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ARTin Progress - Provincia di Cosenza

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ART IN PROGRESS. CANTIERI DEL CONTEMPORANEODialogo tra il patrimonio culturale calabrese e le arti visiveUn progetto diProvincia di CosenzaPresidente Mario OliverioAssessore alla CulturaMaria Francesca CoriglianoSoprintendenza per i beni artistici edetnoantrologici della CalabriaSoprintendente Fabio De ChiricoComune di Marano PrincipatoSindaco Alessandro TenutaDirettore ArtisticoFabio De ChiricoDirettore TecnicoGiovanni SodaResponsabile di progettoIvonne SpadaforaResponsabile del procedimentoLaura AnaniaAssistenza tecnica e progettazioneesecutivaCluster Società CooperativaStaff e organizzazioneLuca Ardenti, Francesco Loreto,Luca Scornaienchi, Ivambattista Miraglia,Gemma Anais Principe, Alessandro CilibertoUfficio Stampa e pubbliche relazioniMariuccia De Vincenti, Ester Apa,Alessandra FinaWeb campaignAdalgisa Caira, Serena SchipaniWeb masterSerena ChiarelloDocumentazione video e fotograficaGiuseppe Colonnesewww.artinprogress.it2


ART IN PROGRESSCANTIERI DEL CONTEMPORANEOdicembre 2012 - marzo 2013www.artinprogress.itTHE URBAN SUPERSTAR SHOWIV Edizione16 Febbraio 2013 - 17 Marzo 2013Galleria Provinciale di Santa ChiaraCosenza


David Vecchiato4


Con il progetto “Art in Progress. Cantieri del Contemporaneo” la Provincia di Cosenza, assumendoil ruolo di capofila dell’Associazione Temporanea di Scopo appositamente costituita insieme allaSoprintendenza BSAE della Calabria e al Comune di Marano Principato, ripropone, con rinnovatoimpegno, il proprio ruolo nell’ambito delle politiche culturali.Per una cultura slegata dal semplice intrattenimento, in grado di erigersi a elemento fondante distrategie di sviluppo.La progettazione partecipata, alla base di questo progetto biennale finanziato con i fondi PorCalabria Fesr 2007/2013, cui hanno aderito anche il Parco Nazionale della Sila e il Conservatorio“S.Giacomantonio”, rappresenta un modello di governance che, riunendo diversi soggetti delterritorio, tende a far sì che produzioni artistiche di qualità, valorizzazione del paesaggio, incrementodei flussi turistici, coesione sociale, crescita degli operatori culturali locali siano tutti obiettiviindissolubilmente legati tra loro da un medesimo disegno coerente ed organico.Per più di tre mesi, per quel che concerne il programma delle attività relativo alla prima annualità,si alterneranno mostre di rilievo internazionale, laboratori, lezioni, workshop, festival innovativi,performance, che coinvolgeranno gli operatori locali e la popolazione studentesca in un processocreativo e di apprendimento partecipato e condiviso.Con il Festival “Le Strade del Paesaggio”, giunto alla sesta edizione, la Provincia di Cosenzapersegue da anni lo scopo di valorizzare il patrimonio culturale locale nel suo insieme; dotazionepaesaggistica, beni architettonici, tradizioni, usi e costumi, attraverso una attualizzazione che hatrovato nell’arte contemporanea il medium ideale.Con il progetto “Urban Superstar”, inserito in un quadro articolato ma omogeneo di iniziative qualequello del progetto “Art in Progress. Cantieri del Contemporaneo”, idealmente si aggiunge un nuovoe innovativo segmento in un percorso in cui crediamo fortemente, orientato e finalizzato ad unareale crescita culturale e sociale dei nostri territori per una rinnovata attrattività indissolubilmentelegata ai percorsi dell’economia della conoscenza, da perseguire con determinazione.Mario OliverioPresidente Provincia di Cosenza5


LA LEGGEREZZA SOSTENIBILE DELL’ARTE“C’è un nuovo e importante pubblico, là fuori, e non è mai stato così facile raggiungerlo e venderele tue cose, specie alla gente comune. Non occorre andare all’università, trascinarsi in giro il proprioportfolio, spedire diapositive alle gallerie con la puzza sotto il naso o andare a letto con qualchepersonaggio potente. Oggi basta avere qualche idea e una connessione internet veloce. È la primavolta che il mondo dell’arte – borghese per natura – è arrivato ad appartenere alla gente. Dobbiamoapprofittarne”.BanksyIl ‘cantiere’ di Urban Superstar, inserito nel più vasto progetto di Art In Progress, vedrà agire cinqueartisti del panorama internazionale sul territorio di Cosenza, in un confronto serrato con giovaniemergenti nel settore delle arti visive. Accanto ai workshop verranno esposte 73 opere di esponentiaffermati del Pop Surrealismo, in una rassegna curata da Mondo Pop e da David Vecchiato (Diavù),i cui lavori saranno tra quelli in mostra, che segue le due precedenti edizioni del MADRE di Napoli equella presentata successivamente presso la galleria romana.Della corrente artistica dà conto il testo del curatore, che ne ripercorre in maniera puntuale levicende storiche, dalle prime movenze fino ai giorni nostri, illustrando le varie declinazioni confluitenel ‘movimento’, analizzando poi i generi, gli interpreti più significativi a livello internazionale, lediverse letture critiche emerse nel corso degli ultimi due decenni.Alcune riflessioni tuttavia sono necessarie.Innanzitutto la presenza di questa esperienza, nel più articolato programma di Art in Progress, èparsa perfettamente in linea con le finalità del progetto, che intende da un lato dare visibilità alle artivisive del contemporaneo, nella duplice valenza locale e internazionale; dall’altro avviare processi disperimentazione sul territorio, che siano occasione di confronto tra protagonisti affermati e giovaniattori e che possano costituire l’avvio di azioni artistiche, che ci si augura diventino un elementostrutturale del più vasto panorama culturale regionale, possano cioè tradursi in un sistema delcontemporaneo.6


