Rivista n°56 - giugno 2012 - Ordine degli Ingegneri della Provincia ...
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RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:23 Pagina 1<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Abbiamo<br />
l’energia<br />
giusta?<br />
Al Paese occorre una strategia<br />
energetica nazionale. Siamo pronti?<br />
<strong>Rivista</strong> dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano - <strong>giugno</strong> - n. 56<br />
Poste Italiane Spa - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - CNS Udine.
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SOMMARIO<br />
Armando Zambrano: Non rinviamo la Riforma.<br />
6<br />
E le professioni? 4<br />
Un Testo unico per tutte le professioni.<br />
Di Armando Zambrano 6<br />
Professione in movimento 9<br />
Di Andrea Sommaruga<br />
Le regole del gioco.<br />
Di Patrizia Giracca 10<br />
Un viaggio nella sosteniblità.<br />
Di Chiara Battistoni 11<br />
Formazione continua per gestire<br />
la complessità.<br />
Di Pier Antonio Casellato 12<br />
FOCUS: ENERGIA<br />
Con Energylab. 14<br />
I nostri partners europei.<br />
Di Giuseppe Susani 26<br />
European engineers.<br />
Di Alberto Caleca 27<br />
I nanotubi al carbonio.<br />
Di Perego-Franz-Bestetti 28<br />
Raccontateci il Qing. 32<br />
<strong>Ingegneri</strong>a ambientale.<br />
Di Flavio Tresoldi 36<br />
Il patrimonio immobiliare<br />
pubblico<br />
Di Perego-Franz-Bestetti 39<br />
L’apporto ingegneristico nella<br />
pianificazione <strong>degli</strong> interventi<br />
sul territorio.<br />
Di Flavio Tresoldi 40<br />
Due seminari sui rifiuti da<br />
apparecchiature elettriche ed<br />
elettroniche (RAEE) oggi. 41<br />
LA FONDAZIONE 42<br />
LE COMMISSIONI 46
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:23 Pagina 3<br />
Seguici su Facebook e Twitter. Tutti i giorni.<br />
Credits: Makesim Shmeijov<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
RIVISTA DELL’ORDINE<br />
DEGLI INGEGNERI<br />
DELLA PROVINCIA DI MILANO<br />
ANNO XIV<br />
N. 56 - GIUGNO <strong>2012</strong><br />
Direttore Responsabile<br />
Stefano Calzolari<br />
Direttore Editoriale<br />
Chiara Battistoni<br />
Comitato di Redazione<br />
Giuseppe Demarte, Pierluigi Fiorani,<br />
Aldo Franchi, Anna Minotti,<br />
Maria Grazia Sonzogno,<br />
Giuseppe Susani.<br />
Amministrazione e Redazione<br />
Corso Venezia, 16 - <strong>2012</strong>1 Milano<br />
tel. 02 76003731 (r.a.)<br />
fax 02 76004789<br />
www.ordineingegneri.milano.it<br />
info@ordineingegneri.milano.it<br />
Gestione Editoriale e Pubblicità<br />
Consedit Sas<br />
tel. 0431 876070<br />
info@consedit.com<br />
Stampa<br />
Poligrafiche San Marco Sas<br />
34071 Cormòns, via E. Fermi 29 Z.I.<br />
Spedizione in A. P.<br />
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)<br />
art. 1, comma 1 - CNS Udine.<br />
Iscrizione al Registro <strong>della</strong> Stampa<br />
del Tribunale di Milano n. 517<br />
del 15/9/1997<br />
Tiratura: 13.500 copie<br />
Chiuso il 30 MAGGIO <strong>2012</strong><br />
Gli articoli e le note firmate esprimono l’opinione<br />
dell’autore e non impegnano l’<strong>Ordine</strong> né la<br />
Redazione <strong>della</strong> Rivisita. La redazione non è in<br />
alcun modo impegnata a pubblicare gli articoli<br />
ricevuti. I diritti per articoli ricevuti e pubblicati, per<br />
implicito assenso dell’autore, si intendono ceduti<br />
all’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano.<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 3
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:23 Pagina 4<br />
Se entro il 13 agosto <strong>2012</strong> non saranno stati riformati, gli Ordini professionali<br />
verranno soppressi. La disposizione ha accelerato il<br />
processo di riforma <strong>degli</strong> ordinamenti professionali,<br />
avviato negli ultimi mesi. Con quali risultati?<br />
4 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
Salva Italia & Sviluppo Italia<br />
E le professioni?<br />
Penso che la strada per la riforma è<br />
ormai definitivamente tracciata”. In<br />
un'intervista a ItaliaOggi, il presidente<br />
del Pat (Professioni di area tecnica),<br />
nonché presidente del Consiglio nazionale<br />
<strong>degli</strong> ingegneri (Cni), Armando Zambrano,<br />
conferma l’intenzione di tirare dritto dopo<br />
le indiscrezioni circolate sulla riforma delle<br />
professioni.<br />
“Come area tecnica delle professioni –<br />
spiega Zambrano - abbiamo elaborato un<br />
testo unitario molto articolato che abbiamo<br />
consegnato al ministero, sul quale<br />
c'è totale accordo tra le 11 professioni”, e<br />
“anche in virtù del rapporto costruito con<br />
i tecnici dell'ufficio legislativo saremo certamente<br />
convocati se le modifiche doves-<br />
a cura DI LUCA MONTANI<br />
sero essere sostanziali. Ora ci hanno chiesto<br />
di semplificarlo ancora di più ma l'ossatura<br />
rimarrà questa: si tratterà di un<br />
provvedimento strutturato in modo tale<br />
che una parte delle norme potrà più facilmente<br />
e, anche più logicamente, essere inserita<br />
nei vari regolamenti attuativi dei<br />
rispettivi consigli nazionali”.<br />
No allo slittamento <strong>della</strong> riforma.<br />
Di ipotesi di slittamento dei tempi previsti<br />
per l'emanazione del decreto (il termine<br />
è fissato al 13 agosto <strong>2012</strong>) Zambrano<br />
non ne vuol sentire parlare. “La riforma la<br />
vogliamo ora, non abbiamo intenzione di<br />
perdere altro tempo, per questo deve essere<br />
pronta entro il 13 agosto, così come<br />
stabilisce la legge delega. Noi stiamo già la-<br />
vorando ai regolamenti, quindi, di slittamento<br />
non vogliamo proprio sentire parlare”.<br />
Intanto, da Milano, parte una maratona di<br />
osservatori per cogliere tutte le novità<br />
<strong>della</strong> agognata riforma.<br />
Si potranno seguire sui social network<br />
dell’<strong>Ordine</strong> di Milano le evoluzioni, i dibattiti<br />
e le differenti iniziative che, in tutto il<br />
Paese, si organizzeranno.<br />
L’attesa è davvero molta e la professione<br />
di ingegnere non può certo attendere<br />
oltre: le sfide del momento sono tali da<br />
non permettere altre perdite di tempo.
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:23 Pagina 5<br />
Cosa deciderà il Governo Monti in<br />
merito alla Riforma delle<br />
Professioni?<br />
La Legge di Stabilità per il <strong>2012</strong> ha<br />
dato al Governo una delega in bianco<br />
a operare una riforma delle Professioni<br />
senza confrontarsi con le parti in<br />
causa.<br />
Il nuovo Governo ha tempo fino al 12<br />
agosto <strong>2012</strong> (12 mesi dalla data di<br />
entrata in vigore del Decreto Legge<br />
n. 138/2011) per emanare un DPR di<br />
riforma <strong>degli</strong> ordinamenti professionali.<br />
Mario Monti ha da sempre combattuto<br />
monopoli e restrizioni del mercato,<br />
nella sua attività accademica e in<br />
quella all'Unione europea. Nel suo<br />
discorso di apertura al Senato, Monti,<br />
aveva affermato di voler “rimuovere gli<br />
ostacoli strutturali alla crescita,<br />
affrontando resistenze e chiusure<br />
corporative. In tal senso, è necessario<br />
un disegno organico volto a stimolare<br />
la concorrenza, con particolare<br />
riferimento al riordino <strong>della</strong> disciplina<br />
delle professioni regolamentate, anche<br />
dando attuazione a quanto previsto<br />
nella legge di stabilità in materia di<br />
tariffe minime”.<br />
Antonio Catricalà, Sottosegretario alla<br />
Presidenza del Consiglio, l'estate<br />
scorsa commentò negativamente<br />
(come Antitrust, di cui era Presidente)<br />
la previsione che rendeva le tariffe<br />
professionali parametro legale di<br />
riferimento per la determinazione del<br />
compenso del professionista.<br />
L'Antitrust, sotto la presidenza di<br />
Catricalà, disse che prevedere<br />
parametri di riferimento legali per la<br />
determinazione del compenso<br />
professionale è contrario alla<br />
liberalizzazione del mercato dei servizi<br />
professionali che si vuole conseguire.<br />
(Fonte Maggioli).<br />
In attesa del 12 agosto<br />
raccogliamo i documenti, le<br />
dichiarazioni, le testimonianze<br />
e le proposte.<br />
Anche dei nostri lettori.<br />
La riforma delle professioni è<br />
un’occasione per tutti di un<br />
profondo e radicale<br />
rinnovamento che attraversa<br />
la formazione,<br />
l’aggiornamento, i titoli di<br />
studio, le tariffe, il mercati,<br />
l’etica.<br />
La <strong>Rivista</strong> è convinta che il<br />
ruolo di ciascuno possa<br />
essere di reale protagonista.<br />
Sin da subito.<br />
Antonio Catricalà:<br />
Nel decreto “Salva Italia” avevamo<br />
già disciplinato la commissione di<br />
massimo scoperto, che poi in fondo<br />
è il punto maggiormente<br />
controverso, cioè il pagamento da<br />
parte di imprese e cittadini di una<br />
commissione per la semplice<br />
disponibilità del denaro. Avevamo<br />
scritto, ed è legge attuale dello<br />
Stato, che questa commissione non<br />
potesse superare lo 0,5% <strong>della</strong><br />
somma effettivamente messa a<br />
disposizione. Il Parlamento è<br />
andato oltre, con un emendamento<br />
appunto parlamentare, e ha voluto<br />
chiarire che anche se ci fosse<br />
questo 0,5%, quella clausola<br />
sarebbe nulla.<br />
Le banche ritengono che questo<br />
ulteriore provvedimento è ingiusto e<br />
mette in difficoltà i loro patrimoni.<br />
Il Governo l’ha preso nel proprio<br />
maxiemendamento perché<br />
l’accordo era, chiedendo la fiducia,<br />
di non aggiungere e non togliere<br />
nulla a quello che la Commissione<br />
del Senato aveva approvato. Quindi<br />
noi siamo stati in qualche modo il<br />
veicolo di un’istanza parlamentare,<br />
cosa che dobbiamo fare perché noi<br />
siamo un Governo che ha<br />
legittimazione solo se ci mantiene la<br />
fiducia quella larga maggioranza<br />
che ce l’ha data.<br />
Noi abbiamo trovato in Parlamento<br />
grande comprensione per il nostro<br />
disegno e anzi il nostro<br />
provvedimento è stato arricchito.<br />
Faccio un esempio per tutti: non<br />
avevamo inserito la possibilità di<br />
vendere in farmacia i farmaci<br />
monodose; questo è un<br />
emendamento parlamentare che è<br />
stato ovviamente accolto con favore<br />
dal Governo ed è entrato nel<br />
maxiemendamento con una<br />
convinzione piena.<br />
Per i taxi, lo voglio chiarire, non c’è<br />
stata nessuna marcia indietro.<br />
Semplicemente abbiamo restituito<br />
nel sistema costituzionale al<br />
Comune una decisione che deve<br />
essere del Comune. Abbiamo però<br />
chiarito che il Comune non è solo in<br />
questa decisione, perché deve<br />
tener conto delle linee guida che<br />
l’Autorità dovrà dettare. C’è un<br />
parere che dovrà essere chiesto<br />
necessariamente e questa Autorità,<br />
la nuova autorità dei trasporti che<br />
andiamo a costituire, avrà la<br />
possibilità di impugnare, di ricorrere<br />
al TAR del Lazio contro una<br />
delibera che non sia rispettosa.<br />
Antonio Catricalà è nato a<br />
Catanzaro il 7 febbraio di sessanta<br />
anni fa. È Presidente di Sezione del<br />
Consiglio di Stato e insegna diritto dei<br />
consumatori all’Università Luiss di<br />
Roma. È stato per oltre sei anni<br />
Presidente dell’Autorità Garante <strong>della</strong><br />
Concorrenza e del Mercato. Dallo<br />
scorso 16 novembre ricopre l’incarico<br />
di Sottosegretario di Stato alla<br />
Presidenza del Consiglio dei Ministri<br />
nel Governo Monti. Un ruolo<br />
particolarmente delicato, non a caso<br />
è l’unico tra i non Ministri a<br />
presenziare a tutte le riunioni<br />
dell’esecutivo. Qualche settimana fa<br />
ha dichiarato “Oggi chi evade le tasse<br />
non solo ruba anche agli altri italiani,<br />
ma chi evade in un momento come<br />
questo tradisce la Patria”.
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:23 Pagina 6<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Numerose le criticità che il CNI e gli Ordini professionali stanno riscontrando<br />
nello schema di testo di DPR varato il 15 <strong>giugno</strong>.<br />
Riforma <strong>degli</strong> Ordini Professionali.<br />
Un Testo unico per tutte le professioni.<br />
Nella seduta del 15 <strong>giugno</strong> scorso,<br />
il Governo ha approvato in via<br />
preliminare lo schema di DPR<br />
sulla “Riforma <strong>degli</strong> ordinamenti professionali”,<br />
che, ai sensi <strong>della</strong> legge n. 148/2011,<br />
deve essere pubblicato in G.U. entro il 13<br />
agosto p.v., per evitare la caducazione di<br />
alcune parti <strong>degli</strong> attuali ordinamenti professionali.<br />
Il Governo ha optato per un unico testo<br />
valido per tutte le categorie professionali,<br />
con alcune aggiunte esclusive per gli avvocati<br />
ed i notai.<br />
Esso, predisposto dall’Ufficio legislativo del<br />
Ministero <strong>della</strong> Giustizia, e probabilmente<br />
modificato in sede di Consiglio dei Ministri,<br />
ha destato preoccupazione e sconcerto, in<br />
quanto in gran parte diverso dal documento<br />
faticosamente predisposto e condiviso,<br />
nella sostanza, da tutte le<br />
professioni tecniche.<br />
A fronte di tale lavoro intenso ed impegnativo,<br />
ci si aspettava di essere messi a<br />
preventiva conoscenza del testo finale,<br />
prima dell’approvazione al Consiglio di Ministri,<br />
soprattutto per rilevare eventuali errori<br />
ed incongruenze che potessero<br />
complicare l'iter del provvedimento.<br />
Infatti, è oggettivo interesse delle professioni<br />
ordinistiche vedere approvato in<br />
tempo utile il DPR in quanto, diversamente,<br />
ad esserne maggiormente danneggiati<br />
sarebbero gli Ordini stessi, per la<br />
6 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
caducazione, a partire dal 13 agosto, di<br />
parti rilevanti dei propri ordinamenti, insieme<br />
ai cittadini, che si vedrebbero privati<br />
di importanti strumenti di tutela, vedi ad<br />
esempio le attribuzioni in tema di procedimenti<br />
disciplinari.<br />
Abbiamo, insieme a tutti gli Ordini e Collegi<br />
dell’area tecnica, ma anche altre professioni<br />
evidenziato immediatamente al<br />
Ministero ed agli altri soggetti competenti<br />
le criticità rilevate ed anche trasmesso<br />
proposte di emendamenti e correzioni<br />
che riportiamo in allegato, insieme al testo<br />
del DPR licenziato dal CdM.<br />
I punti di maggiore criticità non condivisi<br />
sono:<br />
- scompare la definizione di “professione<br />
intellettuale”, che aveva nella legge delega<br />
trovato una propria connotazione precisa;<br />
la proposta di DPR ne modifica la definizione<br />
in “professione regolamentata”,<br />
estendendola non solo agli iscritti negli<br />
Albi, per i quali è richiesto l’esame di Stato<br />
abilitante, ma anche agli iscritti in un qualunque<br />
“registro od elenco tenuto da amministrazioni<br />
o enti pubblici”, per cui il<br />
DPR potrà trovare applicazione in ambiti<br />
diversi da quelli ordinistici;<br />
- l’articolo 6, sul tirocinio professionale, che<br />
non tiene conto delle varie normative<br />
pre-vigenti per i vari Ordini e Collegi, imponendo<br />
norme specifiche, che sembrano<br />
spingersi ben oltre la delega prevista <strong>della</strong><br />
Credits: Mauro Scrobogna /La Presse<br />
Documento del CNI<br />
legge n.148/2011;<br />
- per gli aspetti disciplinari l'uso dello strumento<br />
legislativo del DPR non consente<br />
per architetti, ingegneri, avvocati e altre<br />
professioni i cui ordinamenti sono pre-costituzione,<br />
la modifica delle loro attribuzioni<br />
in materia disciplinare per i rispettivi<br />
Consigli Nazionali, lasciando tutto invariato;<br />
mentre forti perplessità ingenera<br />
anche il sistema scelto per la formazione<br />
dei Collegi disciplinari territoriali, formati<br />
da consiglieri scelti nell'ambito del Consiglio<br />
"viciniore".<br />
Sul tirocinio, riteniamo opportuna qualche<br />
ulteriore considerazione.<br />
Con l’art. 3 <strong>della</strong> legge n. 148/2011 il legislatore<br />
si proponeva di ridurre e facilitare<br />
i tirocini e di consentirne lo svolgimento<br />
anche con modalità alternative a quelle<br />
tradizionali (ad esempio prevedendoli<br />
nell’ambito del percorso di studi universitario),<br />
ma la proposta di Decreto interviene<br />
pesantemente inserendone<br />
l’obbligatorietà, in palese contrasto con la<br />
delega, essendovi categorie, come la nostra,<br />
per le quali il tirocinio non è previsto<br />
ai fini dell’iscrizione all’Albo.<br />
Prerogativa che, come più volte affermato,<br />
la nostra categoria intende mantenere,<br />
quantomeno nell’immediato.<br />
Nemmeno condivisibile appare il comma<br />
9 dell’art. 6, che impone ai praticanti lo
.<br />
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:23 Pagina 7<br />
svolgimento di un corso di formazione minima<br />
di 6 mesi; questi corsi, anche per la<br />
loro durata, non potranno essere gratuiti,<br />
costringendo i giovani praticanti ad assumersene<br />
i relativi costi.<br />
I corsi inoltre prevedono un esame finale<br />
innanzi ad una Commissione presieduta da<br />
un docente universitario, che potrebbe<br />
non avere alcuna esperienza professionale,<br />
che avrà a sua volta costi non indifferenti<br />
(ovviamente tutti a carico dei tirocinanti)<br />
e che pare un’inutile ripetizione dell’esame<br />
di Stato abilitante che i giovani praticanti<br />
dovranno subito dopo affrontare.<br />
Il CNI, pertanto, ha messo in campo tutte<br />
le iniziative, in coordinamento con gli altri<br />
Ordini e Collegi, in particolare dell’area<br />
tecnica, per modificare le norme nelle parti<br />
che non convincono.<br />
Parametri giudiziali.<br />
In allegato viene riportato il testo, inviato<br />
dal Ministero <strong>della</strong> Giustizia al Consiglio di<br />
Stato per il necessario parere, dei nuovi<br />
parametri per il calcolo dei corrispettivi<br />
dovuti ai professionisti per la loro attività<br />
in sostituzione delle tariffe minime abrogate<br />
nei casi di liquidazione da parte di un<br />
organo giurisdizionale.<br />
Anche Credits: in Olly questo caso si è optato per un<br />
provvedimento unico valdio per tutte le<br />
categorie professionali.<br />
Il testo, per la parte che ci riguarda, non<br />
differisce molto, nei contenuti, dallo<br />
schema a suo tempo proposto dagli Ordini<br />
e Collegi tecnici.<br />
Il compenso professionale è il risultato di<br />
un calcolo che tiene conto del valore dell'opera<br />
da progettare e di alcuni parametri<br />
come la complessità del progetto e la categoria<br />
dell'opera, la somma delle prestazioni<br />
da eseguire (dalla progettazione al<br />
collaudo), e di un parametro relativo al<br />
costo finale dell'intervento. I parametri<br />
<strong>della</strong> formula sono stabiliti dalle tabelle allegate<br />
al decreto.<br />
Nonostante le richieste <strong>degli</strong> Ordini, il Decreto<br />
non prevede in automatico la possibilità<br />
di rimborso aggiuntivo delle spese<br />
sostenute dai professionisti per svolgere le<br />
attività professionali su base forfetaria, in<br />
precedenza fissate nella misura max del<br />
60% <strong>degli</strong> onorari.<br />
Appare possibile, dalla lettura dell’art.1, richiederle<br />
a piè di lista o anche genericamente<br />
in misura forfettaria.<br />
Manca, inoltre, la previsione esplicita del<br />
compenso a vacazione.<br />
Inaccettabile, (ma sembra un marchiano<br />
errore, anche perché incongrua rispetto al<br />
contenuto del periodo), la norma prevista<br />
al 2° comma dell’art.36, che prevede<br />
anche la riduzione del 60% per caratteristiche<br />
“migliorative” <strong>della</strong> prestazione ivi<br />
elencate, che possono dar luogo, com’era<br />
giustamente indicato nel testo originario,<br />
solo ad una maggiorazione del compenso.<br />
Anche in questo caso sono in corso attività<br />
per le modifiche necessarie, ivi comprese<br />
le correzioni di errori presenti,<br />
anche nella scrittura di alcuni articoli e<br />
delle formule.<br />
Parametri per i compensi relativi a servizi<br />
per contratti pubblici.<br />
Nel Decreto “Sviluppo” di recente approvato<br />
dal CdM è prevista la disposizione<br />
che prevede l’applicazione dei parametri<br />
giudiziali per i servizi relativi ad opere pubbliche,<br />
definiti con Decreto del Ministro<br />
<strong>della</strong> Giustizia con il concerto del Ministro<br />
delle infrastrutture. Non è allo stato chiaro<br />
se tale provvedimento impegni il Ministero<br />
alla elaborazione di un nuovo testo<br />
od alla riedizione di quello già predisposto,<br />
che peraltro già contiene gli elementi per<br />
essere applicato alle prestazioni in oggetto.<br />
Fino all’emanazione dei nuovi parametri<br />
sono applicabili le vecchie tariffe e quindi<br />
il DM 4 aprile 2001.<br />
Appare incomprensibile il richiamo a non<br />
superare il valore delle tariffe previgenti<br />
che, com’è noto, risalgono ad oltre undici<br />
anni fa.<br />
Si riporta il testo dell’articolo: “Art. 5 -<br />
Determinazione corrispettivi a base di<br />
Armando ZAMBRANO: “Siamo già pronti alla Riforma, anzi ve la suggeriamo noi”<br />
Non si possono appaltare agli industriali i servizi intellettuali come quelli dell'ingegneria. Un no secco, dunque, alle società di capitale<br />
così come concepite, ora, dal Governo Monti che consente a soggetti terzi – anche non professionisti - di detenere la<br />
maggioranza delle imprese operanti nel settore dei servizi ingegneristici. Con il rischio di consegnare a centri di interesse, ben<br />
individuati, il compito di salvaguardare i diritti dei cittadini che, invece, la stessa Costituzione affida ai professionisti.<br />
Sentenza senza appello, quindi, quella emersa, qualche mese fa, a margine dell'approfondimento giornalistico pomeridiano di<br />
Sky Tg24 da parte del Presidente del Consiglio Nazionale <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong>, Armando Zambrano, su questo provvedimento contemplato<br />
nell'ambito del Decreto “Salva-Italia”. Ha le idee chiare Zambrano sul futuro <strong>della</strong> categoria: avanti tutta con il riassetto<br />
<strong>degli</strong> ordinamenti professionali, parola d'ordine fare presto. Anzi, di più, gli ingegneri non temono affatto la famigerata<br />
data del 13 agosto <strong>2012</strong>, termine entro il quale tutte le categorie devono adeguarsi al d.l. n. 138 del 13 agosto 2011.<br />
Gli <strong>Ingegneri</strong> addirittura rilanciano, “noi, in effetti, siamo già pronti - incalza Zambrano – abbiamo da tempo depositato<br />
al Ministero <strong>della</strong> Giustizia una proposta di ordinamento delle professioni tecniche le cui istanze<br />
sono state già, in parte, recepite”. E la categoria auspica che anche per la società di capitali possa esserci un epilogo<br />
positivo “non possiamo permettere – stigmatizza Zambrano – che prevalga la sola logica del profitto a discapito <strong>della</strong> qualità<br />
e dell'etica professionale. L'art. 10 del d.l. 183/2011 va rivisto: possibile l'ingresso dei soggetti terzi nel capitale delle società solo<br />
per quote di minoranza”.<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 7
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 8<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
gara per gli affidamenti di contratti di servizi<br />
attinenti all’architettura e all’ingegneria<br />
1. All’articolo 9 comma 2, del decretolegge<br />
24 gennaio <strong>2012</strong>, n. 1, convertito, con<br />
modificazioni, dalla legge 24 marzo <strong>2012</strong>,<br />
n. 27, è aggiunto, in fine, il seguente periodo:<br />
“Ai fini <strong>della</strong> determinazione dei corrispettivi<br />
da porre a base di gara nelle procedure<br />
di affidamento di contratti pubblici<br />
dei servizi relativi all’architettura e all’ingegneria<br />
di cui alla parte II, titolo I, capo IV<br />
del decreto legislativo 12 aprile 2006, n.<br />
163, si applicano i parametri individuati<br />
con il decreto di cui al primo periodo, da<br />
emanarsi, per gli aspetti relativi alle disposizioni<br />
di cui al presente periodo, di concerto<br />
con il Ministro delle infrastrutture e<br />
dei trasporti; con il medesimo decreto<br />
sono altresì definite le classificazioni delle<br />
prestazioni professionali relative ai predetti<br />
servizi. I parametri individuati non possono<br />
condurre alla determinazione di un importo<br />
a base di gara superiore a quello<br />
derivante dall’applicazione delle tariffe professionali<br />
vigenti prima dell’entrata in vigore<br />
del presente decreto.”.<br />
2. Fino all’emanazione del decreto di cui<br />
all’articolo 9 comma 2, penultimo periodo,<br />
del decreto-legge 24 gennaio <strong>2012</strong>, n. 1,<br />
