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fine ARTS 2010-2011 - The British School at Rome

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Nel mio lavoro di artista utilizzo video digitale ad altadefinizione, con live action, motion graphics, animazione3D al computer, e suono. Pur essendo consapevole dellestorie del cinema narr<strong>at</strong>ivo e del cinema sperimentale, imiei lavori riguardano più precisamente il mezzo del videodigitale, e in particolare la sua eterogeneità contemporaneaquale mezzo us<strong>at</strong>o per la navigazione, la pubblicità,l’organizzazione della conoscenza, così come effettospeciale cinem<strong>at</strong>ografico.Io uso questi <strong>at</strong>tributi per aiutarmi a esplorare e mapparedramm<strong>at</strong>icamente valore e signific<strong>at</strong>o di reperti culturali,collezioni e archivi. Mi sono specificamente occup<strong>at</strong>a dicollezioni che hanno un car<strong>at</strong>tere liminale o degrad<strong>at</strong>o.Cerco di lavorare con insiemi di m<strong>at</strong>eriale storico sepolti,disus<strong>at</strong>i, marginali o scart<strong>at</strong>i, di riportarli in mezza luceinsieme alle istituzioni che li generano, sostengono edefiniscono.In questo senso vorrei porre la mia ricerca in relazione conl’eredità dell’arte concettuale e della critica istituzionale.Inf<strong>at</strong>ti considero il mio uso del video, per esempio la miaimitazione della grafica ‘Powerpoint’, come estrapolazionecontemporanea dell’estetica amministr<strong>at</strong>iva dell’arteconcettuale. Inoltre, <strong>at</strong>tingo all’opera di testo/immagine diBarbara Kruger e Victor Burgin, estendendo però il suoventriloquismo delle voci aziendali della pubblicità. Mentreadotto certi <strong>at</strong>tributi formali e preoccupazioni politichedell’arte concettuale e della critica istituzionale, nonimpiego il documentario per narrare artef<strong>at</strong>ti. Uso invece imodi della finzione e della fantasia, <strong>at</strong>tingendo alsurrealismo artistico e letterario, al cinema horror e allafantascienza.CHOIRIl termine ‘coro’ è comunemente us<strong>at</strong>o per indicare uninsieme di cantanti, ma si riferisce anche alla zona dellachiesa costruita per ospitare un coro, e le panchericcamente scolpite, che esprimono il ruolo individuale eorganizzano la gerarchia all’interno di tale insieme. Questovideo si basa su entrambi gli usi della parola, persintetizzare concetti di architettura e di voce collettiva nelmettere assieme un coro spettrale.La prima parte del video presenta una raccolta di fotografiedei secoli XIX e XX tr<strong>at</strong>te dall’Archivio Nazionale deiMonumenti del Regno Unito. Queste documentano lesculture laiche e profane che si trovano nella decorazionedegli stalli del coro, principalmente sulla parte inferiore deisedili e all’estremità dello stallo. Le sculture sono spessostraordinariamente vigorose per contenuto ed espressione:volgari, comiche, degrad<strong>at</strong>e e raccapriccianti. Il videocombina queste immagini con riprese video dal vivo di stallidi coro in chiese inglesi e italiane e incorpora graficaanim<strong>at</strong>a 2D e animazione grafica 3D.La seconda parte del video utilizza immagini di cori, tr<strong>at</strong>tesia tr<strong>at</strong>te da m<strong>at</strong>eriali effimeri trov<strong>at</strong>i in Gran Bretagna e inItalia, sia da internet. Queste sono mont<strong>at</strong>e insieme, percreare un senso di animazione e di coordinamento collettivo.37

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