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Fisica - Deutsches Museum

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Progetto “100 classi”<br />

<strong>Fisica</strong><br />

• Introduzione<br />

• Meccanica<br />

• Oscillazioni e onde<br />

• Calore<br />

• Elettricità<br />

• Ottica<br />

• <strong>Fisica</strong> atomica, nucleare e delle particelle<br />

• Esperimenti nell’esposizione di fisica<br />

La fisica è una scienza che sta alla base dell’intero campo della<br />

tecnologia. Indaga le regolarità osservabili nella natura inanimata,<br />

servendosi dello studio teorico e della sperimentazione. È una scienza<br />

esatta; ciò significa che esprime queste relazioni in formule<br />

matematiche, usando determinati simboli.<br />

L’allestimento della mostra segue la traccia dello sviluppo storico<br />

che ha separato i diversi campi secondo i sensi dell’uomo. La meccanica tratta i movimenti dei<br />

corpi, specialmente sotto l’azione di forze esterne. Un importante ramo della meccanica è la teoria<br />

delle oscillazioni, che è diventata un elemento di tutti gli altri rami della fisica, per esempio<br />

dell’ottica. Semplici leggi della meccanica e dell’ottica erano già conosciute nell’antica Grecia, ma<br />

progressi sostanziali sono iniziati solo intorno al 1600. Una teoria sul calore si è sviluppata intorno<br />

al 1700 con la costruzione dei primi termometri. I fenomeni elettrici, comunque, non corrispondono<br />

strettamente a una singola percezione sensoriale umana. Il loro studio scientifico è iniziato nel<br />

XVIII secolo. La speculazione filosofica sulla struttura della materia, degli atomi e delle molecole<br />

può essere rintracciata nell’antica Grecia. Spiegazioni di tipo sperimentale, comunque, sono state<br />

ricavate solo a partire dalla ricerca del XIX secolo. All’inizio del XX secolo si è sviluppato un<br />

campo della conoscenza che trattava le parti degli atomi, ossia le particelle elementari, ed è<br />

diventato la base di quella che è la fisica moderna. L’evoluzione storica dei singoli rami, comunque,<br />

è stata abbastanza diversa e sarà descritta più dettagliatamente nelle pagine che seguono.<br />

In tutte le aree dell’esposizione si possono trovare esperimenti e dimostrazioni. Alcuni di questi li<br />

presentiamo sul Web: cercate le pagine degli esperimenti!<br />

IIS di Zagarolo IV A e IV B - ITIS “A.Meucci” IA – Liceo Scientifico “C.Cavour” VF 1


Progetto “100 classi”<br />

<strong>Fisica</strong><br />

Meccanica dei solidi<br />

• Introduzione<br />

• Meccanica<br />

• Oscillazioni e onde<br />

• Calore<br />

• Elettricità<br />

• Ottica<br />

• <strong>Fisica</strong> atomica, nucleare e delle particelle<br />

• Esperimenti nell’esposizione di fisica<br />

I bisogni del lavoro quotidiano hanno costretto presto<br />

l’uomo a servirsi dei principi della fisica, pur non<br />

avendone una chiara comprensione. Le leve semplici<br />

e il piano inclinato sono stati i primi strumenti dell’uomo.<br />

Viti usate come meccanismi di guida e pulegge furono<br />

aggiunte solamente nell’antica Grecia. La credenza che<br />

l’uomo fosse capace di sopraffare la natura (di qui<br />

l’origine della parola “meccanica” in greco) persistette<br />

per molto tempo. Una delle scoperte che ha anticipato<br />

l'era moderna fu realizzata con il dato che era possibile, Primi strumenti meccanici<br />

tramite una macchina, alzare un carico pesante con poca forza, a condizione che la distanza coperta<br />

dalla forza venisse aumentata in modo corrispondente, così che il lavoro svolto fosse lo stesso,<br />

come se il carico fosse stato alzato direttamente. Questa fu una scoperta che venne estesa alla legge<br />

generale, nota come il "principio della conservazione dell’energia" (XIX secolo), legge che ha<br />

guadagnato un’importanza fondamentale nel campo della fisica e della tecnologia.<br />

