ARENA

MERANO: LUSSO E DESIGN NELLA SPA AD ALTA QUOTA
AMARELLI: L’IMPERO DELLA LIQUIRIZIA E’ IN CALABRIA
ARENA
MEDIASTAR
Arena Mediastar supplemento del settimanale on line Commodity World Weekly Magazine - Anno I n.9 /2015 registr. al Tribunale di Pavia n. 673 dell’11/5/2007
WEB MAGAZINE
SETTEMBRE 2015
72°Mostra del
cinema Venezia
Nuovi registi, nuovi produttori, volti nuovi...
Fiammetta Cicogna
Festival
di Locarno
Basta tv, tutti ora vogliono
FARE FILM
LA MODA D’AUTUNNO
TENDENZE, COLORI E
ACCESSORI DA STAR
DESIGN
WEEK:
I MUST
HAVE
www.arenamediastar.com

ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Editoriale
IN COPERTINA: Fiammetta Cicogna alla 72° Mostra
Internazionale del Cinema di Venezia e sul set di“On Air”
Katia Ferri
Melzi d’Eril
Direttore
responsabile
di Commodity
World Weekly
Magazine
ritratta da
Luigi Ontani,
1983
ARENA MEDIASTAR, supplemento di Commodity World Weekly Magazine, è il mensile
in cui le materie prime diventano prodotto finito: cibi sopraffini, gioielli, oggetti per la
casa, automobili, inimitabili pezzi d’arte.
Questo mese focus sui festival europei del Cinema - Venezia, Locarno e Milano - dove
abbiamo scoperto nuovi talenti di grande interesse. E non solo davanti alla macchina da
presa. Nelle pagine successive, viaggi affascinanti, da Trieste a Merano, dal Norfolk a
Orvieto. L’estate continua per i più fortunati e per i nostri inviati nelle località più glamour
del Mediterraneo. Ma per chi è già tornato in città è ora di Expo (se ancora non ci siete
andati) e di shopping: caccia alla moda invernale e ai complementi casa alla Design Week
di Bologna. Per la tavola d’autunno, vini della Romagna e novità golose dal cuore della
Calabria firmate Amarelli, la dinastia della liquirizia di Rossano Calabro di cui raccontiamo
l’affascinante storia.
Katia Ferri Melzi d’Eril (presidente@arenamediastar.com)
Contributors di questo numero:
Stories
Giuseppe Bruni
Danilo Bucciarelli
Niccolò Carcano
Timur De Angeli
Diletta Evangelisti
Giorgia Pertosa
Kristi Prendi
Fiammetta Trallo
Rubriche
Anna Bassi
Daniele Bertone
Giuseppe Bruni
Filippo Bortolan
Alessandro Buffone
Daniele Conti
Giulia Ferri
Antonia Gospodinova
Galeazzo Melzi d’Eril
Grafica & Web
Alessandro Chiara
Matteo Zerbi
Sara Poretti
Christian Gravanati
Photographers &
Illustrators
Grazia Mantelli
Valentina Anzilotti
ARENA MEDIA STAR anno I n.9, settembre 2015 web magazine, supplemento mensile di Commodity World Weekly
Magazine registrato presso il Tribunale di Pavia n. 673 dell’ 11/5/2007
Edito da Katia Ferri Melzi d’Eril in collaborazione con l’associazione culturale non profit Arena Media Star
Sede legale: Via S. Giovannino 5, 27100 Pavia
tel. 0039 349 8610239 www.arenamediastar.com; info@arenamediastar.com
Le pagine pubblicitarie (mostre o campagne sociali) sono scelte ogni mese dalla redazione e inserite a fronte di nessun compenso
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n.9 9/2015
Sommario
ESCLUSIVO: Bologna Design Week, kermesse d’autunno
dedicata all’interior design e ai complementi di arredo
Settembre 2015
Rubriche:
Cover Story| 10-17
Nuovi talenti al cinema
e ai Festival
Grand Tour| 26-33
Miramare, il sogno di
Massimiliano
Fashion| 48-52
I nuovi colori per la
moda d’autunno
Grand Tour| 38-43
Settembre nel verde
del Norfolk
Amarcord|37
Mostra Pertini a
Lucca
Protagonisti | 68
Amarelli, l’oro di
Calabria
Musica Pop | 18
Brilla l’astro dei the
Kolors
Top Nightlife| 24-25
Eventi, personaggi,
star dal mondo
Junior| 44-45
Musica con garage
band, teen design
Musica Classica| 36
Traviata in versione
condensed
Auto| 54
Il nuovo suv di casa
FCA
Salute| 62
Un mondo gluten
free
Sotto: La delicata bellezza di Elisa Sednaoui, madrinda della 72° Mostra Internazionale del Cinema di
Venezia. A destra la Sissi Weg, percorso benessere nel parco del grande complesso termale di Merano
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n.9 9/2015
Eventi Nord
pagine a cura di Giorgia Fietta
ROMA E LE GENTI DEL PO
Giotto, Italia da Assisi a Milano
FRIULI VENEZIA GIULIA/GORIZIA,
L’ARTE DI FRANCESCO. CAPOLAVORI D’ARTE E TERRE D’ASIA DAL XIII AL XV SEC.
via Mameli 2
fino al 11 ottobre 2015
LOMBARDIA/BRESCIA, BRIXIA
ROMA E LE GENTI DEL PO. UN INCONTRO DI CULTURE. III - I SEC. A.C.
Museo di Santa Giulia, Via Musei 81/b
fino al 17 gennaio 2016
LOMBARDIA/MILANO
GIOTTO, L’ITALIA. DA ASSISI A MILANO
Piazza del Duomo 12
fino al 10 gennaio 2016
LOMBARDIA/MILANO, TRIENNALE
ARTS E FOODS. RITUALI DAL 1851
Viale alemagna 6
fino al 01 novembre 2015
LOMBARDIA/PAVIA, LE CARTE DEI CIBI. PAVIA: TERRITORIO, PRODOTTI PRANZI IN UNA CITTÀ
AGRICOLA E UNIVERSITARIA
Strada Nuova 65
fino al 30 settembre 2015
LOMBARDIA/MONZA, ITALIA: FASCINO E MITO. DAL CINQUECENTO AL CONTEMPORANEO
Viale Brianza 1, prenotazione obbligatoria al 199 15 11 40
fino al 06 settembre 2015
LOMBARDIA/MILANO/FABBRICA DEL VAPORE/SALA DELLE COLONNE
PROGETTO CITTA’ IDEALE
fino al 30 Settembre 2015
E-Mail info: progettocittaideale@gmail.com
FRIULI VENEZIA GIULIA/ GORIZIA
INVITO A CASA DEL PRINCIPE, ARCHEOLOGIA A TITO, TORRE DI SATRIANO
fino al 31 dicembre 2015
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n.9 9/2015
Eventi Nord
Vedute di Francia in Villa
PROGETTO CITTA’ IDEALE
TRENTINO ALTO ADIGE/ROVERETO, NUTRIRE LA MENTE CONCEPT STORE EXPO ROVERETO
Corso Bettini 43
fino al 31 ottobre 2015
TRENTINO ALTO ADIGE/TRENTO
Castello del Buonconsiglio, Via B. Clesio 5
Scuola di nudo giulia thun alla british academy di Roma
fino al 01 novembre 2015
MARCHE/ANCONA, IL RINASCIMENTO OLTRE L’IMMAGINE
Banchina Giovanni da Chio 28
fino al 04 ottobre 2015
VENETO/VENEZIA, CODICE ITALIA
Giardini della Biennale
fino al 22 novembre 2015
VENETO/VENEZIA, JACKSON POLLOCK. MURALE. ENERGIA RESA VISIBILE
Collezione Peggy Guggenheim
fino al 09 novembre 2015
EMILIA ROMAGNA/RAVENNA, IL GENIO DELLE ACQUE. DALLA DOMUS IN
RIVA AL MARE A TAMO
Via Rondinelli 2, informazioni 0544213371
fino al 31 dicembre 2015
EMILIA ROMAGNA/TRAVERSETOLO, VEDUTE DI FRANCIA NELLA VILLA DEI
CAPOLAVORI. RENOIR MONET CÉZANNE MATISSE DE STAËL
Via Fondazione Magnani Rocca 4
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n.9 9/2015
Eventi Centro
IL GENIO DI FILIPPINO LIPPI
MURAT RE DI NAPOLI
TOSCANA/SAN GIMINIANO, FILIPPINO LIPPI. L’ANNUNCIAZIONE DI SAN GIMIGNANO
Piazza del Duomo 1
fino al 02 novembre 2015
TOSCANA/VIAREGGIO, LEO EX MACHINA. INGEGNI LEONARDESCHI NELL’ARTE CONTEM-
PORANEA
Piazza Mazzini
fino al 11 ottobre 2015
ABRUZZO/TERAMO/ARCHIVIO DI STATO, Via Cesare Battisti 55
“DALLA COLTIVAZIONE ALL’ALIMENTAZIONE” SECC.XVIII-XX
fino al 31 ottobre 2015
CAMPANIA/MONTESARCHIO, A CASA DI EUROPA. STORIE DEL CRATERE DI ASSTEAS
Via Castello 1 fino al 15 settembre 2015
CAMPANIA/SALERNO, L’ITALIA IN GUERRA
Piazza abate Conforti 7 fino al 01 maggio 2016
CAMPANIA/NAPOLI, A PASSO DI CARICA. MURAT, RE DI NAPOLI
Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1, fino al 15 ottobre 2015
LAZIO/ROMA, LO STATO DELL’ARTE: L’ARTE DELLO STATO – LE ACQUISIZIONI
DEL MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO. COL-
MARE LE LACUNE –RICUCIRE LA STORIA
Lungotevere Castello 50 fino al 29 novembre 2015
LAZIO/ROMA, TALISMANI DELL’EDITORIA. I TALLONE E GLI SCRITTORI DEL ’900
Biblioteca Nazionale Centrale, Viale Castro Pretorio 105
fino al 30 settembre 2015
MARCHE/ANCONA, IL RINASCIMENTO OLTRE L’IMMAGINE
Banchina Giovanni da Chio 28
fino al 04 ottobre 2015
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n.9 9/2015
Eventi Sud
ARTE ORIENTALE A NAPOLI
POMPEI E L’EUROPA
CAMPANIA/NAPOLI, VILLA FLORIDIANA,MUSEO DUCA DI MARTINA - tel. 091/6175595 Dipinti
avori, smalti, porcellane europee, giapponesi Imari e cinesi Ming, oggetti di arte orientale
fino al 31/12/2015
CAMPANIA/NAPOLI, POMPEI E L’EUROPA. 1748-1943
Piazza Museo 19
fino al 02 novembre 2015
BASILICATA/MATERA, TRINCEE 1914-2014
Archivio di Stato, Via T. Stigliani 25, prenotazioni: 0835/332832
fino al 31 dicembre 2015
BASILICATA/MURO LUCANO, ‘ITALIANI A STELLE E STRISCE’
Via Seminario 6, prenotazioni: 0976/71778
fino al 31 dicembre 2015
CAMPANIA/NAPOLI, POMPEI E L’EUROPA. 1748-1943
Piazza Museo 19
fino al 02 novembre 2015
CAMPANIA/NAPOLI, A PASSO DI CARICA. MURAT, RE DI NAPOLI
Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1, informazioni 081400547
fino al 15 ottobre 2015
PUGLIA/GALLIPOLI, MICHELANGELO PISTOLETTO
Castello di Gallipoli, Piazza Imbriani
fino al 27 settembre 2015
SARDEGNA/CAGLIARI, LA GRANDE GUERRA: VICENDE, UOMINI, SOCIETÀ
Via Gallura 2, prenotazioni: 070669450
fino al 31 dicembre 2015
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n.9 9/2015
Mostre Top
LE MERAVIGLIE DEL
DUOMO DI ORVIETO
by Timur de Angeli
Il Duomo di Orvieto, una delle massime realizzazioni artistiche del tardo Medioevo italiano, è una
mostra permanente, costituisce un unicum che sfugge ad ogni semplicistica classificazione di stile, in
cui il sentimento animatore delle grandi cattedrali del Due-Trecento, le soluzioni architettoniche degli
ordini mendicanti ed i motivi figurativi del gotico francese trovano una perfetta armonia di volumi e
di linee dell’originale superamento della tradizione basilicale romana.
E’ un blocco compatto e allungato che si erge a caratterizare lo spazio avvolgente della piazza. La
Cattedrale, intitolata alla Vergine Assunta è stata edificata nel corso di più secoli dal 13° al 17° secolo.
Vari sono i motivi della sua costituzione: politici, urbanistici, sociali, artistici e non solo religiosi, come
vorrebbe la tradizione, che lega il Duomo al miracolo dell’eucarestia avvenuto a Bolsena nel 1263.
La costruzione della Chiesa fu avviata nel 1290 per volontà del papa Niccolò IV, allo scopo di dare
degna collocazione al corporale del miracolo di Bolsena, disegno in stile romanico, da un artista conosciuto
(probabilmente Arnolfo di Cambio), in principio la direzione dei lavori fu affidata a Fra’
Bevignate da Perugia, a cui succedette ben presto prima della fine del secolo, Giovanni di Uguccione
che introdusse le prime forme gotiche, ai primi anni del ‘300 lo scultore e architetto senese Lorenzo
Maitani, assunse il ruolo di capomastro dell’opera.
Questi ampliò in forme gotiche l’abside e il transetto e determinò pur non terminandola, l’aspetto della
facciata che vediamo ancora oggi. Alla morte del Maitani, avvenuta nel 1330, i lavori erano tutt’altro
che conclusi e il ruolo di capomastro venne assunto da vari architetti, scultori che si succedettero nel
corso degli anni, spesso per brevi periodi. Nel 1408 venne costruita la cappella di San Brizio, affrescata
però solo più tardi.
Anche i lavori della facciata si protrassero negli anni fino ad essere completati solo nella seconda metà
del Cinquecento, da Ippolito Scalza, che costruì tre delle quattro guglie della facciata. Il Duomo è da
sempre intitolato alla Madonna Assunta ed è provvisto di cinque campate rinascimentali. Alla facciata
lavorarono oltre 20 artisti nel corso dei secoli e fu terminata se si eccettuano i lavori di restauro e
rifacimento, solo alla fine del 16° secolo, con la realizzazione delle guglie laterali ad opera di Ippolito
Scalza.
Ciò nonostante la facciata del Duomo di Orvieto si presenta armoniosa ed equilibrata, uniforme nello
stile, merito soprattutto del rispetto del progetto e delle forme gotiche iniziali. Quattro contrafforti
verticali a fasci, terminanti ciascuno con una guglia, dividono la facciata in tre settori. Le linee verticali
sono ben equilibrate dalle linee orizzontali del basamento della cornice che limita i rilievi della loggia
con archetti trilobati. I tre angoli delle ghimberghe sono ripetuti da tre angoli delle cuspidi, tutti e sei i
motivi a delimitare la doppia cornice quadrata che racchiude il rosone nel complesso la facciata risulta
armoniosa, equilibrata e dotata di una unità compositiva.
I bassorilievi che decorano i quattro piloni della parte inferiore della facciata sono uno degli esempi
più mirabili di scultura gotica in Italia, se non in Europa. Essi descrivono il destino dell’uomo, dalla
creazione al giudizio finale.
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n.9 9/2015
Cover Story
Fiammetta Cicogna è fra
i personaggi chiave di “On Air”
il film scritto e diretto
da Davide Mazzoli,
e prodotto da Daniele Gramiccia.
A destra in basso:
l’intervista con il nostro inviato
delle pagine Junior
Galeazzo Melzi d’Eril
iFARE CINEMA!!
by Katia Ferri Melzi d’Eril
Molti ci provano, pochi arrivano - oltre che
sul web - anche sul grande schermo. Nella stagione
dei festival, andiamo anche noi a caccia
di talenti. Ma scommettiamo su ....
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n.9 9/2015
Cover Story
estra
Daniele Gramiccia è un giovane che dopo l’Accademia
ha scelto di esordire in Usa. Niente gavetta a Cinecittà...
Dopo due progetti tv fortunati, ora produce il
suo film. Che sarà distribuito da Medusa Film
12
produrre un piccolo film low budget
girato nella cittadina di Sanford:
la storia di un poliziotto in pensione
che comincia a fare azioni da solo e
va fuori di testa. La produzione piace
e viene acquistata in Italia e Usa.
Poi va avanti con un nuovo progetto:
“Game On” 26 episodi da 13
minuti girati low cost e in soli tre
mesi. “Tutto negli studi Universal
e con 10 giorni di esterni, neanche
uno di più” racconta. Rai Due investe
300 mila dollari, e altri arrivano
da Disney e Brave Film. La serie va
in onda su Disney Channel in Germania.
Adesso sta producendo “On
Air” un film girato tutto in Italia e
prodotto con fondi propri, di amici
e di aziende, che sarà distribuito da
Medusa Film “Una scommessa importante”
dichiara “da non dormirci
di notte...” scherza poi.
Ma in realtà dorme benissimo perchè
il suo asso nella manica è il regista
e sceneggiatore di “On Air”,
Davide Mazzoli, un personaggio
a dir poco vulcanico, dalla loquela
affascinante e un senso dell’ironia
contagioso. Scrittore di successo,
autore Mediaset finchè non si è trasferito
a lavorare in Florida dove
Gramiccia lo ha conosciuto, Davide
ha scritto un copione straordinario:
racconta la vita di Marco Mazzoli,
il suo famosissimo cugino, conduttore
radiofonico de “Lo zoo di 105”.
Per chi non la conoscesse (ma è impossibile)
“Lo zoo di 105” è una trasmissione
irriverente, amatissima
dai giovani per il sarcasmo feroce e
infarcita di espressioni irripetibili.
Manco a dirlo è diventata un successo
nazionale, ha generato persino
un spettacolo live, andato in tour
nelle discoteche di tutta la Penisola.
“On Air è la storia della sua vita
travagliata, della sua adolescenza
turbolenta, della sua voglia di
emergere” spiega Daniele Gramiccia.
Il film si dipana tra realtà e finzione,
si piange e si ride seguendo
le vicende di Marco, interpretato a 3
anni da Leonardo Mazzoli (figlio di
Davide) e a 19 anni da Giulio Greco,
che interpreta il giovane Mazzoli
alle prese con i suoi dilemmi tra
la moglie (interpretata da Martina
Stella) e l’amore della sua vita (interpretato
da Fiammetta Cicogna).
Docufilm e commedia al tempo
stesso - nel quale il vero Mazzoli
compare a raccontare la sua storia a
partire dai suoi 40 anni include altri
personaggi (primo fra tutti Claudio
Ceccchetto) che intervengono da
dietro le quinte a consigliare gli attori
che li interpretano - On Air si
preannuncia come il prossimo successo
del cinema italiano, anche per
il genere innovativo che proporrà
con questi inserti speciali in postproduzione,
nei quali le quinte si
squarciano e balzano fuori il ghostwriter
interpretato dall’attore di
fiction Rai Dario Tacconelli e vari
vip dello star system italiano. Il
progetto è piaciuto moltissimo anche
agli addetti ai lavori, tant’è che
hanno deciso di interpretare piccole
parti: sono Richy Tognazzi, Giancarlo
Giannini, Chiara Francini, Nicola
Santini, Angelo Pintus e alcuni
top dj de “Lo zoo di 105”.
A destra: Marco
Mazzoli dello
Zoo di 105.
Interpreta sè
stesso a quarant’anni
nel
film sulla sua
vita prodotto
da Daniele
Gramiccia. ,
chef Juniorr:

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n.9 9/2015
Cover Story
La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia è il festival
del cinema più antico del mondo, e
si svolge ogni anno tra agosto e settembre
al Lido. La prima edizione,
denominata Esposizione Internazionale
d’Arte Cinematografica, si apre
il 6 agosto 1932 con la proiezione de
Il dottor Jekyll di Rouben Mamoulian.
Si tratta di un’edizione non competi-
tiva (se si escludono alcuni referendum tra il
pubblico) e ben ancorata alla Biennale di Venezia:
la seconda edizione, infatti, si tiene nel
1934. In quell’anno, la Mostra diventa competitiva:
viene assegnata la Coppa Mussolini per il
miglior film (straniero ed italiano), e dall’anno
I grandi nomi che guidano le Giurie di
quest’anno: Jonathan Demme e Saverio
Costanzo
seguente l’appuntamento diventa annuale.
La gara comprende diverse sezioni.
- Concorso internazionale: un massimo di 20 film in prima
mondiale in corsa per il Leone d’Oro e gli altri premi ufficiali;
- Fuori concorso: un massimo di 12 film in prima mondiale non
in concorso; questa sezione include anche i titoli di Mezzanotte;
- Orizzonti: un massimo di 20 film in prima mondiale. Si tratta
di una sezione competitiva in cui si possono trovare film originali
per stile e contenuto, con un’attenzione ad esordi e cinematografie
poco conosciute. All’interno della sezione si trova anche
il concorso dei cortometraggi, presentati in prima mondiale;
- Venezia Classici: sezione dedicata ai grandi film del passato,
presentati in versione restaurata.
Sezioni parallele (le sezioni collaterali ed indipendenti sono 2):
- Settimana Internazionale della Critica: sezione competitiva
nata nel 1984 ed organizzataadal Sindacato Nazionale Critici
Cinematografici Italiani. Presenta un massimo di 8 opere prime.
Tra gli autori “lanciati” dalla Settimana troviamo Leigh, Assayas,
Mazzacurati e Korine.
- Giornate degli Autori - Venice Days: sezione organizzata
dall’Associazione Nazionale Autori Cinematografici (ANAC)
e dall’Associazione 100 Autori, nata nel 2004 sul modello della
Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes. Presenta un
massimo di 12 film; sono centrali gli incontri e gli eventi.che si
tengono alla Casa degli Autori alla Pagoda.
- Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile
- Premio Marcello Mastroianni a un attore o attrice emergente
- Premio per la migliore sceneggiatura
Orizzonti: - Premio Orizzonti per il miglior film e Premio
Orizzonti per la migliore regia , Premio Speciale della Giuria
Orizzonti, Premio Speciale Orizzonti per il contenuto innovativo
(il primo viene assegnato nel 2013) , Premio Orizzonti per il
miglior cortometraggio
Altri premi ufficiali:
- Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De
Laurentiis”: esordiente di tutte le sezioni (premio 100.000 usd);
- Leone d’Oro alla Carriera: annunciato in anteprima, ; possono
essere attribuiti due Leoni alla carriera in casi eccezionali.
Principali novità introdotte da Alberto Barbera nel 2012:
- Venice Film Market: colma il vuoto di un mercato che il festival
più antico del mondo non aveva mai avuto;
- Biennale College - Cinema: laboratorio annuale di sviluppo di
film indipendenti e low budget. Tre progetti vengono seguiti e
sovvenzionati con 150.000 euro.
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n.9 9/2015
Cover Story
- sala virtuale: è possibile vedere
alcuni film della selezione ufficiale
che sono disponibili in tutto il
mondo per la visione in streaming,
in contemporanea con le proiezioni
ufficiali al Lido.
In alto, Johhny Depp. Al centro Francesco
Patierno. In basso un frame di Red Beard
22 FILM IN CONCORSO ALLA 72°
EDIZIONE
Sono 22 le pellicole in concorso. 18
nella sezione Orizzonti. 16 corti in
gara. Sono questi i numeri della
72esima Mostra d’Arte Cinematografica
di Venezia che in questi giorni
anima il Lido coi flash impazziti
dei fotografi e lo scintillio delle star
sul red carpet. Dopo la delusione
del trittico di Cannes, con Paolo
Sorrentino, Nanni Moretti e Matteo
Garrone grandi favoriti e poi grandi
esclusi, l’Italia ci riprova in casa
con ben quattro titoli: “Sangue del
mio sangue” di Marco Bellocchio,
“A bigger splash” di Luca Guadagnino,
“L’Attesa” dell’esordiente
Piero Messina e “Per amor vostro”
di Giuseppe Gaudino.
Bellocchio cerca riparo nella sua
Bobbio in una storia intima a cavallo
fra il Seicento e i giorni nostri.
Guadagnino guarda al passato, confezionando
il remake de La Piscine,
con Tilda Swinton, Ralph Fiennes e
Dakota Johnson, l’Anastasia di Cinquanta
Sfumature, protagonisti di
un inedito triangolo amoroso. Messina
punta sull’universo femminile,
con una Juliette Binonche alle prese
con l’arrivo in Sicilia del figlio con il
fidanzato. Gaudino lavora con Valeria
Golino, prigioniera dei doveri
familiari e consumata dal desiderio
di evasione.
I FILM IN CONCORSO
- Abluka (Frenzy) di Emin Alper -
Turchia, Francia, Qatar
- Heart of a Dog di Laurie Anderson
- Usa
- Sangue del mio Sangue di Marco
Bellocchio - Italia, Francia Svizzera
- Looking for Grace di Sue Brooks -
Australia
- Equals di Drake Doremus - Usa
- Remember di Atom Egoyan - Canada,
Germania
- Beasts of No Nation di Cary Fukunaga
- Usa
- Per amor vostro di Giuseppe M.
