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ASTI e il suo territorio - Piemonte Italia

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26<br />

<strong>ASTI</strong> e <strong>il</strong> <strong>suo</strong><br />

<strong>territorio</strong><br />

quando Vittorio Emanuele II era principe di Savoia in<br />

attesa di salire sul trono, fuggiva spesso dalle incombenze<br />

di corte, dove era costretto a cerimoniali un<br />

po’ troppo noiosi per i <strong>suo</strong>i gusti, e scendeva fino a<br />

Moncalvo con un obiettivo bene in mente: organizzare<br />

con gli amici allegre mangiate di bollito misto,<br />

accompagnate da barbera in gran quantità. Un’abitudine<br />

documentata da fonti autorevoli, e che la dice<br />

lunga sulla fama che due dei prodotti più preziosi<br />

delle terre astigiane avevano già in epoca risorgimentale.<br />

Di certo, <strong>il</strong> vino e <strong>il</strong> bollito delle osterie di queste<br />

parti erano ben diversi dagli insipidi brodetti magri<br />

e speziati che, alla maniera della corte di Vienna, si<br />

mangiavano in casa Savoia...<br />

Un sotterraneo legame di gusto sembra dunque<br />

unire l’astigiano agli ambienti aristocratici del Risorgimento,<br />

anche se la storia di queste terre e le vicende<br />

dell’Unità d’<strong>Italia</strong> hanno in comune storie ben più<br />

eroiche. quella del Tricolore, ad esempio. Non molti<br />

sanno, infatti, che le origini della bandiera italiana<br />

sono in parte astigiane: di Castell’Alfero, splendido<br />

borgo a pochi ch<strong>il</strong>ometri dal capoluogo, era originario<br />

Giovan Battista De Rolandis, ideatore della coccarda<br />

bianca rossa e verde che simboleggiò la sommossa<br />

bolognese contro lo stato Pontificio, nel 1794.<br />

Giustiziato in seguito alla fallita sommossa, De Rolandis<br />

è considerato <strong>il</strong> primo martire del Risorgimento.<br />

Di Asti era anche Isacco Artom, uno dei personaggi<br />

meno conosciuti eppure più importanti di<br />

quest’epoca. Plasmato da Cavour a sua immagine e<br />

somiglianza, divenne <strong>il</strong> <strong>suo</strong> uomo di fiducia per antonomasia,<br />

