a tu x tu la parola a . . . Festa dell'amicizia
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exallievi@isti<strong>tu</strong>toelvetico.ch aprile 2007 n° 15 www.isti<strong>tu</strong>toelvetico.ch<br />
<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> a . . .<br />
Carissimi Ex-allievi/e.<br />
Ho sentito recentemente un racconto simbolico molto bello<br />
e ve lo voglio comunicare. Si intito<strong>la</strong> “L’ombrello giallo”.<br />
C’era una volta un paese grigio e triste, dove, quando pioveva,<br />
<strong>tu</strong>tti gli abitanti giravano per le strade con gli<br />
ombrelli neri. Sotto l’ombrello <strong>tu</strong>tti avevano una faccia<br />
corrucciata e triste… Un giorno comparve un signore che<br />
passeggiava sotto un ombrello giallo e sorrideva. Gli abitanti<br />
erano scandalizzati dal<strong>la</strong> sua presenza. Solo Natasha<br />
non sapeva cosa pensare.<br />
Per di più si accorgeva che quel signore sotto l’ombrello<br />
giallo aveva l’aria di essere perfettamente a suo agio e felice.<br />
Si chiedeva il perché. Un giorno, all’uscita dal<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>,<br />
Natasha si accorse di aver dimenticato il suo ombrello<br />
nero a casa. Il caso volle che di lì a poco incrociasse l’uomo<br />
dall’ombrello giallo, il quale le propose sorridendo:<br />
“Vuoi ripararti?”. Natasha esitò. Se accettava, <strong>tu</strong>tti<br />
l’avrebbero presa in giro. Accettò e si riparò sotto l’ombrello<br />
accanto al signore gentile. Allora capì perché egli<br />
era felice: sotto l’ombrello giallo il cattivo tempo non esisteva<br />
più!<br />
Natasha aveva un’aria così sbalordita che il giovane scoppiò<br />
in una risata: “Lo so! Anche <strong>tu</strong> mi prendi per pazzo,<br />
ma voglio spiegarti <strong>tu</strong>tto. Un tempo ero triste anch’io, in<br />
questo paese dove piove sempre. Avevo anch’io un<br />
ombrello nero. Ma un giorno, uscendo dall’ufficio, dimenticai<br />
l’ombrello e incontrai un uomo che mi offrì di ripararmi<br />
sotto il suo ombrello giallo. Come te, ho esitato perché<br />
avevo paura di essere diverso, di rendermi ridicolo. Ma poi<br />
accettai. E mi accorsi che sotto l’ombrello giallo il cattivo<br />
tempo era sparito. Poi improvvisamente l’uomo se ne<br />
andò e io mi accorsi che avevo in mano il suo parapioggia<br />
giallo. Lo rincorsi, ma non riuscii più a trovarlo: era scomparso.<br />
Così ho conservato l’ombrello giallo e il bel tempo<br />
non mi ha più <strong>la</strong>sciato”. Natasha esc<strong>la</strong>mò: “Che storia! E<br />
non sente imbarazzo a tenersi l’ombrello di un altro?”. Il<br />
signore rispose: “No, perché so bene che questo ombrello<br />
è di <strong>tu</strong>tti. Quell’uomo l’aveva senza dubbio ricevuto<br />
anche lui da qualcun altro”. Quando arrivarono davanti<br />
al<strong>la</strong> casa di Natasha, si salutarono.<br />
Appena l’uomo, allontanadosi, scomparve, <strong>la</strong> ragazzina si<br />
accorse di avere in mano il suo ombrello giallo. Ma ormai<br />
quel signore gentile chissà dov’era. Così Natasha si tenne<br />
l’ombrello giallo, ma sapeva già che presto avrebbe di<br />
nuovo cambiato proprietario, sarebbe passato in altre<br />
mani, per riparare dal<strong>la</strong> pioggia e portare il “bel tempo ad<br />
altre persone”.<br />
Il Delegato Exallievi di Lugano<br />
Don Franco Colcera<br />
a <strong>tu</strong> x <strong>tu</strong><br />
• a cura di Marc De-Ambrogi<br />
In questa edizione nostro ospite è<br />
Dr. Marco Schiavi (exallievo e psichiatra<br />
dell’infanzia e dell’adolescenza) a pagina 6<br />
<strong>Festa</strong><br />
dell’amicizia<br />
giovedì 31 maggio 2007<br />
ore 18.30 ritrovo<br />
sul Piazzale dell’Isti<strong>tu</strong>to<br />
ore 18.45 Santa Messa<br />
seguirà un rinfresco<br />
Vi ricordiamo inoltre di rinnovare <strong>la</strong> vostra fedele<br />
adesione al<strong>la</strong> nostra Unione versando il contributo<br />
sociale che anche quest’anno è di CHF 15.– per quello<br />
ordinario e CHF 25.– e più per quello sostenitore.
