridurre le ineguaglianze<br />

tra i dipendenti dei servizi sanitari.<br />

Nella sua presentazione Côté ha parlato<br />

delle disuguaglianze di salute tra il <strong>per</strong>sonale<br />

dei servizi sanitari, in relazione alla<br />

posizione e al ruolo del <strong>per</strong>sonale nell'organizzazione<br />

e del <strong>per</strong>ché le organizzazioni<br />

sanitarie devono concentrarsi sulla<br />

riduzione delle ineguaglianze nella salute<br />

sul posto di lavoro e di come questo<br />

tema sia in linea con la missione e valori<br />

dei servizi sanitari. La presentazione<br />

comprendeva una sintesi di risultati tratti<br />

dalla letteratura assieme a raccomandazioni,<br />

progetti e pratiche esemplari. Con<br />

orgoglio abbiamo appreso che, tra le<br />

buone pratiche presentate nel corso della<br />

conferenza, quella dell'APSS sul benessere<br />

organizzativo e conciliazione lavorofamiglia<br />

è stata apprezzata e considerata<br />

utile <strong>per</strong> ridurre le diseguaglianze <strong>per</strong> i<br />

lavoratori e le lavoratrici della sanità.<br />

Come comitato di progetto abbiamo<br />

sempre pensato che la flessibilità, la motivazione,<br />

il coinvolgimento, la corretta<br />

circolazione delle informazioni fossero<br />

elementi che portavano a migliorare il<br />

clima aziendale e il benessere dei lavoratori.<br />

Ma non solo, eravamo convinti del<br />

fatto che in organizzazioni come la nostra,<br />

proprio <strong>per</strong> la forte componente<br />

umana e <strong>per</strong>sonale insita nel servizio e-<br />

rogato, dipendenti soddisfatti e ambienti<br />

di lavoro sereni potessero fare la differenza<br />

e che <strong>per</strong> le <strong>per</strong>sone che lavorano<br />

all'interno del servizio sanitario il benessere<br />

fosse dato dal «bilanciamento» della<br />

sfera <strong>per</strong>sonale con quella lavorativa.<br />

Noi ci abbiamo sempre creduto, anche<br />

se abbiamo visto non pochi guardare con<br />

diffidenza la volontà dell'ente di supportare<br />

i dipendenti nella conciliazione lavoro-famiglia<br />

e di sostenerli nelle attività di<br />

cura dei figli. Noi ci abbiamo sempre creduto<br />

ma ci ha fatto piacere che qualcuno<br />

abbia confermato che siamo sulla strada<br />

giusta. Quel giorno, a Manchester, è stato<br />

detto chiaramente: costruire ambienti<br />

di lavoro salutari significa avere cura del<br />

contesto lavorativo e della componente<br />

«<strong>per</strong>sonale» che ogni dipendente porta<br />

con sé. Certo, il nostro era un progetto<br />

s<strong>per</strong>imentale, realizzato <strong>per</strong> verificare la<br />

fattibilità di un nuovo approccio al lavoro<br />

e all'organizzazione e come tale soggetto<br />

a valutazioni sulla trasferibilità a tutto il<br />

contesto aziendale. La scelta di s<strong>per</strong>imentare<br />

su un gruppo di lavoratori e lavoratrici<br />

non turnisti, sanitari e non sanitari;<br />

e prevedere un progetto ad hoc <strong>per</strong> i<br />

turnisti, doveva servire a verificare tutto<br />

ciò. Il riconoscimento avuto a Manchester<br />

ci dà nuova forza <strong>per</strong> sviluppare ulteriormente<br />

tutte le iniziative che abbiamo<br />

in cantiere.<br />

26 <strong>notizie</strong>


Dal 13 al 16 aprile si è tenuta a Manchester, nel Regno Unito, la diciottesima conferenza<br />

internazionale degli ospedali e servizi sanitari <strong>per</strong> la promozione della salute (Health<br />

Promoting Hospitals and Health Services – HPH). Il titolo, «Tackling causes and<br />

consequences of inequalities in health: contributions of health services and the HPH<br />

network», poneva subito in evidenza il tema conduttore: i contributi dei servizi sanitari e<br />

sociali nell'affrontare le iniquità in salute. I quesiti principali ai quali si è cercato di dare<br />

risposta nei tre giorni di convegno sono stati: quali fattori che determinano le<br />

disuguaglianze di salute possono essere efficacemente affrontati dai servizi sanitari e<br />

sociali attraverso la promozione della salute? Quale ruolo possono avere i servizi sanitari<br />

e sociali nell'indirizzare le disuguaglianze di salute nel corso della vita? Come possono i<br />

servizi sanitari e sociali contribuire a ridurre le ineguaglianze nel <strong>per</strong>sonale della sanità?<br />

Un gruppo di dipendenti dell'APSS ha partecipato alla conferenza, portando contributi<br />

in forma di due comunicazioni orali e sei poster.<br />

Sezione parallela 1<br />

Improving child & adolescent health gain<br />

by health promotion and prevention<br />

CORSI DI PREPARAZIONE ALLA NASCITA:<br />

TREND TEMPORALE E ACCESSIBILITÀ IN<br />

PROVINCIA DI TRENTO 2004-2008<br />

Silvano PIFFER, Laura BATTISTI,<br />

Giuseppe DE NISI<br />

La frequenza dei corsi di accompagnamento<br />

alla nascita migliora la conoscenza e la<br />

competenza delle gestanti rispetto alla<br />

gestione dell'ultima fase della gravidanza,<br />

del travaglio e del parto, migliorandone di<br />

conseguenza gli esiti. Le gestanti che<br />

partecipano ai corsi h<strong>anno</strong> una maggiore<br />

probabilità di allattare al seno soprattutto in<br />

modo esclusivo. Lo studio presentato<br />

analizza il trend e l'accessibilità ai corsi di<br />

preparazione alla nascita in provincia di<br />

Trento dall'<strong>anno</strong> 2004 all'<strong>anno</strong> 2008. In Italia<br />

i dati relativi a ogni parto sono registrati in<br />

un data base computerizzato (CEDAP -<br />

database). Solo in provincia di Trento sono<br />

raccolti anche i dati sulle frequenze ai corsi di<br />

preparazione alla nascita. L'accessibilità a tali<br />

corsi è analizzata tenendo conto della parità<br />

e in modo particolare <strong>per</strong> le primipare si<br />

analizza la co<strong>per</strong>tura in relazione all'<strong>anno</strong> di<br />

