FUNZIONI SUPERIORI DELLA NEOCORTECCIA
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<strong>FUNZIONI</strong> <strong>SUPERIORI</strong><br />
<strong>DELLA</strong> <strong>NEOCORTECCIA</strong><br />
Memoria<br />
Apprendimento<br />
Linguaggio<br />
"La conoscenza nutre la mente attraverso il cervello,<br />
l'esperienza nutre la mente attraverso il corpo."
Linguaggio<br />
Memoria<br />
Apprendimento<br />
<strong>FUNZIONI</strong> <strong>DELLA</strong> <strong>NEOCORTECCIA</strong><br />
Queste sono le grandi funzioni intellettive sviluppate in particolar modo nell'uomo, nel quale la<br />
neocorteccia ha raggiunto il massimo sviluppo.<br />
Ci sono tre specie viventi con un cervello più sviluppato di quello dell'uomo: il delfino, la balena,<br />
l'elefante, ma nell'uomo è superiore il rapporto fra peso del cervello/peso del corpo.<br />
La caratteristica più evidente è l'enorme sviluppo di tre aree associative:<br />
frontale, situata davanti all'area premotoria<br />
parietale-temporo-occipitale, compresa tra l'area somatosensitva e visiva<br />
temporale, che si estende dalla parte più bassa del lobo temporale al sistema limbico<br />
Il mantello della corteccia delle aree associative è formato da sei strati ed è chiamata isocorteccia.<br />
Lo studio delle aree associative è stato finora difficile perchè parte delle conoscenze derivano solo<br />
dall'osservazione clinica. Salvo alcune eccezioni come per il linguaggio, non è stato possibile<br />
stabilire con sicurezza la localizzazione dei processi cognitivi e ideativi delle aree corticali<br />
associative, si ritiene che questi siano dovuti ad un' interazione tra diverse regioni dell'isocorteccia.<br />
L'intera estensione della corteccia sensitiva dei lobi parietali, temporali, occipitali unitamente alla<br />
corteccia associativa del lobo frontale, è responsabile di molte qualità e potenzialità che rendono<br />
unico il cervello umano.<br />
Engrammi e tracce mnemoniche si accumulano nel corso degli anni, sembra sotto forma di<br />
macromolecole depositate. Questa forma di memorizzazione costituisce la base dell'apprendimento<br />
a livello intellettivo. Sembra che la porzione anteriore della corteccia temporale sia dotata di un<br />
elevata attività cerebrale, per questo è denominata corteccia psichica.<br />
Corteccia motoria<br />
Area<br />
somatosensitiva<br />
Area di<br />
associazione sensorilae<br />
Area associativa<br />
frontale<br />
Area associativa<br />
temporale<br />
Cortecccia uditiva<br />
primaria<br />
Cortecccia visiva<br />
primaria<br />
FIG 42 - Superficie laterale dell'emisfero sx che evidenzia le aree primarie motorie e sensoriali,<br />
e le aree associative.
SPECIALIZZAZIONE EMISFERICA<br />
Negli animali anche più evoluti, esiste un equivalenza emisferica funzionale ed anatomica dei due<br />
emisferi cerebrali. Nell'uomo esiste una grande differenza per quanto riguarda le più importanti<br />
funzioni integrative superiori.<br />
Il linguaggio è una funzione localizzata nella neocorteccia, e per linguaggio si intende la capacità di<br />
comprendere la parola scritta e parlata e di esprimere idee verbalmente o scritte.<br />
Con la parola l'uomo esprime ciò che vede e sente, attribuisce un nome alle cose, stabilisce le<br />
relazioni astratte, sviluppa il pensiero.<br />
L'emisfero implicato in questa funzione è il sinistro, definito "emisfero dominante", tuttavia<br />
l'emisfero destro, non è meno sviluppato del sinistro, ed è specializzato nel campo dei rapporti<br />
spazio- temporale, nell'identificazione degli oggetti in base alle loro forme, nel riconoscimento dei<br />
motivi musicali e svolge un ruolo fondamentale nell'identificazione dei volti.<br />
Pertanto l'imprecisa definizione di emisfero dominante è stata sostituita dal concetto di<br />
"specializzazione emisferica": l'emisfero sinistro per quanto riguarda i processi analitici, mentre<br />
l'emisfero destro per i rapporti visivo-spaziali.<br />
La specializzazione emisferica, correlata con l'uso prevalente della mano, destra nei destrimani o<br />
sinistra nei mancini, è geneticamente programmata.<br />
MANO<br />
SINISTRA<br />
MANO<br />
DESTRA<br />
EMISFERO SINISTRO<br />
EMISFERO DESTRO<br />
Centro del linguaggio<br />
Centro della scrittura<br />
Corteccia uditiva<br />
(orecchio destro)<br />
Centro interpretativo<br />
del linguaggio e calcolo<br />
C<br />
O<br />
R<br />
P<br />
O<br />
C<br />
A<br />
L<br />
L<br />
O<br />
S<br />
O<br />
Riconoscimento in base<br />
al tatto<br />
Corteccia uditiva<br />
(orecchio sinostro)<br />
Percezione spaziale<br />
Corteccia visiva<br />
(campo visivo destro)<br />
Corteccia visiva<br />
(campo visivo sinistro)<br />
Fig. 42 bis - Differenze funzionali tra gli emisferi cerebrali.
CENTRI DEL LINGUAGGIO<br />
Le aree principali del linguaggio sono disposte lungo la scissura di Silvio dell'emisfero sinistro.<br />
L' area di Broca è connessa con gli aspetti motori del linguaggio.<br />
L'area di Wernicke, situata all'estremità posteriore del giro temporale, è invece in rapporto con gli<br />
aspetti sensitivi del linguaggio.<br />
Il fascicolo arcuato, formato da un fascio di fibre nervose, connette le due aree.<br />
Centro Broca situato nel lobo frontale, davanti all'estremità inferiore della corteccia motoria,<br />
coincidenti con le aree 44 e 45 di Brodman.<br />
Elabora le informazioni ricevute dall'area di Wernicke in uno schema dettagliato e<br />
coordinato per il linguaggio, lo schema viene proietato tramite l'insula, alla corteccia<br />
motoria che attiva i movimenti di labbra, lingua, faringe per produrre la parola.<br />
Centro di Wernicke situato nell'estremità posteriore del giro temporale superiore, vicino all'area<br />
dell'udito.<br />
In questo centro si ritiene avvenga la formulazione e l'interpretazione del linguaggio<br />
scritto e parlato. Il giro angolare situato entro il centro di Wernicke, sembra elabori le<br />
informazioni ottenute dalle parole lette, in modo da essere convertite nella forma<br />
uditiva delle parole nell'area Wernicke. Le informazioni ricevute vengono poi<br />
proiettate dal fascicolo arcuato all'area Broca.<br />
Broca, medico e paleontologo francese, osservò più di 100 anni fa che danni all'area frontale del<br />
linguaggio, causavano la perdita della parola. La persona colpita aveva difficoltà nel pronunciare<br />
frasi spontanee anche se sollecitata da domande, il linguaggio si riduceva a frasi brevi e telegrafiche<br />
, ma rimaneva la capacità di comprendere il significato delle parole. Questa alterazione della parola<br />
è stata denominata afasia motoria.<br />
L'area temporale del linguaggio è detta anche area Wernicke. Wernicke era contemporaneo di<br />
Broca, notò che quando veniva danneggiata quest'area si osserva una grande alterazione del<br />
linguaggio scritto e parlato, denominata afasia sensoriale.<br />
Fascicolo<br />
arcuato<br />
Giro<br />
angolare<br />
Area<br />
di broca<br />
Area di<br />
Wernicke<br />
FIG 43 - Localizzazione delle aree implicate nelle funzioni del linguaggio nell'emisfero sinistro.