L’opera Don Bosco per le missioni di Lugano attiva dal 1965<br />
Il 26 giugno 1965 è stata costi<strong>tu</strong>ita <strong>la</strong> Fondazione<br />
Opera Don Bosco per i Paesi in via di Sviluppo, con<br />
Presidente Don Enrico Moranti, opera che dal 22<br />
giugno 1999 assume <strong>la</strong> seguente denominazione:<br />
Fondazione Opera Don Bosco per le Missioni .<br />
13 ottobre 2004 si assiste ad una nuova impostazione<br />
del<strong>la</strong> Fondazione dopo <strong>la</strong> morte di Don<br />
Morganti avvenuta il 14 maggio 2004. Presidente<br />
viene nominato l’Ispettore salesiano di Mi<strong>la</strong>no mentre<br />
<strong>la</strong> conduzione dell’ufficio missionario passa al<br />
Delegato don Franco Colcera .<br />
L’attività del<strong>la</strong> Fondazione consiste essenzialmente in<br />
contatti episto<strong>la</strong>ri con gli oltre 2’000 Benefattori<br />
del<strong>la</strong> Svizzera. Vi sono inoltre rego<strong>la</strong>ri contatti con i<br />
Missionari sparsi nei 5 continenti e invio di aiuti per<br />
le loro opere: Pakistan, India, Sri Lanka, Cambogia,<br />
Viet Nam, Filippine, Etiopia, Sudan- Darfur, Medio<br />
Oriente (Libano), Ecuador, Argentina (Patagonia),<br />
Brasile…<br />
Da sottolineare inoltre i sostegni a distanza<br />
(Adozioni): a Calcutta (10), Krishnagar (110),<br />
Mumbay (10), Cambogia (62), Etiopia (10), Sri<br />
Lanka (20) e pure in Sudan-Darfur (30). L’Unione<br />
ex-allievi di Lugano contribuisce con l’adozione a<br />
distanza di 3 bambini in India. Vi è inoltre l’attività<br />
missionaria del Gruppo Mamma Margherita e<br />
Cooperatrici salesiane attive con <strong>la</strong>vori manuali e<br />
vendita di materiale nei mercatini, aiuto ad allievi<br />
Don Bosco diceva . . .<br />
Cercate anime, ma non danari né onori, né dignità.<br />
Non fate visite se non per motivi di carità e di necessità.<br />
Fra di voi amatevi, consigliatevi, correggetevi, ma non portatevi mai<br />
né invidia, né rancore, anzi il bene di uno, sia il bene di <strong>tu</strong>tti; le pene<br />
e le sofferenze di uno siano considerate come pene e sofferenze di<br />
<strong>tu</strong>tti, e ciascuno s<strong>tu</strong>di di allontanarle o almeno mitigarle.<br />
2<br />
poveri con borse di s<strong>tu</strong>dio nonché nel finanziamento di<br />
un sostegno a distanza in India.<br />
I Progetti che vengono sostenuti sono<br />
sostanzialmente i seguenti:<br />
Costruzione di casette per i bisognosi in India e Sri<br />
Lanka; aiuto al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> tecnica del<strong>la</strong> Cambogia;<br />
ristrut<strong>tu</strong>razione del San<strong>tu</strong>ario Nostra Signora del<strong>la</strong><br />
Pace in Patagonia; aiuto al Progetto Fidar del Libano<br />
per le famiglie disagiate e i ragazzi senza casa; equipaggiamento<br />
di letti d’ospedale in India; cooperazione<br />
agli aiuti di ricostruzione in Sri Lanka; aiuto nel<strong>la</strong> ricostruzione<br />
dopo il terremoto in Pakistan (Don Pietro<br />
Zago); appoggio al centro VIS (Volontariato Internazionale<br />
per lo Sviluppo- Roma (Don Ferdinando<br />
Colombo); aiuto al<strong>la</strong> costruzione del Centro accoglienza<br />
ragazzi di strada ad Addis Abeba in Etiopia (Sig.<br />
Cesare Bullo)<br />
I Collegamenti con l’Ufficio Missionario possono<br />
avvenire per il tramite dei seguenti recapiti:<br />
• Don Franco Colcera, Opera Don Bosco per le Missioni,<br />
c/o Isti<strong>tu</strong>to Elvetico, Via Serafino Balestra 24,<br />
6900 Lugano<br />
• E-mail: missionidonbosco@isti<strong>tu</strong>toelvetico.ch<br />
cooperatori@isti<strong>tu</strong>toelvetico.ch<br />
• Tel. 091 922 77 33/36, Fax. 091 923 77 14<br />
• Natel 078 667 10 03, CCP 69-3320-3<br />
Attività per il 90° anno<br />
dell’Isti<strong>tu</strong>to Elvetico<br />
Per <strong>la</strong>sciare un segnale dura<strong>tu</strong>ro nel tempo, non si è<br />
scelto di scrivere un libro – lo si farà forse nel suo centenario<br />
– ma di festeggiare sul campo sportivo dello<br />
stadio comunale di Lugano con una storica partita:<br />
allievi, ex-allievi e insegnanti e personalità di spicco. La<br />
macchina organizzativa si è messa in movimento.
