18.02.2013 Views

Rivista n°56 - giugno 2012 - Ordine degli Ingegneri della Provincia ...

Rivista n°56 - giugno 2012 - Ordine degli Ingegneri della Provincia ...

Rivista n°56 - giugno 2012 - Ordine degli Ingegneri della Provincia ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:23 Pagina 1<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Abbiamo<br />

l’energia<br />

giusta?<br />

Al Paese occorre una strategia<br />

energetica nazionale. Siamo pronti?<br />

<strong>Rivista</strong> dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano - <strong>giugno</strong> - n. 56<br />

Poste Italiane Spa - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - CNS Udine.


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:23 Pagina 2<br />

SOMMARIO<br />

Armando Zambrano: Non rinviamo la Riforma.<br />

6<br />

E le professioni? 4<br />

Un Testo unico per tutte le professioni.<br />

Di Armando Zambrano 6<br />

Professione in movimento 9<br />

Di Andrea Sommaruga<br />

Le regole del gioco.<br />

Di Patrizia Giracca 10<br />

Un viaggio nella sosteniblità.<br />

Di Chiara Battistoni 11<br />

Formazione continua per gestire<br />

la complessità.<br />

Di Pier Antonio Casellato 12<br />

FOCUS: ENERGIA<br />

Con Energylab. 14<br />

I nostri partners europei.<br />

Di Giuseppe Susani 26<br />

European engineers.<br />

Di Alberto Caleca 27<br />

I nanotubi al carbonio.<br />

Di Perego-Franz-Bestetti 28<br />

Raccontateci il Qing. 32<br />

<strong>Ingegneri</strong>a ambientale.<br />

Di Flavio Tresoldi 36<br />

Il patrimonio immobiliare<br />

pubblico<br />

Di Perego-Franz-Bestetti 39<br />

L’apporto ingegneristico nella<br />

pianificazione <strong>degli</strong> interventi<br />

sul territorio.<br />

Di Flavio Tresoldi 40<br />

Due seminari sui rifiuti da<br />

apparecchiature elettriche ed<br />

elettroniche (RAEE) oggi. 41<br />

LA FONDAZIONE 42<br />

LE COMMISSIONI 46


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:23 Pagina 3<br />

Seguici su Facebook e Twitter. Tutti i giorni.<br />

Credits: Makesim Shmeijov<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

RIVISTA DELL’ORDINE<br />

DEGLI INGEGNERI<br />

DELLA PROVINCIA DI MILANO<br />

ANNO XIV<br />

N. 56 - GIUGNO <strong>2012</strong><br />

Direttore Responsabile<br />

Stefano Calzolari<br />

Direttore Editoriale<br />

Chiara Battistoni<br />

Comitato di Redazione<br />

Giuseppe Demarte, Pierluigi Fiorani,<br />

Aldo Franchi, Anna Minotti,<br />

Maria Grazia Sonzogno,<br />

Giuseppe Susani.<br />

Amministrazione e Redazione<br />

Corso Venezia, 16 - <strong>2012</strong>1 Milano<br />

tel. 02 76003731 (r.a.)<br />

fax 02 76004789<br />

www.ordineingegneri.milano.it<br />

info@ordineingegneri.milano.it<br />

Gestione Editoriale e Pubblicità<br />

Consedit Sas<br />

tel. 0431 876070<br />

info@consedit.com<br />

Stampa<br />

Poligrafiche San Marco Sas<br />

34071 Cormòns, via E. Fermi 29 Z.I.<br />

Spedizione in A. P.<br />

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)<br />

art. 1, comma 1 - CNS Udine.<br />

Iscrizione al Registro <strong>della</strong> Stampa<br />

del Tribunale di Milano n. 517<br />

del 15/9/1997<br />

Tiratura: 13.500 copie<br />

Chiuso il 30 MAGGIO <strong>2012</strong><br />

Gli articoli e le note firmate esprimono l’opinione<br />

dell’autore e non impegnano l’<strong>Ordine</strong> né la<br />

Redazione <strong>della</strong> Rivisita. La redazione non è in<br />

alcun modo impegnata a pubblicare gli articoli<br />

ricevuti. I diritti per articoli ricevuti e pubblicati, per<br />

implicito assenso dell’autore, si intendono ceduti<br />

all’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano.<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 3


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:23 Pagina 4<br />

Se entro il 13 agosto <strong>2012</strong> non saranno stati riformati, gli Ordini professionali<br />

verranno soppressi. La disposizione ha accelerato il<br />

processo di riforma <strong>degli</strong> ordinamenti professionali,<br />

avviato negli ultimi mesi. Con quali risultati?<br />

4 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

Salva Italia & Sviluppo Italia<br />

E le professioni?<br />

Penso che la strada per la riforma è<br />

ormai definitivamente tracciata”. In<br />

un'intervista a ItaliaOggi, il presidente<br />

del Pat (Professioni di area tecnica),<br />

nonché presidente del Consiglio nazionale<br />

<strong>degli</strong> ingegneri (Cni), Armando Zambrano,<br />

conferma l’intenzione di tirare dritto dopo<br />

le indiscrezioni circolate sulla riforma delle<br />

professioni.<br />

“Come area tecnica delle professioni –<br />

spiega Zambrano - abbiamo elaborato un<br />

testo unitario molto articolato che abbiamo<br />

consegnato al ministero, sul quale<br />

c'è totale accordo tra le 11 professioni”, e<br />

“anche in virtù del rapporto costruito con<br />

i tecnici dell'ufficio legislativo saremo certamente<br />

convocati se le modifiche doves-<br />

a cura DI LUCA MONTANI<br />

sero essere sostanziali. Ora ci hanno chiesto<br />

di semplificarlo ancora di più ma l'ossatura<br />

rimarrà questa: si tratterà di un<br />

provvedimento strutturato in modo tale<br />

che una parte delle norme potrà più facilmente<br />

e, anche più logicamente, essere inserita<br />

nei vari regolamenti attuativi dei<br />

rispettivi consigli nazionali”.<br />

No allo slittamento <strong>della</strong> riforma.<br />

Di ipotesi di slittamento dei tempi previsti<br />

per l'emanazione del decreto (il termine<br />

è fissato al 13 agosto <strong>2012</strong>) Zambrano<br />

non ne vuol sentire parlare. “La riforma la<br />

vogliamo ora, non abbiamo intenzione di<br />

perdere altro tempo, per questo deve essere<br />

pronta entro il 13 agosto, così come<br />

stabilisce la legge delega. Noi stiamo già la-<br />

vorando ai regolamenti, quindi, di slittamento<br />

non vogliamo proprio sentire parlare”.<br />

Intanto, da Milano, parte una maratona di<br />

osservatori per cogliere tutte le novità<br />

<strong>della</strong> agognata riforma.<br />

Si potranno seguire sui social network<br />

dell’<strong>Ordine</strong> di Milano le evoluzioni, i dibattiti<br />

e le differenti iniziative che, in tutto il<br />

Paese, si organizzeranno.<br />

L’attesa è davvero molta e la professione<br />

di ingegnere non può certo attendere<br />

oltre: le sfide del momento sono tali da<br />

non permettere altre perdite di tempo.


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:23 Pagina 5<br />

Cosa deciderà il Governo Monti in<br />

merito alla Riforma delle<br />

Professioni?<br />

La Legge di Stabilità per il <strong>2012</strong> ha<br />

dato al Governo una delega in bianco<br />

a operare una riforma delle Professioni<br />

senza confrontarsi con le parti in<br />

causa.<br />

Il nuovo Governo ha tempo fino al 12<br />

agosto <strong>2012</strong> (12 mesi dalla data di<br />

entrata in vigore del Decreto Legge<br />

n. 138/2011) per emanare un DPR di<br />

riforma <strong>degli</strong> ordinamenti professionali.<br />

Mario Monti ha da sempre combattuto<br />

monopoli e restrizioni del mercato,<br />

nella sua attività accademica e in<br />

quella all'Unione europea. Nel suo<br />

discorso di apertura al Senato, Monti,<br />

aveva affermato di voler “rimuovere gli<br />

ostacoli strutturali alla crescita,<br />

affrontando resistenze e chiusure<br />

corporative. In tal senso, è necessario<br />

un disegno organico volto a stimolare<br />

la concorrenza, con particolare<br />

riferimento al riordino <strong>della</strong> disciplina<br />

delle professioni regolamentate, anche<br />

dando attuazione a quanto previsto<br />

nella legge di stabilità in materia di<br />

tariffe minime”.<br />

Antonio Catricalà, Sottosegretario alla<br />

Presidenza del Consiglio, l'estate<br />

scorsa commentò negativamente<br />

(come Antitrust, di cui era Presidente)<br />

la previsione che rendeva le tariffe<br />

professionali parametro legale di<br />

riferimento per la determinazione del<br />

compenso del professionista.<br />

L'Antitrust, sotto la presidenza di<br />

Catricalà, disse che prevedere<br />

parametri di riferimento legali per la<br />

determinazione del compenso<br />

professionale è contrario alla<br />

liberalizzazione del mercato dei servizi<br />

professionali che si vuole conseguire.<br />

(Fonte Maggioli).<br />

In attesa del 12 agosto<br />

raccogliamo i documenti, le<br />

dichiarazioni, le testimonianze<br />

e le proposte.<br />

Anche dei nostri lettori.<br />

La riforma delle professioni è<br />

un’occasione per tutti di un<br />

profondo e radicale<br />

rinnovamento che attraversa<br />

la formazione,<br />

l’aggiornamento, i titoli di<br />

studio, le tariffe, il mercati,<br />

l’etica.<br />

La <strong>Rivista</strong> è convinta che il<br />

ruolo di ciascuno possa<br />

essere di reale protagonista.<br />

Sin da subito.<br />

Antonio Catricalà:<br />

Nel decreto “Salva Italia” avevamo<br />

già disciplinato la commissione di<br />

massimo scoperto, che poi in fondo<br />

è il punto maggiormente<br />

controverso, cioè il pagamento da<br />

parte di imprese e cittadini di una<br />

commissione per la semplice<br />

disponibilità del denaro. Avevamo<br />

scritto, ed è legge attuale dello<br />

Stato, che questa commissione non<br />

potesse superare lo 0,5% <strong>della</strong><br />

somma effettivamente messa a<br />

disposizione. Il Parlamento è<br />

andato oltre, con un emendamento<br />

appunto parlamentare, e ha voluto<br />

chiarire che anche se ci fosse<br />

questo 0,5%, quella clausola<br />

sarebbe nulla.<br />

Le banche ritengono che questo<br />

ulteriore provvedimento è ingiusto e<br />

mette in difficoltà i loro patrimoni.<br />

Il Governo l’ha preso nel proprio<br />

maxiemendamento perché<br />

l’accordo era, chiedendo la fiducia,<br />

di non aggiungere e non togliere<br />

nulla a quello che la Commissione<br />

del Senato aveva approvato. Quindi<br />

noi siamo stati in qualche modo il<br />

veicolo di un’istanza parlamentare,<br />

cosa che dobbiamo fare perché noi<br />

siamo un Governo che ha<br />

legittimazione solo se ci mantiene la<br />

fiducia quella larga maggioranza<br />

che ce l’ha data.<br />

Noi abbiamo trovato in Parlamento<br />

grande comprensione per il nostro<br />

disegno e anzi il nostro<br />

provvedimento è stato arricchito.<br />

Faccio un esempio per tutti: non<br />

avevamo inserito la possibilità di<br />

vendere in farmacia i farmaci<br />

monodose; questo è un<br />

emendamento parlamentare che è<br />

stato ovviamente accolto con favore<br />

dal Governo ed è entrato nel<br />

maxiemendamento con una<br />

convinzione piena.<br />

Per i taxi, lo voglio chiarire, non c’è<br />

stata nessuna marcia indietro.<br />

Semplicemente abbiamo restituito<br />

nel sistema costituzionale al<br />

Comune una decisione che deve<br />

essere del Comune. Abbiamo però<br />

chiarito che il Comune non è solo in<br />

questa decisione, perché deve<br />

tener conto delle linee guida che<br />

l’Autorità dovrà dettare. C’è un<br />

parere che dovrà essere chiesto<br />

necessariamente e questa Autorità,<br />

la nuova autorità dei trasporti che<br />

andiamo a costituire, avrà la<br />

possibilità di impugnare, di ricorrere<br />

al TAR del Lazio contro una<br />

delibera che non sia rispettosa.<br />

Antonio Catricalà è nato a<br />

Catanzaro il 7 febbraio di sessanta<br />

anni fa. È Presidente di Sezione del<br />

Consiglio di Stato e insegna diritto dei<br />

consumatori all’Università Luiss di<br />

Roma. È stato per oltre sei anni<br />

Presidente dell’Autorità Garante <strong>della</strong><br />

Concorrenza e del Mercato. Dallo<br />

scorso 16 novembre ricopre l’incarico<br />

di Sottosegretario di Stato alla<br />

Presidenza del Consiglio dei Ministri<br />

nel Governo Monti. Un ruolo<br />

particolarmente delicato, non a caso<br />

è l’unico tra i non Ministri a<br />

presenziare a tutte le riunioni<br />

dell’esecutivo. Qualche settimana fa<br />

ha dichiarato “Oggi chi evade le tasse<br />

non solo ruba anche agli altri italiani,<br />

ma chi evade in un momento come<br />

questo tradisce la Patria”.


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:23 Pagina 6<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Numerose le criticità che il CNI e gli Ordini professionali stanno riscontrando<br />

nello schema di testo di DPR varato il 15 <strong>giugno</strong>.<br />

Riforma <strong>degli</strong> Ordini Professionali.<br />

Un Testo unico per tutte le professioni.<br />

Nella seduta del 15 <strong>giugno</strong> scorso,<br />

il Governo ha approvato in via<br />

preliminare lo schema di DPR<br />

sulla “Riforma <strong>degli</strong> ordinamenti professionali”,<br />

che, ai sensi <strong>della</strong> legge n. 148/2011,<br />

deve essere pubblicato in G.U. entro il 13<br />

agosto p.v., per evitare la caducazione di<br />

alcune parti <strong>degli</strong> attuali ordinamenti professionali.<br />

Il Governo ha optato per un unico testo<br />

valido per tutte le categorie professionali,<br />

con alcune aggiunte esclusive per gli avvocati<br />

ed i notai.<br />

Esso, predisposto dall’Ufficio legislativo del<br />

Ministero <strong>della</strong> Giustizia, e probabilmente<br />

modificato in sede di Consiglio dei Ministri,<br />

ha destato preoccupazione e sconcerto, in<br />

quanto in gran parte diverso dal documento<br />

faticosamente predisposto e condiviso,<br />

nella sostanza, da tutte le<br />

professioni tecniche.<br />

A fronte di tale lavoro intenso ed impegnativo,<br />

ci si aspettava di essere messi a<br />

preventiva conoscenza del testo finale,<br />

prima dell’approvazione al Consiglio di Ministri,<br />

soprattutto per rilevare eventuali errori<br />

ed incongruenze che potessero<br />

complicare l'iter del provvedimento.<br />

Infatti, è oggettivo interesse delle professioni<br />

ordinistiche vedere approvato in<br />

tempo utile il DPR in quanto, diversamente,<br />

ad esserne maggiormente danneggiati<br />

sarebbero gli Ordini stessi, per la<br />

6 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

caducazione, a partire dal 13 agosto, di<br />

parti rilevanti dei propri ordinamenti, insieme<br />

ai cittadini, che si vedrebbero privati<br />

di importanti strumenti di tutela, vedi ad<br />

esempio le attribuzioni in tema di procedimenti<br />

disciplinari.<br />

Abbiamo, insieme a tutti gli Ordini e Collegi<br />

dell’area tecnica, ma anche altre professioni<br />

evidenziato immediatamente al<br />

Ministero ed agli altri soggetti competenti<br />

le criticità rilevate ed anche trasmesso<br />

proposte di emendamenti e correzioni<br />

che riportiamo in allegato, insieme al testo<br />

del DPR licenziato dal CdM.<br />

I punti di maggiore criticità non condivisi<br />

sono:<br />

- scompare la definizione di “professione<br />

intellettuale”, che aveva nella legge delega<br />

trovato una propria connotazione precisa;<br />

la proposta di DPR ne modifica la definizione<br />

in “professione regolamentata”,<br />

estendendola non solo agli iscritti negli<br />

Albi, per i quali è richiesto l’esame di Stato<br />

abilitante, ma anche agli iscritti in un qualunque<br />

“registro od elenco tenuto da amministrazioni<br />

o enti pubblici”, per cui il<br />

DPR potrà trovare applicazione in ambiti<br />

diversi da quelli ordinistici;<br />

- l’articolo 6, sul tirocinio professionale, che<br />

non tiene conto delle varie normative<br />

pre-vigenti per i vari Ordini e Collegi, imponendo<br />

norme specifiche, che sembrano<br />

spingersi ben oltre la delega prevista <strong>della</strong><br />

Credits: Mauro Scrobogna /La Presse<br />

Documento del CNI<br />

legge n.148/2011;<br />

- per gli aspetti disciplinari l'uso dello strumento<br />

legislativo del DPR non consente<br />

per architetti, ingegneri, avvocati e altre<br />

professioni i cui ordinamenti sono pre-costituzione,<br />

la modifica delle loro attribuzioni<br />

in materia disciplinare per i rispettivi<br />

Consigli Nazionali, lasciando tutto invariato;<br />

mentre forti perplessità ingenera<br />

anche il sistema scelto per la formazione<br />

dei Collegi disciplinari territoriali, formati<br />

da consiglieri scelti nell'ambito del Consiglio<br />

"viciniore".<br />

Sul tirocinio, riteniamo opportuna qualche<br />

ulteriore considerazione.<br />

Con l’art. 3 <strong>della</strong> legge n. 148/2011 il legislatore<br />

si proponeva di ridurre e facilitare<br />

i tirocini e di consentirne lo svolgimento<br />

anche con modalità alternative a quelle<br />

tradizionali (ad esempio prevedendoli<br />

nell’ambito del percorso di studi universitario),<br />

ma la proposta di Decreto interviene<br />

pesantemente inserendone<br />

l’obbligatorietà, in palese contrasto con la<br />

delega, essendovi categorie, come la nostra,<br />

per le quali il tirocinio non è previsto<br />

ai fini dell’iscrizione all’Albo.<br />

Prerogativa che, come più volte affermato,<br />

la nostra categoria intende mantenere,<br />

quantomeno nell’immediato.<br />

Nemmeno condivisibile appare il comma<br />

9 dell’art. 6, che impone ai praticanti lo


.<br />

RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:23 Pagina 7<br />

svolgimento di un corso di formazione minima<br />

di 6 mesi; questi corsi, anche per la<br />

loro durata, non potranno essere gratuiti,<br />

costringendo i giovani praticanti ad assumersene<br />

i relativi costi.<br />

I corsi inoltre prevedono un esame finale<br />

innanzi ad una Commissione presieduta da<br />

un docente universitario, che potrebbe<br />

non avere alcuna esperienza professionale,<br />

che avrà a sua volta costi non indifferenti<br />

(ovviamente tutti a carico dei tirocinanti)<br />

e che pare un’inutile ripetizione dell’esame<br />

di Stato abilitante che i giovani praticanti<br />

dovranno subito dopo affrontare.<br />

Il CNI, pertanto, ha messo in campo tutte<br />

le iniziative, in coordinamento con gli altri<br />

Ordini e Collegi, in particolare dell’area<br />

tecnica, per modificare le norme nelle parti<br />

che non convincono.<br />

Parametri giudiziali.<br />

In allegato viene riportato il testo, inviato<br />

dal Ministero <strong>della</strong> Giustizia al Consiglio di<br />

Stato per il necessario parere, dei nuovi<br />

parametri per il calcolo dei corrispettivi<br />

dovuti ai professionisti per la loro attività<br />

in sostituzione delle tariffe minime abrogate<br />

nei casi di liquidazione da parte di un<br />

organo giurisdizionale.<br />

Anche Credits: in Olly questo caso si è optato per un<br />

provvedimento unico valdio per tutte le<br />

categorie professionali.<br />

Il testo, per la parte che ci riguarda, non<br />

differisce molto, nei contenuti, dallo<br />

schema a suo tempo proposto dagli Ordini<br />

e Collegi tecnici.<br />

Il compenso professionale è il risultato di<br />

un calcolo che tiene conto del valore dell'opera<br />

da progettare e di alcuni parametri<br />

come la complessità del progetto e la categoria<br />

dell'opera, la somma delle prestazioni<br />

da eseguire (dalla progettazione al<br />

collaudo), e di un parametro relativo al<br />

costo finale dell'intervento. I parametri<br />

<strong>della</strong> formula sono stabiliti dalle tabelle allegate<br />

al decreto.<br />

Nonostante le richieste <strong>degli</strong> Ordini, il Decreto<br />

non prevede in automatico la possibilità<br />

di rimborso aggiuntivo delle spese<br />

sostenute dai professionisti per svolgere le<br />

attività professionali su base forfetaria, in<br />

precedenza fissate nella misura max del<br />

60% <strong>degli</strong> onorari.<br />

Appare possibile, dalla lettura dell’art.1, richiederle<br />

a piè di lista o anche genericamente<br />

in misura forfettaria.<br />

Manca, inoltre, la previsione esplicita del<br />

compenso a vacazione.<br />

Inaccettabile, (ma sembra un marchiano<br />

errore, anche perché incongrua rispetto al<br />

contenuto del periodo), la norma prevista<br />

al 2° comma dell’art.36, che prevede<br />

anche la riduzione del 60% per caratteristiche<br />

“migliorative” <strong>della</strong> prestazione ivi<br />

elencate, che possono dar luogo, com’era<br />

giustamente indicato nel testo originario,<br />

solo ad una maggiorazione del compenso.<br />

Anche in questo caso sono in corso attività<br />

per le modifiche necessarie, ivi comprese<br />

le correzioni di errori presenti,<br />

anche nella scrittura di alcuni articoli e<br />

delle formule.<br />

Parametri per i compensi relativi a servizi<br />

per contratti pubblici.<br />

Nel Decreto “Sviluppo” di recente approvato<br />

dal CdM è prevista la disposizione<br />

che prevede l’applicazione dei parametri<br />

giudiziali per i servizi relativi ad opere pubbliche,<br />

definiti con Decreto del Ministro<br />

<strong>della</strong> Giustizia con il concerto del Ministro<br />

delle infrastrutture. Non è allo stato chiaro<br />

se tale provvedimento impegni il Ministero<br />

alla elaborazione di un nuovo testo<br />

od alla riedizione di quello già predisposto,<br />

che peraltro già contiene gli elementi per<br />

essere applicato alle prestazioni in oggetto.<br />

Fino all’emanazione dei nuovi parametri<br />

sono applicabili le vecchie tariffe e quindi<br />

il DM 4 aprile 2001.<br />

Appare incomprensibile il richiamo a non<br />

superare il valore delle tariffe previgenti<br />

che, com’è noto, risalgono ad oltre undici<br />

anni fa.<br />

Si riporta il testo dell’articolo: “Art. 5 -<br />

Determinazione corrispettivi a base di<br />

Armando ZAMBRANO: “Siamo già pronti alla Riforma, anzi ve la suggeriamo noi”<br />

Non si possono appaltare agli industriali i servizi intellettuali come quelli dell'ingegneria. Un no secco, dunque, alle società di capitale<br />

così come concepite, ora, dal Governo Monti che consente a soggetti terzi – anche non professionisti - di detenere la<br />

maggioranza delle imprese operanti nel settore dei servizi ingegneristici. Con il rischio di consegnare a centri di interesse, ben<br />

individuati, il compito di salvaguardare i diritti dei cittadini che, invece, la stessa Costituzione affida ai professionisti.<br />

Sentenza senza appello, quindi, quella emersa, qualche mese fa, a margine dell'approfondimento giornalistico pomeridiano di<br />

Sky Tg24 da parte del Presidente del Consiglio Nazionale <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong>, Armando Zambrano, su questo provvedimento contemplato<br />

nell'ambito del Decreto “Salva-Italia”. Ha le idee chiare Zambrano sul futuro <strong>della</strong> categoria: avanti tutta con il riassetto<br />

<strong>degli</strong> ordinamenti professionali, parola d'ordine fare presto. Anzi, di più, gli ingegneri non temono affatto la famigerata<br />

data del 13 agosto <strong>2012</strong>, termine entro il quale tutte le categorie devono adeguarsi al d.l. n. 138 del 13 agosto 2011.<br />

