Percorso 1 Conflitti e riforme PATRIZI E PLEBEI ... - Scientificoborgo.it
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Liceo Scientifico G. Galilei Borgomanero (NO)<br />
Classe 2 D<br />
Alunni:<br />
GIULIA CALABRIA<br />
SARA CERUTTI<br />
AURORA PARISOTTO<br />
<strong>Percorso</strong> 1<br />
<strong>Confl<strong>it</strong>ti</strong> e <strong>riforme</strong><br />
<strong>PATRIZI</strong> E <strong>PLEBEI</strong><br />
Il passaggio dalla monarchia alla repubblica a Roma fu una conseguenza della<br />
cacciata del potere etrusco. Infatti gli ultimi re di origine etrusca favorirono solo la<br />
classe povera di Roma creando il malcontento dei nobili.<br />
Le classi sociali<br />
Nel primo periodo della storia romana il popolo è diviso in due grandi classi: quella<br />
aristocratica dei patrizi (patricii), che sono a tutti gli effetti i c<strong>it</strong>tadini, discendenti<br />
dalle antiche famiglie nobiliari legate da rapporti religiosi e culturali (gentes); e<br />
quella dei plebei (plebeii) composta da uomini di origine oscura, che si occupa dei<br />
lavori esecutivi o manuali e legata alla classe patrizia dai rapporti clientelari -clientes.<br />
La plebe ( plebs ) forma una comun<strong>it</strong>à distinta , che non possiede finanze, né terreno<br />
pubblico , né un senato proprio.<br />
I suoi magistrati sono i tribuni della plebe (tribuni plebis) e gli edili (aedilis) , ed è<br />
rappresentata da un'assemblea composta unicamente da plebei (concilium plebis)<br />
che promulga plebisc<strong>it</strong>i , riconosciuti dal senato dopo la lex Ortensia .<br />
Con il tempo , e grazie alle lotte sostenute dai tribuni della plebe per la conquista di<br />
dir<strong>it</strong>ti pol<strong>it</strong>ici e civili, le due classi tendono a unificarsi in una più omogenea<br />
concezione di populus comprendente patrizi e plebei .<br />
Corso di storia - Prof.ssa Giuliana Creola
Liceo Scientifico G. Galilei Borgomanero (NO)<br />
All'interno della plebe però , tende a rimanere la distinzione tra plebei liberi di<br />
nasc<strong>it</strong>a (ingenui) e schiavi liberati (liberti).<br />
In età imperiale Augusto e Tiberio sost<strong>it</strong>uiscono alla distinzione tra patrizi e plebei<br />
quella , di tipo pol<strong>it</strong>ico-economico, tra honestiores, che comprendono senatori,<br />
cavalieri e decurioni (senatori dei municipi e delle colonie) e humiliores, ossia le<br />
classi inferiori.<br />
Tra le classi sociali la più prestigiosa è quella che forma il senatus composta dai<br />
discendenti delle antiche famiglie nobili.<br />
Alla classe senatoria , accedono anche i plebei che inizialmente hanno solo il dir<strong>it</strong>to<br />
di voto senza la possibil<strong>it</strong>à di prendere decisioni .<br />
I requis<strong>it</strong>i per fare parte di questa classe sono la c<strong>it</strong>tadinanza romana e un'età<br />
minima di 45 anni fino all'epoca di Augusto che la abbasserà a 25.<br />
Alla classe senatoriale si affianca la classe dei cavalieri equ<strong>it</strong>es , che ha origine<br />
nell'organizzazione mil<strong>it</strong>are dello Stato, nel reclutamento, cioè, di c<strong>it</strong>tadini<br />
benestanti e in grado di svolgere questo ruolo nell'eserc<strong>it</strong>o. I cavalieri potevano<br />
appartenere sia alla classe plebea sia al senato , purché possedessero requis<strong>it</strong>i di età<br />
( più di 17 anni ) , att<strong>it</strong>udine fisica , onorabil<strong>it</strong>à e censo sufficiente ad acquistare e a<br />
mantenere almeno un cavallo . Col tempo questo gruppo sociale tende a formare<br />
una classe uniforme , caratterizzata dall'alto livello economico e dal prestigio<br />
mil<strong>it</strong>are. I cavalieri hanno la possibil<strong>it</strong>à di fare carriera in pol<strong>it</strong>ica e di ottenere alte<br />
