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GENNAIO

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#01<br />

<strong>GENNAIO</strong><br />

FEBBRAIO<br />

MARZO<br />

APRILE<br />

Associazione Amici del Trekking e della Natura


I CONTENUTI<br />

PAGINA 4<br />

I RANDAGI DELLA VAL CODERA<br />

di Gianni Biondillo<br />

PAGINA 8<br />

I SOCI ACCOMPAGNATORI<br />

PAGINA 11<br />

LE SERATE DEL TREKKING<br />

PAGINA 11<br />

LE ICONE DEL TREKKING<br />

TREK E ERBE<br />

NORDIC WALKING<br />

TREK DELLE PENNE BIANCHE<br />

SENTIERI_METROPOLITANI<br />

PICCOLI PASSI<br />

PAGINA 12<br />

LA NOSTRA STORIA<br />

PAGINA 13<br />

IL BILANCIO SOCIALE<br />

PAGINA 14<br />

S_M: SENTIERI METROPOLITANI<br />

PAGINA 22<br />

PROGETTO TS: TREK SCUOLA<br />

PAGINA 18 E PAGINA 22<br />

1. CON I BAMBINI IN VAL CODERA<br />

BU MARZ: IL RISVEGLIO DEI PRATI<br />

2. 100 ANNI DALLA GRANDE GUERRA<br />

LA LINEA CADORNA<br />

AL MONTE ORSA<br />

I SEGNI DI UNA GUERRA<br />

COMBATTUTA ALTROVE<br />

PAGINA 20<br />

I GRANDI TREK 2015<br />

PLANNING<br />

DEI TREK DEL WE E GIORNALIERI<br />

<strong>GENNAIO</strong><br />

FEBBRAIO<br />

MARZO<br />

APRILE<br />

PAGINA 24<br />

NORDIC WALKING<br />

PAGINA 31<br />

CORSO DI TREKKING<br />

PAGINA 26<br />

LETTERE DEI SOCI<br />

PAGINA 34<br />

CARTOLINE DAL MONDO<br />

PAGINA 33<br />

L’ORGANIZZAZIONE<br />

PAGINA 36<br />

ASSOCIARSI<br />

2 trekkingitalia.org


EDITORIALE<br />

«Non c’è nulla di più sovversivo, di più alternativo al modo di pensare oggi<br />

dominante. Camminare è una modalità del pensiero. È un pensiero pratico. È<br />

un triplo movimento: non farci mettere fretta; accogliere il mondo; non dimenticarci<br />

di noi, strada facendo».<br />

Adriano Labbucci<br />

30 anni fa la scintilla di questa “bella idea che cammina”.<br />

Un’intuizione nata sui sentieri, itinerando, con lo zaino in spalla, conversando<br />

tra amici. Solo in tale contesto (territorio, poche cose sulle spalle,<br />

amicizia) poteva nascere e irradiarsi. E solo camminando con il tempo a<br />

favore si poteva pianificare ciò che era necessario: una sede come luogo<br />

di incontro, il come organizzarsi per proporre delle iniziative con continuità.<br />

E se non bastava il tempo lungo il sentiero o in rifugio, aspettando<br />

che spiovesse, la conversazione riprendeva a breve su un altro sentiero.<br />

Il tempo è stato quindi il grande fautore della nostra nascita. E sarà la<br />

grande ricchezza da proporre in futuro ad un mondo poco attento a questa<br />

risorsa: il tempo, per noi.<br />

.......................................<br />

30 anni sono la piena maturità di un individuo. E l’Associazione, come un<br />

organismo vivente, è diventata matura scorrazzando per i sentieri del mondo<br />

utilizzando la dote primigenia di ognuno. La cosa più semplice e istintiva:<br />

camminare. Camminare verso... Quindi in principio un’attrazione fisica,<br />

con le braccia aperte verso il mondo. In pochi, in tanti, insieme. E raccontarsi<br />

e scambiarsi opinioni, coinvolgersi nel desiderio di ampliare questa<br />

bella idea, di sparpagliarla su tutto il territorio nazionale. E poi, col tempo,<br />

quando il fisico adulto l’ha permesso, l’attrazione ha compreso anche il piano<br />

concettuale: i temi del territorio e del paesaggio, la storia che in essi è<br />

trattenuta, le carte topografiche che li rintracciano. Un camminare semplice<br />

e al tempo stesso evoluto per incontrare con meraviglia un patrimonio<br />

di rilievi, valli, agglomerati, aneddoti. Una meraviglia che con il passo lento<br />

si sedimenta e si trasforma in paesaggio interiore e narrazione.<br />

.......................................<br />

Le altre “isoipse” del nostro cammino sono le infinite linee delle relazioni.<br />

Sentieri paralleli composti anch’essi di dislivelli in ascesa e discesa<br />

che con il tempo, la frequentazione, le sensibilità e la partecipazione, ci<br />

conducono nella cornice fluida, avvolgente della Comunità: quel “luogo”<br />

complesso in cui ci riconosciamo come partecipi dell’idea originaria. E ci<br />

riscopriamo con l’altro, in natura. La Promozione Sociale è e resta il nostro<br />

obiettivo principale: camminare per conoscere e conoscersi.<br />

.......................................<br />

Fare un Bilancio<br />

Dopo 30 anni di bilanci economici è il momento di farlo... ma Sociale!<br />

.......................................<br />

Istruzioni per l’uso. Come noterete già dalla dimensione, il quadrimestrale<br />

della nostra sede esce rinnovato. Una veste grafica che speriamo faciliti<br />

la lettura degli interventi che scandagliano tutti gli ambiti associativi.<br />

Dalla scoperta del territorio limitrofo con Gianni Biondillo ai sentieri che<br />

attraversano le contaminazioni metropolitane. Dai progetti che si propongono<br />

di consolidare la nostrastoria@ al Bilancio Sociale. Un calendario<br />

che diventa cuore e strumento di ricerca sul quale passeremo il dito per<br />

la scelta del nostro trek settimanale. Le immancabili lettere dei Soci e...<br />

molto altro.<br />

.......................................<br />

Buona lettura e camminiamo in Associazione.<br />

Scopriamo Trekking Italia!<br />

Gianluca<br />

ASSEMBLEA DEI SOCI<br />

Martedì 24 marzo, alle ore 20,30<br />

presso la saletta di via Santa Croce 2<br />

L’attività dell’Associazione:<br />

> bilancio sociale.0<br />

> bilancio economico<br />

> elezione del Coordinamento di Sede:<br />

Coordinatore e Consiglio Direttivo<br />

Delegati all’Assemblea Nazionale 2015<br />

FA’ LA COSA GIUSTA!<br />

13-15 marzo<br />

Fieramilanocity<br />

Trekking Italia sarà presente con i Soci e<br />

con uno stand dedicato all’Associazione e al<br />

Camminare.<br />

Veniteci a trovare, vi aspettiamo!<br />

Raccomandiamo la partecipazione dei soci<br />

trekkingitalia.org 3


I RANDAGI DELLA VAL CODERA<br />

di Gianni Biondillo<br />

Ad un certo punto la strada asfaltata termina in un parcheggio, non si<br />

può andare oltre. Siamo in un cul de sac, tocca tornare indietro. E invece<br />

parcheggiamo. Siamo arrivati, chiedo, mentre i miei compagni si stanno<br />

già preparando per l’ascensione. Sembra proprio di sì, anche se, guardandomi<br />

attorno, non capisco da dove possa partire il sentiero. Dov’è la<br />

valle Siamo in un posto anonimo, senza enfasi, un punto qualsiasi del<br />

mondo.<br />

Qualche giorno fa abbiamo deciso di punto in bianco di fare un’escursione<br />

in val Codera. Il mese scorso ero in Equador, ho superato i quattromila,<br />

camminato col cuore che picchiava in gola respirando l’aria rarefatta,<br />

ho incrociato paesaggi unici. E adesso, a neppure un’ora da Milano, con<br />

quattro amici, rieccomi con gli scarponi ai piedi. Sembra una soluzione<br />

di risulta, improvvisata all’ultimo minuto. Hai visto la cima del Pichincha<br />

stagliarsi oltre le nuvole al centro esatto del mondo terracqueo e ora te<br />

ne stai qui ai piedi di un lago nei pressi della Valtellina. Cosa può darti<br />

un paesaggio così prevedibile L’esotico è, etimologicamente, ciò che<br />

sta fuori dal cerchio domestico. E qui, allacciati gli scarponi sull’asfalto<br />

di questo anonimo parcheggio, non ci trovo nulla di interessante, nulla<br />

di esotico, niente che possa farmi dire che sto viaggiando per terre sconosciute.<br />

Sono molti i teorici che affermano che ormai il mondo è già stato tutto<br />

scoperto, che non c’è più nulla da raccontare. Fra fuoristrada, voli low<br />

cost, internet, turismo di massa, sappiamo tutto, conosciamo tutto. Indolenti<br />

e disillusi, nulla può davvero stupirci, che senso ha scrivere ancora<br />

di viaggi, allora O, peggio, che senso ha ancora viaggiare<br />

Siamo pronti. Decido d’aggregarmi senza troppo discutere. La valle io<br />

non la vedo, mi sa che ci tocca tornare giù, verso il lago di Mezzola, per<br />

trovarla. E invece no. Gianluca sale qualche scalino di una rampa in cemento,<br />

una di quelle classiche che si possono incontrare nel retro di un<br />

capannone dismesso. Lo seguo, costeggiando una ringhiera di ferro arrugginita.<br />

Pochi passi e tutto cambia. Per sempre.<br />

L’idea di farci questa giornata fuori dal mondo è stata di Riccardo, amante<br />

appassionato della valle. Io, ammetto, neppure ne conoscevo l’esistenza.<br />

Sarà che sono un animale urbano, sarà che Milano è il mio paesaggio<br />

naturale, sarà che peso più di quanto il buon senso e il colesterolo ammetterebbero,<br />

ma che esistesse una valle con questo nome era a me<br />

sconosciuto più ancora del nome delle cime innevate del Nepal. La salita<br />

4 trekkingitalia.org<br />

si fa subito ripida, poggiamo i piedi su lastre di granito e foglie bagnate.<br />

Ha piovuto per l’intera settimana, il fondo è fangoso. Siamo in cinque:<br />

Io, Max, Carmelo, Gianluca e Riccardo. Fra fotografi naturalistici, guide alpine,<br />

accompagnatori di mezza montagna, l’unico che non c’entra nulla<br />

con questo gruppo di randagi sono proprio io.<br />

Ma il passo non è agonistico. Se ho imparato a camminare lo devo a<br />

Gianluca, compagno d’avventure trentennali, che m’ha fatto uscire dal<br />

torpore urbano. È stato lui a insegnarmi che la logica del trekking non<br />

prevede primati. Non si va veloci come il primo della fila, indifferenti a<br />

chi resta indietro, ma al passo dell’ultimo. È una filosofia lontanissima<br />

dal machismo di un certo escursionismo eroico, ottocentesco, superomistico.<br />

Quello che conta non è mai la meta, la bandierina da fissare sulla<br />

cima, il record. Quello che interessa è il percorso, l’esperienza in mezzo<br />

alla natura.<br />

“Una volta ho risalito la valle con un amico che aveva portato con sé suo<br />

figlio” mi racconta Riccardo. “Un bel ragazzone di vent’anni, uno di quelli<br />

che va in palestra tutte le settimane. Sai come sono i ragazzi a quell’età...<br />

forse voleva prenderci in giro, forse voleva fare uno scherzo a noi<br />

vecchietti...” Ho quarantotto anni, penso. Sono un vecchietto anch’io<br />

“Sta di fatto che continuava a spingere, a tirare, mi superava di continuo,<br />

come volesse farci mangiare la polvere. Camminare per sentieri non è<br />

una gara, gli dicevo. Ma lui niente.” E poi, gli chiedo, come è andata a finire<br />

“Che aveva esagerato. A metà strada è scoppiato, non riusciva a fare<br />

più un passo. Io l’ho superato con calma, indicandogli la curva. Dai, gli<br />

ho detto. Manca poco, non vorrai mica farti superare da un vecchietto”<br />

Chiara la lezione. Niente ansie da prestazione, camminiamo col passo<br />

del gruppo, non con quello del maschio alpha. O si arriva tutti assieme o<br />

non si arriva affatto. La democrazia partecipata messa in pratica.<br />

Il problema è che io tendo ad attardarmi. E non solo perché in effetti il<br />

salto di quota iniziale è molto pronunciato. È che mi fermo spesso a fotografare<br />

verso il lago. Max però mi dice di aspettare, che salendo il paesaggio<br />

si fa ancora più mozzafiato. A me basterebbe già questo, gli dico.<br />

Ma forse è solo un accontentarsi. È un cercare la cartolina, il panorama<br />

statico e pacificato, senza troppa fatica. Ma se abbiamo deciso di venire<br />

qui, in val Codera è perché la fatica faceva parte dell’esperienza stessa. E<br />

ora che ci siamo in mezzo, ora che la valle inizia ad avere una forma ben<br />

definita - un taglio fra i fianchi scoscesi, sullo sfondo i pizzi imbiancati e


nella gola il rumoreggiare del torrente – ora lo comprendo per davvero. La<br />

peculiarità della val Codera è che non esistono strade. Niente, neppure<br />

una sterrata. Non c’è modo di arrivare al paese con macchine, moto, biciclette.<br />

O a piedi o a piedi.<br />

È come se fossimo lontanissimi dalla metropoli, non in senso geografico,<br />

ma cronologico. Nello stesso mondo, nella stessa regione, ma in un<br />

altro tempo. Seguire il fianco della montagna, abbarbicarsi sulla mulattiera<br />

fatta di gradoni di granito, è come svolgere un rito processionale.<br />

Non a caso incontriamo, strada facendo, cappelle votive. Camminiamo<br />

nel mistero di una mobilità che abbiamo dimenticato. Qui, da sempre,<br />

l’uomo ha vissuto. Qui, non ostante i problemi, non ostante lo spopolamento,<br />

continua a viverci. Fuori dalla Storia, a pochi chilometri dai grattacieli<br />

del nuovo centro direzionale meneghino. O forse dentro a una Storia<br />

che non è quella imposta dai modelli stereotipati dei vincitori.<br />

Saliamo. Inizio a scoprire nelle gambe muscoli dei quali neppure sospettavo<br />

l’esistenza. Ho un corpo. Un corpaccione ben pasciuto abituato a<br />

muoversi per marciapiedi, strade asfaltate e metropolitane. Ora qui, in<br />

questo bosco di castagni abbandonato, è come se me ne rendessi conto<br />

per la prima volta. Cosa abbiamo dimenticato di saper fare con la nostra<br />

portentosa macchina anatomica Salgo, mi fermo, prendo fiato. Fotografo<br />

di nuovo. Aveva ragione Max. Da qui lo sguardo si apre sull’inimmaginabile.<br />

Il paesaggio si conquista, insomma, passo dopo passo. Ce lo<br />

dobbiamo meritare, mica sorbircelo in pillole, liofilizzato, cartolinizzato.<br />

Fotografare, alla fine, diventa persino inutile. Come spieghi questa sensazione<br />

di fatica e allo stesso tempo di ebbrezza Come spieghi l’aria<br />

pulita, il rumore dei ricci sotto i piedi, la pietra scabra delle cave abbandonate<br />

Ci soffermiamo a osservare i tagli nella pietra. Residui archeologici di<br />

un’economia della valle scomparsa pochi anni fa. Mezza Milano ha i cordoli<br />

dei marciapiedi fatti con questo granito. Penso agli operai, scalpellini,<br />

tagliapietra, artigiani, penso alla fatica immane che doveva essere<br />

cavare una pietra così bella e così dura, fra le più dure del mondo, per<br />

trasportarla a valle, e poi giù, via lago, fino a Como, a Milano. Siamo poi<br />

così convinti che questo sia un posto fuori dal mondo, lontano dalla mia<br />

Storia È come se ci fossero legami sommersi, carsici. È come se tutto si<br />

collegasse a tutto. Basta solo scoprire dove passa, sotterraneo, il flusso<br />

della memoria. Farsi rabdomanti.<br />

Ecco una nuova cappella. Riccardo m’assicura che il salto di quota più<br />

pesante ormai è alle nostre spalle. Carmelo, siciliano di montagna, rosso<br />

malpelo dagli occhi chiarissimi, mi supera e saltella per la mulattiera<br />

come una capretta, quasi non accusasse fatica alcuna. Si apre davanti a<br />

noi un pianoro. Lì le capre ci sono per davvero. Anche qualche persona,<br />

in fondo, presa a falciare l’erba. Siamo nei pressi della frazione di Avedee.<br />