calendario, luogo di nascita, caratteristiche<br />

<strong>per</strong>sonali delle gestanti (età, livello di<br />

istruzione, stato civile, cittadinanza,<br />

condizione professionale). I fattori associati a<br />

una mancata partecipazione ai corsi di<br />

preparazione alla nascita sono analizzati<br />

calcolando gli odds ratio grezzi e gli odds<br />

ratio aggiustati sulla base di un modello di<br />

regressione logistica. Analizzando in modo<br />

specifico i dati del 2008 emerge - <strong>per</strong> le<br />

primipare - che le co<strong>per</strong>ture più basse<br />

riguardano le donne sotto i 24 anni, le donne<br />

con basso titolo di studio, le casalinghe e le<br />

donne disoccupate, le donne straniere.<br />

L'analisi multivariata mette in evidenza - a<br />

parità di altri fattori di confondimento - che<br />

l'essere straniera si associa ai più bassi livelli<br />

di co<strong>per</strong>tura. L'età giovane (


analizzando contemporaneamente le<br />

ricadute positive sull'organizzazione e sul<br />

servizio erogato ai cittadini. Il benessere<br />

organizzativo, in un ente che gestisce servizi<br />

alla <strong>per</strong>sona, costituisce uno degli strumenti<br />

<strong>per</strong> la gestione delle risorse umane e un<br />

aspetto rilevante del processo di<br />

cambiamento in atto in APSS. Il nostro ente<br />

ha inserito il benessere organizzativo delle<br />

risorse umane al centro di una serie di<br />

interventi volti al miglioramento del clima<br />

aziendale e conseguentemente del servizio<br />

offerto e delle sue <strong>per</strong>formance. Diversi<br />

studi e ricerche sulle organizzazioni h<strong>anno</strong><br />

dimostrato che le strutture più efficienti<br />

sono quelle con dipendenti soddisfatti e un<br />

ambiente di lavoro sereno. La motivazione, il<br />

coinvolgimento, la corretta circolazione delle<br />

informazioni, la flessibilità sono tutti<br />

elementi che portano a migliorare non solo il<br />

benessere dei lavoratori ma anche la<br />

soddisfazione dei cittadini e dei pazienti<br />

aumentando contemporaneamente la<br />

produttività. L'APSS ha individuato quali<br />

strumenti utili a sostenere i propri<br />

dipendenti nelle attività di cura dei figli la<br />

realizzazione di un asilo nido aziendale<br />

(a<strong>per</strong>to 6 giorni su 7, dalle ore 6.30 alle ore<br />

21.30 <strong>per</strong> tutto l'<strong>anno</strong>) e forme di<br />

<strong>per</strong>sonalizzazione degli orari di lavoro e<br />

telelavoro. Nella parte introduttiva<br />

dell'intervento, sono state presentate le<br />

ragioni dei progetti, lo scenario di<br />

riferimento e la metodologia. Nella seconda<br />

sono stati descritti i primi risultati,<br />

l'evoluzione futura e le ricadute sul servizio<br />

erogato.<br />

Sezione poster<br />

Smoke-free hospitals & health services (I):<br />

Creating smoke-free health service settings<br />

P16. Cat and mouse or how to promote<br />

effectively a smoke-free environment in a<br />

public hospital<br />

Franca REFATTI, Maria Grazia ALLEGRETTI,<br />

Enrico BALDANTONI, Luciano FLOR (IT)<br />

Health promotion for patients with chronic<br />

diseases (I): CVD, stroke and metabolic<br />

deficiencies<br />

P29. Healthcare and education for diabetic<br />

patients during hospitalisation<br />

Isabella VANZO, Emanuele TORRI (IT)<br />

P35. The «Drug of choice in palliative care»<br />

brochure - An instrument for the<br />

standardization of the therapeutic<br />

approach to terminal patients<br />

Elisabetta DE BASTIANI, Cristiana BETTA,<br />

Riccardo RONI R, Luca OTTOLINI, Massimo<br />

DESTRO, Carlo ABATI, Roberta PERIN,<br />

Alessandra LOMBARDI, Laura RIGOTTI (IT)<br />

P66. Extensive use of 3D non-fluoroscopic<br />

mapping system markedly reduces patients<br />

and o<strong>per</strong>ator radiation during catheter<br />

ablation of cardiac arrhythmias<br />

Maurizio DEL GRECO, Massimiliano MARINI,<br />

Alessio COSER, Livio BERTAGNOLLI, Aldo<br />

VALENTINI, Emanuele TORRI (IT)<br />

Health promotion for older patients<br />

P116. Improvement project with the aim to<br />

reduce the occupational exposure to<br />

infection by the o<strong>per</strong>ating theatre and<br />

intensive care unit workers of the S. Chiara<br />

Hospital of Trento, Italy<br />

Edoardo GEAT, Doriana DEL DOT (IT)<br />

Improving health promotion by service<br />

integration, outreach programs and<br />

international collaboration<br />

P130. «The integrated management<br />

between hospital and territory of patients<br />

suffering from heart failure (HF) - The role<br />

of pharmacists in the community project» A<br />

present for the heart of citizens with heart<br />

failure<br />

Cristiana BETTA, Elisabetta DE BASTIANI,<br />

Mauro MATTAREI, Rosalba FALZONE,<br />

Riccardo RONI, Francesca SPADARO (IT)<br />

Gli atti XVIII conferenza internazionale degli HPH si trovano all'indirizzo:<br />