Gaudino - Italia, Francia
- Marguerite di Xavier Giannoli -
Francia, Repubblica Ceca, Belgio
- Rabin, the last day di Amos Gitai -
Israele, Francia
- A bigger splash di Luca Guadagnino
- Italia, Francia
- The endless river di Oliver Hermanus
- Sud Africa, Francia
- The Danish Girl di Tom Hooper -
Gran Bretagna Usa
- Anomalisa di Charlie Kaufman e
Duke Johnson - Usa (animazione)
- L’Attesa di Piero Messina - Italia,
Francia
- 11 Minut (11 minutes) di Jerzy Skolimowski
- Polonia, Irlanda
- Francofonia di Aleksandr Sokurov -
Francia, Germania, Paesi Bassi
- El Clan di Pablo Trapero - Argentina,
Spagna
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n.9 9/2015
Cover Story
Nastassia Kinsky icona del manifesto 2015
- Desde Allà di Lorenzo Vigas - Venezuela,
Messico
- L’Hermine di Kristian Vincent -
Francia
- Behemoth di Zhao Liang - Cina,
Francia (documentario)
FILM D’APERTURA
- Everest di Baltasar Kormakur -
Gran Bretagna, Usa
FILM DI CHIUSURA
- Lao Pao Er (Mr Six) di Hu Guan -
Cina
FICTION
- Go with Me di Daniel Alfredson -
Usa, Canada, Svezia
La madrina della 72° Mostra internazionale
del Cinema di Venezia Elisa Sednaoui
nella campagna pubblicitaria A/I
2015-16 del brand Elisabetta Franchi
- Non essere cattivo di Claudio Caligari
- Italia
- Black Mass di Scott Cooper - Usa
- Spotlight di Thomas McCarthy -
Usa
- La Calle de la Amargura di Arturo
Ripstein - Messico, Spagna
- The Audition di Martin Scorsese -
Usa
NON FICTION
- Winter on Fire di Evgeny Afineevsky
- Ucraina (documentario)
- The Palma di Noah Baumbach e
Jake Paltrow - Usa (documentario)
- Janis di Amy Berg - Usa (documentario)
- Sobytie (the event) di Sergei
Loznitsa - Paesi Bassi, Belgio (documentario)
- Gli uomini di questa città io non li
conosco di Franco Maresco - Italia
(documentario)
- L’esercito più piccolo del mondo di
Gianfranco Pannone - Città del Vaticano,
Italia, Svizzera (documentario)
- Na Ri Xiavu (Afternoon) di Tsai
Ming-liang - Thaipei Cinese
- In Jackson Heights di Frederick
Wiseman - Usa (documentario)
PROIEZIONE SPECIALE
- Human di Yann Arthus-Bertrand -
Francia (documentario)
LEONE D’ORO ALLA CARRIERA
- Le vie et rien d’autre di Bertrand
Tavernier - Francia
ORIZZONTI
- Madame Courage di Merzak Allouache
- Algeria, Francia, Emirati Arabi
Uniti
- A Copy of my mind di Joko Anwar
- Indonesia, Corea del Sud
- Pecore in Erba di Alberto Caviglia - Italia
- Tempête di Samuel Collardey - Francia
- The Childood of a Leader di Brady Corbet
- Gran Bretagna, Ungheria, Belgio,
Francia
- Italian Gangster di Renato de Maria -
Italia
- Charshanbeh, 19 ordibehesht
(Wednesday, May 9) di Vahid Jalilvandd
- Iran
- Mountain di Yaelle Kayam - Israele
- Krigen (a War) di Tobias Lindholm -
Danimarca
- Visaaranai (interrogation) di Vetri Maaran
- India
- Free in Deed di Jake Mahaffy - Usa,
Nuova Zelanda
- Boi Neon di Gabriel Mascaro - Brasile,
Uruguay, Paesi Bassi
- Man Down di Dito Montiel - Usa
- Lama Azavtani (Why Hast Thou Forsaken
Me?) di Hadar Morag - Israele, Francia
- Un Monstruo de mil Cabezas di Rodrigo
Flà - Messico
- Mate-Me por Favor di Anita Rocha da
Silveira - Brasile, Argentina
- Taj Mahal di Nicolas Saada - Francia,
Belgio
- Interruption di Yorgos Zois - Grecia,
Francia, Croazia
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n.9 9/2015
Cover Story
In occasione del centenario della nascita del maestro del cinema italiano
Mario Monicelli (al Lido Leone d’oro alla carriera nel 1991 e Leone
d’oro per La grande guerra nel 1959), la Biennale di Venezia gli rende
omaggio con l’installazione Fantasmi, allestimento artistico al Palazzo
del Casinò di Chiara Rapaccini, in arte RAP, esposto durante la 72° Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che si tiene in questi
giorni al Lido, (dal 2 al 12 settembre 2015) diretta da Alberto Barbera
e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.
Per il progetto Fantasmi, Chiara Rapaccini - la compagna di una vita del
maestro Monicelli che era nato a Ostiglia in provincia di Mantova nel
1915 e aveva lavorato con i nomi più grandi della regia e della recitazione,
da Steno a De Sica a Totò - si è ispirata alle fotografie del suo archivio
privato.
Si tratta di un gran numero di foto inedite, scattate dai più grandi fotografi
di scena degli anni dai ’60 ai ‘90 sui set di molti capolavori di Monicelli,
tra i quali Brancaleone, Risate di gioia, Casanova 70, I compagni,
rielaborandole e mettendo a punto una vera e propria installazione.
Al Palazzo del Casinò sono 20 grandi teli che le ospitano, oscillano leggeri
tra le colonne di travertino grigio delle grandi sale marmoree, come
lenzuola stese ad asciugare.
Una ventina di anni fa Mario Monicelli gettò via, insieme ad altri documenti,
le fotografie di un’intera vita di lavoro, ritenendole “documenti
del passato di nessun valore”. Chiara Rapaccini le ha recuperate e negli
anni le ha catalogate, ordinate, archiviate.
I bianchi e neri contrastati della pellicola, quando ancora non esisteva il
digitale, la straordinaria forza espressiva dell’attimo di lavoro colto dai
maestri della fotografia di scena - Secchiaroli, Strizzi, Doisneau - i ritratti
dei grandi attori della commedia cinematografica italiana, hanno
ispirato la Rapaccini nel suo lavoro.
La Rapaccini ha stampato con infinita pazienza le fotografie su grandi
lenzuoli di lino e in seguito è intervenuta con pennello, punta secca e
ricamo.
Con la tecnica del fumetto e della scrittura libera, ha “dialogato” con i
protagonisti del grande cinema italiano, Sordi, Totò, la Magnani, Mastroianni.
Per ricordare il cinema italiano e Mario Monicelli, un “centenne”
sempre giovane, colto e ribelle, uomo dai mille interessi, che amava
approfondire tutte le arti maggiori. La sua, il cinema, la considerava
un’arte “minore”.
Nella sezione Venezia Classici di Venezia 72 sarà inoltre proiettato, di
Mario Monicelli, Vogliamo i colonnelli (We Want the Colonels, Italia,
1973, 96’, colore), restauro: CSC – Cineteca Nazionale in collaborazione
con Dean Film.
I dandy aristocratici non sbagliano mai
un titolo: hanno Albi e Annuari alla mano
Qui a fianco:
l’installazione
Fantasmi realizzata
da Chiara Rapaccini
in ricordo del compagno
Mario Monicelli.
Sotto: il maestro ,
Leone d’oro alla
Carriera 1991 e
Leone d’oro per “La
Grande Guerra nel
1959”
APERTURA COL DISASTER MOVIE EVEREST
La 72° Mostra del Cinema di Venezia edizione 2015
inizia a 8848 metri di altitudine. Everest, produzione
Universal in prima mondiale, aprire il festival
lagunare diretto dall’islandese Baltasar Kormakur,
che ha nel cast attori hollywoodiani del calibro di
Jason Clarke, Josh Brolin, Sam Worthington, Keira
Knightley, Emily Watson e Jake Gyllenhaal.
Proiezione nella Sala Grande del Palazzo del Cinema
al Lido di Venezia, come evento Fuori Concorso.
Dopo due prime mondiali come Birdman (2014) e
Gravity (2015), foriere di montagne di Oscar per i
loro produttori e registi, Alberto Barbera e la commissione
selezionatrice composta da Bruno Fornara,
Oscar Iarussi, Nicola Lagioia, Mauro Gervasini,
Marina Sanna e Giulia d’Agnolo Vallan, si
sono assicurati il titolo di punta del listino Universal
per la stagione cinematografica italiana (uscirà il
25 settembre, negli Usa il 18). Everest è un “disaster
movie” ispirato dagli eventi accaduti ai 2 gruppi
che scalarono l’Everest il 10/11 maggio 1996.si su
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n.9 9/2015
Cover Story
Fashion film festival
Le luci sulla passerella dei fashion film si accendono a
fine mese. Ma Milano è già tutta in fibrillazione per il
nuovo appuntamento ideato da Costanza Cavalli Etro...
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A destra, Costanza Cavalli Etro, fondatice del Fashio Film Festiva Milano che si svolgerà dal 20 al 22 settembre 2015
Dal 20 al 22 settembre 2015,
in concomitanza con la Milano
Fashion Week, nel capoluogo lombardo
torna il Fashion Film Festival
Milano, che terrà la seconda
edizione 2015.Anche quest’anno la
kermesse cinematografica voluta e
diretta da Costanza Cavalli Etro si
preannuncia come un palcoscenico
davvero esclusivo, e di grande
respiro internazionale, per giovani
e talentuosi registi provenienti da
ogni parte del mondo.
Il comitato artistico del Fashion Film
Festival Milano 2015, diretto dalla
curatrice Gloria Maria Cappelletti,
ha dovuto selezionare la rosa dei
film in concorso, quest’anno ancora
più nutrita, sono oltre 600 i fashion
film in concorso, provenienti da 45
paesi.Ospitato nelle sale del cinema
Anteo, i fashion film in gara al Festival
verranno proiettati tutti nella
elegante FFFMilano 2015 Official
Selection Room, dunque si preannuncia
una tre giorni intensa per la
giuria che dovrà decretare i vincitori.Al
comitato artistico è toccato il
compito di fare la prima selezione e
estrapolare tra le tante candidature
i fashion film migliori. Ma sarà poi,
come per ogni festival che si rispetti,
la giuria internaionale composta
da nomi prestigiosi di personagi
che hanno contribuito all’evoluzione
della moda in campo artistico e
cinematografico a scegliere le opere
più significative.
La giuria del Fashion Film Festival
Milano per il 2015 sarà composta
da Franca Sozzani, direttrice di
Vogue Italia e de L’Uomo Vogue.
Da Rankin, importante e rinomato
fotografo di moda, ritrattista e regista,
fondatore delle riviste Dazed &
Confused e Hunger. Sarà presente
inoltre il regista internazionale e
fotografo Bruno Aveillan, pioniere
nel fashion filmmaking, affiancato
dalla la regista Lisa Immordino
Vreeland che porta ha realizzato
diversi film legati alla moda e all’arte,
come il suo ultimo successo “Art
Addict”, sulla vita di Peggy Guggenheim.
Saranno in giuria Mario Codognato,
curatore d’arte di fama internazionale,
attualmente capo curatore
al Museo 21er Haus di Vienna, Sara
Maino, senior editor di Vogue Italia,
mente e cuore di Vogue Talents.
Il galà di premiazione di questa
seconda edizione del Fashion Film
Festival Milano, l’Award Ceremony,
è il programma per la sera del
22 settembre. Ai vincitori del Concorso
verranno consegnati i premi
realizzati, anche quest’anno, dal
maestro d’arte Barnaba
Fornasetti.
Le categorie in concorso
al Fashion Film Festival
Milano saranno
ancora una volta numerose:
per la sezione
New Talent Best New
Director, Best New
designer o brand, Best
New Italian Fashion
Film.Per la seconda categoria
Established Talent
verranno premiati
invece il Best Fashion
Film, Best Established
Director, Best Statement
Fashion Film,
Best Photography,
Best Editing, Best Music,
Best Styling, Best
Production, ed infine
il Best Italian Fashion
Film.Anche il pubblico
del Festival avrà un
ruolo significativo, Infatti,
dal giorno del termine
del Fashion Film
Festival. La Nowness
Room, conversazioni
e masterclass, proiezioni
speciali e molte
altre attività, avranno
luogo nelle quattro diverse
sale di proiezione
dell’Anteo spazio
cinema durante le tre
giornate del festival.
Le scuole e il pubblico
sono invitati a partecipare
gratuitamente
alle proiezioni, il 21 e
22 settembre.
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n.9 9/2015
Cover Story
Gli eroi di Locarno
by Giuseppe Bruni
Nomination all’Italia: Pietro Marcello
vince il Premio Giuria Giovani
A sinistra Edward Norton. A destra, tutto esaurito nella grande piazza di Locarno per la finalissima del Film Festival
Si sono appena spente le luci sul
red carpet al 68° Festival del Cinema
di Locarno (Svizzera), un evento
internazionale seguitissimo, perchè
permette di scoprire gli attori e registi
del presente che avranno un
futuro, infatti spesso poi li si rivede
premiati al Festival di Cannes e al
Festival del Cinema di Venezia.
Il Film Festival svizzero si è svolto
dal 5 al 15 agosto nella magnifica
Piazza Grande, affollatissima di
pubblico da tutto il mondo. Come
di consueto ha previsto due giornate
di prefestival graditissime dal
pubblico e dagli ospiti.
Domenica 2 agosto si è fatto largo ai
classici con il western “Pat Garrett
& Billy the Kid” (1973) del regista
statunitense Sam Peckinpah, e martedì
4 con la proiezione del bellissimo
“E la nave va” (1983) di Federico
Fellini girato prevalentemente
negli studios di Cinecittà.
L’architettura del Festival di Locarno
è costituita da numerose sezioni
e dai premi speciali. La sezione
“Piazza Grande” prende il nome
dallo spazio immenso della piazza
che è il cuore e la vetrina del Festival,
uno dei cinema all’aperto più
belli del mondo e il suo schermo
gigante è uno dei più grandi d’Europa.
Gli spettatori della Piazza Grande
formano anche la giuria più grande
del pianeta che ogni sera vota
per l’assegazione del celebre “Prix
du Public”. La prima serata è stata
aperta dal film “Ricki and the Flash”
di Jonathan Demme (USA), con
la protagonista Meryl Streep. Altri
titoli in questa stessa giornata
di concorso sono stati: “Amnesia”
diretto da Barbet Schroeder (Svizzera/Francia),
“Pastorale cilentana”
diretto da Mario Martone (Italia).
Una serata segnata anche dall’attesissimo
Edward Norton, a cui è
stato conferito il prestigioso premio
speciale Excellence Award Moët &
Chandon, conferito agli attori più
rinomati.
La successiva sezione è quella del
“Concorso internazionale” concepito
per oltrepassare le frontiere e presentare
il cinema d’autore contemporaneo,
in cui le opere di giovani
talenti affiancano i lavori di cineasti
affermati.
In questa sezione vengono conferiti
il Pardo d’oro, il Premio speciale
della Giuria, il Pardo per la miglior
regia, il Pardo per la migliore attrice
e per il migliore attore. Alcuni film
in concorso sono: “Bella e perduta”
diretto da Pietro Marcello (Italia),
“Chant d’hiver” diretto
da Otar Iosseliani
(Francia/Georgia),
“Entertainment” diretto
da Rick Alverson
(USA), “The Sky Trembles
and the Earth Is
Afraid and the Two Eyes
Are Not Brothers” diretto
da Ben Rivers (Gran
Bretagna).
Il Concorso Cineasti
del presente propone
opere prime e seconde
(film, documentari o
fiction) di giovani registi
emergenti provenienti
da tutto il mondo
che potrebbero ricevere
il Pardo d’oro, o il premio
speciale della giuria,
o il premio del miglior
regista emergente
per la sezione.
Tra i registi che hanno
concorso ci sono:
Vincent Macaigne con
“Dom Juan” (Francia),
Nazareno Manuel Nicoletti
con “Moj brate”
(“Mio fratello”, Italia/
Canada/Bosnia-Erzegovina),
Igor Drljaca
con “The Waiting
Room” (Canada).
Il concorso Pardi di domani
promuove i talenti
del futuro, presenta
cortometraggi e mediometraggi
realizzati da
giovani autori indipendenti
o da studenti di
scuole di cinema, sud-
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n.9 9/2015
Cover Story
Open Doors è la sezione laboratorio di coproduzione del Festival di Locarno
divisi in elvetici ed internazionali,
conferendo quattro Pardini due
d’oro e due d’argento. Alcuni titoli
internazionali in lizza: “Des millions
de larmes” di Natalie Beder (Francia),
“Lampedusa” di Philip Cartelli e
Mariangela Ciccarello (Italia/Francia/USA),
“Nothing Human” di Tom
Rosenberg (USA).
La selezione Fuori concorso propone
opere recenti, di diversa durata e
genere, firmate da registi di rilievo,
per la maggior parte presentate in
prima mondiale o internazionale,
quest’anno tra i tanti titoli ci sono
“Tipophilia” di Peter Bo Rappmund
(USA), “Romeo e Giulietta” di Massimo
Coppola (Italia), “Fragments du
paradis” di Stéphane Goël (Svizzera).
La sezione Signs of Life si propone
d’indagare i territori di frontiera del
cinema, tra forme narrative inedite
e innovazione del linguaggio cinematografico,
raccoglie le opere di
registi riconosciuti ed emergenti
che saranno presentate in prima visione,
in primo piano ci sono “Chi”
(“Mr Zing Believes”, Cina) di Qui
Jiongjiong e “L’infinita fabbrica del
Duomo” di Martina Parenti e Massimo
D’Anolfi (Italia), “Machine Gun
or Typewriter?” di Travis Wilkerson
(USA).
Histoire(s) du cinéma, è la sezione
che trae il suo titolo dal capolavoro
di Jean-Luc Godard, ed è quella
dedicata alla storia del cinema, e
propone opere di cineasti e artisti a
cui il Festival rende omaggio; inoltre
prevede la proiezione di versioni
restaurate di film rari e importanti
della storia del cinema.
Questa sezione offre alcuni premi
alla cariera, le proiezioni più curiose
sono state “Vynález zkázy” (“Invention
for Destruction”, Cecoslovacchia)
di Karel Zeman e “A qualcuno
piacerà - Storia e storie di Elio Pandolfi”
di Caterina Taricano e Claudio
De Pasqualis (Italia).
Open Doors è la sezione laboratorio
di coproduzione del Festival, si
dedica ogni anno a una regione del
Sud e dell’Est del mondo, il cui cinema
indipendente è fragile, offrendo
l’opportunità di entrare in contatto
con potenziali partner, principalmente
europei, al fine di incoraggiare
il finanziamento dei loro progetti,
promuovendo alcuni film con
quattro premi, tra i film prescelti di
quest’anno ci sono “Gabbla” (“Inland”) di Tariq
Teguia (Algeria/Francia), “Histoire de Judas” di
Rabah Ameur-Zaïmeche (Francia), “Horra” di
Moez Kamoun (Tunisia).
La sezione I film delle giurie è quella che presenta
opere della filmografia dei membri delle
giurie ufficiali e che permette al pubblico di
scoprire il talento dei professionisti del cinema
chiamati a giudicare le opere in concorso. Citiamo
il film: “Oasiseu” (“Oasis”) di Lee Changdong
(Sud Corea), tra i numerosi.
Le retrospettive di Locarno permettono di approfondire
della conoscenza della storia del
cinema: le grandi monografie storiche (tra cui
Ozu, Guitry, Welles), le programmazioni tematiche
(un storia del cinema sovietico 1926–1968,
Titanus), gli ampi tributi a cineasti contemporanei
(tra cui Bellocchio, Kiarostami, Kaurismäki),
le retrospettive complete di maestri riconosciuti
(Lubitsch, Minnelli, Preminger e Cukor). Al
centro delle proiezioni della retrospettiva c’è
Sam Peckinpah (USA) e alcuni dei suoi film tra
cui “Bring Me the Head of Alfredo Garcia”.
La Semaine de la critique è una sezione indipendente
creata dall’associazione svizzera dei
giornalisti cinematografici in collaborazione
con il Festival del film di Locarno per presentare
alcuni documentari in prima visione.
La sezione mette in luce opere innovative, audaci
che si distinguono dalle tendenze convenzionali
per contenuto e stile formale, in
modo da aprire nuove prospettive di dibattito.
Quest’anno tra quelli proposti si è evidenziato:
“Mów mi Marianna” (“Call me Marianna”, Polonia)
di Karolina Bielawska.
Panorama Suisse è la sezione che presenta una
selezione di film elvetici dell’anno in corso,
vengono proiettate pellicole che hanno riscosso
successi nel circuito del festival o nelle sale cinematografiche
e pure opere che devono ancora
uscire al cinema; eccovene uno: “Messages dans
l’air” di Isabelle Favez (Svizzera/Francia).
Ma non è ancora finita, mancano alcuni premi
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n.9 9/2015
CoverStory
Il sudcoreano Hong Sangoo ha vinto un altro Pardo d’Oro
speciali. Il Pardo d’onore Swisscom, per i migliori cineasti contemporanei,
quest’anno è stato conferito a Michael Cimino e a
Marco Bellocchio. Il Premio Raimondo Rezzonico è stato istituito
in memoria di colui che ha presieduto il Festival per quasi
vent’anni. Questo premio viene attribuito a un grande produttore
del cinema indipendente che è diventato una figura chiave
del cinema. Quest’anno il premio spetta alla società giapponese
per lo spettacolo Office Kitano con il film “Dolls”. Inoltre, il Pardo
alla carriera è stato assegnato a Marlen Khutsiev ed a Bulle
Ogier. Il premio Vision Award Nescens intende omaggiare e valorizzare
le personalità che, con il loro lavoro dietro le quinte e
le loro creazioni, hanno contribuito ad allargare gli orizzonti del
cinema.
Nel 2015 il premio celebrerà Walter Murch, montatore e sound
designer vincitore di ben 3 premi Oscar. Il Premio Cinema Ticino
va a Teco Celio. Infine il bravissimo attore americano Andy Garcia
è stato insignito del Leopard Club Award.
La 68ma edizione del Festival del Film di Locarno si è conclusa
sabato 15 agosto, decretando i propri vincitori.
Il Pardo d’Oro è andato al film sudcoreano RIGHT NOW,
WRONG THEN (Jigeumeun matgo geuttaeneun teullida) diretto
da Hong Sangsoo, già vincitore del Pardo 2013 per la Miglior
Regia con il suo OUR SUNHI (U ri sunhi).
COSMOS, il ritorno di Andrzej Żuławski, si è aggiudicato il Pardo
d’Oro per la Miglior Regia del Concorso internazionale.
Il Premio del Pubblico UBS è stato assegnato al tedesco DER
STAAT GEGEN FRITZ BAUER, mentre il primo premio della
Giuria Giovani è andato a BELLA E PERDUTA dell’italiano
Pietro Marcello.
LOCARNO 2015: TUTTI I PREMI E I VINCITORI
A seguire, nel dettaglio, tutti i vincitori premiati al Locarno
Film Festival 2015:
Concorso Internazionale – Pardo d’Oro
Miglior Film
RIGHT NOW, WRONG THEN (Jigeumeun matgo geuttaeneun
teullida) di Hong Sangsoo (Corea del Sud)
Miglior Regia
Andrzej Żuławski, COSMOS (Francia, Portogallo)
Premio speciale della giuria
TIKKUN di Avishai Sivan (Israele)
Miglior Interpretazione Maschile
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Miglior regista emergente, vince il cinese Lu Bian Ye Can
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n.9 9/2015
Cover Story
Jung Jae-Young, RIGHT NOW,
WRONG THEN
Miglior Interpretazione Femminile
Tanaka Sachie, Kikuchi Hazuki, Mihara
Maiko, Kawamura Rira, HAPPY HOUR
(Giappone)
Menzioni speciali
Per la sceneggiatura, HAPPY HOUR
Per la fotografia, TIKKUN
Concorso Cineasti del presente
Pardo d’oro Cineasti del presente – Premio
Nescens
THITHI di Raam Reddy (India, Stati
Uniti, Canada)
Premio speciale della giuria Ciné+ Cineasti
del presente
DEAD SLOW AHEAD di Mauro Herce
(Spagna, Francia)
Premio per il miglior regista emergente
Bi Gan, LU BIAN YE CAN (Kaili Blues),
(Cina)
Opera Prima
Swatch First Feature Award (Premio per
la Miglior Opera Prima)
THITHI di Raam Reddy
Swatch Art Peace Hotel Award
Sina Ataeian Dena, MA DAR BEHESHT
(Paradise), (Iran, Gemania)
Menzioni Speciali
LU BIAN YE CAN di Bi Gan
KIEV/MOSCOW. PART 1 di Elena Khoreva
(Russia, Estonia, Ucraina)
Pardi di domani
Pardino d’oro per il miglior cortometraggio
internazionale – Premio SRG
SSR
MAMA di Davit Pirtskhalava (Georgia)
Pardino d’argento SRG SSR
LA IMPRESIÓN DE UNA GUERRA di
Camilo Restrepo (Francia, Colombia)
Tutte le Nominations del Locarno Film
Festival 2015
FILS DU LOUP di Lola Quivoron
Premio Film und Video Untertitelung
MAMA di Davit Pirtskhalava
Menzione Speciale
NUEVA VIDA di Kiro Russo (Argentin,
Bolivia)
Concorso nazionale
Pardino d’oro per il miglior cortometraggio
svizzero – Premio Swiss Life
LE BARRAGE di Samuel
Grandchamp (Svizzera, Stati Uniti)
Pardino d’argento Swiss Life per il
Concorso nazionale
D’OMBRES ET D’AILES di Eleonora
Marinoni, Elice Meng (Svizzera,
Francia)
Best Swiss Newcomer Award
LES MONTS S’EMBRASENT di Laura
Morales (Svizzera)
Prix du Public UBS
DER STAAT GEGEN FRITZ BAUER
di Lars Kraume (Germania)
Variety Piazza Grande Award
LA BELLE SAISON di Catherine
Corsini (Francia)
Premio FIPRESCIS
UITE ARMORICAINE di Pascale
Breton (Belgio)
Semaine de la critique
Premio SRG SSR/Semaine de la
critique
BRACIA (Brothers) di Wojciech
Starón
Premio Zonta Club Locarno per la
promozione della giustizia e dell’etica
sociale
MOV MI MARIANNA (Call me
Marianne) di Karolina Bielawska
(Polonia)
Giuria giovani
Primo premio (6.000CHF) del Concorso
Internazionale
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n.9 9/2015
Libri & Co
“LA FEROCIA” DI NICOLA LAGIOIA
by Francesco Curci
Il noir vincitore del Premio Strega
è ambientato nella città di Bari
Sulla famiglia Salvemini – la
più influente famiglia di costruttori
locali del barese – si è abbattuto
un dramma: Clara, la prima figlia,
viene ritrovata morta ai piedi di
un autosilo ricoperta di ecchimosi
e graffi. Apparentemente potrebbe
sembrare questa la ferocia che
Nicola Lagioia – fresco vincitore
del Premio Strega – ha scelto come
titolo del suo ultimo romanzo,
edito da Einaudi. Eppure scavando
più a fondo, ci si rende conto
che, invero, la ferocia risiede
nell’indifferenza con cui la nuova
generazione di Salvemini è
cresciuta, vittima di un mutismo,
di un’incomunicabilità che li ha
resi anaffettivi; ciascuno schiavo
della propria vita, della propria
asfissiante indipendenza, in
un’ottica che ben si sposa con la
proverbiale citazione hobbesiana
homo homini lupus.