Poche case abbandonate in pietra, una chiesetta. E, cementata in<br />

un masso di granito, una croce di ferro coperta di fazzolettoni da scout<br />

di tutta Italia.<br />

Me ne aveva parlato Francesco, il mio assistente all’Accademia di Mendrisio,<br />

del legame storico di questa valle con lo scoutismo. Domani vado<br />

in val Codera, gli avevo detto via sms. E lui: “Un luogo mitico per noi<br />

scout. È dove svolgevano le loro attività clandestine le Aquile Randagie”,<br />

mi ha spiegato.<br />

Nel 1927 le leggi fascistissime avevano decretato lo scioglimento dei reparti<br />

scout, che avrebbero dovuto tutti convogliare nell’Opera Nazionale<br />

Balilla. Alcuni gruppi clandestini di Milano e Monza decisero di portare<br />

avanti una loro personale resistenza. Continuare a camminare nel nome<br />

dei loro valori. Scoprirono l’esistenza di questa valle impervia, senza<br />

strade, al confine con la Svizzera e decisero di farla diventare la base<br />

delle loro escursioni illegali. Camminare, persino camminare, può diventare<br />

atto politico, antitirannico. Gli abitanti della valle li adottarono. Non<br />

dissero nulla ai gerarchi del fondovalle. Niente dei campi estivi di questi<br />

ragazzi che s’erano inventati un linguaggio segreto per comunicare e<br />

sedi clandestine per organizzare le escursioni. A guidarli c’erano religiosi<br />

come Andrea Ghetti, ricercato vivo o morto dal regime, o laici cattolici<br />

come Giulio Cesare Uccellini. Erano gli anni, dopo l’8 Settembre, dove le<br />

Aquile Randagie organizzavano espatri clandestini per queste valli, verso<br />

la Svizzera, di ex prigionieri, di dissidenti, di ebrei perseguitati.<br />

Con loro c’era anche Giovanni Barbareschi, il giovane diacono che impartì<br />

la benedizione ai martiri di Piazzale Loreto, poi imprigionato dai nazisti<br />

mentre stava preparando la fuga di un gruppo di ebrei. Medaglia d’argento<br />

della Resistenza e Giusto tra le nazioni. La Storia. La Storia è passata di<br />

qui, la Storia della mia città, della mia nazione. La mia Storia.<br />

Scendiamo per un leggero declivio, poi passiamo sotto a una struttura<br />

in cemento armato, una sorta di loggia sul paesaggio che serve a difenderci<br />

dalla caduta massi. Se c’è una discesa poi c’è una salita, dico, lapa-<br />

trekkingitalia.org 5


lissiano. Ma certe ovvietà sono buon senso in montagna. Lo sto dicendo<br />

alle mie gambe. Non illudetevi. Se c’è una discesa poi ci sarà una salita.<br />

Ed infatti eccola. Entriamo di nuovo nel bosco e vediamo venirci incontro<br />

un cacciatore. Gli zampetta dietro un labrador dal muso stanco. Sembra<br />

quasi che andare a caccia non gli procuri alcun piacere. Sulla scarpata<br />

avvistiamo un fungo gigantesco, dalla cappella rossa e il gambo polposo.<br />

Mai visto niente del genere, se non nei cartoni animati. Ho un immaginario<br />

cresciuto davanti ad uno schermo televisivo, la natura per riconoscerla<br />

la devo comparare con la finzione, non il contrario.<br />

È da un po’ che vedo a mezza costa il borgo di Codera. Neppure una strada<br />

che lo raggiunga, come se spuntasse fuori dall’erba, dalla terra, come<br />

un fungo. È lì ma pare allontanarsi ad ogni passo. D’improvviso mi rendo<br />

conto che la mia meta non è nient’altro che l’inizio di un altro percorso,<br />

ancora più impervio nel cuore della fenditura della valle. Io mi fermerò<br />

lì, ma altri, da secoli, vanno avanti, superano il borgo, salgono, raggiungono<br />

passi alpini, scavallano il displuvio, giungono in Svizzera. Percorsi<br />

che sono trame leggere nel paesaggio, legami fra popoli alpini, commerci<br />

e leggende. Trame che cercano ancora di tenere assieme un paesaggio<br />

sempre più abbandonato. Fisicamente e simbolicamente.<br />

Un’altra croce. È d’uno scout ventenne probabilmente precipitato qui<br />

sotto, pochi anni fa. Sorge una discussione fra di noi. Ha senso portarsi<br />

dietro un gruppo di ragazzini in un posto così Non li esponiamo al<br />

rischio D’altronde tutte le civiltà hanno sempre inventato i loro riti di<br />

passaggio. Da adolescenti è inevitabile sporgersi sull’abisso, materiale e<br />

metaforico, a qualunque latitudine, siamo così certi di poterli proteggere<br />

per sempre Ma, peggio, siamo sicuri che la nostra ossessione di evitare<br />

loro ogni pericolo sia la modalità migliore per farli maturare<br />

“Ciò che fummo un dì / voi siete adesso” dice una scritta sull’intonaco di<br />

una cappella. “Chi si scorda di noi / scorda se stesso”. Siamo arrivati al<br />

cimitero. Ormai manca poco. Poche le lapidi nel recinto murato. La solita<br />

malinconia dei cimiteri cattolici di montagna: le lapidi, le tombe, persino<br />

le croci, ognuna di diversa fattura, come a cercare una specificità anche<br />

dopo la morte. Un individualismo lontano mille miglia dai cimiteri<br />

anglosassoni, democratici e al contempo massificanti. Noi restiamo noi,<br />

anche dopo la morte. Ancora vivi nel ricordo di chi ci piange. Questo è il<br />

patto fra le generazioni. Perché è ai vivi che parlano i sepolcri, come ci<br />

ricorda Foscolo, non ai morti.<br />

Torniamo a salire. Dopo poco, sulla sinistra, sbucano le prime case. Di<br />

colpo Codera, dopo aver giocato a nascondino col mio sguardo, appare<br />

tutta assieme. La chiesa, la torre campanaria, uno slargo erboso con al<br />

centro un monumentale albero. Andando oltre, verso il gruppo di edifici<br />

più denso, c’è una casa con la lapide dei morti della grande guerra.<br />

Inevitabile, come in ogni comune italiano. Altro che fuori dal mondo. La<br />

violenza della Storia non dimentica nessuno.<br />

Niente strade, ovviamente. Ci dirigiamo verso l’Osteria alpina, camminando<br />

sui prati. In cucina ci sta aspettando Elena, pronta a rifocillarci.<br />

Prima d’entrare nell’osteria noto una vecchia pubblicità del Ferrochina<br />

Bisleri arrugginire sulla facciata all’ingresso. Entro. Il tepore della stufa<br />

a legna è un toccasana. Sulle pareti vecchie fotografie, teste di cervo,<br />

poesie anonime di amanti del buon vino. Tutto è allo stesso tempo kitsch<br />

e autentico, folkloristico eppure necessario.<br />

Elena non è nata a Codera. Lei viene dalla Valtellina, qui dietro insomma,<br />

dove però le strade e le macchine ci sono, dove si può prendere un treno<br />

6 trekkingitalia.org<br />

o girare in bicicletta. Poi un giorno ha scoperto la val Codera e se ne è<br />

innamorata. Ogni fine settimana scende a piedi giù, a Novate Mezzola<br />

(di cui Codera è, dal punto di vista amministrativo, una frazione), assieme<br />

a Deva, la sua bellissima cagnolona, un bovaro bernese che sembra<br />

l’incarnazione della bontà. Scendono, ma poi tornano. Ogni settimana,<br />

come se non potessero fare a meno di questo posto dimenticato da Dio<br />

e dagli uomini. Lei, e altri (persino un oncologo milanese ha casa qui),<br />

che dopo aver conosciuto il borgo ora stanno cercando di restituirgli la<br />

dignità e la visibilità che merita, attraverso la “Associazione amici della<br />

val Codera” (www.valcodera.com).<br />

Ci svacchiamo in quattro attorno al tavolo apparecchiato, mentre Riccardo<br />

accompagna in cucina Elena. La tavola si fa subito conviviale, le battutacce<br />

si sprecano. Sgranocchio qualche noce e sorseggio un goccio di<br />

rosso. Avrò buttato giù almeno mezzo chilo con questa scarpinata, penso,<br />

posso permettermelo. Poi arrivano i piatti. Un trionfo di pizzoccheri<br />

con le verze, le patate e il bitto fuso. Addio mezzo chilo, penso. Come<br />

faccio a resistere<br />

Spazzolato il piatto, fosse per me, mi sdraierei su una panca a dormire al<br />

tepore della stufa, come un bimbo dopo la poppata. Invece sconfiggo la<br />

mia indolenza e rimetto in moto i miei arti (loro davvero dolenti). Elena<br />

ci fa visitare il piccolo museo etnografico e naturalistico. Un allestimento<br />

un po’ rustico che meriterebbe maggior attenzione pubblica. Fossimo in<br />

Francia probabilmente questo sarebbe un luogo di pellegrinaggio di scolaresche<br />

di mezzo paese. Fossimo in Francia. Ci spostiamo in un’altra<br />

casa di pietra. Saliamo per le scale in legno. Vedo qualche quaderno, un<br />

banco, una vecchia copia di Cuore di De Amicis, appesa al muro c’è una<br />

poesia dedicata alla polenta. “Qui una volta c’era la scuola” mi spiega Elena.<br />

C’erano bambini qui in paese, che facevano i compiti, che si inseguivano<br />

per i campi e si tiravano le palle di neve. M’immagino un maestro<br />

che ogni giorno saliva in paese e ogni sera tornava a valle, dedito al suo<br />

ruolo d’educatore di giovani virgulti. Chissà come si chiamava. Chi sa più<br />

niente di queste storie<br />

Passeggiamo per il paese. Ad un primo sguardo sembra completamente<br />

disabitato. Poi m’accorgo di alcuni operai che stanno ristrutturando un<br />

fienile. Scopro che esiste una vecchia funicolare per il trasporto merci<br />

dalla valle. Passa una vecchina con un nodoso ramo e alcune fascine<br />

sotto il braccio. Elena me la presenta. Ha uno di quei bei nomi che non<br />

s’usano più, tipo Anastasia o Erminia, di quelli che diventano subito vezzeggiativi.<br />

Ci racconta che la legna è andata a prenderla dalle parti del cimitero.<br />

La guardo allibito. Già a sollevare quella roba non so come faccia,<br />

ma portarsela in giro da laggiù. Elena ride: “Devi sapere che suo marito<br />

portò il primo frigorifero in paese, negli anni Cinquanta. Dalla valle fin<br />

qui.” Con la teleferica, chiedo. “No, macché. Sulle spalle!”<br />

Poi incontriamo Gino, sull’uscio di casa sua. Potrà aver al massimo settant’anni.<br />

Capisco che finge d’averci incontrato per caso, ma è evidente<br />

che cinque sconosciuti in un paese disabitato fanno subito notizia. Ora:<br />

lo so di sembrare trito e retorico ma ha un volto che sembra scolpito nella<br />

pietra. E due occhi di ghiaccio. Chiacchieriamo. Si lamenta, da buon italiano,<br />

di tutto: governo, regione, televisione, politica. Cerco di decantargli<br />

la bellezza del posto ma lui mi guarda come se osservasse un minus<br />

habens. “Ma ti rendi conto cosa significa vivere qui Vorrei vedere te.<br />

Non ti do neppure una settimana che sei già scappato.” E tu perché ci<br />

resti, gli chiedo. Farfuglia una risposta: le proprietà, i campi... sembra<br />

scocciato, forse non ha voglia di chiacchierare. Per toglierlo dagli impicci


gli dico che ormai è tardi e che devo tornare, ma che la prossima volta<br />

ci faremo un bicchiere assieme. Cambia d’improvviso espressione. “Ma<br />

allora beviamocelo subito questo bicchiere!” dice, quasi avesse paura di<br />

perdere l’occasione di farsi una chiacchiera con uno sconosciuto. Chiude<br />

giudizioso a chiave la porta ma poi lascia sul muretto il mazzo di chiavi a<br />

portata di mano del primo che passa. Se passa.<br />

Cinque minuti dopo siamo tutti attorno al tavolo, bicchiere in mano. Gino<br />

da montanaro irsuto s’è fatto un amichevole chiacchierone. Fosse per<br />

lui la strada la vorrebbe, eccome. Ma così la valle non avrebbe più la<br />

sua particolarità, provo a ribattere. “Ah no” dice lui. “La strada solo per<br />

i residenti. I turisti a piedi!” Ci racconta della sua vita, dei suoi viaggi da<br />

emigrante all’estero. “Facevo lo scalpellino” ci dice. Ci racconta di quanto<br />

fosse difficile sbozzare a mano una pietra così dura. Come trovare<br />

la vena, come dare il colpo giusto. Chissà quante martellate sulle mani,<br />

dice qualcuno. Lui ride e conferma. “Sai cosa dicevamo Che inscì s’incarna<br />

el mestèe!”Poi ci racconta di quando nella cava qui sotto al paese<br />

lavoravano circa cinquecento persone. Fino a pochi anni fa. E poi “E poi<br />

abbiamo iniziato a comprare il granito dalla Cina. E addio tutto.”<br />

Prometto a Gino che vincerò la scommessa. Vedrai che resisterò più di<br />

una settimana e ogni sera verremo qui in osteria a berci un bicchiere.<br />

“Ma devi anche lavorare i campi, altrimenti non vale” replica. M’ha fregato!<br />

Ci salutiamo. “Si lamenta, come tutti, ma non se ne va” mi dice Elena.<br />

“Anni fa c’era un progetto per una funivia. Gli abitanti del paese s’intestardirono.<br />

Della funivia non gliene fregava niente, volevano la strada.<br />

Volevano essere come tutti gli altri. Alla fine non hanno avuto né l’una né<br />

l’altra.” Oggi una strada sarebbe completamente antieconomica, le dico.<br />

E invece una funivia una vera attrazione turistica. Basterebbe un po’ di<br />

lungimiranza politica, un po’ di strategia territoriale.<br />

Tornare bisogna tornare. È autunno, il sole tramonta presto, a malincuore<br />

ci prepariamo per il rientro. Com’era la storia Se c’è una salita poi c’è<br />

una discesa, quanto meno non avrò problemi col fiatone, mi dico per<br />

darmi la carica. Vana illusione, la discesa pare più dura ancora. I legamenti<br />

del ginocchio iniziano ad odiarmi. I muscoli lo facevano già da ore.<br />

Ci seguono anche Elena e Deva, come stessero facendo la passeggiata<br />

serale fuori dal cortile di casa. Il sole scende in fretta, l’umidità rende<br />

scivoloso il cammino, ci muoviamo in ordine sparso, perfetti randagi, chi<br />

più avanti, chi più indietro. Io grondo di sudore, non ostante all’ombra<br />

inizi a fare freddo. Al pianoro dopo Avedee però non sono l’ultimo. Manca<br />

Max, che chissà dove s’è ficcato. Lo aspettiamo godendoci i primi raggi<br />

del tramonto. Deva pare inquieta, il suo istinto da cane pastore non si dà<br />

pace, si muove circospetta, come cercasse la pecora smarrita. Quando<br />

finalmente appare Max da dietro una casupola Deva saltella e guaisce<br />

felice. La guardo ammirato. Ci aveva contati, penso. Ora che il branco s’è<br />

finalmente ricomposto è ripartita scodinzolante verso la valle. Ci accodiamo<br />

come bravi scolaretti che seguono la maestra.<br />

Ora anche le cime dei pizzi innevati si colorano di rosa. Qualche decina<br />

di metri e il sole è pronto a sparire definitivamente. Da qui la visione sul<br />

lago è d’una bellezza che turba. La vedo col fiato, con le gambe, la vedo<br />

col naso, la vedo a fior di pelle. Infine con gli occhi. Cosa sarebbe questa<br />

esperienza se fossi salito in macchina Il paesaggio bisogna conquistarselo,<br />

insisto. Ce lo dobbiamo meritare. Dobbiamo essere degni di questo<br />

atto di resistenza del territorio, questo non volersi omologare. Questo<br />

essere diverso, altro, antico.<br />

Pochi minuti dopo cala un buio improvviso. Il sole è emigrato oltre i confini,<br />

si trova in Ticino o più in là ancora, verso il golfo di Biscaglia, nel mezzo<br />

dell’oceano. Noi scendiamo, nel fitto del bosco, per i cordoli di granito,<br />

come in una notte senza luna. Non riesco neppure a vedere la fine del<br />

sentiero, la meta. I sensi s’allertano, atavici, mi muovo come un cacciatore<br />

raccoglitore, un nomade che batte per la prima volta un sentiero.<br />

Non so quanto manchi, non riesco ad orientarmi, non ostante Gianluca<br />

mi abbia procurato una pila elettrica, contributo della modernità alla lotta<br />

contro le nostre paure profonde. Sembriamo senza tempo e senza spazio,<br />

ricorsivi, giriamo sempre per la stessa curva, in tondo, senza fine.<br />

Poi come nulla fosse ci superano un paio di ragazzotti, saltellanti, apparsi<br />

chissà da dove. Scendono dinoccolati, come avessero preso una<br />

scorciatoia, quasi fossero in ritardo per la serata in pizzeria giù in paese.<br />

Dieci minuti dopo intravedo più in basso, nel fitto dei rami, i lampioni del<br />

parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina. Sembra un taglio nel tessuto<br />

spazio temporale, sembra di stare al di qua di una realtà e vederne<br />

un’altra, aliena, oltre il mio sguardo. La scala di cemento, anonima e dimessa<br />