Gli <strong>Ingegneri</strong> addirittura rilanciano, “noi, in effetti, siamo già pronti - incalza Zambrano – abbiamo da tempo depositato<br />

al Ministero <strong>della</strong> Giustizia una proposta di ordinamento delle professioni tecniche le cui istanze<br />

sono state già, in parte, recepite”. E la categoria auspica che anche per la società di capitali possa esserci un epilogo<br />

positivo “non possiamo permettere – stigmatizza Zambrano – che prevalga la sola logica del profitto a discapito <strong>della</strong> qualità<br />

e dell'etica professionale. L'art. 10 del d.l. 183/2011 va rivisto: possibile l'ingresso dei soggetti terzi nel capitale delle società solo<br />

per quote di minoranza”.<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 7


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 8<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

gara per gli affidamenti di contratti di servizi<br />

attinenti all’architettura e all’ingegneria<br />

1. All’articolo 9 comma 2, del decretolegge<br />

24 gennaio <strong>2012</strong>, n. 1, convertito, con<br />

modificazioni, dalla legge 24 marzo <strong>2012</strong>,<br />

n. 27, è aggiunto, in fine, il seguente periodo:<br />

“Ai fini <strong>della</strong> determinazione dei corrispettivi<br />

da porre a base di gara nelle procedure<br />

di affidamento di contratti pubblici<br />

dei servizi relativi all’architettura e all’ingegneria<br />

di cui alla parte II, titolo I, capo IV<br />

del decreto legislativo 12 aprile 2006, n.<br />

163, si applicano i parametri individuati<br />

con il decreto di cui al primo periodo, da<br />

emanarsi, per gli aspetti relativi alle disposizioni<br />

di cui al presente periodo, di concerto<br />

con il Ministro delle infrastrutture e<br />

dei trasporti; con il medesimo decreto<br />

sono altresì definite le classificazioni delle<br />

prestazioni professionali relative ai predetti<br />

servizi. I parametri individuati non possono<br />

condurre alla determinazione di un importo<br />

a base di gara superiore a quello<br />

derivante dall’applicazione delle tariffe professionali<br />

vigenti prima dell’entrata in vigore<br />

del presente decreto.”.<br />

2. Fino all’emanazione del decreto di cui<br />

all’articolo 9 comma 2, penultimo periodo,<br />

del decreto-legge 24 gennaio <strong>2012</strong>, n. 1,<br />

convertito, con modificazioni, dalla legge<br />

24 marzo <strong>2012</strong>, n. 27, le tariffe professionali<br />

e le classificazioni delle prestazioni vigenti<br />

prima <strong>della</strong> data di entrata in vigore del<br />

predetto decreto-legge n. 1 del <strong>2012</strong> pos-<br />

sono continuare ad essere utilizzate, ai soli<br />

fini, rispettivamente, <strong>della</strong> determinazione<br />

del corrispettivo da porre a base di gara<br />

per l’affidamento dei contratti pubblici di<br />

servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria<br />

e dell’individuazione delle prestazioni<br />

professionali”.<br />

Società tra professionisti<br />

Il Ministero <strong>della</strong> Giustizia, di concerto con<br />

il Ministero dello sviluppo economico, ha<br />

predisposto anche lo schema di decreto<br />

ministeriale concernente il “Regolamento<br />

in materia di società per l’esercizio di attività<br />

professionali regolamentate nel sistema<br />

ordinistico, ai sensi dell’art. 10,<br />

comma 10, <strong>della</strong> legge 12 novembre 2011,<br />

n. 183” che è attualmente all’esame del<br />

Consiglio di Stato. Il testo del provvedimento<br />

non è mai stato sottoposto all’attenzione<br />

delle categorie professionali ed<br />

in particolare di quelle tecniche che vantano<br />

una presenza diffusa di società d’ingegneria.<br />

Il testo presenta diverse criticità<br />

che sono state già oggetto di evidenziazione<br />

e portate all’attenzione del Ministero<br />

e del Consiglio di Stato.<br />

In particolare, appare incomprensibile<br />

l’esclusione, dall’ambito di operatività del<br />

regolamento, delle associazioni professionali<br />

e delle società tra professionisti costituite<br />

“secondo modelli vigenti alla data di<br />

entrata in vigore <strong>della</strong> legge di cui al<br />

comma 1”(ossia <strong>della</strong> L. n. 183/2011).<br />

Secondo l’impostazione dello schema di<br />

regolamento, infatti, una società costituita<br />

facendo riferimento ad una normativa<br />

speciale (ad esempio le società di ingegneria<br />

e le società di professionisti di cui all’art.<br />

90, del D.LGS. n. 163/2006) non sarebbe<br />

assoggettata alle previsioni del regolamento<br />

anche se costituite successivamente,<br />

in quanto fondata su un modello<br />

societario vigente alla data di entrata in vigore<br />

<strong>della</strong> L. n. 183/2011.<br />

Tale disposizione è inaccettabile in quanto<br />

genera sperequazioni nel trattamento giuridico<br />

di società riconducibili ad una mecesima<br />

attività.<br />

Altro profilo critico riguarda l’iscrizione<br />

delle società nel caso esse siano composte<br />

da soci professionisti appartenenti a diverse<br />

categorie professionali e, quindi, diversi<br />

albi.<br />

Dalla lettura <strong>della</strong> norma sembrerebbe, infatti,<br />

che l’iscrizione di tali società debba<br />

avvenire nella sezione speciale del solo<br />

albo professionale corrispondente all’attività<br />

prevalente.<br />

E’ invece evidente la necessità che la società<br />

sia iscritta a tutti gli albi di riferimento<br />

dei soci anche al fine di consentire l’esercizio<br />

dell’azione disciplinare nei confronti<br />

di ciascun singolo professionista che abbia<br />

prestato l’attività. l


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 9<br />

IL FORUM DEI PRESIDENTI.<br />

Con questo numero la nostra <strong>Rivista</strong> si arricchisce dei contributi del Forum dei Presidenti, punto di incontro,<br />

speriamo permanente, per i Presidenti delle nostre Commissioni e naturalmente tutti i nostri lettori, coinvolti<br />

o meno nelle attività delle Commissioni. Il Forum, di fatto evoluzione organizzativa del gruppo FE (Formazione<br />

ed Educazione) <strong>della</strong> Commissione FEA; si riunisce periodicamente per discutere in plenaria i temi<br />

caldi dell’ingegneria, che si tratti di novità legislative (come in questo numero) o di grandi temi destinati a<br />

tracciare scenari inediti nella vita professionale <strong>degli</strong> ingegneri.<br />

Il punto di vista dell’ingegneria dell’Informazione.<br />

In merito ai decreti “Salva Italia” e “Cresci<br />

Italia”, dal punto di vista <strong>della</strong> professione<br />

di ingegnere nel settore<br />

dell'informazione c'è solo da evidenziare<br />

l'abolizione <strong>della</strong> tariffa professionale, che<br />

per il settore dell'informazione non è<br />

nemmeno mai stata completamente definita,<br />

e l'introduzione dell'obbligatorietà di<br />

fornire un preventivo scritto in merito al<br />

lavoro che si deve effettuare indicando<br />

inoltre gli estremi dell'assicurazione professionale<br />

che copre i rischi.<br />

L'abolizione <strong>della</strong> tariffa per il settore dell'informazione<br />

avrà sicuramente un effetto<br />

minimo anzi direi quasi trascurabile, l'introduzione<br />

del preventivo avrà invece risvolti<br />

più complessi.<br />

Il settore dell'informazione spesso utilizza<br />

il metro delle giornate/uomo per lo sviluppo<br />

dei progetti. In molti casi il numero<br />

delle giornate/uomo necessarie al compimento<br />

del progetto è indicato in modo<br />

molto approssimativo. In fase di preventivazione<br />

la parte complessa sarà quindi la<br />

quantificazione più accurata delle giornate/uomo<br />

necessarie.<br />

Una considerazione a parte deve anche<br />

essere fatta per le assicurazioni professionali;<br />

trovare una formula assicurativa in<br />

grado di coprire gli eventuali danni causati<br />

da progetti nel settore dell'informazione<br />

sarà molto complesso. Le assicurazioni<br />

vorranno sapere esattamente che cosa<br />

devono assicurare e non sarà una cosa fa-<br />

cile. Il danno nell'informatica sarà poi legato<br />

al tipo di utilizzo che si fa di un prodotto<br />

software.<br />

Ad esempio un sistema che deve monitorare<br />

dei sensori di temperatura potrà essere<br />

utilizzato per controllare la<br />

temperatura all'interno di un forno elettrico<br />

per la cottura del pane ma potrà<br />

anche essere usato per controllare la temperatura<br />

del liquido refrigerante di una<br />

centrale nucleare; ovviamente il danno in<br />

caso di mal funzionamento non è confrontabile.<br />

Volendo un secondo esempio in campo finanziario<br />

un programma di contabilità che<br />

deve tenere la contabilità di un singolo<br />

professionista, in caso di errore produrrà<br />

un danno limitato, ma se quel programma<br />

venisse usato per tenere la contabilità di<br />

un grossissimo gruppo industriale il danno<br />

potrebbe essere molto più grande.<br />

Sicuramente non sarà una cosa facile identificare<br />

dei massimali di copertura da parte<br />

delle assicurazioni.<br />

Dal punto di vista del preventivo fornire<br />

un prodotto software “finito” e con “garanzia”<br />

è attualmente un'impresa molto<br />

difficile. Si è spesso parlato <strong>della</strong> difficoltà<br />

di garantire l'esattezza del software e questo<br />

è tanto più vero quanto più sono complessi<br />

i sistemi su cui devono funzionare i<br />

programmi. Un programma scritto per<br />

funzionare con un certo sistema operativo<br />

potrebbe non funzionare con la versione<br />

FORUM<br />

PRESIDENTI<br />

Il viaggio è appena cominciato; starà a noi, alle nostre Commissioni, arricchire nel tempo le pagine del Forum. Chiara Battistoni.<br />

Riforma <strong>degli</strong> Ordini Professionali.<br />

DI A.G. SOMMARUGA<br />

Professione in movimento.<br />

nuova del sistema operativo, o con gli ultimi<br />

aggiornamenti, e questo potrebbe essere<br />

un grosso problema se il tempo di<br />

sviluppo del progetto è superiore al<br />

tempo in cui viene rilasciata una versione<br />

nuova del sistema operativo e magari il<br />

vecchio non viene più venduto! Il programma<br />

non funziona più con i nuovi sistemi<br />

operativi...di chi è la colpa?<br />

Nel settore civile la parola “fine” su un progetto<br />

indica una fase ben definita ovvero<br />

la chiusura del cantiere e la consegna dell'opera.<br />

Nel settore dell'informazione la<br />

parola “fine” è associabile solo alla morte<br />

di un progetto; il ciclo di sviluppo passa<br />

senza soluzione di continuità dalla fase di<br />

sviluppo alla fase di manutenzione.<br />

Il mondo dell'informatica non gode <strong>della</strong><br />

stabilità; è in continuo aggiornamento e<br />

rinnovamento e questo mina la stabilità<br />

delle applicazioni nel tempo. I programmi<br />

quindi sono scritti e continuamente modificati<br />

per restare al passo con i cambi dei<br />

sistemi operativi o delle periferiche collegate<br />

al calcolatore. Riuscire a priori a quantificare<br />

con una discreta approssimazione<br />

quanto sarà la mole di manutenzioni nel<br />

tempo di un prodotto software sicuramente<br />

sarà un'impresa ardua. l<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 9


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 10<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Le novità introdotte dai decreti<br />

“Salva“ e “Cresci Italia” non avranno,<br />

a mio parere, un impatto significativo<br />

sul codice deontologico vigente, né<br />

avrebbe potuto essere diversamente.<br />

Le norme di etica infatti non hanno bisogno<br />

di essere declinate in dipendenza di<br />

quelle di legge.<br />

Sono piuttosto le norme di legge che<br />

hanno recepito la necessità di rendere<br />

esplicite le buone regole che da sempre<br />

sono alla base del corretto svolgimento<br />

<strong>della</strong> professione.<br />

Negli ultimi anni queste regole, affidate alla<br />

buona volontà ed al senso di responsabilità<br />

del singolo professionista, sono state<br />

spesso disattese. Tuttavia, se è vero che alcuni<br />

ingegneri hanno sottovalutato le<br />

norme deontologiche, è anche vero che<br />

gli utenti non si sono preoccupati più di<br />

tanto.<br />

La maggior parte <strong>degli</strong> esposti presentati<br />

all’<strong>Ordine</strong> riguardava questioni più formali<br />

che sostanziali (per esempio, liti fra colleghi)<br />

come se la scarsa importanza data<br />

all’etica fosse connaturata nella società in<br />

cui viviamo.<br />

Ma le buone regole c’erano, ci sono e devono<br />

solo essere applicate.<br />

Per esempio la formazione continua, che<br />

viene forse considerata la novità più eclatante,<br />

è già presente nei Principi Generali<br />

del nostro Codice Deontologico. Infatti<br />

l’art.1.6 recita: “L’ingegnere deve costante-<br />

10 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

FORUM<br />

PRESIDENTI<br />

Salva & Cresci Italia non modificano gli atteggiamenti dei professionisti<br />

già vincolati alla deontologia professionale... a loro ben nota.<br />

Riforma <strong>degli</strong> Ordini Professionali. DI PATRIZIA GIRACCA<br />

Le regole del gioco.<br />

mente migliorare ed aggiornare la propria<br />

abilità a soddisfare le esigenze dei singoli<br />

committenti e <strong>della</strong> collettività per raggiungere<br />

il miglior risultato correlato ai costi<br />

ed alle condizioni di attuazione”. Ed anche<br />

l’art.1.4 2° comma prescrive: “L’ingegnere<br />

rifiuta di accettare incarichi per i qual ritenga<br />

di non avere adeguata preparazione.”<br />

Analogamente, per quanto riguarda i compensi,<br />

l’obbligo di rendere noto al cliente il<br />

livello di complessità dell’incarico ed i conseguenti<br />

oneri ipotizzabili per il suo svolgimento<br />

è già presente nel nostro Codice<br />

al capitolo dedicato ai rapporti con il<br />

Committente e precisamente all’art.4.1: “Il<br />

rapporto con il Committente è di natura<br />

fiduciaria e deve essere improntato alla<br />

massima lealtà, chiarezza e correttezza”, ed<br />

all’art.4.3. “L’ingegnere deve definire preventivamente<br />

e chiaramente con il committente<br />

(…) i contenuti e termini <strong>degli</strong><br />

incarichi professionali conferitigli.”<br />

La conferma <strong>della</strong> liberalizzazione <strong>della</strong><br />

pubblicità, purché trasparente, veritiera e<br />

corretta, è già prevista dal nostro Codice<br />

con le stesse, identiche parole utilizzate dal<br />

legislatore. L’art.6 recita infatti: “Fermo restando<br />

il divieto di pubblicità comparativa<br />

o denigratoria, (…) Il Consiglio dell’<strong>Ordine</strong><br />

vigila sul rispetto dei principi di trasparenza,<br />

correttezza e veridicità del messaggio<br />

pubblicitario”.<br />

L’obbligo dell’assicurazione professionale<br />

che, ricordo, è già da tempo previsto per<br />

chi opera nell’ambito delle opere pubbliche,<br />

è a mio parere una norma da considerarsi<br />

a tutela principalmente del<br />

professionista stante che –come conferma<br />

l’art.1.1 comma 3 dei Principi Generali del<br />

Codice Deontologico- “L’ingegnere è personalmente<br />

responsabile <strong>della</strong> propria<br />

opera e nei riguardi <strong>della</strong> committenza e<br />

nei riguardi <strong>della</strong> collettività” ed ha quindi<br />

tutto l’interesse a proteggere i suoi beni<br />

con un’adeguata assicurazione.<br />

La vera novità non riguarda i contenuti<br />

delle norme deontologiche ma i modi per<br />

farle rispettare e cioè la prevista istituzione<br />

di organi di disciplina a livello territoriale -<br />

diversi dai Consigli <strong>degli</strong> Ordini - e di un<br />

organo nazionale.<br />

L’intento dichiarato <strong>della</strong> norma è quello<br />

di svincolare la gestione delle questioni disciplinari<br />

da quella delle questioni amministrative.<br />

La ricerca di una soluzione a tale<br />

esigenza è però particolarmente delicata<br />

perché si corre il rischio che i casi di violazione<br />

deontologica vengano giudicati da<br />

persone estranee alla professione e quindi<br />

incapaci di comprendere a fondo i molteplici<br />

e variegati aspetti dell’ingegneria.<br />

Auspico pertanto che il CNI, insieme con<br />

le altre categorie professionali, riesca ad<br />

elaborare una proposta che contemperi<br />

sia l’esigenza di terzietà che quella di profonda<br />

conoscenza delle tematiche <strong>della</strong><br />

nostra professione. l


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 11<br />

Un viaggio nella sostenibilità.<br />

DI CHIARA BATTISTONI<br />

Auna cinquantina di chilometri a<br />

nord di Milano c’è un Paese che<br />

sulla diversità e sulla molteplicità<br />

ha costruito la propria unità e la propria<br />

competitività nella scena globale; è la Confederazione<br />

Elvetica, quasi otto milioni di<br />

abitanti, di cui il 22% stranieri, quattro lingue<br />

nazionali e tre ufficiali, un crogiuolo di<br />

culture e stili che di vita che si armonizzano,<br />

nel tentativo di declinare la sostenibilità,<br />

qualunque sia la connotazione<br />

assegnata: sociale, economica o ambientale.<br />

Pensate che la sostenibilità è inserita<br />

nella Costituzione federale; all’articolo 2,<br />

quello che dichiara lo scopo, si legge che<br />

lo sviluppo sostenibile è obiettivo dello<br />

Stato; poi all’articolo 73 («Sviluppo sostenibile»)<br />

si invita la Confederazione e i Cantoni<br />

a operare «a favore di un rapporto<br />

durevolmente equilibrato tra la natura, la<br />

sua capacità di rinnovamento e la sua utilizzazione<br />

da parte dell’uomo». Disposizioni<br />

costituzionali che non sfociano<br />

direttamente in atti legislativi, destinati<br />

però a definire un modello ideale su cui<br />

costruire le scelte tattiche.<br />

Con la sostenibilità così concepita, convivono<br />

qui scelte che in Italia e in molti altri<br />

Paesi europei suscitano reazioni assai contrastanti.<br />

Ogni Cantone, per esempio, ha<br />

l’obbligo di smaltire in autonomia i propri<br />

rifiuti e per farlo la Svizzera ha scelto la<br />

strada dei termovalorizzatori; l’ultimo Cantone<br />

a uniformarsi, nel 2010, il Ticino con<br />

l’impianto di Giubiasco, entrato in servizio<br />

dopo quasi trent’anni di polemiche, in<br />

grado di produrre 16 MW di energia elettrica,<br />

concepito per soddisfare le esigenze<br />

del Cantone e di parte dei Grigioni italiani<br />

(la zona del Moesano). Anche l’energia nucleare<br />

(che copre il 40% del fabbisogno<br />

elettrico del Paese) è una scelta consolidata,<br />

benchè un anno fa sia stato lanciato<br />

il piano di uscita graduale dall’atomo, con<br />

la progressiva dismissione delle cinque<br />

centrali tuttora in esercizio una volta completato<br />

il ciclo di vita.<br />

Nel 2019 si fermerà l’impianto Beznau I,<br />

quello più vecchio del 1969, nel 2022 sarà<br />

la volta di Beznau II e di Mühleberg, Gösgen<br />

nel 2029 e Leibstadt nel 2034. Secondo<br />

il governo svizzero la gradualità<br />

nell’abbandono del nucleare lascerà tutto<br />

il tempo necessario per il riassetto del sistema<br />

energetico; si tratta di una soluzione<br />

tecnicamente ed economicamente sostenibile<br />

che tiene conto del probabile aumento<br />

dei prezzi dell’energia elettrica in<br />

tutta Europa, frutto del rinnovo di infrastrutture<br />

e centrali elettriche. Proprio per<br />

questo, stando alle stime 2011, l’impatto<br />

sulla competitività <strong>della</strong> Svizzera non dovrebbe<br />

avere ripercussioni anche se è possibile<br />

che cittadini e imprese si trovino ad<br />

affrontare prezzi più alti.<br />

La politica energetica nucleare elvetica risale<br />

al 1946 e dal 1957 è addirittura incardinata<br />

nella Costituzione; la prima Legge<br />

sull’energia nucleare risale al 1959, più<br />

volte rivisitata fino all’attuale versione,<br />

quella del 2005 che ha reso ancor più selettivo<br />

il processo per il rilascio delle autorizzazioni.<br />

Oggi la competenza sull’energia nucleare,<br />

sancita dalla Costituzione all’articolo 90, è<br />

interamente riservata alla Confederazione,<br />

in particolare al Consiglio Federale (il governo)<br />

e poi all’Assemblea Federale, con<br />

la partecipazione dei Cantoni nelle fasi di<br />

osservazioni preliminari al rilascio delle autorizzazioni.<br />

Con la legge sul nucleare del 2005 e l’ordinanza<br />

specifica associata (di fatto una<br />

sorta di regolamento attuativo) si è introdotto<br />

anche il referendum facoltativo cantonale<br />

nel caso di rilascio dell’<br />

autorizzazione di massima per i nuovi impianti<br />

nucleari, permettendo così di esercitare<br />

la democrazia diretta, opzione<br />

peraltro sempre possibile a livello federale<br />

con lo strumento dell’iniziativa popolare.<br />

E’ accaduto, per esempio, nel maggio 2003<br />

quando gli svizzeri hanno detto no all’iniziativa<br />

popolare “Corrente senza nucleare”<br />

che proponeva la disattivazione<br />

progressiva delle centrali nucleari. Un no<br />

sancito all’epoca con decisione da tutti i<br />

Cantoni, con l’unica eccezione di Basilea<br />

Città. Ancor oggi termovalorizzatori e centrali<br />

nucleari convivono con le politiche<br />

delle fonti rinnovabili, un esempio più<br />

unico che raro di pragmatismo sostenibile,<br />

un’occasione davvero speciale per approfondirne<br />

le dinamiche. Così, con questo<br />

spirito, nel rinnovato quadro <strong>della</strong> formazione,<br />

una quarantina di colleghi, impegnati<br />

nelle nostre Commissioni, tra marzo e<br />

maggio, ha avuto l’occasione di visitare<br />

tanto l’impianto di termovalorizzazione dei<br />

rifiuti di Giubiasco che la centrale nucleare<br />

di Gösgen, scoprendo personalmente la<br />

centralità <strong>della</strong> comunicazione e dell’ informazione<br />

scientifica e tecnica nella vita dei<br />

cittadini svizzeri, sostenuta anche da impianti<br />

sempre aperti alle visite e tecnici capaci,<br />

votati alla divulgazione. l<br />

La professione.<br />

Che cresce.<br />

RIFORMA DELLE PROFESSIONI<br />

29/02/<strong>2012</strong><br />

ASPETTI DELLA RIFORMA<br />

29/02/<strong>2012</strong> ING. FABIO BONFA’<br />

“LA RIFORMA DELLE PROFESSIONI:<br />

UN CANTIERE INFINITO”<br />

Circolare CNI n. 5<br />

12 gennaio <strong>2012</strong> -Legge 12 novembre<br />

2011 n. 183 – Legge di Stabilità<br />

Circolare CNI Informativa n. 2<br />

CIRCOLARE CNI N. 10<br />

DEL 31 GENNAIO <strong>2012</strong><br />

INFORMATIVA N. 3<br />

Da Italia Oggi lettera del Consigliere<br />

Segretario Ing. Gasparini – Disdetta Sole<br />

24 Ore<br />

CIRCOLARE CNI:<br />

INFORMATIVA n.4<br />

CIRCOLARE CNI: INFORMATIVA N.18<br />

Allegato alla circolare N.18<br />

(DECRETO-LEGGE 24 GENNAIO<br />

<strong>2012</strong>,N. 1)<br />

Circolare CNI n. 19 – Art. 9 D.L. n.<br />

1/<strong>2012</strong> – riepilogo informativo<br />

Circolare CNI n 25 del 27 febbraio<br />

Circolare CNI n 26 del 27 febbraio<br />

LA GIORNATA DELLE PROFESSIONI -<br />

giovedì 1 marzo, ore 9,00 – 13.00<br />

(programma)<br />

Circolare CNI n. 30<br />

RIFORMA<br />

DELLE PROFESSIONI<br />

29/02/<strong>2012</strong><br />

ASPETTI DELLA RIFORMA<br />

29/02/<strong>2012</strong> ING. FABIO BONFA’<br />

“LA RIFORMA DELLE<br />

PROFESSIONI:<br />

UN CANTIERE INFINITO”<br />

Circolare CNI n. 5 12 gennaio <strong>2012</strong> -<br />

Legge 12 novembre 2011 n. 183 –<br />

Legge di Stabilità<br />

Circolare CNI Informativa n. 2<br />

CIRCOLARE CNI N. 10<br />

DEL 31 GENNAIO <strong>2012</strong><br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 11


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 12<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Indispensabile arricchire la formazione di base.<br />

Formazione continua<br />

per gestire la complessità.<br />

La rapida crescita e complessità del<br />

sapere che nasce dal continuo progresso<br />

scientifico e tecnico genera<br />

la necessità di sempre nuove specializzazioni<br />

e di un continuo aggiornamento delle<br />

professioni. Le Università si sono adeguate<br />

a questa necessità e l’elenco dei titoli di<br />

studio cresce continuamente. Anche la formazione<br />

continua tende soprattutto ad assecondare<br />

la logica delle specializzazioni. Il<br />

frazionamento del sapere comporta tuttavia<br />

rischi di obsolescenza delle professionisti<br />

di fronte a improvvisi cambiamenti<br />

tecnologici e di mercato.<br />

Non sempre i cambiamenti sono prevedibili<br />

tanto da permettere una graduale conversione<br />

verso nuove professioni, spesso<br />

sono imprevisti, di vasta portata, rapidi e<br />

sconvolgenti. Il frazionamento sempre più<br />

spinto del sapere tende a rendere ciechi a<br />

ciò che è globale, fa perdere o indebolisce<br />

i legami tra quanto è oggetto di ciascuna<br />

professione e quanto attiene ad altri ambiti<br />

correlati o dipendenti da esso. Prevale<br />

quindi la tendenza ad ottimizzare i risultati<br />

di singoli segmenti dei processi, invece che<br />

quelli dei processi, diminuisce il senso di<br />

responsabilità dell’individuo sui risultati globali<br />

e collettivi. Da questo punto di vista,<br />

la specializzazione è una risposta inadeguata<br />

alla complessità, in quanto slega ciò<br />

che è legato e sottovaluta le interdipendenze.<br />

La risposta corretta è sviluppare<br />

una “intelligenza generale capace di riferirsi<br />

al contesto in modo multidimensionale e<br />

12 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

FORUM<br />

PRESIDENTI<br />

Riforma <strong>degli</strong> Ordini Professionali.<br />

al globale” (da Edgar Morin: “I sette saperi<br />

necessari all’educazione del futuro (UNE-<br />

SCO.1999): edizione Italiana Raffaello<br />

Cortina Editore 2001) .<br />

La vulnerabilità delle professioni di fronte<br />

al rapido progresso e la necessità di sviluppare<br />

competenze per affrontare la complessità<br />

rendono indispensabile arricchire<br />

la formazione di base e quella continua<br />

<strong>degli</strong> adulti con conoscenze trasversali che<br />

amplino la visione oltre lo stretto ambito<br />

delle singole professioni. In particolare è<br />

necessario diffondere le scienze ambientali<br />

al fine di affrontare efficacemente la sfida<br />

<strong>della</strong> sostenibilità. Tali conoscenze non devono<br />

essere riservate per alcune specializzazioni<br />

ma essere inserite in tutti i<br />

programmi di studio e nella formazione<br />

continua.<br />

La Strategia UNCE per l’educazione per<br />

lo Sviluppo Sostenibile (doc. CEP/AC.<br />

13/2005/3/Rev.1) propone un “processo<br />

che dura tutta la vita, dall’educazione dell’infanzia<br />

a quella superiore fino a quella<br />

<strong>degli</strong> adulti e via oltre l’educazione formale”<br />

. “Particolare attenzione dovrebbe<br />

essere rivolta ai soggetti che hanno un<br />

ruolo di responsabilità primaria in una professione<br />

e alle sue ricadute economiche,<br />

sociali e ambientali”. Su questa linea, in Italia<br />

il Ministero dell’Istruzione dell’Università<br />

e <strong>della</strong> Ricerca e il Ministero dell’Ambiente<br />

e <strong>della</strong> tutela del Territorio e del Mare<br />

DI PIeR ANTONIO M. CASeLLATO<br />

hanno emesso (dicembre 2009) le “Linee<br />

guida per l’Educazione Ambientale e allo<br />

Sviluppo Sostenibile”. Ciò nonostante<br />

l’educazione alla sostenibilità è ancora<br />

molto carente, sia nelle scuole che e nei<br />

programmi dedicati a coloro che sono già<br />

inserti nel mondo del lavoro. La Formazione<br />

continua dovrebbe quindi essere sviluppata<br />

per rimediare urgentemente a<br />

queste carenze, eventualmente utilizzando<br />

anche metodi di formazione a distanza (elearning)<br />

già sperimentati con successo.<br />

La Commissione Ambiente sarà inoltre<br />

impegnata nel prossimo futuro a sviluppare<br />

rapporti di collaborazione sia con il<br />

Comune di Milano, per quanto riguarda le<br />

strategie di uso del suolo, sia con la Regione<br />

Lombardia per quanto riguarda i<br />

programmi che questa sta attivando in relazione<br />

al rischio idrogeologico e agli interventi<br />

di difesa del suolo. l


O<br />

RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 13<br />

formare&qualificare<br />

L’energia che ci vuole.<br />

La Commissione Energia, ritiene fondamentali gli aspetti di formazione<br />

e qualificazione professionale <strong>degli</strong> iscritti. Anche a tale scopo<br />

la Commissione si è impegnata da oltre un anno nella progettazione<br />

di un corso di ampio respiro, finalizzato alla formazione di Esperti<br />

nella Gestione dell'Energia, ed in linea con quanto previsto dalla<br />

norma UNI EN 11339 relativamente alla qualificazione <strong>degli</strong> EGE.<br />