Inizialmente i Salvemini sono tre
Qui sopra, i finalisti dello Strega. In alto, entusiasmo per la vittoria di Nicola La Gioia
– Ruggero, Clara e Gioia – ma presto
Lagioia ne introduce un quarto,
Michele, figlio di una relazione
extraconiugale di Vittorio Salvemini,
l’anziano capofamiglia. Sarà
proprio questa bastardaggine di
Michele a renderlo quasi un estraneo
agli occhi di Annamaria, moglie
di Vittorio e madre dei primi
tre. E sarà proprio a Michele che
Lagioia affiderà l’ardua impresa di
risolvere il vero enigma: Clara si è
davvero suicidata come si vuol far
credere? A dispetto di quel che può
apparire, il noir del giovane scrittore
barese cerca di far luce non
già sulla morte di Clara, quanto
sui misteriosi retroscena legati alla
sua vita. Clara rimarrà per tutto il
tempo l’unica Salvemini purosangue
a stabilire un rapporto sincero,
anche se morboso ed ossessivo,
con il fratellastro Michele. Per
buona parte del romanzo la storia
si concentrerà proprio sul rapporto
tra i due. Qualcosa, o qualcuno
tenta a tutti i costi di spezzare il loro legame: Michele
abbandona Bari per trasferirsi a Roma e tentare la carriera
giornalistica, mentre Clara sprofonda in un’esistenza dissoluta
e travagliata, fatta di cocaina e relazioni adultere
che compromettono sempre di più il suo matrimonio con
Alberto. Michele torna a Bari quando lei è stata ormai già
seppellita. Testimone ora di una serie di telefonate tra il
padre e gli altolocati della zona, comprende in seguito la
verità. La narrazione non è mai affidata ad una sola voce.
Emerge una coralità di fondo che qui compone la vita di un
personaggio, lì la disgrega.
È forte inoltre il ricorso al dualismo uomo/animale, in una
prospettiva quasi kafkiana. Lo stile si fa a tratti arcaico ed
elaborato, a tratti lineare e lucido, appellandosi talvolta a
forme gergali che offrono una quasi obbligata decontestualizzazione.
L’autore sembra voler richiamare da un lato,
il grande patrimonio russo dell’Ottocento che affonda le
sue radici nei grandi capolavori di Dostoevskij e Tolstoj,
dall’altro tentare una forma di emancipazione, affermare
una sua autenticità. Il ritmo è scandito da lunghe pause che
si incuneano in labirintiche dissertazioni per certi versi ridondanti.Un
modo spietato, dunque, quello di Lagioia per
raccontare i drammi delle famiglie, contesti ove è l’agiatezza
economica a farla da padrone, rivelandosi incapace di
compendiare i vuoti sentimentali che nascono quando non
si è in grado di amare.
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n.9 9/2015
Pop & Rock
RAF CITA ERACLITO
MUSE ‘LIVE’ CON DRONES
by Francesco Curci
Raf, Sono Io
Ma chi ha detto tutto scorre, tutto cambia? Raf, cita Eraclito nell’inciso del suo ultimo singolo “Rimani
tu”, secondo estratto da “Sono io”, il tredicesimo album che arriva a pochi mesi di distanza dalla
partecipazione al Festival di Sanremo. Raffaele Riefoli – questo il suo vero nome – si muove ce rinnovata
consapevolezza artistica su trame sonore che fungono da ponte tra passato e presente. Il disco rivela una
spiccata matrice sperimentale, spingendo il cantautore foggiano ad esplorare per la prima volta territori
che approdano sino all’elettronica. Un esempio è la elettro-dance “Con le mani su”, ma anche le più pacate
“Eclissi totale” – attualmente in rotazione radiofonica – e “Pioggia e vento”. “Sono io” non dimentica di
proporre momenti di elevato romanticismo, sono eleganti le ballate “Come una favola”, presentata sul
palco dell’Ariston, “Arcobaleni” e “Io ti vivo”. Convince meno la rivisitazione del classico di Massimo
Ranieri, “Rose Rosse”, che Riefoli aveva già proposto a Sanremo, su base rappata. Nel complesso, “Sono
io” è un disco assolutamente piacevole, che scorre fluido almeno sino all’ottava traccia. La voce domina su
tutto con il suo timbro soffuso, velato e privo di vezzi, confermando il talento naturale del noto cantautore.
The Kolors, Out
Sebbene siano i vincitori dell’ultima edizione di Amici, sebbene siano già a quota tre dischi di platino,
sebbene discografici e critici abbiano quasi urlato al miracolo, i Kolors di autenticità ne possiedono ben
poca. La pettinatura ricorda vagamente Elvis, la grafica e il look di copertina i dimenticati Tokio Hotel, il
sound sembra voler rispolverare i grandi successi di Michael Jackson. Tuttavia la tracklist tutta in inglese
scorre liscia, senza inciampamenti, rivelando un’omogeneità sonora che sembra essere l’unico punto di
forza del disco. Da “Everytime” sino a “My Queen”, tutto ricorda le eclatanti produzioni anni ’70, a metà
tra soft rock e punk. Toccante il brano “Me Minus You” che Stash – il frontman del gruppo – dedica ad
un amico scomparso. Poco convincente il duetto con la musa Elisa, “Realize”, il quale, muovendosi su
una base hip-hop, mal si sposa con le vocalità dei due interpreti. La voce del leader suona sempre troppo
prodotta, sovraccaricata di reverberi. Ogni brano pare voler essere l’anticipazione di un masterpiece che in
fondo non arriva mai. In generale, un disco che deve il suo straordinario successo al momento di gloria che
il gruppo sta vivendo, forte della popolarità del talent che li ha resi celebri e delle radio che lo supportano.
In alto il nuovo album di Raf. Al
centro la copertina di Out dei The
Kolors. Qui sopra Drones, ultimo
album dei Muse, suonato dal vivo
Muse, Drones
Abbandonata l’elettronica e i sintetizzatori, i Muse tornano con “Drones”, tutto, rigorosamente suonato dal
vivo. Le atmosfere sono apocalittiche, il sound accarezza il rock puro con il quale la band è nata nel 1992. I
temi si fanno dotti, pedagogici, e raccontano di un sistema sociale che ci rende come droni appunto, manipolati
da meccanismi più alti che omologano le menti, annichilendo le singole individualità. La copertina
ritrae un’immagine spettrale, emblema di un racconto che si snoda attraverso le dodici tracce. I tappeti
sonori suonano compatti, epidermici, con riff di chitarre rincorsi da incalzanti loop di batteria. La tracklist
rivela il mondo che la band vuole raccontare: esseri umani privati di speranza, alienati, che finiscono per
chiudersi in uno stato di totale defezione, perdendo riferimenti precisi. Un evidente monito alle nuove
generazioni, sempre più schiacciate da una realtà globalizzata, che fa tutt’uno con la presa di coscienza di
un processo di disumanizzazione del mondo. La storica voce del leader – Matthew Bellamy – si muove
con abilità tra falsetti e voci piene, capeggiando arrangiamenti viscerali e introspettivi che fanno di questo
disco una vera carta vincente della loro lunga discografia
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i TOP
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Gossip, protagonisti, star, party
eventi esclusivi di questa estate,
selezionati dai nostri inviati speciali
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TopNightlife
Monac
by Martina Barbagallo
Qui sopra: la troupe di Top Nightlife il
nostro cultural reality show (prodotto da
Arena Media Star) in onda su La9 e Sky
con i protagonisti della terza puntata
andata, in onda il 27 aprile scorso
Un red carpet superglamour, con
outfit studiatissimi per l’apertura
della 2° Mostra Internazionale del
Cinema di Venezia, dove alcune delle
nostre ‘cover girl’ hanno sfilato
in questi giorni riscuotendo grande
successo di pubblico e stampa planetaria.
La prima serata si è aperta con
l’anteprima di “Everest” con il bellisismo
Jake Gyllenhaal che sfoggiava
una barba imponente.
E’ stato proprio lui il grande protagonista
del primo red carpet. Jake ha
regalato attimi di emozione alle sue
molte ammiratrici che stazionavano
al Lido fin dalla tarda mattinata per
avvistarlo, tornando più volte indietro
e elargendo generosi autografi.
Ma la maggior parte degli hashtag
sull’apertura del Festival sono stati
tutti per Elisa Sednaoui, che ha indossato
un abito di iorgio Armani
Privé e bellissimi gioielli Buccellati.
La madrina della Mostra ha indossato
un abito bustier multistrato in
garza di seta interamente ricamato
con jais, paillettes e cristalli.
La sua radiosa bellezza ha fatto dimenticare
le sue “papere” durante
la cerimonia di apertura. Tra le star
più ammirate, oltre alla ‘nostra’
Fiammetta Cicogna che ha sfoggiato
un abito gran soireé di Alberta Ferretti
con borsa Jimmy Choo e ha poi
seguito la proiezioe del film vicio a
Clotilde Courau moglie di Emanuele
Filiberto di Savoia anche Maria
Grazia Cucinotta. La bellissima protagonista
di “Magic card”, cover girl
della nostra copertina di Giugno, ha
scommesso su una produzione italocinese
alla quale partecipa in prima
persona. Si è presentata con gli altri
bravissimi attori del cast asiatico.
Grande attesa per le star Diane Kruger,
Elisabeth Banks, Christine Steward,
Emily Watson, Tilda Swinton,
Keyra Knightley, protagonoista di
Everest e Robin Wright.
Fino al 12 comunque sono tante le
star attese al Lido per le anteprime
dei 21 film in concorso (di cui 4 italiani).
Già arrivati Mark Ruffalo per
Spotlight e la super top Alessandra
Ambrosio. Bellizzima anche Paz
Vega, che partecipa nelle vesti di
giurata.
Fra i divi più attesi l’icona del manifesto
della 72° edizione, Nastassja
Kinsky, il divo Johnny Depp (con
Amber Heard) per il suo Black Mass,
in cui diventa Whitey Bulger, un
gangster pericoloso, Dakota Johnson,
Ralph Fiennes finalmente libero
dai panni di Voldemort,, Michael
Keaton, Mark Ruffalo, Rachel McAdams,
Stanley Tucci, Liev Schreiber
e Juliette Binoche, il regista Alfonso
Cuaron.
Confermate le voci che avevano agitato
le file dei fotografi: Sono arrivati
in laguna anche i due vampiri Robert
Pattinson e Kristen Stewart, ma
saranno presenti due eventi diversi
nella setssa serata.
Tra i nomi italiani, la cantante Mallika
Ayane, il divo delle fiction Rai
Alessandro Preziosi, Alessandra
Ambrosio, l’ex sindaco di Roma
Francesco Rutelli con Barbara Palombelli,
il regista Gabriele Salvatores,
Alessandra Ambrosio, la direttrice
di Vogue Franca Sozzani
ABBIAMO VINTO LA NOSTRA
SCOMMESSA DI FEBBRAIO....
Ebbene sì, abbiamo vinto la nostra
scommessa di Febbraio 2015: Marco
Mengoni ha vinto il disco di platino
con il singolo “Io ti aspetto” e ha
superato brillantemente il momento
difficile, vista l’accusa di plagio che
lo ha colpito proprio mente stava per
entrare in studio a registrare il nuovo
album, la seconda parte di “Parole in
circolo”.
Il quarto lavoro in studio del cantante
di Ronciglione potrebbe essere
pubblicato entro la fine dell’anno, in
particolare nel mese di dicembre. In
attesa del lancio della sua nuova fatica,
Mengoni hesso a segno l’ennesio
successo con il terzo singolo estratto
da quello che ormai tutti chiamano
l’albim dei record “Parole in circolo”.
Il brano ha superato le 50 mila copie
vendute e si aggiunge ai 4 dischi di
platino di Guerriero e al disco di platino
di Essere Umani.
Marco Mengoni ha festeggiato con
l’esercito di fan (tra cui anche noi di
Arena, che gli abbiamo dedicato la
copertina di Febbraio, preferendo lui
alle nuove promesse del 2015, incluso
Lorenzo Fragola) il successo con
un post sul suo profilo ufficiale Faceboo.
che gli occhi si abituano a tutto e
i piedi si alzano in volo. In attesa del
Due/Io ti aspetto, un problema: questo
brano è stato accusato di plagio.
A lanciare la notizia è stato il solito
sito Dagospia, che ha notato una forte
somiglianza tra “Io ti Aspetto” di
Marco Mengoni e il brano dell’autore
francese Matt Polora “J’attendais” inserito
nella colonna sonora del musical
“Robin des bois”.
L’accusa è stata confutata dagli autori
del brano di Mengoni, Dario Faini
e Ermal Meta, che hanno dichiarato
di non conoscere affatto il brano francese,
nè il suo autore. E soprattutto
hanno fatto notare come i brani siano
diversi.
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ARENA
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n.9- 9/2015
Grand Tour
Vintage
MIRAMARE
Alle porte di Trieste, il fiabesco
e romantico maniero affacciato
sull’acqua. Lo ideò Massimiliano I
von Habsburg per risiedervi
con la moglie Carlotta del Belgio
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n.9 9/2015
Grand Tour
La bella sala da pranzo, tappezzata di seta, con preziosi dipinti di pittori italiani
by Danilo Giovanni Maria
Bucciarelli
Chi varca per la prima volta la
soglia del magnifico Schloss Miramar
alle porte di Trieste, rapito dal
suo romantico e fiabesco fascino, lo
vive come un luogo di sogno dove
vivere e ricevere.
Il turista di oggi certo non immagina
le tristi vicende di cui furono
protagonisti coloro che lo abitarono
e ne rimane profondamente colpito.
Fu il fascino mediterraneo della
baia di Grignano ad ispirare Massimiliano
I von Habsburg - Lothringen
che proprio lì, nella seconda
metà dell’Ottocento, volle fissare
la residenza per se e per la moglie
Carlotta del Belgio, alla maniera dei
Castelli spagnoli affacciati sull’Atlantico
da cui il nome ispanico, miramar
affacciato sul mare.
Appassionato botanico - il fratello
dell’Imperatore d’Austria comprese
subito che, una volta eseguiti i lavori
di bonifica dell’area che avrebbe
ospitato il castello, sarebbe stato il
luogo perfetto per istallarvi il suo
“privat garten” in grado di vantare
una composizione eterogenea al
punto da far invidia a tutti i Giardini
Botanici noti all’epoca. Il progetto
fu commissionato all’architetto
viennese Karl Junker, il quale realizzerà
un disegno in pieno ossequio
dello stile allora più in voga,
il cosiddetto “romantisches Historismus”
ovvero una rivisitazione
dello stile medioevale, resa armonica
dall’esperienza artistiche recenti.
È interessante analizzare come già
nella scelta dello stile vi sia una sorta
di profetica premonizione, quello
che stava per sorgere non sarà una
roccaforte medioevale simbolo di
forza ed inoppugnabilità, né tantomeno
una sontuosa residenza da
mecenate delle arti.
Miramare, è ancor oggi l’unico
esempio di Castello a metà strada
tra l’intimità di una residenza di
famiglia e l’austerità di un palazzo
pstituzionale. Ma anche la residenza
di un appassionato viaggiatore,
un colto aristocratico Ufficiale
della Imperiale Marina, che venne
chiamato a divenire Imperatore del
Messico. Massimiliano I cura personalmente
i singoli dettagli del progetto.
Scartato il primo, revisiona il
secondo e ancora corregge, amplia.
Durante i lavori in continuo fermento,
le sue visite da al cantiere
da Milano diventano sempre più
frequenti, tanto che si fa costruire
una sede provvisoria, il Gartenhaus
oggi noto come Castelletto, che verrà
vissuto forse più dello stesso Castello.
I lavori procedono con sorprendente
rapidità e -una volta perduto il
controllo del Lombardo- Veneto
nel 1859 Massimiliano e Carlotta si
stabilirono definitivamente a Miramare.
prendendo possesso del Castello
vero e proprio nel 1860. Dei
primitivi tre piani e mezzanino, si
realizzarono solamente due piani,
gli interni furono commissionati
alla prestigiosa ditta Karl und Julius
Hoffman, che ne curò l’arredo e
l’abbellimento delle stanze.
Rimase invece un cantiere aperto in
tutta l’ala adibita alla rappresentanza,
forse l’aspetto più lontano dal
progetto di Massimiliano, che con
Miramare voleva fondere in una
sola espressione natura arte e storia,
voleva una residenza che per
stupire l’ospite non utilizzasse lo
sfarzo ed il lusso, ma la sensibilità e
la capacità di viaggiare con un solo
colpo d’occhio.
Assassinato dai ribelli messicani nel
giugno del 1867, non riuscirà a vedere
il Castello completo. Dopo la
sua morte Miramare diventerà residenza
della Arciduchessa Vedova
e dell’Imperatrice Sissi, che vi soggiornerà
in almeno sette occasioni.
Miramare fu sede di diversi matrimoni
fra cui quello traStefania del
Belgio ed il nobile ungherese Elemer
de Lonyay. Qui fu ricevuto anche
il Kaiser prussiano Guglielmo
I, In seguito passò agli Asburgo, gli
ultimi inquilini furono Carlo e Zita
di Borbone Parma.
Al termine del primo conflitto mondiale
il castello venne ceduto al Governo
Italiano a titolo di risarcimento,
il quale lo destinò a residenza
Ufficiale di S.A.R. il Duca Amedeo
di Savoia- Aosta. Per un curioso de-
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n.9 9/2015
Grand Tour
Dalle finestre si ammira la suggestiva baia di Grignano
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stino Miramare fu abitato ancora da un Ufficiale di Marina,
ancora dal prossimo di un monarca, fu ancora teatro di un
epilogo triste. Amedeo, rivisitò gli ambienti secondo lo stile
razionalista, e fu l’autore di un progressivo processo di ammodernamento
della struttura. Il Duca di Savoia- Aosta, fa
istallare linee telefoniche, predispone un sistema di riscaldamento
e dota la struttura di due ascensori. Gli ambienti
maggiormente utilizzati in quest’epoca furono il secondo
piano ed il mezzanino, mentre il castelletto fu adibito a museo,
con estrema lungimiranza per l’epoca.
Al suo interno l’eroe dell’Amba Alagi fece trasferire tutto
il mobilio e le suppellettili che egli ritenne superflue per sé
e per la sua famiglia. Nominato Viceré d’Etiopia lascia il
castello nel 1937, anche lui per non farvi più ritorno. La residenza
continua ad essere abitata dalle figlie del Duca d’Aosta
fino quando non viene requisito sul finire della seconda
guerra mondiale, dapprima dalle truppe neozelandesi ed
in seguito dal comando Americano, che stabilisce lì il suo
quartier generale e vi rimase sino al 1954.
La soprintendenza ai beni culturali della neonata Repubblica
Italiana ne entra quindi in possesso, e si occupa subito
di riportare il Castello al suo splendore originario. Questo
processo prevede anzitutto l’eliminazione di ogni elemento
razionalista ed il completamento dell’opera così come era
stata pensata da Massimiliano I. Di altissimo interesse storico
artistico, è il ciclo di dipinti che L’arciduca d’Asburgo
Lorena commissiona a Cesare dall’Acqua, pittore Istriano
di grande fama. Dall’Acqua, che aveva già lavorato per gli
Asburgo, dipinge i moti della natura intorno a Miramare,
mette su tela il sogno di Massimiliano, la sua immaginazione.
Risalta quella natura che aveva rapito l’Arciduca nel suo
profondo. A lui è oggi dedicata la stanza XIX del Castello.
I giardini, costuiscono il cuore pulsante della Residenza.
Furono il nucleo ispiratore, e quel romantico incontro fra
cielo e mare, che offre la laguna triestina, è qui suggellato
da un immaginario Eden.
Massimiliano qui affronta la sfida più ardua, deve dar vegetazione
alla inospitale piana carsica ed in questo si avvale di
Josef Laube e Anton Jelinek: quest’ultimo lo aveva accompagnato
nel suo viaggio sulla Fregata “Novara”.
Per sopperire alle necessita del nuovo parco, furono fatti
Vasi cinesi, preziosi orologi francesi, ritratti. Al piano
nobile si accede per il monumentale scalone d’onore

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n.9 9/2015
Grand Tour
Vi soggiornò anche il vicerè d’Etiopia, Umberto di Savoia-Aosta
Anche nella sfarzosa sala del trono, Massimiliano I
ha sviluppato il tema dell’incontro fra cielo e mare
giungere appositamente dalla Stiria e dalla Carinzia ingenti
quantità di terreno, i vivaisti del lombardo veneto procurano
una quantità ricercatissima di piante ed esclusivi arbusti
da essenza. Il Parco per espresso volere della committenza,
non deve prescindere dai dettami protocollari dei Parchi
delle corti europee, e così Massimiliano, vi fa inserire un
bosco. Nel promontorio superiore e a scendere fa installare
in pieno stile inglese un lago ed un viale dal sapore squisitamente
romantico.
Seguono il giardino all’Italiana con le sue meravigliose aiuole
che accompagnano al porticciolo, Il centro del Parco
era destinato agli studi sperimentali d botanica di Massimiliano,
il quale anche dal Brasile continuò a far pervenire
specie vegetali di ogni sorta per il suo giardino. Il parco
ospita sculture dell’autore berlinese Geiss, le serre, la casetta
svizzera, il lago dei Cigni ed il piazzale dei Cannoni, dono
di Leopoldo I re dei Belgi, e da ultimo la graziosissima Cappella
di San Canciano, in cui il Fratello Vittore nel 1900, farà
installare il crocefisso ligneo ottenuto dal legno della fregata
“Novara”, che aveva accompagnato il viaggio più dolce di
Massimiliano su questa terra e che simbolicamente avrebbe
accompagnato il suo viaggio nei mari dell’eternità.
“Dhe come tutto sorridea quel dolce/ mattin d’Aprile, quando
usciva il biondo/ Imperatore, con la bella Donna/ a navigare.” È
IN GIRO PER CASTELLI SI ARRIVA A DUINO
Sempre in provincia di Trieste, nel comune di Duino Aurisina,
un altro castello bellisismo da visitare è quello appartenente
ancor oggi al casato Thurn und Taxis.
Di proprietà da oltre 420 anni della famiglia Della Torre,
ramo Della Torre di Valsassina (von Thurn-Hofer und Valsassina)
prima e dei principi della Torre e Tasso poi. Dal
2003 è - assieme al suo parco - aperto al pubblico per visite.
Dal maniero, che nei magnifici saloni custodisce cimeli e
bellissimi strumenti musicali, si gode un panorama sulle
ripide pareti rocciose a strapiombo sul mare. Nel parco si
trova un bunker utilizzato durante la seconda guerra mondiale.La
storia del casato Thurn und Taxis è legata alla gestione
dei servizi postali, in quanto esercitò questa attività
in diversi stati europei, tra cui Italia, Austria, Germania,
Ungheria e Paesi Bassi dal 1400 in poi, per più di 350 anni.
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MAGAZINE
n.8 7-8/2015
Grand Tour
Vintage

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n.9 9/2015
Grand Tour
Il fratello dell’Imperatore Franz Joseph è sempre cresciuto all’ombra del fratello.
Il giovane principe deomocratico, aperto, laborioso, ha un carattere lontano
da quello degli Asburgo. La sua missione è quella di portare ai massimi livelli di
eccellenza la Marina Imperiale, creando una grande flotta.
facile scorgere l’amaro dai versi che
il Carducci dedica al puro, forte e
bello Massimiliano von Habsburg
- Lothringen, Principe imperiale
d’Austria, Principe reale di Ungheria,
Principe di Boemia, Croazia e
Slavonia, Vicerè del Lombardo- Veneto,
Imperatore del Messico.
Massimiliano nasce a Vienna nel
Palazzo Imperiale di Schönbrunn
in un piovoso 6 luglio del 1832, la
pioggia battente, fa avviare con
difficoltà le micce dei cannoni che
dovevano salutare la nascita del
secondo figlio di Francesco Carlo
d’Asburgo e Sofia di Baviera, quasi
un triste presagio della avversa
sorte che caratterizzerà il vissuto
di questo Principe, fratello minore
dell’Imperatore Franz Joseph.
Egli cresce a l’ombra della missione
imperiale del fratello, è un bambino
curioso, in costante ricerca, più che
l’arte della guerra cui, da tradizione,
lo avvia la famiglia Imperiale si
interessa di arte letteratura e soprattutto
scienze. La botanica diviene
sin dalla giovinezza uno dei suoi
interessi più grandi, sarà questa
una delle passioni che lo accompagneranno
per tutta la vita.
Massimiliano si arruola nella K.K.
Österreich Kriegsmarine, di cui diviene
prestissimo viceammiraglio
e quindi ammiraglio. È in questo
contesto che i suoi collaboratori e
gli immancabili “sorveglianti” di
corte, cominciano a vedere all’opera
il giovane Principe.