Una parte decisiva nell'evoluzione della meccanica<br />

verso le scienze matematiche fu giocata da Galileo<br />

(agli inizi del XVII secolo). Nel 1687 Isaac Newton<br />

introdusse una sistema di idee riguardanti la meccanica<br />

che ebbe un’influenza decisiva sulla civiltà europea<br />

del XVIII e XIX secolo. Questa teoria divenne un punto<br />

di riferimento per tutti i successivi tentativi di approfondire<br />

la conoscenza scientifica della natura. Così la matematica<br />

divenne il fondamento della fisica.<br />

Lo studio di Galileo Galilei<br />

La teoria della meccanica dei solidi parte dal presupposto che gli atomi siano connessi rigidamente<br />

tra di loro. Nelle sale seguenti di questa sezione gli elementi della meccanica e le loro relazioni sono<br />

spiegati da semplici esperimenti. Le grandezze fisiche fondamentali sono: massa, lunghezza, tempo.<br />

Tutte le altre grandezze, come la forza, il lavoro, l’energia, sono combinazioni di queste grandezze<br />

fondamentali.<br />

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Progetto “100 classi”<br />

Meccanica dei liquidi e dei gas<br />

Pompa con emisferi di Magdeburgo<br />

di Otto von Guericke, 1663<br />

(originali)<br />

Le leggi fondamentali che sono alla base della meccanica<br />

dei liquidi e dei gas in quiete (idrostatica) erano in parte<br />

note nell’antichità. Intorno al 250 a.C. Archimede trasse<br />

conclusioni importanti dal fenomeno del galleggiamento dei<br />

corpi e nel I secolo d.C. Erone di Alessandria introdusse il<br />

concetto di pressione atmosferica nella spiegazione dei suoi<br />

strumenti. Ma anche in questo campo non vi sono stati<br />

ulteriori sviluppi fino all’età moderna.<br />

Le molecole dei liquidi, se paragonate a quelle dei corpi<br />

solidi, si possono muovere più liberamente le une rispetto<br />

alle altre. Questo spiega perché fluiscono facilmente e<br />

perché prendono la forma del recipiente che le contiene.<br />

Comunque, la compressione di liquidi è quasi impossibile,<br />

dato che le loro molecole sono così vicine. Le molecole di<br />

un gas, al contrario, sono quasi interamente indipendenti,<br />

dato che si muovono nello spazio a disposizione. Possono<br />

perciò essere compresse facilmente, rispetto a quelle dei<br />

solidi e dei liquidi.<br />

La produzione di gas estremamente rarefatti ha una speciale importanza nella tecnologia del vuoto.<br />

La misura della pressione atmosferica può essere dimostrata in un esperimento particolarmente<br />

interessante. Il più famoso probabilmente è l'esperimento di Otto von Guericke, il quale - attraverso<br />

la sua macchina pneumatica - dimostrò nel 1663 che era possibile produrre spazi di aria altamente<br />

rarefatta. In questo modo egli confutò l'opinione diffusa all’epoca, secondo la quale “la natura teme<br />

il vuoto" (horror vacui).<br />

L’idrodinamica si occupa di liquidi e gas in movimento. La ricerca in questo campo è essenziale per<br />

tutte le attività nelle quali hanno importanza le sostanze fluide e i gas, specialmente nella<br />

costruzione di navi e aerei.<br />

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Progetto “100 classi”<br />

<strong>Fisica</strong><br />

Oscillazioni e onde<br />

• Introduzione<br />

• Meccanica<br />

• Oscillazioni e onde<br />

• Calore<br />

• Elettricità<br />

• Ottica<br />

• <strong>Fisica</strong> atomica, nucleare e delle particelle<br />

• Esperimenti nell’esposizione di fisica<br />

La prima oscillazione mai studiata dettagliatamente fu quella del pendolo (Galileo, 1609). La<br />

propagazione di onde sulla superficie dell’acqua, così come anche delle onde acustiche, fu poi<br />

descritta più precisamente da Newton (1687). Comunque, fino al XVII secolo non fu posta una base<br />

per una comprensione più profonda di questi fenomeni.<br />

Le oscillazioni sono movimenti periodici nei quali lo stato di quiete e il movimento si alternano<br />

continuamente, come avviene nel pendolo dell’orologio. Le oscillazioni si possono diffondere nello<br />

spazio circostante e la formazione di onde, come per esempio nell’acqua, ne sono la prova.<br />

Una proprietà speciale delle onde è quella di amplificarsi o estinguersi, nel caso in cui si incontrino<br />

più onde. Questo fenomeno è chiamato interferenza. La teoria delle oscillazioni ebbe dapprima<br />

grande importanza nella meccanica. Venne applicata, per esempio, all’intero campo dell’acustica, in<br />

quanto le onde sonore non sono altro che onde di aria compressa e rarefatta che si propagano.<br />

