Spotters e-Magazine #45 Aviation Photography and Plane Spotting

Il 2020 verrà ricordato sicuramente per la
pandemia globale che ha avuto inizio a
Whuan, e che ha generato ingenti perdite
nel mondo dell’aviazione.
Una delle compagnie in questione, e che
ha subito le conseguenze, è stata la Thai
Airways, compagnia aerea maggiore della
Thailandia, facente parte dell’alleanza
Star Alliance.
Il 51% delle quote della compagnia, è di
proprietà del governo Thailandese, che
pur di non garantirsi un prestito da 2,8
miliardi di dollari, ha deciso di intraprendere
la strada del fallimento: questo ha
portato alla chiusura degli uffici Thai di
Malpensa con la cancellazione della rotta
per Bangkok.
Il vettore, già prima della crisi dovuta al
covid-19, non navigava in ottime acque:
questo ha accelerato il processo di fallimento
della stessa.
La flotta è esclusivamente a lungo raggio,
ed è composta di velivoli Boeing ed
Airbus:
A330-300, A350-900 e A380-800 per
quanto riguarda Airbus; 747-400, 777-
200/200ER, 777-300/300ER, 787-8/9
per quanto riguarda Boeing.
In precedenza il vettore asiatico disponeva
anche dell’Airbus A340-600, rimosso
per i costi eccessivi, usato spesso sulla
tratta Malpensa Bangkok.
A tal proposito, la compagnia ha deciso
di ridimensionare la flotta, mantenendo
in servizio: A350-900, Boeing 777-
300ER e la famiglia dei 787, che sono
gli aerei che si riempiono più facilmente
e che hanno un costo di manutenzione
molto basso rispetto ai quadri motore.
Personalmente l’aereo più rappresentativo
della compagnia rimane il Boeing
747-400, che è stata la punta di diamante
di tante compagnie.
Ma, al giorno d’oggi si sa, le compagnie
vogliono aerei efficienti e soprattutto
bi-motori, puntare sugli A350, B777/787
è la scelta migliore, per avere un coefficiente
di carico molto alto e soprattutto
per rientrare nei costi.
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