Per entrare nello specifico del Pop Surrealism - definizione coniata in America, e poi da KirsteAnderson nel 2004 a sintetizzare le molteplici ‘anime’ espressive confluite nel movimento nei duefiloni maggiormente rappresentativi - appare evidente come esso affondi le sue radici nell’interopanorama della cultura visiva occidentale, coniugandosi in una produzione visiva che mescolaproduzione colta e linguaggi popolari (Lowbrow Art) e attingendo a tutti i generi (tutta la tradizioneartistica, cinema, fumetto, street art, urban art, fotografia, moda, musica, graffiti, video e tv, arteorientale, muralismo, ecc.).Ciò che sembra emergere scorrendo le vicende del movimento è questo costante oscillare tra rifiutoe accettazione del sistema dell’arte, rigettando la piena adesione alle regole spesso discutibili chelo governano, ma al contempo cercando voracemente spazi di consenso attraverso un’ufficialitànegata ma costantemente circuita. Nel conflitto costante tra sperimentazione underground emercato emerge quella spinta propositiva energetica che ha rappresentato la più vitale radice delfronte più interessante del movimento, disegnando un conflitto ormai radicale e radicato nell’artedel Novecento, da Duchamp in poi.Non credo che il vero avvincente appeal del Pop Surrealism sia da ricercare nell’anima eversiva checaratterizza molti dei suoi interpreti, ma ritengo invece che sia in quella democratizzazione deglistrumenti e dei metodi operativi che vada ricercato, laddove davvero tutti possono accedere all’arte,alla sua produzione, senza discriminazioni di sorta.Del resto, da Warhol in poi, nessuno più si scandalizza del fatto che l’arte sia un prodotto e se ancheoggi accade che un artista affermato come Nakamura si metta a produrre arte per tutti, sfogliabile,vendibile e acquistabile in formato web dal suo atelier di Tokio, questo non può che rappresentareun modo diverso per orientare un sistema che vive processi estremamente complessi e veloci, alpari di altri settori della società, come la tecnologia.Finalmente il mondo dell’arte appartiene alla gente.Fabio De ChiricoSoprintendente per i BSAE della Calabria7


Ale Giorgini8


URBAN SUPERSTAR SHOW 2013Gli immaginari evocati dagli artisti dell’URBAN SUPERSTAR Show sono eredi della Pop Art quantodel Writing, dell’Arte Medievale quanto del Surrealismo, della Brut Art quanto degli Espressionisti.Sono il frutto delle produzioni di artisti riuniti oggi sotto etichette come Pop Surrealismo e UrbanArt e che fino a un recente passato non hanno goduto di grande considerazione nel mondo dell’ArteContemporanea a causa dell’affinità estetica con forme di espressione considerate “subculture”come cartoon, fumetti, videogame, b-movie e tattoo.Io sono tra questi artisti e sono qua a raccontarvi la nostra storia.Il mondo ufficiale dell’Arte ha snobbato – e di fatto censurato - gli esponenti delle nuove correntiartistiche per un paio di decenni, perché ha ritenuto le nostre opere il prodotto di forme “artigianali”,di una pittura derivata dalle altre culture visive sopra citate, quindi non originale.Critici e addetti ai lavori hanno guardato al dito e non alla luna perdendo l’opportunità di analizzarela nascita di un nuovo movimento artistico internazionale di proporzioni enormi.Per il mondo dell’arte “highbrow”, quello snob dal “sopracciglio alzato”, era inaccettabile un ritornoal figurativo dopo la rivoluzione compiuta dall’arte informale ed astratta che ha liberato gli artistidalla rappresentazione. Così come era impensabile un ritorno alla pittura, alla scultura e ai linguaggipiù tradizionali dell’arte, dopo che l’arte concettuale, quella performativa, la fotografia, la videoartee l’installazione ci avevano liberati dal limite dei linguaggi artistici.Eppure è un fatto che con decine e decine di altri artisti ci ritrovammo negli anni 80 e 90 a realizzareopere dall’ispirazione simile in parti del mondo lontanissime tra loro e la pittura era per noi non unfine, ma un mezzo per combinare elementi discordanti e raffigurare la nostra epoca post-moderna.Con altri appassionati della cultura pop(olare) e delle logiche del fai da te, respinti dagli addettiai lavori, siamo maturati nei circuiti alternativi, quelli underground dei locali e delle fanzine, dellastrada e dei centri sociali, e poi abbiamo sfruttato, chi più chi meno, il web e la comunicazioneper costruirci successi commerciali trovando vie parallele al sistema del mercato dell’arte più9