http://www.hphconferences.org/archive/manchester10/proceedings.php<br />

28 <strong>notizie</strong>


MANCHESTER-TRENTO,<br />

UN’ODISSEA PER SETTE<br />

Stefano Bertoni<br />

.........................................................<br />

La numerologia sul 7 si sbizzarrisce.<br />

7 i peccati capitali, 7 le muse, 7 i giorni<br />

della settimana, le note musicali.<br />

Se qualcuno volesse altri spunti, può<br />

sempre andare su Wikipedia. E poi anche<br />

le arti h<strong>anno</strong> usato spesso questo numero:<br />

i sette samurai, 007, sette spose<br />

<strong>per</strong> sette fratelli, 7 anni in Tibet (nei film),<br />

Biancaneve e i sette nani (nella narrativa<br />

<strong>per</strong> bambini).<br />

Insomma, la delegazione dell'APSS a<br />

Manchester (<strong>per</strong> la conferenza internazionale<br />

degli HPH, 14-16 aprile 2010)<br />

non era nulla in confronto a tutto ciò. Ma<br />

anche noi eravamo in sette. Tiè!<br />

Il punto vero è che quella che doveva essere<br />

una tranquilla es<strong>per</strong>ienza all'estero,<br />

si è trasformata in un'odissea. Causa il<br />

vulcano, of course, che ci ha trattenuti oltremodo<br />

e oltre i tempi stabiliti in terra<br />

d'Albione.<br />

Vi risparmio la delirante ricerca di una<br />

certezza. Nessuno ne aveva, né le compagnie<br />

aeree, né le agenzie di viaggio.<br />

All'orizzonte (o meglio alla TV, <strong>per</strong>ché il<br />

cielo d'Inghilterra era in quei giorni terso<br />

e sereno come non mai) una nube, incerta<br />

nel suo muoversi verso Est, teneva<br />

l'Europa (ma non solo) a terra. Inchiodati<br />

al suolo come da tempi immemori non ci<br />

capitava. Ed è stato così che, <strong>per</strong> arrivare<br />

a casa abbiamo intrapreso il nostro <strong>per</strong>sonale<br />

interrail: non più con i nostri<br />

vent'anni sulla carta d'identità, lo zaino<br />

in spalla, poche lire in tasca, le scarpe da<br />

ginnastica nei piedi e una gran voglia di<br />

conoscere il mondo. No, questa volta con<br />

i quaranta anni (chi più, chi meno) e qualche<br />

acciacco di troppo, i trolley da trascinare,<br />

le carte di credito e i POS nel<br />

portafoglio, le scarpe firmate (alcune, almeno)<br />

e solo un irresistibile desiderio di<br />

tornare a casa.<br />

Si diventa vecchi, of course, questo è il<br />

punto.<br />

Ma torniamo all'odissea. Finita la conferenza,<br />

il volo è previsto <strong>per</strong> il giorno<br />

successivo. Le <strong>notizie</strong> della BBC lo dicono<br />

chiaro e tondo: domani non si vola. Scatta<br />

allora il piano B: una notte in più a<br />

Manchester e si s<strong>per</strong>a di volare domenica.<br />

Ma la situazione non migliora. Le <strong>notizie</strong><br />

diramate dagli organi di informazione<br />

f<strong>anno</strong> capire che nei cieli d'Europa regna<br />

il caos. La «cloud», come la chiamano gli<br />

inglesi, impone forzati stop ai voli. Con gli<br />

ovvi problemi di riposizionamento di<br />

orario degli aerei cancellati e di quelli in<br />

attesa di partire, prima o poi.<br />

E allora si decide, piano C. Domenica<br />

mattina si parte alla volta di Londra. L'obiettivo<br />

è trovare un treno che ci porti sul<br />

continente. Ovvio anche che non siamo i<br />

soli ad aver avuto questa «brillante»<br />

idea. Ma le prenotazioni online e al telefono<br />

sono saltate. Tutto il sistema è saltato.<br />

Bisogna armarsi solo di tanta pazienza.<br />

Fatta la colazione all'inglese,<br />

gambe in spalla (armi e bagagli al seguito)<br />

e via alla stazione di Manchester.<br />

Treno verso la stazione di Londra Euston:<br />

due ore e mezza di viaggio, anche piuttosto<br />

comodi, direi. All'arrivo, la gran folla,<br />

una giornata di sole, la bellezza di Londra<br />

che ti avvolge. Una città che ha <strong>per</strong>so il<br />

fascino dickensiano <strong>per</strong> assumerne uno<br />

moderno, efficiente.<br />

Di corsa, verso la stazione di King's Cross.<br />

Il fiume di pedoni frettolosi va a correnti<br />

contrapposte. 5 minuti a piedi, non è facile<br />

farsi largo ma bisogna andare celermente.<br />

Arriviamo in King's Cross. Un lunghissimo<br />

serpentone davanti al botteghino<br />

dell'Eurostar ci fa capire subito quale<br />

sia la situazione. Dopo una breve raccolta<br />

di informazioni, dopo aver cercato di<br />

intercettare le comunicazioni fatte ai cittadini<br />

da un addetto, si capisce tutto. I<br />

posti disponibili sull'Eurostar sono esauriti<br />

fino a lunedì. Poco dopo il nostro arrivo<br />

la biglietteria dell'Eurostar chiude<br />

definitivamente, riaprirà forse domani…<br />

maybe! Il treno in questione sarebbe stato<br />

comodo, <strong>per</strong>ché in due ore e mezza ci<br />

avrebbe portati a Parigi. Ma tant'è.<br />

Allora via con il piano C1: treno verso Dover.<br />

Un trenino locale, come lo chiameremmo<br />

noi. Vedendolo, <strong>per</strong>ò, si cambia<br />

idea. Pulitissimo, veloce, silenzioso. Proprio<br />

come i treni nostrani. Ahahahah.<br />

<strong>notizie</strong><br />

00


Non avendo idea della disponibilità di<br />

traghetti <strong>per</strong> Calais (impossibile avere<br />

l'informazione telefonicamente o online),<br />

la cosa migliore è prenotare, grazie<br />

a Internet e alla connessione che ci consente<br />

di farlo dal treno, un posto <strong>per</strong> la<br />

notte in un locale disponibile sulla costa<br />

e fare poi lì il punto della situazione. Facendo<br />

un calcolo con le tabelle di rientro<br />

ipotetiche e i tempi di <strong>per</strong>correnza dei<br />

treni, se gli aerei riprendessero a volare<br />

domani, noi riusciremmo a tornare a<br />

Manchester <strong>per</strong> imbarcarci sul volo <strong>per</strong><br />

Parigi-Verona.<br />

Ok, sono solo ipotesi, ma non escludibili<br />

a priori.<br />

Arrivati a Dover, taxi fino al bed & breakfast<br />

dove passeremo la notte. Essendo<br />

ancora abbastanza presto (attorno all'ora<br />

del tè) un manipolo dei favolosi sette<br />

si offre di fare una capatina al porto.<br />

Tanto <strong>per</strong> vedere che aria tira. Le informazioni<br />

sembrano buone. Ci sono posti<br />

sui traghetti (nonostante le voci fasulle<br />

che qualcuno veicolava, cioè che non sarebbero<br />

stati imbarcati passeggeri<br />

senz'auto!), il giorno dopo una compagnia<br />

prevede di avere centinaia di posti<br />

sui diversi traghetti. Ottimo!<br />

Allora appuntamento a domani e, alla sera,<br />

cena in un'osteria del porto a base di<br />

cucina marinara con contaminazioni anglofrancesi.<br />

La mattina, sveglia alle 5.00, partenza alle<br />

6.00 verso il porto. Arrivati al desk della<br />

compagnia, questa ci dice che non<br />

vendono più biglietti! Motivo? Nessuno.<br />

Aspettano indicazioni dalla direzione… a<br />

quel punto, rotazione di 90 gradi e puntata<br />

verso la seconda compagnia. Qui<br />

nessuna difficoltà. I biglietti ci sono, senza<br />

problemi. Anzi, con un risparmio di 5<br />

pound. Tiè!<br />

Il mare è tranquillo, nonostante un vento<br />

teso che accompagna tutta la traversata.<br />

Un'occhiata alle bianche scogliere di Dover<br />

mentre ci allontaniamo: proprio belle.<br />

E proprio bianche!<br />

Un'ora e mezza di nave ed eccoci a Calais.<br />

Finalmente sul continente!<br />

Intanto le <strong>notizie</strong> su internet continuano<br />

a dare una condizione dei voli disastrosa.<br />

Tutti a terra.<br />

Fuori dal porto, un po' frastornati, veniamo<br />

attorniati da strani soggetti. Ci offrono<br />

un taxi <strong>per</strong> Bruxelles a 200 euro (i taxi<br />

sono 2 poiché siamo in sette: quindi f<strong>anno</strong><br />

400 euro). Ma poi che ci facciamo a<br />

Bruxelles?<br />

L'idea è bislacca. Prendiamo così il primo<br />

autobus <strong>per</strong> la stazione ferroviaria. Coda<br />

e poi a chiedere possibili combinazioni.<br />

Niente da fare: ci vende solo il biglietto<br />

<strong>per</strong> Parigi. Poi <strong>per</strong>ò ci riproviamo. E a<br />

quel punto ci capiamo meglio e otteniamo<br />

un biglietto <strong>per</strong> Grenoble.<br />

Be', almeno così andiamo avanti. Partiamo<br />

alla volta di Parigi verso mezzogiorno<br />

e mezzo. Viaggio tranquillo. Anche qua<br />

un paio di ore e mezza <strong>per</strong> arrivare nella<br />

capitale francese, Gare du Nord. Metropolitana<br />

<strong>per</strong> raggiungere la Gare de Lyon,<br />

un'attesa che chi se lo ricorda… di nuovo<br />

in treno, sul meraviglioso TGV. Ad alta velocità<br />

verso Lione. Cambio e via alla volta<br />

di Grenoble. Il sole è ormai tramontato<br />

da un po' quando arriviamo ai piedi delle<br />

Alpi francesi.<br />

Nel frattempo, <strong>per</strong>ò, sono accadute delle<br />

cose. Dagli uffici centrali dell'APSS è partito<br />

il mandato di riportarci a casa a qualunque<br />

costo (si fa <strong>per</strong> dire, ovvio!). così<br />

viene spedito verso di noi un autista con<br />

tanto di pulmino <strong>per</strong> recu<strong>per</strong>arci in terra<br />

