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une <strong>dì</strong> d <strong>di</strong> tita<br />
una giornata <strong>di</strong> Gio:Batta Gio:Batta<br />
conta<strong>di</strong>no nel Friuli dell’800 dell 800<br />
<strong>di</strong> Giancarlo Martina<br />
il Laboratorio <strong>di</strong> Storia<br />
ISIS Bonaldo Stringher <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne<br />
2010-2011 2010 2011
Un avviso prima <strong>di</strong> iniziare<br />
• Giobatta è personaggio inventato, ma<br />
le informazioni, i fatti e il quadro storico<br />
sono tutti veri. Lo stratagemma serve a<br />
spiegare come viveva oltre il 70% dei<br />
friulani nel XIX secolo. Non esistono le<br />
loro biografie. Si tratta dei conta<strong>di</strong>ni<br />
che spesso lavoravano la terra <strong>di</strong> altri a<br />
mezzadria. Quelli che erano braccianti<br />
o stagionali vivevano una vita ancor più pi<br />
<strong>di</strong>fficile.
Un avviso prima <strong>di</strong> iniziare<br />
• Ho cercato immagini contemporanee al<br />
periodo. Non sempre è stato possibile<br />
trovare iconografie dell’800, dell 800, così cos ho<br />
dovuto inserirne <strong>di</strong> più pi recenti. Questa<br />
scelta però non falsa il contenuto, visto<br />
che fino ai primi decenni del 1900 la<br />
vita materiale del conta<strong>di</strong>no friulano<br />
non ha subito cambiamenti drastici.
Un avviso prima <strong>di</strong> iniziare<br />
• <strong>Il</strong> nome GiovanBattista, GiovanBattista,<br />
spesso<br />
contratto in Gio.batta, Gio.batta,<br />
in friulano è<br />
detto <strong>Tita</strong>. Così Cos il titolo del Power Point<br />
è Una giornata <strong>di</strong> Giobatta, Giobatta,<br />
in friulano<br />
“Une Une <strong>dì</strong> d <strong>di</strong> <strong>Tita</strong>”.<br />
<strong>Tita</strong>
une <strong>dì</strong> <strong>di</strong> tita<br />
Giobatta per una buona parte dell’800 ha<br />
un aspetto trasandato. La barba è lunga, i<br />
capelli stopposi, il viso e le mani scure e<br />
sporche del lavoro dei campi.<br />
Potrebbe sembrare uno dei ZZ Top, ma la<br />
sua vita era molto più faticosa e stentata.
une <strong>dì</strong> <strong>di</strong> tita<br />
<strong>Il</strong> compaesano <strong>di</strong> Giobatta del basso Friuli,<br />
zona paludosa, è spesso colpito da “febbri<br />
d’infezione ... E ha l’aspetto smunto, la<br />
tinta pallida” con una mortalità superiore.
une <strong>dì</strong> <strong>di</strong> tita<br />
Giobatta ha un vestito <strong>di</strong> lana per l’inverno<br />
e uno <strong>di</strong> canapa per l’estate. La foggia è<br />
molto semplice. D’altra parte per lavorare<br />
nei campi non serve l’eleganza, tant’è che<br />
lavora scalzo. Ha un solo paio <strong>di</strong> scarpe ...<br />
per il matrimonio.
une <strong>dì</strong> <strong>di</strong> tita<br />
Giobatta nasce nella pianura friulana, in<br />
un piccolo paese simile ad altri.
une <strong>dì</strong> <strong>di</strong> tita<br />
La sua famiglia è numerosa, tra fratelli e<br />
sorelle sono in cinque o sei (metà 800).<br />
Non tutti raggiungono la maggiore età,<br />
morbillo o scarlattina erano sufficienti per<br />
far morire un bambino.<br />
L’età me<strong>di</strong>a è <strong>di</strong> circa 50 anni.<br />
L’inizio dell’attività lavorativa arriva a circa<br />
14 anni, anche se sono tante le mansioni<br />
svolte in casa.