È democratico, aperto, laborioso. La
disciplina militare più che l’onore
gli suscita una forte ironia. Negli
anni della marina Massimiliano forma
l’esatto opposto del prototipo
di militare fornito all’Impero dal
feldmaresciallo, il Conte Radetzky
von Radetz e dallo stesso fratello,
l’imperatore. È astuto e risoluto, ma
non lavora da solo, sa essere abilissimo
nello strutturare relazioni
con collaboratori di ogni ceto, sarà
lui con il suo carattere così lontano
dagli Asburgo a portare ai massimi
livelli la marina imperiale, con la
costruzione di una flotta. In seguito
l’Ammiraglio von Teghettoff la
condurrà vittoriosa allo scontro con
la Regia Marina Italiana nella battaglia
di Lissa del 1866.
In seguito al ritiro del Conte Radetzky
come Governatore generale del
Lombardo-Veneto, per l’eccessiva
anzianità, Massimiliano viene chiamato
dal fratello Franz Joseph ad
assumerne la carica.
La situazione che egli trova al suo
arrivo a Milano, è a dir poco preoccupante.
A Massimiliano spetta il
compito di conservare le conquiste
ottenute a suon di imposizioni dal
vecchio Feldmaresciallo, ed al contempo
di cercare di sedare i moti
rivoluzionari sempre più crescenti
verso L’impero. Massimiliano tesse
la sua tela, ed in pochi mesi conquista
a suo modo la fiducia degli
italiani. Era ormai da anni che non
si riponeva fiducia in un austriaco.
Nonostante un’apparente soluzione
della questione italiana, Vienna
rigetta continuamente le proposte
legislative favorevoli ad una maggiore
autonomia amministrativa
del Lombardo – Veneto, sarà lo stesso
Imperatore Francesco Giuseppe
ad ammonire seccamente il fratello
richiamandolo ufficialmente, in diverse
occasioni.
Le divergenze fra Massimiliano ed
il fratello divengono sempre più
incolmabili, fino alla sua rinuncia
per ordine imperiale il 20 aprile del
1859. Massimiliano, è sempre più
solo, la moglie Carlotta del Belgio
sembra essere la sola a capire i suoi
disegni. Proprio con lei l’Arciduca
si ritira nel castello di Miramare, che
egli stesso aveva voluto e pensato.
Qui Massimiliano vive alcuni degli
anni più leggeri e felici della sua
vita. Qui può finalmente coltivare le
arti e la letteratura, che da sempre lo
avevano attratto. Da disposizione di
far costruire nel castello un autentico
parco botanico di cui egli cura
ogni singolo dettaglio.
Massimiliano si occupa personalmente
della struttura delle serre
e della disposizioni della enorme
mole di varietà vegetali che lui
stesso riporta dai suoi viaggi, sembra
essere la meritata pace per un
uomo giusto, ma un’altra grave,
importante, tragica sfida lo attende.
Nel 1861 Napoleone III in segno
di risposta alla insolvenza del Repubblicano
Juarez invia l’esercito,
e prende il controllo del Messico,
una spina nel fianco delle America,
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n.9 9/2015
Grand Tour
La semplice e
sontuosa stanza da
bagno di Massimilano
in legno e
marmo, con una
splendida vasca da
bagno ricavata da
un unico monolite.
Nell’angolo,
servizi modernissimi
per quel tempo.
Il Duca d’Aosta in
epoca razionalista
fece installare
anche una linea
telefonica.
sosteneva, l’occasione per avere un vero e proprio insider
nel nuovo mondo. Costituito il Nuovo Impero Messicano,
sotto l’egida delle truppe di Napoleone occorreva trovare
un re capace di sedere su questo trono di spine. Fu così che
in primo luogo i conservatori messicani ed in seguito, lo
stesso Napoleone si rivolgono a Massimiliano.
Chi meglio del fratello dismesso di uno degli storici conservatori
imperi d’Europa? Chi più adatto a sedare quella
napoleonica occupazione se non l’abile mediatore, il democratico
Massimiliano d’Asburgo? Il Messico è la sua
sola occasione, di dare al fratello una lezione di buona politica
e Massimiliano lo sa bene. Si compiace del fatto che
da Imperatore del Messico, avrà maggiore agio nel condurre
i suoi studi botanici, con speciale attenzione alle specie
amazzoniche, si persuade che il Messico, così lontano
da Vienna, sia il luogo giusto per amministrare finalmente
a suo modo un regno. Massimiliano accetta, e nel 1864 salpa
con la moglie verso l’Impero Latino.
L’imperatore Francesco Giuseppe per tutta risposta, il
giorno stesso della sua partenza, gli notifica che con l’assunzione
del trono del Messico, egli perde tutti suoi titoli
reali ed imperiali austriaci. Il dado è tratto, dopo la ‘scomunica
‘ del fatello, egli sarà solo, sarà Massimiliano I.
I governi europei, Austria compresa, sanno benissimo di
consegnarlo tacitamente o espressamente alla morte. Le
difficoltà non tardano ad arrivare. Il Messico, non solo non
tollera questa assurda intrusione europea, ma non considera
affatto l’arrivo del nuovo Imperatore.
Massimiliano, solo, va a prendere possesso del Castello di
Chapultepec, antica sede dei sovrani Aztechi. Tenta l’impossibile
per mediare con i rivoltosi, arriva a proporre allo
stesso Juarez un’alleanza, ma è tutto vano.
Grande minaccia alla serenità del neonato impero non
sono i soli rivoltosi, ma anche gli Stati Uniti d’America,
che forti della dottrina Monroe, sosterranno militarmente
e materialmente Juarez e i suoi uomini.
Nel 1867 Napoleone III abbandona il Messico. Massimiliano
è sconcertato, ordina a Carolina di partire immediatamente
per l’Europa, la fedele sposa passerà i suoi ultimi
giorni di salute nella vana ricerca in tutta Europa di alleanze
a sostegno dell’Impero del marito. Arriverà anche
dal Sommo Pontefice Pio IX prima di cadere in una lenta
ed inesorabile follia. Intanto a Santiago del Queretaro,
si consuma il peggio: nel tentantivo di fuggire a una folla
di rivoltosi, Massimiliano viene arrestato e processato
sommariamente. Abbandonato da tutti, famiglia Imperiale
compresa verrà fucilato il 19 giugno del 1867.
Dopo essere stato esposto in Messico, le spoglie mortali
vengono riportate a bordo della Fregata Novara con cui
giunto l’Imperatore, vengono ricondotte a Trieste, e seppellite
nella Cripta reale di Vienna.
“ Ahi, mal tu Sali sopra il mare nostro/ figlio d’Asburgo, la fatal
Novara./ Teco l’Erinni sale oscura al vento/ apre la vela.”
Così si è conclusa, la storia di un grande Uomo, che la sorte
destinò ad uno sciagurato progetto, che tuttavia non permise
di consegnare alla storia il suo importante contributo
ed il devoto ricordo.
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Per arrivare a
Miramare: in
auto
con l’autostrada
A4 (venezia
trieste). In aereo,
con scalo nel
vicino aeroporto
di Ronchi dei
Legionari e successivo
tragitto
sull’autobus di
collegamento,
muovendosi con i
tram o piacevolmente
a piedi.
ARENA
MEDIASTAR
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n.9 9/ 2015
Grand Tour
TRIESTE, UNA CITTA’ TUTTA DA SCOPRIRE
Cosa vedere: la città è colonia romana nel 46 a.c., sotto
Cesare, dunque abbiamo il teatro romano, a ridosso di
piazza Unità d’Italia, che all’epoca era famoso perché
aveva come sfondo il mare stesso, non essendo stata bonificata
la zona retrostante che in epoca successiva, l’arco
di Riccardo e, sulla piazza della cattedrale di s. Giusto,
protettore della città, le rovine di una basilica romana con
annesso orto lapidario.
La cattedrale è stata realizzata nel 1300 dalla fusione di
due chiese preesistenti, il castello eretto in cima al colle,
il cui nucleo centrale, la casa del capitano, risale al 1450.
Il borgo teresiano, voluto da Maria Teresa d’Austria tra
’700 e ’800 con grandi bonifiche del territorio, paludoso e
salino, si estende dalla stazione ferroviaria alle rive, include
Piazza della Borsa, Piazza Unità d’Italia e le vie
retrostanti.
E’ caratterizzato da un’asburgica precisione ed ortogonalità
delle vie, che si incrociano perpendicolarmente, nonché
dalla bellezza architettonica dei palazzi.
E ancora la piazza del Ponterosso, con la chiesa di s. Antonio
nuovo, la chiesa di s. Spiridione (detta chiesa degli
schiavoni) di culto greco- ortodosso.
Proseguendo lungo le rive si può vedere, nella sacchetta
del porto il “bagno” (stabilimento balneare) alla lanterna,
così chiamato dal faro, con la peculiarità di avere due
zone distinte, e nettamente separate da un muro, per maschi
e femmine.
In centro città, non fatevi mancare una visita ai caffè
“storici”, oggi come ieri meta di tutti gli intellettuali della
città, centro di dibattito politico, storico, artistico e culturale
: il s. Marco, il Tergesteo, il Tommaseo…
Cosa mangiare: la tradizione gastronomica è mitteleuropea,
innumerevoli i buffet, trattorie, ristoranti, che la
propongono. Ecco alcuni piatti della tradizione triestina:
jota (vale a dire minestra di fagioli, crauti, patate) caldaia
(carni suine bollite con salse, si mangiano bene intorno
alla Piazza della Borsa), scampi o canocchie alla
busara, sardoni in savor, patate in tecja, capuzzi garbi
(crauti) prosciutto cotto caldo con senape e cren, gulash,
calandracca, brodetti di pesce e poi dolci quali presnitz,
putizze, creme carsoline, “strucoli” (strudel) di mele o ciliegie.
Vino tipico, il rosso, forte, aspro terrano, che ben si
accompagna alla selvaggina .
E poi vi va di mangiare ancor più “etnico” basta fare poca
strada e sull’altopiano carsico troverete le “osmize”, ovvero
case private di contadini, che, per editto di Maria teresa
potevano per qualche settimana all’anno rivendere i
loro prodotti : vino, salumi,formaggi. Ma ormai l’offerta è
quella anche agriturismi, quindi anche agli avventori vengono
offerti anche gnocchi in apertura di pasto e squisiti
dolci alla fine.
Se vi capita di trovarlo, non perdete l’ottimo “strucolo in
straza”, strudel bollito, sia esso salato (ricotta e spinaci)
o dolce (ricotta e frutta secca), ricetta antica, ottima e purtroppo
difficilmente reperibile.
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ARENA
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n.9 9/2015
Food & Co
Il mese di settembre si entrerà nel vivo del tema dell’Esposizione Universale con
il World Food Research and Innovation Forum, un progetto strategico curato in
particolare dalla Regione Emilia-Romagna, partecipante a Expo Milano 2015.
Il World Food Research and Innovation Forum si pone l’obiettivo di costruire in
Emilia-Romagna, per l’Italia e l’Unione Europea, una piattaforma internazionale
consolidata permanente: partendo dalla ricerca nel settore alimentare nella sua
accezione più ampia e sicurezza degli alimenti, essa dovrà rappresentare un asset
strategico per la competitività delle imprese e delle filiere produttive per l’Italia e
l’Unione Europea, sui mercati mondiali.
Il World Food Research and Innovation Forum sarà una piattaforma permanente a
disposizione di policy maker nazionali e internazionali, della comunità scientifica,
della ricerca, delle imprese e della finanza, volta a definire in modo condiviso
strategie e iniziative efficaci per il futuro dell’alimentazione del pianeta. Il Forum
costituirà un appuntamento biennale, internazionale.Avviare il World Food
Research and Innovation Forum nell’ambito dell’Esposizione universale EXPO
Milano 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita” è stato al quanto complesso.
La prima edizione del Forum si svolgerà il 22-23 Settembre 2015 presso il Padiglione
Italia. L’obiettivo è quello di affermare il Forum come appuntamento biennale
internazionale dedicato ai temi dell’alimentazione, ed avviare una piattaforma di
attrazione di tutte le esperienze, di attori e di competenze candidata ad ospitare la
legacy di EXPO Milano 2015 sulla ricerca e sulla sicurezza alimentare.
EXPO Milano 2015, “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”, aprirà un grande
dibattito a livello mondiale, un confronto di idee e soluzioni sul futuro
dell’alimentazione del pianeta e genererà decisioni ed iniziative strategiche da
perseguire a livello globale.
Nutrire il Pianeta significa affrontare il tema del diritto universale al cibo: una
problematica complessa che coinvolge – con modalità spesso interdipendenti –
gli Stati, le organizzazioni internazionali, le normative, l’economia, il progresso
scientifico, gli stakeholder e le comunità locali.
Questa sfida presenta due elementi principali. Da un lato l’urgenza, specie nelle
aree in via di sviluppo, di garantire la disponibilità di cibo per una popolazione
IL FOOD DEL FUTURO
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by Giorgia Pertosa
Il grande Forum di settembre entra
nel vivo del tema
della nutrizione globale
all’Esposizione Universale
Expo Milano 2015

ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Food & Co
Per il cibo del futuro, una supply chain sempre più globalizzata
cche le statistiche indicano – anche
per il futuro – in continuo aumento;
dall’altro, assicurare la qualità,
l’igiene e la sicurezza del cibo
prodotto e distribuito in una supply
chain sempre più globalizzata.
Entrambe le prospettive indicate
devono tener conto della necessità di
coniugare gli interventi nel rispetto
dello sviluppo sostenibile globale,
nella sua accezione più ampia,
che comprende aspetti ambientali,
sociali ed economici e che trova
in Europa, e non solo, la sua più
attuale implementazione nella biobased
economy.Il diritto universale
al cibo, sufficiente, sicuro e idoneo
a soddisfare i bisogni nutrizionali,
richiama ad un confronto costruttivo
tra le organizzazioni e le autorità
nazionali e sovranazionali preposte
alla gestione della food safety e dei
differenti approcci normativi ai cui
fanno riferimento.
Per garantire questo diritto occorre
sviluppare una relazione strategica
tra i sistemi delle Istituzioni, della
Ricerca e delle Imprese per lo
sviluppo di una cooperazione a
livello mondiale. Il World Food
Research and Innovation Forum
intende creare una piattaforma
permanente di confronto e
discussione e organizzare un evento
mondiale da realizzare ogni due
anni.Il Forum vuole valorizzare il
contributo che la ricerca – attiva
lungo tutta la filiera agro-alimentare
– offre ai decisori per lo sviluppo e
la diffusione di un modello fondato
su tre pilastri: security, safety e
sustainability.
Inoltre, le soluzioni alle sfide
globali non potranno limitarsi
alla sola innovazione tecnologica
ma dovranno prendere in
considerazione anche l’innovazione
organizzativa, per valorizzare
modelli di eccellenza utile a livello
mondiale.
Il Forum costituirà una piattaforma
aperta ed innovativa a livello
mondiale in grado di
favorire il confronto e
l’incontro di tutti gli
attori ed i fattori in
gioco, nella prospettiva
di creare spazi comuni
di dialogo e di analisi
delle tematiche relative
alla food security, food
safety e sustainability.
Questo per contribuire
ad un rafforzamento
dei meccanismi di
governance globale per
lo sviluppo di politiche
equilibrate in grado di
favorire nuove relazioni tra i paesi
industrializzati con quelli ancora in
via di sviluppo
IL PROGRAMMA
Auditorium, Italian Pavilion, Expo
2015
September 22, Morning Session
10.30 Welcome address
“Feeding The Planet, Energy for Life:
Global Food Scenario”
World Food Research & Technology
Forum
11.15 Research, innovation and technology
for an improved and more sustainable
primary production
11.25 Research, innovation and technology
for a more sustainable food processing and
reduction and valorization of byproducts
and waste
11.45 Research, innovation and technology
for functional foods and novel foods
12.05 Strategic round table on Research
and Technologies for a sustainable
food security and safety in developing/
emerging countries
13.05 Conclusions
September 22, Afternoon Session
World Food Safety and Security Forum
15.00 Key Note speeches
15.20 The European Strategies for the
Food Safety in the global context
15.40 Current world state in food safety
and food security – a Call for action
16.00 The nexus of food safety and security
16.20 Strategic round table: Promoting
food safety and security globally through
enhanced multisectoral collaboration
17.35 Conclusions
Plenary Session
September 23, 2015
10.40 World Research and Innovation
Forum
10.50 World Food Safety and Security
Forum
11.15 The future of the Forum
11.20 Round Table
12.20 Conclusions
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Classica
La nuova Traviata
by Grazia Mantelli
L’opera di Giuseppe Verdi diventa
‘light’ con l’estro di Matteo Peirone
GRAN FINALE PER
ALMA MATER DI
AVITAL A MILANO
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Prologo e gran finale dello spettacolo Traviata scritto e diretto da Matteo Peirone, con musiche del Noli Festival
Ensamble, interpretato da Giuseppe Riva (Alfredo Germont anziano), Linda Campanella (Violetta Valery), Marco
Ciaponi (Alfredo giovane) e Marzio Grossi (Giorgio Germont. In alto, Katia Ferri Melzi d’Eril e Grazia Mantelli di
Arena Media Star con Giuseppe Riva.
L’opera di Giuseppe Verdi diventa
unospettacolo dove teatro
di prosa e opera, parole e canto,
interagiscono e si contaminano,
donando ritmo serrato e drammaturgicamente
compatto alla musica.
Messa in scena per la prima volta a
Montebello della Battaglia e replicata
subito dopo alla Villa Castelbarco
Albani di Vaprio d’Adda e in altre
località della Lombardia e della Liguria,
la nuova versione de La Traviata
scritta dal regista Matteo Peirone,
con la consulenza artistica di
Francesco Bellotto, Traviata diventa
uno spettacolo che trae la sua prosa
dal racconto fortemente autobiografico
“La Dama delle Camelie”
di Alexandre Dumas figlio, e la sua
musica dall’opera “La Traviata” di
Giuseppe Verdi.
A quaranta anni dalla scomparsa
della sua amata Violetta, nel giorno
del suo compleanno, Alfredo Germont,
anziano e provato, è appena
tornato dallla sua passeggiata quotidiana
al cimitero di Montmartre
a Parigi: qui si trova la tomba di
Violetta, immersa in un giardino di
camelie.
Seduto al suo scrittoio, egli ricorda
mestamente la loro meravigliosa
e terribile storia d’amore. I ricordi
prendono vita e la festa diventa
davvero festa, il brindisi un brindisi
che coinvolge anche la prima fila di
spettatori.
Amore e Morte ancora una volta
intrecciano le loro storie.Violetta,
Alfredo e il padre Giorgio Germont
nobilitano col canto le tappe inesorabili
di questa opera immortale.
Il baritono e attore Giuseppe Riva
ha incarnato la figura di Alfredo
Germont anziano, 40 anni dopo la
morte di Violetta Valery.
Il soprano Linda Campanella ha vestito
i panni di Violetta Valery con
una grazia che ha incantato anche
il pubblico femminile; il giovane
tenore Marco Ciaponi ha vestito i
panni di Alfredo Germont; il baritono
Marzio Giossi ha impersonato
Giorgio Germont (padre di Alfredo).
Il successo di questa versione
short dell’opera verdiana è assicurato
anche dagli ottimi arrangiamenti
musicali.
Il Noli Festival Ensemble, composto
da Andrea Albertini al pianoforte e
trascrizioni, Livia Hagiu al violino e
Claudio Giacomazzi al violoncello,
esegue le pagine Della Traviata di
Giuseppe Verdi, accompagnando
il canto con una ricchezza di suoni
davvero notevole. Lo spettacolo è
realizzato in collaborazione con il
Noli Musica Festival.
Grande successo di pubblico
anche negli ultimi
giorni di rappresentazione
di Alma Mater e
in occasione del concerto
di chiusura tenutosi il 28
agosto scorso alla Fabbrica
del Vapore a Milano.
Nella serata finale Yuval
Avital ha suonato
magistralmente con le
sue chitarre all’interno
dell’installazione da lui
ideata insieme a Llorenç
Barber, musicologo e
compositore rivoluzionario
conosciuto in tutto
il mondo per la sua capacità
di dirigere grandi
masse sonore e città intere.
Fra i grandi ospiti della
serata, Montserrat
Palacios, cantante ed
etnomusicologa che da
sempre intreccia le sue
straordinarie qualità
vocali performando con
oggetti quotidiani, come
teiere fischianti, piume,
fili, vasche per pesci e
macchine da cucire Singer
e il basso di Saturnino.
La foresta di voci di nonne
di tutti i Paesi ha accompagnato
il tutto con
il suo ultimo e inedito
dialogo.

ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 n.9 12/2014 9/2015
Amarcord
Lucca iBRINDISI ricorda PREZIOSO Sandro Pertini
by Alessandro Chiara
Mostre ed eventi per tutto il mese di settembre a
Lucca in onore Per San del Silvestro, grande Presidente. i superdry A di Pescia, Astoria,
incontriamo che il propone sociologo anche Carlo un Vivaldi brut ‘zero Forti, alcool’
autore di saggi e romanzi su Firenze e la Versilia
Omaggio a Sandro Pertini in occasione del 25esimo anniversario della
morte del presidente più amato dagli italiani. Sarà lo scenografico
giardino di Palazzo Pfanner, dimora storica barocca, ad ospitare la
mostra dedicata al settimo presidente della Repubblica, organizzata
dall’associazione I Cavalieri presieduta da Daniele Conti con il patrocinio
di Regione e Comune ed il contributo della Fondazione Banca del
Monte di Lucca e di Reale Mutua Assicurazioni.
Allestita da Andrea Balestri, la mostra si completa con un programma
conferenze e spettacoli che renderanno unico l’appuntamento. L’esposizione
è divisa in diverse sezioni, si va dalla strage di Bologna dell’agosto
1980 e l’assassinio del generale Dalla Chiesa a Palermo nel 1982,
l’omaggio alla salma del sindacalista Guido Rossa e l’abbraccio con la
vedova del magistrato Emilio Alessandrini, la tragedia di Vermicino
e l’improvvisa morte di Berlinguer. Pertini che esulta per la vittoria
in Spagna nel 1982, insieme ai giocatori della Nazionale italiana, che
nomina Eduardo De Filippo senatore a vita: la bellissima foto che lo
ritrae in un caloroso abbraccio con Pertini. La mostra che resterà aperta
fino al 20 settembre (h.10-18) , è stata inaugurata alla presenza del
sindaco Alessandro Tambellii e delle princiali autorità civili, militari
e religiose. Nella sala Consiliare di palazzo Santini, è in programma
anche una tavola coordinata dal presidente del consiglio comunale
Matteo Garzellam con interventi dell’ex vicesindaco lucchese Franco
Fabbri, dell’onorevole Valdo Spini (presidente Fondazione Circolo
Fratelli Rosselli), di Stefano Caretti (presidente Associazione Nazionale
Sandro Pertini), Alberto Del Carlo (presidente Fondazione Banca del
Monte di Lucca). Venerdì 18 settembre alle 21 al Teatro San Girolamo
si terrà uno spettacolo di musiche e immagini, intitolato “Gli uomini
per essere liberi Il Presidente Sandro Pertini” con la regia di Gianni
Furlani. Prenotazioni e info 335 5863364 oppure info@icavalieri.org
CARLO VIVALDI FORTI RACCONTA LA TOSCANA
Incontriamo Carlo Vivaldi Forti - docente di discipline
economico sociali , consulente e giornalista, nel
palazzo avito di Pescia dove troneggia un grande
arazzo giapponese celebrativo de La Boheme, donato
alla sua famiglia da Giacomo Puccini. Ci racconta dei
molti saggi e fortunati romanzi che hanno conseguito
importanti premi e riconoscimenti. La saga di famiglia
nella Toscana da Firenze a Pescia, raccontata nel suo
romanzo “Addio Firenze, addio cielo divino!”, è un
delizioso intreccio di storia e vicende private, raccolte
con pazienza tra ricordi e documenti inediti. La cacciata
del Granduca di Firenze, le due Guerre Mondiali,
l’alluvione, il boom economico sono raccontate con uno
stile leggero e avvincente. La famiglia Vivaldi Forti frequenta
la migliore società, a cavallo fra due secoli, dal
compositore di Torre del Lago allo scrittore Gabriele
D’Annunzio, da Giorgio La Pira a Vieri Paoletti della
Le Monnier, da Filippo Tommaso Marinetti alla grande
borghesia toscana dei Marchi d’Oro. Con il romanzo
“Pravda vitezi, la verità vince” Vivaldi Forti ha conseguito
il Premio Firenze “Il fiorino d’oro 2008” . Altre
sue opere hanno vinto concorsi letterari come il Machiavello,
Il Setaccio e Accademia Città di Roma. Viva-
Entrato anche nella short list del premio Viareggio nel
1984, Vivaldi Forti ha pubblicato “La Versilia dei mitici
Anni ‘50 vista da un fiorentino con l’editore Pezzini.
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Grand Tour
Vintage
CHARMING NORFOLK
Questa contea inglese
bagnata dal mare è
lo scrigno di una natura
meravigliosamente stupenda,
da scoprire nelle mezze stagioni
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MEDIASTAR
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n.9 9/2015
Grand Tour
Si ringrazia per la collaborazione
l’Ente del Turismo dell’Islanda
A destra: L’architettura mozzafiato di Arundel Castle, uno dei gioielli più famosi
del Norfolk, un territorio importante per il commercio nel Mare del Nord
by Danilo Giovanni Maria
Bucciarelli
L’ideale del british è ormai
strausato ed abusato. L’ingente ego
della plurisecolare tradizione britannica
avvolge la Gran Bretagna
appiattendo il suo straordinario heritage
in una soluzione che da secoli
continua ad essere la stessa.