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“<br />
Cari amici, questa rubrica vuole essere il collegamento, il ponte tra gli exallievi/e e gli allievi/e<br />
che at<strong>tu</strong>almente frequentano l’Isti<strong>tu</strong>to Elvetico. • a cura di Don Franco Colcera<br />
L’ombrello giallo<br />
Qui di seguito potete leggere alcuni commenti e<br />
spiegazioni degli allievi e allieve del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> media in<br />
riferimento al racconto “L’ombrello giallo” che è stato<br />
raccontato sotto <strong>la</strong> rubrica: “<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> a…”<br />
Nell’anno dedicato al<strong>la</strong> vita <strong>la</strong>nciano un motivo di<br />
speranza e di ottimismo a <strong>tu</strong>tti i lettori.<br />
Secondo me l’ombrello giallo rappresenta <strong>la</strong> luce e l’aiuto<br />
di Gesù; gli ombrelli neri l’oscurità e <strong>la</strong> cattiveria.<br />
(Nicolò) Chi sta sotto l’ombrello giallo prova sensazioni<br />
nuove, sente di essere protetto dall’onnipotente, da Dio.<br />
Quell’ombrello passa da una persona all’altra, ma solo a<br />
quelli che non si tirano indietro e credono in ciò che fanno<br />
nel<strong>la</strong> vita e vanno fino in fondo per rendere felici gli altri.<br />
(Pietro)<br />
In un mondo triste e morto, don Bosco ha saputo portare<br />
<strong>la</strong> felicità a chi incontrava. L’ombrello è piccolo come<br />
un puntino, ma è “grande come importanza” perché fa<br />
diventare felici gli altri. L’ombrello passa di mano in mano:<br />
infatti ci sono altri don Bosco che sono buoni e fanno del<br />
bene trasmettendolo agli altri. (Danie<strong>la</strong>)<br />
Gli ombrelli neri sono le tenebre, l’oscurità e <strong>la</strong> tristezza.<br />
L’ombrello giallo invece porta <strong>la</strong> luce, <strong>la</strong> felicità. La<br />
felicità si deve donare, bisogna portar<strong>la</strong> nel mondo ai più<br />
tristi. Anche noi dobbiamo portare <strong>la</strong> felicità agli altri. È<br />
come Gesù che porta <strong>la</strong> felicità, l’amore al mondo infelice.<br />
Anche Don Bosco ha portato <strong>la</strong> felicità ai ragazzi del suo<br />
tempo. E noi dobbiamo portar<strong>la</strong> ai nostri amici e compagni,<br />
così avremo un mondo più felice e con più amore<br />
verso il prossimo. (Desirée)<br />
La felicità non si trova ovunque… è già difficile trovar<strong>la</strong><br />
in se stessi, ma è possibile trovar<strong>la</strong>. L’ombrello rappresenta<br />
<strong>la</strong> capacità di essere se stessi e non imitare gli altri<br />
in “negativo”. Gli ombrelli neri invece rappresentano “le<br />
maschere” che ogni persona mette, perché non vuol far<br />
sapere agli altri come è veramente. (–)<br />
In un paese di pessimisti spunta un ottimista che fa vedere<br />
il <strong>la</strong>to positivo delle cose. La morale è che bisogna<br />
saper guardare il mondo sorridendo, perché c’è sempre<br />
del positivo nelle cose. Chi sorride porta il sorriso agli altri.<br />
L’ombrello giallo è l’ottimismo, il sorriso, <strong>la</strong> felicità e <strong>la</strong><br />
gioia di vivere, anche quando <strong>tu</strong>tto sembra triste e noioso.<br />
(Isabel<strong>la</strong>)<br />
ombrello giallo è simbolo dell’amore di Dio verso <strong>tu</strong>tti.<br />
L’ La città piovosa indica questo mondo a volte cupo e<br />
nero; però basta un sorriso per contagiare gli altri.<br />
L’ombrello giallo è una persona serena, felice e contenta di<br />
vivere: è una felicità contagiosa, che passa da una persona<br />
all’altra, rallegrando il mondo in cui viviamo La missione<br />
è di portare il sorriso in <strong>tu</strong>tto il mondo. L’amore deve<br />
passare di persona in persona rendendo altri felici. (–)<br />
Dio che è bontà, porta <strong>la</strong> felicità, per questo chi sta<br />
sotto l’ombrello giallo è felice. Il nero è il colore del<strong>la</strong><br />
