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VELOCE, UTILE, PER LA CITTÀ. - Ordine degli Ingegneri della ...

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<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegnerifocusIl nuovo PGT.Le OSSERVAZIONI dell’Ordine,le prospettive, le scadenze.PARTE IL PROGETTO QINGper la qualificazioneprofessionale.Sottoscritto il Protocollod’Intesa con il Comunedi Milano. Verso unacollaborazione continuativacon l’Ordine.PROFESSIONECAMBIAMENTO.VELOCE, UTILE, PER LA CITTÀ.Rivista dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano - gennaio 2011 - n. 51- Poste Italiane Spa - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - CNS Udine.


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriSOMMARIORIVISTA DELL’ORDINEDEGLI INGEGNERIDELLA PROVINCIA DI MILANOEditorialeCertificazione Qing. Valorizzare la professione.Stefano Calzolari 6Un grande presidente:Gianfranco Agnoletto.Alberto Caleca 8ANNO XIVN. 51 - GENNAIO 2011Direttore ResponsabileStefano CalzolariDirettore EditorialeGiuseppe SusaniComitato di RedazioneChiara Battistoni, Lorna MariaBeretta, Giuseppe Demarte, AldoFranchi, Enrico Pio Mariani, AnnaMinotti, Riccardo Pellegatta, DanieleRusso, Maria Grazia SonzognoAmministrazione e RedazioneCorso Venezia, 16 - 20121 Milanotel. 02 76003731 (r.a.)fax 02 76004789www.ordineingegneri.milano.itinfo@ordineingegneri.milano.itGestione Editoriale e PubblicitàConsedit Sastel. 0431 876070info@consedit.comStampaPoligrafiche San Marco Sas34071 Cormòns, via E. Fermi 29 Z.I.Spedizione in A. P.D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1 - CNS Udine.Iscrizione al Registro della Stampadel Tribunale di Milano n. 517del 15/9/1997Tiratura: 13.500 copieChiuso il 10 gennaio 2010Gli articoli e le note firmate esprimono l’opinionedell’autore e non impegnano l’Ordine né laRedazione della Rivisita. La redazione non è inalcun modo impegnata a pubblicare gli articoliricevuti. I diritti per articoli ricevuti e pubblicati, perimplicito assenso dell’autore, si intendono cedutiall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano.Ingegneri in Comune.Al via il Protocollo di intesa per la città di Milano.Il testo del Protocollo d’intesa. 10Il settore energia: mercato, innovazionee ambiente.“Un seminario importantein un momento cruciale”. 14Commissione sicurezza e igiene sul lavoro.Franco Baretich 16Roadmap 2050.Pier Antonio Casellato 18Commissione strutture.Bruno Finzi 20L’Ordine di Milano e l’Europa.Giuseppe Susani 26Focus OnIL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIORiccardo Pellegatta, Mario Amadasie Salvatore Crapanzano 28Esami di Stato, che passione!Giuseppe Susani 45Le Commissioni dell’Ordine 46I servizi dell’Ordine 48L’attività formativa della Fondazione 49


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriUn anno con grandiopportunità per tutti.La partenza del Qing, la stipula del protocollo con il Comune di Milano, lacollaborazione con l’Assessorato al Marketing territoriale, un grande Convegnosull’energia, la formazione sempre più avanzata e un nuovo piano di Comunicazione...Stefano CalzolariCari Colleghi, il 2011 inizia inmodo nuovo per l’Ordine diMilano, con l’attuazione concretadi molti progetti avviati nell’anno appenatrascorso.Prima di tutto ho il piacere di annunciarVila firma di un Procotollo di Intesa tra ilnostro Ordine e il Comune di Milano,avvenuta l’11 gennaio 2011, che esplicitacon grande chiarezza i presupposti e lefinalità della collaborazione tra i due Enti.Troverete il testo completo dell’accordonelle pagine di questo numero dellarivista, dal quale emerge in modo unico ildesiderio di rafforzare la nostra utilitàsociale, a servizio dell’Amministrazione edella cittadinanza del territorio in cuioperiamo. Vi terremo informatisull’andamento di questa nuova attività esui risultati che certamenteraggiungeremo.Vi annuncio, poi, l’approvazione di unaConvenzione tra il nostro Ordine el’Ordine degli Avvocati in tema diconciliazione. E’ un fatto moltoimportante, che consentirà all’Ordine degliIngegneri di farsi promotore di un modonuovo di affrontare e risolvere lecontroversie del lavoro, prima di adire letradizionali vie legali. Firmeremo l’accordonei prossimi giorni e Vi daremo tutte leinformazioni del caso nel prossimonumero della rivista.Infine, dulcis in fundo,Vi annuncio che ilprogetto “Qing” è ormai ai blocchi dipartenza.Si comincia in febbraio 2011, con lacertezza di offrire a tutti gli Iscritti delnostro Ordine una grande opportunitàper valorizzare le loro competenzeprofessionali nel mercato del lavoro. Nellepagine seguenti troverete tutte leistruzioni necessarie ad aderire a questaimportante iniziativa, che modernizzerà inmodo sostanziale il rapporto tra l’Ordine,gli Iscritti e la Società.Grazie a tutti gli Ingegneri che stannoregalando all’Ordine tempo prezioso ecompetenza per la realizzazione di questiprogetti.Certificazione Qing.Valorizzare la professione.Finalmente prenderà avvio il 1° febbraio, congrande attesa da parte di tutti, il progetto Qing,la certificazione delle competenze degliIngegneri in regime volontario.E’ un progetto a voi ben noto, più volte presentato, inparticolare in occasione dell’Assemblea degli Iscritti del23 giugno 2010 e, in versione più estesa, nel numero 49della nostra Rivista.Il progetto interessa tutti gli ingegneri con laureamagistrale, siano essi professionisti dipendenti o liberi,iscritti nei tre settori: civile ed ambientale, industriale e4dell’informazione. Con la certificazione Qingl’Ordine di Milano vuole valorizzare almeglio la professione di Ingegnere nelmercato del lavoro mettendo in risalto lecompetenze professionali, acquisite nonsolo con lo studio universitario masoprattutto con l’esperienza maturata sulcampo.Il Qing è una straordinaria opportunità diaccreditamento che dovrà essere ben compresa dalmondo esterno (aziende, istituzioni, enti di


appresentanza, studi professionali, eccetera) conun’apposita campagna di comunicazione efficace e senzaprecedenti. Il mercato del lavoro, con il Qing,ha a disposizione professionisti dalle abilitàcertificate in specifici comparti ospecializzazioni a garanzia e tutela dellaprofessione. E’ tale la portata di questo strumentoche molti altri Ordini hanno già aderito al Qingadottando per i propri iscritti il medesimo iter. E siamoben contenti di rappresentare una svolta di così ampiaportata.L’Ordine, considerata la rilevanza strategica del progettoQing, si impegna a diffondere nel mercato del lavoro inominativi degli Ingegneri certificati Qing attraversoiniziative mirate. Inoltre, quando sarà chiamato asegnalare sotto la propria responsabilità nominativi diesperti nei vari settori dell’Ingegneria, l’Ordine utilizzeràl’elenco degli Ingegneri certificati Qing. Ciò significa che“L’elenco dei consulenti” degli anni scorsi, basato sucurricula auto-redatti dagli interessati, sarà progressivamenteabbandonato e sostituito dagli elenchi Qing,basati su requisiti oggettivi e valutati secondo unaprocedura trasparente, perciò molto più affidabili per ilmondo esterno.Questa competenza certificata, è bene sottolinearlo,dovrà essere percepita dal mondo esterno come unvalore aggiunto o un plus , che non comporta limitazionidi sorta alle altre attività che la legge riconosce alprofessionista abilitato. Dal punto di vista legislativo nullacambia neanche per l’Ordine perché esso, naturalmente,resterà sempre responsabile dell’aggiornamento, dellatenuta e della diffusione dei nomi di tutti gli Iscrittiall’Albo.Il regolamento del “progetto Qing” ed i documenticollegati, pubblicati sul sito dell’Ordine


Nella seconda opzione, il singolo iscrittopuò compilare sul sito dell’Ordine il proprioCV professionale, senza alcuna richiesta diqualificazione Qing.In questo caso è l’iscritto che, compilando il CV, presentase stesso e rende il suo CV accessibile all’Ordine ed almondo esterno. L’Ordine si occuperà solo di mettere adisposizione il database dove raccogliere i curricula,autogestiti dagli iscritti, per essere consultati e scaricatida chiunque ne sia interessato. Trattandosi di documentiprofessionali auto-dichiarati, l’Ordine non assume alcunaresponsabilità circa il loro contenuto, ma favorisce lacomunicazione tra il professionista ed il mondo esternosenza interferire nel dialogo che potrebbe avviarsi traloro.Ovviamente l’iscritto dovrà prendersi cura di mantenereaggiornato il suo CV, tanto più che l’Ordine nonadotterà per esso alcuna iniziativa di pubblicizzazione.Costi e contributi degliiscritti.L'Ordine finanzia quasi interamente la certificazioneQing perché crede che questo sia il sistema più efficaceper aiutare tutti gli iscritti a identificarsi meglio nell’arenaprofessionale mettendo in evidenza con maggiorsuccesso le proprie prerogative e capacità.Inoltre, questo progetto permetterà all’Ordine dimodernizzare sostanzialmente la propria strutturaoperativa e il rapporto con gli Iscritti, con il mercato dellavoro e con la società.Ciò premesso gli Ingegneri che faranno richiesta diqualificazione Qing sono chiamati a contribuireesclusivamente alle spese vive di certificazione e ai costidi segreteria che, per l’anno corrente 2011, sono di 90Euro (quota che copre un tempo di tre anni, fino alrinnovo) per la certificazione di livello 1 e di 180 Euro(quota che copre un tempo di tre anni, fino al rinnovo)per la certificazione di livello 2.Non è invece richiesto alcun contributo economico acoloro che opteranno per l’invio del CV autogestito,senza richiesta di certificazione.


questo impegno, peraltro piacevole eamichevole.Gli americani dicono che vicino a ungrande uomo c’è sempre una grandedonna. Questo è il caso dell’ Ing.Agnoletto, che ha avuto sempre a suofianco la moglie Elena Baj, ingegnere eprofessoressa all’Università Statale diMilano, Facoltà di Scienze, insignita delPremio Rosa Camuna.Anche Gianfranco ha ottenuto unimportante riconoscimento regionale,il “ Premio Lombardia per il Lavoro2006”.Rileggendo queste righe, mi rendoconto di aver fatto un quadrotalmente bello del mio Presidente eamico Gianfranco che potrebbeapparire eccessivamente lusinghiero.Invece l’Ing. Gianfranco Agnolettoera proprio così.


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriIngegneri in Comune.Al via il Protocollo di intesaper la città di Milano.L’Ordine degli Ingegneri è una istituzione fondamentale e come taleintende mettersi al servizio della collettività. Per anni è stato espressionedel mondo professionale. D’ora in poi potrà essere un supportofondamentale per i decision maker della politica locale. Non più unbaluardo a difesa dell’attività professionale, ma un avamposto prezioso dipubblica utilità, prezioso punto di riferimento per la politica.10


Il commento del SindacoLetizia Moratti.I valoridell’intesa.● Una collaborazione strategica per losviluppo di Milano● Il contributo dell’Ordine degliIngegneri alla crescita del tessutoeconomico e culturale di Milano● Una tradizione che risale al “CollegioIngegneri e Architetti” operante aMilano dal 1563● Oggi l’Ordine conta 12.500 iscritti e20 Commissioni tecniche di espertiattive sui temi della qualità, dellasicurezza, dell’ambiente, dell’innovazione,del risparmio energetico● L’impegno sulle nuove normative● Un patrimonio di competenze chel’Ordine mette a disposizione delComune per porsi sempre più alservizio della collettività● Istituzione di un Tavolo di studio e diun Comitato Tecnico congiunto“Oggi sottoscriviamoun accordoinnovativo tral’Amministrazione comunalee l’Ordine degli Ingegneridella Provincia di Milano.È una collaborazione strategica perMilano. Una città in continuo sviluppo,che sta vivendo una fase storica ditrasformazione urbanistica: basti pensareal nuovo Piano di Governo del Territorioe all’impulso conferito da Expo allarealizzazione di nuovi servizi einfrastrutture.In questa crescita, l’Ordine cherappresenta la Professione degli Ingegneri,ha un ruolo centrale.Vorrei ricordare che l’Ordine è tra leIstituzioni più antiche di Milano: è statofondato agli inizi del ‘900 e vanta unatradizione storico-culturale che risale al“Collegio Ingegneri e Architetti” operantea Milano fin dal 1563.Questa tradizione di impegno civico è unpatrimonio prezioso.Oggi l’Ordine della nostra Provincia è unorganismo che riunisce professionisti conuna straordinaria molteplicità di ruoli,responsabilità e di competenze: Ingegneriappartenenti ad Aziende o Enti pubblici eprivati, Società e Studi di Ingegneria,Università e Centri di Ricerca.È uno degli Ordini Professionali piùimportanti d’Italia, con oltre 12.500iscritti.I suoi compiti istituzionali riguardano nonsolo la tutela dell’esercizio dellaprofessione ma soprattutto la difesa dellasua integrità, cioè di quei requisiti diqualità e di competenza che sonoindispensabili per garantire l’interessedella collettività.Rientrano in questa responsabilitàl’aggiornamento professionale e ilprogetto di qualificazione degli Iscritti perconsentire la certificazione delle lorocompetenze e garantire prestazioni adelevata specializzazione al servizio deicittadini.Sono più di 20 le Commissioni di espertiformate dall’Ordine per il monitoraggiodi un ampio ventaglio di disciplinetecniche che si occupano della sicurezzadelle persone e del loro benessere, dellaqualità della città e dell’ambiente,dell’innovazione tecnologica, delrisparmio energetico e dell’ottimizzazionedelle risorse disponibili.Tutto questo è in linea con lo sviluppodella città che l’Amministrazione vuolepromuovere. La figura dell’Ingegnere ècruciale in tutte le fasi di realizzazionedelle opere e delle infrastrutture chesono necessarie a questo sviluppo, dallaprogettazione alla costruzione allagestione, soprattutto oggi, in un contestoallargato, sempre più attento ai temi dellasostenibilità.Le nuove normative sono un altro temaimportante. Penso alla pubblicazione delregolamento attuativo del Codice degliAppalti (D.P.R. 5 ottobre 2010). L’Ordinesi impegna ad approfondirne lo studio el’analisi per diffondere conoscenze epratiche corrette tra gli operatori delsettore.Da oggi lavoreremo insieme:● per studiare le nuove norme;● per razionalizzare e semplificare leprocedure amministrative applicabili aiservizi di ingegneria;● per garantire la massima partecipazionedegli operatori, lo snellimento dei tempi digara, la riduzione delle tempistiche diattuazione degli interventi;● per salvaguardare sempre e in ogni casola qualità dei lavori e prevenire i contenziosigiudiziali.Apriremo un Tavolo di studio e diconfronto nei seguenti ambiti: lavoripubblici, urbanistica, edilizia pubblica eprivata, impiantistica, ambiente, mobilità,energia, informatica, telecomunicazioni esicurezza dei luoghi di lavoro.Istituiremo un Comitato Tecnico Comunedi Milano – Ordine degli Ingegneri che siriunirà ogni due mesi per definire lemodalità operative necessarie alraggiungimento degli obiettivi che cisiamo proposti e inviare periodicamenteuna relazione del proprio operato a me eal Direttore Generale del Comune.“Ringrazio il Presidente dell’Ordine degliIngegneri, gli Iscritti e tutti coloro cheall’interno dell’Amministrazione comunalehanno contribuito aquesto risultato. ●


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriIl testo delProtocollo d’intesa.Ampia prospettiva di collaborazione su tanti temi dell’amministrazione comunale.Premesso:• Che l’Ordine degli Ingegneri dellaProvincia di Milano è uno degli OrdiniProfessionali più importanti d’Italia, conun numero di iscritti che superaattualmente le 12.500 unità.• Che l’Ordine degli Ingegneri dellaProvincia di Milano è tra le Istituzioni piùantiche della città, potendo vantarecontinuità di presenza e di azione fin dalladella propria fondazione – agli inizi del‘900 – e potendo contare sulla tradizionestorico-culturale e di impegno civico del“Collegio Ingegneri e Architetti”, cheopera in Milano fin dal lontano 1563.• Che l’Ordine degli Ingegneri dellaProvincia di Milano, tra i suoi compitiistituzionali più importanti, svolgefunzione di “tutela dell’esercizio della12professione”, e che ciò va inteso nonsolo come prevenzione da eventualiabusi, ma soprattutto come difesa dellaintegrità della professione di Ingegnere,che è tanto più utile alla collettivitàquanto più ne sono conservati i requisitiessenziali di qualità e di competenza esono garantite risorse adeguate peresercitarla.• Che l’Ordine degli Ingegneri dellaProvincia di Milano, con la volontà diaccrescere la propria utilità sociale, hadato vita ad un progetto di qualificazionedegli Iscritti, che culminerà con lacertificazione delle loro competenze inregime volontario e ne garantiràl’aggiornamento professionale continuo,al fine di garantire prestazioniprofessionali di elevata qualità especializzazione, al servizio dei cittadini edel territorio.• Che l’Ordine degli Ingegneri dellaProvincia di Milano, in virtù della ricchezzadel tessuto socio-economico e culturalein cui opera, rappresenta la Professione diIngegnere nella totalità delle sueespressioni e raccoglie Ingegneriappartenenti ad Aziende o Enti pubblici eprivati, Società e Studi di Ingegneria,Università e Centri di Ricerca, con unavastissima molteplicità di ruoli, diresponsabilità e di competenze.• Che l’Ordine degli Ingegneri dellaProvincia di Milano ha formato più di 20Commissioni di esperti, per lo studio, ilmonitoraggio e lo sviluppo di un numeromolto ampio di discipline tecniche, cheinteressano il territorio e la cittadinanzadel Comune di Milano, occupandosi inmodo particolare della sicurezza dellepersone e del loro benessere, dellaqualità della città e dell’ambiente,


dell’innovazione tecnologica, del risparmioenergetico e dell’ottimizzazione dellerisorse disponibili.Rilevato:• Che la professione dell’Ingegnerecostituisce attività di interesse generalefinalizzata a soddisfare le esigenze dellacommittenza nel rispetto della normativavigente nel nostro ordinamento.• Che la figura dell’Ingegnere risultacentrale nelle fasi di ideazione,pianificazione, analisi, progettazione,costruzione, monitoraggio e gestione diopere e infrastrutture, e che risulta altresìcentrale nella logica più ampia cheabbraccia la determinazione, la misura e laverifica delle prestazioni degli edifici e ditutte le altre opere di Ingegneria, in uncontesto allargato alla certificazioneenergetica, all’acustica e all’utilizzo ottimaledell’energia e delle risorse disponibili.• Che tale attività, tra l’altro, è volta allatutela dell’ambiente, alla conservazione deibeni culturali, monumentali, storici, delpaesaggio nonché dei beni immobili siapubblici che privati.Preso atto che:• E’ volontà espressa dell’Ordine degliIngegneri della Provincia di Milanoutilizzare le proprie prerogativeistituzionali e professionali, soprattuttoquelle più sopra descritte, per mettersi alSi conviene quanto segue:Art. 1 – FinalitàCon la sottoscrizione del presente Protocollo, ilComune di Milano e l’Ordine degli Ingegneri dellaProvincia di Milano intendono collaborare, ancheattraverso lo studio congiunto delle norme introdottedal regolamento attuativo del Codice degli Appalti(D.P.R. 5 ottobre 2010), alla razionalizzazione,semplificazione e standardizzazione del sistemadelle procedure amministrative applicabili ai servizidi ingegneria. La cooperazione sarà finalizzata alperseguimento dell’interesse pubblico di garantirela massima partecipazione degli operatori e losnellimento dei tempi di gara, nella prospettiva diridurre altresì le tempistiche di attuazione degliinterventi – salvaguardando nel contempo la qualitàdegli stessi – e di prevenire l’eventuale contenziosogiudiziale.Art. 2 – OggettoIl Comune di Milano, tramite le proprie struttureoperative e/o società partecipate e/o aziendecontrollate, e l’Ordine degli Ingegneri dellaProvincia di Milano concordano l’apertura di untavolo di studio e di confronto nei seguenti ambiti:lavori pubblici, urbanistica, edilizia pubblica eservizio delle Amministrazioni pubblichedel territorio in cui opera e, in modoparticolare, del Comune di Milano.Considerato che l’Ordine:• Intende prioritariamente perseguire unrapporto adeguato, chiaro e di reciprocacollaborazione tra cittadini, professionistie Pubblica Amministrazione in un quadrodi certezze temporali, atteso l’attualecontesto socio-economico in rapidissimaevoluzione, che trova nell’Ordine unluogo di sintesi delle conoscenzeingegneristiche.• Intende contribuire, anche inconsiderazione della imminentepubblicazione del regolamento attuativodel Codice degli Appalti (D.P.R. 5 ottobre2010), allo studio e all’analisi dellanormativa applicabile ai servizi diingegneria, nonché alla razionalizzazione ealla semplificazione delle relativeprocedure amministrative, con l’obiettivodi diffondere le conoscenze acquisite e lecorrette pratiche tra gli operatori delsettore.Considerato altresì che il Comune di Milano:• Detiene e sviluppa specifichecompetenze ed attribuzioni in materia dilavori pubblici, urbanistica, edilizia pubblicae privata, impiantistica, ambiente, mobilità,energia, informatica, telecomunicazioni esicurezza dei luoghi di lavoro.privata, impiantistica, ambiente, mobilità, energia,informatica, telecomunicazioni e sicurezza deiluoghi di lavoro. Particolare attenzione verràriservata alle problematiche relative a:• appalti di lavori pubblici e prestazioniintellettuali di ingegneria;• sicurezza del lavoro nei cantieri, alta vigilanza esorveglianza dei lavori, con particolare riguardo alleopere di urbanizzazione.• protocolli e controlli documentazione depositatasecondo legge 1086Art. 3 – Comitato TecnicoPer la trattazione delle tematiche di cui all’articoloche precede, verrà istituito presso la DirezioneCentrale ……………… del Comune di Milano unComitato Tecnico composto da:- Il Direttore Centrale……………… o suo delegato- il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri dellaProvincia di Milano o suo delegato- il Direttore di Settore………………..Il Comitato si riunirà ogni due mesi, definirà lemodalità operative per il raggiungimento degliobiettivi del presente Protocollo e invierà ogni seimesi una relazione del proprio operato al Sindacoed al Direttore Generale del Comune di Milano.Convenzionecon l’Ordinedegli Avvocatidi Milano.Poco prima di dare alla stampaqueste pagine, abbiamoavuto notizia della prossimasottoscrizione della Convenzione trail nostro Ordine e lʼOrdine degliAvvocati di Milano in materia dimediazione finalizzata alla conciliazionedi controversie civili e commerciali,a conclusione di un positivo eintenso lavoro congiunto.LʼOrdine degli Avvocati ha già istituito,tramite la Fondazione Forense,lʼOrganismo di Conciliazione ex lege18.6.2009 n° 69 allo scopo di favorireuna rapida composizione di controversie,evitando il ricorso allʼautoritàgiudiziaria.LʼOrdine degli Ingegneri ha ritenutoda parte sua di dover sostenere iniziativeorientate alla definizione extragiudiziaria delle controversie aventisostanziali contenuti tecnici. A tal fine,secondo il disposto della sottoscrivendaConvenzione, metterà a disposizioneelenchi di nominativi di ingegneriesperti ai quali attingere per lanomina di mediatori, mediatori ausiliarie consulenti da parte dellʼOrganismodi Conciliazione Forense,e allo scopo di interfacciarsicon questʼultimo creerà inoltre appositaCommissione di mediazione alproprio interno.Sul prossimo numero seguirà pertantouna più estesa trattazionedellʼargomento, al quale vieneattribuita grande attenzione eimportanza.Nota a cura di Maria Cristina Motta eRiccardo Pellegatta.


