<strong>RIVISTA*</strong>dell’Ordine degli IngegneriPGT - le nostre osservazioniNota della commissioneAmbiente.In tema ambientale pragratismo e chiarezza non bastano. Serve uno sguardodisincantato ai problemi, un’approfondita analisi, l’individuazione di urgenze edun’analisi dei costi.Achiusura delle argomentazioniesposte, per quanto si riferisceal settore ambientale, appareutile completare le stesse con alcuneconsiderazioni generali riguardanti lecriticità che gravano sul territorio e sullaconseguente necessità di predisporresollecitamente validi strumenti operativi asupporto delle politiche di sostenibilitàambientale e di tutela nel futuro dellerisorse naturali.Il problema ambientale deve, infatti, essereaffrontato con logiche di chiarezza epragmatismo utilizzando l’ampio bagagliotecnico-scientifico fin qui acquisito, matroppo spesso disperso e frammentato inprocedure burocratico normativeinadeguate e prive della razionalitànecessaria.Sinteticamente, tale percorso puòriassumersi nei seguenti punti:● individuazione delle criticità presenti● analisi ed approfondimenti del lorogrado di criticità● formulazione di un quadro dellepriorità e delle urgenze● oneri economici relativiE’ evidente come la possibilità diraggiungere traguardi positivi in talipercorsi presupponga la disponibilità diadeguati strumenti di lavoro certamentediversi rispetto al passato e finalizzati, tral’altro, al perseguimento rapido deirisultati attesi in campo.Tra gli stumenti invocati sono certamentefodnamentali gli studi di pianificazione e diprogrammazione degli interventi da farsima riletti in una logica di progetti condivisie sostenibili.Tale precisazione non deve comunqueleggersi come un richiamo ad argomenti diper sé ovvi e riciclati dal passato e quindisvuotati oggi di reali contenuti innovativi,bensì come un contributo ad individuare erisolvere carenze che specificamente perle parti idrauliche e idrobiologiche hannooggettivamente portato ad esprimere, daparte nostra, rilievi preoccupanti.Gli argomenti qui richiamatirappresentano solo una parte delleproblematiche: nei prossimi numeriseguiranno di volta in volta trattazionispecifiche.44
Esami di Stato,che passione!L’esame di Stato è stato vissuto da tutti, esaminatori e candidati, come unaformalità inevitabile, facilmente superabile, di utilità più o meno chiara.Giuseppe SusaniRicordo la risposta della maggiorparte dei giovani alla solitadomanda:”Perché fai l’Esame diStato?”: “Mah, non so, tanto vale farlo, puòsempre venir buono…”.In effetti si trattava di sottrarre al lavoro(chi l’aveva) un paio di giorni, ed investireuna somma, se non proprio modesta,neppure esorbitante (la tassa d’esame).A loro volta i docenti del Politecnico,effettivi e unici gestori, erano costretti,spesso a malavoglia, a sacrificare parecchiotempo dell’attività didattica per preparare itemi, seguire le prove scritte e orali,correggere gli elaborati, compilare i registri.I rappresentanti dell’Ordine, commissari connomina ministeriale o delegati, erano il piùdelle volte considerati degli intrusi, dei qualisi ignoravano le funzioni, utili se mai nelleprove orali, perché davano una mano asmaltire in fretta la folla dei candidati.Macome è possibile valutare le capacità e leesperienze professionali di una laureata o diun laureato che ha appena lasciatol’università, ha la testa piena di conoscenzescientifiche, ma non ha ancora provato ametterle in pratica nella realtà del lavoro?La riforma introdotta dal D.P.R. 328 del 5giugno 2001 ha reso l’Esame menogenerico ( forse un po’ più difficile,certamente più faticoso).L’unica prova di 8 ore seguita dall’orale èstata sostituita da due scritti di quattro ore,il primo su un tema di settore (civile,dell’informazione, industriale) e il secondosu un tema di classe (20 classicomplessivamente per i tre settori,corrispondenti alle specializzazioni dilaurea), dall’orale, e infine dalla “provapratica”, di 8 ore.Con il nuovo metodo si tende a metterein luce più chiaramente le conoscenze delcandidato, che è libero di scegliere,all’interno del suo settore, i temi chedesidera, anche passando da una classeall’altra.La prova di settore è un esame di culturaingegneristica di base, di contenuto comunea tutti, tant’è che per i rami più tradizionalidell’ingegneria industriale (elettrica,meccanica, chimica, energetica) un unicotema viene preparato in collaborazionedagli aggregati (del Poli e dell’Ordine) dellesingole discipline.La prova di classe, sempre su base culturale,approfondisce temi specifici relativi allaspecializzazione di ciascun candidato.Si cerca così di uscire dagli schemitradizionali dell’esame universitario:assegnazione di un tema con dati dipartenza, applicazione di leggi fisiche,risoluzione di equazioni, calcoli numerici,secondo un percorso prestabilito. Ilcandidato dovrebbe invece dimostrare lacapacità non tanto di usare regole eformule (nessuno vuol porre in discussionela validità della laurea), ma di affrontareautonomamente un caso reale, trovaresoluzioni sensate e valutarle con spiritocritico. viene richiesto lo svolgimento di untema, in genere semplice, ed è concessol’uso di qualsiasi testo o manuale (ed eccoarrivare esili fanciulle e giovani forzuticarichi all’inverosimile di libri e scartoffie).Negli ultimi anni anche l’organizzazione si èevoluta radicalmente. L’attuale Servizio PostLaurea del Politecnico costituisce un validosupporto per gli esaminatori: oltre aprovvedere e vigilare affinché tutto si svolgaregolarmente, organizza riunioni preliminaritra docenti e ingegneri dell’Ordine in mododa definire chiaramente le posizioni estabilire rapporti di utile collaborazione.L’introduzione, da parte del Politecnico,della figura dell’”aggregato” pone sullostesso piano i docenti e i rappresentantidell’Ordine: questi ultimi, di diritto, oltre adassistere alle prove scritte e partecipare agliorali come esaminatori, correggono glielaborati e partecipano alle riunioni discrutinio.Ciò è anche frutto di un decennale lavorodi contatti Ordine-Politecnico, voluti econdotti da chi, nell’Ordine, ha dedicatotempo e competenze all’E.S. e ha coinvoltoi presidenti di commissione nelle riunionipreliminari.Il risultato finale è l’istituzione di un gruppodi lavoro Ordine-Politecnico focalizzatosull’E.S.Inoltre l’Ordine ha in corso due iniziative::-Il seminario sulla normativa, la legislazione,le funzioni dell’Ordine, in preparazionedell’E.S.-Il corso di 30 ore presso il Politecnico, sultema “L’ingegnere e la sua professione”,tenuto da colleghi ingegneri ed espertilegali.Molto si è fatto, molto si sta facendo, marimane il punto dolente.Tranne rarissime eccezioni, i candidati ingenere sostengono l’esame a pochissimimesi dalla laurea, quindi, se possonodimostrare senza difficoltà un’”organicapreparazione di base” (1), non cosìfacilmente possono manifestare la loro“capacità tecnica in vista dell’adeguatosvolgimento delle attività professionali” (1).E’ allora chiaro che perché l’E.S. abbia unsignificato e un’utilità, e non sia unasemplice formalità, è necessario concedere(o imporre) a chi lo vuole sostenere uncerto tempo di sperimentazione delleproprie conoscenze e di sviluppo delleproprie capacità.Da tempo si parla di “tirocinio” o“praticantato”: prima o poi, ma più primache poi, gli Ordini dovranno farsene carico.(1) D.M. 9 settembre 1957, art.11