Successivamente la teoria ondulatoria è divenuta un elemento essenziale di altri rami della fisica. Si<br />

pensi solo alle oscillazioni elettriche e alla propagazione di onde elettromagnetiche. Lo stesso si<br />

applica all'ottica, perché la luce può essere descritta come un'onda elettromagnetica.<br />

Molti esperimenti nell’esposizione del museo illustrano oscillazioni meccaniche e acustiche. Tra le<br />

varie esperienze possibili vengono anche dimostrate la propagazione di onde e il fenomeno<br />

dell’interferenza, l'amplificazione reciproca e l'estinzione di due campi di onde.<br />

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Progetto “100 classi”<br />

<strong>Fisica</strong><br />

Calore<br />

• Introduzione<br />

• Meccanica<br />

• Oscillazioni e onde<br />

• Calore<br />

• Elettricità<br />

• Ottica<br />

• <strong>Fisica</strong> atomica, nucleare e delle particelle<br />

• Esperimenti nell’esposizione di fisica<br />

Nel corso del XVIII secolo si comprese che, per quanto riguarda il calore, due concetti diversi<br />

devono essere distinti: temperatura e quantità di calore. Corpi che hanno la stessa temperatura, pur<br />

tuttavia possono contenere quantità di calore differenti.<br />

Per molto tempo si è pensato che il calore fosse una sostanza che penetrava i corpi. Fu solo<br />

all'inizio del XIX secolo che venne accettata l’idea che ciò che era definito calore in realtà<br />

consisteva nel moto casuale delle molecole. Allora divenne possibile associare il calore alla legge<br />

della conservazione dell’energia meccanica. Ciò portò al principio generale "della conservazione<br />

dell’energia", enunciato per la prima volta da Julius Robert Mayer nel1842:<br />

" L’energia non può essere generata, ma solamente convertita da una forma a un’altra ".<br />

Questa è una delle Leggi della Termodinamica.<br />

Un grande impulso alla fisica di base è stato dato dagli sviluppi successivi nello studio del calore.<br />

Problemi si presentarono in collegamento con la radiazione; la soluzione elaborata da Max Planck<br />

(1900) condusse alla teoria dei quanti.<br />

In quest’area dell'esposizione ci sono ovviamente molti esperimenti e dimostrazioni dedicati alla<br />

teoria del calore. Eccone alcuni:<br />

Effetto Thomson-Joule<br />

Modello illustrativo di un processo di refrigerazione<br />

Moto Browniano<br />

Conduzione del calore<br />

Radiazione del calore<br />

Macchina di liquefazione dell'aria<br />

Riduzione del punto d'ebollizione<br />

Termometro a resistenza<br />

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Progetto “100 classi”<br />

Termodinamica<br />

La termodinamica è la branca della teoria del calore che si occupa della relazione tra calore e<br />

lavoro. I principi fondamentali vengono chiamati “ leggi della termodinamica ”.<br />