istituzionale e alle gallerie che appunto ci snobbavano.Ricordo che personalmente a inizio anni 90 vagavo di galleria in galleria a prendermi delle porte infaccia, scoprendo quanto distante fosse dal mio universo creativo il mondo dell’arte ufficiale, cheingenuamente credevo ricettivo e disponibile.È così che è nata una cultura visiva sovversiva che si è diffusa come un virus.Non una ribellione sterile al mondo dell’arte ufficiale, ma una visione parallela del fare arte fondatasu una vasta produzione e su tattiche di guerrilla promozionale e di marketing che passano per larealizzazione di immagini forti regalate al fruitore per strada e sul web, e per illustrazioni, cartoon,t-shirts, art toys, oggetti di ogni uso, capi e accessori di moda.Sono nate, quasi sempre su iniziativa degli stessi artisti, riviste, gallerie specializzate e industrieproduttrici di gadget di quest’arte che piace a giovani e vecchi e che per essere percepita sembranon aver bisogno delle spiegazioni dei critici d’arte.Ma cosa ha provocato tanta notorietà a molti di questi artisti?Senz’altro il recupero del disegno e di una rappresentazione figurativa a lungo attesa da quell’ampiopubblico che per decenni è stato allontanato dalla fruizione dell’Arte Contemporanea da criticiche al posto di spiegare opere concettuali già di per sé di difficile comprensione miravano acostruire una carriera letteraria, parallela a quella dell’artista, utilizzando un linguaggio sempre piùincomprensibile ai più.Quindi noi coi nostri bizzarri soggetti e i nostri surreali paesaggi abbiamo trovato un bacino d’utenzagià pronto a recepire un ritorno al “bello” estetico, ad apprezzare la capacità di realizzazione delmanufatto artistico.Un altro fattore che ha contribuito alla diffusione delle opere di queste nuovi correnti artistiche èproprio la facile identificazione in queste. Non sono opere facilmente comprensibili, o meglio lo sonosolo all’apparenza, ma sono facilmente codificabili. Si riconoscono in esse i linguaggi che la societàcontemporanea parla. La pubblicità, la tv, il cinema, l’editoria, i videogiochi, il web, dentro questeopere ci sono e il fruitore le sente vicine ai propri immaginari.Questa è una delle caratteristiche per esempio proprio del Pop Surrealismo.10


IL POP SURREALISMO E LA LOWBROW ARTMa cos’è questo Pop Surrealismo di cui molti parlano e di cui troviamo esponenti della prima orae di primissimo piano, come Gary Baseman, Glenn Barr e Shag, nell’Urban Superstar Show diCosenza?C’è chi lo identifica con una rivincita della pittura figurativa su Astrattismo e arte concettuale, chicon una rivalsa delle arti minori su quelle accademiche, chi come una vendetta delle subculturesull’intelligencija. Sembra insomma che il Pop Surrealismo si sia affacciato al sistema dell’ArteContemporanea come un vendicatore mascherato.È stato il pittore Robert Williams a coniare il termine Lowbrow Art (arte di basso profilo) e lo hasbandierato con orgoglio fin dagli anni 70, fiero delle sue radici underground e in opposizione a quelsistema dell’arte “highbrow”che emarginava lui e i suoi colleghi.Da ragazzo frequentava lo studio losangelino del kustom artist Ed Roth che nel 1958 avevatrasformato il suo garage in un laboratorio in cui si creavano automobili dal design e dalle decorazionimostruose e bizzarre, lavorando con vetroresina e materiali di scarto.Roth era, assieme a Von Dutch, uno dei maggiori esponenti della Kustom Kulture e finanziavala produzione delle sue folli auto vendendo t-shirts con su raffigurati i suoi personaggi estremi,come Rat Fink e Mr. Gasser, icone dell’underground che divennero fonti d’ispirazione anche per ilmovimento punk californiano.Roth fu soprannominato “Big Daddy” per l’enorme influenza che ebbe su giovani fumettisti eartisti che “adottava” come suoi assistenti e protetti e che si dedicavano ad una pittura figurativae narrativa ricca di riferimenti alle subculture, ritenuta naïve e snobbata dall’ambiente artisticoufficiale.Tra mostre underground, poster, fumetti e copertine di dischi questo immaginario acido e grottescosi diffuse negli anni 70 e 80 in maniera virale, in antitesi all’immagine di un’America ricca esmagliante proposta dall’edonismo reaganiano. Nel 1990 il losangelino Mark Ryden realizza lacopertina di Dangerous di Michael Jackson, divenendo l’artista più in vista di quel movimento e, nel11