vero depositario del <strong>suo</strong> pensiero politico,<br />

e dopo l’Unità ricoprì cariche di primo piano sino a<br />

diventare senatore del Regno.<br />

L’aspetto più curioso, però, è che da queste parti<br />

<strong>il</strong> Risorgimento sembra esser passato dalle grazie<br />

e dalle qualità diplomatiche di ab<strong>il</strong>i fanciulle, più<br />

che attraverso gli intrighi di notab<strong>il</strong>i e politici. Rosa<br />

Vercellana, meglio conosciuta come la “Bela Rusin”,<br />

nacque proprio a Moncalvo: conobbe Vittorio<br />

Emanuele II a quattordici anni e ne divenne prima<br />

l’amante clandestina, poi la moglie morganatica,<br />

ricevendo i titoli di contessa di Mirafiori e di Fontanafredda.<br />

Anche la celebre Contessa di Castiglione<br />

visse a lungo a Costigliole d’Asti, e da lì conquistò<br />

i salotti regali diventando (a <strong>suo</strong> modo) uno dei<br />

personaggi più influenti dell’unificazione del Regno.<br />

Infine, non si può dimenticare Francesca Armosino,<br />

l’ultima moglie di Garibaldi, nata proprio qui sulle<br />

colline del barbera. Incontratisi a Caprera, dove lei<br />

faceva da balia ai nipoti di lui, i due si innamorarono<br />

nonostante la grande differenza d’età, ebbero<br />

tre figli e Garibaldi fece costruire per lei una casa a<br />

San Martino, dove lei era nata. I due vi trascorsero la<br />

luna di miele, nel 1880.<br />

TORINO<br />

A21<br />

Torino<br />

CUNEO<br />

20 Cocconato<br />

18<br />

Castel’Affero<br />

17<br />

16<br />

Cisterna<br />

d’Asti 19<br />

22 San Martino<br />

Alfieri<br />

asti<br />

Castelnuovo<br />

Calcea<br />

21<br />

Moncalvo<br />

ALESSANDRIA<br />

A21<br />

Alessandria<br />

27


16<br />

asti<br />

piazza alfieri, 5<br />

tel. 0141.530240<br />

info@hotelristorantereale.it<br />

www.hotelristorantereale.it<br />

sempre aperto<br />

coperti: 200<br />

IngredIentI per 4:<br />

per Il rIpIeno<br />

• 400 GR ARROSTO DI CARNE<br />

BIANCA • 300 GR ARROSTO DI<br />

CARNE ROSSA • 500 GR MANzO<br />

BOLLITO • 1/2 GALLINA BOLLITA<br />

DISOSSATA (CONSERVANDONE<br />

IL BRODO) • 1/2 CAVOLO VERzA<br />

(CUCINATO CON GLI ARROSTI)<br />

• 4 UOVA INTERE<br />

• 200 GR PARMIGIANO<br />

REGGIANO • NOCE MOSCATA q.B.<br />

• SALE E PEPE q.B.<br />

per la sfoglIa<br />

• 1 kG FARINA • 10 TUORLI<br />

D’UOVO • 4 UOVA INTERE<br />

• 1 CUCCHIAIO D’OLIO<br />

• 10 GR SALE<br />

per Il sugo<br />

• FONDO DI COTTURA DEGLI<br />

ARROSTI TUTTO<br />

• 150 GR BURRO<br />

• 1 SPICCHIO D’AGLIO<br />

• RAMETTO ROSMARINO<br />

• PARMIGIANO<br />

28<br />

REGGIANO q.B.<br />

ristorante<br />

osteria del castello<br />

<strong>il</strong> Flauto magico “Da marisa”<br />

17<br />

Ristorante storico dell’Hotel Reale, dal cui<br />

balcone <strong>il</strong> 13 marzo 1867 Giuseppe Garibaldi<br />

arringava gli astigiani predicendo prossima<br />

l’entrata in Roma.<br />

AgNoloTTi AllA PiemoNTese<br />

Preparare <strong>il</strong> ripieno tritando finemente le carni arrosto,<br />

quelle bollite ed <strong>il</strong> cavolo verza, metterli in una terrina ed<br />

unire le 4 uova intere, <strong>il</strong> parmigiano, la noce moscata, sale<br />

e pepe. Tenere da parte.<br />

Preparare <strong>il</strong> sugo unendo al fondo di cottura dei due arrosti<br />

<strong>il</strong> burro, <strong>il</strong> rosmarino e lo spicchio d’aglio e far cuocere<br />

lentamente per 10’.<br />

Preparare la sfoglia impastando gli ingredienti indicati,<br />

tirarla e comporre gli agnolotti ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> ripieno tenuto<br />

da parte. Cuocerli nel brodo di gallina per 5’.<br />

Condire gli agnolotti ben scolati con <strong>il</strong> sugo d’arrosto e<br />

cospargere con Parmigiano Reggiano.<br />

Ristorante storico situato nel paese natale<br />

di Giovan Battista De Rolandis inventore<br />

del tricolore considerato <strong>il</strong> primo martire del<br />

Risorgimento.<br />

sTRACoTTo di ViTello di FAssoNA Al<br />

VeCCHio BARBeRA<br />

In un tegame soffriggere in olio d’oliva la cipolla precedentemente<br />

tritata finemente con <strong>il</strong> lardo e rosmarino, unire la<br />

carne tagliata a grossi tocchi e rosolarli da entrambi i lati,<br />

bagnarli con <strong>il</strong> brodo e lasciarli cuocere per circa un’ora e<br />

mezza a fuoco moderato e con coperchio avendo l’accortezza<br />

di girarli ogni tanto.<br />

A questo punto nel tegame si sarà formato un sugo di<br />

cottura che avrà caramellato la carne, aggiungere quindi<br />

le carote tagliate a tocchetti, <strong>il</strong> sale, <strong>il</strong> vino rosso corposo<br />