Prima legge della termodinamica ( conservazione dell’energia )<br />

Robert Mayer<br />

formulò la Prima<br />

Legge della<br />

Termodinamica<br />

nel 1842 (sulla<br />

conservazione<br />

dell’energia)<br />

Seconda legge della termodinamica<br />

Sadi Carnot (1796-1832)<br />

formulò la seconda legge<br />

della termodinamica nel<br />

1824<br />

Formulazione storica:<br />

Il calore è una forma di energia. L’energia (la capacità di compiere<br />

lavoro) può solamente essere convertita in varie forme, e non può essere<br />

creata dal nulla o distrutta (Robert Mayer, 1842; James Prescott Joule,<br />

1843; Hermann von Helmholz, 1847). Un “perpetuum mobile”, ossia<br />

una macchina capace di produrre lavoro dal nulla in modo continuo,<br />

è impossibile.<br />

Apparato originale di<br />

Robert Mayer, 1868, per la<br />

misura dell’equivalente<br />

meccanico della caloria<br />

Formulazione storica:<br />

Il lavoro di una macchina che produce calore,la cui parte motrice<br />

ritorna sempre nella stessa posizione, in una sequenza regolare, viene<br />

sempre associato a un trasferimento di calore da una temperatura più alta<br />

a una più bassa (Sadi Carnot,1824).Una macchina termica, nella quale<br />

ciò non avvenisse, potrebbe, per esempio, esaurire la grande quantità<br />

di calore immagazzinata negli oceani e convertirla in lavoro (in questo<br />

caso ci sarebbe il raffreddamento dei mari). Questo tipo di macchina<br />

non è realizzabile.<br />

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Progetto “100 classi”<br />

La terza legge della termodinamica<br />

Walter Nernst, 1895<br />

Formulazione storica:<br />

Il fisico Walter Hermann Nerst (1864-1941) formulò la terza legge della<br />

termodinamica nel 1906. La formulazione divenne nota come “il teorema<br />

del calore di Nerst ”.<br />

Essa afferma che l’entropia (cioè la misura del grado di disordine nelle<br />

reazioni chimiche) si avvicina al valore dello zero quando la temperatura<br />

si avvicina allo zero assoluto (-273°C).<br />

Questo implica che lo zero assoluto non può essere mai raggiunto. Nerst è considerato uno dei<br />

fondatori della chimica fisica. Per la sua scoperta egli ricevette il premio Nobel per la chimica nel<br />

1920.<br />

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Progetto “100 classi”<br />

<strong>Fisica</strong><br />

Elettricità<br />

La parte della mostra dedicata all’elettricità e al magnetismo<br />

presenta un ampio numero di esperimenti così come di oggetti<br />

storici originali di Georg Simon Ohm, André Marie Ampère,<br />

Heinrich Hertz. I tubi e gli strumenti originali con i quali<br />

Conrad Röntgen scoprì i raggi X sono anch’essi esposti.<br />

I primi esperimenti in questo campo furono eseguiti da Henry<br />

Cavendish (intorno al 1771) e Charles Augustin de Coulomb<br />

(1785). Essi dimostrarono che la forza che agisce tra due<br />

• Introduzione<br />

• Meccanica<br />

• Oscillazioni e onde<br />

• Calore<br />

• Elettricità<br />

• Ottica<br />

• <strong>Fisica</strong> atomica, nucleare e delle particelle<br />

• Esperimenti nell’esposizione di fisica<br />

cariche elettriche è molto simile alla forza di attrazione di due masse, descritta nella legge di<br />

gravitazione di Newton.<br />

Strumenti di Henrich Hertz, 1887<br />

Avvolgimento metallico di<br />

Georg S. Ohm<br />

Tubi a vuoto di Wilhelm Conrad Röntgen,<br />

1895/1896<br />

Particolare importanza ha, comunque, la corrente elettrica. Sappiamo bene che la corrente elettrica<br />

passa attraverso cavi metallici. Gli esperimenti relativi alle zampe della rana, condotti da Luigi<br />

Galvani (1786), diedero il via a una investigazione accurata del fenomeno della corrente elettrica.<br />

Nel 1820 Christian Oersted scoprì il campo magnetico della corrente elettrica. Con misurazioni<br />

accurate, Georg Simon Ohm trovò le relazioni fondamentali tra voltaggio, corrente e resistenza.<br />

La scoperta effettuata da Michael Faraday del fatto che il movimento di un magnete, rispetto a un<br />

circuito conduttore, producesse una corrente elettrica (legge dell’induzione,1831) evidenziò un<br />

ulteriore collegamento tra processi elettrici e magnetici. James Clerk Maxwell raccolse tutti i<br />

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Progetto “100 classi”<br />

concetti del suo tempo e li ampliò; il risultato fu un mirabile sistema teorico di elettrodinamica<br />

(posteriore al 1856) che comprendeva i fenomeni elettrici e quelli magnetici. Questa teoria fu la<br />

base per giungere a ulteriori conclusioni. Essa anticipò l’esistenza delle onde elettromagnetiche,<br />

scoperte da Heinrich Hertz nel 1887-89. Oggi queste onde ci sono familiari, perché utilizzate dalla<br />

radio e dalla televisione. Esperimenti sulle scariche elettriche nei gas (iniziati intorno al 1869)<br />

furono la chiave per uno dei più grandi segreti della natura: la struttura dell’atomo.<br />