une <strong>dì</strong> <strong>di</strong> tita<br />
A 20 anni il fisico <strong>di</strong> Giobatta non si è ancora<br />
sviluppato (statura bassa, corpo esile) a causa<br />
dell’eccessivo sfruttamento e della alimentazione<br />
misera e sbilanciata.<br />
La maternità fisica per le donne giunge a 25-30 anni<br />
e questo limita il periodo fertile e il numero delle<br />
nascite.<br />
D’altra parte, come per gli uomini, vi era un notevole<br />
tasso <strong>di</strong> malattie legate all’alimentazione: il gozzo<br />
(mancanza <strong>di</strong> sale), la pellagra (a vitaminosi), la tisi<br />
(insalubrità dei luoghi), la <strong>di</strong>fterite (a perio<strong>di</strong>).
une <strong>dì</strong> <strong>di</strong> tita<br />
Giobatta nasce in una piccola casa <strong>di</strong><br />
sassi con il tetto in paglia. <strong>Il</strong> cortile è in<br />
comune con altre famiglie.
une <strong>dì</strong> <strong>di</strong> tita<br />
La vita della famiglia <strong>di</strong> Giobatta, delle<br />
famiglie dei parenti <strong>di</strong> Giobatta e <strong>di</strong> quelle<br />
dei compaesani <strong>di</strong> Giobatta sono scan<strong>di</strong>te<br />
dai tempi e dai ritmi dei campi.
une <strong>dì</strong> <strong>di</strong> tita<br />
I riti religiosi e le credenze superstiziose si<br />
impastano nella cultura conta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> cui<br />
Giobatta è portatore.
une <strong>dì</strong> <strong>di</strong> tita<br />
Sopra la vita del conta<strong>di</strong>no, a volte<br />
mezzadro (affittuario), a volte lavorante del<br />
proprietario (sot ( sotàn), ), scorre la vita dei nobili<br />
e dei benestanti del paese o della città citt <strong>di</strong><br />
U<strong>di</strong>ne. Di frequente il proprietario ha molti<br />
campi e li fa gestire da un fattore. <strong>Il</strong> fattore<br />
a volte o spesso se ne approfitta.
une <strong>dì</strong> <strong>di</strong> tita<br />
I contratti <strong>di</strong> gestione dei campi più pi comuni<br />
erano quelli in colonìa colon e quelli in<br />
mezzadria.<br />
Per entrambi era previsto le cessione <strong>di</strong><br />
metà met del prodotto della bachicoltura e<br />
della vinificazione.
une <strong>dì</strong> <strong>di</strong> tita<br />
<strong>Il</strong> mezzadro doveva inoltre pagare l’affitto l affitto della<br />
casa e dei prati a foraggio, inoltre aveva<br />
l’obbligo obbligo delle onoranze ovvero doveva<br />
consegnare al padrone dei campi una parte dei<br />
polli, anitre e oche che allevava alla scadenza<br />
del giorno <strong>di</strong> san Martino l’11 l 11 novembre.<br />
La somma totale dava il costante<br />
indebitamento.
<strong>Il</strong> territorio<br />
Le attività umane sono determinate<br />
dall’ambiente esterno. L’agricoltura si sviluppa a<br />
seconda delle caratteristiche naturali.