Allegra Corbo12


1994, nasce a San Francisco la rivista Juxtapoz, fondata dallo stesso Robert Williams e dai giovanieditori del magazine di skate Trasher, e il movimento trova uno strumento di diffusione attraversoil quale mostrare al mondo la propria ricerca, soprattutto nell’ambito dell’arte underground e dellastreet art.Pin up, fumetti, manga, graffiti, arte messicana, tiki, sci-fi, tatuaggi e altre culture ritenute minorihanno nutrito nel corso di due decenni questa sensibilità artistica “altra”, diversa dalle convenzioniproposte da un’Arte Contemporanea troppo spesso arroccata nel ripetere le avanguardie degli inizidel secolo e nel cercare di rifilarle sempre come novità.Si sviluppa così in USA da metà anni 90 un percorso artistico nuovo e totalmente estraneo al lavorodelle gallerie ufficiali, delle fiere, del mercato e della critica d’arte. Gli artisti vivono nella condizionesfavorevole di essere ignorati dall’establishment ma proprio per questo possono esprimersi intotale libertà, utilizzando per autoprodursi la commercializzazione della propria arte attraversocommissioni (per lo più illustrazioni, copertine di dischi e poster), produzioni di gadget ed editoria.Nascono gallerie specifiche e un mercato parallelo a quello artistico d’elite che, dopo averguadagnato un ampio pubblico internazionale, si è negli ultimi anni integrato al mercato dell’arteufficiale.L’associazione tra Pop e Surrealismo viene introdotta nel 2004 da Kirsten Anderson, critica eproprietaria della galleria Roq La Rue di Seattle, nel libro Pop Surrealism (Last Gasp) e da allorasi usa per indicare la corrente pittorica considerata evoluzione della Lowbrow Art. Il termine calzaperfettamente alla corrente, pur trovando molti oppositori all’interno della stessa e pur essendostato coniato una decina d’anni prima dall’artista Kenny Scharf per definire il proprio stile. Scharf,che già a metà anni 80 è considerato un “surrealista contemporaneo” dalla critica statunitense,definisce la sua pittura espressione del proprio subconscio e il suo subconscio «un prodotto pop, inquanto pieno di icone e tematiche della cultura pop».In breve Robert Williams, Mark Ryden e sua moglie Marion Peck, Todd Schorr, Shag, Glenn Barr, RonEnglish, Camille Rose Garcia, Lisa Petrucci, Gary Baseman, Tim Biskup, Anthony Ausgang e un altronutrito gruppo di artisti, diventano nomi sempre più noti ad un pubblico sempre più vasto e la scena,13


Gary Baseman14


inizialmente relegata al sud della California, trova presto i riferimenti simili in tutto il mondo, grazieall’ampia diffusione di internet e quindi alla velocità con cui viaggiano le immagini.I riferimenti stilistici di questi artisti vanno dalla capacità di stilizzazione dell’antica arte orientale alRinascimento transalpino di Bosch e Bruegel ricco di mostruose simbologie, dal mondo della satiradi Daumier a quello del fumetto underground di Robert Crumb e soci, dei cartoon dei Fleischer edi Disney, dei libri per bambini e dell’illustrazione editoriale in genere, dalla Pop Art di Warhol allasintesi necessaria del segno di Haring, fino al Writing.In questi ultimi anni la critica, e soprattutto il mercato, tendono a semplificare la portata dellacorrente riducendo la distinzione tra Lowbrow e Pop Surrealismo alle caratteristiche della tecnicapittorica e ai contenuti ristretti all’immaginario fiabesco. Come dire Mark Ryden, Marion Peck, ToddSchorr, Alex Gross, Eric White e i più recenti Victor Castillo e Femke Hiemstra sono da considerarsipop surrealisti perché hanno una tecnica pittorica verosimile e atmosfere fantastiche, mentreAnthony Ausgang, Shag, Gary Baseman, Camille Rose Garcia, Jeff Soto e lo stesso Kenny Scharfnon lo sono perché hanno segni stilizzati e troppo cartoon.Personalmente, da artista, ritengo che “Lowbrow Art” sia piuttosto un’etichetta auto-affibiata inmaniera polemica, vincolata dunque più alle tematiche che hanno influenzato la corrente allasua nascita che a una vera e propria analisi critica dei lavori che questa ha prodotto, e che “popsurrealista” sia l’attitudine a rappresentare un immaginario e una realtà ricchi di riferimenti allacultura pop e che hanno a che fare con inconscio e preconscio più che con lo stato cosciente.Mi spiego meglio. Mentre il Surrealismo di Dalì, Ernst e del movimento fondato da André Bretonnel 1924 a Parigi proiettava dall’inconscio personale alle opere immagini oniriche, sensazioni emoti dell’anima, il Pop Surrealismo si rende più comprensibile servendosi di icone, immagini elinguaggi già affermati nell’inconscio collettivo. Nel riprodurre figure antropomorfe attraenti quantoinquietanti guarda alla dimenticata parentela dell’umano con gli animali. Nell’interpretare unanatura reale o inventata riprende malinconicamente i nostri bisogni ed istinti animali, si rivolgea sentimento e immaginazione schivando spesso il filtro della ragione e dipinge l’impossibile conperizia di particolari, simboli o tratti infantili, utilizzando immaginari che fin dalla notte dei tempi15