francese. L'incontro avviene alla stazione<br />

di Grenoble, attorno alle 9 di sera. Abbracci,<br />

sorrisi. Una faccia nota, che bello!<br />

Di fronte alla stazione, il primo hotel, disponibilità<br />

<strong>per</strong> la notte, è nostro. Detto,<br />

fatto. Ci infiliamo in stanza. Dieci minuti e<br />

poi a mangiare a 100 metri di distanza.<br />

Una trattoria molto graziosa e senza pretese.<br />

Sfiniti dal viaggio, dopo poco siamo a letto.<br />

I meravigliosi 7 e il loro Ulisse che li<br />

riporterà a casa schiacciano l'ultimo sonno<br />

fuori casa. Il mattino successivo, il lungo<br />

viaggio verso Trento. 800 chilometri<br />

che cominciano con la marcia di avvicinamento<br />

al passo del Frejus. Il lungo traforo<br />

lo <strong>per</strong>corriamo quasi in apnea. Il clima è<br />

disteso, ma nessuno ha più voglia di parlare.<br />

La stanchezza si fa sentire.<br />

Dopo il Frejus siamo in Italia. Strana sensazione!<br />

Fermata <strong>per</strong> un caffè, e poi via di<br />

nuovo lungo le autostrade di casa nostra.<br />

Torino, poi Milano, un pezzo di tangenziale,<br />

poi Brescia e infine a Verona, dove<br />

il sottoscritto deve recu<strong>per</strong>are la macchina.<br />

La giornata è calda. Sopra il Catullo<br />

splende il sole e, alzando gli occhi, vedo il<br />

primo aereo che spicca il volo. Lì, dove<br />

tutto è cominciato, ora ci ritroviamo. Dopo<br />

una manciata di giorni a Manchester<br />

e due giorni e mezzo <strong>per</strong> tornare a casa.<br />

Un'es<strong>per</strong>ienza che nessuno di noi 7+1 dimenticherà<br />

facilmente.<br />

Di sicuro ci siamo divertiti, nonostante le<br />

<strong>per</strong>ipezie. Anche <strong>per</strong>ché abbiamo imparato<br />

a fare gruppo, a prendere decisioni,<br />

in presenza di una leadership diffusa.<br />

Non male, vero?<br />

Ma non pensate <strong>per</strong>ò che il tutto si sia risolto<br />

in un viaggio con variabilità di mezzi,<br />

cenette e <strong>per</strong>nottamenti qua e là… C'è<br />

stata all'origine la conferenza, ma se siete<br />

curiosi di avere <strong>notizie</strong> a riguardo, leggete<br />

l'articolo che le viene dedicato.<br />

Nel frattempo, noi ci prepariamo <strong>per</strong> la<br />

conferenza del prossimo <strong>anno</strong>, a Turku,<br />

in Finlandia, vulcano <strong>per</strong>mettendo!<br />

30 <strong>notizie</strong>


IDEALE ABBRACCIO A UN BAMBINO<br />

PER SCOVARE LA MALATTIA DI TAY SACHS<br />

Serena Belli<br />

genetica medica, dipartimento di medicina di laboratorio<br />

La malattia di Tay Sachs è una malattia<br />

da accumulo (gangliosidosi) che<br />

esordisce in età infantile.<br />

È secondaria alla mancanza di un enzima,<br />

chiamato exosaminidasi A (Hex-A). I<br />

primi sintomi di debolezza muscolare e<br />

iporeattività all'ambiente compaiono attorno<br />

ai 3-5 mesi di età, seguiti da un<br />

totale arresto dello sviluppo, con successiva<br />

regressione. Spesso sono presenti<br />

anche crisi epilettiche. La malattia porta<br />

alla morte <strong>per</strong> lo più entro i 3 anni.<br />

La malattia di Tay Sachs è una malattia<br />

genetica rara, la sua frequenza nella popolazione<br />

generale è di 1 affetto su<br />

400.000, che si trasmette secondo un<br />

modello autosomico recessivo. Ciò significa<br />

che gli individui affetti ereditano<br />

una copia mutata del gene da ciascuno<br />

dei due genitori che, <strong>per</strong>tanto, sono portatori<br />

sani (eterozigoti), con una probabilità<br />

di avere un altro figlio affetto del<br />

25%.<br />

Oggi esistono dei metodi <strong>per</strong> identificare<br />

i portatori sani di questa condizione: l'indagine<br />

biochimica (i portatori producono<br />

meno Hex-A rispetto ai non portatori)<br />

e il test genetico (che identifica la mutazione-malattia<br />

responsabile della sintomatologia).<br />

Intorno alla fine degli anni 1960 in Belgio<br />

è nato un bambino, figlio di due emigranti<br />

che provenivano da San Lorenzo in Banale,<br />

che è stato diagnosticato affetto da<br />

malattia di Tay Sachs. Nel 2001 un'altra<br />

coppia del paese ha avuto un bambino<br />

ugualmente affetto. In seguito a questa<br />

nascita, un certo numero di consanguinei<br />

dei due genitori si è rivolta al consultorio<br />

genetico, chiedendo di essere sottoposta<br />

a screening <strong>per</strong> tale malattia. U-<br />

tilizzando il metodo enzimatico, effettuato<br />

a Verona alla clinica neurologica, abbiamo<br />

identificato un certo numero di<br />

portatori sani. In occasione della stesura<br />

degli alberi genealogici di tali famiglie, è<br />

emerso un dato interessante. Negli anni<br />

'60 un'altra coppia del paese aveva avuto<br />

due bambini, deceduti nei primi due anni<br />

di vita. In base alla storia clinica sembra<br />

verosimile che anche questi due bambini<br />

fossero affetti dalla medesima patologia.<br />

A questo punto, tenendo conto del numero<br />

dei bambini affetti e del numero<br />

dei nati dal 1960 al 2001 (650), applicando<br />

la legge di Hardy Weinberg (che<br />

serve a calcolare l'incidenza degli eterozigoti<br />

in una certa popolazione, partendo<br />

dalla prevalenza dei casi malattia nella<br />

medesima popolazione), avevamo dedotto<br />

che l'incidenza degli eterozigoti in<br />

questo piccolo paese è all'incirca 1 su 13.<br />

Quest'altissima incidenza di eterozigoti<br />

si spiega con l'effetto fondatore e con<br />

l'inincrocio (l'effetto fondatore è quel fenomeno<br />

<strong>per</strong> il quale una mutazione a carico<br />

di un gene recessivo compare a un<br />

certo punto in un individuo, in una certa<br />

popolazione; questi la trasmette alla metà<br />

circa dei suoi figli e questi alla metà dei<br />

loro figli, e così via. Dopo un certo numero<br />

di anni la mutazione può essere presente<br />

in una certa quota d'individui di<br />

questa popolazione, in particolare se la<br />

popolazione è «chiusa». Inoltre, se gli individui<br />

di questa popolazione si sposano<br />

tra di loro, non incrociandosi con popolazioni<br />

contigue e non emigrando, ecco<br />

che possiamo avere coppie formate da<br />

due eterozigoti, che sono a rischio di avere<br />

dei figli affetti dalla malattia recessiva.<br />

<strong>notizie</strong><br />

31


Questo è quello che è successo, verosimilmente,<br />

nella popolazione di San Lorenzo<br />

in Banale.<br />

A fine 2009 la genetica medica dell'APSS<br />

è stata contattata dalla clinica neurologica<br />

di Verona, che nel 2001-2002 era<br />

stata coinvolta <strong>per</strong> le indagini enzimatiche,<br />

alla quale è stata chiesta la disponibilità<br />

ad aderire a uno studio nella popolazione<br />

di San Lorenzo in Banale. La proposta<br />

era interessante e, soprattutto, utile<br />

<strong>per</strong> la popolazione di questo piccolo<br />

paese.<br />

Insieme ai colleghi di Verona abbiamo<br />

deciso di coinvolgere anche un'altra realtà<br />

trentina: il CIBIO (Centre for integrative<br />

biology) dell'università di Trento,<br />

presente sul nostro territorio da alcuni<br />

anni, che possiede un laboratorio di biologia<br />

molecolare molto attrezzato, che si<br />

occupa di ricerca di base.<br />

Per prima cosa abbiamo contattato i genitori<br />

del bambino del paese nato nel<br />

2001, poi il sindaco e l'assessore alle politiche<br />

sociali del comune. Dopo aver ottenuto<br />

il loro sostegno, abbiamo ottenuto<br />

l'appoggio dell'Assessorato alla salute<br />

e alle politiche sociali e della direzione<br />

generale dell'APSS.<br />

Successivamente abbiamo fatto un incontro<br />

con la popolazione di San Lorenzo<br />

<strong>per</strong> raccontare la nostra idea e come intendevamo<br />

procedere. L'idea era quella<br />

di identificare i portatori sani, ma, soprattutto,<br />

le eventuali coppie a rischio,<br />

cui offrire una consulenza genetica. Il<br />