L’argomento “elettricità” è illustrato anche nel dipartimento sull’Energia Elettrica, dove hanno<br />

luogo quotidiane spettacolari dimostrazioni ad alto voltaggio. Naturalmente anche qui si possono<br />

trovare esperimenti , per esempio sull’induzione.<br />

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Progetto “100 classi”<br />

<strong>Fisica</strong><br />

Ottica<br />

Luce, occhio e visione<br />

Fenomeni ottici si verificano ovunque in natura.<br />

L'arcobaleno, la rifrazione della luce nell’acqua, il<br />

tremolio delle stelle nel cielo notturno o l’iridescente<br />

gioco di colori causato da una sottile pellicola di<br />

petrolio su una superficie di acqua hanno affascinato<br />

l’uomo da sempre.<br />

• Introduzione<br />

• Meccanica<br />

• Oscillazioni e onde<br />

• Calore<br />

• Elettricità<br />

• Ottica<br />

• <strong>Fisica</strong> atomica, nucleare e delle particelle<br />

• Esperimenti nell’esposizione di fisica<br />

All'inizio di questa parte dell'esposizione sono illustrati le proprietà fisiche della luce e i più<br />

importanti fenomeni ottici, così come i corrispondenti fenomeni in natura.<br />

Il successivo gruppo di oggetti esposti tratta l'occhio umano e la visione. Le funzioni dell'occhio; la<br />

visione insufficiente; i metodi per definirne tipo, grado e possibili correzioni. E' persino possibile<br />

misurare la propria vista! Sono anche presentati esempi di illusioni ottiche.<br />

Per aiutare a correggere i difetti della vista, dal 1300 circa esistono gli occhiali. La storia di questi<br />

strumenti benefici è illustrata con esempi selezionati. Tra le altre cose un diorama mostra un<br />

venditore di occhiali del XVIII secolo.<br />

Telescopio e microscopio<br />

Dimostrazione della riflessione<br />

totale su una lastra di vetro<br />

All'inizio del terzo gruppo, che riguarda gli strumenti ottici, di vari<br />

mezzi ottici, come vetro, cristalli e altro, vengono presentate la<br />

storia, la composizione e le proprietà.<br />

Nel gruppo seguente si possono trovare componenti ottici prodotti<br />

dall’uomo, come specchi, prismi e lenti. Alcune dimostrazioni ne<br />

illustrano gli effetti sul percorso dei raggi di luce. Sono in mostra<br />

gruppi diversi di strumenti ottici.<br />

Microscopio<br />

con custodia di trasporto<br />

SWIFT &SON, Londra del 1885 circa<br />

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Progetto “100 classi”<br />

Il telescopio e il microscopio sono stati inventati in Olanda all'inizio<br />

del XVII secolo. Essi ci hanno permesso di accedere a mondi prima ignoti.<br />

Entrambi hanno avuto una straordinaria influenza sulla nostra concezione<br />

del mondo. Un gran numero di oggetti della mostra ne illustra lo<br />

sviluppo, con dimostrazioni che aiutano a capirne la funzione.<br />

Strumenti notevoli sono il telescopio riflettore di W. Herschel (1738-1822) e due microscopi di<br />

Anthony van Leeuwenhoek (1632-1723), con i quali si potevano osservare i batteri anche nel XVII<br />

secolo. L'area della microscopia si conclude con gli sviluppi attuali della tecnologia con un<br />

microscopio a scansione laser Zeiss, un microscopio elettronico a scansione Zeiss e un<br />

microscopio a scansione a effetto tunnel. Il secondo è mostrato "in azione" regolarmente e<br />

permette ai visitatori di vedere immagini ingrandite di oggetti piccoli come insetti o alghe.<br />

Si possono trovare alcune di quelle immagini dal microcosmo sul nostro sito web!<br />

Gli strumenti grandi per uso astronomico sono mostrati nell'esposizione sull’Astronomia.<br />

Altri strumenti ottici<br />

Telescopio riflettore<br />

secondo W. Herschel,<br />

1780 circa<br />

Il primo microscopio<br />

elettronico con lenti<br />

elettroniche, prodotto in<br />

serie da<br />

Siemens & Halske,<br />

Berlino, 1939<br />

Sono presenti gli strumenti di spettroscopia, che hanno<br />

contribuito significativamente alle nostre attuali conoscenze<br />

scientifiche. Senza l’analisi molto precisa di questi strumenti<br />

non avrebbe avuto luogo il rapido sviluppo della chimica.<br />

Senza l'aiuto degli spettroscopi non si sarebbe potuto inoltre<br />

arrivare a realizzare l’indagine della composizione del nostro sole<br />

e delle stelle. Due dimostrazioni spiegano come funzionano un<br />

prisma e uno spettrografo. Più di tutti gli altri va chiaramente<br />

menzionato lo spettrografo di Joseph von Fraunhofer<br />

(1787-1826), che egli usò per studiare la diffrazione della<br />

luce.<br />

Spettrometro von C. Steinheil,<br />

Monaco, del 1895 circa<br />

Gli endoscopi svolgono un ruolo importante nella medicina oggi. Un fascio di fibre di vetro sottili<br />

