bs luglio/agosto 2007 - Bollettino Salesiano - Don Bosco nel Mondo
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12<br />
CHIESA<br />
Figlio dell’uomo, quando<br />
verrà, troverà la fede “Il<br />
sulla terra?”, si chiedeva<br />
qualche anno fa Giovanni Paolo II,<br />
facendo suo l’interrogativo dell’evangelista<br />
Luca. E si domandava<br />
ancora, il vecchio Papa, in particolare<br />
“la troverà su queste terre della<br />
nostra Europa di antica tradizione<br />
cristiana?”. “È un interrogativo<br />
aperto, soggiungeva, che indica<br />
con lucidità la profondità e drammaticità<br />
di una delle sfide più serie<br />
che le nostre Chiese sono chiamate<br />
ad affrontare”. Karol Wojtyla, <strong>nel</strong>l’esortazione<br />
apostolica “Ecclesia<br />
in Europa”, frutto di indicazioni e<br />
preoccupazioni espresse dai vescovi<br />
europei <strong>nel</strong> Sinodo del 1999,<br />
analizzava con realismo la situazione<br />
della fede <strong>nel</strong> Vecchio Continente<br />
alla luce dell’Apocalisse. E come<br />
tra le sette Chiese dell’Apocalisse<br />
ve ne furono di povere di fede, lo<br />
stesso accade – scriveva il Pontefice<br />
– per le Chiese dell’Europa<br />
d’oggi. Giovanni Paolo II invitava<br />
dunque i cristiani europei di ogni<br />
confessione, a “svegliarsi e rinvigorire<br />
ciò che sta morendo”. E parlava<br />
di “un’apostasia silenziosa –<br />
<strong>nel</strong>la cultura contemporanea – da<br />
parte dell’uomo sazio che vive come<br />
se Dio non esistesse”.<br />
LUGLIO/AGOSTO <strong>2007</strong> BS<br />
QUO VADIS<br />
EUROPA? (9)<br />
di Silvano Stracca<br />
Scattolon<br />
L’Europa unita...<br />
ANCHE BENEDETTO<br />
La diagnosi severa del Papa polacco<br />
è stata riproposta, con la medesima<br />
forza, dal suo successore.<br />
Per il cinquantesimo della firma<br />
dei Trattati di Roma del 1957, infatti,<br />
Benedetto XVI ha parlato di<br />
apostasia dell’Europa “da se stessa<br />
prima ancora che da Dio”, che la<br />
induce a dubitare di valori assoluti<br />
e universali. Parole che assumono<br />
rilevanza speciale alla vigilia di un<br />
evento che vedrà protagoniste tutte<br />
le Chiese delle diverse confessioni<br />
dell’Est e dell’Ovest, del Nord e<br />
del Sud del continente. La terza assemblea<br />
ecumenica europea in programma<br />
all’inizio di settembre,<br />
<strong>nel</strong>la città rumena di Sibiu, sul tema<br />
“La luce di Cristo illumina tut-<br />
Sibiu, centro commerciale<br />
e culturale della Transilvania,<br />
capitale europea della cultura<br />
<strong>2007</strong>, città ecumenica, abitata<br />
da rumeni, tedeschi, ungheresi,<br />
italiani di religione ortodossa,<br />
evangelica, cattolica.<br />
Terra di missione? Sfida ecumenica.<br />
“Cristiani, siamo forse diventati<br />
muti? Non ci manca forse<br />
il coraggio di parlare e di testimoniare<br />
come hanno fatto<br />
i testimoni della guarigione<br />
del sordo-muto? La nostra<br />
Europa ha bisogno della testimonianza<br />
comune dei cristiani”<br />
(Benedetto XVI).<br />
ti. Speranza di rinnovamento e<br />
unità in Europa”, tratta un argomento<br />
che mette a fuoco la vera<br />
priorità per i cristiani dell’Unione:<br />
prendere maggiore consapevolezza<br />
circa il dovere di testimoniare la<br />
fede in un contesto culturale spesso<br />
caratterizzato da relativismo e<br />
indifferenza. “È questo un servizio<br />
indispensabile da rendere alla Comunità<br />
europea”, ha affermato papa<br />
Ratzinger rivolgendosi alla commissione<br />
interconfessionale che ha<br />
preparato Sibiu. “In effetti, perché<br />
sia fruttuoso il processo di unificazione<br />
che ha avviato, continuava il<br />
pontefice, l’Europa ha bisogno di<br />
riscoprire le sue radici, dando spazio<br />
ai valori etici che fanno parte<br />
del suo vasto e consolidato patri-