Ma non è solo questo l’amata Albione,
anzi, è scrigno di una natura
meravigliosamente stupenda. Una
delle tante Contee del Regno che
forse ne può riassumere le molteplici
sfaccettature, è indubbiamente il
Norfolk.
Viene considerata una contea cerimoniale
situata a sud –est della
Gran Bretagna: rappresenta una
vera e propria cartolina del panorama
naturale e paesaggistico offerto
dalla totalità delle Isole Britanniche.
Si suddivide in North Norfolk
rappresentato dalla straordinaria
costiera affacciata sul mare del
Nord, il South Norfolk il Norwich
capoluogo della contea, il Great
Yarmouth , Broadland, King’s Lynn
and west Norfolk e Breackland.
Forse la tappa più agevole per cominciare
un viaggio alla scoperta
del Norolk, è proprio il suo capoluogo.
Norwich infatti, è una graziosa
cittadina, che trasuda inglesità. La
sua storia risale alla dominazione
romana. La città sorge appunto
sulle rovine della Venta- Icenorum
– odierna Caister Saint Edmundcastrum
difensivo dell’estremo est
delle Isole. Punto strategico per il
controllo dei mari del Nord, fu sin
dai tempi dei romani un importante
centro commerciale e una fiorente
sede amministrativa.
Tale continuerà ad essere in epoca
Normanna, seguita alla breve dominazione
Danese, quando diverrà
sede di un influentissimo vescovado.
Ancora oggi la città costituisce
il Grande centro amministrativo
e commerciale del distretto East
Anglia. Ad accogliere il visitatore
che giunge in città, c’è il Castello di
Norwich. Esempio principe di architettura
Normanna, fu costruito
da William the Conqueror, come residenza
Reale venne realizzato interamente
in pietra bianca di Bath secondo
la struttura propria del Forte
medioevale.
Fu eretto tra il 1130 ed il 1160. Tuttavia
non ebbe vita facile, infatti fu
ripetutamente espugnato, anche dal
Delfino di Francia Luigi, durante il
Regno di Enrico III.
Fu Destinato alla funzione di regia
prigione per oltre 650 anni e quasi
completamente distrutto venne riedificato,
su progetto dell’originale
tra il 1707 ed il 1884, il restauro
del solo Mastio costo 1200 sterline.
Impossibile da gestire per le finanze
pubbliche, il restauro dell’intero
maniero venne completato da privati.
Da ultimo la Norwich Corporation
che, al debutto del 1900, vi
istituì il museo ancora oggi attivo.
Il Norwich Castle Museum & Art
Gallery, è un eccezionale polo museale,
che non si limita ad esporre
reperti archeologici delle varie dominazioni
della città, ma comprende
un padiglione di Egittologia, di
storia romana, ed una grande collezione
della famosa scuola pittorica
di Norwich.
Altra tappa essenziale è la cattedrale
cattolica di rito latino of St. John
the Baptist , anche questa in stile
normanno, è la seconda più grande
cattedrale cattolica d’Inghilterra e
sede episcopale metropolita della
diocesi di Norwich - East Anglia.
Il percorso può proseguire attraversando
i grandi porti Tudor verso
il North Norfolk. Da sempre rotta
privilegiata di commercio con i Paesi
Bassi, percorrendo in bicicletta
i sentieri offerti dagli starordinari
villaggi che si affacciano sul mare,
si riesce a provare il brivido, di chi
immerso nella campagna, tra colline
e distese verdi, partecipa del panorama
e al contempo della brezza
marina.
Con la bassa marea qui, la sabbia
sembra allungare l’orizzonte - non
c’è da meravigliarsi la spiaggia da
qui alla vicina Holkham Bay è stato
utilizzato nel naufragio finale del
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Grand Tour
La contea è punteggiata di castelli e siti visitabili
film hollywoodiano Shakespeare in Love.
Se si parla di North Norfolk, l’indirizzo è uno solo: Sandringham
Estate. Nel 1862, la residenza venne acquistata dalla
Regina Vittoria ed immediatamente destinata al principe di
Galles (il futuro Edward VII) ed a sua moglie, Alessandra.
Ma già nel 1865, soltanto due anni dopo, l’immobile divenne
troppo limitato per le mutate esigenze del principe ed egli
decise di demolire la costruzione per edificarne un’altra più
grande.
La nuova residenza fu pronta nel 1870 e risultò un ibrido stilistico
non dei più riusciti fra le costruzioni dell’epoca vittoriana.
Anche se l’architettura non si rivelò delle più indovinate,
la casa venne dotata delle più recenti innovazioni tecnologiche
dell’epoca quali l’illuminazione a gas, l’acqua corrente, lo
scarico del water ed una forma primitiva di doccia.
Una parte della casa venne distrutta da un incendio verificatosi
durante i preparativi per i festeggiamenti del 50º compleanno
del principe di Galles nel 1891, e successivamente
ricostruita.
Sandringham, è stata la residenza privata di diverse generazioni
di sovrani inglesi. Nonostante all’inizio non fosse
molto entusiasta, la principessa Alessandra finì con l’amare
poi questa residenza. Poiché Giorgio VI morì nel 1952 a Sandringham,
la regina Elisabetta II decise di passare gli anniversari
della morte del padre nella quiete della Sandringham
House.
Essa diviene la residenza ufficiale della sovrana tutti gli anni
nei mesi di gennaio e di febbraio. Dal 1977 è aperta al pubblico,
essendo divenuta un museo, nel periodo in cui la Regina
non è presente. La residenza è fra le più amate dalla Regina
che tutti gli anni è solita passarvi le festività di fine anno rimanendovi
poi per buona parte dell’inverno.
I terreni adiacenti alla residenza vengono usati per delle battute
di caccia. A questo proposito Edoardo VII, che amava
molto la caccia, decise di far spostare gli orologi di mezz’ora
in avanti, rispetto al GMT, per poter dedicare più tempo al
suo passatempo preferito.
Tutta la regione è punteggiata di bellissimi siti visitabili
Blickling Hall
Vicino Aylsham , tra Norwich e Cromer . La casa è stata ridisegnata
nel 17 ° secolo , ma incorpora elementi di un edificio precedente
che pare fosse di proprietà della famiglia di Anna Bolena ( il cui
fantasma si dice che infestano la casa una volta l’anno !) . Una
caratteristica particolare è la Long Gallery con la sua collezione
di libri rari. I visitatori possono ripercorrere la storia della fattoria
attraverso quattro secoli , tra cui il suo ruolo durante la seconda
guerra mondiale .I giardini sono particolarmente degni di nota ,
tra giardini e natura selvaggia e del 18 ° parco paesaggistico secolo
.
Bradenham Sala
Vicino Oriente Dereham . La casa in stile georgiano non è aperta
al pubblico , ma ci sono quattro ettari di giardini e diciassette ettari
di bosco di godere. I giardini sono divisi in stanze da siepi di tasso
e comprendono un giardino interno, un frutteto , e diversi sentieri.
L ‘ arboreto contiene esempi di più di 800 varietà di alberi .
Fairhaven Giardini Fairhaven Woodland e Water Garden
A Sud tra Norwich e Great Yarmouth . Il giardino di 131 ettari è
stata la creazione di Henry Broughton , in seguito Lord Fairhaven
, morto nel 1973. E’ aperto al pubblico dal 1975.Il giardino presenta
piante che amano ombra e acqua. I visitatori possono fare
escursioni in barche anche di grandi dimensioni (ad esempio sul
lago ) e osservare la ricca fauna selvatica . Tra gli alberi secolari,
èil Re Quercia che ha 950 anni, stava crescendo al tempo della
battaglia di Hastings.
Felbrigg Hall
Vicino Cromer. E’ una casa giacobina costruita su antiche fondamenta
e successive modifiche . La maggior parte delle stanze
principali sono aperti al pubblico , tra cui la sala da pranzo che
è impostato per una cena nel 1860. I giardini includono un giardino
recintato che fornisce frutta e verdura per il ristorante.. La
proprietà comprende un parco con un lago e 520 ettari di bosco .
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C
ARENA
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MAGAZINE
n.9 9/2015
Grand Tour
LA STRUGGENTE BELLEZZA DELLA CAMPAGNA INGLESE NELLA CONTEA DI NORFOLK
Norfolk, contea dell’Inghilterra orientale, è una regione prevalentemente rurale, punteggiata di boschi
e percorsa da strade con piste appositamente dedicate al cicloturismo. La città principale Norwich ha
origini normanne, come testimoniato dall’architettura della sua splendida cattedrale che domina il paesaggio.
La sua costruzione iniziò nel 1091 e terminò nel 1145 , qui fu stabilito un priorato benedettino.
All’ombra dell’alta torre gli edifici del priorato ancora sopravvivono in perfette condizioni, così come le
1000 sculture medievali raffiguranti scene bibliche , di vita quotidiana che la decorano. Ci sono anche
sculture del 15 ° e 16 ° secolo nella parte inferiore dei sedili del coro. Norwich è molto famosa nel mondo,
si tratta della città medievale più completa in Europa, ha ancora molti vecchi edifici e mura antiche
in uso .A Norwich sono ancora perfettamente conservate più di trenta chiese medioevali all’interno della
cerchia cittadina. I Normanni costruirono il castello di Norwich con la ricchezza di un palazzo reale
nel XII secolo .
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MAGAZINE
n.9 9/2015
Grand Tour
La residenza di Sandrigham è un sito di bioagricoltura
Questa tradizione del Sandringham Time venne mantenuta
nella residenza dal 1901 al 1936 quando il nuovo re
Edoardo VIII decise di porre fine a questa usanza.
Qui nacquero Olav V di Norvegia , Alessandra di
Danimarca,Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha, figlia della
regina Vittoria, e suo figlio e la Principessa Diana Spencer.
L’imperatore Guglielmo II, visse in una residenza di
campagna, lo Schloss Friedrichshof, vicino Kronberg im
Taunus, costruita nello stile di quella di Sandringham.
Questa residenza è inoltre un interessantissmo sito di bioagricoltura.
La produzione dei possedimenti agrari di Sandringham,
destinata alla tavola della Sovrana e della Famiglia Reale,
spazia dalle mele -il cui succo la Regina ha donato al Santo
Padre Francesco - nella sua ultima visita a Roma, al latte
ed ai prodotti caseari, fino al foraggio per gli animali. In
particolar modo, dei cavalli. Le pregiate razze equine di
sua Maestà hanno infatti qui la loro stabile residenza, dove
un pull di esperti tra i 200 dipendenti dell’Estate, si occupa
esclusivamente della loro cura.
Rilevati gli elementi salienti, di questa stupenda Contea,
sarebbe ingiusto dire che il resto non è degno di nota, anzi.
Infatti l’intero Norfolk meriterebbe un’analisi parcellizzata,
per la sua infinita bellezza. Tuttavia, il consiglio migliore
è quello di lasciarsi guidare dalle proprie passioni, e
immergersi senza riserve nella natura meravigliosamente
inglese di questo luogo. Cavallo, bicicletta, automobile e
finanche a piedi, al visitatore la scelta: il Norfolk mette a
disposizione una versatile accoglienza. La pittura, per chi
vi sia dedito, trova in questa contea la sua più interessante
declinazione. I panorami mozzafiato, le infinite distese
agricole, la campagna inglese più incontaminata, sono
i soggetti più rappresentati, ed in ogni stagione offrono,
una loro versione sempre inedita. In conclusione, è interessante
lasciare il visitatore, con l’immagine più propria
del Norfolk .
Holkam Hall, unaCountry House inglese in stile palladiano,
rappresenta tutto di questa parte di terra britannica.
Holkam è la sintesi fra cielo e mare. È la poesia della natura
in pace con l’uomo. Residenza ufficiale dei Conti di Leicester
sin dal 1170, è il posto migliore per concludere un
viaggio nel Norfolk, qui si può ancora respirare quell’aria
di Inghilterra, che ormai si sente solo nei vecchi romanzi,
qui si può infine capire cosa significhi essere inglese,
con pregi e difetti. È più di una dimora storica, è quasi
un luogo, dove il tempo si è fermato, visitarla sarà come
La produzione dei possedimenti agrari di Sandrigham è destinata
alla tavola della Sovrana e della Famiglia Reale. Spazia dal succo
di mele al latte ai prodotti caseari, fino al foraggio per gli animali.
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La storica battaglia di North Walsham si combattè nel 1381
ARENA
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n.9 9/2015
Grand Tour
Qui sopra: la bellezza delle dimore e dei villaggi nella
contea di Norfolk, dove si originò una importante
rivolta di contadini che nel 1381 si diffuse in tutta
l’Inghilterra medioevale.
ascoltare una magica storia, che comincia
e finisce con il profumo di lavanda
inglese, che si eleva dai campi di questa
contea, verso il blu del cielo, specchiato
nei mari del nord.
Se vi fermate in un’antica libreria della
contea, può capitare che qualcuno vi
racconti la storia della famosa Battaglia
di North Walsham: una battaglia medievale
combattuta il 25 o 26 giugno 1381,
nei pressi della città di North Walsham
nella contea inglese di Norfolk, in cui un
folto gruppo di contadini ribelli è stato
affrontato dalle forze pesantemente armate
di Henry le Despenser, vescovo
di Norwich. La battaglia è significativo
per essere l’ultima occorrenza di una resistenza
importante durante rivolta dei
contadini inglesi ‘del 1381.
Despenser era riuscito a sopprimere la
rivolta scoppiata in tutta East Anglia
quell’estate. Si mosse attraverso East
Anglia verso Norwich e poi verso nord
Walsham per scontrarsi con i ribelli, guidati
da Geoffrey Litster, il cosiddetto ‘re
dei Comuni’. Nel North Walsham i ribelli
sono stati decisamente sconfitti dagli
uomini di Despenser. Dopo la battaglia,
Litster fu catturato e giustiziato dai Despenser.
Quella del 1381 è stata una grande rivolta
che si diffuse in tutta l’Inghilterra
medievale durante l’estate dello stesso
anno. Le sue cause sono complesse. Il
calo della popolazione causata dalla peste
nera, che è arrivata in Inghilterra nel
1348, ha comportato un grave carenza di
manodopera e, di conseguenza, un aumento
dei salari.
Lo Statuto dei Lavoratori è una legge
emanata nel corso del primo parlamento
di Edoardo III, di fare leggi sul lavoro e
la loro applicazione destinate più precise
e dettagliate, e anche per consentire al
governo di controllare i salari. Essa ha
avuto l’effetto di rendere la vita più difficile
per i contadini, ma più redditizio
per i ricchi proprietari terrieri.
La rivolta è iniziata in Essex, in seguito
all’introduzione di una serie di imposte
altamente impopolari riscossa contro
la popolazione inglese. Nel 1377
la spesa della guerra dei Cent’Anni
costrinse il governo a introdurre una
di quattro pence. Con il 1380 questo
obolo era triplicato, nel 1381 iniziarono
disordini in Essex e Kent, che si
diffusero in tutta l’Inghilterra.
Durante l’estate, i ribelli da Kent e
dell’Essex marciarono a Londra e, una
volta entrati in città, riuscirono a conquistare
la Torre di Londra.
Re Riccardo, che aveva promesso di
accettare tutte le richieste dei contadini,
incontrò i ribelli fuori della città,
dove il leader dei contadini, Wat
Tyler fu ucciso. A Waltham, re Richard
rifiutatò poi di ratificare le promesse fatte,
sosteneva gli fossero state estorte con la
forza:“Villani voi siete ancora, e villani
voi rimarrete” dichiarò.
Nel Norfolk, la ribellione iniziò il 14 giugno,
quando un gruppo di ribelli raggiunse
la contea di Suffolk, e si diffuse verso
ovest verso la Fens ea nord est verso Norwich
e Yarmouth. Come in altre parti del
paese c’era inquietudine diffusa, proprietà
e documenti ufficiali sono stati distrutti e
molte persone vennero sommariamente
giustiziate.
Henry le Despenser era un nobile inglese
che era stato un soldato in Italia,
e che nel 1370 divenne Vescovo di
Norwich. Poco si sa del suo avversario
Geoffrey Litster, tintore moderatamente
ricco dal villaggio di Felmingham
in Norfolk. Litster e i suoi uomini
affrontarono senza esperiena e con
pocihe arim i soldati ben armati e addestrati
di Despenser. Geoffrey Litster
fu catturato dopo la battaglia e giustiziato
poco dopo a North Walsham.
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n. 9 9/2015
Junior Zone
GARAGEBAND
by Galeazzo Melzi d’Eril
Il software più completo per creare
musica, che richiede però studio...
Foto con il guru della produzione musicale Claudio Cecchetto, proprietario di Radio DeeJay. Sopra: il software
GarageBand è una applicazione
solo per Apple che permette di
creare musica da soli. Ma attenzione,
su Iphone è semplificata e serve
solo per ascoltare le tracce. Sul Mac
invece si può crearla da zero.
All’inizio ci sono alcuni suoni già
scaricati, poi bisogna fare da soli.
Alcuni sono gratuiti e sono suoni
ripetuti, come Rurula, Banjo 7.
Altri invece sono a pagamento e più
complessi come Abstract Rhytm
Beat.1. Il loop è il riquadro dove
scegli il tipo di suono che preferisci,
ad esempio un suono ripetuto,
elettrico, lento o veloce.
Nella app di GarageBand è incluso
un block notes dove si possono
scrivere le parole di una canzone, la
sequenza dei suoni.
Il browser multimediale serve per
inserire foto o video a canzone finita,
che possono essere visualizzati
dal pubblico mentre la musica sta
andando. Nella sezione controller
ci sono il mixer e il master. Il master
servono per controllare quel che si
sta facendo, per esempio le battute.
Ecco un mio tutorial per usare
questa app.
Porta il mouse verso il loop e scegli
le caratteritiche del suono che si
intende inserire nel brano. Porta poi
il mouse sotto il loop e scegli fra le
tracce presenti. Se non ce ne sono,
elimina una delle caratteristiche che
hai scelto nel loop.
Quando trovi il suono che ti piace,
portalo verso sinitra dove ci sono i
quadratini. Posiziona il tuo suono
dove c’è scritto Apple loop. Se ti
accorgi che il suono è troppo lungo
o c’è qualcosa che non ti piace,
posiziona il mouse alla fine della
traccia e spostalo verso sinistra.
Per spostare a sinistra o a destra,
posiziona due dita sul centro del
mouse pad e trascinale a sinistra o
a destra. Per far diventare il suono
più veloce, più lento, più alto o
più basso, devi usare il mixer e il
master, devi far gitrare con il mouse
la rotella, rispetto a ciò che vuoi
modificare.
Quali sono i problemi che si
presentano a chi usa GarageBand
per la prima volta? Capita di
schiacciare con il mouse dei
pulsanti sbagliati, per cui si possono
cancellare dei pezzi, dunque
bisogna salvare molto spesso.
Non bisogna toccare mai la tastiera,
perchè il software si blocca, bisogna
usare esclusivamente il mouse e il
mouse pad.
Quando si vuol eliminare un
loop che è venuto male, bisogna
schiacciare esclusivamente e una
sola volta il tasto per cancellare con
la freccina ‘indietro’. Durante un
aggiornamento i loop che hai usato
possono risultare a pagamento:
se lo hai già usato no, ma se vuoi
usarlo, esce il prezzo.
COSA FARE ALLA FINE
Una volta finita la
creazione della musica,
bisogna salvare sempre
sul desktop, per non
perdere il brano da
qualche parte nel pc. E
avendogli dato un nome.,
Quando crei la tua
musica tieni d’occhio il
tempo e la misura dei
suoini che scegli. Perchè
magari poi scopri di
aver scritto qualcosa
di troppo lungo, per
esempio se stai creando
la colonna sonora di
un tuo video.Questo
software ti permette di
modellare il ritmo.Se il
brano creato è venuto
bene, si può caricarlo
su Youtube, Itunes e My
Space. Ma ttenzione, se
non è stato registrato
alla Siae, anche se si
può scaricarlo solo a
pagamento, non c’è
alcuna protezione.
Qualcuno potrebbe
usarne un pezzo per
fare un suo brano e
sostenere che è di sua
proprietà. tutti i grandi
artisti negli ultimi anni
hanno iniziato mettendo
la loro musica su Itunes,
My Space o Youtube, per
farsi notare dai grandi
produttori musicali come
Claudio Cecchetto, che
ho avuto la fortuna di
incontrare.
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Junior Zone
iUn sogno in bianco
by Giulia Ferri
Interior design per teen ager. Una domenica a
Mantova per il festival della Letteratura.
Qualche spunto per rinnovare la cameretta che sembra troppo
spenta. Partiamo con le ragazze: innanzitutto il colore dominante
adesso, per i mobili, è il bianco, ma qualcuna ne ha sempre sognata
una tutta rosa. Dunque o si cambiano o si fanno ridipingere
quelli che si hanno, colorati o in legno. La testiera si può anche
togliere o arricchire con un baldacchino, bianco o allegro a quadrettini
in cotone, sospeso al soffitto o alla parete, tanti cuscini si
posano sul piumone. Per crearsi un angolo morbido, privato e un
po’ nascosto, com’è un nido. Quest’anno vanno di moda i tessuti
a quadrettoni alternati ai tessuti a quadretti piccoli, ma in colori
delicati come il rosa e il celeste chiaro, oppure in colori accesi come
il rosso e il bianco e fucsia, il bianco e lilla, il bianco e arancio, oppure
scegliendo un tono che piace di verde o azzurro. Attenzione a
creare sempre un bel contrasto con il colore delle pareti. Non può
mancare un grande tappeto soffice, per sdraiarsi con le amiche,
oppure un pouf. Un comò o una libreria con vari soprammobili
curiosi, oltre alla libreria con i peluches. Invece se state cercando
una cameretta per ragazzo, si può scegliere un legno chiaro per i
mobili e quello scuro per i tavoli e il comodino. Il letto ha la testiera
decorata, per esempio da pomelli. In questo caso le lenzuola e
coperte soo bianchi, ma non mancano i cuscini grandi e morbidi
e i plaid a fantasia geometrica. Anche il pavimento può essere di
legno. La camera dedica molto spazio alla zona studio, con tavolo
e computer.
TEEN AGER A MANTOVA PER IL FESTIVAL LETTERATURA
L’ultimo week end prima dell’inizio della scuola, di solito non lo si
passa sui libri. Ma noi vi proponiamo di passarla con i libri e
anche sui libri nel senso di seduti su pigne di vecchi libri inutilizzabili
incollati e usati come sedie, come capita di fare se ci si
fa portare al Festival della Letteratura di Mantova, che si tiene
dal 9 al 13 settembre. In 5 giorni si potranno incontrare 357 ospiti
fra scrittori e commentatori e gli eventi saranno più di 350. Non
mancheranno anche per i teen ager, con l’arrivo di scrittori che
alle orecchie degli adulti dicono poco. Per esempio, mercoledì 9
settembre alle ore 1730 alla cappella Palazzo del Mago ci srà Susin
Nielsen che parlerà con Vera SAlton di “Famiglie regolarmente
complicate” (ingresso 4 euro).
Finalmente si potrà chiedere dove trova Susin Nielsen i personaggi
delle sue storie così vere e divertenti? E adesso che George
Clooney si è sposato, a chi scriverà il personaggio Violet per sistemare
la sua mamma? E Ambrose vincerà il torneo di Scarabeo?
queste e a tutte le domande dei suoi lettori la scrittrice canadese
In alto: una
camera romantica
per teen ager e
una presentazione
di libri al festival
della Letteratura
di Mantova. Qui
a fianco, uno dei
tanti laboratori
per piccoli lettori.
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.8 7-8/2015
Lifestyle
ENDURANCE
by Daniele Conti
Storica edizione a San Rossore,
con la famiglia reale degli EAU
Toscana Endurance Lifestyle: il podio dei vincitori della CEI 160, l’arrivo della CEI 120, la famiglia Reale degli EAU
diventare un appuntamento
annuale stabile
nel calendario sportivo
ed economico in
Italia”. Entusiasmo anche
dal Presidente della
Federazione Italiana
Sport Equestri Vittorio
Orlandi e Sheikh
Mohammed bin Faisal
Al Qassimi, presidente
della Camera di Commercio
Italiana negli
Emirati Arabi Uniti.
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46
Edizione storica quella disputata
dal 20 al 23 agosto nella Tenuta
di San Rossore, a pochi chilometri
dal centro di Pisa, di “Toscana Endurance
Lifestyle”. Sport, business
e relazioni internazionali hanno
tenuto desta l’attenzione di enti,
istituzioni e imprenditori. Sul piano
sportivo sono stati battuti tutti
i record con ben 217 cavalli con 18
nazioni rappresentate. La presenza
più importante è giunta dagli Emirati
Arabi Uniti, dove l’endurance è
uno degli sport equestri di maggiore
diffusione. Campione del mondo
in carica è lo sceicco Hamdan bin
Mohammed Al Maktoum, principe
ereditario del Dubai, che ha preferito
non gareggiare. A vincere la competizione
più lunga CEI3 160 km è
stato Sheikh Rashid Dalmook Al
Maktoum per la gioia della famiglia
reale presente a Pisa con oltre
500 persone al seguito. Le strutture
alberghiere hanno messo a disposizione
migliaia di camere con un
movimento stimato superiore ai 3
milioni di euro. Per la logistica il
fulcro è stato l’Aeroporto G.Galilei
impegnato nei vari voli in arrivo
che hanno fatto scalo da Emirati
Arabi Uniti (Boening 747 presidenziale
ed alcuni aerei cargo specializzati
nel trasporto dei cavalli).