preferib<strong>il</strong>mente non giovane, e proseguire la cottura a<br />

fuoco lento fino a quando la carne non sarà morbida.<br />

Accompagnare con una buona polenta o con purea<br />

di patate.<br />

castell’alfero<br />

piazza castello, 1<br />

tel. 0141.204115<br />

osteriadelcastello@hotma<strong>il</strong>.com<br />

www.<strong>il</strong>castellodimarisa.com<br />

chiusura: lunedì e martedì<br />

coperti: 65 + 60 nel dehors<br />

IngredIentI per 8:<br />

• 800 GR CARNE DI VITELLO<br />

(ARROSTO DELLA VENA O<br />

GALLINELLA)<br />

• 2 CIPOLLE BIONDE<br />

• 1 CAROTA<br />

• 2 SPICCHI DI AGLIO<br />

• 50 GR LARDO<br />

• 2 RAMETTI ROSMARINO<br />

• 2 FOGLIE ALLORO<br />

• 1 LT BARBERA D’<strong>ASTI</strong><br />

SUPERIORE<br />

• 1 LT BRODO DI CARNE<br />

• 2 BICCHIERI D’0LIO D’0LIVA<br />

29


30<br />

18<br />

castelnuovo calcea<br />

via marconi, 16<br />

tel. 0141.957434<br />

<strong>il</strong>boschettodivignole@hotma<strong>il</strong>.it<br />

chiusura: lunedì sera<br />

e martedì<br />

coperti: 40<br />

IngredIentI base:<br />

per 20-30 porzIonI<br />

• 1 LT LATTE<br />

• 1 LT PANNA<br />

• 8 UOVA<br />

• PARMIGIANO<br />

• ERBE AROMATICHE<br />

(BASILICO, ERBA CIPOLLINA,<br />

PREzzEMOLO, SALVIA,<br />

FOGLIE DI SEDANO)<br />

ristorante <strong>il</strong> Boschetto<br />

Di Vignole<br />

Situato nel paese natale di Angelo Brofferio,<br />

deputato al Parlamento Subalpino dal 1848<br />

sino alla morte, avvenuta nel 1866.<br />

Il nome del ristorante riprende <strong>il</strong> titolo di una<br />

delle poesie dialettali di Brofferio.<br />

TARTRÀ<br />

Soffriggere in poca cipolla le erbe aromatiche, aggiungere<br />

<strong>il</strong> latte e bollire. Lasciare riposare 30’.<br />

F<strong>il</strong>trare, aggiungere uova, panna e parmigiano. Mettere <strong>il</strong><br />

tutto in contenitori monoporzioni e cuocere a bagnomaria<br />

per circa 40’.<br />

ristorante<br />

garibaldi 19<br />

Il ristorante venne fondato nel 1875 da un<br />

certo Ortolani di Crescentino, ex garibaldino<br />

che approdò a Cisterna dopo la spedizione<br />

dei M<strong>il</strong>le.<br />

mosTARdA d’UVA FRAgolA IngredIentI base:<br />

La ricetta più vecchia e più autorevole che trovo di questa<br />

preparazione è citata nel libro del Gibelli nel 1556.<br />

Si cuoce schiumando <strong>il</strong> mosto sino alla riduzione di metà<br />

del <strong>suo</strong> volume. Ma la mostarda di Cisterna segue la<br />

formula più semplice e più schietta usata in campagna<br />

nelle cascine fino a non molti anni fa e consiste in un mosto<br />

f<strong>il</strong>trato delle varie qualità di uva nostrana, pazientemente<br />

ridotto con lenta e lunga bollitura senza alcuna aggiunta<br />

nemmeno di frutta.<br />

questa semplice e deliziosa mostarda contadina dei nostri<br />

vecchi va gustata come salsa ad accompagnare <strong>il</strong> nostro<br />

bollito misto, oppure le tome e altri formaggi, ma va bene<br />

anche sulla polenta arrostita, pane tostato, con <strong>il</strong> gelato e<br />