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriIl settore energia:mercato, innovazionee ambiente.“Un seminario importantein un momento cruciale”.Silvio Bosetti, direttore di EnergyLab, cosìcommenta l’iniziativa del primo grandeseminario sull’energia che l’Ordine degliingegneri organizza con la Fondazionemilanese il primo marzo prossimo.Il settore dell’energia è più che maiattuale. Lo scorso novembre laCommissione Europea ha approvato ilnuovo documento di indirizzo. Nell’esordio,senza alcun indugio, si legge “L’energia è ilcuore della nostra economia”. In venti annisono previsti investimenti per un triliardodi euro. In Cina vengono avviate 50 nuovecentrali ogni anno.Ma non è solo questione economica. Sipensi all’impatto sull’ambiente, al temadelle emissioni della CO 2 o a quello delrisparmio energetico. Ed in più è unargomento che deve fare i conti conl’impatto sul territorio, sulle insormontabilidifficoltà ad ottenere autorizzazioni percollocare le infrastrutture (reti ed impianti).Ci sono poi i temi sulle sceltetecnologiche: le fonti rinnovabili (solare edeolico) e il ritorno al nucleare, oppure ilrilancio del carbone con i sistemi disequestro della CO 2 .Le battaglie geopolitiche proseguono: qualigasdotti costruire tra l’Europa e la Russia equali con il nord Africa?E in Italia che succede ? Quali sono lepolitiche che si attuano per affrontare lesfide dei prossimi venti anni ?Infine un accenno ad un problema socialeenorme: nel mondo quasi due miliardi dipersone non hanno accesso all’energiaelettrica! Come affrontare questoargomento ?Perché gli ingegneri, perché a Milano.Per affrontare un problema complessooccorrono competenze ed una visionesistemica. Gli ingegneri posseggono questedoti e sono consapevoli del loro ruolo:non si possono sottrarre ad una presa diconsapevolezza ed ad un contributopropositivo.A Milano perché ci sono le grandi imprese14energetiche (si pensi ad ENI), leconoscenze universitarie (2.300accademici che si occupano di questoargomento), la sede dell’Autorità perl’energia, una tradizione di industrie e diservizi, istituzioni attente (a cominciaredalla Regione), l’Expo del 2015 che ha nelsuo titolo il termine “Energy”!Tanti interlocutori qualificati.Con un approccio pragmatico e snello, seben coordinati, si possono dire in pochiminuti concetti importanti e qualificanti. Ilprimo spunto non è quello di risolvere iproblemi, ma di indicarne i perimetri eporre delle chiare priorità. In una mattinaè possibile capire i passi per il ritorno alnucleare, gli investimenti dei gasdotti, lesoluzioni per il risparmio energetico, ilruolo delle regole di liberalizzazioni e tantialtri aspetti. Gli ingegneri milanesi possonoe debbono dare il contributo alla roadmap dell’energia!EnergyLab è una Fondazione noprofitche si propone di promuoverericerca, sviluppo e divulgazione nelsettore dell’energia e dell’ambiente.Sono partner fondatori la RegioneLombardia, RSE, le cinqueUniversità milanesi (UniversitàCattolica del Sacro Cuore,Politecnico di Milano, UniversitàCommerciale L. Bocconi, Universitàdegli Studi di Milano ed Universitàdegli Studi di Milano-Bicocca), laFondazione Aem, la FondazioneEdison e il Comune di Milano.


Il settore energia:mercato, innovazione e ambiente.Martedì 1 marzo 2011 ore 9Sala Conferenze - Palazzo Turati, via Meravigli 9/b, Milano.Programma09.00 Saluti introduttiviStefano Calzolari, Presidente - Ordine degli Ingegneri di MilanoGiovanni Azzone, Rettore - Politecnico di Milano09.30 Milano e Lombardia: protagonisti nella storia dell’energiaEnrico Cerrai, Presidente Commissione energia – Ordine degli IngegneriExpo 2015: il ruolo dell’ energiaGiuseppe Sala, Amministratore Delegato - Expo 2015Il mercato di gas ed elettricità: dieci anni di regolazioneRoberto Malaman, Direttore Generale - AEEGGreen Power: investimenti e tecnologie per le fonti rinnovabiliFrancesco Starace , Amministratore Delegato - Enel Green PowerL’opzione nucleare nel mondo e in ItaliaMarco Ricotti, Dipartimento energia – Politecnico di MilanoLe smart grid – Futuro delle reti elettriche e dei servizi energeticiMassimo Gallanti, Direttore dip. Sviluppo sistemi elettrici - RSEL’efficienza energetica in ediliziaEmilio Pizzi, Direttore dip. BEST, Building Enviroment Science and Technology -Politecnico MilanoEnergia e sicurezza negli approvvigionamenti – le grandi infrastruttureinternazionaliDomenico Dispenza, Direttore Generale – ENI GAS & POWEREnergia e territorioFranco Picco, Direttore Generale Energia e Reti – Regione LombardiaEnergia e servizi pubblici localiGiuliano Zuccoli, Presidente – Consiglio di gestione A2AL’Industria manifatturiera nel settore energiaAlberto Ribolla, Presidente - Energy ClusterFormare i nuovi ingegneri: il Dipartimento energia del Politecnico di MilanoEnnio Macchi, Direttore Dipartimento Energia - Politecnico di MilanoProgrammi e prospettive della ricerca in ItaliaGiovanni Lelli, Commissario – Enea12.50 Conclusioni: energia, ambiente, territorio.Roberto Formigoni, Presidente - Regione LombardiaModera: Silvio Bosetti, Direttore Generale - Fondazione EnergyLabL’EVENTO


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriCommissione sicurezzae igiene sul lavoro.Molto ampio il numero dei suoi membri perché la materia che tratta è articolata inquanto abbraccia specificità tecniche, gestionali, contesti operativi e ruoli funzionalimolto differenziati.Franco BaretichSi tratta di un organico piuttostonumeroso in rapporto ad altreCommissioni dell’Ordine,numerosità che deriva anche dall’ampiospettro di tematiche afferenti alla materia econseguentemente dall’ampio ventaglio dicompetenze ed esperienze professionali deimembri che compongono la Commissione.La materia, come detto, è di per sé moltoarticolata in quanto abbraccia specificitàtecniche, gestionali, contesti operativi e ruolifunzionali molto differenziati.Esiste un tema che sopravanza tutti gli altried è quello dell’effettività del quadronormativo in rapporto al contestoeconomico e produttivo italiano. In Italia,infatti, il numero medio di addetti perimpresa è pari a 3,6 ed il numero diimprese con meno di 10 addettirappresenta il 95% del totale,corrispondente al 47% dei lavoratori.Il tema della sicurezza (intesa come safety)è intrinsecamente e fondativamente legatoalla legge istitutiva dell’Ordine professionaledegli Ingegneri. Il Legislatore italiano avevainfatti consapevolezza che un tema cosìimportante, che impatta sulla salute delcittadino (bene non disponibile in baseall’Art. 32 della Carta Costituzionale) nonpoteva essere sottoposto in manieraincontrollata solo alle regole del mercato.Stupisce quindi che, paradossalmente, ilquadro normativo nato dal D. Lgs.626/1994 come recepimento di alcuneDirettive Europee abbia da un lato estesocon logica forzatamente iperliberista ilnovero dei soggetti “abilitati a faresicurezza”, dall’altro abbia delimitatol’azione formativa del nostro Ordineprofessionale alla sola platea dei propriiscritti. Crediamo inoltre che sia necessariorafforzare la partecipazione della categoriaal dibattito in essere sui temi della salute esicurezza sul luogo di lavoro, a cominciaredai processi di costruzione delle normespecifiche del settore si dovrebbeaccentuare il riferimento alle normetecniche applicabili. Consegue che lavolontà di incidere maggiormente nellacostruzione, così come nell’applicazionedella norma, unita alle amplissimearticolazioni della materia sonoimplicitamente collegate alla necessità dirafforzare una partecipazione che,riteniamo, debba basarsi su una strutturareticolare a più dimensioni.Nell’ambito della formazione universitaria sitratterà di rinforzare un canale già in essere,vuoi per l’esame di stato, vuoi per laformazione professionalizzante.16


Attività pregresse.- contenuti del documento di valutazionedei Rischi- contenuti del documento di valutazionedei rischi nelle strutture sanitarie- contenuti minimi del documento divalutazione dei rischi negli enti diformazione- applicazione dell’ articolo 7 del D.Lgs626/94 – adempimenti per contratti diappalto e forniture di servizi- la conformità degli impianti elettrici nelleattività produttive in funzione delcertificato di prevenzione incendi e delnulla osta di inizio attività- valutazione del rischio: ruoli specifici edintegrazioni tra medici competenti e tecnicidella sicurezza- Norme di comportamento da adottarenel corso di una ispezione e di uncontrollo.Assetto Organizzativo.Data la quantità degli argomenti ed ilnumero di soggetti coinvolti si è articolatala Commissione in GdL.La individuazione di GdL e Referentiidentifica semplicemente un modelloorganizzativo di razionalizzazione dellecompetenze e semplificazione dellerelazioni intra commissione.I GdL raggruppano quindi quei Colleghiche su base volontaria si sono dichiaratidisponibili a farsi carico di monitorare,analizzare, riflettere su uno specifico temadi interesse della Commissione in modoche tale tema possa essere poi esposto, giàelaborato, alla Commissione in plenaria.Il compito organizzativo principale delReferente del GdL è quello di stenderedue volte l’anno un breve rapporto diattività sul tema di cui è referente (eventinormativi, iniziative culturali, contatti,criticità specifiche…). Anche perché talerapporto costituirà un capitolo dellarelazione di attività della Commissione chela stessa deve produrre in base alledirettive della Presidenza dell’Ordine.Da questo lavoro è emerso che la nostraCommissione è già oggi strutturata perpresidiare i seguenti ambiti:FormazioneRelazioni con TerritorialiRelazioni con AIASRelazioni con SettorialiRelazioni con LegaliSegretario della CommissioneRelazioni col PolitecnicoTariffeRelazioni con MCRelazioni con PAL/PACRelazioni col Consiglio dell’OrdineRelazioni con Enti Normatori e dicertificazioneRelazioni col CROILRelazioni con Organi di VigilanzaGdL CNICon riferimento a quanto sin qui espostoed a quanto premesso circa la presenzadel Presidente vorrei cogliere questaoccasione per segnalare fra i tanti due temiai quali credo, potremo far seguire subitodelle azioni importanti, la prima specifica, laseconda credo di interesse generale.Tali azioni sono l’estensione della nostra“facoltà” formativa e l’intensificazione dellanostra partecipazione alla normazionetecnica. Su tali aspetti mi permetto dirichiamare l’aiuto del Presidentedell’Ordine. Nel primo caso nel nostroGdL formazione abbiamo immaginato unaccordo mirato col Politecnico sul temadella sicurezza nei luoghi di lavoro. E’questa per noi un’azione di assolutavalenza strategica perché solo cosìpotremo superare in tempi relativamentebrevi il vincolo di erogazione formativa dicui si è detto prima e consentire inoltreattraverso questo canale sia di realizzare lacontinuità formativa fra l’Università e laprofessione sia di fornire azioni funzionali aipiani di sviluppo della FondazioneLa seconda azione è invece, tocca dirlo,meramente mercantile: gli Enti normatori,personalmente conosco e frequentoattraverso canali aziendali UNI e CEI, mapenso che il discorso possa essere estesoanche ad altri, ammettono ai propricomitati tecnici un numero di esperti che èstrettamente collegato alle quoteassociative corrisposte. In passato talevincolo era gestito con una certatolleranza mentre oggi l’applicazione, aquanto mi consta, è assolutamente severa.In questo caso pongo quindi all’attenzionedel Presidente l’opportunità diincrementare il numero di quoteassociative dell’Ordine al fine di poterdesignare un maggior numero di nostrireferenti nei CT di interesse.Da ultimo (ultimo in quanto trattasi di unaspetto organizzativo interno) segnalol’importanza di dotare il sito dell’Ordine diuno spazio di lavoro condiviso per favorirele attività delle CommissioniIl presente documento descrive lacomposizione e l’assetto organizzativo dellaCommissione Sicurezza ed Igiene delLavoro e viene di regola aggiornato unavolta all’anno o nel caso di cooptazione dinuovi membri.Gruppi di Lavoro e Referenti.Al fine di aumentare la capacità elaborativae relazionale della Commissione vengonoindividuati dei gruppi di lavoro e deireferenti. La individuazione di GdL eReferenti identifica semplicemente unmodello organizzativo di razionalizzazionedelle competenze e semplificazione dellerelazioni intra commissione, ciònaturalmente non toglie ad ogni Membrodella Commissione la facoltà di farsi caricodi proporre attività e temi di discussione aprescindere dall’aver offerto la propriadisponibilità a fungere da referente o dalpartecipare ad un gruppo di lavoro.I GdL raggruppano quei Colleghi che subase volontaria di dichiarano disponibili afarsi carico di monitorare, analizzare,riflettere su uno specifico tema di interessedella Commissione in modo che tale temapossa essere poi esposto, già elaborato, allaCommissione in plenaria.I Referenti della Commissione sono queimembri che in base a competenze,disponibilità, relazioni, attitudine siassumono l’onere di fungere da puntofocale su uno o più temi di interesse dellaCommissione.Il GdL, se costituito, rappresenta il networkdi primo contatto del referente vuoi perconfrontarsi nello specifico, vuoi perfungere da back-up al Referente e adeventuali GdL esterni alla Commissione.I compiti del Referente sonoessenzialmente:1. Stendere due volte l’anno un breverapporto di attività sul tema di cui èreferente (eventi normativi, iniziativeculturali, contatti, criticità specifiche…). Talerapporto costituirà un capitolo dellarelazione di attività della Commissione chela stessa deve produrre in base alledirettive della Presidenza dell’Ordine2. Farsi carico di proporre iniziativetematiche (corsi, seminari, partecipazioni,coinvolgimenti ecc.)3. Richiedere l’inserimento all’OdG dellaCommissione di questioni relative ai temidi competenza;4. Costituire il primo punto di riferimentoper esprimere pareri e dirimere questionitecniche relative ai temi di competenza;Coordinare, ove costituito, il GdL..


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriRoadmap2050.Presentata a Milano la “Guida pratica per un’Europaprospera e a basse emissioni di carbonio”.La relazione è stata presentata aMilano il 28 ottobre presso laFondazione Cariplo.ROADMAP 2050 è una iniziativa dellaEuropean Climate Fundation (ECF) . E’ statoelaborato sulla base dei migliori datidisponibili nel settore industriale eaccademico: apre nuovi scenari e proponestrategie plausibili per raggiungere l’obiettivodella riduzione delle emissioni dell’80% entroil 2050.Il progetto considera l’insieme di 29 paesi(EU27, Norvegia e Svizzera)Gli obiettivi principali sono i seguenti:1) Esaminare la fattibilità economica e tecnicadella proposta di ridurre di almeno l’80%(rispetto al 1990) le emissioni di gas serraentro il 2050, riuscendo a mantenere stabili oa migliorare gli attuali standard di affidabilitàdel sistema di approvvigionamento di energiaelettrica, sicurezza energetica, sviluppoeconomico e prosperità.2) Individuare le implicazioni per il sistemaenergetico europeo nei prossimi 5-10 anni.L’approccio è di tipo retrospettivo cioè partedal risultato prefissato e lo verificaindividuando i punti in cui è necessariospezzare il corso degli eventi basato sulleattuali tendenze, per orientarlo in funzionedegli obiettivi futuri.Sono stati analizzati tre percorsi basati sull’usodi tecnologie disponibili in commercio o infase finale di sviluppo (energia eolica a terrae in mare, fotovoltaica, CSP, idroelettrica,geotermica, biomasse, nucleare, impianti acarbone e gas con CCS) in diversepercentuali:40% RES; 30% nucleare; 30% CCS60% RES; 20% nucleare; 20% CCS80% RES; 10% nucleare; 10% CCS(Viene preso in considerazione anche unoscenario con il 100% di energie rinnovabiliche prevede l’apporto di geotermia avanzatae l’utilizzo di energia solare dal nord Africa).18Pier Antonio CasellatoPer quanto riguarda in particolare l’energiasolare e quella eolica nei percorsi indicati siutilizzano in prevalenza quella solare prodottanel sud Europa e quella eolica prodotta alNord. L’uso combinato di diverse fonti dienergia permette di ridurre al minimo lenecessità di riserve e di bilanciamento deicarichi a fronte delle fluttuazioni giornaliere estagionali. A tal fine si rende indispensabileampliare la rete di trasmissione transeuropea.(Un particolare interessante è che perl’obiettivo 80% di decarbonizzazione, latrasmissione tra la Spagna el Francia èpotenziata da 10 a 47 GW). Sono inoltrenecessarie reti di distribuzione avanzate e confunzionalità di reti intelligenti.Per realizzare il progetto ci si dovràconcentrare inoltre sui seguenti punti:- Provvedimenti a favore dell’efficienzaenergetica, con risparmio sui costi e riduzionedella domanda- Sviluppo tecnologico ininterrotto eaccelerato- Gettare le fondamenta per la sostituzionedei combustibili fossili nei settori dell’edilizia edei trasporti con l’energia a emissioni zero ecarburanti a basse emissioni (ad es.biocarburanti della seconda generazione).- Riforma del mercato per garantireinvestimenti a lungo termine efficaci perl’economia.Si stima che il consumo annuo di energiaelettrica a emissioni zero nel 2050 sarà di4900 TWh, cioè un consumo superioreall’attuale del 40%. Rispetto allo scenariopreso a riferimento (compatibile fino al 2030con il rapporto WEO 2009 dell’IEA) entro il2050 la domanda di energia elettricacrescerebbe pure del 40% circa. ROADMAP2050 prevede un effetto combinato di unadiminuzione della domanda causata dallemisure di efficienza e di un aumento dovutoai nuovi impieghi nei settori delle costruzionie dei trasporti.La capacità di riserva prevista èapprossimativamente di 190-270 GW. (10-15% della capacità di generazione al 2050).In media si prevede l’installazione 5000 Kmqdi pannelli solari (0,1% del territorio) dei qualiil 50% saranno sui tetti.Le turbine eoliche per istallazioni esostituzioni saranno circa 100.000 (la metàinstallate in mare) La potenza di ogni turbinapotrebbe raggiungere i 7-10 MW.La trasformazione che si rende necessariainteressa tutti i settori connessi al consumoenergetico che producono emissioni. Deveportare allo spostamento di capitali in nuovisettori (ad esempio la generazione di energiaad emissioni di carbonio zero, reti intelligenti,pompe di calore).A breve termine il costo dell’elettricitàsupererà quello di riferimento ma ledifferenze tenderanno a scomparire le medioe lungo termine. E’ importante osservare chele valutazioni economiche considerano unprezzo medio del carbonio non inferiore a20-30 Euro per tonnellata di CO2e in unperiodo di 40 anni e che un prezzo elevatodel carbonio tende ad aumentare gliinvestimenti. L’aumento degli investimenti ècompensato da una riduzione dei costioperativi.ROADMAP 2050 mostra che i vantaggi diuna transizione verso le base emissioni dicarbonio sono superiori alle difficoltà. Latrasformazione del settore energetico che nederiva risulterà una strategia economicavincente per un’Europa più competitiva eprospera basata sulle basse emissioni.Un aspetto molto importante: affinché ladecarbonizzazione possa essere realizzataentro il 2050, occorre agire prima del 2015.L e note qui riportate costituiscono solo unrichiamo di attenzione su questo importanteprogetto la cui realizzazione costituisce unadifficile sfida. Per la sua descrizione, i datiquantitativi e le valutazioni economiche sirimanda alla copiosa documentazionedisponibile sul sito Internethttp://www.roadmap2050.eu/ .


LE SFIDE AMBIENTALI• Cambiamenti climatici dovuti allʼinquinamento dellʼaria• Perdita di terreni agricoli mentre necessità di nutrire 9 Mldii persone (2050)• Inquinamento, scarsità di acqua dolce e di strutture per lʼigiene• Uso non razionale dellʼenergia e dipendenza da fonti dilimitata durata• Limiti delle materie prime• Biodiversità in declino• Stili di vita sostenibili basati su scienza e coscienzaambientaliEFFETTO SERRAEffetto serra naturale (cioè senza alterazioni dovute allʼuomo)in gradi Kelvin255 K sarebbe la temperatura del pianeta senza gas serra288 K è la temperatura media del pianeta reale---------------+33 K è lʼeffetto serra naturaleComposizione dellʼeffetto serra naturale+21 K dovuti a H 2 0+ 7 K dovuti al CO 2+ 2 K dovuti al O 3 (ozono)+ 3 K circa dovuti ai restanti gas serra(Atmosphere, Weather and Climate di Roger G. Barry e Richard J. Chorley, 1992).CONCENTRAZIONE DI CO 2 NELLʼATMOSFERA• Durante 800 mila anni prima dellʼera industriale non hamai superato 300 ppm(misure ottenute dai carotaggi dei ghiacci)• Nel mese di Giugno 1958 ha raggiunto 317 ppm.......• nel mese di Giugno 2008 ha raggiunto 388 ppm• nel mese di Giugno 2008 ha raggiunto 389 ppm• nel mese di Giugno 2010 ha raggiunto 392 ppm(CO 2 Now.org)PRINCIPALI CAMBIAMENTI CLIMATICI AVVENUTINELLʼERA INDUSTRIALE---> aumento della temperatura---> aumento del livello del mare---> scioglimento dei ghiacciPERDITA DI TERRENI AGRICOLI PRO CAPITELa superficie coltivabile pro capite sta diminuendo:da 0,38 ettari pro capite nel 1970è scesaa 0,23 ettari pro capite nel 2000;si prevede sarà0,15 ettari pro capite nel 2050.(FAO: FATTI SALIENTI - ftp://ftp.fao.org/docrep/fao/011/i0765i/i0765i08.pdf)Dobbiamo fare i conti con:• Peggioramento della qualità dei suoli !!• Coltivazioni energetiche in competizione con lʼalimentazione!!INQUINAMENTO E SCARSITAʼ DELLE ACQUE• Inquinamento degli oceani, in gran parte di origine continentale• Inquinamento di corsi dʼacqua, falde e bacini• Diminuzione della biodiversità e delle risorse per la pesca• Fiumi che non raggiungono il mare; laghi in via di sparizione• Diminuzione di ghiacci, manto nevoso aridità / desertificazionedi suoli• Aridità / desertificazione di suoli• Impermeabilizzazione / erosione dei suoli per vento e dilavamento• Sprechi e usi irrazionali dellʼacqua vs carenze crescentiACQUA DOLCE PER USO UMANO• 1 miliardo di persone non hanno accesso a risorse idricheadeguate• 2,5 miliardi non hanno adeguati servizi igienico sanitariCOMMERCIO INTERNAZIONALE DI ACQUA VIRTUALEEsempi di acqua virtuale per produrre alcuni beni:• n. 1 foglio di carta A410 litri• 30 gr. di pane40 litri• hamburger da 250 g2400 litri• t.shIrt di cotone (250 g)2000 litri• n. 1 paio di scarpe di cuoio 8000 litri(da: Barilla Center For Food Nutrition - Water management)USO NON RAZIONALE DELLʼENERGIAE DIPENDENZA DA FONTI LIMITATEProblemi di aprovvigionamento:• Estrazione sempre più difficile e costosa da fonti fossili• Danni ambientali legati a tecniche di estrazione moltodistruttive• Inquinamento da estrazione e da residui (carbone,nucleare, ecc.)• Fonti alternative costoseEfficienza energetica• “Il 53% delle emissioni rispetto alla scenari di riferimentosarà dato da interventi di efficienza energetica”(valutazione AIE)• “Gli intereventi di efficienza energetica sono gli unici a nonavere costi sociali netti per tonnellata di CO 2 ”(da: Andrea Molocchi: Energia Ambiente e Innovazione 2/1010 - ENEA)BIODIVERSITAʼ IN DECLINOLa biodiversità è garanzia contro la fameEʼ indispensabile per la sopravvivenza del genere umanoNel corso degli ultimi cento anni, gli esseri umani hannoaumentato i tassi di estinzione delle specie di ben il 1.000volte rispetto ai tassi ambientali che sono stati più tipici ditutta la storia del pianeta.Circa il 10-30% dei mammiferi, uccelli, specie anfibie sonoattualmente minacciate di estinzione.(da Millennium Ecosystem Assessment, 2005. Ecosystems and HumanWell-being: Opportunities and Challenges for Business and Industry. WorldResources Institute, Washington, DC.)


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriAggiornamento possibile.Ma ...Siamo i primi a ritenere fondamentale l'aggiornamento professionale.Peccato che la nuova edizione delle Norme non aiuti!Iprofessionisti che fanno partedell'Ordine degli Ingegneri di Milanointendono con questo documentoporre in rilievo le numerose criticità legatealla emissione del D. M. 14 Gennaio 2008 edella relativa Circolare 2 Febbraio 2009, n°617 C.S.LL.PP. (d'ora in avanti NTC 2008 eCircolare, rispettivamente).Per prima cosa è bene rilevare chel'Ordine di Milano considera indefettibilel'aggiornamento professionale e che ogninuova edizione delle norme tesa amigliorare la progettazione e la verificadelle strutture è non solo benvenuta, masollecitata ed auspicata, posto che sianorispettati i requisiti minimi che un testonormativo deve avere.Dunque quanto sarà qui esposto non hacome obiettivo il rallentamento delladiffusione di procedure di calcolo piùmoderne, né un abbassamento del livellodelle verifiche e delle procedure dicontrollo: al contrario, lo scopo è quello direndere applicabili e ben note procedure diprogettazione, di calcolo e di controllo chesiano efficaci ed effettivamente applicabili.Quanto elencato nel seguito è pertanto lasintesi dell’esperienza sviluppata durantepiù di venti giornate di corsi diaggiornamento e approfondimento delleNTC 2008, organizzate, nel corso del 2010,dalla Commissione Strutture dell’Ordine diMilano, con la partecipazione di più di 500ingegneri.Questioni di fondo preliminari.Ruolo degli ingegneri non docentiuniversitari.Gli ingegneri non docenti universitari (la20stragrande maggioranza degli iscritti)rappresentano un insieme composito ovesono presenti differenti livelli di esperienzae di conoscenza. Ci sono senza dubbioingegneri con esperienza ancora limitata econ conoscenze ancora superficiali e nonmolto approfondite, per esempio a causadella giovane età o per esempio a causadel fatto di essersi occupati di altreproblematiche avendo poi mutato tipo diattività. Ci sono poi certamenteProfessionisti che hanno avuto difficoltà adaggiornarsi e che di fatto non conosconoancora completamente parte delletecniche oggi considerate normali ed allequali la normativa fa riferimento (peresempio l'analisi modale). Questi ultimiColleghi o hanno deciso di non occuparsipiù di un certo tipo di problemi, o hannofrequentato corsi e speso tempo percercare di aggiornarsi a volte anchedotandosi di nuovi software chedovrebbero in teoria risolvere tutti iproblemi.Ci sono tuttavia anche molti ingegneri chehanno maturato una significativa e durevoleesperienza che li pone in grado di valutarecon particolare attendibilità ed attenzionele ricadute che certe prescrizioni possonoavere sull'effettivo lavoro di progettazionecalcolo e supervisione nel mondo dellaingegneria reale, ove per reale non si vuoleintendere "di basso livello", ma piuttosto"effettivamente realizzata", "effettivamentecostruita". Altri, per il loro particolarelavoro, hanno maturato significativeesperienze e conoscenze, spesso neppurerappresentate in ambito universitario (sipensi allo sviluppo di importanti softwarespecifici per la ingegneria strutturale, o allavalidazione di modelli e procedure dicalcolo applicati a casi reali, o, ancora,all'intervento su strutture esistenti comeponti in c.a.p. ammalorati, o strutturestoriche aventi composizione ibrida estratificata soggetti a consolidamento,spesso casi in cui nulla è presente inletteratura applicabile al caso specifico,ecc., ecc.). Talvolta l'attività di questiesperti ha messo in rilievo problemi diapplicazione, dimenticanze, refusi, errorinella stessa normativa, o problemi discarsa applicabilità o di scarsarealizzabilità, o, ancora, incoerenze,genericità, od omissioni nel testo dellanorma.Si può dunque dire senza alcun dubbioche all'interno dell'Ordine degli Ingegneridella Provincia di Milano (come di tutti glialtri Ordini italiani) esistono alteprofessionalità non corrispondenti adocenze universitarie, che possonotranquillamente interloquire suproblematiche specifiche con elevataautorevolezza. Nonostante ciò non si hanotizia di un sistematico coinvolgimentodegli ingegneri più esperti nella stesuradelle norme, che di fatto sono state dasempre appannaggio degli ingegneridocenti universitari. Tuttavia, non sempreuna elevata specializzazione universitariacorrisponde, soprattutto per quanto èavvenuto nella università negli ultimidecenni con la progressiva perdita dellafigura del Docente Progettista, ad unaaltrettanto elevata conoscenza deiproblemi reali, né ad una sensibilitàsufficiente verso il grande mare deiproblemi di applicazione, o dicomprensione, coerenza e credibilità chele normative pongono quando applicate acasi, appunto, reali.Peraltro i veri destinatari del testo della


norma non sono i docenti universitari, chehanno ormai come unico compitoistituzionale quello di fare ricercascientifica di base e di insegnare, enemmeno, tutto sommato, i soli ingegneriparticolarmente esperti, bensì il grannumero degli ingegneri con buonaesperienza e capacità (ed anche altritecnici come Architetti, Geometri e Periti,con preparazione strutturale perdefinizione minore), che dovranno poiapplicare la norma sul campo epossibilmente bene, senza qui pro quo esenza facili scorciatoie legate all'uso delleprocedure automatiche.Ruolo degli EurocodiciIl ruolo degli Eurocodici è andatocrescendo negli ultimi anni: questi sonotutti stati completati e costituiscono ormaiun importante riferimento normativointernazionalmente accettato nonchépraticato non solo fuori dall'Italia, maanche fuori dall'Europa. Questa circostanzaè esperienza comune da parte deiProfessionisti che operano fuori dalcontesto nazionale. Peraltro, sebbene leNTC 2008 siano diverse per estensione etalvolta per contenuto rispetto agliEurocodici pertinenti, è ben evidente cheesse sono fortemente correlate ad essi edi questi, nella maggior parte dei casi(acciaio, legno, calcestruzzo armato)costituiscono una riduzione.Si fa sin da ora notare che questariduzione appare in diversi casiinsufficiente e mal organizzata (esempiopalese sono i capitoli normativi relativi allestrutture in acciaio).A parere dell'Ordine di Milano le NTC2008 e la relativa Circolare noncostituiscono un corpo di normativeautosufficiente essendo evidente che, perla necessità di sintetizzare un insieme dinormative molto esteso quale gliEurocodici, sono state tralasciate parti diquesti assolutamente indispensabili ad unacorretta applicazione.Né si può dire che le NTC 2008 e larelativa Circolare costituiscano un meroampliamento o adeguamento delle normepreesistenti, essendo marcata ladiscontinuità intervenuta a partire dallaemissione della Ordinanza 3274 OPCM.Se dunque da un lato, come vedremo, leNTC e la Circolare non costituiscono uninsieme autosufficiente, esse noncostituiscono una spiegazione e nemmenouna accettabile riduzione degli stessiEurocodici.Nel vasto insieme di prescrizioni esuggerimenti che costituiscono le NTC ela Circolare è possibile trovare parti chehanno avuto un esito molto diverso:alcune parti riescono ad essereautosufficienti ed applicabili, mentre altreno.Particolarmente delicato appare ilrapporto con gli Eurocodici quando sonointrodotte variazioni rispetto al formatodegli Eurocodici stessi, così da renderel'applicazione obiettivamente tortuosa espesso ingiustificatamente più complessa(si pensi ad esempio all'input della azionesismica).Differenza tra normaprestazionale e prescrittivaUna norma che voglia definirsiprestazionale dovrebbe enunciare obiettividi carattere generale e lasciare libero ilprogettista o l'analista di ottenerlimediante una pluralità di possibili approcci,presi dalla tradizione tecnica corrente, odesunti dai più recenti ed avvalorati studiin materia, o, ancora, ottenuti mediantespecifiche campagne sperimentali. Unanorma prestazionale per sua natura deveavere poche decine di pagine.Una siffatta norma potrebbe enumerare icodici di buona pratica e le normativeinternazionali atte a soddisfare i criteriprestazionali enunciati, ma dovrebbeevitare di mescolare regole generali di tipoprestazionale e regole specifiche di tipoprescrittivo. Contrariamente a quantoasserito da più parti, negli ultimi anninessuna delle normative nazionali (NTC2008, NTC 2005, Ordinanza 3274 esuccessive) era ed è di tipo prestazionale,essendo sempre abbondantementepresenti prescrizioni spesso tantodettagliate quanto difficilmente applicabili,e ciò per evidenti difetti di scrittura dellanorma, che assume implicitamente ipotesinon richiamate o che sotto intendeparticolari e discutibili modalità operative(si pensi ad esempio alla discutibile ipotesidi piano rigido).Per poter emanare una norma realmentedi tipo prestazionale, occorre potersifidare della buona fede e dellacompetenza di tutti i professionistichiamati ad applicare la norma stessa, e farleva sulla responsabilità civile e penale delprogettista. Se ciò non è possibile in uncerto contesto tecnico, perché vi sonoragioni per credere che comportamentideontologicamente scorretti, o sempliceignoranza, possano portare a progettazionierrate, che non si è in grado di perseguirecon certezza, allora è necessario emanarenorme di tipo prescrittivo che siano chiareed applicabili.L'Ordine degli Ingegneri di Milano ritieneche le norme NTC 2008 e la relativaCircolare non siano né compiutamenteprestazionali, perché abbondano diprescrizioni, né compiutamenteprescrittive, poiché spesso non dannoalcuna indicazione su come procedererimandando a "norme di comprovatavalidità", che però sono altra cosa rispettoalla parte prescrittiva della norma stessa equindi difficilmente riducibili ad essa,generando conflitti e contraddizioni tantoformalmente insolubili quantosostanzialmente non necessarie.E' peraltro significativo, ed anche triste pertutti noi ingegneri che ci troviamo aprogettare con le NTC2008, che nei dueanni e mezzo che ci separano dalla loroprima emissione, e nonostante lenumerose e molteplici criticità riscontrate,ancora non sia stata emanata una nuovaversione che recepisca le numeroseosservazioni raccolte.Natura delle formule di verifica.Le formule di verifica delle normativesono ideate per uno scopo tecnico, nonper uno scopo scientifico. Pertanto essedevono possedere il fondamentalerequisito della chiarezza, della semplicità edella coerenza con la precisione attesadai calcoli. Se per valutare unosfruttamento con un errore del 2%anziché del 5% si deve scrivere unaformula molto più complicata, è possibileche tale formula debba essereconsiderata una alternativa alla piùsemplice e non la sola proposta dallanorma.La scrittura di formule di verifica semplicie controllabili richiede uno specifico lavorodi semplificazione e di ideazione. Talelavoro è compito dei Normatori. Non ècompito dei fruitori della norma lasemplificazione della stessa mediante laestrazione di formule derivate chepossiedano i necessari requisiti disemplicità ed affidabilità. Il lavoro deiNormatori è dunque un lavoro diverso daquello dei ricercatori, e richiede specificheabilità tecniche, volte a raggiungerel'obiettivo della semplicità senza andare ascapito della affidabilità, ma semmaisacrificando una quota parte dellaprecisione della quale si riconosce lasostanziale illusorietà data la intrinsecaconvenzionalità dei calcoli eseguiti.Criteri di scrittura di unanormativa.In questa sezione verranno enumeratialcuni fondamentali requisiti che unaNorma per le Costruzioni dovrebbepossedere, avendo chiari gli scopi per iquali è emessa, ovvero costituire una basecomune per chi lavora nel settore dellecostruzioni.


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriChiarezza.Come qualsiasi altra legge una normativaper le costruzioni dovrebbe possedere inprimo luogo il requisito della chiarezza,limitando la necessità di dareinterpretazioni o di discutere sull'esattosignificato attribuito dal Normatore adeterminati concetti. Una prima immediataconseguenza di questo assunto è che unanormativa per le costruzioni non puòaccogliere al suo interno parti prescrittiveche si riferiscano a metodologie che sianoancora soggette a ricerca, o che possanoessere applicate con pericolosifraintendimenti. Ad esempio, l'Ordinanza3274 introduceva la analisi “pushover”omettendo di specificare le forti limitazioninecessarie alla applicabilità del metodo. Lesuccessive NTC 2008 hanno megliodelineato i limiti di applicabilità dellasuddetta analisi di “pushover”, ma di fatto siassiste ad un suo uso indiscriminatoapplicato a strutture esistenti (spessoirregolari, e per le quali anche le NTC2008 derogano alle regole generali sullapercentuale di massa partecipante) etutt'altro che in grado di esibire uncorretto comportamento plastico.Se professionisti di ventennale esperienzanon sono in grado di comprendere cosa sidebba fare, ciò vuol dire che la norma èscritta male.Fa inoltre parte della chiarezza di unanorma la ben evidente distinzione tra testodella norma e circolare applicativa. Unacircolare applicativa deve spiegare ciò cheè presente nella norma, non aggiungerenuove prescrizioni o riempire vistosi buchi.La Circolare della NTC 2008 aggiungeinvece intere parti omesse nel testo dellanorma.CoerenzaPosto che gli obiettivi della norma sianoquelli di ottenere calcoli aventi una certaprecisione appare del tutto illusorio efuorviante prescrivere metodologie checomportino un grado di precisioneincompatibile con gli errori legati alleincertezze dei dati di input. A taleproposito va osservato che nell'EurocodiceBasi della Progettazione Strutturale, checostituisce un riferimento obbligato alquale anche le NTC 2008 implicitamentesi riferiscono, è esplicitamente dichiaratoun errore di modello intorno al 20%. E’allora evidente che tutte le metodologie22che pretendono di ottenere precisioni divari ordini di grandezza superioricostituiscono, di per sé, un inutile onerecomputazionale ed anche, nei riguardi deimeno esperti, una palese sorgente diconfusione (si pensi alle accelerazionisismiche definite con quattro cifresignificative o all'uso di fattori di strutturacon tre cifre dopo la virgola generati daformule di normativa).Simbologia.La simbologia dovrebbe essere spiegata inuna apposita sezione e simboli egualidovrebbero essere usati, nelle varie partidella norma, per indicare le medesimegrandezze.E' inaccettabile che il necessario lavoro diomogeneizzazione della notazione siaomesso, e che la simbologia sia "buttata là"senza alcuna spiegazione.Scrittura delle formule.Le formule dovrebbero essere scrittecercando di renderle chiare e cercando diridurre al minimo il numero di operazionida farsi, a mano o con calcolatrice da tasca.Va infatti notato che non si deve e non sipuò prescindere da norme che si possanoin gran parte applicare anche a mano,magari partendo da risultati ottenutimediante elaborazioni. Se anche glialgoritmi di verifica sono totalmenteimpossibili da applicare a mano, come già imodelli di calcolo globali, il progettista èsostanzialmente lasciato nella impossibilitàdi applicare le regole della norma, se nonfacendo appunto uso di procedureautomatizzate, che però tendono aderesponsabilizzare ed a occultare ilsignificato fisico delle operazioni di verifica.Nella messa a punto di formule edalgoritmi di verifica la semplicità e lachiarezza non sono caratteristichedeteriori, ma caratteristiche fondamentalied intrinseche del lavoro del progettista,che deve poter disporre anche distrumenti di semplice uso che gliconsentano di acquisire dimestichezza coirisultati della analisi, e sicurezza sui risultatiottenuti. E' compito del Normatore ridurree modificare le formule di letteratura inmodo da dare loro un formato il piùpossibile chiaro e semplice, magarisemplificando termini il contributo dei qualinon può portare a sostanziali variazioni deirisultati.Sebbene da questo punto di vista gliEurocodici non possano essi stessi essereconsiderati un modello, le NTC 2008 e larelativa circolare hanno ulteriormenteaggravato il problema sintetizzando eriducendo il testo originario degliEurocodici, che spesso ammettevanoprocedure e metodi alternativi.Progressività della complessità.La maggior parte delle costruzioni èrelativamente semplice e le esigenze dieconomicità spesso non sono legate alrisparmio del materiale. Pertantoprogettazioni semplificate o semplicisarebbero altamente auspicabili, e cosìmetodi di chiara e rapida applicazione.Sembra quindi necessario che una buonanorma preveda metodi di diversacomplessità, da utilizzare a seconda delleesigenze.Nulla di tutto questo compare nelle NTC2008 e relativa Circolare. Al contrario, lamancanza dei completi riferimenti presentinegli Eurocodici corrispondenti, fa sì che invari punti la Norma difetti di quelleindicazioni che potrebbero aiutare ilprogettista a eseguire un progetto in modoefficiente ed affidabile.Controllabilità.Le regole di normativa devono esserecontrollabili anche senza l'uso di complessiprogrammi di calcolo. Diversamente iprogettisti sono nella impossibilità praticadi fare quei controlli ai quali giustamente fariferimento il Capitolo 10 della normastessa. Ciò non implica che la norma nondebba introdurre formule complesse, maimplica invece che la norma accolga, oltreai metodi complessi maggiormente precisi,anche metodi alternativi a favore disicurezza che abbiano i requisiti disemplicità necessari.


Controllo delle elaborazioniAllo stato attuale dello sviluppo storicodella Scienza e della Tecnica delleCostruzioni, ci si trova in una faseintermedia, nella quale le procedure dicalcolo automatico rese possibili dalprogresso tecnico scientifico degli ultimitrent'anni hanno consentito e consentonodi affrontare problemi di notevolecomplessità e di impossibile soluzionemediante tecniche di tipo tradizionale(operazioni con carta e penna, regolocalcolatore, calcolatrice da tasca), senzatuttavia che siano effettivamente possibilicontrolli sulle elaborazioni se non a prezzodi una sostanziale duplicazione del lavoro (controlli incrociati con modelli fatti daterze parti ed altri software).In altre parole, se i mezzi di calcolo sonomolto progrediti, non così i mezzi dicontrollo.La letteratura legata al rinvenimento didifetti nei programmi di calcolocommerciali (commerciali e quindi moltovasti, molto complessi, molto “user friendly”e continuamente aggiornati), è sterminatain tutti i campi dello scibile applicati allainformatica. Dunque la possibilità che leprocedure di calcolo automatiche, o pererrore di immissione dei dati, o per erratacomprensione del modo in cui fornire idati, o per incompetenza dell'utilizzatore, oper estrapolazione del funzionamento delsoftware a casi non programmati, o,ancora, per errori secchi deiprogrammatori, diano risultati inattendibilio errati è tutt'altro che ipotetica.Peraltro le norme non sono affatto scritteavendo in mente la loro programmabilità ecerto non da persone esperte nellaprogrammazione.Data questa situazione appare di fattovelleitaria la pur giustissima prescrizione delCapitolo 10 NTC 2008, di validare omotivare i risultati, stante il fatto che leformule, le procedure e gli algoritmi che lanorma rende in molti casiimprescindibilmente necessari sono spessoimpossibili da validare, se non ,appunto,mediante la duplicazione del lavoro fatta daterze parti con procedure softwaredifferenti. Sembra quindi necessario edimprescindibile affiancare alle procedure dicalcolo più complesse e sostanzialmentedestinate ad essere implementate sucalcolatore, altre procedure, che possanoessere facilmente messe a punto ancheusando mezzi molto più semplici. Se lanorma impone l'uso di procedure dielevata complessità, dovrebbe poi essere lastessa norma ad indicare le procedurealternative di semplice messa a punto chepossano essere affiancate a quelle piùcomplesse al fine di validare laprogettazione (non i risultati dellaprocedura complessa, che è ben altro ed infondo interessa poco, ma la progettazionevera e propria ovvero in definitiva idimensionamenti).Diversamente ciò che si ottiene è unaillusione di precisione e di affidabilità. Infatti laprecisione è subordinata alla correttezza delsoftware e del suo utilizzo: molto spessosono proprio i meno competenti acompensare la loro ignoranza mediante l'usodi pericolosissime procedure automatiche, avolte totalmente automatiche, che di fattoagiscono come protesi.Il controllo delle elaborazioni richiede chela norma preveda un "doppio binario",ovvero che se da un lato essa prevedegiustamente le metodologie più recenti ecomplesse essa dovrebbe anchecontemplare, o per la progettazione distrutture di minor impegno, o comeprocedure alternativa per validare ildimensionamento di strutture piùcomplesse, metodologie di tipo piùtradizionale o aventi la stessa semplicitàd'uso delle procedure tradizionali, in mododa rendere effettivamente possibile uncontrollo reale.In alternativa, di fatto, il controllo di CC3previsto da EN 1990 (verifica di terzeparti) deve di fatto diventare obbligatorio,pena un tipo di rischio diverso, ma non perquesto meno potenzialmente disastroso.Precisione ed illusione di precisioneNon si può non rilevare per la ennesimavolta che molti dei dati da cui partiamonei nostri calcoli sono affetti da pesantiincertezze, e che le stesse metodologie dicalcolo più avanzate di cui disponiamosono ben altra cosa rispetto alla realtàfisica. Per quanto riguarda le incertezze,l'uso di trattare statisticamente i dati haforse dato a qualcuno l'illusione che sipossa calcolare una probabilità di collassoche invece è cosa ben diversa (essendolegata al verificarsi di circostanze che nonsono affatto oggetto delle normative: diquesta fondamentale circostanza sonoben consapevoli gli esperti più seri chechiariscono che le metodologieprobabilistiche o peggio semiprobabilistiche servono solo a farevalutazioni relative e non assolute diaffidabilità). Per quanto riguardal'imprecisione di tutte le nostreprocedure di calcolo è da osservare cheè illusorio e controproducente l'usoindiscriminato e generalizzato diprocedure di calcolo molto complesse,poiché la maggior precisione di cui sonoportatrici é elisa dalle incertezze sui datidi input e dalla impossibilità pratica disvolgere una mole di calcoli o proibitiva,o fattibile solo a mezzo di procedureautomatiche di ardua validazione.Pertanto, anche tenuto conto delleproblematiche legate alla comprensione,alla applicabilità ed alla validazione, siritiene che certe esasperazioni dipresunta precisione (si pensi a certeformule molto complesse per i dominilimite, o al numero di cifre significativeper le PGA) siano del tutto inutili ecapaci solo di creare nuove non richiestee non necessarie complessità,appesantimento dei calcoli, maggioredifficoltà di validazione e verifica, ecc. ecc..Le formule di verifica sono in ogni casouna mera finzione. Esse debbono esserescritte avendo in mente la precisioneeffettivamente ottenibile dall'intero ciclodei calcoli (a partire dai modelli FEM, dailegami costitutivi, dai modelli per le azioni,dai fattori parziali, ecc.), senza annettere adesse precisioni incoerenti con quelledell'intero processo, e devono essereinventate avendo due fondamentaliobiettivi in mente: la semplicità (che non èun demerito, ma una virtù) e laverificabilità, possibilmente a mano ocomunque con strumenti semplici, (che èfondamentale).


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriAlcune criticità emersenell'esame di NTC 2008 e dellaCircolare, e possibili rimedi.Si elencano nel seguito, per brevità, soloalcuni esempi di alcune criticità che lanuova Normativa ha introdotto.Input sismicoLa definizione dell'input sismico è inutilmentecomplessa e la sua precisione illusoria. E'dunque necessario tornare ad unadefinizione dell'input sismico che sia piùsemplice e che possa essere applicata senzadare l'illusione di una precisione inesistente.Si sottolinea infatti che il lavoro necessarioalla valutazione dell'input sismico èsostanzialmente inutile poichè lavora suquella parte di precisione completamenteelisa sia dalle pesanti incertezze presenti neimetodi impiegati per la valutazione dell'inputsismico stesso, sia dalle incertezze relative almodello strutturale. Non si tratta quindi dipigrizia nell'applicazione della norma, ma dieliminare calcoli inutili ed illusori.Una buona soluzione, in analogia a quantofatto negli USA, è la creazione di mappe diisolivello, che possano essere consultateposizionando geograficamente il sito diinteresse.A differenza di quanto previsto dall'EC8, leNTC 2008 modificano sia Fo che T*C, nonsolo da sito a sito (il che porta a forticomplicazioni), ma anche a seconda dellaseverità del sisma atteso nel medesimosito. Dato che ciò implica l'impossibilità digenerare la risposta allo SLDsemplicemente ri-scalandoopportunamente la risposta allo SLV(perché muta la forma dello spettro), talescelta porta con sé la necessità di eseguirepiù analisi a spettro di risposta. Dato chenon si ritiene che la maggiore precisioneottenuta con questa complicazione siareale, ma solo illusoria, si chiede che sitorni alla formulazione presente nell'EC8.Analisi sismicaIl metodo di riferimento per l'analisi sismicaè l'analisi modale. Questa affermazionemanca nella norma, che affianca all'analisimodale, come se fossero equivalenti,metodologie che invece sono molto piùcomplicate, certamente non proponibili senon ad esperti, e comunque viziate daaltrettanti e più problemi di quelli dellaanalisi modale. Per la “time history” ilproblema sono evidentemente gliaccelerogrammi, che devono di fatto24sposare gli spettri di progetto e la enormemesse di dati che dalla loro analisi sigenera.Per la “pushover” il problema è che perapplicarla ci vogliono strutturealtissimamente regolari e plastiche, le qualiin pratica sono rare, soprattutto nellestrutture esistenti.La norma deve riconoscere che l'analisisismica è un calcolo intrinsecamenteapprossimato, e che le buone disposizionicostruttive sono ancora più importantidelle analisi non lineari.Gerarchia delle resistenzeIl metodo della gerarchia delle resistenze,anche se previsto dagli Eurocodici, non puòe non deve diventare un inferno recursivoin cui l'aggiunta di un ferro provoca lanecessità di un nuovo ciclo iterativo. Se loscopo è quello di favorire laplasticizzazione di certi elementi e ditenere in conto il possibile incrudimento,garantendo che gli elementi limitrofipossano portare le azioni plasticheincrudite, tale obiettivo deve poter essereraggiunto mediante semplici requisitiprogettuali, che non prevedano iterazioni infunzione della risposta strutturale, dato cheper sua natura questa è affetta da fortiincertezze.Fattore di struttura.La determinazione del fattore di strutturaè lasciata in molti casi alla cura delprogettista senza fornire alcuna linea guidaeffettivamente utilizzabile. Mancano infatticasistiche sufficientemente ampie per ladeterminazione del fattore di strutturastesso in casi non previsti dai pochi schemidella normativa.Le formule che generano i fattori distruttura danno luogo a numeri controppe cifre significative, del tutto illusorie.Combinazioni di verificaIl formato delle combinazioni di verificadegli Eurocodici, recepito dalle normeitaliane, dà luogo ad un numero dicombinazioni esorbitante. Al momento nonè ancora stato spiegato da nessuno comerisolvere questo enorme problema.Il formato semiprobabilistico per esserecorretto ed attendibile richiedeintrinsecamente un numero dicombinazioni troppo elevato.E' dunque da studiare e proporre qualchesistema alternativo atto a ridurre il numerodi combinazioni ad un numero gestibile,vale a dire nell'ordine di qualche decina enon qualche migliaio.Strutture in acciaio.E' particolarmente critico tutto quantoriguarda le verifiche in classe 4. Lemetodologie di Eurocodice parte 1-3 sonostate inserite di forza nella Circolare, senzaalcun tentativo di semplificazione se nonvolto a ridurre il numero di pagine, conconseguente omissione di parti che sonoinvece fondamentali per capire.Strutture esistenti.Qui la norma ha colmato un vuotointroducendo una procedura operativa,applicata comunque in passato daiprogettisti più sensibili ed accorti.Tuttavia, i continui rimandi ad altre partidella norma, operati anche nella circolare,complicano assai l’attività pratica e possonoindurre ad interpretazioni erronee, adesempio nell’utilizzo dei ÁM per lemurature nei casi statico e sismico.Inoltre gli sforzi conoscitivi profusi perconseguire il secondo livello di conoscenzaLC2 possono essere vanificati nel caso dellemurature, laddove non si possa testaresperimentalmente in fase di progettazionel’esito dei rinforzi in previsione, ciò cheappare certamente impossibile per leprogettazioni di opere pubbliche e per lamaggior parte di quelle private.


Dunque, ai lodevoli passi in avanticompiuti, soprattutto nel codificarel’approccio conoscitivo dell’esistente, nonsempre corrisponde una semplice e primaapplicabilità del nuovo quadro normativoche – peraltro – offre discrezionalitàprogettuale, ma anche eccesso di vincoli,codificando ad esempio tropporigidamente l’utilizzo delle caratteristichemeccaniche delle murature a seguito dellaloro classificazione e del livello diconoscenza.Infine pericoloso appare l’uso troppodisinvolto concesso all’analisi statica nonlineare, senza aver posto l’obbligo di unaanalisi di applicabilità e di discussione deisuoi esiti.• La norma non è prestazionale, maprescrittiva e molte delle sue prescrizionisono di difficile applicazione, stante lagenericità con cui sono descritte e laintrinseca cieca fiducia nella bontà dirisultati che spesso sono affetti a priori daerrori percentuali a due cifre.• La norma di fatto obbliga a usare gliEurocodici ai quali essa si è ispirata, matalvolta è in contraddizione con essi.Si chiede pertanto un intervento urgentedel Servizio Tecnico Centrale e delMinistero per correggere le NTC2008, conl’aiuto ed il supporto degli Ordini, al fine diconsentire agli ingegneri italiani dicontinuare a progettare in sicurezza e dicompetere con i propri colleghi europei.La Commissione Strutture dell’Ordinedegli Ingegneri della Provincia di Milano:Bruno Finzi (Presidente)Danilo CampagnaMichele CapèClaudio ChesiArturo DonadioMauro GiulianiPietro RomaniPaolo RugarliConclusioni.L'Ordine degli Ingegneri della Provinciadi Milano non ritiene che l'attuale testoNTC 2008 e relativa Circolare sianoadeguati per poter progettare everificare strutture reali e ciò per varieragioni.• La norma non è autosufficiente e non ènemmeno perfettamente coerente con lealtre (Eurocodici, ecc.).• La norma è inutilmente complessa inparti fondamentali.• La norma contiene errori e mancanzeche ancora non sono state corrette.


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriL’Ordine di Milanoe l’Europa.L’etica, la formazione continua, i rapporti con l’Università, l’inserimento deilaureati nel mondo del lavoro, la ricerca e l’innovazione, le tariffe…Come lapensano e come lavorano i nostri colleghi dell’antico continente..L’etica, la formazione continua, irapporti con l’Università,l’inserimento dei laureati nelmondo del lavoro, la ricerca e l’innovazione,le tariffe…sono temi di grande interesse edattualità comuni agli ingegneri dei paesieuropei. Il nostro Ordine è da anni incontatto con tre associazioni:Il “Col-legi Oficial d’Enginyers Industrials deCatalunya”L’URIS, « Union Régional des Ingénieurs etScientifiques Dauphiné-Savoie »Il « Verein Deutscher Ingenieure » (V.D.I:Associazione degli ingegneri tedeschi) deiLand Assia e Renania-Palatinato.Attraverso il V.D.I. siamo anche in contattocon l’Ingenieurkammer dell’Assia, che hafunzioni analoghe a quelle degli Ordini degliIngegneri italiani, come la tutela dellacategoria, il controllo sull’osservanzadell’etica, la compilazione delle tabelle deglioneri professionali, la verifica delle parcelle,etc. Riunisce soprattutto gli ingegneri civilied ambientali, per i quali l’iscrizione èobbligatoria. Milano è il “baricentro” diqueste organizzazioni.Gli incontri, organizzati e coordinati daAlberto Caleca, si tengono periodicamentea Milano e presso le sedi dei colleghi esteri.“CATMIL”(Catalogna-Milano), GREMIL(Grénoble-Milano), WIEMIL (Wiesbaden-Milano) sono le sigle adottate per indicaregli eventi.Le caratteristiche delle associazioni sonodifferenti da paese a paese: in Spagna inostri partner sono gli Ingegneri Industrialidella Catalogna ( Barcellona), in Germanial’interlocutore principale è il VDI, costituitoprevalentemente da dipendenti d’azienda.Ancora diversa è la situazione in Francia,dove esistono università e scuole di26Giuseppe Susaniingegneria a svariati livelli ed indirizzi.Nell’ultimo trimestre dell’anno 2010 si sonotenuti incontri a Wiesbaden, l’11 ottobre,nella sede del VDI (presenti GerdWeyrauther per il VDI, Rudiger Lexau perl’Ingenieurkammer, Caleca e Susani), aMilano il 25 ottobre con l’URIS (presenti C.Laissus, A. Mordant, J.J. Mousselon perl’URIS, Caleca, Franchi, Pellegatta, Rainero,Susani) e il 15 novembre con i colleghicatalani (presenti, Joan Vallvé e JosepMourino per i catalani, Caleca, Cerrai,Fassina, Franchi, Pellegatta, Susani).Nel mese di marzo 2011 sono inprogramma riunioni a Milano, Grénoble,Barcellona.In giugno è previsto a Milano un convegnocongiunto delle quattro organizzazioni.Il clima di amichevole e fattivacollaborazione che si è creato in questi anniha consentito di discutere e approfondireassieme diverse problematiche connessecon la nostra professione, con l’intento digiungere, con le esperienze e l’apporto ditutti, a soluzioni condivise e proponibili alleIstituzioni dei vari paesi. Uno degli scopi èanche quello di poter dialogare, in modocoordinato, con le Autorità europee diBruxelles (U.E.)I temi trattati nelle ultime riunioni:I corsi di laurea.In Germania i docenti delle nove maggioriuniversità d’ingegneria hanno espressoparere negativo sul “3+2”. Le industrieperaltro utilizzano volentieri gli ingegneritriennali.Come da noi, esistono perplessità circa lecompetenze. L’Ingenieurkammer proponeche solo dopo 3 anni di esperienza praticaai triennali vengano riconosciute discretecompetenze.In Francia si diventa ingegneri a diversi livellie attraverso differenti corsi di studio. Ildiploma può essere conseguitofrequentando le Università e le GrandesEcoles, ma anche attraverso le industrie el’esperienza.I titoli di studio non sono protetti dallalegge. Il “3+2” non esiste.Altra situazione in Spagna. Essendol’istruzione media superiore limitata a 4anni, è stato recentemente istituito il “4+2”.Dopo 4 anni di studi universitari siconsegue il “grado”, e dopo altri 2 anni il“master” in ingegneria.Il “grado” dà diritto al titolo di “ingegneremeccanico, elettrico, chimico, etc.; colmaster si diviene “ingegnere industriale,civile, etc., con più ampie competenze.Sulle differenti competenze derivanti dalgrado e dal master non ci sono ancora ideeprecise.La formazione permanente.In Germania solo gli iscrittiall’Ingenieurkammer sono obbligati afrequentare corsi di formazione eaggiornamento della durata di 2-3 giornil’anno. Anche V.D.I. e università organizzanocorsi di formazione e aggiornamento.Partecipando a corsi post lauream,riconosciuti dalle università, gli ingegneritriennali possono acquistare crediti validiper il conseguimento della laureaspecialistica.In Francia le imprese hanno l’obbligo di fareformazione per i dipendenti, destinando atale scopo una quota del loro bilancio.Università, Grandes Ecoles, enti pubblici eprivati, imprese, organizzano questi corsi,ma solo una parte dei dipendenti lifrequenta.La qualificazione professionale può esserericonosciuta e valorizzata con la“Valorization des acquis d’expérience”,


conseguibile con un curriculum di almeno3 anni di esperienza pratica.In Catalogna la formazione continua èimposta da una legge del 2006, cheprevede corsi annui della durata da 3 a 24ore. Anche qui i corsi sono organizzatidagli enti professionali, università, imprese.Molte imprese li tengono al loro interno.L’osservanza o inosservanza della leggenon è controllabile: l’impegno dellaformazione continua è quindi soprattuttodeontologico.La Ricerca e l’Innovazione (RI).Se ne è parlato particolarmente con icolleghi catalani. In Spagna l’1,27% del PIL èdestinato a RI, in Catalogna circa l’1,5%,cioè più che in Italia.Il Collegio di Barcellona ha istituito “Premialla creatività” per tesi di laurea e dottoratidi ricerca.Alcune università sono delegate acertificare l’effettiva RI condotta dalleimprese. Esiste pure un “Osservatorio dellacompetitività delle imprese”, costituito dauna commissione di 50 ingegneri chevaluta i risultati raggiunti. Le spesesostenute per RI sono defiscalizzate.(Anche noi dovremmo prendere esempio).L’Etica Professionale.Si auspica la costituzione di una “carta eticaeuropea” che riunisca e armonizzi i codicietici professionali esistenti presso i varipaesi. L’Ordine degli Ingegneri di Milano stalavorando in questo senso.Le tariffe professionali.In Germania sono state pubblicate lenuove tariffe professionali(Honorarordnung) valide in Germania. Laloro obbligatorietà è limitata allaprogettazione in campo civile; non è estesaalle consulenze. Le tariffe sono calcolatesu percentuali del costo dell’opera.Altri argomenti trattati:La delocalizzazione delle industrie.Il problema energetico.La retribuzione degli ingegneri nelleimprese: in Germania e in Francia sonosensibilmente più vantaggiose che da noi.Il fabbisogno di ingegneri nel mondo dellavoro: la Germania lamenta un notevolesaldo negativo tra domanda e offerta.Per questo le ditte tedesche assumonolargamente i laureati ingegneri dell’EuropaOrientale.L’orientamento degli studentiverso l’università: come in diversipaesi d’Europa, anche il nostro Ordine hain programma per il prossimo anno la“Giornata dell’Ingegnere”, che ha lo scopodi presentare al pubblico la nostraprofessione e dare ai giovani uno stimoloalla scelta della laurea in ingegneria.


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriIl Piano di Governodel TerritorioLa grande metropolista ridefinendoil proprio sistemacittà in un’otticadi partecipazionee di innovazionecon lo strumentodel PIANO DIGOVERNO DELTERRITORIO.L’Ordine di Milanoha dato il propriocontributocon una seriedi osservazioniche pubblichiamointegralmente.28Sulle pagine di questa Rivista, nel n. 48 del mese di aprile 2010, abbiamoaffrontato in linea generale il tema del “sistema città”, le sue regole e lanostra funzione.L’Ordine è portatore di interessi diffusi e l’obiettivo sta proprio nell’offrire uncontributo all’emanazione di normative chiare e dai tempi certi nell’applicazione, atutto vantaggio di una attività economicamente efficiente.Abbiamo auspicato piani urbanistici non più prescrittivi ma prestazionali epartecipativi, elevando al ruolo di attore l’utente stesso, con gli opportuni presìdi perevitare che il metodo divenga inefficace quando si contrappongano forti logiche diparte. Abbiamo anticipato in quelle pagine un nostro ritorno sull’argomento, orariproposto a seguito dell’avvenuta adozione della bozza di P.G.T. lo scorso 13/14luglio 2010.


Milanoper scelta.Il commentodi Carlo Masseroli.Ho iniziato il mio lavoro di assessore all’urbanistica 5anni fa e da subito ho voluto camminare e attraversaretutti i quartieri della città conoscendo unaMilano spesso nascosta e non raccontata da nessuno.Ho incontrato cittadini, comitati, associazioni, imprese profite no profit. Tutti si chiedevano del perché non accadessequella o quell’altra cosa, del perché agli annunci letti nonconseguissero fatti, del perché a servizi attesi o promessinon corrispondessero azioni concrete.Ho capito da subito della necessità di nuove regole per unacittà vivibile, libera e solidale.La stampa, gli imprenditori e gli architetti hanno parlato diqueste nuove regole come fredda collezione di numeri:• il piano dello stop al consumo del suolo (oggi 73% consumato;nel 2030 65%)• il piano dei servizi di prima necessità raggiungibili in 10minuti a piedi da qualsiasi punto della città• il piano della riscossa del Parco Sud. 42 milioni di mq diverde oggi sconosciuti e poco accessibili• il piano della riqualificazione delle aree degradate eabbandonate• il piano dei 22 nuovi parchi cittadini pari ad oltre 5.000nuovi campi da calcio• il piano dei 219 km di linee su ferro (oggi 75)• il piano dei 30.000 alloggi in housing socialeTutti numeri veri ma se privi di una idea, una traiettoria, unsignificato, diventano solo una serie di oggetti. E la città,come ha ricordato il nostro Arcivescovo nel “Discorso allacittà” in occasione della festività di Sant’Ambrogio, è fatta dipersone oltre che di case, è collegata da relazioni prima cheda strade, illuminata dall’energia della solidarietà prima chedai cavi dell’elettricità.Ed è proprio questa sfida la vera ambizione del Piano, danoi sintetizzata nel suo titolo: Milano per scelta. Vale a direpoter dire e sentir dire con convinzione io scelgo Milano.Scelgo Milano per vivere, scelgo Milano per far crescere imiei figli, scelgo Milano per il mio business, scelgo Milanoper studiare, scelgo Milano per divertirmi, scelgo Milano!Perché accada c’è bisogno del nostro impegno, della nostraresponsabilità, della nostra libertà: c’è bisogno di ciascunodi noi. Questo è il cuore del Piano!Abbiamo voluto predisporre una piattaforma flessibile chedia spazio a chi ha voglia di contribuire allo sviluppo dellacittà. Quello che abbiamo scritto non è ‘solo’ un piano urbanistico,è un nuovo sistema di welfare.Provo a spiegarmi meglio.Il principio di queste nuove regole è: se scatena l'iniziativadelle comunità, dovremmo farlo. Se la ammazza, nondovremmo.Per essere sempre più espliciti provo a fare degli esempi.Come l’amministrazione ha operato negli ultimi trent’anni?Cosa non ha funzionato e come le nuove regole rispondonoai limiti registrati?I vecchi strumenti urbanistici si fondavano su due parolechiave: centralismo (bisogno di servizi predefinito e immutabilenel tempo) e uniformità (poco, ovunque e uguale pertutti)Oggi abbiamo proposto che siano sostituite da: sussidiarietà(ognuno in qualsiasi momento definisce quali e quantiservizi chiedere a chi vuole) e flessibilità (molto e dove a chiserve)EsempioUn operatore di servizi profit o no profit, una associazione,un gruppo di cittadini si propone di rispondere ad un bisognodi chi vive nel quartiere Porta Romana (1 degli 88 quartieridella città)1 - Sceglie nella lista dei servizi prioritari votata dal consigliocomunale sulla base dell’ascolto del territorio (es. asilo,scuola secondaria, piscina, biblioteca, albergo low cost)2 - Chiede la registrazione nell’elenco dei soggetti pubblicie privati accreditati all’erogazione di tali servizi, secondo criteridi merito e qualità3 - Attiva uno di tali servizi grazie alla disponibilità di aree evolumi totalmente gratuiti (es. apertura di uno dei servizisopracitati in una parte o nella totalità di edifici esistenti o dinuova costruzione) Alla logica del “prodotto” (in questa area“x”, va costruito il servizio specifico “y”) si è sostituita la logicadel “processo”. Il Piano non va quindi ad indicare unrisultato finale, ma va a definire un metodo che di volta involta verrà utilizzato da chiunque desideri progettare e fornirenuovi servizi.Perché le nuove regole possano sprigionare l’energia e lacreatività di tutti noi è necessario che ognuno di noi esplicitiil proprio interesse. Ciò che preoccupa non è il conflitto diinteressi ma la totale assenza di interessi.La metropoli invivibile non è una fatalità, non è un destinoinevitabile. Noi insieme lo proveremo, noi insieme cercheremodi costruire la Milano del terzo millennio.Non la città ideale perché non esiste, ma la città che ciascunosceglierà come propria.● una questione di immaginazione.● una questione di volontà.● una questione di intelligenza collettiva.● una questione di metodo.Ma quando vedo ciò che è già stato realizzato,ho fiducia in quello che potremo fareinsieme.


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriIl PGT.Vediamo com’è fatto.A cura di Riccardo PELLEGATTA, coordinatore dell’Area Ambiente e Territorio,presidente Commissione Urbanistica;Mario AMADASI, presidente Commissione Ambiente;Salvatore CRAPANZANO, presidente Commissione Infrastrutture e Trasporti.Prima di entrare nello specifico,riteniamo utile ricordare che ilPiano si articola nei seguentidocumenti fondamentali, ai sensi della L.R.n.12/2005 s.m.i, tra loro interconnessi.1. DOCUMENTO DI PIANODefinisce obiettivi, strategie e azioni dellepolitiche urbanistiche comunali. Individua gliAmbiti di Trasformazione, le aree per ilrinnovamento dell’intero tessuto comunale,e i nodi della rete infrastrutturale eambientale al fine di riqualificare ampie areedegradate/dismesse e restituire alla cittàspazi oggi interclusi e luoghi irrisolti.Le aree di interesse strategicocomprendono circa 42 milioni di mq. (pocomeno di un quarto dell’intero territorio)fra i quali scali ferroviari in via didismissione, aree militari, aree occupate daimpianti, aree del grande bacino dei Piani diCintura del Parco Sud.Obiettivo del Piano è la realizzazione dinuove centralità urbane e ambientali, nuovitracciati infrastrutturali, spazi aperti, nuovitessuti edilizi qualificati dalla presenza diservizi e da un mix funzionale in grado digenerare un rinnovamento non solo neglispazi delimitati dagli Ambiti diTrasformazione, ma anche nell’interoquadrante urbano di appartenenza.Si tratta di indicazioni precisate nelDocumento, qui riportate, chel’Amministrazione potrà suggerireall’operatore privato secondo un principiodi interesse pubblico in grado di correggeresquilibri esistenti e implementare attivitàpropulsive già in atto.2. PIANO DEI SERVIZIPrincipalmente cataloga i servizi pubblici edi interesse pubblico esistenti a livellocomunale e sovracomunale, verificandone ifattori di accessibilità, fruibilità e qualità.30Accerta la domanda di servizi espressadalla cittadinanza, indica in quali casi imutamenti di destinazione d’uso di aree edi edifici comportano una variazione delladotazione dei servizi stessi, disciplina ladestinazione delle aree da acquisire tramitela perequazione urbanistica e iltrasferimento dei diritti edificatori,promuove e recepisce la formazione delPiano Urbano Generale dei Servizi delSottosuolo (PUGGS) parte integrante delPiano dei Servizi stesso.I servizi sono definiti come appartenenti adue categorie: quella del verde urbano edelle infrastrutture per la mobilità e quelladei servizi alla persona. Quelli della primacategoria hanno natura indispensabile,prescrittiva e vincolante.3. PIANO DELLE REGOLEPrincipalmente individua e disciplina gliambiti del Tessuto Urbano Consolidato delterritorio comunale, indica gli immobili e learee assoggettate a tutela e salvaguardia inbase alla normativa regionale e statale,recepisce le prescrizioni e attua gli indirizzidel Piano Territoriale di CoordinamentoProvinciale, individua gli ambiti sottopostialla disciplina del Parco Agricolo Sud e delParco Nord , individua e disciplina le aree divalore paesaggistico-ambientale e indica ivincoli per la difesa del suolo.Il Piano definisce i parametri urbanistici edisciplina le destinazioni d’uso e i loromutamenti. Attribuisce agli ambiti delTessuto Urbano Consolidato un indice diutilizzazione territoriale unico pari a 0.5mq/mq che genera diritti edificatoriperequati, e definisce altresì l’ambito diapplicazione della perequazione urbanisticasulla base dei criteri contenuti nel citatoDocumento di Piano.Nel testo viene prescritto che laperequazione urbanistica è finalizzataall’acquisizione da partedell’Amministrazione Comunale dei suoliper il verde urbano e le infrastrutture per lamobilità, e che l’esercizio della stessa saràcoordinato da un soggetto a maggioranzapubblica.Edilizia residenziale sociale, ediliziabioclimatica e risparmio energetico,attuazione del Piano, definizione e disciplinadei Nuclei di Antica Formazione, degliambiti contraddistinti da un DisegnoUrbano Riconoscibile, degli ambiti diRinnovamento Urbano, delle areesottoposte alla normativa dei parchiregionali, sono altre principali tematiche delPiano delle Regole qui semplicementerichiamate per brevità nel loro titolo.Reticolo idrografico, classificazione delleattività commerciali e relative superfici,criteri di accessibilità, norme finali etransitorie, piani attuativi obbligatori ecompletamento dei piani di zona, integranoinfine il complesso articolato dellanormativa, assai tecnico e specialistico.Come già detto il P.G.T. è statoadottato il 13/14 luglio 2010 edentro il 14 febbraio 2011, esauritala fase delle controdeduzioni alleosservazioni presentate dagliinteressati, dovrà ricevere ledeliberazioni definitive da partedel Consiglio Comunale.


Il contributodel nostroOrdine.Nel dettaglio, vediamole valutazioni dellecommissioniUrbanistica, Ambiente,Infrastrutturee Trasporti.Il nostro Ordine, tramite le proprie tre CommissioniURBANISTICA, AMBIENTE, INFRASTRUTTURE ETRASPORTI dell’Area Ambiente e Territorio, ha esaminato imolteplici contenuti del Piano di Governo del Territorio adottatolo scorso 13/14 luglio 2010 e ha formulato le proprie valutazioniriferite soprattutto a tematiche generali, in virtù dell’interessediffuso rappresentato. I componenti delle Commissioni, che quiringraziamo per la collaborazione professionale prestata, sonoelencati a pagina 46.Le valutazioni si sono ovviamente dovute limitare soltanto adalcuni dei molti argomenti e temi disciplinati.Si premette apprezzamento per la suddivisione organica deicapitoli e per la chiarezza espositiva, comparata alla complessitàdelle tematiche afferenti il territorio, e per i contenuti disemplificazione e liberalizzazione introdotti da tempo auspicati.Le considerazioni espresse come risultato delle verifiche deicontenuti del P.G.T., di condivisione su alcuni temi ma anche esoprattutto di forte richiamo di attenzione su altri, vanno intesequale impulso propositivo per assicurare competitività e sviluppoordinato a Milano, città regione configurata da un sistema di piùaree strategiche e da un contesto socioeconomico globalizzato inrapida evoluzione, contraddistinto da rilevanti complessità emolteplici criticità.Il nuovo quadro di meccanismi di perequazione, di contrattazioneper gli ambiti di trasformazione, di densificazione, diprogrammazione e di gestione dei servizi, richiama tuttavial’urgente bisogno di ridefinire un diverso rapporto tra cittadini,operatori, aziende e Pubblica Amministrazione al fine dellarealizzazione tempestiva dei Servizi, stabilendo subito priorità,tempi e competenze necessarie.L’articolato del P.G.T. adottato introduce opportunamentel’indifferenza funzionale, sancisce il libero passaggiotra le destinazioni, definisce l’indice unico el’istituto della perequazione per consentireall’Amministrazione comunale di acquisire aree dadestinare a verde pubblico e infrastrutture per lamobilità.Ne consegue una pressante improcrastinabile richiestaall’Amministrazione Comunale di strutture e proceduresemplificate, finalizzate in primis ad un ruolo di regia prima ancorache di controllo del corretto uso del territorio e ciò conl’introduzione di nuove figure manageriali con competenzeallargate che la stessa Amministrazione deve ora mettere incampo, onde evitare che alla snellezza operativa del Piano sicontrappongano ostacoli alla sua stessa applicazione, specieladdove sono previsti convenzionamenti o sia richiesto ilnecessario coinvolgimento di più settori della Amministrazione.Seguono le 18 Osservazioni ai documenti del P.G.T.:● Piano dei Servizi (n° 5)● Generale (n°1)● Piano delle Regole (n°12)


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriPGT - le nostre osservazioniPIANO DEI SERVIZINORME DI ATTUAZIONEPUGSS(Art. 1 – Natura e contenuti)ABSTRACT - Leggi nazionali e regionali obbligano i Comuni a redigere il PianoUrbano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS).Le leggi, ma ancora di più l’esperienza e il buon senso, richiedono che sia benconosciuto lo stato di fatto dei vari sottoservizi e delle varie infrastrutture presentinel sottosuolo alle diverse profondità.Disporre di una grande mole di dati conoscitivi, validati in un apposito e organicoData Base vettoriale, è indispensabile per riqualificare le reti esistenti nellearee urbane consolidate e in quelle votate ai futuri grandi interventi di scalaurbanistica e territoriale.Risulta sempre più necessario conoscere vincoli, criticità e potenzialità del sottosuolo(gallerie e stazioni metropolitane, parcheggi interrati, pozzi, cunicoli,polifore, ecc).Per una Milano che vuole continuare a crescere, il Piano Urbano Generale deiServizi del Sottosuolo (PUGSS) è un elemento irrinunciabile per ridurre in modosignificativo i costi di intervento – sia diretti che indiretti - e per ridurre i costidi gestione, che altrimenti non possono che ripercuotersi negativamente sulleattività economiche e sociali della Città.to alla necessità:• di predisporre un quadro conoscitivo completo e organico dellostato di fatto• di recuperare tutte le informazioni dagli Enti gestori e renderlecoerenti e aggiornabili• di individuare gli elementi di criticità e di vulnerabilità delle stradee delle reti• di delineare il piano degli interventi di infrastrutturazione e dellepriorità• di corredare il piano con un quadro di sostenibilità economicaLe aree di trasformazione interessano a Milano una parte rilevantedi territorio e potranno quindi costituire lʼoccasione per estendereil sistema di infrastrutturazione previsto dalla legge regionale.Disporre di un PUGSS ben articolato aprirebbe a Milano, e perMilano, una grande novità nel processo di urbanizzazione del sottosuolocome quarta dimensione della città, congruente con unordinato governo delle funzioni che si svolgono sia in superficieche nel sottosuolo stesso.Lʼart. 1 comma 2.f recita che il piano dei Servizi promuove erecepisce la formazione del Piano Urbano Generale deiServizi del Sottosuolo (PUGSS) come parte integrante delPiano dei Servizi stesso, così come disciplinato dallʼart. 9 comma8 della L.R. 12/2005 s.m.i.. Il PUGSS non risulta ancora allegatoal P.G.T. (v. nostri precedenti apporti in data 03/12/2009) e nonrisulta presente una lettura dello stato di fatto.Sarebbero pertanto necessarie indicazioni di programmazione peruna problematica così importante e complessa, nonché verifichedei servizi negli ambiti di trasformazione.Per altro il sottoscritto Ordine ha preso atto con soddisfazione cheil Comune di Milano ha già avviato la predisposizione del Piano delSottosuolo (BURL n.20 del 19/05/2010) e richiama in estrema sintesiquanto scritto a codesto Comune in data 16/06/2010 in meri-32


PGT - le nostre osservazioniCAMBI DI DESTINAZIONE D’USO,REGIME TRANSITORIOE CONTRIBUTIVO(Art. 5, commi 1 e 2 NdA del PdR e art. 9,comma 3 NdA del PdS)ABSTRACT - Si tratta della liberalizzazione delle destinazioni d’uso. L’articolatodel P.G.T. adottata introduce opportunamente l’indifferenza funzionale e sancisceil libero passaggio tra le funzioni salvo il caso, specificatamente regolamentato,del mutamento di destinazione dell’uso produttivo. A motivo anche dirichiami a precedenti normative, l’osservazione presentata ha un contenutoprettamente tecnico-specialistico.Il combinato disposto degli articoli in epigrafe ha introdotto ilprincipio della liberalizzazione delle destinazioni dʼuso (v. art. 5,comma 1 NdA del PdR, ai sensi del quale “Le destinazioni funzionalisono liberamente insediabili, senza alcuna esclusione esenza una distinzione ed un rapporto percentuale predefinito”),con possibilità di passaggio da una destinazione dʼuso allʼaltra,senza che ciò comporti lʼobbligo di cessione (o monetizzazione) diaree per le dotazioni di servizi, salvo in caso di mutamento di destinazionedallʼuso produttivo ad altra destinazione (v. art.9, comma3 PdS).Nondimeno, lʼart. 5, comma 2 del PdR, nellʼammettere sempre ilpassaggio da una allʼaltra destinazione dʼuso, con o senza opereedilizie, richiama espressamente la previsione di cui allʼart. 52,comma 3 della LR. 12/05, ai sensi del quale “Qualora la destinazionedʼuso sia comunque modificata nei dieci anni successiviallʼultimazione dei lavori, il contributo di costruzione è dovuto nellamisura massima corrispondente alla nuova destinazione, determinatacon riferimento allʼintervenuta variazione”.Il citato articolo 52 L.R. 12/05 invero, ha introdotto una presunzionedi rapporto di funzionalità fra opere edilizie e cambio di destinazioneove questʼultimo intervenga nei 10 anni successivi allʼesecuzionedelle opere edilizie (che vengono quindi presuntivamenteritenute preordinate a tale mutamento). La ratio della norma è chiaramentequella di colpire possibili elusioni del regime contributivooggi in vigore relativo ai cambi di destinazione dʼuso.Nondimeno, la presunzione introdotta dallʼart. 52, comma 3 L.R.12/05 parrebbe influire anche sullʼapplicabilità dellʼart. 9, comma 3delle NdA del PdS, implicando la necessaria cessione di aree perdotazioni di servizi anche nelle ipotesi in cui il cambio di destinazione,da un uso diverso da quello produttivo ad altra destinazione,intervenuto in vigenza del PGT, sia stato preceduto dallʼesecuzionedi opere edilizie nei dieci anni precedenti. Si rende, pertanto,necessaria lʼintroduzione, nellʼarticolato del PGT, di una normache regolamenti il regime transitorio relativo allʼaspetto sopra evidenziato,specificando con chiarezza se eventuali cambi di destinazioneda un uso diverso da quello produttivo ad altra destinazione- ipotesi che nel regime tracciato dallʼart. 9, comma 3 delle NdAdel PdS non implica la corresponsione di dotazioni di servizi - comportinodetta corresponsione (o monetizzazione) ove precedutidallʼesecuzione di opere edilizie nei precedenti 10 anni.Un intervento chiarificatore si rende tanto più necessario, ove siconsideri che, in molti casi, il vigente PRG prevede, per determinatezone, una funzione principale e funzioni ad essa compatibilinei limiti di una determinata percentuale, per cui il mutamento didestinazione dalla funzione principale ad altra funzione compatibile,ove contenuta nei limiti della percentuale prescritta, non comporta,secondo le disposizioni del vigente PRG, la cessione distandard (o loro monetizzazione).Inoltre, parrebbe del tutto iniquo e contrario al principio sotteso alcitato art. 9,comma 3 delle NdA del PdS assoggettare allʼobbligo dicorresponsione di aree per dotazione di servizi (o alla loro monetizzazione)cambi di destinazione dʼuso effettuati in vigenza delnuovo PGT in relazione ad immobili (ricadenti in aree per le qualiè prevista, in base al vigente PRG, la possibilità di funzioni principalie compatibili) nei quali siano state effettuate opere edilizie,anche soltanto di tipo manutentivo, nei 10 anni precedenti.Alla luce di quanto sopra, inoltre, non appare chiaro se, per effettodelle citate disposizioni lʼutilizzo o la commercializzazione, previaesecuzione di opere, di un edificio annesso al produttivo,secondo le vigenti NTA, come ufficio terziario “libero” è assoggettatoo meno allʼonere di corresponsione previsto dal citato art. 9,comma 3 delle NdA del PdS. Si chiede, pertanto, unʼintegrazionedella citata normativa che faccia chiarezza sul punto, anche conriguardo alle altri possibili funzioni realizzate, in vigenza dellʼattualePRG, come annesse al produttivo (residenza di custodia, commercialeannesso al produttivo).


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriCARATTERI DEL VERDE URBANO(Art. 6 P.d.S.)1. Nel Tessuto Urbano Consolidato i servizi relativi al sistemadegli spazi aperti a verde, denominato verde urbano, sonofinalizzati a favorire il miglioramento della qualità ambientaleurbana, in ragione delle funzioni ecologiche, paesaggistiche esociali che rivestono.2. Il verde urbano si identifica in:a) parchi urbani e di quartiere, giardini e zone a verde attrezzato;b) corridoi ecologici di connessione tra gli spazi a verde;c) verde di mitigazione e rinaturalizzazione delle aree interessatedalla rete infrastrutturale e di mobilità pubblica;d) aree di pertinenza dei servizi costruiti, per il gioco, lo sport e lospettacolo sportivo.3. Il verde urbano esistente e di nuova previsione è individuatonella tav. S.02 – Il sistema del verde urbano e delle infrastruttureper la mobilità -, distinto in:a) verde urbano esistente che comprende le aree già attrezzate edin corso di programmazione di intervento;b) verde di nuova previsione su proprietà privata (pertinenza indiretta)finalizzata allʼintegrazione del sistema del verde urbano cittadino.4. Gli interventi finalizzati alla realizzazione del verde urbano dinuova previsione, sono definiti, sul piano progettuale e di inserimentopaesaggistico ambientale, dʼintesa con gli uffici comunalifatta salva lʼapprovazione degli organismi competenti ovvero, unavolta approvati, dal piano comunale del verde, redatto dai competentiuffici.5. Alle aree a pertinenza indiretta incluse nel Parco regionale nordMilano, si applica lʼindice di utilizzazione territoriale previsto dallʼart.5, punto 1.2.1 delle Norme di attuazione del Documento diPiano, secondo i criteri della perequazione urbanistica di cui allʼart.7 delle Norme di attuazione del Piano delle Regole.La disciplina riportata nel periodo precedente acquista efficacia aseguito dellʼadeguamento del PTC del Parco stesso.Si chiede di integrare lʼart. 6 con il seguente ulteriore comma:6. I proprietari delle pertinenze indirette destinate a verde urbano,in alternativa al trasferimento dei diritti edificatori e alla cessionedelle aree ai sensi dellʼart. 7 delle Norme di attuazione del Pianodelle Regole, possono chiedere al Comune di realizzare direttamentei servizi e le attrezzature di cui al comma 2. Sulle richiestesi pronuncia la Giunta comunale con delibera che esplicita lavolontà o meno di consentire tali realizzazioni dirette in relazioneallʼinteresse pubblico sotteso. La realizzazione diretta è subordinataad apposita convenzione intesa a disciplinare le modalitàattuative e gestionali.A sostegno della richiesta, si sottolinea che la proposta si riallacciaalla facoltà di attuazione diretta dei servizi e delle attrezzaturepreviste dal Piano dei Servizi, contemplata dal comma 12 dellʼart.9 l.r. 12/2005 e s.m.i.Essa risponde allʼesigenza di garantire la possibilità di realizzazionediretta di attrezzature che siano fruibili dalla collettività comunale,subordinatamente alla verifica dellʼinteresse pubblico daparte dellʼ Amministrazione comunale, soprattutto da parte di soggettiche svolgano già servizi alla persona ed in questo modo contribuiscanoal perseguimento dellʼinteresse generale in sinergiacon lʼofferta di servizi convenzionati in atto o da localizzare.NODO FERROVIARIO – SECONDO PAS-SANTE – CIRCLE LINE(P.d.S. 3.1.5 - Rapporto AmbientaleAll. 3 - Tav. S.02)ABSTRACT - Il PGT richiama in più punti l’importanza delle infrastrutture ferroviarieper i collegamenti da e per Milano.Però il PGT si limita ad esprimere varie alternative di possibili potenziamenti enon indica in modo univoco sulle carte del Piano dei Servizi, come altresì richiestodalla legge 12/2005 smi, la collocazione delle infrastrutture ritenute necessarie.In periodo di congiuntura sfavorevole, mentre mancano oggettivamente le risorseeconomico finanziarie per potenziare il nodo ferroviario milanese - che costituisceanche una strozzatura a livello nazionale - risulta più grave non poterdisporre di indicazioni tecniche chiare, univoche, e dei necessari accordi interistituzionali,ancora più indispensabili per cercare di ottenere le risorse necessarie.Se si profilano tempi molto lunghi per concordare le soluzioni tecniche sul potenziamentodel nodo ferroviario, sul “ secondo passante” e sulla “ circle line”, perprogettarle, reperire le risorse e realizzare tratte funzionali delle infrastrutture piùurgenti, il Piano dei Servizi del PGT non può non indicare/salvaguardare le diversesoluzioni, anche se ancora ritenute alternative. Senza un efficace potenziamentodei servizi ferroviari, in Milano non potrà che crescere il divario, semprepiù evidente tra le esigenze di mobilità delle funzioni già presenti e di quelle prevedibiliin tempi brevi, con conseguenze negative sui costi di funzionamento inun’area densamente abitata.La questione risulta fondamentale per la vivibilità nellʼareamilanese. Esaminando la corposa documentazione delPGT, molto viene detto per quanto riguarda il trasporto ferroviario,ma molte ipotesi rischiano di restare senza interlocuzionee conseguenze operative. Si richiamano alcuni riferimenti specificidi documenti del PGT rispetto ai quali si avanza formaleOsservazione.Dalle Norme di Attuazione del PDS (art.4 - Categorie dei servizi ecatalogo; art.5 - Disciplina dei servizi del verde urbano e delleinfrastrutture per la mobilità; art.7 - Caratteri delle infrastrutture)risulta che le “infrastrutture ferroviarie per mobilità e trasporto pubblico”sono “servizi che hanno natura indispensabile, prescrittiva evincolante”. Il PGT deve quindi, rispetto a questa tipologia di servizi,individuarli e salvaguardarli in modo puntuale, riportandolianche nella Tavola S.02: Il sistema del verde urbano e delle infrastrutture.Importante evidenziare anche la necessaria coerenza del PGT34


PGT - le nostre osservazionicon i piani e programmi di carattere regionale, in particolare conil PTR, che richiede al “sistema territoriale metropolitano” di“incentivare uno sviluppo territoriale policentrico mantenendo ilruolo di Milano come principale fulcro del nord Italia” e di “ridurrela congestione del traffico privato, potenziando il trasporto pubblicoe favorendo vettori di mobilità sostenibile”. Il ruolo basilaredella rete ferroviaria convergente su Milano si evidenzia, adesempio, dagli indici riportati nelle tabelle delle “Percorrenze reteStradale” che sintetizzano obiettivi molto complessi al 2030:+37,3% dei passeggeri/giorno e +46,2% dei passeggeri/km/giorno.Sul nodo ferroviario si sovrappongono più progetti, dei quali èopportuno valutare la coerenza, non solo in termini di priorità e difabbisogno economico finanziario.- Potenziamento del nodo ferroviario.Concordando le specifiche soluzioni tecniche, le fasi di attuazione,il reperimento delle risorse, si tratta di intervenire per risolvere lecriticità da tempo evidenti (capacità delle stazioni, punti di conflittonella circolazione dei treni, qualità dei servizi offerti, ecc), risultandonecessario indicare impegni e tempi certi per risolvere i problemidel nodo ferroviario di Milano.- Secondo passante.Si accenna al tema del secondo passante presentando due possibiliscenari, con diverse alternative di tracciato: Ipotesi di scenario1 (2B1---2B2---2B3) e Ipotesi di scenario 2 (Connessione alle lineeveloci), ma nessuna scelta viene fatta dal PGT, nonostante glistudi risultino elaborati da tempo.Dato che ogni ipotetico tracciato presenta difficoltà tecniche ingran parte non conosciute, che devono essere approfondite,lasciare indefiniti questi tracciati senza indicare appositi vincoli sulterritorio, determina sicuri oneri aggiuntivi o addirittura lʼimpossibilitàdi realizzare lʼopera a causa delle costruzioni, sia private chepubbliche, che potrebbero costituire interferenze lungo il percorso.Le Norme di Attuazione del PDS (artt. 4-5-7) impongono di individuarneil tracciato e i relativi vincoli, riportandoli nella Tavola S.02:Il sistema del verde urbano e delle infrastrutture.- La Circle Line del Ferro.Si ricorda che “Il PGT prevede una rete di trasporto su ferro chemetta a sistema le diverse radiali milanesi e faccia da supportoagli ambiti di trasformazione. Se messa a sistema con le lineemetropolitane esistenti (MM1, MM2, MM3), programmate (MM4,MM5, MM6) e di progetto (MM7, MM8, MM9, MM10), la ferroviacostituisce il principio di un potenziale anello.La chiusura e il completamento di questo sistema circolare avvieneattraverso il nuovo tracciato della metropolitana MM10 a ovesttra San Cristoforo e Certosa”.Il piano prevede una circle “mista”, costituita da diversi sistemi dimobilità pubblica, sulla base di un modello che si sovrappone alsistema radiale delle attuali metropolitane, e le collega trasformandoil modo di spostarsi sul territorio.”Pur tenendo conto degli accordi intercorsi, non sono al momentochiari i tempi di realizzazione, ma neppure sembra facile che taleaccordo possa riferirsi, operativamente, ai modelli di esercizio adoggi largamente ipotetici su una circle line “mista” (metropolitanaferrovia).Sarà necessario evitare, nellʼesercizio di questa linea(“frequenza ogni cinque minuti” e “stazioni di interscambio radiali”),le interferenze fra traffico locale e traffico ferroviario di attraversamentodella città; e le interferenze devono essere ben dimensionatee preventivamente accettate per evitare “equivoci”, dato chesullʼesistente passante ferroviario dovranno aumentare i transitidelle linee S. Altre scelte si presentano potenzialmente conflittualiin termini di rete e di servizio offerto:“accanto alla realizzazione delle nuove linee metropolitane M4 eM5, si prevedono i prolungamenti delle linee esistenti nonché losviluppo di ulteriori linee di forza (di tipo metropolitana o metrotranvia):• linea A “Rho Fiera – San Donato”• linea B “Pioltello Nord – Noverasco”,• linea C “San Cristoforo – Rogoredo”,• linea D “Certosa – Gobba”,• linea E “Certosa – San Cristoforo”,• linea F “Molino Dorino – Roserio”Una decisione chiara deve essere inserita nel PGT, per evitareche tutto ciò motivi ulteriori ritardi.A conferma si richiama quanto scritto nel vigente PUM approvatonel marzo 2001: “Gli interventi previsti dal PUM sono articolatisecondo le seguenti tematiche: Settore ferroviario: … è previstala riqualificazione della cintura ferroviaria sud e della stazione diPorta romana e lʼapertura della fermata “Tibaldi”, mentre il secondopassante ferroviario è in fase di progettazione”.Nel PGT è indispensabile fissare anche alcuni obiettivi quantitativida traguardare e raggiungere progressivamente nel periodo 2011-30 (es: Condizioni di sostenibilità-adozione di politiche efficaci diorientamento della domanda e di trasferimento modale versomodalità di trasporto maggiormente sostenibili, riduzione emissioni,incremento della quota modale del trasporto pubblico, momentidecisionali, approvazione progetti, date di inaugurazione, ecc.),in analogia a quanto avviene in altre realtà metropolitane europee.Nei documenti di piano, che richiamano in modo problematicoalcuni aspetti di tali questioni, non si ritrovano ancora specificheindicazioni e concrete modalità di soluzione.Considerati i tempi necessari per definire accordi e progetti, reperirele risorse (con sempre maggiore difficoltà), realizzare gli interventi,scegliere e ordinare il materiale rotabile, garantire adeguaterisorse per la gestione (anchʼesse carenti) …. il settore del trasportoferroviario di diretto interesse per Milano e l'area milanese,rischia di rimanere in grave sofferenza e di non poter produrre imolteplici effetti positivi di natura ambientale, economica e socialeche sono attesi.In termini concreti, per rafforzare queste iniziative, si tratta anchedi garantire al più presto:• su quasi tutte le stazioni del Servizio Ferroviario Regionale, un


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli Ingegnerisistema adeguatamente dimensionato di interscambi con tutti imezzi di trasporto normalmente utilizzabili dai pendolari a scalalocale (bici, moto, auto, autobus..).• migliori condizioni per il buon funzionamento degli interscambi,con adeguata informazione dei potenziali clienti (su tariffe integrate,coincidenze, ecc).Richiamando quanto riportato nel PGT riguardo a “Condizioni disostenibilità: sviluppo, quantitativo e qualitativo, delle reti di trasportopubblico, con riferimento e in coerenza con le criticità giàoggi esistenti e con lo sviluppo insediativo delineato dal nuovoPGAdozione di politiche efficaci di orientamento della domanda e ditrasferimento modale verso modalità di trasporto maggiormentesostenibili si tratta quindi di garantire, con un forte e costanteimpegno, una sempre maggiore funzionalità dei trasporti pubblici,visti nel loro complesso, e dare sempre maggiori concrete alternativeallʼutilizzo delle autovetture private.TRASPORTO MERCI IN CITTÀ(P.d.S. – tav. S02)ABSTRACT - L'osservazione punta a colmare una carenza evidenziata nelPGT.Il PGT non distingue, come ritenuto necessario, i diversi tipi di servizio di trasportomerci presenti in Città - Trasporti a Carico Completo; Trasporti in ContoProprio; Trasporto in Conto Terzi - e non fa corrispondere ad ognuno di questi,differenti tipologie di interventi.Velleitario pensare di controllare questo settore così significativo - che in mancanzadi competitività non punta a riorganizzarsi se può mantenere i proprimargini - solo con indicazioni semplici relative al controllo degli orari di caricoe scarico.Questo settore ha necessità di riorganizzarsi per contenere in modo significativoi costi negativi, sia economici che ambientali, indotti sull'area Milanese.Questo settore, che non potrà beneficiare di risorse pubbliche, sempre piùcarenti, potrà trovare adeguate risorse private per riorganizzarsi solo sepotrà disporre di indicazioni urbanistiche ben precise, che derivino da solidi eben motivati accordi con le Associazioni di categoria, accordi cogenti su tempilunghi, accordi articolati a diverse scale di intervento, anche regionali e intercomunali.Queste indicazioni urbanistiche a supporto di una più complessiva riorganizzazionelogistica, sono totalmente assenti nella Tavola S.02: (Il sistema delverde urbano e delle infrastrutture) mentre, anche a termini di legge, devonoinvece essere necessariamente presenti.La questione è rilevante sotto diversi aspetti tra loro interconnessi:problemi di inquinamento, di congestione, disagi perla sosta, consumi energetici in crescita in un settore fortementeenergivoro, conseguenze negative sulla competitività delleimprese, costi sociali ed economici, ecc.Alcuni riferimenti specifici a documenti del PGT.Dalle Norme di Attuazione del PDS (art.4 - Categorie dei servizi ecatalogo; art.5 - Disciplina dei servizi del verde urbano e delle36infrastrutture per la mobilità; art.7 - Caratteri delle infrastrutture)risulta che anche le “infrastrutture per la movimentazione dellemerci e la logistica” sono “servizi che hanno natura indispensabile,prescrittiva e vincolante”.Il PGT ha quindi lʼobbligo di individuare in modo puntuale questi“servizi” e salvaguardarli riportandoli anche nella Tavola S.02: Ilsistema del verde urbano e delle infrastrutture. Uno dei problemilegati alla circolazione delle merci si evidenzia, ad esempio, nelletabelle delle “Percorrenze rete Stradale”, dove si prevede comeobiettivo al 2030 un aumento significativo (+23,2%) dei chilometripercorsi in città dai veicoli merci. A fronte di un traffico merci inCittà con caratteristiche e peculiarità molto diverse, si ritienenecessario che il PGT consideri diversi tipi di servizio ai quali farcorrispondere differenti tipologie di intervento.- Trasporti a Carico Completo, con consegne che possono essereorganizzate, secondo i casi, con servizi notturni o in fasce orariediurne.- Trasporti in Conto Proprio, da parte di chi consegna la propriamerce (e quindi può farlo in fasce orarie prefissate) e da parte diartigiani/addetti alla manutenzione (per i quali è anche necessariopermettere di garantire continuità e rapidità di intervento).Per queste due tipologie di trasporto, che assorbono oltre il 50 %del traffico merci in città, non è possibile chiedere di aumentare inmodo significativo il coefficiente di riempimento.Il Trasporto in conto Terzi (Professionale) costituisce lʼaltra metàdel traffico merci attualmente presente in città, per riorganizzare ilquale occorre ad esempio:• Creare delle piattaforme logistiche in città, anche utilizzandoparte di alcune aree dismesse dalle Ferrovie, dove gestire le rotturedi carico tra i mezzi pesanti provenienti dalle varie destinazionie i mezzi di trasporto più leggeri con i quali effettuare la distribuzionein Città.• Incentivare l'utilizzo di veicoli ecologici (elettrici a basso impattoambientale ecc.).• Predisporre aree di sosta per il carico e scarico delle merci, munitedi sensori per difenderne l'utilizzo improprio.La merce proviene in gran parte dall'hinterland; e dato che tutte lepiù grandi Società di trasporto e spedizione hanno le loro sedi neiComuni della cintura, occorre che Milano stabilisca rapporti con leAmministrazioni confinanti anche al fine di agevolare l'afflusso deimezzi in Città.Necessario che il PGT individui risposte efficaci sul tema dellalogistica, sia dal punto di vista della localizzazione delle specificheinfrastrutture necessarie, sia dal punto di vista delle modalità organizzative,compresa la garanzia di poter recuperare a fini logisticialcune aree significative collocate entro alcuni scali ferroviaridismessi.Nei documenti di piano, che richiamano alcuni aspetti di questaproblematica, non si ritrovano specifiche indicazioni e concretemodalità di soluzione.Considerati i tempi necessari per definire gli accordi, predisporre iprogetti, reperire le risorse e realizzare gli interventi, il settore del


PGT - le nostre osservazionitrasporto merci rischia di rimanere in grave sofferenza e di continuarea determinare molteplici effetti negativi.Nel PGT è quindi indispensabile fissare alcuni obiettivi quantitativida traguardare e altri da raggiungere realisticamente, ma con uncostante impegno nel periodo 2011-30 (es: definizione di accordi,interventi di riorganizzazione, ecc.).Lʼadottato PGT ha eliminato la tradizionale suddivisione delterritorio comunale in zone omogenee (sistema che erastato introdotto dalla Legge Urbanistica n. 1150/1942).Si ritiene necessario introdurre, nellʼarticolato del PGT, unʼappropriatanormativa di coordinamento che specifichi, con chiarezza,come debbano rapportarsi ed applicarsi le normative statali eregionali recanti speciali discipline e limitazioni riferite alle tradizionalizone territoriali omonee (in primis, quella sulle distanze di cuiallʼart. 9 del d.m. n. 1444/68 che prescrive la distanza di 10 metritra fronti finestrati, eccezion fatta per le Zone A) con la disciplinadel PGT che, come detto, ha soppresso la suddetta suddivisionedel territorio comunale in zone omogenee.RAPPORTI TRA P.G.T.E REGOLAMENTO EDILIZIO(artt. 4, 7, 10, 11 NdA del P.d.R.)ABSTRACT - Sono frequenti i richiami al “Regolamento Edilizio”, evidentementeda intendersi quello vigente al momento dell’entrata in vigore del nuovo P.G.T.L’attuale Regolamento Edilizio è operante dal 20 ottobre 1999: per un verso,esso diverge in molte sue parti dalla bozza di revisione elaborata nell’ottobre2007, mai approvata, mentre, dall’altro, neppure contiene talune delle normativeinserite nel PdR del PGT adottato.Si rende pertanto necessario coordinare gli iter di approvazione dei due strumentiurbanistici, di pari rango normativo.SOPPRESSIONE DEGLI AZZONAMENTIE COORDINAMENTOCON LA NORMATIVA STATALEOsservazione GeneraleSi fa rilevare che nellʼarticolato del Piano delle Regole visono numerosi richiami alla disciplina del RegolamentoEdilizio.Nello specifico, per citare i richiami più significativi, allʼart. 4(Parametri urbanistici) comma 6 (s.l.p.) al paragrafo dedicato aglispazi non computabili nel calcolo della s.l.p., alla lettera b) si fariferimento agli “spazi per attività comuni di pertinenza dellʼinteroedificio, nei limiti e secondo le fattispecie indicati nel RegolamentoEdilizio”; alla lettera f) si menzionano “i soppalchi limitatamente aquanto prescritto dal Regolamento Edilizio”; al comma 14 si precisa:“i rapporti di copertura esistenti e previsti sono rimandati piùcorrettamente al Regolamento Edilizio”.Ancora, allʼart. 7 (Perequazione urbanistica) al comma 5 si disponeche “Lʼimpiego anche in forma frazionata dei diritti edificatori dicui al comma 4 è libero e può essere esercitato su tutto il territoriocomunale edificabile nel rispetto delle presenti norme e di quelledei vigenti Regolamento Edilizio e Regolamento di Igiene”.Lʼart. 10 in tema di “Edilizia Bioclimatica e risparmio energetico”,dispone al comma 2 che “il Regolamento Edilizio definisce i livellidi ecosostenibilità cui si applicano in via graduata i benefici volumetriciprevisti dallʼart. 11, comma 5 L.R. 12/2005 e s.m.i.”; alcomma 3 “…livello di ecosostenibilità minimo definito dal


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriRegolamento Edilizio...”; al comma 4 “…che rispettino tutti i requisitiindicati dal Regolamento Edilizio è riconosciuto lʼincrementodella s.l.p. esistente....” e infine al comma 5 “…nellʼatto ricognitivodi densità previsto dal Regolamento Edilizio dal quale….”Lʼart. 11 (Attuazione del Piano), al comma 3 dispone che “Il procedimentoper il rilascio dei Permessi di Costruire Convenzionati eper il consolidamento delle DIA con atto dʼobbligo è disciplinato dalRegolamento Edilizio anche con riferimento alle modalità di presentazionedel progetto, ai fini dellʼaccessibilità dei dati e dellapubblicità del progetto presentato”.Il richiamo, senza specificazioni di sorta, al “Regolamento Edilizio”deve necessariamente intendersi riferito al Regolamento Ediliziovigente al momento in cui entrerà in vigore il nuovo PGT.Nondimeno, si rileva che il vigente Regolamento Edilizio comunale– entrato in vigore a far tempo dal 20.10.1999 – per un verso,diverge in molte sue parti dalla bozza del nuovo RegolamentoEdilizio (non ancora approvato e messo a disposizione sul sitoweb del Comune in versione aggiornata al 2.10.2007), per altroverso, neppure contiene talune delle normative specificatamenterichiamate dal Piano delle Regole.Nello specifico si rileva, ad esempio, che il vigente RegolamentoEdilizio (a differenza della bozza del nuovo Regolamento) allʼart.10, non contiene specifiche limitazioni in ordine alle superfici deglispazi per attività comuni di pertinenza del fabbricato, esclusi dalcomputo della slp, ai sensi dellʼart. 4, comma 6 del Piano delleRegole.Inoltre il vigente Regolamento Edilizio non reca alcuna disposizionein ordine ai “livelli di ecosostenibilità…cui si applicano in viagraduata i benefici volumetrici previsti dallʼart. 11, comma 5 L.R.12/2005 e s.m.i.”, al quale si riferisce lʼart. 10, comma 2 del Pianodelle Regole.Parimenti, il vigente Regolamento Edilizio non reca alcuna disciplinain ordine al “procedimento per il rilascio dei Permessi diCostruire Convenzionati e per il consolidamento delle DIA con attodʼobbligo” previsto dallʼart. 11, comma 3 del Piano delle Regole.Al fine di rendere pienamente operante il PGT laddove postula orinvia alle disposizioni del R.E. (le normative dei due strumentiurbanistici sono interdipendenti e di pari rango normativo) e perevitare altresì possibili disparità di trattamento in relazione amedesime casistiche riguardanti il regime transitorio di passaggiotra il vigente Regolamento Edilizio ed il nuovo Regolamento, sirende necessario coordinare opportunamente gli iter di approvazionedei due nuovi citati strumenti urbanistici, cosicché i medesimipossano divenire operativi senza soluzione di continuità dellʼunorispetto allʼaltro.Si fa presente, infine, che le informazioni contenute nei certificatidi Destinazione Urbanistica (CDU) sono spesso frammentarie,incomplete, e non tengono conto dei diversi livelli di pianificazionee dei molteplici strumenti regolatori dei vari settori, non consentendocosì di poter conseguire un quadro chiaro, preciso ed esaustivocirca la destinazione e disciplina urbanistica ed edilizia dellʼimmobileoggetto di certificazione, il tutto a scapito della certezza delsuo potenziale valore di utilizzo o di scambio.38Si renderà, quindi, necessario prevedere e garantire, in sede diapprovazione del nuovo Regolamento Edilizio, unʼopportuna disciplinadel certificato urbanistico che, mediante i necessari coordinamenti,anche telematici, tra i vari livelli di pianificazione (comunalee sovracomunale) e dei regimi vincolistici eventualmente interessantilʼimmobile (sotto il profilo ambientale, paesistico, culturale,monumentale, ecc…) consenta allʼAmministrazione comunaledi fornire allʼoperatore un quadro completo ed esaustivo dellasituazione urbanistico-edilizia dellʼimmobile di interesse.Ulteriori contenuti certificativi dei CDU che dovrebbero, a nostroavviso, dare una visione globale delle diverse previsioni inerentialle aree, omnicomprensiva dei diversi strumenti pianificatori eregolamentari esistenti.EQUIPARAZIONE DI ATTREZZATURE PUB-BLICHE E PRIVATE ADIBITE A SERVIZI PUB-BLICI NELL’AMBITODELLA PEREQUAZIONE(Artt. 4, comma 12, art. 7, comma 4 e art. 11,comma 5 NdA P.d.R.)ABSTRACT - Dopo un’analisi del disposto dell’articolato del PdR oggetto dell’osservazione,si chiede motivatamente che la pertinenza indiretta da cedere gratuitamenteal Comune, come previsto, possa in alternativa essere anche asservita,convenzionata e accreditata per l’espletamento di servizi pubblici, comed’altra parte definito sia all’articolo 3 delle NdA del PdR che all’articolo 9comma 10 della L.R. 12/05 s.m.i.).Ai sensi dellʼart. 7, comma 4 delle NdA del PdR “lʼutilizzazione…deidiritti edificatori, oltre lʼindice territoriale unico,comporta la cessione gratuita al Comune delle corrispondentiaree individuate dal Piano dei Servizi”. Lʼart. 11, comma 5specifica inoltre che per gli “interventi che facciano ricorso a dirittiedificatori perequati…si dovrà prevedere…a. unʼarea definita come superficie fondiaria (pertinenza diretta);b. una o più aree per le dotazioni di servizi previste nel Piano deiServizi, oggetto di cessione gratuita al Comune (pertinenze indirette)”.Lʼart. 4, comma 12, definisce la “pertinenza indiretta” come “areaoggetto di cessione gratuita al Comune in relazione al trasferimentodei diritti volumetrici perequati, per le dotazioni di verde comunalee infrastrutture per la mobilità”.Tale articolato prescrive, dunque, lʼobbligo di cessione gratuita alComune di aree per la dotazione di servizi ogni qualvolta si procedaallʼuso di diritti edificatori perequati.Nondimeno, si evidenzia che lʼart. 3 delle NdA del PdS, recante ladefinizione di servizi pubblici (così come lʼart. 9, comma 10 dellaL.R. 12/05 dallo stesso richiamato), equipara le attrezzature pubblichea quelle private convenzionate, asservite o accreditate. Inparticolare, ai sensi di detto articolo “Si definiscono servizi pubblicie di interesse pubblico o generale, ai sensi dellʼart. 9, comma 10della l.r. n. 12/2005, quei servizi e quelle attrezzature che, ad esito


PGT - le nostre osservazionidi un processo di valutazione, e in forza di asservimento, convenzionamentoo accreditamento, se di proprietà o gestione privata,risultano idonei ad assicurare un miglioramento della vita individualee collettiva” (comma 1).“Tali servizi sono computati nelledotazioni urbanistiche di legge” (comma 3).Pare pertanto ragionevole ritenere che, ai sensi dellʼart. 11,comma 5 PdR, possano qualificarsi come “pertinenze indirette”anche le dotazioni di servizi rese attraverso strutture private accreditate,asservite, convenzionate.Si propone, pertanto, una modifica dellʼart. 7, comma 4 delle NdAdel PdR nei seguenti termini:“lʼutilizzazione…dei diritti edificatori, oltre lʼindice territoriale unico,comporta la cessione gratuita al Comune o, in alternativa, il convenzionamento,accreditamento o asservimento allʼuso pubblicodelle corrispondenti aree individuate dal Piano dei Servizi”.Parallelamente, si propone una modifica dellʼart. 11, comma 5 neiseguenti termini:“Gli interventi che facciano ricorso a diritti edificatori perequati possonocomprendere anche aree non contigue tra loro. In ogni casosi dovrà prevedere la seguente ripartizione:a) unʼarea definita come superficie fondiaria (pertinenza diretta);b) una o più aree per le dotazioni di servizi previste nel Piano deiServizi, oggetto di cessione gratuita al Comune ovvero di asservimento,convenzionamento o accreditamento (pertinenza indiretta)”.Si propone, infine, la modifica dellʼart. 4, comma 12 delle NdA delPdR nei seguenti termini:“Pertinenza indiretta – è lʼarea oggetto di cessione gratuita alComune o asservita, convenzionata, accreditata per lʼespletamentodi servizi pubblici in relazione al trasferimento dei diritti volumetriciperequati”.CAMBI DI DESTINAZIONE D’USO, REGIMETRANSITORIOE CONTRIBUTIVO(Art. 5, commi 1 e 2 NdA del PdR e art. 9,comma 3 NdA del PdS)ABSTRACT - Con l’osservazione si è richiesta l’introduzione di una norma cheregolamenti opportunamente il regime transitorio, in quanto l’articolo 52 dellaL.R. 12/05 s.m.i. influisce sull’applicazione stessa dell’articolo 9 delle NdA delPdS. La nuova norma richiesta deve specificare con chiarezza se sia dovuta lacorresponsione di dotazione di servizi (o la monetizzazione) in caso di cambiodi destinazione in vigenza del nuovo P.G.T. da un uso diverso da quello produttivoad altra destinazione, ove preceduto dall’esecuzione di opere edilizie neiprecedenti dieci anni, anche soltanto di tipo manutentivo.Osservazione già esposta a pagina 33.RAPPORTO TRA INDICEDI UTILIZZAZIONE TERRITORIALEUNICO E PRINCIPIODI LIBERALIZZAZIONE DELLEDESTINAZIONI D’USO NEL REGIMETRANSITORIO(Art. 5, comma 2 e art. 6,comma 1 NdA del PdR)Lʼart. 5, comma 1 delle NdA del PdR liberalizza i cambi didestinazione dʼuso, prevedendo che “le destinazioni funzionalisono liberamente insediabili, senza alcuna esclusionee senza una distinzione ed un rapporto percentuale predefinito”.Lʼart. 6, comma 1 delle stesse NdA attribuisce agli ambiti delTessuto Urbano Consolidato (TUC) un indice di utilizzazione territorialeunico pari a 0,5 mq/mq, fatta eccezione per le aree giàattuate a verde urbano e infrastrutture per la mobilità. La stessanorma prevede inoltre che “Lʼindice di utilizzazione territorialeunico, di cui al presente comma è applicato a tutte le aree inmaniera indifferente alla destinazione funzionale dei suoli”.I principi introdotti dalle citate disposizioni (costituenti entrambi unelemento di assoluta novità rispetto al vigente strumento urbanistico)potrebbero, ad avviso dellʼOsservante, comportare difficoltàinterpretative ed applicative in relazione alla sorte di quei titoli abilitativiedilizi diretti (DIA o P.d.C.) legittimamente conseguiti in forzadel vigente strumento urbanistico per un indice di utilizzazione territorialesuperiore a quello unico introdotto dal PGT adottato, manon ancora attuati.In particolare, le difficoltà interpretative e applicative si potrebberoverosimilmente concretizzare soprattutto nella fattispecie in cui unoperatore, dopo aver legittimamente conseguito un titolo edilizioper lo sfruttamento edificatorio di unʼarea o di un immobile conindici superiori a quello unico introdotto dal citato art. 6 delle NdAdel PdR adottato e per una determinata funzione (ad esempio,quella produttiva), a seguito dellʼentrata in vigore del PGT, e quindiin virtù del principio liberalizzatore delle destinazioni funzionalida esso introdotto, intenderà, in corso dʼopera, o comunque, invigenza della validità del titolo abilitativo edilizio, conseguire unmutamento di destinazione dʼuso (ad esempio residenziale), mantenendola volumetria (rectius, lʼindice di utilizzazione territoriale)legittimamente conseguita in forza del predetto titolo.Le difficoltà per lʼinterprete – per cui si invoca un intervento chiarificatoreda parte del pianificatore comunale – è quella di sapere,con certezza, se nelle ipotesi sopra prospettate, fermo il principiodel c.d. “tempus regit actum” e del regime contributivo previsto peril passaggio da una funzione allʼaltra, prevalga il principio di liberalizzazionedelle destinazioni funzionali (nel qual caso, nellʼesempiosopra prospettato, lʼoperatore manterrebbe la volumetria legittimamenteconseguita anche in caso di mutamento della destinazionedʼuso in corso dʼopera), ovvero quello dellʼindice di utilizzazioneterritoriale unico ai fini perequativi (nel qual caso, occorre-


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli Ingegnerirebbe stabilire, sempre per la fattispecie prospettata, quando e suquali presupposti lʼoperatore, volendo conseguire la diversa destinazionedʼuso, non possa mantenere la volumetria legittimamenteconseguita in forza del vigente PRG).Si rende quindi opportuna lʼintroduzione di unʼapposita norma chedisciplini il regime transitorio per le ipotesi sopra prospettate.ATTIVITA’ PRODUTTIVE(art. 5 comma 4 NdA del P.d.R.)ABSTRACT - Esauritesi le grandi attività del passato, Milano mantiene tuttoraun diffuso tessuto di piccola/media attività manifatturiera, radicata nel tempo,in forte evoluzione, assai determinante ed essenziale per il futuro sviluppo dellacittà.La norma si riferisce alle attività produttive definite come “produzionee trasformazione di beni”. Eʼ ben nota lʼesistenza diuna diffusa piccola/media attività manifatturiera sia storicache di recente formazione; essa è in rapida evoluzione e necessitaquindi di adeguamenti delle sedi attuali per le mutate esigenzeproduttive e organizzative, allo scopo di avere una presenza sulmercato economicamente configurata e sostenibile.Si chiede al riguardo:• un chiarimento più articolato della definizione di “attività produttiva”;• la facoltà, per il titolare dellʼattività produttiva, di poter adeguarein tempi rapidi e con procedure semplificate le sedi attuali, al finedi incentivare la permanenza delle attività stesse;• una definizione più chiara delle modalità dʼuso dellʼindice volumetricopremiale, opportunamente introdotto;• lʼassegnazione di incrementi del rapporto di copertura e dellas.l.p. esistenti per promuovere le attività in essere, la riqualificazionedegli impianti e ogni altro adeguamento indotto.Tali interventi dovrebbero essere attuabili con modalità diretta, conatti dʼobbligo che sanciscano il mantenimento dellʼattività per undeterminato lasso di tempo e la decurtazione degli indici in caso dicambiamento delle destinazioni dʼuso.Lʼobiettivo della norma è riferibile non solo alle attività manifatturieregià localizzate, ma anche a quelle di nuovo insediamento.BONIFICHE(Art. 7 comma 4 P.d.R.)Il tema generale non viene affrontato sia nel piano dei Servizisia nel piano delle Regole. Allʼart. 7 di questʼultimo, nellʼambitodella Perequazione urbanistica emerge tuttavia lʼobbligo, ovenecessario, della bonifica ai sensi delle vigenti norme delle corrispondentiaree individuate dal Piano dei Servizi per la successivacessione gratuita al Comune.Tralasciando le grandi aree dismesse per le quali, verosimilmente,sono progettate e/o già avviate operazioni di trasformazione con40risorse per la bonifica provenienti dalla trasformazione stessa, sirichiama la realtà di un ampio patrimonio di aree di dimensionelimitata per le quali lʼonere della bonifica è troppo penalizzante enon risulta sostenibile dalla contenuta valorizzazione immobiliare.Tale situazione avrebbe quindi effetti negativi per la collettivitàritardando o addirittura rendendo impossibili le cessioni delle areepreviste dal piano dei Servizi.Come già indicato nelle precedenti considerazioni trasmesse daquesto Ordine nel mese di dicembre 2009, si ribadisce che la bonificadei terreni, che in taluni casi potrebbe interessare anche lʼacquadi falda, deve essere affrontata in modo efficace perché lacarenza di risorse private a fronte di interventi particolarmenteonerosi per garantire i livelli richiesti dalle norme, non può determinareritardi sine-die alla bonifica stessa.A ciò si deve poi aggiungere il tempo necessario per il completamentodi tutto lʼiter tecnico/amministrativo fino al rilascio del certificatodi compatibilità ambientale da parte degli organi competenti.Si ritiene inoltre che la bonifica non possa avvenire a scapitodelle scarse e decrescenti risorse della Pubblica Amministrazione:vanno quindi approfondite adeguate forme di incentivazione, adesempio tramite attribuzione di indici edificatori premiali trasferibilinelle aree di trasformazione, sempre nella logica di orientare losviluppo nelle aree ove questo risulti maggiormente sostenibile epiù facilmente accessibili.Lo stesso dicasi per le aree ove sono presenti edifici per i qualinon sono previste demolizioni e ricostruzioni, quindi necessitanti dimessa in sicurezza e percorsi di bonifica particolari.PIANO DELLE REGOLE - NORMEDI ATTUAZIONE(Art. 8 – Criteri di densità e accessibilità)Lʼarea direttamente accessibile dalle stazioni è individuata (TavolaS.03 - Accessibilità alle reti di trasporto) in un cerchio teorico diraggio 500 metri.Ciò comporta indicazioni ed opportunità urbanistiche identichepersino in zone del cerchio totalmente inaccessibili, perché posteal di là di barriere fisiche invalicabili.Perché i fattori di accessibilità corrispondano a dati reali, si chiededi individuare con precisione sul territorio percorsi pedonali realmentepercorribili, fissando una distanza reale di 800 metri dalleuscite delle stazioni.EDILIZIA BIOCLIMATICAE RISPARMIO ENERGETICO(Art. 10 NdA - P.d.R.)I contenuti dellʼart. 10 – Edilizia bioclimatica e risparmio energetico(pagg. 13 e 14 delle NdA del PdR) sono congrui con gli indirizziprogrammatici assunti a livello europeo dalla città di Milano, tut-


PGT - le nostre osservazioniLʼart. 27 delle Norme di Attuazione del Piano delle Regole, rubritoraimpegnata su tali obiettivi nella pianificazione di settore (illustratain particolare al § 3.6 – Clima e scenari esogeni del“Rapporto ambientale”). Lʼart. 10 riflette pertanto il quadro programmaticoorientato al controllo delle fonti – traffico veicolare edefficienza energetica degli impianti – di un inquinamento atmosfericointerpretato come fattore esogeno diffuso a livello mondiale edinevitabile.Si ritiene che sia opportuno anticipare, in occasione dellʼapprovazionedel PGT, qualche riferimento al tema della qualità del climaurbano che è notoriamente soggetto al fenomeno dellʼ isola dicalore caratterizzato da temperature più elevate, specie in stagioneestiva e negli agglomerati urbani maggiori. In particolare,Milano primeggia per la frequenza e per lʼentità dei gravi disagiche interessano i cittadini presenti in città nei periodi di calurainsostenibile e permanente. Inoltre, lʼassenza di sensibili flessionidi temperatura durante le ore notturne accentua il consumo energeticoper lʼintenso utilizzo degli impianti di condizionamento e diventilazione artificiale; a ciò occorre aggiungere gli effetti socioeconomici indotti dal massiccio esodo estivo dalla città.Queste variazioni termiche sono fenomeni determinati dalle peculiaritàclimatiche locali e dallo sviluppo dellʼedificato e sono accentuatidalle caratteristiche dellʼimpianto urbano e delle tipologie edilizieche ne esaltano gli effetti. Sono situazioni che evolvonosoprattutto per fattori endogeni in cui si puoʼ agire localmente conefficacia (in fase di pianificazione contestuale alla progettazione)se le azioni di tutela sono preventivamente coordinate a livellourbano. In tal modo si partecipa comunque a contenere anche lʼeffetto“serra” a livello globale.Sulla base di quanto sopra sinteticamente riportato, si propone diaggiungere allʼarticolo 10 – Edilizia bioclimatica e risparmio energeticodelle NdA del PdR il seguente nuovo comma 6:6 – Negli interventi e nelle opere di cui ai precedenti commi 3 e 4,occorre allegare la valutazione degli effetti sul clima urbano (sullʼisola di calore) comunque indotti verso lʼesterno dallʼedificio oggettodi intervento nellʼambiente circostante, in particolare negli spazidi frequentazione pubblicapiù prossimi. Inoltre il progetto dellʼedificio deve comprendere laverifica che la struttura architettonica ed impiantistica progettata –in particolare, anche le azioni di efficienza energetica previste perla tutela ambientale degli spazi interni al singolo edificio – noncomportino in alcun modo effetti di anomalo mutamento termiconelle aree, negli edifici e nel contesto climatico circostanti.Infine sono da evidenziare le eventuali azioni di mitigazione dellʼisola di calore previste nel progetto e finalizzate alla valorizzazionedella qualità ambientale locale, specie se riferibili agli spaziurbani circostanti. Tali azioni debbono integrarsi ed essere coerenticon gli indirizzi della pianificazione locale, relativi a superficiverdi, ombreggiamenti, riflessioni solari delle facciate, permeabilitàdel terreno, brezze urbane, eccetera.DISCIPLINA DEL RETICOLOIDROGRAFICO(Art. 22 – NdA – P.d.R.)ABSTRACT - La documentazione relativa al settore idraulico ed idrologico appare,in termini di pianificazione, incompleta anche per il ricorso a dati certamentenon recenti. E’ inoltre da sottolineare sul piano programmatico l’assenza diuna strategia di difesa idraulica della città di Milano da eventi di piena legatisoprattutto al Seveso e al Lambro. Ne consegue, quindi, che il piano di gestionedel territorio così predisposto richieda un approfondimento per l’acquisizionedi ulteriori elementi indispensabili ad una programmazione di detti problemi.Si ritiene indispensabile garantire adeguate fasce di rispettodei corsi dʼacqua del Reticolo Idrico Minore, consideratenon solo le esigenze più propriamente idrauliche, legatead esempio allʼaccessibilità lungo il corso dei corsi dʼacqua perpoterne garantirne la pulizia.Le fasce individuate dal Piano delle Regole per il Reticolo IdricoMinore di fatto vengono quasi azzerate (“4 ml. o allineamento alfronte della cortina edilizia”); in alcuni casi le indicazioni del PGTprendono atto del mancato rispetto delle norme passate, ma ancoravigenti; non solo, ma anche di quanto è avvenuto, a vario titolo,comprese le ultime approvazioni degli “allineamenti alle progettazioniesecutive approvate”. Il graduale recupero di più significative,anche se contenute, fasce di rispetto può permettere invece didare una logica, di costruire un importante disegno urbanistico eambientale non solo alla scala del Comune di Milano, ma anchesovra comunale.Si sottolinea inoltre, ad esempio, che il PGT non affronta il problemadel Seveso, ben noto per le frequenti esondazioni.(ved "Componente Geologica, Idrogeologica e Sismica del PGT" -Cap. 5 – Idrografia- pagg.42/43...Per rimediare alle frequenti esondazioni del torrente Seveso edel fiume Olona esiste lo scolmatore di Nord-Ovest, che si è peròspesso dimostrato insufficiente ad evitare allagamenti in città,sopratutto nella zona di Niguarda." ).Si segnala, per la particolare importanza della proposta, il Progettodi canale scolmatore/deviatore /drenante predisposto da MM spa,che - mettendo allʼasciutto la rete dei canali a valle - permetterebbedi effettuare interventi di manutenzione straordinaria di molticanali tombinati.Si segnala inoltre la necessità di intervenire sul fiume Lambro, perrisolvere analoghi problemi di esondazione.ATTIVITA’ DI VENDITA AL DETTAGLIO DEISERVIZI COMMERCIALI(Art. 27 NdA del P.d.R.)


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli Ingegnericato “Attività di vendita al dettaglio e di somministrazione su areaprivata” prevede che nei Nuclei di Antica Formazione (NAF) e peri beni oggetto di tutela culturale e paesaggistica, gli esercizi commercialisono ammessi nelle dimensioni e secondo le modalità diintervento indicate nella norma medesima, ovvero:- esercizi di vicinato e medie piccole strutture di vendita, ancheorganizzate in forma unitaria, con modalità diretta; [fino a 600 mq.di sv];- le medie strutture di vendita di grado inferiore e medie strutturedi vendita di grado superiore, anche organizzate in forma unitaria,con Permesso di costruire convenzionato. [Da 601 a 2500mq. di sv].- le grandi strutture di vendita di livello inferiore con Piano Attuativo[Da 2501 a 4000 mq. di sv] e le grandi strutture di vendita di livellointermedio e grandi strutture di vendita di livello superiore esclusivamentenellʼambito di strumenti di programmazione negoziataprevisti dalla normativa vigente. [oltre i 4000 mq. di sv].Tutto cioʼ considerato osserviamo quanto segue:a) La previsione, ai sensi della norma citata, della necessità di procederecon permesso di costruire convenzionato per “le mediestrutture di vendita di grado inferiore e medie strutture di vendita digrado superiore” (sino a 1500 mq), non appare condivisibile. Dettanorma infatti, aggrava inutilmente la realizzazione degli interventinegli ambiti compresi nei NAF e non tiene conto né delle caratteristichetipologiche del tessuto urbano ricompreso allʼinterno deiNuclei di Antica Formazione né della diversificazione degli interventiche possono essere ivi compiuti.stabilisce gli indirizzi generali cui i Comuni debbono attenersi nellapianificazione urbanistica, dettando una serie di criteri proprio voltia favorire la presenza delle medie strutture.Nella deliberazione di Giunta Regionale n. 8/6024 del 5 dicembre2007 e s.m.i., applicativa del Programma Triennale, all'art. 1 vieneespressamente attribuito alla delibera in esame la finalità di fornireindicazioni ai Comuni per "-la valorizzazione delle medie strutturedi vendita per l'equilibrato sviluppo della distribuzione commercialein Lombardia; - l'adozione di misure atte a promuoverel'integrazione degli insediamenti delle medie strutture e degli esercizidi vicinato;", escludendo nelle finalità nuovo consumo di suoloe privilegiando nelle finalità per lʼutilizzo, il riuso degli immobili esistenti,anche con interventi di “RAZIONALIZZAZIONE, AMMO-DERNAMENTO E AMPLIAMENTO DELLʼESISTENTE”.Si chiede pertanto che in sede di approvazione del P.G.T. la normadi cui allʼart. 27 del Piano delle Regole, allorché prevede lʼammissibilitàe le modalità di intervento nei Nuclei di Antica Formazione(NAF) delle medie strutture di vendita di grado inferiore da 601 a1500 mq. di sv, venga riformulata prevedendo la necessità di permessodi costruire convenzionato, fatti salvi ed esclusi gli interventidi manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo,ristrutturazione anche con demolizione e ricostruzione insagoma, in analogia con quanto previsto alpunto 2 lettera a) dellʼart.27.b) Più in particolare non si comprende la obbligatorietà del permessodi costruire convenzionato allorchè si tratti di eseguire su diun immobile opere di manutenzione straordinaria, di restauro erisanamento conservativo od anche di ristrutturazione edilizia insagoma. Queste infatti sono le prevalenti forme di intervento cui siricorre allʼinterno dei NAF anche quando si tratti di realizzareopere funzionali allʼinsediamento od allʼampliamento di strutture divendita in immobili esistenti compresi in detto ambito territoriale.c) Lʼobbligo di permesso di costruire convenzionato, dunque in siffatticasi, aggrava inutilmente il procedimento e non trova giustificazionealcuna, neppure nei criteri di urbanistica commerciale dettatidalla Regione Lombardia.Al paragrafo 4.5, il Programma Triennale per lo Sviluppo delSettore Commerciale (Delibera del Consiglio Regionale n. 8/215del 2 ottobre 2006) contiene gli indirizzi cui i Comuni debbono attenersi,per poi adottare i criteri per il rilascio delle autorizzazioniallʼesercizio delle attività delle strutture di medie strutture di vendita.Fermo il principio in tale paragrafo contenuto e ribadito che “larete della media distribuzione rappresenta una componenteessenziale per lʼequilibrato sviluppo della distribuzione commercialenel territorio regionale” così che “lo sviluppo di questa tipologiadistributiva deve trovare uno spazio adeguato nelle aree urbanelombarde per fornire ai cittadini una offerta articolata nellagamma, contenuta nei prezzi contenuti nel territorio”, la Regione42PIANI INTEGRATI DI INTERVENTOE REGIME TRANSITORIO(Art. 32, comma 1 delle NTA al PdR)Ai sensi dellʼart. 32 delle NdA al PdR “Le proposte di ProgrammiIntegrati di Intervento (PII) che sono state ritenute ammissibili dalNucleo di Valutazione alla data di emanazione della delibera diGiunta Comunale (di proposta al Consiglio Comunale di adozionedel PGT) e che sono conformi al PGT adottato, possono proseguire– su istanza del soggetto presentatore – lʼistruttoria e lʼiter diapprovazione in base alle previsioni del Documento diInquadramento”.La condizione, introdotta dalla citata norma, della necessariaconformità al PGT adottato delle proposte di PII in itinere appareingiustificatamente pregiudizievole e limitativa per lʼoperatore eper lʼaffidamento in lui ingeneratosi, considerati, da un lato, lanaturale complessità della procedura di approvazione dei PII invariante allo strumento urbanistico generale e, dallʼaltro, che lʼistitutodel PII in variante è ammesso dalla L.R. n. 12/05. Si propone,pertanto, la soppressione dellʼinciso “e che sono conformi al PGTadottato”, nella formulazione del citato art. 32, comma 1 .


ACQUE SUPERFICIALIRETICOLO IDRICO(PdR NdA all.8 - Rapporto Ambientale par. 3.9all.1 VAS - Componente geologica idrogeologicasismica par. 3 e 5)Se si vuole attuare un piano di gestione del territorio, è necessarionon solo la migliore conoscenza dello stato di fatto, ma ancheuna realistica programmazione delle soluzioni che potranno essereadottate per sottrarre la città di Milano al rischio idraulico.ABSTRACT - L’insieme degli indirizzi relativi ad una corretta individuazionedelle fasce di rispetto dei corsi d’acqua cosiddetti minori, appare insufficientee troppo permissivo. Risultano ugualmente deboli gli argomenti ele considerazioni che trattano in termini non adeguati, rispetto alla realegravità dei problemi, il tema delle esondazioni del Seveso e dell’Olona.Va anzitutto sottolineato che il PGT ha un'impronta fortementeurbanistica; ne deriva di conseguenza che incompletoè stato il risultato in termini pianificatori sul compartoacque, che peraltro è vincolato al rispetto delle norme dei pianigià emanati dall'autorità di bacino del Po, dalla RegioneLombardia, alla Provincia di Milano, dai consorzi idrici ecc.La documentazione relativa al reticolo idrico a disposizione, riportadati e informazioni acquisiti da tempo, che comunque presentanolacune di tipo informativo e quindi programmatico. Viceversa inalcuni paragrafi del "Piano delle Regole", si scende in un dettagliotipico di regolamento di fognatura comunale (vedi ad esempioparagrafo 3.5 - intubamenti), si impongono discutibili schemi idrauliciin presenza di sottopassi e si mantiene - secondo visioni ormaisuperate - la totale responsabilità civile e penale a carico del proponentel'opera, senza che venga coinvolto, quale corresponsabile,l'ente titolare dell'autorizzazione comunque dovuta.Colpisce inoltre l'assenza di riferimenti ad interventi programmaticiper attuare la difesa idraulica della città di Milano da eventi dipiena, diversi da quelli del Lambro.Corre infine l'obbligo di sottolineare alcune imprecisioni rilevatequa e là nel corpo dell'intero documento che denotano l'esigenzadi una più accurata definizione sia degli elementi conoscitivi che diquelli programmatori: a titolo di esempio si richiamano nel"Documento di Piano" al paragrafo 4.14 "I Fiumi di Milano" nellapresentazione dello "Scenario di progetto", la progettazione di unripristino di tratto di Naviglio con la piantumazione di alberaturesulle alzaie, elemento tanto antistorico, quanto contrario a elementariprincipi di manutenzione.Per quanto invece riguarda la “Componente geologica" nelle tavoleidrogeologiche viene presentata una situazione della falda relativaall'anno 2003, cioè oltre sette anni or sono. È vero che il pianoè destinato a durare molti anni, durante i quali lʼassetto della faldapotrà subire movimenti, ma proprio per questo motivo sarebbeopportuno prevedere un meccanismo di collegamento dei vincoliidrogeologici a questi possibili movimenti.Si propone pertanto che, in una auspicata revisione del documentoesaminato, la Amministrazione Comunale sviluppi al meglio l'aspettopianificatorio e programmatico.


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriPGT - le nostre osservazioniNota della commissioneAmbiente.In tema ambientale pragratismo e chiarezza non bastano. Serve uno sguardodisincantato ai problemi, un’approfondita analisi, l’individuazione di urgenze edun’analisi dei costi.Achiusura delle argomentazioniesposte, per quanto si riferisceal settore ambientale, appareutile completare le stesse con alcuneconsiderazioni generali riguardanti lecriticità che gravano sul territorio e sullaconseguente necessità di predisporresollecitamente validi strumenti operativi asupporto delle politiche di sostenibilitàambientale e di tutela nel futuro dellerisorse naturali.Il problema ambientale deve, infatti, essereaffrontato con logiche di chiarezza epragmatismo utilizzando l’ampio bagagliotecnico-scientifico fin qui acquisito, matroppo spesso disperso e frammentato inprocedure burocratico normativeinadeguate e prive della razionalitànecessaria.Sinteticamente, tale percorso puòriassumersi nei seguenti punti:● individuazione delle criticità presenti● analisi ed approfondimenti del lorogrado di criticità● formulazione di un quadro dellepriorità e delle urgenze● oneri economici relativiE’ evidente come la possibilità diraggiungere traguardi positivi in talipercorsi presupponga la disponibilità diadeguati strumenti di lavoro certamentediversi rispetto al passato e finalizzati, tral’altro, al perseguimento rapido deirisultati attesi in campo.Tra gli stumenti invocati sono certamentefodnamentali gli studi di pianificazione e diprogrammazione degli interventi da farsima riletti in una logica di progetti condivisie sostenibili.Tale precisazione non deve comunqueleggersi come un richiamo ad argomenti diper sé ovvi e riciclati dal passato e quindisvuotati oggi di reali contenuti innovativi,bensì come un contributo ad individuare erisolvere carenze che specificamente perle parti idrauliche e idrobiologiche hannooggettivamente portato ad esprimere, daparte nostra, rilievi preoccupanti.Gli argomenti qui richiamatirappresentano solo una parte delleproblematiche: nei prossimi numeriseguiranno di volta in volta trattazionispecifiche.44


Esami di Stato,che passione!L’esame di Stato è stato vissuto da tutti, esaminatori e candidati, come unaformalità inevitabile, facilmente superabile, di utilità più o meno chiara.Giuseppe SusaniRicordo la risposta della maggiorparte dei giovani alla solitadomanda:”Perché fai l’Esame diStato?”: “Mah, non so, tanto vale farlo, puòsempre venir buono…”.In effetti si trattava di sottrarre al lavoro(chi l’aveva) un paio di giorni, ed investireuna somma, se non proprio modesta,neppure esorbitante (la tassa d’esame).A loro volta i docenti del Politecnico,effettivi e unici gestori, erano costretti,spesso a malavoglia, a sacrificare parecchiotempo dell’attività didattica per preparare itemi, seguire le prove scritte e orali,correggere gli elaborati, compilare i registri.I rappresentanti dell’Ordine, commissari connomina ministeriale o delegati, erano il piùdelle volte considerati degli intrusi, dei qualisi ignoravano le funzioni, utili se mai nelleprove orali, perché davano una mano asmaltire in fretta la folla dei candidati.Macome è possibile valutare le capacità e leesperienze professionali di una laureata o diun laureato che ha appena lasciatol’università, ha la testa piena di conoscenzescientifiche, ma non ha ancora provato ametterle in pratica nella realtà del lavoro?La riforma introdotta dal D.P.R. 328 del 5giugno 2001 ha reso l’Esame menogenerico ( forse un po’ più difficile,certamente più faticoso).L’unica prova di 8 ore seguita dall’orale èstata sostituita da due scritti di quattro ore,il primo su un tema di settore (civile,dell’informazione, industriale) e il secondosu un tema di classe (20 classicomplessivamente per i tre settori,corrispondenti alle specializzazioni dilaurea), dall’orale, e infine dalla “provapratica”, di 8 ore.Con il nuovo metodo si tende a metterein luce più chiaramente le conoscenze delcandidato, che è libero di scegliere,all’interno del suo settore, i temi chedesidera, anche passando da una classeall’altra.La prova di settore è un esame di culturaingegneristica di base, di contenuto comunea tutti, tant’è che per i rami più tradizionalidell’ingegneria industriale (elettrica,meccanica, chimica, energetica) un unicotema viene preparato in collaborazionedagli aggregati (del Poli e dell’Ordine) dellesingole discipline.La prova di classe, sempre su base culturale,approfondisce temi specifici relativi allaspecializzazione di ciascun candidato.Si cerca così di uscire dagli schemitradizionali dell’esame universitario:assegnazione di un tema con dati dipartenza, applicazione di leggi fisiche,risoluzione di equazioni, calcoli numerici,secondo un percorso prestabilito. Ilcandidato dovrebbe invece dimostrare lacapacità non tanto di usare regole eformule (nessuno vuol porre in discussionela validità della laurea), ma di affrontareautonomamente un caso reale, trovaresoluzioni sensate e valutarle con spiritocritico. viene richiesto lo svolgimento di untema, in genere semplice, ed è concessol’uso di qualsiasi testo o manuale (ed eccoarrivare esili fanciulle e giovani forzuticarichi all’inverosimile di libri e scartoffie).Negli ultimi anni anche l’organizzazione si èevoluta radicalmente. L’attuale Servizio PostLaurea del Politecnico costituisce un validosupporto per gli esaminatori: oltre aprovvedere e vigilare affinché tutto si svolgaregolarmente, organizza riunioni preliminaritra docenti e ingegneri dell’Ordine in mododa definire chiaramente le posizioni estabilire rapporti di utile collaborazione.L’introduzione, da parte del Politecnico,della figura dell’”aggregato” pone sullostesso piano i docenti e i rappresentantidell’Ordine: questi ultimi, di diritto, oltre adassistere alle prove scritte e partecipare agliorali come esaminatori, correggono glielaborati e partecipano alle riunioni discrutinio.Ciò è anche frutto di un decennale lavorodi contatti Ordine-Politecnico, voluti econdotti da chi, nell’Ordine, ha dedicatotempo e competenze all’E.S. e ha coinvoltoi presidenti di commissione nelle riunionipreliminari.Il risultato finale è l’istituzione di un gruppodi lavoro Ordine-Politecnico focalizzatosull’E.S.Inoltre l’Ordine ha in corso due iniziative::-Il seminario sulla normativa, la legislazione,le funzioni dell’Ordine, in preparazionedell’E.S.-Il corso di 30 ore presso il Politecnico, sultema “L’ingegnere e la sua professione”,tenuto da colleghi ingegneri ed espertilegali.Molto si è fatto, molto si sta facendo, marimane il punto dolente.Tranne rarissime eccezioni, i candidati ingenere sostengono l’esame a pochissimimesi dalla laurea, quindi, se possonodimostrare senza difficoltà un’”organicapreparazione di base” (1), non cosìfacilmente possono manifestare la loro“capacità tecnica in vista dell’adeguatosvolgimento delle attività professionali” (1).E’ allora chiaro che perché l’E.S. abbia unsignificato e un’utilità, e non sia unasemplice formalità, è necessario concedere(o imporre) a chi lo vuole sostenere uncerto tempo di sperimentazione delleproprie conoscenze e di sviluppo delleproprie capacità.Da tempo si parla di “tirocinio” o“praticantato”: prima o poi, ma più primache poi, gli Ordini dovranno farsene carico.(1) D.M. 9 settembre 1957, art.11


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriL’ELENCO completo delleCommissioni dell’Ordine.PER L'ETICA PROFESSIONALEPresidente: Patrizia GiraccaChiara Battistoni, Ermenegildo Bardelli, Paolo Brèan, Alessandro Buccellati,Domenico Perrone, Paolo Pisoni, Luigi Rainero, Alberto Sartori, Matilde Schiavoni,Carlo Valtolina.ESPERTI PER LA REVISIONE DELLE PARCELLEPROFESSIONALIPresidente: Luigi RaineroLuigi Ernesto Amman, Giovanni Bosisio, Erberto Botti, Gianni Capè, Michele Coffano,Giovanni Contini, Piercarlo Guaineri, Mauro Langfelder, Giampiero Montalti,Giovanni Papetti, Gabriella Parlante, Gabriele Perucci, Simone Pessina.ORDINAMENTO PROFESSIONALEPresidente: Federico PerottiMario Balzaretti, Gianni Capé, Luciano Fassina, Ambrogio Girotti, Angelo Lucchini,Francesco Maffioli, Enrico Memmo, Edoardo Rovida, Luca Strada, Pietro Vasco Tola.FORMAZIONE - EDUCAZIONE - AGGIORNAMENTOPresidente: Chiara BattistoniGruppo FE-Formazione/Educazione:Maurizio Abrate, Mario Amadasi, Nicola Barbera, Franco Baretich, Silvio Bosetti,Sergio Cerutti, Gianni Confalonieri, Salvatore Crapanzano, Luciano Fassina, BrunoFinzi, Luigi Gaggeri, Patrizia Giracca, Franco Luraschi, Enrico Pio Mariani, RiccardoPellegatta, Federico Perotti, Domenico Perrone, Luigi Rainero, Giuseppe Rapisarda,Marco Trani, Flavio Tresoldi.Gruppo A - Aggiornamento Professionale:Elena Baj, Mauro Bagagiolo, Gabriela Bonavoglia, Pierluigi Brivio, Claudio Cardosi,Vittorio Carnemolla, Paolo Casolo, Stefano Farnè, Mario Garassino Maria PinaLimongelli, Claudio Magistroni, Antonio Mancini, Guido Martinelli, Marcello Miani,Caterina Mietner, Giorgio Piantato, Giorgio Proietti, Alberto Ricci, Michele Rossi,Angelo Selis, Dante Segrini, Andrea Sommaruga, Giancarlo Volpi.QUALIFICAZIONE PROFESSIONALEPresidente: Luciano Fassina46Chiara Battistoni, Stefano Farné, Gabriella Parlante, Federico Perotti, GabrielePerucci, Paolo Schgor.STRUTTUREPresidente: Bruno FinziDanilo Campagna, Michele Capé, Claudio Chesi, Arturo Donadio, Mauro Giuliani,Pietro Romani, Paolo Rugarli.IMPIANTIPresidente: Giuseppe RapisardaSergio Damiani, Antonio De Marco, Giuseppe Giacco, Claudio Mosca, Maurio RossettiConti, Franco Raggi, Marcello De Stermich.CATASTOPresidente: Flavio TresoldiGiampiero Alliori, Giangiacomo Barrile, Franco Citterio, Cesare Cogni, PietroFontana, Paolo Lorenzetti.QUALITA'Presidente: Luigi GaggeriAntonio Aprea, Stefano Calzolari, Maurizio Conti, Giuseppe De Marte, Stefano Farné,Enrico Memmo, Fabio Pasello, Enrico Pogliani, Elena Roacchi, Bruno Zanini.INDUSTRIA, ENTI e SERVIZIPresidente: Silvio BosettiSilvio Aquino, Alberto Avanzini, Giorgio Babanicas, Angelo Bargigia, Andrea Brenta,Maurizio Brown, Paolo Capelli, Claudio Cardosi, Marco Cecchini, Paolo Chiastra,Massimo Chindemi, Michela Chiorboli, Domenico D'Agostino, Dino Dini, StefanoFarne', Luciano Fassina, Marco Felli, Luigi Gaggeri, Romolo Gallo, Mario Ghezzi,Ambrogio Girotti, Paolo Jurkic, Giuseppe Giovanni Lalli, Maurizio Maffessoni,Marcello Miani, Luca Montani, Maria Cristina Motta, Salvatore Mura, Marco Mussini,Gianni Nappi, Emiliano Panaro, Alberto Pianta, Costanzo Riva, Daniele Roderi,Riccardo Rosa, Massimo Santi, Marco Scarioni, Matilde Schiavoni, Dante Segrini.


ENTI PUBBLICIPresidente: Antonio AcerboAlessandro Buccellati, Aristide Capra, Valeria Dolcetta, Angelo Ferraresi, Pier PaoloPerez, Piero Ravetta e Antonio Vettese.GIOVANIPresidente: Maurizio AbrateGiacomo Andriola, Massimiliano Grosso, Davide Luraschi, Massimo Mariani, AttilioPessina, Simone Pessina, Francesco Rizzuto, Daniele Russo, Franco Serratore,Roberto Tomassucci.SICUREZZA E IGIENE SUL LAVOROPresidente: Franco BaretichAdriano Bacchetta, Mauro Bagagiolo, Raffaello Basile, Enrico Brigoli, Paolo MariaCrivelli, Francesco De Bartolomeis, Pietro Freschi, Giovanni Gambino, Fabio Gavino,Antonio Lago, Ottavio Lecis, Chiara Lecis, Mauro Loconsolo, Maria Cristina Motta,Marcello Miani, Demetrio Nava, Fabio Pasello, Stefano Pelucchini, Enrico Persico,Giorgio Pomesano, Giuseppe Gustavo Quaranta, Calogero Roxas, Sergio Vianello.SICUREZZA CANTIERIPresidente: Marco TraniEnrico Luigi Arini, Luca Beretta, Pasquale Frezza, Daniele Pesco.SICUREZZA ANTINCENDIOPresidente: Franco LuraschiPietro Antonacci, Maurizio Bechelli, Lorenzo Brignole, Giuseppe Bogani, AmbrogioCarenzi, Oreste Ceravola, Nicola Clemeno, Fabio Collamati, Giovanni Contini,Eugenio Galli, Paolo Lombardi, Luca Marzola, Silvestre Mistretta, Alice Pizzoccheri,Anna Reggiori, Attilio Scalise, Enrico Schiatti.URBANISTICAPresidente:Riccardo PellegattaFranco Caputo, Vittore Ceretti, Salvatore Crapanzano, Luigi Decio, Massimo Giuliani,Angelo Lorenzi, Luigi Masella, Mauro Mereghetti, Mario Rossetti, Gianluigi Sartorio,Alessandro Toccolini, Dario Vanetti.Monica Sivo, Vincenzo Ventimiglia.NANOTECNOLOGIEPresidente: Alberto CigadaSilvio Abati, Massimiliano Bestetti, Marco Bianchessi, Mario Biserni, Carlo Bottani,Alberto Caleca, Corrado Carretti, Furio Gramatica, Paolo Jurkic, Giuseppe GiovanniLalli, Roberto Millini, Paolo Pignatelli, Biagio Principe, Alberto Redaelli, GiuseppeVittori.ENERGIAPresidente: Enrico CerraiNicola Barbera, Franco Baretich, Gabriele Bertholet, Alberto Caleca, Paolo Capelli,Pier Antonio Casellato, Paolo Chiastra, Gianfranco Conca, Flavio Ferrari, FlavioParozzi, Marcello Scotto.INFORMATICAPresidente: Enrico Pio MarianiPierangelo Aloisi,Gabriela Bonavoglia, Isabella Caramatti, Luciano De Stefani,Francesco Giovannini, Massimiliano Grosso, Andrea Manzato, Giorgio Parrella,Marco Re, Gianluca Sironi, Andrea Guido Sommaruga, Francesco Soro, LorenzoViganò, Luigi Zanderighi, Stefano Zanero.TELECOMUNICAZIONIPresidente: Gianni ConfalonieriGiacomo Andriola, Maria Bartolomeo, Massimo Bertolotti, Franco Boffelli, MarcoManlio Brambilla, Alessandro Carone, Michele D’Amico, Gianni Costantino De Santis,Anastasi Santi Domenico, Edoardo Cottino, Francesco Crescentini, Carmelo Iannicelli,Claudio Invernizzi, Claudio Magistroni, Ezio Mazzola, Giuseppina Moretti, MarcoMussini, Aldo Paraboni, Giordano Picchi, Enrico Pietralunga, Francesco Romeo,Guido Tartara, Angelo Testa, Lorenzo Viganò, Gianluca Sironi.INGEGNERIA FORENSEPresidente: Giovanni ContiniRaffaele Bergaglio, Giancarlo Conci, Antonio De Marco, Anna Guerriero, PatriziaGiracca, Maurizio Vannucchi, Giacomo Viganò.AMBIENTEPresidente: Mario AmadasiLuciano Brusaferro, Libero Cannarozzi, Pier Antonio Marco Casellato, Lorenzo DelFelice, Alba De Salvia, Daniele Fraternali, Maurizio Gandolfo, Gianluca Gurrieri,Giancarlo Majocchi, Beatrice Majone, M. Evelina Saracchi, Franco Sironi, MaurizioVannucchi, Domenico Zampaglione.INFRASTRUTTURE, TRASPORTIPresidente: Salvatore CrapanzanoAlberto Avanzini, Angelo Bargigia, Stefano Bernardi, Nino Bosco, Maurizio Brown,Giovanni Cappellari, Ignazio Carbone, Roberto Ceresoli, Michela Chiorboli, EzioFacchin, Pietro Gelmini, Giuseppe Grassi, Ettore Kluzer, Luigi Legnani, AntonioMancini, Roberto Massetti, Paolo Morlacchi, Dante Segrini.BIOINGEGNERIAPresidente: Sergio CeruttiElena Baj, Anna Maria Bianchi, Alberto Caleca, Marco Ciboldi, Stefano Farné, UgoGarbarini, Paolo Lago, Giuseppe Giovanni Lalli, Carlo Mambretti, Paolo Pessina,CONSIGLIO DELL'ORDINEPresidente Stefano CalzolariSegretario Aldo FranchiTesoriere Tomaso Carlo LampertiConsiglieri: Chiara Battistoni, Silvio Bosetti, Alberto Caleca, Bruno Finzi, MassimoGiuliani, Franco Luraschi, Enrico Memmo, Anna Minotti, Maria Cristina Motta,Riccardo Pellegatta, Alberto Pianta, Maria Gabriella Signorini


<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriI servizi dell’Ordine.Assistenza legale:Avv. Giancarlo ConciRiceve il mercoledì a settimane alterne dalle 17 alle 18.30 su appuntamento presso la Segreteria dell’OrdineAssistenza legale penale:Studio Avv. BanaRiceve su appuntamento presso la Segreteria dell’OrdineAssistenza Fiscale:Dott. Maurizio RivaRiceve il martedì a settimane alterne dalle 17 alle 18 su appuntamento presso la Segreteria dell’OrdineProblematiche del lavoro:Avv. Nadia RestivoRiceve il primo lunedì del mese dalle 17.30 alle 19 su appuntamento presso la Segreteria dell’OrdineAssistenza tariffaria:Componenti Commissione ParcelleSu appuntamento telefonando alla Segreteria dell’OrdineAssistenza informatica:Dott.ing. Andrea SommarugaRiceve ogni primo martedì del mese non festivo su appuntamento presso la Segreteria dell’OrdineRecapito E-mail: sommaa@stcom.comSportello Giovani:Dott. ing. Luigi RaineroRiceve ogni lunedì dalle 17.30 alle 18.30 su appuntamento presso la Segreteria dell’OrdineCassa Nazionale Ingegneri ed Architetti e temi collegati:Dott ing. Angelo SelisRiceve lunedì e martedì dalle 16 alle 18.30 a settimane alterne su appuntamento presso la Segreteria dell'OrdineDelegati INARCASSA.I delegati INARCASSA, espressi dagli iscritti all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano con le elezioni diquest’anno, sono l’Ing. Silvia Fagioli e l’Ing. Arturo Donadio. Silvia Fagioli è al secondo mandato ed a Roma è stataanche eletta nel C.d.A. di INARCASSA.Gli Ingegneri Fagioli e Donadio sono disponibili a soddisfare le eventuali richieste di chiarimenti od informazioni ingenere che gli iscritti volessero loro inoltrare e dedicando una o due mezze giornate al mese al ricevimento deicolleghi presso l’Ordine e si impegneranno ad uno stretto rapporto con l’Ordine, finalizzato alla conoscenza delleprincipali attività e tematiche trattate da INARCASSA nei prossimi 5 anni.Ing Silvia FagioliEmail: qas.silvia@tiscali.itEmail Certificata: s.fagioli@pec.inarcassa.orgTelefono Mobile: 339 489504248Ing. Arturo DonadioEmail: segreteria@spssrl-mi.itEmail Certificata: arturo.donadio@ingpec.euTelefono Mobile: 335 5732349


L’attività formativadella Fondazione.Seminari, corsi, workshop per aggiornare l’ingegnere alle sfide del mercato.LA GESTIONE DELLA SICUREZZANEL PROCESSO EDILIZIO3° EdizioneCorso di Aggiornamento per Coordinatori della Sicurezza ai sensidel d.lgs. 9 aprile 2008 n. 81dal 22 febbraio al 7 aprile , 2011Direttore del Corso:Prof. Ing. Marco L. TraniPolitecnico di Milano - Dipartimento BEST(martedì e giovedì dalle 17:00 alle 21:00 per 40 ore totali)SEMINARIOL’INGEGNEREDIPENDENTEProfessionalità, ruoli,responsabilitàDomandare, ascoltare econfrontarsi con chi seleziona,gestisce, valuta gli ingegneri nelleAziende e negli Enti.SEMINARIO OPEN SOURCE:VALIDE ALTERNATIVE AI PROGRAMMICOMMERCIALI15 Febbraio 2011 ore 16,30 -19,30L’incontro si propone di illustrare programmi alternativi e “liberi” ingrado di soddisfare tutte le funzioni da noi abitualmente richieste alpersonal computer. Questi programmi, liberamente scaricabili dainternet, sono disponibili grazie all'ottimo lavoro svolto, da anni, dagruppi di programmatori indipendenti; sono delle valide alternative aiprogrammi commerciali più noti e molto più costosi.In maggior dettaglio, saranno affrontati i seguenti argomenti:● Open Office: una vera alternativa per l'elaborazione dei testi e deifogli di calcolo.● La versione 3.0 consente anche di modificare i PDF● Libre Office: nato da un fork di Open Office● Scribus: l'impaginazione professionale per testi e grafica● Mozilla: un modo diverso di consultare internet e di gestire la postaelettronica.● Gimp, Imagemagick ed Hugin; le elaborazioni grafiche● PDF Creator e PDFblender; come convertire e gestire i documentiin formato PDF.● 7Zip; gli archivi compressi.● La compatibilità con il mondo esterno● Le distribuzioni Live; Live-CD e Live-USB● PortableApps: Programmi che non richiedono installazione mapossono essere usati direttamente da chiavette USB● BartPE: come recuperare una macchina compromessa● Il mondo di Linux; iI server di reteIntroduzione e coordinamento: ing. Andrea SommarugaRelatori: ing. Andrea Sommaruga, ing. Gianluca SironiCommissione Ingegneria per l’Informazione dell’OrdineMateriale didatticoCD ROM con i programmi presentati24 febbraio 2011ore 17.30 - 19.30L’incontro si inserisce nel percorso avviatopresso l’Ordine degli Ingegneri di Milanoper meglio delineare i tratti dell’ingegneredipendente iscritto all’ordine e riceveresuggerimenti su quali aspetti approfondirenei gruppi di lavoro, come indirizzare lacomunicazione e informazione, quali servizifornire. In particolare il seminario è rivoltoa ingegneri iscritti che svolgono laprofessione come Dipendentinell’Industria, nei Servizi,negli Enti Pubblici.Introduce: ing. Stefano Calzolari,Presidente Ordine Ingegneri di MilanoModeratore: ing. Silvio Bosetti,Presidente Commissione IndustriaRelatori• Giordano Tamagni,Senior Partner KEY 2 PEOPLE• Dario Gallinari,Direttore Risorse Umane SAIPEM• Antonio Acerbo,Direttore Generale COMUNE di MILANO• Rappresentate di ASSOLOMBARDA


Una tessera inORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLIINGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLAPROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILA-NO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLIINGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLAPROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILA-NO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLIINGEGNERI DELLA PROVINCIA MILANO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLAORDINE DEGLIPROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLI DELLA PROVINCIA DI MILA-INGEGNERINO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA DELLA PROVINCIADI MILANO ORDINE DEGLIINGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLAPROVINCIA DI MILANO THE ORDINE MILAN DEGLI ORDER INGEGNERI OF ENGINEERS DELLA PROVINCIA DI MILA-NO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLIINGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLAPROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILA-NO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLIINGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLAOrdine.Richiedila Subito!La tessera di iscrizione all’Ordine degliIngegneri della Provincia di Milano,è lo strumento che permette di dimostrare in tempo reale lapropria appartenenza all’Ordine Professionale. Presentando la tessera presso gli sportelli delle Società convenzionate con l’Ordine, è inoltrepossibile beneficiare di numerosi sconti. Se vuoi conoscere le convenzioni attivate dal tuo Ordine, visita il sito alla pagina:www.ordineingegneri.milano.it/convenzioni.aspxCome richiedere la tessera?Rivolgiti direttamente alla Segreteria dell’Ordine e consegna una fototessera.Se sei iscritto da meno di un anno ti sarà fornita gratuitamente, altrimenti prevede un costo di cinque Euro.Qualora tu o eventuali delegati non poteste recarvi presso gli uffici dell’Ordine, inviaci il necessario in busta chiusa inserendo nome,cognome e nell’ eventualità fossi iscritto da più di un anno, euro 5 in francobolli.La preparazione della tessera richiederà circa un mese. Per il ritiro è necessario recarsi presso la Segreteria. Qualora non potessi farlopersonalmente, delega altri per iscritto fornendo la copia di un tuo documento d’identita’.50

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