ed elastiche ne rappresenta il componente più importante. Il visitatore impara su quale base si<br />

esplica la funzione di questi strumenti e come sono fabbricati. Una dimostrazione consente di<br />

guardare in una trachea artificiale, come un medico la vedrebbe con l'aiuto dell’endoscopia<br />

tracheale.<br />

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Progetto “100 classi”<br />

Il fotometro è usato per misurare l'intensità della luce. Originariamente sviluppato per determinare<br />

la luminosità delle stelle, è stato poi usato per scopi molto più ampi. La misurazione<br />

dell'illuminazione dei luoghi di lavoro o la concentrazione di soluzioni in chimica e medicina, come<br />

anche l’esposimetro di una macchina fotografica sono solo alcuni esempi.<br />

Con l'aiuto del rifrattometro si determina il coefficiente di rifrazione (ossia la capacità di deviare<br />

la luce) dei fluidi. In più si possono determinare le caratteristiche dei solidi trasparenti e dei gas. Per<br />

esempio, il coefficiente di rifrazione è una proprietà importante del vetro ottico. Tra l’altro questo<br />

strumento è anche in grado di fornire informazioni sul contenuto di malto della birra. Il<br />

campionatore di birra di C. A. Steinheil (1801-1870) era usato appunto per questo scopo.<br />

Il polarimetro permette di studiare oggetti in luce polarizzata. Le differenze di luminosità e colore<br />

che si manifestano indicano che essi hanno proprietà di polarizzazione. Il polarimetro ha dato un<br />

grande contributo alla comprensione della struttura dei cristalli. Un'altra applicazione è la<br />

misurazione della concentrazione dei liquidi che fanno ruotare l'asse di polarizzazione.<br />

Allestimento sperimentale per la produzione di un ologramma<br />

I metodi interferometrici sono l'ultimo tema dell'esposizione. L’applicazione più conosciuta dei<br />

fenomeni interferometrici oggi è probabilmente l'olografia. La lunghezza d’onda della luce usata<br />

dall'interferometro costituisce la scala di questa apparecchio di misura. Così, per esempio, la<br />

superficie di una lente può essere misurata al limite della frazione di una lunghezza d’onda. Un<br />

interferometro chiamato come il suo inventore A. A. Michelson (1852-1931) e un set per la<br />

produzione di ologrammi sono mostrati in questa sezione, insieme a svariati ologrammi.<br />

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Progetto “100 classi”<br />

<strong>Fisica</strong><br />

<strong>Fisica</strong> nucleare<br />

• Introduzione<br />

• Meccanica<br />

• Oscillazioni e onde<br />

• Calore<br />

• Elettricità<br />

• Ottica<br />

• <strong>Fisica</strong> atomica, nucleare e delle particelle<br />

• Esperimenti nell’esposizione di fisica<br />

La sezione dedicata alla fisica nucleare e alla fisica della struttura della materia mostra le<br />

caratteristiche degli atomi e il percorso attraverso il quale si è arrivati alla scoperta delle leggi<br />

naturali alle quali essi sono soggetti.<br />

La sezione è strutturata secondo il concetto " dal macroscopico al microscopico "ed è divisa in:<br />

• Introduzione:<br />

Punto di partenza è la questione se la materia sia divisibile infinitamente o no. Chi è interessato può<br />

studiare le teorie proposte nel corso della storia.<br />

• L'atomo:<br />

Uno sguardo alla mostra<br />

Nella seconda metà del XIX secolo alcuni esperimenti hanno fornito indicazioni sempre più chiare<br />

circa la struttura ‘atomica’, discontinua della materia.<br />

La sezione espone lo sviluppo del modello atomico, partendo dalla teoria cinetica dei gas fino ad<br />

arrivare ai principi della meccanica quantistica. Un’enfasi particolare è messa sull’esperimento<br />

condotto da E.Rutherford, in quanto questa esperienza rappresenta ancora un modello esemplare dei<br />

metodi di ricerca impiegati in fisica.<br />

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Progetto “100 classi”<br />

• L’orbitale atomico:<br />

La sezione mostra il percorso difficile che conduce alla scoperta dell'elettrone e delle sue<br />