ientrano nella sfera del fantastico.È dunque un’arte capace di rappresentare con estrema lucidità la sovrapposizione tra fiction erealtà che vive l’Occidente in questi anni, ritraendo con visionario realismo la percezione alteratache ha di sé e della realtà l’individuo contemporaneo.Italia 90In Italia il percorso è stato molto più frammentato di quello statunitense e la mancanza di coesionetra gli artisti non ha permesso lo sviluppo di un unico movimento attorno all’arte underground. Gliartisti che avrebbero potuto utilizzare codici tipici del pop surrealismo già dagli anni 80 furonoquelli “cannibali” come Andrea Pazienza, Filippo Scozzari, Tanino Liberatore e soci, ma questipreferirono rivolgere il loro talento e la loro forza comunicativa al mercato del fumetto proprio perla sua diffusione più ampia tra il pubblico rispetto alla pittura e per la sua aderenza a tematichereali. Pazienza ha però sempre sofferto lo snobismo delle gallerie d’arte - in cui avrebbe espostovolentieri le sue immagini - nei confronti di chi faceva fumetti.Due artisti che spezzarono questo sortilegio furono Pablo Echaurren e Gianluca Lerici aka Prof.Bad Trip. Pur facendo fumetti entrambi esponevano in gallerie d’arte ed entrambi proponevano unaricerca newpop. Matteo Guarnaccia lo faceva anche prima di loro, benché non fosse particolarmenteun produttore di fumetti e fosse più legato nella produzione della propria arte ad immaginaripsichedelici.Già nel 1993 nasceva in Italia l’Happening Internazionale Underground, la finestra sul mondo cheper oltre dieci anni ha portato nel nostro Bel Paese uno spaccato di ciò che stava accadendooltreoceano. Più di 1000 artisti hanno esposto le loro opere e le loro produzioni in quello che èstato l’evento dell’arte underground più longevo in Italia. Mi ricordo che si andava ad allestire leproprie opere sui muri del Leoncavallo a Milano e del Forte Prenestino a Roma e ci si confrontavatra artisti senza soffermarsi più di tanto su cosa stesse cambiando nel mondo dell’arte anche graziea noi. Rimproveravamo anzi a Marco Teatro, l’artista curatore dell’HIU assieme al writer Vandalo,di guardare troppo al passato poiché ogni anno tentava di invitare Ron Turner, il boss della storica16


casa editrice di fumetto e arte underground Last Gasp, ed esponeva le testate e le fanzine storichedel fumetto underground USA.Chi ha vissuto l’HIU ricorda quanto fosse stimolante quell’esperienza e quanta ricerca simile si stavasperimentando in quegli anni 90 in parti diverse del mondo, ricerca peraltro visibile in Italia soloin quelle occasioni. Io, oltre a stringere rapporti con artisti come Winston Smith, i Firehouse, SpainRodriguez e nmolti altri e a curare direttamente il catalogo dell’edizione 2001, ebbi due mostrepersonali all’interno dell’HIU, nel 1996 e nel 2001. Nel 2000 ammirai sempre là al Leoncavallo ilavori del collettivo Ultrapop di Dario Arcidiacono, Giordano Curreri, Antonio Sorrentino e SandraVirlinzi, che dal 1995 al 2005 riuscirono a portare in gallerie e musei i loro segni totalmente – eorgogliosamente - influenzati dalle cosiddette “subculture”.Un altro passo verso la diffusione di questi immaginari in Italia fu nel 2001 la nascita di MondoBizzarro Gallery, da una costola dell’omonima libreria aperta nel 1995 a Piazza San Martino aBologna. Nel capoluogo emiliano si potevano finalmente vedere esposte le opere di Ryden, Schorr,Coop, Camille Rose Garcia e degli altri esponenti del Pop Surrealismo statunitense, ma nemmenol’illuminata galleria bolognese riuscì a raccogliere a sé un fermento di artisti italiani underground, eforse nemmeno ci provò più di tanto vista la difficoltà di vendere le loro opere ai collezionisti italiani.I veneti Massimo Giacon, Stefano Zattera, Dast e Mauro Chiarotto sono tra i pochi nomi nostrani cheentrarono nella scuderia della galleria bolognese.Nel 2004 Mondo Bizzarro si trasferisce a Roma e nel 2009 cambierà gestione, aprendosi anche allaStreet Art. Nel frattempo nel 2007 aprono a Roma sia la Dorothy Circus Gallery che Mondopop, chesi propone come art agency, oltre che come galleria d’arte sui generis.Mondopop, di cui sono art director, è un progetto che espone assieme opere e gadgets d’artistaproprio per avvicinare più persone comuni possibili all’arte, ha per la stessa ragione un ricchissimosito web di e-commerce di opere d’arte e nasce dall’esigenza di rendere il più possibile visibili lericerche artistiche a cavallo tra Urban Art, Pop Surrealismo e Underground Art di questi decenni.17


