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Hetty Hillesum.pdf - DIOCESI di Padova
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ETTY HILLESUM<br />
La libertà di navigare<br />
anche nelle tenebre<br />
di MICHAEL DAVIDE SEMERARO *<br />
La vita di Etty Hillesum è stata assai breve ed è caduta<br />
come un seme nel solco della storia, il 30 novembre 1943,<br />
nel campo di concentramento di Auschwitz. Per lunghi anni<br />
questo seme è rimasto ben custodito in una silente memoria<br />
e praticamente sconosciuto fino a quando – nel 1981 – il suo<br />
fittissimo Diario unitamente ad alcune Lettere sono stati raccolti,<br />
pubblicati e tradotti parzialmente in varie lingue.<br />
Così, moltissime lettrici e lettori hanno trovato, nella complessa<br />
e talora discutibile personalità e nei percorsi di Etty, uno<br />
specchio in cui rileggere, ricomprendere e vivificare di nuovo<br />
slancio la propria esistenza, a partire da quella che si potrebbe<br />
definire la percezione di fondo di questa donna nei confronti<br />
del mistero della vita, da lei avvertito come «enigma».<br />
In questo modo di porsi dinanzi al grande compito di fare<br />
della vita una vera opera d’arte, Etty non vede altra via se<br />
non quella «di lavorare a sé stessa ma evitando ogni forma<br />
di individualismo malaticcio». E chiarisce: «Una pace futura<br />
potrà essere veramente tale solo se, e prima, sarà stata trovata<br />
da ognuno in sé stesso». Queste citazioni, brevi ed essenziali,<br />
introducono nel cuore dell’esperienza, della testimonianza<br />
e del messaggio di questa donna inserendosi, in modo<br />
certo unico e problematico, ma giustificato dalla migliore e<br />
* Monaco benedettino del monastero di Germagno (VB), autore di<br />
vari libri tra cui Etty Hillesum: Dio matura (La Meridiana, 2010); E.<br />
Hillesum, Diario 1941-1943, a cura di J.G. Gaarlandt, Adelphi, Milano<br />
1985; E. Hillesum, Lettere 1942-1943, a cura di C. Passanti, Adelphi,<br />
Milano 1990.<br />
dinamica tradizione spirituale dell’umanità, come un itinerario<br />
«dall’amore per la scrittura alla scrittura dell’amore» o,<br />
come dice Rilke – ai cui scritti Etty si è nutrita particolarmente<br />
–, come abbandono di un mondo di convenzioni per aderire<br />
al «difficile amore». Se questo amore è autentico, allora<br />
non può che radicarsi – persino inconsciamente – in quel<br />
«più grande amore» (cfr. Gv 15, 13) che si è manifestato in<br />
Cristo Gesù.<br />
Interiorità profonda<br />
Nata il 15 gennaio 1914 a Middelburg, in Olanda, in una<br />
famiglia intellettuale ebraica – suo padre insegnava lingue<br />
classiche al liceo –, dal 1924 visse con la sua famiglia (Misha<br />
e Jaap, i due fratelli) in quella Deventer che diede i natali a<br />
Geert Groote (1340-1384), uno degli ispiratori della devotio<br />
moderna, e dove sua madre, Rebecca Bernstein, si era rifugiata<br />
dalla Russia dopo l’ennesimo pogrom.<br />
Dal 1932 Etty si trasferì ad Amsterdam, dove si laureò in<br />
Giurisprudenza e poi si iscrisse alla Facoltà di lingue slave.<br />
Non si fece notare per particolari risultati accademici, ma fu<br />
ben nota per la sua vitalità e capacità di vivere una vita assai<br />
intensa, perfino troppo: «Il medico diceva ieri che ho una<br />
vita interiore troppo intensa […] che il mio fisico non può reggere<br />
a tutto ciò».<br />
La giovane Etty deve fare i conti ben presto non solo con<br />
il suo mondo interiore ma con «Michelangelo e Leonardo,<br />
[…] Dostoevskij e Rilke e sant’Agostino e gli Evangelisti che<br />
sono l’ottima società» da lei frequentata assiduamente alla<br />
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03/2013