procedimento è quello di testare tutte le<br />

donne del paese, di qualunque età, e di<br />

allargare successivamente l'indagine genetica<br />

a figli/figlie e partner delle portatrici<br />

sane. L'incontro ha visto un'ottima<br />

partecipazione da parte della popolazione,<br />

la maggior parte della quale ha anche<br />

aderito al progetto.<br />

Nelle ultime settimane si è iniziato a prelevare<br />

i primi gruppi di donne. Lo studio<br />

inizialmente prevedeva di identificare gli<br />

eterozigoti tramite indagine biochimica,<br />

ma il CIBIO ha identificato la mutazione<br />

malattia responsabile della patologia.<br />

Quindi, oltre al dato biochimico, che faremo<br />

almeno <strong>per</strong> un certo numero iniziale<br />

di casi, potremo utilizzare anche<br />

quello genetico molecolare, vera cartina<br />

di tornasole della metodica enzimatica. I<br />

dati, appena disponibili, sar<strong>anno</strong> comunicati.<br />

Il bambino nato nel 2001 si chiamava<br />

Rocco. È vissuto pochi anni, accudito con<br />

amore dai suoi familiari, ma anche da<br />

altre <strong>per</strong>sone estranee alla famiglia. Ci<br />

auguriamo che questo progetto, che<br />

senza l'approvazione della sua mamma e<br />

del suo papà non sarebbe mai iniziato,<br />

non acuisca il senso di <strong>per</strong>dita e il dolore<br />

della sua famiglia, ma serva a ricordare a<br />

tutti quelli che gli h<strong>anno</strong> voluto bene,<br />

che un giorno quel bimbo è stato là.<br />

Il nome di questo progetto è «Rocco:<br />

intorno a un bambino», e in quell'«intorno»<br />

vuol esserci un abbraccio, come significato<br />

più intimo.<br />

32 <strong>notizie</strong>


ABILITA, PER UNA GESTIONE EFFICACE<br />

DEI PRESIDI RIABILITATIVI<br />

Giovanni Guandalini<br />

servizio informazione e valutazione ausili<br />

In questi ultimi anni il mondo della<br />

riabilitazione ha gradualmente preso<br />

coscienza dell'importanza degli ausili<br />

come parte integrante del progetto<br />

riabilitativo individuale, che mira in<br />

primis a recu<strong>per</strong>are la funzione <strong>per</strong>sa<br />

e, ove non possibile, a costruire formule<br />

facilitanti alternative: sfruttando<br />

tecniche motorie specifiche, ma<br />

anche e in particolare introducendo<br />

ausili appropriati.<br />

È in questo ambito culturale che circa 9<br />

anni fa all'interno dell'Unità o<strong>per</strong>ativa di<br />

medicina fisica a riabilitazione del presidio<br />

ospedaliero Villa Rosa è stata costituita<br />

una sezione dedicata all'informazione<br />

e alla valutazione degli ausili utili ai pazienti<br />

disabili.<br />

In tale articolazione, denominata ABILI-<br />

TA - Centro <strong>per</strong> l'informazione e la valutazione<br />

degli ausili, o<strong>per</strong>ano un medico e<br />

due fisioterapisti.<br />

ABILITA si rivolge alle <strong>per</strong>sone disabili e/o<br />

ai loro caregiver: in particolare ai pazienti<br />

ricoverati, ma offre consulenza anche<br />

con un'attività ambulatoriale. Si accede<br />

tramite appuntamento telefonico, prenotabile<br />

direttamente al centro.<br />

È così possibile ricevere informazioni circa<br />

i possibili ausili utili <strong>per</strong> risolvere il problema<br />

rilevato, visionarli su cataloghi<br />

cartacei o informatici, provarli e conoscere<br />

i <strong>per</strong>corsi da attivare <strong>per</strong> ottenere<br />

tali strumenti.<br />

Viene effettuata una visita medica necessaria<br />

<strong>per</strong> valutare il quadro clinico, il<br />

contesto ambientale e familiare di residenza<br />

e <strong>per</strong> analizzare con l'utente i bisogni<br />

reali di autonomia o di riduzione<br />

del carico assistenziale.<br />

Identificato l'ausilio, il paziente ha la possibilità<br />

di provarlo: <strong>per</strong> verificarne la capacità<br />

di utilizzo, l'usabilità e l'effettiva<br />

efficacia. Durante tali prove il dispositivo<br />

viene <strong>per</strong>sonalizzato e adattato al paziente.<br />

L'utente e/o i suoi assistenti vengono addestrati<br />

all'uso dell'ausilio e istruiti circa<br />

la necessaria manutenzione: elementi,<br />

questi, indispensabili sia <strong>per</strong> evitare l'abbandono<br />

dell'ausilio (con il conseguente<br />

dispendio di risorse economiche e ulteriore<br />

frustrazione del paziente), sia <strong>per</strong><br />

garantirne l'uso in sicurezza e la sua usabilità<br />

nel tempo.<br />

Un'attenzione particolare viene data alla<br />

valutazione della corretta postura seduta<br />

in carrozzina, al fine di elaborare la posizione<br />

più adeguata alle condizioni cliniche<br />

del paziente in termini di comfort,<br />

stabilità, sicurezza, maneggevolezza,<br />

funzionalità, promozione della motricità<br />

residua, ma anche <strong>per</strong> prevenire possibili<br />

decubiti. Tali obiettivi vengono <strong>per</strong>seguiti<br />

attraverso la ricerca dell'assetto ottimale<br />

della carrozzina scelta, l'uso di cuscini<br />

posturali specifici e la valutazione<br />

delle pressioni di seduta con il sistema<br />

identificato come «tek scan»: un sistema<br />

informatizzato di rilevazione delle pressioni<br />

di carico da seduto.<br />

Da alcuni anni ABILITA è collegato on line<br />

con il magazzino di riutilizzo degli ausili, il<br />

che <strong>per</strong>mette di valutare direttamente<br />

l'eventuale disponibilità dell'ausilio ricercato.<br />

Nei casi comportanti problematiche assistenziali<br />

e gestionali fortemente critiche,<br />

il <strong>per</strong>sonale effettua valutazioni a domicilio<br />

<strong>per</strong> meglio analizzare i tanti e spesso<br />

complessi problemi di adattamento reciproco<br />

paziente/ausili/ambiente e proporre<br />

soluzioni opportune.<br />

Da tempo ci occupiamo anche degli ausili<br />

<strong>per</strong> la comunicazione aumentativa alternativa,<br />

ossia utili a sop<strong>per</strong>ire alle difficoltà<br />

di comunicazione. Dal giugno 2009<br />

l'APSS ha affidato al centro ausili il compito<br />

(a valenza multizonale) di identificare<br />

i pazienti che presentano le caratteristiche<br />

cliniche previste da una delibera<br />

della Giunta provinciale e di autorizzare<br />

loro l'erogazione di ausili a elevata tecnologia<br />

necessari <strong>per</strong> la comunicazione e la<br />

relazione.<br />

Informazioni<br />

ABILITA<br />

<strong>Servizi</strong>o informazione<br />

e valutazione ausili<br />

T. 0461 501539<br />

F. 0461 501519<br />

ausili@<strong>apss</strong>.tn.it<br />

<strong>notizie</strong><br />

33


MIGLIORARE LA GESTIONE<br />

DEI PROCESSI IN SANITÀ:<br />

TEORIA E METODOLOGIA OPERATIVA<br />

Se qualcuno prova a digitare sul<br />

Google® questa chiave di ricerca: «i<br />

processi in sanità» vedrà materializzarsi<br />

sul suo pc questa stringa: «Circa<br />

1.030.000 risultati (0,33 secondi)»*.<br />

Significa che non solo la nostra azienda<br />

ha messo l'attenzione su questi aspetti,<br />

ma tutto il mondo della sanità.<br />

Cosa vuole dire spostare il focus sui processi,<br />

in particolare su quelli a contenuto<br />

amministrativo? Per esempio, significa<br />

ragionare sul serio mettendo al centro<br />

della nostra attenzione il cittadino, e i<br />

suoi <strong>per</strong>corsi all'interno delle nostre organizzazioni;<br />

in altre parole, mettere sullo<br />

sfondo il modo con cui ci siamo organizzati<br />

e portare in primo piano il cittadino;<br />

provare a chiedersi come la vede<br />

lui, cosa incontra quando mette piede<br />

nelle nostre strutture esprimendo un bisogno<br />

sanitario da soddisfare. Allo stesso<br />

modo, semplificare i <strong>per</strong>corsi interni da<br />

seguire nelle pratiche di gestione o di<br />

funzionamento non rivolte ai cittadini<br />

(vedi riquadro).<br />

Nella nostra azienda vi è stata finora, e<br />

giustamente, molta attenzione alla <strong>per</strong>fezione<br />