tristezza. Chi tramanda l’ombrello giallo è <strong>la</strong> figura del<br />
Testimone di Dio. (Francesca)<br />
3<br />
Saranno – sono! – famosi<br />
A cura di Luigi Conconi Docente del Liceo<br />
Pluricomprensivo dell’Isti<strong>tu</strong>to Elvetico.<br />
Si sente spesso par<strong>la</strong>re delle difficoltà che un giovane s<strong>tu</strong>dente<br />
incontra nel riuscire a conciliare scuo<strong>la</strong> e attività sportiva<br />
di alto livello. I problemi sorgono soprat<strong>tu</strong>tto nel<strong>la</strong><br />
scuo<strong>la</strong> post-obbligatoria, per orari spesso inconciliabili con<br />
gli allenamenti e <strong>la</strong> pratica sportiva.<br />
La nostra scuo<strong>la</strong> ha dato una concreta risposta a questa esigenza.<br />
Sono in pochi a sapere che negli ultimi 6 - 7 anni<br />
l’Elvetico è divenuto una fucina di giovani campioni che si<br />
stanno ormai affermando in svariati ambiti sportivi. Proprio<br />
così! Automobilismo, tennis, nuoto, ippica, hockey su ghiaccio<br />
e a rotelle, sono alcuni degli sport in cui eccellono allievi<br />
at<strong>tu</strong>ali ed exallievi delle superiori.<br />
Per questa prima volta partiamo dal calcio che, numericamente,<br />
<strong>la</strong> fa da padrone.<br />
Sapevate che il nostro campetto verde ha tenuto a battesimo<br />
un consistente numero di fu<strong>tu</strong>ri campioni?<br />
Qualche nome? Il più in vista è certamente Alberto<br />
Regazzoni che milita in Super League nel Sion ed è stato<br />
recentemente selezionato da Kuhn nel<strong>la</strong> nostra nazionale<br />
svizzera! Suo compagno di squadra a Sion, nel ruolo di<br />
Cerbero, è un’altra vecchia conoscenza del<strong>la</strong> nostra scuo<strong>la</strong>,<br />
il portiere Germano Vai<strong>la</strong>ti, che si sta affermando<br />
come uno dei migliori numeri uno in Svizzera<br />
(peccato per <strong>la</strong> recente paperel<strong>la</strong>!).<br />
Da alcuni anni gioca nel<strong>la</strong> prima squadra del San<br />
Gallo con ottimo rendimento Mijat Maric, diplomato<br />
al<strong>la</strong> nostra scuo<strong>la</strong> di commercio. E che dire<br />
del suo compagno di c<strong>la</strong>sse Marco Padalino, che<br />
da qualche anno calca i campi del<strong>la</strong> serie B italiana<br />
ed è tito<strong>la</strong>re del Piacenza? Dall’elvetico è<br />
pure passato il brasiliano Barras, poi approdato<br />
con alterne for<strong>tu</strong>ne al Grasshoppers.<br />
At<strong>tu</strong>almente in Chal<strong>la</strong>nge League difende i colori<br />
del Lugano Fulvio Sulmoni, bravo sul campo da calcio e<br />
ottimo al liceo dove ha ottenuto, un paio d’anni fa, una<br />
ma<strong>tu</strong>rità col massimo dei voti e ora prosegue i suoi s<strong>tu</strong>di in<br />
economia all’USI di Lugano. Anche il portiere Daniel Passera<br />
del Chiasso è da annoverare tra i nostri ex-alunni. Pure di<br />
Giorgio Toprak non ci siamo dimenticati (ma giochi ancora?).<br />
Ce ne sono moltissimi altri che militano con onore nelle<br />
leghe inferiori, ma se abbiamo dimenticato qualcuno di<br />
“famoso”, segna<strong>la</strong>tecelo!<br />
Questo proliferare di ottimi sportivi non è certo casuale! La<br />
nostra scuo<strong>la</strong> ha sempre avuto un occhio di riguardo per le<br />
esigenze degli sportivi: non solo concedendo alcune facilitazioni<br />
per permettere di partecipare ad allenamenti e gare, a<br />
condizione che i programmi fossero poi recuperati, ma<br />
soprat<strong>tu</strong>tto predisponendo un orario sco<strong>la</strong>stico concentrato<br />
nelle mattinate, senza ore buche, con due o tre pomeriggi<br />
liberi da impegni sco<strong>la</strong>stici e con <strong>la</strong> fine delle lezioni mai oltre<br />
le 16.00. Come vedremo <strong>la</strong> prossima volta molti altri sportivi<br />
hanno approfittato dei nostri servizi!