è quel portale che collega i due mondi. Quello prevedibile dove<br />

ho sempre vissuto e quello misterioso che sto per lasciare. Esotico. A<br />

neppure un’ora da casa mia.<br />

trekkingitalia.org 7


SOCI ACCOMPAGNATORI<br />

Il socio accompagnatore è un volontario dell’Associazione ma può anche<br />

essere un professionista della montagna, una guida ambientale o un accompagnatore<br />

turistico che condivida i principi associativi: comunque<br />

un appassionato di trekking, disponibile a coordinare la vita del gruppo<br />

lungo l’itinerario e a condividere con gli altri il suo amore per il viaggio a<br />

piedi. È il punto d’incontro per le esigenze del gruppo ed il vettore del nostro<br />

progetto: agevolare le dinamiche positive che nasceranno durante<br />

il viaggio.<br />

Ecco di seguito alcuni dei nostri protagonisti sui sentieri:<br />

#1<br />

#2<br />

#3<br />

#4<br />

“Scegli la strada in salita:<br />

è quella che ti porterà alla<br />

felicità”.<br />

Alberto Del Re<br />

Alfredo Dell’Agosto<br />

Amedeo Guffi<br />

Antonio Airaghi<br />

Carmelo Vanadia<br />

#5<br />

Attraversare a piedi i luoghi<br />

me li fa restare attaccati<br />

addosso, così ogni luogo<br />

che attraverso in realtà<br />

attraversa me. Quando<br />

accompagno cerco di<br />

portare i luoghi dentro i<br />

miei compagni di viaggio.<br />

Claudio Gochesano<br />

#6<br />

Claudio Minola<br />

#7 #8<br />

Claudio Piola<br />

#9<br />

#10<br />

#11<br />

#12<br />

Cammino con gli altri... il<br />

mio cuore me lo chiede.<br />

Daniela Gnocchi<br />

Elena Cortellessa<br />

Enrico Ferrari<br />

Ettore Puppo<br />

#13<br />

#14 #15<br />

Troverai sapienza nei<br />

boschi e nelle pietre...<br />

camminando.<br />

Da tanti anni<br />

l’escursionismo è sempre<br />

nel mio cuore...<br />

Felice Sarcinelli<br />

Franco Tagliaferri<br />

Giacomo Pesenti<br />

#16 #17<br />

#18<br />

#19<br />

Grazie a T.I. ho avuto modo<br />

di conoscere persone<br />

“speciali” per la loro cultura.<br />

sensibilità e disponibilità.<br />

Piacevolmente,<br />

camminando nella natura.<br />

Giancarlo Corbellini<br />

Gianluca Migliavacca<br />

Giuly Rigamonti<br />

Graziano Battistutta<br />

8 trekkingitalia.org


Con noi gli altri soci accompagnatori protagonisti sui sentieri sono:<br />

Augusto Aielli, Alessandra Gargiulo, Anna Pigoni, Carlo Botta, Cristina<br />

Baratto, Cristina D’Auria, Egidio Vignati, Elisa Centemeri, Gabriele<br />

Prampolini, Gianni Biondillo, Giorgio Vanetti, Giuseppe Fontana, Giuseppe<br />

Susani, Ida Ceruti, Max Franceschini, Michele Dell’Acqua, Pietro Della<br />

Ferrera, Pinuccia Grignaschi, Rita Mantovani, Roberto Razzaboni, Rossella<br />

Fois.<br />

#20<br />

#21<br />

#22<br />

#23<br />

#24<br />

Ivan Defendenti<br />

Laura Carraresi<br />

Loredana Comotti<br />

Loretta Dante<br />

Luca Scarazzati<br />

#25<br />

#26<br />

#27<br />

#28<br />

“Ho camminato in tutti i<br />

continenti, percorrendo<br />

inoltre più di 4.000 Km al<br />

di sopra del Circolo Polare<br />

Artico”.<br />

Luca Temporelli<br />

Luigi Sironi<br />

Luisa Mambretti<br />

Maria Tirico<br />

#29<br />

#30<br />

#31<br />

#32<br />

#33<br />

Massimo Teruzzi<br />

Maurizio Oglio<br />

Paola Zito<br />

Paolo Canova<br />

Paolo Forti<br />

Pietro Gruppi<br />

#34 Cammino come antidoto<br />

all’imperativo dell’urgenza,<br />

#35 #36<br />

#37<br />

del tutto e subito.<br />

Camminare anche per<br />

recuperare il concetto di<br />

pazienza, ormai riservato<br />

solo agli umili e ai vinti. Una<br />

“medicina” per pensare e,<br />

perché no, impostare con<br />

idee più chiare il futuro<br />

Riccardo Cerastico<br />

Roberto Monguzzi<br />

Umberto Scarpetta<br />

da oltre 15 anni in Trekking<br />

Italia, un’esperienza<br />

importante di formazione<br />

e condivisione con i soci,<br />

percorrendo i sentieri del<br />

mondo con lo zaino in<br />

spalla, assaporando<br />

l’armonia della natura.<br />

Valentino Galbusera<br />

#38<br />

Virginio Grosso<br />

#39<br />

Walter Chiesa<br />

#40<br />

Camminare: la cosa più naturale<br />

che ci possa essere. Ci<br />

proviamo poco dopo essere<br />

nati, poi non ci si pensa più,<br />

diventa automatico. Accompagnare<br />

per conoscere<br />

persone e luoghi, per conoscersi,<br />

per passare agli altri<br />

le sensazioni provate, per<br />

viverne insieme di nuove.<br />

trekkingitalia.org 9


aku.it<br />

ON-LINE SHOP


LE SERATE DI TREKKING ITALIA<br />

via Santa Croce 2<br />

Giovedì 29 gennaio ore 19<br />

“CAMMINA E LASCIATI RESPIRARE”<br />

Giovedì 19 marzo ore 19<br />

“CAMMINA E APRITI ALLA PRIMAVERA”<br />

SERATA Y TREK<br />

Pratica yoga di un’ora a cura dell’Associazione<br />

ASD Lasciati Respirare. È necessario prenotarsi<br />

(disponibilità 15 posti) e presentarsi puntuali<br />

dieci minuti prima dell’inizio in abbigliamento comodo<br />

e con un tappetino per la pratica.<br />

Tutor Daniela Gnocchi - maestra yoga<br />

Lunedì 23 marzo ore 19<br />

“PRIMAVERA E RISVEGLIO DELLA NATURA”<br />

Alimentazione terapeutica con germogli di erbe<br />

selvatiche, introduzione alla gemmoterapia.<br />

Lunedì 13 aprile ore 19<br />

“CURE DEPURATIVE PRIMAVERILI”<br />

Alimentazione terapeutica con le erbe<br />

selvatiche e utilizzo piante officinali<br />

disintossicanti e drenanti.<br />

SERATA TREK E ERBE<br />

Serate dedicate al riconoscimento, la raccolta e<br />

l’utilizzo delle erbe spontanee primaverili.<br />

Tutor Felice Sarcinelli - erborista<br />

LE ICONE DI TREKKING ITALIA<br />

NORDIC WALKING<br />

Nuova tecnica di camminata con l’utilizzo dei<br />

bastoncini, per permettere un’attività fisica<br />

completa e adatta a tutti, per migliorare la salute<br />

e il benessere, prevenire malattie e patologie.<br />

Tutor dell’esperienza le istruttrici Rita e Cristiana.<br />

NW<br />

PICCOLI PASSI<br />

CRESCERE PER CAMMINARE,<br />

CAMMINARE PER CRESCERE<br />

Sono trek per tutti, da 0 a 99 anni, con percorsi<br />

sempre vari e diversi, accessibili a tutti i piedi.<br />

Esperienze per crescere insieme, imparando a<br />

camminare con gli altri, a scoprire il mondo che<br />

ci circonda, a leggere insieme il grande libro della<br />

Natura.<br />

Ideali per chi si affaccia al mondo del trekking.<br />

TREK DELLE PENNE BIANCHE<br />

SENTIERI_METROPOLITANI<br />

Questo simbolo raccoglie i progetti che nascono<br />

dall’idea di rivalutazione degli spazi aperti<br />

metropolitani, di una loro visione innovativa,<br />

di movimento di pensiero per un loro futuro accrescimento.<br />

Sono sentieri_metropolitani che intendono<br />

occupare mentalmente e collegare gli<br />

spazi che non hanno ancora raggiunto una percezione<br />

codificata nell’immaginario cittadino.<br />

Quelli che... vogliono camminare ma non<br />

troppo... Quelli che pensano di non farcela...<br />

Quelli che vogliono conoscere e stare insieme<br />

ad altri... Quelli che desiderano attraversare<br />

luoghi e territori nuovi...<br />

Ecco è a questi che è indirizzato il programma<br />

delle camminate ‘Penne Bianche’.<br />

TREK E ERBE<br />

Trek di osservazione e conoscenza delle piante<br />

che incontreremo lungo i sentieri e il loro<br />

utilizzo nell’alimentazione, nella medicina, nella<br />

cosmesi vegetale.<br />

Tutor dell’esperienza: Felice Sarcinelli, erborista,<br />

titolare di un laboratorio erboristico artigianale<br />

dal 1986.<br />

trekkingitalia.org 11


LA NOSTRA STORIA<br />

Max Franceschini<br />

lanostrastoria@trekkingitalia.org<br />

In questi trent’anni abbiamo fatto molta strada, scoperto territori. Tantissimi<br />

Soci si sono incontrati e conosciuti lungo i sentieri del mondo, scambiandosi<br />

passione e amicizia. Abbiamo camminato in natura e in città, con<br />

il sole, la pioggia, la neve. Condiviso giorni, notti, fatiche, esperienze. Tanti<br />

dei luoghi che abbiamo attraversato sono rimasti intatti, altri si sono profondamente<br />

trasformati.<br />

L’attività dei gruppi, i momenti di relazione, le esperienze vissute e condivise<br />

sono impresse in moltissime fotografie realizzate in tre decenni di<br />

attività dai Soci e dai Soci Accompagnatori. Di questo patrimonio prezioso,<br />

tanto del passato che del presente (e del futuro), vogliamo impegnarci in<br />

un’attività strutturata di raccolta e valorizzazione.<br />

La creazione e la cura di un >Archivio della Memoria< dell’Associazione è<br />

quindi l’occasione per un arricchimento culturale, di conoscenza, di divulgazione.<br />

Uno strumento che l’Associazione mette a disposizione della collettività,<br />

motore per specifici progetti culturali che permettano di far cono-<br />

scere e valorizzare i territori visitati e le storie delle genti che li abitano, di<br />

mostrarne la conservazione o, al contrario, la trasformazione.<br />

Per i nostri trent’anni quindi abbiamo in mente questo ambizioso progetto:<br />

raccogliere le migliori immagini di questa bellissima storia, la nostra storia.<br />

Rivedere luoghi e paesaggi, rivivere momenti, ricordare chi non c’è più.<br />

Perché è bello, andando avanti, voltarsi ogni tanto indietro, e meravigliarci<br />

di quanta strada abbiamo fatto insieme.<br />

Portaci di persona o inviaci le tue fotografie. Non solo quelle recenti, fatte<br />

in digitale, ma cerca in scatole e raccoglitori, cassetti e libri dei ricordi.<br />

Stampe, negativi, diapositive, le scansiremo con cura e te le restituiremo.<br />

Insieme, ricostruiremo la nostra memoria collettiva. Realizzeremo mostre<br />

e proiezioni. Ne faremo un libro.<br />

Ma attenzione... il nostro cammino continua e vogliamo avere cura anche<br />

della memoria futura. D’ora in avanti, inviaci le fotografie dei momenti che<br />

vivrai, i nostri ricordi si arricchiranno ad ogni nuovo passo.<br />

INFO PRATICHE<br />

1. Allega alle fotografie un file di testo con specificato:<br />

data e luogo dello scatto; il nome del trek; se<br />

possibile, i nomi delle persone ritratte; eventuali<br />

note riferite alle circostanze degli scatti. Numera<br />

le foto in modo da poterle identificare.<br />

2. Invia le fotografie in formato digitale, fino a un<br />

massimo di 10, alla casella email insieme al file di<br />

testo con la descrizione.<br />

12 trekkingitalia.org<br />

3. Se invii più di 10 immagini, utilizza strumenti<br />

quali dropbox, wetranfer, ecc oppure contatta il referente<br />

per una consegna a mano (su pendrive, cd,<br />

dvd, hard disk...).<br />

4. Invia le fotografie digitali nel loro formato e nella<br />

loro risoluzione originale.<br />

5. Non inviare immagini tecnicamente irrecuperabili<br />

(troppo sottoesposte, sovraesposte, sfocate, mosse)<br />

a meno che queste non abbiano caratteristiche<br />

di unicità o siano particolarmente importanti dal<br />

punto di vista documentale. Se hai dubbi riguardo la<br />

qualità tecnica delle tue foto, contatta il referente.<br />

6. Nel caso di originali analogici - diapositive, negativi,<br />

stampe - prendi accordi con il referente per la<br />

consegna in sede. Gli originali ti saranno restituiti<br />

dopo essere stati digitalizzati.<br />

7. Invia solo le immagini che ritieni davvero significative,<br />

non è importante la quantità ma il loro valore<br />

narrativo e documentario. Se hai tanti scatti di un<br />

particolare momento, invia solo quello/quelli che<br />

meglio lo descrivono e tecnicamente meglio riusciti.<br />

scrivi per info e invia le tue foto a<br />

lanostrastoria@trekkingitalia.org


BS.0 - VERSO IL PRIMO BILANCIO SOCIALE DELLA SEDE<br />

Fanny Gerli<br />

Tra le azioni che caratterizzeranno i nostri 30 anni vi è l’avvio del processo<br />

di rendicontazione di sostenibilità: il Bilancio Sociale.<br />

Crediamo che un’associazione come Trekking Italia debba intraprendere<br />

questo percorso per favorire la coesione e condivisione interna<br />

con i Soci, accompagnatori e non, e per implementare la comunicazione<br />

e lo scambio con tutti i portatori di interesse esterni.<br />

Cosa significa essere Associazione di Promozione Sociale Qual è il nostro<br />

DNA Cosa ci caratterizza e ci rende diversi dagli altri Cosa significa<br />

essere SOCIO Qual è il valore del nostro agire per la collettività Il<br />

sentiero può essere strumento di nuova socialità<br />

Il BS rappresenta allora il punto di partenza: l’inizio di un percorso che<br />

consentirà da subito la condivisione consapevole, in primis tra i Soci,<br />

del senso dell’agire di Trekking Italia e del suo portato sociale, concretamente<br />

misurabile.<br />

In questa fase di profondo cambiamento nel tessuto sociale ed economico<br />

del nostro paese, il BS consentirà di approfondire concretamente le direzioni<br />

possibili dello sviluppo della nostra attività, le aree di miglioramento e<br />

gli strumenti necessari. La sua redazione fornirà un quadro esaustivo del<br />

cammino fatto finora e farà emergere le tantissime esperienze di vita che<br />

hanno caratterizzato Trekking Italia nel tempo: le persone sono da sempre<br />

l’aspetto più importante della nostra Associazione e sicuramente non sarebbe<br />

quella che è oggi senza l’apporto fondamentale dei suoi Soci. Una realtà<br />

partecipata che vede l’intreccio di generazioni, sensibilità e competenze<br />

diverse che si arricchiscono a vicenda.<br />

Non stiamo parlando di un’operazione di facciata: il BS innesca un processo<br />

di gestione della responsabilità sociale i cui presupposti sono l’insieme<br />

di valori, principi, modalità di azione che definiscono la dimensione etica<br />

dell’essere in associazione.<br />

Proviamo a schematizzare il flusso:<br />

1.<br />

2.<br />

3.<br />

4.<br />

5.<br />

si parte dalla definizione,<br />

condivisione e comunicazione<br />

dei VALORI di<br />

riferimento (ovvero della<br />

cultura dell’Associazione) e<br />

dei relativi piani strategici e<br />

programmatici;<br />

si definisce l’IDENTITÀ<br />

DISTINTIVA di Trekking Italia,<br />

e con essa la sua MISSION;<br />

si procede con un resoconto<br />

puntuale e sistematico<br />

dei RISULTATI raggiunti,<br />

con una comunicazione<br />

chiara, completa e fruibile a<br />

tutti, che deve dimostrare<br />

la coerenza delle proprie<br />

scelte con i valori condivisi<br />

e con i piani programmatici.<br />

I risultati devono quindi<br />

essere oggettivi e misurabili,<br />

monitorabili nel tempo,<br />

senza lasciare spazio ad<br />

interpretazioni multiple;<br />

si introduce il BILANCIO<br />

ECONOMICO, “letto” attraverso<br />

la lente dell’insieme<br />

dei valori identitari distintivi<br />

e del relativo orientamento<br />

dato alle attività programmatiche;<br />

si completa il percorso con<br />

la RELAZIONE SOCIALE:<br />

attraverso gli indicatori di<br />

gestione, prevalentemente<br />

di tipo non finanziario, si fornisce<br />

un resoconto puntuale<br />

ed esaustivo delle attività<br />

svolte nei confronti degli<br />

STAKEHOLDER (i portatori di<br />

interesse), facendo emergere,<br />

con chiarezza e semplicità,<br />

“valori” che il tradizionale<br />

bilancio dell’Associazione<br />

non riesce ad esprimere. La<br />

relazione sociale è la piena<br />

espressione del BS: una forma<br />

di rendicontazione che<br />

fonde elementi quantitativi<br />

ed elementi qualitativi che<br />

devono dialogare tra loro.<br />

Siamo convinti che attraverso il BS si avvierebbe un circolo virtuoso<br />

con ricadute importanti su diversi aspetti:<br />

> sull’immagine e la reputazione di TI, attraverso la trasmissione<br />

alla collettività della solidità della propria responsabilità sociale;<br />

> nella gestione dei processi interni, grazie al maggior coinvolgimento<br />

emotivo dei soci, che aumenta la consapevolezza degli<br />

obiettivi, con conseguenti vantaggi sul loro raggiungimento;<br />

> sul piano della comunicazione, intesa come “messa in comune”,<br />

grazie al processo virtuoso di miglioramento che si avvia nella relazione<br />

con i portatori di interesse:<br />

> per gli stakeholder interni contribuisce alla comprensione del senso<br />

dell’agire dell’Associazione in tutti i suoi aspetti, visti nel loro insieme;<br />

> per gli stakeholder esterni rappresenta spesso l’unico modo per conoscere,<br />

e poter quindi giudicare, anche nel merito, l’operato dell’asso<br />

ciazione, venendo nello stesso tempo coinvolti nei processi di miglioramento.<br />

Riteniamo che i destinatari del BS.0 debbano essere i Soci: saranno loro<br />

i portatori di interesse a cui il Bilancio Sociale vuole parlare; per cominciare<br />

vorremmo concentrare l’attenzione su un’area specifica di attività:<br />

i trek giornalieri.<br />

Siete pronti Nessuno si senta escluso: Bilancio Sociale vuol dire coinvolgimento<br />

e partecipazione... avremo bisogno di voi!<br />

trekkingitalia.org 13


PROGETTO SENTIERI_METROPOLITANI<br />

Sonia Cipriani<br />

MI-LU: le 8 tappe di Trekking Italia che collegano Milano a Lugano<br />

Ebbene sì, ce l’abbiamo fatta anche questa volta. In 8 tappe abbiamo raggiunto Lugano con decine<br />

di Soci. Un’esperienza che ha attraversato uno dei territori più urbanizzati del mondo, ha incontrato<br />

superluoghi, non luoghi: luoghi. Ecco le testimonianze di progetto e sul campo.<br />

MI-LU: S_M DA MILANO A LUGANO IN 8 TAPPE<br />

Parigi, ottobre 2012<br />

Antonietta (la nostra ex presidente), Gianluca e io stiamo pranzando in<br />

un baretto di un quartiere di Parigi. È l’ultimo giorno della nostra permanenza<br />

dopo il Sentiero_Metropolitano (S_M) nella capitale francese.<br />

Si chiacchiera e si parla di MI-LU. Con Gianluca, a dire la verità, se ne era<br />

già parlato in precedenza. Avevo scoperto che lui aveva questo progetto<br />

nel cassetto. Io, che abito vicino al fiume Olona, in provincia, dove MI-LU<br />

sarebbe passata di lì a poco, stavo già lavorando alla ricerca dei sentieri<br />

della mia zona, con in mente il concetto di “trek a km 0”. Gianluca e<br />

Roberto (Monguzzi) ancora oggi mi prendono in giro per questo: “Cos’è<br />

il trek dove non si cammina...”. Allora, come oggi, pensavo che non è<br />

sempre necessario andare lontano per godere del piacere di camminare.<br />

Il mio punto di vista allora era molto meno profondo rispetto alla filosofia<br />

dei S_M che avrei abbracciato successivamente.<br />

Tornata da Parigi ho iniziato la mia ricerca per MI-LU. Da un lato la comprensione<br />

della filosofia dei S_M di cui il progetto faceva parte. Dall’altro<br />

la ricerca di un percorso possibile, delle Storie da raccontare, e delle relazioni<br />

sul territorio. E Storie da raccontare ce ne sono state molte su un<br />

territorio complesso, spaccato in due tra Milano e Varese. A sud la vocazione<br />

agricola, a nord quella manifatturiera. Perché a sud il fiume esonda<br />

nello spazio dei campi rendendoli fertili. A nord lo spazio di esondazione<br />

è ristretto tra le coste del paleo alveo, poco spazio per coltivare, ma non<br />

per produrre carta, filati, tessuti.<br />

Ma nonostante le differenze, il percorso di MI-LU si snoda su un territorio<br />

dove si riconosce un’unità, un forte legame che unisce le comunità<br />

rivierasche fin da tempi molto antichi. Dove il varesotto fa da trait d’union<br />

tra Milano e Lugano. E dove, in questo legame, Milano fungeva da<br />

importante centro di riferimento per la zona dell’alta valle Olona, che ha<br />

caratterizzato uno dei distretti economici più fiorenti di inizio ‘900. Tanto<br />

che l’agenzia di viaggi collocata nell’albergo diurno Venezia a Milano si<br />

chiamava proprio così: Olona. Oggi ci sogneremmo mai di chiamare così<br />

un’agenzia viaggi Ma allora i viaggi attraverso la valle erano frequenti<br />

tant’è vero che nel 1904, e poi nel 1926, furono inaugurate le due tratte<br />

della ferrovia della Valmorea che conduceva a Mendrisio e poi, con le Ferrovie<br />