perché no come bibita d<strong>il</strong>uita nell’acqua.<br />

È una delle gemme della nostra civ<strong>il</strong>tà contadina da non<br />

perdere e dimenticare.<br />

(da Giovanni Goria)<br />

cisterna d’asti<br />

via italia, 1<br />

tel. 0141.979118<br />

<strong>il</strong>garibaldi.vaudano@libero.it<br />

www.albergoristorantegaribaldi.it<br />

chiusura: mercoledì<br />

coperti: 100<br />

• 3 LT MOSTO DI UVA<br />

• 1 PICCOLO BICCHIERE DI VINO<br />

• 1 BICCHIERE DI zUCCHERO<br />

• 3 GR CANNELLA<br />

• MOLTO MENO DI CHIODI DI<br />

GAROFANO E NOCE MOSCATA<br />

• 1 PIzzICO DI SALE<br />

31


32<br />

20<br />

cocconato<br />

piazza cavour, 21<br />

tel. 0141.907794<br />

cannondoro@tin.it<br />

www.cannondoro.it<br />

chiusura: lunedì e martedì<br />

coperti: 100<br />

IngredIentI per 4:<br />

• 1 FARAONA INTERA<br />

• 1 FETTA DI LARDO<br />

O DI PANCETTA DOLCE<br />

(CHE POI VERRà ELIMINATA)<br />

• 2 O 3 FOGLIE DI SALVIA<br />

• 1 SPICCHIO D’AGLIO INTERO<br />

ristorante<br />

cannon D’oro<br />

Il ristorante, fondato nel 1875, venne<br />

frequentato anche dal Principe Umberto di<br />

Savoia per <strong>il</strong> prestigio acquisito.<br />

FARAoNA “AllA CAVoUR”<br />

Prendere la faraona, salarla e peparla, mettere sul petto<br />

1 fetta di lardo o di pancetta dolce, all’interno mettere 2 o 3<br />

foglie di salvia e 1 spicchio d’aglio intero.<br />

Si mette in una teglia con rosmarino, foglie di alloro, qualche<br />

spicchio d’aglio (che poi si toglierà) e pezzetti di burro;<br />

si arrostisce bene al forno girandola e bagnandola una<br />

prima volta con marsala secco, poi spruzzandola di rhum<br />

e fiammeggiandola. A parte preparare una padellata di<br />

scalogno tritato finemente con fegatini di pollo e di altri<br />

animali da cort<strong>il</strong>e (creste, granelli, cuoricini, etc.) <strong>il</strong> tutto<br />

a pezzetti.<br />

quando la padellata di fegatini è pronta e la faraona è<br />

quasi cotta, si riuniscono nella teglia in forno, si cola via<br />

l’eccesso di grasso, si bagna ancora di marsala e di brodo,<br />

si aggiunge un pezzo di burro crudo impastato con 1<br />

cucchiaio di farina, si dà un ultimo giro di fuoco e si serve<br />

di buon gusto.<br />

ristorante<br />

la Bella rosin<br />

Si trova nel paese natale di Rosa Vercellana,<br />

detta La Bela Rusin, amante e poi moglie<br />

morganatica del re d’<strong>Italia</strong> Vittorio Emanuele II.<br />

CARNe CRUdA di FAssoNe<br />

BATTUTA Al ColTello<br />

Rif<strong>il</strong>ate eventuali residui di grasso e tagliate a listarelle per<br />

poi batterle con un aff<strong>il</strong>ato coltello sino a rendere la carne<br />

quasi macinata (sciapulaia).<br />

Condire <strong>il</strong> tutto, amalgamando con le mani, con olio extravergine<br />

di oliva di Moncalvo e sale marino a vostra scelta,<br />

pepe bianco e limone a vostra discrezione.<br />

È possib<strong>il</strong>e arricchire <strong>il</strong> piatto con tartufo nero o bianco di<br />

Moncalvo e/o funghi porcini freschi.<br />

21<br />

moncalvo<br />

piazza Vittorio emanuele ii, 3<br />

tel. 0141.916098<br />

info@labellarosin.it<br />

www.labellarosin.it<br />

chiusura: martedì<br />

coperti: 50<br />

IngredIentI per 4:<br />

• 400 GR SCAMONE O<br />

NOCE DI VITELLO O MEGLIO<br />

(SE LO TROVATE) MANzO<br />

PIEMONTESE DELLA FASSONE<br />

• OLIO ExTRAVERGINE DI<br />

OLIVA DI MONCALVO<br />

• SALE MARINO<br />

• PEPE BIANCO<br />

• LIMONE A VS DISCREzIONE<br />

• FACOLTATIVO TARTUFO NERO<br />

O BIANCO DI MONCALVO E/O<br />

FUNGHI PORCINI FRESCHI<br />

33


34<br />

22<br />

san martino alfieri<br />

via alfieri, 11<br />

tel. 0141.978016<br />

ugo.porro@gma<strong>il</strong>.com<br />

chiusura: lunedì, martedì<br />

e mercoledì sera<br />

coperti: 100<br />

IngredIentI per 10:<br />

• 1 kG CECI<br />

• SALE<br />

• BICARBONATO<br />

• 10 COSTINE DI MAIALE<br />

• PARMIGIANO REGGIANO<br />

• CROSTINI DI PANE<br />

• OLIO ExTRAVERGINE<br />

• PEPERONCINO<br />

• SALE E PEPE q.B.<br />

ristorante<br />

concordia<br />

Il paese in cui sorge <strong>il</strong> ristorante è legato<br />

alla figura di Carlo Alfieri di Sostegno, ultimo<br />

maschio della linea di San Martino e Sostegno<br />

e deputato dal 1870, e a Francesca Armosino,<br />

terza moglie di Giuseppe Garibaldi.<br />

zUPPA di CeCi<br />

CoN CosTiNe di mAiAle<br />

Si mettono a bagno i ceci <strong>il</strong> giorno prima con sale e un<br />

pizzico di bicarbonato. Si prepara un soffritto e si procede a<br />

far lessare i ceci con le costine di maiale.<br />

In seguito si aggiunge <strong>il</strong> soffritto.<br />

Servire con parmigiano e olio extravergine e peperoncino a<br />

piacere. Volendo, aggiungere dei crostini di pane.<br />

appunti<br />

35

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