<strong>FUNZIONI</strong> DEL LINGUAGGIO
PROCESSI ASSOCIATIVI DEL LINGUAGGIO<br />
La presenza dei processi associativi che presiede al linguaggio, è riconducibile al seguente schema<br />
che si ritiene possa essere valido per tutti i movimenti volontari:<br />
IDEAZIONE(dell'azione motoria) → PROGRAMMAZIONE(della sequenza dei movimenti) → ESECUZIONE<br />
AREA WERNICKE<br />
Ideazione verbale<br />
fascicolo arcuato<br />
AREA BROCA<br />
Programma motorio<br />
invia comandi<br />
AREA<br />
SOMATOMOTORIA I<br />
segnali per la fonazione<br />
ESECUZIONE DEI MOVIMENTI<br />
Organi della fonazione<br />
Si ritiene che l'area Broca costituisca il centro di coordinazione del linguaggio, mentre l'ideazione<br />
avvenga nell'area Wernicke, che viene tradotto in un programma esecutivo corrispondente alle<br />
diverse parole. Le informazioni dall'area Wernicke vengono trasmesse all'area Broca, attraverso il<br />
fascicolo arcuato. Quest'ultimo centro dopo aver ricevuto l'idea e aver pianificato e coordianato il<br />
progetto motorio invia i comandi all'area somatomotoria I dalla quale partono gli stimoli per i<br />
movimenti degli organi della fonazione: bocca, lingua e faringe.
RICONOSCIMENTO DEL VOLTO<br />
Il riconoscimento del volto è particolarmente importante per riconoscere gli amici e anche i nemici,<br />
il loro stato emotivo, e per individuare se l'espressione delle persone viste può essere allegra,<br />
spensierata, disinvolta o preoccupata.<br />
Le informazioni visive raggiungono la parte inferiore del lobo temporale dove sono immagazzinate<br />
le rappresentazioni degli oggetti e in particolar modo quella dei volti.<br />
Nei destrimani, il riconoscimento e la memorizzazione del volto avviene principalmente nel lobo<br />
temporale inferiore di destra pur essendo implicato anche il lobo sinistro.<br />
Quest'area nei bambini e negli adolescenti non è ancora del tutto sviluppata. I bambini di due anni<br />
preferiscono il volto della madre non avendo ancora sviluppato quest'area specifica, e utilizzano<br />
altre aree come l'amigdala associando il viso materno, o viso femminile al cibo.<br />
Il coinvolgimento delle vie emozionali del sistema limbico per il riconoscimento delle persone si<br />
suppone legato evolutivamente nell'antichità alla necessità per la sopravvivenza, quando identificare<br />
un volto come amico/non amico avrebbe potuto rappresentare una salvezza o un pericolo.<br />
L'incapacità di riconoscere i volti causata da lesioni di questa area è definita " Prosopognosia"<br />
Conserva<br />
l'informazione<br />
biografia<br />
Estrae caratteristiche<br />
facciali<br />
Connette aspetti facciali con<br />
l'informazione biografia<br />
FIG. 44 - Aree implicate nel riconoscimento dei volti dell'emisfero cerebrale dx,<br />
in un destrimano.
PIANO TEMPORALE<br />
Le aree uditive dei due lati, pur essendo simili, denotano una evidente specializzazione emisferica.<br />
L'elaborazione dei segnali acustici che avviene nell'area 22 di Brodman, relativa al linguaggio<br />
parlato, è più grande a sinistra che a destra.<br />
Si è inoltre notato che i cervelli degli scimpanzè hanno il lato sinistro più sviluppato anche se il<br />
linguaggio è una caratteristica tipicamente umana.<br />
Il lato sinistro si è specializzato nel linguaggio e l'elaborazione dei segnali acustici, mentre il lato<br />
destro ha sviluppato prevalentemente altre abilità connesse con la melodia l'intensità del suono e il<br />
riconoscimento dei volti.<br />
Le vie uditive e sensitive, unitamente alle somoestesiche, sono dotate di una notevole plasticità e<br />
sono modificate dall'esperienza.<br />
I musicisti sono tipici esempi della plasticità corticale, perchè in essi si verifica un aumento delle<br />
dimensioni delle aree uditive attivate dai toni musicali.<br />
Polo frontale<br />
Piano temporale<br />
destro<br />
Piano temporale<br />
destro<br />
Polo occipitale<br />
FIG. 45 - Piano temporale di dx e sx in un cervello sezionato orizzontalmente.
L'ORCHESTRA CEREBRALE<br />
Goldberg, neuroscienziato americano d'origine russa, allievo di Luria, per spiegare l'attività dei due<br />
emisferi cerebrali usa una simpatica e originale metafora:<br />
" L'orchestra cerebrale è divisa in due gruppi di suonatori. Quelli che stanno a destra sano più<br />
rapidi nel gestire i fondamenti dei nuovi repertori, ma, alla lunga, quelli di sinistra, con la<br />
pratica, diventeranno più precisi.(...)Resta il fatto che il cervello umano è ben più della collezione<br />
di specifici dispositivi sensoriali.<br />
L'orchestra consiste di numerosi suonatori, il cui contributo all'insieme sfida le definizioni<br />
semplici e il cui ordine dei posti è, al tempo stesso, complesso e veramente fluido".<br />
Se si considera la bella e chiara metafora del neuroscienziato, l'integrazione tra i due gruppi di<br />
orchestrali avviene per attivazione delle funzioni cerebrali superiori.<br />
Il corpo calloso, che è formato da innumerevoli fibre nervose, collega i due emisferi, favorisce il<br />
continuo scambio d'informazioni fra le due parti e consente un miglior funzionamento cerebrale,<br />
integrando le funzioni del cervello.<br />
"Ho scelto il bellissimo quadro del pittore di Santarcangelo di Romagna, Giulio Turci, perchè la<br />
disposizione dei musicisti e la pennellata armonica dei colori interpretano perfettamente il concetto<br />
che ho delle funzioni del cervello".<br />
Fig. 46 - L'ultimo concerto di Giulio Turci -1972
DISLESSIA<br />
Fin dai primi mesi di vita, tutti i bambini del mondo, iniziano a vocalizzare e pronunciano<br />
confusamente " vv...v..v...!", successivamente "la, la, la!", "ba, ba, ba, !" o "da, da, da, !", sono<br />
semplici combinazioni di vocali e consonanti che avvengono nel periodo definito " lallazione".<br />
In molte lingue, le prime parole pronunciate come "ba, ba, ba!" e "da, da, da, !", significano<br />
"mamma o dada".<br />
Ricerche condotte da Paula Tallal, della Rutgers University, hanno evidenziato che i bambini con<br />
difficoltà linguistiche rielaborano parole e consonanti con difficoltà.<br />
Il bambino, non riuscendo ad udire correttamente le parole veloci del discorso pronunciato<br />
rapidamente, non può riprodurle in modo appropriato.<br />
Merzenich, scienziato di San Francisco e figura di spicco della ricerca sulla plasticità, ritiene che i<br />
neuroni della corteccia uditiva si attivino lentamente nei bambini con difficoltà linguistica, e ciò gli<br />
impedisce di distinguere due suoni simili e di stabilire l'ordine fra due suoni vicini; spesso non<br />
riescono ad udire l'inizio delle sillabe e a sentire la differenza che esiste fra loro.<br />
In condizioni normali, i neuroni della corteccia uditiva, che rielaborano il suono, si riattivano dopo<br />
circa 30 millesimi di secondo. Nell' 80% dei casi dei bambini con difficoltà linguistiche, l'intervallo<br />
di tempo è triplicato al punto di far loro perdere una grande quantità di informazioni linguistiche.<br />
Un udito non perfettamente funzionante compromette l'abilità linguistica, che rimane povera<br />