Nord, fino a Lugano.<br />

Lugano, 27 settembre 2014<br />

Stanchi ma felici, abbiamo raggiunto la nostra meta. E nei giorni successivi<br />

mi sono ritrovata a ripensare a MI-LU. Come Gianluca e io abbiamo<br />

spesso sottolineato, MI-LU non è un percorso, MI-LU non esiste. O meglio,<br />

esiste perché noi ci passiamo e nel momento in cui ci passiamo. Ma<br />

non esiste un percorso in sé, codificato, tracciato. Il progetto ha implicato<br />

una continua scelta sul dove passare. Scelte che volevano essere<br />

14 trekkingitalia.org<br />

guidate dalla filosofia dei S_M. Dunque il MI-LU, quello che noi abbiamo<br />

percorso, è solo uno dei percorsi possibili, delle soluzioni possibili. Forse<br />

ora, ripartendo daccapo, le scelte sarebbero differenti.<br />

Questi pensieri mi hanno fatto pensare a un’analogia con la differenza<br />

tra la cultura scritta e la tradizione orale. Un sentiero del Trentino è come<br />

un bel libro stampato, bello e immutabile. Camminando in Trentino non ci<br />

si può perdere. È tutto così ben segnato, organizzato. Tutto ben calcolato<br />

e previsto. E sicuramente bello. Nessuno può negare che le Dolomiti siano<br />

tra i posti più belli al mondo. Si mangia pure benissimo. Un bel libro,<br />

ben rilegato. Garanzia di certezze immutabili.<br />

MI-LU in verità è qualcosa di molto diverso. E intendo diverso: né meglio,<br />

né peggio. Semplicemente diverso. MI-LU è una sfida, è gettarsi nella<br />

mischia, è mettersi in gioco con tutta la disponibilità di sentimenti. Per<br />

conoscere, camminando, un territorio fin nelle viscere. Si passa di qui,<br />

ma anche di là. E allora ci si butta con le scelte. E quando si sceglie lo si<br />

fa non di fronte a un cartello segnaletico ma sulla base di una filosofia e<br />

di una conoscenza del territorio. Oppure per semplice incoscienza e curiosità.<br />

Perché no! MI-LU ha richiesto l’essere disposti a prendere tutto.<br />

Il bello e il meno bello. Perché il territorio di MI-LU è stato ricchezza e poi<br />

abbandono. È stato produttività, ma poi inquinamento, abbandono e ora<br />

oblio. MI-LU è come una poesia o una canzone che vengono tramandate<br />

da persona a persona. E nel tramandarle ognuno mette qualcosa di sé.<br />

Qualcosa si dimentica. Qualcosa si include. E ciò che viene inventato passa<br />

poi al vaglio del senso estetico della comunità. Ciò che viene accolto<br />

dai più rimane perché viene tramandato. Ciò che non viene accolto viene<br />

dimenticato. E così il tempo modifica e costruisce. MI-LU è così, punto<br />

l MI-LU che abbiamo percorso è stato il frutto delle scelte mie e di Gianluca.<br />

Per questo mi piace pensare che MI-LU venga riproposto. E mi piacerebbe<br />

pensare che chi lo ha percorso lo faccia proprio, magari facendo<br />

scelte differenti.<br />

Personalmente progettare e vedere realizzato MI-LU è stata una bellissima<br />

esperienza che porto nel mio cuore. E allora voglio ringraziare tutti<br />

coloro che hanno partecipato alle varie tappe. In particolare coloro che<br />

hanno fatto parte di quel gruppetto di affezionati per cui si è creato quel<br />

piacere di ritrovarsi ogni volta, come se tra una tappa e l’altra ci fossero<br />

dei puntini di sospensione che portano con sé un bel legame e la voglia<br />

di ritrovarsi alla tappa successiva. Per me ritrovarvi ogni volta è stato<br />

davvero un regalo.<br />

Ovviamente non posso fare a meno di ringraziare Gianluca (anche se<br />

non vuole essere ringraziato). Da lui ho imparato moltissimo. E mi ha<br />

portato a meditare su molte cose per cui ora il mio sguardo mentre cammino<br />

è profondamente cambiato.<br />

Davvero grazie a tutti!


MI-LU DEI SOCI PARTECIPANTI<br />

Quando si va in vacanza si scelgono luoghi lontani o sconosciuti, non si<br />

pensa mai di esplorare luoghi vicini. Ma poi ci si iscrive a Trekking Italia<br />

e si comincia a camminare in Lombardia. All’inizio laghi, monti e parchi,<br />

poi anche trek urbani e tangenziali (Sentieri_Metropolitani) e così ci si<br />

ritrova a fare la Milano-Lugano, MI-LU, partendo da piazza Duomo in una<br />

freddissima mattina d’inverno, senza sapere cosa ci aspetta, un po’ curiosi<br />

e un po’ dubbiosi.<br />

Per la seconda tappa il ritrovo è alla Montagnetta, è primavera, pioggia<br />

battente. Ombrelli aperti e sgocciolanti, sotto alberi ancor più sgocciolanti.<br />

Gianluca sta fermo a illustrare il cammino della giornata, tranquillo<br />

come se non piovesse. E poi via verso Rho: passiamo l’Olona, gonfio d’acqua<br />

marrone che sta quasi per esondare verso un periferico quartiere di<br />

orribili villette anni ‘50/’60, con nanetti nei cortili. La pioggia non cessa<br />

mai e alcuni si arrendono. In pochi arriviamo alla stazione, passando<br />

per prati fradici di pioggia, vicino a una prostituta di colore che aspetta<br />

sotto un cavalcavia e sotto l’ombrello.<br />

La terza tappa ci premia con il sole e si va tra campi e vecchi mulini. Si<br />

ricomincia a camminare in autunno.<br />

I mesi passano e i luoghi e i ricordi si confondono, mentre si va a tappe<br />

verso Lugano. In un paesino l’Arch. Botta ha rifatto la facciata a una<br />

chiesa, con una pietra di un caldo colore rosso. Sembra un miraggio, mi<br />

ha ricordato la tomba di Agamennone a Micene.<br />

Seguendo l’Olona si incontrano piccole fabbriche dismesse da tempo. Da<br />

finestre con vetri rotti guardiamo l’interno di una cartiera, ci sono macchinari<br />

e pacchi di carta abbandonati, come se all’improvviso l’umanità<br />

fosse scomparsa a causa di un’improbabile fine del mondo. Entriamo in<br />

grotte enormi dove scendono cascate d’acqua dal soffitto e sembra di<br />

essere in un film di fantascienza, invece sono cave di pietra molera, abbandonate.<br />

Camminiamo su sentieri dove non si incontra nessuno e su<br />

binari dove non passano più treni da anni.<br />

Così dopo più di un anno e sei tappe siamo arrivati al confine con la Svizzera,<br />

mancano solo due tappe a Lugano: oltre a Gianluca e Sonia ci accompagna<br />

l’Arch. Fabrizio Donadini che abita nel territorio di confine e ci<br />

guiderà verso la Svizzera. Si arriva a Mendrisio, piena di contrasti: antico<br />

centro storico e Foxtown, il paradiso dello shopping! E poi si sale verso<br />

Meride, piccolo borgo deserto e silenzioso. Perfetto!<br />

… ultima tappa, 27 settembre, una giornata piena di luce. Si riparte da<br />

Meride, si sale a Serpiano, sotto uno splendido panorama sul lago e immaginiamo<br />

Lugano, in lontananza.<br />

Ed eccoci: sul lungolago c’è gente elegante che passeggia, ma noi, zaino<br />

in spalla, stanchi e felici siamo in un’altra dimensione. Il pullman ci<br />

riporta a Milano, pochi chilometri, fatti in autostrada, ma che avventura<br />

fatti a piedi!<br />

Cari Sentieri_Metropolitani verso quale avventura ci condurrete la prossima<br />

volta<br />

Buon cammino a tutti,<br />

Rosanna Aretusi<br />

trekkingitalia.org 15


BU MARZ<br />

Il Bu Marz è un rito antico col quale all’inizio della primavera i bambini e il loro genitori giravano<br />

per i campi attorno al paese con dei campanacci e col canto invitavano l’erba a germogliare per<br />

propiziare un buon raccolto. All’origine del rito c’era probabilmente il bisogno di sottolineare la fine<br />

dell’inverno e quindi il ritorno alla vita della primavera, quando i ritmi della terra riprendono il loro<br />

ciclo spingendo fuori dai loro gusci i germogli e le famiglie fuori dalle loro abitazioni dove si erano<br />

rifugiate per superare l’inverno.<br />

Codera: nella valle senza strade<br />

L’espressione ormai famosa di “valle senza strade” viene dalla sua caratteristica di valle chiusa<br />

raggiungibile solo a piedi. L’ingresso alla valle richiede infatti l’imposizione di un “pedaggio” costituito<br />

dai circa 2.600 gradini dell’antica mulattiera, unica via d’accesso.<br />

Questa caratteristica ha protetto per secoli gli abitanti dalle alluvioni, dai lanzichenecchi, dalla<br />

peste e dalla guerra. A partire dal dopoguerra, con le famiglie stremate dal conflitto, dalla fatica,<br />

e spinte dal bisogno di affrancarsi dalla sussistenza, esplode il fenomeno dello spopolamento,<br />

tipico di molti comuni montani qui accentuato proprio dalla mancanza di un adeguato collegamento<br />

con il fondovalle.<br />

San Fedelino: una pietra milanese<br />

Lungo questa valle c’è una costante che proviene dal sottosuolo: la pietra. Codera è un borgo<br />

costruito sul granito e con il granito. Le cave della Val Codera, da cui si estrae il san fedelino,<br />

hanno rappresentato per secoli l’economia della valle e hanno dato un importante contributo<br />

all’aspetto di molte città del nord Italia, prima fra tutte Milano. I “picàpedra” erano gli scalpellini<br />

che seduti sul grande blocco di granito con mazzetta e scalpello davano forme alla pietra. Per<br />

trasportare gli artefatti o i grossi blocchi sino alle imbarcazioni veniva utilizzata una solida slitta<br />

trainata da muli o asini, oppure una più piccola, il “carell”, trainata dai cavatori stessi.<br />

Castagno: l’albero del pane<br />

La conquista di spazio per il sostentamento ha lasciato segni evidenti nel territorio, come i muretti<br />

a secco riempiti con terra fertile che servivano per creare terrazze spaziose per i castagneti.<br />

I frutti hanno un elevato potere nutritivo e hanno rappresentato una risorsa provvidenziale<br />

per le popolazioni più povere delle montagne tanto che il castagno è stato soprannominato<br />

“albero del pane”. Il rapporto tra l’uomo e la pianta era totale: le castagne venivano mangiate<br />

in molti modi, le foglie servivano per riempire i materassi e per fare lettiere per le bestie, i ricci<br />

bruciati a mucchi servivano per affumicare le castagne e i rami secchi per le stufe, i pochi rimasugli<br />

nutrivano i maiali.<br />

16 trekkingitalia.org<br />

La cupidigia di Valfùbia: una leggenda della Val Codera<br />

Si racconta che il valligiano Valfùbia per cupidigia aveva osato rubare ad una povera donna vedova<br />

con molti figli da mantenere, spostando nottetempo a proprio favore i tèrmen (cioè le pietre<br />

lunghe e sottili che segnalano il confine tra i due terreni vicini). Per scontare questa odiosa malvagità<br />

il nostro personaggio fu costretto per un tempo che forse non avrà fine a vagare durante<br />

la notte per la valle, sempre adirato per la pena subita, travestendosi nelle fogge più disparate.<br />

Eccolo allora comparire improvvisamente, dopo la mezzanotte, tutto vestito di bianco, in Val<br />

Ghera o alla Ganda di Ulanòcc (sulla strada per Codera, tra le due attuali gallerie paravalanghe),<br />

a chiedere tabacco o a trarne da un taschino invisibile. Raccontano anche che più spesso lo si<br />

ode correre lamentandosi spaventosamente, facendo rotolare sassi per il pendio, o lanciando<br />

noci ai malcapitati che si avventurano nella notte per la strada della valle.<br />

Attenti dunque al Valfùbia!


sabato 28 Febbraio<br />

domenica 1 Marzo<br />

CODERA<br />

CON I BAMBINI<br />

IN VAL CODERA<br />

BU MARZ: IL RISVEGLIO<br />

DEI PRATI<br />

lombardia<br />

CIÌ<br />

AVEDEE<br />

COLA<br />

Raggiungere un paese senza strade né macchine<br />

attraverso boschi, prati e silenzio per far<br />

rivivere un’antica tradizione: nei primi giorni di<br />

marzo le famiglie camminano insieme tra gli alpeggi<br />

e suonando i campanacci invitano la terra<br />

al risveglio, nella speranza che possa offrire<br />

tanto foraggio per gli animali.<br />

È un invito alla primavera. Un omaggio alla vita<br />

che ricomincia e una divertente notte in rifugio.<br />

Trek itinerante di 2 giorni<br />

ITINERARIO PRIMO GIORNO<br />

Novate Mezzola (m 212), San Giorgio (m 748),<br />

Sentiero del Tracciolino, Codera (m 850)<br />

media tappa 3 ore<br />

ascesa: 650 metri - discesa: 15 metri<br />

NOVATE MEZZOLA<br />

SAN GIORGIO<br />

ITINERARIO SECONDO GIORNO<br />

Codera (m 850), Ciì (m 851), Avedee (m 798),<br />

Mezzolpiano (m 321), Novate Mezzola (m 212)<br />

media tappa 2 ore<br />

ascesa: 15metri - discesa: 650 metri<br />

Valutazione: facile/medio<br />

Viaggio in treno<br />

Pernottamento in rifugio<br />

FACILE MEDIO<br />

CODERA<br />

NOVATE MEZZOLA<br />

NOVATE MEZZOLA<br />

212 PRIMO GIORNO 850<br />

SECONDO GIORNO 212<br />

ATTREZZATURA CONSIGLIATA<br />

A pag. 32 trovi i suggerimenti sul tipo di abbigliamento adatto.<br />

WWW.TREKKINGITALIA.ORG<br />

se vuoi saperne di più.<br />

trekkingitalia.org 17


I GRANDI TREK<br />

FEBBRAIO<br />

MARZO<br />

mercoledì 4, 19 gg<br />

Cile, Argentina, PATAGONIA, LA FINE DEL MONDO<br />

viaggio & trek<br />

giovedì 5, 4 gg<br />

Trentino-Alto Adige, R. N. DOLOMITI DI FANES<br />

trek residenziale<br />

venerdì 6, 11 gg<br />

Francia d’Oltremare,<br />

PICCOLE ANTILLE ISOLA DELLA MARTINICA<br />

trek residenziale<br />

sabato 14, 4 gg<br />

Trentino-Alto Adige, SENTIERI INNEVATI<br />

PARCO DELLE ODLE PUEZ<br />

trek residenziale<br />

sabato 21, 8 gg<br />

Finlandia, BIANCA LAPPONIA<br />

trek residenziale<br />

giovedì 12, 4 gg<br />

Trentino-Alto Adige, R. N. CON LE CIASPOLE<br />

ALL’ALPE DI SIUSI<br />

trek residenziale<br />

sabato 14, 9 gg<br />

Marocco, TRA LE DUNE DELL’ERG CHEGAGA<br />

trek con bagaglio trasportato<br />

giovedì 19, 4 gg<br />

Trentino-Alto Adige, R. N. CON LE CIASPOLE<br />

IN VAL D’EGA<br />

trek residenziale<br />

venerdì 27, 4 gg<br />

Francia, LIONE: LES TRAVERSÉES DE LIONE<br />

trek della scoperta<br />

domenica 29, 8 gg<br />

Marocco, LE DUNE E L’ATLANTICO<br />

trek con bagaglio trasportato<br />

18 trekkingitalia.org


I GRANDI TREK<br />

APRILE<br />

MAGGIO<br />

ANTEPRIMA<br />

venerdì 3, 5 gg<br />

Toscana, SENTIERI DELLE ABBAZIE<br />

trek residenziale<br />

venerdì 3, 5 gg<br />

Toscana, SPOLETO, CASCIA, NORCIA<br />

trek residenziale.<br />

venerdì 3, 4 gg<br />

Toscana, PARCHI DELLA VAL DI CORNIA E<br />

GOLFO DI BARATTI<br />

trek residenziale<br />

venerdì 3, 4 gg<br />

Toscana, PARCO DELLA MAREMMA<br />

E MONTI DELL’UCCELLINA<br />

trek residenziale<br />

venerdì 3, 4 gg<br />

Francia, LES CALANQUES<br />

trek residenziale<br />

sabato 4, 9 gg<br />

Egitto, DAL DESERTO BIANCO A LUXOR<br />

viaggio & trek<br />

sabato 4, 8 gg<br />

Croazia, PASQUA ALL’ISOLA DI KRK<br />

trek residenziale<br />

sabato 4, 4 gg<br />

Liguria, LE TRE PERLE<br />

trek residenziale<br />

sabato 25, 9 gg<br />

Turchia, CAPPADOCIA E LICIA IN FIORE<br />

sabato 25, 8 gg<br />

Puglia, ORCHIDEE NEL GARGANO<br />

trek residenziale<br />

sabato 25, 8 gg<br />

Spagna, LA COSTA BRAVA<br />

trek con bagaglio trasportato<br />

mercoledì 29, 5 gg<br />

Toscana, ISOLA D’ELBA,<br />

PARCO NAZIONALE ARCIPELAGO TOSCANO<br />

trek residenziale<br />

giovedì 30, 4 gg<br />

Francia, LES BALCONS DE LA COTE D’AZUR<br />

trek itinerante<br />

giovedì 30, 4 gg<br />

Friuli-VeneziaGiulia, TRIESTE, IL CARSO E IL MARE<br />

trek residenziale<br />

giovedì 30, 4 gg<br />

Francia, ISOLE DI HYÈRES<br />

trek residenziale<br />

giovedì 30, 4 gg<br />

Abruzzo, IL RITO DEI SERPENTARI<br />

trek residenziale<br />

sabato 2, 8 gg<br />

Grecia, ISOLE DI TINOS E MIKONOS<br />

trek residenziale<br />

mercoledì 13, 4 gg<br />

Inghilterra, LONDRA<br />

trek residenziale<br />

sabato 16, 9 gg<br />

Sicilia, ISOLE EOLIE<br />

trek residenziale<br />

giovedì 28, 8 gg<br />

Sicilia, LA DORSALE APPENNINICA,<br />

DAI NEBRODI E MADONIE<br />

trek con bagaglio trasportato<br />

venerdì 29, 5 gg<br />

Emilia-Romagna-Marche,<br />

MONTEFELTRO L’ELEGANZA DELLA STORIA<br />

trek residenziale<br />

venerdì 29, 5 gg<br />

Emilia-Romagna, Toscana,<br />

CAMMINO DEGLI ABATI, BOBBIO-PONTREMOLI<br />

trek itinerante<br />

sabato 30, 9 gg<br />

Portogallo, MADEIRA, L’ISOLA DEI FIORI<br />

trek residenziale<br />

sabato 30, 8 gg<br />

Croazia, ISOLA DI RAB<br />

trek residenziale<br />

sabato 30, 5 gg<br />

Toscana, ISOLA DEL GIGLIO<br />

trek residenziale<br />

sabato 30, 4 gg<br />

Francia, GRAND CANYON DU VERDON<br />

trek con bagaglio trasportato<br />

sabato 30, 4 gg<br />

Svizzera, SCHAFFHAUSEN, SENTIERI DEL RENO<br />

trek residenziale<br />

trekkingitalia.org 19


LA LEGGENDA DEL SOLDATO PERDUTO<br />

Il Monte Orsa è stato da sempre la meta preferita per i giochi avventurosi dei bambini del paese. La<br />