<strong>Il</strong> territorio<br />
In Friuli esiste una zona montana scarsamente produttiva, una zona<br />
collinare e <strong>di</strong> pianura secca (magre<strong>di</strong> cioè terra magra, sassosa), una zona<br />
<strong>di</strong> risorgive fin troppo ricca <strong>di</strong> acque. <strong>Il</strong> Friuli si può <strong>di</strong>videre in tre zone<br />
antropiche: la montagna (allevamento, boschi, emigrazione), l’alta alta pianura<br />
(agricoltura <strong>di</strong> sussistenza), la bassa pianura (agricoltura produttiva, ma in<br />
perenne lotta con le acque).<br />
Sopra U<strong>di</strong>ne pianura e colline aride<br />
Sotto U<strong>di</strong>ne risorgive e terre paludose
une <strong>dì</strong> <strong>di</strong> tita<br />
La Storia<br />
Sopra queste figure sociali scorre la<br />
Grande Storia che irrompe in modo<br />
improvviso e violento con le guerre,<br />
mo<strong>di</strong>fica le leggi e scombina le abitu<strong>di</strong>ni.<br />
Lentamente Giobatta e la sua famiglia<br />
devono cambiare la loro vita.
La Storia<br />
• Serenissima Repubblica<br />
<strong>di</strong> Venezia fino al 1796
La Storia<br />
• La politica della Repubblica veneta in Friuli<br />
era tesa al mantenimento della<br />
giuris<strong>di</strong>zione feudale;<br />
• Venezia si caratterizzò per l’immobilismo<br />
dello Stato, preoccupata <strong>di</strong> mantenere la<br />
pace sociale, <strong>di</strong> favorire i nobili e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>fendersi dalla potenza ottomana;
La Storia<br />
• <strong>Il</strong> Friuli fu zona <strong>di</strong> sfruttamento del territorio<br />
e dell’agricoltura a favore della Dominante;<br />
• Tra ‘600 e ‘700 fu aperto l’Albo d’oro della<br />
nobiltà veneziana e iniziò l’acquisto dei<br />
titoli nobiliari da parte dei ricchi<br />
commercianti. Questo, e la <strong>di</strong>minuita<br />
importanza del commercio causata dalle<br />
nuove rotte oceaniche, <strong>di</strong>ede il via alla<br />
creazione dei latifon<strong>di</strong> improduttivi<br />
(esempio conti Manin <strong>di</strong> Passariano).
La Storia<br />
• Napoleone dal 1796 al 1814
La Storia<br />
• Le armate francesi determinarono<br />
l’irruzione della “modernità” anche in<br />
Friuli;<br />
• <strong>Il</strong> Co<strong>di</strong>ce Civile e le ripartizioni<br />
amministrative cambiarono<br />
profondamente il governo del territorio e<br />
il modo <strong>di</strong> vivere;<br />
• Nel 1810 fu elaborato il nuovo estimo<br />
catastale e una tassa fon<strong>di</strong>aria più<br />
moderna;
La Storia<br />
• Furono colpiti i proprietari, ma<br />
soprattutto i coloni e le classi povere<br />
perchè i grossi proprietari aumentano il<br />
canone <strong>di</strong> affitto dei campi per ottenere<br />
la stessa ren<strong>di</strong>ta;<br />
• La liberalizzazione della ven<strong>di</strong>ta delle<br />
terre dal 1810 favorì soprattutto i<br />
citta<strong>di</strong>ni (finanzieri, speculatori,<br />
agrimensori, bottegai, fornitori<br />
dell’esercito ecc.) che investirono i loro<br />
capitali senza però competenza agraria.
La Storia<br />
• Regno Lombardo Veneto, impero d’Austria<br />
dal 1815 al 1866
La Storia<br />
• <strong>Il</strong> nuovo regno Lombardo Veneto era<br />
marcatamente centralista;<br />
• <strong>Il</strong> 70% dei rappresentati del governo del<br />
Lombardo Veneto erano esterni al<br />
regno stesso;<br />
• La nobiltà friulana, scarsamente unita,<br />
era debole politicamente;<br />
• La tassazione in<strong>di</strong>retta è molto pesante<br />
(dazio tre volte più alto <strong>di</strong> quello degli<br />
austriaci e degli slavi);
La Storia<br />
• <strong>Il</strong> 16 aprile 1836 entrò in vigore la legge per la<br />
ven<strong>di</strong>ta dei BENI COMUNI (COMUNALI) ai<br />
privati.<br />
<strong>Il</strong> bestiame della collettività, fino allora,<br />
pascolava liberamente nelle terre dei beni<br />
comuni dal 24 aprile (San Giorgio)<br />
all’11novembre (San Martino);<br />
• Vengono messi in ven<strong>di</strong>ta pascoli, boschi,<br />
terre incolte che erano fonte <strong>di</strong><br />
sostentamento per i ceti più poveri.
