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BARRIERA DI MILANO: I BORGHI MONTE BIANCO ... - Piemonte Italia

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PASSEGGIATE e ITINERARI<br />

<strong>BARRIERA</strong> <strong>DI</strong> <strong>MILANO</strong>:<br />

I <strong>BORGHI</strong> <strong>MONTE</strong> <strong>BIANCO</strong> E <strong>MONTE</strong> ROSA.<br />

TRA ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE<br />

ED E<strong>DI</strong>LIZIA RESIDENZIALE.<br />

L’origine del toponimo “Barriera di Milano” risale con<br />

certezza al 1852, quando la città di Torino decise la<br />

costruzione della cinta daziaria che separava fisicamente<br />

la campagna dalla città, consentendo il transito di persone<br />

e merci solamente tramite vere e proprie porte: “le<br />

barriere”.<br />

La cinta daziaria correva lungo gli attuali corsi Novara e<br />

Vigevano e la “Barriera di Milano” si apriva nella attuale<br />

Piazza Crispi lungo la “Reale Strada d’<strong>Italia</strong>” (l’attuale<br />

corso Vercelli) che conduceva a Milano. Per estensione la<br />

“barriera” diede nome al quartiere circostante che, di lì<br />

a poco, sarebbe sorto. Il toponimo “Monte Bianco” che<br />

identifica la parte del quartiere Barriera di Milano compreso<br />

tra corso Vercelli e via Cigna, deve la sua origine<br />

alla presenza di via Monte Bianco, l’attuale via Antonio<br />

Banfo.<br />

La zona era ricca di acque, infatti nella zona vicina a<br />

piazza Crispi scorreva la bealera Nuova di Lucento, detta<br />

anche il Naviglio Grande, di probabile origine quattrocentesca,<br />

le cui tracce sono ancora visibili in diversi<br />

punti. La presenza dell’acqua insieme al fatto che i costi<br />

di costruzione e il costo della vita fuori cinta erano più<br />

bassi che nel centro città, trainarono lo sviluppo sia di<br />

insediamenti industriali che residenziali. Le prime industrie<br />

furono la Michele Ansaldi poi poi diventata FIAT<br />

Grandi Motori, la Barone, la INCET, le Industrie<br />

Metallurgiche FIAT di via Cigna.<br />

Insieme alle fabbriche e alle case nacquero i primi servizi<br />

sociali: la scuola Materna Tommaso di Savoia nel<br />

1890, la scuola elementare Pestalozzi nel 1905. Il borgo<br />

assunse una forte connotazione operaia accogliendo<br />

l’ondata migratoria della popolazione proveniente dalle<br />

campagne piemontesi e fu, fin dal primo novecento, una<br />

roccaforte del movimento operaio. Gli abitanti parteciparono<br />

attivamente alla Rivolta del pane del 1917 e alla<br />

Guerra di liberazione attraverso diverse SAP di fabbrica<br />

e zonali. Dagli anni cinquanta agli anni settanta del<br />

novecento il quartiere accolse migliaia di immigrati dal<br />

Meridione. A partire dagli anni novanta il borgo è nuovamente<br />

meta di immigrazione stavolta di stranieri.<br />

Associazione Culturale Officina<br />

della Memoria<br />

Località Longagnano 60 - 10020<br />

Verrua Savoia (TO)<br />

Tel. 3493949191<br />

www.arpnet.it/offmem/<br />

carmelo.seminara-ii12@poste.it<br />

Nel 1997 un gruppo di ricercatori, accomunati<br />

dall’interesse per la storia contemporanea e<br />

sociale, volle dare vita ad un progetto culturale<br />

denominato Associazione Culturale Officina<br />

della Memoria. L’intendimento principe<br />

dell’Officina della Memoria è quello di poter<br />

giungere ad analizzare e studiare, in modo<br />

organico e continuo gli accadimenti storici,<br />

economici, sociali ed urbanistici che concorrono<br />

alla ricostruzione dell’identità, della memoria<br />

collettiva e della storia urbana in generale e<br />

con particolare riferimento al territorio della<br />

Circoscrizione 6 di Torino (Barriera di Milano,<br />