strada che partiva dall’abitato si addentrava lentamente nel bosco, luogo perfetto in cui poter fantasticare<br />

per interi pomeriggi. Questa montagna aveva un forte richiamo per via delle sue gallerie e<br />

delle sue trincee mai usate, come uno scheletro disteso sul crinale, una carcassa di una guerra mai<br />

vista. Nel buio di quelle gallerie però i ragazzini non cercavano reperti bellici ma misteri e leggende.<br />

Venne fuori così questa inquietante storia che raccontava di un soldato solitario entrato nelle voragini<br />

della terra e mai più emerso. Aveva trascorso tutta la vita come una creatura lunare fino alla morte<br />

che lo trasformò in fantasma, uno scheletro in divisa e col moschetto in spalla e la baionetta innestata.<br />

La guerra che non c’è stata ha comunque creato le sue leggende.<br />

Linea Cadorna, il fronte neutrale<br />

A partire dall’estate del 1915 fino alla primavera del 1918, in pieno conflitto mondiale, fu costruito<br />

un imponente sistema di fortificazioni lungo il confine italo-svizzero. Chilometri di trincee,<br />

camminamenti, strade e mulattiere, oltre alle postazioni per mitragliatrici e cannoni. Perché mai<br />

costruire un’imponente barriera al confine con uno stato neutrale<br />

La guerra appena cominciata aveva insegnato una cosa, le regole stabilite non valevano più, così<br />

la Germania invade la Francia occupando il neutrale Belgio cogliendo tutti di sorpresa. L’Italia temeva<br />

che le truppe tedesche potessero attraversare la Svizzera come un corridoio per giungere<br />

in fretta al cuore produttivo dell’Italia.<br />

La guerra che non c’è stata ma che si vede<br />

Il temuto attacco nemico attraverso la Svizzera non avvenne mai, così la Linea Cadorna non è<br />

mai stata armata. La guerra non è mai arrivata su questa linea eppure ha lasciato tracce indelebili<br />

sul territorio. A segnare queste montagne è stata quindi la paura della guerra piuttosto che<br />

l’azione della guerra. Postazioni, camminamenti e trincee, costruite sfruttando le caratteristiche<br />

geomorfologiche, fanno ormai parte del paesaggio e raccontano una loro storia esattamente<br />

come fanno le rocce in cui sono sono incastrate.<br />

La trincea dei civili<br />

Con i soldati continuamente impegnati al fronte, a costruire questa imponente opera fu la popolazione<br />

che si fece strumento delle esigenze militari. Lo fece attraverso le maestranze specializzate<br />

non abili al combattimento, come cavatori, scalpellini, boscaioli. Un contributo fondamentale<br />

fu dato anche da bambini e donne: ai primi erano riservate le mansioni meno faticose<br />

come la guardia ai cantieri, le pulizie ed i lavori di manovalanza, mentre alle seconde venivano<br />

affidati incarichi da svolgersi tra i cantieri e le proprie abitazioni, così da favorire la doppia mansione<br />

di operaie e custodi del focolare. Così le donne conducevano i carri, raccoglievano la legna<br />

e preparavano il cibo per gli operai.<br />

Guerra e processi produttivi<br />

La Linea Cadorna ebbe un costo di circa 104 milioni di lire ed impiegò all’incirca 20.000 operai.<br />

Sono cifre vertiginose se si pensa che un operaio specializzato guadagnava 4 lire al giorno fu<br />

quindi un’opera notevole che produsse effetti anche sul sistema economico della zona. Per la<br />

sua costruzione si provò ad abbattere i costi riattivando vecchi processi produttivi nei territori<br />

limitrofi come l’apertura di vecchie cave ricavate nei residui morenici, gli scavi negli alvei dei<br />

fiumi per ricavare la ghiaia, la riaccensione di vecchie fornaci per produrre calce. Per le esigenze<br />

belliche furono espropriati parecchi lotti di terreno agricolo, requisiti e subito occupati nel giro di<br />

poche settimane nonostante le rimostranze dei piccoli proprietari. Si riattivarono processi economici<br />

positivi ma furono stravolti anche certi equilibri legati alla proprietà terriera e alle attività<br />

economiche ad essa collegata.<br />

20 trekkingitalia.org


domenica 11 Aprile<br />

100 ANNI DALLA<br />

GRANDE GUERRA<br />

LA LINEA CADORNA AL<br />

MONTE ORSA, I SEGNI DI UNA<br />

GUERRA COMBATTUTA ALTROVE<br />

lombardia<br />

Le fortificazioni realizzate sulla cresta tra il<br />

Monte Orsa e il Monte Pravello sono una traccia<br />

fisica, permanente e ben conservata, del passaggio<br />

della Storia. Si tratta però di segni da interpretare<br />

sotto un punto di vista insolito. Attraversare<br />

a piedi un luogo in cui la guerra è stata<br />

solo temuta e mai combattuta ci offre la possibilità<br />

di riflettere, oltre che sulla condizione umana<br />

dei soldati, sul dolore e la distruzione della<br />

guerra, anche sull’humus culturale e sociale,<br />

sulle paure e sulla frenesia del Paese in quegli<br />

anni che portò strati significativi di popolazione<br />

ad appoggiare l’ingresso in guerra dell’Italia.<br />

Trek giornaliero<br />

ITINERARIO<br />

Viggiù (m 506), Monte Orsa (m 991), sentiero<br />

delle trincee, Monte Pravello (m 1016), Viggiù<br />

(m 506)<br />

media tappa 4 ore<br />

ascesa: 530 metri - discesa: 530 metri<br />

Valutazione: facile/medio<br />

Viaggio in treno<br />

VIGGIÙ<br />

FACILE MEDIO<br />

MONTE PRAVELLO<br />

VIGGIÙ<br />

VIGGIÙ<br />

506 1016<br />

506<br />

ATTREZZATURA CONSIGLIATA<br />

A pag. 32 trovi i suggerimenti sul tipo di abbigliamento adatto.<br />

WWW.TREKKINGITALIA.ORG<br />

se vuoi saperne di più.<br />

trekkingitalia.org 21


APRILE


PROGETTO TS: TREK SCUOLA<br />

DEL VIAGGIARE INUTILE<br />

E DEL VIAGGIARE<br />

CHE FA CRESCERE<br />

Luca Scarazzati<br />

Spesso mi son trovato con la macchina fotografica piena di immagini, quasi mai davvero sazio di<br />

luoghi e di esperienza. Mi spostavo con la sensazione di essermi perso qualcosa. Ritrovavo nei racconti<br />

di viaggio di amici e conoscenti la stessa sensazione. Peggio ancora, ritrovavo questo vuoto<br />

nei giovani a cui facevo da guida e a cui pensavo di poter lasciare qualcosa di diverso. Non consideravo<br />

che buoni racconti e qualche interessante nozione non appresa tra i banchi di scuola non<br />

sarebbero stati sufficienti. Vedevo insegnanti soddisfatte dal bombardamento di informazioni e<br />

ragazzi vuoti quanto alla partenza.<br />

Si partiva, in gita, verso qualche città e si arrivava in esse con non chiare aspettative. Ho visto giovani<br />

inciampare nel Rinascimento, cadere nel Medioevo e rimbalzare, dopo un capitombolo, nell’età<br />

classica senza nemmeno essersi resi conto di dove fossero. Ci si spostava velocemente - spesso<br />

col pullman, qualche volta a piedi - da un monumento all’altro e li si inondava di parole e di informazioni<br />

tralasciando quello che potrei chiamare il “respiro” della città: la relazione tra monumenti, vie,<br />

luoghi e persone. I ragazzi attraversavano queste città e cercavano i loro luoghi e le loro immagini:<br />

certamente la foto del monumento da portare a casa ma soprattutto il negozio di grandi marche o<br />

il fast food dove fermarsi. Non coglievano il “respiro” e ancor meno le informazioni che cercavo di<br />

lasciargli. Poi via veloci sul pullman per andare a visitare il nuovo luogo.<br />

I pochi curiosi affacciati al finestrino e la maggior parte, come è giusto che sia, a far bisboccia. Erano<br />

passati, avevano guardato, ma non avevano visto nulla. Correndo e spostandosi freneticamente,<br />

visitandone il più possibile, non erano riusciti a cogliere il bello dei luoghi, a leggerne il paesaggio, la<br />

Storia. Li avevano semplicemente consumati. Non nuova conoscenza ma frammenti di conoscenze;<br />

esperienze senza vera crescita; non ricerca e neppure esplorazione; non incontro con l’altro, più<br />

che altro raccolta di immagini e di stimoli mal organizzati.<br />

22 trekkingitalia.org<br />

In questi anni, dallo scambio di esperienze, dall’ascolto delle storie di altri, dallo studio, dalle letture,<br />

ho compreso che c’era un denominatore comune a chi come me cercava di dare senso al proprio<br />

viaggiare: il grande valore del Camminare. Camminare significa andare piano, andare al passo naturale<br />

del mondo. Camminare significa potersi guardare attorno e ascoltare. Camminare significa<br />

anche potersi fermare a osservare i luoghi e aspettare che essi raccontino o che ci vengano raccontati<br />

mentre li osserviamo. Camminare significa incontrare, e quindi confronto. Camminare talvolta<br />

significa fatica, mettersi alla prova, superare difficoltà e talvolta condividerle con chi cammina con<br />

te. Un vero viaggio, o Grand Tour, se vogliamo, che non necessita di grandi distanze, ma semplicemente<br />

di esser intrapreso. Camminare ci riconsegna tra le mani, passando dai piedi, la dignità e il<br />

senso del viaggiare nel suo modo così antico ma pure innovativo.<br />

Cominciata, così, la mia piccola rivoluzione di viaggio a piedi, ho voluto cercare un contesto dove poter<br />

mettere in pratica nel lavoro questo “nuovo” modello, e ridare al viaggio e ai luoghi attraversati la<br />

loro bellezza, il loro significato. Volevo verificare se davvero camminare fosse, come lo era stato per<br />

me, il modo attraverso cui la generazione travolta dal consumo di luoghi e immagini sarebbe stata<br />

in grado di cogliere e vivere il viaggio nei suoi diversi aspetti e sfaccettature. Ovviamente son finito<br />

dove chi del camminare fa da anni stile di vita...


E lì, camminando camminando, e lavorando lavorando, ho visto questa nuova generazione, nonostante<br />

i limiti di quest’era, passo dopo passo riuscire a rallentare e a rendere una gita di pochi giorni<br />

un piccolo viaggio, in altri termini, un piccolo Grand Tour.<br />

Seguendo le vie dei pellegrini che si inoltrano tra le colline toscane - rigorosamente sempre a piedi -<br />

dopo un primo spaesamento riuscire a cogliere il bello e l’armonia spesso smentendo le aspettative<br />

che l’immaginario aveva creato. Con i giusti tempi del camminare (e le sapienti indicazioni della guida,<br />

ovviamente...), “studiare” il paesaggio attraversato e decodificare i segni che narrano del millenario<br />

rapporto tra l’uomo e l’ambiente. “Assaporare”, nonostante qualche disagio da sopportare e<br />

con qualche inevitabile lamentela, le stesse fatiche dei pellegrini. Provare la medesima sensazione<br />

di sollievo all’arrivo all’abbazia o alla città, proprio come avveniva secoli addietro. Addentrarsi per<br />

le vie e scoprire i monumenti riuscendone a cogliere la relazione col territorio, il significato. Infine<br />

fare l’esperienza del confronto con l’Altro lungo il sentiero: l’incontro con i moderni pellegrini che<br />

tutt’oggi attraversano quei luoghi o con i monaci che lì ancora vivono, un po’ sospesi tra presente<br />

e passato.<br />

E poi ho constatato che camminare sulle orme di Renzo, e seguirle fino a casa di Lucia, rende un po’<br />

più interessanti “I promessi sposi”, li rende concreti, li attualizza. Ricostruire la vicenda attraversando<br />

a piedi i luoghi del romanzo aggiunge al racconto il fascino del vissuto e stimola la voglia di<br />

conoscere. E ancora, seguire sul sentiero le tracce del gigante bianco che col caldo rimpicciolisce<br />

può diventare un’interessante esplorazione geografico-scientifica svolta direttamente sul territorio.<br />

L’ascolto della natura che sussurra i suoi segreti, stando in silenzio, diventa un momento sia di<br />

riflessione personale sia di sensibilizzazione all’ambiente e alla bellezza; tutto questo si trova solo<br />

nel ritmo lento del cammino e dei luoghi in cui solo il camminare ci può portare.<br />

La richiesta di ripetere l’esperienza è la conferma che qualcosa è cambiato, che il nostro obiettivo<br />

è stato raggiunto. Ho visto bambini diventare piccoli grandi scalatori condividendo con i compagni<br />

la fatica prima e la gioia della vetta poi, e una classe di venticinque individui trasformarsi in gruppo<br />

affiatato; questa, per una guida, è una delle esperienze più appaganti.<br />

Questo porta a costruire passo passo un atlante dei luoghi visitati. Un atlante costruito sulle conoscenze<br />

acquisite, ma anche secondo le linee impalpabili della geografia emozionale che corrono<br />

dentro ciascuno di noi quando siamo in viaggio. Così, in qualche modo, racchiudiamo il mondo nelle<br />

nostre mani: vivendolo, ascoltandolo e poi raccontandolo.<br />

Indagine e lezioni di Geografia certo, ma anche di Storia e spunti di Arte. Un po’ di Scienze, la condivisione,<br />

il gruppo. L’educazione alla bellezza artistica e naturale e il confronto con l’altro. L’allontanamento<br />

dall’immagine stereotipata e la ricerca, in qualche caso, di essa; il contatto coi luoghi, i suoi<br />

tempi e le sfaccettature. Il superamento delle piccole prove, da affrontare da soli o con il gruppo...<br />

Tutti ingredienti che dimostrano che il Viaggio esiste ancora e che la nuova generazione, camminando<br />

camminando, ha ancora la possibilità di fare, se vuole, un percorso che porta, inevitabilmente,<br />

al cambiamento e, quindi, alla crescita.<br />

trekkingitalia.org 23


NORDIC WALKING<br />

Il nordic walking o camminata nordica è uno sport che si sta affermando<br />

in tutto il mondo. Consiste in una camminata con i bastoncini... attenzione<br />

però! Molti di noi hanno già camminato con i bastoncini ma questo<br />

modo di utilizzarli è diverso: il bastoncino nel nordic walking serve a<br />

spingere e non come appoggio. Non bisogna pensare che si vada più<br />

veloci o si faccia meno fatica, il principio fondamentale di questa nuova<br />

disciplina è infatti quello di coinvolgere il maggior numero possibile<br />

di muscoli e, di conseguenza, aumentare il dispendio energetico, a<br />

parità di velocità e di distanza percorsa, con l’obiettivo di migliorare<br />

la forma fisica.<br />

Pensiero comune è credere che camminare con i bastoncini sia cosa<br />

scontata e facile. Ma fin dai primi passi ci si rende conto che il movimento<br />