Inoltre il corso stesso verrà inquadrato nell'ambito del sistema di qualificazione<br />

interno delle competenze (Qing) che rappresenta l'impegno<br />

generale del nostro <strong>Ordine</strong> verso questa problematica.<br />

Lo scopo finale di questo progetto formativo, che per altro rappresenta<br />

la testa di ponte di un programma di formazione continua sulla<br />

materia, è quello di corrispondere<br />

in termini operativi<br />

alla missione <strong>della</strong><br />

Commissione sul punto<br />

<strong>della</strong> formazione e <strong>della</strong><br />

qualificazione professionale.<br />

Riteniamo che formazione<br />

e qualificazione abbiano una valenza assolutamente strategica<br />

nell'ambito di un prevedibile futuro riordino <strong>della</strong><br />

professione e che pertanto ci si debba impegnare affinchè il legislatore<br />

riconosca in modo deciso e non ambiguo tali presidi.<br />

La professione.<br />

Che cresce.<br />

INFORMATIVA N. 3<br />

Da Italia Oggi<br />

lettera del Consigliere Segretario<br />

Ing. Gasparini<br />

Disdetta Sole 24 Ore<br />

CIRCOLARE CNI:<br />

INFORMATIVA n.4<br />

CIRCOLARE CNI: INFORMATIVA N.18<br />

Allegato alla circolare N.18<br />

(DECRETO-LEGGE<br />

24 GENNAIO <strong>2012</strong>,N. 1)<br />

Circolare CNI n. 19 – Art. 9 D.L. n.<br />

1/<strong>2012</strong> – riepilogo informativo<br />

Circolare CNI n 25 del 27 febbraio<br />

Circolare CNI n 26 del 27 febbraio<br />

LA GIORNATA<br />

DELLE PROFESSIONI - giovedì 1<br />

marzo, ore 9,00 – 13.00<br />

Circolare CNI n. 30<br />

Circolare CNI n 31 del 29 febbraio<br />

Circolare CNI n. 39 del 7 marzo<br />

Circolare CNI n. 43 del 23 marzo<br />

Articolo da Italia Oggi del 24/3/<strong>2012</strong> –<br />

La cassazione difende gli ordini: gli<br />

adempimenti tipici delle professioni non<br />

possono essere svolti da altri.<br />

Circolare CNI n. 67<br />

del 28 maggio <strong>2012</strong><br />

Circolare n. 67 (allegato 1)<br />

Circolare n. 67 (allegato 2)<br />

Vuoi proseguire<br />

il dibattito?<br />

Scrivi un commento e invialo a:<br />

ufficiostampa@ordineingegneri.milano.it<br />

oppure cercaci su Facebook , Twitter<br />

e Linkedin!<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 13


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:24 Pagina 14<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

E’ necessario che l’Italia si doti con<br />

urgenza di un indirizzo chiaro per<br />

la definizione di una strategia<br />

energetica nazionale, che consideri i vincoli<br />

e la storia che ci caratterizzano,<br />

comprenda le potenzialità delle nostre risorse<br />

e che inquadri i diversi obiettivi<br />

da raggiungere”.<br />

A pronunciare queste parole è l’ing.<br />

Silvio Bosetti, direttore <strong>della</strong> Fondazione<br />

Energylab e consigliere dell’<strong>Ordine</strong><br />

<strong>degli</strong> ingegneri di Milano, che da<br />

molto tempo invoca la stesura di una<br />

strategia nazionale, che affronti complessivamente<br />

il tema dell’approvvigionamento,<br />

<strong>della</strong> distribuzione e <strong>della</strong><br />

14 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Abbiamo<br />

l’energia<br />

giusta?<br />

gestione del sistema energetico del<br />

Paese. Una vera e propria emergenza,<br />

più volte sottolineata negli intenti governativi,<br />

ma mai affrontata con il dovuto<br />

decisionismo. Recentemente, anche il<br />

ministro Passera ha rilanciato il tema sostenendo<br />

che “l’efficienza energetica è<br />

la prima delle leve perché coglie tutti gli<br />

obiettivi di politica energetica. Partiamo<br />

da norme incentivanti come la detrazione<br />

d'imposta del 55%, ma bisogna<br />

andare oltre: possiamo e vogliamo perseguire<br />

una vera leadership industriale<br />

nel settore”. In questo senso, è necessario<br />

un programma nazionale “ampio e<br />

articolato” per cui “nelle prossime settimane<br />

ci sentirete proporre molte cose in<br />

questo settore”. L’interesse <strong>della</strong> comunità<br />

scientifica, dei ceti produttivi e <strong>degli</strong><br />

enti regolatori nazionali non vedono l’ora<br />

che si metta all’ordine del giorno la strategia.<br />

Perché Energylab ha avviato, con largo<br />

anticipo, la riflessione sulla Strategia<br />

Energetica Nazionale? “Lo scopo che<br />

ci si è prefissati è stato quello di riflettere<br />

insieme e di radunare alcuni suggerimenti<br />

per contribuire al processo<br />

che, ci si augura, porterà all’elaborazione<br />

ed allo sviluppo di un documento<br />

istituzionale.<br />

Il nostro contributo è caratterizzato<br />

da un approccio articolato e multidisciplinare”.<br />

l


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 15<br />

La questione energetica è l’unica in grado di<br />

affrontare e governare la crisi del momento<br />

e, al contempo, predisporre il giusto sviluppo.<br />

Una strategia fondamentale.<br />

Gli accademici che hanno espresso<br />

le loro opinioni lavorano in ambiti<br />

diversi: dall’economia all’ingegneria,<br />

dalla giurisprudenza alle scienze<br />

umanistiche.<br />

Evidentemente un intervento come questo<br />

non può ritenersi esaustivo dei complessi<br />

aspetti legati ad un argomento così<br />

vasto quale è quello <strong>della</strong> strategia energetica.<br />

La volontà è pertanto quella di fornire<br />

uno strumento di confronto, che<br />

riteniamo utile allo sviluppo di un dibattito<br />

per l’individuazione delle priorità e <strong>degli</strong><br />

specifici elementi che devono costituire un<br />

efficace strumento di governo <strong>della</strong> politica<br />

energetica italiana, la cui necessità è<br />

tanto urgente quanto evidente.<br />

Nello svolgimento del lavoro è stato contemporaneamente<br />

compiuto un percorso<br />

di ascolto di alcuni soggetti qualificati rilevanti<br />

per il settore. Sono stati raggiunti, tramite<br />

interviste, esponenti <strong>della</strong> politica,<br />

dell’impresa, <strong>della</strong> società civile e, in generale,<br />

dei maggiori portatori di interesse.<br />

Altri soggetti si sono resi disponibili a collaborare<br />

sul tema, condividendo pareri e<br />

dati di sistema. Questi contributi saranno<br />

base di quel dialogo e confronto tra le<br />

parti necessario per lo sviluppo efficace di<br />

una strategia a livello di Paese.<br />

Il documento è stato organizzato in tre sezioni.<br />

Nella prima si analizzano le ragioni e<br />

le aspettative per una Strategia Energetica<br />

Nazionale (SEN), nella seconda è presente<br />

un inquadramento sulla situazione dell’energia<br />

in Italia oggi ed infine nella terza<br />

parte si indicano le nostre priorità e raccomandazioni<br />

per la redazione di una<br />

SEN. In questo numero ne pubblichiamo<br />

alcuni stralci per raccontare la complessità<br />

e la ricchezza del lavoro.<br />

Si apre una fase fondamentale di ascolto e<br />

di lavoro sinergico con le governance di<br />

settore e, ovviamente, con il Governo. l<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 15


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 16<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Necessità ed urgenza di una Strategia energetica.<br />

A cosa serve, quali sono gli attori?<br />

La Strategia Energetica Nazionale<br />

(SEN) è stata indicata dal Decreto<br />

n. 112 del 2008 come un piano per<br />

«individuare le priorità e le misure necessarie<br />

al fine di garantire la sicurezza nella<br />

produzione di energia, la diversificazione<br />

delle fonti energetiche […] e il miglioramento<br />

<strong>della</strong> competitività del sistema<br />

energetico nazionale».<br />

Sempre secondo il sopra menzionato Decreto,<br />

il Governo dovrà attuare la Strategia<br />

su proposta dei ministri dello Sviluppo<br />

Economico e dell’Ambiente. La centralità<br />

<strong>della</strong> questione energetica si pone dunque<br />

prioritaria sia in termini economici (competitività)<br />

che ambientali e di sicurezza<br />

energetica nazionale (vulnerabilità delle<br />

economie attuali rispetto a crisi energetiche).<br />

La questione trova il proprio collocamento<br />

nelle politiche <strong>della</strong> Commissione Europea<br />

che, oltre agli specifici e noti obiettivi al<br />

2020, ha formulato indirizzi generali, lasciando<br />

ai singoli Stati la scelta di come<br />

perseguire gli obiettivi indicati.<br />

L’abbandono dell’ipotesi del ricorso alla<br />

fonte nucleare, sancito dal referendum popolare<br />

dei 12-13 <strong>giugno</strong> scorsi, non ha certamente<br />

semplificato il quadro di<br />

programmazione nazionale circa l’energia,<br />

ma ha contribuito quantomeno a chiarirlo.<br />

Infatti, il mix energetico attuale dell’Italia<br />

per la produzione di energia elettrica è<br />

molto diverso da quello di tutte le grandi<br />

nazioni industrializzate che, senza ecce-<br />

16 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

zioni, producono gran parte dell'energia<br />

elettrica da carbone e/o nucleare.<br />

Esso è caratterizzato da un forte utilizzo<br />

del gas naturale, da uno scarso ricorso al<br />

carbone, dall’assenza del nucleare, dalla dipendenza<br />

dall’estero, e da una relativamente<br />

consistente produzione da fonti<br />

rinnovabili (in particolare idroelettrica).<br />

Congiuntamente con altre, questa situazione<br />

è la principale causa <strong>degli</strong> elevati<br />

costi dell'elettricità nel nostro Paese, con<br />

le inevitabili conseguenze che questo comporta<br />

in termini di competitività nel contesto<br />

europeo e mondiale.<br />

A partire da scenari predefiniti, a nostro<br />

avviso, una Strategia Energetica ha innanzitutto<br />

il compito di definire un obiettivo<br />

(o alcuni obiettivi ma ben coordinati tra di<br />

loro) di medio-lungo periodo, rispetto al<br />

quale declinare una serie di ambiti e passaggi<br />

necessari al suo perseguimento. Inoltre<br />

la SEN deve indicare tutti gli ambiti sui<br />

quali è necessario intervenire, stabilire<br />

obiettivi settoriali e mostrare passaggi certi<br />

- anche da un punto di vista temporale.<br />

Da un punto di vista organizzativo deve indicare<br />

i conseguenti ruoli e obiettivi dei<br />

soggetti coinvolti e, infine, non può dimenticare<br />

gli aspetti economici circa i costi<br />

delle operazioni previste, mostrando i possibili<br />

strumenti per convogliare gli investimenti<br />

privati o di interesse pubblico e<br />

nazionale.<br />

Come si vedrà in seguito, quest’ultimo<br />

aspetto risulta essere particolarmente de-<br />

licato. Pertanto, sono fondamentali i cosiddetti<br />

“strumenti di previsione”. Ci si potrebbe<br />

utilmente avvalere di algoritmi<br />

matematico-economici di programmazione<br />

di cui ormai si ha molta esperienza<br />

sia a livello internazionale che nazionale. In<br />

particolare in Italia, alcuni esperti appartenenti<br />

ad Istituzioni e Centri di Ricerca, in<br />

collegamento con analoghi centri stranieri,<br />

hanno da tempo sviluppato conoscenze di<br />

tali metodologie modellistiche.<br />

Naturalmente la SEN non si riduce a<br />

quanto appena delineato, per almeno due<br />

ragioni.<br />

Non bisogna dare l’impressione che la<br />

programmazione si limiti all’utilizzo di un<br />

modello matematico computerizzato. Una<br />

strategia energetica è ben più di questo.<br />

L’ausilio <strong>degli</strong> strumenti è utile per evidenziare<br />

legami e vincoli in un sistema complesso<br />

che altrimenti potrebbero essere<br />

trascurati. Inoltre, lungi dal fornire indicazioni<br />

e percorsi da seguire alla lettera, le<br />

analisi di scenario permettono di disegnare<br />

scenari alternativi e tendenze differenti<br />

a seconda dei parametri che si vanno<br />

a modificare, mantenendo e salvaguardando<br />

l’organicità dell’intero sistema.<br />

Infine, la SEN consente di monitorare in<br />

modo rapido e continuo la situazione presente<br />

e di osservare nel tempo gli adattamenti<br />

e le modifiche che eventi<br />

geopolitici (si pensi al prezzo del petrolio)<br />

e innovazioni tecnologiche comportano.<br />

Nel 2008, con l'articolo 7 del Decreto<br />

Legge n. 112, il legislatore ha introdotto


.<br />

RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 17<br />

nell'ordinamento l'istituto <strong>della</strong> Strategia<br />

Energetica. Qual è il ruolo auspicato di una<br />

SEN? Il Decreto Legge 34/2011, come<br />

modificato dalla Legge di conversione n.<br />

75/2011, aveva dettato una nuova formulazione<br />

che manteneva l'istituto <strong>della</strong> SEN<br />

senza riferimento al nucleare. Tuttavia,<br />

anche questa nuova formulazione è stata<br />

abrogata dal referendum del 12 e 13 <strong>giugno</strong><br />

2011. Rimangono naturalmente nell'ordinamento<br />

una serie di disposizioni<br />

concernenti piani su singoli settori dell'energia<br />

(escludendo il nucleare, gas, elettricità,<br />

rinnovabili, ecc.) e relative<br />

infrastrutture.<br />

Si segnala che nel biennio 2008-2010 non<br />

è stato adottato un atto di indirizzo generale<br />

per la definizione <strong>della</strong> SEN, né è stata<br />

convocata la Conferenza nazionale dell'energia<br />

e dell'ambiente.<br />

Al di là dell’impegno governativo, da<br />

tempo sono molte le voci che sottolineano<br />

la necessità di dotarsi di una linea<br />

politica nazionale che orienti il settore<br />

dell’energia per i prossimi decenni.<br />

Il “piano energetico” ha lo scopo di indicare<br />

le priorità per il lungo periodo - e di<br />

conseguenza anche con importanti ricadute<br />

nel breve - al fine di conseguire gli<br />

obiettivi <strong>della</strong> diversificazione delle fonti di<br />

energia e delle aree di approvvigionamento,<br />

del potenziamento del sistema di<br />

infrastrutture, <strong>della</strong> promozione delle fonti<br />

rinnovabili e dell’efficienza energetica, del<br />

potenziamento <strong>della</strong> ricerca nel settore<br />

energetico e <strong>della</strong> sostenibilità ambientale<br />

nella produzione e negli usi dell'energia.<br />

A tutto il mese di ottobre 2011, la redazione<br />

<strong>della</strong> SEN ha visto impegnate alcune<br />

istituzioni, tra cui i due Ministeri preposti<br />

(Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero<br />

dell’Ambiente) ed il Senato (tramite<br />

l’attività di consultazione <strong>della</strong> X<br />

Commissione Senato Industria).<br />

Una premessa è necessaria prima <strong>della</strong> definizione<br />

dei contenuti <strong>della</strong> Strategia, cioè<br />

sottolineare come la predisposizione di<br />

una SEN vuol dire programmare il futuro<br />

energetico del Paese per i prossimi decenni.<br />

I cambiamenti istituzionali intervenuti<br />

negli ultimi vent’anni hanno<br />

definitivamente reso desueta la parola<br />

“pianificazione” che a lungo ha caratterizzato<br />

la nostra politica energetica quando<br />

sostanzialmente esistevano e operavano<br />

sul mercato due monopoli statali e<br />

quando i costi delle materie prime e <strong>degli</strong><br />

investimenti infrastrutturali erano essenzialmente<br />

posti a carico delle bollette dei<br />

consumatori.<br />

La libera iniziativa <strong>degli</strong> operatori va pertanto<br />

assicurata, ma nell’ambito di un sistema<br />

legislativo e regolatorio che assicuri<br />

stabilità in termini di quadro normativo e<br />

scelte ambientalmente accettabili e che<br />

soprattutto sia inquadrata in uno schema<br />

generale di priorità. Infatti la SEN ha anche<br />

il primario impegno di orientare le scelte<br />

libere di investimento e gestione del sistema<br />

energetico.<br />

L’importanza dei riferimenti europei è indiscutibile:<br />

l’orizzonte per i prossimi anni è<br />

necessariamente quello del mercato unico<br />

europeo di cui bisogna considerarne le<br />

tendenze e i benefici. È indiscutibile che<br />

con la liberalizzazione <strong>degli</strong> anni Novanta<br />

e la spinta verso la formazione di un mercato<br />

interno europeo, la regolazione indipendente<br />

ha avuto un ruolo<br />

predominante. Allo stato attuale, senza disconoscere<br />

la rilevanza di questo tipo di<br />

regolazione, la politica energetica si intreccia<br />

con altre politiche (ambientali, competitive,<br />

ecc.).<br />

La SEN non può comunque essere di tipo<br />

dirigistico come accaduto fino agli anni Ottanta.<br />

Ora occorre riconoscere e sottolineare<br />

la scelta già attivata del mercato<br />

libero.<br />

È opportuno considerare il tema anche in<br />

ottica europea e di apertura del mercato<br />

(nuove linee elettriche, strategie comuni o<br />

complementari con altri Paesi europei,<br />

ecc.). La Commissione Europea ha recentemente<br />

proposto nuove regole riguardanti<br />

la sicurezza <strong>degli</strong> approvvigionamenti<br />

energetici e la cooperazione internazionale.<br />

In particolare le disposizioni del 7 settembre<br />

2011 creerebbero per gli Stati<br />

membri l'obbligo di condividere con Bruxelles<br />

i termini <strong>degli</strong> accordi e conferire all'esecutivo<br />

europeo la competenza per<br />

negoziare taluni accordi energetici da<br />

parte dei Governi <strong>degli</strong> Stati membri.<br />

I cambiamenti che – negli ultimi anni – si<br />

sono susseguiti sul fronte internazionale<br />

hanno inciso in maniera importante sugli<br />

scenari energetici dei Paesi sviluppati, europei<br />

in particolare. Nei primi mesi del<br />

2008, è deflagrata la crisi economica, innescata<br />

l’anno precedente negli Stati Uniti<br />

dalla crisi dei mutui sub-prime.<br />

Nel gennaio 2008, il prezzo del petrolio ha<br />

superato i 100 dollari al barile per la prima<br />

volta nella sua storia, continuando a salire<br />

nei mesi successivi fino ad arrivare a 147<br />

dollari al barile a luglio, per poi flettere.<br />

Mentre scriviamo queste note il prezzo si<br />

attesta attorno agli 80 dollari. La crisi eco-<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 17


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 18<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

nomica ha inoltre riportato indietro l’orologio<br />

dei consumi elettrici di dieci anni. Sul<br />

finire del 2010, sono iniziati i primi disordini<br />

e tumulti popolari che, partendo dalla Tunisia,<br />

sono arrivati, nel gennaio 2011, a contagiare<br />

Egitto, Yemen e Bahrein, fino alla<br />

rivoluzione in Libia.<br />

I mercati energetici hanno reagito con impennate<br />

dei prezzi indotte da timori sulle<br />

forniture future. Nonostante gli approvvigionamenti<br />

di greggio libico siano stati praticamente<br />

azzerati, così come è stato<br />

bloccato il gas che fluiva in Italia, si è mantenuta<br />

una fragile situazione di calma.<br />

Tuttavia, per quanto potenzialmente seria<br />

sia la crisi nordafricana, essa è passata in<br />

secondo piano quando l’11 marzo 2011 si<br />

è verificato il disastro <strong>della</strong> centrale nucleare<br />

di Fukushima in Giappone. Uno<br />

<strong>degli</strong> aspetti determinanti delle ipotesi<br />

strategiche riguarda inevitabilmente la previsione<br />

<strong>della</strong> domanda e dell’offerta di<br />

energia.<br />

Sulla domanda energetica, che in Italia da<br />

alcuni anni è stabile, incidono vari fattori,<br />

fra i quali la congiuntura economica, la tipologia<br />

dei processi industriali, le abitudini<br />

dei cittadini, il livello di efficienza negli impieghi<br />

energetici.<br />

Le previsioni delineate di seguito valgono<br />

nell'ipotesi di una seppur debole ma persistente<br />

crescita dell'economia italiana. Sul<br />

Scheda<br />

La situazione energetica italiana è caratterizzata da decenni<br />

da ben note anomalie che possono essere così<br />

sintetizzate:<br />

• Forte sbilanciamento del mix produttivo verso le fonti fossili<br />

• Aumenti modesti dei consumi<br />

• Elevata dipendenza dalle importazioni<br />

• Rilevanza del prezzo del petrolio ed elevata “fattura” energetica<br />

18 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

fronte dei consumi elettrici si prevede per<br />

i prossimi anni una crescita leggera, dovuta<br />

ad una maggior diffusione del vettore<br />

elettrico, anche in sostituzione di altri vettori<br />

energetici (ad esempio il riscaldamento<br />

mediante pompa di calore, in<br />

sostituzione <strong>della</strong> caldaia a combustibili<br />

fossili).<br />

La crescita è solo in parte compensata<br />

dalla riduzione del consumo elettrico dovuta<br />

a prodotti elettrici più efficienti. Per<br />

quanto riguarda i consumi energetici negli<br />

altri settori, si prevede una riduzione di<br />

quelli termici nel settore civile.<br />

Tale diminuzione è dovuta in gran parte<br />

all’incremento dell’efficienza energetica<br />

negli edifici e nell’industria, dove è da<br />

tempo in atto uno spostamento verso<br />

produzioni a minor intensità energetica.<br />

Il nostro Paese importa una grande quantità<br />

di gas naturale dagli Stati del Nord<br />

Africa (Algeria e Libia in primis). Anche<br />

una gran parte dell’olio combustibile<br />

giunge dalla Libia (almeno fino all’inizio<br />

<strong>della</strong> rivoluzione che ha portato alla destituzione<br />

del regime di Gheddafi).<br />

Nei prossimi anni si aprirà un fronte anche<br />

per la produzione di energia elettrica in<br />

quelle nazioni affacciate sul Mediterraneo.<br />

La Direttiva UE sulle energie rinnovabili incoraggia<br />

l’investimento in Paesi terzi, pre-<br />

vedendone la valorizzazione nel territorio<br />

<strong>della</strong> comunità locale. Tuttavia finora nessun<br />

serio progetto si è materializzato e<br />

quello annunciato (Marocco-Francia via<br />

Spagna) appare ancora simbolico. Uno dei<br />

pochi veri risultati di questa serie di azioni<br />

è rappresentato dal varo dei Piani Nazionali<br />

Solari di alcuni Paesi del Sud, quali: Marocco<br />

(8 GW al 2020 con un piano solare<br />

in corso di 2 GW gestito da una Agenzia<br />

unica, Masen); Tunisia (40 progetti di cui 17<br />

solari, 3 eolici, 7 di efficienza, 7 biomasse<br />

per investimento di 2 miliardi di euro); Algeria<br />

(3 GW solari fotovoltaici e termodinamici<br />

con decisa connotazione di<br />

sviluppo industriale); Egitto (annunciati<br />

nuovi progetti fino a 15 GW).<br />

Questi trend energetici nel Mediterraneo,<br />

che attualmente appaiono lontani dalla sostenibililtà,<br />

possono creare aspettative illusorie.<br />

Essi devono essere oggetto di<br />

verifica prima di poter venire inclusi in una<br />

Strategia Energetica Nazionale.<br />

Se il nesso con le Direttive <strong>della</strong> Comunità<br />

Europea e le dinamiche internazionali<br />

sono fonte di aspettative e alternative di<br />

indirizzo, anche a livello locale gli indirizzi<br />

e le scelte energetiche hanno forti legami.<br />

Il punto di maggior attrito tra le parti riguarda<br />

l’aspetto delle infrastrutture - comunque<br />

ridimensionato con l’abbandono<br />

• Arresto <strong>della</strong> opzione nucleare<br />

• Scarso utilizzo del carbone<br />

• Rilevante quota d’importazione (15%) di energia elettrica,<br />

per lo più nucleare<br />

• Costo dell’energia significativamente superiore a quello<br />

<strong>degli</strong> altri Paesi europei sia per il privato che per l’industria<br />

• Prevalenza del trasporto su gomma rispetto a quello ferroviario<br />

o marittimo.