ed efficacia «giuridica» degli atti,<br />

lasciando in secondo piano i concetti altrettanto<br />

importanti di efficienza ed economicità.<br />

Significa che il rispetto della<br />

legge ci ha qualche volta fatto <strong>per</strong>dere di<br />

vista che un atto <strong>per</strong>fetto ed efficace si<br />

può costruire con meno passaggi burocratici;<br />

o che possiamo imporre meno<br />

vincoli o passaggi agli utenti. Prima, <strong>per</strong>ò,<br />

abbiamo dovuto munirci di un metodo<br />

analitico della realtà amministrativa, <strong>per</strong><br />

poi introdurre meccanismi di cambiamento<br />

graduali adatti a una pubblica amministrazione.<br />

Per impadronirci, dunque, di queste<br />

competenze, dal mese di settembre<br />

2009 al mese di gennaio 2010, all'interno<br />

di un corso di formazione appositamente<br />

ideato e organizzato, quattro gruppi di<br />

funzionari appartenenti a tutti i distretti<br />

dell'azienda h<strong>anno</strong> scelto ed esaminato<br />

ciascuno un macro processo di interesse<br />

dei distretti, con il fine di confezionare<br />

quattro modelli di processi unificati, uniformi<br />

<strong>per</strong> tutta l'azienda, più semplici e<br />

meno dispendiosi.<br />

I quattro processi h<strong>anno</strong> riguardato:<br />

nuovi LEA come previsti dalla l.p.<br />

22/2007 (assistenza odontoiatrica);<br />

inserimento di un medico specialista<br />

ambulatoriale in un distretto;<br />

acquisto di beni presenti o non presenti<br />

in magazzino;<br />

valutazione del <strong>per</strong>iodo di prova <strong>per</strong> il<br />

<strong>per</strong>sonale dipendente.<br />

L'elemento comune che si è evidenziato<br />

è stata la quantità di comportamenti parzialmente<br />

diversificati fra un distretto e<br />

l'altro; in alcuni si f<strong>anno</strong> certi passaggi<br />

prima, in altri dopo; si prevedono <strong>per</strong>corsi<br />

diversi <strong>per</strong> i pazienti; il processo<br />

amministrativo richiede attività (firme,<br />

timbri, visti) su<strong>per</strong>flue o ridondanti rispetto<br />

ai risultati da ottenere. Il corso ha<br />

dato come risultato tangibile che alcune<br />

procedure sono direttamente applicabili;<br />

in altri casi sono emerse difficoltà su<br />

cui sarà necessario ritornare.<br />

* il 22 giugno 2010<br />

34 <strong>notizie</strong>


ANALISI E SEMPLIFICAZIONE<br />

DEL PROCESSO DI VALUTAZIONE<br />

DEL PERIODO DI PROVA<br />

Dora Bianchi, Elisabetta De Marco,<br />

Ornella De Marco, Eugenia Lanza, Renato Stedile<br />

In sintesi, il processo di valutazione<br />

del <strong>per</strong>iodo di prova prevede due<br />

momenti di valutazione formalizzata,<br />

a metà <strong>per</strong>iodo e a fine <strong>per</strong>iodo, cui si<br />

ricollegano effetti giuridici importanti,<br />

quali la conferma in servizio o il recesso<br />

dell'APSS.<br />

In via preliminare il gruppo di lavoro ha<br />

analizzato il processo in alcune articolazioni<br />

organizzative fondamentali.<br />

Il confronto tra le varie articolazioni a-<br />

ziendali ha evidenziato una certa disomogeneità:<br />

sono seguite procedure diverse<br />

sia <strong>per</strong> quanto attiene al coinvolgimento<br />

degli attori preposti alla valutazione,<br />

in primis i servizi Infermieristici, sia<br />

<strong>per</strong> quanto attiene alla duplicazione della<br />

procedura alla fine del primo e del secondo<br />

<strong>per</strong>iodo di prova; inoltre, sono<br />

state evidenziate altre differenze o<strong>per</strong>ative:<br />

nell'utilizzo del programma di gestione<br />

documentale PiTre; nella gestione<br />

dello scadenziario (agenda cartacea, foglio<br />

excel o applicativo outlook); nella comunicazione<br />

al valutatore, che in qualche<br />

caso è apparsa poco adeguata sia<br />

nella forma sia nel contenuto informativo.<br />

All'analisi è potuta conseguire la revisione<br />

dell'intero processo con questi risultati:<br />

unificazione e semplificazione a livello<br />

aziendale della procedura, con la limitazione<br />

del coinvolgimento formale solo<br />

agli attori competenti, e con il taglio<br />

di alcune fasi ridondanti o su<strong>per</strong>flue;<br />

riduzione di atti formali cartacei e ripetitivi,<br />

con eliminazione dello sdoppiamento<br />

della procedura e la dematerializzazione<br />

dei documenti attraverso<br />

PiTre;<br />

valutazione sul <strong>per</strong>iodo di servizio teorico<br />

(fatta eccezione <strong>per</strong> i <strong>per</strong>iodi lunghi<br />

di aspettativa, che chiaramente<br />

spostano l'inizio del <strong>per</strong>iodo di prova) e<br />

ricalcolo delle assenze solo all'atto della<br />

conferma in ruolo;<br />

formulazione di linee guida del processo<br />

unico aziendale;<br />

miglioramento del contenuto informativo<br />

e giuridico delle note, completamente<br />

riformulate, di comunicazione<br />

di avvio del processo di valutazione;<br />

gestione dello scadenziario, generazione<br />

automatica delle lettere standard e<br />

delle schede madri di valutazione mediante<br />

l'applicativo Peoplesoft.<br />

La proposta di semplificazione e standardizzazione<br />

del processo, visualizzabile<br />

nei diagrammi di flusso, conduce alla reale<br />

riduzione delle azioni necessarie <strong>per</strong><br />

la conclusione del procedimento con una<br />

riduzione dei tempi pari alla metà.<br />

Attualmente il nuovo processo è in uso in<br />

via s<strong>per</strong>imentale all'interno dei distretti<br />

delle valli di Non e Sole e della Valsugana,<br />

nonché all'ospedale di Trento <strong>per</strong> il solo<br />

<strong>per</strong>sonale non dirigenziale.<br />

I riscontri sono del tutto positivi in termini<br />

di efficacia, efficienza e semplificazione.<br />

<strong>notizie</strong><br />

35


UNLEASHED DOG<br />

PARKINSON, UNA LEGGE<br />

CHE FA TREMARE I POLSI<br />

Parkinson.<br />

Un nome che nel settore in cui si muove il<br />

mio padroncino dice tanto. Molto, anzi.<br />

Ogni tanto credo che sia afflitto dal suddetto<br />

morbo, visto che trema tutto. Ma<br />

poi lo sento bofonchiare tra sé e sé: «Devo<br />

smetterla di portare a bagnar alberi<br />

questo maledetto cane anche quando<br />

diluvia». E <strong>per</strong> un po', causa le mie funzioni<br />

fisiologiche, mi sento responsabile.<br />

Dieci secondi, mica tanto. Poi torno a<br />

scodinzolare, ad abbaiare e a emanare<br />

effluvi in totale libertà di spirito.<br />

Tornando a Parkinson. Mi f<strong>anno</strong> sa<strong>per</strong>e i<br />

colleghi cani che h<strong>anno</strong> studiato che c'è<br />

un omonimo: si tratta di Cyril Northcote<br />

Parkinson, maggiore dell'esercito, storico<br />

e scrittore al servizio di sua maestà<br />

britannica. Questo arguto signore aveva<br />

osservato che «[…] in una qualsiasi organizzazione<br />

burocratica, il tasso di crescita<br />

degli impiegati si attesta su un 5-7% annuo,<br />

indipendentemente da qualsiasi variazione<br />

nel lavoro da svolgere. Tali fenomeni<br />

dipendono strettamente da elementi<br />

intrinseci al modello burocratico,<br />

che tende a espandersi <strong>per</strong> <strong>per</strong>petuare e<br />

aumentare il proprio potere, diluendo al<br />

contempo le responsabilità individuali<br />

[…]».<br />

Questa affermazione, come bofonchia<br />

spesso il padroncino - che nella pubblica<br />

amministrazione si divincola - ben si<br />

attaglia anche al contesto moderno. Mi<br />

pare di capire, quindi, che da una parte il<br />

lavoro si informatizza, si velocizza, si efficientizza<br />

(mah!), dall'altra aumentano<br />

scartoffie, timbri e contro timbri, firme e<br />

conseguenti <strong>per</strong>sone che portano in giro<br />

il materiale documentale. E insomma, se<br />

da un lato si taglia il <strong>per</strong>sonale <strong>per</strong> aumentare<br />