La Storia<br />
• Negli anni ’50 50 scoppia la crisi della<br />
viticoltura (oi<strong>di</strong>o) e della bachicoltura.<br />
• 1862 Per la viticoltura una soluzione è<br />
l’utilizzo utilizzo dello zolfo in miscela –solfato solfato<br />
<strong>di</strong> zolfo- zolfo ma è costoso;<br />
• Segue l’introduzione l introduzione dei vitigni del<br />
merlot e del cabernet (prima c’era c era per<br />
es. il raboso) raboso)<br />
più pi resistenti.
La Storia<br />
• Quin<strong>di</strong> si inizia la pastorizzazione del<br />
vino per invecchiamento;<br />
• Infine si hanno i primi vigneti non misti<br />
ad altre colture;<br />
• 1870-80 1870 80 si <strong>di</strong>ffonde le monocoltura<br />
della vite, produzione sia per uso<br />
interno, ma soprattutto per<br />
esportazione.
La Storia<br />
La coltivazione del gelso è la base per<br />
l’allevamento del baco da seta.<br />
Questa attività fu introdotta da Antonio<br />
Zanon sul finire del 1700.<br />
Come sottoprodotto della coltivazione<br />
ci sono le more sia bianche che nere,<br />
esse sono usate per l’alimentazione.
La Storia<br />
Nel 1850 si <strong>di</strong>ffonde l’atrofia del<br />
Filugello (baco da seta o Bombyx mori)<br />
che fa strage <strong>di</strong> bachi da seta.<br />
La crisi è superata perchè perch Gheradro<br />
Freschi importa semi <strong>di</strong> baco da Cina,<br />
Giappone, Persia e Caucaso.<br />
Nel 1857 in Friuli si contano 748 filande<br />
con 5000 caldaie e 10.000 addetti (5000<br />
donne, 4000 fanciulle).
La Storia<br />
La prima fase della industria serica è la<br />
trattura (produzione <strong>di</strong> bozzoli) che<br />
avviene nelle case. <strong>Il</strong> periodo <strong>di</strong><br />
crescita del baco è <strong>di</strong> 70 giorni.
La Storia<br />
L’allevamento del baco è una<br />
importantissima integrazione<br />
all’economia domestica. <strong>Il</strong> cavalîr (il<br />
cavaliere o signore) deve essere<br />
accu<strong>di</strong>to amorevolmente, gli si deve<br />
cedere le stanze della casa, lo si deve<br />
girare e rigirare, gli si deve dare<br />
continuamente da mangiare la foglia<br />
del gelso.
La Storia<br />
Dopo la monocoltura della vite,<br />
l’introduzione dei filari <strong>di</strong> gelsi cambia<br />
la fisionomia del paesaggio della<br />
pianura friulana.<br />
La bella vita del cavalîr ha un tragico<br />
epilogo: viene gettato vivo nelle caldaie<br />
<strong>di</strong> acqua bollente!
La Storia<br />
• Regno d’Italia dal 1866 al 1943.
La Storia<br />
• Con l’entrata nel Regno d’Italia la<br />
provincia del Friuli viene inserita nella<br />
Regione Veneto;<br />
• E’ zona <strong>di</strong> confine con l’avversario e poi<br />
alleato e <strong>di</strong> nuovo avversario austriaco;<br />
• L’unificazione legislativa e amministrativa<br />
mo<strong>di</strong>fica la composizione sociale,ma non<br />
intacca i rapporti tra classi;
10% attività <strong>di</strong>verse<br />
12% manifattura<br />
17% imprecisati,<br />
ma probabilmente<br />
villici<br />
La Storia<br />
3% commercio<br />
58% conta<strong>di</strong>ni<br />
Popolazione attiva nella provincia del Friuli<br />
213.807 (escluse 200.000 donne e bimbi).