posizioni nel campo dell'amministrazione, della finanza e dell'eserc<strong>it</strong>o.<br />
Clientes e Coloni<br />
La clientela risale a un periodo antichissimo , quando le prime familiae si<br />
riconoscono in un'origine e in un culto religioso comune e formano le gentes, a loro<br />
volte a riun<strong>it</strong>e in comun<strong>it</strong>à di villaggio e organizzate in luoghi di riunione mil<strong>it</strong>are e<br />
religioso - curiae. Queste famiglie aristocratiche difficilmente si integrano con gli<br />
stranieri e i plebei ma possono entrare i rapporto con loro attraverso legami<br />
clientelari. In generale , essi prevedono un vincolo basato sulla reciproca fiducia tra<br />
la persona superiore socialmente , che offre protezione e assistenza - patronus , e il<br />
cliente -cliens , che ricambia con obbedienza e devozione. Il patto di fiducia fides )<br />
regola il rapporto tra le due parti . I clienti non hanno antenati da venerare , ma<br />
sono tenuti a riconoscere quelli del proprio patrono , da cui ricevono il gentilizio . Tra<br />
gli obblighi imposti ai clienti , oltre al dovere di riconoscenza e a quello di mettersi al<br />
servizio del patrono, c'è la cura della terra, degli armenti e la collaborazione<br />
economica e mil<strong>it</strong>are. Il patrono, invece, deve offrire assistenza in tutte le occasioni<br />
La violazione della fede giurata, per entrambi , può comportare la scomunica<br />
religiosa e la pena del tradimento , punibile anche con la morte . Queste regole cosi<br />
ferree tendono ad attenuarsi in età imperiale.<br />
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Diversa è invece la condizione di colonus, da non confondersi con quella degli<br />
ab<strong>it</strong>anti delle colonie romane (coloniae) che sono c<strong>it</strong>tadini o alleati , organizzati e<br />
inviati da un senato-consulto ad occupare una c<strong>it</strong>tà conquistata e il suo terr<strong>it</strong>orio o a<br />
fondare una nuova c<strong>it</strong>tà .In generale il colonus è colui che presta servizio come<br />
lavoratore nei campi di qualche proprietario terriero , fornendo in cambio denaro o<br />
una parte del raccolto.<br />
Coloni sono dunque uomini liberi, ma strettamente vincolati al lavoro in campagna<br />
da una condizione quasi servile, in genere ered<strong>it</strong>abili, i coloni hanno però l'obbligo di<br />
pagare al proprietario terriero una sorta di tassa.<br />
<strong>Confl<strong>it</strong>ti</strong> tra patrizi e plebei I primi vent'anni della repubblica furono<br />
caratterizzati dalla pace e dalla collaborazione tra le diverse categorie sociali ( pax<br />
civilis ). infatti i fasti più antichi giunti fino a noi , accanto ai nomi dei consoli di<br />
estrazione patrizia figurano sempre nomi plebei , il che fa supporre l'esistenza di una<br />
concordia tra le classi sociali. Tale concordia sembra dissolversi a partire dal 486 a.C.<br />
quando nell'elenco dei fasti iniziano a comparire solo nomi patrizi.<br />
Una delle questioni sociali alla base della rival<strong>it</strong>à tra patrizi e plebei ruotava intorno<br />
al possesso della terra. L'introduzione di colture quali la v<strong>it</strong>e o l'olivo , i cui prodotti<br />
erano venduti sui mercati a prezzi elevati , finì con il rendere del tutto improduttivi e<br />
poco concorrenziali i piccoli poderi , la cui proprietà si concentrò poco alla volta nelle<br />
mani di grandi proprietari , che li facevano coltivare dai propri clientes o dai servi.<br />
Con le prime v<strong>it</strong>toriose guerre a danno dei popoli lim<strong>it</strong>rofi si formò l'ager publicus<br />
populi romani (uguale agro pubblico dei patrizi e plebei ).<br />
Una parte dei nuovi terr<strong>it</strong>ori fu infatti distribu<strong>it</strong>a alle famiglie , ma la gran parte finì<br />