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 19<br />

del nucleare - che dovrà essere discusso e<br />

definito all’interno delle procedure di intesa<br />

già esistenti o che potrebbero essere<br />

riviste in sede di ridefinizione di obiettivi<br />

(la tipologia e il carico infrastrutturale locale<br />

dipende anche dal mix energetico che<br />

la SEN deciderà di privilegiare).<br />

Nel nuovo scenario appare sempre più<br />

decisiva la valutazione delle necessità di investimenti<br />

in infrastrutture di rete (sia<br />

nell’elettrico che nel gas) legate alle nuove<br />

fonti di produzione elettrica.<br />

Cosa implica l’installazione di migliaia di impianti<br />

eolici e fotovoltaici sulle reti? Dove<br />

caricare gli investimenti per il rinnovo <strong>della</strong><br />

rete?<br />

L’Italia dispone di un sistema di trasporto<br />

e distribuzione dell’elettricità diffuso e moderno.<br />

Tuttavia, ci sono alcuni problemi di<br />

collegamento che restano tuttora aperti,<br />

in particolare nel sud Italia e con le isole<br />

maggiori. Nonostante si stiano sviluppando<br />

importanti progetti per la riduzione delle<br />

criticità, sussistono ancora alcuni nodi rallentati<br />

da motivi autorizzativi locali che devono<br />

essere rapidamente rimossi. Inoltre,<br />

la rete elettrica risente <strong>della</strong> sua iniziale impostazione<br />

in un contesto nazionale e non<br />

europeo, ed è ancora inadeguata ad assicurare<br />

una piena integrazione del mercato<br />

italiano in quello continentale.<br />

È opportuno che il problema venga affrontato<br />

in tempi brevi.<br />

Il forte e rapido impulso alla produzione<br />

di energia da fonti rinnovabili ha creato situazioni<br />

molto critiche, sia per la necessità<br />

di nuovi collegamenti che per la gestione<br />

delle successive priorità di dispacciamento.<br />

Tralasciando la dibattuta questione dell'impatto<br />

<strong>della</strong> Direttiva 73/2009 sulla relazione<br />

tra Snam Rete Gas ed Eni, il tema<br />

del gas si collega con quello dell’aumento<br />

dell’importanza di questa fonte e sempre<br />

più attuale gestione dell’importazione<br />

dall’estero. Il dibattito è aperto da troppo<br />

tempo, bisogna puntare ancora su nuovi<br />

rigassificatori o su nuovi gasdotti, la politica<br />

deve continuare ad intervenire dando precise<br />

indicazioni al riguardo? L’Italia può e<br />

vuole essere il futuro Hub del gas, ovvero<br />

un nodo centrale dell’approvvigionamento<br />

proveniente da sud (Nord Africa) e da est<br />

(Kazakistan, Mar Caspio) e successivo inoltro<br />

verso l’Europa centrale?<br />

Per questa ragione, alla luce delle significative<br />

trasformazioni attese relative alle caratteristiche<br />

dei veicoli e dunque alle<br />

tipologie di propulsione, le previsioni in<br />

merito al fabbisogno specifico del settore<br />

assumono un ruolo cruciale dal punto di<br />

vista quantitativo e qualitativo nella definizione<br />

<strong>degli</strong> scenari futuri con particolare<br />

riferimento al 2050.<br />

Si ritiene pertanto opportuna l’adozione<br />

di specifici strumenti di monitoraggio e<br />

previsione al fine di controllarne<br />

il potenziale impatto.<br />

A titolo di esempio, le previsioni di penetrazione<br />

delle propulsioni elettriche sono<br />

piuttosto variabili e si attestano al 2030 tra<br />

l’11% e il 30% delle vendite, plausibilmente<br />

concentrate - almeno nel primo periodo<br />

- sul segmento <strong>della</strong> mobilità urbana.<br />

Parallelamente, per quanto riguarda il mercato<br />

italiano, la diffusione dell’alimentazione<br />

a metano è ad oggi un fatto<br />

significativo e le prospettive di sviluppo<br />

delle tecnologie di produzione di biogas<br />

rappresentano un potenziale da considerare<br />

nel medio-lungo periodo.<br />

Al di là <strong>della</strong> domanda e dell’offerta globale,<br />

bisogna partire dal basso (bottomup)<br />

per individuare i problemi e le<br />

potenzialità. La distinzione più facile è<br />

quella tra settore elettrico e altre fonti per<br />

quanto riguarda gli impieghi finali e l’analisi<br />

dei principali settori (civile, industria, trasporti)<br />

in modo da evidenziare il contributo<br />

che<br />

possono dare le diverse fonti. Prevedendo<br />

un tendenziale aumento <strong>della</strong> penetrazione<br />

del gas, è opportuno chiedersi quali<br />

sono le ricadute in termini di policy.<br />

Nello scenario nazionale esiste una questione<br />

amministrativa dominante anche se<br />

troppo spesso trascurata, quella <strong>della</strong> fiscalità.<br />

Il punto di partenza, è la proposta di<br />

Direttiva avanzata in primavera dalla Commissione11<br />

sulla quale si sono susseguite<br />

diverse reazioni (è stato lanciato un processo<br />

di consultazione finito a <strong>giugno</strong>).<br />

Senza razionalità e coordinamento fiscale<br />

non ci può essere una politica energetica<br />

competitiva ed europea che punti davvero<br />

a creare un mercato unico dell’energia.<br />

Altri temi importanti ruotano intorno alla<br />

seguente domanda: perché in Italia l’energia<br />

costa mediamente di più che nel resto<br />

dell’UE per le famiglie e le imprese?<br />

Bisogna approfondire il tema nella inevitabile<br />

contrapposizione tra esigenza di cassa<br />

dello Stato e crescita <strong>della</strong> competitività.<br />

Sarebbe utile che venisse ulteriormente<br />

esplicitato il costo previsto <strong>degli</strong> attuali incentivi<br />

in modo da mettere in evidenza il<br />

loro ammontare, la loro dinamica e le loro<br />

implicazioni.<br />

Questa conoscenza è preliminare a qualsiasi<br />

indicazione di revisione/continuazione<br />

delle attuali politiche. Anche in questo caso<br />

la base conoscitiva esiste già (per quanto<br />

riguarda tutti i diversi sistemi di incentivazione)<br />

ed è contenuta nel PAN-ER del<br />

201012. Manca però un aggiornamento<br />

che prenda in considerazione le innova-<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 19


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 20<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

zioni introdotte nel 2011, con particolare<br />

riguardo al “Conto Energia” e sviluppi<br />

un’analisi critica complessiva.<br />

È importante considerare che le regole da<br />

rispettare, tecniche ed amministrative, si rivelano,<br />

col passare <strong>degli</strong> anni e nell’intero<br />

continente, sempre maggiormente connotate<br />

da vincoli più stringenti per tutto ciò<br />

che è nuovo (dagli edifici alle auto ai prodotti<br />

di largo consumo).<br />

Dando un veloce sguardo agli operatori<br />

del settore, tra le utility annoveriamo<br />

aziende eccellenti, a cominciare da Eni ed<br />

Enel, e nelle infrastrutture Terna e Snam<br />

Rete Gas. Ma in tutti i settori (oil & gas,<br />

elettricità, calore, servizi) ci sono ottime<br />

aziende sia di grandi che di medie dimen-<br />

20 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

sioni. Le imprese italiane dell’energia hanno<br />

una tradizione ed un mercato anche di<br />

grande valore internazionale (componenti,<br />

prodotti, ingegneria, costruzioni, ecc). Per<br />

questo aspetto manca una base conoscitiva<br />

solida, che è il primo elemento per potere<br />

intervenire efficacemente. In<br />

particolare per i settori per i quali si prevede<br />

il maggiore sviluppo futuro (rinnovabili<br />

ed efficienza energetica) sarebbe bene<br />

analizzare il quadro che mostri quanto<br />

<strong>degli</strong> investimenti porta lavoro in Italia e<br />

quanto invece conduce ad importazioni.<br />

Il settore energetico ha un fatturato annuo<br />

che supera i 230 miliardi di euro, assorbe<br />

un’occupazione diretta di circa 118 mila<br />

addetti, alimenta alcuni importanti settori<br />

collegati sia industriali (dall’impiantistica alle<br />

Le raccomandazioni e... le priorità.<br />

Assicurare chiarezza negli obbiettivi,<br />

negli scenari del fabbisogno e nell’orizzonte<br />

temporale.<br />

- Definire e consolidare come obiettivi primari <strong>della</strong> Strategia<br />

quelli europei: crescita <strong>della</strong> competitività, mantenimento <strong>della</strong><br />

sicurezza, rispetto dell’ambiente.<br />

- Fissare orizzonti temporali <strong>della</strong> strategia a 10 e a 30 anni:<br />

sono opportuni sia il traguardo al 2020 che al 2040.<br />

- Coprire tutti gli ambiti energetici: le fonti, la produzione e la<br />

trasmissione, l’utilizzo dell’energia civile ed industriale, il settore<br />

dei trasporti.<br />

- Individuare una espressione politica che valorizzi il ruolo<br />

dello Stato e delle Regioni nonché il rispetto <strong>della</strong> libera iniziativa<br />

<strong>degli</strong> operatori.<br />

- Seguire un percorso di consultazione dei soggetti interessati<br />

prima <strong>della</strong> definizione <strong>della</strong> Strategia.<br />

Garantire la necessaria correlazione con il<br />

quadro europeo.<br />

- Esaminare il quadro europeo, sia dal punto di vista delle Di-<br />

costruzioni, dalla siderurgia all’industria<br />

elettromeccanica) sia nei servizi (dalla progettazione<br />

ai trasporti, dalla ricerca alla formazione),<br />

e realizza investimenti sul<br />

territorio per almeno 16 miliardi di euro<br />

l’anno13.<br />

Per tale ragione l’industria manifatturiera e<br />

<strong>della</strong> componentistica italiana potrebbe avvantaggiarsi<br />

<strong>della</strong> situazione e costruire<br />

una base di “competenze-Paese” poi rivendibili<br />

nel mondo.<br />

Purtroppo, le imprese italiane non sono<br />

state in grado di catturare ampi settori ed<br />

opportunità quali l’eolico ed il fotovoltaico<br />

(in entrambi i casi l’industria cinese e tedesca<br />

hanno riportato maggiori successi).<br />

La vitalità dell’impresa italiana si è mostrata<br />

sulla coda <strong>della</strong> filiera dei prodotti, attra-<br />

rettive che dei finanziamenti, rispettando obblighi e valorizzando<br />

i margini di libertà <strong>della</strong> politica comunitaria.<br />

- Valorizzare il contesto comunitario anche individuando sinergie<br />

e strategie comuni o complementari con altri Paesi europei.<br />

- Individuare e promuovere piani sulle infrastrutture che consentano<br />

accesso ai cospicui contributi finanziari <strong>della</strong> Comunità.<br />

- Indirizzare le scelte sulle interconnessioni delle reti (elettriche<br />

e gas) sia verso i Balcani che il Nord Africa, previa verifica dei<br />

trend energetici nel Mediterraneo.<br />

Valorizzare, per il fabbisogno elettrico, le<br />

alternative di generazione (mix energetico).<br />

- Riesaminare i dati sull’attuale potenza totale installata, il suo<br />

share ed esplicitare le sue criticità.<br />

- Prevedere una possibile correzione al 2030 definendo quale<br />

sia il realistico, possibile ed ulteriore aumento delle fonti rinnovabili<br />

(elettriche e termiche).<br />

- Aumentare sensibilmente le infrastrutture che assicurino il<br />

contributo <strong>degli</strong> accumuli elettrici (bacini idroelettrici, batterie,


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 21<br />

verso una fitta rete di servizi ed installatori<br />

in loco. Questo aspetto porta con sé elementi<br />

vantaggiosi (basse barriere all’entrata<br />

per avviare una società di servizi) ma<br />

anche alcuni rischi (minori margini, forte<br />

dipendenza dai produttori di tecnologia<br />

stranieri e dalle loro integrazioni verticali).<br />

Il mercato delle infrastrutture dell’energia<br />

si troverà a poter fornire imponenti nuovi<br />

mercati in Asia (Cina ed India) e in Sud<br />

America.<br />

Nei prossimi 10 anni oltre metà <strong>degli</strong> investimenti<br />

del settore avverranno in Cina,<br />

dove nel 2010 sono state avviate oltre 120<br />

centrali elettriche di grandi dimensioni. Le<br />

imprese italiane (dall’elettromeccanica, alla<br />

componentistica, ai servizi di ingegneria)<br />

possono offrire una qualità indiscussa. Occorre<br />

però sia una creazione di filiera e di<br />

ecc), previa un’attenta analisi costi-benefici.<br />

- Potenziare gli impianti di cogenerazione locali (civili ed industriali)<br />

con l’alimentazione a gas naturale.<br />

- Puntare sul carbone attraverso le clean coal technologies<br />

con impianti predisposti per successive integrazioni con tecnologie<br />

di sequestro <strong>della</strong> CO2.<br />

- Diffondere ed aumentare numero ed efficienza delle centrali<br />

di smaltimento rifiuti (le cosiddette Waste to energy).<br />

- Incentivare (nel lungo periodo) la produzione di elettricità con<br />

solare termodinamico.<br />

Indicare le modalità che garantiscono la<br />

sicurezza <strong>degli</strong> approvvigionamenti energetici<br />

e la cooperazione internazionale.<br />

- Prevedere un’accurata valutazione delle reali vulnerabilità e<br />

dei “rischi paese” per la dipendenza energetica.<br />

- Definire la necessità e l’opportunità di potenziamento del numero<br />

dei terminali GNL.<br />

- Precisare gli indirizzi politici a sostegno dello sviluppo dei gasdotti<br />

provenienti dal Nord Africa e dai Paesi dell’Est.<br />

distretti che un adeguato sostegno alla internazionalizzazione.<br />

Un altro ambito di eccellenza energetica<br />

nazionale è quello <strong>della</strong> ricerca e innovazione<br />

in cui la collaborazione internazionale<br />

è indispensabile. Ma, qui come in altri<br />

settori industriali, il livello finanziario di sostegno<br />

alla ricerca è ridotto sia negli importi<br />

che nell’inserimento delle politiche<br />

di investimento sia dei privati che del pubblico.<br />

In Italia, ciò nonostante, la tradizione<br />

<strong>della</strong> ricerca e dell’innovazione è indubbiamente<br />

di qualità ed è arrivata a risultati di<br />

valore in tutta la seconda metà del novecento.<br />

La definizione dei temi da considerare e<br />

<strong>della</strong> loro priorità comporta l’effettuazione<br />

di studi rilevanti che richiedono uno sforzo<br />

importante di analisi tecnica ed economica<br />

e, successivamente, la necessità di avere un<br />

supporto politico al fine di indirizzare le risorse.<br />

l<br />

- Potenziare la capacità <strong>degli</strong> stoccaggi per il gas naturale prevedendone<br />

di nuovi.<br />

- Partecipare attivamente al miglioramento dell'integrazione<br />

dei sistemi elettrici con gli altri Paesi europei.<br />

- Acconsentire le esplorazioni per lo sfruttamento di pozzi di<br />

idrocarburi nei mari italiani per consentire un incremento <strong>della</strong><br />

produzione interna e ridurre l’importazione da altri Stati.<br />

Condividere gli obiettivi ambientali e di<br />

sostenibilità.<br />

- Esaminare l’obiettivo europeo al 2050 di riduzione delle<br />

emissioni dell’80% e le conseguenze dell’eventuale accettazione<br />

e indicare quali siano le soluzioni da perseguire.<br />

- Dare forte impulso allo smaltimento dei rifiuti con soluzioni<br />

waste-to-energy, a livello locale, legate a reti di teleriscaldamento.<br />

- Definire misure nella mobilità urbana per incentivare tipologie<br />

di alimentazione più appropriate e sostenibili a partire da servizi<br />

di trasporto specifici (taxi, mobilità urbana collettiva,<br />

merci).<br />

- Agevolare le soluzioni maggiormente compatibili con l’am-<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 21


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 22<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Guido BORTONI<br />

Presidente, Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas<br />

È necessario capire i molteplici attori in gioco e le<br />

relative ripartizioni dei compiti. La politica dovrebbe<br />

definire gli obiettivi <strong>della</strong> SEN. Il regolatore,<br />

limitatamente ai settori di cui si occupa, deve individuare<br />

gli strumenti più idonei per raggiungerli affinché<br />

gli operatori del settore siano orientati a<br />

perseguire, oltre ai loro obiettivi personali, anche<br />

quelli di interesse generale.<br />

Questa tripartizione (obiettivi, strumenti e attuazione)<br />

è la configurazione sancita dalle politiche comunitarie<br />

europee, ma al di là delle convenzioni<br />

giuridiche vi è anche un valore aggiunto nel rispettare<br />

e implementare questo schema di ruoli.<br />

In primo luogo, vi è una questione di spazio: oggi<br />

l’orizzonte deve essere la dimensione europea, la<br />

SEN deve, infatti, inquadrarsi nell’ambito di una<br />

strategia energetica europea, anche a causa dell’estrema<br />

interdipendenza tra le decisioni in materia<br />

energetica assunte dagli Stati membri, che è destinata<br />

ad aumentare con il progredire del processo<br />

di integrazione dei mercati dell’energia. Queste<br />

questioni non possono essere gestite efficacemente<br />

né solo con lo sviluppo <strong>della</strong> rete né con sistemi<br />

di accumulo. Anche intervenendo con<br />

soluzioni tecniche per la connessione e sulle regole<br />

nuove di dispacciamento da applicare agli impianti<br />

di fonti rinnovabili non programmabili, non è possibile<br />

conciliare questa velocissima crescita con le<br />

esigenze di gestione del sistema.<br />

biente e basare le agevolazioni su un'analisi preliminare del<br />

costo per i consumatori e le conseguenti convenienze sociali.<br />

- Favorire e sostenere lo sviluppo delle reti di fornitura di carburanti<br />

alternativi (elettricità, metano, ecc).<br />

Accentuare l’attenzione alle politiche di<br />

modulazione e aggiornamento dei prezzi,<br />

alla fiscalità e al ruolo dei consumatori.<br />

- Dare evidenza del fatto che l’Italia è il paese che ha la tassazione<br />

più alta sui combustibili, sul gas e sull’elettricità per i consumatori<br />

finali ed indirizzare parte di questi contributi raccolti a<br />

sostegno del comparto.<br />

- Avviare una seria e coordinata attività di monitoraggio dei differenziali<br />

<strong>della</strong> fiscalità sulle fonti e gli utilizzi dell’energia, consapevoli<br />

che nuoce alla concorrenza il permanere di forti<br />

differenziali di tassazione, soprattutto sui prodotti oggetto di commercio<br />

internazionale.<br />

- Analizzare ed enfatizzare una visione dei prezzi regolati in<br />

modo che non si ripercuotano sulle famiglie e sulle piccole e<br />

medie imprese, soggetti tipicamente meno difesi da corporazioni.<br />

22 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Strategia energetica Nazionale:<br />

il Paese ne ha veramente bisogno?<br />

ecco l’opinione <strong>degli</strong> esperti.<br />

Bruno D’ONGHIA<br />

Presidente, EDF Italia<br />

Ritengo indispensabile che l’Italia si doti di una Strategia<br />

Energetica Nazionale, per la quale non si può<br />

non riconoscere che siamo largamente in ritardo:<br />

se ne parla da anni, gli addetti ai lavori hanno ben<br />

chiara l’importanza <strong>della</strong> materia, ma finora non si<br />

era riusciti a passare dal dibattito ideologico e dalle<br />

dichiarazioni di intenzione alle iniziative concrete.<br />

Mi auguro che questo avvenga quanto prima.<br />

Vista la mia collocazione professionale, è per me<br />

naturale fare riferimento alla situazione francese.<br />

Come noto, la Francia si è sempre caratterizzata<br />

per un approccio di tipo “programmatorio”, si potrebbe<br />

dire colbertista, in campo energetico.<br />

Gli esercizi di strategia e prospettiva vengono effettuati<br />

con periodicità all’incirca triennale, sotto<br />

l’egida del Ministero dell’Industria e sono oggetto<br />

di dibattito parlamentare. Non si tratta ovviamente<br />

di piani di tipo “sovietico”, né di un libro dei sogni<br />

come i vecchi PEN italiani <strong>degli</strong> anni Settanta e Ottanta,<br />

ma di analisi volte ad individuare gli scenari e<br />

le loro implicazioni e definire un quadro strategico<br />

d’insieme, all’interno del quale si devono iscrivere,<br />

da un lato le disposizioni legislative e regolamentari<br />

mirate ai vari settori e dall’altro le strategie <strong>degli</strong><br />

operatori industriali che rispondono da parte loro<br />

a logiche di mercato.<br />

Samuele FURFARI<br />

Consigliere del Direttore Generale Aggiunto per<br />

l'energia, Commissione Europea<br />

La Costituzione europea si basa sulla condivisione<br />

di grandi linee politiche, che devono essere recepite<br />

dagli Stati membri. Un discorso analogo vale<br />

per la politica energetica: in sede di Parlamento e<br />

di Consiglio si discutono le proposte <strong>della</strong> Commissione;<br />

le Direttive vanno poi adottate e recepite<br />

dagli Stati membri.<br />

Due sono le grandi politiche che l’UE ha deciso di<br />

attuare nel settore dello sviluppo sostenibile: la<br />

produzione di energie rinnovabili e l’efficienza<br />

energetica. Mentre nel primo caso gli Stati membri<br />

hanno recepito la Direttiva, portando già dei buoni<br />

risultati, per l’efficienza energetica la situazione è<br />

ancora in fase di stallo. (...) A settembre la Commissione<br />

Europea ha proposto agli Stati membri di<br />

notificare tutti gli accordi bilaterali che hanno con<br />

i fornitori di energia, per avere una visione globale<br />

e ufficiale <strong>della</strong> situazione <strong>degli</strong> approvvigionamenti,<br />

in un’ottica di interesse comune. E’ sempre più necessario<br />

parlare ad una sola voce e condividere le<br />

informazioni. Sono fiducioso che l’Europa in futuro<br />

si doterà di una politica energetica comune. Consideriamo<br />

che l’Unione è cresciuta passo per passo;<br />

cose fino a poco tempo fa ritenute poco probabili,<br />

sono diventate ora una realtà, come ad esempio il<br />

mercato interno dell’elettricità e del gas.<br />

Indirizzare gli investimenti in infrastrutture<br />

con regole e incentivi stabili e ragionati.<br />

- Consolidare, per un periodo pluriennale, gli ambiti normativi<br />

di intervento del legislatore e dei regolatori.<br />

- Qualificare gli incentivi sugli obiettivi <strong>della</strong> Strategia, concentrando<br />

meno risorse dove spesso non servono.<br />

- Individuare le linee di sostegno economico per rispondere<br />

alla necessità di centrali elettriche di punta (investimenti da incentivare).<br />

- Avviare il piano di rinnovo delle reti di distribuzioni elettriche<br />

utilizzando le smart grid, settore in cui l’Italia è assolutamente<br />

all’avanguardia.<br />

- Redigere le linee guida per l’accumulo di energia elettrica<br />

nei suoi aspetti di responsabilità, tecnologie e rispetto delle<br />

prescrizioni ambientali in modo che si avvii un piano di investimento<br />

coordinato e funzionale al sistema.<br />

- Realizzare il Sito Nazionale di smaltimento delle scorie radioattive<br />

e il Parco Tecnologico per la Ricerca.


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 23<br />

Il coraggio delle scelte.<br />

Giovanni LELLI<br />

Commissario, ENEA<br />

L’elevata dipendenza energetica dall'estero da una<br />

parte e, dall’altra, l’elevato potenziale delle risorse<br />

naturali utilizzabili a fini energetici rendono urgente<br />

per l’Italia la definizione - in un’ottica di sviluppo<br />

economicamente sostenibile - di una Strategia<br />

Energetica che sappia coniugare, in sintonia con gli<br />

impegni assunti in sede comunitaria, sicurezza dell’approvvigionamento<br />

energetico e competitività<br />

del sistema produttivo.<br />

La necessità di disegnare strategie per la sostenibilità<br />

nell’ambito delle politiche per lo sviluppo è divenuta<br />

oggetto di sempre maggiori riflessioni e<br />

approfondimenti nell’ambito <strong>degli</strong> organismi internazionali.<br />

La strategia dell’innovazione diventa in<br />

questo modo un importante volano dello sviluppo<br />

e una chiave di lettura per comprendere e affrontare<br />

gli importanti nessi esistenti tra processo di<br />

globalizzazione, competitività dei sistemi economici,<br />

uso efficiente delle risorse e salvaguardia ambientale.<br />

Nella formulazione di una Strategia Energetica<br />

Nazionale va messa innanzitutto in rilievo l’esigenza<br />

di una stretta correlazione tra politica energetica e<br />

politica industriale. D’altra parte le vocazioni del<br />

territorio nazionale, il bagaglio di conoscenze e<br />

competenze posseduto, e la struttura stessa del sistema<br />

produttivo contengono specificità che vanno<br />

opportunamente valorizzate in una prospettiva di<br />

sviluppo economico sostenibile.<br />

Carlo MALACARNE<br />

Amministratore Delegato, Snam<br />

Consolidare il programma per l’efficienza<br />

energetica.<br />

- Applicando le Direttive Europee, trovare le modalità più consone<br />

per il nostro Paese, valorizzando soluzioni che accrescano<br />

lo sviluppo di imprenditoria e competenze nazionali.<br />

- Accelerare la sostituzione di prodotti esistenti ad alto consumo<br />

e ipotizzare politiche di rottamazione di componenti obsoleti.<br />

- Promuovere la cogenerazione ad alta efficienza nell’industria di<br />

processo e la microcogenerazione per terziario e domestico.<br />

- Snellire gli aspetti autorizzativi e rivedere la struttura tariffaria<br />

per le pompe di calore.<br />

- Introdurre ulteriori, rigorose ma specifiche, normative da attuarsi<br />

per il risparmio energetico negli edifici esistenti.<br />

- Approfondire e incentivare le potenzialità di sviluppo delle<br />

ESCO (Energy Service Company) e il meccanismo dei Certificati<br />

bianchi.<br />

Sostenere la ricerca e l’innovazione nel<br />

settore energia.<br />

Il percorso per l’individuazione di una Strategia<br />

Energetica Nazionale è a buon punto e sono convinto<br />

che la strada intrapresa, che punta a coinvolgere<br />

in maniera attiva e partecipativa tutti i soggetti<br />

del settore energetico italiano, sia quella giusta.<br />

Siamo tutti coscienti che il fabbisogno energetico,<br />

seppur in maniera moderata, è comunque in crescita<br />

costante; di contro, l’osservanza di vincoli regolatori<br />

sempre più stringenti renderà necessaria<br />

anche una revisione sostanziale del mix di fonti, che<br />

dovrà essere maggiormente incentrato sull’utilizzo<br />

di risorse a basse emissioni quali rinnovabili e gas.<br />

In aggiunta a ciò, l’Italia, esattamente come tutti i<br />

principali Paesi europei, è destinata a dipendere in<br />

maniera sempre maggiore dalle importazioni ed è<br />

quindi necessario individuare tempestivamente gli<br />

obiettivi da raggiungere nel medio- lungo termine.<br />

I driver principali sono tre: la promozione dell’efficienza<br />

energetica, la massima valorizzazione del nostro<br />

“tesoretto” di risorse interne e la realizzazione<br />

delle infrastrutture necessarie per ridurre al massimo<br />

la dipendenza dall’estero e per sfruttare, cosa<br />

ancora più importante, la posizione geografica strategica<br />

dell’Italia per farla diventare un hub del gas<br />

per il Sud Europa.<br />

Alberto RIBOLLA<br />

Presidente, Energy Cluster<br />

L’Italia ha un deficit strutturale legato all’import di<br />

energia non essendo dotata di fonti energetiche<br />

autonome tali da consentire un’indipendenza energetica.<br />

Nel contempo il sistema industriale del nostro<br />

Paese ha sviluppato negli scorsi decenni una grande<br />

capacità di fornire impianti in Italia e nel mondo<br />

per la produzione di energia.<br />

La politica energetica di un paese è parte integrante<br />

<strong>della</strong> politica industriale che, a sua volta, è<br />

essa stessa parte integrante <strong>della</strong> politica economica.<br />

Per cui è necessario impostare un politica<br />

energetica che sappia sfruttare quello che già c’è<br />

in Italia in termini di combustibile, che generi competenze<br />

per il combustibile che abbiamo e per<br />

quello che non abbiamo, e a partire da queste vada<br />

ad aggredire i mercati mondiali più evoluti. L’Italia<br />

è già brava in questo. Passiamo al tema delle fonti<br />

energetiche: l’Italia ha il più grande bacino petrolifero<br />

dell’Europa continentale (il Mare del Nord infatti<br />

è off-shore), a cui si sommano le produzioni<br />

meno importanti come il gas dell’Adriatico, poco<br />

e già sfruttato, fino all’eolico e alla produzione di<br />

energia da biomasse. Lo sfruttamento delle risorse<br />

energetiche nazionali è funzionale per combattere<br />

la dipendenza energetica dall’estero (Russia, Libia<br />

etc) e per alimentare la crescita o la nascita di imprese<br />

che implementino il know how in questo<br />

settore.<br />

- Investire nella ricerca energetica a tutto campo dedicando all’innovazione<br />

tecnologica e scientifica una frazione significativa<br />

dei capitali destinati agli incentivi per rinnovabili, efficienza energetica,<br />

ecc.<br />

- Valutare la possibilità di condividere alcuni progetti strategici di<br />

ricerca, dichiarando quali siano le grandi idee da sostenere e su<br />

quali ricerche poi concentrare i finanziamenti.<br />

- Individuare soluzioni finanziare che incentivino le collaborazioni<br />

stabili fra Università e Centri di Ricerca nazionali e stranieri.<br />

- Favorire le imprese ed i soggetti privati che sostengono la ricerca<br />

(ed in particolare i giovani talenti) anche attraverso<br />

forme di sensibili vantaggi fiscali.<br />

- Assistere le Università italiane nella partecipazione ad aggregazioni<br />

europee di progetto.<br />

- Sostenere economicamente anche la fase di divulgazione e<br />

disseminazione dei risultati, sia verso le imprese che verso<br />

altre attività di innovazione.<br />

Coinvolgere l’industria energetica nazionale,<br />

leva competitiva per il Paese.<br />

- Favorire decisamente le soluzioni tecnologiche di investi-<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 23