è diverso rispetto al trekking, più complesso, richiede e sviluppa una<br />

buona coordinazione dinamica generale ed oculo-manuale migliorando<br />

la postura e favorendo l’acquisizione di schemi motori trasferibili nella<br />

vita di tutti giorni .<br />

Il nordic walking nella sua forma attuale di attività fisica e ricreativa nasce<br />

in Finlandia negli anni ‘80 ed arriva in Italia verso la fine del 2003.<br />

Nel Paese in cui ha avuto origine questo sport viene praticato, almeno<br />

una volta alla settimana, da circa il 14% della popolazione con una leggera<br />

predominanza delle donne rispetto agli uomini .<br />

Alla fine del 2007 la popolazione finlandese stimata praticante questo<br />

sport era di circa 8 milioni. Con walkers inizialmente concentrati nel nord<br />

alpino e nella zona di Roma ad oggi il nordic walking si sta diffondendo velocemente<br />

in tutta Italia, la stessa cosa sta accadendo anche negli altri<br />

Paesi europei ed extraeuropei (Giappone, Stati Uniti, Canada, Australia).<br />

La sede di Milano di Trekking Italia, grazie alla lungimiranza di Sergio Migliavacca<br />

e l’incontro con Rita istruttrice di nordic walking, ha introdotto<br />

già dal 2013 questa attività fra le proposte per i soci come sport propedeutico<br />

al trekking ma soprattutto come proposta di attività motoria<br />

adatta a tutti, praticabile da soli o con gli amici a “km zero”: nelle pause<br />

pranzo, all’uscita dall’ufficio, tutti i giorni sfruttando i parchi che anche<br />

in una città come Milano sono parecchi e spesso poco fruiti.<br />

Fra i punti di forza del nordic walking vi è quello di poter essere praticato<br />

ovunque: non solo nei parchi cittadini, ma anche sulla spiaggia, in pianura,<br />

in collina e in montagna su sentieri sterrati con pendenze variabili<br />

e non molto ripide, l’ideale è fra il 4% e l’ 8%, in modo da poter sfruttare al<br />

massimo l’ampiezza dei movimenti e la continuità del passo. Con pendenze<br />

superiori la rullata del piede perde la sua completezza e la spinta<br />

delle braccia si accorcia. In alcuni paesi come la Germania il servizio sanitario<br />

copre i costi dei corsi perché ne riconosce le caratteristiche di<br />

prevenzione primaria. In Italia per ora solo alcuni medici all’avanguardia<br />

lo prescrivono con ricettario ASL segnalando posologia e dosi (quante<br />

volte alla settimana, per quanto tempo, a quanti km orari) in patologie<br />

quali il diabete, l’obesità, il parkinson e in fase post operatoria nelle donne<br />

operate al seno.<br />

Fra questi medici anche la Dr.ssa Milena Colzani, diabetologa e nutrizionista,<br />

nordic walker convinta, è impegnata nella promozione di questa<br />

disciplina fra i suoi colleghi medici oltre che fra i propri pazienti ed alla<br />

quale abbiamo posto alcune domande:<br />

CORSO AVANZATO<br />

7-14-21-28 marzo / 11 aprile<br />

livello 1 ore 14-16<br />

tecnica N.W. abbinata a basi per un corretto<br />

esercizio fisico (calcolo fc max, tecnica di<br />

respirazione in salita e discesa, propriocettività,<br />

alimentazione e abbigliamento ecc.)<br />

livello 2 ore 10-12<br />

tecnica N.W. abbinata a basi per un corretto<br />

esercizio fisico (tecniche di respirazione, rilassamento,<br />

propriocettività, coordinazione<br />

oculo manuale ecc.)<br />

CORSI BASE & MANTENIMENTO<br />

corso base, ore 11<br />

5 lezioni da 1,15 h<br />

quota 55 euro<br />

corso mantenimento, ore 11<br />

5 lezioni da 1,15 h<br />

quota 50 euro<br />

corso del sabato, ore 11<br />

31 gennaio, 7/14/28 febbraio e 7 marzo<br />

corso della domenica, ore 11<br />

1/8/15 febbraio e 1/8 marzo<br />

gruppo minimo 9 - max 12<br />

NORDIC WALKING IN VAL DI FIEMME<br />

20-21-22 febbraio<br />

Nella splendida cornice del paesaggio invernale<br />

della Val di Fiemme, emozioni e orienteering<br />

si alterneranno nelle tre giornate.<br />

Accompagnatore Pino Della Sega<br />

(International Coach di Nordic Walking,<br />

maestro sci di fondo, istruttore nazionale<br />

di orienteering, cartografo)<br />

24 trekkingitalia.org


Perché consigliare una regolare attività fisica<br />

“È ormai ampiamente dimostrato che la correzione delle abitudini di vita<br />

sedentarie (vedi uso di ascensori, mezzi di locomozione in genere oppure<br />

anche solo il telecomando) è in grado di prevenire lo sviluppo del<br />

diabete in persone geneticamente predisposte e sempre più numerose<br />

sono le pubblicazioni che dimostrano come l’attività fisica sia una cura<br />

per chi è già affetto da tale patologia “.<br />

È sufficiente consigliare genericamente “fai attività fisica”<br />

“Nei pazienti affetti da disturbi metabolici quali obesità, diabete, ipertensione<br />

arteriosa e dislipidemie, l’attività fisica ha la stessa valenza<br />

dei trattamenti farmacologici e, pertanto, deve essere prescritta alla<br />

stessa stregua di un farmaco specificando cosa fare, quanto fare e per<br />

quanto tempo (intensità, frequenza e durata)”.<br />

Come collocare in quest’ottica il “ nordic walking”<br />

“Il grosso vantaggio di questa disciplina è quello di permettere un lavoro<br />

aerobico alattacido che favorisce le ossidazioni biologiche di carboidrati<br />

e grassi a livello dei muscoli. Molto utile la costituzione, ove possibile, di<br />

piccoli gruppi per favorire la possibilità di dialogare mentre si cammina<br />

per verificare di non essere in debito di ossigeno durante l’esercizio. È<br />

piacevole praticare un’attività condividendola con altri ma non si creda<br />

che questa sia una disciplina che non produca anche “un effetto dimagrante”.<br />

In effetti permette di consumare circa 400 cal/ora. Per cui, se<br />

praticata per solo 1/2 ora al giorno ci consente di consumare circa 200<br />

cal/giorno che moltiplicato per 5 giorni alla settimana presuppone un<br />

consumo di circa 1.000 cal/settimana, 4.500 cal/mese ovvero circa<br />

9.000 calorie ogni due mesi. Ogni 9.000 calorie circa si perde un chilo di<br />

peso corporeo cioè 6 Kg in un anno! E se a questo aggiungiamo il fatto<br />

che questa attività aerobica mobilizza i grassi, se praticata in maniera<br />

continuativa, si arriva a concludere che alla fine dell’anno si è, quanto<br />

meno, rimodellato il nostro corpo in senso metabolicamente positivo<br />

(meno tessuto adiposo e più massa magra).<br />

Numerosi studi hanno dimostrato che la regolare pratica del nordic<br />

walking è efficace nella cura del diabete, la Scuola Italiana Nordic<br />

Walking (SINW), in collaborazione con diversi centri diabetologici,<br />

ha promosso il progetto “Nordic Walking Diab“ che si propone di diffondere<br />

la camminata sportiva tra le persone con il diabete”.<br />

Questi molteplici riscontri positivi dell’applicazione del nordic walking<br />

in ambito di prevenzione e promozione della salute sono la spinta che<br />

ci ha portati alla ricerca di sinergie che promuovessero questa attività<br />

motoria. Dalla collaborazione fra Trekking Italia e gli istruttori della<br />

scuola certificata del Team Triangolo Lariano lago di Como ASD, nasce<br />

così ed è in evoluzione il settore nordic walking di Milano. Gli istruttori<br />

che seguono i corsi e organizzano le varie attività proposte appartengono<br />

tutti alla SINW, alcuni di loro sono anche istruttori FIDAL e tutti<br />

sono costantemente impegnati in una continua formazione ad ampio<br />

raggio che riguarda sia gli aspetti didattici che quelli di applicazione<br />

di questa tecnica a campi più complessi (nordic e diabete, nordic e<br />

oncologia, ecc).<br />

APERINORDIC<br />

Sarà un momento di incontro tra “vecchi” e<br />

“nuovi” amici di Nordic Walking<br />

mercoledì 21 gennaio<br />

ore 19 breve lezione di prova<br />

al Parco delle Basiliche<br />

ore 20 aperitivo autogestito presso la sede di<br />

Trekking Italia, via Santa Croce 2<br />

tonifica i<br />

muscoli<br />

migliora<br />

l’autostima<br />

migliora<br />

l’equilibrio<br />

psicofisico<br />

rinforza<br />

il sistema<br />

immunitario<br />

migliora il<br />

sistema<br />

circolatorio<br />

aiuta<br />

a dimagrire<br />

favorisce il<br />

contatto con<br />

la natura<br />

PER INFORMAZIONI<br />

Rita Mantovani<br />

nordic.walking@trekkingitalia.org<br />

sviluppa la<br />

creatività<br />

aumenta<br />

la resistenza<br />

aiuta<br />

a socializzare<br />

diverte<br />

aiuta<br />

a gestire lo<br />

stress<br />

PER ISCRIVERSI<br />

Trekking Italia<br />

milano@trekkingitalia.org<br />

tel. 02 8372838 - 02 8375825<br />

NOTA<br />

per partecipare ai corsi e alle attività di N.W.<br />

occorre essere iscritti a Trekking Italia<br />

trekkingitalia.org 25


LE LETTERE DEI SOCI<br />

26 trekkingitalia.org<br />

DOLOMITI DI CORTINA<br />

È il secondo anno che accompagno questo trek. Quest’anno il gruppo era<br />

costituito da soci provenienti da Bari, Firenze, Venezia e una coppia di inglesi.<br />

Il viaggio per Cortina tortuoso con il solito ritardo dei treni. Arrivati al rifugio<br />

Palmieri, tutto il gruppo riunito per la cena e un breve briefing per programmare<br />

il periplo della Croda da Lago. È da quel contesto che la vulcanica Stefania<br />

ha coniato per il gruppo: “E periplo fu!”.<br />

Da subito ho avuto il privilegio di avere un gruppo di soci meravigliosi, coeso,<br />

allegro. Abbiamo condiviso le emozioni di camminare in un meraviglioso<br />

territorio, guastato da giornate di pioggia, ma con il morale sempre buono!<br />

Al terzo giorno si parte per il rifugio 5 Torri e, da Averau, vetta del Nuvolau, ci<br />

si stringe la mano e lo sguardo spazia a 360° davanti a una corona di monti<br />

di immensa bellezza: il Cristallo sopra Cortina, il Sorapis, i Lastoi de Formin, il<br />

Lagazuoi, il Sas de Stria e l’imponente Tofana di Rozes.<br />

Sempre emozionante camminare ai piedi della Tofana di Rozes, un passaggio<br />

un po’ esposto, ma sicuro tenendoci per mano. Emozionarsi guardando<br />

uno scoiattolo che salta da un albero all’altro e stupirsi per un fiore, Scarpetta<br />

di Venere, Raponzolo di roccia e abbracciare un pino cembro. Al termine del<br />

nostro viaggio nella natura mi sento appagato di aver trascorso con i nuovi<br />

soci una magnifica avventura.<br />

Valentino Galbusera<br />

LA MIA “MILITANZA” IN TREKKING ITALIA<br />

Per me camminare è viaggiare; un viaggio lento, immerso nel paesaggio,<br />

durante il quale è possibile fotografare tutto ciò che ti colpisce, ma anche<br />

chiacchierare piacevolmente e conoscere le persone con cui stai viaggiando.<br />

A volte ti mette un po’ alla prova, con qualche difficoltà inattesa,<br />

ma gli accompagnatori sono sempre lì, attenti e pronti a darti una mano<br />

se ne hai bisogno.<br />

È questo che trovo in Trekking Italia: il viaggio e la conoscenza, di bei luoghi<br />

e belle persone.<br />

È bello ed è per questo che da diversi anni viaggio con Trekking Italia.<br />

È bello anche perché non siamo clienti, siamo soci. Abbiamo la possibilità<br />

di dare consigli e idee, suggerire come organizzare meglio quel trek<br />

l’anno successivo, quali tappe aggiungere e quali cancellare, provare a<br />

organizzare insieme un nuovo trek, insomma essere parte di un gruppo.<br />

È per questo che a fine trek normalmente ci si ritrova tutti insieme: per<br />

decidere quale sarà il prossimo trek!<br />

Franca Marini<br />

PAESAGGI D’OLANDA<br />

Olanda, questo è il mio secondo paese perché ho lavorato più di 20 anni<br />

nella fabbrica Philips di televisori.<br />

Quando 15 anni fa riuscii a convincere Sergio a mettere in catalogo un<br />

viaggio con le biciclette e lo facemmo, fu un successo: riempimmo noi<br />

di Trekking Italia un veliero. Si va lungo un pittoresco itinerario nel nord<br />

dell’Olanda, tra acque e terre su isole ancora integre, un tempo appartenenti<br />

ad un grande delta sul Mare del Nord.<br />

In questo tour abbiamo come albergo un veliero, capitanato da un simpatico<br />

skipper che rende il viaggio affascinante.<br />

In tempi di crisi economica nel nostro paese, l’Olanda ci mostra molto di<br />

come fa ad implementare il turismo: sono maestri! Dovremmo imparare<br />

a farlo così anche da noi.<br />

Raffaello Mosca<br />

CANYON E FORESTE DELLA VALLE DI NON<br />

Mi sono chiesto che cosa mi attragga di questi luoghi. Quale sia il motivo che mi<br />

spinge periodicamente a risalire la valle dell’Adige per poi entrare nella strettoia<br />

che il torrente Noce si è aperto tra le rocce per scendere dal lago di Santa Giustina<br />

fino a Mezzocorona e poi cosa mi spinga più su, fino ai dolci pendii ricoperti<br />

di meleti e di pascoli, fino agli immensi boschi che chiudono la valle.<br />

Qui non ci sono gli appicchi fantastici delle Dolomiti classiche, né le nevi e i<br />

ghiacciai delle Alpi Occidentali. Questo è il lato gentile della montagna. È vero ci<br />

sono alcune forre paurose, i canyon impressionanti che i fiumi si sono aperti<br />

nel corso dei secoli, ma sono ben nascosti, come gemme preziose, in mezzo<br />

ai boschi.<br />

Questo è il posto del camminare lento, delle pendenze dolci, con i panorami<br />

ampi, i paesini raccolti intorno ai loro campanili, con lo sguardo che si perde su<br />

lontane vette. E poi ci sono le memorie di una civilizzazione storica, i santuari,<br />

gli eremi, le tracce di una devozione antica, i segni del passaggio dei pellegrini.<br />

È tutto questo che mi attira quassù: una vacanza rilassante, un albergo tranquillo<br />

sulle rive di un laghetto alpino con una cucina gustosa che sposa la tradizione<br />

con la modernità.<br />

Maurizio Oglio


LE LETTERE DEI SOCI<br />

TOUR DU MONT BLANC<br />

La meta di un viaggio non conta. L’ho sentito dire mille volte. Per capire realmente<br />

cosa vuol dire questa frase, per afferrare il concetto con i piedi,<br />

sono andato a camminare insieme ad altre dieci persone intorno al Monte<br />

Bianco. È un trek di nove tappe che cuce una sciarpa intorno al padre di<br />

tutte le montagne. È un percorso ad anello: Courmayeur-Courmayeur. Appena<br />

prima di cominciare il viaggio, di fronte allo storico ufficio delle guide<br />

alpine, ci siamo messi in cerchio, ho chiesto di notare la distanza fisica<br />

tra i nostri corpi, di registrare linee e colori nei nostri volti, di pensare alle<br />

aspettative sul viaggio che stava per cominciare e su noi stessi, infine ho<br />

chiesto di guardare i nostri scarponi, belli, puliti e pronti.<br />

Poi siamo partiti e il viaggio, arrotolato su se stesso fino a quel momento,<br />

si è infine svolto.<br />

Quando, dopo circa 160 chilometri, siamo rientrati a Courmayeur, come chi<br />

avesse appena compiuto un viaggio talmente dentro al mondo da sembrare<br />

un viaggio fuori dal mondo, ancora di fronte all’ufficio delle guide ho<br />

ripetuto lo stesso rito. Ci siamo fermati lì, stesso posto, stesse persone,<br />

stesso cerchio. E quindi tutta questa fatica Tutta quest’acqua presa<br />

Tutta questa terra calpestata Per poi essere esattamente dove eravamo<br />

quando siamo partiti Prima di partire eravamo già arrivati, tanto valeva<br />

non camminare affatto. Quando la meta di un viaggio coincide con il punto<br />

d’arrivo, o hai perso molto tempo, o hai fatto un grande viaggio.<br />

A guardar bene, in realtà, niente era lo stesso. È stato molto più facile formare<br />

il cerchio che adesso era molto più stretto, non c’erano distanze tra<br />

i corpi, eravamo abbracciati senza più temere la fisicità dell’altro, senza<br />

timidezza. I nostri occhi erano più grandi e luminosi come accade a chi ha<br />

assorbito molta bellezza o a chi semplicemente ha visto cose più grandi<br />

di lui. La pelle del viso e le spalle avevano nuove forme, di chi ha superato<br />

diversi ostacoli. Il sorriso spontaneo di chi ha segretamente iniziato a<br />

creare incredibili ricordi, storie da narrare. I nostri scarponi erano sporchi,<br />

stanchi, orgogliosi, con le suole un po’ più lisce e la forma modellata sul<br />

nostro piede.<br />

Il viaggio ci aveva cambiati, non la meta.<br />

Il viaggio è la meta.<br />

Carmelo Vanadia<br />

ALTA VIA 2 DELLA VALLE D’AOSTA<br />

Tre passi tra gli stambecchi.<br />

Fantastica fioritura quest’anno sui pascoli dell’Alta Via 2 in Valle d’Aosta:<br />

ovunque campanule, genziane, ranuncoli, semprevivi, arniche e margherite<br />

di tutti i colori, una tavolozza con tutte le sfumature dei gialli, dei rossi, dei<br />

verdi e dei blu.<br />

Partiamo da Cogne e saliamo al Rifugio Sella attraversando la bellissima<br />

Valnontey ai piedi del Gran Paradiso, ceniamo con i vecchi amici del rifugio<br />

e all’alba affrontiamo la salita al colle Lauson tra marmotte, camosci, stambecchi<br />

e branchi di gracchi che volano sopra di noi, poi giù, in Valsavarenche,<br />

dove ci attende una bella zuppa con la fontina.<br />

L’indomani ci alziamo presto e saliamo tra mucche e alpeggi fino al casino di<br />

caccia di Orvielles dove ci fermiamo a guardare gli scalatori che affrontano la<br />

vetta del Gran Paradiso. Pucciamo i piedi nel lago Djouan e via verso il colle<br />

dell’Entrelor dove dall’alto ci osservano curiosi i camosci, poi scolliniamo e<br />

scendiamo in val di Rhemes per un’ottima cena valdostana al Boule De Neige.<br />