lessicalmente, scarna nell'esposizione della lettura e nella produzione della scrittura. Il bambino<br />
pronuncerà frasi brevi perchè ha difficoltà nel decifrare le parole e consumerà molta energia, si<br />
affaticherà, tenderà a formulare frasi brevi non riuscendo ad esercitare la memoria per pronunciare<br />
frasi più lunghe.<br />
Tallal ritiene che i bambini con queste difficoltà abbiano un'elaborazione linguistica ritardata e<br />
necessitano di ulteriori ripetizioni per distinguere " ba, ba, ba", "da, da, da".<br />
Con le ripetizioni i bambini impareranno a distinguere facilmente le combinazione inizialmente<br />
confuse di vocali e consonanti da " ba " a "da" pronunciate all'inizio lentamente poi rapidamete alla<br />
stessa velocità del linguaggio normale.<br />
Con i suggerimenti di Tallal, di Merzenich, le conoscenze scientifiche e l'insegnamento del Metodo<br />
Feldenkrais, ho potuto aiutare molti bambini dislessici e alla fine del mio lavoro i bambini non<br />
erano più terrorizzati dalla lettura, dalle parole scritte e dai suoni musicali, tanto da poter suonare<br />
con disinvoltura la tromba.<br />
Fig. 47 - Francesco suona la tromba
ELABORAZIONE TEMPORALE<br />
L'elaborazione temporale è un'attività cerebrale fra le più importanti, ci permette di stabilire la<br />
durata degli eventi, di muoverci e di fare previsioni in modo corretto.<br />
Il cervello è in grado di migliorare molte capacità e di misurare il tempo, con l'esperienza e<br />
l'apprendimento.<br />
I ricercatori hanno eseguito la micromappatura della corteccia uditiva ed hanno scoperto che le<br />
frequenze sonore sono disposte "tonotopicamente", cioè i neuroni hanno una disposizione ordinata<br />
in base alla loro frequenza caratteristica di risposta, con la stessa disposizione dei tasti del<br />
pianoforte.<br />
Le note basse sono rappresentate anterolateralmente, le note alte posterolateralmente, è la tonalità<br />
non la frequenza che viene codificata nella corteccia uditiva.<br />
La rappresentazione "tonotopica" dei suoni che si origina a livello della coclea viene mantenuta<br />
lungo le vie uditive centrali fino a proiettarsi sulla corteccia uditiva.<br />
Al momento della nascita le mappe uditive sono indifferenziate, durante il periodo critico la<br />
plasticità è notevole, tanto che la struttura cerebrale può essere modificata con la semplice<br />
esposizione a stimoli nuovi.<br />
I bambini durante il periodo critico raccolgono parole e suoni senza fatica ascoltando<br />
semplicemente le parole pronunciate dai genitori; l'esposizione agli stimoli fa sì che le mappe<br />
cerebrali<br />
><br />
Corteccia uditiva<br />
Suoni a<br />
bassa frequenza<br />
Suoni<br />
ad alta<br />
frequenza<br />
Talamo<br />
Coclea<br />
Suoni a<br />
bassa frequenza<br />
Collicolo inferiore<br />
Branca<br />
vestibolare<br />
Branca cocleare<br />
Suoni ad<br />
alta frequenza<br />
Nucleo olivare<br />
Nuclei cocleari<br />
Nervo vestibolo-cocleare<br />
Fig .48 - Vie per le sensazioni uditive
OSSERVAZIONI SUL COMPORTAMENTO DEGLI<br />
UCCELLI<br />
Gli uccelli hanno affascinato studiosi, ricercatori e scienziati per le loro attitudini comportamentali,<br />
per l'attraente piumaggio fatto di variopinti colori, per le melodie del loro canto e per le tenere<br />
emozioni che suscitano le accurate cure parentali.<br />
Il ricercatore Flourens (1794-1876), studiando il cervello degli uccelli, poté notare che le lesioni<br />
provocate sperimentalmente in particolari aree del cervello non determinavano un deficit<br />
comportamentale permanente perché in breve tempo gli uccelli recuperavano le funzioni perdute e<br />
che avevano inizialmente. Sulla base di questi esperimenti, si oppose vivacemente alla teoria<br />
"localizzazionista" che per 200 anni ha incontestabilmente dominato il mondo scientifico, ritenendo<br />
le attività mentali un prodotto dell'intero sistema cerebrale.<br />
Nel 1825, Flourens (1794-1876) si oppose alla teoria Localizzazionista ritenendo le attività<br />
mentali un prodotto dell'intero sistema cerebrale.<br />
Sono stati anche molto interessanti le osservazioni e gli studi evoluzionisti di Darwin e quelli degli<br />
etologisti Lorenz e del professor Mainardi.<br />
Anch'io per alcuni anni prima di dedicarmi interamente alla conoscenza del Metodo Feldenkrais ho<br />
studiato il comportamento di due anatre e due oche che mi erano state regalate. E' stata<br />
un'esperienza molto interessante che descriverò in un' altra occasione.<br />
FIG. 49 - Fotografie anatre e oche
L'EMISFERO SINISTRO GOVERNA IL CANTO DEGLI<br />
UCCELLI<br />
Sembra che gli attuali scienziati siano riusciti ad individuare negli uccelli aree specifiche<br />
dell'emisfero sinistro con un organizzazione simile a quella che nell'uomo è preposta all'uso della<br />
parola e al controllo del linguaggio. Le attuali ricerche hanno evidenziato che alcuni nuclei nervosi<br />
e centri del linguaggio degli uccelli sono analoghi a quelli umani.<br />
Gli uccelli come i bambini continuano a vocalizzare durante la loro crescita, imitano i genitori e gli<br />
adulti dai quali sono allevati.<br />
Le ricerche continuano ad essere eseguite intensamente per poter individuare e comprendere in<br />
modo dettagliato i processi di elaborazione del linguaggio.<br />
Le aree coinvolte nel canto degli uccelli sono le seguenti:<br />
HVC responsabile della produzione del linguaggio, analoga "all' area Broca"<br />
NCM governa l'elaborazione e l'organizzazione del linguaggio considerata analoga "<br />
all'area Wernicke" del cervello umano. Sembra che l'attivazione di quest' area sia<br />
legata ai meccanismi mnemonici degli uccelli gli stessi meccanismi neuronali<br />
che vengono impegnati durante l'apprendimento del linguaggio umano.<br />
LMAN o neostriato anteriore. Ha analogia con i gangli della base dei mammiferi.<br />
AREA X porzione dei gangli basali<br />
DLM talamo mediale<br />
RA nucleo robusto dell'archistriato, considerato un nucleo primordiale del canto.<br />
nXIIts nucleo dell'ipoglosso XII nervo cranico.<br />
Si pensa che il canto cominci nel talamo per diffondersi lungo la via nervosa di produzione del<br />
canto che conduce al centro vocale alto " HVC" e al nucleo robusto "RA" e al nervo ipoglosso<br />
"nXIIts". L' apprendimento vocale della porzione laterale è formato dal nucleo "LMAN" che ha<br />
analogie con i gangli della base dei mammiferi, "dall'Area X" gangli basali e dal talamo mediale<br />
"DLM". Entrambe le vie sono diverse nei due sessi, il maschio produce il canto, se si somministra<br />
l'ormone testosterone a femmine che non cantano, esso può indurre la crescita delle " Hyperstriatum<br />
Ventralis pars Caudalis" (HVC). Alcuni ricercatori ritengono che l'area HVC sia responsabile di<br />
produzione di sillabe, mentre il nucleo robusto RA, considerato nucleo primario del canto,<br />
responsabile di sillabe in sequenze e delle note all'interno di una sillaba.<br />
Fig. 50 - Vie del canto
IL CANTO MODIFICA IL CERVELLO DELL'UOMO<br />
Un ' interessante ricerca sugli uccelli, pubblicata da "Nature", eseguita da alcuni ricercatori della<br />