eL<br />
’angolo dei ricordi<br />
• a cura di Marc De-Ambrogi<br />
Novant’anni di storia all’elvetico<br />
Opera Don Bosco<br />
Isti<strong>tu</strong>to Elvetico di<br />
Lugano, quest’anno<br />
2007 ricorda e celebra i<br />
suoi 90 anni di storia. Come è<br />
iniziata l’attività dei salesiani a<br />
Lugano? Ecco <strong>la</strong> risposta sintetica.<br />
Il professore Camillo Landriani<br />
(originario di Pavia) fondò una<br />
casa di “educazione giovanile” a<br />
Lugano, opera che svolse <strong>la</strong> sua<br />
attività per 80 anni, cioè dal<br />
1838 al 1917.<br />
Gli succedettero quali condirettori<br />
dapprima i professori<br />
Giuseppe Orcesi di Genova e<br />
Giuseppe Grassi di Lugano, poi<br />
Giovanni Anastasi e Annibale<br />
Cotti, quindi Giuseppe Rovelli e<br />
Paolo Camozzi.<br />
Il “Landriani” conobbe crescenti preoccupazioni<br />
finanziarie tali che, nel 1917, si decise di chiudere<br />
l’opera. Sarebbe andata perduta l’unica scuo<strong>la</strong> di<br />
commercio.<br />
Fu l’indimenticabile Vescovo Monsignor Aurelio<br />
Bacciarini a impedire <strong>la</strong> perdita dell’Isti<strong>tu</strong>to.<br />
Dopo <strong>la</strong>boriose trattative il “Landriani” aprì per<br />
l’anno sco<strong>la</strong>stico 1917- 18 sotto <strong>la</strong> direzione dei<br />
Salesiani di Don Bosco. Ma il suo nome era cambiato:<br />
era diventato l’Isti<strong>tu</strong>to Elvetico. L’aper<strong>tu</strong>ra<br />
dell’Isti<strong>tu</strong>to venne ritardata di alcuni mesi, al<strong>la</strong><br />
prima domenica di luglio 1918, a causa dell’epidemia<br />
“spagno<strong>la</strong>” che mieteva molte vittime.. Ma<br />
quando il primo direttore salesiano, Don Aristide<br />
Redaelli, prese il timone del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, subito si vide<br />
che Don Bosco aveva benedetto questa casa nel<strong>la</strong><br />
quale si apprestava a continuare <strong>la</strong> sua provvidenziale<br />
opera per i giovani.<br />
Per varie ragioni anche l’Elvetico andò deperendo al<br />
punto che negli anni 1926-28 i superiori erano<br />
venuti al<strong>la</strong> decisione di chiuderlo e di vendere <strong>la</strong><br />
proprietà. A trattative quasi concluse, il Rettor<br />
Maggiore Sac. Filippo Rinaldi, credette oppor<strong>tu</strong>no<br />
di sospendere ogni trattativa e di tenere aperto<br />
l’Isti<strong>tu</strong>to mettendo come nuovo Direttore Don G.B.<br />
Canale.<br />
(Fonte: Cronaca del<strong>la</strong> casa)<br />
4<br />
1917-2007<br />
Allievi dell’anno 1917-18<br />
Elementari 18<br />
Tecniche 44<br />
Commercio 31<br />
Totale 93
5<br />
e
“<br />
Intervista al Dr. Marco Schiavi<br />
Marco, sei uno psichiatra<br />
infantile e dell’adolescenza;<br />
ci puoi spiegare brevemente<br />
in cosa consiste<br />
questa <strong>tu</strong>a specializzazione?<br />
Per raccontare al lettore in cosa<br />
consiste <strong>la</strong> mia professione, penso<br />
sia utile partire dal<strong>la</strong> descrizione del<br />
percorso fatto per professar<strong>la</strong>. La<br />
prima tappa è lo s<strong>tu</strong>dio del<strong>la</strong><br />
medicina che conduce, dopo<br />
6 anni al<strong>la</strong> professione di<br />
medico (io ne impiegato<br />
qualcuno in più<br />
perché non sono<br />
mai stato un<br />
grande s<strong>tu</strong>dioso).<br />
Terminata questa<br />
prima parte<br />
si sceglie <strong>la</strong><br />
disciplina nel<strong>la</strong><br />
quale si desideraspecializzarsi.<br />
Non sempre<br />
si hanno le idee<br />
chiare, nonostante i periodi di pratica nei differenti<br />
reparti, che forniscono comunque una buona preparazione<br />
per il medico di base.<br />
Nel mio caso ero però già deciso dal primo giorno<br />