convertito, con modificazioni, dalla legge<br />
24 marzo <strong>2012</strong>, n. 27, le tariffe professionali<br />
e le classificazioni delle prestazioni vigenti<br />
prima <strong>della</strong> data di entrata in vigore del<br />
predetto decreto-legge n. 1 del <strong>2012</strong> pos-<br />
sono continuare ad essere utilizzate, ai soli<br />
fini, rispettivamente, <strong>della</strong> determinazione<br />
del corrispettivo da porre a base di gara<br />
per l’affidamento dei contratti pubblici di<br />
servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria<br />
e dell’individuazione delle prestazioni<br />
professionali”.<br />
Società tra professionisti<br />
Il Ministero <strong>della</strong> Giustizia, di concerto con<br />
il Ministero dello sviluppo economico, ha<br />
predisposto anche lo schema di decreto<br />
ministeriale concernente il “Regolamento<br />
in materia di società per l’esercizio di attività<br />
professionali regolamentate nel sistema<br />
ordinistico, ai sensi dell’art. 10,<br />
comma 10, <strong>della</strong> legge 12 novembre 2011,<br />
n. 183” che è attualmente all’esame del<br />
Consiglio di Stato. Il testo del provvedimento<br />
non è mai stato sottoposto all’attenzione<br />
delle categorie professionali ed<br />
in particolare di quelle tecniche che vantano<br />
una presenza diffusa di società d’ingegneria.<br />
Il testo presenta diverse criticità<br />
che sono state già oggetto di evidenziazione<br />
e portate all’attenzione del Ministero<br />
e del Consiglio di Stato.<br />
In particolare, appare incomprensibile<br />
l’esclusione, dall’ambito di operatività del<br />
regolamento, delle associazioni professionali<br />
e delle società tra professionisti costituite<br />
“secondo modelli vigenti alla data di<br />
entrata in vigore <strong>della</strong> legge di cui al<br />
comma 1”(ossia <strong>della</strong> L. n. 183/2011).<br />
Secondo l’impostazione dello schema di<br />
regolamento, infatti, una società costituita<br />
facendo riferimento ad una normativa<br />
speciale (ad esempio le società di ingegneria<br />
e le società di professionisti di cui all’art.<br />
90, del D.LGS. n. 163/2006) non sarebbe<br />
assoggettata alle previsioni del regolamento<br />
anche se costituite successivamente,<br />
in quanto fondata su un modello<br />
societario vigente alla data di entrata in vigore<br />
<strong>della</strong> L. n. 183/2011.<br />
Tale disposizione è inaccettabile in quanto<br />
genera sperequazioni nel trattamento giuridico<br />
di società riconducibili ad una mecesima<br />
attività.<br />
Altro profilo critico riguarda l’iscrizione<br />
delle società nel caso esse siano composte<br />
da soci professionisti appartenenti a diverse<br />
categorie professionali e, quindi, diversi<br />
albi.<br />
Dalla lettura <strong>della</strong> norma sembrerebbe, infatti,<br />
che l’iscrizione di tali società debba<br />
avvenire nella sezione speciale del solo<br />
albo professionale corrispondente all’attività<br />
prevalente.<br />
E’ invece evidente la necessità che la società<br />
sia iscritta a tutti gli albi di riferimento<br />
dei soci anche al fine di consentire l’esercizio<br />
dell’azione disciplinare nei confronti<br />
di ciascun singolo professionista che abbia<br />
prestato l’attività. l
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 9<br />
IL FORUM DEI PRESIDENTI.<br />
Con questo numero la nostra <strong>Rivista</strong> si arricchisce dei contributi del Forum dei Presidenti, punto di incontro,<br />
speriamo permanente, per i Presidenti delle nostre Commissioni e naturalmente tutti i nostri lettori, coinvolti<br />
o meno nelle attività delle Commissioni. Il Forum, di fatto evoluzione organizzativa del gruppo FE (Formazione<br />
ed Educazione) <strong>della</strong> Commissione FEA; si riunisce periodicamente per discutere in plenaria i temi<br />
caldi dell’ingegneria, che si tratti di novità legislative (come in questo numero) o di grandi temi destinati a<br />
tracciare scenari inediti nella vita professionale <strong>degli</strong> ingegneri.<br />
Il punto di vista dell’ingegneria dell’Informazione.<br />
In merito ai decreti “Salva Italia” e “Cresci<br />
Italia”, dal punto di vista <strong>della</strong> professione<br />
di ingegnere nel settore<br />
dell'informazione c'è solo da evidenziare<br />
l'abolizione <strong>della</strong> tariffa professionale, che<br />
per il settore dell'informazione non è<br />
nemmeno mai stata completamente definita,<br />
e l'introduzione dell'obbligatorietà di<br />
fornire un preventivo scritto in merito al<br />
lavoro che si deve effettuare indicando<br />
inoltre gli estremi dell'assicurazione professionale<br />
che copre i rischi.<br />
L'abolizione <strong>della</strong> tariffa per il settore dell'informazione<br />
avrà sicuramente un effetto<br />
minimo anzi direi quasi trascurabile, l'introduzione<br />
del preventivo avrà invece risvolti<br />
più complessi.<br />
Il settore dell'informazione spesso utilizza<br />
il metro delle giornate/uomo per lo sviluppo<br />
dei progetti. In molti casi il numero<br />
delle giornate/uomo necessarie al compimento<br />
del progetto è indicato in modo<br />
molto approssimativo. In fase di preventivazione<br />
la parte complessa sarà quindi la<br />
quantificazione più accurata delle giornate/uomo<br />
necessarie.<br />
Una considerazione a parte deve anche<br />
essere fatta per le assicurazioni professionali;<br />
trovare una formula assicurativa in<br />
grado di coprire gli eventuali danni causati<br />
da progetti nel settore dell'informazione<br />
sarà molto complesso. Le assicurazioni<br />
vorranno sapere esattamente che cosa<br />
devono assicurare e non sarà una cosa fa-<br />
cile. Il danno nell'informatica sarà poi legato<br />
al tipo di utilizzo che si fa di un prodotto<br />
software.<br />
Ad esempio un sistema che deve monitorare<br />
dei sensori di temperatura potrà essere<br />
utilizzato per controllare la<br />
temperatura all'interno di un forno elettrico<br />
per la cottura del pane ma potrà<br />
anche essere usato per controllare la temperatura<br />
del liquido refrigerante di una<br />
centrale nucleare; ovviamente il danno in<br />
caso di mal funzionamento non è confrontabile.<br />
Volendo un secondo esempio in campo finanziario<br />
un programma di contabilità che<br />
deve tenere la contabilità di un singolo<br />
professionista, in caso di errore produrrà<br />
un danno limitato, ma se quel programma<br />
venisse usato per tenere la contabilità di<br />
un grossissimo gruppo industriale il danno<br />
potrebbe essere molto più grande.<br />
Sicuramente non sarà una cosa facile identificare<br />
dei massimali di copertura da parte<br />
delle assicurazioni.<br />
Dal punto di vista del preventivo fornire<br />
un prodotto software “finito” e con “garanzia”<br />
è attualmente un'impresa molto<br />
difficile. Si è spesso parlato <strong>della</strong> difficoltà<br />
di garantire l'esattezza del software e questo<br />
è tanto più vero quanto più sono complessi<br />
i sistemi su cui devono funzionare i<br />
programmi. Un programma scritto per<br />
funzionare con un certo sistema operativo<br />
potrebbe non funzionare con la versione<br />
FORUM<br />
PRESIDENTI<br />
Il viaggio è appena cominciato; starà a noi, alle nostre Commissioni, arricchire nel tempo le pagine del Forum. Chiara Battistoni.<br />
Riforma <strong>degli</strong> Ordini Professionali.<br />
DI A.G. SOMMARUGA<br />
Professione in movimento.<br />
nuova del sistema operativo, o con gli ultimi<br />
aggiornamenti, e questo potrebbe essere<br />
un grosso problema se il tempo di<br />
sviluppo del progetto è superiore al<br />
tempo in cui viene rilasciata una versione<br />
nuova del sistema operativo e magari il<br />
vecchio non viene più venduto! Il programma<br />
non funziona più con i nuovi sistemi<br />
operativi...di chi è la colpa?<br />
Nel settore civile la parola “fine” su un progetto<br />
indica una fase ben definita ovvero<br />
la chiusura del cantiere e la consegna dell'opera.<br />
Nel settore dell'informazione la<br />
parola “fine” è associabile solo alla morte<br />
di un progetto; il ciclo di sviluppo passa<br />
senza soluzione di continuità dalla fase di<br />
sviluppo alla fase di manutenzione.<br />
Il mondo dell'informatica non gode <strong>della</strong><br />
stabilità; è in continuo aggiornamento e<br />
rinnovamento e questo mina la stabilità<br />
delle applicazioni nel tempo. I programmi<br />
quindi sono scritti e continuamente modificati<br />
per restare al passo con i cambi dei<br />
sistemi operativi o delle periferiche collegate<br />
al calcolatore. Riuscire a priori a quantificare<br />
con una discreta approssimazione<br />
quanto sarà la mole di manutenzioni nel<br />
tempo di un prodotto software sicuramente<br />
sarà un'impresa ardua. l<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 9
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 10<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Le novità introdotte dai decreti<br />
“Salva“ e “Cresci Italia” non avranno,<br />
a mio parere, un impatto significativo<br />
sul codice deontologico vigente, né<br />
avrebbe potuto essere diversamente.<br />
Le norme di etica infatti non hanno bisogno<br />
di essere declinate in dipendenza di<br />
quelle di legge.<br />
Sono piuttosto le norme di legge che<br />
hanno recepito la necessità di rendere<br />
esplicite le buone regole che da sempre<br />
sono alla base del corretto svolgimento<br />
<strong>della</strong> professione.<br />
Negli ultimi anni queste regole, affidate alla<br />
buona volontà ed al senso di responsabilità<br />
del singolo professionista, sono state<br />
spesso disattese. Tuttavia, se è vero che alcuni<br />
ingegneri hanno sottovalutato le<br />
norme deontologiche, è anche vero che<br />
gli utenti non si sono preoccupati più di<br />
tanto.<br />
La maggior parte <strong>degli</strong> esposti presentati<br />
all’<strong>Ordine</strong> riguardava questioni più formali<br />
che sostanziali (per esempio, liti fra colleghi)<br />
come se la scarsa importanza data<br />
all’etica fosse connaturata nella società in<br />
cui viviamo.<br />
Ma le buone regole c’erano, ci sono e devono<br />
solo essere applicate.<br />
Per esempio la formazione continua, che<br />
viene forse considerata la novità più eclatante,<br />
è già presente nei Principi Generali<br />
del nostro Codice Deontologico. Infatti<br />
l’art.1.6 recita: “L’ingegnere deve costante-<br />
10 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
FORUM<br />
PRESIDENTI<br />
Salva & Cresci Italia non modificano gli atteggiamenti dei professionisti<br />
già vincolati alla deontologia professionale... a loro ben nota.<br />
Riforma <strong>degli</strong> Ordini Professionali. DI PATRIZIA GIRACCA<br />
Le regole del gioco.<br />
mente migliorare ed aggiornare la propria<br />
abilità a soddisfare le esigenze dei singoli<br />
committenti e <strong>della</strong> collettività per raggiungere<br />
il miglior risultato correlato ai costi<br />
ed alle condizioni di attuazione”. Ed anche<br />
l’art.1.4 2° comma prescrive: “L’ingegnere<br />
rifiuta di accettare incarichi per i qual ritenga<br />
di non avere adeguata preparazione.”<br />
Analogamente, per quanto riguarda i compensi,<br />
l’obbligo di rendere noto al cliente il<br />
livello di complessità dell’incarico ed i conseguenti<br />
oneri ipotizzabili per il suo svolgimento<br />
è già presente nel nostro Codice<br />
al capitolo dedicato ai rapporti con il<br />
Committente e precisamente all’art.4.1: “Il<br />
rapporto con il Committente è di natura<br />
fiduciaria e deve essere improntato alla<br />
massima lealtà, chiarezza e correttezza”, ed<br />
all’art.4.3. “L’ingegnere deve definire preventivamente<br />
e chiaramente con il committente<br />
(…) i contenuti e termini <strong>degli</strong><br />
incarichi professionali conferitigli.”<br />
La conferma <strong>della</strong> liberalizzazione <strong>della</strong><br />
pubblicità, purché trasparente, veritiera e<br />
corretta, è già prevista dal nostro Codice<br />
con le stesse, identiche parole utilizzate dal<br />
legislatore. L’art.6 recita infatti: “Fermo restando<br />
il divieto di pubblicità comparativa<br />
o denigratoria, (…) Il Consiglio dell’<strong>Ordine</strong><br />
vigila sul rispetto dei principi di trasparenza,<br />
correttezza e veridicità del messaggio<br />
pubblicitario”.<br />
L’obbligo dell’assicurazione professionale<br />
che, ricordo, è già da tempo previsto per<br />
chi opera nell’ambito delle opere pubbliche,<br />
è a mio parere una norma da considerarsi<br />
a tutela principalmente del<br />
professionista stante che –come conferma<br />
l’art.1.1 comma 3 dei Principi Generali del<br />
Codice Deontologico- “L’ingegnere è personalmente<br />
responsabile <strong>della</strong> propria<br />
opera e nei riguardi <strong>della</strong> committenza e<br />
nei riguardi <strong>della</strong> collettività” ed ha quindi<br />
tutto l’interesse a proteggere i suoi beni<br />
con un’adeguata assicurazione.<br />
La vera novità non riguarda i contenuti<br />
delle norme deontologiche ma i modi per<br />
farle rispettare e cioè la prevista istituzione<br />
di organi di disciplina a livello territoriale -<br />
diversi dai Consigli <strong>degli</strong> Ordini - e di un<br />
organo nazionale.<br />
L’intento dichiarato <strong>della</strong> norma è quello<br />
di svincolare la gestione delle questioni disciplinari<br />
da quella delle questioni amministrative.<br />
La ricerca di una soluzione a tale<br />
esigenza è però particolarmente delicata<br />
perché si corre il rischio che i casi di violazione<br />
deontologica vengano giudicati da<br />
persone estranee alla professione e quindi<br />
incapaci di comprendere a fondo i molteplici<br />
e variegati aspetti dell’ingegneria.<br />
Auspico pertanto che il CNI, insieme con<br />
le altre categorie professionali, riesca ad<br />
elaborare una proposta che contemperi<br />
sia l’esigenza di terzietà che quella di profonda<br />
conoscenza delle tematiche <strong>della</strong><br />
nostra professione. l
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 11<br />
Un viaggio nella sostenibilità.<br />
DI CHIARA BATTISTONI<br />
Auna cinquantina di chilometri a<br />
nord di Milano c’è un Paese che<br />
sulla diversità e sulla molteplicità<br />
ha costruito la propria unità e la propria<br />
competitività nella scena globale; è la Confederazione<br />
Elvetica, quasi otto milioni di<br />
abitanti, di cui il 22% stranieri, quattro lingue<br />
nazionali e tre ufficiali, un crogiuolo di<br />
culture e stili che di vita che si armonizzano,<br />
nel tentativo di declinare la sostenibilità,<br />
qualunque sia la connotazione<br />
assegnata: sociale, economica o ambientale.<br />
Pensate che la sostenibilità è inserita<br />
nella Costituzione federale; all’articolo 2,<br />
quello che dichiara lo scopo, si legge che<br />
lo sviluppo sostenibile è obiettivo dello<br />
Stato; poi all’articolo 73 («Sviluppo sostenibile»)<br />
si invita la Confederazione e i Cantoni<br />
a operare «a favore di un rapporto<br />
durevolmente equilibrato tra la natura, la<br />
sua capacità di rinnovamento e la sua utilizzazione<br />
da parte dell’uomo». Disposizioni<br />
costituzionali che non sfociano<br />
direttamente in atti legislativi, destinati<br />
però a definire un modello ideale su cui<br />
costruire le scelte tattiche.<br />
Con la sostenibilità così concepita, convivono<br />
qui scelte che in Italia e in molti altri<br />
Paesi europei suscitano reazioni assai contrastanti.<br />
Ogni Cantone, per esempio, ha<br />
l’obbligo di smaltire in autonomia i propri<br />
rifiuti e per farlo la Svizzera ha scelto la<br />
strada dei termovalorizzatori; l’ultimo Cantone<br />
a uniformarsi, nel 2010, il Ticino con<br />
l’impianto di Giubiasco, entrato in servizio<br />
dopo quasi trent’anni di polemiche, in<br />
grado di produrre 16 MW di energia elettrica,<br />
concepito per soddisfare le esigenze<br />
del Cantone e di parte dei Grigioni italiani<br />
(la zona del Moesano). Anche l’energia nucleare<br />
(che copre il 40% del fabbisogno<br />
elettrico del Paese) è una scelta consolidata,<br />
benchè un anno fa sia stato lanciato<br />
il piano di uscita graduale dall’atomo, con<br />
la progressiva dismissione delle cinque<br />
centrali tuttora in esercizio una volta completato<br />
il ciclo di vita.<br />
Nel 2019 si fermerà l’impianto Beznau I,<br />
quello più vecchio del 1969, nel 2022 sarà<br />
la volta di Beznau II e di Mühleberg, Gösgen<br />
nel 2029 e Leibstadt nel 2034. Secondo<br />
il governo svizzero la gradualità<br />
nell’abbandono del nucleare lascerà tutto<br />
il tempo necessario per il riassetto del sistema<br />
energetico; si tratta di una soluzione<br />
tecnicamente ed economicamente sostenibile<br />
che tiene conto del probabile aumento<br />
dei prezzi dell’energia elettrica in<br />
tutta Europa, frutto del rinnovo di infrastrutture<br />
e centrali elettriche. Proprio per<br />
questo, stando alle stime 2011, l’impatto<br />
sulla competitività <strong>della</strong> Svizzera non dovrebbe<br />
avere ripercussioni anche se è possibile<br />
che cittadini e imprese si trovino ad<br />
affrontare prezzi più alti.<br />
La politica energetica nucleare elvetica risale<br />
al 1946 e dal 1957 è addirittura incardinata<br />
nella Costituzione; la prima Legge<br />
sull’energia nucleare risale al 1959, più<br />
volte rivisitata fino all’attuale versione,<br />
quella del 2005 che ha reso ancor più selettivo<br />
il processo per il rilascio delle autorizzazioni.<br />
Oggi la competenza sull’energia nucleare,<br />
sancita dalla Costituzione all’articolo 90, è<br />
interamente riservata alla Confederazione,<br />
in particolare al Consiglio Federale (il governo)<br />
e poi all’Assemblea Federale, con<br />
la partecipazione dei Cantoni nelle fasi di<br />
osservazioni preliminari al rilascio delle autorizzazioni.<br />
Con la legge sul nucleare del 2005 e l’ordinanza<br />
specifica associata (di fatto una<br />
sorta di regolamento attuativo) si è introdotto<br />
anche il referendum facoltativo cantonale<br />
nel caso di rilascio dell’<br />
autorizzazione di massima per i nuovi impianti<br />
nucleari, permettendo così di esercitare<br />
la democrazia diretta, opzione<br />
peraltro sempre possibile a livello federale<br />
con lo strumento dell’iniziativa popolare.<br />
E’ accaduto, per esempio, nel maggio 2003<br />
quando gli svizzeri hanno detto no all’iniziativa<br />
popolare “Corrente senza nucleare”<br />
che proponeva la disattivazione<br />
progressiva delle centrali nucleari. Un no<br />
sancito all’epoca con decisione da tutti i<br />
Cantoni, con l’unica eccezione di Basilea<br />
Città. Ancor oggi termovalorizzatori e centrali<br />
nucleari convivono con le politiche<br />
delle fonti rinnovabili, un esempio più<br />
unico che raro di pragmatismo sostenibile,<br />
un’occasione davvero speciale per approfondirne<br />
le dinamiche. Così, con questo<br />
spirito, nel rinnovato quadro <strong>della</strong> formazione,<br />
una quarantina di colleghi, impegnati<br />
nelle nostre Commissioni, tra marzo e<br />
maggio, ha avuto l’occasione di visitare<br />
tanto l’impianto di termovalorizzazione dei<br />
rifiuti di Giubiasco che la centrale nucleare<br />
di Gösgen, scoprendo personalmente la<br />
centralità <strong>della</strong> comunicazione e dell’ informazione<br />
scientifica e tecnica nella vita dei<br />
cittadini svizzeri, sostenuta anche da impianti<br />
sempre aperti alle visite e tecnici capaci,<br />
votati alla divulgazione. l<br />
La professione.<br />
Che cresce.<br />
RIFORMA DELLE PROFESSIONI<br />
29/02/<strong>2012</strong><br />
ASPETTI DELLA RIFORMA<br />
29/02/<strong>2012</strong> ING. FABIO BONFA’<br />
“LA RIFORMA DELLE PROFESSIONI:<br />
UN CANTIERE INFINITO”<br />
Circolare CNI n. 5<br />
12 gennaio <strong>2012</strong> -Legge 12 novembre<br />
2011 n. 183 – Legge di Stabilità<br />
Circolare CNI Informativa n. 2<br />
CIRCOLARE CNI N. 10<br />
DEL 31 GENNAIO <strong>2012</strong><br />
INFORMATIVA N. 3<br />
Da Italia Oggi lettera del Consigliere<br />
Segretario Ing. Gasparini – Disdetta Sole<br />
24 Ore<br />
CIRCOLARE CNI:<br />
INFORMATIVA n.4<br />
CIRCOLARE CNI: INFORMATIVA N.18<br />
Allegato alla circolare N.18<br />
(DECRETO-LEGGE 24 GENNAIO<br />
<strong>2012</strong>,N. 1)<br />
Circolare CNI n. 19 – Art. 9 D.L. n.<br />
1/<strong>2012</strong> – riepilogo informativo<br />
Circolare CNI n 25 del 27 febbraio<br />
Circolare CNI n 26 del 27 febbraio<br />
LA GIORNATA DELLE PROFESSIONI -<br />
giovedì 1 marzo, ore 9,00 – 13.00<br />
(programma)<br />
Circolare CNI n. 30<br />
RIFORMA<br />
DELLE PROFESSIONI<br />
29/02/<strong>2012</strong><br />
ASPETTI DELLA RIFORMA<br />
29/02/<strong>2012</strong> ING. FABIO BONFA’<br />
“LA RIFORMA DELLE<br />
PROFESSIONI:<br />
UN CANTIERE INFINITO”<br />
Circolare CNI n. 5 12 gennaio <strong>2012</strong> -<br />
Legge 12 novembre 2011 n. 183 –<br />
Legge di Stabilità<br />
Circolare CNI Informativa n. 2<br />
CIRCOLARE CNI N. 10<br />
DEL 31 GENNAIO <strong>2012</strong><br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 11
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 12<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Indispensabile arricchire la formazione di base.<br />
Formazione continua<br />
per gestire la complessità.<br />
La rapida crescita e complessità del<br />
sapere che nasce dal continuo progresso<br />
scientifico e tecnico genera<br />
la necessità di sempre nuove specializzazioni<br />
e di un continuo aggiornamento delle<br />
professioni. Le Università si sono adeguate<br />
a questa necessità e l’elenco dei titoli di<br />
studio cresce continuamente. Anche la formazione<br />
continua tende soprattutto ad assecondare<br />
la logica delle specializzazioni. Il<br />
frazionamento del sapere comporta tuttavia<br />
rischi di obsolescenza delle professionisti<br />
di fronte a improvvisi cambiamenti<br />
tecnologici e di mercato.<br />
Non sempre i cambiamenti sono prevedibili<br />
tanto da permettere una graduale conversione<br />
verso nuove professioni, spesso<br />
sono imprevisti, di vasta portata, rapidi e<br />
sconvolgenti. Il frazionamento sempre più<br />
spinto del sapere tende a rendere ciechi a<br />
ciò che è globale, fa perdere o indebolisce<br />
i legami tra quanto è oggetto di ciascuna<br />
professione e quanto attiene ad altri ambiti<br />
correlati o dipendenti da esso. Prevale<br />
quindi la tendenza ad ottimizzare i risultati<br />
di singoli segmenti dei processi, invece che<br />
quelli dei processi, diminuisce il senso di<br />
responsabilità dell’individuo sui risultati globali<br />
e collettivi. Da questo punto di vista,<br />
la specializzazione è una risposta inadeguata<br />
alla complessità, in quanto slega ciò<br />
che è legato e sottovaluta le interdipendenze.<br />
La risposta corretta è sviluppare<br />
una “intelligenza generale capace di riferirsi<br />
al contesto in modo multidimensionale e<br />
12 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
FORUM<br />
PRESIDENTI<br />
Riforma <strong>degli</strong> Ordini Professionali.<br />
al globale” (da Edgar Morin: “I sette saperi<br />
necessari all’educazione del futuro (UNE-<br />
SCO.1999): edizione Italiana Raffaello<br />
Cortina Editore 2001) .<br />
La vulnerabilità delle professioni di fronte<br />
al rapido progresso e la necessità di sviluppare<br />
competenze per affrontare la complessità<br />
rendono indispensabile arricchire<br />
la formazione di base e quella continua<br />
<strong>degli</strong> adulti con conoscenze trasversali che<br />
amplino la visione oltre lo stretto ambito<br />
delle singole professioni. In particolare è<br />
necessario diffondere le scienze ambientali<br />
al fine di affrontare efficacemente la sfida<br />
<strong>della</strong> sostenibilità. Tali conoscenze non devono<br />
essere riservate per alcune specializzazioni<br />
ma essere inserite in tutti i<br />
programmi di studio e nella formazione<br />
continua.<br />
La Strategia UNCE per l’educazione per<br />
lo Sviluppo Sostenibile (doc. CEP/AC.<br />
13/2005/3/Rev.1) propone un “processo<br />
che dura tutta la vita, dall’educazione dell’infanzia<br />
a quella superiore fino a quella<br />
<strong>degli</strong> adulti e via oltre l’educazione formale”<br />
. “Particolare attenzione dovrebbe<br />
essere rivolta ai soggetti che hanno un<br />
ruolo di responsabilità primaria in una professione<br />
e alle sue ricadute economiche,<br />
sociali e ambientali”. Su questa linea, in Italia<br />
il Ministero dell’Istruzione dell’Università<br />
e <strong>della</strong> Ricerca e il Ministero dell’Ambiente<br />
e <strong>della</strong> tutela del Territorio e del Mare<br />
DI PIeR ANTONIO M. CASeLLATO<br />