i profitti delle aziende, dall'altro<br />

accade sovente che le funzioni sovrabbondanti<br />

e inutili non decrescano affatto.<br />

Un altro enunciato dell'eminente Cyril ricorda:<br />

«Il lavoro si espande fino a occupare<br />

tutto il tempo disponibile; più è il<br />

tempo e più il lavoro sembra importante<br />

e impegnativo».<br />

Miii! Sbarro gli occhioni, sbavo a tonnellate:<br />

è proprio vero! Quante volte mi è<br />

capitato di accompagnare il padroncino<br />

in giro <strong>per</strong> i corridoi e vedere riunioni fiume<br />

con decine di umani che si parlano<br />

addosso. Il risultato? Da quel che mi f<strong>anno</strong><br />

sa<strong>per</strong>e è pressoché nullo. Ovvio, no?<br />

Sbirciando nei libelli del boss, scopro un<br />

altro principio interessante, quello di Peter,<br />

che dice che in un'organizzazione<br />

«meritocratica» ognuno viene promosso<br />

fino al suo livello di incompetenza. Cioè<br />

se una <strong>per</strong>sona sa fare bene una certa<br />

cosa, la si sposta a farne un'altra. Il processo<br />

continua fino a quando ognuno arriva<br />

al livello di ciò che non sa fare - e lì<br />

rimane.<br />

Ma questo me lo riservo <strong>per</strong> il prossimo<br />

appuntamento. Bau!<br />

36 <strong>notizie</strong>


IN & OUT<br />

segue a pagina 41 ><br />

Torna la rubrica che presenta gli avvicendamenti<br />

negli incarichi di strutture<br />

complesse dell'APSS. Un piccolo<br />

spazio dedicato a quanti lasciano ed<br />

entrano in azienda, un benvenuto a<br />

tutti i nuovi dipendenti e un ringraziamento<br />

a coloro che h<strong>anno</strong> lavorato<br />

<strong>per</strong> la sanità trentina. Per motivi di<br />

spazio sono pubblicati solo gli avvicendamenti<br />

dei dirigenti apicali, dato<br />

il considerevole numero di <strong>per</strong>sone<br />

che nel corso dell'<strong>anno</strong> lasciano, iniziano<br />

o cambiano attività all'interno<br />

dell'azienda.<br />

Da luglio dell'<strong>anno</strong> scorso sono stati nominati:<br />

Luciano Flor dal 1 ottobre 2009 è direttore<br />

dell'ospedale di Trento. Dal 19 aprile<br />

2010 è stato nominato a scavalco responsabile<br />

della direzione cura e riabilitazione<br />

in seguito alla cessazione dall'incarico<br />

di Enrico Baldantoni.<br />

Giuliano Mariotti dal 1 gennaio 2010 ha<br />

assunto le funzioni di responsabile dell'ospedale<br />

di Rovereto e del distretto Vallagarina<br />

e continua a ricoprire il ruolo di<br />

direttore medico di presidio dell'ospedale<br />

di Rovereto. Giuliano Mariotti subentra<br />

a Paolo Romiti, che si è dimesso anticipatamente<br />

dal suo incarico.<br />

Dario Visconti dal 14 settembre 2009 ha<br />

assunto le funzioni di responsabile del<br />

distretto di Fiemme e di quello Ladino di<br />

Fassa e mantiene il ruolo di direttore dell'unità<br />

o<strong>per</strong>ativa di radiologia diagnostica<br />

di Cavalese. Dario Visconti subentra a<br />

Eugenio Gabardi in comando al Dipartimento<br />

politiche sanitarie della Provincia<br />

autonoma di Trento.<br />

Il primo aprile 2010, sono stati inoltre riconfermati<br />

i direttori delle direzioni centrali,<br />

dei distretti e degli ospedali già in<br />

carica:<br />

Alberto Betta, direttore della direzione i-<br />

giene e sanità pubblica, della direzione<br />

promozione ed educazione alla salute e<br />

del servizio rapporti con il pubblico.<br />

Claudio Buriani, direttore dei distretti Alta<br />

Valsugana, Bassa Valsugana e Tesino e<br />

del distretto di Primiero.<br />

Franco Debiasi, direttore generale reggente<br />

è stato confermato direttore della<br />

Direzione amministrazione, controllo e<br />

affari generali e della Direzione approvvigionamenti,<br />

servizi generali e tecnici.<br />

Franco Fiorentini, direttore dei distretti<br />

Alto Garda e Ledro e Giudicarie e Rendena.<br />

Paola Maccani, direttore dei distretti<br />

Trento e Valle dei Laghi, Rotaliana-Paganella<br />

e Valle di Cembra.<br />

Marino Migazzi, direttore del distretto<br />

Valle di Non, Distretto Valle di Sole.<br />

Elio Raffaele Ottaviano, direttore della<br />

direzione <strong>per</strong>sonale e sistemi informativi.<br />

Nel corso dell'ultimo <strong>anno</strong> sono stati nominati<br />

anche:<br />

direttori di dipartimento strutturale<br />

Cornelio Bertagnolli, direttore dell'unità<br />

o<strong>per</strong>ativa di Medicina interna dell'ospedale<br />

Valli del Noce, dal 1 dicembre 2009,<br />

è anche direttore del dipartimento strutturale<br />

di medicina interna e area critica<br />

dell'ospedale Valli del Noce di Cles.<br />

Millo Achille Beltrame, direttore dell'u-<br />

<strong>notizie</strong><br />

37


la ricetta salutare<br />

MORBIDO AL LATTE<br />

DI RISO E CANNELLA<br />

Ingredienti <strong>per</strong> il morbido di latte<br />

> 800 ml di acqua<br />

> 100 g di riso bianco<br />

> 100 g di panna di soia<br />

> 50 g di zucchero di canna<br />

> 3-4 g di agar agar<br />

> sale qb<br />

Ingredienti <strong>per</strong> la granita<br />

> 500 g di succo di arancia<br />

> 300 g di zucchero di canna<br />

> 5 g di cannella in stecca<br />

> 2 chiodi di garofano<br />

> noce moscata<br />

> foglie di menta<br />

> stecche di cannella <strong>per</strong> decorare<br />

Procedimento<br />

Morbido di latte<br />

Far cuocere il riso in acqua con<br />

l'aggiunta di un pizzico di sale.<br />

A metà cottura, aggiungere lo zucchero<br />

e continuare a cuocere a fuoco basso<br />

fino al disfacimento del riso.<br />

Spegnere, aggiungere l'agar agar e<br />

mescolare molto bene.<br />

Far raffreddare, passare con il passino<br />

fine e poi incorporare la panna<br />

montata.<br />

Mescolare bene con delicatezza.<br />

Granita<br />

Mettere sul fuoco il succo di arancia con<br />

lo zucchero di canna, la cannella, i<br />

chiodi di garofano e la noce moscata,


continua da pagina 39<br />

nità o<strong>per</strong>ativa di otorinolaringoiatria dell'ospedale<br />

di Rovereto, dal 1 aprile 2010<br />

è anche direttore del dipartimento strutturale<br />

delle discipline specialistiche chirurgiche<br />

dell'ospedale di Rovereto.<br />

Direttori di unità o<strong>per</strong>ativa e servizio<br />

Roberto Bonmassari dal 1 maggio 2010<br />

è direttore dell'unità o<strong>per</strong>ativa di cardiologia<br />

dell'ospedale di Trento.<br />

Maurizio Centonze dal 14 dicembre<br />

2009 è il direttore dell'unità o<strong>per</strong>ativa di<br />

scaldando fino a far sciogliere lo<br />

zucchero.<br />

Raffreddare e mettere in freezer<br />

(almeno 2 ore prima di servire).<br />

Prendere una coppetta, riempirla<br />

fino a circa mezzo centimetro<br />

dall'orlo con il composto morbido di<br />

latte, finire con la granatina e<br />

guarnire con ciuffi di menta e<br />

stecca di cannella.<br />

Il tutto può essere accompagnato<br />

con un piccolo tortino preparato<br />

con un impasto tipo torta yogurt.<br />

Ricetta a cura del gruppo<br />

aziendale <strong>per</strong> il progetto<br />

“Laboratori di cucina salutare”<br />

radiologia diagnostica di Borgo Valsugana.<br />

Mauro Pongetti dal 14 dicembre 2009 è<br />

il direttore dell'unità o<strong>per</strong>ativa di ostetricia<br />

e ginecologia di Tione di Trento.<br />

Giuseppe Tirone dal 14 dicembre 2009 è<br />

il direttore dell'unità o<strong>per</strong>ativa di chirurgia<br />

generale 1ª dell'ospedale di Trento.<br />

Stefano Tolio dal 1 aprile 2010 è direttore<br />

dell'unità o<strong>per</strong>ativa di assistenza primaria<br />