da s<strong>tu</strong>dente in medicina, per <strong>la</strong> specializzazione<br />
in una disciplina i cui utenti fossero i bambini.<br />
Avevo così effet<strong>tu</strong>ato diversi periodi di tirocinio<br />
nelle differenti specialità dell’area pediatrica:<br />
pediatria, neonatologia e chirurgia pediatrica, tra<strong>la</strong>sciando<br />
<strong>la</strong> psichiatria infantile perché non avevo<br />
alcun interesse per <strong>la</strong> psichiatria e mi ero detto di<br />
non averne <strong>la</strong> stoffa.<br />
Quando però, per non restare senza “pagnotta”<br />
ho iniziato a <strong>la</strong>vorare nel Jura proprio in una strut<strong>tu</strong>ra<br />
psichiatrica per bambini ed adolescenti, mi<br />
sono innamorato di questa specializzazione che<br />
tratta il disagio psichico dei minorenni e le ma<strong>la</strong>ttie<br />
corre<strong>la</strong>te.<br />
La specialità dura altri sei anni, ed oltre ad<br />
approfondire <strong>la</strong> psicopatologia, si seguono i corsi<br />
per diventare psicoterapeuta e ci si sottopone ad<br />
una psicoterapia per affinare <strong>la</strong> conoscenza del proprio<br />
funzionamento psichico, utile strumento di<br />
<strong>la</strong>voro.<br />
6<br />
• a cura di Marc De-Ambrogi<br />
Come vedi, dal <strong>tu</strong>o osservatorio privilegiato,<br />
<strong>la</strong> problematica giovanile?<br />
Premetto che <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione giovanile di cui<br />
mi occupo è una parte del<strong>la</strong> parte, perché<br />
tra i giovani vedo solo quelli che sono in difficoltà,<br />
e tra loro solo quelli che riescono a<br />
consultare uno psichiatra, superando il<br />
primo ostacolo: accettare di farsi aiutare.<br />
Purtroppo è ancora radicata l’idea, parziale,<br />
che solo i “matti” abbiano bisogno delle<br />
nostre cure.<br />
Ma per rispondere al<strong>la</strong> <strong>tu</strong>a<br />
domanda, riassumerei in tre<br />
punti <strong>la</strong> probabile origine di<br />
questo disagio. Il primo<br />
consiste in una perdita<br />
del<strong>la</strong> meta: un tempo (e<br />
<strong>tu</strong>tt’oggi in altre cul<strong>tu</strong>re<br />
cosiddette “arretrate”)<br />
era ben chiaro a <strong>tu</strong>tti<br />
chi fossero gli adulti e<br />
quali fossero le loro<br />
responsabilità, i doveri<br />
ed gli agi; questo permetteva<br />
di ben distinguerli<br />
dai bambini e<br />
dunque caratterizzava l’adolescenza come il periodo di<br />
transizione (per questo par<strong>la</strong>vo di meta) tra una popo<strong>la</strong>zione<br />
e l’altra.<br />
Oggi, anche se non condivido <strong>la</strong> generalizzazione, è difficile<br />
dire quando si diventa adulti, gli s<strong>tu</strong>di durano più a<br />
lungo, l’occupazione scarseggia, l’età del matrimonio si<br />
innalza e così quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> generazione dei figli, capita di<br />
vedere che a 24-26 anni si è ancora dei “ragazzoni”, si<br />
vive coi genitori, dai quali si dipende ancora economicamente,<br />
non da ultimo, il triste primato di divorzi simboleggia<br />
un importante cambiamento nel<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> dei valori<br />
degli adulti, sempre meno capaci di affrontare costruttivamente<br />
le difficoltà del<strong>la</strong> vita (si è abbandonata <strong>la</strong> riparazione<br />
a vantaggio del<strong>la</strong> sosti<strong>tu</strong>zione).<br />
Con questo scenario è lecito immaginare che l’adolescente<br />
che <strong>la</strong>scia <strong>la</strong> fanciullezza sotto <strong>la</strong> spinta del<strong>la</strong><br />
pubertà, entra nell’età del cambiamento e non sa dove<br />
andare, che obiettivo puntare… smarrito cerca di<br />
importare nel suo bagaglio esperienziale alcuni gesti<br />