La Storia<br />
• E’ in questo periodo che l’emigrazione<br />
friulana si allarga e trova nuovi sbocchi, se<br />
fino alla metà del secolo emigravano<br />
soprattutto i carnici,ora anche i friulani<br />
partono per raggiungere le Germanie, ma<br />
anche le regioni italiane o, verso al fine del<br />
secolo, le Americhe.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Usualmente la giornata iniziava al<br />
sorgere del sole o al muggire delle<br />
vacche (per chi le possedeva).<br />
Compatibilmente alle possibilità, possibilit , la<br />
colazione era robusta, per sostenere<br />
la giornata <strong>di</strong> lavoro.<br />
La polenta veniva riscaldata e<br />
accompagnata con formaggio o, più pi<br />
raramente, salsiccia.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
La cucina era l’ambiente l ambiente più pi caldo e<br />
utilizzato dalla famiglia, il suo nome era<br />
cjase (casa). <strong>Il</strong> centro della stanza era il<br />
fogolâr. fogolâr.<br />
Spesso il fuoco era acceso sulla<br />
terra battuta o all’interno all interno <strong>di</strong> un cerchio <strong>di</strong><br />
sassi o sopra un piano <strong>di</strong> mattoni refrattari.<br />
Sopra vi era una cappa per convogliare il<br />
fumo. Prima, e nelle famiglie più pi povere, la<br />
cappa non c’era c era e il fumo usciva da una<br />
feritoia aperta su una parete.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Un altro tipo <strong>di</strong> fogolâr era sopraelevato,<br />
così il fuoco era meno pericoloso ed era<br />
più agevole il lavoro <strong>di</strong> cucinare.<br />
<strong>Il</strong> fogolâr era costruito in una stanza<br />
separata dal corpo della casa.<br />
La cucina era la stanza<br />
più importante della casa.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
GioBatta mangiava poca o pochissima<br />
carne,<br />
ma tra novembre e febbraio le famiglie<br />
si riunivano per un evento<br />
fondamentale: l’uccisione l uccisione del maiale (il<br />
purcit in staiare). staiare).
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
<strong>Il</strong> norcino al purcitave, purcitave,<br />
uccideva il<br />
purcit, purcit,<br />
lo <strong>di</strong>ssanguava, lo scuoiava e<br />
iniziava l’operazione l operazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione dei<br />
pezzi e la lavorazione degli insaccati.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Durante quel giorno <strong>di</strong> festa per gli<br />
uomini, tutti si sfamavano <strong>di</strong> carne. <strong>Il</strong><br />
più pi veniva conservato per tutto l’anno. l anno.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Giobatta e la sua famiglia <strong>di</strong> solito<br />
mangiavano legumi preparati in<br />
minestre (fagioli o fave).<br />
Usuali erano le minestre d’orzo e il<br />
consumo <strong>di</strong> rape e zucche
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Solo pochi amici e conoscenti <strong>di</strong><br />
Giobatta mangiavano pane e<br />
comunque poco pane <strong>di</strong> granturco<br />
e/o segale.<br />
<strong>Il</strong> piatto sempre presente era<br />
la POLENTA, tutto era<br />
accompagnato da vino poco<br />
costoso <strong>di</strong> qualità molto<br />
bassa.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Durante i lavori nei campi, soprattutto<br />
durante l’estate, Giobatta e i suoi per<br />
<strong>di</strong>ssetarsi bevevano acqua e aceto o<br />