Duke University di Durham ( Stati Uniti), evidenzia che gli uccelli modificano la struttura del<br />
cervello quando imparano a cantare.<br />
Con la tecnica di " imaging", gli studiosi hanno potuto notare che quando i giovani fringuelli<br />
imparano il canto dai loro genitori, o da altri uccelli adulti, dai quali venivano allevati, nelle<br />
strutture cerebrali adibite alle abilità canore avvenivano dei cambiamenti strutturali nelle "spine<br />
dendritiche" che diventavano più stabili e durature.<br />
Le "spine dendritiche" sono diramazioni dei dendriti più sottili delle cellule nervose, dotate di<br />
minute espansioni denominate " spine o gemmule" che prendono parte alle connessioni sinaptiche.<br />
Inoltre i ricercatori hanno potuto notare una correlazione tra apprendimento al canto ed un aumento<br />
dell'attività sinaptica nei giovani fringuelli.<br />
Da studi fatti precedentemente era stato osservato una correlazione tra cambiamento strutturale del<br />
cervello ed esperienze sensoriali, ma non era stato compreso, che i cambiamenti avvenivano durante<br />
l'apprendimento.<br />
Gli autori di questa ricerca ritengono che i risultati conseguiti potrebbero estendersi anche all'uomo<br />
aprendo nuovi orizzonti al campo medico, in particolar modo a sostegno delle persone colpite da<br />
ictus e che hanno perso l'uso della parola.<br />
Se le aree del cervello coinvolte nel linguaggio sono state danneggiate i pazienti possono utilizzare<br />
aree deputate al canto per recuperare la parola.<br />
Le aree deputate al linguaggio sono infatti altre rispetto a quelle coinvolte nel canto e se le prime<br />
sono state danneggiate è possibile utilizzare queste ultime per recuperare la parola<br />
><br />
Tutto ciò emerge da uno studio scientifico fatto ultimamente a San Diego.<br />
Fig. 51 - foto due insegnanti che cantano<br />
Fig. 52 - Disegno spine dendritiche
ORIGINE DEL LINGUAGGIO SECONDO DARWIN<br />
Darwin ritiene che il linguaggio sia un carattere di distinzione tra l'uomo e gli animali inferiori,<br />
anche se l'uomo non è il solo individuo che faccia uso del linguaggio per farsi capire, esprimere il<br />
proprio pensiero e comprendere il pensiero espresso da altri.<br />
Esistono animali che emettono suoni, grida, urla, fanno gesti e movimenti facciali per esprimere<br />
emozioni e pensieri. Alcune scimmie del Paraguay "cebus azaree", quando sono eccitate emettono<br />
suoni distinti che suscitano emozioni in altre scimmie.<br />
I loro gesti e le loro manifestazioni espressive sono comprese dall'uomo ed anche loro<br />
comprendono il linguaggio umano.<br />
Il cane quando è stato addomesticato, ha imparato ad abbaiare in diversi modi diversi; sicuramente<br />
anche i suoi antenati avranno espresso i loro sentimenti con grida. Il cane addomesticato ha diversi<br />
modi di abbaiare in relazione ai diversi comportamenti:<br />
grida quando è rinchiuso o ulula<br />
ringhia negli stati di collera<br />
uggiola durante la notte<br />
abbaia di gioia quando passeggia con il suo padrone<br />
fa il latrato di avidità nella caccia<br />
L'uso del linguaggio articolato è caratteristico dell'uomo, ma come gli animali inferiori usa grida<br />
inarticolate per esprimere ciò che sente, aiutandosi con gesti, espressioni facciali e l'utilizzo di<br />
muscoli mimici per manifestare sentimenti semplici.<br />
Le grida, gli atteggiamenti timorosi, le espressioni di dolore unitamente a gesti appropriati, a volte<br />
sono più espressivi della parola.<br />
Ciò che distingue l'uomo dagli animali inferiori non è la capacità di comprendere suoni articolati,<br />
perchè è risaputo che anche i cani comprendono intere frasi e che i pappagalli hanno la capacità di<br />
articolare i suoni, ma nessun essere vivente ha le facoltà mentali enormemente sviluppate come<br />
quelle dell'uomo che lo rendono capace di associare suoni, a svariate e diverse innumerevoli idee. I<br />
suoni emessi dagli uccelli permettono di individuare una stretta analogia con il linguaggio umano<br />
perchè tutti gli appartenenti alla stessa specie emettono gli stessi gridi istintivi per esprimere le loro<br />
emozioni. Il canto vero e proprio e anche le note di richiamo, sono insegnate agli uccelli dai<br />
genitori. I primi tentativi canori si possono paragonare ai primi balbettii di un bambino piccolo. I<br />
giovani maschi continuano ad esercitarsi per una decina di mesi, per insegnare il canto appreso alla<br />
loro prole. Il professor Müller ritiene che il linguaggio trae origine dall'imitazione e dalle<br />
manifestazioni di vari suoni naturali, dalla voce degli animali, dalle grida istintive dell'uomo,<br />
animate da gestualità e segni.<br />
Ѐ' probabile che l'uomo primitivo usasse la voce per cantare, un attitudine esercitata durante il<br />
corteggiamento amoroso, come fanno attualmente i gibboni per esprimere amore, gelosia, trionfo e<br />
per sfidare i rivali.<br />
Ѐ probabile che l'imitazione, la cadenza musicale, i suoni articolati, abbiano dato origine a parole<br />
complesse e svariate emozioni. Nel corso evolutivo gli organi vocali si saranno rinforzati e<br />
perfezionati rendendo la voce più fluida e potente in virtù del principio dell'ereditarietà, dell'uso e<br />
della selezione naturale degli organi della voce, che rinforzandosi hanno permesso alla voce di<br />
aumentare di tono e di diventare fluente. E' stato indubbiamente importante la relazione tra l'uso del<br />
linguaggio e lo sviluppo del cervello.<br />
L' uso del linguaggio<br />
→<br />
←<br />
Sviluppo del cervello
I poteri mentali tra i progenitori dell'uomo dovevano essere più sviluppati di quelli delle scimmie<br />
ancora prima che si usasse la forma più sviluppata del linguaggio. L'uso continuo e il progresso di<br />
questo potere umano deve aver agito sulla mente favorendo la concatenazione del pensiero poichè<br />
una complessa serie di pensieri non può formarsi senza essere aiutata dalla parola pronunciata o<br />
pensata.<br />
Il professor Müller ritiene che l'uso del linguaggio implica la capacità di formulare concetti generali<br />
e nessun essere vivente all'infuori dell' uomo ha questo potere, ciò determina una barriera<br />
insormontabile tra animale e uomo.<br />
Fig. 53 - Foto scimmie urlatrici
SVILUPPO DEGLI ORGANI VOCALI<br />
Si può supporre che gli organi deputati alla parola si siano perfezionati nel tempo dal momento che<br />
i mammiferi superiori possiedono organi vocali con una struttura simile alla nostra.<br />
Probabilmente si sono sviluppati con il miglioramento delle abilità di comunicazione,<br />
progressivamente aiutati in questa funzione da lingua e labbra.<br />
Le scimmie superiori non usano gli organi vocali per parlare, ciò potrebbe dipendere dalla loro<br />
intelligenza non sufficientemente sviluppata per l'uso della parola, ma se sapessero parlare non<br />
potrebbero emettere suoni articolati generati dalle corde vocali, questa incapacità è determinata<br />
dalla posizione della laringe che è situata in una parte molto alta del collo. Durante il percorso<br />