caratteristiche sorprendenti. Un secondo settore è dedicato all'elettrone come parte dell'atomo, nel<br />

guscio atomico.<br />

• Il nucleo dell'atomo:<br />

Anche il nucleo dell'atomo è costituito da particelle. Ne viene spiegata la stabilità e la<br />

disintegrazione. Una camera a nebbia, continuamente funzionante, illustra la radioattività naturale<br />

per i visitatori. Uno strumento di misurazione per la spettroscopia a raggi gamma permette<br />

l’identificazione di elementi radioattivi naturali e artificiali.<br />

• Particelle elementari:<br />

Sono due qui i punti salienti: il primo ciclotrone tedesco del 1944 e un completo ciclotrone<br />

superconduttore estremamente moderno, con una massa al di sotto delle 8 tonnellate. Il paragone tra<br />

i due dà un'indicazione del rapido sviluppo subito dalla tecnologia e della complessità dei sistemi di<br />

accelerazione moderni.<br />

Oggetti originali di grande valore storico come quelli relativi<br />

a Pierre e Marie Curie e altri, tra cui H. W. Geiger, M. Laue,<br />

W. Friedrich, P. Knipping, W.Crookes, P. Lennard,<br />

E. Goldstein, W. Wien, L. Meitner e W. Bothe, sono in mostra<br />

in tutta la sezione, come anche copie delle attrezzature<br />

pionieristiche di E. Rutherford, J. Chadwick, O. Stern, W.<br />

Gerlach. Questi ‘cimeli’ danno al visitatore il senso dello<br />

sviluppo scientifico, estremamente rapido, che ha avuto<br />

luogo nell'ultimo secolo.<br />

Ioni ferrosi collidono ad alta<br />

energia in un esperimento del<br />

Cern (Foto: Cern)<br />

Oltre agli oggetti tridimensionali, c’è anche un angolo multimediale con accesso diretto a Internet e<br />

a siti Web selezionati su tematiche di fisica e fisica delle alte energie.<br />

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Progetto “100 classi”<br />

Un pezzo storico unico: l’apparato originale di Pierre e Marie Curie (1900)<br />

Questo è uno degli oggetti presenti nell'esposizione. Venne usato per la misura delle radiazioni del<br />

materiale radioattivo. Il condensatore al centro della figura era caricato a uno specifico voltaggio<br />

dal risuonatore piezoelettrico sulla destra. Il campione radioattivo nel condensatore quindi lo<br />

scaricava per mezzo della ionizzazione nell'aria. Ciò si verificava a differenti velocità, a seconda<br />

dell’attività. Il voltmetro è sulla sinistra.<br />

Per estrarre gli elementi radioattivi, polonio e radio, presenti solamente in piccole quantità nella<br />

pietra naturale (circa 0.00005% o 1/2 grammo per tonnellata), Marie Curie usò un metodo che si<br />

serviva delle proprietà chimiche di ambedue gli elementi e dei raggi radioattivi che essi emettevano.<br />

Marie e Pierre Curie usarono residui di pechblenda rimasti nelle miniere di uranio di San<br />

Joachimsthal in Austria come prodotto iniziale per produrre polonio e radio.<br />

All’inizio venne misurata l'attività nei residui di pechblenda e il residuo fu soggetto a un processo di<br />

separazione chimica nel quale gli elementi radioattivi si concentrarono in un componente. Questo<br />

processo fu ripetuto più volte. Dopo ogni separazione chimica l'apparato mostrato nella foto fu<br />

usato per misurare l'attività nei prodotti ottenuti dalla separazione. Ripetendo questo processo un<br />

numero di volte sufficiente, Marie e Pierre Curie ottennero un grado di purezza ancora maggiore,<br />

come fu mostrato dal continuo aumento di intensità della radiazione radioattiva nella sostanza.<br />

Nel luglio 1898 Marie Curie isolò, inizialmente in piccole quantità, l'elemento che successivamente<br />

sarebbe stato conosciuto come polonio. Nel mese di dicembre dello stesso anno isolò anche il radio.<br />

IIS di Zagarolo IV A e IV B - ITIS “A.Meucci” IA – Liceo Scientifico “C.Cavour” VF 15