Ci resta un ultimo sforzo per affrontare la ripida salita al Col Fenetre che ci<br />

porterà in Valgrisenche dove scendiamo tra boschi di larici secolari.<br />

Un simpatico gruppo con varie tipologie umane: dal solitario meditativo all’esuberante<br />

uomo di marketing ma tutti giramondo e buoni camminatori con<br />

la passione per la natura ed i viaggi. Già dalla prima sera i più estroversi hanno<br />

stimolato i timidi, il gruppo si è amalgamato, tutti sono entrati in sintonia<br />

e si è finito cantando.<br />

Paolo Canova<br />

CORSICA, GR20<br />

Ci si può domandare cosa spinga a fare un percorso di più giorni, faticoso, difficile,<br />

disagevole. La risposta che mi sento di dare è che è BELLISSIMO. Camminare<br />

giorni su terreni sconnessi senza mai vedere una strada asfaltata e<br />

una macchina è uno dei modi più intensi di viaggiare.<br />

Metti alla prova il tuo corpo, devi trovare forza e armonia, ti senti totalmente<br />

avvolto nella natura.<br />

Oggi il GR20 è stato addomesticato rispetto ad anni fa, nonostante ciò rimane<br />

uno dei percorsi simbolo di questa modalità di viaggio. È selvaggio, a volte<br />

inospitale, altre dolcissimo, nessun dislivello eccessivo, ha tratti tecnicamente<br />

impegnativi, si dorme, si mangia, ci si lava male.<br />

Ti rimane nella pelle e, al ritorno, senti di aver fatto una cosa speciale.<br />

Riccardo Cerastico<br />

trekkingitalia.org 27


LE LETTERE DEI SOCI<br />

IRLANDA WESTERN WAY<br />

Da quando 8 anni fa mia figlia si è trasferita per lavoro a Dublino, ho fatto<br />

dell’Irlanda la mia seconda patria. Ci sono stato numerose volte e da qualche<br />

anno accompagno il trek sulle Wicklow, a sud di Dublino.<br />

Lo scorso anno sono stato invitato a scoprire le possibilità di un trek nel<br />

nord ovest, nelle contee di Mayo e Connemara, posti che avevo già visitato<br />

in auto.<br />

Ho scoperto un mondo fantastico e ho subito programmato un trek: il sentiero<br />

della Western Way, un sentiero che attraversa queste contee in un<br />

continuo mutare di panorami e sensazioni. Dalle desolate vallate, dove si<br />

ha la sensazione di camminare in quota, circondati da alte montagne, ma<br />

si è invece quasi al livello del mare e i monti sono alti non più di 800 metri.<br />

Dai fiordi marini, circondati da estese brughiere di erica fiorita, dalle numerose<br />

pecore, col loro musetto nero e le caratteristiche corna rivolte, dalle<br />

vedute panoramiche sulla baia di Crew, con le sue numerose isolette e le<br />

spiagge dal colore mediterraneo, dagli spazi ampi e aperti verso l’infinito,<br />

dalle foche che si sdraiano al sole in una caletta riparata, dal cielo d’Irlanda,<br />

che cambia in continuazione, rendendo il paesaggio una tavolozza di colore,<br />

che culmina con i suoi arcobaleni.<br />

Camminare su sentieri, piccole strade e a volte nella bagnata torba, per<br />

poi arrivare a fine tappa in un pub, bersi una pinta di Guinness, ascoltare i<br />

suoni a volte melodici a volte forti che ti circondano, rendono ogni giornata<br />

unica. In questa occasione, poi, eravamo accompagnati da un simpatico<br />

ragazzone irlandese che, con i suoi racconti veri e falsi, ha contribuito a<br />

farci entrare nello spirito di quelle contrade.<br />

Andare in Irlanda per un trek... proprio un’idea vincente.<br />

Enrico Ferrari<br />

Non solo il camminare piacevole, a volte insidioso fra le torbiere o, nel caso<br />

del Monte Sacro, sulla pietraia. Sono stato colpito dalla mescolanza di emozioni<br />

visive e oniriche.<br />

- Paesaggi infiniti, l’orizzonte non riusciva a chiudere la vista; appena lo<br />

spazio tentava di chiudersi, immediatamente arrivava lo spunto del luogo<br />

raccontato dalla guida irlandese Barry, storie vere o leggende che fossero,<br />

ma concrete dei luoghi (senza il finale anch’esse)<br />

- Magia dei luoghi, si percepisce l’energia degli eventi accaduti nei secoli<br />

- Pecore, tante, ma tante, ma tante di ogni razza - Erica compatta che con il<br />

suo colore purpureo trasforma le colline in giganteschi cuscini<br />

- Mare, laghi, stagni, differenze Nessuna. L’acqua era specchio del cielo<br />

che ogni minuto cambia, difficile per la mente rimanere ancorata alla razionalità<br />

- Isole vicine e lontane sul mare, “sul” non è una espressione geodetica,<br />

ma legata ai paesaggi infiniti - Foche, “bottiglianti in acqua”<br />

- Pesca, a dir poco miracolosa, di astici e granchi giganti - Pesca del salmone,<br />

arte sopraffina - Abitanti e gestori dei B&B, disponibili di più: amici<br />

da sempre ritrovati, chiacchiere, battute, racconti - Birra, salmone, speciali<br />

zuppe, colazioni, felicità alla vista, e non solo (un chilo in più in 7 giorni).<br />

Ritornarci Una Guinness non è possibile rifiutarla.<br />

Pierettore Santagostino<br />

Anch’io voglio ringraziare di tutto cuore Enrico, anche per la felice scelta<br />

di Barry, è stata una vacanza veramente bella e molto particolare. Ringrazio<br />

anche tutti gli altri per la compagnia piacevole e per le chiacchierate<br />

che ci siamo fatte, anche se devo ammettere che a volte mi isolo un<br />

po’ troppo, ma che volete, una zitella incorreggibile come me...<br />

Margaretha Pupp<br />

Caro Enrico, (e cari tutti, questa la rubo volentieri a Sergio).<br />

Un grazie speciale a te, per il tuo gran lavoro e per la scelta di Barry, che è<br />

stato eccezionale.<br />

Per quanto riguarda la nostra guida italiana (e qui premetto che Enrico mi ha<br />

pagato pochissimo, a cosa servono gli amici, se no) ho ritrovato quello che<br />

già conoscevo: la capacità di star vicino a tutti, senza mai forzare niente, e<br />

quella di essere poi un fantastico compagno di silenzi e Guinness, sorrisi e<br />

Guinness, risatona e Guinness.<br />

In ogni momento, grazie a Barry, abbiamo avuto un po’ di leggende che camminavano<br />

con noi con due o tre giorni finali assolutamente magici, negli spostamenti<br />

da penisola ad isole, in un gran mare di luce.<br />

Luce che moltiplica luce. Grande cupola azzurrofumosa, che bacia la grande<br />

distesa azzurrosalina. La prima valle, Valle di Inagh, un grande corridoio<br />

verde muschio sempre guardato a vista dai nuvoloni muscolosi Barry che mi<br />

chiede se ho visto dei cani su quella collina, fughe pilotate di pecore testanera<br />

sui costoni morbidi, accidenti, perché non mi faccio controllare la vista<br />

Nuovo silenzio di giacche a vento molto discrete, come sono le previsioni<br />

Eddai, andiamo a vedere fin là, paesaggio di pastori, onde viola sul verde<br />

muschio, tutta erica di un bel lillà pallido, passo che sprofonda nel cuscino<br />

torboso e giovane asino goloso che vuole il bis di biscottini.<br />

Enrico, forse ti invierò un brano su questa falsariga un po’ delirante, come<br />

giusto commento alle sensazioni che il percorso, nel suo insieme, ci ha regalato...<br />

(il tipo di prosa folle non è una mia invenzione, ma è derivato da quelle<br />

forme, con risultati ben superiori, dei maestri di letteratura Joyce e Celine).<br />

Piero della Rovere<br />

28 trekkingitalia.org


LE LETTERE DEI SOCI<br />

INGHILTERRA, VALLO DI ADRIANO<br />

LA VIA DEL SALE: RICORDI<br />

La mitica via del sale, il trek che consente all’escursionista di raggiungere<br />

dalla Pianura Padana l’azzurro del Mar Ligure attraverso monti e<br />

valli rimaste disabitate, il trascorrere in quattro giorni dall’inverno del<br />

Monte Lesima all’estate di Recco e di assaporare la cucina di quattro<br />

regioni.<br />

Quante volte ho percorso questo itinerario: 26 o 27 volte ed altrettante<br />

volte lo rifarei. Però il pensiero va a tanti anni fa (forse 20) quando, per<br />

la prima volta, due sprovveduti lo hanno percorso. E, mentre un nodo<br />

si ferma in gola, il ricordo va a quando insieme all’amico Mario Panizza<br />

abbiamo scritto un opuscolo sulla Via del Sale...<br />

“C’era nello sguardo di quei due, seduti sulla panchina della stazione,<br />

l’irrequieta gioia di un’imminente novità. Saliti sul primo bus del mattino<br />

si sedettero tentando invano di addormentarsi, partiti nell’oscurità<br />

cercarono, attraverso i finestrini, tutte le luci note dei paesi della valle<br />

al cui termine era Varzi. Lesti scesero con agile rotazione del busto, si<br />

addossarono lo zaino dileguandosi rapidamente nel buio.<br />

Dopo un’ora di marcia si volsero per un ultimo sguardo a Varzi che l’alba<br />

disvelava, acciambellato, nella sua conca. Una malcelata fretta rendeva<br />

il passo veloce, passavano i piccoli borghi e le case sparse, i sentieri<br />

noti, per salire sempre più su verso itinerari sconosciuti, segnati frettolosamente<br />

a matita su una sgangherata cartina rimediata chissà dove.<br />

Giunti alle case del Brallo sostarono solo qualche minuto per bere un<br />

poco d’acqua e poi via: la mulattiera di Annibale li aspettava per condurli,<br />

in ripida e lunga salita, alle radure di Cima Colletta e al rifugio Nassano.<br />

Qui giunti, nel tardo pomeriggio, seduti su un tronco stettero ad osservare<br />

la vallata: la pianura lontana avvolta in una bruma sottile, il manto<br />

dei faggi dorati che diventava una potente massa scura nel versante di<br />

Cegni, già in ombra e, ancora una volta, volsero lo sguardo, lento, intorno,<br />

per inventariare, in successione, le cime, i colli ed i luoghi alti, chiamandoli<br />

con il loro toponimo come in uno scolastico appello.<br />

Il giorno seguente sarebbero ripartiti per il Monte Lesima, il sentiero del<br />

Giovà e Capannette di Pei e poi oltre, verso il Monte Carmo, verso il Monte<br />

Antola, verso sentieri ormai abbandonati, alla riscoperta dell’antico<br />

itinerario percorso dai contrabbandieri di sale, timorosi dell’incognito<br />

che li attendeva ma sospinti dalla passione per l’avventura e dal desiderio<br />

di portare a conoscenza di coloro che li seguiranno questa nuova<br />

via verso il mare”...<br />

Ettore Puppo<br />

Dalle sponde del Mare del Nord alla sponda opposta del Mare d’Irlanda.<br />

Il Vallo di Adriano si snoda lungo i 138 chilometri, in prossimità del fiume<br />

Tyne, che marcano il confine tra la Scozia e l’Inghilterra all’altezza<br />

dell’istmo che le separa. L’imperatore romano lo fece costruire nel 122<br />

d.C. per proteggere i territori conquistati dalle invasioni delle bellicose<br />

popolazioni del nord. Nel 1987 fu dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità<br />

e nel 2003 fu inaugurato il sentiero che lo affianca da Wallsen<br />

Segedunum, a est, fino a Bowness on Solway, a ovest. La sua struttura<br />

richiama la grande muraglia cinese, anche se in proporzioni più ridotte:<br />

il lunghissimo muro in pietra è inoltre inframmezzato da torri e piccoli<br />

castelli che lo rendono ancor più suggestivo e fanno rivivere quell’antico<br />

passato. Sono molti i punti di sosta per documentarsi sull’intera storia<br />

dell’impero romano con ampiezza di informazioni.<br />

È un itinerario molto rilassante e per lo più pianeggiante: dal livello del<br />

mare il punto più elevato raggiunge i 345 metri di altezza sopra uno<br />

spettacolare altopiano. Le tappe centrali del trek sono le più belle e selvagge.<br />

Tra ondulazioni di verdi tenui ed accesi e bruni promontori basaltici<br />

e rocciosi, l’occhio si perde all’orizzonte negli strati di bruma dai<br />

contorni indefiniti. Le tenui brezze, che trasportano il profumo intenso<br />

del timo selvatico, rallentano magicamente il trascorrere del tempo. Sul<br />

finire avanza la tipica campagna inglese con i perimetri di minute fattorie,<br />

le sue arature e le sue ordinate colture.<br />

Il trek, sperimentato questa estate per la prima volta, ha riscontrato una<br />

valutazione molto positiva tra tutti i soci partecipanti sia per la sua valenza<br />

storica che per gli aspetti ambientali e naturalistici che caratterizzano<br />

l’intero percorso. Il cammino si snoda a tratti lungo le testimonianze<br />

archeologiche del Vallo e induce ad un passo calmo e disteso proprio<br />

per l’assenza di asperità altimetriche. Ottima è risultata l’accoglienza negli<br />

alberghi e nei bed and breakfast insieme alla tipica e semplice cucina<br />

inglese dei ristorantini e pub sempre presenti anche nei piccoli villaggi<br />

dell’entroterra.<br />

Alberto del Re<br />

SCOZIA, WEST HIGHLAND WAY<br />

Si pensa alla Scozia come a un luogo di leggende, di fate e di cavalieri, di<br />

antichi castelli e di laghi in cui Nessie, la creatura leggendaria, compare e<br />

scompare come per incanto. Abbiamo attraversato, per me è la seconda<br />

volta, le Terre Alte (Highland) ammirando la combinazione dei paesaggi<br />

collinosi, incontrando persone gentili e allegre, apprezzando l’ospitalità<br />

degli abitanti vestiti come nei tempi antichi con i tradizionali kilt colorati.<br />

Abbiamo percorso la West Highland Way che va da Milngavie a Fort Williams<br />

per 153 chilometri, in sette giorni di buon cammino lungo gli antichi<br />

sentieri costeggiando laghi e fiumi, superando colline e anche la Devil’s<br />

Staircase (la Scala del Diavolo), il punto più alto dell’intero percorso.<br />

Alla sera, nei pub, dove la musica è sempre briosa e allegra, mischiati agli<br />

avventori con i loro curiosi vestiti, abbiamo gustato volentieri una buona<br />

pinta di birra scura chiacchierando con i compagni e osservando i trofei,<br />

gli antichi spadoni appesi alle pareti con cui forse sono stati combattuti<br />

duelli e liberate principesse.<br />

Non c’é il due senza tre; ritornerò in Scozia!<br />

Paolo Forti<br />

trekkingitalia.org 29


Quando si prepara<br />

l’impresa,<br />

si costruisce<br />

il successo<br />

Kim. Tutto<br />

<br />

per l’avventura<br />

Milano, Via Burigozzo 11 - tel 0258314666 - fax 0258324408 - infomilano@kimscout.com<br />

Brescia, Via delle Tofane 21 - tel 0303368563 - fax 0303398349 - infobrescia@kimscout.com<br />

Mantova, Viale Gobio 13 - tel 0376363792 - infomantova@kimscout.com<br />

WWW.KIMSCOUT.IT<br />

C.F. P.IVA 01610320150 – ISCRIZ. ALBO COOP A111989


CORSO DI TREKKING<br />

Coordinatore del corso: Gianluca Migliavacca<br />

“La vraie liberté c’est le vagabondage” citava un bel poster che promuoveva i Pirenei...<br />

Ma vagabondare in libertà e in natura implica una serie di conoscenze non solo tecniche. Perché un Corso di Trekking Trekking Italia, tramite validi<br />

tutor dell’Associazione e in serate dedicate a specifici temi, vuole condividere con i Soci le conoscenze acquisite in questi anni. Le finalità Quelle<br />

di innalzare il livello di consapevolezza dei trekker verso il proprio benessere psico-fisico, la propria dote tecnica (di progressione sul sentiero, di<br />

equipaggiamento) e, non ultima, la ricerca e la crescita di futuri Soci Accompagnatori.<br />

USCITE IN AMBIENTE<br />

sabato 21 marzo 2015<br />

CORNI DI CANZO<br />

Prove pratiche di topografia<br />

sabato 28 marzo 2015<br />

MONTE BARRO<br />

Prove pratiche di orientamento<br />

sabato 11 aprile 2015<br />

PIANI D’ERNA<br />

Conduzione sul campo del trekking studiato<br />

sabato 9 e domenica 10 maggio 2015<br />

CAPANNA MOGNONE, CH<br />

Uscita conclusiva in piena autogestione con prove<br />

di tecniche di progressione e accompagnamento,<br />

consegna degli attestati<br />

1. PRESENTAZIONE DEL CORSO - GIOVEDÌ 26 FEBBRAIO<br />

finalità di Trekking Italia<br />

cosa è il trekking<br />

la scoperta della natura e la scoperta di noi stessi<br />

finalità del corso<br />

crescita della consapevolezza<br />

ricerca soci accompagnatori<br />

2. SUPPORTI INFORMATICI - GIOVEDÌ 5 MARZO<br />

relativi al trekking<br />

relativi a Trekking Italia<br />

3.ABBIGLIAMENTO E ATTREZZATURA PER L’ESCURSIONISMO - GIOVEDÌ 12 MARZO<br />

4. CARTOGRAFIA & ORIENTAMENTO - GIOVEDÌ 19 MARZO<br />

dalle carte al gps<br />

uso degli strumenti<br />

bussola, gps<br />

la natura in aiuto...<br />

5. METEOROLOGIA - GIOVEDÌ 26 MARZO<br />

introduzione alla meteo<br />

la meteo e il web<br />

vie di uscita<br />

6. PRIMO SOCCORSO & ALIMENTAZIONE - GIOVEDÌ 9 APRILE<br />

7. PREPARAZIONE DI UN’ESCURSIONE - GIOVEDÌ 16 APRILE<br />

dalle finalità dell’Associazione al territorio della scoperta<br />

le 5 fasi del protagonismo associativo<br />

ideazione<br />

metaprogetto e progetto<br />

organizzazione<br />

accompagnamento<br />

successo<br />

le 5 domande: dove, come, quando, perché, con chi<br />

8. PREVENZIONE RISCHI E ASPETTI DI RESPONSABILITÀ E ASSICURAZIONE - GIOVEDÌ 23APRILE<br />

INFORMAZIONI<br />

Sede del corso: presso la sede di Milano, dalle ore 20,30 alle ore 22,30 circa<br />