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 24<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Marcello RAIMONDI<br />

già Assessore all’Ambiente, Energia e Reti, Regione<br />

Lombardia e Presidente, Fondazione EnergyLab<br />

Interrogarsi sulla strategia energetica di un Paese<br />

significa in primo luogo e soprattutto per l’Italia, cominciare<br />

a porsi il problema <strong>della</strong> competitività internazionale,<br />

coniugare lo sviluppo con il rispetto<br />

dell’ambiente e la convivenza con il territorio, e, in<br />

ultima analisi, chiedersi come rilanciare la nostra<br />

economia e l’occupazione.<br />

EnergyLab ha predisposto un contributo alla redazione<br />

del piano strategico dell’energia del governo<br />

nazionale. Non è un caso che la nostra Fondazione<br />

sia nata in Lombardia e che sia una realtà forse più<br />

unica che rara nel panorama italiano, che riesce a<br />

mettere attorno allo stesso tavolo il mondo <strong>della</strong><br />

Ricerca, le Istituzioni e le Imprese, a testimonianza<br />

<strong>della</strong> vivacità e la capacità di integrazione che nella<br />

nostra regione Lombardia è già attiva da molti anni.<br />

Il vero punto strategico di tutta la questione energetica,<br />

anche nazionale è la formazione.<br />

Le nostre Università sono luoghi di eccellenza. I<br />

giovani che escono dalle nostre facoltà sono tra i<br />

più preparati e qualificati al mondo, in grado di dialogare<br />

ed affrontare con competenze e capacità le<br />

sfide adulte.<br />

Dobbiamo continuare a lavorare per legare di più<br />

il mondo <strong>della</strong> ricerca e dell’innovazione a noi Istituzioni<br />

e al mondo delle imprese per trarre i benefici<br />

di questa eccellenza di livello internazionale.<br />

mento (rinnovabili, efficienza, mobilità, reti, ecc) che assicurino<br />

anche l’incremento dell’occupazione e dell’attività industriale<br />

nazionale.<br />

- Individuare ed incentivare i servizi che incrementano l’occupazione<br />

parallelamente al beneficio ambientale.<br />

- Muoversi maggiormente verso opportunità in settori in crescita<br />

quali l’efficienza energetica o la mobilità elettrica, anticipando<br />

la competizione internazionale.<br />

- Sostenere la creazione dei distretti di filiera dei settori energetici<br />

nei quali l’Italia presenta eccellenze manifatturiere e di<br />

servizi.<br />

- Promuovere capacità e competenze delle risorse nazionali<br />

anche con presenza <strong>della</strong> finanza pubblica a sostegno di progetti<br />

aziendali che prevedano investimenti di siti produttivi.<br />

Prevedere sistematiche attività di informazione,<br />

formazione e comunicazione.<br />

- Utilizzare strumenti di condivisione, compensazione e incentivazione<br />

innovativi per facilitare il consenso. Consolidare un<br />

sistema di dibattiti, pubblicità ed iniziative sul territorio.<br />

- Progettare un sistema di razionalizzazione delle raccolta dati<br />

24 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Roberto POTI’<br />

Vice Presidente esecutivo di International, Renewables<br />

and Special Projects, Edison<br />

Quale parte integrante dell’Unione Europea, l’Italia<br />

condivide in ambito energetico gli obiettivi comunitari<br />

di sicurezza e competitività delle forniture<br />

energetiche, di tutela ambientale e <strong>della</strong> salute<br />

umana e di sviluppo industriale. Ognuno di questi<br />

obiettivi deve essere pertanto perseguito attraverso<br />

la definizione di opportuni strumenti di indirizzo<br />

strategico in ambito nazionale che,<br />

eventualmente, integrino specifiche misure già presenti<br />

in ambito europeo.<br />

Nella stesura <strong>della</strong> Strategia Energetica Nazionale<br />

si deve tener conto delle specificità dell’Italia rispetto<br />

all’UE, come ad esempio il fatto che sia tra<br />

i Paesi a più alta dipendenza energetica dall’estero<br />

(oltre l’80% rispetto alla media europea che non<br />

raggiunge il 60%) e con una “bolletta energetica”<br />

che rappresenta alcuni punti percentuali di PIL.<br />

Tale dipendenza è di carattere strutturale essendo<br />

la nostra un’economia basata sui combustibili fossili,<br />

principalmente gas e petrolio, e non disponendo<br />

di ingenti risorse fossili nazionali.<br />

La stesura <strong>della</strong> Strategia Energetica Nazionale<br />

offre le basi per ridisegnare il sistema energetico<br />

nazionale rendendolo più competitivo e garantendo<br />

uno sviluppo industriale trainato da nuovi investimenti.<br />

Sebastiano SERRA<br />

Capo Segreteria Tecnica, Ministro dell’Ambiente e<br />

Tutela del Territorio e del Mare<br />

La priorità assoluta è la protezione dell’ambiente<br />

e il governo del clima: riduzione delle emissioni di<br />

CO2 e dell’inquinamento atmosferico per effetto<br />

delle emissioni di polveri.<br />

La prima questione si gioca su tre fattori: lo schema<br />

dello scambio di emissioni di CO2 attraverso il sistema<br />

emission trading (per gli impianti industriali),<br />

l’incremento delle rinnovabili e dell’efficienza energetica.<br />

Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico si<br />

è puntato molto sulla riduzione <strong>della</strong> mobilità e<br />

poco sulla riduzione delle emissioni a monte (riduzione<br />

dei processi).<br />

La SEN dovrà quindi coordinarsi con il Piano di<br />

Azione Nazionale sulle rinnovabili, con il Piano di<br />

Azione sull’efficienza energetica, e con tutti i decreti<br />

attuativi del Decreto Legislativo 28/2011. Dei 21<br />

punti di questo decreto, quello sul burden sharing<br />

regionale, attraverso una metodologia di valutazione<br />

dei consumi finali lordi per regione ed i potenziali<br />

di ciascuna fonte rinnovabile, fissa gli<br />

obiettivi per ogni ragione, che si impegna tramite<br />

azione congiunta con lo Stato a raggiungere l’obiettivo<br />

del 17%. Un altro punto del decreto riguarda<br />

le fonti rinnovabili elettriche, riportando la criticità<br />

dell’uso delle aste per i grandi impianti.<br />

e monitoraggio del sistema energetico nazionale e renderlo<br />

fruibile alle principali organizzazioni ed Enti di Ricerca.<br />

- Incentivare forme di collegamento sistematico tra Università<br />

ed il settore economico produttivo per favorire progetti di crescita<br />

del capitale umano.<br />

- Potenziare la diffusione nei social network di gruppi competenti<br />

sull’argomento energia.<br />

- Sostenere la formazione e l’addestramento dei giovani nelle<br />

scuole professionali (green jobs).<br />

- Favorire un approccio sussidiario con Associazioni (Imprenditoriali,<br />

consumatori, sindacali, sportive) nella creazione di<br />

una cultura dell’energia e dei comportamenti appropriati.<br />

Portare a compimento un modello di Governance<br />

pubblica per facilitare il percorso<br />

<strong>della</strong> Strategia.<br />

- Consolidare l’internazionalizzazione istituzionale, promuovendo<br />

e mantenendo relazioni stabili con le preposte funzioni<br />

sia <strong>della</strong> Commissione che extra europee.<br />

- Individuare, nel rispetto del Titolo V <strong>della</strong> Costituzione, le


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 25<br />

Carlo STAGNARO<br />

Direttore Studi e Ricerche, Istituto Bruno Leoni<br />

Il percorso più appropriato che lo Stato dovrebbe<br />

seguire per formulare la Strategia Energetica è<br />

quello del “white paper”: il Governo dovrebbe predisporre<br />

un documento di indirizzo relativo alle<br />

strategie che intende seguire nel campo <strong>della</strong> politica<br />

energetica, allo scopo di farne l’oggetto di una<br />

consultazione pubblica che coinvolga il più ampio<br />

numero di stakeholder possibile.<br />

Una volta ricevute le osservazioni, l’esecutivo dovrebbe<br />

tenerne conto nel riformulare il documento,<br />

allo scopo di integrare nelle proprie<br />

politiche i suggerimenti che, a suo avviso, si sono<br />

rivelati utili. Il processo dovrebbe essere il più<br />

ampio, aperto e trasparente possibile (inclusa la “sistematizzazione”<br />

delle osservazioni e la divulgazione<br />

delle ragioni per cui alcune sono state<br />

recepite e altre rigettate).<br />

Il problema, però, è che una Strategia Energetica<br />

Nazionale non può, per varie ragioni, essere vincolante:<br />

essa è soprattutto un documento di indirizzo.<br />

In un contesto liberalizzato, non c’è spazio per alcuna<br />

forma di pianificazione dell’offerta o <strong>della</strong> domanda<br />

di energia.<br />

Lan SEN dovrebbe concentrarsi sugli aspetti di<br />

“non-mercato”: per esempio le politiche di incentivazione<br />

o il perseguimento di obiettivi extraeconomici<br />

(come quelli ambientali) allo scopo di<br />

individuare strumenti di policy che siano (a) i meno<br />

costosi possibili e (b) i meno distorsivi possibili.<br />

Chicco TESTA<br />

Managing Director, Rothschild<br />

linee e le modalità adeguate di coinvolgimento delle Regioni.<br />

- Valutare la riorganizzazione, di ruolo e funzionamento, delle<br />

Direzioni Generali dei Ministeri coinvolti (Sviluppo Economico,<br />

Ambiente, ecc).<br />

- Rivalutare, alla luce <strong>della</strong> post liberalizzazione, un nuovo indirizzo<br />

ed il ruolo dell’Autorità per Energia Elettrica e Gas.<br />

- Valutare una razionalizzazione del sistema normativo appropriato<br />

che possa facilitare i percorsi autorizzativi per le nuove<br />

infrastrutture, se del caso centralizzando alcuni iter.<br />

- Ripensare, per una valorizzazione e qualificazione, il compito<br />

di alcuni soggetti pubblici e individuare le possibili forme di collaborazione<br />

sussidiaria con i soggetti privati.<br />

Credo che il percorso principale che lo Stato dovrebbe<br />

seguire per formulare la Strategia Energetica<br />

Nazionale sia quello di fare un bilancio serio e<br />

ragionato di cosa è successo a partire dalla riforma<br />

Bersani (1996-97), di come si è modificata la situazione<br />

del nostro Paese in termini di mix energetico,<br />

di quantità di energia consumate, di vantaggi o<br />

svantaggi per i consumatori, i produttori e per le<br />

imprese. E’ necessario quindi, come punto di partenza,<br />

poter disporre di numeri e dati precisi, mettendo<br />

a disposizione di tutti gli attori coinvolti un<br />

set di informazioni quanto più possibile verificate<br />

e condivise.<br />

Lo scopo del piano energetico non è quello di fissare<br />

azioni prescrittive, ma semplicemente di mettere<br />

in funzione delle leve che orientino il<br />

comportamento di tutti gli attori, consumatori distributori<br />

e importatori nelle direzioni auspicate.<br />

Esse sono fondamentalmente tre: riduzione del<br />

prezzo del costo dell’energia, innovazione tecnologica<br />

per favorire investimenti ed innovazione e aumento<br />

del livello di sicurezza e di indipendenza<br />

energetica del Paese.<br />

L’altro problema da risolvere nel settore dell’energia<br />

è il cosiddetto“groviglio” istituzionale, cioè la<br />

sovrapposizione di competenze, la moltitudine di<br />

attori che prendono parte al processo decisionale,<br />

la poca chiarezza dei ruoli, che spesso si sovrappongono<br />

creando conflitti.<br />

Roberto TESTORE<br />

Responsabile Progetto Sicurezza, Energia e Ambiente,<br />

Assolombarda<br />

Dal punto di vista imprenditoriale, i suggerimenti<br />

per la Strategia Energetica Nazionale si articolano<br />

in sei punti.<br />

È necessaria una programmazione di medio-lungo<br />

periodo, perché non si può più fare a meno di un<br />

quadro normativo di riferimento stabile nel tempo.<br />

L’Italia è atipica nel mix di fonti di generazione di<br />

energia elettrica. Di conseguenza è inevitabile accelerare<br />

lo sviluppo di impianti a carbone pulito,<br />

che sostituiscano i sistemi produttivi vecchi, dalle<br />

performance scadenti e che ritardano lo sviluppo<br />

<strong>della</strong> carbon capture and sequestration.<br />

È opportuno concentrarsi sulle infrastrutture di<br />

rete: la burocrazia è pesante e i ritardi autorizzativi<br />

penalizzano in maniera importante i miglioramenti.<br />

Al di là delle smart grid e altre evoluzioni tecnologiche,<br />

si ritiene indispensabile procedere in maniera<br />

rapida ed efficace per strutturare una rete competitiva.<br />

Non si può convivere con situazioni atipiche<br />

e sconosciute che penalizzano il sistema nazionale<br />

e che potrebbero essere rimosse. La forte dipendenza<br />

dell’Italia dal gas naturale porta sia vantaggi<br />

che svantaggi. È fondamentale dare un impulso allo<br />

sviluppo di gasdotti e terminali di rigassificazione.<br />

Non si possono frapporre <strong>degli</strong> ostacoli alla struttura<br />

di distribuzione, ma al contrario va assecondata<br />

una scelta fatta dal Paese e che impatta anche<br />

sul resto dell’Europa.<br />

Si ringraziano in particolare<br />

Laura Ammannati – Università <strong>degli</strong> Studi di Milano<br />

Luigi Bodria – Università <strong>degli</strong> Studi di Milano<br />

Giampio Bracchi – Politecnico di Milano<br />

Angela Bracco – Università <strong>degli</strong> Studi di Milano<br />

Maurizio Delfanti – Politecnico di Milano<br />

Luigi De Paoli – Università Bocconi<br />

Marzio Galeotti – Università <strong>degli</strong> Studi di Milano<br />

Massimo Gallanti – Ricerca Sistema Energetico - RSE S.p.A.<br />

Gabriele Grea – Università Bocconi<br />

Carlo Lombardi – Fondazione EnergyLab<br />

Ennio Macchi – Politecnico di Milano<br />

Luigi Mazzocchi – Ricerca Sistema Energetico - RSE S.p.A.<br />

Guido Pedroni – Ricerca Sistema Energetico - RSE S.p.A.<br />

Pippo Ranci Ortigosa – Università Cattolica del Sacro Cuore<br />

Marco E. Ricotti – Politecnico di Milano<br />

Lanfranco Senn – Università Bocconi<br />

Andrea Silvestri – Politecnico di Milano<br />

Coordinamento tecnico del progetto<br />

Silvio Bosetti – Fondazione EnergyLab<br />

Luca Valota – Fondazione EnergyLab<br />

Chiara Tamarindi – Fondazione EnergyLab<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 25


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 26<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Continua l’attività di confronto reciproco tra Ordini europei.<br />

I nostri partner europei.<br />

Collaborazione nella diversità”.<br />

Grazie anche all’impegno costante<br />

dei rappresentanti dell’<strong>Ordine</strong><br />

di Milano, coordinati da Alberto<br />

Caleca, continuano gli incontri con i partner<br />

europei. Sulla <strong>Rivista</strong> se n’è già parlato:<br />

le realtà note come Catmil, Gremil, Wiemil<br />

permangono vive e in costante sviluppo. Si<br />

aggiungono i ”multilateral meetings”, le riunioni<br />

annuali “a quattro”: Grenoble 2008,<br />

Wiesbaden 2009, Barcellona 2010, Milano<br />

2011, Lion <strong>2012</strong>.<br />

Nonostante le diversità, dovute a fattori<br />

locali, giuridici e “genetici” ( noi abbiamo<br />

l’<strong>Ordine</strong>, i Catalani il Collegio, i Francesi<br />

l’Union, i Tedeschi il Verein) le problematiche<br />

fondamentali connesse con la nostra<br />

professione sono comuni a tutti. Lo scopo<br />

di queste riunioni, programmate e realizzate<br />

con regolarità, è quello di trovare soluzioni<br />

condivise, pur nelle diverse<br />

situazioni locali.<br />

Ciò non è certamente facile, per i motivi<br />

sopra accennati. Il lavoro procede lentamente,<br />

ma con molte speranze e probabilità<br />

di successo finale.<br />

Sono in discussione argomenti dei quali<br />

gli ingegneri più che il dovere, ovvio, avrebbero<br />

il diritto di occuparsi, ma spesso sono<br />

sopravanzati da politici, amministrativi e<br />

“giurisprudenti”.<br />

Alcuni argomenti di grande attualità e urgenza<br />

all’ordine del giorno:<br />

Il “problema energetico, molto sentito in<br />

26 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Europa, dopo le ultime vicende del nucleare<br />

( per noi l’esito del referendum, per<br />

tutti l’incidente di Fukushima).<br />

I Francesi, che producono l’80% dell’energia<br />

elettrica con questo mezzo,sembrano<br />

temporeggiare, probabilmente in attesa<br />

<strong>della</strong> presa di posizione <strong>della</strong> nuova Presidenza;<br />

i Tedeschi puntano sulle rinnovabili,<br />

che in tempi relativamente brevi dovrebbero<br />

rimpiazzare le fonti nucleari, destinate<br />

ad estinzione.<br />

I nuovi sistemi di produzione di energia, distribuiti<br />

nel territorio, richiederanno l’utilizzo<br />

di “smart grids”, le reti intelligenti, per<br />

le quali l’ Italia potrebbe dare un contributo<br />

significativo, forte di esperienze<br />

molto interessanti.<br />

L’internazionalizzazione <strong>della</strong> nostra professione<br />

esige che gli ingegneri possano<br />

fare il loro lavoro con libertà di movimento<br />

e d’iniziativa (almeno) in tutta Europa.<br />

Un documento di riconoscimento<br />

si rende necessario.<br />

Da qualche anno, su iniziativa FEANI ( Fédération<br />

d’Associations Nationales d’Ingénieurs),<br />

è stata introdotta in Europa<br />

l’”Engineer Card”, che riporta sinteticamente,<br />

oltre a nazionalità e dati anagrafici,<br />

la qualifica professionale del titolare.<br />

In Germania il VDI la diffonde tra i suoi<br />

soci, in Italia si attende una presa di posizione<br />

del CNI, altri paesi non hanno ancora<br />

manifestato le loro intenzioni. Dietro<br />

queste posizioni controverse traspare una<br />

DI GIUSePPe SUSANI<br />

certa difficoltà a riconoscere titoli di studio<br />

conseguiti in scuole e università di livelli differenti,<br />

con corsi di laurea non unificati. Il<br />

lavoro in questo campo sarà lungo e complesso.<br />

La formazione continua: in Italia è divenuta<br />

obbligatoria solo in seguito alla legge di recentissima<br />

promulgazione; in Francia e<br />

Spagna le leggi da tempo prescrivono durata<br />

minima di corsi o seminari e modalità<br />

di inserimento delle spese nei bilanci delle<br />

imprese. Sono modelli utili per introdurre<br />

iniziative e regole analoghe in Italia.<br />

La qualificazione <strong>degli</strong> iscritti è uno <strong>degli</strong><br />

impegni delle diverse le associazioni di ingegneri<br />

europee.<br />

Il “Qing”, istituito dall’<strong>Ordine</strong> di Milano, riscuote<br />

ora l’interesse dei colleghi catalani,<br />

che prossimamente assisteranno alle nostre<br />

riunioni di valutazione.<br />

Sempre il nostro <strong>Ordine</strong> ha proposto la<br />

creazione di un “nomenclatore” europeo<br />

con la dizione in inglese dei termini usati<br />

nei vari Paesi per indicare ruoli, responsabilità,<br />

figure professionali nell’ambito dell’ingegneria<br />

civile.<br />

Per esempio, termini come i nostri “direttore<br />

lavori”, “stazione appaltante”, “CTU”,<br />

o il francese “maître d’ouvrage”, etc., una<br />

volta definito chiaramente il significato, dovrebbero<br />

essere tradotti in inglese ed utilizzati<br />

in tutta Europa senza possibilità di<br />

equivoco.


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 27<br />

Armonizzazione di intenti e iniziative significa<br />

anche riconoscimento di un’Etica di<br />

base che informi ed ispiri le attività <strong>degli</strong><br />

ingegneri europei.<br />

Ogni singola associazione, com’è naturale,<br />

si è dato un codice di comportamento<br />

che, risalendo a leggi morali universali, ha<br />

fondamenti comuni con quelli delle altre,<br />

pur nella diversità <strong>degli</strong> stati giuridici.<br />

L’<strong>Ordine</strong> di Milano ha preparato e proposto<br />

un Codice Deontologico Interregionale<br />

unificato.<br />

Una bozza verrà messa a disposizione dei<br />

partecipanti al prossimo meeting multilaterale.<br />

Tra i contatti esteri dell’<strong>Ordine</strong> di Milano<br />

va ricordato l’incontro di tre giorni che si<br />

è svolto presso le sedi nostra e <strong>degli</strong> Architetti,<br />

con tre rappresentanti del Ministero<br />

del Lavoro e dei Trasporti d’Albania.<br />

Gli ospiti hanno preso conoscenza <strong>della</strong><br />

nostra organizzazione, delle nostre attività,<br />

dei temi e delle modalità di svolgimento<br />

<strong>degli</strong> Esami di Stato.<br />

Attualmente non conosciamo il seguito di<br />

questa iniziativa. Un fatto è certo, e dovremmo<br />

esserne orgogliosi: gli ingegneri e<br />

gli architetti albanesi intendono darsi<br />

un’organizzazione e hanno scelto come<br />

modello gli Ordini di Milano. l<br />

european engineers<br />

DI ALBeRTO CALeCA<br />

Bruno is a bright man. He speaks a little,<br />

but when he speaks hits the target.<br />

During a meeting Bruno asked: why did<br />

we make so many efforts to maintain frequent<br />

contacts with Spanish, French and<br />

German colleagues ? Why did we estabÌish<br />

the three structures called CATMIL<br />

(Catalunia-Milano),GREMII, (Grenoble-<br />

Milano) and WIEMIL (Wiesbaden-Milano)?<br />

The reply was that we must be European,<br />

that we have to know our European<br />

partners and because within a few<br />

years our University degrees wiIl be European<br />

and not national as they are nowadays.<br />

Moreover ,the Italian Orders are<br />

under attack from our politicians and we<br />

have to know and to meet the similar organizations<br />

of the European engineers,<br />

to better defend ourselves.<br />

Apart this, the Italian Orders are provincial,<br />

“in name and in fact”, therefore we<br />

have to make all the possible efforts to<br />

become less “provincial” and more international,<br />

i.e. more European. Is everything<br />

going well? Not really. At present<br />

there is a problem that Bruno did not put<br />

in evidence. How can the 12.200 members<br />

of the Milan Order of Engineers<br />

know and appreciate the results of the<br />

frequent contacts with our Spanish,<br />

French and German colleagues ? In fact<br />

such contacts are carried out by a limited<br />

number of members of the Order. How<br />

can we percolate the results of our work<br />

to all the other members?<br />

Although not fully satisfactory, the reply<br />

is that the minutes of the meetings with<br />

the European colleagues are available<br />

on the web site of the Order, so everybody<br />

can read them and give suggestions<br />

and comments.<br />

We write this article in English, to put in<br />

evidence the need of internationalization.<br />

Moreover, we are at the disposal of all<br />

the members of the Order who may need<br />

specific information on the Spanish,<br />

French and German markets. We said<br />

“markets” because it is really possible<br />

that some members of ours can be interested<br />

in the said European markets for<br />

their activities and business.<br />

As an example, in Germany they are looking<br />

for 50.000 engineers, with two characteristics<br />

: to be graduated (five- years<br />

course of studies in an engineering University)<br />

and to know the German language<br />

or, at least, to be fluent in English.<br />

Let me add that Italy and several other<br />

European Countries will not survive without<br />

a severe effort of innovation in their<br />

industries and services. Only the engineers<br />

are in the position to innovate. Surely<br />

lawyers or economists will not be<br />

able to do innovation and to understand<br />

its vital necessity. Innovation, together<br />

with productivity and competitiveness are<br />

matters that we have discussed and investigated<br />

since long with OUI European<br />

colleagues, from which we have learned<br />

and we will have to learn a lot. In this<br />

number of our <strong>Rivista</strong> you can find an article,<br />

written by Giuseppe Susani, on the<br />

same matter, i.e. on the relationship with<br />

the European colleagues and with their<br />

organizations similar to our Order. Susani<br />

is giving you additional and factual<br />

information. l<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 27


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 28<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