acqua e vino andato in aceto.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Ogni tanto la <strong>di</strong>eta era variata con latte,<br />
formaggio, verze fritte, crauti.<br />
Le patate venivano consumate solo in<br />
Carnia (cartufulis), in Friuli durante<br />
gran parte dell’800 erano cibo per i<br />
maiali.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
I bambini piccoli, oltre al latte materno,<br />
venivano sfamati con pane nell’acqua nell acqua<br />
con burro e (a volte) olio <strong>di</strong> oliva.<br />
Questo pastone veniva cotto.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
<strong>Il</strong> lavoro riempiva<br />
tutta la giornata <strong>di</strong><br />
Giobatta, gran<br />
parte dei mesi<br />
dell’anno. dell anno. <strong>Il</strong> lavoro<br />
principale era<br />
quello dei campi. I<br />
campi erano <strong>di</strong>visi<br />
da siepi, da canali,<br />
da filari <strong>di</strong> alberi<br />
misti a viti.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Tra i campi correvano le strade<br />
interpoderali o bianche. Dall’alto Dall alto si poteva<br />
vedere una irregolare scacchiera, in cui<br />
irrompeva a volte il bosco, altre i prati<br />
stabili.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Un segno <strong>di</strong>stintivo del paesaggio era il<br />
campanile dei villaggi che per forma e<br />
altezza si <strong>di</strong>stingueva e permetteva <strong>di</strong><br />
orientarsi.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Com’era, com’e: i campi <strong>di</strong><br />
Giobatta erano piccoli e<br />
<strong>di</strong>visi da siepi, filari <strong>di</strong> alberi,<br />
boschetti e prati.<br />
<strong>Il</strong> rior<strong>di</strong>no fon<strong>di</strong>ario attuale<br />
rende i campi adatti<br />
all’utilizzo all utilizzo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> trattori,<br />
sono <strong>di</strong>stese <strong>di</strong><br />
monocolture, spesso<br />
finalizzate all’alimentazione<br />
all alimentazione<br />
animale.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
<strong>Il</strong> mezzo <strong>di</strong> trasporto<br />
e anche <strong>di</strong> lavoro<br />
era il carro trainato<br />
da animali (per chi<br />
ne possedeva).
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Giobatta usava attrezzi che per la gran<br />
parte si costruiva usando i tipi <strong>di</strong> legni<br />
autoctoni. <strong>Il</strong> rastrello aveva il manico in<br />
nocciolo e i denti in corniolo.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Le stagioni scan<strong>di</strong>vano i lavori: <strong>di</strong>ssodare<br />
la terra, prepararla per la semina, iniziare<br />
la mietitura, raccogliere e conservare i<br />
cereali, rivoltare il terreno, <strong>di</strong>videre il<br />
raccolto per il proprietario.<br />
Le semine più pi comuni erano quelle del<br />
frumento, della segale, dell’avena, dell avena, del<br />
grano saraceno.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Dopo la metà met dell’800 dell 800 i<br />
numerosi prati stabili (uno<br />
sfalcio all’anno) all anno) e le<br />
marcite vennero seminati<br />
a ebra me<strong>di</strong>ca (due o tre<br />
sfalci all’anno). all anno). In alcuni<br />
casi fu introdotta l’erba l erba<br />
spagna con irrigazione e<br />
concimazione (quattro<br />
sfalci all’anno). all anno).