del distretto di Fiemme e di quello<br />

Ladino di Fassa.<br />

Giovanni Battista Turra dal 1 maggio<br />

2010 è direttore del nucleo o<strong>per</strong>ativo nr.<br />

1 (distretti Alta Valsugana, Bassa Valsugana<br />

e Tesino, Primiero) dell'unità o<strong>per</strong>ativa<br />

di igiene e sanità pubblica veterinaria.<br />

Alfredo Vivaldelli dal 1 maggio 2010 è direttore<br />

dell'unità o<strong>per</strong>ativa psichiatria n.<br />

4 del distretto Vallagarina.<br />

Il primo dicembre 2009, sono stati nominati<br />

i dirigenti infermieristici<br />

Paolo Barelli servizio infermieristico dell'ospedale<br />

di Trento.<br />

Rolando Bergamo servizio infermieristico<br />

del distretto Valle di Non e di quello<br />

della valle di Sole.<br />

Renata Brolis servizio infermieristico del<br />

distretto di Trento e Valle dei Laghi, Rotaliana<br />

e Paganella, Cembra.<br />

Marisa Dellai servizio infermieristico del<br />

distretti Alta Valsugana, Bassa Valsugana<br />

e Tesino, Primiero.<br />

Annamaria Guarnier servizio infermieristico<br />

aziendale della direzione cura e riabilitazione.<br />

Mario Ruocco servizio infermieristico<br />

del distretto di Fiemme e di quello Ladino<br />

di Fassa.<br />

Paola Stenico servizio infermieristico del<br />

distretto di Alto Garda e Ledro e distretto<br />

Giudicarie e Rendena.<br />

Cristina Tovazzi servizio infermieristico<br />

dell'ospedale di Rovereto.<br />

Luisa Zappini direzione cura e riabilitazione.<br />

Nell'ultimo <strong>anno</strong> h<strong>anno</strong> lasciato l'APSS:<br />

Ettore Valesi Penso direttore del unità o-<br />

<strong>per</strong>ativa di odontostomatologia.<br />

Disertori Marcello direttore dell'unità o-<br />

<strong>per</strong>ativa di cardiologia<br />

Roberto Nava direttore dell'unità o<strong>per</strong>ativa<br />

di igiene e sanità pubblica veterinaria<br />

dei distretti Alta Valsugana, Bassa Valsugana<br />

e Tesino, Primiero.


CINEMA E SALUTE<br />

a cura di Mauro Bertoluzza<br />

“Ammazzare il tempo<br />

prima che il tempo ammazzi te.<br />

...È tutto qui?”<br />

La vita segreta delle parole<br />

Titolo originale<br />

La vida secreta de las palabras<br />

Nazione<br />

Spagna<br />

Anno<br />

2005<br />

Genere<br />

Drammatico<br />

Durata<br />

112 min.<br />

Regia<br />

Isabel Coixet<br />

Interpreti<br />

Sarah Polley, Tim Robbins,<br />

Julie Christie, Javier Cámara,<br />

Sverre Anker Ousdal,<br />

Steven Mackintosh,<br />

Eddie Marsan<br />

Distribuzione<br />

Bim<br />

Data di uscita<br />

17 marzo 2006 (cinema)<br />

la vita segreta delle parole<br />

Hanna, o<strong>per</strong>aia in un'industria manifatturiera con una grave menomazione<br />

all'udito, è invitata dal principale a prendersi un po' di ferie, poiché i colleghi<br />

iniziano a non sopportare il fatto che sia sempre presente sul lavoro. La ragazza<br />

accetta, ma quando sente casualmente che si cerca un'infermiera <strong>per</strong> curare un<br />

ustionato grave a bordo di una piattaforma petrolifera, si fa avanti e viene<br />

immediatamente imbarcata.<br />

Il ferito è Josef: si è procurato le ustioni che lo h<strong>anno</strong> reso temporaneamente<br />

cieco, cercando di salvare un compagno di lavoro durante un'esplosione,<br />

inconsapevole del fatto che si trattava di un suicidio. In un contesto surreale,<br />

con l'equipaggio che deve stare a bordo della piattaforma ormai inattiva, tra<br />

tensioni e frustrazioni, il rapporto tra Hanna e Josef diventa sempre più stretto,<br />

finché la ragazza trova nel suo paziente la <strong>per</strong>sona ideale <strong>per</strong> raccontare<br />

l'immenso dolore che ha dentro, causato da sevizie e torture subite nei Balcani<br />

durante la guerra.<br />

La catalana Coixet, con questo suo terzo<br />

film, conferma e approfondisce temi e<br />

approcci narrativi già delineati nei due<br />

precedenti «Le cose che non ti ho detto»<br />

(1996) e «La mia vita senza me» (2003):<br />

la predilezione <strong>per</strong> temi e soggetti difficili<br />

da narrare, quali l'incomunicabilità e il<br />

dolore, l'attenzione alle figure femminili<br />

che devono ridefinirsi, in <strong>per</strong>enne bilico<br />

tra la quotidianità del presente e le inquietudini<br />

del passato o le incognite del<br />

futuro, la capacità di filmare la non azione<br />

e le attese, privilegiando il non detto<br />

al manifesto.<br />

«La vita segreta della parole», premiato<br />

in Spagna con quattro Goya, tra cui miglior<br />

film e migliore regia, aggiunge progressivamente<br />

una dimensione sociale e<br />

politica, che tenta di trasformare le vicende<br />

di Hanna in un simbolo della barbarie<br />

della contemporaneità.<br />

Dopo un'ora spesa a dimostrare ancora<br />

una volta la sua capacità nel filmare le assenze,<br />

la padronanza narrativa nel ritmare<br />

il vuoto, la Coixet fa esplodere la pienezza<br />

del dolore, la densità dell'orrore.<br />

Anche in questo racconto nel racconto la<br />

qualità è data dai particolari, dalle evocazioni<br />

dei paesaggi e dei dettagli apparentemente<br />

banali, dagli aromi e dalle<br />

sensazioni più fisiche, in un pezzo di puro<br />

cinema della parola, che dimostra quan-<br />

to la letteratura possa dare alle immagini.<br />

Il film si organizza intorno a tre nuclei<br />

spaziotemporali ben definiti: il «prima»,<br />

in cui Hanna lavora meccanicamente in<br />

fabbrica ed è costretta a prendere ferie<br />

<strong>per</strong> evitare che tutti i colleghi la odino; il<br />

«durante», in cui la piattaforma è il teatro<br />

centrale della sua progressiva trasformazione<br />

e della messa in scena di una<br />

stratificata rete di rapporti umani e psicologici;<br />

il «dopo», in cui il ritorno a terra<br />

coincide con la ricerca di Josef, che non<br />

vuole rinunciare alla donna che lo ha curato<br />

e trasformato.<br />

A queste tre parti segue un epilogo diffe-<br />

40 <strong>notizie</strong>


ente da tutto il resto del film, non solo<br />

<strong>per</strong> le scelte figurative e narrative, ma<br />

anche <strong>per</strong> l'inedita dimensione di tranquillità<br />

e ottimismo, che sancisce il su<strong>per</strong>amento<br />

dei traumi e la possibilità di una<br />

vita più umana. Il finale decisamente ottimista<br />

con lieto fine fiabesco e vocina interiore<br />

che rimanda direttamente a un<br />

racconto <strong>per</strong> bambini non va liquidato<br />

semplicemente come buonismo riduttivo.<br />

Un bel titolo originale («La vida secreta<br />

de las calabra») <strong>per</strong> un film interessante,<br />

del quale consiglio caldamente la visione.<br />

Ti interessa APSS <strong>notizie</strong>?<br />

Sono molti i lettori che, <strong>per</strong> motivi anche diversi,<br />

h<strong>anno</strong> chiesto una spedizione “razionata” del trimestrale.<br />

Per questo cercheremo di soddisfarli.<br />

Inoltre, ci stiamo impegnando tutti in una maggiore<br />

attenzione <strong>per</strong> l'ambiente. Al contempo, non<br />

vogliamo scontentare chi ha sempre creduto nell'invio<br />

<strong>per</strong>sonalizzato del giornale. Quindi, chiediamo<br />

a tutti coloro che internamente all'<strong>Azienda</strong><br />

non intendessero ricevere più «APSS Notizie» di<br />

inviare una semplice email alla redazione:<br />

<strong>apss</strong><strong>notizie</strong>@<strong>apss</strong>.tn.it<br />

Si ricorda che il giornale è sempre disponibile nel<br />

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