Gary Taxali18


URBAN SUPERSTAR SHOW 2009-2013La prima collettiva Urban Superstar Show che Mondopop ha presentato al MADRE di Napoli dal 24aprile al 15 giugno 2009 da me curata ha offerto una testimonianza determinante del cambiamentoin atto nel mondo dell’arte internazionale esponendo questa nuova Arte Contemporanea in unmuseo italiano.L’edizione 2010 nel medesimo museo con la collettiva Back from Black ha proseguito il lavoroiniziato l’anno precedente, offrendo una più ricca panoramica di quest’onda di artisti contemporaneie mettendo ordine tra le diverse correnti artistiche che essi rappresentano.In quell’edizione ponevo l’accento su come molti degli autori di fumetti e cartoon dei decennipassati (underground e non solo) hanno influenzato stilisticamente la formazione di urban artist eartisti pop surrealisti.Evidente era anche il percorso parallelo che a molti artisti capita di seguire tra pittura e fumettoe chiara l’ascendenza estetica nei confronti di urban artist e pittori pop surrealisti dei padri delfumetto underground come Robert Crumb, così come quella dei loro ispiratori Basil Worverton,Harvey Kurtzman e gli autori della rivista di satira statunitense MAD.Riproponendo lo stile dei cartoon degli studi Fleischer (Betty Boop, Popeye) e delle strip di LittleNemo e Krazy Kat suggerivo di ritrovare quell’estetica tra iconografia pop, tematiche inquietanti escenari surreali che ritroviamo in molti dei lavori degli artisti pop surrealisti e urban.L’intenzione dell’edizione 2011 dell’Urban Superstar Show, tenutasi alla Mondopop Gallery di Roma,è stata quella di liberare queste correnti artistiche dalla generalizzazione estetica, facendo lucesulle origini e sulle divisioni di stili e correnti.In questa edizione 2013 dell’USS, ospitata dalla Galleria Provinciale Santa Chiara di Cosenza ecompresa nel più ampio e articolato progetto “Art in Progress. Cantieri del Contemporaneo” è miaintenzione mettere in risalto il rapporto di queste nuove correnti artistiche con lo spazio urbanoe la formazione dei nuovi artisti come professionisti di un sistema dell’arte che fa economia,indipendente benché piccola.19


Diavù20


Riguardo la relazione tra arte e paesaggio è mia intenzione mettere a fuoco il fatto che negli ultimianni si è sempre più confusa la linea che separa il Pop Surrealismo dall’Urban Art.Artisti abituati al lavoro in studio hanno iniziato a realizzare murales ed opere pubbliche. Bastipensare a Jeremy Fish, Ron English, Shag, Gary Baseman, Joe Ledbetter e molti altri.Io stesso – pur non ritenendomi un urban artist - ho personalmente curato progetti che vedonol’arte condivisa in strada, come M.U.Ro. Museo Urban di Roma, progetto che curo nella capitalee che ha visto coinvolti, oltre allo stesso Baseman e a me medesimo, anche Alic’è, Jim Avignon,Marco About Bevivino, Alberto Corradi, Massimo Giacon, Gio Pistone, Mr. Thoms e molti altri.Molta di questa arte ha insomma scoperto l’aspirazione a divenire arte pubblica, parte del paesaggiourbano. E molti altri artisti nel mondo stanno organizzando e curando loro stessi festival, eventi eprogetti che coinvolgono i cittadini e li spingono a conquistare la consapevolezza che gli spazipubblici sono spazi che vanno curati e reinventati poiché appartengono a noi tutti.Ispiratore della tipicità dell’intervento di questi artisti può essere il Manifesto del Terzo paesaggiodell’ingegnere paesaggista, giardiniere e filosofo Gilles Clément, che suggerisce un nuovo mododi concepire il paesaggio, più come leggero intervento per dare nuove idee e nuovi stimoli a unambiente che resterà sempre “incompiuto”, senza rivoluzionare con il gesto artistico la sua natura.La novità di questa edizione dell’Urban Superstar sono le residenze d’artista che si terranno dal10 al 15 febbraio 2013 e i cantieri che nelle medesime date occuperanno gli spazi della GalleriaProvinciale Santa Chiara. Gli artisti ospiti si confronteranno proprio con la città di Cosenza e coi suoiquartieri con curiosità e rispetto.Lo street artist romano Lucamaleonte realizzerà un opera che si ispira all’iconografia e alla storiadella città, oltre ad illustrare agli iscritti al cantiere d’artista la tecnica dello stencil di cui è maestro.Allegra Corbo approfondirà le tecniche pittoriche mirate alla performance. Il live painting cheprogetterà assieme ai suoi iscritti partirà dall’idea di un luogo della città e della sua storia, ovvero ilvecchio quartiere ebraico del Cafarone, e vedrà la sua piena realizzazione durante l’inaugurazionedella mostra Urban Superstar Show la sera del 16 febbraio.L’artista marchigiano Nicola Alessandrini lavorerà con gli iscritti al suo cantiere a come vieneconcepita e preparata da un artista una mostra personale. Il tema che proporrà prende spunto dal21


quartiere Santa Lucia, noto in passato per la presenza delle prostitute.Io, Diavù, lavorerò sul paradosso che mi ispira il Vico della Neve, dove nell’Ottocento veniva vendutala neve silana, conservata per fare granite e sorbetti. Porterò i miei iscritti a concepire un’azione diguerrilla art partendo dalla stessa assurda idea di vendere neve e illustrerò loro le tecniche dellaposter art.La street artist Gio Pistone si concentrerà sul frequente utilizzo di character - ovvero personaggi- in queste nuove correnti dell’Arte Contemporanea, e coi suoi iscritti realizzerà delle opere per lamostra, partendo dalla storia di Fontananuova, finestra sulla confluenza dei due fiumi dove secondola leggenda è stato sepolto re Alarico.In conclusione, sono davvero lieto di aver l’occasione, offerta dalla partecipazione al progetto “Artin Progress. Cantieri del Contemporaneo”, di presentarvi alcuni degli esponenti di questa nuovaArte Contemporanea internazionale, di mostrarvi le loro opere e da dove vengono i differenti stili etendenze che abbracciano. Sono felice che gli stessi artisti possano entrare in stretta relazione colterritorio e i suoi abitanti e spero che i risultati siano illuminanti per tutti e stimolanti per le nuovegenerazioni.Visto che come artisti molto dobbiamo al web e che attraverso la rete questa nostra arte è cresciutavelocemente priva di confini territoriali, è attraverso il blog-in-progress dell’Urban Superstar ShowFestival (www.urbansuperstar.com) e il sito di Art In Progress Cantieri del Contemporaneo (www.artinprogress.it) che potrete seguire in tempo reale gli aggiornamenti, l’esecuzione delle opere, inostri video e le nostre immagini.David “Diavù” Vecchiato22