Posti disponibili: 20<br />

Data termine iscrizioni: giovedì 19 febbraio<br />

Costo: euro80 (include una bussola, dispense, non include il costo delle uscite in ambiente)<br />

Iscrizioni: tramite e-mail (milano@trekkingitalia.org) o telefonando in sede (02 8372838)<br />

Modalità di pagamento: in contanti presso la sede,<br />

tramite Conto Corrente Bancario di Banca Prossima per le Imprese Sociali e le Comunità,<br />

IBAN: IT76B0335901600100000011868 indicando nella causale CORSO DI TREKKING<br />

Inviare la ricevuta dell’avvenuto bonifico tramite email o fax.<br />

Per partecipare è necessario essere Soci di trekking Italia<br />

trekkingitalia.org 31


EQUIPAGGIAMENTO E VALUTAZIONE<br />

Consigli utili su come scegliere e usare lo zaino:<br />

- spallacci larghi ed imbottiti<br />

- schienale ergonomico, rigido per aderire il più<br />

possibile alla schiena<br />

- scegliere i tipi con tasche laterali<br />

- dotato di cintura ventrale che scarichi il peso sul<br />

bacino.<br />

SBAGLIATO<br />

CORRETTO<br />

Come va usato:<br />

- va indossato ed equilibrato su entrambe le<br />

spalle<br />

- regolare gli spallacci in modo che lo zaino non<br />

scenda sui glutei per<br />

evitare un effetto leva e gravare sulla zona<br />

lombare<br />

- allacciare sempre la cintura ventrale perché<br />

“scarica” il peso sul<br />

bacino e quindi sulle gambe, alleggerendo il<br />

carico della schiena.<br />

lo zaino (30 litri per un giorno e 40 - 60<br />

litri per i trek itineranti) va preparato limitandosi<br />

all’essenziale, alle cose strettamente<br />

utili al trek!;<br />

- riempirlo in modo omogeneo ed equilibrato:<br />

uno zaino ben caricato “sta in<br />

piedi da solo”;<br />

- mettere sul fondo e contro la schiena le<br />

cose pesanti e sopra quelle leggere<br />

gli scarponi e le calze sono a volte<br />

snobbati, eppure sono le attrezzature<br />

che garantiscono maggiore sicurezza<br />

sui sentieri, minor affaticamento al<br />

cammino e cura dei nostri piedi. Particolare<br />

importante è allacciare le stringhe<br />

in modo che piede-scarpa siano<br />

corpo unico (l’inosservanza è spesso<br />

causa di slogature, lussazioni, cadute<br />

l’abbigliamento corretto è a strati<br />

per assecondare le variazioni di temperatura,<br />

sia esterna che corporea.<br />

Consigliamo magliette tecniche traspiranti,<br />

pile, pantaloni comodi, giacca e<br />

pantaloni in materiale impermeabile e<br />

traspirante, mantellina impermeabile,<br />

borraccia, guanti, berretto, coltello milleusi,<br />

occhiali da sole<br />

i bastoni telescopici li possiamo considerare<br />

come il prolungamento artificiale<br />

degli arti superiori. Rappresentano un<br />

valido supporto perché favoriscono il<br />

perfetto equilibrio, ed il bilanciamento<br />

del corpo, durante la camminata. Per<br />

una maggiore stabilità e l’uso corretto è<br />

bene utilizzare due bastoncini<br />

La valutazione che può aiutare a comprendere l’itinerario e a valutare la propria preparazione fisica per affrontare il trek.<br />

FACILE FACILEMEDIO MEDIO MEDIOIMPEGNATIVO IMPEGNATIVO IMPEGNATIVO+<br />

DISTANZA PERCORSA < 10 km 10/15 km 15/20 km > 20 km > 25 km<br />

ORE DI CAMMINO < 4 ore < 5 ore 4/6 ore 5/7 ore 7 ore<br />

DISLIVELLO IN SALITA < 300 m 300/600 m 600/900 m 900/1200 m 1200 m<br />

DISLIVELLO IN DISCESA < 500 m 500/800 m 800/1000 m 1000/1500 m > 1500 m<br />

CARATTERISTICHE<br />

TERRENO<br />

pianeggiante<br />

non sconnesso<br />

(strade bianche)<br />

pianeggiante/sconnesso<br />

(mulattiere, sentieri<br />

ben battuti)<br />

sconnesso<br />

(sentieri tracciati con<br />

gradoni e breccia libera)<br />

diversi tipi di fondo: da<br />

sconnesso, sdrucciolevole,<br />

fangoso, con neve<br />

sdrucciolevole,<br />

scivoloso, roccette, neve<br />

possibilità di: catene,<br />

corde, cenge, scale,<br />

passaggi su roccia<br />

ZAINO E LOGISTICA zaino da giornata zaino da giornata<br />

zaino da 2/3 gg<br />

a stella<br />

zaino grande<br />

itinerante<br />

itinerante con zaino in spalla<br />

pernottamento<br />

in tenda o bivacco<br />

ALLENAMENTO<br />

NECESSARIO<br />

AUTOVALUTAZIONE<br />

per iniziare, buona salute<br />

minimo, buona salute<br />

“cammino regolarmente ho<br />

effettuato del dislivello”<br />

“sono allenato e posso<br />

percorrere trek di più giorni/<br />

dislivello”<br />

“ho un buon allenamento, ho<br />

l’attrezzatura necessaria e<br />

sono disposto a condizioni<br />

impegnative”<br />

“non soffro di vertigini<br />

ne ho timore di passaggi<br />

più complicati”<br />

32 trekkingitalia.org


ORGANIZZAZIONE<br />

Essere soci di Trekking Italia vuol dire essere in sintonia con i principi che lo statuto definisce ed essere soggetti che hanno intenzione di curiosare<br />

nella natura ed approfittare del trek per aprire, o ristabilire, rapporti di amicizia orientati alla creazione di socialità. Conviene ricordare che Trekking<br />

Italia non è un’agenzia viaggi e che gran parte dell’organizzazione poggia sul contributo responsabile di soci volontari; il suo obiettivo è quello di<br />

educare chi la frequenta a camminare sui sentieri del mondo, accentuando in loro la capacità di autorganizzarsi un viaggio a piedi. L’iscrizione<br />

all’Associazione permette, oltre che partecipare alle sue attività, di riceverne la programmazione attraverso il catalogo annuale Grandi Trek e il quadrimestrale<br />

Week End delle sedi. Le attività dell’Associazione vengono sviluppate solo ed esclusivamente per i propri iscritti. L’iscrizione è annuale,<br />

con apertura dei rinnovi dal 1° dicembre di ogni anno, ed include la copertura assicurativa.<br />

Trekking Italia è iscritta nel Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale.<br />

IL CARATTERE DEI NOSTRI TREK<br />

Alle definizioni statutarie, possiamo aggiungere che<br />

i nostri sono VIAGGI A PIEDI: puntano a creare un bagaglio<br />

di emozioni, percorrendo i sentieri del mondo,<br />

incoraggiando la curiosità, il desiderio di conoscere e<br />

di incontrarsi. Non è detto che questi siano solamente<br />

immersi nella natura e che il trek si svolga solo in<br />

montagna: la nostra avventura è un girovagare per<br />

la Terra nei suoi aspetti naturali, culturali e antropici<br />

e tra le sue contraddizioni. Questo lento viaggio è<br />

volto all’incremento della conoscenza, alla creazione<br />

di uno stile di vita che rispetti le risorse della Terra e<br />

le culture del mondo. È fondamentale, dunque, che i<br />

nostri soci si dimostrino aperti all’incontro e che si<br />

dispongano serenamente allo scambio delle idee<br />

e sensazioni che “l’andare a piedi” promuove e, nel<br />

momento in cui risultasse necessario, dimostrino capacità<br />

di affrontare costruttivamente i disagi che si<br />

potrebbero presentare in condizioni avverse o in paesi<br />

lontani, molto diversi dal nostro. Il nostro viaggio<br />

a piedi è quindi l’occasione per valutarsi in situazioni<br />

non domestiche, incrementando la propria autostima<br />

in condizioni d’impegno fisico e di autosufficienza.<br />

IL GRUPPO<br />

Tutti i nostri trek si svolgono in gruppo perché questa<br />

entità favorisce la circolazione delle idee, delle<br />

esperienze - quelle proprie della vita, quelle legate<br />

all’attività dell’Associazione ed ai viaggi intrapresi - il<br />

reciproco aiuto: in gruppo si crea amicizia e solidarietà<br />

utili alla ricostruzione/costruzione di una nuova<br />

cittadinanza.<br />

Ebbene sì! Il trekking è un’attività che, nella stragrande<br />

maggioranza, viene praticata da cittadini. E le<br />

sedi urbane, con le loro attività, oltre alle opportunità<br />

che indubbiamente forniscono rischiano tuttavia di<br />

orientare i rapporti verso aridità e solitudine. Il nostro<br />

gruppo, in cammino sui sentieri del mondo, è<br />

un antidoto a questa possibile tendenza, se in grado<br />

di reimportare, nelle relazioni della vita cittadina, la<br />

stessa tensione amicale e la stessa curiosità presenti<br />

durante l’esperienza del camminare nei diversi<br />

ambienti, naturali e culturali. Questa sintonia si fonda<br />

sulla disponibilità di ogni socio partecipante ad essere<br />

attore di tale progetto, ad accettare le limitazioni<br />

presentate dalle situazioni per l’armonia generale:<br />

entusiasmo e disponibilità sono le doti efficaci per il<br />

supera- mento delle difficoltà che l’individuo, da solo,<br />

raramente affronterebbe.<br />

DATE & ORARI DI EFFETTUAZIONE<br />

Ogni socio, o chiunque ne faccia richiesta, potrà<br />

verificare le date definitive tramite il sito o telefonando<br />

nelle sedi dell’Associazione. Gli orari dei treni,<br />

pullman (riservati o di linea) delle iniziative del<br />

week-end e giornalieri saranno riportati nei rispettivi<br />

programmi-trek e consultabili sul sito una settimana<br />

prima della partenza oppure richiesti in sede al<br />

momento dell’iscrizione. Per queste iniziative i Soci<br />

devono prenotarsi entro le ore 12 del venerdì prima<br />

della partenza, telefonando a: 02 8372838 o per e-<br />

mail a: milano@trekkingitalia.org.<br />

Non sarà quindi possibile presentarsi direttamente<br />

alla partenza senza la preventiva iscrizione al trek e<br />

il Socio Accompagnatore non potrà accogliere chi non<br />

si è attenuto a questa indicazione. Confidiamo nella<br />

collaborazione dei Soci.<br />

Le date delle proposte, compresi i Grandi Trek, possono<br />

comunque variare a seguito della disponibilità dei<br />

vettori o eventi imprevedibili, ma vengono definite<br />

con il Programma Definitivo.<br />

L’Associazione si riserva la facoltà di non effettuare<br />

le escursioni, qualora non venga raggiunto il numero<br />

minimo di 6 / 8 partecipanti.<br />

QUOTA DI PARTECIPAZIONE<br />

Le proposte qui contenute non definiscono la quota<br />

di partecipazione per motivi legati all’impossibilità di<br />

preventivare, con anticipo, la quantità dei trek proposti.<br />

Ogni socio, o chiunque ne faccia richiesta, verrà<br />

aggiornato sulle quote di partecipazione tramite il<br />

sito dell’Associazione.<br />

Per quanto riguarda le iniziative del week-end e giornalieri<br />

in caso di iscrizione e rinuncia alla partecipazione<br />

al trek, verranno addebitate al socio iscritto le<br />

spese di viaggio e, se previsto, le spese del pernottamento.<br />

Per quanto riguarda i Grandi Trek al momento dell’iscrizione<br />

il socio provvederà a versare un acconto<br />

pari al 25% della quota di partecipazione e il saldo<br />

entro la data specificata prima della partenza.<br />

La quota di partecipazione è stabilita per le partenze<br />

dalle località definite dal Programma Definitivo e può<br />

includere:<br />

_trasporti<br />

treno in seconda classe, pullman turistici o pulmini<br />

ad uso esclusivo del gruppo o bus pubblici. Alcuni<br />

trek prevedono il noleggio di veicoli.<br />

L’Associazione non è responsabile di eventuali ritardi<br />

o annullamenti da parte delle compagnie aeree;<br />

_pernottamenti<br />

se non precisato diversamente, i pernottamenti si intendono<br />

in alberghi, ostelli, rifugi o gîte d’étape, case<br />

locali, con sistemazioni variabili dalla camera doppia<br />

o tripla solitamente dotate di servizi, alla camerata<br />

con più letti. In alcuni pernottamenti bisogna essere<br />

dotati di sacco a pelo o sacco lenzuolo e di salviette<br />

personali.<br />

_pasti<br />

solitamente il trattamento è di mezza pensione con<br />

pasti e colazioni presso la struttura di pernottamento.<br />

Altre volte sono previsti pasti al di fuori della struttura;<br />

altri trek prevedono il solo trattamento di Bed<br />

& Breakfast; altri ancora non comprendono il trattamento<br />

di mezza pensione per motivi organizzativi o<br />

di trasferimento e questo viene risolto mediante l’utilizzo<br />

della Cassa Comune: ciò viene specificato nel<br />

Programma Definitivo.<br />

Durante i bivacchi l’attrezzatura per la cucina da<br />

campo e le stoviglie vengono fornite in loco; in alcuni<br />

itinerari è prevista una tenda refettorio, in altri no.<br />

L’Associazione può fornire le tende e i fornelletti.<br />

LA QUOTA NON INCLUDE<br />

Tutti i servizi che non possono essere preventivati e<br />

comunque che non sono esplicitati nelle voci precedenti<br />

o non compresi nel Programma Definitivo.<br />

In linea indicativa possiamo così sintetizzarli:<br />

visti d’ingresso, contratti di assistenza sanitaria, assicurazioni<br />

di viaggio integrative, estensione polizza<br />

assicurativa noleggio auto, i supplementi treni, delle<br />

cuccette e delle cabine, le camere singole e ogni tipo<br />

di bevande.<br />

ALTRE UTILI INFORMAZIONI<br />

Per la variegata proposta risulta molto difficile essere<br />

esaustivi: oltre alle informazioni sopra scritte e<br />

a quelle che seguiranno, chiediamo ai nostri soci di<br />

contattare le sedi organizzatrici per integrare le lacune<br />

con i corretti ragguagli.<br />

Assicurazione<br />

Tutti i soci dell’Associazione sono coperti da polizze<br />

per i casi di morte, invalidità permanente conseguente<br />

ad infortunio occorso durante il trek. Le polizze<br />

sono consultabili presso le diverse sedi.<br />

Per i soci partecipanti ai Grandi Trek all’estero, l’Associazione<br />

prevede un’estensione assicurativa tramite<br />

contratto di assistenza Allianz. Questo ulteriore servizio<br />

in genere è escluso dalla quota di partecipazione<br />

ed il suo costo varia a seconda della destinazione<br />

e verrà versato, dal socio partecipante, al momento<br />

dell’iscrizione al trek. L’assistenza decorre dal giorno<br />

di partenza dall’Italia e termina il giorno di rientro in<br />

Italia. Al momento della partenza verranno consegnate,<br />

a ciascun socio partecipante, le condizioni generali<br />

e particolari dell’assistenza.<br />

Itinerari<br />

Gli itinerari dei trek possono essere modificati per<br />

avverse condizioni meteorologiche, per interruzioni<br />

di sentieri o eventi non prevedibili.<br />

trekkingitalia.org 33


CARTOLINE DAL MONDO<br />

CILENTO<br />

foto di Giorgio<br />

BRETAGNA MEDIOEVALE<br />

foto di Margherita<br />

IRLANDA<br />

foto di Walter<br />

BALCONATA CERVINO<br />

foto di Paolo<br />

ALTA VIA N.1<br />

foto di Riccardo<br />

34 trekkingitalia.org


DAL 1926 LA BOTTEGA DEGLI ALPINISTI MILANESI<br />

ALPINISMO . TREKKING . NORDIC WALKING . CIASPOLE .<br />

SCI ALPINISMO . CAMPEGGIO . TRAIL RUNNING . RUNNING<br />

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MILANO<br />

via Torino 51 Milano - tel. 02 86453034<br />

info@tuttoperlosport.it - www.tuttoperlosport.it


ASSOCIAZIONE<br />

Associazione Amici del Trekking e della Natura<br />

Con la tessera associativa riceverai i programmi quadrimestrali ed annuali<br />

della Associazione, potrai iscriverti e partecipare a tutti i trek delle<br />

diverse sedi, avrai l’assicurazione infortuni durante la partecipazione ai<br />

trek, utilizzerai le nostre attrezzature nei trek con bivacco come tende e<br />

camping gas.<br />

5 X MILLE<br />

Contribuisci alla vita dell’Associazione, la quota ordinaria 2015 è di euro 20.<br />

Per iscriverti invia la quota associativa tramite:<br />

CCP n. 31777204 intestato a Trekking Italia<br />

oppure<br />

Banca Popolare Etica, IBAN IT38N0501801600000000111011<br />

ATTENZIONE, per i soci over 80!<br />

Prima di iscriversi ad un trek contattate le sedi per gli aspetti assicurativi.<br />

Dona il tuo 5x1000 a Trekking Italia, trasforma la tua dichiarazione dei redditi in una azione a favore di un<br />

mondo che cammina!<br />

ECCO COME FARE: per devolvere il 5 per mille a Trekking Italia<br />

1_ firma la dichiarazione dei redditi (CUD, 730 e Modello Unico) nell’apposito spazio (“Sostegno del volontariato,<br />

delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE, delle<br />

associazioni e fondazioni”)<br />

2_ indica nella riga sottostante la partita IVA 09434450152<br />

SEZIONE LOMBARDIA<br />

20122 Milano<br />

via Santa Croce 2<br />

tel. 02 8372838 - 8375825<br />

fax 02 58103866<br />

da lunedì a venerdì: 10 - 18,30<br />

sabato: 10 - 12<br />

milano@trekkingitalia.org<br />

www.trekkingitalia.org<br />

Ringraziamo tutti i soci che hanno contribuito alla stesura di questo<br />

catalogo e a donare i pensieri e le immagini delle loro esperienze sui<br />

sentieri.<br />

Il marchio FSC® identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste<br />

gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali,<br />

sociali ed economici.<br />

Trekking Italia ha deciso di farne uso.

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