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Le altre attività attivit inframmezzavano i lavori<br />
della terra. Seguire gli animali come le<br />
mucche, i maiali, le pecore, le galline,le<br />
oche.<br />
Spigolare quando era il tempo, raccogliere<br />
legna, erbe e frutti del bosco nei beni<br />
comuni.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
• Ogni età et aveva il proprio compito: da<br />
piccolo Giobatta era seguito dalle sorelle<br />
più pi gran<strong>di</strong>, poi era lui ad accu<strong>di</strong>re gli<br />
animali da cortile come le oche che<br />
portava a pascolare. Più Pi grande Giobatta<br />
aveva il compito <strong>di</strong> sorvegliare le mucche<br />
o le pecore e quin<strong>di</strong> seguiva gli uomini<br />
adulti per imparare lavorando il mestiere <strong>di</strong><br />
conta<strong>di</strong>no.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
• Rigidamente <strong>di</strong>visa per sesso, la civiltà civilt<br />
conta<strong>di</strong>na assegnava alle donne i compiti<br />
accessori alla vita dei campi. Le bambine<br />
fungevano da baby sitter, sitter,<br />
poi<br />
cominciavano a seguire la cucina, ma<br />
anche la cura dei bozzoli da seta e degli<br />
animali da cortile. Più Pi gran<strong>di</strong> andavano a<br />
spigolare e a raccogliere nei beni comuni.<br />
Anche la stalla spesso era compito loro.<br />
loro
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Non poteva mancare il<br />
lavoro <strong>di</strong> preparare la dote<br />
da portare al matrimonio,<br />
pazientemente tessevano.<br />
In alcuni casi le sorelle <strong>di</strong><br />
Giobatta imparavano a<br />
lavorare al tombolo,<br />
un’attivit un attività che poteva<br />
tornare utile per vendere<br />
decorazioni per camice o<br />
per i centrini delle tavole<br />
dei benestanti.<br />
benestanti
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Ogni figlio rappresentava un<br />
in<strong>di</strong>spensabile tassello dell’economia<br />
dell economia<br />
domestica. Ognuno doveva contribuire al<br />
bene comune.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
I vestiti <strong>di</strong> Gio Batta e<br />
della sua famiglia sono<br />
quasi del tutto<br />
autoprodotti. Le pecore<br />
forniscono le lana,<br />
mentre la canapa o il<br />
lino sono utili per<br />
tessuti più pi leggeri. La<br />
mescolanza tra lana e<br />
canapa o lana e lino<br />
(mezzalanetta<br />
mezzalanetta) ) è molto<br />
frequente.<br />
Le tinture sono<br />
realizzate in piccole<br />
botteghe locali.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Fino a metà met 800 i<br />
tessitori vengono da<br />
fuori (Carnia o Veneto)<br />
e lavorano in botteghe<br />
artigiane, alcune<br />
impiegano anche più pi <strong>di</strong><br />
venti artigiani.<br />
In seguito il telaio viene<br />
adoperato dalle donne<br />
che producono in casa<br />
i tessuti.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Con lo sviluppo<br />
dell’industrializzazione anche in<br />
Friuli e la produzione <strong>di</strong> tessuti<br />
in cotone a buon mercato<br />
comincia lentamente a<br />
scomparire la tessitura<br />
casalinga.<br />
I vestiti venivano realizzati dal<br />
sarto che andava in casa a<br />
svolgere il suo lavoro. <strong>Il</strong> sarto<br />
era una professione non molto<br />
red<strong>di</strong>tizia.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Le ricorrenze religiose erano parte<br />
integrante e importante della vita <strong>di</strong><br />
Giobatta.<br />
Oltre a quelle liturgiche e canoniche come<br />
il Natale e la Pasqua, ne esistevano molte<br />
altre altrettanto se non più importanti per<br />
la comunità.<br />
L’11 novembre, festa <strong>di</strong> San Martino, era il<br />
giorno in cui si chiudevano e si<br />
rinnovavano i contratti, si saldavano i<br />
debiti o si facevano altre cambiali.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
<strong>Il</strong> 2 novembre, ricorrenza dei morti, veniva<br />
offerto il “pan pan dai muarz pane dei morti” morti<br />
alle persone più pi povere.<br />
All’inizio All inizio della buona stagione si<br />
svolgevano nei campi le rogazioni, con<br />
tanto <strong>di</strong> processione, parroco e crocefisso.<br />
Una sorte <strong>di</strong> “assicurazione<br />
assicurazione”religiosa religiosa<br />
contro fulmini, tempesta, carestia, alluvioni<br />
e per proteggere il raccolto.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Si vedono anche oggi nelle campagne le<br />
ancone votive che erano le tappe delle<br />
rogazioni e il “talismano talismano popolare” popolare contro<br />
le avversità.<br />
avversit
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Le ricorrenze erano anche<br />
paganeggianti come il carnevale: festa<br />
<strong>di</strong> colori, <strong>di</strong> gioia sfrenata, <strong>di</strong> abbuffate,<br />
prelu<strong>di</strong>o alla primavera e alla rinascita<br />
della natura, tempo del travestimento e<br />
dell’inversione dell inversione dei ruoli.