che reputa appartengano al mondo adulto, che sembra<br />
esaurirsi lì, interrompendo così il processo evolutivo.<br />
Il secondo aspetto lo assimilerei al<strong>la</strong> globalizzazione.<br />
Quando si è adolescenti si ricerca un gruppo di pari cui<br />
“appoggiarsi” reciprocamente a sostegno delle preoc-
cupazioni legate ai cambiamenti psichici e corporei<br />
legati al<strong>la</strong> crescita. Questo gruppo solitamente non<br />
era enorme ed era definito da caratteristiche “normalizzanti”,<br />
cioè elementi di somiglianza tra i componenti<br />
del gruppo.<br />
Oggi, grazie alle migliorate possibilità di comunicazione,<br />
il gruppo di riferimento può essere enorme,<br />
non più legato al<strong>la</strong> necessità fisica di incontrarsi, ma<br />
“vir<strong>tu</strong>alizzato” da internet, dai cellu<strong>la</strong>ri. Per poter<br />
includere un grande numero di adolescenti deve,<br />
giocoforza, ridurre il numero di elementi comuni cui<br />
fare riferimento, si appiattisce. Forse per questo i<br />
vissuti emotivi divengono adesso oggetto di comunicazione<br />
mediatica (basti pensare al successo di<br />
tante trasmissioni “strappa<strong>la</strong>crime”) anziché esperienza<br />
di vita re<strong>la</strong>zionale.<br />
Il terzo aspetto lo addurrei ad una di<strong>la</strong>gante soli<strong>tu</strong>dine<br />
paradossale. Prima dicevo che il gruppo di riferimento<br />
cresce, ora parlo di soli<strong>tu</strong>dine. Se il ragazzo<br />
non si sente amato come unico si sente solo se pur<br />
circondato da un mare di “amici”. La base di questa<br />
modalità di amare è quel<strong>la</strong> legata all’amore dei genitori<br />
per i loro figli; se questo amore si intiepidisce, si<br />
sfuoca, il ragazzo è solo.<br />
Da exallievo, hai in mente un aneddoto dei<br />
tempi dell’elvetico che vorresti raccontare?<br />
È difficile sceglierne uno tra i tanti. Penso che sia<br />
bello rendervi partecipi di uno dei più bei momenti<br />
nel mio trascorso di allievo: eravamo in 2a ginnasio,<br />
c’era l’abi<strong>tu</strong>dine di organizzare durante le vacanze di<br />
carnevale, una settimana sulle nevi.<br />
Quell’anno andammo a Macugnaga. C’era una chiesetta<br />
vicino a dove alloggiavamo ed eravamo pronti<br />
a partecipare al<strong>la</strong> S. Messa (il giorno delle ceneri).<br />
Erano riunite <strong>tu</strong>tte le c<strong>la</strong>ssi partecipanti, mi guardavo<br />
attorno, vedevo il volto dei miei compagni, dei<br />
ragazzi più grandi e dei più piccoli, quello dei miei<br />
insegnanti, in quel momento privilegiato, in quel<br />
luogo partico<strong>la</strong>re, si sono condensate tante esperienze<br />
vissute negli anni precedenti, carichi del<strong>la</strong> spiri<strong>tu</strong>alità<br />
salesiana, ed ho desiderato, per <strong>la</strong> bellezza<br />
di quel<strong>la</strong> esperienza, occuparmi dei più piccoli una<br />
volta diventato grande.<br />
Ripensandoci a distanza di tempo, penso che sia<br />
ma<strong>tu</strong>rata lì <strong>la</strong> mia passione per i bambini ed il forte<br />
desiderio di dedicare loro <strong>la</strong> mia vita.<br />
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Hai ancora un messaggio che vorresti esprimere<br />
ai nostri lettori?<br />
Quando sono stanco delle fatiche del<strong>la</strong> giornata, ripenso<br />
agli incontri avuti coi giovani pazienti e mi rendo<br />
conto di tornare a casa arricchito dalle loro qualità, che<br />
nonostante il loro disagio mi hanno rega<strong>la</strong>to in seduta,<br />
gra<strong>tu</strong>itamente.<br />
Invito quindi anche voi, exallievi come me, a restare<br />
fiduciosi che <strong>la</strong> felicità nel<strong>la</strong> quotidianità <strong>la</strong> si trova<br />
ovunque vi siano i ragazzi semplicemente<br />