evolutivo nell' Homo Erectus, la ricostruzione della nascita del linguaggio si impernea sui<br />
cambiamenti anatomici avvenuti negli organi della testa, e possiamo fare un parallelo fra scimmia e<br />
storia evolutiva. Durante l'evoluzione, nell'Homo Erectus, la base del cranio ha iniziato ad arcuarsi,<br />
questa lenta trasformazione somatica ha modificato il cranio, che arrotondandosi ha determinato<br />
l'abbassamento della laringe e la formazione di un tratto sopralaringeo adatto per la modulazione<br />
dei suoni: si è così avviata una lunga evoluzione durata due milioni di anni per giungere alle attuali<br />
abilità linguistiche umane. Analizzando i fatti che storicamente sono accaduti si può dedurre che la<br />
parola " dell'Homo Sapiens", considerata un' abilità intellettiva superiore ha profonde basi<br />
biologiche e genetiche.<br />
FIG. 54 - Cambiamneti anatomici avvenuti negli organi della testa da tesina Jeffrey Eugenides<br />
linguaggio
PLASTICITÀ INFANTILE<br />
I medici e neuroscienziati Hubel e Wiesel vinsero il premio Nobel per aver scoperto con i loro<br />
esperimenti che nei cuccioli di gatto il cervello è plastico. Durante le loro osservazioni<br />
individuarono anche il "periodo critico" degli animali andava dalla terza all'ottava settimana durante<br />
questo periodo i gatti modificavano il loro cervello, rimodellandosi. I due scienziati avevano inoltre<br />
scoperto che anche nei bambini il cervello è plastico nel periodo critico, che inizia nell'infanzia e si<br />
conclude tra gli otto anni e la pubertà.<br />
Durante questo periodo il bambino può imparare la seconda lingua e ogni volta che impara un<br />
nuovo vocabolo esso va ad occupare lo stesso spazio cerebrale occupato dalla lingua madre. Dopo il<br />
periodo critico l'apprendimento linguistico si conclude, crescendo la persona utilizza la lingua<br />
madre, che occupa l'intera mappa linguistica e impedisce con la sua tirannia di imparare una nuova<br />
lingua.<br />
La scoperta dei neuroscienziati Hubel e Wiesel, soprattutto quella che riguarda il periodo critico, è<br />
stato uno fra i risultati più eclatanti in campo biologico, ma consolidò "la teoria localizzazionista"<br />
secondo cui i lobi frontali erano la sede del sistema motorio, i lobi temporali, parietali e occipitali<br />
includevano il sistema sensitivo e il sistema sensitivo elaborava gli stimoli inviati al cervello dagli<br />
organi di senso occhi orecchio e recettori tattili. Le regioni che erano state individuate erano<br />
deputate a quelle specifiche funzioni mentali e una volta "cablate" dopo il periodo critico,<br />
rimanevano per sempre immutabili. Con questa ferma convinzione i neuroscienziati erano increduli<br />
dinanzi alle ipotetiche teorie di "plasticità cerebrale" enunciate da Merzenich.<br />
Fig. 55 - Wiesel e Hubel festeggiano il premio Nobel
MERZENICH UNA RIVOLUZIONE NEUROPLATICA<br />
Merzenich è considerato uno fra i maggiori neuroscienziati americani, il suo successo è legato alla<br />
teoria neuroplastica, il suo pensiero è innovativo e moderno nel sostenere il rimodellamento<br />
cerebrale.<br />
Secondo Merzenich "la plasticità cerebrale" accompagna il cammino dell'uomo nel corso di tutta la<br />
sua vita, e migliora l'apprendimento, le funzioni cognitive e percettive, il pensiero, la memoria, i<br />
ricordi, anche delle persone anziane. Se l'apprendimento avviene coerentemente alle leggi<br />
neuroplastiche i processi mentali miglioreranno e le abilità acquisite diventeranno meno dispersive,<br />
più precise e veloci. La neocorteccia è in grado di perfezionare e di elaborare selettivamente le sue<br />
capacità adattandola di volta in volta ai compiti da svolgere e "impara come imparare".<br />
Merzenich ritiene che il cervello non sia un contenitore vuoto, ma una creatura vivente che palpita,<br />
in grado di crescere, svilupparsi, modificarsi se viene costantemente alimentata dall'attenzione e da<br />
movimenti consapevoli appropriati.<br />
Merzenich iniziatò la sua ricerca scientifica nel 1968, dopo aver concluso il dottorato.<br />
Con l'uso di tecnologie più avanzate di quelle utilizzate da Penfield, ha potuto fare scoperte<br />
importanti sulla formazione strutturale e funzionale delle mappe cerebrali del cervello di giovani<br />
scimmie.<br />
Con la ricerca sperimentale sulla micromappatura della mano di una giovane scimmia ha osservato<br />
il processo della plasticità durante il suo decorso. Scopri che le mappe cerebrali:<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
si riordinano topograficamente<br />
erano dinamiche e modificavano posizione e confine<br />
erano competitive<br />
erano in costante mutamento<br />
potevano formare nuove connessioni nervose<br />
L'idea che le mappe del corpo modificavano confine, posizione, funzione anche in età adulte e in<br />
condizioni normali era fortemente ostacolato dai "localizzazionisti".<br />
Ma i ripetuti esperimenti condotti da Merzenich a sostegno della "plasticità" gli fornirono prove<br />
sufficienti per far soccombere le convinzioni conservatrici dei più tenaci e increduli neuroscienziati.<br />
Fig. 56 - Contatti sinaptici nell'apprendimento
APPRENDIMENTO HEBBIANO<br />
Hebb, psicologo comportamentista canadese, collaboratore di Penfied, nel 1949 ha ipotizzato una<br />
teoria sull'apprendimento.<br />
Secondo Hebb l'apprendimento produce nuovi legami tra i neuroni: quando due neuroni si attivano<br />
insieme o ripetutamente, oppure quando si attiva uno inducendo l'attivazione dell'altro, in entrambi i<br />
casi si verificano delle reazioni chimiche che rendono forte il legame tra i due. L'apprendimento è il<br />
consolidamento dei legami neuronali<br />
FIG. 57 - Plasticità di Hebb (libro LEDOUX)<br />
Sulle idee di Hebb, Merzenich sosteneva che i neuroni delle mappe cerebrali sviluppavano delle<br />
forti connessioni reciproche se venivano stimolati reciprocamente.<br />
Per cui le persone che soffrivano di:<br />
malattie neurologiche<br />
disturbi di apprendimento<br />
problemi psicologici<br />
ictus<br />
lesioni cerebrali<br />
Potevano sperare di migliorare le loro condizioni, se sviluppavano nuove connessioni nervose<br />
inducendo i neuroni ad attivarsi simultaneamente e a legarsi tra di loro.
DISAPPRENDERE É PIÙ FACILE CHE APPRENDERE<br />
Se le mappe sono competitive e tiranne, una volta che si è appresa una cattiva abitudine, è difficile<br />
eliminarla?<br />
Quando una cattiva abitudine si è consolidata significa che ha acquisito un controllo sulle mappe<br />
cerebrali tale da impedire che quello spazio sia occupato dalle "buone abitudini".<br />
Buone per il comportamento e per la salute.<br />
Con la consapevolezza e la ripetizione di movimenti consapevoli basati sulla percezione sensoriale<br />
e sull'utilizzo di piccole e gradevoli astuzie che possono trarre in inganno il sistema nervoso, le<br />
nuove e buone abitudini possono lentamente sostituire e occupare lo spazio invaso dalle cattive<br />
abitudini respingendole ai margini o eliminandole definitivamente.<br />
Stimoliamo le cellule nervose....<br />
... per recuperare sane e buone abitudini.