nelle mani dei patrizi che, pur essendo i soli gestori, si consideravano di fatto i<br />
proprietari. Tale sopruso ledeva gli interessi della plebe, infatti i plebei , non avendo<br />
schiavi o clienti che lavorassero per loro, erano costretti, una volta arruolati , a<br />
tralasciare completamente i loro campi, unica fonte di redd<strong>it</strong>o. Accadeva infatti che<br />
le famiglie plebee, in tempo di guerra, in assenza degli uomini che dovevano<br />
coltivare i campi , contrassero deb<strong>it</strong>i per far fronte alle necess<strong>it</strong>à primarie, che non<br />
erano poi in grado di saldare. I deb<strong>it</strong>ori erano perciò tratti davanti al giudice (di<br />
estrazione patrizia ), il quale ingiungeva di pagare il deb<strong>it</strong>o o, in alternativa,<br />
diventare schiavi del cred<strong>it</strong>ore. Le lotte plebee contro l'egemonia dei patrizi ebbero<br />
un'arma di pressione originale e potente nella secessione del 494 a.C. quando i<br />
plebei si rifugiarono sul colle Aventino rifiutando il servizio mil<strong>it</strong>are ed eleggendo<br />
propri rappresentanti i tribuni della plebe.<br />
Infatti i metodi messi in opera non furono le ag<strong>it</strong>azioni improvvise e scoordinate ,<br />
oppure la violenza tumultuaria delle folle , bensì quella della trattativa globale e<br />
della resistenza calcolata. In questo modo i plebei venivano meno alle loro ordinarie<br />
funzioni. Lo scopo dei plebei era infatti far comprendere ai patrizi che l'assolvimento<br />
dei doveri indispensabili per la salvezza dello stato, doveva essere bilanciato da<br />
altrettanti dir<strong>it</strong>ti, quali la concessione delle terre, l'accesso alle magistrature, l'equ<strong>it</strong>à<br />
sociale .<br />
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Leggi e concessioni ai plebei<br />
L'assemblea della plebe ( concilium plebis ) e i suoi tribuni vennero riconosciuti come<br />
organismi dello stato e ai tribuni venne attribu<strong>it</strong>o il potere di bloccare le leggi o i<br />
provvedimenti r<strong>it</strong>enuti dannosi per la plebe. Dopo una controffensiva del patriziato<br />
si giunge a un primo compromesso nel 450 a.C. Con l'elezione , al posto dei consoli,<br />
di dieci autorevoli patrizi, i decemviri, incaricati di fissare per iscr<strong>it</strong>to le leggi, come<br />
pressantemente richiesto dalla plebe. Vennero così emanate le leggi delle dodici<br />
tavole, che, per quanto severissime e nei contenuti indubbiamente molto più<br />
favorevoli ai patrizi , vennero accolte con favore dalla plebe.<br />
Le leggi delle dodici tavole vennero emanate nella fase di scontro più acuto tra<br />
patrizi e plebei, in una s<strong>it</strong>uazione di vera e propria crisi ist<strong>it</strong>uzionale , che rischiava di<br />
portare alla dissoluzione la giovane repubblica, per il fatto stesso che fossero messe<br />
per iscr<strong>it</strong>to , rappresentavano una garanzia per i plebei contro l'arb<strong>it</strong>rio e gli abusi<br />
dei giudici, che erano sempre patrizi . Ma lo scontro sociale proseguì per altri cento<br />
anni, fino alla metà del IV secolo a.C.<br />
Dal momento che erano diventati piccoli proprietari indipendenti, i clienti non<br />
avevano più bisogno di lavorare la terra delle gentes patrizie, che si trovarono così a<br />
corto di manodopera. I patrizi reagirono sfruttando il più possibile i ceti inferiori e<br />
applicarono con rigore le antiche norme sulla schiav<strong>it</strong>ù per deb<strong>it</strong>i.<br />
La difficile s<strong>it</strong>uazione riaccese lo scontro tra patrizi e plebei. La crisi si risolse nel 367<br />
a.C. Con l'approvazione delle leggi Licinie Sestie, cosi chiamate dal nome dei due<br />
tribuni che le avevano presentate, stabilivano: riduzione dei deb<strong>it</strong>i, un lim<strong>it</strong>e<br />
massimo di 500 iugeri all'accaparramento da parte dei patrizi delle terre conquistate<br />
in guerra ; una norma in base alla quale uno dei due consoli doveva essere plebeo.<br />
Quest'ultimo provvedimento apriva ai plebei, anche il senato, dato che i consoli, alla<br />
fine del loro mandato, diventavano automaticamente senatori. I plebei che<br />
riuscivano ad mandato, diventavano automaticamente senatori. I plebei che<br />
riuscivano ad accedere alle magistrature e al senato anche se non avevano antenati<br />
patrizi vennero chiamati “uomini nuovi”.<br />
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Ricap<strong>it</strong>olando …<br />
509 a.C. : la divisione delle due classi sociali, patrizi e plebei, si basa<br />
sull’appartenenza a una gens e non sul potere economico .<br />
V-IV sec. a.C. : rival<strong>it</strong>à tra patrizi e plebei ; i plebei vogliono una maggior<br />
partecipazione alla v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica , leggi scr<strong>it</strong>te , poiché il potere giuridico era basato su<br />
leggi orali , legislazione più equilibrata tra i due ceti e la ridistribuzione dell’ager<br />
publicus .<br />
494 a.C. : i plebei si r<strong>it</strong>irano sul Colle Aventino ; ottengono in concilium plebis ed<br />
eleggono per la prima volta dei loro magistrati, tribuni della plebe, i quali avevano<br />
dir<strong>it</strong>to di veto .<br />
451-450 a.C. : tutte le magistrature vengono sospese e vengono sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e da una<br />
nuova magistratura cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da dieci uomini guidati da Appio Claudio per<br />
trascrivere su 12 tavole le prima leggi romane.<br />
445 a.C. : Lex Canuleia , la plebe ottiene l’abolizione delle caste e il matrimonio tra<br />
patrizi e plebei .<br />
367 a.C. : Leggi Licinie Sestie , i plebei accedono al consolato .<br />
366 a.C. : primo console di estrazione plebea .<br />
356 a.C. : primo d<strong>it</strong>tatore di estrazione plebea.<br />
300 a.C. : Lex Ogulnia , i plebei ottengono l’accesso ai collegi religiosi dei pontefici e<br />
degli auguri .<br />
287 a.C. : il d<strong>it</strong>tatore Quinto Ortensio fa approvare una legge vincolante sulle<br />
decisioni dei concili tributi , da quel momento le leggi non valevano solamente per i<br />
plebei ma anche per i patrizi .<br />
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Come vestivano i Romani<br />
Gli uomini indossavano giorno e notte la tunica di lana o di lino , una specie di<br />
camicia senza maniche , lunga fino al ginocchio, stretta da una cintura.<br />
Se faceva freddo si avvolgevano in un mantello.<br />
I c<strong>it</strong>tadini più importanti portavano la toga, obbligatoria in pubblico; una stoffa di<br />
lana o di lino bianco, tagliata a semicerchio, ingombrante e scomoda, di cui tuttavia i<br />
romani erano orgogliosissimi e che fino ai 16 anni era bordata da una striscia rossa,<br />
come presso gli Etruschi.<br />
Una toga candida, appos<strong>it</strong>amente imbiancata, era indossata da coloro che<br />
aspiravano ad essere eletti alle cariche civili; erano detti “candidati”.<br />
Le donne portavano a contatto con la pelle una fascia che faceva da reggipetto e un<br />
gonnellino. Sopra indossavano la tunica; le donne ricche, sopra la tunica,<br />
indossavano ancora la stola di seta o di cotone: una veste lunga fino ai piedi stretta<br />
in v<strong>it</strong>a da una cintura. Infine, per uscire, drappeggiavano intorno al capo e sulla testa<br />
la palla, un mantello rettangolare di colore vivace.<br />
Quanto alle scarpe ne esistevano vari tipi: i soldati portavano calzari chiusi e<br />
chiodati; la gente, a seconda della stagione, portava calzari chiusi o sandali; in casa<br />
anche le pantofole.<br />
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