hanno emesso (dicembre 2009) le “Linee<br />
guida per l’Educazione Ambientale e allo<br />
Sviluppo Sostenibile”. Ciò nonostante<br />
l’educazione alla sostenibilità è ancora<br />
molto carente, sia nelle scuole che e nei<br />
programmi dedicati a coloro che sono già<br />
inserti nel mondo del lavoro. La Formazione<br />
continua dovrebbe quindi essere sviluppata<br />
per rimediare urgentemente a<br />
queste carenze, eventualmente utilizzando<br />
anche metodi di formazione a distanza (elearning)<br />
già sperimentati con successo.<br />
La Commissione Ambiente sarà inoltre<br />
impegnata nel prossimo futuro a sviluppare<br />
rapporti di collaborazione sia con il<br />
Comune di Milano, per quanto riguarda le<br />
strategie di uso del suolo, sia con la Regione<br />
Lombardia per quanto riguarda i<br />
programmi che questa sta attivando in relazione<br />
al rischio idrogeologico e agli interventi<br />
di difesa del suolo. l
O<br />
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 13<br />
formare&qualificare<br />
L’energia che ci vuole.<br />
La Commissione Energia, ritiene fondamentali gli aspetti di formazione<br />
e qualificazione professionale <strong>degli</strong> iscritti. Anche a tale scopo<br />
la Commissione si è impegnata da oltre un anno nella progettazione<br />
di un corso di ampio respiro, finalizzato alla formazione di Esperti<br />
nella Gestione dell'Energia, ed in linea con quanto previsto dalla<br />
norma UNI EN 11339 relativamente alla qualificazione <strong>degli</strong> EGE.<br />
Inoltre il corso stesso verrà inquadrato nell'ambito del sistema di qualificazione<br />
interno delle competenze (Qing) che rappresenta l'impegno<br />
generale del nostro <strong>Ordine</strong> verso questa problematica.<br />
Lo scopo finale di questo progetto formativo, che per altro rappresenta<br />
la testa di ponte di un programma di formazione continua sulla<br />
materia, è quello di corrispondere<br />
in termini operativi<br />
alla missione <strong>della</strong><br />
Commissione sul punto<br />
<strong>della</strong> formazione e <strong>della</strong><br />
qualificazione professionale.<br />
Riteniamo che formazione<br />
e qualificazione abbiano una valenza assolutamente strategica<br />
nell'ambito di un prevedibile futuro riordino <strong>della</strong><br />
professione e che pertanto ci si debba impegnare affinchè il legislatore<br />
riconosca in modo deciso e non ambiguo tali presidi.<br />
La professione.<br />
Che cresce.<br />
INFORMATIVA N. 3<br />
Da Italia Oggi<br />
lettera del Consigliere Segretario<br />
Ing. Gasparini<br />
Disdetta Sole 24 Ore<br />
CIRCOLARE CNI:<br />
INFORMATIVA n.4<br />
CIRCOLARE CNI: INFORMATIVA N.18<br />
Allegato alla circolare N.18<br />
(DECRETO-LEGGE<br />
24 GENNAIO <strong>2012</strong>,N. 1)<br />
Circolare CNI n. 19 – Art. 9 D.L. n.<br />
1/<strong>2012</strong> – riepilogo informativo<br />
Circolare CNI n 25 del 27 febbraio<br />
Circolare CNI n 26 del 27 febbraio<br />
LA GIORNATA<br />
DELLE PROFESSIONI - giovedì 1<br />
marzo, ore 9,00 – 13.00<br />
Circolare CNI n. 30<br />
Circolare CNI n 31 del 29 febbraio<br />
Circolare CNI n. 39 del 7 marzo<br />
Circolare CNI n. 43 del 23 marzo<br />
Articolo da Italia Oggi del 24/3/<strong>2012</strong> –<br />
La cassazione difende gli ordini: gli<br />
adempimenti tipici delle professioni non<br />
possono essere svolti da altri.<br />
Circolare CNI n. 67<br />
del 28 maggio <strong>2012</strong><br />
Circolare n. 67 (allegato 1)<br />
Circolare n. 67 (allegato 2)<br />
Vuoi proseguire<br />
il dibattito?<br />
Scrivi un commento e invialo a:<br />
ufficiostampa@ordineingegneri.milano.it<br />
oppure cercaci su Facebook , Twitter<br />
e Linkedin!<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 13
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 14<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
E’ necessario che l’Italia si doti con<br />
urgenza di un indirizzo chiaro per<br />
la definizione di una strategia<br />
energetica nazionale, che consideri i vincoli<br />
e la storia che ci caratterizzano,<br />
comprenda le potenzialità delle nostre risorse<br />
e che inquadri i diversi obiettivi<br />
da raggiungere”.<br />
A pronunciare queste parole è l’ing.<br />
Silvio Bosetti, direttore <strong>della</strong> Fondazione<br />
Energylab e consigliere dell’<strong>Ordine</strong><br />
<strong>degli</strong> ingegneri di Milano, che da<br />
molto tempo invoca la stesura di una<br />
strategia nazionale, che affronti complessivamente<br />
il tema dell’approvvigionamento,<br />
<strong>della</strong> distribuzione e <strong>della</strong><br />
14 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Abbiamo<br />
l’energia<br />
giusta?<br />
gestione del sistema energetico del<br />
Paese. Una vera e propria emergenza,<br />
più volte sottolineata negli intenti governativi,<br />
ma mai affrontata con il dovuto<br />
decisionismo. Recentemente, anche il<br />
ministro Passera ha rilanciato il tema sostenendo<br />
che “l’efficienza energetica è<br />
la prima delle leve perché coglie tutti gli<br />
obiettivi di politica energetica. Partiamo<br />
da norme incentivanti come la detrazione<br />
d'imposta del 55%, ma bisogna<br />
andare oltre: possiamo e vogliamo perseguire<br />
una vera leadership industriale<br />
nel settore”. In questo senso, è necessario<br />
un programma nazionale “ampio e<br />
articolato” per cui “nelle prossime settimane<br />
ci sentirete proporre molte cose in<br />
questo settore”. L’interesse <strong>della</strong> comunità<br />
scientifica, dei ceti produttivi e <strong>degli</strong><br />
enti regolatori nazionali non vedono l’ora<br />
che si metta all’ordine del giorno la strategia.<br />
Perché Energylab ha avviato, con largo<br />
anticipo, la riflessione sulla Strategia<br />
Energetica Nazionale? “Lo scopo che<br />
ci si è prefissati è stato quello di riflettere<br />
insieme e di radunare alcuni suggerimenti<br />
per contribuire al processo<br />
che, ci si augura, porterà all’elaborazione<br />
ed allo sviluppo di un documento<br />
istituzionale.<br />
Il nostro contributo è caratterizzato<br />
da un approccio articolato e multidisciplinare”.<br />
l
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 15<br />
La questione energetica è l’unica in grado di<br />
affrontare e governare la crisi del momento<br />
e, al contempo, predisporre il giusto sviluppo.<br />
Una strategia fondamentale.<br />
Gli accademici che hanno espresso<br />
le loro opinioni lavorano in ambiti<br />
diversi: dall’economia all’ingegneria,<br />
dalla giurisprudenza alle scienze<br />
umanistiche.<br />
Evidentemente un intervento come questo<br />
non può ritenersi esaustivo dei complessi<br />
aspetti legati ad un argomento così<br />
vasto quale è quello <strong>della</strong> strategia energetica.<br />
La volontà è pertanto quella di fornire<br />
uno strumento di confronto, che<br />
riteniamo utile allo sviluppo di un dibattito<br />
per l’individuazione delle priorità e <strong>degli</strong><br />
specifici elementi che devono costituire un<br />
efficace strumento di governo <strong>della</strong> politica<br />
energetica italiana, la cui necessità è<br />
tanto urgente quanto evidente.<br />
Nello svolgimento del lavoro è stato contemporaneamente<br />
compiuto un percorso<br />
di ascolto di alcuni soggetti qualificati rilevanti<br />
per il settore. Sono stati raggiunti, tramite<br />
interviste, esponenti <strong>della</strong> politica,<br />
dell’impresa, <strong>della</strong> società civile e, in generale,<br />
dei maggiori portatori di interesse.<br />
Altri soggetti si sono resi disponibili a collaborare<br />
sul tema, condividendo pareri e<br />
dati di sistema. Questi contributi saranno<br />
base di quel dialogo e confronto tra le<br />
parti necessario per lo sviluppo efficace di<br />
una strategia a livello di Paese.<br />
Il documento è stato organizzato in tre sezioni.<br />
Nella prima si analizzano le ragioni e<br />
le aspettative per una Strategia Energetica<br />
Nazionale (SEN), nella seconda è presente<br />
un inquadramento sulla situazione dell’energia<br />
in Italia oggi ed infine nella terza<br />
parte si indicano le nostre priorità e raccomandazioni<br />
per la redazione di una<br />
SEN. In questo numero ne pubblichiamo<br />
alcuni stralci per raccontare la complessità<br />
e la ricchezza del lavoro.<br />
Si apre una fase fondamentale di ascolto e<br />
di lavoro sinergico con le governance di<br />
settore e, ovviamente, con il Governo. l<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 15
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 16<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Necessità ed urgenza di una Strategia energetica.<br />
A cosa serve, quali sono gli attori?<br />
La Strategia Energetica Nazionale<br />
(SEN) è stata indicata dal Decreto<br />
n. 112 del 2008 come un piano per<br />
«individuare le priorità e le misure necessarie<br />
al fine di garantire la sicurezza nella<br />
produzione di energia, la diversificazione<br />
delle fonti energetiche […] e il miglioramento<br />
<strong>della</strong> competitività del sistema<br />
energetico nazionale».<br />
Sempre secondo il sopra menzionato Decreto,<br />
il Governo dovrà attuare la Strategia<br />
su proposta dei ministri dello Sviluppo<br />
Economico e dell’Ambiente. La centralità<br />
<strong>della</strong> questione energetica si pone dunque<br />
prioritaria sia in termini economici (competitività)<br />
che ambientali e di sicurezza<br />
energetica nazionale (vulnerabilità delle<br />
economie attuali rispetto a crisi energetiche).<br />
La questione trova il proprio collocamento<br />
nelle politiche <strong>della</strong> Commissione Europea<br />
che, oltre agli specifici e noti obiettivi al<br />
2020, ha formulato indirizzi generali, lasciando<br />
ai singoli Stati la scelta di come<br />
perseguire gli obiettivi indicati.<br />
L’abbandono dell’ipotesi del ricorso alla<br />
fonte nucleare, sancito dal referendum popolare<br />
dei 12-13 <strong>giugno</strong> scorsi, non ha certamente<br />
semplificato il quadro di<br />
programmazione nazionale circa l’energia,<br />
ma ha contribuito quantomeno a chiarirlo.<br />
Infatti, il mix energetico attuale dell’Italia<br />
per la produzione di energia elettrica è<br />
molto diverso da quello di tutte le grandi<br />
nazioni industrializzate che, senza ecce-<br />
16 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
zioni, producono gran parte dell'energia<br />
elettrica da carbone e/o nucleare.<br />
Esso è caratterizzato da un forte utilizzo<br />
del gas naturale, da uno scarso ricorso al<br />
carbone, dall’assenza del nucleare, dalla dipendenza<br />
dall’estero, e da una relativamente<br />
consistente produzione da fonti<br />
rinnovabili (in particolare idroelettrica).<br />
Congiuntamente con altre, questa situazione<br />
è la principale causa <strong>degli</strong> elevati<br />
costi dell'elettricità nel nostro Paese, con<br />
le inevitabili conseguenze che questo comporta<br />
in termini di competitività nel contesto<br />
europeo e mondiale.<br />
A partire da scenari predefiniti, a nostro<br />
avviso, una Strategia Energetica ha innanzitutto<br />
il compito di definire un obiettivo<br />
(o alcuni obiettivi ma ben coordinati tra di<br />
loro) di medio-lungo periodo, rispetto al<br />
quale declinare una serie di ambiti e passaggi<br />
necessari al suo perseguimento. Inoltre<br />
la SEN deve indicare tutti gli ambiti sui<br />
quali è necessario intervenire, stabilire<br />
obiettivi settoriali e mostrare passaggi certi<br />
- anche da un punto di vista temporale.<br />
Da un punto di vista organizzativo deve indicare<br />
i conseguenti ruoli e obiettivi dei<br />
soggetti coinvolti e, infine, non può dimenticare<br />
gli aspetti economici circa i costi<br />
delle operazioni previste, mostrando i possibili<br />
strumenti per convogliare gli investimenti<br />
privati o di interesse pubblico e<br />
nazionale.<br />
Come si vedrà in seguito, quest’ultimo<br />
aspetto risulta essere particolarmente de-<br />
licato. Pertanto, sono fondamentali i cosiddetti<br />
“strumenti di previsione”. Ci si potrebbe<br />
utilmente avvalere di algoritmi<br />
matematico-economici di programmazione<br />
di cui ormai si ha molta esperienza<br />
sia a livello internazionale che nazionale. In<br />
particolare in Italia, alcuni esperti appartenenti<br />
ad Istituzioni e Centri di Ricerca, in<br />
collegamento con analoghi centri stranieri,<br />
hanno da tempo sviluppato conoscenze di<br />
tali metodologie modellistiche.<br />
Naturalmente la SEN non si riduce a<br />
quanto appena delineato, per almeno due<br />
ragioni.<br />
Non bisogna dare l’impressione che la<br />
programmazione si limiti all’utilizzo di un<br />
modello matematico computerizzato. Una<br />
strategia energetica è ben più di questo.<br />
L’ausilio <strong>degli</strong> strumenti è utile per evidenziare<br />
legami e vincoli in un sistema complesso<br />
che altrimenti potrebbero essere<br />
trascurati. Inoltre, lungi dal fornire indicazioni<br />
e percorsi da seguire alla lettera, le<br />
analisi di scenario permettono di disegnare<br />
scenari alternativi e tendenze differenti<br />
a seconda dei parametri che si vanno<br />
a modificare, mantenendo e salvaguardando<br />
l’organicità dell’intero sistema.<br />
Infine, la SEN consente di monitorare in<br />
modo rapido e continuo la situazione presente<br />
e di osservare nel tempo gli adattamenti<br />
e le modifiche che eventi<br />
geopolitici (si pensi al prezzo del petrolio)<br />
e innovazioni tecnologiche comportano.<br />
Nel 2008, con l'articolo 7 del Decreto<br />
Legge n. 112, il legislatore ha introdotto
.<br />
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 17<br />
nell'ordinamento l'istituto <strong>della</strong> Strategia<br />
Energetica. Qual è il ruolo auspicato di una<br />
SEN? Il Decreto Legge 34/2011, come<br />
modificato dalla Legge di conversione n.<br />
75/2011, aveva dettato una nuova formulazione<br />
che manteneva l'istituto <strong>della</strong> SEN<br />
senza riferimento al nucleare. Tuttavia,<br />
anche questa nuova formulazione è stata<br />
abrogata dal referendum del 12 e 13 <strong>giugno</strong><br />
2011. Rimangono naturalmente nell'ordinamento<br />
una serie di disposizioni<br />
concernenti piani su singoli settori dell'energia<br />
(escludendo il nucleare, gas, elettricità,<br />
rinnovabili, ecc.) e relative<br />
infrastrutture.<br />
Si segnala che nel biennio 2008-2010 non<br />
è stato adottato un atto di indirizzo generale<br />
per la definizione <strong>della</strong> SEN, né è stata<br />
convocata la Conferenza nazionale dell'energia<br />
e dell'ambiente.<br />
Al di là dell’impegno governativo, da<br />
tempo sono molte le voci che sottolineano<br />
la necessità di dotarsi di una linea<br />
politica nazionale che orienti il settore<br />
dell’energia per i prossimi decenni.<br />
Il “piano energetico” ha lo scopo di indicare<br />
le priorità per il lungo periodo - e di<br />
conseguenza anche con importanti ricadute<br />
nel breve - al fine di conseguire gli<br />
obiettivi <strong>della</strong> diversificazione delle fonti di<br />
energia e delle aree di approvvigionamento,<br />
del potenziamento del sistema di<br />
infrastrutture, <strong>della</strong> promozione delle fonti<br />
rinnovabili e dell’efficienza energetica, del<br />
potenziamento <strong>della</strong> ricerca nel settore<br />
energetico e <strong>della</strong> sostenibilità ambientale<br />
nella produzione e negli usi dell'energia.<br />
A tutto il mese di ottobre 2011, la redazione<br />
<strong>della</strong> SEN ha visto impegnate alcune<br />
istituzioni, tra cui i due Ministeri preposti<br />
(Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero<br />
dell’Ambiente) ed il Senato (tramite<br />
l’attività di consultazione <strong>della</strong> X<br />
Commissione Senato Industria).<br />
Una premessa è necessaria prima <strong>della</strong> definizione<br />
dei contenuti <strong>della</strong> Strategia, cioè<br />
sottolineare come la predisposizione di<br />
una SEN vuol dire programmare il futuro<br />
energetico del Paese per i prossimi decenni.<br />
I cambiamenti istituzionali intervenuti<br />
negli ultimi vent’anni hanno<br />
definitivamente reso desueta la parola<br />
“pianificazione” che a lungo ha caratterizzato<br />
la nostra politica energetica quando<br />
sostanzialmente esistevano e operavano<br />
sul mercato due monopoli statali e<br />
quando i costi delle materie prime e <strong>degli</strong><br />
investimenti infrastrutturali erano essenzialmente<br />
posti a carico delle bollette dei<br />
consumatori.<br />
La libera iniziativa <strong>degli</strong> operatori va pertanto<br />
assicurata, ma nell’ambito di un sistema<br />
legislativo e regolatorio che assicuri<br />
stabilità in termini di quadro normativo e<br />
scelte ambientalmente accettabili e che<br />
soprattutto sia inquadrata in uno schema<br />
generale di priorità. Infatti la SEN ha anche<br />
il primario impegno di orientare le scelte<br />
libere di investimento e gestione del sistema<br />
energetico.<br />
L’importanza dei riferimenti europei è indiscutibile:<br />
l’orizzonte per i prossimi anni è<br />
necessariamente quello del mercato unico<br />
europeo di cui bisogna considerarne le<br />
tendenze e i benefici. È indiscutibile che<br />
con la liberalizzazione <strong>degli</strong> anni Novanta<br />
e la spinta verso la formazione di un mercato<br />
interno europeo, la regolazione indipendente<br />
ha avuto un ruolo<br />
predominante. Allo stato attuale, senza disconoscere<br />
la rilevanza di questo tipo di<br />
regolazione, la politica energetica si intreccia<br />
con altre politiche (ambientali, competitive,<br />
ecc.).<br />
La SEN non può comunque essere di tipo<br />
dirigistico come accaduto fino agli anni Ottanta.<br />
Ora occorre riconoscere e sottolineare<br />
la scelta già attivata del mercato<br />
libero.<br />
È opportuno considerare il tema anche in<br />
ottica europea e di apertura del mercato<br />
(nuove linee elettriche, strategie comuni o<br />
complementari con altri Paesi europei,<br />
ecc.). La Commissione Europea ha recentemente<br />
proposto nuove regole riguardanti<br />
la sicurezza <strong>degli</strong> approvvigionamenti<br />
energetici e la cooperazione internazionale.<br />
In particolare le disposizioni del 7 settembre<br />
2011 creerebbero per gli Stati<br />
membri l'obbligo di condividere con Bruxelles<br />
i termini <strong>degli</strong> accordi e conferire all'esecutivo<br />
europeo la competenza per<br />
negoziare taluni accordi energetici da<br />
parte dei Governi <strong>degli</strong> Stati membri.<br />
I cambiamenti che – negli ultimi anni – si<br />
sono susseguiti sul fronte internazionale<br />
hanno inciso in maniera importante sugli<br />
scenari energetici dei Paesi sviluppati, europei<br />
in particolare. Nei primi mesi del<br />
2008, è deflagrata la crisi economica, innescata<br />
l’anno precedente negli Stati Uniti<br />
dalla crisi dei mutui sub-prime.<br />
Nel gennaio 2008, il prezzo del petrolio ha<br />
superato i 100 dollari al barile per la prima<br />
volta nella sua storia, continuando a salire<br />
nei mesi successivi fino ad arrivare a 147<br />
dollari al barile a luglio, per poi flettere.<br />
Mentre scriviamo queste note il prezzo si<br />
attesta attorno agli 80 dollari. La crisi eco-<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 17
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 18<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
nomica ha inoltre riportato indietro l’orologio<br />
dei consumi elettrici di dieci anni. Sul<br />
finire del 2010, sono iniziati i primi disordini<br />
e tumulti popolari che, partendo dalla Tunisia,<br />
sono arrivati, nel gennaio 2011, a contagiare<br />
Egitto, Yemen e Bahrein, fino alla<br />
rivoluzione in Libia.<br />
I mercati energetici hanno reagito con impennate<br />
dei prezzi indotte da timori sulle<br />
forniture future. Nonostante gli approvvigionamenti<br />
di greggio libico siano stati praticamente<br />
azzerati, così come è stato<br />
bloccato il gas che fluiva in Italia, si è mantenuta<br />
una fragile situazione di calma.<br />
Tuttavia, per quanto potenzialmente seria<br />
sia la crisi nordafricana, essa è passata in<br />
secondo piano quando l’11 marzo 2011 si<br />
è verificato il disastro <strong>della</strong> centrale nucleare<br />
di Fukushima in Giappone. Uno<br />
<strong>degli</strong> aspetti determinanti delle ipotesi<br />
strategiche riguarda inevitabilmente la previsione<br />
<strong>della</strong> domanda e dell’offerta di<br />
energia.<br />
Sulla domanda energetica, che in Italia da<br />
alcuni anni è stabile, incidono vari fattori,<br />
fra i quali la congiuntura economica, la tipologia<br />
dei processi industriali, le abitudini<br />
dei cittadini, il livello di efficienza negli impieghi<br />
energetici.<br />
Le previsioni delineate di seguito valgono<br />
nell'ipotesi di una seppur debole ma persistente<br />
crescita dell'economia italiana. Sul<br />
Scheda<br />
La situazione energetica italiana è caratterizzata da decenni<br />
da ben note anomalie che possono essere così<br />
sintetizzate:<br />
• Forte sbilanciamento del mix produttivo verso le fonti fossili<br />
• Aumenti modesti dei consumi<br />
• Elevata dipendenza dalle importazioni<br />
• Rilevanza del prezzo del petrolio ed elevata “fattura” energetica<br />
18 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
fronte dei consumi elettrici si prevede per<br />
i prossimi anni una crescita leggera, dovuta<br />
ad una maggior diffusione del vettore<br />
elettrico, anche in sostituzione di altri vettori<br />
energetici (ad esempio il riscaldamento<br />
mediante pompa di calore, in<br />
sostituzione <strong>della</strong> caldaia a combustibili<br />
fossili).<br />
La crescita è solo in parte compensata<br />
dalla riduzione del consumo elettrico dovuta<br />
a prodotti elettrici più efficienti. Per<br />
quanto riguarda i consumi energetici negli<br />
altri settori, si prevede una riduzione di<br />
quelli termici nel settore civile.<br />
Tale diminuzione è dovuta in gran parte<br />
all’incremento dell’efficienza energetica<br />
negli edifici e nell’industria, dove è da<br />
tempo in atto uno spostamento verso<br />
produzioni a minor intensità energetica.<br />
Il nostro Paese importa una grande quantità<br />
di gas naturale dagli Stati del Nord<br />
Africa (Algeria e Libia in primis). Anche<br />
una gran parte dell’olio combustibile<br />
giunge dalla Libia (almeno fino all’inizio<br />
<strong>della</strong> rivoluzione che ha portato alla destituzione<br />
del regime di Gheddafi).<br />
Nei prossimi anni si aprirà un fronte anche<br />
per la produzione di energia elettrica in<br />
quelle nazioni affacciate sul Mediterraneo.<br />
La Direttiva UE sulle energie rinnovabili incoraggia<br />
l’investimento in Paesi terzi, pre-<br />
vedendone la valorizzazione nel territorio<br />
<strong>della</strong> comunità locale. Tuttavia finora nessun<br />
serio progetto si è materializzato e<br />
quello annunciato (Marocco-Francia via<br />
Spagna) appare ancora simbolico. Uno dei<br />
pochi veri risultati di questa serie di azioni<br />
è rappresentato dal varo dei Piani Nazionali<br />
Solari di alcuni Paesi del Sud, quali: Marocco<br />
(8 GW al 2020 con un piano solare<br />
in corso di 2 GW gestito da una Agenzia<br />
unica, Masen); Tunisia (40 progetti di cui 17<br />
solari, 3 eolici, 7 di efficienza, 7 biomasse<br />
per investimento di 2 miliardi di euro); Algeria<br />
(3 GW solari fotovoltaici e termodinamici<br />
con decisa connotazione di<br />
sviluppo industriale); Egitto (annunciati<br />
nuovi progetti fino a 15 GW).<br />
Questi trend energetici nel Mediterraneo,<br />
che attualmente appaiono lontani dalla sostenibililtà,<br />
possono creare aspettative illusorie.<br />
Essi devono essere oggetto di<br />
verifica prima di poter venire inclusi in una<br />
Strategia Energetica Nazionale.<br />
Se il nesso con le Direttive <strong>della</strong> Comunità<br />
Europea e le dinamiche internazionali<br />
sono fonte di aspettative e alternative di<br />
indirizzo, anche a livello locale gli indirizzi<br />
e le scelte energetiche hanno forti legami.<br />
Il punto di maggior attrito tra le parti riguarda<br />
l’aspetto delle infrastrutture - comunque<br />
ridimensionato con l’abbandono<br />
• Arresto <strong>della</strong> opzione nucleare<br />
• Scarso utilizzo del carbone<br />
• Rilevante quota d’importazione (15%) di energia elettrica,<br />
per lo più nucleare<br />
• Costo dell’energia significativamente superiore a quello<br />
<strong>degli</strong> altri Paesi europei sia per il privato che per l’industria<br />
• Prevalenza del trasporto su gomma rispetto a quello ferroviario<br />
o marittimo.