NEUROGENESI<br />
Elizabeth Gould<br />
Per molti anni gli scienziati sono stati intralciati dalla falsa concezione che il cervello fosse"cablato"<br />
e che il suo sviluppo fosse definito fin dalla nascita e rimanesse immutabile per tutta la vita.<br />
Secondo questa teoria i tessuti nervosi di aree cerebrali danneggiate da ictus, incidenti, o da altre<br />
malattie non potevano essere ripristinati e le funzioni perdute non potevano essere recuperate.<br />
La teoria sulla "fissità del sistema nervoso e la sua incapacità di rinnovarsi e riprodursi" acclamata<br />
e difesa per quasi tutto il '900, nel duemila è crollata dinnanzi i risultati sperimentali ottenuti<br />
attraverso le ricerche di giovani neurobiologi del New Jersey sotto la guida di Tracey Y. Shors ed<br />
Elizabeth Gould che credevano nella "neurogenesi". Mediante studi condotti sui topi essi<br />
hanno dimostrato che i giovani neuroni riprodotti si integravano nei circuiti nervosi dell'ippocampo<br />
e che la loro presenza era essenziale per la fissazione di nuove informazioni, per nuovi ricordi,<br />
nuove tracce mnemoniche, quindi per rinnovare circuiti nervosi coinvolti nella memoria.<br />
Significa che per formare nuovi ricordi sono necessarie nuove cellule nervose e questo processo<br />
riproduttivo è ridotto dallo stress.<br />
Fig. 58 - Impulsi di una cellula nervosa
IL CERVELLO DEI PIANISTI<br />
Le vie uditive, sensitive unitamente alle somoestesiche, sono dotate di una notevole plasticità e si<br />
modificano con l'esperienza. Un esempio di plasticità corticale è rappresentato dai musicisti nei<br />
quali, in virtù delle loro attività, si verifica un aumento delle aree uditive. Inoltre essi hanno una<br />
maggiore rappresentazione somatosensoriale nelle aree corticali, inerente alle afferenze delle dita<br />
delle mani che utilizzano per suonare, e hanno inoltre un cervelletto più sviluppato delle persone<br />
normali. Dalle osservazioni fatte dagli scienziati su pianisti e soggetti non musicisti è risultato che i<br />
pianisti avevano la materia grigia delle aree uditive e viso-spaziali più sviluppate. Si può quindi<br />
affermare che il cervello adulto è in grado di rimodellarsi sulla base dell'esperienza personale,<br />
formando nuovi circuiti nervosi o sinapsi.<br />
FIG. 59 - Il cantautore e musicista Marco Giorgi
IL CERVELLO DEI TASSISTI<br />
Nel 2000 Eleonor Maguire e KatherineWoollett<br />
dell'Istituto Neurologico dell'Università di Londra<br />
hanno pubblicato un interessante studio condotto sul<br />
cambiamento del cervello dei tassisti londinesi,<br />
dopo averli sottoposti a risonanza magnetica.<br />
Hanno potuto dimostrare che nei tassisti le<br />
dimensioni dell'ippocampo di destra sono maggiori<br />
di quelle di un non guidatore di taxi: con ciò<br />
evidenziando che alcune attività svolte dall'uomo<br />
sono in grado di modificare quest'area cerebrale, che<br />
si attiva nell'orientamento spaziale e nel ricordare la locazione e la disposizione di piazze e vie.<br />
L'ippocampo è un'area cerebrale situata in profondità nel lobo mediotemporale coinvolto nella<br />
"navigazione spaziale" e nella memoria a lungo termine.<br />
Alcune attività professionali come quelle dei tassisti sono in grado di fare aumentare le dimensioni<br />
di questa particolare e antica struttura cerebrale.<br />
Per ottenere una licenza di guida ai londinesi viene richiesta la conoscenza di ben 25000 strade<br />
incluse nel raggio di 10 km dalla stazione centrale, per cui le aree deputate alla memoria degli<br />
aspiranti tassisti londinesi è sottoposta a continue sollecitazioni mnemoniche.<br />
L'area ippocampale costantemente e ripetutamente sollecitata dai tassisti nel ricordare le<br />
disposizione delle vie, delle piazze, delle strade, dei lunghi storici più conosciuti, inducono lo<br />
sviluppo delle dimensioni dell'ippocampo così chiamato perchè simile ad un cavalluccio marino.<br />
Risulta che i tassisti londinesi più anni passano percorrendo le strade della città, maggiori saranno<br />
le dimensioni del loro ippocampo, responsabili delle rappresentazioni spaziali.<br />
Il cavalluccio marino è di medie dimensioni nelle persone normali, con l'esperienza diventa un<br />
"grande cavalluccio". Questo esempio è a favore della plasticità cerebrale. L'ippocampo quindi è<br />
implicato nel rendere conosciuto lo sconosciuto e nell'elaborazione di nuove esperienze.<br />
Recenti studi hanno dimostrato una correlazione tra stress cronico e deterioramento nei neuroni<br />
dell'ippocampo.<br />
Fig. 60 - Ippocampo
L'APPRENDIMENTO<br />
Si può definire apprendimento la capacità di acquisire nuove informazioni e di modificare i<br />
comportamenti in base all'esperienza.<br />
Apprendere significa acquisire informazioni, caratteristica comune a tutti gli animali e in particolar<br />
modo agli esseri umani.<br />
Secondo Hebb noi apprendiamo nuove informazioni formando nuove connessioni sinaptiche tra i<br />
neuroni.<br />
Apprendere è creare una nuova relazione tra i neuroni e ricordare è mantenere viva questa relazione.<br />
Quando acquisiamo nuove conoscenze diciamo "oggi ho imparato qualche cosa di nuovo".<br />
Dal punto di vista neurologico, con l'apprendimento di nuove idee si sono formate una serie di<br />
connessioni sinaptiche per l'apprendimento di nuove informazioni, in una rete neuronale che<br />
archivia quel concetto come "ricordo".<br />
Questo modo di archiviare le conoscenze nella corteccia cerebrale è stato definito dallo psicologo<br />
Endel Tulving "Memoria semantica "<br />
La memoria è la ritenzione o l'immagazzinamento delle informazioni apprese.<br />
Apprendimento<br />
Strettamente collegate<br />
Memoria
MEMORIA<br />
La memoria è la capacità di immagazzinare, conservare e recuperare le informazioni apprese, essa<br />
ci permette di continuare la nostra vita interiore facendo sopravvivere il passato.<br />
Con la memoria si hanno informazioni utili per adattarsi all'ambiente e per modificarlo secondo i<br />
propri sogni ed esigenze.<br />
Le diverse modalità mnemoniche come l'incontro con il primo amore, il primo bacio sotto le stelle,<br />
il ballo adolescenziale, l'andare in bicicletta richiedono l'attivazione e l'elaborazione di sistemi<br />
cerebrali diversi e distinti.<br />
Si distingue:<br />
<br />
<br />
memoria a breve termine si riferisce alla capacità di conservare e tenere in mente un<br />
evento appena accaduto.<br />
Può durare da alcuni secondi a qualche ora. Conserva le<br />
informazioni per tempi molto brevi mentre il soggetto pianifica<br />
le informazioni; come ad esempio quando ricerca un oggetto<br />
smarrito ed elimina i posti già ispezionati.<br />
memoria a lungo termine immagazzina le tracce mnemonche per giorni, mesi, anni e a<br />
volte per tutta la vita consentendoci di conservare e di rievocare i<br />
contenuti al di là della consapevolezza<br />
La memoria a lungo termine costituisce la base della nostra storia personale e ci consente di formare<br />
la nostra identità:<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
immagazzina le informazioni<br />
conserva e rievoca i contenuti<br />
costituisce la base della nostra storia personale<br />
ci permette di formare la nostra identità<br />
influenza il nostro comportamento
MEMORIA A LUNGO TERMINE<br />
La memoria a lungo termine è organizzata in tre distinti sistemi:<br />
- esplicita o dichiarativa si riferisce a fatti ed eventi<br />
- implicita o procedurale si riferisce a abitudini e competenze<br />
- emotiva costituisce l'aspetto emozionale degli eventi e dei fatti<br />
Memoria esplicita<br />
Episodica<br />
Semantica<br />
Riferita ad eventi<br />
ed episodi : ricordare<br />
una canzone o un<br />
numero telefonico<br />
Riguarda la conoscenza<br />
dei fatti, la classificazione<br />
degli oggetti<br />
" La memoria semantica" pertiene alle informazioni che giungono all'intelletto ma che non<br />
abbiamo sperimentato, per cui la nuova informazione può essere stata appresa come concetto ma<br />
non è stata sperimentata con il corpo.<br />
All'esperienza appresa è stata data vita nella mente ma non nel corpo. Per l'archiviazione della<br />
memoria esplicita sono essenziali:<br />
l'ippocampo<br />
le aree corticali dei lobi temporali<br />
l'ipotalamo e il talamo<br />
Corteccia<br />
prefrontale<br />
Ippocampo<br />
Corteccia<br />
paraippocampale<br />
Fig.61 - Aree implicate nella memoria esplicita
CODIFICAZIONE <strong>DELLA</strong> MEMORIA ESPLICITA<br />
L'informazione arriva<br />
dai sensi<br />
Corteccia<br />
uditiva<br />
Corteccia<br />
visiva<br />
Corteccia<br />
somatica<br />
CORTECCIA PREFRONTALE<br />
immagazzina come memoria di lavoro<br />
LOBO TEMPORALE MEDIALE<br />
GIRO IPPOCAMPALE<br />
IPPOCAMPO<br />
Elaborazione ancora sconosciute<br />
ARREE ASSOCIATIVE<br />
Sono depositate memorie stabili<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Le aree di elaborazione sensoriale ricevono segnali dagli eventi esterni<br />
Le aree corticali elaborano i segnali e creano rappresentazioni percettive degli stimoli<br />
Le rappresentazioni vengono trasmesse alle regioni corticali adiacenti<br />
Le aree adiacenti inviano "le rappresentazioni elaborate"all'ippocampo<br />
Quando facciamo un'esperienza nuova tutti i nostri sensi sono impegnati.<br />
Dalla vista, dall'odorato, dall'udito, dal tatto arrivano un crescendo di stimoli sensoriali che sono<br />
elaborati nelle rispettive aree sensoriali del cervello.<br />
I neuroni si riorganizzano in una rete neurale per registrare ogni esperienza nella forma di nuovi<br />
ricordi.