I CANTIERIL’interazione del festival Urban Superstar con l’impianto progettuale del progetto “Art in Progress.Cantieri del contemporaneo” rappresenta una evoluzione mirata e appropriata delle coordinateculturaliche hanno guidato l’esperienza del festival Le Strade del Paesaggio, promosso dallaProvincia di Cosenza, che dal 2007 propone una interessante rilettura dei luoghi e delle tradizionicalabresi attuata con l’ausilio delle arti visive, fumetto e graphic novel. In particolare, nel corso di unintenso programma di laboratori, l’intervento della corrente di artisti riunita sotto l’etichetta UrbanSuperstar volgerà lo sguardo, come al solito poco convenzionale e provocatorio, alla dotazionepaesaggistica, culturale e storica calabrese identificando nel centro storico di Cosenza l’ambito diintervento prescelto e il Manifesto del Terzo Paesaggio come guida dell’operazione.Gli artisti coinvoltisono Nicola Alessandrini, Allegra Corbo, Diavù (David Vecchiato), Gio Pistone e Lucamaleonte.23


NICOLA ALESSANDRININato a Macerata nel 1981 dove vive e lavora, alternando schizofrenicamente il lavoro di illustratoree graphic designer, ad una sua più sincera, cupa, acida, malata ricerca artistica sui rapporti fraindividuo e società, fra comunicazione pubblicitaria e percezione individuale, fra reale e virtuale.Diplomatosi nel 2002 presso l‘Accademia di Belle Arti di Macerata, da anni è attivo nell‘ “underground”artistico nazionale e internazionale. Iper-deco‘, pop, surrealiste, politiche, apocalittiche le opere diAlessandrini ridescrivono con ironia dissacrante e acidi cromatismi un immaginario di personagginoti ed iconici della nostra cultura popolare ma devastati, perforati, tagliati, “irriveriti” da una pitturache mescola una stesura pittorica ricercata e sofisticata a tinte piatte, vettoriali e sporcature gestuali,elementi optical, astratti. Bambini deformi, suicidi, mostruosi e per questo ancora più intimamenteumani, personaggi di cartoni animati martirizzati come moderni San Sebastiani, iconici ricordi delnostro immaginario collettivo che, non più amici, ci ringhiano contro tutta la loro noia abusata sonosolo alcune delle creature fantastiche ed iperboliche, quasi uscite da un romanzo di Joe Lansdale,che prendono forma nelle sue opere.24


ALLEGRA CORBONata a Milano nel 1968, ha trascorso tre anni vivendo e lavorando con la compagnia inglese MutoidWaste Co. e ha anni di esperienza con la compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio.Nel ‘99 ha fondato la sua compagnia teatrale Mama Ferox.I lavori pittorici sono direttamente correlati alla sua vita artistica, ricca di contaminazioniiconografiche dello sconfinato underground contemporaneo.Allegra ha due figli: Lola e Ezra. Espone in Italia e a livello intenazionale, inoltre dal 2008 cura ilFestival di Urban Art “Pop Up!” di Ancona, un evento che ospita le più note firme internazionali dellastreet art.25


DIAVU’ (David Vecchiato)Nato a Roma nel 1970, è artista e curatore,cartoonist, musicista e articolista. All‘iniziodegli anni ‘90 fonda i magazine indipendentie underground Katzyvari e Tribù e realizzacartoon per l’emittente tv italiana Videomusic.Dal ‘95 al ‘97 fonda e dirige Tank magazine,contenente l‘edizione italiana del celebrefumetto inglese Tank Girl, e pubblica numerosifumetti e illustrazioni. La prima partecipazionea una mostra collettiva con le sue opere è del1997 all’Happening Internazionale Underground del Leoncavallo, che gli dedicherà una personale nel2002. Numerose le collettive alle quali ha partecipato dal ’97 a oggi. Col proprio stile estremamenteversatile, che va dalla stilizzazione da fumetto a una pittura materica dai colori accesi, ha realizzatocopertine e illustrazioni per cd e libri (tra cui 2 best-seller di Giobbe Covatta e il disco di Luca Sapio“Who Knows”). Tra le esposizioni personali: “XL Collage” al festival Kals’Art di Palermo all’Expa per LaTriennale di Milano/OFF del 2007 e tra le ultime collettive “Subtleties of Character” a cura dell’artistaDan Barry alla WWA Gallery di Culver City (California, USA), “Lyric 2012” a cura dell’artista GlennBarr alla 323East Gallery di Royal Oak (Michigan, USA) e “Scarygirl 10th Anniversary show” a curadell’artista Nathan Jurevicius alla ToyTokyo di New York City.Ha pubblicato su XL, Musica di Repubblica, Frigidaire, Katzyvari, Tank Girl magazine, Blue, Il Cuore,Alias, Linus, Rockstar, Rumore e su altre numerose pubblicazioni. E‘ articolista e consulente artisticodi La Repubblica XL. Alterna l‘attività visual con la musica e, con Serena Melandri, si occupa dellacuratera del progetto artistico Mondopop, che promuove artisti urban, lowbrow e newpop di tutto ilmondo producendo loro performance, installazioni e eventi live. Ha curato la prima mostra collettivadi Urban Art, Lowbrow e Pop Surrealism tenutasi in un museo italiano al MADRE di Napoli ad aprile2009, l’Urban Superstar Show del 2010 nel medesimo museo e dal 2011 è curatore del progettoM.U.Ro. Museo Urban di Roma.26