I nanotubi di carbonio.<br />

Inanotubi di carbonio sono una delle forme allotropiche del<br />

carbonio. (1) La forma stabile a temperatura ambiente e pressione<br />

atmosferica è la grafite, costituita da piani grafenici impilati<br />

l’uno sull’altro ad una distanza di 3.35 Å. La forza di legame<br />

tra gli atomi di carbonio siti in piani grafenici adiacenti è debole<br />

(legame di Van der Waals) ed a basso contenuto energetico, di<br />

circa 4.1 kJ mol- 1 (2) per la grafite naturale. Per questo motivo lo<br />

scorrimento relativo di piani adiacenti è facile. Viceversa, il legame<br />

tra atomi di carbonio appartenenti ad un medesimo piano grafenico<br />

è forte (legame covalente) ed ha una energia di circa 350<br />

kJ mol- 1 .<br />

Un nanotubo di carbonio è idealmente costituito da un foglio<br />

grafenico ripiegato in modo da formare un cilindro (Figura 1). Un<br />

nanotubo di carbonio è caratterizzato dal vettore chirale<br />

C h =na 1 +ma 2 =(n,m) in cui a 1 e a 2 e sono i vettori primitivi del<br />

reticolo grafenico, n ed m sono numeri interi (l'asse del nanotubo<br />

è perpendicolare al vettore chirale). Il vettore chirale definisce la<br />

direzione di arrotolamento del foglio di grafene (Figura 2), il diametro<br />

ed il tipo di nanotubo (armchair, zig zag e chirale in Figura<br />

3) che si forma. (3)<br />

Sulla base dello spessore di parete, è possibile classificare i nanotubi<br />

di carbonio in due categorie: nanotubi a parete singola (Single-Walled,<br />

SW) e nanotubi a parete multipla (Multi-Walled,<br />

MW) (Figura 4). Il diametro di un nanotubo di carbonio a parete<br />

singola è compreso tra un minimo di 0.7 nm a un massimo di 10<br />

nm, anche se nella maggioranza dei casi il diametro è inferiore ai<br />

2 nm. I nanotubi a parete multipla sono formati da più nanotubi<br />

a parete singola coassiali ed hanno un diametro che può arrivare<br />

fino a qualche decina di nanometri. La lunghezza dei nanotubi è<br />

tipicamente dell’ordine di centinaia di micron ma può raggiungere<br />

anche il centimetro. Oltre che da diametro e direzione di arrotolamento,<br />

i nanotubi di carbonio sono caratterizzati dalla presenza<br />

di numerosi difetti. L’enorme varietà di difetti presenti nella<br />

struttura dei nanotubi spiega la variabilità delle loro proprietà fisiche.<br />

28 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

DI DANIeLe PeReGO<br />

SILvIA FRANZ<br />

MASSIMILIANO BeSTeTTI<br />

Come si producono<br />

Le principali tecniche utilizzate per la produzione di nanotubi di<br />

carbonio sono la scarica ad arco, la vaporizzazione laser e la deposizione<br />

chimica da fase vapore (CVD, Chemical Vapor Deposition).<br />

Le prime due tecniche appartengono alla categoria dei<br />

processi ad alta temperatura, mentre la terza a quella dei processi<br />

a bassa temperatura. Le ricerche attualmente in corso sono finalizzate<br />

alla produzione di nanotubi di carbonio in quantità massiva,<br />

in tempi sempre più brevi, di purezza crescente e con costi sempre<br />

più bassi.<br />

La tecnica <strong>della</strong> scarica ad arco è probabilmente il metodo più<br />

semplice per produrre nanotubi di carbonio, benché la purezza<br />

ed il controllo delle qualità dei nanotubi siano inferiori a quelli<br />

ottenibili mediante le altre due tecniche. Questa tecnica consiste<br />

nell’utilizzare due barre di grafite come elettrodi posizionati alla<br />

distanza di circa 1 mm l’una dall’altra e tra i quali viene fatta circolare<br />

una corrente continua di 50 – 100 A ad una tensione di<br />

20 V. Il processo avviene in atmosfera controllata di elio ed argon.<br />

La corrente circolante fa sublimare il carbonio (T s = 3200°C)<br />

dalla barra anodica e il carbonio in fase gas ricondensa sulla barra<br />

catodica sottoforma di nanotubi di carbonio e di altre forme carboniose.<br />

Un grosso ostacolo di questa tecnica consiste nella difficoltà<br />

di separazione dei nanotubi di carbonio dalle altre forme<br />

carboniose. Con questa tecnica si producono CNT multiparete,<br />

ma se l’anodo è drogato con un catalizzatore metallico (Fe, Ni,<br />

Co o Mo) è anche possibile produrre CNT a parete singola.<br />

Nella tecnica di vaporizzazione laser si utilizza un forno che opera<br />

in atmosfera controllata di elio o argon in pressione ed alla temperatura<br />

di circa 1200 °C. Nel forno viene inserito un bersaglio<br />

in grafite, sul quale si focalizza un fascio laser che provoca la vaporizzazione<br />

del carbonio. Il gas di carbonio quindi ricondensa<br />

sulle superfici fredde del reattore producendo nanotubi di carbonio<br />

e altre forme carboniose. Anche in questo caso si producono<br />

CNT multi parete e se la grafite è drogata con un<br />

catalizzatore metallico (Fe, Ni, Co o Mo) si producono CNT a<br />

parete singola. I nanotubi di carbonio prodotti con questa tecnica<br />

sono più puri (fino al 90%) di quelli prodotti con la tecnica di sca-


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 30<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

di materiali compositi con proprietà superficiali controllate (resistenza<br />

ad usura e corrosione). I telai delle racchette da tennis<br />

sono stati tra le prime applicazioni dei CNT come materiali di<br />

rinforzo. Un altro esempio di applicazione nel campo dei materiali<br />

compositi strutturali è la fabbricazione di giubbotti antiproiettile.<br />

Inoltre, i nanotubi di carbonio possono trovare applicazione nell’industria<br />

aerospaziale, dell’automobile, nel settore dell’energia,<br />

ad esempio, come sistemi di immagazzinamento dell’energia, nei<br />

supercapacitori, nelle pile a combustibile e nelle batterie al litio.<br />

Oppure ancora, i nanotubi di carbonio sono stati utilizzati come<br />

materiali di supporto per catalizzatori, ad esempio in alternativa<br />

all’allumina nei processi di idrogenazione selettiva, di sintesi dell’ammoniaca,<br />

di sintesi del metanolo, ecc..<br />

Alcuni gruppi di ricerca e diverse società stanno studiando la possibilità<br />

di utilizzare i nanotubi di carbonio nel campo dell’elettronica.<br />

Ad esempio, i nanotubi di carbonio sono stati proposti per<br />

la produzione di Memorie Dinamiche ad Accesso Casuale (RAM<br />

dinamiche), basate sull’uso di schiere di CNT allineati verticalmente<br />

ed intercalati con biossido di silicio. La Stanford University<br />

e la Toshiba hanno realizzato un processore C-MOS che lavora<br />

ad 1 GHz usando nanotubi di carbonio per le interconnessioni.<br />

Grazie alle buone proprietà elettroniche e termiche, i CNT sono<br />

anche utilizzati nei transistor a film sottile, negli schermi a pannello<br />

piatto e nei sistemi di dissipazione del calore. E’ stato dimostrato<br />

che i CNT hanno una capacità di dissipazione del calore pari a<br />

quella del rame, essendo anche molto più leggeri e flessibili.<br />

Il campo dei sensori, ad esempio di pressione e di temperatura,<br />

e quello dei biosensori è ricco di studi sulle applicazioni dei CNT.<br />

La NASA ha dimostrato che schiere di MW-CNT funzionalizzate<br />

con DNA agiscono da biosensori ad elevata sensibilità. Oppure,<br />

i CNT sono utilizzati come veicolo per la somministrazione di<br />

farmaci (drugs delivery).<br />

Alla Akron University è stato sperimentato l’uso di un adesivo a<br />

base di CNT che mostra una adesione superiore a quella del<br />

geko ed è progettato come adesivo a secco per applicazioni in<br />

microelettronica, nella robotica e nelle applicazioni spaziali.<br />

Mercato<br />

L'utilizzo diffuso dei nanotubi di carbonio è stato sino ad ora limitato<br />

dai costi elevati. I fattori determinanti il costo dei nanotubi<br />

sono: la tipologia (SW >> MW), la purezza, la funzionalizzazione<br />

<strong>della</strong> superficie e la quantità richiesta. Nel mondo si contano attualmente<br />

una novantina di produttori di nanotubi di carbonio,<br />

la maggior parte dei quali sono poco più che laboratori sorti<br />

30 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

come spin-off di università e centri di ricerca. In Europa vi sono<br />

tre realtà importanti: Bayer Materials Science (4) , Arkema (5) e Nanocyl<br />

(6) . La Bayer ha recentemente pianificato la progettazione e<br />

la costruzione di un impianto per la produzione di 200 ton/anno<br />

di MW-CNT ed il cui costo di investimento è stato stimato in 22<br />

milioni di euro. Le previsioni di crescita del mercato mondiale dei<br />

nanotubi di carbonio sono circa pari al 25% annuo, arrivando così<br />

ad un volume di affari di circa 2 miliardi di euro/anno nell’arco di<br />

pochi anni. Attualmente i nanotubi di carbonio multiparete di<br />

bassa purezza (90%) hanno un prezzo di circa 150 €/kg ma per<br />

purezze superiori tale valore sale ad alcune centinaia di euro al<br />

chilogrammo. Analogamente la Nanocyl ha effettuato un investimento<br />

di 4 milioni di euro per costruire un reattore industriale<br />

(inaugurato nell’ottobre del 2007) che permette di produrre 40<br />

ton/anno di nanotubi di carbonio. In Italia, la Carbon Nanomaterials<br />

di Crema è una società che produce e commercializza nanotubi<br />

di carbonio multi parete.<br />

Aspetti ambientali e tossicologici<br />

Uno dei motivi che ostacolano l’utilizzo dei nanotubi di carbonio<br />

su larga scala è la preoccupazione che tali materiali possano comportare<br />

per l’essere umano un rischio simile a quello delle fibre<br />

di amianto. Il problema è importante e va affrontato con estrema<br />

serietà. Attualmente, le conoscenze sulla tossicità dei nanotubi di<br />

carbonio sono lacunose.<br />

La maggior parte dei dati proviene da studi effettuati in vitro o<br />

in vivo su animali. Oltre ad avere portata limitata, tali studi raramente<br />

precisano le carateristiche chimico-fisiche dei nanotubi di<br />

carbonio utilizzati (tipologia, difetti, presenza di metalli-catalizzatori,<br />

ecc...), proprietà da cui dipendono le proprietà tossicologiche.<br />

Le ricerche condotte sino ad ora hanno dimostrato che i<br />

CNT possono penetrare all’interno delle cellule ma sono insolubili<br />

nei tessuti cellulari provocando citotossicità. Gli studi condotti<br />

su animali hanno evidenziato che i nanotubi di carbonio sono capaci<br />

di causare infiammazioni polmonari e fibrosi. Questi risultati<br />

preliminari suggeriscono che i nanotubi di carbonio sono potenzialmente<br />

tossici per l'uomo e devono essere trattati con prudenza.<br />

Data la complessità di una valutazione quantitativa e di<br />

una padronanza dei rischi connessi alla manipolazione di questi<br />

materiali, è importante rendere minimo possibile il livello di esposizione<br />

diretta. In altri termini, è necessario a scopo precauzionale<br />

mettere in atto delle strategie di prevenzione e delle pratiche di<br />

corretta gestione e cautela nella manipolazione dei nanotubi di<br />

carbonio. (7) l


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 31<br />

L’approfondimento.<br />

Riferimenti bibliografici:<br />

1 E.H.L. Falcao, F. Wudl, Review: Carbon allotropes: beyond graphite and Diamond, J. Chem. Technol. Biotechnol. 82 (2007) 524–531.<br />

2 A.H.R. Palser, Interlayer interactions in graphite and carbon nanotubes, Phys. Chem. Chem. Phys. 18 (1999) 4459-4464.<br />

3 H. Dai; Carbon nanotubes: opportunities and challenges; Surface Science 500 (2002) 218-241.<br />

4 http://www.baytubes.com<br />

5 http://www.graphistrength.com<br />

6 http://www.nanocyl.com<br />

7 M.Ricaud, D.Lafon, F. Roos, Les nanotubes de carbone: quels risques, quelle prévention? INRS – hygiène et sécurité du travail – Cahiers de notes documentaires<br />

– 1er trimestre 2008, 43-57.<br />

Figura 1. Relazioni geometriche tra grafene<br />

e fullereni, nanotubi o grafite.<br />

Figura 3. Nanotubi di carbonio, dall'alto: armchair<br />

(5,5), zigzag (9,0) e chirale (10,5).<br />

Figura 5. Aggregato di MWCNT non purificati.<br />

Figura 2. Direzioni di arrotolamento dei fogli<br />

di grafene e proprietà elettriche.<br />

Figura 4. Nanotubi di carbonio, SW-CNT e<br />

MW-CNT.<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 31


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 32<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

Qing<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Da settimane, alla Fondazione, giungono numerosi commenti e<br />

incoraggiamenti a proseguire con il programma.<br />

Raccontateci il vostro Qing.<br />

E’ UN METODO UTILE PER<br />

RICONOSCERE L’ESPERIENZA.<br />

Gentile ordine <strong>degli</strong> ingegneri.<br />

Accolgo con molto interesse questa<br />

opportunità anche a seguito di una<br />

mia esperienza professionale<br />

anglosassone e internazionale in cui è<br />

gia prassi consistente il<br />

riconoscimento di qualifiche di qualità<br />

per professionisti che possano<br />

comprovare il loro livello di qualità<br />

(Vedi i Chartered Engineer presso<br />

ICE or CIWEM).<br />

La nostra università italiana è forte<br />

per il livello di insegnamento, e<br />

apprezzata all'estero!! Alla fine <strong>della</strong><br />

università si è riconosciuti ingegneri<br />

per merito formativo.<br />

Allo stesso modo, credo che sia<br />

importante promuovere, dopo la<br />

laurea, un metodo di riconoscimento<br />

consistente e comparativo delle<br />

esperienze professionali. Questo<br />

anche per garantire un servizio a terzi<br />

di qualità.<br />

Spero quindi al più presto di inoltrare<br />

la documentazione necessaria per<br />

essere valutato come Qing di primo<br />

livello.<br />

Distinti Saluti<br />

32 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

ORGOGLIOSO E DETERMINATO.<br />

Egregio ing. Schgör,<br />

ringrazio di cuore lei ed il Consiglio<br />

dell'<strong>Ordine</strong> per la certificazione di<br />

primo livello, il cui ottenimento mi<br />

inorgoglisce e mi spinge a procedere<br />

con determinazione nel cammino<br />

professionale. Le invierò il materiale<br />

richiesto (consensi e CV) nel fine<br />

settimana. Le porgo cordiali saluti.<br />

Cordiali saluti.<br />

ORGANIZZAZIONE DELLA<br />

CERTIFICAZIONE<br />

AUTOREVOLEZZA DEI<br />

VALUTATORI<br />

Ing. Schgor,<br />

volevo complimentarmi 'a caldo' per<br />

la competenza e l'autorevolezza <strong>degli</strong><br />

intervistatori. Lo faccio adesso per<br />

non essere influenzato dal risultato.<br />

Comunque vada l'esito del mio<br />

colloquio sono molto soddisfatto.<br />

Grazie.<br />

......<br />

Grazie mille <strong>della</strong> bella notizia!<br />

Sono doppiamente soddisfatto<br />

perché il giorno del colloquio, l'essere<br />

arrivato "trafelato", mi ha fatto non<br />

essere al meglio.<br />

Ribadisco il mio più che positivo<br />

giudizio sull'organizzazione <strong>della</strong><br />

certificazione.<br />

Mi piacerebbe anche contribuire. Non<br />

so come e a che titolo ma mi tenga in<br />

considerazione se fosse necessaria la<br />

mia competenza.<br />

Grazie ancora, cordiali saluti<br />

CURIOSITA’ DA ADDETTO<br />

AI LAVORI<br />

Lavorando in ambito Certificazione<br />

(prodotti e sistemi), sono incuriosito<br />

da quanto ho letto sul sito in merito a<br />

Qing. Vorrei poter approfondire<br />

l'argomento, grazie, cordiali saluti,<br />

Questo collega, che poi ha<br />

completato il percorso di<br />

certificazione Qing, si era dimesso<br />

dall’<strong>Ordine</strong> qualche anno fa e si è<br />

nuovamente iscritto solo poche<br />

settimane prima di presentare<br />

domanda di certificazione.<br />

RICHIESTE DA<br />

DATORE DI LAVORO<br />

Ing. Schgor, buon giorno,<br />

Stamattina mi ha telefonato un ente<br />

comunale che ha individuato<br />

dall'elenco sul sito un collega Qing


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 33<br />

con una specializzazione di loro<br />

interesse ...<br />

L’ente ha anche richiesto copia del<br />

CV per mettersi in contatto diretto<br />

con il collega Qing.<br />

PRONTI AL CIMENTO<br />

Ottima iniziativa!<br />

Mi cimenterò a breve ma come libero<br />

professionista devo anche chiedere le<br />

liberatorie ai miei clienti per segnalare<br />

nomi e lavori. .. Lavoraccio che<br />

richiede tempo, ahimè<br />

A presto<br />

COMPETENZA DI NICCHIA<br />

Egregio Ingegner Schgör<br />

sono un ingegnere aeronautico<br />

(classe ’48, laurea dicembre 1974,<br />

esame di Stato aprile 1975) che ha<br />

sempre lavorato in ambito<br />

aeronautico e da 22 anni, come libero<br />

professionista, mi occupo di<br />

progettazione di eliporti/elisuperfici<br />

per ospedali, Comuni, Provincie,<br />

industrie, privati, ecc.<br />

Ultimamente la mia attività mi ha<br />

portato ad occuparmi anche di<br />

aeroporti minori. Sono ben<br />

consapevole che nell’ambito<br />

ingegneristico la mia è un’attività di<br />

nicchia, ma un’ulteriore certificazione<br />

professionale aiuterebbe anche a<br />

sfoltire il campo da molti personaggi<br />

“fai da te” che purtroppo sono<br />

presenti anche nel mio campo<br />

d’attività.<br />

Sono quindi interessato alla<br />

certificazione Qing e sono<br />

assolutamente disponibile ad un<br />

incontro con Lei, quando più le possa<br />

far comodo.<br />

In attesa di sue comunicazioni, voglia<br />

gradire i miei migliori saluti.<br />

CREATIVITA’ DELL’ORDINE<br />

Egregio Ingegnere,<br />

più di un anno fa avevo preso visione<br />

<strong>della</strong> proposta Qing dell’<strong>Ordine</strong> e<br />

cercato di approfondire l’argomento<br />

ma, a causa <strong>degli</strong> impegni di allora,<br />

avevo abbandonato la questione con<br />

l’intento di tornarci più oltre. Mi fa<br />

piacere quindi il Suo messaggio che<br />

mi da lo spunto per occuparmene di<br />

nuovo. Ritengo che questa iniziativa<br />

possa rappresentare un concreto<br />

servizio nei confronti sia <strong>degli</strong><br />

operatori che <strong>degli</strong> iscritti e in ultima<br />

analisi un effettivo vantaggio per la<br />

collettività. Naturalmente i limiti e le<br />

potenzialità <strong>degli</strong> obbiettivi sono<br />

diretta conseguenza <strong>della</strong> sua<br />

credibilità, figlia a sua volta <strong>della</strong><br />

chiarezza nelle regole e nei metodi.<br />

Se si vuole infatti, a mio parere, che la<br />

Certificazione non sia un mero<br />

acritico sub-elenco <strong>degli</strong> iscritti,<br />

occorre che l’<strong>Ordine</strong> assuma una<br />

sufficiente dose di responsabilità nella<br />

valutazione dei candidati. Da qui<br />

discende l’importanza delle regole e<br />

dei metodi di giudizio, non<br />

dimenticando l’aspetto altrettanto<br />

importante: la competenza dei<br />

giudicatori.<br />

Credo che il nostro Paese, se non si<br />

vuole scivoli verso un arretrato panmediterraneismo,<br />

necessiti di una<br />

consapevole scelta verso un futuro di<br />

efficienza, competenza e correttezza<br />

che, almeno nel passato gli ingegneri,<br />

proprio come categoria, ben<br />

rappresentavano nel sentire comune.<br />

Il recupero di questa posizione non si<br />

ottiene con la proclamazione univoca<br />

<strong>della</strong> “centralità dell’Ingegnere nella<br />

società” come spesso leggo nei<br />

giornali di categoria, bensì con azioni<br />

concrete. Questa iniziativa potrebbe<br />

esserne un esempio.<br />

Per quanto mi riguarda vorrei capirne<br />

meglio il funzionamento, nello spirito<br />

che succintamente qui Le ho esposto,<br />

e pertanto sono certamente<br />

disponibile ad un incontro in tal<br />

senso. Mi può contattare a questa<br />

mail, oppure al mio cellulare.<br />

Per introdurre la mia esperienza di<br />

lavoro, Le accludo il mio Curriculum<br />

Cordiali saluti<br />

CERTIFICAZIONE DI PARTE<br />

TERZA?<br />

Buongiorno Ing. Schgör e Ing. Fassina,<br />

sarei interessata ad approfondire<br />

questo argomento con voi.<br />

Nello specifico, vorrei capire quale<br />

tipo di competenze possono essere<br />

certificate e le relative modalità.<br />

La certificazione di parte terza delle<br />

competenze è un requisito che<br />

sempre di più sta iniziando ad essere<br />

richiesto anche dall’ Ente Nazionale di<br />

Accreditamento (ACCREDIA).<br />

Rimango in attesa di un vostro<br />

riscontro.<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 33


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 34<br />

Qing<br />

INTERESSA I PROFESSIONISTI<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

AFFERMATI?<br />

Salve,<br />

mi interessa molto approfondire la<br />

questione. Approfondisco sul sito e Vi<br />

chiamerò per un appuntamento.<br />

Grazie.<br />

QUALI RISCONTRI?<br />

Gentili ingg. Schgör e Fassina,<br />

sono certificato Qing di II livello da<br />

qualche mese ed il mio nome e CV<br />

compaiono sul sito web dell’<strong>Ordine</strong>.<br />

Ad oggi, pur avendo pubblicizzato la<br />

certificazione, non ho avuto riscontri<br />

aggiuntivi positivi in termini di<br />

riconoscimento professionale o<br />

visibilità.<br />

Credo sia importante che l’<strong>Ordine</strong> si<br />

impegni maggiormente su questi punti<br />

altrimenti l’iniziativa Qing, alla quale<br />

ho voluto credere, avrà vita breve.<br />

Rimango comunque a Vs. disposizione<br />

per chiarimenti.<br />

Cordiali saluti<br />

ASPETTI DA SOTTOLINEARE<br />

Buon giorno egregi <strong>Ingegneri</strong><br />

ho preso visione <strong>della</strong> Vs proposta e<br />

ritengo sia molto valida.<br />

Ricordo, soprattutto in occasione<br />

<strong>della</strong> prima Certificazione, che non<br />

sapevo cosa aspettarmi dal colloqui<br />

con Voi ed ero abbastanza tesa ed<br />

imbarazzata.<br />

Durante la fase di orienteering direi<br />

che gli aspetti da sottolineare sono:<br />

34 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

- differenza tra certificazione di I e II<br />

livello in particolare per ciò che<br />

riguarda l'aspetto stesso <strong>della</strong><br />

competenza e professionalità<br />

- compilazione del database e in<br />

particolare quali elementi debbano<br />

essere sottolineati ed evidenziati e<br />

come evidenziarli<br />

- spiegazione di come avviene il<br />

colloquio e quali sono gli aspetti e le<br />

tematiche che verranno trattati nel<br />

corso dello stesso<br />

- modalità di diffusione <strong>della</strong><br />

certificazione Qinq e anche<br />

indicazioni pratiche su come spiegare<br />

a terzi cosa sia il Qing (a me è<br />

capitato più volte nel corso di<br />

colloqui).<br />

Sperando di aver risposto alle vs<br />

attese, porgo cordiali saluti<br />

TUTTI GLI ISCRITTI SONO<br />

ESPERTI?<br />

Come ho avuto più volte l'occasione<br />

di accennare al problema <strong>della</strong><br />

certificazione Qing (ma vale anche<br />

per EUCIP) queste certificazioni<br />

hanno un valore nell'attimo in cui<br />

risultano spendibili ovvero danno un<br />

valore aggiunto a chi le può esibire.<br />

Nel mio tipo di lavoro la<br />

certificazione Qing non mi darebbe<br />

nessun vantaggio. Tutti i miei clienti mi<br />

conoscono per le mie capacità<br />

professionali ed i nuovi clienti mi sono<br />

sempre arrivati per il buon vecchio<br />

passa parola. Nel mio caso essere o<br />

non essere certificato Qing non<br />

cambierebbe nulla nei confronti <strong>della</strong><br />

mia attività.<br />

Nel settore dell'informatica si è poi<br />

abituati a rivolgersi a figure<br />

professionali anche non laureate. E' un<br />

settore che bada molto alle reali<br />

competenze più che ai titoli ed alle<br />

certificazioni.<br />

Vi posso assicurare che ci sono dei<br />

professionisti bravissimi nel loro<br />

campo che non possono esibire alcun<br />

titolo di laurea, ne conosco alcuni che<br />

chiamo anche per aiutarmi in<br />

configurazioni complicate di server di<br />

rete. Io comunque resto anche<br />

scettico (molto) su un altro punto;<br />

l'<strong>Ordine</strong> dovrebbe pubblicizzare il<br />

fatto che TUTTI I SUOI ISCRITTI<br />

SONO DEGLI ESPERTI.<br />

L'<strong>Ordine</strong> deve in qualche modo<br />

difendere una categoria. Dal punto di<br />

vista del mondo esterno noi<br />

dovremmo fare passare il concetto<br />

che se si vuole una persona di cui<br />

fidarsi ci si deve rivolgere ad un<br />

ingegnere.<br />

Nell'attimo in cui cerchiamo invece di<br />

spingere una certificazione come<br />

Qing, dicendo che gli ingegneri<br />

certificati Qing sono meglio,<br />

automaticamente screditiamo i<br />

restanti nostri iscritti dicendo che<br />

valgono meno (ma questo lo diciamo<br />

noi!). Dal punto di vista esterno quindi<br />

non ci presentiamo con 12000<br />

esperti ma ci presentiamo con pochi<br />

esperti con il bollino.<br />

Io desidero invece che l'<strong>Ordine</strong> dica<br />

che i suoi esperti sono 12000 e che<br />

concentri il massimo <strong>degli</strong> sforzi per<br />

difendere un'intera categoria e non


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 35<br />

un sotto insieme.<br />

Un discorso a parte merita il vecchio<br />

elenco <strong>degli</strong> esperti fatto su base<br />

volontaria. Quell'elenco poteva essere<br />

giustificato con il fatto che le persone<br />

che avevano chiesto di essere inserite<br />

erano grosso modo pari alle persone<br />

che avrebbero accettato incarichi<br />

professionali. Poteva essere<br />

interpretato come un sottoinsieme<br />

<strong>degli</strong> iscritti all'ordine (ovvero dei<br />

famosi 12000) che indicavano<br />

volontariamente il loro settore di<br />

attività ed implicitamente dicevano di<br />

essere disponibili per eventuali<br />

incarichi.<br />

Se avessi dovuto cercare<br />

genericamente un nome sull'albo, non<br />

essendoci indicato il settore di attività,<br />

avrei avuto grossi problemi a cercare<br />

un nominativo!<br />

Con i migliori saluti.<br />

il progetto esportato<br />

Attualmente hanno aderito<br />

ufficialmente al progetto<br />

Qing o manifestato<br />

interesse, i seguenti Ordini:<br />

Milano, Lodi, Trento,<br />

Napoli, Salerno, Catania,<br />

Messina, Ravenna,<br />

Modena, Lecco, Como,<br />

Cremona, Brescia,<br />

Torino. Sono in corso contatti<br />

con le Federazioni di:<br />

Piemonte, Veneto,<br />

Sardegna, Toscana.<br />

Qing certificandi e Qing certificati.<br />

I tempi <strong>della</strong> certificazione Qing sono sostanzialmente determinati dalla scelta di:<br />

comparto, area di specializzazione e livello richiesti, nonché dalla disponibilità dei<br />

Valutatori coinvolti.<br />

Ecco perché accanto al numero di colleghi certificati e via via pubblicati nel sito<br />

web dell'<strong>Ordine</strong> (1), è spesso riportato anche il numero dei colleghi la cui iscrizione<br />

è ancora in itinere (2).<br />

Nel sito web dell'<strong>Ordine</strong>, c'è l'Elenco <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> Qing con dettagli su: Livello,<br />

Settore, Nome, Cognome, Comparto e Area di Specializzazione<br />

In altri media: Numero dei Qing certificati e di quelli in via di certificazione.<br />

Istantanea delle certificazioni al 28 maggio <strong>2012</strong>:<br />

Numero dei Qing pubblicati nel sito web: 34<br />

Numero delle domande Qing certificati "ante" circolare Calzolari: 53<br />

Numero delle adesioni gratuite Qing, "post" circolare Calzolari 67<br />

L'iscrizione "gratuita" al Qing è prossima alla sua scadenza. Si può ragionevolmente<br />

prevedere che il totale delle richieste di iscrizione gratuita al Qing possa<br />

essere intorno al centinaio.<br />

Recente comunicazione del Presidente Calzolari.<br />

Caro Collega,<br />

l'<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano, nell'intento di valorizzare le<br />

competenze dei suoi Iscritti nel mercato del lavoro, ha varato da tempo il progetto<br />