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 19<br />
del nucleare - che dovrà essere discusso e<br />
definito all’interno delle procedure di intesa<br />
già esistenti o che potrebbero essere<br />
riviste in sede di ridefinizione di obiettivi<br />
(la tipologia e il carico infrastrutturale locale<br />
dipende anche dal mix energetico che<br />
la SEN deciderà di privilegiare).<br />
Nel nuovo scenario appare sempre più<br />
decisiva la valutazione delle necessità di investimenti<br />
in infrastrutture di rete (sia<br />
nell’elettrico che nel gas) legate alle nuove<br />
fonti di produzione elettrica.<br />
Cosa implica l’installazione di migliaia di impianti<br />
eolici e fotovoltaici sulle reti? Dove<br />
caricare gli investimenti per il rinnovo <strong>della</strong><br />
rete?<br />
L’Italia dispone di un sistema di trasporto<br />
e distribuzione dell’elettricità diffuso e moderno.<br />
Tuttavia, ci sono alcuni problemi di<br />
collegamento che restano tuttora aperti,<br />
in particolare nel sud Italia e con le isole<br />
maggiori. Nonostante si stiano sviluppando<br />
importanti progetti per la riduzione delle<br />
criticità, sussistono ancora alcuni nodi rallentati<br />
da motivi autorizzativi locali che devono<br />
essere rapidamente rimossi. Inoltre,<br />
la rete elettrica risente <strong>della</strong> sua iniziale impostazione<br />
in un contesto nazionale e non<br />
europeo, ed è ancora inadeguata ad assicurare<br />
una piena integrazione del mercato<br />
italiano in quello continentale.<br />
È opportuno che il problema venga affrontato<br />
in tempi brevi.<br />
Il forte e rapido impulso alla produzione<br />
di energia da fonti rinnovabili ha creato situazioni<br />
molto critiche, sia per la necessità<br />
di nuovi collegamenti che per la gestione<br />
delle successive priorità di dispacciamento.<br />
Tralasciando la dibattuta questione dell'impatto<br />
<strong>della</strong> Direttiva 73/2009 sulla relazione<br />
tra Snam Rete Gas ed Eni, il tema<br />
del gas si collega con quello dell’aumento<br />
dell’importanza di questa fonte e sempre<br />
più attuale gestione dell’importazione<br />
dall’estero. Il dibattito è aperto da troppo<br />
tempo, bisogna puntare ancora su nuovi<br />
rigassificatori o su nuovi gasdotti, la politica<br />
deve continuare ad intervenire dando precise<br />
indicazioni al riguardo? L’Italia può e<br />
vuole essere il futuro Hub del gas, ovvero<br />
un nodo centrale dell’approvvigionamento<br />
proveniente da sud (Nord Africa) e da est<br />
(Kazakistan, Mar Caspio) e successivo inoltro<br />
verso l’Europa centrale?<br />
Per questa ragione, alla luce delle significative<br />
trasformazioni attese relative alle caratteristiche<br />
dei veicoli e dunque alle<br />
tipologie di propulsione, le previsioni in<br />
merito al fabbisogno specifico del settore<br />
assumono un ruolo cruciale dal punto di<br />
vista quantitativo e qualitativo nella definizione<br />
<strong>degli</strong> scenari futuri con particolare<br />
riferimento al 2050.<br />
Si ritiene pertanto opportuna l’adozione<br />
di specifici strumenti di monitoraggio e<br />
previsione al fine di controllarne<br />
il potenziale impatto.<br />
A titolo di esempio, le previsioni di penetrazione<br />
delle propulsioni elettriche sono<br />
piuttosto variabili e si attestano al 2030 tra<br />
l’11% e il 30% delle vendite, plausibilmente<br />
concentrate - almeno nel primo periodo<br />
- sul segmento <strong>della</strong> mobilità urbana.<br />
Parallelamente, per quanto riguarda il mercato<br />
italiano, la diffusione dell’alimentazione<br />
a metano è ad oggi un fatto<br />
significativo e le prospettive di sviluppo<br />
delle tecnologie di produzione di biogas<br />
rappresentano un potenziale da considerare<br />
nel medio-lungo periodo.<br />
Al di là <strong>della</strong> domanda e dell’offerta globale,<br />
bisogna partire dal basso (bottomup)<br />
per individuare i problemi e le<br />
potenzialità. La distinzione più facile è<br />
quella tra settore elettrico e altre fonti per<br />
quanto riguarda gli impieghi finali e l’analisi<br />
dei principali settori (civile, industria, trasporti)<br />
in modo da evidenziare il contributo<br />
che<br />
possono dare le diverse fonti. Prevedendo<br />
un tendenziale aumento <strong>della</strong> penetrazione<br />
del gas, è opportuno chiedersi quali<br />
sono le ricadute in termini di policy.<br />
Nello scenario nazionale esiste una questione<br />
amministrativa dominante anche se<br />
troppo spesso trascurata, quella <strong>della</strong> fiscalità.<br />
Il punto di partenza, è la proposta di<br />
Direttiva avanzata in primavera dalla Commissione11<br />
sulla quale si sono susseguite<br />
diverse reazioni (è stato lanciato un processo<br />
di consultazione finito a <strong>giugno</strong>).<br />
Senza razionalità e coordinamento fiscale<br />
non ci può essere una politica energetica<br />
competitiva ed europea che punti davvero<br />
a creare un mercato unico dell’energia.<br />
Altri temi importanti ruotano intorno alla<br />
seguente domanda: perché in Italia l’energia<br />
costa mediamente di più che nel resto<br />
dell’UE per le famiglie e le imprese?<br />
Bisogna approfondire il tema nella inevitabile<br />
contrapposizione tra esigenza di cassa<br />
dello Stato e crescita <strong>della</strong> competitività.<br />
Sarebbe utile che venisse ulteriormente<br />
esplicitato il costo previsto <strong>degli</strong> attuali incentivi<br />
in modo da mettere in evidenza il<br />
loro ammontare, la loro dinamica e le loro<br />
implicazioni.<br />
Questa conoscenza è preliminare a qualsiasi<br />
indicazione di revisione/continuazione<br />
delle attuali politiche. Anche in questo caso<br />
la base conoscitiva esiste già (per quanto<br />
riguarda tutti i diversi sistemi di incentivazione)<br />
ed è contenuta nel PAN-ER del<br />
201012. Manca però un aggiornamento<br />
che prenda in considerazione le innova-<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 19
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 20<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
zioni introdotte nel 2011, con particolare<br />
riguardo al “Conto Energia” e sviluppi<br />
un’analisi critica complessiva.<br />
È importante considerare che le regole da<br />
rispettare, tecniche ed amministrative, si rivelano,<br />
col passare <strong>degli</strong> anni e nell’intero<br />
continente, sempre maggiormente connotate<br />
da vincoli più stringenti per tutto ciò<br />
che è nuovo (dagli edifici alle auto ai prodotti<br />
di largo consumo).<br />
Dando un veloce sguardo agli operatori<br />
del settore, tra le utility annoveriamo<br />
aziende eccellenti, a cominciare da Eni ed<br />
Enel, e nelle infrastrutture Terna e Snam<br />
Rete Gas. Ma in tutti i settori (oil & gas,<br />
elettricità, calore, servizi) ci sono ottime<br />
aziende sia di grandi che di medie dimen-<br />
20 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
sioni. Le imprese italiane dell’energia hanno<br />
una tradizione ed un mercato anche di<br />
grande valore internazionale (componenti,<br />
prodotti, ingegneria, costruzioni, ecc). Per<br />
questo aspetto manca una base conoscitiva<br />
solida, che è il primo elemento per potere<br />
intervenire efficacemente. In<br />
particolare per i settori per i quali si prevede<br />
il maggiore sviluppo futuro (rinnovabili<br />
ed efficienza energetica) sarebbe bene<br />
analizzare il quadro che mostri quanto<br />
<strong>degli</strong> investimenti porta lavoro in Italia e<br />
quanto invece conduce ad importazioni.<br />
Il settore energetico ha un fatturato annuo<br />
che supera i 230 miliardi di euro, assorbe<br />
un’occupazione diretta di circa 118 mila<br />
addetti, alimenta alcuni importanti settori<br />
collegati sia industriali (dall’impiantistica alle<br />
Le raccomandazioni e... le priorità.<br />
Assicurare chiarezza negli obbiettivi,<br />
negli scenari del fabbisogno e nell’orizzonte<br />
temporale.<br />
- Definire e consolidare come obiettivi primari <strong>della</strong> Strategia<br />
quelli europei: crescita <strong>della</strong> competitività, mantenimento <strong>della</strong><br />
sicurezza, rispetto dell’ambiente.<br />
- Fissare orizzonti temporali <strong>della</strong> strategia a 10 e a 30 anni:<br />
sono opportuni sia il traguardo al 2020 che al 2040.<br />
- Coprire tutti gli ambiti energetici: le fonti, la produzione e la<br />
trasmissione, l’utilizzo dell’energia civile ed industriale, il settore<br />
dei trasporti.<br />
- Individuare una espressione politica che valorizzi il ruolo<br />
dello Stato e delle Regioni nonché il rispetto <strong>della</strong> libera iniziativa<br />
<strong>degli</strong> operatori.<br />
- Seguire un percorso di consultazione dei soggetti interessati<br />
prima <strong>della</strong> definizione <strong>della</strong> Strategia.<br />
Garantire la necessaria correlazione con il<br />
quadro europeo.<br />
- Esaminare il quadro europeo, sia dal punto di vista delle Di-<br />
costruzioni, dalla siderurgia all’industria<br />
elettromeccanica) sia nei servizi (dalla progettazione<br />
ai trasporti, dalla ricerca alla formazione),<br />
e realizza investimenti sul<br />
territorio per almeno 16 miliardi di euro<br />
l’anno13.<br />
Per tale ragione l’industria manifatturiera e<br />
<strong>della</strong> componentistica italiana potrebbe avvantaggiarsi<br />
<strong>della</strong> situazione e costruire<br />
una base di “competenze-Paese” poi rivendibili<br />
nel mondo.<br />
Purtroppo, le imprese italiane non sono<br />
state in grado di catturare ampi settori ed<br />
opportunità quali l’eolico ed il fotovoltaico<br />
(in entrambi i casi l’industria cinese e tedesca<br />
hanno riportato maggiori successi).<br />
La vitalità dell’impresa italiana si è mostrata<br />
sulla coda <strong>della</strong> filiera dei prodotti, attra-<br />
rettive che dei finanziamenti, rispettando obblighi e valorizzando<br />
i margini di libertà <strong>della</strong> politica comunitaria.<br />
- Valorizzare il contesto comunitario anche individuando sinergie<br />
e strategie comuni o complementari con altri Paesi europei.<br />
- Individuare e promuovere piani sulle infrastrutture che consentano<br />
accesso ai cospicui contributi finanziari <strong>della</strong> Comunità.<br />
- Indirizzare le scelte sulle interconnessioni delle reti (elettriche<br />
e gas) sia verso i Balcani che il Nord Africa, previa verifica dei<br />
trend energetici nel Mediterraneo.<br />
Valorizzare, per il fabbisogno elettrico, le<br />
alternative di generazione (mix energetico).<br />
- Riesaminare i dati sull’attuale potenza totale installata, il suo<br />
share ed esplicitare le sue criticità.<br />
- Prevedere una possibile correzione al 2030 definendo quale<br />
sia il realistico, possibile ed ulteriore aumento delle fonti rinnovabili<br />
(elettriche e termiche).<br />
- Aumentare sensibilmente le infrastrutture che assicurino il<br />
contributo <strong>degli</strong> accumuli elettrici (bacini idroelettrici, batterie,
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 21<br />
verso una fitta rete di servizi ed installatori<br />
in loco. Questo aspetto porta con sé elementi<br />
vantaggiosi (basse barriere all’entrata<br />
per avviare una società di servizi) ma<br />
anche alcuni rischi (minori margini, forte<br />
dipendenza dai produttori di tecnologia<br />
stranieri e dalle loro integrazioni verticali).<br />
Il mercato delle infrastrutture dell’energia<br />
si troverà a poter fornire imponenti nuovi<br />
mercati in Asia (Cina ed India) e in Sud<br />
America.<br />
Nei prossimi 10 anni oltre metà <strong>degli</strong> investimenti<br />
del settore avverranno in Cina,<br />
dove nel 2010 sono state avviate oltre 120<br />
centrali elettriche di grandi dimensioni. Le<br />
imprese italiane (dall’elettromeccanica, alla<br />
componentistica, ai servizi di ingegneria)<br />
possono offrire una qualità indiscussa. Occorre<br />
però sia una creazione di filiera e di<br />
ecc), previa un’attenta analisi costi-benefici.<br />
- Potenziare gli impianti di cogenerazione locali (civili ed industriali)<br />
con l’alimentazione a gas naturale.<br />
- Puntare sul carbone attraverso le clean coal technologies<br />
con impianti predisposti per successive integrazioni con tecnologie<br />
di sequestro <strong>della</strong> CO2.<br />
- Diffondere ed aumentare numero ed efficienza delle centrali<br />
di smaltimento rifiuti (le cosiddette Waste to energy).<br />
- Incentivare (nel lungo periodo) la produzione di elettricità con<br />
solare termodinamico.<br />
Indicare le modalità che garantiscono la<br />
sicurezza <strong>degli</strong> approvvigionamenti energetici<br />
e la cooperazione internazionale.<br />
- Prevedere un’accurata valutazione delle reali vulnerabilità e<br />
dei “rischi paese” per la dipendenza energetica.<br />
- Definire la necessità e l’opportunità di potenziamento del numero<br />
dei terminali GNL.<br />
- Precisare gli indirizzi politici a sostegno dello sviluppo dei gasdotti<br />
provenienti dal Nord Africa e dai Paesi dell’Est.<br />
distretti che un adeguato sostegno alla internazionalizzazione.<br />
Un altro ambito di eccellenza energetica<br />
nazionale è quello <strong>della</strong> ricerca e innovazione<br />
in cui la collaborazione internazionale<br />
è indispensabile. Ma, qui come in altri<br />
settori industriali, il livello finanziario di sostegno<br />
alla ricerca è ridotto sia negli importi<br />
che nell’inserimento delle politiche<br />
di investimento sia dei privati che del pubblico.<br />
In Italia, ciò nonostante, la tradizione<br />
<strong>della</strong> ricerca e dell’innovazione è indubbiamente<br />
di qualità ed è arrivata a risultati di<br />
valore in tutta la seconda metà del novecento.<br />
La definizione dei temi da considerare e<br />
<strong>della</strong> loro priorità comporta l’effettuazione<br />
di studi rilevanti che richiedono uno sforzo<br />
importante di analisi tecnica ed economica<br />
e, successivamente, la necessità di avere un<br />
supporto politico al fine di indirizzare le risorse.<br />
l<br />
- Potenziare la capacità <strong>degli</strong> stoccaggi per il gas naturale prevedendone<br />
di nuovi.<br />
- Partecipare attivamente al miglioramento dell'integrazione<br />
dei sistemi elettrici con gli altri Paesi europei.<br />
- Acconsentire le esplorazioni per lo sfruttamento di pozzi di<br />
idrocarburi nei mari italiani per consentire un incremento <strong>della</strong><br />
produzione interna e ridurre l’importazione da altri Stati.<br />
Condividere gli obiettivi ambientali e di<br />
sostenibilità.<br />
- Esaminare l’obiettivo europeo al 2050 di riduzione delle<br />
emissioni dell’80% e le conseguenze dell’eventuale accettazione<br />
e indicare quali siano le soluzioni da perseguire.<br />
- Dare forte impulso allo smaltimento dei rifiuti con soluzioni<br />
waste-to-energy, a livello locale, legate a reti di teleriscaldamento.<br />
- Definire misure nella mobilità urbana per incentivare tipologie<br />
di alimentazione più appropriate e sostenibili a partire da servizi<br />
di trasporto specifici (taxi, mobilità urbana collettiva,<br />
merci).<br />
- Agevolare le soluzioni maggiormente compatibili con l’am-<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 21
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 22<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Guido BORTONI<br />
Presidente, Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas<br />
È necessario capire i molteplici attori in gioco e le<br />
relative ripartizioni dei compiti. La politica dovrebbe<br />
definire gli obiettivi <strong>della</strong> SEN. Il regolatore,<br />
limitatamente ai settori di cui si occupa, deve individuare<br />
gli strumenti più idonei per raggiungerli affinché<br />
gli operatori del settore siano orientati a<br />
perseguire, oltre ai loro obiettivi personali, anche<br />
quelli di interesse generale.<br />
Questa tripartizione (obiettivi, strumenti e attuazione)<br />
è la configurazione sancita dalle politiche comunitarie<br />
europee, ma al di là delle convenzioni<br />
giuridiche vi è anche un valore aggiunto nel rispettare<br />
e implementare questo schema di ruoli.<br />
In primo luogo, vi è una questione di spazio: oggi<br />
l’orizzonte deve essere la dimensione europea, la<br />
SEN deve, infatti, inquadrarsi nell’ambito di una<br />
strategia energetica europea, anche a causa dell’estrema<br />
interdipendenza tra le decisioni in materia<br />
energetica assunte dagli Stati membri, che è destinata<br />
ad aumentare con il progredire del processo<br />
di integrazione dei mercati dell’energia. Queste<br />
questioni non possono essere gestite efficacemente<br />
né solo con lo sviluppo <strong>della</strong> rete né con sistemi<br />
di accumulo. Anche intervenendo con<br />
soluzioni tecniche per la connessione e sulle regole<br />
nuove di dispacciamento da applicare agli impianti<br />
di fonti rinnovabili non programmabili, non è possibile<br />
conciliare questa velocissima crescita con le<br />
esigenze di gestione del sistema.<br />
biente e basare le agevolazioni su un'analisi preliminare del<br />
costo per i consumatori e le conseguenti convenienze sociali.<br />
- Favorire e sostenere lo sviluppo delle reti di fornitura di carburanti<br />
alternativi (elettricità, metano, ecc).<br />
Accentuare l’attenzione alle politiche di<br />
modulazione e aggiornamento dei prezzi,<br />
alla fiscalità e al ruolo dei consumatori.<br />
- Dare evidenza del fatto che l’Italia è il paese che ha la tassazione<br />
più alta sui combustibili, sul gas e sull’elettricità per i consumatori<br />
finali ed indirizzare parte di questi contributi raccolti a<br />
sostegno del comparto.<br />
- Avviare una seria e coordinata attività di monitoraggio dei differenziali<br />
<strong>della</strong> fiscalità sulle fonti e gli utilizzi dell’energia, consapevoli<br />
che nuoce alla concorrenza il permanere di forti<br />
differenziali di tassazione, soprattutto sui prodotti oggetto di commercio<br />
internazionale.<br />
- Analizzare ed enfatizzare una visione dei prezzi regolati in<br />
modo che non si ripercuotano sulle famiglie e sulle piccole e<br />
medie imprese, soggetti tipicamente meno difesi da corporazioni.<br />
22 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Strategia energetica Nazionale:<br />
il Paese ne ha veramente bisogno?<br />
ecco l’opinione <strong>degli</strong> esperti.<br />
Bruno D’ONGHIA<br />
Presidente, EDF Italia<br />
Ritengo indispensabile che l’Italia si doti di una Strategia<br />
Energetica Nazionale, per la quale non si può<br />
non riconoscere che siamo largamente in ritardo:<br />
se ne parla da anni, gli addetti ai lavori hanno ben<br />
chiara l’importanza <strong>della</strong> materia, ma finora non si<br />
era riusciti a passare dal dibattito ideologico e dalle<br />
dichiarazioni di intenzione alle iniziative concrete.<br />
Mi auguro che questo avvenga quanto prima.<br />
Vista la mia collocazione professionale, è per me<br />
naturale fare riferimento alla situazione francese.<br />
Come noto, la Francia si è sempre caratterizzata<br />
per un approccio di tipo “programmatorio”, si potrebbe<br />
dire colbertista, in campo energetico.<br />
Gli esercizi di strategia e prospettiva vengono effettuati<br />
con periodicità all’incirca triennale, sotto<br />
l’egida del Ministero dell’Industria e sono oggetto<br />
di dibattito parlamentare. Non si tratta ovviamente<br />
di piani di tipo “sovietico”, né di un libro dei sogni<br />
come i vecchi PEN italiani <strong>degli</strong> anni Settanta e Ottanta,<br />
ma di analisi volte ad individuare gli scenari e<br />
le loro implicazioni e definire un quadro strategico<br />
d’insieme, all’interno del quale si devono iscrivere,<br />
da un lato le disposizioni legislative e regolamentari<br />
mirate ai vari settori e dall’altro le strategie <strong>degli</strong><br />
operatori industriali che rispondono da parte loro<br />
a logiche di mercato.<br />
Samuele FURFARI<br />
Consigliere del Direttore Generale Aggiunto per<br />
l'energia, Commissione Europea<br />
La Costituzione europea si basa sulla condivisione<br />
di grandi linee politiche, che devono essere recepite<br />
dagli Stati membri. Un discorso analogo vale<br />
per la politica energetica: in sede di Parlamento e<br />
di Consiglio si discutono le proposte <strong>della</strong> Commissione;<br />
le Direttive vanno poi adottate e recepite<br />
dagli Stati membri.<br />
Due sono le grandi politiche che l’UE ha deciso di<br />
attuare nel settore dello sviluppo sostenibile: la<br />
produzione di energie rinnovabili e l’efficienza<br />
energetica. Mentre nel primo caso gli Stati membri<br />
hanno recepito la Direttiva, portando già dei buoni<br />
risultati, per l’efficienza energetica la situazione è<br />
ancora in fase di stallo. (...) A settembre la Commissione<br />
Europea ha proposto agli Stati membri di<br />
notificare tutti gli accordi bilaterali che hanno con<br />
i fornitori di energia, per avere una visione globale<br />
e ufficiale <strong>della</strong> situazione <strong>degli</strong> approvvigionamenti,<br />
in un’ottica di interesse comune. E’ sempre più necessario<br />
parlare ad una sola voce e condividere le<br />
informazioni. Sono fiducioso che l’Europa in futuro<br />
si doterà di una politica energetica comune. Consideriamo<br />
che l’Unione è cresciuta passo per passo;<br />
cose fino a poco tempo fa ritenute poco probabili,<br />
sono diventate ora una realtà, come ad esempio il<br />
mercato interno dell’elettricità e del gas.<br />
Indirizzare gli investimenti in infrastrutture<br />
con regole e incentivi stabili e ragionati.<br />
- Consolidare, per un periodo pluriennale, gli ambiti normativi<br />
di intervento del legislatore e dei regolatori.<br />
- Qualificare gli incentivi sugli obiettivi <strong>della</strong> Strategia, concentrando<br />
meno risorse dove spesso non servono.<br />
- Individuare le linee di sostegno economico per rispondere<br />
alla necessità di centrali elettriche di punta (investimenti da incentivare).<br />
- Avviare il piano di rinnovo delle reti di distribuzioni elettriche<br />
utilizzando le smart grid, settore in cui l’Italia è assolutamente<br />
all’avanguardia.<br />
- Redigere le linee guida per l’accumulo di energia elettrica<br />
nei suoi aspetti di responsabilità, tecnologie e rispetto delle<br />
prescrizioni ambientali in modo che si avvii un piano di investimento<br />
coordinato e funzionale al sistema.<br />
- Realizzare il Sito Nazionale di smaltimento delle scorie radioattive<br />
e il Parco Tecnologico per la Ricerca.
