orbitando satélites - The Bogotá Declaration

Movimento dei senza satellite (italiano)
“La scienza informatica riguarda i computer quanto l’astronomia i
telescopi” E. W. Dijkstra
Hardware autocostruito, live coding, biofeedback, reclaiming the streets,
storia del free software in una performance…
Comunità di artigiani dei bits e dei volts, poeti, scienziati nomadi, dove
stiamo andando? Confido nel ritmo dei vostri passi, la nostra rivoluzione
è imminente e costante; è la sfida di non arrendersi al
conformismo del divertirsi o del divertire, distraendoci
dal dato di fatto che viviamo oltre la storia, i muri, le
banche, la somiglianza dei corpi e e del sangue. Vogliamo
un ecosistema coerente dove tutta questa [piro]tecnica
prometeica dell’essere Sapiens generi una simbiosi
duratura fra i viventi: pensare di creare e immaginare
altri spazi e forme per tutta questa conoscenza che
coltiviamo come fiamma accesa. Ma se oggi i nostri
simili marciano per un pezzo di terra per sopravvivere,
o alienano i loro istinti creativi all’interno di una vasta
cultura del consumo auto-distruttivo, ci scontriamo con
una domanda: qual’è il ruolo che noi, che già abbiamo
cibo e casa, dovremmo avere per immaginare una nuova
sovranità, una diversa condivisione della conoscenza,
che possa ribaltare questa pulsione auto-distruttiva dell’umanità? Il
tentativo di questo manifesto è apportare una scintilla capace di raschiare
l’orizonte. Cresceremo il nostro primo satellite fatto a mano e lo
spediremo nello spazio siderale, saturo di satelliti corporativi. Il nostro
satellite sarà capace di rendere le nostre reti ancora più autonome? o
forse il cammino è ripensare tutta la struttura dell nostra tecnocrazia e
della scienza fino al punto di deciderci strategicamente per un cammino
totalmente differente? Quale?Sicuramente molto più che cavie della
tecnocrazia! Sognando e danzando: noi, senza satellite, marciamo…
http://devolts.org/msst http://n-1.cc/pg/groups/36140/msst-movimento-dos-sem-satlite
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Satelitteless movement (English)
“Computer Science is no more about computers than astronomy is
about telescopes. E.W. Dijkstra”
Hardware from scratch, Live coding, Biofeedback, reclaiming the
streets, history of free software culture in a performance...Singing
open source code: dmesg > /dev/dsp && my shell had spit a byte
chunk of a song...
Artisans of bits and volts, humanist poets, nomadic
scientists - where are we going? I trust in the
pulse of your steps, our revolution is the next
second, and the constant challenge is not to
surrender to the conformity of being entertained
or entertaining: distracting the fact that we want
to live beyond history, walls, banks, genetic
similarity. We want an ecosystem that is worth of
all this Prometheic pyrotechinic - this being, which
is supposed to be Sapiens. Some intelligent
symbiosis to keep this flame heating an harmonic
environment. But, if today we still looking at some
of us marching for a piece of land to survive or
alienating their most creative instincts in a
desperate search for exist inside a culture of selfdestructive
consumption, we have to ask: What’s the role of those
sheltered and fed in thinking about an autonomy in knowledge and
information transmition for those efforts that wants revert this
pulsion of humanity self-destructive greed? The conjecture of this
manifesto is inside a function pointing to a cracking sparkle at
the horizon: The day we will be able to build our first handmade
satellite and send it to this sidereal space wich is already full of
corporative and governamental devices. Will our satellite be able to
transform our networks in something more autonomous? Or we
have to re-think all technocracy to reach that by a tottaly different
path? How? We’re more than technocracy guinea pigs! Dreaming
and dancing: the march of the Satelitteless.