"Qing", al quale puoi liberamente accedere.<br />

Le procedure previste, affinate durante il primo anno di avviamento, ci confortano<br />

sulla facilta' di accesso all'iniziativa, che si avvale anche di un "tutor"<br />

a disposizione <strong>degli</strong> Iscritti, presente tutti i giorni presso la sede dell'<strong>Ordine</strong>.<br />

(per ogni informazione si consulti il sito dell'<strong>Ordine</strong> www.ordineingegneri.milano.it<br />

www.ordineingegneri.milano.it nell'apposito spazio "Qing").<br />

I risultati già raggiunti ci mostrano la modernità del progetto "Qing", capace<br />

di dar vita a un rapporto di reciproca fiducia tra <strong>Ordine</strong> e Iscritto, basato su<br />

criteri trasparenti, oggettivi, a disposizione di tutti e verificabili da parte di terzi.<br />

Molti altri Ordini italiani stanno seguendo lo stesso percorso avviato a Milano<br />

e questo ci incoraggia a dare ulteriore impulso all'iniziativa che, nei nostri auspici,<br />

si estendera' tra breve sul piano nazionale.<br />

Queste ragioni ci portano ad abbandonare definitivamente la segnalazione<br />

di <strong>Ingegneri</strong> esperti del nostro <strong>Ordine</strong> attraverso il vecchio<br />

"Elenco dei Consulenti Tecnici 2004", che non è stato più aggiornato -<br />

come preannunciato nella sua stessa prefazione - poiché basato su requisiti<br />

di accesso ormai superati.<br />

D'ora in poi, quindi, coloro che desiderano essere segnalati<br />

dall'<strong>Ordine</strong> come "esperti", in uno o più ambiti specialistici<br />

dell'<strong>Ingegneri</strong>a, sono invitati a certificare le proprie competenze<br />

secondo le procedure del progetto "Qing", ottenendo<br />

un certificato di 2° livello.<br />

Ciò premesso, nell'intento di dar vita a un passaggio il piu' possibile naturale<br />

tra vecchie e nuove forme di qualificazione, l'<strong>Ordine</strong> mette a disposizione<br />

<strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> inseriti nell' "Elenco dei Consulenti Tecnici 2004" una formula<br />

di accesso gratuito alle procedure di certificazione.<br />

La gratuità è però concessa soltanto a coloro che segnaleranno il proprio interesse<br />

all'<strong>Ordine</strong> entro il 10 Maggio <strong>2012</strong> (inviare e-mail all'indirizzo del<br />

"tutor" Dott. Ing. Paolo Schgor qing@ordineingegneri.milano.it), data che ci<br />

consentirà la migliore pianificazione delle certificazioni nell'anno corrente, attraverso<br />

un impiego ottimale dei Colleghi dei Comitati di Valutazione e di tutto<br />

lo staff tecnico-amministrativo che gestisce l'operatività del progetto.<br />

Sono certo che apprezzerete questo ulteriore investimento dell'<strong>Ordine</strong>, che<br />

viene incontro ai propri "esperti" per metterne in risalto le competenze e il valore<br />

professionale acquisito sul campo, attraverso criteri innovativi e al passo<br />

coi tempi, che consentiranno all'<strong>Ordine</strong> di svolgere con più efficacia la sua<br />

funzione di "garanzia" a vantaggio dei cittadini. l<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 35


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 36<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Approccio preliminare ai progetti e relative linee guida.<br />

Considerazioni generali.<br />

L’ingegneria ambientale.<br />

L’ingegneria ambientale è un cammino<br />

professionale che richiama un<br />

insieme di attività interdisciplinari tra<br />

loro correlate e variamente indirizzate allo<br />

studio, alla ricerca, alla progettazione, alla<br />

costruzione di opere ed infrastrutture,<br />

unità produttive, impianti, servizi generali,<br />

ecc. Attività<br />

queste sviluppate tuttavia in forme non antagoniste<br />

ed aggressive verso l'ambiente e<br />

il territorio in generale ma viceversa pensate<br />

in armonia e compatibilità con gli<br />

stessi. E' evidente come tali percorsi non<br />

siano di per sé semplici in quanto, a parte<br />

la frequente<br />

contrapposizione con la logica del business<br />

spinto, essi devono pur sempre confrontarsi<br />

con le complesse esigenze, presenti e<br />

future, di promuovere uno sviluppo socioeconomico<br />

comunque sostenibile, in parallelo<br />

con un trend evolutivo tecnologico.<br />

Ne consegue che quanto più forte sarà la<br />

pressione in atto su di un determinato ambito<br />

territoriale, tanto maggiori potranno<br />

risultare in negativo le ricadute sui valori<br />

dei parametri ambientali quali quelli riferiti<br />

principalmente agli aspetti socio-economici,<br />

naturalistici, paesaggistici, di qualità<br />

<strong>della</strong> vita, <strong>della</strong> salute, ecc.<br />

E' stato quindi determinante che da decenni<br />

si sia sviluppata e maturata a livello<br />

mondiale una diffusa coscienza ambientale<br />

che progressivamente ha coinvolto molti<br />

tra i centri più autorevoli e responsabili<br />

<strong>della</strong> scienza e <strong>della</strong> cultura internazionale.<br />

Tale orientamento ha potuto talora influire<br />

anche sulla politica dei governi più attenti<br />

alle scelte di taluni poteri economici. La<br />

36 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

contrapposizione in atto, spesso aspra, con<br />

gli obiettivi speculativi di questi ultimi non<br />

ha tuttavia portato ancora ad<br />

una ampia e costante condivisione di programmi<br />

ed obiettivi finalizzati alla difesa del<br />

pianeta nelle sue diverse matrici ambientali.<br />

Uno dei principi più noti <strong>della</strong> politica<br />

ambientale è quello dello sviluppo sostenibile<br />

che in termini semplici può intendersi<br />

come quella forma di sviluppo<br />

economico che comporta da parte delle<br />

generazioni di oggi uno sfruttamento corretto<br />

e responsabile delle risorse mondiali<br />

in modo da assicurarne lo sfruttamento<br />

anche da parte delle generazioni future.<br />

Per quanto questo atteggiamento possa riguardare<br />

da vicino il nostro ruolo e la nostra<br />

azione, ricordo una definizione del<br />

prof. Bozza, Rettore del Politecnico di Milano<br />

<strong>degli</strong> anni '60, che diceva appunto: "Gli<br />

ingegneri sono coloro che indirizzano la<br />

propria attività alla utilizzazione e al dominio<br />

delle forze messe a disposizione<br />

dalla natura, all'impiego razionale dei<br />

materiali naturali e artificiali, alla produzione<br />

di materiali nuovi od opportunamente<br />

modificati, allo scopo di ottenere<br />

migliori condizioni di vita individuale e sociale".<br />

Mi sembra che nella sua sinteticità questa<br />

espressione confermi, a distanza di cinquant'anni,<br />

con semplicità e chiarezza, una<br />

attualissima vocazione al progresso tesa<br />

appunto alle migliori condizioni di vita individuali<br />

e sociali quali finalità da perseguire.<br />

Di questo richiamo l'ingegnere, se<br />

vuole accreditarsi di un ruolo da protagonista<br />

attivo nella società di oggi, dovrebbe<br />

DI FLAvIO TReSOLDI<br />

opportunamente coglieme il senso nella<br />

costruzione quotidiana del proprio percorso<br />

professionale.<br />

Un particolare impegno andrebbe, tra l’altro,<br />

dedicato allo sviluppo di una cultura<br />

attenta e critica verso le scelte tecnologiche<br />

di opere ed infrastrutture che potrebbero<br />

incidere negativamente, se non<br />

filtrate progettualmente attraverso opportune<br />

griglie di valutazione ambientali, su<br />

qualità e vivibilità del territorio.<br />

Per evidenziare praticamente tali aspetti<br />

può essere utile riportarne sinteticamente<br />

una esemplificazione considerata sotto il<br />

profilo metodologico delle fasi analitiche<br />

che, a monte <strong>della</strong> progettazione vera e<br />

propria ed in parallelo temporale con il<br />

procedere <strong>della</strong> stessa, dovrebbero riguardare<br />

i diversi parametri ambientali ritenuti<br />

più critici per un determinato intervento<br />

sul territorio.<br />

A tale scopo si illustrano alcuni quadri<br />

operativi, eventi, situazioni, esigenze ecc.<br />

presenti a monte, durante e dopo gli interventi<br />

programmati.<br />

A - Va sottolineato anzitutto che numerose<br />

attività portano sempre di per sé ad<br />

impatti intrinseci alla realizzazione di un<br />

dato progetto. Tra queste va fatta una distinzione<br />

tra quelle considerate temporanee<br />

e quelle permanenti. Le prime<br />

procurano essenzialmente effetti di impatto<br />

legati alla durata dei lavori limitatamente<br />

alle fasi preparatorie e alle<br />

successive operazioni di cantiere. Dette<br />

fasi si riassumono principalmente nelle seguenti<br />

voci:


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 37<br />

- gli sbancamenti;<br />

- i movimenti di terra;<br />

- le attività di cantiere edili;<br />

- le possibili deviazioni provvisorie di corsi<br />

d'acqua e di fognature esistenti;<br />

- le elevazioni e le recinzioni;<br />

-l'uso di strade ad alta intensità di traffico<br />

e l'apertura di nuovi percorsi;<br />

- il prelievo di risorse idriche locali;<br />

- gli allacciamenti elettrici provvisori alle<br />

linee esistenti;<br />

- l'occupazione temporanea di suolo;<br />

-l'aumento occupazionale, a termine, del<br />

personale in loco;<br />

- la distruzione temporanea di fasce verdi<br />

ecc.<br />

Le attività permanenti comportano viceversa<br />

impatti duraturi, cioè risultanze modificative<br />

negative e/o positive derivanti<br />

dalla avvenuta realizzazione ed attivazione<br />

dell'opera.<br />

Tali effetti risultano evidentemente più incisivi<br />

dei precedenti sia per la persistenza<br />

nel tempo, sia per l'incidenza<br />

definitiva sulle caratteristiche originarie del<br />

territorio. Le attività permanenti riguardano:<br />

-l'occupazione definitiva di suoli;<br />

- lo sfruttamento delle risorse idriche locali;<br />

-l'attivazione di allacciamenti e di nuove<br />

linee elettriche;<br />

-l'occupazione di mano d'opera sia locale<br />

che pendolare;<br />

- l'aumento del traffico su strada e ferrovia;<br />

- possibili aumenti delle emissioni inquinanti<br />

liquide, gassose e solide;<br />

- possibili inquinamenti di suolo e sottosuolo;<br />

- riduzione delle fasce verdi e delle aree<br />

agricole;<br />

- nuovi equilibri socio-economici ecc...<br />

B - L'approfondimento preliminare, di per<br />

sé indispensabile, dell'intera panoramica<br />

operativa vista nelle sue diverse componenti,<br />

porta ad una serie di ulteriori considerazioni<br />

relative ad eventi e<br />

problematiche da analizzare poi nel corso<br />

delle fasi realizzative del progetto.<br />

Di tali aspetti si riporta un quadro esemplificativo<br />

generale per alcuni possibili<br />

eventi riferiti a diverse matrici ambientali<br />

e conseguenti alle diverse attività previste.<br />

Inquinamento atmosferico<br />

- L'emissione di determinate sostanze<br />

(monitoraggi qualitativi e quantitativi) nel-<br />

l'atmosfera potrebbe costituire una minaccia<br />

per la salute umana, i raccolti, il bestiame,<br />

la fauna selvatica, la conservazione<br />

<strong>degli</strong> edifici?<br />

- Le inversioni di temperatura potrebbero<br />

portare a concentrazioni anomale nell'atmosfera<br />

di sostanze nocive emesse<br />

dall'impianto?<br />

- Il regime dei venti potrebbe causare concentrazioni<br />

di fumi in corrispondenza di<br />

aree sensibili all'inquinamento atmosferico?<br />

- L'impianto produrrà polveri la cui ricaduta<br />

porrebbe problemi per la comunità<br />

locale?<br />

- L'impianto produrrà odori sgradevoli?<br />

Inquinamento dell'acqua<br />

- Gli effluenti trattati da un impianto potranno<br />

avere effetti significativi sulla flora e<br />

l'ittiofauna di corsi d'acqua, canali, laghi<br />

adiacenti?<br />

- Detti effluenti potrebbero inquinare le<br />

fonti di approvvigionamento potabile?<br />

- Le variazioni di portata dei corsi<br />

d'acqua, anche stagionali, potrebbero<br />

causare alterazioni significative nella<br />

concentrazione di eventuali sostanze inquinanti<br />

presenti con ricadute negative<br />

sulla qualità e l'uso delle acque?<br />

- Potrebbero esserci aspetti ricreativi e<br />

sportivi quali lo sci nautico, il canottaggio,<br />

la vela, la pesca ecc. compromessi dagli<br />

scarichi nelle acque superficiali limitrofe all'impianto?<br />

- Quali famiglie o singole specie di animali,<br />

uccelli in particolare, collegati alla catena<br />

alimentare, potrebbero essere minacciate<br />

da alterazioni <strong>della</strong> flora e <strong>della</strong> fauna acquatica?<br />

- Le acque depurate ed utilizzate a fini irrigui<br />

sono conformi alla normativa vigente<br />

per tale uso?<br />

Rumori e vibrazioni<br />

- L'impianto altererà in maniera significativa<br />

il livello <strong>della</strong> rumorosità di fondo?<br />

- Se ciò accadesse, l'aumento sarà di<br />

entità tale da infastidire i residenti durante<br />

la giornata e/o nelle ore notturne?<br />

- Il livello sonoro risultante potrebbe avere<br />

effetti negativi su scuole, ospedali, case di<br />

riposo per anziani, attrezzature per il<br />

tempo libero, ecc. durante la giornata e<br />

nelle ore notturne?<br />

Smaltimento dei rifiuti: solidi, liquidi e residui<br />

di lavorazione<br />

- Esistono localizzazioni di discariche ido-<br />

nee nei dintorni?<br />

- Se esiste l'impatto sul paesaggio di<br />

una discarica o di un impianto di<br />

trattamento dei rifiuti quali sarebbero gli<br />

interventi di mitigazione per ridurre tale<br />

impatto?<br />

- Quali sarebbero le conseguenze sulla salute<br />

che potrebbero riguardare residenti<br />

in prossimità dell'impianto?<br />

- Si potrebbero avere inquinamenti delle<br />

acque superficiali per effetto <strong>della</strong> discarica?<br />

- Quali quantità di percolati sarebbero<br />

prodotte e quali le caratteristiche analitiche?<br />

- Quali sarebbero gli effetti dei percolati<br />

sulle risorse idriche sotterranee?<br />

- Sono previste misure per il controllo dei<br />

percolati?<br />

- Quali volumi di traffico veicolare verrebbero<br />

a crearsi per la gestione <strong>della</strong> discarica?<br />

Rischi e incidenti<br />

- L'impianto in esame introduce fattori palesi<br />

di rischio per il pubblico?<br />

- Esistono particolari condizioni ambientali<br />

(ad esempio il regime dei venti dominanti<br />

o le caratteristiche topografiche) che, nell'<br />

eventualità di emissioni accidentali anomale<br />

soprattutto tossiche, potrebbero interessare<br />

gli insediamenti civili più<br />

prossimi?<br />

C - Nel caso concreto e frequente di un<br />

progetto riguardante ad esempio la costruzione<br />

di un impianto di depurazione<br />

per acque urbane, le valutazioni di impatto<br />

ambientale abbracciano, tral'altro, numerosi<br />

aspetti diretti e indiretti legati all'esecuzione<br />

ed alla gestione dell'opera, quali:<br />

- capacità dell'impianto di adattarsi alle variazioni<br />

quantitative e qualitative dei reflui<br />

in arrivo<br />

- affidabilità funzionale dello stesso<br />

- semplicità gestionale dello stesso<br />

- facilità di adattamento alla conduzione<br />

automatizzata<br />

- rispondenza o meno del sito prescelto,<br />

verificata attraverso un percorso di specifiche<br />

analisi condotte sulla base di indagini<br />

epidemiologiche, pluviometriche, geologiche<br />

e geognostiche, climatiche con determinazione<br />

di direzione ed intensità dei<br />

venti dominanti.<br />

- livello di completamento <strong>della</strong> rete di adduzione<br />

liquami in ordine alla individuazione<br />

delle opere<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 37


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 39<br />

Patrimonio Immobiliare pubblico:<br />

una risorsa per il paese<br />

Con un insolito orario mattutino<br />

(dalle 07.30 alle 09.30) si è tenuto<br />

un incontro in cui il Dott.<br />

Scalera, dirigente dell’Agenzia del Demanio,<br />

ha di fatto presentato ad un folto e<br />

qualificato pubblico in rappresentanza<br />

delle maggiori associazioni interessate allo<br />

sviluppo del settore edilizio, questa Agenzia<br />

pubblica, probabilmente ai più ancora<br />

quasi sconosciuta, ed ha illustrato gli scopi<br />

che la stessa si è prefissa di ottenere (vedasi<br />

anche il sito in rete).<br />

Istituita nel 1999 e trasformata in Ente<br />

Pubblico Economico nel 2003, con un migliaio<br />

di dipendenti, l’Agenzia del Demanio<br />

è stata incaricata di gestire un patrimonio<br />

immobiliare costituito da circa 46.000.=<br />

immobili per un valore stimato pari ad €.<br />

55.000.000.000.= (55 Miliardi di Euro).<br />

Buona parte di questi, circa 20.000, è rappresentata<br />

da Uffici pubblici per cui si dovranno<br />

attuare interventi di manutenzione<br />

programmata e piani di razionalizzazione.<br />

Per questo tipo di interventi sono in programma<br />

per i prossimi anni stanziamenti<br />

per circa 1,5 miliardi di Euro/anno.<br />

L’importo è senza dubbio considerevole<br />

(soprattutto perché ripetitivo) e dovrebbe<br />

fornire benzina al motore <strong>della</strong> ripresa (o<br />

tenuta) del settore legato all’edilizia ed alle<br />

costruzioni.<br />

Anche per i professionisti potrebbero esserci<br />

opportunità di lavoro, infatti<br />

l’agenzia del Demanio istituisce bandi per<br />

i programmi di valorizzazione immobiliare<br />

DI FLAvIO TReSOLDI<br />

e progettazione e D.L. <strong>degli</strong> interventi sul<br />

patrimonio gestito.<br />

Mentre alcuni bandi sono di fatto inavvicinabili<br />

e sembrano riservati ai soliti noti, per<br />

i consueti sbarramenti costituiti da fatturato<br />

e incarichi analoghi già svolti, è istituito<br />

un elenco di professionisti accreditati per<br />

incarichi sotto la soglia di €. 100.000,00<br />

cui si può accedere previa presentazione<br />

di Curriculum vitae (vedasi sito in rete).<br />

Per quanto riguarda il nostro <strong>Ordine</strong>, dato<br />

che la quasi totalità di detti beni, essendo<br />

stati costruiti da più di 50 anni, per effetto<br />

delle attuali leggi, sono sotto la tutela <strong>della</strong><br />

Sovrintendenza ai monumenti, come semplici<br />

ingegneri probabilmente saremo tagliati<br />

fuori dalla progettazione e direzione<br />

lavori (riservata agli architetti) od al massimo<br />

dovremo accontentarci di ruoli secondari<br />

ed in parti marginali (strutture,<br />

antincendio, ACE e impianti).<br />

Resta comunque interessante l’opportunità<br />

che viene offerta e che si consiglia di<br />

non trascurare. l<br />

SISTRI:<br />

Confermata la proroga<br />

di 12 mesi<br />

Il SISTRI, la cui data prevista per l’entrata<br />

in operatività era fissata per il 01/07/<strong>2012</strong>,<br />

subirà una sospensione di 12 mesi, così<br />

come previsto dal Decreto Sviluppo del<br />

15 <strong>giugno</strong>, al fine di consentire lo svolgimento<br />

delle attività di verifica dell’effettiva<br />

funzionalità del sistema, a seguito del parere<br />

espresso in merito da DIGITPA (Ente<br />

nazionale per la digitalizzazione <strong>della</strong> Pubblica<br />

Amministrazione).<br />

Il SISTRI, ha spiegato il ministro dello Sviluppo<br />

Economico Passera "probabilmente<br />

non è adatto a molte aziende, soprattutto<br />

di piccola e media dimensione" e quindi "<br />

si conferma che l'introduzione è sospesa".<br />

Il sistema viene quindi sospeso per almeno<br />

12 mesi, cioè fino al 30 <strong>giugno</strong> 2013 e con<br />

esso tutti gli adempimenti informatici richiesti<br />

alle imprese coinvolte, al fine di –<br />

come si legge nel documento di commento<br />

del Governo - “consentire i necessari<br />

accertamenti sul funzionamento del<br />

sistema di tracciabilità dei rifiuti”. l<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 39


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 40<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

L’apporto ingegneristico nella<br />

pianificazione <strong>degli</strong> interventi<br />

sul territorio.<br />

Nell’ambito <strong>della</strong> collaborazione<br />

che la Commissione Ambiente<br />

ha da tempo avviato a Milano<br />

con l’<strong>Ordine</strong> dei Geologi su alcuni argomenti<br />

di particolare rilievo quali la tutela,<br />

l’uso e la corretta gestione delle risorse<br />

idriche sotterranee, vorrei illustrare brevemente<br />

i contenuti e il senso dell’apporto<br />

ingegneristico nelle fasi di pianificazione e<br />

di programmazione <strong>degli</strong> interventi sul territorio<br />

siano essi di tipologia industriale, urbanistica<br />

od ambientale in quanto per un<br />

ingegnere la pianificazione è una particolare<br />

forma di progettazione.<br />

La complessità interdisciplinare di questi<br />

percorsi richiede comunque la contemporanea<br />

presenza di più competenze, tra cui<br />

le nostre, a livello tecnico, economico-finanziario,<br />

legislativo, ecc.<br />

Ciò premesso, vorrei sottolineare una effettiva<br />

analogia che esiste in termini di logiche<br />

operative tra i percorsi ingegneristici,<br />

soprattutto progettuali e quelli che caratterizzano<br />

le fasi di programmazione a livello<br />

di piano d’ambito delle risorse<br />

idriche disponibili.<br />

Ciò appare evidente da una lettura sintetica<br />

parallela di quali siano in entrambi i<br />

percorsi le reali fasi di lavoro. Per qualsivoglia<br />

opera, quello ingegneristico parte da:<br />

- definizione dei dati di progetto<br />

- calcoli e dimensionamento delle parti<br />

componenti con una prima stima dei costi<br />

- programmazione dei lavori e affinamento<br />

dei costi<br />

- realizzazione delle opere<br />

- collaudi e verifiche <strong>degli</strong> obiettivi finali<br />

Non diversamente si configurano i percorsi<br />

di pianificazione operativa inerenti la<br />

40 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

gestione delle risorse idriche che si sviluppano<br />

anch’esse in più step quali:<br />

- acquisizione di un quadro conoscitivo<br />

delle risorse, sotterranee e non, in termini<br />

affidabili e completi<br />

- elaborazione dei piani d’ambito con la<br />

definizione <strong>degli</strong> obbiettivi tecnico-economici<br />

- congruenza dei costi e criteri di sostenibilità<br />

<strong>degli</strong> interventi<br />

- contestuale sviluppo delle fasi di programmazione<br />

- avvio e compimento <strong>degli</strong> interventi individuati<br />

- valutazione analitica globale dei rilevamenti<br />

e dei monitoraggi eseguiti in relazione<br />

agli standard di qualità attesi<br />

Nello sviluppo ingegneristico dei lavori,<br />

pianificazione e programmazione procedano<br />

a stretto contatto in quanto anelli<br />

<strong>della</strong> stessa logica operativa.<br />

Un altro aspetto importante del tema riguarda<br />

le varie problematiche che sussistono<br />

intorno alle diverse componenti<br />

gestionali delle acque sotterranee – qualità,<br />

disponibilità, prelievo, distribuzione,<br />

controllo, ecc.- in quanto detti aspetti che<br />

spesso si evolvono in criticità, nascono in<br />

realtà proprio sul territorio e si sviluppano<br />

in relazione a come l’uso dello stesso<br />

viene inteso e consentito.<br />

E’ evidente che la limitazione ed il superamento<br />

delle criticità funzionali man mano<br />

individuate, siano possibili solo disponendo<br />

da parte <strong>degli</strong> uffici preposti dei necessari<br />

strumenti operativi quali soprattutto<br />

norme specifiche, indirizzi di lavoro e linee<br />

DI FLAvIO TReSOLDI<br />

guida mirate, strutture adeguate <strong>degli</strong> organici<br />

tecnici, efficiente coordinazione tra i<br />

servizi coinvolti. In relazione a ciò e tenuto<br />

conto <strong>della</strong> natura interdisciplinare delle<br />

attività di pianificazione, già sottolineata all’inizio<br />

di queste note, potrebbe risultare<br />

utile considerare anche il coinvolgimento<br />

di professionalità esterne alle istituzioni,<br />

professionalità che nel corso del tempo<br />

hanno acquisito direttamente sul campo<br />

esperienze significative ed attendibili.<br />

In chiusura, vorrei sottolineare alcune criticità<br />

di cui si è fatto prima cenno perché<br />

la loro minimizzazione può essere, a mio<br />

avviso, determinante per lo sviluppo positivo<br />

dei temi ambientali.<br />

Mi riferisco in particolare:<br />

• ad una migliore utilizzazione a livello informatico<br />

e di comunicazione del pur notevolissimo<br />

bagaglio dei dati tecnicoscientifici<br />

che oggi possediamo ma che<br />

spesso risultano dispersi in filoni di indagine<br />

tra loro scollegati<br />

• alla sostanziale incompletezza <strong>degli</strong> organici<br />

presso gli uffici destinati alle attività<br />

di piano d’ambito<br />

• alla necessità di un rapporto di integrazione<br />

e di correlazione più stretto e continuo<br />

tra i settori che svolgono le attività<br />

di pianificazione e di programmazione<br />

<strong>degli</strong> interventi. l


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 41<br />

Due seminari sui rifiuti da apparecchiature<br />

elettriche ed elettroniche (RAee) oggi.<br />

Per iniziativa <strong>della</strong> Commissione Ambiente<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano, la Fondazione<br />

ha promosso due seminari tematici<br />

che si sono svolti a Milano presso la Sala<br />

Conferenze dell’<strong>Ordine</strong> in Corso Venezia<br />

n.16, il primo in data 6 marzo c. a. riguardante<br />

la “Filiera RAEE Parte prima: il Recupero”<br />

ed il secondo in data 28 marzo<br />

riguardante la “Filiera RAEE Parte seconda:<br />

la Logistica”.<br />

L’iniziativa ha avuto altresì il Patrocinio <strong>della</strong><br />

Regione Lombardia ed è stata attuata in<br />

collaborazione con la Camera di Commercio<br />

di Milano e con l’Albo Gestori Ambientali<br />

<strong>della</strong> Lombardia, nonché ha visto<br />

la partecipazione del Consorzio CERTO,<br />

storica compagine nazionale di aziende<br />

specializzate nella filiera RAEE.<br />

I due seminari sono stati svolti con lo<br />

scopo di fornire un aggiornamento sulle<br />

esperienze operative finora maturate in<br />

relazione alla gestione dei RAEE nel relativo<br />

mercato di riferimento.<br />

E’ la prima volta che un <strong>Ordine</strong> professionale,<br />

ed in particolare quello <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong>,<br />