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 23<br />
Il coraggio delle scelte.<br />
Giovanni LELLI<br />
Commissario, ENEA<br />
L’elevata dipendenza energetica dall'estero da una<br />
parte e, dall’altra, l’elevato potenziale delle risorse<br />
naturali utilizzabili a fini energetici rendono urgente<br />
per l’Italia la definizione - in un’ottica di sviluppo<br />
economicamente sostenibile - di una Strategia<br />
Energetica che sappia coniugare, in sintonia con gli<br />
impegni assunti in sede comunitaria, sicurezza dell’approvvigionamento<br />
energetico e competitività<br />
del sistema produttivo.<br />
La necessità di disegnare strategie per la sostenibilità<br />
nell’ambito delle politiche per lo sviluppo è divenuta<br />
oggetto di sempre maggiori riflessioni e<br />
approfondimenti nell’ambito <strong>degli</strong> organismi internazionali.<br />
La strategia dell’innovazione diventa in<br />
questo modo un importante volano dello sviluppo<br />
e una chiave di lettura per comprendere e affrontare<br />
gli importanti nessi esistenti tra processo di<br />
globalizzazione, competitività dei sistemi economici,<br />
uso efficiente delle risorse e salvaguardia ambientale.<br />
Nella formulazione di una Strategia Energetica<br />
Nazionale va messa innanzitutto in rilievo l’esigenza<br />
di una stretta correlazione tra politica energetica e<br />
politica industriale. D’altra parte le vocazioni del<br />
territorio nazionale, il bagaglio di conoscenze e<br />
competenze posseduto, e la struttura stessa del sistema<br />
produttivo contengono specificità che vanno<br />
opportunamente valorizzate in una prospettiva di<br />
sviluppo economico sostenibile.<br />
Carlo MALACARNE<br />
Amministratore Delegato, Snam<br />
Consolidare il programma per l’efficienza<br />
energetica.<br />
- Applicando le Direttive Europee, trovare le modalità più consone<br />
per il nostro Paese, valorizzando soluzioni che accrescano<br />
lo sviluppo di imprenditoria e competenze nazionali.<br />
- Accelerare la sostituzione di prodotti esistenti ad alto consumo<br />
e ipotizzare politiche di rottamazione di componenti obsoleti.<br />
- Promuovere la cogenerazione ad alta efficienza nell’industria di<br />
processo e la microcogenerazione per terziario e domestico.<br />
- Snellire gli aspetti autorizzativi e rivedere la struttura tariffaria<br />
per le pompe di calore.<br />
- Introdurre ulteriori, rigorose ma specifiche, normative da attuarsi<br />
per il risparmio energetico negli edifici esistenti.<br />
- Approfondire e incentivare le potenzialità di sviluppo delle<br />
ESCO (Energy Service Company) e il meccanismo dei Certificati<br />
bianchi.<br />
Sostenere la ricerca e l’innovazione nel<br />
settore energia.<br />
Il percorso per l’individuazione di una Strategia<br />
Energetica Nazionale è a buon punto e sono convinto<br />
che la strada intrapresa, che punta a coinvolgere<br />
in maniera attiva e partecipativa tutti i soggetti<br />
del settore energetico italiano, sia quella giusta.<br />
Siamo tutti coscienti che il fabbisogno energetico,<br />
seppur in maniera moderata, è comunque in crescita<br />
costante; di contro, l’osservanza di vincoli regolatori<br />
sempre più stringenti renderà necessaria<br />
anche una revisione sostanziale del mix di fonti, che<br />
dovrà essere maggiormente incentrato sull’utilizzo<br />
di risorse a basse emissioni quali rinnovabili e gas.<br />
In aggiunta a ciò, l’Italia, esattamente come tutti i<br />
principali Paesi europei, è destinata a dipendere in<br />
maniera sempre maggiore dalle importazioni ed è<br />
quindi necessario individuare tempestivamente gli<br />
obiettivi da raggiungere nel medio- lungo termine.<br />
I driver principali sono tre: la promozione dell’efficienza<br />
energetica, la massima valorizzazione del nostro<br />
“tesoretto” di risorse interne e la realizzazione<br />
delle infrastrutture necessarie per ridurre al massimo<br />
la dipendenza dall’estero e per sfruttare, cosa<br />
ancora più importante, la posizione geografica strategica<br />
dell’Italia per farla diventare un hub del gas<br />
per il Sud Europa.<br />
Alberto RIBOLLA<br />
Presidente, Energy Cluster<br />
L’Italia ha un deficit strutturale legato all’import di<br />
energia non essendo dotata di fonti energetiche<br />
autonome tali da consentire un’indipendenza energetica.<br />
Nel contempo il sistema industriale del nostro<br />
Paese ha sviluppato negli scorsi decenni una grande<br />
capacità di fornire impianti in Italia e nel mondo<br />
per la produzione di energia.<br />
La politica energetica di un paese è parte integrante<br />
<strong>della</strong> politica industriale che, a sua volta, è<br />
essa stessa parte integrante <strong>della</strong> politica economica.<br />
Per cui è necessario impostare un politica<br />
energetica che sappia sfruttare quello che già c’è<br />
in Italia in termini di combustibile, che generi competenze<br />
per il combustibile che abbiamo e per<br />
quello che non abbiamo, e a partire da queste vada<br />
ad aggredire i mercati mondiali più evoluti. L’Italia<br />
è già brava in questo. Passiamo al tema delle fonti<br />
energetiche: l’Italia ha il più grande bacino petrolifero<br />
dell’Europa continentale (il Mare del Nord infatti<br />
è off-shore), a cui si sommano le produzioni<br />
meno importanti come il gas dell’Adriatico, poco<br />
e già sfruttato, fino all’eolico e alla produzione di<br />
energia da biomasse. Lo sfruttamento delle risorse<br />
energetiche nazionali è funzionale per combattere<br />
la dipendenza energetica dall’estero (Russia, Libia<br />
etc) e per alimentare la crescita o la nascita di imprese<br />
che implementino il know how in questo<br />
settore.<br />
- Investire nella ricerca energetica a tutto campo dedicando all’innovazione<br />
tecnologica e scientifica una frazione significativa<br />
dei capitali destinati agli incentivi per rinnovabili, efficienza energetica,<br />
ecc.<br />
- Valutare la possibilità di condividere alcuni progetti strategici di<br />
ricerca, dichiarando quali siano le grandi idee da sostenere e su<br />
quali ricerche poi concentrare i finanziamenti.<br />
- Individuare soluzioni finanziare che incentivino le collaborazioni<br />
stabili fra Università e Centri di Ricerca nazionali e stranieri.<br />
- Favorire le imprese ed i soggetti privati che sostengono la ricerca<br />
(ed in particolare i giovani talenti) anche attraverso<br />
forme di sensibili vantaggi fiscali.<br />
- Assistere le Università italiane nella partecipazione ad aggregazioni<br />
europee di progetto.<br />
- Sostenere economicamente anche la fase di divulgazione e<br />
disseminazione dei risultati, sia verso le imprese che verso<br />
altre attività di innovazione.<br />
Coinvolgere l’industria energetica nazionale,<br />
leva competitiva per il Paese.<br />
- Favorire decisamente le soluzioni tecnologiche di investi-<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 23
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 24<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Marcello RAIMONDI<br />
già Assessore all’Ambiente, Energia e Reti, Regione<br />
Lombardia e Presidente, Fondazione EnergyLab<br />
Interrogarsi sulla strategia energetica di un Paese<br />
significa in primo luogo e soprattutto per l’Italia, cominciare<br />
a porsi il problema <strong>della</strong> competitività internazionale,<br />
coniugare lo sviluppo con il rispetto<br />
dell’ambiente e la convivenza con il territorio, e, in<br />
ultima analisi, chiedersi come rilanciare la nostra<br />
economia e l’occupazione.<br />
EnergyLab ha predisposto un contributo alla redazione<br />
del piano strategico dell’energia del governo<br />
nazionale. Non è un caso che la nostra Fondazione<br />
sia nata in Lombardia e che sia una realtà forse più<br />
unica che rara nel panorama italiano, che riesce a<br />
mettere attorno allo stesso tavolo il mondo <strong>della</strong><br />
Ricerca, le Istituzioni e le Imprese, a testimonianza<br />
<strong>della</strong> vivacità e la capacità di integrazione che nella<br />
nostra regione Lombardia è già attiva da molti anni.<br />
Il vero punto strategico di tutta la questione energetica,<br />
anche nazionale è la formazione.<br />
Le nostre Università sono luoghi di eccellenza. I<br />
giovani che escono dalle nostre facoltà sono tra i<br />
più preparati e qualificati al mondo, in grado di dialogare<br />
ed affrontare con competenze e capacità le<br />
sfide adulte.<br />
Dobbiamo continuare a lavorare per legare di più<br />
il mondo <strong>della</strong> ricerca e dell’innovazione a noi Istituzioni<br />
e al mondo delle imprese per trarre i benefici<br />
di questa eccellenza di livello internazionale.<br />
mento (rinnovabili, efficienza, mobilità, reti, ecc) che assicurino<br />
anche l’incremento dell’occupazione e dell’attività industriale<br />
nazionale.<br />
- Individuare ed incentivare i servizi che incrementano l’occupazione<br />
parallelamente al beneficio ambientale.<br />
- Muoversi maggiormente verso opportunità in settori in crescita<br />
quali l’efficienza energetica o la mobilità elettrica, anticipando<br />
la competizione internazionale.<br />
- Sostenere la creazione dei distretti di filiera dei settori energetici<br />
nei quali l’Italia presenta eccellenze manifatturiere e di<br />
servizi.<br />
- Promuovere capacità e competenze delle risorse nazionali<br />
anche con presenza <strong>della</strong> finanza pubblica a sostegno di progetti<br />
aziendali che prevedano investimenti di siti produttivi.<br />
Prevedere sistematiche attività di informazione,<br />
formazione e comunicazione.<br />
- Utilizzare strumenti di condivisione, compensazione e incentivazione<br />
innovativi per facilitare il consenso. Consolidare un<br />
sistema di dibattiti, pubblicità ed iniziative sul territorio.<br />
- Progettare un sistema di razionalizzazione delle raccolta dati<br />
24 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Roberto POTI’<br />
Vice Presidente esecutivo di International, Renewables<br />
and Special Projects, Edison<br />
Quale parte integrante dell’Unione Europea, l’Italia<br />
condivide in ambito energetico gli obiettivi comunitari<br />
di sicurezza e competitività delle forniture<br />
energetiche, di tutela ambientale e <strong>della</strong> salute<br />
umana e di sviluppo industriale. Ognuno di questi<br />
obiettivi deve essere pertanto perseguito attraverso<br />
la definizione di opportuni strumenti di indirizzo<br />
strategico in ambito nazionale che,<br />
eventualmente, integrino specifiche misure già presenti<br />
in ambito europeo.<br />
Nella stesura <strong>della</strong> Strategia Energetica Nazionale<br />
si deve tener conto delle specificità dell’Italia rispetto<br />
all’UE, come ad esempio il fatto che sia tra<br />
i Paesi a più alta dipendenza energetica dall’estero<br />
(oltre l’80% rispetto alla media europea che non<br />
raggiunge il 60%) e con una “bolletta energetica”<br />
che rappresenta alcuni punti percentuali di PIL.<br />
Tale dipendenza è di carattere strutturale essendo<br />
la nostra un’economia basata sui combustibili fossili,<br />
principalmente gas e petrolio, e non disponendo<br />
di ingenti risorse fossili nazionali.<br />
La stesura <strong>della</strong> Strategia Energetica Nazionale<br />
offre le basi per ridisegnare il sistema energetico<br />
nazionale rendendolo più competitivo e garantendo<br />
uno sviluppo industriale trainato da nuovi investimenti.<br />
Sebastiano SERRA<br />
Capo Segreteria Tecnica, Ministro dell’Ambiente e<br />
Tutela del Territorio e del Mare<br />
La priorità assoluta è la protezione dell’ambiente<br />
e il governo del clima: riduzione delle emissioni di<br />
CO2 e dell’inquinamento atmosferico per effetto<br />
delle emissioni di polveri.<br />
La prima questione si gioca su tre fattori: lo schema<br />
dello scambio di emissioni di CO2 attraverso il sistema<br />
emission trading (per gli impianti industriali),<br />
l’incremento delle rinnovabili e dell’efficienza energetica.<br />
Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico si<br />
è puntato molto sulla riduzione <strong>della</strong> mobilità e<br />
poco sulla riduzione delle emissioni a monte (riduzione<br />
dei processi).<br />
La SEN dovrà quindi coordinarsi con il Piano di<br />
Azione Nazionale sulle rinnovabili, con il Piano di<br />
Azione sull’efficienza energetica, e con tutti i decreti<br />
attuativi del Decreto Legislativo 28/2011. Dei 21<br />
punti di questo decreto, quello sul burden sharing<br />
regionale, attraverso una metodologia di valutazione<br />
dei consumi finali lordi per regione ed i potenziali<br />
di ciascuna fonte rinnovabile, fissa gli<br />
obiettivi per ogni ragione, che si impegna tramite<br />
azione congiunta con lo Stato a raggiungere l’obiettivo<br />
del 17%. Un altro punto del decreto riguarda<br />
le fonti rinnovabili elettriche, riportando la criticità<br />
dell’uso delle aste per i grandi impianti.<br />
e monitoraggio del sistema energetico nazionale e renderlo<br />
fruibile alle principali organizzazioni ed Enti di Ricerca.<br />
- Incentivare forme di collegamento sistematico tra Università<br />
ed il settore economico produttivo per favorire progetti di crescita<br />
del capitale umano.<br />
- Potenziare la diffusione nei social network di gruppi competenti<br />
sull’argomento energia.<br />
- Sostenere la formazione e l’addestramento dei giovani nelle<br />
scuole professionali (green jobs).<br />
- Favorire un approccio sussidiario con Associazioni (Imprenditoriali,<br />
consumatori, sindacali, sportive) nella creazione di<br />
una cultura dell’energia e dei comportamenti appropriati.<br />
Portare a compimento un modello di Governance<br />
pubblica per facilitare il percorso<br />
<strong>della</strong> Strategia.<br />
- Consolidare l’internazionalizzazione istituzionale, promuovendo<br />
e mantenendo relazioni stabili con le preposte funzioni<br />
sia <strong>della</strong> Commissione che extra europee.<br />
- Individuare, nel rispetto del Titolo V <strong>della</strong> Costituzione, le
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 25<br />
Carlo STAGNARO<br />
Direttore Studi e Ricerche, Istituto Bruno Leoni<br />
Il percorso più appropriato che lo Stato dovrebbe<br />
seguire per formulare la Strategia Energetica è<br />
quello del “white paper”: il Governo dovrebbe predisporre<br />
un documento di indirizzo relativo alle<br />
strategie che intende seguire nel campo <strong>della</strong> politica<br />
energetica, allo scopo di farne l’oggetto di una<br />
consultazione pubblica che coinvolga il più ampio<br />
numero di stakeholder possibile.<br />
Una volta ricevute le osservazioni, l’esecutivo dovrebbe<br />
tenerne conto nel riformulare il documento,<br />
allo scopo di integrare nelle proprie<br />
politiche i suggerimenti che, a suo avviso, si sono<br />
rivelati utili. Il processo dovrebbe essere il più<br />
ampio, aperto e trasparente possibile (inclusa la “sistematizzazione”<br />
delle osservazioni e la divulgazione<br />
delle ragioni per cui alcune sono state<br />
recepite e altre rigettate).<br />
Il problema, però, è che una Strategia Energetica<br />
Nazionale non può, per varie ragioni, essere vincolante:<br />
essa è soprattutto un documento di indirizzo.<br />
In un contesto liberalizzato, non c’è spazio per alcuna<br />
forma di pianificazione dell’offerta o <strong>della</strong> domanda<br />
di energia.<br />
Lan SEN dovrebbe concentrarsi sugli aspetti di<br />
“non-mercato”: per esempio le politiche di incentivazione<br />
o il perseguimento di obiettivi extraeconomici<br />
(come quelli ambientali) allo scopo di<br />
individuare strumenti di policy che siano (a) i meno<br />
costosi possibili e (b) i meno distorsivi possibili.<br />
Chicco TESTA<br />
Managing Director, Rothschild<br />
linee e le modalità adeguate di coinvolgimento delle Regioni.<br />
- Valutare la riorganizzazione, di ruolo e funzionamento, delle<br />
Direzioni Generali dei Ministeri coinvolti (Sviluppo Economico,<br />
Ambiente, ecc).<br />
- Rivalutare, alla luce <strong>della</strong> post liberalizzazione, un nuovo indirizzo<br />
ed il ruolo dell’Autorità per Energia Elettrica e Gas.<br />
- Valutare una razionalizzazione del sistema normativo appropriato<br />
che possa facilitare i percorsi autorizzativi per le nuove<br />
infrastrutture, se del caso centralizzando alcuni iter.<br />
- Ripensare, per una valorizzazione e qualificazione, il compito<br />
di alcuni soggetti pubblici e individuare le possibili forme di collaborazione<br />
sussidiaria con i soggetti privati.<br />
Credo che il percorso principale che lo Stato dovrebbe<br />
seguire per formulare la Strategia Energetica<br />
Nazionale sia quello di fare un bilancio serio e<br />
ragionato di cosa è successo a partire dalla riforma<br />
Bersani (1996-97), di come si è modificata la situazione<br />
del nostro Paese in termini di mix energetico,<br />
di quantità di energia consumate, di vantaggi o<br />
svantaggi per i consumatori, i produttori e per le<br />
imprese. E’ necessario quindi, come punto di partenza,<br />
poter disporre di numeri e dati precisi, mettendo<br />
a disposizione di tutti gli attori coinvolti un<br />
set di informazioni quanto più possibile verificate<br />
e condivise.<br />
Lo scopo del piano energetico non è quello di fissare<br />
azioni prescrittive, ma semplicemente di mettere<br />
in funzione delle leve che orientino il<br />
comportamento di tutti gli attori, consumatori distributori<br />
e importatori nelle direzioni auspicate.<br />
Esse sono fondamentalmente tre: riduzione del<br />
prezzo del costo dell’energia, innovazione tecnologica<br />
per favorire investimenti ed innovazione e aumento<br />
del livello di sicurezza e di indipendenza<br />
energetica del Paese.<br />
L’altro problema da risolvere nel settore dell’energia<br />
è il cosiddetto“groviglio” istituzionale, cioè la<br />
sovrapposizione di competenze, la moltitudine di<br />
attori che prendono parte al processo decisionale,<br />
la poca chiarezza dei ruoli, che spesso si sovrappongono<br />
creando conflitti.<br />
Roberto TESTORE<br />
Responsabile Progetto Sicurezza, Energia e Ambiente,<br />
Assolombarda<br />
Dal punto di vista imprenditoriale, i suggerimenti<br />
per la Strategia Energetica Nazionale si articolano<br />
in sei punti.<br />
È necessaria una programmazione di medio-lungo<br />
periodo, perché non si può più fare a meno di un<br />
quadro normativo di riferimento stabile nel tempo.<br />
L’Italia è atipica nel mix di fonti di generazione di<br />
energia elettrica. Di conseguenza è inevitabile accelerare<br />
lo sviluppo di impianti a carbone pulito,<br />
che sostituiscano i sistemi produttivi vecchi, dalle<br />
performance scadenti e che ritardano lo sviluppo<br />
<strong>della</strong> carbon capture and sequestration.<br />
È opportuno concentrarsi sulle infrastrutture di<br />
rete: la burocrazia è pesante e i ritardi autorizzativi<br />
penalizzano in maniera importante i miglioramenti.<br />
Al di là delle smart grid e altre evoluzioni tecnologiche,<br />
si ritiene indispensabile procedere in maniera<br />
rapida ed efficace per strutturare una rete competitiva.<br />
Non si può convivere con situazioni atipiche<br />
e sconosciute che penalizzano il sistema nazionale<br />
e che potrebbero essere rimosse. La forte dipendenza<br />
dell’Italia dal gas naturale porta sia vantaggi<br />
che svantaggi. È fondamentale dare un impulso allo<br />
sviluppo di gasdotti e terminali di rigassificazione.<br />
Non si possono frapporre <strong>degli</strong> ostacoli alla struttura<br />
di distribuzione, ma al contrario va assecondata<br />
una scelta fatta dal Paese e che impatta anche<br />
sul resto dell’Europa.<br />
Si ringraziano in particolare<br />
Laura Ammannati – Università <strong>degli</strong> Studi di Milano<br />
Luigi Bodria – Università <strong>degli</strong> Studi di Milano<br />
Giampio Bracchi – Politecnico di Milano<br />
Angela Bracco – Università <strong>degli</strong> Studi di Milano<br />
Maurizio Delfanti – Politecnico di Milano<br />
Luigi De Paoli – Università Bocconi<br />
Marzio Galeotti – Università <strong>degli</strong> Studi di Milano<br />
Massimo Gallanti – Ricerca Sistema Energetico - RSE S.p.A.<br />
Gabriele Grea – Università Bocconi<br />
Carlo Lombardi – Fondazione EnergyLab<br />
Ennio Macchi – Politecnico di Milano<br />
Luigi Mazzocchi – Ricerca Sistema Energetico - RSE S.p.A.<br />
Guido Pedroni – Ricerca Sistema Energetico - RSE S.p.A.<br />
Pippo Ranci Ortigosa – Università Cattolica del Sacro Cuore<br />
Marco E. Ricotti – Politecnico di Milano<br />
Lanfranco Senn – Università Bocconi<br />
Andrea Silvestri – Politecnico di Milano<br />
Coordinamento tecnico del progetto<br />
Silvio Bosetti – Fondazione EnergyLab<br />
Luca Valota – Fondazione EnergyLab<br />
Chiara Tamarindi – Fondazione EnergyLab<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 25
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 26<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Continua l’attività di confronto reciproco tra Ordini europei.<br />
I nostri partner europei.<br />
Collaborazione nella diversità”.<br />
Grazie anche all’impegno costante<br />
dei rappresentanti dell’<strong>Ordine</strong><br />
di Milano, coordinati da Alberto<br />
Caleca, continuano gli incontri con i partner<br />
europei. Sulla <strong>Rivista</strong> se n’è già parlato:<br />
le realtà note come Catmil, Gremil, Wiemil<br />
permangono vive e in costante sviluppo. Si<br />
aggiungono i ”multilateral meetings”, le riunioni<br />
annuali “a quattro”: Grenoble 2008,<br />
Wiesbaden 2009, Barcellona 2010, Milano<br />
2011, Lion <strong>2012</strong>.<br />
Nonostante le diversità, dovute a fattori<br />
locali, giuridici e “genetici” ( noi abbiamo<br />
l’<strong>Ordine</strong>, i Catalani il Collegio, i Francesi<br />
l’Union, i Tedeschi il Verein) le problematiche<br />
fondamentali connesse con la nostra<br />
professione sono comuni a tutti. Lo scopo<br />
di queste riunioni, programmate e realizzate<br />
con regolarità, è quello di trovare soluzioni<br />
condivise, pur nelle diverse<br />
situazioni locali.<br />
Ciò non è certamente facile, per i motivi<br />
sopra accennati. Il lavoro procede lentamente,<br />
ma con molte speranze e probabilità<br />
di successo finale.<br />
Sono in discussione argomenti dei quali<br />
gli ingegneri più che il dovere, ovvio, avrebbero<br />
il diritto di occuparsi, ma spesso sono<br />
sopravanzati da politici, amministrativi e<br />
“giurisprudenti”.<br />
Alcuni argomenti di grande attualità e urgenza<br />
all’ordine del giorno:<br />
Il “problema energetico, molto sentito in<br />
26 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Europa, dopo le ultime vicende del nucleare<br />
( per noi l’esito del referendum, per<br />
tutti l’incidente di Fukushima).<br />
I Francesi, che producono l’80% dell’energia<br />
elettrica con questo mezzo,sembrano<br />
temporeggiare, probabilmente in attesa<br />
<strong>della</strong> presa di posizione <strong>della</strong> nuova Presidenza;<br />
i Tedeschi puntano sulle rinnovabili,<br />
che in tempi relativamente brevi dovrebbero<br />
rimpiazzare le fonti nucleari, destinate<br />
ad estinzione.<br />
I nuovi sistemi di produzione di energia, distribuiti<br />
nel territorio, richiederanno l’utilizzo<br />
di “smart grids”, le reti intelligenti, per<br />
le quali l’ Italia potrebbe dare un contributo<br />
significativo, forte di esperienze<br />
molto interessanti.<br />
L’internazionalizzazione <strong>della</strong> nostra professione<br />
esige che gli ingegneri possano<br />
fare il loro lavoro con libertà di movimento<br />
e d’iniziativa (almeno) in tutta Europa.<br />
Un documento di riconoscimento<br />
si rende necessario.<br />
Da qualche anno, su iniziativa FEANI ( Fédération<br />
d’Associations Nationales d’Ingénieurs),<br />
è stata introdotta in Europa<br />
l’”Engineer Card”, che riporta sinteticamente,<br />
oltre a nazionalità e dati anagrafici,<br />
la qualifica professionale del titolare.<br />
In Germania il VDI la diffonde tra i suoi<br />
soci, in Italia si attende una presa di posizione<br />
del CNI, altri paesi non hanno ancora<br />
manifestato le loro intenzioni. Dietro<br />
queste posizioni controverse traspare una<br />
DI GIUSePPe SUSANI<br />
certa difficoltà a riconoscere titoli di studio<br />
conseguiti in scuole e università di livelli differenti,<br />
con corsi di laurea non unificati. Il<br />
lavoro in questo campo sarà lungo e complesso.<br />
La formazione continua: in Italia è divenuta<br />
obbligatoria solo in seguito alla legge di recentissima<br />
promulgazione; in Francia e<br />
Spagna le leggi da tempo prescrivono durata<br />
minima di corsi o seminari e modalità<br />
di inserimento delle spese nei bilanci delle<br />
imprese. Sono modelli utili per introdurre<br />
iniziative e regole analoghe in Italia.<br />
La qualificazione <strong>degli</strong> iscritti è uno <strong>degli</strong><br />
impegni delle diverse le associazioni di ingegneri<br />
europee.<br />
Il “Qing”, istituito dall’<strong>Ordine</strong> di Milano, riscuote<br />
ora l’interesse dei colleghi catalani,<br />
che prossimamente assisteranno alle nostre<br />
riunioni di valutazione.<br />
Sempre il nostro <strong>Ordine</strong> ha proposto la<br />
creazione di un “nomenclatore” europeo<br />
con la dizione in inglese dei termini usati<br />
nei vari Paesi per indicare ruoli, responsabilità,<br />
figure professionali nell’ambito dell’ingegneria<br />
civile.<br />
Per esempio, termini come i nostri “direttore<br />
lavori”, “stazione appaltante”, “CTU”,<br />
o il francese “maître d’ouvrage”, etc., una<br />
volta definito chiaramente il significato, dovrebbero<br />
essere tradotti in inglese ed utilizzati<br />
in tutta Europa senza possibilità di<br />
equivoco.