Progetto “100 classi”<br />

Approfondimento nella sezione delle particelle elementari:<br />

TRITRON - un Ciclotrone di superconduzione<br />

Il TRITRON è stato sviluppato nel laboratorio di<br />

accelerazione di Garching, struttura che appartiene<br />

alle due università di Monaco di Baviera. E’ un<br />

ciclotrone con orbite separate.<br />

I ciclotroni vengono usati per accelerare particelle<br />

pesanti (per esempio i protoni) a energie che<br />

corrispondono approssimativamente alla massa a<br />

riposo delle particelle (E=mpc 2 ). Il progetto del<br />

TRITRON è nato come uno studio di fattibilità.<br />

Una particolare caratteristica del TRITRON è la<br />

capacità di focalizzare i raggi di particelle con<br />

eccezionale precisione. Ciò è stato reso possibile<br />

dall’uso delle moderne tecnologie di superconduzione.<br />

I raggi di particelle di elevata intensità richiedono una buona messa a fuoco. Se i raggi di<br />

protoni ad alta intensità (10 milliamp) con medi livelli di energia vengono sparati sui nuclei di<br />

piombo, questi ultimi vengono rotti. Ciò crea un insieme di molti neutroni allo stato di<br />

frammenti (la spallazione).<br />

Forti flussi di neutroni possono essere utilizzati, per esempio, come metodo alternativo per lo<br />

smaltimento delle scorie radioattive prodotte dai reattori nucleari (o armi nucleari).<br />

Durante questa cosiddetta trasmutazione, gli isotopi radioattivi con tempo di dimezzamento<br />

superiore ai 20.000 anni vengono trasformati in elementi con tempo di dimezzamento che si aggira<br />

intorno ai 30 anni, come risultato del bombardamento di neutroni. Questo risultato eliminerebbe il<br />

bisogno di depositare le scorie per lungo tempo. Il progetto del TRITRON è stato un tentativo<br />

rivolto alla soluzione di questo problema.<br />

IIS di Zagarolo IV A e IV B - ITIS “A.Meucci” IA – Liceo Scientifico “C.Cavour” VF 16


Progetto “100 classi”<br />

<strong>Fisica</strong><br />

Esperimenti:<br />

• Introduzione<br />

• Meccanica<br />

• Oscillazioni e onde<br />

• Calore<br />

• Elettricità<br />

• Ottica<br />

• <strong>Fisica</strong> atomica, nucleare e delle particelle<br />

• Esperimenti nell’esposizione di fisica<br />

Ci sono esperimenti e dimostrazioni in tutte le parti dell'esposizione. Interessante può essere anche<br />

l’osservazione di alcuni esperimenti sul Web. Chiaramente le presentazioni virtuali non possono<br />

sostituirsi a quelle reali. Venite quindi a vederle dal vivo! Sul Web potete trovare - attualmente<br />

nella pagina tedesca e inglese del sito, tra breve anche in questa pagina italiana - i seguenti<br />

esperimenti:<br />

Pompa aspirante<br />

Stati di aggregazione<br />

Effetto Thomson-Joule<br />

Modello illustrativo di un impianto di refrigerazione a compressione<br />

Moto Browniano<br />

Conduzione del calore<br />

Radiazione termica<br />

Macchina di liquefazione dell'aria<br />

Riduzione del punto d'ebollizione<br />

Termometro a resistenza<br />

Vortici di corrente parassite<br />

Onde elettromagnetiche<br />

Raggio dell’ elettrone in un campo magnetico<br />

Traduzione italiana<br />

Ringraziamo per aver curato la traduzione italiana dei testi della sezione “<strong>Fisica</strong>” le classi:<br />

• IV A e IV B dell’Istituto d’Istruzione Superiore Liceo Scientifico Statale di Zagarolo<br />

(Roma), seguite dai professori Silvia Marone, Barattini, Daniela Caplani, Marchese, Anna<br />

Monardo<br />

• I A dell’I.T.I.S. “A. Meucci” (Roma), seguita dal prof. Vittorio Marchi<br />

• V F del Liceo Scientifico Statale “C. Cavour” (Roma), seguita dai professori Sergio<br />

Savarino e Barbara Carrì<br />

L’attività è stata svolta nell’anno 2002-03 per il Progetto “100 classi”, nel quadro del<br />

programma di collaborazione tra il <strong>Deutsches</strong> <strong>Museum</strong> e l’Ufficio Scolastico Regionale per il<br />

Lazio.<br />

IIS di Zagarolo IV A e IV B - ITIS “A.Meucci” IA – Liceo Scientifico “C.Cavour” VF 17

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