si rende disponibile e propositivo<br />

per una iniziativa del genere nel settore<br />

ambiente.<br />

Il reale fine dei suddetti seminari tematici<br />

è stato di fare chiarezza sui vari aspetti del<br />

mercato attuale dei RAEE e di dare merito<br />

all’attività di chi, per storica e specifica<br />

competenza, realizza in concreto e nella<br />

pratica quanto disposto dal cosiddetto<br />

decreto legislativo sui RAEE del 2005 e<br />

successive implementazioni e/o integrazioni.<br />

Per raggiungere tale obiettivo, si è<br />

pensato di “ascoltare la voce” <strong>degli</strong> Operatori<br />

<strong>della</strong> filiera RAEE strutturando i due<br />

seminari come sopra, il tutto secondo un<br />

preciso iter informativo finalizzato a fotografare<br />

la globalità <strong>della</strong> suddetta filiera; ciò<br />

perché si è ritenuto che i suddetti Operatori<br />

siano loro gli “uomini in trincea” e<br />

quindi per ciascuno di essi sono stati individuati<br />

i tre punti essenziali ovvero cosa fa,<br />

a chi serve quello che fa e con quali modalità<br />

interagisce nel mercato di pertinenza.<br />

Per ciascun seminario il relativo programma,<br />

impostato su concretezza e praticità,<br />

ha previsto, per la Parte prima -<br />

Recupero, una esposizione sui processi<br />

tecnologici di recupero materie prime seconde/sottoprodotti<br />

e aspetti connessi seguita<br />

da un dialogo aperto sulla tematica<br />

in questione, nonché specularmente, per<br />

la Parte seconda - Logistica, una esposizione<br />

sulle modalità di raccolta/stoccaggio<br />

ed aspetti connessi, seguita da un analogo<br />

dibattito aperto sulla tematica in questione.<br />

Dagli interventi è stato essenzialmente evidenziato<br />

che esistono impianti di pre-trattamento<br />

(smontaggio e cernita) ed<br />

impianti di trattamento (processi tecnologici<br />

di triturazione e separazione) per recupero<br />

materie prime seconde (materiali<br />

ferrosi, alluminio, rame, vetro, plastica, ecc.)<br />

da poter immettere vantaggiosamente in<br />

nuovi cicli produttivi; in particolar modo si<br />

è fatto cenno ad impianti per il trattamento<br />

di RAEE specifici (frigoriferi, lampade<br />

fluorescenti, ecc.) e sono stati<br />

descritti impianti di trattamento tubi catodici<br />

e schede elettroniche; che la raccolta<br />

differenziata dei RAEE è iniziata effettivamente<br />

solo nel 2009 e differisce da nord<br />

a sud d’Italia e che le modalità di ritiro, trasporto,<br />

conferimento e stoccaggio dipendono<br />

molto dai criteri logistici adottati che<br />

influenzano altresì le tariffe calcolate e che<br />

le varie tipologie di RAEE e la micro-raccolta,<br />

come la macro-raccolta, determinano<br />

la scelta dei contenitori e dei veicoli<br />

più idonei da adoperare di volta in volta<br />

per ogni singolo caso. Moderatore, nonché<br />

anch’egli relatore, è stato l’ing. Giuseppe<br />

Pirillo, Direttore Generale del Consorzio<br />

CERTO.<br />

E’ spettato invece al dr. Paolo Pipere, Responsabile<br />

Servizi Adempimenti Ambientali<br />

<strong>della</strong> CCIAA di Milano e<br />

Referente dell’Albo Gestori Ambientali<br />

<strong>della</strong> Lombardia, illustrare una sintesi ragionata<br />

<strong>degli</strong> aspetti discussi e delle problematiche<br />

rilevate, alcune ancora irrisolte,<br />

delineando così una possibile fotografia del<br />

settore RAEE, in merito prima al recupero<br />

e poi alla logistica, coerente col mercato<br />

reale e da analizzare per proporre miglioramenti<br />

e/o modifiche costruttive nonché<br />

per combattere abusi e per contrastare<br />

comportamenti sleali di alcuni “attori sulla<br />

scena”, non certamente definibili di… partnership.<br />

All’ing. Mario Amadasi, Presidente Commissione<br />

Ambiente dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano, è stata<br />

infine affidata poi in ogni seminario la gestione<br />

del dibattito e la esposizione delle<br />

conclusioni di fine giornata, tutte sintetizzabili<br />

in azioni propositive per il futuro. l<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 41


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 42<br />

La Fondazione<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

CORSO DI eNeRGY MANAGeR.<br />

L’energia che ci vuole in un manager<br />

Mercoledì 29 febbraio <strong>2012</strong>, ore 17.30-19.00<br />

Corso e affiancamento per l’energy manager davvero competente.<br />

Il programma per accompagnare l’Energy Manager in tutta la sua vita professionale!<br />

Finalmente un’offerta altamente qualificante per diventare esperti nella gestione dell’energia.<br />

Il corso è il punto di partenza di un’azione continuativa nel tempo per rafforzare la professione di Energy Manager che il mercato<br />

richiede con maggior insistenza.<br />

L’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano, infatti, intende varare un programma formativo strutturato attraverso un corso<br />

iniziale, moduli di aggiornamento, focus group tematici e workshop per rendere sempre più efficace e continuativamente aggiornata<br />

nel tempo la funzione dell’Energy Manager.<br />

La novità è rappresentata dal fatto che i contenuti del programma formativo vengono gestiti da tutti i protagonisti del mondo dell’energia:<br />

rappresentanti di industrie eccellenti, università prestigiose, istituzioni e Enti di regolamentazione, energy providers e operatori<br />

di mercato, professionisti ed associazioni di categoria. L’offerta formativa potrà vantare, in questo modo, un livello unico di caratterizzazione<br />

in Italia.<br />

Il corso che avvia il programma prevede una durata iniziale di 80 ore e sarà articolato nelle seguenti macroaree tematiche:<br />

l fonti e scenari energetici<br />

l sistema regolatorio e quadro normativo<br />

l tecnologie e processi<br />

l mercati ed aspetti economici.<br />

Le attività si svilupperanno in più sedi nella città di Milano (<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong>, Politecnico, Casa dell’Energia, ecc.) proprio per<br />

sottolineare l’ampiezza e l’apertura concettuale del progetto e l’obiettivo di offrire ai partecipanti una visione ed un sistema di<br />

relazioni ad alto valore sistemico.<br />

Il corso si terrà indicativamente a partire dal mese di Ottobre. Seguirà a breve il programma dettagliato.<br />

Le pre-iscrizioni possono essere effettuate collegandosi al link<br />

https://www.ordineingegneri.milano.it/fondazione/corsi-e-seminari/energy-management-preiscrizioni<br />

Per informazioni preliminari è possibile contattare la segreteria <strong>della</strong> Fondazione info@foim.org Tel: 02 796214<br />

Corso in fase di qualifica TÜV Italia. Ottenuto tale riconoscimento, il corso potrà essere propedeutico nel percorso di certificazione<br />

<strong>della</strong> professione per lo schema Esperto in Gestione dell'Energia (EGE) secondo norma UNI CEI 11339 in accordo con la norma<br />

ISO 17024.<br />

42 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong>


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 43<br />

Corso di Project Financing nelle Opere Pubbliche (16 ore)<br />

Mercoledì 11 e 18 luglio <strong>2012</strong> - ore 9.00-13.00 e 14.00-18.00<br />

Docente e Direttore del corso:<br />

Ing. Luigi Gaggeri<br />

Senior partner <strong>della</strong> Società Project & Design Management SCARL<br />

L’Ing. Gaggeri ha operato su importanti commesse con le più moderne tecniche di Project-Contract Management e ha una notevole<br />

esperienza quale Project e Contract Manager, sia da parte delle Imprese, che da parte <strong>della</strong> Committenza in appalti nazionali ed internazionali.<br />

Membro di numerose commissioni UNI e membro del Comitato di Indirizzo e Garanzia di Accredia, l’Ing. Gaggeri è docente<br />

di Project Management presso i master post-laurea del Politecnico di Milano e dell’Università di Brescia.<br />

Sede:<br />

Fondazione <strong>Ordine</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Corso Venezia, 16 – Milano<br />

Quota di iscrizione:<br />

€ 300 + IVA<br />

Aggiornamento Sicurezza Cantieri: PROGeTTAZIONe,<br />

ALLeSTIMeNTO e MANUTeNZIONe DeI SISTeMI DI PROTeZIONe<br />

CONTRO LA CADUTA DALL'ALTO:"LINee vITA"<br />

giovedì 19 luglio <strong>2012</strong> - dalle 16.30 alle 20.30<br />

Coordinatore:<br />

Prof. Ing. Marco L. Trani<br />

Politecnico di Milano - Dipartimento BEST<br />

Quota d'iscrizione:<br />

€ 75 + IVA<br />

Sede:<br />

Fondazione dell'<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano<br />

corso Venezia 16<br />

<strong>2012</strong>1 Milano<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 43


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 44<br />

La Fondazione<br />

Corso di Aggiornamento sulla Sicurezza e la salute nei cantieri civili-edili ai sensi dell'Art. 98 - All.to XIV del d.lgs 81/2008<br />

Coordinatore:<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Aggiornamento Sicurezza Cantieri:<br />

IL FASCICOLO DeLL'OPeRA. LA STIMA DeI COSTI NeLLA SICUReZZA<br />

mercoledì 12 settembre <strong>2012</strong> - dalle 16.30 alle 20.30<br />

SEMINARIO-WORKSHOP:<br />

IL FASCICOLO DELL'OPERA. LA STIMA DEI COSTI NELLA SICUREZZA<br />

Coordinatore:<br />

Prof. Ing. Marco L. Trani<br />

Politecnico di Milano - Dipartimento BEST<br />

Quota d'iscrizione:<br />

€ 75 + IVA<br />

Sede:<br />

Fondazione dell'<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano<br />

corso Venezia 16<br />

<strong>2012</strong>1 Milano<br />

Aggiornamento Sicurezza Cantieri: RISTRUTTURAZIONe e MANUTeNZIONe DI FACCIATe<br />

DI SUPeRFICI IN QUOTA CON L'IMPIeGO DI SISTeMI DI ACCeSSO e DI POSIZIONAMeNTO<br />

TRAMITe FUNI<br />

mercoledì 19 settembre <strong>2012</strong> - dalle 16.30 alle 20.30<br />

Prof. Ing. Marco L. Trani<br />

Politecnico di Milano - Dipartimento BEST<br />

Quota d'iscrizione:<br />

€ 75 + IVA<br />

Sede:<br />

Fondazione dell'<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano<br />

corso Venezia 16<br />

<strong>2012</strong>1 Milano<br />

44 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong>


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 45<br />

I servizi dell’<strong>Ordine</strong>.<br />

Assistenza legale:<br />

Avv. Giancarlo Conci<br />

Riceve il mercoledì, a settimane alterne, dalle 17 alle 18.30, su appuntamento presso la Segreteria dell’<strong>Ordine</strong>.<br />

Assistenza Fiscale:<br />

Dott. Maurizio Riva<br />

Riceve il martedì a settimane alterne dalle 17 alle 18 su appuntamento presso la Segreteria dell’<strong>Ordine</strong>.<br />

Problematiche del lavoro:<br />

Avv. Nadia Restivo<br />

Riceve il primo lunedì del mese, dalle 17.30 alle 19, su appuntamento presso la Segreteria dell’<strong>Ordine</strong>.<br />

Assistenza tariffaria:<br />

Componenti Commissione Parcelle<br />

Su appuntamento telefonando alla Segreteria dell’<strong>Ordine</strong>.<br />

Assistenza informatica:<br />

Dott.ing. Andrea Sommaruga<br />

Riceve ogni primo martedì del mese, non festivo, su appuntamento presso la Segreteria dell’<strong>Ordine</strong>.<br />

Recapito E-mail: sommaa@stcom.com<br />

Sportello Giovani:<br />

Ing. Maurizio Guido Abrate<br />

Riceve ogni lunedì dalle 17.30 alle 18.30 su appuntamento presso la Segreteria dell’<strong>Ordine</strong>.<br />

Cassa Nazionale <strong>Ingegneri</strong> ed Architetti e temi collegati:<br />

Dott. ing. Angelo Selis<br />

Riceve lunedì e martedì dalle 16 alle 18.30, a settimane alterne, su appuntamento presso la Segreteria dell'<strong>Ordine</strong>.<br />

Sportello assistenza assicurazioni:<br />

Dott. Stefano Crapella<br />

Riceve mercoledì dalle 18 alle 19, a settimane alterne, su appuntamento presso la Segreteria dell'<strong>Ordine</strong>.<br />

Delegati INARCASSA.<br />

I delegati INARCASSA, espressi dagli iscritti all’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di Milano con le elezioni di quest’anno,<br />

sono l’Ing. Silvia Fagioli e l’Ing. Arturo Donadio. Silvia Fagioli è al secondo mandato ed a Roma è stata anche<br />

eletta nel C.d.A. di INARCASSA.<br />

Gli <strong>Ingegneri</strong> Fagioli e Donadio sono disponibili a soddisfare le eventuali richieste di chiarimenti od informazioni in genere<br />

che gli iscritti volessero loro inoltrare e dedicando una o due mezze giornate al mese al ricevimento dei colleghi<br />

presso l’<strong>Ordine</strong> e si impegneranno ad uno stretto rapporto con l’<strong>Ordine</strong>, finalizzato alla conoscenza delle principali attività<br />

e tematiche trattate da INARCASSA nei prossimi 5 anni.<br />

Ing Silvia Fagioli<br />

Email: qas.silvia@tiscali.it<br />

Email Certificata: s.fagioli@pec.inarcassa.org<br />

Telefono Mobile: 339 4895042<br />

Ing. Arturo Donadio<br />

Email: segreteria@spssrl-mi.it<br />

Email Certificata: arturo.donadio@ingpec.eu<br />

Telefono Mobile: 335 5732349<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 45


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 46<br />

Le Commissioni<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

PER L'ETICA PROFESSIONALE<br />

Presidente: Patrizia Giracca<br />

Ermenegildo Bardelli, Chiara Battistoni, Paolo Bréan,<br />

Alessandro Buccellati, Domenico Perrone, Paolo Pisoni, Luigi<br />

Rainero, Alberto Sartori, Angelo Selis, Carlo Valtolina.<br />

ESPERTI PER LA REVISIONE DELLE PARCELLE<br />

PROFESSIONALI<br />

Presidente: Luigi Rainero<br />

Luigi Ernesto Amman, Giovanni Bosisio, Erberto Botti, Gianni<br />

Capé, Michele Coffano, Giovanni Contini, Piercarlo Guaineri,<br />

Mauro Langfelder, Giampiero Montalti, Giovanni Papetti,<br />

Gabriella Parlante, Gabriele Perucci, Simone Pessina.<br />

ORDINAMENTO PROFESSIONALE<br />

Presidente: Ambrogio Girotti<br />

Mario Balzaretti, Gianni Capé, Luciano Fassina, Angelo<br />

Lucchini, Francesco Maffioli, Edoardo Rovida, Luca Strada,<br />

Pietro Vasco Tola, Federico Perotti, Giacomo Andriola.<br />

FORMAZIONE - EDUCAZIONE - AGGIORNAMENTO<br />

Presidente: Chiara Battistoni<br />

FE - Formazione Educazione<br />

Maurizio Abrate, Mario Amadasi, Nicole Barbera, Franco<br />

Baretich, Silvio Bosetti, Enrico Cerrai, Sergio Cerutti, Alberto<br />

Cigada, Gianni Confalonieri, Contini Giovanni, Salvatore<br />

Crapanzano, Luciano Fassina, Bruno Finzi, Luigi Gaggeri,<br />

Patrizia Giracca, Franco Luraschi, Enrico Pio Mariani,<br />

Riccardo Pellegatta, Federico Perotti, Domenico Perrone,<br />

Luigi Rainero, Giuseppe Rapisarda, Marco Trani, Flavio<br />

Tresoldi, Andrea Sommaruga.<br />

A - Aggiornamento professionale:<br />

Elena Baj, Mauro Bagaggiolo, Gabriela Bonavoglia, Pierluigi<br />

Brivio, Claudio Cardosi, Vittorio Carnemolla, Paolo Casolo,<br />

Stefano Farne’, Mario Garassino, Maria Pina Limongelli,<br />

Claudio Magistroni, Antonio Mancini, Guido Martinelli,<br />

Marcello Miani, Caterina Mietner, Giorgio Piantato, Giorgio<br />

Proietti, Alberto Ricci, Michele Rossi, Angelo Selis, Dante<br />

Segrini, Giancarlo Volpi.<br />

QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE<br />

Presidente: Luciano Fassina<br />

Claudio Cardosi, Francesco Crescentini, Stefano Farné,<br />

Gabriella Parlante, Federico Perotti, Gabriele Perucci, Paolo<br />

Schgor.<br />

STRUTTURE<br />

Presidente: Bruno Finzi<br />

Danilo Campagna, Michele Capé, Claudio Chesi, Arturo<br />

Donadio, Mauro Giuliani, Pietro Romani, Paolo Rugarli.<br />

IMPIANTI<br />

Presidente: Giuseppe Rapisarda<br />

Andrea Berti, Sergio Damiani, Antonio De Marco, Marcello De<br />

46- <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Stermich, Giuseppe Giacco, Sergio La Mura, Michele Liziero,<br />

Claudio Mosca, Maurizio Rossetti Conti, Franco Raggi.<br />

CATASTO<br />

Presidente: Flavio Tresoldi<br />

Giampiero Alliori, Giangiacomo Barrile, Franco Citterio,<br />

Cesare Cogni, Pietro Fontana, Paolo Lorenzetti, Giuseppe<br />

Montagna.<br />

QUALITA'<br />

Presidente: Luigi Gaggeri<br />

Antonio Aprea, Stefano Calzolari, Maurizio Conti, Giuseppe<br />

De Marte, Stefano Farné, Fabio Pasello, Enrico Pogliani,<br />

Elena Roacchi, Bruno Zanini.<br />

INDUSTRIA, ENTI e SERVIZI<br />

Presidente: Silvio Bosetti<br />

Silvio Aquino, Alberto Avanzini, Giorgio Babanicas, Angelo<br />

Bargigia, Andrea Brenta, Maurizio Brown, Paolo Capelli,<br />

Claudio Cardosi, Alberto Cipriani, Marco Cecchini, Paolo<br />

Chiastra, Massimo Chindemi, Michela Chiorboli, Francesco<br />

Crescentini, Domenico D'Agostino, Dino Dini, Stefano Farne',<br />

Luciano Fassina, Marco Felli, Luigi Gaggeri, Romolo Gallo,<br />

Mario Ghezzi, Ambrogio Girotti, Paolo Jurkic, Giuseppe<br />

Giovanni Lalli, Maurizio Maffessoni, Marcello Miani, Luca<br />

Montani, Maria Cristina Motta, Salvatore Mura, Marco Mussini,<br />

Gianni Nappi, Pier Franco Nuccio, Emiliano Panaro, Giuseppe<br />

Pirillo, Alberto Pianta, Costanzo Riva, Daniele Roderi,<br />

Riccardo Rosa, Massimo Santi, Marco Scarioni, Dante<br />

Segrini.<br />

ENTI PUBBLICI<br />

Presidente: Antonio Acerbo<br />

Alessandro Buccellati, Aristide Capra, Valeria Dolcetta, Angelo<br />

Ferraresi, Paolo Pier Perez, Piero Ravetta, Antonio Vettese.<br />

GIOVANI<br />

Presidente: Maurizio Abrate<br />

Giacomo Andriola, Massimiliano Grosso, Davide Luraschi,<br />

Giorgio Edoardo Mariani, Massimo Mariani, Attilio Pessina,<br />

Simone Pessina, Francesco Rizzuto, Daniele Russo, Franco<br />

Serratore, Roberto Tomassucci.<br />

SICUREZZA E IGIENE SUL LAVORO<br />

Presidente: Franco Baretich<br />

Adriano Bacchetta, Mauro Bagagiolo, Raffaello Basile, Enrico<br />

Brigoli, Paolo Maria Crivelli, Francesco De Bartolomeis, Pietro<br />

Freschi, Giovanni Gambino, Fabio Gavino, Antonio Lago,<br />

Ottavio Lecis, Chiara Lecis, Mauro Loconsolo, Maria Cristina<br />

Motta, Marcello Miani, Demetrio Nava, Fabio Pasello, Enrico<br />

Persico, Giorgio Pomesano, Giuseppe Gustavo Quaranta,<br />

Calogero Roxas, Sergio Vianello.


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 47<br />

SICUREZZA CANTIERI<br />

Presidente: Marco Trani<br />

Enrico Luigi Arini, Luca Beretta, Gianpaolo Cremaschi,<br />

Pasquale Frezza, Daniele Pesco.<br />

SICUREZZA ANTINCENDIO<br />

Presidente: Franco Luraschi<br />

Pietro Antonacci, Maurizio Bechelli, Lorenzo Brignole,<br />

Giuseppe Bogani, Ambrogio Carenzi, Oreste Ceravola, Nicola<br />

Clemeno, Fabio Collamati, Giovanni Contini, Eugenio Galli,<br />

Paolo Lombardi, Luca Marzola, Silvestre Mistretta, Alice<br />

Pizzoccheri, Anna Reggiori, Attilio Scalise, Enrico Schiatti<br />

Luca Strada, Federica Tacchelli.<br />

URBANISTICA<br />

Presidente: Riccardo Pellegatta<br />

Franco Caputo, Vittore Ceretti, Salvatore Crapanzano, Luigi<br />

Decio, Massimo Giuliani, Angelo Lorenzi, Luigi Masella, Mauro<br />

Mereghetti, Mario Rossetti, Gianluigi Sartorio, Alessandro<br />

Toccolini, Dario Vanetti.<br />

AMBIENTE e TERRITORIO<br />

Presidente: Mario Amadasi<br />

Luciano Brusaferro, Libero Cannarozzi, Pier Antonio Marco<br />

Casellato, Lorenzo Del Felice, Alba De Salvia, Daniele<br />

Fraternali, Maurizio Gandolfo, Gianluca Gurrieri, Giancarlo<br />

Majocchi, Beatrice Majone, M. Evelina Saracchi, Franco<br />

Sironi, Maurizio Vannucchi, Domenico Zampaglione.<br />

INFRASTRUTTURE, TRASPORTI<br />

Presidente: Salvatore Crapanzano<br />

Alberto Avanzini, Angelo Bargigia, Stefano Bernardi, Nino<br />

Bosco, Maurizio Brown, Giovanni Cappellari, Ignazio<br />

Carbone, Roberto Ceresoli, Michela Chiorboli, Pietro Gelmini,<br />

Giuseppe Grassi, Ettore Kluzer, Luigi Legnani, Antonio<br />

Mancini, Roberto Massetti, Paolo Morlacchi, Gianpaolo Pirani,<br />

Dante Segrini.<br />

BIOINGEGNERIA<br />

Presidente: Sergio Cerutti<br />

Elena Baj, Anna Maria Bianchi, Alberto Caleca, Marco Ciboldi,<br />

Stefano Farné, Ugo Garbarini, Paolo Lago, Giuseppe<br />

Giovanni Lalli, Carlo Mambretti, Paolo Pessina, Monica Sivo,<br />

Vincenzo Ventimiglia.<br />

NANOTECNOLOGIE<br />

Presidente: Alberto Cigada<br />

Silvio Abati, Massimiliano Bestetti, Marco Bianchessi, Mario<br />

Biserni, Carlo Bottani, Alberto Caleca, Corrado Carretti, Furio<br />

Gramatica, Paolo Jurkic, Giuseppe Giovanni Lalli, Roberto<br />

Millini, Paolo Pignatelli, Biagio Principe, Alberto Redaelli,<br />

Giulio Solero, Giuseppe Vittori.<br />

ENERGIA<br />

Presidente: Enrico Cerrai<br />

Nicola Barbera, Franco Baretich, Gabriele Bertholet, Alberto<br />

Caleca, Paolo Capelli, Pier Antonio Casellato, Paolo Chiastra,<br />

Gianfranco Conca, Marco De Min, Flavio Ferrari, Flavio<br />

Parozzi, Marcello Scotto.<br />

INFORMATICA<br />

Presidente: Andrea Guido Sommaruga<br />

Pierangelo Aloisi, Gabriela Bonavoglia, Isabella Caramatti,<br />

Luciano De Stefani, Francesco Giovannini, Massimiliano<br />

Grosso, Andrea Manzato, Enrico Pio Mariani, Giorgio Parrella,<br />

Marco Re, Gianluca Sironi, Francesco Soro, Lorenzo Viganò,<br />

Luigi Zanderighi, Stefano Zanero.<br />

TELECOMUNICAZIONI<br />

Presidente: Gianni Confalonieri<br />

Giacomo Andriola, Maria Bartolomeo, Massimo Bertolotti,<br />

Franco Boffelli, Marco Manlio Brambilla, Alessandro Carone,<br />

Giuseppe Crisafulli, Michele D’Amico, Gianni Costantino De<br />

Santis, Anastasi Santi Domenico, Edoardo Cottino, Francesco<br />

Crescentini, Carmelo Iannicelli, Claudio Invernizzi, Bartolomeo<br />

Maria, Ezio Mazzola, Giuseppina Moretti, Marco Mussini,<br />

Giordano Picchi, Enrico Pietralunga, Francesco Romeo,<br />

Angelo Testa, Lorenzo Viganò, Gianluca Sironi.<br />

INGEGNERIA FORENSE<br />

Presidente: Giovanni Contini<br />

Raffaele Bergaglio, Luciano Brusaferro, Giancarlo Conci,<br />

Antonio De Marco, Anna Guerriero, Patrizia Giracca, Gabriella<br />

Parlante, Maurizio Vannucchi, Giacomo Viganò.<br />

COMMISSIONE CONGIUNTA INGEGNERI E ARCHITETTI<br />

PER LA VALUTAZIONE DEI BANDI E DEI CONCORSI<br />

architetti: Francesco Collini, Marco Engel, Roberto Gamba,<br />

Rosanna Gerini, Enzo Ranieri.<br />

ingegneri: Alberto Avanzini, Valeria Dolcetta Capuzzo, Silvano<br />

Lacavalla, Luigi Rainero, Giuseppe Rapisarda.<br />

coordinamento: arch. Maria Cristina Collini<br />

segreteria: c/o <strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> Architetti PPC <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> di<br />

Milano.<br />

CONSIGLIO DELL’ORDINE<br />

Presidente Stefano Calzolari<br />

Segretario Aldo Franchi<br />

Tesoriere Tomaso Carlo Lamperti<br />

Consiglieri: Giacomo Andriola, Chiara Battistoni, Silvio Bosetti,<br />

Alberto Caleca, Alberto Cantoni, Bruno Finzi, Massimo<br />

Giuliani, Franco Luraschi, Anna Minotti, Maria Cristina Motta,<br />

Alberto Pianta, Maria Gabriella Signorini<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 47


RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 48

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!