LUCAMALEONTENato a Roma nel 1983, dove vive e lavora.Laureato all’Istituto Centrale per il Restauro, è attivo nel campo della StencilArt dal 2001. È entratoa contatto con la street art realizzando stencil sui muri di Roma, approdando in poco tempo allaproduzione di opere più elaborate dipinte su tela.Ha sviluppato uno stile molto personale, ottenendo stencil elaborati a più livelli realizzando immaginicon una resa quasi fotografica.Ha partecipato, nel corso degli anni a diverse esposizioni sia in gallerie italiane, sia all’estero (StatiUniti, Australia, ecc...), come il Can’s Festival di Londra nel 2008, Nix Krise a Berlino nel 2009, enello stesso anno via Bricklane, a Londra e Your Kid Can’t Do This, in Australia; ha collaborato con ilcollettivo francese Stencil History X con il quale ha esposto in diverse città europee, come Berlino,Londra, Parigi e Barcellona.In collaborazione con Sten e Lex, Lucamaleonte è impegnato anche nell’organizzazione, di eventilegati alla street art, come l’International Poster Art, mostra internazionale di poster, giunta ormaialla terza edizione.Espone dal 2004 e ha aperto nell’inverno del 2008 Off the Street, uno studio-galleria a Roma nelquartiere di S.Lorenzo.27


GIO PISTONENata a Roma, dove vive e lavora. Ha iniziato a disegnare sui muri della propria camera con i pennellida bambina, poi su quelli dell’asilo con secchiate di colore, e da allora ha capito che quella sarebbestata la sua strada. I personaggi stilizzati e dall’aria aliena sono il suo marchio di fabbrica. Ha fattoparte del collettivo Serpeinseno attivo per molti anni, pubblicando le proprie illustrazioni in libri perbambini, magazine nazionali e campagne pubblicitarie. Espone da una decina di anni e nel 2008 hapartecipato alla collettiva di Urban Art Scala Mercalli all’Auditorium di Roma.28


MADASKYCantante, tastierista e produttore discografico italiano. Oltre a cantare, suona principalmente letastiere, i sintetizzatori e il basso elettrico.Dal 1994 è attivo anche come solista con il nome Madaski.È originario di Pinerolo. La sua prima esperienza musicale di una certa rilevanza arriva neiprimissimi anni ottanta quando, diplomato in pianoforte, suona nei Suicide Dada, gruppo dark newwave torinese.Nel 1981 decide però, insieme a “Bunna”, di formare i primissimi Africa United (poi Africa Unite),gruppo reggae-dub che sarà al centro della scena reggae e alternativa italiana per oltre vent’anni.Parallelamente agli Africa Unite, Madaski porta avanti anche diversi progetti da solista, si diletta comeproduttore discografico e partecipa ai lavori di altri gruppi come Reggae National Tickets, PersianaJones, Mau Mau, B.R. Stylers, Lou Dalfin, SteelA, Eazy Skankers, Dub All Sense e The Dub Sync,progetto dub in collaborazione con Paolo Baldini e Papanico entrambi membri degli Africa Unite.Ha collaborato anche con artisti come Antonella Ruggiero, Franco Battiato e Jovanotti.29


ART IN PROGRESS. CANTIERI DEL CONTEMPORANEOTHE URBAN SUPERSTAR SHOWIV EdizioneA cura di MondoPOP international Gallery16 Febbraio 17 Marzo 2013Galleria Provinciale di Santa ChiaraCosenzaOpere diNicola AlessandriniAlic’è (Alice Pasquini)Glenn BarrGary BasemanMarco About BevivinoJon BurgermanVictor Castillo100TaurPaul ChatemAllegra CorboDiavùJeremy FishJeremyvilleBoris HoppekAngelique HoutkampRoman KlonekJoe LedbetterNaoshiGio PistoneOdoShagGary TaxaliCantieriNicola AlessandriniAllegra CorboDiavùLucamaleonteGio PistoneSonorizzazioniMadaskywww.artinprogress.it30


ART in Progresscantieri del contemporaneoDicembre 2012Marzo 2013Laboratorio diArte Contemporaneadialogo tra il patrimonioculturale calabrese e learti visiveCOMUNE DIMARANO PRINCIPATOFONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALELINEA D’INTERVENTO 5.2.2.4POR CALABRIA 2007-2013REGIONECALABRIAin collaborazione con

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