la storia <strong>di</strong> Giobatta<br />
Alla fine della sua vita, Giobatta veniva pianto in<br />
casa. Le veglie erano lunghe e partecipavano<br />
parenti,amici e conoscenti. Tutti tenevano<br />
compagnia al defunto prima della sepoltura. La<br />
morte faceva parte del ciclo della vita <strong>di</strong> GioBatta<br />
e veniva accettata fatalisticamente.<br />
fatalisticamente
ibliografia<br />
• Furio Bianco e Luca Ronca<strong>di</strong>n, L'immagine del territorio : società e paesaggi del Friuli<br />
nei <strong>di</strong>segni e nella cartografia storica, secoli 16°-19°, Forum, U<strong>di</strong>ne, 2008.<br />
• GiovanBattista Fabris, <strong>Il</strong>lustrazione del <strong>di</strong>stretto ora mandamento <strong>di</strong> Codroipo,<br />
ristampa a cura <strong>di</strong> E. Folisi, Paolo Gaspari e<strong>di</strong>tore, U<strong>di</strong>ne 2007<br />
• Marcello Flores, <strong>Il</strong> Friuli,storia e società, Dalla caduta della Repubblica <strong>di</strong> Venezia<br />
all’Unità d’Italia, ed. IFSML, U<strong>di</strong>ne, 1998<br />
• Tito Maniacco, Storia del Friuli, ed. Newton Compton, Roma 1985<br />
• Tito Maniacco, Ferruccio Montanari, I senzastoria, vol. II, ed. Casamassima, U<strong>di</strong>ne<br />
1978<br />
• Luciana Morassi, 1420 1797 Economia e società in Friuli, ed. Casamassima, U<strong>di</strong>ne<br />
Tavagnacco 1997<br />
• Emilio Morpurgo, Relazione del Commissario Comm. Emilio Morpurgo sulla XI<br />
Circoscrizione (province <strong>di</strong> Verona,Vicenza, Padova, Rovigo, Venezia, Treviso,<br />
Belluno e U<strong>di</strong>ne), sta in Atti della giunta per la inchiesta agraria e sulle con<strong>di</strong>zioni<br />
della classe agricola, vol. IV, s. e., Roma, 1882<br />
• Emilio Scarin, La casa rurale nel Friuli,ed. Comitato Nazionale per la Geografia, CNR,<br />
Firenze 1943<br />
• Stefano Somogyi, L’alimentazione nell’Italia unita, sta in Ruggero Romano, Corrado<br />
Vivanti, Storia d’Italia, I Documenti, vol. V tomo I, ed. Einau<strong>di</strong>, Torino 1973
musei<br />
• Museo <strong>di</strong> Storia Conta<strong>di</strong>na. Fontanabona<br />
<strong>di</strong> Pagnacco.<br />
• Museo della Civiltà Conta<strong>di</strong>na del Friuli<br />
Imperiale, Aiello del Friuli.<br />
• Museo Etnografico del Friuli, U<strong>di</strong>ne.<br />
• Museo della Vita Conta<strong>di</strong>na Cjase Cocèl,<br />
Fagagna.
Fine della giornata <strong>di</strong> <strong>Tita</strong><br />
Visiti che cualchi dun al è pasât <strong>di</strong> chi prime <strong>di</strong> te
In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia