scarica - Comune di Saint Pierre
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Quadrimestrale della Biblioteca<br />
Comunale <strong>di</strong> <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong><br />
1<br />
Anno 7 n° 1<br />
Aprile 2002<br />
Aut. tribunale<br />
<strong>di</strong> Aosta n° 9/96<br />
Sped. abb. post.<br />
art. 2 - comma. 20/c<br />
legge 662/96<br />
C.P.O.
2<br />
E<strong>di</strong>toriale<br />
Direttore responsabile<br />
Marco Carlin<br />
Comitato <strong>di</strong> redazione<br />
Vanda Champrétavy, Denise Chappuis,<br />
Daniela Bosio, Christian Chioso,<br />
Denny Cognein, Germano Dionisi,<br />
Marina Lale-Murix,<br />
Clau<strong>di</strong>o Obert, Ferruccio Sommariva<br />
Direzione e Redazione<br />
c/o Biblioteca comunale <strong>di</strong> <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong><br />
Progetto grafico<br />
Arnaldo Tranti<br />
Realizzazione e Stampa<br />
Tipografia Valdostana<br />
C.so Padre Lorenzo, 5<br />
11100 Aosta<br />
In questo numero manca l’abituale<br />
appuntamento con la storia<br />
<strong>di</strong> un villaggio.<br />
Ragioni organizzative ce lo hanno<br />
impe<strong>di</strong>to, ce ne scusiamo e ritorneremo<br />
quanto prima al consueto<br />
incontro<br />
Carnevale 2002<br />
Considerarci i fratelli maggiori della Pro Loco sarebbe un po’ presuntuoso e così ci siamo regalati<br />
l’affettuoso titolo <strong>di</strong> cugini; una parentela che ci permette <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbarli spesso per farci<br />
raccontare i loro programmi, i resoconti e le iniziative che svilupperanno.<br />
Lo facciamo anche con me<strong>di</strong>tata attenzione perché riteniamo che sia utile a questa neonata associazione<br />
mantenere vivo l’interesse presso la popolazione, ricordare spesso l’attività che porta avanti<br />
con impegno e tanta sod<strong>di</strong>sfazione.<br />
È quin<strong>di</strong> un piacere sentire da Mario un resoconto positivo. Lo ascolto con attenzione<br />
e dalle sue parole traggo una sensazione <strong>di</strong> piacevole armonia che esiste nel suo gruppo; un prezioso<br />
collante per tutte le attività che si allarga <strong>di</strong> volta in volta anche tra la gente.<br />
Nel 2001 le cose sono andate veramente bene!<br />
Un successo da sottolineare «Brin<strong>di</strong>si sotto le stelle» e «Sogno <strong>di</strong> un pomeriggio <strong>di</strong> quasi estate»<br />
a Verrogne. La festa <strong>di</strong> agosto ha attirato alcune migliaia <strong>di</strong> persone, molte <strong>di</strong> più <strong>di</strong> quanto se ne fossero<br />
aspettate e ciò ha inevitabilmente creato alcuni <strong>di</strong>sgui<strong>di</strong> organizzativi. Il problema è stato attentamente<br />
valutato e una soluzione appropriata consentirà <strong>di</strong> evitare la lunga e fasti<strong>di</strong>osa coda.Verrà ampliata<br />
l’area de<strong>di</strong>cata alla manifestazione, si manterrà, anzi si accrescerà l’aspetto culturale dell’evento<br />
e verrà introdotta una gra<strong>di</strong>ta sorpresa.<br />
Verrogne quest’anno non ospiterà la rappresentazione teatrale; non vogliono ripetersi. È però in<br />
programma per il 2003 uno spettacolo sullo stesso luogo con uno scenario rivisitato e una «Veilla» il<br />
più possibile autentica. Si vogliono coinvolgere gli abitanti del villaggio in una serata d’antan.<br />
La manifestazione collegata alle auto d’epoca ha attirato l’attenzione <strong>di</strong> molti appassionati dalle<br />
regioni vicine, è piaciuta, e quest’anno verrà arricchita dalla presenza <strong>di</strong> alcuni gruppi corali che valorizzeranno<br />
le cerimonie <strong>di</strong> premiazione e <strong>di</strong> festeggiamento.<br />
Anche tutte le altre manifestazioni hanno riscosso successo; il carnevale, vero e proprio appuntamento<br />
paesano, la veglia <strong>di</strong> Natale e l’arredamento floreale del paese saranno ancora riproposti con<br />
gli aggiustamenti dell’esperienza.<br />
L’incontro con tutte le associazioni quello no; non ha interessato più <strong>di</strong> tanto la popolazione e ha<br />
lasciato sul campo gli organizzatori che, senza troppo stupore, sono gli stessi indossando più <strong>di</strong>vise.<br />
Il bilancio amministrativo è positivo e l’avanzo del 2001 permetterà anche <strong>di</strong> sistemare quelle<br />
strutture organizzative carenti.<br />
Mario è sod<strong>di</strong>sfatto e sottolinea i buoni rapporti <strong>di</strong> collaborazione che stanno crescendo con le<br />
organizzazioni dei paesi vicini; la partecipazione <strong>di</strong> Avise ed Aymavilles al carnevale e il futuro autoraduno<br />
con <strong>Saint</strong>-Nicolas lo testimoniano significativamente.<br />
Sono contento per lui e per i suoi collaboratori; mantenendo fede al suo programma iniziale ha<br />
impostato una organizzazione a sua somiglianza, sobria e concreta.<br />
Niente exploit plateali ma piccoli passi per dare tempo a tutti <strong>di</strong> farsi le ossa, <strong>di</strong> non stancarsi, <strong>di</strong><br />
acquisire la necessaria esperienza. Complimenti e auguri.<br />
Marco Carlin
INTERVISTA<br />
ESCLUSIVA<br />
DELL’ATELIER<br />
JOURNAL<br />
Raimondo Monaya<br />
racconta…<br />
Chi era Maria Ida Viglino e<br />
come vi siete conosciuti?<br />
Maria Ida Viglino insegnava<br />
matematica al liceo. Io<br />
la conoscevo perché era <strong>di</strong><br />
<strong>Saint</strong>-Cristophe, so che era<br />
nel Comitato <strong>di</strong> Liberazione<br />
e apparteneva al Partito<br />
Socialista. Era molto bella. La<br />
portarono in prigione i fascisti,<br />
io le <strong>di</strong>ssi <strong>di</strong> procurarsi dei libri o dei giornali (anche fascisti)<br />
e, per comunicare con l’esterno, segnavamo un asterisco<br />
sulle lettere per formare un s.o.s e per comunicare con<br />
il Comitato <strong>di</strong> Liberazione. I giornali o i libri venivano portati<br />
all’esterno con dei messaggi.<br />
Diceva sempre che se fosse stata uccisa non avrebbe voluto<br />
essere seppellita dove c’erano fascisti, infatti fu sepolta<br />
a Bionaz.<br />
Per quale motivo sei stato in prigione con lei ?<br />
A causa delle nostre idee antifasciste. Io ero partigiano<br />
e lei anche con incarico <strong>di</strong> staffetta. Dopo tre anni <strong>di</strong> servizio<br />
militare sono passato nella resistenza per non essere deportato<br />
in Germania! Stavamo rinchiusi nelle celle ma ogni<br />
tanto, durante l’ora d’aria, ci vedevamo in un salone e parlavamo.<br />
Di cosa parlavate?<br />
Di come liberare la Valle d’Aosta dai fascisti;.e ce l’abbiamo<br />
fatta: il 28 aprile 1945 sono stato uno dei primi ad entrare<br />
ad Aosta con mio fratello Sandro Monaya che era stato<br />
prigioniero in un campo <strong>di</strong> concentramento in Germania.<br />
Come avete fatto a liberarvi?<br />
Non si sa come e perché Maria Ida Viglino sia stata liberata,<br />
comunque subito dopo è tornata a militare nella re-<br />
Alcuni giornalisti<br />
del «Le Trait d’Union»<br />
hanno intervistato il signor<br />
Monaya Raimondo che nel ‘45<br />
è stato arrestato<br />
assieme a Maria Ida Viglino<br />
Il 26 u.s. si è tenuto presso il centro congressi <strong>di</strong> Villeneuve la prima assemblea dei Soci del<br />
CONSORZIO GRAN PARADISO NATURA.<br />
Il presidente Gianni Alberto ha illustrato, alla platea <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tori intervenuti, il lavoro fatto fin<br />
qui e le linee programmatiche per il futuro<br />
Tra le azioni <strong>di</strong> spicco sono state sottolineate le numerose iniziative atte a promuovere il territorio<br />
e le proficue partecipazioni alle fiere del turismo.<br />
Si sta lavorando per migliorare l’informazione sia tra gli iscritti sia verso l’esterno; a questo proposito<br />
è stato attivato il sito internet www.granpara<strong>di</strong>sonatura.org (in fase <strong>di</strong> completamento) sul<br />
quale troveranno spazio le news, i siti dei soci e le promozioni correnti.<br />
Grande attenzione sarà de<strong>di</strong>cata al contatto e all’aggregazione tra tutti i possibili aderenti sia per<br />
rendere più forte l’azione del Consorzio sia per <strong>di</strong>stribuire su tutti gli impren<strong>di</strong>tori del territorio i benefici<br />
che la struttura sta costruendo con determinazione.<br />
L’assemblea ha poi provveduto a eleggere i componenti del <strong>di</strong>rettivo: Carlin Marco, Alberto Gianni,<br />
Gerbore Benonino, Duc Piero, Durand Roberta, Barmaz Andrea, Giunta Roberto, Lale Murix Lorenzo,<br />
Luboz Ede, Pellissier Mirco.<br />
Tra questi ultimi è stato eletto Presidente Gianni Alberto e Vice Presidente Pellissier Mirco.<br />
3<br />
sistenza. Io invece sono stato<br />
liberato dal tenente tedesco<br />
che mi aveva catturato e<br />
che, mi ha detto: «Sei libero<br />
vai a Ville-Sur-Sarre che c’è<br />
un gruppo <strong>di</strong> partigiani!» E<br />
così ho fatto.<br />
Ci racconti un episo<strong>di</strong>o<br />
significativo?<br />
Erano arrivati gli Ucraini ed erano in Val <strong>di</strong> Rhêmes,<br />
venivano dalla Valle <strong>di</strong> Cogne. Siamo dovuti scappare in<br />
Francia. In seguito siamo tornati in Italia in 17 per vedere se<br />
le centrali idroelettriche erano minate perché in caso contrario<br />
avremmo dovuto farlo noi.<br />
Ero in compagnia <strong>di</strong> un ragazzo <strong>di</strong> 18 anni, dovevamo<br />
arrivare a Rhêmes e lui si lamentava per la stanchezza e voleva<br />
riposare.Allora siamo andati in una stalla dove un conta<strong>di</strong>no<br />
ci ha dato del latte appena munto.Ad un certo punto<br />
il conta<strong>di</strong>no ha detto che fuori c’erano 7 tedeschi, io ho risposto:<br />
«Solo 7!? Qua non verrebbero mai in 7 ma in 70 come<br />
minimo! Se ci trovano bruciano tutto!». Era gennaio e c’era<br />
tanta neve, abbiamo nascosto le armi nella neve e siamo<br />
scappati su per il bosco. Sfortunatamente ci hanno visti e inseguiti<br />
ci siamo arresi! Volevano fucilarci ma io con un atto<br />
<strong>di</strong> coraggio ho detto: «Potete anche fucilarci ma prima dateci<br />
da mangiare!».<br />
I tedeschi ci hanno presi come ostaggi e, scendendo<br />
verso Introd, abbiamo saputo che era stato ucciso un ufficiale<br />
tedesco e ci siamo preoccupati per la nostra vita. Ci<br />
hanno portati alla caserma Testafochi e ci hanno consegnati<br />
ai fascisti che ci hanno picchiati perché non rispettavamo<br />
il Duce.<br />
Non siamo morti perché il tenente tedesco che ci aveva<br />
catturati al processo ci ha <strong>di</strong>fesi<br />
Andriolo Fabio – Carlin Matteo -<br />
Menegazzi Mattia – Paillex Alessandro
4<br />
LA PAGINA<br />
DELL’AMMINISTRAZIONE<br />
COMUNALE<br />
Tutto ebbe inizio<br />
nell’agosto<br />
del ’96 quando<br />
il Consiglio<br />
comunale, su proposta<br />
del Sindaco, approvò in<br />
linea <strong>di</strong> massima l’adesione<br />
alla convenzione,<br />
tra i Comuni <strong>di</strong> Valsavarenche,<br />
Introd e Villeneuve,<br />
per la costruzione<br />
e gestione in forma<br />
associata dell’acquedotto<br />
intercomunale. Il servizio<br />
avrebbe garantito<br />
l’approvvigionamento<br />
idrico necessario per il sod<strong>di</strong>sfacimento dell’utenza <strong>di</strong><br />
<strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong>. Il primo ostacolo da superare fu la verifica<br />
della reale possibilità <strong>di</strong> collegare il nostro paese con l’acquedotto,<br />
all’epoca previsto fino al comune <strong>di</strong> Villeneuve.<br />
Fu così affidato l’incarico ad un professionista per lo stu<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> fattibilità del tratto in questione. Un anno dopo, la relazione<br />
tecnico-economica per la costruzione del collettore<br />
<strong>di</strong> adduzione dall’acquedotto consortile Valsavarenche-Introd-Villeneuve<br />
alla rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione del comune <strong>di</strong><br />
<strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong> fu completata. Ecco un breve estratto del documento,<br />
pre<strong>di</strong>sposto dall’Ingegner Clemente Dupont:<br />
«INQUADRAMENTO GENERALE: i comuni <strong>di</strong><br />
Valsavarenche, Introd e Villeneuve hanno costituito, nell’anno<br />
1968, un consorzio per la costruzione <strong>di</strong> un acquedotto con<br />
lo scopo <strong>di</strong> risolvere il problema del rifornimento idrico in<br />
modo organico e definitivo, sfruttando le risorse idro-potabili<br />
della Valsavarenche. Il progetto <strong>di</strong> massima, del 1969, prevedeva<br />
le seguenti opere: captazione <strong>di</strong> una sorgente in località<br />
Meyes (2400 metri <strong>di</strong> quota), captazione <strong>di</strong> una sorgente<br />
in località Proarny (1600 metri <strong>di</strong> quota), messa in opera delle<br />
tubazioni d’adduzione, costruzione <strong>di</strong> vasche d’interruzione<br />
e <strong>di</strong> carico. A partire dal 1975 a tutt’oggi sono stati realizzati<br />
in più lotti i seguenti lavori: costruzione dell’opera <strong>di</strong> presa<br />
della sorgente <strong>di</strong> Proarny, messa in opera della condotta<br />
dall’opera <strong>di</strong> presa alla frazione Fenille, costruzione del partitore<br />
a pelo libero <strong>di</strong> Fenille (1350 metri <strong>di</strong> quota), dove le acque<br />
sono ripartite tra Introd e Villeneuve. Da tale partitore i<br />
due Comuni hanno provveduto autonomamente all’esecuzione<br />
delle opere necessarie per la connessione con i rispettivi acquedotti<br />
comunali».<br />
Oggi, è proprio il caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>rlo: “Acqua ne è passata sotto i<br />
ponti…” Ma non invano! Il Consiglio comunale <strong>di</strong> <strong>Saint</strong>-<br />
<strong>Pierre</strong>, alla pari degli altri Comuni interessati, il 30 ottobre<br />
scorso ha infatti approvato due convenzioni:<br />
La prima, con i comuni <strong>di</strong> Valsavarenche-Introd-<br />
Il nuovo servizio<br />
<strong>di</strong> acquedotto<br />
intercomunale<br />
Come preannunciato<br />
nello scorso numero,<br />
due importanti opere<br />
miglioreranno la qualità<br />
dei servizi <strong>di</strong> <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong>.<br />
Del cunicolo tecnologico<br />
<strong>di</strong> via Chanoux abbiamo già scritto;<br />
in questa pagina, invece,<br />
informeremo la popolazione<br />
sul prossimo<br />
acquedotto intercomunale.<br />
Villeneuve, per la gestione<br />
in forma associata del<br />
servizio <strong>di</strong> acquedotto<br />
intercomunale nel tratto<br />
“Les Meyes-vasche <strong>di</strong><br />
Fenille”. L’accordo raggiunto,<br />
<strong>di</strong> grande importanza<br />
storica per il nostro<br />
paese, garantirà alla comunità<br />
<strong>di</strong> <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong><br />
una certa e continua <strong>di</strong>stribuzione<br />
d’acqua.<br />
Senza trascurare, poi, il<br />
significativo risparmio<br />
dei costi <strong>di</strong> gestione degli<br />
impianti. Fanno parte<br />
dell’acquedotto intercomunale le sorgenti <strong>di</strong> Les Meyes, la<br />
sorgente <strong>di</strong> Proarny, tutte le vasche d’accumulo in linea, il ripartitore<br />
<strong>di</strong> Fenille e le tubazioni <strong>di</strong> veicolazione tra i manufatti.<br />
Gli oneri relativi alla gestione del servizio, cosi come le<br />
spese <strong>di</strong> manutenzione or<strong>di</strong>naria dell’acquedotto, saranno<br />
ripartiti per il 40% in parti uguali tra i quattro Comuni e per<br />
il 60% in funzione dei consumi rilevati da appositi contatori.<br />
Invece, gli oneri derivanti da eventuali spese tecniche, da<br />
interventi <strong>di</strong> potenziamento e dalla manutenzione straor<strong>di</strong>naria<br />
saranno <strong>di</strong>visi in parti uguali.<br />
La seconda convenzione approvata è quella con il solo<br />
comune d’Introd, al fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplinare la gestione del tratto<br />
«vasche <strong>di</strong> Fenille-Buillet». L’obiettivo è un risparmio<br />
della relativa spesa a beneficio delle due Amministrazioni<br />
coinvolte. Gli oneri saranno naturalmente ripartiti in parti<br />
uguali.<br />
Grazie al raggiungimento degli importanti accor<strong>di</strong> sopra<br />
esposti, <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong> vedrà risolto qualsiasi problema legato<br />
all’erogazione dell’acqua. Infatti, il futuro acquedotto servirà<br />
la fascia <strong>di</strong> territorio posta a valle della vasca <strong>di</strong> carico <strong>di</strong><br />
Babelon, comprendente circa il 90% della popolazione e la<br />
maggior parte delle attività economiche. Gli inse<strong>di</strong>amenti<br />
siti a quota più elevata (tra 900 e 1700 metri), invece, sono<br />
dotati <strong>di</strong> impianti frazionali e comunali.<br />
Attualmente l’acquedotto comunale, nelle succitate<br />
zone, è alimentato principalmente dalla sorgente <strong>di</strong> Vereytaz<br />
e da un pozzo sito in località Preille (630 metri <strong>di</strong> quota), dal<br />
quale vengono emunti circa 15-20 litri al secondo. Me<strong>di</strong>ante<br />
un primo sollevamento, l’acqua raggiunge il serbatoio <strong>di</strong><br />
Pelon (845 metri <strong>di</strong> quota, capacità 380 mc.); quin<strong>di</strong>, con un<br />
secondo sollevamento, viene immessa nel serbatoio <strong>di</strong><br />
Babelon (966 metri <strong>di</strong> quota, capacità 450 mc.). Da questi<br />
serbatoi si <strong>di</strong>partono le tubazioni che vanno ad alimentare<br />
le vasche <strong>di</strong> carico e le reti <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione dei vari nuclei<br />
abitati, al momento in fase <strong>di</strong> rifacimento.
Con l’approvazione delle convenzioni in questione,<br />
l’Amministrazione comunale <strong>di</strong> <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong> potrà cosi dare<br />
corso alla progettazione e successiva realizzazione (seguendo<br />
le in<strong>di</strong>cazioni dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fattibilità pre<strong>di</strong>sposto<br />
dall’Ingegner Clemente Dupont) della condotta terminale<br />
del nuovo acquedotto dalla vasca <strong>di</strong> carico <strong>di</strong> Buillet (nel comune<br />
d’Introd) al serbatoio <strong>di</strong> Babelon per addurre, a gravità,<br />
una portata adeguata alle necessità idriche del paese.<br />
Diminuiranno in tal modo i costi <strong>di</strong> sollevamento (energia<br />
elettrica necessaria per pompare l’acqua) ed aumenterà la<br />
<strong>di</strong>sponibilità idrica per far fronte ai crescenti fabbisogni.<br />
Il fascino<br />
<strong>di</strong> momenti<br />
irripetibili<br />
Isentimenti sono però molto personali ed è <strong>di</strong>fficile<br />
dare un connotato concreto che possa essere interessante<br />
per tutti. Ecco perché non vorrei proprio parlare<br />
delle mie testimonianze o dei miei “appunti <strong>di</strong><br />
viaggio” che potrebbero essere retorici e banali! Mi stuzzica<br />
invece l’argomento dei “giochi olimpici invernali” soprattutto<br />
perché, <strong>di</strong> questi tempi, nella nostra regione si è<br />
fatto un gran parlare (a sproposito) <strong>di</strong> quello che potrebbe<br />
essere un coinvolgimento tecnico della valle d’Aosta nella<br />
prossima e<strong>di</strong>zione, quella <strong>di</strong> Torino 2006.<br />
Difficile restare sereno <strong>di</strong> fronte a queste chiacchiere<br />
che mi fanno sempre arrabbiare molto!<br />
Parlare oggi <strong>di</strong> “probabili siti olimpici” in valle è sciocco<br />
ed ipocrita perché non esiste alcuna possibilità in tal senso!<br />
Anzi, non è proprio mai esistita dopo che,“quel giorno”,<br />
la delegazione valdostana <strong>di</strong>sse “no” alla proposta specifica<br />
fatta da Torino 2006.!<br />
Facciamo due passi in<strong>di</strong>etro. Quanti ricordano la can<strong>di</strong>datura<br />
olimpica della valle d’Aosta? Sicuramente tutti coloro<br />
che amano lo sport e vivono la sua realtà nella delicata<br />
<strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> una bella regione come la nostra!.<br />
Inutile allora riparlare <strong>di</strong> Birmingham, dei veleni che<br />
precedettero ed accompagnarono il voto del CIO, delle stranezze<br />
che, alla vigila, fecero perdere voti preziosi alla nostra<br />
regione!<br />
Chissà quanti ricordano che, nella prima votazione,<br />
Aosta ottenne un<strong>di</strong>ci voti, esattamente come Salt Lake City!<br />
Poi nel ballottaggio fummo naturalmente sconfitti, la can<strong>di</strong>data<br />
americana, proprio quella che ha ospitato la recente<br />
e<strong>di</strong>zione, arrivò sino alla finale dove ad imporsi fu la giapponese<br />
Nagano.<br />
Vissi personalmente in Gran Bretagna tutti quei momenti<br />
e vi assicuro che, senza congiure,Aosta sarebbe giunta<br />
in finale. La nostra era una straor<strong>di</strong>naria can<strong>di</strong>datura che<br />
avrebbe comunque meritato <strong>di</strong> essere riproposta! Invece il<br />
Infatti, l’acquedotto intercomunale, una volta ultimata anche<br />
la captazione della sorgente Meyes, in grado <strong>di</strong> garantire<br />
un apporto ulteriore <strong>di</strong> 30 l/sec. durante il periodo invernale<br />
e <strong>di</strong> 100 l/sec. d’estate, sarà sufficiente a sod<strong>di</strong>sfare il<br />
fabbisogno idropotabile dei quattro Comuni.<br />
I tempi per l’effettiva operatività del servizio non saranno<br />
brevi; ciò nonostante il bilancio 2002, recentemente<br />
approvato dal Consiglio comunale, già prevede importanti<br />
stanziamenti per acquisire il progetto relativo alla realizzazione<br />
del collettore d’adduzione da Introd a <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong>.<br />
Denny Cognein<br />
referendum interruppe il cammino<br />
olimpico della valle<br />
d’Aosta.<br />
Ricordate il referendum,<br />
vero? Ma era un referendum con<br />
il quale si chiedeva se si fosse<br />
stati d’accordo o meno con la<br />
legge regionale che rifinanziava<br />
il comitato promotore della can<strong>di</strong>datura.<br />
Nulla vietava, in seguito,<br />
che potesse formarsi un altro<br />
comitato! Vedete, non faccio volutamente riferimenti politici<br />
perché a me interessa solo l’aspetto della vicenda olimpica,<br />
ma il riferimento al referendum è importante perché<br />
quando “quel giorno” Torino 2006 chiese ad Aosta se fosse<br />
stata <strong>di</strong>sposta ad affiancare il capoluogo piemontese nella<br />
can<strong>di</strong>datura per i giochi invernali….Aosta <strong>di</strong>sse “no”, perché<br />
c’era da rispettare la volontà del voto referendario!!.<br />
Pensate! Alla nostra regione era stato proposto <strong>di</strong> ospitare<br />
gare <strong>di</strong> bob, slittino, salto, fondo e biathlon…Inutile proseguire!<br />
In questi giorni, non so se in maniera provocatoria o<br />
meno, sono rimbalzate voci, notizie e rumori su possibili, ulteriori,<br />
<strong>di</strong>rottamenti <strong>di</strong> siti olimpici dal Piemonte in valle<br />
d’Aosta creando confusione e malcontento, per non <strong>di</strong>re altro.<br />
La valle d’Aosta, nella sua storia sportiva, ha avuto due<br />
possibilità <strong>di</strong> salire sul treno olimpico ed ogni volta è stata<br />
sgambettata nel momento <strong>di</strong> posare il piede sul primo scalino.<br />
Per favore non parliamone più, soprattutto non facciamolo<br />
con l’ipocrisia <strong>di</strong> queste ultime volte.<br />
Fra quattro anni la grande rassegna olimpica passerà<br />
molto vicino a noi e, se non ci saranno intoppi lungo il mio<br />
“cammino”, sarò ancora in cabina a commentare lo sci alpino,<br />
con un po’ <strong>di</strong> tristezza!<br />
Carlo Gobbo<br />
GIOCHI<br />
OLIMPICI<br />
Per chi vive <strong>di</strong> sport l’atmosfera<br />
olimpica ha un profumo<br />
speciale capace, sempre,<br />
<strong>di</strong> far nascere emozioni<br />
<strong>di</strong>verse.<br />
5
6<br />
INTERVISTA<br />
A ROMANO<br />
GERBORE<br />
Per rispondere a<br />
queste domande<br />
ho intervistato<br />
il signor<br />
Romano Gerbore, da anni<br />
allevatore <strong>di</strong> bovini a<br />
<strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong>.<br />
L’allevamento zootecnico<br />
rappresenta l’85%<br />
dell’agricoltura valdostana<br />
e si <strong>di</strong>vide principalmente<br />
nel settore bovino e in quello ovi-caprino. Quest’ultimo<br />
settore è poco sviluppato in Valle, tanto che sono poche le<br />
aziende che vivono <strong>di</strong> solo red<strong>di</strong>to ovi-caprino.Ad esempio,<br />
in località Homené troviamo l’azienda agrituristica<br />
“Les Ecureuils” <strong>di</strong> Ballauri, che ha saputo creare e commercializzare<br />
una linea varia e valida <strong>di</strong> prodotti, derivanti<br />
dall’allevamento caprino.<br />
Per quanto riguarda il settore bovino, <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong><br />
non si <strong>di</strong>scosta dal resto della Valle: i red<strong>di</strong>ti dell’allevatore<br />
derivano dalla ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> prodotti lattiero-caseari e <strong>di</strong><br />
animali da macello o da riproduzione.A queste entrate si<br />
aggiungono gli aiuti economici regionali, nazionali, comunitari.<br />
Inoltre per i giovani agricoltori, la CEE finanzia da<br />
anni dei corsi <strong>di</strong> formazione, erogando alla fine del corso<br />
un premio per inizio attività (oggi <strong>di</strong> circa 30 milioni)<br />
Agricoltura oggi<br />
Perché i giovani<br />
hanno paura<br />
<strong>di</strong> entrare in zootecnia?<br />
Perché oggi le aziende<br />
lamentano<br />
profonda crisi?<br />
e molti altri sostegni laddove<br />
l’impren<strong>di</strong>tore<br />
(“Giovane Agricoltore”)<br />
costruisca la propria<br />
azienda (circa il 50% della<br />
spesa ammessa dalle<br />
Commissioni regionali).<br />
Questo quadro della situazione,<br />
a primo acchito,<br />
sembrerebbe molto vantaggioso<br />
per chi, a inizio<br />
attività, senza un impiego e senza un red<strong>di</strong>to, debba cimentarsi<br />
nel mondo del lavoro impren<strong>di</strong>toriale. Tuttavia<br />
tutti conoscono qual è la profonda crisi in cui versa il settore<br />
ed è quin<strong>di</strong> necessario valutare quanto sia rischioso<br />
lanciarsi in questa “avventura”dall’avvio apparentemente<br />
facile ma vincolante per anni (infatti, in caso <strong>di</strong> cessata<br />
attività, tutti i contributi recepiti devono essere restituiti).<br />
Con valori alla mano, analizziamo ora bene questa<br />
crisi che, negli ultimi anni, ha colpito la zootecnia.<br />
Per quanto riguarda il red<strong>di</strong>to da produzione, notiamo<br />
un calo dei prezzi dagli anni ’90 fino ad oggi.Ad esempio,<br />
pren<strong>di</strong>amo in riferimento il prezzo del latte al caseificio<br />
Châtel Argent <strong>di</strong> Villeneuve (punto <strong>di</strong> maggiore raccolta<br />
delle nostre località); ve<strong>di</strong>amo che nel 1990 il latte<br />
veniva pagato a conguaglio ai soci circa 1100 lire al litro,
per poi scendere successivamente a 1000 lire e negli ultimi<br />
anni a 900 lire (o ad<strong>di</strong>rittura meno). Nel ’90 il prezzo<br />
dei vitelli maschi era <strong>di</strong> 300-350 mila lire, maggiorato per<br />
le femmine (circa 600-700 mila lire) a causa <strong>di</strong> una maggiore<br />
richiesta, portata dalla crisi del risanamento. Passata<br />
tale crisi, il costo delle vitelle si adeguò a quello dei maschi.<br />
Oggi un vitello (<strong>di</strong> 20 giorni e in buona salute) si vende<br />
a 300 mila lire se maschio e pezzato rosso, a 200 mila<br />
lire se nero, a 150-200 mila lire se femmina (e solo se molto<br />
muscolosa).<br />
Da questa analisi sul progressivo crollo dei prezzi, si<br />
evince chiaramente che gli allevatori oggigiorno incassano<br />
molto meno <strong>di</strong> 10 anni or sono. Però i prodotti che l’agricoltore<br />
acquista sono <strong>di</strong> molto rincarati (qualunque<br />
massaia ne è a conoscenza…), senza pensare all’aumento<br />
<strong>di</strong> meccanizzazione che c’è stato in questi anni e al costo<br />
dei macchinari ormai alle stelle. Qual è il potere <strong>di</strong> acquisto<br />
<strong>di</strong> un allevatore?<br />
Non è stato sufficiente migliorare l’azienda, ingran<strong>di</strong>rla<br />
e renderla più efficiente per supplire al crollo dei<br />
prezzi delle ven<strong>di</strong>te, la crisi colpisce sia le stalle me<strong>di</strong>o<br />
grosse, che vivono <strong>di</strong> solo red<strong>di</strong>to agricolo, sia quelle piccole.<br />
Qualche azienda riesce a salvare il prezzo dei propri<br />
prodotti vendendo <strong>di</strong>rettamente sul posto fontine, burro,<br />
ecc.. Ne è un esempio a <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong>, l’azienda dei Lale<br />
Lacroix. Questi casi circoscritti funzionano appunto perché<br />
limitati e non soffocati dalla concorrenza.<br />
L’altra faccia del red<strong>di</strong>to dell’allevatore è chiaramente<br />
rappresentata dall’integrazione pubblica. Sempre facendo<br />
un rapporto a 10 anni fa, c’è stato un incremento<br />
<strong>di</strong> aiuti per il cosiddetto “verde agricolo”, anche attraverso<br />
un maggior controllo affinché esso venga recepito da<br />
chi effettivamente lavora la terra. Dopo gli anni ’90, la<br />
Regione ha stanziato forti sostegni per le aziende colpite<br />
dal risanamento (pagando i capi infetti), aiutando quin<strong>di</strong><br />
da un lato le mancate produzioni e dall’altro valorizzando<br />
sempre, con contributi, le aziende che ottenevano<br />
e mantenevano la qualifica <strong>di</strong> “stalla ufficialmente indenne<br />
da malattie infettive”. Col progre<strong>di</strong>re nella lotta sanitaria<br />
a favore del bestiame la Regione acquisì, intorno al<br />
1995, la qualifica <strong>di</strong> “regione ufficialmente indenne”e venne<br />
quin<strong>di</strong> a crearsi un surplus <strong>di</strong> capi, non più abbassato<br />
dai problemi sanitari. La Regione, <strong>di</strong> conseguenza, intervenne<br />
finanziariamente con la cosiddetta legge <strong>di</strong> “fine<br />
carriera”, secondo la quale ogni allevatore poteva macellare<br />
circa un 10% <strong>di</strong> capi improduttivi, usufruendo <strong>di</strong> un<br />
contributo.<br />
Da un anno e mezzo o poco più, il settore zootecnico<br />
è rimasto senza contribuzioni poiché, chiusa la vecchia<br />
legislazione (legge 30 del 1984), sono sparite le quote per<br />
la“fine carriera”e per l’acquisizione e il mantenimento <strong>di</strong><br />
stalla ufficialmente indenne. Solo col 26 settembre dell’anno<br />
scorso è entrata in vigore la nuova legge regionale<br />
sulla zootecnia ( la legge n° 21), dal titolo “Disposizioni in<br />
materia <strong>di</strong> allevamento zootecnico e relativi prodotti”. È<br />
chiaro che, in questi anni <strong>di</strong> profonda crisi del mercato<br />
(non <strong>di</strong>mentichiamo la bufera BSE e la successiva epidemia<br />
<strong>di</strong> afta), il settore si è sentito abbandonato a se stesso,<br />
senza quei sostegni che ormai erano necessari alla sopravvivenza<br />
economica delle aziende.<br />
Molte perplessità restano ancora tra gli agricoltori<br />
per le scelte dei nostri politici, che sembrano essere tutte<br />
setacciate e filtrate da Bruxelles, ma è speranza <strong>di</strong> molti<br />
che questa nuova legge restituisca vitalità al settore, anche<br />
se presenta una capacità contributiva <strong>di</strong> molto inferiore<br />
a quella precedente.<br />
Come attività finanziata dalla nuova legge sulla<br />
zootecnia, a riguardo della selezione del bestiame e dell’<br />
organizzazione <strong>di</strong> mostre e concorsi per la promozione<br />
della razza, la società <strong>di</strong> allevamento <strong>di</strong> <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong>, in<br />
collaborazione con l’AREV, l’ANABORAVA, la Comunità<br />
montana Grand Para<strong>di</strong>s, ha organizzato la rassegna comunitaria<br />
del bestiame “Reina bosquet blanc”, che premia<br />
la partecipazione e lo sforzo selettivo degli allevatori.<br />
Questa mostra bovina si è tenuta il 27 aprile nello<br />
splen<strong>di</strong>do scenario della cascina del Priorato ed è stata occasione<br />
<strong>di</strong> vera festa d’incontro per gli allevatori.<br />
È auspicabile che in questo settore si avvii al più presto<br />
una ripresa economica, dando alle aziende già operanti<br />
maggiori sicurezze e tutele e ai giovani, che vogliono<br />
intraprendere questa attività, prospettive più favorevoli.<br />
Denise Chappuis<br />
Un avvocato in vigna<br />
Con i tempi che corrono è insolito che possano convivere<br />
attività molto <strong>di</strong>verse come l’avvocatura e l’agricoltura.<br />
È il caso <strong>di</strong> Stefano Di Francesco, un giovane <strong>di</strong> <strong>Saint</strong>-<br />
<strong>Pierre</strong> laureatosi nel <strong>di</strong>cembre del 1999 in giurisprudenza, che<br />
de<strong>di</strong>ca parte del suo tempo libero alla vigna <strong>di</strong> famiglia.<br />
Dopo questo primo traguardo ha iniziato a svolgere il tirocinio<br />
presso uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> avvocati associati <strong>di</strong> Aosta, esperienza<br />
lavorativa che ha iniziato a far scoprire al nostro compaesano<br />
i risvolti pratici dei suoi stu<strong>di</strong>.<br />
In contrapposizione con l’avvocatura si è manifestata in<br />
Stefano la volontà lavorativa verso la terra, la vigna <strong>di</strong> mamma<br />
Vilma.<br />
Papa’ Ennio, grande amante della terra, è da anni che si<br />
de<strong>di</strong>ca al giar<strong>di</strong>naggio, conciliandolo con l’attività <strong>di</strong> me<strong>di</strong>co.<br />
Il giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> casa Di Francesco è infatti il regno <strong>di</strong> Ennio, è<br />
lui che decide cosa, come e quando piantare. Dopo anni <strong>di</strong><br />
sperimentazione ha ormai sviluppato dei pomodori <strong>di</strong> creazione<br />
propria particolarmente grossi, polposi e saporiti. I lavori<br />
sono toccati anche ai due figli, Stefano e Nicola, forse,<br />
all’inizio, più per imposizione del padre che per amore naturale<br />
della terra.<br />
Negli ultimi anni con la costruzione della vigna, papà<br />
Ennio è riuscito a trasmettere l’amore per la terra al figlio<br />
Stefano, il quale è da tempo che si <strong>di</strong>vide tra aule <strong>di</strong> tribunale,<br />
campi <strong>di</strong> calcio e vigna, sacrificando, in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> particolare<br />
esigenza, il tempo libero del fine settimana per la vigna.<br />
Quando Stefano si deve recare in vigna alcuni sabati alle<br />
7-8 <strong>di</strong> mattina, magari dopo aver fatto bagor<strong>di</strong> la sera prima,<br />
non sprizza <strong>di</strong> gioia ed entusiasmo, ma una volta superato lo<br />
scoglio iniziale della levataccia, sale in lui un senso <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione<br />
e <strong>di</strong> piacere che si consolida a fine giornata.<br />
Dopo una giornata passata in vigna, torna a casa affaticato<br />
fisicamente, ma proprio in contrapposizione col suo lavoro<br />
abituale, rilassato e sereno mentalmente. Tutte queste<br />
fatiche verranno però completamente ripagate alla raccolta<br />
dei primi frutti.<br />
Occorrerà attendere ancora qualche anno per poter concretizzare<br />
le fatiche col primo Fumin Di Francesco.<br />
Quin<strong>di</strong> in bocca al lupo per la futura produzione <strong>di</strong> vino!<br />
Clau<strong>di</strong>o Obert<br />
7
8<br />
Gruppo<br />
Teatrale<br />
Eidos<br />
Monsignor Centoz<br />
e i giovani d’oggi<br />
Monsignor<br />
C entoz,<br />
quando<br />
venne a sapere<br />
che avrebbe dovuto partire<br />
per Cuba, come Nunzio<br />
Apostolico, ritornò a <strong>Saint</strong>-<br />
<strong>Pierre</strong>; scendendo dal treno,<br />
alla stazione, incontrò una<br />
signora che urlava slogan sul femminismo; fece, come suo<br />
solito, un giro in paese (avrebbe dovuto andarsene lontano<br />
per parecchio tempo ed era bello poter ricordare la propria<br />
casa), ma capitavano strane cose, quel giorno: un uomo,<br />
somigliantissimo a Cechov (aveva visto un suo ritratto<br />
sulla copertina <strong>di</strong> una copia del «Giar<strong>di</strong>no dei ciliegi»)<br />
aveva un teschio in mano e declamava ad alta voce il monologo<br />
dell’Amleto davanti al becchino e alla nuova maestra<br />
che urlava ai bambini, in stretto piemontese, <strong>di</strong> stare<br />
tranquilli, che altrimenti chiamava la moglie <strong>di</strong> quel signore<br />
che era stato sul Titanic e poi...<br />
Dai Vigili del Fuoco<br />
una lettera aperta<br />
A tutti gli abitanti <strong>di</strong> <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong><br />
Vorremmo porre alla vostra attenzione un problema che ci sta particolarmente<br />
a cuore. Finora, a <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong>, il servizio <strong>di</strong> trasporto a<br />
spalla dei nostri “cari” alla loro ultima <strong>di</strong>mora è stato svolto dai VV. del<br />
FF. volontari. Un segno <strong>di</strong> solidarietà che ci tramandano gli anziani del<br />
paese. Purtroppo, nonostante l’aiuto delle Associazioni AVIS, Pro Loco<br />
e Gruppo ANA locali, l’attuale organico dei Vigili del Fuoco Volontari <strong>di</strong><br />
<strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong> non riesce più a garantire il servizio in questione. Per continuare<br />
l’usanza, così ra<strong>di</strong>cata nel tra<strong>di</strong>zionale spirito <strong>di</strong> partecipazione<br />
della comunità <strong>di</strong> <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong>, il gruppo dei VV. del FF. volontari è<br />
<strong>di</strong>sposto a coor<strong>di</strong>nare il servizio <strong>di</strong> “trasporto salma” come in passato;<br />
abbiamo però bisogno <strong>di</strong> reperire un certo numero <strong>di</strong> persone intenzionate<br />
a mettersi a <strong>di</strong>sposizione, anche senza entrare a far parte del<br />
corpo dei vigili volontari. Sicuri che la nostra richiesta d’aiuto sarà accolta,<br />
avremmo piacere <strong>di</strong> sentire la vostra opinione al più presto, porgiamo<br />
cor<strong>di</strong>ali saluti.<br />
Per informazioni (impegni, modalità organizzative, ecc.) contattare<br />
<strong>di</strong>rettamente:<br />
TOURNOUD FRANCO 328/7480171<br />
BOCHET DAVIDE 0165/904045<br />
CHIOSO MARIO 0165/903055<br />
La nuova rappresentazione<br />
teatrale<br />
del gruppo Eidos<br />
perché l’avventura<br />
del teatro continua…<br />
In realtà la trama non è<br />
esattamente questa, ma questi<br />
personaggi, insieme a molti altri<br />
fanno parte della sceneggiatura<br />
della nuova pièce teatrale<br />
che i ragazzi del gruppo Eidos<br />
stanno scrivendo e che presto<br />
vedremo rappresentata. Il titolo,<br />
provvisorio, è I noti e gli ignoti<br />
<strong>di</strong> <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong>: l’ispirazione è arrivata da una serie <strong>di</strong> personalità<br />
<strong>di</strong> <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong> che hanno varcato i confini, come,<br />
appunto, Monsignor Centoz, il cameriere che andò a lavorare<br />
sul Titanic, l’ultima contessa del castello <strong>di</strong> <strong>Saint</strong>-<strong>Pierre</strong>,<br />
Guillermine de Sancto Petro, che insieme ad altre persone<br />
reali, quali il becchino, la guaritrice, le conta<strong>di</strong>ne che devono<br />
sposarsi, ed altre inventate <strong>di</strong> sana pianta, daranno vita a questa<br />
nuova opera originale.<br />
I ragazzi, ogni sabato si ritrovano in biblioteca e scrivono.<br />
L’idea iniziale è nata nelle loro menti; una lunga ricerca<br />
bibliografica sui vari personaggi del paese ha delineato<br />
un testo; ma questo ancora non è bastato. La sceneggiatura,<br />
già molto ricca <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> particolari, è stata abilmente<br />
infarcita <strong>di</strong> citazioni provenienti da testi famosi: e allora<br />
ritroviamo Shakespeare, Cechov, Medea, l’Antologia <strong>di</strong><br />
Spoon River.<br />
L’impegno che i ragazzi infondono nel loro lavoro è<br />
enorme, ma la ricompensa, alla fine, è altrettanto grande. Ci<br />
sono gli applausi, alla fine degli spettacoli, e molti ancora<br />
ricordano il grande successo avuto a Verrogne lo scorso giugno;<br />
ma gli applausi appagano in parte. Ci sono anche (e soprattutto)<br />
gli insegnamenti <strong>di</strong> Paola Corti (la <strong>di</strong>zione, ad<br />
esempio, oppure la maniera <strong>di</strong> muoversi), che coor<strong>di</strong>na la<br />
scrittura dei testi ed è la regista degli spettacoli. E poi hanno<br />
imparato a mettersi in gioco, combattendo con la propria<br />
timidezza, e interpretare, immedesimarsi in un personaggio,<br />
in una parte, davanti ad un pubblico. Ma il teatro ha<br />
dato moltissimo anche fuori dalla biblioteca: infatti tra questi<br />
20 ragazzi è nata una grande amicizia 6-7 anni fa, quando<br />
è iniziato il tutto, e continua ancora ora, rendendo il<br />
gruppo molto unito.<br />
Purtroppo (anche nelle migliori famiglie c’è un purtroppo)<br />
non è andata altrettanto bene con il gruppo dei più<br />
piccoli, quelli che a Verrogne interpretavano i folletti e i bruchi:<br />
hanno mollato quasi tutti. Forse il fatto <strong>di</strong> non aver legato<br />
con i «vecchi» ha fatto sì che l’atmosfera <strong>di</strong> complicità<br />
non li abbia coinvolti; forse hanno considerato il lavorare<br />
insieme ad altri per uno scopo comune un compito pesante<br />
(come quelli che danno a scuola); forse non hanno capito<br />
quello che avrebbero potuto avere; forse...<br />
Presto, a giugno, li rivedremo nuovamente sulla<br />
scena.<br />
Christian Chioso
La scuola<br />
che cambia La Scuola<br />
e il nostro paese<br />
Annalisa Baratta è la<br />
nuova <strong>di</strong>rigente incaricata<br />
dell’Istituzione<br />
Scolastica Maria Ida<br />
Viglino. Laureata in filosofia,è nel<br />
mondo della scuola dal 1972. Nel<br />
1989, da Milano, si trasferisce nella<br />
nostra regione, dove ha insegnato<br />
in <strong>di</strong>verse scuole me<strong>di</strong>e ed<br />
ha ricoperto incarichi, sia come formatore dell’area linguistica,<br />
che come vicario.<br />
Annalisa, da Dirigente, come percepisci la scuola <strong>di</strong><br />
oggi, in faticoso equilibrio tra novità e tra<strong>di</strong>zione ?<br />
Devo innanzi tutto premettere che vivo l’innovazione<br />
della autonomia scolastica e della verticalizzazione come una<br />
realtà positiva. L’una consente alle scuole <strong>di</strong> progettare in<br />
funzione della propria utenza e l’altra <strong>di</strong> creare una vera continuità<br />
tra scuola <strong>di</strong> base e scuola dell’infanzia. Con la verticalizzazione<br />
la figura del Preside <strong>di</strong> scuola me<strong>di</strong>a, a me ben<br />
conosciuta, si è trasformata in Dirigente dell’Istituzione, con<br />
compiti e responsabilità più articolati. La nostra Istituzione<br />
è <strong>di</strong> notevoli <strong>di</strong>mensioni; conoscevo la realtà della scuola me<strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong> Villeneuve, impostata secondo finalità da me pienamente<br />
con<strong>di</strong>vise, ma le realtà della scuola elementare e dell’infanzia,<br />
anch’esse con una solida storia alla base, mi erano<br />
sconosciute. Credo che l’equilibrio giusto si possa trovare<br />
conoscendo a fondo i tre or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> scuola ed essendo, come<br />
Dirigente, presente in ugual misura nella vita della scuola<br />
me<strong>di</strong>a e dei numerosi plessi <strong>di</strong> scuola elementare e dell’infanzia.<br />
Si possono così creare i presupposti per costruire l’i-<br />
Tre or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> scuola,<br />
un unico <strong>di</strong>rigente:<br />
la continuità<br />
progettuale e <strong>di</strong>dattica<br />
alla base dell’Istituzione<br />
scolastica Maria Ida Viglino<br />
dentità della nostra Istituzione<br />
Scolastica.<br />
Qual è il rapporto tra scuola<br />
e territorio in un contesto<br />
come il nostro, caratterizzato da<br />
una notevole parcellizzazione<br />
dei plessi scolastici ?<br />
- Per non svolgere un lavoro<br />
solo burocratico, in una prima fase<br />
<strong>di</strong> esplorazione, ho dovuto conoscere le <strong>di</strong>verse realtà, una<br />
ad una, avendo contatti <strong>di</strong>retti con i singoli plessi scolastici.<br />
Mi hanno colpito soprattutto l’importanza culturale della<br />
scuola nei piccoli paesi, la ricchezza del rapporto tra scuola<br />
ed ambiente, i contatti umani. Ma ho anche percepito il rischio<br />
dell’isolamento e l’esigenza <strong>di</strong> lavorare secondo un piano<br />
dell’offerta formativa comune che <strong>di</strong>a il giusto valore alle<br />
<strong>di</strong>versità e che, contemporaneamente, costruisca il senso <strong>di</strong><br />
appartenenza all’Istituzione Scolastica.<br />
Infine, la scuola me<strong>di</strong>a «centralizzata» gioca un ruolo<br />
importante per i nostri studenti, segna il passaggio dalla piccola<br />
alla grande realtà.<br />
Per quanto riguarda la scuola, qual è il tuo sogno<br />
nel cassetto ?<br />
Di sogni nel cassetto ne ho molti. Il principale è quello<br />
<strong>di</strong> poter realizzare in questa Istituzione un percorso costruito<br />
realmente sul bambino. Egli dovrebbe avere la sensazione <strong>di</strong><br />
essere accompagnato lungo il percorso scolastico, senza passaggi<br />
traumatici, ma in tappe ben definite ed inserite all’interno<br />
<strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> continuità.<br />
Daniela Bosio<br />
FLASH<br />
È in corso<br />
l’assegnazione<br />
lavori che<br />
riporterà il<br />
castello Sarriod<br />
de La Tour<br />
al suo pieno<br />
utilizzo.<br />
È possibile che<br />
nascano iniziative<br />
<strong>di</strong> servizio<br />
legate<br />
alla funzione<br />
principale.<br />
9
10<br />
La città<br />
<strong>di</strong> Los Angeles<br />
raccontata da un<br />
valdostano<br />
Il nostro<br />
«corrispondente»<br />
in compagnia <strong>di</strong><br />
Laura Morante…<br />
non può<br />
che sorridere!<br />
LA BESTIA<br />
Angeleno report<br />
number one<br />
Non si può non iniziare<br />
da lei, la bestia,<br />
l’immensa inelu<strong>di</strong>bile<br />
infinita <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong><br />
questa città che ti avvolge come<br />
una melassa dalla quale si fa fatica<br />
ad uscire, devi tenere il piede<br />
schiacciato sull’acceleratore per<br />
almeno un’ora e mezzo prima<br />
che i segni dell’uomo si <strong>di</strong>ra<strong>di</strong>no.<br />
Se sei un europeo e ti hanno<br />
paracadutato da queste parti, la<br />
prima sensazione è che in realtà la meta del viaggio era<br />
Marte e questa è solo l’ultima sosta per rifornimento sul pianeta<br />
terra.<br />
C’è qualcosa <strong>di</strong> algido, <strong>di</strong> rarefatto.<br />
A prima vista si <strong>di</strong>rebbe una Viareggio moltiplicata<br />
per 71, per via della sensazione <strong>di</strong> stazione <strong>di</strong> vacanza con<br />
i moduli abitativi copiati con lo stampino e riprodotti all’infinito.<br />
Curiosamente appena ti alzi su una freeway cre<strong>di</strong> <strong>di</strong> essere<br />
in una baraccopoli del terzo mondo, alla quale hanno<br />
tolto i tetti <strong>di</strong> lamiera ma che mantiene quella <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong> casette<br />
basse sovrastate da una marea <strong>di</strong> alberi <strong>di</strong> tutte le strane<br />
fogge, un po’ in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne.<br />
Mancano le piazze, <strong>di</strong>ce l’europeo ancora intontito dal<br />
jet leg, comunicando la sua prima forte impressione estraniante.<br />
È vero, tutto è in funzione della macchina, i pedoni<br />
sono estremamente rari, e le piazze sono sostituite dai mall,<br />
sgargianti isole commerciali che fungono da punto <strong>di</strong> incontro,<br />
dotate <strong>di</strong> ristoranti, librerie, multisale, negozi e supermarket,<br />
peccato che siano sempre gli stessi, clonati senza<br />
via <strong>di</strong> scampo.<br />
In un congresso <strong>di</strong> geografi che si è tenuto qui alla<br />
UCLA, un simpaticone ha sovrapposto l’immagine satellitare<br />
<strong>di</strong> Milano su quella <strong>di</strong> dowtown Los Angeles: ai nostri<br />
deve essere venuto un brivido alla schiena nel constatare che<br />
quello che alla fine del settecento era un villaggetto <strong>di</strong> venti<br />
anime – se ne ricordano ancora i nomi – dall’interminabile<br />
nome <strong>di</strong> Nuestra Señora la Reina de<br />
los Angeles del Río Porciúncula, si estende<br />
oggi a nord fino a Lugano, a est fino a<br />
Brescia, a ovest fino a Torino e a sud fino<br />
a Genova. Il nostro triangolo industriale<br />
che è <strong>di</strong>ventato un’unica città, con i nomi<br />
dei viali che proseguono inalterati da<br />
Genova a Torino…<br />
Gli stessi geografi hanno coniato il<br />
termine esopoli per definire questo mostro<br />
privo <strong>di</strong> centro che raccoglie 165 città<br />
e località, tutte invischiate in un esperimento<br />
che prefigura il futuro dell’inurbamento,<br />
e che <strong>di</strong> notte continua e filar via<br />
«Troppo grande,<br />
troppo rumorosa,<br />
troppo banale»<br />
così l’ha definita<br />
William Faulkner<br />
sotto i tuoi occhi incollati al finestrino<br />
dell’aereo per oltre venti<br />
minuti prima dell’atterraggio.<br />
Tra le cose mirabolanti, sicuramente<br />
da regalare agli amici<br />
come oggetto <strong>di</strong> culto, è la guida<br />
stradale della città, la mitica<br />
Thomas Guide, un volumone ad<br />
anelli con un numero spropositato<br />
<strong>di</strong> pagine. Uno dei compiti<br />
più ardui per gli amministratori<br />
è inventarsi i nomi delle strade<br />
che sono in numero astronomico e crescono al ritmo <strong>di</strong> 900<br />
all’anno, come <strong>di</strong>re che ogni volta che vai a dormire ci son<br />
tre strade nella tua città che prima non c’erano.<br />
C’è anche Aosta, non vi preoccupate.<br />
A che ritmo deve crescere una città che alla fine dell’ottocento<br />
aveva un<strong>di</strong>cimila abitanti e oggi ne ha se<strong>di</strong>ci milioni<br />
e mezzo?<br />
Eso<strong>di</strong> biblici <strong>di</strong> gente da ogni parte del pianeta: è la<br />
città dove si parlano più lingue al mondo.<br />
Che la California da sola contenda all’Italia la quinta<br />
piazza tra le nazioni con il maggior Prodotto Interno Lordo<br />
non stupisce più <strong>di</strong> tanto, Cina permettendo, ma che Los<br />
Angeles si piazzi all’un<strong>di</strong>cesimo posto fa riflettere, e parecchio.<br />
Se uno vi <strong>di</strong>cesse che nella sua città ci sono 22 autostrade<br />
interne su cui circolano10 milioni <strong>di</strong> veicoli, gli <strong>di</strong>reste<br />
<strong>di</strong> non raccontare frescacce; se aggiungesse <strong>di</strong>vertito che<br />
ci sono 19 aeroporti tra civili e militari, lo mandereste a quel<br />
paese. Dimensioni e rapporti che la mente fa fatica a concepire.<br />
Non è un caso che qui sia nata la prima autostrada e<br />
sia stato allestito il primo supermercato.<br />
Non è che la città degli angeli abbia una gran fama<br />
presso gli americani.<br />
I quali non si fanno impressionare come noi dai suoi<br />
gran<strong>di</strong> numeri.<br />
«Troppo grande, troppo rumorosa, troppo banale» l’ha<br />
definita William Faulkner. Quelli <strong>di</strong> New York la guardano<br />
dall’alto verso il basso con un po’ <strong>di</strong> puzza sotto il naso, e si<br />
<strong>di</strong>vertono a sfotterne la superficialità da città dell’entertainment,<br />
proprio come Woody Allen quando in uno dei suoi<br />
film ha detto che l’unico contributo culturale della città all’umanità<br />
è l’aver inventato la svolta a destra con il rosso.<br />
Ironizza persino il cronista <strong>di</strong> San Francisco che <strong>di</strong>ce<br />
d’esser venuto a fare un servizio su Los Angeles ma si è visto<br />
costretto a tornare a casa a mani vuote perché non è riuscito<br />
a trovarla.<br />
«There is no there, there» è la battuta, attribuita a<br />
Gertrude Stein, che riassume l’impressione che la città esercita<br />
su chi ci mette piede per la prima volta, cioè quella <strong>di</strong><br />
non esserci.<br />
Rubens Piovano
Un’esperienza<br />
<strong>di</strong> vita a Lima<br />
Sono quasi tre<br />
mesi che è<br />
rientrata in<br />
Italia, ma<br />
dopo l’esperienza vissuta<br />
a Lima, il tempo sembra<br />
non trascorrere.<br />
Laura è iscritta al quarto<br />
anno <strong>di</strong> Scienze dell’educazionedell’Università<br />
<strong>di</strong> Torino, e dovendo<br />
sostenere un periodo<br />
<strong>di</strong> alcuni mesi <strong>di</strong> tirocinio come educatore socio sanitario,<br />
è nata l’esigenza <strong>di</strong> scegliere la destinazione <strong>di</strong> tale<br />
esperienza, preferendo una destinazione italiana è l’Università<br />
che si occupa <strong>di</strong> contattare le associazioni espletando<br />
tutti gli oneri burocratici e non. Al contrario, se si<br />
sceglie <strong>di</strong> andare all’estero, è lo studente che si deve preoccupare<br />
<strong>di</strong> contattare l’associazione <strong>di</strong> turno con tutte le<br />
complicazioni legate al fatto <strong>di</strong> trovarsi all’estero.<br />
La nostra Laura inizialmente era indecisa tra l’Africa e<br />
l’America latina, successivamente, consultandosi con alcune<br />
amiche e compagne <strong>di</strong> corso, ha deciso <strong>di</strong> recarsi in Perù,<br />
a Lima.<br />
Laura ha quin<strong>di</strong> iniziato a cercare un’ONG,<br />
Organizzazione non governativa, che si sarebbe occupata <strong>di</strong><br />
contattare l’associazione che l’avrebbe poi ospitata. Presi i<br />
contatti con l’ASPEM (Associazione Paesi Emergenti), a<br />
Cantù in provincia <strong>di</strong> Como, si è occupata <strong>di</strong> trovare un’associazione<br />
a Lima e una sistemazione<br />
per i mesi <strong>di</strong> permanenza e non<br />
meno importante il progetto <strong>di</strong> tirocinio,<br />
il programma dettagliato delle<br />
attività che si svolgeranno presso l’associazione<br />
ospitante. Presentato il<br />
progetto all’Università <strong>di</strong> Torino e<br />
successivamente approvato, non<br />
mancava che decidere e pianificare la<br />
partenza.<br />
Partita per Lima il 20 ottobre<br />
dello scorso anno, Laura, dopo circa<br />
due giorni <strong>di</strong> coincidenze internazionali,<br />
è arrivata all’aeroporto <strong>di</strong> Lima,<br />
dove è stata accolta da alcuni volontari<br />
dell’associazione.<br />
Il primo impatto con questo<br />
nuovo mondo è stato alquanto <strong>di</strong>fficoltoso,<br />
soprattutto a causa della lingua,<br />
che, nonostante fosse stata stu<strong>di</strong>ata<br />
per quasi tutta l’estate, viverla<br />
ed utilizzarla nella realtà era nettamente<br />
<strong>di</strong>verso. Ciò nonostante dopo<br />
circa una settimana, lo spagnolo, la<br />
Laura Obert<br />
è una ragazza <strong>di</strong> 23 anni<br />
che invece <strong>di</strong> prestare il solito<br />
tirocinio in Italia<br />
ha preferito scegliere un luogo<br />
meno comodo,<br />
più <strong>di</strong>fficile: Lima,<br />
la capitale del Perù.<br />
lingua parlata a Lima, è<br />
<strong>di</strong>ventato amico e <strong>di</strong> più<br />
facile utilizzo, grazie anche<br />
alla sua somiglianza<br />
all’italiano.<br />
Le prime tre settimane<br />
sono state impiegate<br />
per ambientarsi, per<br />
cogliere le realtà locali e<br />
per familiarizzare col<br />
centro. In questo periodo<br />
sono stati pianificati due<br />
progetti, che Laura ha<br />
potuto seguire fin dalla loro formazione, uno d’animazione<br />
e l’altro socio educativo.<br />
I bambini ospiti della comunità erano bimbi <strong>di</strong>sagiati<br />
con problemi famigliari e <strong>di</strong>sadattati che arrivavano dai<br />
quartieri popolari <strong>di</strong> Lima.<br />
La realtà da loro vissuta permetteva a Laura <strong>di</strong> raggiungere<br />
gran<strong>di</strong> traguar<strong>di</strong> ricreativi con minimi stimoli. Due<br />
obiettivi molto importanti da raggiungere erano il rafforzamento<br />
dell’auto stima e il raggiungimento degli scopi posti<br />
dagli educatori.<br />
Laura, tornata soltanto lo scorso 30 gennaio, ha potuto<br />
conoscere a fondo la realtà <strong>di</strong> questi bambini e della situazione<br />
socioculturale nella quale crescono.<br />
Un’esperienza bellissima e soprattutto molto formativa,<br />
che le ha fatto venire una gran voglia <strong>di</strong> tornare a Lima<br />
anche se è appena tornata in Italia.3<br />
Clau<strong>di</strong>o Obert<br />
11
12<br />
I libri<br />
e le attività<br />
della biblioteca<br />
comunale<br />
in biblioteca trovi:<br />
Lale Murix Diego,<br />
presentatore d’eccezione<br />
al Tombolone della befana,<br />
Microcomunità, gennaio 2002<br />
La nave per Kobe. Diari giapponesi <strong>di</strong> mia madre.<br />
Dacia Maraini si sofferma a raccontarci del suo legame con la madre<br />
svelando aspetti della storia <strong>di</strong> famiglia ancora ine<strong>di</strong>ti e soprattutto<br />
interrogando gli anni <strong>di</strong> permanenza in Giappone prima<br />
e all’inizio della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />
Ritratto in seppia <strong>di</strong> Allende Isabel<br />
Giunta alle soglie dei trent’anni, Aurora della Valle deve affrontare<br />
il tra<strong>di</strong>mento dell’uomo che ama e la solitu<strong>di</strong>ne. Catapultata in una<br />
situazione emotiva insopportabile, cerca <strong>di</strong> uscirne recuperando<br />
la memoria del suo passato.<br />
Vicolo della Duchesca <strong>di</strong> Casati Mo<strong>di</strong>gnani Sveva<br />
Una storia che si <strong>di</strong>pana lungo tutto il secolo scorso. La storia <strong>di</strong><br />
due donne che attraversano la vita tra mille vicissitu<strong>di</strong>ni, con tenacia<br />
e coraggio e senza mai scendere a compromessi.<br />
Afganistan anno zero <strong>di</strong> Giulietto Chiesa, Vauro<br />
Dell’Afganistan sapevamo pochissimo ed eravamo rimasti alle statue<br />
dei budda preislamiche abbattute dall’iconoclastia integralista. Questo<br />
libro mette a posto la nostra memoria restituendo un or<strong>di</strong>ne alla storia<br />
e ai suoi acca<strong>di</strong>menti e portando un po’ <strong>di</strong> chiarezza là dove ci sono<br />
soltanto dubbi. Scopriamo che la religione da sola non basta a spiegare,<br />
che essa, con i giusti ingre<strong>di</strong>enti, può essere il combustile per far<br />
procedere ben altri interessi, tutti basati sul compromesso macchiavellico<br />
de “il fine giustifica i mezzi”. Per questo si percepisce la guerra<br />
come un terribile momento in cui si scontrano l’egoismo degli interessi<br />
privati contro la riscoperta dell’aiuto e della con<strong>di</strong>visione.<br />
La curva del Latte <strong>di</strong> Nico Orengo<br />
Latte è il nome <strong>di</strong> un torrente e del piccolo paese che attraversa, posato<br />
in quel lembo <strong>di</strong> Liguria più vicino alla Francia in cui Orengo<br />
ha trascorso buona parte della sua vita.<br />
Il nuovo romanzo dello scrittore torinese<br />
è una descrizione, gioiosa e al tempo<br />
stesso amara, <strong>di</strong> quell’angolo <strong>di</strong> Italia,<br />
assurto a para<strong>di</strong>gma del paese da poco<br />
uscito dalla guerra e alle prese della modernizzazione<br />
(la vicenda si svolge nel<br />
1957). Gioiosa perché la fantasia <strong>di</strong><br />
Orengo non ha davvero limiti nell’inventare<br />
personaggi e situazioni, amara<br />
perché <strong>di</strong>etro al velo <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimento si<br />
può cogliere un’anticipazione della nostra<br />
attualità fatta <strong>di</strong> progresso senz’anima,<br />
<strong>di</strong> perbenismo moralista e <strong>di</strong> assoluto<br />
egocentrismo.<br />
Il re <strong>di</strong> Girgenti<br />
<strong>di</strong> Andrea Camilleri<br />
Sicilia 1718: durante una rivolta popolare<br />
un conta<strong>di</strong>no fece <strong>di</strong>ventare Girgenti<br />
un regno in<strong>di</strong>pendente e si autoproclamò<br />
re. Ma il suo regno durò solo sei giorni.<br />
L’ultima legione<br />
<strong>di</strong> Valerio Manfre<strong>di</strong><br />
Anno Domini 476 dopo Cristo: l’ultimo<br />
La pagina<br />
della Biblioteca<br />
giovanissimo re dell’Impero romano d’Occidente viene deposto dalle<br />
milizie barbare e condannato all’esilio. Un gruppo <strong>di</strong> legionari tenterà<br />
<strong>di</strong> salvarlo intraprendendo una coraggiosa fuga attraverso<br />
l’Europa sino alla Britannia, dove li attenderà l’ultima impossibile<br />
battaglia. Uno straor<strong>di</strong>nario affresco sulla fine <strong>di</strong> un’epoca.<br />
Chiamato a <strong>di</strong>fendere <strong>di</strong> Richard North Patterson<br />
Un delicatissimo caso giu<strong>di</strong>ziario, un pericoloso vuoto <strong>di</strong> potere alla<br />
corte suprema, un neoeletto presidente cui manca la maggioranza in<br />
senato e un clima politico sempre più arroventato in cui la giustizia rischia<br />
<strong>di</strong> essere immolata sull’altare della propaganda: il nuovo avvincente<br />
romanzo <strong>di</strong> Patterson tratteggia un magistrale ritratto della democrazia<br />
americana e delle sue contrad<strong>di</strong>zioni all’alba del XXI secolo.<br />
I conquistatori dell’Atlantide <strong>di</strong> Francisco Coloane<br />
Un gruppo <strong>di</strong> uomini avventurosi e una barca. Una natura ostile e<br />
un paesaggio imponente. Terre lontane, dure e inospitali che solo<br />
pochi in<strong>di</strong>os hanno il coraggio <strong>di</strong> sfidare. Ma il sogno è troppo affascinate<br />
per rinunciare: scoprire l’Antartide significa toccare con<br />
mano la fine del mondo. Salpano una mattina <strong>di</strong> novembre, non<br />
torneranno tutti, ma il viaggio valeva la pena….<br />
Espiazione <strong>di</strong> Ian McEwan<br />
Tutto ha inizio in una calda notte d’estate, quando una ragazzina <strong>di</strong><br />
tre<strong>di</strong>ci anni, con la vocazione alla scrittura e una fervida fantasia, in<br />
una drammatica confusione dei piani <strong>di</strong> realtà e immaginazione accusa<br />
un innocente <strong>di</strong> un o<strong>di</strong>oso crimine…<br />
Gli imprevisti del cuore <strong>di</strong> Barbara Taylor Bradford<br />
Laura e Claire, ottime amiche sin dall’infanzia, quando trascorrevano<br />
insieme anche le vacanze estive nella casa dei nonni <strong>di</strong> Laura,<br />
sono rimaste eccezionalmente legate attraverso gli anni e le vicende<br />
della vita. Ora Claire, sposatasi giovanissima, vive a Parigi con<br />
la figlia. Laura invece abita a NewYork ma le loro esistenze a un certo<br />
punto imboccano una svolta impreve<strong>di</strong>bile…<br />
E forse fu per gioco, o forse per amore<br />
Il libro, con video, comprende i testi <strong>di</strong> tutte le canzoni <strong>di</strong> Lucio<br />
Dalla, la sua bibliografia, le sue interviste così da darci la conferma<br />
che è un grande personaggio, emblematica la sua frase: è mille volte<br />
meglio un mare in tempesta <strong>di</strong> uno stagno che puzza.<br />
LIBRI PER RAGAZZI<br />
Un secolo <strong>di</strong> bambini <strong>di</strong> R. Piumini<br />
I bambini protagonisti della storia del ‘900: le guerre, l’antisemitismo,<br />
la povertà, l’arrivo della televisione, la pubblicità, lo sbarco<br />
sulla luna, la famiglia che cambia…<br />
W l’euro <strong>di</strong> Geronimo Stilton<br />
Il giorno dei <strong>di</strong>nosauri<br />
L’età del bastone e della pietra<br />
È ancora Harry Potter il libro più richiesto, a proposito… è arrivato<br />
il terzo volume!<br />
Si ricorda che, in biblioteca, è <strong>di</strong>sponibile il libro Sogno<br />
<strong>di</strong> un pomeriggio <strong>di</strong> quasi estate e la videocassetta<br />
dello spettacolo teatrale <strong>di</strong> Verrogne.