MEMORIA IMPLICITA<br />
La memoria implicita riguarda la modalità degli atti che non coinvolgono la coscienza, ma si<br />
realizzano in maniera inconscia, garantisce la formazione dell'abitudine come ad esempio comporre<br />
un numero telefonico, pettinarsi, colpire una palla da tennis, andare in bicicletta, risolvere i<br />
problemi.<br />
L'abitudine è una forma semplice di apprendimento in cui lo stimolo "neutro" viene più volte<br />
applicato.<br />
La prima volta lo stimolo è nuovo, con la ripetizione l'individuo si abitua e lo ignora riducendo la<br />
risposta.<br />
L'abitudine è l'addestramento all'esecuzione di atti motori percettivi di tipo riflesso.<br />
Questo tipo di risposta garantisce il continuo adattamento sensorio e motorio mentre si svolge<br />
l'azione motoria che avviene in automatico come leggere, scrivere, andare in bicicletta.<br />
Quando si impara ad andare in bicicletta l'area associativa motoria è costantemente coinvolta, dopo<br />
che si è memorizzata la procedura, la corteccia non è più coinvolta perchè è stata depositata nei<br />
nuclei della base e nelle strutture sottocorticali.<br />
La sensibilizzazione è il processo inverso.<br />
Nella memorizzazione di tipo implicito, svolgono un ruolo fondamentale:<br />
nuclei della base<br />
cervelletto<br />
amigdala<br />
area supplementare motoria<br />
Lo stress, l'invecchiamento, la demenza danneggiano l'ippocampo lasciando però integra la<br />
memoria già consolidata in passato e impedendo la formazione di nuove memorie.<br />
MORBO DI ALZHEIMER<br />
Morbo di Alzheimer<br />
LOBO<br />
TEMPORALE<br />
IPPOCAMPO<br />
<strong>NEOCORTECCIA</strong><br />
- La malattia comincia ad attaccare il cervello dal lobo temporale, in particolare dall'ippocampo, e ci<br />
fa comprendere come la perdita di memoria sia il primo segnale di allarme.<br />
- Successivamente il morbo si insinua nella neocorteccia e mentre progredisci sono compromessi<br />
tutti i ricordi vecchi e nuovi, insieme a svariate funzioni cognitive della corteccia.
- Questa malattia compromette contemporaneamente cervello e mente con disastro cognitivo.<br />
EVOCAZIONE DEI RICORDI<br />
Sembra che le varie parti della memoria visiva, olfattiva, uditiva siano consolidate e immagazzinate<br />
nelle regioni corticali specializzate e le aree associative siano le sedi principali di accumulo delle<br />
tracce mnemoniche riportate alla coscienza quando la memoria viene richiamata da varie<br />
componenti, come il ricordo di una scena vivacemente vissuta in passato, un odore, un profumo, un<br />
ritmo musicale di una canzone associata ad una scena simile o a delle parole che implicano la<br />
visione e la vivacità della scena. Le nuove tracce mnemoniche vengono confrontate con quelle<br />
preesistenti in memoria, se risultano uguali vengono a queste ultime sommate, se diverse, sono<br />
memorizzate separatamente.<br />
La ripetizione di un quadro sensoriale spiegherebbe " il rinforzo della memorizzazione".<br />
I ricordi<br />
Piacevoli<br />
Spiacevoli<br />
Le memorie emozionali prediligono come sede l'amigdala. Il ricordo di una scena è un complesso<br />
intreccio di sentimenti costruito tra dialogo e tra strutture cerebrali:<br />
Amigdala Ippocampo Corteccia Deposito delle aree corticali
"SOMMELIER"<br />
UN’ARTE CHE SI IMPARA<br />
Molte persone come me "più astemie" che "vinacciole" bevono il vino come se fosse acqua senza<br />
conoscere le particolari caratteristiche che distinguono un vino dall'altro.<br />
Questa incapacità che ho dall'infanzia non la dimostro mai a nessuno e quando mi reco al ristorante<br />
e gentilmente il cameriere mi porge il bicchiere di vino "per il famoso assaggio" dico "é perfetto"<br />
senza capirci niente.<br />
Ho invece amici che sono dei veri intenditori, hanno fatto il corso per diventare Sommelier e prima<br />
di bere il vino eseguono dei particolari rituali che mi divertono.<br />
Prima lo fanno decantare nella caraffa per farlo respirare, quando lo versano nel bicchiere sentono il<br />
suono, poi osservano il colore, lo arieggiano, sentono l'emanazione del profumo e l'assaggiano<br />
gustandolo lentamente.<br />
Usano tutti i sensi per bere semplicemente un bicchiere di vino e quando mi dicono "senti il<br />
retrogusto alla fragola" li osservo con estremo scetticismo e diffidenza.<br />
La mia amica Mirca Mariani, anche lei "Sommelier", più volte mi ha suggerito di imparare ad<br />
assaggiare piccoli sorsi di vino rosso durante i pasti perchè contiene dei potenti antiossidanti.<br />
Per quanto mi sforzi il mio palato non ha imparato a sorseggiare il vino rosso che continua a non<br />
piacermi, per cui non ho formato nessuna "memoria etilica" ma in compenso ne ho formate tante<br />
altre.<br />
Intenditori di vino non si nasce ma si diventa, riconoscere le sottili differenze che distinguono il<br />
gusto e l'aroma da un'annata all'altra e relativa provenienza, sono capacità apprese che si<br />
acquisiscono attraverso la ripetizione e l'assaggio di diversi vini, confrontando gusti sconosciuti<br />
con gusti noti si sviluppano ampie esperienze.<br />
Percepire, comprendere impressioni sensoriali, sommarle ai dati appresi sulle diverse varietà dei<br />
vini, sulle produzioni regionali, sulle attività commerciali e nazionali sono tutte caratteristiche che<br />
si raggruppano in un circuito nervoso che interpreta il concetto che le persone hanno di<br />
degustazione del vino, che può essere definita "rete neurale della degustazione di vini".<br />
L'attenzione prestata durante l'esperienza vissuta associate alle conoscenze semantiche formano un<br />
ricordo "episodico".<br />
L'apprendimento è completo perchè l'esperienza sensoriale profonda ha arricchito la rete neuronale<br />
appena formata.<br />
L'esperienza nuova e la consapevolezza hanno prodotto una forte connessione sinaptica stabile e a<br />
lungo termine che può essere archiviata o depositata nelle strutture cerebrali deputate a questa<br />
funzione.<br />
Mirka Mariani Sommelier
L'APPRENDIMENTO SECONDO FELDENKRAIS<br />
Le innumerevoli azioni da noi svolte quotidianamente sono strettamente connesse all'eredità<br />
biologica, a quanto abbiamo imparato dalla nascita fino a quel momento, all'esperienze fatte<br />
precedentemente, all'immagine corporea che abbiamo formato di noi stessi, all'ambiente culturale,<br />
sociale nel quale abbiamo vissuto e viviamo.<br />
Delle azioni che ci fanno scrivere, leggere, parlare, camminare, ascoltare musica, siamo<br />
consapevoli soltanto in parte.<br />
Il metodo Feldenkrais si prefigge come scopo primario di rendere la persona "consapevole",<br />
guidandola nell'esplorazione di sé mentre compie i movimenti, rendendoli facili, piacevoli ed<br />
armoniosi e comunica con un linguaggio non verbale nell' Integrazione Funzionale (I.F.), verbale<br />
nelle lezioni collettive (C.A.M.).<br />
Con parole semplici e comprensibili conduce la persona a percepirsi, a sentire parti del corpo<br />
remote e dimenticate, e si avverte la loro presenza con il dolore.<br />
L'insegnamento del Metodo Feldenkrais non è simile all'insegnamento che avviene nelle scuole<br />
elementari, nelle medie, all'università, perchè non viene espresso un giudizio da parte<br />
dell'insegnante e non c'è nessun diploma o laurea da conseguire se non la scoperta di una nuova<br />
percezione corporea che conduce a compiere nuovi movimenti, azioni migliori e promuove la<br />
produzione di una chimica diversa del cervello.<br />
Studenti 150 ore
LEZIONI COLLETTIVE CON IL METODO<br />
FELDENKRAIS (C.A.M.)<br />
Per star bene è importante apprendere nuove abilità di fare le cose che già sappiamo fare, con<br />
lezioni collettive e individuali.
