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Le lettere si chiamano tengwar, tengwa al singolare, mentre i segni
diacritici si chiamano tehtar, tehta al singolare; in particolare,
le vocali sono le ómatehtar.
Il sistema è composto da 24 lettere principali e 12 lettere aggiuntive,
tutte consonanti.
Le lettere sono formate tutte da un telco (gambo) e da un lúva
(arco). Il telco può essere “appeso”, accorciato, sollevato o esteso.
Un lúva può essere posizionato sia a destra cha a sinistra
di un telco. Può essere o aperto o chiuso da una linea orizzontale.
Inoltre, un lúva può essere raddoppiato. In questo
modo, da un numero limitato di combinazioni, si è realizzato
un sistema che consiste di trentasei tengwar.
Accanto alle lettere principali, esiste un grosso numero di lettere
irregolari ed aggiuntive che non sono basate su un telco
e una lúva. Di queste, le dodici più comuni vennero regolarmente
incluse negli arrangiamenti tabulari della Terza Era,
benchè i loro valori sonori non si adattino al sistema fonetico
delle quattro serie.
I telcor determinano in che modo il suono viene articolato,
e i lúvar dove esso viene prodotto nella bocca. I valori sonori
assegnati ad un determinano tengwar possono variare in base
alle necesità di un particolare linguaggio. Questi differenti
adattamenti vengono chiamati stili.
I Tehtar sono segni alternativi che vengono posti attorno
alle tengwar per modificarne la pronuncia. Un tehta classico
ha la forma di una linea orizzontale posizionata sotto
alla lúvar. Viene di solito usato per indicare che una consonante
è lunga o doppia. Lo stesso tehta posto sopra è spesso
usato per indicare cha la tengwa è preceduta da una nasale
della stessa serie. Un’altra tehta ha la forma di un ricciolo o segno
che è attaccato alla tengwa, di solito nella parte finale in
basso a destra della lúva più a destra. Questo tehta indica che la
consonante è seguita da una s.