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Giulia Ligabue - ETRURIA design

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22<br />

Progetti&Realizzazioni<br />

Firenze. Bancone Bar sotto<br />

la “Loggia del Pesce”. Vista<br />

generale ed elaborati grafici.<br />

Florence. Bar underneath<br />

Vasari’s “Loggia del Pesce”.<br />

General view and drawings.<br />

Bagno in abitazione a<br />

Montale Rangone.<br />

Bathroom in home at<br />

Montale Rangone.<br />

Ciompi. Un bar sotto la storica loggia del Vasari offre tutte le<br />

sere live music, dj set e visual art a random. Il particolare<br />

progetto di interior <strong>design</strong> nasce da una collaborazione che<br />

ho stretto con il giovane architetto Francesca Gaetani, ed è<br />

concepito come l’estensione dell’adiacente mercatino delle<br />

pulci della piazza. Tavoli e sedie di seconda mano e dal<br />

<strong>design</strong> anonimo sono resi unici da piccoli interventi artistici<br />

che io ed Andreas Schwarzkopf abbiamo operato per caratterizzarli.<br />

Sedie imbottite anni ’50 ricamate di farfalle, severe<br />

sedie parrocchiali corrette con cartine geografiche, piccoli<br />

animali di pelliccia che animano gli schienali di massicce<br />

sedie di legno, vecchie testate di letti in ferro battuto trasformate<br />

in panchine da giardino si presentano come curiose<br />

opportunità di reinterpretare gli arredi per le zone di sosta. Il<br />

banco bar allocato nella campata centrale è rivestito di piastrelle<br />

grigie che rievocano l’antica funzione di mercato del<br />

pesce della loggia. Tutti gli arredi saranno messi in vendita<br />

a fine stagione.”<br />

Nel più ampio progetto di ristrutturazione dell’abitazione<br />

in Montale Rangone (MO) si analizza invece l’intervento<br />

relativo al bagno destinato ai ragazzi della famiglia, realizzato<br />

con un utilizzo minimale della collezione Optical in<br />

due colori: il bianco e l’arancio. La volontà del progettista<br />

emerge chiaramente dalle sue parole: “Trattandosi del<br />

bagno dei ragazzi, volevo ottenere un ambiente vivace ed<br />

allegro; per questo ho favorito la predominanza cromatica<br />

dell’arancione: un colore giovane che peraltro si affianca<br />

bene al pavimento in rovere”. La trama utilizzata nel progetto<br />

richiama alla mente le esperienze del movimento<br />

dell’Optical Art (a cui la stessa collezione <strong>ETRURIA</strong> <strong>design</strong><br />

si ispira), che ebbe momento di massima espressione<br />

intorno agli anni Sessanta. L’opera “Army” di Victor<br />

Vasarely anticipa l’esperienza artistica attraverso la composizione<br />

di una grande figura geometrica per mezzo di quadrati<br />

e cerchi di colori degradanti di cui si perde l’immagine<br />

complessiva per una sofisticata illusione ottica. Di quegli<br />

stessi anni sono le sperimentazioni di Sol LeWitt, che<br />

attraverso le sue “Composizioni” gioca a realizzare plastici<br />

di elementi tridimensionali basati sul quadrato, affiancati e<br />

sovrapposti. Alla stessa maniera la decorazione del rivestimento<br />

ricalca le geometrie che questi artisti proponevano<br />

e ne assimila la componente “giocosa” per proiettarla nella<br />

dimensione minima del bagno per una giovane utenza.<br />

Altrettanto carica di colori e di riferimenti all’arte figurativa<br />

del Novecento è la cucina realizzata in un’abitazione di<br />

Reggio Emilia. La saturazione cromatica dell’involucro,<br />

mentre avvolge le presenze ospitate, conferisce loro una<br />

precisa riconoscibilità, quasi a voler rivisitare la tecnica<br />

della scomposizione tipica delle esperienze artistiche dei<br />

primi decenni del Novecento, riferibili al movimento De<br />

Stijl, che trattano gli elementi geometrici elementari, privilegiando<br />

le superfici piane, come appartenenti ad una estesa<br />

matrice concettuale riferibile alla pittura, al <strong>design</strong> e<br />

all’architettura. È immediatamente possibile fare una liaison<br />

tra l’immagine della cucina realizzata ed il “Progetto di<br />

contro-costruzione” in cui Theo Van Doesburg scompone<br />

lo spazio di progetto per piani cromaticamente definiti;<br />

altrettanto interessante è la comparazione della composizione<br />

cromatica e figurativa della cucina con il dipinto<br />

“Rythme” che Robert Delaunay dipinge nel 1934: in<br />

entrambi i casi si ritrova il medesimo approccio nella ricerca<br />

di coordinare elementi circolari concentrici e superare il<br />

dualismo tra bianco/nero e colore.<br />

In questo scenario viene introdotta una componente, una<br />

superficie incorniciata, capace di arricchire la continuità del<br />

piano geometrico con le due, minime ma sensibili, vibrazioni<br />

tridimensionali delle piramidi tronche del rivestimento<br />

diamantato e dei graffiti concentrici che scavano la superficie<br />

evidenziando la materia sottostante. Un ambiente che<br />

stimola la riflessione e favorisce il confronto intellettuale<br />

come appare dal commento del progettista: “La cucina

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