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VELOCE, UTILE, PER LA CITTÀ. - Ordine degli Ingegneri della ...

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Milanoper scelta.Il commentodi Carlo Masseroli.Ho iniziato il mio lavoro di assessore all’urbanistica 5anni fa e da subito ho voluto camminare e attraversaretutti i quartieri della città conoscendo unaMilano spesso nascosta e non raccontata da nessuno.Ho incontrato cittadini, comitati, associazioni, imprese profite no profit. Tutti si chiedevano del perché non accadessequella o quell’altra cosa, del perché agli annunci letti nonconseguissero fatti, del perché a servizi attesi o promessinon corrispondessero azioni concrete.Ho capito da subito della necessità di nuove regole per unacittà vivibile, libera e solidale.La stampa, gli imprenditori e gli architetti hanno parlato diqueste nuove regole come fredda collezione di numeri:• il piano dello stop al consumo del suolo (oggi 73% consumato;nel 2030 65%)• il piano dei servizi di prima necessità raggiungibili in 10minuti a piedi da qualsiasi punto della città• il piano della riscossa del Parco Sud. 42 milioni di mq diverde oggi sconosciuti e poco accessibili• il piano della riqualificazione delle aree degradate eabbandonate• il piano dei 22 nuovi parchi cittadini pari ad oltre 5.000nuovi campi da calcio• il piano dei 219 km di linee su ferro (oggi 75)• il piano dei 30.000 alloggi in housing socialeTutti numeri veri ma se privi di una idea, una traiettoria, unsignificato, diventano solo una serie di oggetti. E la città,come ha ricordato il nostro Arcivescovo nel “Discorso allacittà” in occasione della festività di Sant’Ambrogio, è fatta dipersone oltre che di case, è collegata da relazioni prima cheda strade, illuminata dall’energia della solidarietà prima chedai cavi dell’elettricità.Ed è proprio questa sfida la vera ambizione del Piano, danoi sintetizzata nel suo titolo: Milano per scelta. Vale a direpoter dire e sentir dire con convinzione io scelgo Milano.Scelgo Milano per vivere, scelgo Milano per far crescere imiei figli, scelgo Milano per il mio business, scelgo Milanoper studiare, scelgo Milano per divertirmi, scelgo Milano!Perché accada c’è bisogno del nostro impegno, della nostraresponsabilità, della nostra libertà: c’è bisogno di ciascunodi noi. Questo è il cuore del Piano!Abbiamo voluto predisporre una piattaforma flessibile chedia spazio a chi ha voglia di contribuire allo sviluppo dellacittà. Quello che abbiamo scritto non è ‘solo’ un piano urbanistico,è un nuovo sistema di welfare.Provo a spiegarmi meglio.Il principio di queste nuove regole è: se scatena l'iniziativadelle comunità, dovremmo farlo. Se la ammazza, nondovremmo.Per essere sempre più espliciti provo a fare degli esempi.Come l’amministrazione ha operato negli ultimi trent’anni?Cosa non ha funzionato e come le nuove regole rispondonoai limiti registrati?I vecchi strumenti urbanistici si fondavano su due parolechiave: centralismo (bisogno di servizi predefinito e immutabilenel tempo) e uniformità (poco, ovunque e uguale pertutti)Oggi abbiamo proposto che siano sostituite da: sussidiarietà(ognuno in qualsiasi momento definisce quali e quantiservizi chiedere a chi vuole) e flessibilità (molto e dove a chiserve)EsempioUn operatore di servizi profit o no profit, una associazione,un gruppo di cittadini si propone di rispondere ad un bisognodi chi vive nel quartiere Porta Romana (1 degli 88 quartieridella città)1 - Sceglie nella lista dei servizi prioritari votata dal consigliocomunale sulla base dell’ascolto del territorio (es. asilo,scuola secondaria, piscina, biblioteca, albergo low cost)2 - Chiede la registrazione nell’elenco dei soggetti pubblicie privati accreditati all’erogazione di tali servizi, secondo criteridi merito e qualità3 - Attiva uno di tali servizi grazie alla disponibilità di aree evolumi totalmente gratuiti (es. apertura di uno dei servizisopracitati in una parte o nella totalità di edifici esistenti o dinuova costruzione) Alla logica del “prodotto” (in questa area“x”, va costruito il servizio specifico “y”) si è sostituita la logicadel “processo”. Il Piano non va quindi ad indicare unrisultato finale, ma va a definire un metodo che di volta involta verrà utilizzato da chiunque desideri progettare e fornirenuovi servizi.Perché le nuove regole possano sprigionare l’energia e lacreatività di tutti noi è necessario che ognuno di noi esplicitiil proprio interesse. Ciò che preoccupa non è il conflitto diinteressi ma la totale assenza di interessi.La metropoli invivibile non è una fatalità, non è un destinoinevitabile. Noi insieme lo proveremo, noi insieme cercheremodi costruire la Milano del terzo millennio.Non la città ideale perché non esiste, ma la città che ciascunosceglierà come propria.● una questione di immaginazione.● una questione di volontà.● una questione di intelligenza collettiva.● una questione di metodo.Ma quando vedo ciò che è già stato realizzato,ho fiducia in quello che potremo fareinsieme.

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