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 27<br />
Armonizzazione di intenti e iniziative significa<br />
anche riconoscimento di un’Etica di<br />
base che informi ed ispiri le attività <strong>degli</strong><br />
ingegneri europei.<br />
Ogni singola associazione, com’è naturale,<br />
si è dato un codice di comportamento<br />
che, risalendo a leggi morali universali, ha<br />
fondamenti comuni con quelli delle altre,<br />
pur nella diversità <strong>degli</strong> stati giuridici.<br />
L’<strong>Ordine</strong> di Milano ha preparato e proposto<br />
un Codice Deontologico Interregionale<br />
unificato.<br />
Una bozza verrà messa a disposizione dei<br />
partecipanti al prossimo meeting multilaterale.<br />
Tra i contatti esteri dell’<strong>Ordine</strong> di Milano<br />
va ricordato l’incontro di tre giorni che si<br />
è svolto presso le sedi nostra e <strong>degli</strong> Architetti,<br />
con tre rappresentanti del Ministero<br />
del Lavoro e dei Trasporti d’Albania.<br />
Gli ospiti hanno preso conoscenza <strong>della</strong><br />
nostra organizzazione, delle nostre attività,<br />
dei temi e delle modalità di svolgimento<br />
<strong>degli</strong> Esami di Stato.<br />
Attualmente non conosciamo il seguito di<br />
questa iniziativa. Un fatto è certo, e dovremmo<br />
esserne orgogliosi: gli ingegneri e<br />
gli architetti albanesi intendono darsi<br />
un’organizzazione e hanno scelto come<br />
modello gli Ordini di Milano. l<br />
european engineers<br />
DI ALBeRTO CALeCA<br />
Bruno is a bright man. He speaks a little,<br />
but when he speaks hits the target.<br />
During a meeting Bruno asked: why did<br />
we make so many efforts to maintain frequent<br />
contacts with Spanish, French and<br />
German colleagues ? Why did we estabÌish<br />
the three structures called CATMIL<br />
(Catalunia-Milano),GREMII, (Grenoble-<br />
Milano) and WIEMIL (Wiesbaden-Milano)?<br />
The reply was that we must be European,<br />
that we have to know our European<br />
partners and because within a few<br />
years our University degrees wiIl be European<br />
and not national as they are nowadays.<br />
Moreover ,the Italian Orders are<br />
under attack from our politicians and we<br />
have to know and to meet the similar organizations<br />
of the European engineers,<br />
to better defend ourselves.<br />
Apart this, the Italian Orders are provincial,<br />
“in name and in fact”, therefore we<br />
have to make all the possible efforts to<br />
become less “provincial” and more international,<br />
i.e. more European. Is everything<br />
going well? Not really. At present<br />
there is a problem that Bruno did not put<br />
in evidence. How can the 12.200 members<br />
of the Milan Order of Engineers<br />
know and appreciate the results of the<br />
frequent contacts with our Spanish,<br />
French and German colleagues ? In fact<br />
such contacts are carried out by a limited<br />
number of members of the Order. How<br />
can we percolate the results of our work<br />
to all the other members?<br />
Although not fully satisfactory, the reply<br />
is that the minutes of the meetings with<br />
the European colleagues are available<br />
on the web site of the Order, so everybody<br />
can read them and give suggestions<br />
and comments.<br />
We write this article in English, to put in<br />
evidence the need of internationalization.<br />
Moreover, we are at the disposal of all<br />
the members of the Order who may need<br />
specific information on the Spanish,<br />
French and German markets. We said<br />
“markets” because it is really possible<br />
that some members of ours can be interested<br />
in the said European markets for<br />
their activities and business.<br />
As an example, in Germany they are looking<br />
for 50.000 engineers, with two characteristics<br />
: to be graduated (five- years<br />
course of studies in an engineering University)<br />
and to know the German language<br />
or, at least, to be fluent in English.<br />
Let me add that Italy and several other<br />
European Countries will not survive without<br />
a severe effort of innovation in their<br />
industries and services. Only the engineers<br />
are in the position to innovate. Surely<br />
lawyers or economists will not be<br />
able to do innovation and to understand<br />
its vital necessity. Innovation, together<br />
with productivity and competitiveness are<br />
matters that we have discussed and investigated<br />
since long with OUI European<br />
colleagues, from which we have learned<br />
and we will have to learn a lot. In this<br />
number of our <strong>Rivista</strong> you can find an article,<br />
written by Giuseppe Susani, on the<br />
same matter, i.e. on the relationship with<br />
the European colleagues and with their<br />
organizations similar to our Order. Susani<br />
is giving you additional and factual<br />
information. l<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 27
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 28<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
I nanotubi di carbonio.<br />
Inanotubi di carbonio sono una delle forme allotropiche del<br />
carbonio. (1) La forma stabile a temperatura ambiente e pressione<br />
atmosferica è la grafite, costituita da piani grafenici impilati<br />
l’uno sull’altro ad una distanza di 3.35 Å. La forza di legame<br />
tra gli atomi di carbonio siti in piani grafenici adiacenti è debole<br />
(legame di Van der Waals) ed a basso contenuto energetico, di<br />
circa 4.1 kJ mol- 1 (2) per la grafite naturale. Per questo motivo lo<br />
scorrimento relativo di piani adiacenti è facile. Viceversa, il legame<br />
tra atomi di carbonio appartenenti ad un medesimo piano grafenico<br />
è forte (legame covalente) ed ha una energia di circa 350<br />
kJ mol- 1 .<br />
Un nanotubo di carbonio è idealmente costituito da un foglio<br />
grafenico ripiegato in modo da formare un cilindro (Figura 1). Un<br />
nanotubo di carbonio è caratterizzato dal vettore chirale<br />
C h =na 1 +ma 2 =(n,m) in cui a 1 e a 2 e sono i vettori primitivi del<br />
reticolo grafenico, n ed m sono numeri interi (l'asse del nanotubo<br />
è perpendicolare al vettore chirale). Il vettore chirale definisce la<br />
direzione di arrotolamento del foglio di grafene (Figura 2), il diametro<br />
ed il tipo di nanotubo (armchair, zig zag e chirale in Figura<br />
3) che si forma. (3)<br />
Sulla base dello spessore di parete, è possibile classificare i nanotubi<br />
di carbonio in due categorie: nanotubi a parete singola (Single-Walled,<br />
SW) e nanotubi a parete multipla (Multi-Walled,<br />
MW) (Figura 4). Il diametro di un nanotubo di carbonio a parete<br />
singola è compreso tra un minimo di 0.7 nm a un massimo di 10<br />
nm, anche se nella maggioranza dei casi il diametro è inferiore ai<br />
2 nm. I nanotubi a parete multipla sono formati da più nanotubi<br />
a parete singola coassiali ed hanno un diametro che può arrivare<br />
fino a qualche decina di nanometri. La lunghezza dei nanotubi è<br />
tipicamente dell’ordine di centinaia di micron ma può raggiungere<br />
anche il centimetro. Oltre che da diametro e direzione di arrotolamento,<br />
i nanotubi di carbonio sono caratterizzati dalla presenza<br />
di numerosi difetti. L’enorme varietà di difetti presenti nella<br />
struttura dei nanotubi spiega la variabilità delle loro proprietà fisiche.<br />
28 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
DI DANIeLe PeReGO<br />
SILvIA FRANZ<br />
MASSIMILIANO BeSTeTTI<br />
Come si producono<br />
Le principali tecniche utilizzate per la produzione di nanotubi di<br />
carbonio sono la scarica ad arco, la vaporizzazione laser e la deposizione<br />
chimica da fase vapore (CVD, Chemical Vapor Deposition).<br />
Le prime due tecniche appartengono alla categoria dei<br />
processi ad alta temperatura, mentre la terza a quella dei processi<br />
a bassa temperatura. Le ricerche attualmente in corso sono finalizzate<br />
alla produzione di nanotubi di carbonio in quantità massiva,<br />
in tempi sempre più brevi, di purezza crescente e con costi sempre<br />
più bassi.<br />
La tecnica <strong>della</strong> scarica ad arco è probabilmente il metodo più<br />
semplice per produrre nanotubi di carbonio, benché la purezza<br />
ed il controllo delle qualità dei nanotubi siano inferiori a quelli<br />
ottenibili mediante le altre due tecniche. Questa tecnica consiste<br />
nell’utilizzare due barre di grafite come elettrodi posizionati alla<br />
distanza di circa 1 mm l’una dall’altra e tra i quali viene fatta circolare<br />
una corrente continua di 50 – 100 A ad una tensione di<br />
20 V. Il processo avviene in atmosfera controllata di elio ed argon.<br />
La corrente circolante fa sublimare il carbonio (T s = 3200°C)<br />
dalla barra anodica e il carbonio in fase gas ricondensa sulla barra<br />
catodica sottoforma di nanotubi di carbonio e di altre forme carboniose.<br />
Un grosso ostacolo di questa tecnica consiste nella difficoltà<br />
di separazione dei nanotubi di carbonio dalle altre forme<br />
carboniose. Con questa tecnica si producono CNT multiparete,<br />
ma se l’anodo è drogato con un catalizzatore metallico (Fe, Ni,<br />
Co o Mo) è anche possibile produrre CNT a parete singola.<br />
Nella tecnica di vaporizzazione laser si utilizza un forno che opera<br />
in atmosfera controllata di elio o argon in pressione ed alla temperatura<br />
di circa 1200 °C. Nel forno viene inserito un bersaglio<br />
in grafite, sul quale si focalizza un fascio laser che provoca la vaporizzazione<br />
del carbonio. Il gas di carbonio quindi ricondensa<br />
sulle superfici fredde del reattore producendo nanotubi di carbonio<br />
e altre forme carboniose. Anche in questo caso si producono<br />
CNT multi parete e se la grafite è drogata con un<br />
catalizzatore metallico (Fe, Ni, Co o Mo) si producono CNT a<br />
parete singola. I nanotubi di carbonio prodotti con questa tecnica<br />
sono più puri (fino al 90%) di quelli prodotti con la tecnica di sca-
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 30<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
di materiali compositi con proprietà superficiali controllate (resistenza<br />
ad usura e corrosione). I telai delle racchette da tennis<br />
sono stati tra le prime applicazioni dei CNT come materiali di<br />
rinforzo. Un altro esempio di applicazione nel campo dei materiali<br />
compositi strutturali è la fabbricazione di giubbotti antiproiettile.<br />
Inoltre, i nanotubi di carbonio possono trovare applicazione nell’industria<br />
aerospaziale, dell’automobile, nel settore dell’energia,<br />
ad esempio, come sistemi di immagazzinamento dell’energia, nei<br />
supercapacitori, nelle pile a combustibile e nelle batterie al litio.<br />
Oppure ancora, i nanotubi di carbonio sono stati utilizzati come<br />
materiali di supporto per catalizzatori, ad esempio in alternativa<br />
all’allumina nei processi di idrogenazione selettiva, di sintesi dell’ammoniaca,<br />
di sintesi del metanolo, ecc..<br />
Alcuni gruppi di ricerca e diverse società stanno studiando la possibilità<br />
di utilizzare i nanotubi di carbonio nel campo dell’elettronica.<br />
Ad esempio, i nanotubi di carbonio sono stati proposti per<br />
la produzione di Memorie Dinamiche ad Accesso Casuale (RAM<br />
dinamiche), basate sull’uso di schiere di CNT allineati verticalmente<br />
ed intercalati con biossido di silicio. La Stanford University<br />
e la Toshiba hanno realizzato un processore C-MOS che lavora<br />
ad 1 GHz usando nanotubi di carbonio per le interconnessioni.<br />
Grazie alle buone proprietà elettroniche e termiche, i CNT sono<br />
anche utilizzati nei transistor a film sottile, negli schermi a pannello<br />
piatto e nei sistemi di dissipazione del calore. E’ stato dimostrato<br />
che i CNT hanno una capacità di dissipazione del calore pari a<br />
quella del rame, essendo anche molto più leggeri e flessibili.<br />
Il campo dei sensori, ad esempio di pressione e di temperatura,<br />
e quello dei biosensori è ricco di studi sulle applicazioni dei CNT.<br />
La NASA ha dimostrato che schiere di MW-CNT funzionalizzate<br />
con DNA agiscono da biosensori ad elevata sensibilità. Oppure,<br />
i CNT sono utilizzati come veicolo per la somministrazione di<br />
farmaci (drugs delivery).<br />
Alla Akron University è stato sperimentato l’uso di un adesivo a<br />
base di CNT che mostra una adesione superiore a quella del<br />
geko ed è progettato come adesivo a secco per applicazioni in<br />
microelettronica, nella robotica e nelle applicazioni spaziali.<br />
Mercato<br />
L'utilizzo diffuso dei nanotubi di carbonio è stato sino ad ora limitato<br />
dai costi elevati. I fattori determinanti il costo dei nanotubi<br />
sono: la tipologia (SW >> MW), la purezza, la funzionalizzazione<br />
<strong>della</strong> superficie e la quantità richiesta. Nel mondo si contano attualmente<br />
una novantina di produttori di nanotubi di carbonio,<br />
la maggior parte dei quali sono poco più che laboratori sorti<br />
30 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
come spin-off di università e centri di ricerca. In Europa vi sono<br />
tre realtà importanti: Bayer Materials Science (4) , Arkema (5) e Nanocyl<br />
(6) . La Bayer ha recentemente pianificato la progettazione e<br />
la costruzione di un impianto per la produzione di 200 ton/anno<br />
di MW-CNT ed il cui costo di investimento è stato stimato in 22<br />
milioni di euro. Le previsioni di crescita del mercato mondiale dei<br />
nanotubi di carbonio sono circa pari al 25% annuo, arrivando così<br />
ad un volume di affari di circa 2 miliardi di euro/anno nell’arco di<br />
pochi anni. Attualmente i nanotubi di carbonio multiparete di<br />
bassa purezza (90%) hanno un prezzo di circa 150 €/kg ma per<br />
purezze superiori tale valore sale ad alcune centinaia di euro al<br />
chilogrammo. Analogamente la Nanocyl ha effettuato un investimento<br />
di 4 milioni di euro per costruire un reattore industriale<br />
(inaugurato nell’ottobre del 2007) che permette di produrre 40<br />
ton/anno di nanotubi di carbonio. In Italia, la Carbon Nanomaterials<br />
di Crema è una società che produce e commercializza nanotubi<br />
di carbonio multi parete.<br />
Aspetti ambientali e tossicologici<br />
Uno dei motivi che ostacolano l’utilizzo dei nanotubi di carbonio<br />
su larga scala è la preoccupazione che tali materiali possano comportare<br />
per l’essere umano un rischio simile a quello delle fibre<br />
di amianto. Il problema è importante e va affrontato con estrema<br />
serietà. Attualmente, le conoscenze sulla tossicità dei nanotubi di<br />
carbonio sono lacunose.<br />
La maggior parte dei dati proviene da studi effettuati in vitro o<br />
in vivo su animali. Oltre ad avere portata limitata, tali studi raramente<br />
precisano le carateristiche chimico-fisiche dei nanotubi di<br />
carbonio utilizzati (tipologia, difetti, presenza di metalli-catalizzatori,<br />
ecc...), proprietà da cui dipendono le proprietà tossicologiche.<br />
Le ricerche condotte sino ad ora hanno dimostrato che i<br />
CNT possono penetrare all’interno delle cellule ma sono insolubili<br />
nei tessuti cellulari provocando citotossicità. Gli studi condotti<br />
su animali hanno evidenziato che i nanotubi di carbonio sono capaci<br />
di causare infiammazioni polmonari e fibrosi. Questi risultati<br />
preliminari suggeriscono che i nanotubi di carbonio sono potenzialmente<br />
tossici per l'uomo e devono essere trattati con prudenza.<br />
Data la complessità di una valutazione quantitativa e di<br />
una padronanza dei rischi connessi alla manipolazione di questi<br />
materiali, è importante rendere minimo possibile il livello di esposizione<br />
diretta. In altri termini, è necessario a scopo precauzionale<br />
mettere in atto delle strategie di prevenzione e delle pratiche di<br />
corretta gestione e cautela nella manipolazione dei nanotubi di<br />
carbonio. (7) l
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 31<br />
L’approfondimento.<br />
Riferimenti bibliografici:<br />
1 E.H.L. Falcao, F. Wudl, Review: Carbon allotropes: beyond graphite and Diamond, J. Chem. Technol. Biotechnol. 82 (2007) 524–531.<br />
2 A.H.R. Palser, Interlayer interactions in graphite and carbon nanotubes, Phys. Chem. Chem. Phys. 18 (1999) 4459-4464.<br />
3 H. Dai; Carbon nanotubes: opportunities and challenges; Surface Science 500 (2002) 218-241.<br />
4 http://www.baytubes.com<br />
5 http://www.graphistrength.com<br />
6 http://www.nanocyl.com<br />
7 M.Ricaud, D.Lafon, F. Roos, Les nanotubes de carbone: quels risques, quelle prévention? INRS – hygiène et sécurité du travail – Cahiers de notes documentaires<br />
– 1er trimestre 2008, 43-57.<br />
Figura 1. Relazioni geometriche tra grafene<br />
e fullereni, nanotubi o grafite.<br />
Figura 3. Nanotubi di carbonio, dall'alto: armchair<br />
(5,5), zigzag (9,0) e chirale (10,5).<br />
Figura 5. Aggregato di MWCNT non purificati.<br />
Figura 2. Direzioni di arrotolamento dei fogli<br />
di grafene e proprietà elettriche.<br />
Figura 4. Nanotubi di carbonio, SW-CNT e<br />
MW-CNT.<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 31
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 32<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
Qing<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Da settimane, alla Fondazione, giungono numerosi commenti e<br />
incoraggiamenti a proseguire con il programma.<br />
Raccontateci il vostro Qing.<br />
E’ UN METODO UTILE PER<br />
RICONOSCERE L’ESPERIENZA.<br />
Gentile ordine <strong>degli</strong> ingegneri.<br />
Accolgo con molto interesse questa<br />
opportunità anche a seguito di una<br />
mia esperienza professionale<br />
anglosassone e internazionale in cui è<br />
gia prassi consistente il<br />
riconoscimento di qualifiche di qualità<br />
per professionisti che possano<br />
comprovare il loro livello di qualità<br />
(Vedi i Chartered Engineer presso<br />
ICE or CIWEM).<br />
La nostra università italiana è forte<br />
per il livello di insegnamento, e<br />
apprezzata all'estero!! Alla fine <strong>della</strong><br />
università si è riconosciuti ingegneri<br />
per merito formativo.<br />
Allo stesso modo, credo che sia<br />
importante promuovere, dopo la<br />
laurea, un metodo di riconoscimento<br />
consistente e comparativo delle<br />
esperienze professionali. Questo<br />
anche per garantire un servizio a terzi<br />
di qualità.<br />
Spero quindi al più presto di inoltrare<br />
la documentazione necessaria per<br />
essere valutato come Qing di primo<br />
livello.<br />
Distinti Saluti<br />
32 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
ORGOGLIOSO E DETERMINATO.<br />
Egregio ing. Schgör,<br />
ringrazio di cuore lei ed il Consiglio<br />
dell'<strong>Ordine</strong> per la certificazione di<br />
primo livello, il cui ottenimento mi<br />
inorgoglisce e mi spinge a procedere<br />
con determinazione nel cammino<br />
professionale. Le invierò il materiale<br />
richiesto (consensi e CV) nel fine<br />
settimana. Le porgo cordiali saluti.<br />
Cordiali saluti.<br />
ORGANIZZAZIONE DELLA<br />
CERTIFICAZIONE<br />
AUTOREVOLEZZA DEI<br />
VALUTATORI<br />
Ing. Schgor,<br />
volevo complimentarmi 'a caldo' per<br />
la competenza e l'autorevolezza <strong>degli</strong><br />
intervistatori. Lo faccio adesso per<br />
non essere influenzato dal risultato.<br />
Comunque vada l'esito del mio<br />
colloquio sono molto soddisfatto.<br />
Grazie.<br />
......<br />
Grazie mille <strong>della</strong> bella notizia!<br />
Sono doppiamente soddisfatto<br />
perché il giorno del colloquio, l'essere<br />
arrivato "trafelato", mi ha fatto non<br />
essere al meglio.<br />
Ribadisco il mio più che positivo<br />
giudizio sull'organizzazione <strong>della</strong><br />
certificazione.<br />
Mi piacerebbe anche contribuire. Non<br />
so come e a che titolo ma mi tenga in<br />
considerazione se fosse necessaria la<br />
mia competenza.<br />
Grazie ancora, cordiali saluti<br />
CURIOSITA’ DA ADDETTO<br />
AI LAVORI<br />
Lavorando in ambito Certificazione<br />
(prodotti e sistemi), sono incuriosito<br />
da quanto ho letto sul sito in merito a<br />
Qing. Vorrei poter approfondire<br />
l'argomento, grazie, cordiali saluti,<br />
Questo collega, che poi ha<br />
completato il percorso di<br />
certificazione Qing, si era dimesso<br />
dall’<strong>Ordine</strong> qualche anno fa e si è<br />
nuovamente iscritto solo poche<br />
settimane prima di presentare<br />
domanda di certificazione.<br />
RICHIESTE DA<br />
DATORE DI LAVORO<br />
Ing. Schgor, buon giorno,<br />
Stamattina mi ha telefonato un ente<br />
comunale che ha individuato<br />
dall'elenco sul sito un collega Qing
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 33<br />
con una specializzazione di loro<br />
interesse ...<br />
L’ente ha anche richiesto copia del<br />
CV per mettersi in contatto diretto<br />
con il collega Qing.<br />
PRONTI AL CIMENTO<br />
Ottima iniziativa!<br />
Mi cimenterò a breve ma come libero<br />
professionista devo anche chiedere le<br />
liberatorie ai miei clienti per segnalare<br />
nomi e lavori. .. Lavoraccio che<br />
richiede tempo, ahimè<br />
A presto<br />
COMPETENZA DI NICCHIA<br />
Egregio Ingegner Schgör<br />
sono un ingegnere aeronautico<br />
(classe ’48, laurea dicembre 1974,<br />
esame di Stato aprile 1975) che ha<br />
sempre lavorato in ambito<br />
aeronautico e da 22 anni, come libero<br />
professionista, mi occupo di<br />
progettazione di eliporti/elisuperfici<br />
per ospedali, Comuni, Provincie,<br />
industrie, privati, ecc.<br />
Ultimamente la mia attività mi ha<br />
portato ad occuparmi anche di<br />
aeroporti minori. Sono ben<br />
consapevole che nell’ambito<br />
ingegneristico la mia è un’attività di<br />
nicchia, ma un’ulteriore certificazione<br />
professionale aiuterebbe anche a<br />
sfoltire il campo da molti personaggi<br />
“fai da te” che purtroppo sono<br />
presenti anche nel mio campo<br />
d’attività.<br />
Sono quindi interessato alla<br />
certificazione Qing e sono<br />
assolutamente disponibile ad un<br />
incontro con Lei, quando più le possa<br />
far comodo.<br />
In attesa di sue comunicazioni, voglia<br />
gradire i miei migliori saluti.<br />
CREATIVITA’ DELL’ORDINE<br />
Egregio Ingegnere,<br />
più di un anno fa avevo preso visione<br />
<strong>della</strong> proposta Qing dell’<strong>Ordine</strong> e<br />
cercato di approfondire l’argomento<br />
ma, a causa <strong>degli</strong> impegni di allora,<br />
avevo abbandonato la questione con<br />
l’intento di tornarci più oltre. Mi fa<br />
piacere quindi il Suo messaggio che<br />
mi da lo spunto per occuparmene di<br />
nuovo. Ritengo che questa iniziativa<br />
possa rappresentare un concreto<br />
servizio nei confronti sia <strong>degli</strong><br />
operatori che <strong>degli</strong> iscritti e in ultima<br />
analisi un effettivo vantaggio per la<br />
collettività. Naturalmente i limiti e le<br />
potenzialità <strong>degli</strong> obbiettivi sono<br />
diretta conseguenza <strong>della</strong> sua<br />
credibilità, figlia a sua volta <strong>della</strong><br />
chiarezza nelle regole e nei metodi.<br />
Se si vuole infatti, a mio parere, che la<br />
Certificazione non sia un mero<br />
acritico sub-elenco <strong>degli</strong> iscritti,<br />
occorre che l’<strong>Ordine</strong> assuma una<br />
sufficiente dose di responsabilità nella<br />
valutazione dei candidati. Da qui<br />
discende l’importanza delle regole e<br />
dei metodi di giudizio, non<br />
dimenticando l’aspetto altrettanto<br />
importante: la competenza dei<br />
giudicatori.<br />
Credo che il nostro Paese, se non si<br />
vuole scivoli verso un arretrato panmediterraneismo,<br />
necessiti di una<br />
consapevole scelta verso un futuro di<br />
efficienza, competenza e correttezza<br />
che, almeno nel passato gli ingegneri,<br />
proprio come categoria, ben<br />
rappresentavano nel sentire comune.<br />
Il recupero di questa posizione non si<br />
ottiene con la proclamazione univoca<br />
<strong>della</strong> “centralità dell’Ingegnere nella<br />
società” come spesso leggo nei<br />
giornali di categoria, bensì con azioni<br />
concrete. Questa iniziativa potrebbe<br />
esserne un esempio.<br />
Per quanto mi riguarda vorrei capirne<br />
meglio il funzionamento, nello spirito<br />
che succintamente qui Le ho esposto,<br />
e pertanto sono certamente<br />
disponibile ad un incontro in tal<br />
senso. Mi può contattare a questa<br />
mail, oppure al mio cellulare.<br />
Per introdurre la mia esperienza di<br />
lavoro, Le accludo il mio Curriculum<br />
Cordiali saluti<br />
CERTIFICAZIONE DI PARTE<br />
TERZA?<br />
Buongiorno Ing. Schgör e Ing. Fassina,<br />
sarei interessata ad approfondire<br />
questo argomento con voi.<br />
Nello specifico, vorrei capire quale<br />
tipo di competenze possono essere<br />
certificate e le relative modalità.<br />
La certificazione di parte terza delle<br />
competenze è un requisito che<br />
sempre di più sta iniziando ad essere<br />
richiesto anche dall’ Ente Nazionale di<br />
Accreditamento (ACCREDIA).<br />
Rimango in attesa di un vostro<br />
riscontro.<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 33
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 34<br />
Qing<br />
INTERESSA I PROFESSIONISTI<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
AFFERMATI?<br />
Salve,<br />
mi interessa molto approfondire la<br />
questione. Approfondisco sul sito e Vi<br />
chiamerò per un appuntamento.<br />
Grazie.<br />
QUALI RISCONTRI?<br />
Gentili ingg. Schgör e Fassina,<br />
sono certificato Qing di II livello da<br />
qualche mese ed il mio nome e CV<br />
compaiono sul sito web dell’<strong>Ordine</strong>.<br />
Ad oggi, pur avendo pubblicizzato la<br />
certificazione, non ho avuto riscontri<br />
aggiuntivi positivi in termini di<br />
riconoscimento professionale o<br />
visibilità.<br />
Credo sia importante che l’<strong>Ordine</strong> si<br />
impegni maggiormente su questi punti<br />
altrimenti l’iniziativa Qing, alla quale<br />
ho voluto credere, avrà vita breve.<br />
Rimango comunque a Vs. disposizione<br />
per chiarimenti.<br />
Cordiali saluti<br />
ASPETTI DA SOTTOLINEARE<br />
Buon giorno egregi <strong>Ingegneri</strong><br />
ho preso visione <strong>della</strong> Vs proposta e<br />
ritengo sia molto valida.<br />
Ricordo, soprattutto in occasione<br />
<strong>della</strong> prima Certificazione, che non<br />
sapevo cosa aspettarmi dal colloqui<br />
con Voi ed ero abbastanza tesa ed<br />
imbarazzata.<br />
Durante la fase di orienteering direi<br />
che gli aspetti da sottolineare sono:<br />
34 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
- differenza tra certificazione di I e II<br />
livello in particolare per ciò che<br />
riguarda l'aspetto stesso <strong>della</strong><br />
competenza e professionalità<br />
- compilazione del database e in<br />
particolare quali elementi debbano<br />
essere sottolineati ed evidenziati e<br />
come evidenziarli<br />
- spiegazione di come avviene il<br />
colloquio e quali sono gli aspetti e le<br />
tematiche che verranno trattati nel<br />
corso dello stesso<br />
