Le città sottili - Africa Insieme di Pisa
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ASSUNTI E STRATEGIE<br />
“<strong>Le</strong> Città Sottili”<br />
Documento <strong>di</strong> Programma – 1.0 – Versione del 16 / 11/ 02<br />
I rapporti tra le comunità rom e il territorio in cui vivono sono molto spesso caratterizzati da forte<br />
conflittualità, e spesso risulta <strong>di</strong>fficile spezzare il cerchio che questa genera.<br />
La negazione dei <strong>di</strong>ritti del popolo rom è purtroppo assai <strong>di</strong>ffusa in tutto il continente, ed è un<br />
fenomeno largamente riconosciuto e contrastato dalla totalità delle organizzazioni internazionali,<br />
tanto che, caso più unico che raro, esistono in tal senso politiche concertative tra Unione Europea,<br />
Consiglio d’Europa e l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea (OSCE) <strong>di</strong><br />
contrasto a questo fenomeno.<br />
Cre<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> poter riconoscere, in maniera del tutto generale, almeno tre punti <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>versi, tre<br />
“opinioni” capaci <strong>di</strong> supportarsi proprio grazie ad una esperienza continuativa e ripetuta <strong>di</strong><br />
conflittualità con le altre <strong>di</strong>mensioni.<br />
• La <strong>di</strong>scriminazione che i rom subiscono da parte dei citta<strong>di</strong>ni e dei servizi è un’esperienza<br />
continuativa <strong>di</strong> umiliazione e negazione dei fondamentali <strong>di</strong>ritti umani.<br />
Nessun buon motivo può giustificare e/o assecondare questo atteggiamento: è questo uno dei<br />
pilastri su cui si fonda la civile convivenza e lo stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto (come ci vedono loro)<br />
• La cultura rom per sua natura resiste e reagisce in maniera non adattativa all’incontro con la<br />
cultura occidentale (gagè) <strong>di</strong> cui non con<strong>di</strong>vide, e in alcuni casi nega, i principali valori.<br />
E’ un incontro <strong>di</strong>fficile quello con i rom per il citta<strong>di</strong>no me<strong>di</strong>o, la <strong>di</strong>versità fa paura e il prodotto<br />
<strong>di</strong> un processo decennale <strong>di</strong> marginalizzazione e <strong>di</strong>scriminazioni, è considerata la “naturale”<br />
indole <strong>di</strong> un popolo che si vuole integralmente de<strong>di</strong>to al furto e alla violenza. (come li ve<strong>di</strong>amo)<br />
• La con<strong>di</strong>zione giuri<strong>di</strong>co-amministrativa <strong>di</strong> questi citta<strong>di</strong>ni nei fatti non è ben definita.<br />
Spesso non risultano in regola perché privi <strong>di</strong> un permesso <strong>di</strong> soggiorno, che in quanto stranieri<br />
sono tenuti ad avere, ma il loro legame con il territorio è cosi forte che nei fatti risultano<br />
inespellibili.. La nazionalità per molti <strong>di</strong> loro è incerta, ma per contro <strong>di</strong>fficilmente sono<br />
riconosciuti apoli<strong>di</strong>.<br />
Di fatto sono citta<strong>di</strong>ni invisibili alle istituzioni che <strong>di</strong> norma non sapendo come comportasi con<br />
loro, preferisce ignorarli. (come vengono visti dalle istituzioni)<br />
E’ evidente quin<strong>di</strong> come la situazione attuale sia l’equivalente <strong>di</strong> una spirale senza fine, dove<br />
qualsiasi azione positiva viene soverchiata dalle altre <strong>di</strong>mensioni che le negano ogni valore, ed<br />
incontra resistenze rispetto alla possibilità <strong>di</strong> invertire la <strong>di</strong>rezione per spezzare questo cerchio<br />
perverso.<br />
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