Ma come aveva promesso Gianluca
Laliscia, CEO & Chairmain di sistemaeventi.it,
i riscontri e le ricadute
sulle economie locali saranno
in futuro ancora più evidenti. Alla
Camera di Commercio di Pisa si è
tenuto alla vigilia delle competizioni
un simposio internazionale
“Fare business negli Emirati Arabi
Uniti” alla presenza di circa 300
aziende che hanno avuto lo scorso
anno un fatturato di 1,3 miliardi di
euro. La Toscana è il secondo partner
commerciale italiano degli Emirati
Arabi. “Una grande occasione
che va molto al di là della passione
in comune che Toscana ed Emirati
Arabi Uniti hanno per il cavallo”
ha dichiarato il Presidente della
Regione Enrico Rossi definendo l’evento
una “importante operazione
di diplomazia economica”. Grande
soddisfazione è stata espressa dal
Presidente del Parco Fabrizio Manfredi:
“La tenuta di San Rossore è
una porzione del parco naturale: è
una location ideale per questa importante
e straordinaria esperienza
che mi auguro possa rientrare nel
calendario anche nel 2016. Il cavallo
è il principe del parco e l’ippodromo
di San Rossore è uno dei luoghi
più conosciuti ed apprezzati dal
mondo dell’ippica.” Positivo anche
l’Ambasciatore degli Emirati Arabi
Uniti in Italia Saqer Nasser Al Raisi:
“Toscana Endurance Lifestyle
2015 rafforza i legami e gli ottimi
rapporti tra due paesi EAU e Italia.
Gli EAU aspirano a innalzare il livello
di partenariato con Expo Milano
2015 al quale partecipano con
un grande padiglione nazionale e in
vista di Expo Dubai 2020. Perciò auspichiamo
che il format Endurance
Lifestyle rappresenti una eredità
della cultura araba, che ha diffuso
ovunque l’amore per i cavalli e la
passione per l’endurance e possa
RISULTATI SPORTIVI
Nella seconda giornata di
gare della San Rossore Endurance
Cup, Sheikh Hamed
Dalmook Al Maktoum,
su Unzo, ha vinto la CEI1*
84 km alla media di 21,752
km/h, seguito da Saif
Ahmed Al Mozroui su Descarado
a 19” e Saeed Mohd
Khalifa Al Mehairi su Shagran
a 20”. Nella CEN B 84
km ha vinto Marta Zoppis
su Sl Marwan, alla media
di 15,939. Secondo Luca
Forlani su Fikri giunto a
18” e Carolina Maria Sole
Lama su Quorius a 6’23”.
Per la CEN A 56 km, vince
Giacomo Riboldi su Aldair
con 12,51842 punti; segue
Chiara Rivi su Cabulia con
12,37179 e Eddy Accordini
su Geniuss con 11,62927.
Nella Debuttanti: primo
Giorgio Cingolani su Nadir
by Gaja con 53, 8 punti.
Seguono Alberto Consoli su
O’Bajan Banka con 52,8 e
Jacopo Santoni su Loriont
Larzac con 51,8.

ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.8 7/2015
Vegan & Co
iMISSING FRUIT
by Anna Bassi
La superficie coltivata a frutteto (anche bio)
si è ridotta di un terzo negli ultimi 15 anni
Rischia di sparire il frutteto italiano che si è ridotto di un terzo
(-33 per cento) negli ultimi quindici anni con la scomparsa di oltre
140mila ettari di piante di mele, pere, pesche, arance, albicocche e
altri frutti, che rischiano di far perdere all’Italia il primato europeo
nella produzione di una delle componenti base della dieta mediterranea.
E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione della
Giornata dell’ortofrutta al Padiglione Coldiretti ad Expo con migliaia
di agricoltori provenienti dalle campagne delle regioni insieme
al presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e al Ministro
Maurizio Martina e con la distribuzione di ventimila chili di frutta
tra l’Esposizione di Milano e le iniziative nelle diverse regioni.
La superficie coltivata a frutta in Italia che è passata da 426mila
ettari a 286mila, un crollo netto del 33 per cento in 15 anni, secondo
le elaborazioni Coldiretti sui dati Istat sulle coltivazioni legnose
agrarie pubblicati nel 2015. A determinare la scomparsa delle piante
da frutto è stato il crollo dei prezzi pagati agli agricoltori che
non riescono piu’ a coprire neanche i costi di produzione. Il taglio
maggiore - sottolinea la Coldiretti - ha interessato i limoni, con la
superficie dimezzata (-50 per cento), seguiti dalle pere (-41 per cento),
pesche e nettarine (-39 per cento), arance (-31 per cento), mele
(-27 per cento), clementine e mandarini (-18 per cento).
Complessivamente la superficie italiana investita ad ortofrutta
supera appena un milione di ettari, l’8% della superficie agricola
utilizzata (Sau) a livello nazionale e produce il 26 per cento della
produzione agricola italiana (PLV).
La produzione ortofrutticola italiana oscilla mediamente attorno ai
23 milioni di tonnellate, di cui il 46 per cento in volume di ortaggi
in piena aria il 29 per cento di frutta, il 12 pe cento di agrumi, il 7
per cento di ortaggi in serra, il 6 per cento di patate, lo 0,5 per cento
di leguminose.
Il disboscamento delle campagne italiane è il risultato - spiega la
Coldiretti - di una vera invasione di frutta straniera con le importazioni
che negli ultimi 15 anni sono aumentate del 37 per cento
ed hanno quasi raggiunto i 2,1 miliardi di chili ma anche di un
progressiva riduzione dei consumi da parte delle famiglie.
“Un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico
e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di
vista ambientale e per la salute dei consumatori”, ha affermato il
presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che
“occorre intervenire per promuovere i consumi sul mercato interno
e per sostenere le esportazioni, che in quantità sono rimaste
pressoché le stesse di quindici anni fa.
Vemtimila chili sono stati distribuiti quest’anno fra Expo e altri eventi
IL BLOCCO DELL’EXPORT VERSO L’EST
A preoccupare è il blocco delle esportazioni dei prodotti ortofrutticoli
dell’UE verso la Russia a causa dell’embargo deciso da
Putin, in vigore dal 7 agosto 2014 e prorogato al 6 agosto 2016,
che porta a perdite dirette e indirette al settore ortofrutticolo nazionale.
Oltre alle perdite, si genera un appesantimento generale
del mercato comunitario che - sostiene Moncalvo - deve essere
compensato da misure adeguate da parte dell’Unione Europea.
Si crea uno svantaggio competitivo per le nostre imprese, con
regole armonizzate sulle importazioni dall’estero,dove spesso
vengono utilizzati prodotti chimici vietati in Italia,. Servono controlli
qualitativi piu’ stringenti anle provenienza della frutta .in
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Fashion&Co
I NUOVI MUST
Nuovi look e nuovi colori per il
prossimo inverno: dal sangria
all’aurora, dal cipresso al cognac
by Kristi Prendi
Qui sopra la sneaker di stagione con pietre firmata Pinko.
Sotto un’immagine della superfesta Pinko all’Hotel Principe
di Forte dei Marmi, con la presentazione della collezione
winter 2015-16.
Le donne si preparano ad affrontare
la stagione autunno-inverno
2015 che proporrà nuovi modelli
ma soprattutto nuove tinte per ravvivare
il guardaroba: dal sangria
all’aurora red, dal mauve mist al
radiant orchid, dal cypress al bright
cobalt, dal royal blue all’aluminium,
dal cognac al misted yellow.
Nessuna nuance classica, basta con i
soloti bordeaux e blu, il grigio sempiterno
e il cammello ultravitage.
Anche le fantasie sono fortemente
innovative, vere texture disegnate
per l’autunno/inverno per ravvivare
una palette troppo naturale e un
po’ opaca.
Ecco che arrivano i pattern graffianti,
grafici e mimetic, cosi’ I cappotti
sostituiscono l’esotica pelliccia e i
chubby coat.
Il nuovo cappotto 2015 troviamo
nelle proposte raffinate di Lanvin,
(giacconi foderati di pelliccia da
portare di sera con abiti leggerissimi
in fantasie floreali) nelle geometrie
di Bottega Veneta ma anche
nelle macchie marmorizzate lime di
Balenciaga. Per chi ama il tocco tribal
ecco il cappotto di panno stampato
di Etro.
Un cappotto che tutte noi dovremmo
avere nel guardaroba e’ il
classico cappotto a doppio petto.
Ma quest’aunno è d’ordinanza il
modello maschile Stella McCartney,
quello animato da sfumature celesti
o rosa pellicano, disegnato da Mattew
Williamson per Christian Dior.
Il cappotto si fa vestaglia colorata per
chi ama osare fuoricasa: dal modello
blu navy con rever electtric blue per
Altuzarra a quello morbidissimo in
cashmere color corda di Fendi.
Ad autunno inoltrato non possiamo
fare a meno di un paio di stivali da
pioggia. E’ sempre difficile saperli
scegliere e abbinare soprattutto nelle
città, dove non è opportuno il classico
in plastica verde bosco.
Gli stivali da pioggia 2015 sono colorati,
fantasia o tinta unita, bassi o alti.
Design o super sportivi. Insomma,
perfino le semplici galosce si sono
trasformate negli anni in calzature da
ribalta, ricche di glamour.
Il duo Dolce e Gabbana ha creato una
linea di stivali da pioggia con delle
fantasie animalier stampate sulla
gomma o sulla stoffa che copre l’imbottitura
del gambale.
L’unica via per indossare gli stivali da
pioggia in gomma resta in ogni caso
l’ironia: un po’ Holly Hobby, un po’
eterna bambina, ecco l’atteggiamento
giusto per sfoggiarli in particolare se
hanno fantasie a pois.
Nel caso di stivali in vernice come
quelli firmati Max Mara possiamo
invece osare anche un look piu’ elegante,
portadoli per andare in ufficio
senza farci problemi.
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Fashion&Co
A sinistra, bianco
e nero firmato
Balenciaga. Sotto,
le nuove stampe
animalier anche
per l’uomo Dolce
& Gabbana. Qui a
fianco: i look chic
superurban di Dior,
con giochi di colore
Tinte invernali ma anche tocchi di colori
che anticipano la primavera. Tacchi
alti ma anche comode runner luccicanti
LA COLLEZIONE PINKO TRA URBAN E FOLK VINTAGE
Non sbaglia un colpo il brand Pinko per la collezione autunno-inverno 2015-16 che
abbiamo ammirato durante la performance con bellissime modelle organizzata al ristorante
Luxlucis sulla suggestiva terrazza dell’hotel Principe a Forte dei Marmi. La
proposta per l’inverno è tutta giocata sulle lunghezze e sui colori scuri, con ispirazioni
Anni Settanta. Le gonne midi e a ruota da portare con gli stivali, sono declinate in colori
scuri come blu notte e burgundy. Si alternano a maxi lunghe e plissettate, da portare
con camicie sono in denim pesante, impreziosite da applicazioni gioiello.La maglieria
è morbida e allegra: alterna felpe in colori bosco con decori preziosi a maglioni dolcevita
in tinta unita. Belle anche le camicette a quadri e quelle in denim, perfette per un
sabato sera sulle Montagne Rocciose. Per le occasioni più urban non mancano anche
abiti e tailleur che si spingono fino al bianco neve.
In questa collezione Pinko ama anche mixare alcuni outfit da giorno ad accessori da
sera come clutch gioiello. I colori del bosco rendono l’autunno inverno del brand vivace
e le stampe jacquard e i decori anni Settanta gli danno un tocco retrò ma molto trendy.
Per la sera uno dei temi chiave della collezione sono le grandi stampe di rose antiche
su fondo nero. Ricoprono interamente romantici abiti a ruota con top senza spalline, da
portare con stole di ecopelliccia color bosco. Oppure abiti corti a sacchetto da giocare
in ogni occasione, quando non si vuol uscire con un classico bianco-nero arricchito da
trasparenze di pizzo. I tessuti sono come sempre pregiati e morbidi: angora, shetland,
chiffon, pizzo, ma anche molto denim.
Fra le grandi ovità della stagione è la linea di running fashion e trendy pensate per le
donne sportive ma che non vogliono rinunciare allla massima visibilità in ogni luogo.
Sono proposte in sette varianti di colore e sono realizzate in tessuto traspirante con inserti
in neoprene e pelle. Per le situazioni più urbane sono giocate su geometrie di bianco,
nero, argento. La superficie è illuminata da strass degradé che creano un disegno e
conferiscono alla calzatura un tocco di luce. Ma quest’anno le runner si portano anche
con la gonna longuette a ruota che si accompagna alla t shirt a maniche lunghe, seguendo
il colore dominante verso il basso. Dunque con la t shirt rosa e la gonna burgundy
Qui a fianco: fra tante runner resiste però anche l’eleganza, la ballerina. Salvatore Ferragamo
la propone in pelle matelassè con il suo classico fiocco in nero e in tutti i colori del bosco
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9-9/2015
Fashion&Co
Un sofisticato
ensemble per
Lanvin, con
mantellina
corta, gonna
longuette mossa
da frange di
lana da portare
con i polacchini
antifreddo dal
tacco comodo

ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 n.9-9/2015 12/2014
Fashion&Co
Per i primi
freddi, giaccone
con interni
in pelliccia da
portare con la
gonna bianca
a profili neri e
dolcevita color
pesca. Lanvin
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Beauty&Co
Rouge da diva
by Daniele Bertoni, make up artist
Per l’inverno rossi audaci, i dark,
le basi trasparenti con effetto vinile
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I nuovi rouge intraprendenti di Chanel, la bocca effetto ‘nude’ di Dior. In alto, 169 e 170 di Guerlain senza cappuccio
Le labbra parlano di noi, la
bocca e il sorriso sono un’ arma di
seduzione che rende ogni donna
affascinante come una star del
grande schermo.
Con l’autunno 2015-16 arriva la
nuova collezione di rossetti dai
colori intraprendenti, tentazioni
golose, piene vibrazioni cromatiche
‘acquatic feel’, basi trasparenti
effetto vinilico, morbidi e vellutati
contrasti ‘shine’... dall’effetto nude
alla tonalità del fuxia più audace.
Per il make up della bocca sono
ora a disposizione pigmenti
rivoluzionari a lunga tenuta,
idratanti, rimpolpanti, protettivi,
volumizzanti, effetto vernice:
tornano alla ribalta i colori anni’80
delle disco, la future tech degli
anni ‘90 con aranci e rossi davvero
audaci.
Ci si può ispirare agli esempi di
di bocche seducenti, contorni
definiti come quelli di Carol Alt
al massimo del suo splendore, le
carnose e polpose labbra di una
Monica Bellucci che si affaccia con
tutta la sua carnale sensualità ad
un nuovo millennio di proposte:
Dior, Givenchy, Yves Saint Laurent,
Max Factor International, Clinque,
Chanel sono in pole position per
rendere il sorriso unico, inimitabile
e orginale.
La seduzione di ogni donna a fior
di labbra, grazie anche all’effetto
tensore, con nuance ‘sun kiss’ di
tendenza dal bronzo metallizzato,
al bruno dorato, fino al cioccolato
con pigmenti amaranto che donano
un effetto cremoso mat davvero
unico per questo periodo.
Il rossetto è da sempre un oggetto
cult per ogni donna. Coco Chanel
diceva: “Se siete tristi, se avete
un problema d’amore, truccatevi,
mettevi il rossetto rosso e attaccate.”
Il rouge è il cosmetico per eccellenza,
immancabile nel proprio beauty.
La prima traccia storica risale
al 2800 A.C.e fu trovata nella
tomba della principessa Shub-ad
dove vi fu rivenuta una piccola
scatola d’oro contenente una pasta
carminio profumata fatta di polvere
rossa, olio di sesamo ed essenza di
rosa, con tanto di pennellino per
l’applicazione.
Attraverso i secoli il rossetto arriva
ai giorni nostri sempre in bilico sul
filo del proibizionismo, finché nel
1910 si affermò definitivamente per
opera di Roger & Gallet.
In quel periodo la moda glorificò
il rossetto, divenne l’oggetto di
seduzione più evoluto: le sue
prime trasformazioni e innovazioni
naturalmente la diva
strutturali si ebbero
per mano della
grande imprenditrice
Elizabeth Arden a cui
dobbiamo la tonalità
di rosso fuoco che
conquistò le bocche
di grandi attrici del
grande schermo. come
Greta Garbo, Veronica
Lake, Rita Hayworth,
Ava Gardner e
immortale Marilyn
Monroe.
Lipstick il termine
più conosciuto con
cui identifichiamo
il rossetto oggi, ma
non tutti sanno
quanto sia cambiata
nel tempo la sua
le multinazionali del
curativi, ma si sono
anche arricchiti con
vitamine A, B ed e
protezione contro gli
composizione. Oggi
rossetto propongono
formule davvero
all’avanguardia:
gli impasti sono
divenuti non solo
ipoallergenici,
ammorbidenti,
contnegono filtri di
effetti nocivi del sole e
anche contro gli agenti
ambientali.
Insomma, un bacio
deve essere sicuro ma
lasciare sempre la sua
traccia.

ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Wine & Co
iLET’S.. SANGIOVESE
by Filippo Bortolan
Lo degustiamo sulle colline di Predappio,
tra i 110 ettari dell’azienda vinicola Condé
I Nel 2001 Francesco Condello, creatore e proprietario della
tenuta Condé, decide di lasciare il settore dell’alta finanza nel
quale ha lavorato per piú di trent’anni per dedicarsi a tempo pieno
a quella che è da sempre la sua passione: la viticoltura. Il suo
amore per questo settore nasce durante la sua infanzia, quando,
insieme ai propri nonni, viticoltori da generazioni, si recava nelle
vigne di famiglia e seguiva la produzione del vino, all’epoca
ad uso esclusivo dei membri della famiglia. Il forte legame con
la terra e la passione per la viticultura sono rimasti saldamente
radicati in lui anche negli anni in cui lavorava a Bologna come
broker finanziario, durante i quali compiva frequenti viaggi nelle
piú importanti aree vinicole d’Europa. Nel 2001 decide di seguire
la sua vocazione e di legare la propria vita a quella del generoso
territorio di Predappio. Lo anima il desiderio di far rinascere una
grande tradizione del passato: fin dal primo momento fonda
l’azienda Condé con lo scopo di rilanciare la produzione di un
autentico Sangiovese di Predappio, che su queste colline affonda le
proprie radici, sia fisiche che storiche, e che da qui parte per essere
apprezzato e condiviso sulle tavole di tutte le nazioni del mondo..
Situata sulle colline di Predappio, culla storica del Sangiovese di
qualità, l’azienda vitivinicola Condé si estende per 110 ettari, di
cui 77 vitati. La tenuta è impiantata principalmente a Sangiovese
seppure siano presenti anche alcune parcelle di Merlot. Nel
cuore della proprietà sorge il Borgo Condé, che ospita la sede
dell’azienda, la nuova cantina e il corpo centrale del Wine Resort
Condé, struttura di lusso che permette ai propri ospiti di vivere
un’esperienza unica nel fascino del mondo del vino italiano.
Tutte le suite sono immerse nel verde dei vigneti, e la struttura
dispone di due sale congressi, due ristoranti e spa.Tre ristoranti
sono a disposizione degli ospiti per accompagnarli in un viaggio
tra i sapori delle tradizioni della nostra regione. Due sale congressi
rendono la struttura la cornice ideale sia per eventi privati e
matrimoni che per business meeting e convegni mentre la spa,
immersa tra le vigne, dona ai nostri ospiti attimi di riposo e relax.
Il tutto all’insegna di un lusso discreto e senza tempo che in questo
angolo di paradiso si unisce alla professionalità del personale per
soddisfare le richieste della clientela più esigente. La Cittadella
del Vino: elegante complesso situato all’ingresso dell‘azienda,
comprende il Ristorante, l’Osteria e un wine shop dove è possibile
degustare ed acquistare le etichette prodotte.L’osteria può ospitare
fino a 70 persone sedute al suo interno, più del doppio in estate
grazie ad un terrazzo panoramico .
Veduta notturna del borgo sulle colline di Predappio creato da
Francesco Condello a partire dal 2001. L’azienda oggi conta 110
ettari di terreno, di cui 77 coltivati a vite.
I PREMIATISSIMI DI AZIENDA VITIVINICOLA CONDE’
I corposi sangiovese di Condè hanno meritato numerosi premi
internazionali. Il Condé Sangiovese Predappio 2011 è stato premiato
da La Corona da Vinibuoni d’Italia 2016. Falstaff ha conferito 92 punti
al Condé Sangiovese Superiore Riserva 2010. Luca Maroni Annuario
dei migliori vini 2015 ha conferito 91 punti al Condé Massera 2011.
La Guida Veronelli 2015 ha premiato i vini Condè con 90 punti per il
Condé Riserva 2010, 90 punti per il Massera 2011, 2010. Decanter ha
assegnato il premio World Wine Award 2014 al Con Condé Sangiovese
Superiore Riserva 2008. Lo stesso vino ha ricevuto un riconoscimento
all’International Wine Challenge 2013.
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f
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Bologna Design Week
Mostre, workshop, talk, business meeting. Si
terranno nel capoluogo emiliano dal 30 settembre
al 3 ottobre, quando aprirà i battenti la
Bologna Design Week.
Patrocinata da Expo Milano 2015, dal Comune
di Bologna, da Regione Emilia Romagna e
da CERSAIE, l’iniziativa si presenta come un
appuntamento che vede riunite le eccellenze
culturali, produttive e creative del territorio in
un sistema integrato di comunicazione, e che
farà di Bologna un nuovo polo attrattivo nel
sistema del design italiano.
L’intento di Bologna Design Week è di mappare
la creatività diffusa sul territorio attraverso
un approccio collaborativo tra istituzioni, imprese,
progettisti, Università, Enti di ricerca,
associazioni e privati.
Sarà una vera e propria operazione strategica
che attirerà e creerà sinergia tra le varie eccellenze
produttive dei molteplici settori, dal
packaging al ceramico, dall’industria automobilistica
al tessile, dall’educational all’alimentare
e al wellness. L’obiettivo sarà dunque far
convergere e raccontare le differenti esperienze
progettuali.
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Bologna Design
Vintage
Week
Bologna Design Week
La vetrina delle eccellenze creative sul territorio
bolognese, articolata in 4 sedi nel centro storico
by Kristi Prendi
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Design Week
Location insolite, occupate dalle ‘incursioni’ del design
Realizzando un evento che funga da punto di incontro tra
mondo della ricerca e mondo produttivo portandone alla
luce le geografie creative.
La Bologna Design Week si articolerà in quattro sedi collocate
nel centro storico.
L’Info & Press Point avrà luogo nel temporary store di
Giampaolo Gazziero in Galleria Cavour, trasformata in
atmosfere green con l’esposizione Galleria Cavour Green
promossa da BolognaFiere e realizzata da Latifoglia
Group.
Campogrande Concept, nel seicentesco Palazzo Pepoli
Campogrande in via Castiglione, ospiterà workshop, talk
ed esposizioni.
La Corte Isolani sarà invece dedicata al Design Food in cui
si sperimenteranno degustazioni, si terranno workshop
ed esposizioni dedicate alla preparazione, elaborazione,
trasporto, conservazione degli alimenti, quali strumenti
sempre più specifici che si sono modificati al variare delle
condizioni sociali e culturali, tematica messa in mostra
nell’esposizione Maybe a new way, a cura di Accademia
di Belle Arti, mentre Fashion loves Food darà una lettura
del rapporto tra moda e cibo, curata dal Corso in Culture e
Tecniche della moda dell’Università di Bologna.
Infine gli spazi tutelati di Atelier Corradi, nella centralissima
via Rizzoli, ospiteranno una selezione di designer
emergenti.
Insomma, la città di Bologna è in fermento… da mercoledì
30 settembre a sabato 3 ottobre, con il patrocinio gratuito
di EXPO Milano 2015, Comune di Bologna, Regione Emilia
Romagna e CERSAIE si terrà la prima edizione della
Bologna Design Week.Per avere un quadro generale la
manifestazione della Design Week è necessario specificare,
che è contemporanea con l’evento fieristico Cersaie che
da vari anni richiama decine di migliaia di visitatori da
tutto il mondo, il Cersaie, la fiera della ceramica da rivestimento
e dell’arredo bagno, dove convergono tutte le figure
del settore, da quello della progettazione, produzione
e commercializzazione. La Design Week si presenta come
un appuntamento che vede per la prima volta riunite le eccellenze
culturali, produttive e creative del territorio in un
sistema integrato di comunicazione, e che farà di Bologna
un nuovo polo attrattivo nel sistema del design italiano.
Un fil rouge tra le maggiori imprese presenti in fiera con
padiglioni giganteschi, dove le aziende del territorio che
producono ceramiche sono leader mondiali assolute e
stanno tutte nel raggio di 40 chilometri, Fiorano Modenese,
Casalgrande e Sassuolo.
Questo settore assolutamente trainante è affiancato sempre
sul territorio da quello della lavorazione dei metalli e
della produzione della meccanica di precisione collocato
anch’esso ai primi posti nel mondo.
Attorno a questi colossi sono cresciute medie e piccole
aziende di produzione di accessori per l’arredo del bagno,
dalla rubinetteria al box doccia, falegnamerie ed ebanisterie,
fabbri per lavorazioni su misura dell’acciaio e scuole di
design. L’intento di Bologna Design Week è di mappare la
creatività diffusa sul territorio attraverso un approccio collaborativo
tra istituzioni, imprese, progettisti, Università,
Cereali
Design School, laboratorio di
disegno industriale, Unibo
Percorso Desigh Store, Castelani
& Smith, Riluce
Design Store, Vitruvio, An ebracing
digital experience
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Anche il cibo è compreso nelle session di innovazione
ARENA
MEDIASTAR
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n.9 9/2015
Design Week
Enti di ricerca, associazioni e privati.
Sarà una vera e propria operazione strategica che attirerà
e creerà sinergia tra le varie eccellenze produttive dei molteplici
settori, dal packaging al ceramico, dall’industria
automobilistica al tessile, dall’educational all’alimentare e
al wellness.
L’obiettivo sarà dunque far convergere e raccontare le differenti
esperienze progettuali realizzando un evento che
funga da punto di incontro tra mondo della ricerca e mondo
produttivo portandone alla luce le geografie creative’’,
così afferma l’operation manager di Youtool-design out of
the box, Enrico Pastorello, creatore dell’evento.
E sarà la città stessa sulla propria forma e sviluppo, quella
circolare del centro con strade radiali che proseguono
fuori su assi direzionali importanti verso Firenze e Milano,
che sarà una vera e propria vetrina espositiva.
Il tutto si articolerà in 4 sedi: Infine gli spazi tutelati di Atelier
Corradi, nella centralissima via Rizzoli, ospiteranno
una selezione di designer emergenti.
Saranno 8 i percorsi tematici proposti, per 170 partecipanti
totali, per altrettanti eventi nei giorni di programmazione,
vedi sito www.bolognadesignweek.it o la pagina facebook
dedicata.
Info & Press Point: avrà luogo nel temporary store di
Giampaolo Gazziero in Galleria Cavour, trasformata in
atmosfere green con l’esposizione Galleria Cavour Green
promossa da BolognaFiere e realizzata da Latifoglia
Group.
Campogrande Concept: nel seicentesco Palazzo Pepoli
Campogrande in via Castiglione, ospiterà workshop, talk
ed esposizioni.
DesignSchool: Accademia di Belle Arti, il New Design
center, i Corsi in design del prodotto industriale e culture
e tecniche della moda dell’Università di Bologna, l’Università
di Modena e Reggio Emilia e L.U.N.A incontrano
aziende e professionisti presentando workshop, esposizioni,
prototipi e nuove idee.
Design Store: gli showroom si mettono in mostra dedicando
spazio ad esposizioni monografiche di designer e
importanti brand tra cui Baxter, Cappellini, Cassina, Catellani
& Smith, Effeti Cucine, Flos, Fritz Hansen, Geberit,
Kartell, Knoll, Leica, Molteni & C Dada, Rimadesio,
Technogym e Vitra, con allestimenti speciali ed installazioni
temporaneee.
Design Spot: Location insolite, negozi, librerie, studi e
spazi retail come Carolina Wyser, l’ex atelier tessile Corradi,
Fiorentini&Baker e L’Inde le Palais saranno occupate
temporaneamente dall’incursione del design.
Bologna su misura, percorso organizzato da CNA con l’obiettivo
di connettere l’ìmprenditorialità territoriale, vedrà
le botteghe artigiane accogliere produttori, autoproduttori
e progettisti stimolando collaborazioni inedite nei settori
Bologna sus misura, body accessories,
design Maria Luigia
Percorso made in Bologna,
confezioni Paradiso
Percorso Design Food, Piero
Lissoni, Prescopol
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ARENA
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n.9 9/2015
Design Week
Progetti, complementi di arredamento e processi creativi
moda, cibo e arti. Con Bologna su misura ci si muoverà
scoprendo luoghi appena riaperti quali la Palazzina Liberty
ai Giardini Margherita.Con le opere di Antonello Ghezzi,
duo che ospiterà nel proprio atelier prodotti di Juno
design, esempi di impiego di digital fabrication; ma anche
i lavori di Crete Pièce Unique in Via San Felice, o i gioielli
scultura di Maria Luigia 7071 e Cristian De Franchi reinterpretati
attraverso le immagini virtuali di Loop, fino allo
spazio ibrido di Senape Vivaio Urbano.
Design made in Bologna, progetti, complementi di arredo
ma anche processi di creazione da Cap 40139 e Mia Luna
Design Progetti, complementi di arredo ma anche processi
di creazione. Il tessuto produttivo di Bologna incontra il
grande pubblico presentando novità e alcune anticipazioni
per il 2016. Design made in Bologna presenterà i creativi
based in Bologna raccolti nell’omonimo libro di Silvia Santachiara,
muovendosi dal fashion di Confezioni Paradiso
all’oreficeria di African Design, fino alle sperimentazioni
di Le Magnifiche Editrici.
DesignFood, Cibo, alimentazione, nutrizione, innovazione.
Corte Isolani sarà dedicata al Design Food in cui si
sperimenteranno degustazioni, si terranno workshop ed
esposizioni dedicate alla preparazione, elaborazione, trasporto,
conservazione degli alimenti.
Corte Isolani delizierà e tenterà gli ospiti con l’allestimento
scenografico di PrescoPool e numerose esperienze sensoriali,
degustazioni e aperitivi: introdurrà nuovi modi di
assaporare la buona cucina e inedite modalità di preparazione,
grazie anche alla presenza di Veneta Cucine che
per l’occasione inaugura il suo temporary store all’interno
della Corte. La città dei tortellini scopre nuovi approcci
alla tavola unendo tradizione e capacità di reinventarsi,
documentata anche dalla recente apertura di bistrot e mercati
coperti quali Altro?, Banco 32, Ruggine, Via con me,
Rosa Rosae Bistrot.
Crossover art: il design entra nel circuito delle gallerie
d’arte: due mondi che dialogando in modo produttivo si
contaminano e si reinventano. I galleristi esporranno per
l’occasione oggetti di design e mostre a tema tra cui Otto
Gallery con Oggetti con una storia, in collaborazione con
Fiorenza Tarroni Studio, Galleria Studio G7 che presenta
Emilio Nanni e ABC che propone il percorso espositivo.Il
Padiglione Barcellona a Bologna è una storia di disegni da
Mies Van Der Rohe a Ruegenberg. per una città smart, tecnologica
ed ecosostenibile, il percorso toccherà una quindicina
di realtà imprenditoriali.
Incredibol!!
Dedicato ai vincitori del bando che sostiene e valorizza
l’innovazione creativa per le start-up bolognesi per una
città smart, tecnologica ed ecosostenibile, il percorso toccherà
una quindicina di realtà imprenditoriali, tra cui lo
studio di fashion design per bambini Les Libellules, l’agenzia
creativa Otago, il mondo di Zoo in Strada Maggiore
e la food translation del duo Panem&Circenses.
Cereali
Crossover, Otto Gallery &
Fiorenza, Tarroni studio
Percorso Incredibol, les Libellules,
abbigliamento sartoriale
Fashion loves food, Mediterranean
Confection, Spazio Zone
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A I
ARENA
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MAGAZINE
n.9 9/2015
Design Week
“THE LOOK OF DESIGN”,
SPAZIO TISSUTA, 2 OTTOBRE H. 18
CREAZIONI DI ARCH. DILETTA EVANGELISTI E
LAMPADE REALIZZATE DA MARCO POLLICE VON BULOW
Durante la Bologna Design Week lo spazio Tissuta in via Murri
90, ospiterà il prossimo 2 ottobre 2015 un allestimento di oggetti
e arredi di design, in limited edition “The look of design” con
creazioni di Diletta Evangelisti, architetto designer bolognesee
lampade realizzate dal light designer milanese Marco Pollice
von Bulow. Marco Pollice presenta, fra le varie proposte, Light
House, lampada disegnata da Massimo Uberti e prodotta da Pollice
Illuminazione. Il cocktail di presentazione si terrà alle ore
18. Complimenti dalla redazione di Arena Media Star Magazine
a Diletta Evangelisti, delegato di Associazione Arena Media Star
per l’Emilia Romagna e a Marco Pollicevon Bulow, delegato di
Associazione Arena Media Star per la Lombardia (nella foto).
Il centro storico si prepara all’invasione
per la Bologna Design Week dal 30/9
Lampada light house prodotta
da Pollice Illuminazione
25
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ARENA
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n.9 9/2015
Benessere
MERANO SPA
Turismo bath e design ad alta
quota all’Hotel Terme, con 15
piscine, parco e bellissimo lago
by Diletta Evangelisti, architetto e designer
In questa pagina: l’imponente struttura termale a Merano,
progettata dall’archistar Matteo Thun, con piscine e cascate
60
I mmaginiamo un palcoscenico
e un fondale maestoso che sono
le Alpi o meglio per alcuni le piste
in quota di Merano 2000, per altri i
sentieri pieni di fiori. Merano è un
luogo prediletto fin dall’antichità
per soggiornare godendo delle acque
limpide e prodigiose e della natura
spettacolare.
Per noi oggi è quello che è stato
sempre nel tempo, uno dei luoghi
del benessere per eccellenza. Merano
e le sue terme sono costruiti
come la tradizione del benessere
mitteleuropea ha da sempre voluto:
tipologie architettoniche specifiche
e subito identificabili all’occhio del
visitatore. I caffè ospitano spazi per
la musica in concerto, gli alberghi
sono pieni di stile, le vasche per
immersione sono disegnate ad hoc,
i ristoranti sono pure pieni di stile,
sono costruiti con dimensioni e forme
adatte perchè le donne eleganti
possano mostrarsi al mondo ed essere
ammirate.
Le passeggiate montane sono disegnate
nel wild per rimembrare e il
parco rigoglioso pullula di comode
panchine per leggere e chiaccherare.
Merano, insomma, è un sublime
incrocio tra un film di James Ivory
ed il sempreverde mito di Sissi l’imperatrice.
Merano, questa ridente cittadina
ridisegnata su richiesta dell’imperatore
Francesco Giuseppe e della moglie
Sissi, fondata dai duchi di Baviera
ben prima dell’anno mille, ospita tuttora
il modello di villeggiatura ‘bath’
delle classi abbienti dell’Ottocento austroungariche.
Sono bellissimi anche gli spazi prossimi
alle terme, infatti si parte dalle
terme per la passeggiata sulla “Sissi
Weg” attraversando luoghi dotati di
grande fascino, dove la natura selvaggia
può essere vista con il punto
dell’osservazione scientifica teutonica,
fatta di diversi piani di visione come
nella fotografia - rocce e muschio con
insetti - fino al profilo lontano azzurrognolo
delle montagne con movimento
di acqua che scorre e cade con
fragorosa cascata.
Insomma, per gli appassionati di questi
scorci, qui si trovano orridi a non
finire e uno più bello dell’altro, visibili
dalla Sissi Weg, unn romantico percorso
costruito ad arte, pavimentato,
illuminato con lampioncini e adornato
da graziosi ballaustri nei punti di
maggior dislivello, fornito di piazzole
di sosta con panchine e belvedere
che si snodano in mezzo alle insenature
dei corsi d’acqua, costituendo un
insieme piuttosto suggestivo.
Il turismo bath ha ripreso vigore a
grande richiesta negli ultimi anni in
varie fasce della popolazione italiana,
diventata più attenta alla cura della
propria salute ed alla prevenzione dei
tumori, nell’era dello smaltimento del-

ARENA
MEDIASTAR
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n.9 9/2015
Benessere
Il turismo bath ha ripreso vigore
anche in Italia. La popolazione di
ogni età è diventata più attenta alla
cura della salute e alla prevenzione
le tossine, del fitting e del nordik walking. Ed è
stato implementato a seguito degli interventi di
riqualificazione realizzati in molte località, trovando
così nuovo slancio per il futuro.
Allora, ecco il design che ricollega il passato alvivere
moderno e riqualifica urbanisticamente
l’intera area, potenziando sia l’aspetto culturale
e civile sia quello di ricaduta economica. L’intervento
del complesso delle Terme è localizzato
nel punto di partenza dei percorsi, sul fiume,
fronteggiante il ponte più importante e sull’asse
della strada di valle, attorniate dalle facciate degli
edifici più alti e significativi.
Il complesso intero è stato progettato dall’architetto
Matteo Thun, un progettista dallo spirito
internazionale. L’edificio termale è costituito da
una serie di importanti volumi, che ospitano
uno l’hotel e l’altro le terme.
Si è colpiti dalla loro geometria semplice, ossia
parallelepipedi, in parte opachi in parte costituiti
da telai in acciaio e vetro. Le poche bucature esistenti sono quelle sulle quali si affacciano
le camere dell’hotel, quindi un vuoto netto, uniforme e ripetuto con il medesimo
ritmo. Tale compattezza serve ad ottenere il più alto livello di bioclimatica, di controllo
della temperatura e dell’umidità, i volumi vetrati sono quelli che servono per coprire il
parco termale delle vasche invernali e l’intero fronte living lounge dell’hotel.
Il volume di vetro abbraccia gli spazi comuni ed è il punto di attacco dei volumi opachi
che portano camere e servizi vari. I materiali di rivestimento dialogano con le vette
circostanti, sono la pietra chiara tagliata in diverse altezze a striscie orizzontali, come le
conformazioni geologiche circostanti. Strati, che compattano ancorano di più i volumi
dal punto di vista visivo, aiutando l’inserimento nel magnifico contesto.
Le parti costruite in legno sono quelle accessorie, come il ballaustro il del vano delle
bucature. L’insieme offre una grande pulizia che non perde in ricchezza, in rimando
emotivo e sensazioni, perché la matericità della superficie della pietra tagliata a sega
e la luce che si riflette su di essa mantengono lo stesso dialogo che hanno gli elementi
naturali circostanti tra loro.
Quindi il legno in questo caso è posto volutamente tra l’ambiente interno e l’esterno,
è legno trattato per resistere alle intemperie e montato a lastre, la scelta si esplica nel
dettaglio, quindi sull’incrocio delle stesse lastre e nel lasciare speciali fenditure per alloggiare
impianti ed illuminazione.
Il legno entra anche all’interno come tappeto, come pavimentazione e lo ritroviamo nei
tocchi di boiserie per l’hotel, mentre la pietra e la ceramica vengono usate nelle terme.
La distribuzione interna è funzionale all’affaccio ed estremamente razionale. I ground
floor sulla piazza a tutto il fronte contengono i check in con i desk dove i visitatori
ricevono tutte le informazioni. Rribaltando il tutto sul fronte interno invece, si trovano
la lounge e le piscine, sui fianchi uffici, servizi e ristorante.L’interior design è caldo ed
accogliente per l’hotel, lo spazio di convivialità è unico ed è la lounge, il cui bancone
corre parallelo a quello del desk e prende le colorazioni dell’oro, laccato, opacizzato
con sedute alte, rigorosamente in pelle rosso scuro.
La grande sala è arredata da profonde sedute singole e divani dallo schienale alto posizionate
vicine una alle altre avendo come fondo il camino, così come si conviene alle
architetture dei manieri europei ed americani e fa tanto di intrigo internazionale, con
tanto di ombre lunghe che creano un’atmosfera affascinante, dove le letture ed i quotidiani
economici vengono sfogliati a lungo. Mentre sopra la testa una distesa di palchi
di cervo interrompe lo sguardo e gli impedisce di posarsi sul soffitto e ti ricorda che
sei immerso nella Wild Nature. Il fronte a doppio volume della lounge è chiuso in un
volume di ferro e vetro: un giardino d’inverno, dove si può vedere il cielo e la luce
diurna miscelata con quella artificiale sapientemente crea uno spazio di grande impatto
e soprattutto di grande benessere.
Le stoffe da rivestimento sono velluti dai colori rosso scuro e verde alpeggio brillante
chiaro: tessuti compatti, che sono stati montati su sedute e paralumi degli ambienti
comuni e delle camere e fanno parte di una simbologia universale che parte dalla memoria
delle sale da pranzo dell’antica Pompei e poi utilizzati in tutta Europa, sono
sapientemente dosati e danno un impatto di high style. Anche il ristorante segue lo
stesso modo , è aperto sulla piazza con una grande vetrata alla maniera dei caffè della
promenade, con la cucina aperta sulla sala, all’ultima moda, dove gli chef hanno il
camice sempre bianco, da dove si può vedere con qualunque tempo il passeggio e le
architetture circostanti.
La piscina all’aperto dell’hotel è perfettamente preservata dall’occhio indiscreto, le terme
invece sono un monumento all’acqua ed alla sua forza, lì vicino ci sono le sorgenti
In alto: l’area sopra la città termale di Merano vanta una fitta rete di impianti di risalita, sentieri
perfettamente contrassegnati, rifugi e malghe in cui fare sosta, degustando piatti tipici locali.
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n.9 9/2015
Benessere
Legno, pietra, ceramica, si intrecciano nel design delle terme
del Monte Vigilio. Per non parlare delle decine di cascate che si ammirano nella valle che
raccolgono l’acqua degli altopiani soprastanti, che è possibile vedere dall’interno della
hall d’ingresso e dalla piazza sopraelevata.
La scelta dell’ingresso a gradonata per la maggior parte delle vasche ed il loro disegno
è sempre regolare, ma giocato sulle dimensioni diverse, sul fuori e dentro terra, ovviamente
anche per le funzioni che ognuna ha come gioco bimbi, acqua salata, temperature
diverse, segue proprio la logica dell’immersione graduale. Con il risultato di una piacevolezza
grandissima per chi si immerge, come nei grandi bagni termali del passato e
dell’est.
I vari tipi di pietra utilizzati per i bordi e lo stesso disegno differente del bordo a seconda
del tipo di vasca è un elemento di pregio che distingue e caratterizzando lo spazio
circostante la vasca. Il grande parallelepipedo di vetro scandisce la luce che filtra e cade
nell’acqua, con giochi di luce ed ombre,sempre in movimento, scanditi dal ritmo delle
strutture in acciaio che li sostengono, le stesse pietre che costituiscono la pavimentazione
sono quelle utilizzate nel rivestimento, di colore chiaro, ma poco riflettente, aiutano
l’occhio e la mente alla tranquillità, al riposo.
Si può uscire dal grande parallelepipedo sempre in acqua da aperture predisposte, per
entrare quindi in quello che è un grande parco nel quale sono stati messe in una consecutio
voluta attrezzature atte al gioco dei bimbi, percorsi terapeutici, vasche varie ed
infine sul fondo immerso nel verde e nelle alberature un laghetto naturale.Si va alle
terme con il beneficio dell’alta tecnologia, di un design modernissimo e con lo stesso
gusto del passato.
Merano, appena si vuol viverla sfuggendo alla beatitudine termale, è un comprensorio
ricco di sentieri e impianti modernissimi. L’area escursionistica sopra la città termale di
Merano vanta una fitta rete di impianti di risalita, facili sentieri escursionistici perfettamente
contrassegnati, rifugi e malghe in cui fare sosta o una degustazione, contenuti
anche nelle guide gastronomiche.
In estate Merano offre un paesaggio ricco e vario, calma e tranquillità e un panorama
montano spettacolare che comprende l’imponente Gruppo dell’Ortles, il magnifico
Brenta a sud e naturalmente le splendide Dolomiti.
Agli amanti delle vacanze attive, il comprensorio Merano 2000 propone eccellenti percorsi
per Nordic Walking e mountain bike, emozionanti itinerari montani, ferrate e vette
solitarie.
Molti percorsi sono percorribili in inverno con gli scarponi o con le ciaspole e sci di fondo.
Merano 2000 è durante la stazione invernale il comprensorio sciistico più vicino alla
città e raggiungibile con la nuova funivia in appena 7 minuti.
Ma non finisce qui perché Merano 2000 è anche a misura di famiglia. Sull’altopiano
si trovano infatti percorsi adatti ai passeggini e il nuovo spazio dedicato ai bambini
“Luckis Kinderland” che assieme alla divertente pista da slittino su rotaie Alpin Bob (la
pista da slittino su rotaie più lunga d’Italia) garantisce divertimento all’aria aperta per
tutti i piccoli ospiti.
Attorno a Merano si elevano vette che fanno la gioia di chi vuole vivere fino in fondo,
in ogni suo risvolto, la montagna, – rispettandola e allo stesso tempo conquistandola –
finendo inevitabilmente per esserne conquistati. Fra paesaggi mozzafiato e contesti naturali
inimitabili, non è raro imbattersi in rappresentanti della fauna e flora alpina come
camosci e caprioli, lepri e marmotte, stelle alpine e anemoni, bucaneve e astri.
Innumerevoli sentieri ben segnalati sono percorribili in ogni stagione. In ogni modo
pianificate le escursioni in base alle vostre possibilità e alle condizioni meteorologiche.
E’ bene mantenere un’andatura regolare e ricordare che dopo una entusiasmante ma
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Piacevolissime passeggiate nel verde, sulla Sissi Weg
ARENA
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n.9 9/2015
Benessere
lunghissima andata, c’è sempre da affontare un altrettanto, lunghissimo ritorno e non è mai consigliabile farsi
sorprendere dal tramonto.
E’ sempre bene indossate abbigliamento e soprattutto scarpe adatte. Così come seguire solo i sentieri contrassegnati,
abbiate rispetto per la natura e segnalate agli altri escursionisti eventuali pericoli.
Per regalarsi settimane escursionistiche a Merano e dintorni di qualità, ci si può appoggiare a una scuola d’alpinismo.
Molte scuole locali offrono in estate e in autunno un vario programma mensile di escursioni e passeggate a
adatte a tutti i livelli di abilità., con la possibilità di personalizzare la lunghezza del percorso e la difficoltà anche
se non si fa pate di un gruppo. Una gita con guide specializzate permette di vivere una straordinaria esperienza
nel cuore del Parco naturale del Tessa
L’Alta Via di Merano (segnavia nr. 24), lunga circa 100 chilometri, può essere percorsa nella sua totalità – a seconda delle
condizioni – in un tempo fra i quattro e i sei giorni d’escursione.
Gli accessi più vicini da Merano sono:
Tirolo: funivia dei Masi della Muta
Velloi (sopra Lagundo): seggiovia Leiter Alm (Malga Leiter)
Altro possibili punti di partenza-arrivo:
Parcines: funivia Texel – Giggelberg
Naturno: funivia Unterstell/Montesole
Val Senales: monte Santa Caterina
Val Passiria: Plan oppure Ulfas
Grazie ai vari punti di accesso al percorso è anche possibile percorrere anche singoli tratti. La suddivisione dell’Alta Via
di Merano in tracciato Nord e tracciato Sud permette di usufruirne in diverse stagioni. Nella sua completezza, il percorso è
accessibile da fine giugno a fino alla fine ottobre (precipitazioni nevose permettendo).
Tour virtuale a 360 gradi dell’Alta Via di Merano: www.suedtirol3d.it/airsuedtirol/meranerhoehenweg/
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n.9 9/2015
Motori & Co
La Renegade Trailhaw, una delle versioni più fortunate prodotte dalla casa torinese nel segmento Suv, sul quale si punterà molto nei prossimi anni
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n.9 9/2015
Motori & Co
LA 500 DIVENTA SUV
by Niccolò Carcano
Prenderà ispirazione dalla jeep Renegade,
un recente successo del gruppo FCA
Il colosso torinese Fiat, che all’inizio dell’estate ha presentato la nuova 500 a Milano nel corso di un evento grandioso, sembra
voler proseguire nella strategia di continuo rinnovamento del suo parco auto.
L’azienda automobilistica italiana, oltre alla ‘piccolina’ di casa, vanta sul mercato anche altri modelli quali 500L e 500X, ma
ben presto potrebbe ampliare la gamma introducendo la 500XL. Sì, starebbe pensando di lanciare sul mercato un SUV, di cui a
quanto pare sta già circolando un modello prova. Proprio negli ultimi giorni sono apparse online alcune foto che ritrarrebbero
il anteprima il crossover del marchio torinese, che nell’aspetto ricorda vagamente la Jeep Renegade, prodotta proprio in Italia
negli stabilimenti di Melfi. L’amministratore delegato Sergio Marchionne ha più volte dichiarato che la Fiat punterà molto sul
mercato europeo nei prossimi anni, ma per farlo servirà crescere anche in quelle aree in cui ancora non è ben inserita l’azienda
automobilistica torinese. Sono soprattutto i SUV e le vetture premium nell’obiettivo del marchio italiano. I rumors forniscono
anche dettagli tecnici relativi al motore che potrebbe essere montato. Si vocifera sulla presenza di un propulsore da 4 cilindri da
2.0 litri oppure da 2.4 litri. Il cambio potrebbe essere automatico a 9 rapporti. Altre indiscrezioni riferiscono la presenza di una
trazione anteriore, con possibilità di optare anche per quella di tipo integrale. L’estetica non dovrebbe discostarsi molto dalla
linea che caratterizza oggi i vari modelli di Fiat 500. In questo caso, assomiglierebbe molto alla 500X. Riguardo all’uscita sul
mercato, invece, parrebbe che questa non sia prima della metà del 2016.
In attesa di conferme e del lancio ufficiale, vediamo meglio le caratteristiche del suv Renegade dal quale ci si muove per creare
un prodotto innovativo anche nella gamma ‘500. Renegade segna un passo avanti nella filosofia del gruppo FCA, è un’auto
moderna prodotta a Melfi, nella stessa catena di produzione della sorella Fiat 500X. Larga 181cm, lunga 425cm, alta 170cm;
questa nuova auto ha un design unico e diverso dalle altre. Non tutti l’apprezzano a prima vista, le sue forme molto accentuate
ricordando un cubo con le ruote, ma più la si osserva e più ci si innamora.
L’abitacolo è ampio e spazioso, volante di pelle multifunzionale con il logo Jeep inciso in acciaio brillante, quadrante moderno,
in cui appare in digitale il controllo del veicolo. Display da 7 pollici, simile a quelle montate su Fiat e Alfa Romeo, e sopra le
bocchette per l’aria. Ottima la scritta “Since 1941”, in omaggio all’heritage del brand. La parte inferiore è dedicata ai comandi del
climatizzatore, vano portaoggetti e gli attacchi USB, AUX e presa da 12 V.
Per sottolineare il dna Jeep sta nel tappetino di gomma situato nel vano portaoggetti. Su di esso è stampata la mappa topografica
del Moab (Utah), la leggendaria meta off-road per gli appassionati di Jeep.
Caratterizzati dalla stessa forma a “X” del tetto e dei fari posteriori, i due portabicchieri anteriori consentono di riporre contenitori
per bevande di varie dimensioni. Il frontale è tipicamente Jeep: griglia dotata di sette feritoie verticali e fari tondi, dalle
dimensioni abbondanti e circondati da una cornice in plastica nera che sembrano dare l’effetto di uscire dalla carrazzeria.
Non mancano poi marcate nervature sul cofano motore, volte a esaltare l’aspetto tonico e deciso dell’auto. La porzione inferiore
è invece caratterizzata da una porzione in plastica nera, utilizzata anche per le minigonne laterali e nel profilo dei parafanghi
bombati.
La Renegade offre inoltre la possibilità di guidare all’aria aperta con due opzioni di tetto apribili: un ampio tetto elettrico scorrevole
a due pannelli in vetro oppure il sistema “My Sky”, caratterizzato da due pannelli leggeri che possono essere rimossi e
riposti nell’area di carico posteriore. Il serbatoio da 48 litri permette un’autonomia compresa tra i 520 e 670 chilometri, a seconda
della motorizzazione. I prezzi del motore benzina variano tra il 1.6 da 110 cv a 20.800 euro, al più potente 1.4 Multi Air da 170 cv
a 31.000 euro. I motori diesel variano tra il 1.6 Mjt da 120 cv a 25.000 euro al 2.0 Mjt a 33.300 euro. Ottime le offerte presenti sul
web dei modelli KM0 dove è possibile risparmiare tra 3/5000, mantenendo la garanzia ufficiale dei due anni.
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Salute & Co
by Fiammetta Trallo, medico
specialista in ginecologia
In Italia, come nel resto del mondo, il mercato dei prodotti gluten free è in rapida
espansione e non solo per offrire a a chi soffre di celiachia una più vasta gamma di
prodotti ad elevata palatabilità.
Si ritiene comunemente che i prodotti senza glutine siano più energetici, digeribili e
soprattutto dietetici. Vediamo perché.
Ci sono le testimonianze dei tanti atleti secondo i quali con il gluten-free la loro performance
fisica e sportiva è migliorata. Potremmo definirla la dieta del campione? Il
tennista serbo Novak Djokovic affermando di averne avuto notevoli benefici è addirittura
diventato una star di questo stile alimentare.
Anche per chi soffre della sindrome del colon irritabile eliminare il glutine sembra
porti benefici. A differenza dei celiaci, che sono geneticamente predisposti e per i
quali il glutine genera un danno alla mucosa intestinale oltre a produrre anticorpi
specifici nel sangue, queste persone sembra possano soffrire di una sorta di sensibilità
al glutine di tipo non celiaca.
Non sono celiaci ma poiché stanno meglio se non mangiano cibi con glutine, sembrerebbe
che un fondamento ci sia. Molto spesso, però, non tollerano anche altri cibi
Vintage
come latte e derivati e tutti gli alimenti fermentanti.
Di recente, però, alcuni ricercatori australiani hanno dimostrato che nei sensibili al
glutine, i sintomi gastrointestinali si riducono eliminando non solo il glutine ma anche
latte, latticini, legumi, verdure a foglia larga e frutta zuccherina. Tutti cibi privi
di quegli zuccheri che vengono fermentati dai batteri del colon che producono gas
intestinali e quindi gonfiore addominale e difficoltà a digerire.
Se alla dieta con pochi FODMAPs si aggiunge glutine puro non si ha alcun peggioramento
dei sintomi quando i partecipanti non sono informati. Nello studio fatto
GLUTEN FREE
La sensibilità verso la celiachia
è aumentata. E parallelamente si
espande il mercato degli alimenti
privi di cereali
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Salute & Co
Un periodo di riposo alimentare dal glutine non fa male anche agli altri
è emerso che la sola idea di assumere glutine causa
sintomi più intensi ma l’effetto sparisce nei giorni a
seguire.
Ciò dimostra che in queste persone il glutine non
può essere realmente nocivo sull’intestino poiché
non hanno la malattia.
Ed infine, non ci sono prove scientifiche che dimostrano
che il gluten-free fa dimagrire.
Un etto di pane senza glutine ha le stesse calorie di
un etto di pane a base di farina bianca. Al contrario,
come tutte le proteine dei cereali, il glutine ha un forte
potere saziante e può aiutare a perdere peso. Il riso
ad esempio, ammesso per i celiaci, è naturalmente
gluten free ma ha un indice glicemico superiore alla
pasta.
Il glutine ha anche tante virtù. Maggiore è il suo contenuto,
migliore è la qualità del prodotto. Trattiene
acqua e aria, consente una migliore lievitazione e
conferisce agli impasti elasticità e coesione, proprietà
da cui dipende la consistenza delle preparazioni da
forno.
La quantità e la qualità di glutine di una farina è un
importante indice per valutarne l’attitudine alla panificazione.
Tuttavia è tossico per chi è geneticamente
suscettibile e non lo metabolizza.
Fino ad alcuni anni fa le persone celiache
non potevano pranzare fuori casa e
nemmeno fare uno spuntino in aereo o
in nave durante un viaggio. Anche nei
supermercati più forniti i prodotti gluten
free erano molto limitati.
I celiaci muniti del certificato di malattia
ricevevano dal SSN una quota mensile
di farina senza glutine per preparare
in casa pasta, pane ed altri prodotti da
forno.
Ancora oggi i celiaci ricevono un contributo
alimentare in quanto per la celiachia
l’unica terapia è l’alimentazione
priva di glutine. Le persone solo sensibili
al glutine, ma per loro fortuna non celiache,
non avendo la certificazione del
SSN devono comprare i costosi prodotti
gluten free.
Oggi la sensibilità verso la celiachia è
aumentata e parallelamente c’è stata l’espansione
del mercato alimentare dedicato
frutto anche della ricerca in campo
alimentare.
La riscoperta dei cereali minori e
dei pseudo-cereali, l’introduzione
di nuovi ingredienti quali amido
di frumento deglutinato e avena e
le nuove tecniche di preparazione,
hanno di gran lunga migliorato l’alimentazione
e la salute delle persone
con disturbi glutine correlati.
Il gluten free, però, ogni tanto non
guasta.
I cereali contenenti glutine sono
buoni, gustosi e forniscono il giusto
apporto di calorie e fibre.
La squisitezza dei derivati e una
sorta di antico rispetto per la spiga
di grano sono i motivi per cui occupano
da sempre un posto privilegiato
nella nostra Dieta Mediterranea.
Mangiarne troppi può però stressare
l’intestino.
Un pò di riposo alimentare ogni
tanto è giusto alternando pasti con
glutine con altri senza.
PLANET
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MEDIASTAR
MAGAZINE
n.9 9/2015
Protagonisti
L’ORO NERO DI
Energia
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CALABRIA
E’ la radice di liqurizia: che i baroni Amarelli
di Rossano hanno trasformato in un impero industriale
by Giuseppe Bruni

ARENA
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n.9 9/2015
Ptotagonisti
Costruire un impero sulla
liquirizia. Sembra una favola ma
non lo è. Il Willy Wonka della
Calabria è Giorgio Amarelli, che
ha guidato al successo una storica
azienda a Rossano, nel cuore della
costa ionica calabrese, dove da
sempre cresce la radice di liquirizia
riconosciuta dai testi scentifici
come la migliore al mondo. Antichi
documenti attestano che già intorno
al 1500 la famiglia Amarelli era
impegnata nella raccolta e nella
vendita delle radici di liquirizia,
particolarmente apprezzate, per il
loro potere tonificante, da quanti
affrontavano lunghe marce, come
pellegrini e soldati e da coloro che
compivano attività faticose.
Rossano è un importante centro
bizantino: nell’antico palazzo
fortificato edificato nel 1400 dalla
famiglia Amarelli, ha sede l’Azienda
da quasi tre secoli. All’inizio del
1700 si sviluppa l’idea di tentare
l’estrazione del succo dalle radici per
ottenere un prodotto conservabile
e trasportabile per avviare una
commercializzazione su più vasta
scala. Viene fondato, nel 1731, un
primo impianto proto-industriale
per l’estrazione del succo in un
grande capannone detto “Concio”,
oggi sapientemente restaurato e
conforme a tutte le norme vigenti
in tema di igiene del prodotto e
sicurezza del lavoro. Vengono
prodotte le liquirizie, nere, colorate,
sagomate, gioia di bambini e adulti
che amano una vita sana e naturale.
Per raccontare la sua saga, la
famiglia ha aperto al pubblico il
Museo della liquirizia “Giorgio
Amarelli” che presenta una
singolare esperienza imperditoriale,
nonché la storia di un prodotto
unico del territorio calabrese: il
primato tra le più antiche aziende
dolciarie italiane, il quale trova il suo
riconoscimento dall’appartenenza
all’associazione internazionale “Les
HénoKiens” (www.henokiens.com),
l’esclusivo “club”, con sede a Parigi,
che raccoglie le imprese familiari più
antiche (almeno bi-centenarie) del
mondo.
La produzione di alta qualità di
Amarelli è il risultato del giusto
rapporto di artigianalità e tecnologia:
tutte le fasi di trasformazione dalla
materia prima al prodotto finito,
avvengono ancora nell’antico
“Concio” Settecentesco. Le radici, al
principio dell’attività, erano macinate
da una grande mola di pietra,
(ancora conservata nell’ambiente
originario), poi venivano messe a
bollire per ricavarne il succo, da
filtrare e concentrare, infine, ancora
I PREMI CONSEGUITI DALL’AZIENDA AMARELLI
1987 - Medaglia d’oro Società Chimica Italiana
2004 - Vassoio d’argento Dolce Italia
2006 - Premio Eurispes Nostra Eccellenza
2008 - Vassoio d’argento Dolce Italia
2008 - Premio Leonardo Qualità Italia
2010 - Premio 100 anni di Confindustria
2011 - Premio “Anima” , Premio Speciale i occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia
2012 - Premio “Di Padre in Figlio - il gusto di fare Impresa” Cartegoria Tradition &
History
2013 - Premio “Stella del Sud” Camigliatello
2013 - Menzione Speciale “La fabbrica nel paesaggio” attribuita dal Club Unesco di
Foligno
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n.9 9/2015
Protagonisti
La miglior liquirizia al mondo per
tracciabilità, igiene e alta qualità
caldo e morbido, riceveva l’ultima
lavorazione a mano con grande
perizia da giovani donne che ne
ricavavano bastoncini e biglie di
liquirizia.
Nel 1907 vengono installate delle
avvenieristiche caldaie a vapore,
le cui caratteristiche tecniche sono
preservate in un articolo della
Rivista Agraria dell’Università di
Napoli. Nel 1919 vengono lanciate
per la prima volta le scatolette in
metallo per mantenere intatti i pregi
della liquirizia e negli anni seguenti
si crearono le caratteristiche
immagini pubblicitarie art-decò,
riprese negli ultimi decenni per le
confezioni di maggior successo.
Nel 1970 si completa il processo di
modernizzazione che fa ottenere, nel
1987, la medaglia d’oro della Società
Chimica Italiana per aver saputo
coniugare tradizione artigianale e
tecnologie all’avanguardia.
Oggi, nei reparti sapientemente
restaurati e perfettamente adeguati
a tutte le più recenti normative si
svolgono i processi di selezione delle
radici, estrazione del succo, cottura e
concentrazione, tutti informatizzati
e automaticamente controllati, ma
il giudizio finale spetta ancora al
“mastro liquiriziario” che sorveglia
personalmente il giusto grado di
solidificazione del prodotto. Si
ottiene per ciò una liquirizia di
altissima qualità, completamente
naturale, senza additivi né
edulcoranti, dal gusto piacevole e dal sapore
inimitabile, che ha reso Amarelli leader
mondiale nel segmento della liquirizia pura.
L’enciclopedia ’Enciclopedia Britannica
definisce quella calabrese la migliore
liquirizia del mondo, per tracciabilità,
controlli di igiene e qualità. Oggi anche le
confezioni eleganti e riciclabili, in scatole
di metallo, hanno determinato il successo
qualitativo di Amarelli, riproducendo le
antiche immagini tratte dagli Archivi della
Casa, esse portano nel mondo il colore del
sud e il simbolo dell’arte di vivere all’italiana.
I prodotti
Black Label.
secondo Amarelli. Nasce da radici selezionate
della splendida piana di Sibari, ed è ricavata
con un metodo di estrazione innovativo
che valorizza al massimo le proprietà
organolettiche della liquirizia. Sono pezzetti
di liquirizia senza glutine per consumatori
attenti ed esigenti, dal gusto deciso e
armonioso e dal profumo intenso.
Spezzata e Spezzatina. Liquirizia pura senza
aromi, prodotta con l’estratto della radice,
senza zuccheri aggiunti, senza edulcoranti
ed aditivi; preparata per la vendita in pezzi
irregolari.
Colorizia e Sassolini sono liquirizie morbide
all’anice ricoperte da un sottile strato
di zucchero colorato. Ideata pensando
all’allegria e alla vitalità dei bambini.
Beach è una liquirizia con anima alla menta,
ricoperta di zucchero colorato. Bianconeri
è un’altra liquirizia alla menta ricoperta di
zucchero, rinfrescante e balsamica.
Nella ricetta originale di Amarelli la gomma
L’antico
palazzetto
Amarelli,
Un disegno dell’antico palazzo
Amarelli di Rossano, dove oggi
ha sede il museo d’impresa
della Amarelli, pluripremiata
per la sua innovatività.
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Protagonisti
Non mancano le declinazioni curiose,
come la pasta. I riccioli alla liquirizia sono
in semola di grano duro alla liquirizia,
perfetti in abbinamento con funghi e tartufi
per l’inverno, o per l’estate con pesto di
basilico, o rucola, e sempre conditi con olio
extravergine d’oliva. Sale alla liquirizia: sale
marino aromatizzato con liquirizia al 7%,
esalta il sapore di formaggi freschi, di pesci
e crostacei, di insalate, di originali risotti
e dona un gusto straordinario sul bordo
di un bicchiere di birra di alta qualità. Eì
in commercio anche il dentifricio Marvis
Amarelli liquirizia e menta: un dentifricio
raffinato e di gusto deciso che abbina il dolceamaro
della liquirizia alla freschezza della
menta. Lo shampoo/doccia alla liquirizia ha
un gradevole profumo speziato e dispiega la
sua qualità emoliente sulla pelle., così come
l’acqua di colonia alla liquirizia, al gradevole
profumo di spezie.I dolci al sapore di liquirizia
sono molti. Si va dai cupcakes alla liquirizia,.
al morbido gelato alla liquirizia Amarelli da
serviire con salsa di zucca gialla Napoletana.
Per chi visita l’azienda, ci sono anche i conetti
alla liquirizia e cioccolato e i gelati con biscotto
e gelato alla liquirizia ricoperti di cioccolato.
Tagliolini alla liquirizia, cime di rapa e ricotta
(una ricetta inserita nel manuale “Il cucchiaio
d’argento, la grande cucina Regionale” che è
anche online). La rollatina di ricotta e liquirizia
Amarelli (preparato che si può degustare alla
Boutique Hotel Ristorante “Don Alfonso 1890”
di Sant’Agata sui Due Golfi, Napoli, con sito
online). Tutte queste ricette si possono trovare
sul sito internet di Amarelli http://www.
amarelli.it/liquirizia-dintorni/declinazionidolci/.
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Protagonisti
Con la polvere si aromatizza tutto, dalla pasta alla birra
arabica è aggiunta in piccola parte, perchè solo così dona
morbidezza senza far perdere il gusto autentico della
liquirizia, la quale diventa più morbida e più dolce,
e contiene una ridotta concentrazione di glicirizzina.
Nascono così gli Assabesi all’anice (liquirizia gommosa
all’anice) le Morette (liquirizia gommosa all’arancia) i
Senatori alla violetta: liquirizia gommosa dall’inconsueto
profumo alla violetta.
Ha avuto grande successo anche la liquirizia aromatizzata.
Favette alla menta e Rombetti all’anice: lenitive per la
gola, utili contro la tosse, adatte per chi fuma e per chi
ha deciso di smettere di fumare. Per chi è a dieta, le
Amarelle: caramelle gommose alla liquirizia a ridotto
contenuto calorico (ovvero con ridotta concentrazione di
glicirizzina). Per i bambini, le squisite caramelle di miele
naturale italiano e liquirizia Amarelli, lavorata secondo la
plurisecolare tradizione, senza coloranti e glutine, adatte a
grandi e piccini.
La ricerca dell’eccellenza qualitativa, unita all’attenzione
verso il miglioramento continuo, lo sviluppo del brand e
l’innovazione del prodotto, costituisce da sempre il tratto
distintivo di Amarelli. La capacità aziendale di innovare
si esprime anche nello sviluppo di nuovi prodotti in
partnership con altre prestigiose aziende italiana, sono
nate nuove sinergie abbinando la liquirizia ai liquori e al
cioccolato, lanciando nuove linee originali di specialità.
L’idea di abbinare cioccolato e liquirizia ha dato vita al
mix con le più nobili varietà di cacao (contenuto al 32%
e senza glutine). Vengono commercializzati confetti di
finissimo cioccolato (cacao al 32%) al latte e alla liquirizia.
Barrette di cioccolato con cacao al 32% e liquirizia. Brown:
chicchi di liquirizia ricoperti di cioccolata extrafondente.
L’azienda commercializza anche radici ed estratti. I classici
bastoncini: radici selezionate della costa ionica, un prodotto
da gustare al naturale, ottimo per favorire la digestione e
ideale per infusi e liquori. Estratto in polvere: esso viene
ricavato dalla radice della pianta di liquirizia ed è una
base perfetta per numerose ricette dolci e salte, per infusi
e liquori: ha un profumo inconfondibile, è impalpabile,
è facilmente solubile, è apprezzata per caratterizzare
antipasti, risotti e paste, per marinare carni e pesci, ed
essere spolverata in un attimo, su qualsiasi preparazione,
sia salata che dolce. Anche i prodotti di pasticceria e di
gelateria sono valorizzati dal contrasto dolce-amaro, tipico
della liquirizia.
La categoria liquori e birre esibisce diversi prodotti curiosi
e significativi. La birra nera artigianale non pastorizzata
prodotta con rifermentazione naturale in bottiglia,
aromatizzata con la liquirizia, calabrese. Schiuma soffice e
vellutata di colore scuro, una bevanda dal profumo intenso
e persistente, di gusto pieno e corposo alla liquirizia (ottima
gustata a 7°-8° C). La birra bionda (o chiara) artigianale,
non pastorizzata e rifermentata naturalmente in bottiglia,
aromatizzata con la liquirizia Amarelli; una bevanda con
schiuma soffice e vellutata di colore chiaro di gusto pieno e
armonioso con delicati sentori di liquirizia. La Grappa alla
liquirizia e il liquore alla liquirizia, questo ideale servito
freddo, da accompagnare al dessert o da gustare come
Cereali
Bastoncini di liquirizia, idali
per chi deve abolire il fumo
Vetrine nello shop con gli
antichi attrezzi di lavoro
Tagliolini alla liquirizia e tubi di
dentifricio aromatizzato Marvis
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Il museo si trova all’interno della storica residenza del ‘400
ARENA
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n.9 9/2015
Protagonisti
digestivo.
La famiglia Amarelli ha realizzato un importante Museo
della loro singolare esperienza imprenditoriale, per
presentare al pubblico il prodotto liquirizia, strettamente
legato alla terra. Il Museo della Liquirizia intitolato a
“Giorgio Amarelli” è una storia di cultura, impresa,
tradizioni che provengono dalla Calabria (www.
museodellaliquirizia.it) che nel 2001 ha ottenuto il “Premio
Gugghenheim Impresa & Cultura”. Nel 2004 Poste Italiane
vi ha dedicato un francobollo della serie “Il Patrimonio
artistico e culturale italiano”.
Il Museo si trova all’interno della storica residenza di
impianto tardo quattrocentesco che è sempre stata dimora
e stabilimento produttivo della famiglia Amarelli. La
severità architettonica dell’edificio, poi ingentilita dagli
interventi seicenteschi, con le antiche stanze, i pavimenti
in cotto e acciottolato, gli agrumi dei giardini, la piccola
chiesa annessa, testimoniano quella storia, quella
tradizione e quella cultura che si ritrova nel Museo. Oltre
40 mila visitatori annui lo hanno reso il secondo Museo
d’impresa più visitato d’Italia, in base ad una ricerca del
Touring Club (al primo posto è il Museo Ferrari). Al Museo
Amarelli è annesso l’Archivio che raccoglie documenti
della famiglia e dell’impresa custoditi sin dal 1445 ad oggi,
il quale è stato dichiarato dal Ministero dei Beni Culturali
“di interesse storico particolarmente importante”, il 20
dicembre 2012.
Tutti i giorni è possibile visitare il Museo e seguire il
ciclo produttivo dalla radice alla liquirizia. Le visite sono
gratuite, sono guidate e vanno prenotate scrivendo a info@
museodellaliquirizia.it.
Nel museo si presenta la storia e la saga degli Amarelli,
iniziata intorno all’anno 1000 e proseguita nei secoli fra
Crociate, impegno intellettuale e agricoltura. Incisioni,
documenti, libri, foto d’epoca, attrezzi agricoli, oggetti di
vita quotidiana e splendidi abiti antichi testimoniano la
vita di una famiglia che valorizza i rami sotterranei delle
piante di liquirizia della costa ionica.
Al centro della prima galleria si trova l’esposizione del
procedimento per estrarre il succo di liquirizia, brillante
idea nata nel 1731, mentre nelle vetrine sono conservati gli
oggetti e i documenti che raccontano l’organizzazione, la
commercializzazione e le prime confezioni.
Nella seconda sala, tra vecchi tralicci e sotto la fascinosa
luce di lampade Edison, si dipana la storia dell’energia
elettrica e della rivoluzionaria trasformazione che ne
consegue, con l’affinamento dei processi di produzione
dei prodotti di liquirizia, la specializzazione dei processi e
l’affermarsi di nuovi orizzonti commerciali.
Dalla suggestione delle esposizioni universali nascono le
liquirizie “Assabesi”, la sperimentazione di monumentali
macchinari per produrli e i brevetti a tutela del marchio
Amarelli.
Infine si parla di internazionalizzazione del marchio,
della creazione di nuovi prodotti nei quali la liquirizia
viene impiegata con gusto e fantasia, introdotta nell’alta
ristorazione, con confezioni rispettose dell’ambiente,
le quali riproducono antiche immagini commerciali
Palazzo Amarelli con l’ingresso
al museo, visto dal parcheggio
Stemma nobiliare della antica
famiglia dei baroni Amarelli
Il factory shop con una ampia
scelta di prodotti alla liquirizia
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ARENA
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n.9 9/2015
Protagonisti
conservate nell’Archivio di famiglia.
La mostra è allestita offrendo
all’occhio del pubblico l’avvento
dell’elettronica nella produzione,
fonte di un futuro sempre più
sofisticato e tecnologico, e la
rassegna dei più recenti premi, frutto
dei successi del Museo.
Il Complesso Concio, Caldaia,
Auditorium è uno dei luoghi più
affascinanti del tour.
Il grande spazio del “Concio”
che risale al 1731, mostra senza
dubbio il passaggio tra passato e
presente. Si può constatare come
la magnifica struttura protoindustriale
con antiche capriate
in legno, sia stata trasformata in
un luogo di produzione moderno
che accoglie gli attuali macchinari,
esempi di continua innovazione.
Si può visitare lo spazio espositivo
dell’antica caldaia del 1907, gioiello
di archeologia industriale, la quale
rievoca e arricchisce la storia dell’uso
del vapore attraverso le caldaie dei
vari Conci dell’800 in Calabria.
Il fumaiolo, con le iniziali del Barone
Nicola Amarelli sapientemente
illuminato, svetta imponente dal
tetto del Concio e fa da sfondo al
terrazzo panoramico dal quale si
può ammirare il “Museo Open Air”
con una esposizione davvero unica
di pezzi industriali d’epoca.
Sia dal terrazzo che dal Concio
si può accedere all’Auditorium
“Alessandro Amarelli”, un grande
ambiente rettangolare, oltre cento
posti, integrato nel complesso
di fine Settecento che oggi è una
sala accogliente e funzionale,
ulteriormente valorizzata dalle
più sofisticate tecnologie; una
sala dedicata ad ospitare eventi,
conferenze, proiezioni e conventions
di Aziende e Associazioni.
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La raccolta della radice di liquirizia si
fa ancor oggi con la massima cura per il
territorio. In azienda, c’è ancora il mastro
liquiriziaro che decide il giusto grado di
morbidezza della pasta. L’azienda Amarelli
rappresenta la potenza del saper fare della
Calabria. Fino a ottobre è tra gli espositori
di Expo Milano 2015.
News
Il padiglione Italia EXPO 2015
accoglie, assieme alla liquirizia
Amarelli di Rossano che
rappresenta la potenza del saper
fare della Calabria, l’opera di
Land Art dal titolo “Stella del
Sud” che è stata realizzata dai
442 bambini delle 26 classi del
Plesso Porta di Ferro dell’Istituto
comprensivo “Alessandro
Amarelli”, diretto da Tiziano
Cerbino, i quali sono risultati
vincitori del concorso nazionale
Kids Creative Lab, con il simbolo
Amarelli.
Rossano sarà presente all’evento
internazionale di alimentazione
ed energia vitale del Pianeta, per
due volte. La “Stella del Sud” è
una specie di giardino artistico e
una grande composizione fatta
dagli studenti con zolle di terra,
pietre e altri materiali naturali per
accogliere i germogli di oltre 50
specie di piante. La realizzazione
dell’opera è stata ripresa, passo
passo, da un drone. Il video
di questa Eco-Istallazione sarà
esposto sino al 31 ottobre al
padiglione dell’EXPO e su
YouTube all’indirizzo http://
youtu.be/iUW1o6fZwAE.
Fra le ultime iniziative
dell’azienda, da maggio scorso
è stato aperto un nuovo punto
vendita per la liquirizia Amarelli,
eccellenza alimentare italiana,
insediato nel nuovo Eataly Store
di San Paolo, Brasile.
Infine continua la collaborazione
tra Amarelli e TotalErg: anche
quest’anno la raccolta punti
permette di ricevere un pacco
Amarelli da 400gr e un coupon
sconto da utilizzare sul sito
www.amarellishop.it.