- modalità di diffusione <strong>della</strong><br />
certificazione Qinq e anche<br />
indicazioni pratiche su come spiegare<br />
a terzi cosa sia il Qing (a me è<br />
capitato più volte nel corso di<br />
colloqui).<br />
Sperando di aver risposto alle vs<br />
attese, porgo cordiali saluti<br />
TUTTI GLI ISCRITTI SONO<br />
ESPERTI?<br />
Come ho avuto più volte l'occasione<br />
di accennare al problema <strong>della</strong><br />
certificazione Qing (ma vale anche<br />
per EUCIP) queste certificazioni<br />
hanno un valore nell'attimo in cui<br />
risultano spendibili ovvero danno un<br />
valore aggiunto a chi le può esibire.<br />
Nel mio tipo di lavoro la<br />
certificazione Qing non mi darebbe<br />
nessun vantaggio. Tutti i miei clienti mi<br />
conoscono per le mie capacità<br />
professionali ed i nuovi clienti mi sono<br />
sempre arrivati per il buon vecchio<br />
passa parola. Nel mio caso essere o<br />
non essere certificato Qing non<br />
cambierebbe nulla nei confronti <strong>della</strong><br />
mia attività.<br />
Nel settore dell'informatica si è poi<br />
abituati a rivolgersi a figure<br />
professionali anche non laureate. E' un<br />
settore che bada molto alle reali<br />
competenze più che ai titoli ed alle<br />
certificazioni.<br />
Vi posso assicurare che ci sono dei<br />
professionisti bravissimi nel loro<br />
campo che non possono esibire alcun<br />
titolo di laurea, ne conosco alcuni che<br />
chiamo anche per aiutarmi in<br />
configurazioni complicate di server di<br />
rete. Io comunque resto anche<br />
scettico (molto) su un altro punto;<br />
l'<strong>Ordine</strong> dovrebbe pubblicizzare il<br />
fatto che TUTTI I SUOI ISCRITTI<br />
SONO DEGLI ESPERTI.<br />
L'<strong>Ordine</strong> deve in qualche modo<br />
difendere una categoria. Dal punto di<br />
vista del mondo esterno noi<br />
dovremmo fare passare il concetto<br />
che se si vuole una persona di cui<br />
fidarsi ci si deve rivolgere ad un<br />
ingegnere.<br />
Nell'attimo in cui cerchiamo invece di<br />
spingere una certificazione come<br />
Qing, dicendo che gli ingegneri<br />
certificati Qing sono meglio,<br />
automaticamente screditiamo i<br />
restanti nostri iscritti dicendo che<br />
valgono meno (ma questo lo diciamo<br />
noi!). Dal punto di vista esterno quindi<br />
non ci presentiamo con 12000<br />
esperti ma ci presentiamo con pochi<br />
esperti con il bollino.<br />
Io desidero invece che l'<strong>Ordine</strong> dica<br />
che i suoi esperti sono 12000 e che<br />
concentri il massimo <strong>degli</strong> sforzi per<br />
difendere un'intera categoria e non
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 35<br />
un sotto insieme.<br />
Un discorso a parte merita il vecchio<br />
elenco <strong>degli</strong> esperti fatto su base<br />
volontaria. Quell'elenco poteva essere<br />
giustificato con il fatto che le persone<br />
che avevano chiesto di essere inserite<br />
erano grosso modo pari alle persone<br />
che avrebbero accettato incarichi<br />
professionali. Poteva essere<br />
interpretato come un sottoinsieme<br />
<strong>degli</strong> iscritti all'ordine (ovvero dei<br />
famosi 12000) che indicavano<br />
volontariamente il loro settore di<br />
attività ed implicitamente dicevano di<br />
essere disponibili per eventuali<br />
incarichi.<br />
Se avessi dovuto cercare<br />
genericamente un nome sull'albo, non<br />
essendoci indicato il settore di attività,<br />
avrei avuto grossi problemi a cercare<br />
un nominativo!<br />
Con i migliori saluti.<br />
il progetto esportato<br />
Attualmente hanno aderito<br />
ufficialmente al progetto<br />
Qing o manifestato<br />
interesse, i seguenti Ordini:<br />
Milano, Lodi, Trento,<br />
Napoli, Salerno, Catania,<br />
Messina, Ravenna,<br />
Modena, Lecco, Como,<br />
Cremona, Brescia,<br />
Torino. Sono in corso contatti<br />
con le Federazioni di:<br />
Piemonte, Veneto,<br />
Sardegna, Toscana.<br />
Qing certificandi e Qing certificati.<br />
I tempi <strong>della</strong> certificazione Qing sono sostanzialmente determinati dalla scelta di:<br />
comparto, area di specializzazione e livello richiesti, nonché dalla disponibilità dei<br />
Valutatori coinvolti.<br />
Ecco perché accanto al numero di colleghi certificati e via via pubblicati nel sito<br />
web dell'<strong>Ordine</strong> (1), è spesso riportato anche il numero dei colleghi la cui iscrizione<br />
è ancora in itinere (2).<br />
Nel sito web dell'<strong>Ordine</strong>, c'è l'Elenco <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> Qing con dettagli su: Livello,<br />
Settore, Nome, Cognome, Comparto e Area di Specializzazione<br />
In altri media: Numero dei Qing certificati e di quelli in via di certificazione.<br />
Istantanea delle certificazioni al 28 maggio <strong>2012</strong>:<br />
Numero dei Qing pubblicati nel sito web: 34<br />
Numero delle domande Qing certificati "ante" circolare Calzolari: 53<br />
Numero delle adesioni gratuite Qing, "post" circolare Calzolari 67<br />
L'iscrizione "gratuita" al Qing è prossima alla sua scadenza. Si può ragionevolmente<br />
prevedere che il totale delle richieste di iscrizione gratuita al Qing possa<br />
essere intorno al centinaio.<br />
Recente comunicazione del Presidente Calzolari.<br />
Caro Collega,<br />
l'<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano, nell'intento di valorizzare le<br />
competenze dei suoi Iscritti nel mercato del lavoro, ha varato da tempo il progetto<br />
"Qing", al quale puoi liberamente accedere.<br />
Le procedure previste, affinate durante il primo anno di avviamento, ci confortano<br />
sulla facilta' di accesso all'iniziativa, che si avvale anche di un "tutor"<br />
a disposizione <strong>degli</strong> Iscritti, presente tutti i giorni presso la sede dell'<strong>Ordine</strong>.<br />
(per ogni informazione si consulti il sito dell'<strong>Ordine</strong> www.ordineingegneri.milano.it<br />
www.ordineingegneri.milano.it nell'apposito spazio "Qing").<br />
I risultati già raggiunti ci mostrano la modernità del progetto "Qing", capace<br />
di dar vita a un rapporto di reciproca fiducia tra <strong>Ordine</strong> e Iscritto, basato su<br />
criteri trasparenti, oggettivi, a disposizione di tutti e verificabili da parte di terzi.<br />
Molti altri Ordini italiani stanno seguendo lo stesso percorso avviato a Milano<br />
e questo ci incoraggia a dare ulteriore impulso all'iniziativa che, nei nostri auspici,<br />
si estendera' tra breve sul piano nazionale.<br />
Queste ragioni ci portano ad abbandonare definitivamente la segnalazione<br />
di <strong>Ingegneri</strong> esperti del nostro <strong>Ordine</strong> attraverso il vecchio<br />
"Elenco dei Consulenti Tecnici 2004", che non è stato più aggiornato -<br />
come preannunciato nella sua stessa prefazione - poiché basato su requisiti<br />
di accesso ormai superati.<br />
D'ora in poi, quindi, coloro che desiderano essere segnalati<br />
dall'<strong>Ordine</strong> come "esperti", in uno o più ambiti specialistici<br />
dell'<strong>Ingegneri</strong>a, sono invitati a certificare le proprie competenze<br />
secondo le procedure del progetto "Qing", ottenendo<br />
un certificato di 2° livello.<br />
Ciò premesso, nell'intento di dar vita a un passaggio il piu' possibile naturale<br />
tra vecchie e nuove forme di qualificazione, l'<strong>Ordine</strong> mette a disposizione<br />
<strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> inseriti nell' "Elenco dei Consulenti Tecnici 2004" una formula<br />
di accesso gratuito alle procedure di certificazione.<br />
La gratuità è però concessa soltanto a coloro che segnaleranno il proprio interesse<br />
all'<strong>Ordine</strong> entro il 10 Maggio <strong>2012</strong> (inviare e-mail all'indirizzo del<br />
"tutor" Dott. Ing. Paolo Schgor qing@ordineingegneri.milano.it), data che ci<br />
consentirà la migliore pianificazione delle certificazioni nell'anno corrente, attraverso<br />
un impiego ottimale dei Colleghi dei Comitati di Valutazione e di tutto<br />
lo staff tecnico-amministrativo che gestisce l'operatività del progetto.<br />
Sono certo che apprezzerete questo ulteriore investimento dell'<strong>Ordine</strong>, che<br />
viene incontro ai propri "esperti" per metterne in risalto le competenze e il valore<br />
professionale acquisito sul campo, attraverso criteri innovativi e al passo<br />
coi tempi, che consentiranno all'<strong>Ordine</strong> di svolgere con più efficacia la sua<br />
funzione di "garanzia" a vantaggio dei cittadini. l<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 35
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<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Approccio preliminare ai progetti e relative linee guida.<br />
Considerazioni generali.<br />
L’ingegneria ambientale.<br />
L’ingegneria ambientale è un cammino<br />
professionale che richiama un<br />
insieme di attività interdisciplinari tra<br />
loro correlate e variamente indirizzate allo<br />
studio, alla ricerca, alla progettazione, alla<br />
costruzione di opere ed infrastrutture,<br />
unità produttive, impianti, servizi generali,<br />
ecc. Attività<br />
queste sviluppate tuttavia in forme non antagoniste<br />
ed aggressive verso l'ambiente e<br />
il territorio in generale ma viceversa pensate<br />
in armonia e compatibilità con gli<br />
stessi. E' evidente come tali percorsi non<br />
siano di per sé semplici in quanto, a parte<br />
la frequente<br />
contrapposizione con la logica del business<br />
spinto, essi devono pur sempre confrontarsi<br />
con le complesse esigenze, presenti e<br />
future, di promuovere uno sviluppo socioeconomico<br />
comunque sostenibile, in parallelo<br />
con un trend evolutivo tecnologico.<br />
Ne consegue che quanto più forte sarà la<br />
pressione in atto su di un determinato ambito<br />
territoriale, tanto maggiori potranno<br />
risultare in negativo le ricadute sui valori<br />
dei parametri ambientali quali quelli riferiti<br />
principalmente agli aspetti socio-economici,<br />
naturalistici, paesaggistici, di qualità<br />
<strong>della</strong> vita, <strong>della</strong> salute, ecc.<br />
E' stato quindi determinante che da decenni<br />
si sia sviluppata e maturata a livello<br />
mondiale una diffusa coscienza ambientale<br />
che progressivamente ha coinvolto molti<br />
tra i centri più autorevoli e responsabili<br />
<strong>della</strong> scienza e <strong>della</strong> cultura internazionale.<br />
Tale orientamento ha potuto talora influire<br />
anche sulla politica dei governi più attenti<br />
alle scelte di taluni poteri economici. La<br />
36 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
contrapposizione in atto, spesso aspra, con<br />
gli obiettivi speculativi di questi ultimi non<br />
ha tuttavia portato ancora ad<br />
una ampia e costante condivisione di programmi<br />
ed obiettivi finalizzati alla difesa del<br />
pianeta nelle sue diverse matrici ambientali.<br />
Uno dei principi più noti <strong>della</strong> politica<br />
ambientale è quello dello sviluppo sostenibile<br />
che in termini semplici può intendersi<br />
come quella forma di sviluppo<br />
economico che comporta da parte delle<br />
generazioni di oggi uno sfruttamento corretto<br />
e responsabile delle risorse mondiali<br />
in modo da assicurarne lo sfruttamento<br />
anche da parte delle generazioni future.<br />
Per quanto questo atteggiamento possa riguardare<br />
da vicino il nostro ruolo e la nostra<br />
azione, ricordo una definizione del<br />
prof. Bozza, Rettore del Politecnico di Milano<br />
<strong>degli</strong> anni '60, che diceva appunto: "Gli<br />
ingegneri sono coloro che indirizzano la<br />
propria attività alla utilizzazione e al dominio<br />
delle forze messe a disposizione<br />
dalla natura, all'impiego razionale dei<br />
materiali naturali e artificiali, alla produzione<br />
di materiali nuovi od opportunamente<br />
modificati, allo scopo di ottenere<br />
migliori condizioni di vita individuale e sociale".<br />
Mi sembra che nella sua sinteticità questa<br />
espressione confermi, a distanza di cinquant'anni,<br />
con semplicità e chiarezza, una<br />
attualissima vocazione al progresso tesa<br />
appunto alle migliori condizioni di vita individuali<br />
e sociali quali finalità da perseguire.<br />
Di questo richiamo l'ingegnere, se<br />
vuole accreditarsi di un ruolo da protagonista<br />
attivo nella società di oggi, dovrebbe<br />
DI FLAvIO TReSOLDI<br />
opportunamente coglieme il senso nella<br />
costruzione quotidiana del proprio percorso<br />
professionale.<br />
Un particolare impegno andrebbe, tra l’altro,<br />
dedicato allo sviluppo di una cultura<br />
attenta e critica verso le scelte tecnologiche<br />
di opere ed infrastrutture che potrebbero<br />
incidere negativamente, se non<br />
filtrate progettualmente attraverso opportune<br />
griglie di valutazione ambientali, su<br />
qualità e vivibilità del territorio.<br />
Per evidenziare praticamente tali aspetti<br />
può essere utile riportarne sinteticamente<br />
una esemplificazione considerata sotto il<br />
profilo metodologico delle fasi analitiche<br />
che, a monte <strong>della</strong> progettazione vera e<br />
propria ed in parallelo temporale con il<br />
procedere <strong>della</strong> stessa, dovrebbero riguardare<br />
i diversi parametri ambientali ritenuti<br />
più critici per un determinato intervento<br />
sul territorio.<br />
A tale scopo si illustrano alcuni quadri<br />
operativi, eventi, situazioni, esigenze ecc.<br />
presenti a monte, durante e dopo gli interventi<br />
programmati.<br />
A - Va sottolineato anzitutto che numerose<br />
attività portano sempre di per sé ad<br />
impatti intrinseci alla realizzazione di un<br />
dato progetto. Tra queste va fatta una distinzione<br />
tra quelle considerate temporanee<br />
e quelle permanenti. Le prime<br />
procurano essenzialmente effetti di impatto<br />
legati alla durata dei lavori limitatamente<br />
alle fasi preparatorie e alle<br />
successive operazioni di cantiere. Dette<br />
fasi si riassumono principalmente nelle seguenti<br />
voci:
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- gli sbancamenti;<br />
- i movimenti di terra;<br />
- le attività di cantiere edili;<br />
- le possibili deviazioni provvisorie di corsi<br />
d'acqua e di fognature esistenti;<br />
- le elevazioni e le recinzioni;<br />
-l'uso di strade ad alta intensità di traffico<br />
e l'apertura di nuovi percorsi;<br />
- il prelievo di risorse idriche locali;<br />
- gli allacciamenti elettrici provvisori alle<br />
linee esistenti;<br />
- l'occupazione temporanea di suolo;<br />
-l'aumento occupazionale, a termine, del<br />
personale in loco;<br />
- la distruzione temporanea di fasce verdi<br />
ecc.<br />
Le attività permanenti comportano viceversa<br />
impatti duraturi, cioè risultanze modificative<br />
negative e/o positive derivanti<br />
dalla avvenuta realizzazione ed attivazione<br />
dell'opera.<br />
Tali effetti risultano evidentemente più incisivi<br />
dei precedenti sia per la persistenza<br />
nel tempo, sia per l'incidenza<br />
definitiva sulle caratteristiche originarie del<br />
territorio. Le attività permanenti riguardano:<br />
-l'occupazione definitiva di suoli;<br />
- lo sfruttamento delle risorse idriche locali;<br />
-l'attivazione di allacciamenti e di nuove<br />
linee elettriche;<br />
-l'occupazione di mano d'opera sia locale<br />
che pendolare;<br />
- l'aumento del traffico su strada e ferrovia;<br />
- possibili aumenti delle emissioni inquinanti<br />
liquide, gassose e solide;<br />
- possibili inquinamenti di suolo e sottosuolo;<br />
- riduzione delle fasce verdi e delle aree<br />
agricole;<br />
- nuovi equilibri socio-economici ecc...<br />
B - L'approfondimento preliminare, di per<br />
sé indispensabile, dell'intera panoramica<br />
operativa vista nelle sue diverse componenti,<br />
porta ad una serie di ulteriori considerazioni<br />
relative ad eventi e<br />
problematiche da analizzare poi nel corso<br />
delle fasi realizzative del progetto.<br />
Di tali aspetti si riporta un quadro esemplificativo<br />
generale per alcuni possibili<br />
eventi riferiti a diverse matrici ambientali<br />
e conseguenti alle diverse attività previste.<br />
Inquinamento atmosferico<br />
- L'emissione di determinate sostanze<br />
(monitoraggi qualitativi e quantitativi) nel-<br />
l'atmosfera potrebbe costituire una minaccia<br />
per la salute umana, i raccolti, il bestiame,<br />
la fauna selvatica, la conservazione<br />
<strong>degli</strong> edifici?<br />
- Le inversioni di temperatura potrebbero<br />
portare a concentrazioni anomale nell'atmosfera<br />
di sostanze nocive emesse<br />
dall'impianto?<br />
- Il regime dei venti potrebbe causare concentrazioni<br />
di fumi in corrispondenza di<br />
aree sensibili all'inquinamento atmosferico?<br />
- L'impianto produrrà polveri la cui ricaduta<br />
porrebbe problemi per la comunità<br />
locale?<br />
- L'impianto produrrà odori sgradevoli?<br />
Inquinamento dell'acqua<br />
- Gli effluenti trattati da un impianto potranno<br />
avere effetti significativi sulla flora e<br />
l'ittiofauna di corsi d'acqua, canali, laghi<br />
adiacenti?<br />
- Detti effluenti potrebbero inquinare le<br />
fonti di approvvigionamento potabile?<br />
- Le variazioni di portata dei corsi<br />
d'acqua, anche stagionali, potrebbero<br />
causare alterazioni significative nella<br />
concentrazione di eventuali sostanze inquinanti<br />
presenti con ricadute negative<br />
sulla qualità e l'uso delle acque?<br />
- Potrebbero esserci aspetti ricreativi e<br />
sportivi quali lo sci nautico, il canottaggio,<br />
la vela, la pesca ecc. compromessi dagli<br />
scarichi nelle acque superficiali limitrofe all'impianto?<br />
- Quali famiglie o singole specie di animali,<br />
uccelli in particolare, collegati alla catena<br />
alimentare, potrebbero essere minacciate<br />
da alterazioni <strong>della</strong> flora e <strong>della</strong> fauna acquatica?<br />
- Le acque depurate ed utilizzate a fini irrigui<br />
sono conformi alla normativa vigente<br />
per tale uso?<br />
Rumori e vibrazioni<br />
- L'impianto altererà in maniera significativa<br />
il livello <strong>della</strong> rumorosità di fondo?<br />
- Se ciò accadesse, l'aumento sarà di<br />
entità tale da infastidire i residenti durante<br />
la giornata e/o nelle ore notturne?<br />
- Il livello sonoro risultante potrebbe avere<br />
effetti negativi su scuole, ospedali, case di<br />
riposo per anziani, attrezzature per il<br />
tempo libero, ecc. durante la giornata e<br />
nelle ore notturne?<br />
Smaltimento dei rifiuti: solidi, liquidi e residui<br />
di lavorazione<br />
- Esistono localizzazioni di discariche ido-<br />
nee nei dintorni?<br />
- Se esiste l'impatto sul paesaggio di<br />
una discarica o di un impianto di<br />
trattamento dei rifiuti quali sarebbero gli<br />
interventi di mitigazione per ridurre tale<br />
impatto?<br />
- Quali sarebbero le conseguenze sulla salute<br />
che potrebbero riguardare residenti<br />
in prossimità dell'impianto?<br />
- Si potrebbero avere inquinamenti delle<br />
acque superficiali per effetto <strong>della</strong> discarica?<br />
- Quali quantità di percolati sarebbero<br />
prodotte e quali le caratteristiche analitiche?<br />
- Quali sarebbero gli effetti dei percolati<br />
sulle risorse idriche sotterranee?<br />
- Sono previste misure per il controllo dei<br />
percolati?<br />
- Quali volumi di traffico veicolare verrebbero<br />
a crearsi per la gestione <strong>della</strong> discarica?<br />
Rischi e incidenti<br />
- L'impianto in esame introduce fattori palesi<br />
di rischio per il pubblico?<br />
- Esistono particolari condizioni ambientali<br />
(ad esempio il regime dei venti dominanti<br />
o le caratteristiche topografiche) che, nell'<br />
eventualità di emissioni accidentali anomale<br />
soprattutto tossiche, potrebbero interessare<br />
gli insediamenti civili più<br />
prossimi?<br />
C - Nel caso concreto e frequente di un<br />
progetto riguardante ad esempio la costruzione<br />
di un impianto di depurazione<br />
per acque urbane, le valutazioni di impatto<br />
ambientale abbracciano, tral'altro, numerosi<br />
aspetti diretti e indiretti legati all'esecuzione<br />
ed alla gestione dell'opera, quali:<br />
- capacità dell'impianto di adattarsi alle variazioni<br />
quantitative e qualitative dei reflui<br />
in arrivo<br />
- affidabilità funzionale dello stesso<br />
- semplicità gestionale dello stesso<br />
- facilità di adattamento alla conduzione<br />
automatizzata<br />
- rispondenza o meno del sito prescelto,<br />
verificata attraverso un percorso di specifiche<br />
analisi condotte sulla base di indagini<br />
epidemiologiche, pluviometriche, geologiche<br />
e geognostiche, climatiche con determinazione<br />
di direzione ed intensità dei<br />
venti dominanti.<br />
- livello di completamento <strong>della</strong> rete di adduzione<br />
liquami in ordine alla individuazione<br />
delle opere<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 37
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 39<br />
Patrimonio Immobiliare pubblico:<br />
una risorsa per il paese<br />
Con un insolito orario mattutino<br />
(dalle 07.30 alle 09.30) si è tenuto<br />
un incontro in cui il Dott.<br />
Scalera, dirigente dell’Agenzia del Demanio,<br />
ha di fatto presentato ad un folto e<br />
qualificato pubblico in rappresentanza<br />
delle maggiori associazioni interessate allo<br />
sviluppo del settore edilizio, questa Agenzia<br />
pubblica, probabilmente ai più ancora<br />
quasi sconosciuta, ed ha illustrato gli scopi<br />
che la stessa si è prefissa di ottenere (vedasi<br />
anche il sito in rete).<br />
Istituita nel 1999 e trasformata in Ente<br />
Pubblico Economico nel 2003, con un migliaio<br />
di dipendenti, l’Agenzia del Demanio<br />
è stata incaricata di gestire un patrimonio<br />
immobiliare costituito da circa 46.000.=<br />
immobili per un valore stimato pari ad €.<br />
55.000.000.000.= (55 Miliardi di Euro).<br />
Buona parte di questi, circa 20.000, è rappresentata<br />
da Uffici pubblici per cui si dovranno<br />
attuare interventi di manutenzione<br />
programmata e piani di razionalizzazione.<br />
Per questo tipo di interventi sono in programma<br />
per i prossimi anni stanziamenti<br />
per circa 1,5 miliardi di Euro/anno.<br />
L’importo è senza dubbio considerevole<br />
(soprattutto perché ripetitivo) e dovrebbe<br />
fornire benzina al motore <strong>della</strong> ripresa (o<br />
tenuta) del settore legato all’edilizia ed alle<br />
costruzioni.<br />
Anche per i professionisti potrebbero esserci<br />
opportunità di lavoro, infatti<br />
l’agenzia del Demanio istituisce bandi per<br />
i programmi di valorizzazione immobiliare<br />
DI FLAvIO TReSOLDI<br />
e progettazione e D.L. <strong>degli</strong> interventi sul<br />
patrimonio gestito.<br />
Mentre alcuni bandi sono di fatto inavvicinabili<br />
e sembrano riservati ai soliti noti, per<br />
i consueti sbarramenti costituiti da fatturato<br />
e incarichi analoghi già svolti, è istituito<br />
un elenco di professionisti accreditati per<br />
incarichi sotto la soglia di €. 100.000,00<br />
cui si può accedere previa presentazione<br />
di Curriculum vitae (vedasi sito in rete).<br />
Per quanto riguarda il nostro <strong>Ordine</strong>, dato<br />
che la quasi totalità di detti beni, essendo<br />
stati costruiti da più di 50 anni, per effetto<br />
delle attuali leggi, sono sotto la tutela <strong>della</strong><br />
Sovrintendenza ai monumenti, come semplici<br />
ingegneri probabilmente saremo tagliati<br />
fuori dalla progettazione e direzione<br />
lavori (riservata agli architetti) od al massimo<br />
dovremo accontentarci di ruoli secondari<br />
ed in parti marginali (strutture,<br />
antincendio, ACE e impianti).<br />
Resta comunque interessante l’opportunità<br />
che viene offerta e che si consiglia di<br />
non trascurare. l<br />
SISTRI:<br />
Confermata la proroga<br />
di 12 mesi<br />
Il SISTRI, la cui data prevista per l’entrata<br />
in operatività era fissata per il 01/07/<strong>2012</strong>,<br />
subirà una sospensione di 12 mesi, così<br />
come previsto dal Decreto Sviluppo del<br />
15 <strong>giugno</strong>, al fine di consentire lo svolgimento<br />
delle attività di verifica dell’effettiva<br />
funzionalità del sistema, a seguito del parere<br />
espresso in merito da DIGITPA (Ente<br />
nazionale per la digitalizzazione <strong>della</strong> Pubblica<br />
Amministrazione).<br />
Il SISTRI, ha spiegato il ministro dello Sviluppo<br />
Economico Passera "probabilmente<br />
non è adatto a molte aziende, soprattutto<br />
di piccola e media dimensione" e quindi "<br />
si conferma che l'introduzione è sospesa".<br />
Il sistema viene quindi sospeso per almeno<br />
12 mesi, cioè fino al 30 <strong>giugno</strong> 2013 e con<br />
esso tutti gli adempimenti informatici richiesti<br />
alle imprese coinvolte, al fine di –<br />
come si legge nel documento di commento<br />
del Governo - “consentire i necessari<br />
accertamenti sul funzionamento del<br />
sistema di tracciabilità dei rifiuti”. l<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 39
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 40<br />
<strong>Rivista</strong>*<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
L’apporto ingegneristico nella<br />
pianificazione <strong>degli</strong> interventi<br />
sul territorio.<br />
Nell’ambito <strong>della</strong> collaborazione<br />
che la Commissione Ambiente<br />
ha da tempo avviato a Milano<br />
con l’<strong>Ordine</strong> dei Geologi su alcuni argomenti<br />
di particolare rilievo quali la tutela,<br />
l’uso e la corretta gestione delle risorse<br />
idriche sotterranee, vorrei illustrare brevemente<br />
i contenuti e il senso dell’apporto<br />
ingegneristico nelle fasi di pianificazione e<br />
di programmazione <strong>degli</strong> interventi sul territorio<br />
siano essi di tipologia industriale, urbanistica<br />
od ambientale in quanto per un<br />
ingegnere la pianificazione è una particolare<br />
forma di progettazione.<br />
La complessità interdisciplinare di questi<br />
percorsi richiede comunque la contemporanea<br />
presenza di più competenze, tra cui<br />
le nostre, a livello tecnico, economico-finanziario,<br />
legislativo, ecc.<br />
Ciò premesso, vorrei sottolineare una effettiva<br />
analogia che esiste in termini di logiche<br />
operative tra i percorsi ingegneristici,<br />
soprattutto progettuali e quelli che caratterizzano<br />
le fasi di programmazione a livello<br />
di piano d’ambito delle risorse<br />
idriche disponibili.<br />
Ciò appare evidente da una lettura sintetica<br />
parallela di quali siano in entrambi i<br />
percorsi le reali fasi di lavoro. Per qualsivoglia<br />
opera, quello ingegneristico parte da:<br />
- definizione dei dati di progetto<br />
- calcoli e dimensionamento delle parti<br />
componenti con una prima stima dei costi<br />
- programmazione dei lavori e affinamento<br />
dei costi<br />
- realizzazione delle opere<br />
- collaudi e verifiche <strong>degli</strong> obiettivi finali<br />
Non diversamente si configurano i percorsi<br />