”<br />
dedicandogli <strong>la</strong> nostra attenzione.<br />
Nato a Legnano (MI) il 5 giugno 1966.<br />
Domiciliato a Lugano<br />
Coniugato con due figli.<br />
Curriculum Vitae<br />
Elementari e ginnasio:<br />
Isti<strong>tu</strong>to Elvetico a Lugano<br />
Liceo Cantonale Lugano 1 a Lugano<br />
ma<strong>tu</strong>rità scientifica<br />
Università degli S<strong>tu</strong>di di Pavia<br />
II° facoltà di medicina (Varese)<br />
Specialista FMH in psichiatria e psicoterapia<br />
infantile e dell’adolescenza<br />
Innumerevoli esperienze e specializzazioni pure<br />
nel settore del<strong>la</strong> medicina d’Urgenza<br />
Da novembre ‘05 medico capo clinica presso il<br />
Servizio Medico Psicologico di Coldrerio<br />
Membro delle seguenti Associazioni di settore:<br />
• Foederatio Medicorum Helveticorum (FMH)<br />
• Ordine dei Medici del Canton Ticino (OMCT)<br />
• Società Svizzera di Psichiatria Infantile e<br />
dell’Adolescenza – psicoterapia (SSPIA)<br />
• Société Médicale Suisse de Psychotherapie<br />
(SMSP)<br />
• Società Ticinese di Psichiatria e Psicoterapia<br />
(STPP)<br />
• International Society for Adolescent Psychiatry<br />
and Psychology (ISAP)<br />
• Accademia di psicoterapia psioanalitica del<strong>la</strong><br />
Svizzera italiana (membro in formazione)
Cari amici, questo spazio è dedicato partico<strong>la</strong>rmente<br />
a voi. Vuole essere una occasione di dialogo tra<br />
exallievi/e. In questa rubrica aspettiamo infatti che ci<br />
scriviate per esprimerci le vostre critiche, i vostri<br />
desideri. Sarebbe molto interessante pure ricevere<br />
da voi delle testimonianze di vostri ricordi di allievi<br />
all’Isti<strong>tu</strong>to Elvetico, magari raccontando qualche<br />
MONSIGNOR VALERIO CRIVELLI<br />
impressum<br />
Un Exallievo dell’Elvetico<br />
infaticabile missionario del<br />
Vangelo via etere.<br />
Ricordiamo Monsignor<br />
Valerio Crivelli, attinente<br />
di Novazzano e deceduto il<br />
7 marzo 2007 presso <strong>la</strong><br />
Clinica Moncucco di<br />
Lugano.<br />
Nato il 20 agosto 1933 a<br />
Breganzona.<br />
Ha fatto le scuole dell’obbligo<br />
all’Isti<strong>tu</strong>to Elvetico di<br />
Lugano: nell’anno 1947-<br />
48 frequenta <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse<br />
Terza Tecnica e ottiene un encomio per buona condotta<br />
insieme a Cavallero Andrea (II Commercio),<br />
Sartori Franco (I Commercio), Bernasconi Gianpiero<br />
(III Tecnica), Wiederkerhr Renato (III Tecnica),<br />
Zampini Silvano (I Tecnica).<br />
Nello stesso anno riceve anche il Premio medaglia di<br />
lode al semestre e al finale in Religione. Medaglia<br />
d’argento come profitto sco<strong>la</strong>stico. Viene nominato<br />
8<br />
degli exallievi/e<br />
• a cura di Marc De-Ambrogi<br />
divertente aneddoto concernente vostri docenti o compagni<br />
di c<strong>la</strong>sse. Sceglieremo gli interventi più interessanti<br />
da pubblicare su internos.<br />
Aspettiamo <strong>tu</strong>tte le vostre suggestioni ...<br />
A presto!!!!!!<br />
ad onore per il canto. Entra poi nel Seminario<br />
Diocesano San Carlo per gli s<strong>tu</strong>di liceali e teologici.<br />
Sacerdote dal 28 giugno 1958 ha proseguito <strong>la</strong> sua<br />
formazione nell’università di Friborgo e ottenuto <strong>la</strong><br />
licenza in li<strong>tu</strong>rgia all’università Lateranense di Roma.<br />
Unione degli exallievi /e Isti<strong>tu</strong>to Elvetico<br />
Via Canonica 15, CH-6900 Lugano<br />
C.C.P. 69-2735-8<br />
Redattori: Avv. Marc De-Ambrogi (Responsabile), Don Franco Colcera<br />
Servizi amministrativi: Giorgio De Lorenzi, Marcello Gorietti, Harald Agosti<br />
Progetto grafico & stampa: Rotografica sa, 6807 Taverne<br />
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