LEZIONI INDIVIDUALI CON IL METODO<br />
FELDENKRAIS (I.F.)<br />
Con le nostre lezioni le persone migliorano perchè imparano ed ogni volta raggiungono un nuovo<br />
benessere, si sentono più rilassati, più leggeri, più alti, il respiro è diventato più profondo e libero a<br />
volte il dolore è sparito, come sono scomparse le rughe sul volto, gli occhi diventano più lucidi, la<br />
voce è più profonda e si sente una nuova giovinezza.<br />
Con il Metodo Feldenkrais le persone sono guidate ad imparare per imparare.
L'APPRENDIMENTO DEI MAMMIFERI<br />
Tutti i vertebrati: pesci, anfibi, rettili, mammiferi, hanno bisogno di un apprendimento che può<br />
variare da alcuni minuti ad anni interi.<br />
Alcuni mammiferi come bovini, ovini, suini, equini, appena nati sono capaci di seguire le mandrie o<br />
il gregge dopo che la madre ha reciso il cordone ombelicale e a ripulito il piccolo leccandolo.<br />
Ovviamente ciò accade perchè le connessioni nervose si sono formate prima della nascita, ciascuna<br />
specie ha trasmesso l'apprendimento ereditato come riflessi, gli istinti che mettono il piccolo<br />
neonato in condizioni di sopravvivere in situazioni precarie.<br />
Al momento della nascita il sistema nervoso è "cablato" significa che lo sviluppo si è completato,<br />
cioè le sinapsi o le connessioni sinaptiche dei neuroni sono pronte e l'apprendimento è breve.<br />
Azienda Agricola "La Vischia"
CURE PARENTALI<br />
Gli uccelli e i cuccioli di gatti e cani hanno bisogno di un apprendimento di poche settimane.<br />
Foto animali dell'Az. Agricola "La Vischia" e del Centro
APPRENDIMENTO ORGANICO<br />
L'apprendimento organico inizia nell'utero e continua per tutta la vita dell'individuo è una necessità<br />
biologica e fisiologica, individuale, necessita di molto tempo ed implica una struttura complessa e<br />
varie funzioni associate ad azioni corrette e fallimenti.<br />
Lo sviluppo delle strutture corporee coincide con il tentativo del bambino di funzionare nel proprio<br />
ambiente. Il neonato continuerà a girarsi da una parte all'altra finchè le strutture nervose non<br />
saranno sufficientemente mature da rendere possibile un altro movimento.<br />
La maturazione delle strutture nervose e il loro collegamento con i muscoli sono influenzati dai<br />
nuovi tentativi del corpo di funzionare<br />
fase talamo-pallido<br />
fase striata<br />
Pallido<br />
Striato<br />
Talamo<br />
fase piramidale
INTERAZIONE CON LA GRAVITÀ<br />
Il sistema nervoso del bambino è strutturato attraverso i sensi le percezioni cinestesiche determinate<br />
dall'ambiente famigliare e sociale.<br />
I quattro elementi preposti al movimento scheletro→muscoli→sistema nervoso→ambiente<br />
interagiscono continuamente nel campo gravitazionale dalla nascita alla vecchiaia.
LE "AZDORE" HANNO CAMBIATO LINGUAGGIO<br />
Le azdore quando erano giovani parlavano di morosi:<br />
" A jho un muros bèl bèl,<br />
l'è tôt rèzz<br />
si occ de zil,<br />
e'na pèla fina<br />
ch'la pèr d'avlud,<br />
eh pu' l'ha....bhè!<br />
L'è mej c'ha staga<br />
zèta"<br />
Ho un moroso bello bello<br />
è tutto riccio<br />
con gli occhi del colore del cielo<br />
e ha una pelle fine<br />
che sembra di velluto<br />
e poi ha… bhè!<br />
È meglio che stia zitta.
Oggi che il tempo dell'amore è passato parlano di dolori:<br />
" Se-t-scòr sèmpra ad tôt i tu mèl, sbaj,<br />
parchè dì m'e tu zarvèl<br />
che sté mèl...e pu' dopa e va a fin^<br />
che sté mél da bon."<br />
Se parli sempre di tutti i tuoi mali<br />
dici al tuo cervello<br />
che stai male… e poi dopo va a finire<br />
che stai male davvero.
Prodotto da Tina Broccoli<br />
Disegni di Marilena Censi<br />
Si ringrazia per la collaborazione di Simone Broccoli, Robenta Pari, Pierangela Rossetti,<br />
Massimo Galli, Thomas Ramberti.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Dr. Alberto Vignati Università degli studi di Milano " Sistema nervoso parte prima e parte seconda".<br />
Andre Marini Manuale di neurolinguistica Ed. CAROCCI 2008<br />
Jo Dispenza Evolvi il tuo cervello Ed. MACRO 2008<br />
Francesco Bottaccioli Psiconeuro endocrino immunologia Ed. RED 2011 (ristampa)<br />
Luigi Cattaneo Compendio di anatomia umana Ed. MONDUZZI 1986<br />
Cesare Caselli – Vanni Taglietti Principi di fisiologia Ed. LA GOLIARDICA PAVESE 2002<br />
Ganon Fisilogia medica Ed. PICCIN 2006<br />
M. Feldenkrais Le basi del Metodo per la consapevolezza dei processi psicomotori<br />
Ed. ASTROLABIO1991<br />
M. Feldenkrais Il corpo e il comportamento maturo Ed. ASTROLABIO 1996<br />
Robert F.Schmidt Fondamneti di neurofisiologia Ed. ZANICHELLI 1990<br />
Murray L. Barr Il sistema nervoso umano Ed. PICCIN NUOVA LIBRERIA 1983<br />
Martini, Timmons, Tallitsch Anatomia Umana Ed. EdiSES (Quinta edizione) 2012<br />
Autori vari - Luciano Zocchi Principi di Fisiologia Ed. EdiSES 2012<br />
Joseph LeDoux Il cervello emotivo Ed. Baldini Castoldi Dalai 1998<br />
Arrivederci a presto con .........."Le emozioni"