di pianificazione operativa inerenti la<br />
40 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
gestione delle risorse idriche che si sviluppano<br />
anch’esse in più step quali:<br />
- acquisizione di un quadro conoscitivo<br />
delle risorse, sotterranee e non, in termini<br />
affidabili e completi<br />
- elaborazione dei piani d’ambito con la<br />
definizione <strong>degli</strong> obbiettivi tecnico-economici<br />
- congruenza dei costi e criteri di sostenibilità<br />
<strong>degli</strong> interventi<br />
- contestuale sviluppo delle fasi di programmazione<br />
- avvio e compimento <strong>degli</strong> interventi individuati<br />
- valutazione analitica globale dei rilevamenti<br />
e dei monitoraggi eseguiti in relazione<br />
agli standard di qualità attesi<br />
Nello sviluppo ingegneristico dei lavori,<br />
pianificazione e programmazione procedano<br />
a stretto contatto in quanto anelli<br />
<strong>della</strong> stessa logica operativa.<br />
Un altro aspetto importante del tema riguarda<br />
le varie problematiche che sussistono<br />
intorno alle diverse componenti<br />
gestionali delle acque sotterranee – qualità,<br />
disponibilità, prelievo, distribuzione,<br />
controllo, ecc.- in quanto detti aspetti che<br />
spesso si evolvono in criticità, nascono in<br />
realtà proprio sul territorio e si sviluppano<br />
in relazione a come l’uso dello stesso<br />
viene inteso e consentito.<br />
E’ evidente che la limitazione ed il superamento<br />
delle criticità funzionali man mano<br />
individuate, siano possibili solo disponendo<br />
da parte <strong>degli</strong> uffici preposti dei necessari<br />
strumenti operativi quali soprattutto<br />
norme specifiche, indirizzi di lavoro e linee<br />
DI FLAvIO TReSOLDI<br />
guida mirate, strutture adeguate <strong>degli</strong> organici<br />
tecnici, efficiente coordinazione tra i<br />
servizi coinvolti. In relazione a ciò e tenuto<br />
conto <strong>della</strong> natura interdisciplinare delle<br />
attività di pianificazione, già sottolineata all’inizio<br />
di queste note, potrebbe risultare<br />
utile considerare anche il coinvolgimento<br />
di professionalità esterne alle istituzioni,<br />
professionalità che nel corso del tempo<br />
hanno acquisito direttamente sul campo<br />
esperienze significative ed attendibili.<br />
In chiusura, vorrei sottolineare alcune criticità<br />
di cui si è fatto prima cenno perché<br />
la loro minimizzazione può essere, a mio<br />
avviso, determinante per lo sviluppo positivo<br />
dei temi ambientali.<br />
Mi riferisco in particolare:<br />
• ad una migliore utilizzazione a livello informatico<br />
e di comunicazione del pur notevolissimo<br />
bagaglio dei dati tecnicoscientifici<br />
che oggi possediamo ma che<br />
spesso risultano dispersi in filoni di indagine<br />
tra loro scollegati<br />
• alla sostanziale incompletezza <strong>degli</strong> organici<br />
presso gli uffici destinati alle attività<br />
di piano d’ambito<br />
• alla necessità di un rapporto di integrazione<br />
e di correlazione più stretto e continuo<br />
tra i settori che svolgono le attività<br />
di pianificazione e di programmazione<br />
<strong>degli</strong> interventi. l
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 41<br />
Due seminari sui rifiuti da apparecchiature<br />
elettriche ed elettroniche (RAee) oggi.<br />
Per iniziativa <strong>della</strong> Commissione Ambiente<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
<strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano, la Fondazione<br />
ha promosso due seminari tematici<br />
che si sono svolti a Milano presso la Sala<br />
Conferenze dell’<strong>Ordine</strong> in Corso Venezia<br />
n.16, il primo in data 6 marzo c. a. riguardante<br />
la “Filiera RAEE Parte prima: il Recupero”<br />
ed il secondo in data 28 marzo<br />
riguardante la “Filiera RAEE Parte seconda:<br />
la Logistica”.<br />
L’iniziativa ha avuto altresì il Patrocinio <strong>della</strong><br />
Regione Lombardia ed è stata attuata in<br />
collaborazione con la Camera di Commercio<br />
di Milano e con l’Albo Gestori Ambientali<br />
<strong>della</strong> Lombardia, nonché ha visto<br />
la partecipazione del Consorzio CERTO,<br />
storica compagine nazionale di aziende<br />
specializzate nella filiera RAEE.<br />
I due seminari sono stati svolti con lo<br />
scopo di fornire un aggiornamento sulle<br />
esperienze operative finora maturate in<br />
relazione alla gestione dei RAEE nel relativo<br />
mercato di riferimento.<br />
E’ la prima volta che un <strong>Ordine</strong> professionale,<br />
ed in particolare quello <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong>,<br />
si rende disponibile e propositivo<br />
per una iniziativa del genere nel settore<br />
ambiente.<br />
Il reale fine dei suddetti seminari tematici<br />
è stato di fare chiarezza sui vari aspetti del<br />
mercato attuale dei RAEE e di dare merito<br />
all’attività di chi, per storica e specifica<br />
competenza, realizza in concreto e nella<br />
pratica quanto disposto dal cosiddetto<br />
decreto legislativo sui RAEE del 2005 e<br />
successive implementazioni e/o integrazioni.<br />
Per raggiungere tale obiettivo, si è<br />
pensato di “ascoltare la voce” <strong>degli</strong> Operatori<br />
<strong>della</strong> filiera RAEE strutturando i due<br />
seminari come sopra, il tutto secondo un<br />
preciso iter informativo finalizzato a fotografare<br />
la globalità <strong>della</strong> suddetta filiera; ciò<br />
perché si è ritenuto che i suddetti Operatori<br />
siano loro gli “uomini in trincea” e<br />
quindi per ciascuno di essi sono stati individuati<br />
i tre punti essenziali ovvero cosa fa,<br />
a chi serve quello che fa e con quali modalità<br />
interagisce nel mercato di pertinenza.<br />
Per ciascun seminario il relativo programma,<br />
impostato su concretezza e praticità,<br />
ha previsto, per la Parte prima -<br />
Recupero, una esposizione sui processi<br />
tecnologici di recupero materie prime seconde/sottoprodotti<br />
e aspetti connessi seguita<br />
da un dialogo aperto sulla tematica<br />
in questione, nonché specularmente, per<br />
la Parte seconda - Logistica, una esposizione<br />
sulle modalità di raccolta/stoccaggio<br />
ed aspetti connessi, seguita da un analogo<br />
dibattito aperto sulla tematica in questione.<br />
Dagli interventi è stato essenzialmente evidenziato<br />
che esistono impianti di pre-trattamento<br />
(smontaggio e cernita) ed<br />
impianti di trattamento (processi tecnologici<br />
di triturazione e separazione) per recupero<br />
materie prime seconde (materiali<br />
ferrosi, alluminio, rame, vetro, plastica, ecc.)<br />
da poter immettere vantaggiosamente in<br />
nuovi cicli produttivi; in particolar modo si<br />
è fatto cenno ad impianti per il trattamento<br />
di RAEE specifici (frigoriferi, lampade<br />
fluorescenti, ecc.) e sono stati<br />
descritti impianti di trattamento tubi catodici<br />
e schede elettroniche; che la raccolta<br />
differenziata dei RAEE è iniziata effettivamente<br />
solo nel 2009 e differisce da nord<br />
a sud d’Italia e che le modalità di ritiro, trasporto,<br />
conferimento e stoccaggio dipendono<br />
molto dai criteri logistici adottati che<br />
influenzano altresì le tariffe calcolate e che<br />
le varie tipologie di RAEE e la micro-raccolta,<br />
come la macro-raccolta, determinano<br />
la scelta dei contenitori e dei veicoli<br />
più idonei da adoperare di volta in volta<br />
per ogni singolo caso. Moderatore, nonché<br />
anch’egli relatore, è stato l’ing. Giuseppe<br />
Pirillo, Direttore Generale del Consorzio<br />
CERTO.<br />
E’ spettato invece al dr. Paolo Pipere, Responsabile<br />
Servizi Adempimenti Ambientali<br />
<strong>della</strong> CCIAA di Milano e<br />
Referente dell’Albo Gestori Ambientali<br />
<strong>della</strong> Lombardia, illustrare una sintesi ragionata<br />
<strong>degli</strong> aspetti discussi e delle problematiche<br />
rilevate, alcune ancora irrisolte,<br />
delineando così una possibile fotografia del<br />
settore RAEE, in merito prima al recupero<br />
e poi alla logistica, coerente col mercato<br />
reale e da analizzare per proporre miglioramenti<br />
e/o modifiche costruttive nonché<br />
per combattere abusi e per contrastare<br />
comportamenti sleali di alcuni “attori sulla<br />
scena”, non certamente definibili di… partnership.<br />
All’ing. Mario Amadasi, Presidente Commissione<br />
Ambiente dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
<strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano, è stata<br />
infine affidata poi in ogni seminario la gestione<br />
del dibattito e la esposizione delle<br />
conclusioni di fine giornata, tutte sintetizzabili<br />
in azioni propositive per il futuro. l<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 41
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 42<br />
La Fondazione<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
CORSO DI eNeRGY MANAGeR.<br />
L’energia che ci vuole in un manager<br />
Mercoledì 29 febbraio <strong>2012</strong>, ore 17.30-19.00<br />
Corso e affiancamento per l’energy manager davvero competente.<br />
Il programma per accompagnare l’Energy Manager in tutta la sua vita professionale!<br />
Finalmente un’offerta altamente qualificante per diventare esperti nella gestione dell’energia.<br />
Il corso è il punto di partenza di un’azione continuativa nel tempo per rafforzare la professione di Energy Manager che il mercato<br />
richiede con maggior insistenza.<br />
L’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano, infatti, intende varare un programma formativo strutturato attraverso un corso<br />
iniziale, moduli di aggiornamento, focus group tematici e workshop per rendere sempre più efficace e continuativamente aggiornata<br />
nel tempo la funzione dell’Energy Manager.<br />
La novità è rappresentata dal fatto che i contenuti del programma formativo vengono gestiti da tutti i protagonisti del mondo dell’energia:<br />
rappresentanti di industrie eccellenti, università prestigiose, istituzioni e Enti di regolamentazione, energy providers e operatori<br />
di mercato, professionisti ed associazioni di categoria. L’offerta formativa potrà vantare, in questo modo, un livello unico di caratterizzazione<br />
in Italia.<br />
Il corso che avvia il programma prevede una durata iniziale di 80 ore e sarà articolato nelle seguenti macroaree tematiche:<br />
l fonti e scenari energetici<br />
l sistema regolatorio e quadro normativo<br />
l tecnologie e processi<br />
l mercati ed aspetti economici.<br />
Le attività si svilupperanno in più sedi nella città di Milano (<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong>, Politecnico, Casa dell’Energia, ecc.) proprio per<br />
sottolineare l’ampiezza e l’apertura concettuale del progetto e l’obiettivo di offrire ai partecipanti una visione ed un sistema di<br />
relazioni ad alto valore sistemico.<br />
Il corso si terrà indicativamente a partire dal mese di Ottobre. Seguirà a breve il programma dettagliato.<br />
Le pre-iscrizioni possono essere effettuate collegandosi al link<br />
https://www.ordineingegneri.milano.it/fondazione/corsi-e-seminari/energy-management-preiscrizioni<br />
Per informazioni preliminari è possibile contattare la segreteria <strong>della</strong> Fondazione info@foim.org Tel: 02 796214<br />
Corso in fase di qualifica TÜV Italia. Ottenuto tale riconoscimento, il corso potrà essere propedeutico nel percorso di certificazione<br />
<strong>della</strong> professione per lo schema Esperto in Gestione dell'Energia (EGE) secondo norma UNI CEI 11339 in accordo con la norma<br />
ISO 17024.<br />
42 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong>
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 43<br />
Corso di Project Financing nelle Opere Pubbliche (16 ore)<br />
Mercoledì 11 e 18 luglio <strong>2012</strong> - ore 9.00-13.00 e 14.00-18.00<br />
Docente e Direttore del corso:<br />
Ing. Luigi Gaggeri<br />
Senior partner <strong>della</strong> Società Project & Design Management SCARL<br />
L’Ing. Gaggeri ha operato su importanti commesse con le più moderne tecniche di Project-Contract Management e ha una notevole<br />
esperienza quale Project e Contract Manager, sia da parte delle Imprese, che da parte <strong>della</strong> Committenza in appalti nazionali ed internazionali.<br />
Membro di numerose commissioni UNI e membro del Comitato di Indirizzo e Garanzia di Accredia, l’Ing. Gaggeri è docente<br />
di Project Management presso i master post-laurea del Politecnico di Milano e dell’Università di Brescia.<br />
Sede:<br />
Fondazione <strong>Ordine</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Corso Venezia, 16 – Milano<br />
Quota di iscrizione:<br />
€ 300 + IVA<br />
Aggiornamento Sicurezza Cantieri: PROGeTTAZIONe,<br />
ALLeSTIMeNTO e MANUTeNZIONe DeI SISTeMI DI PROTeZIONe<br />
CONTRO LA CADUTA DALL'ALTO:"LINee vITA"<br />
giovedì 19 luglio <strong>2012</strong> - dalle 16.30 alle 20.30<br />
Coordinatore:<br />
Prof. Ing. Marco L. Trani<br />
Politecnico di Milano - Dipartimento BEST<br />
Quota d'iscrizione:<br />
€ 75 + IVA<br />
Sede:<br />
Fondazione dell'<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano<br />
corso Venezia 16<br />
<strong>2012</strong>1 Milano<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 43
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 44<br />
La Fondazione<br />
Corso di Aggiornamento sulla Sicurezza e la salute nei cantieri civili-edili ai sensi dell'Art. 98 - All.to XIV del d.lgs 81/2008<br />
Coordinatore:<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Aggiornamento Sicurezza Cantieri:<br />
IL FASCICOLO DeLL'OPeRA. LA STIMA DeI COSTI NeLLA SICUReZZA<br />
mercoledì 12 settembre <strong>2012</strong> - dalle 16.30 alle 20.30<br />
SEMINARIO-WORKSHOP:<br />
IL FASCICOLO DELL'OPERA. LA STIMA DEI COSTI NELLA SICUREZZA<br />
Coordinatore:<br />
Prof. Ing. Marco L. Trani<br />
Politecnico di Milano - Dipartimento BEST<br />
Quota d'iscrizione:<br />
€ 75 + IVA<br />
Sede:<br />
Fondazione dell'<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano<br />
corso Venezia 16<br />
<strong>2012</strong>1 Milano<br />
Aggiornamento Sicurezza Cantieri: RISTRUTTURAZIONe e MANUTeNZIONe DI FACCIATe<br />
DI SUPeRFICI IN QUOTA CON L'IMPIeGO DI SISTeMI DI ACCeSSO e DI POSIZIONAMeNTO<br />
TRAMITe FUNI<br />
mercoledì 19 settembre <strong>2012</strong> - dalle 16.30 alle 20.30<br />
Prof. Ing. Marco L. Trani<br />
Politecnico di Milano - Dipartimento BEST<br />
Quota d'iscrizione:<br />
€ 75 + IVA<br />
Sede:<br />
Fondazione dell'<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano<br />
corso Venezia 16<br />
<strong>2012</strong>1 Milano<br />
44 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong>
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 45<br />
I servizi dell’<strong>Ordine</strong>.<br />
Assistenza legale:<br />
Avv. Giancarlo Conci<br />
Riceve il mercoledì, a settimane alterne, dalle 17 alle 18.30, su appuntamento presso la Segreteria dell’<strong>Ordine</strong>.<br />
Assistenza Fiscale:<br />
Dott. Maurizio Riva<br />
Riceve il martedì a settimane alterne dalle 17 alle 18 su appuntamento presso la Segreteria dell’<strong>Ordine</strong>.<br />
Problematiche del lavoro:<br />
Avv. Nadia Restivo<br />
Riceve il primo lunedì del mese, dalle 17.30 alle 19, su appuntamento presso la Segreteria dell’<strong>Ordine</strong>.<br />
Assistenza tariffaria:<br />
Componenti Commissione Parcelle<br />
Su appuntamento telefonando alla Segreteria dell’<strong>Ordine</strong>.<br />
Assistenza informatica:<br />
Dott.ing. Andrea Sommaruga<br />
Riceve ogni primo martedì del mese, non festivo, su appuntamento presso la Segreteria dell’<strong>Ordine</strong>.<br />
Recapito E-mail: sommaa@stcom.com<br />
Sportello Giovani:<br />
Ing. Maurizio Guido Abrate<br />
Riceve ogni lunedì dalle 17.30 alle 18.30 su appuntamento presso la Segreteria dell’<strong>Ordine</strong>.<br />
Cassa Nazionale <strong>Ingegneri</strong> ed Architetti e temi collegati:<br />
Dott. ing. Angelo Selis<br />
Riceve lunedì e martedì dalle 16 alle 18.30, a settimane alterne, su appuntamento presso la Segreteria dell'<strong>Ordine</strong>.<br />
Sportello assistenza assicurazioni:<br />
Dott. Stefano Crapella<br />
Riceve mercoledì dalle 18 alle 19, a settimane alterne, su appuntamento presso la Segreteria dell'<strong>Ordine</strong>.<br />
Delegati INARCASSA.<br />
I delegati INARCASSA, espressi dagli iscritti all’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano con le elezioni di quest’anno,<br />
sono l’Ing. Silvia Fagioli e l’Ing. Arturo Donadio. Silvia Fagioli è al secondo mandato ed a Roma è stata anche<br />
eletta nel C.d.A. di INARCASSA.<br />
Gli <strong>Ingegneri</strong> Fagioli e Donadio sono disponibili a soddisfare le eventuali richieste di chiarimenti od informazioni in genere<br />
che gli iscritti volessero loro inoltrare e dedicando una o due mezze giornate al mese al ricevimento dei colleghi<br />
presso l’<strong>Ordine</strong> e si impegneranno ad uno stretto rapporto con l’<strong>Ordine</strong>, finalizzato alla conoscenza delle principali attività<br />
e tematiche trattate da INARCASSA nei prossimi 5 anni.<br />
Ing Silvia Fagioli<br />
Email: qas.silvia@tiscali.it<br />
Email Certificata: s.fagioli@pec.inarcassa.org<br />
Telefono Mobile: 339 4895042<br />
Ing. Arturo Donadio<br />
Email: segreteria@spssrl-mi.it<br />
Email Certificata: arturo.donadio@ingpec.eu<br />
Telefono Mobile: 335 5732349<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 45
RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 46<br />
Le Commissioni<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
PER L'ETICA PROFESSIONALE<br />
Presidente: Patrizia Giracca<br />
Ermenegildo Bardelli, Chiara Battistoni, Paolo Bréan,<br />
Alessandro Buccellati, Domenico Perrone, Paolo Pisoni, Luigi<br />
Rainero, Alberto Sartori, Angelo Selis, Carlo Valtolina.<br />
ESPERTI PER LA REVISIONE DELLE PARCELLE<br />
PROFESSIONALI<br />
Presidente: Luigi Rainero<br />
Luigi Ernesto Amman, Giovanni Bosisio, Erberto Botti, Gianni<br />
Capé, Michele Coffano, Giovanni Contini, Piercarlo Guaineri,<br />
Mauro Langfelder, Giampiero Montalti, Giovanni Papetti,<br />
Gabriella Parlante, Gabriele Perucci, Simone Pessina.<br />
ORDINAMENTO PROFESSIONALE<br />
Presidente: Ambrogio Girotti<br />
Mario Balzaretti, Gianni Capé, Luciano Fassina, Angelo<br />
Lucchini, Francesco Maffioli, Edoardo Rovida, Luca Strada,<br />
Pietro Vasco Tola, Federico Perotti, Giacomo Andriola.<br />
FORMAZIONE - EDUCAZIONE - AGGIORNAMENTO<br />
Presidente: Chiara Battistoni<br />
FE - Formazione Educazione<br />
Maurizio Abrate, Mario Amadasi, Nicole Barbera, Franco<br />
Baretich, Silvio Bosetti, Enrico Cerrai, Sergio Cerutti, Alberto<br />
Cigada, Gianni Confalonieri, Contini Giovanni, Salvatore<br />
Crapanzano, Luciano Fassina, Bruno Finzi, Luigi Gaggeri,<br />
Patrizia Giracca, Franco Luraschi, Enrico Pio Mariani,<br />
Riccardo Pellegatta, Federico Perotti, Domenico Perrone,<br />
Luigi Rainero, Giuseppe Rapisarda, Marco Trani, Flavio<br />
Tresoldi, Andrea Sommaruga.<br />
A - Aggiornamento professionale:<br />
Elena Baj, Mauro Bagaggiolo, Gabriela Bonavoglia, Pierluigi<br />
Brivio, Claudio Cardosi, Vittorio Carnemolla, Paolo Casolo,<br />
Stefano Farne’, Mario Garassino, Maria Pina Limongelli,<br />
Claudio Magistroni, Antonio Mancini, Guido Martinelli,<br />
Marcello Miani, Caterina Mietner, Giorgio Piantato, Giorgio<br />
Proietti, Alberto Ricci, Michele Rossi, Angelo Selis, Dante<br />
Segrini, Giancarlo Volpi.<br />
QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE<br />
Presidente: Luciano Fassina<br />
Claudio Cardosi, Francesco Crescentini, Stefano Farné,<br />
Gabriella Parlante, Federico Perotti, Gabriele Perucci, Paolo<br />
Schgor.<br />
STRUTTURE<br />
Presidente: Bruno Finzi<br />
Danilo Campagna, Michele Capé, Claudio Chesi, Arturo<br />
Donadio, Mauro Giuliani, Pietro Romani, Paolo Rugarli.<br />
IMPIANTI<br />
Presidente: Giuseppe Rapisarda<br />
Andrea Berti, Sergio Damiani, Antonio De Marco, Marcello De<br />
46- <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
Stermich, Giuseppe Giacco, Sergio La Mura, Michele Liziero,<br />
Claudio Mosca, Maurizio Rossetti Conti, Franco Raggi.<br />
CATASTO<br />
Presidente: Flavio Tresoldi<br />
Giampiero Alliori, Giangiacomo Barrile, Franco Citterio,<br />
Cesare Cogni, Pietro Fontana, Paolo Lorenzetti, Giuseppe<br />
Montagna.<br />
QUALITA'<br />
Presidente: Luigi Gaggeri<br />
Antonio Aprea, Stefano Calzolari, Maurizio Conti, Giuseppe<br />
De Marte, Stefano Farné, Fabio Pasello, Enrico Pogliani,<br />
Elena Roacchi, Bruno Zanini.<br />
INDUSTRIA, ENTI e SERVIZI<br />
Presidente: Silvio Bosetti<br />
Silvio Aquino, Alberto Avanzini, Giorgio Babanicas, Angelo<br />
Bargigia, Andrea Brenta, Maurizio Brown, Paolo Capelli,<br />
Claudio Cardosi, Alberto Cipriani, Marco Cecchini, Paolo<br />
Chiastra, Massimo Chindemi, Michela Chiorboli, Francesco<br />
Crescentini, Domenico D'Agostino, Dino Dini, Stefano Farne',<br />
Luciano Fassina, Marco Felli, Luigi Gaggeri, Romolo Gallo,<br />
Mario Ghezzi, Ambrogio Girotti, Paolo Jurkic, Giuseppe<br />
Giovanni Lalli, Maurizio Maffessoni, Marcello Miani, Luca<br />
Montani, Maria Cristina Motta, Salvatore Mura, Marco Mussini,<br />
Gianni Nappi, Pier Franco Nuccio, Emiliano Panaro, Giuseppe<br />
Pirillo, Alberto Pianta, Costanzo Riva, Daniele Roderi,<br />
Riccardo Rosa, Massimo Santi, Marco Scarioni, Dante<br />
Segrini.<br />
ENTI PUBBLICI<br />
Presidente: Antonio Acerbo<br />
Alessandro Buccellati, Aristide Capra, Valeria Dolcetta, Angelo<br />
Ferraresi, Paolo Pier Perez, Piero Ravetta, Antonio Vettese.<br />
GIOVANI<br />
Presidente: Maurizio Abrate<br />
Giacomo Andriola, Massimiliano Grosso, Davide Luraschi,<br />
Giorgio Edoardo Mariani, Massimo Mariani, Attilio Pessina,<br />
Simone Pessina, Francesco Rizzuto, Daniele Russo, Franco<br />
Serratore, Roberto Tomassucci.<br />
SICUREZZA E IGIENE SUL LAVORO<br />
Presidente: Franco Baretich<br />
Adriano Bacchetta, Mauro Bagagiolo, Raffaello Basile, Enrico<br />
Brigoli, Paolo Maria Crivelli, Francesco De Bartolomeis, Pietro<br />
Freschi, Giovanni Gambino, Fabio Gavino, Antonio Lago,<br />
Ottavio Lecis, Chiara Lecis, Mauro Loconsolo, Maria Cristina<br />
Motta, Marcello Miani, Demetrio Nava, Fabio Pasello, Enrico<br />
Persico, Giorgio Pomesano, Giuseppe Gustavo Quaranta,<br />
Calogero Roxas, Sergio Vianello.
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SICUREZZA CANTIERI<br />
Presidente: Marco Trani<br />
Enrico Luigi Arini, Luca Beretta, Gianpaolo Cremaschi,<br />
Pasquale Frezza, Daniele Pesco.<br />
SICUREZZA ANTINCENDIO<br />
Presidente: Franco Luraschi<br />
Pietro Antonacci, Maurizio Bechelli, Lorenzo Brignole,<br />
Giuseppe Bogani, Ambrogio Carenzi, Oreste Ceravola, Nicola<br />
Clemeno, Fabio Collamati, Giovanni Contini, Eugenio Galli,<br />
Paolo Lombardi, Luca Marzola, Silvestre Mistretta, Alice<br />
Pizzoccheri, Anna Reggiori, Attilio Scalise, Enrico Schiatti<br />
Luca Strada, Federica Tacchelli.<br />
URBANISTICA<br />
Presidente: Riccardo Pellegatta<br />
Franco Caputo, Vittore Ceretti, Salvatore Crapanzano, Luigi<br />
Decio, Massimo Giuliani, Angelo Lorenzi, Luigi Masella, Mauro<br />
Mereghetti, Mario Rossetti, Gianluigi Sartorio, Alessandro<br />
Toccolini, Dario Vanetti.<br />
AMBIENTE e TERRITORIO<br />
Presidente: Mario Amadasi<br />
Luciano Brusaferro, Libero Cannarozzi, Pier Antonio Marco<br />
Casellato, Lorenzo Del Felice, Alba De Salvia, Daniele<br />
Fraternali, Maurizio Gandolfo, Gianluca Gurrieri, Giancarlo<br />
Majocchi, Beatrice Majone, M. Evelina Saracchi, Franco<br />
Sironi, Maurizio Vannucchi, Domenico Zampaglione.<br />
INFRASTRUTTURE, TRASPORTI<br />
Presidente: Salvatore Crapanzano<br />
Alberto Avanzini, Angelo Bargigia, Stefano Bernardi, Nino<br />
Bosco, Maurizio Brown, Giovanni Cappellari, Ignazio<br />
Carbone, Roberto Ceresoli, Michela Chiorboli, Pietro Gelmini,<br />
Giuseppe Grassi, Ettore Kluzer, Luigi Legnani, Antonio<br />
Mancini, Roberto Massetti, Paolo Morlacchi, Gianpaolo Pirani,<br />
Dante Segrini.<br />
BIOINGEGNERIA<br />
Presidente: Sergio Cerutti<br />
Elena Baj, Anna Maria Bianchi, Alberto Caleca, Marco Ciboldi,<br />
Stefano Farné, Ugo Garbarini, Paolo Lago, Giuseppe<br />
Giovanni Lalli, Carlo Mambretti, Paolo Pessina, Monica Sivo,<br />
Vincenzo Ventimiglia.<br />
NANOTECNOLOGIE<br />
Presidente: Alberto Cigada<br />
Silvio Abati, Massimiliano Bestetti, Marco Bianchessi, Mario<br />
Biserni, Carlo Bottani, Alberto Caleca, Corrado Carretti, Furio<br />
Gramatica, Paolo Jurkic, Giuseppe Giovanni Lalli, Roberto<br />
Millini, Paolo Pignatelli, Biagio Principe, Alberto Redaelli,<br />
Giulio Solero, Giuseppe Vittori.<br />
ENERGIA<br />
Presidente: Enrico Cerrai<br />
Nicola Barbera, Franco Baretich, Gabriele Bertholet, Alberto<br />
Caleca, Paolo Capelli, Pier Antonio Casellato, Paolo Chiastra,<br />
Gianfranco Conca, Marco De Min, Flavio Ferrari, Flavio<br />
Parozzi, Marcello Scotto.<br />
INFORMATICA<br />
Presidente: Andrea Guido Sommaruga<br />
Pierangelo Aloisi, Gabriela Bonavoglia, Isabella Caramatti,<br />
Luciano De Stefani, Francesco Giovannini, Massimiliano<br />
Grosso, Andrea Manzato, Enrico Pio Mariani, Giorgio Parrella,<br />
Marco Re, Gianluca Sironi, Francesco Soro, Lorenzo Viganò,<br />
Luigi Zanderighi, Stefano Zanero.<br />
TELECOMUNICAZIONI<br />
Presidente: Gianni Confalonieri<br />
Giacomo Andriola, Maria Bartolomeo, Massimo Bertolotti,<br />
Franco Boffelli, Marco Manlio Brambilla, Alessandro Carone,<br />
Giuseppe Crisafulli, Michele D’Amico, Gianni Costantino De<br />
Santis, Anastasi Santi Domenico, Edoardo Cottino, Francesco<br />
Crescentini, Carmelo Iannicelli, Claudio Invernizzi, Bartolomeo<br />
Maria, Ezio Mazzola, Giuseppina Moretti, Marco Mussini,<br />
Giordano Picchi, Enrico Pietralunga, Francesco Romeo,<br />
Angelo Testa, Lorenzo Viganò, Gianluca Sironi.<br />
INGEGNERIA FORENSE<br />
Presidente: Giovanni Contini<br />
Raffaele Bergaglio, Luciano Brusaferro, Giancarlo Conci,<br />
Antonio De Marco, Anna Guerriero, Patrizia Giracca, Gabriella<br />
Parlante, Maurizio Vannucchi, Giacomo Viganò.<br />
COMMISSIONE CONGIUNTA INGEGNERI E ARCHITETTI<br />
PER LA VALUTAZIONE DEI BANDI E DEI CONCORSI<br />
architetti: Francesco Collini, Marco Engel, Roberto Gamba,<br />
Rosanna Gerini, Enzo Ranieri.<br />
ingegneri: Alberto Avanzini, Valeria Dolcetta Capuzzo, Silvano<br />
Lacavalla, Luigi Rainero, Giuseppe Rapisarda.<br />
coordinamento: arch. Maria Cristina Collini<br />
segreteria: c/o <strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> Architetti PPC <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di<br />
Milano.<br />
CONSIGLIO DELL’ORDINE<br />
Presidente Stefano Calzolari<br />
Segretario Aldo Franchi<br />
Tesoriere Tomaso Carlo Lamperti<br />
Consiglieri: Giacomo Andriola, Chiara Battistoni, Silvio Bosetti,<br />
Alberto Caleca, Alberto Cantoni, Bruno Finzi, Massimo<br />
Giuliani, Franco Luraschi, Anna Minotti, Maria Cristina Motta,<br />
Alberto Pianta, Maria Gabriella Signorini<br />
<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 47
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