Regio Parco, Barca, Bertolla, Rebaudengo,<br />

Falchera, Villaretto).<br />

Le sue attività sono volte alla diffusione della<br />

conoscenza storica attraverso la ricerca e la<br />

divulgazione.<br />

Per raggiungere gli scopi statutari,<br />

l’Associazione promuove studi, ricerche,<br />

convegni, progetti editoriali, mostre, rassegne<br />

fotografiche e cinematografiche, realizzate<br />

di propria iniziativa o in collaborazione con<br />

enti pubblici, organismi scolastici di ogni ordine e<br />

grado, associazioni culturali, l’A.N.P.I..<br />

Non ha fini di lucro ed è aperta a tutti coloro<br />

che ne condividono le finalità e desiderano<br />

mettere a disposizione della comunità il proprio<br />

bagaglio di conoscenze, competenze, esperienze,<br />

capacità. Dal 2004 l’associazione collabora con<br />

l’Ecomuseo urbano del Comune di Torino<br />

in particolare per le attività del Centro<br />

di interpretazione della Circoscrizione 6.<br />

Sono state realizzate negli anni alcune<br />

pubblicazioni e mostre fotografiche: sul quartiere<br />

di corso Taranto, sulla Manifattura Tabacchi e<br />

il suo borgo, su via Artom a Mirafiori, sulla<br />

storia della Barriera di Milano fino alla seconda<br />

guerra mondiale e dal 1946 a oggi.<br />

Attualmente l’associazione sta sviluppando<br />

un lavoro di schedatura e documentazione<br />

storica dei luoghi e delle emergenze architettoniche<br />

di una parte del territorio della Barriera di<br />

Milano e del Regio Parco.<br />

Le attività del 2009 presso la sede del Centro<br />

di interpretazione dell’Ecomuseo in via San<br />

Gaetano da Thiene 6, prevedono l’esposizione<br />

di mostre fotografiche, una conferenza sui luoghi<br />

di divertimento e svago fino agli anni Sessanta.<br />

L’associazione curerà inoltre lo svolgimento di<br />

passeggiate alla scoperta del territorio di Barriera<br />

di Milano, Borgata Bertolla, il borgo Regio<br />

Parco e la Manifattura Tabacchi.<br />

9


PASSEGGIATE e ITINERARI<br />

Il toponimo del Borgo “Maddalene” risale al XII secolo<br />

quando venne eretta la chiesa di Santa Maria Maddalena<br />

con annesso ospedale di San Lazzaro sulla strada per<br />

l’Abbadia di Stura poco oltre il ponte sulla Dora, strada<br />

che assunse la denominazione di strada delle Maddalene<br />

(le attuali vie Chivasso, Aosta, Corelli e strada<br />

dell’Arrivore). Il borgo omonimo si è sviluppato a partire<br />

dai primi dell’Ottocento proprio attorno alla antica<br />

strada e il sedime stradale e gli insediamenti sono ancora<br />

perfettamente visibili. Tra via Monte Rosa e corso<br />

Palermo è visibile il luogo delle antica trattoria delle<br />

Maddalene.<br />

Il toponimo Monte Rosa identifica la parte di Barriera<br />

di Milano attraversata dalla via Monte Rosa e compresa<br />

grosso modo tra corso Giulio Cesare e via Mercadante.<br />

Il borgo Monte Rosa si è sviluppato a partire dalla fine<br />

dell’Ottocento attorno alla chiesa di Nostra Signora della<br />

Pace (1894) ed è costituito in larga parte dalle case<br />

economiche costruite dal Comm. Luigi Grassi tra il<br />

1903 e il 1938 (circa 1250 alloggi). Il suo cuore pulsante<br />

è costituito dal mercato rionale insediatosi nel 1926<br />

nella piazza Foroni, ora piazzetta Cerignola in onore<br />

delle centinaia di immigrati pugliesi che si sono insediati<br />

in questa zona a partire dagli anni trenta del<br />

Novecento. Attorno alla piazza sono visibili i luoghi delle<br />

antiche osterie “I pesci vivi” e “La cassia da mort”.<br />

Insieme alle case nacquero anche i servizi per la popolazione:<br />

la scuola elementare Gabelli nel 1915 (ampliata<br />

nel 1927), bell’esempio di edilizia di pregio in stile<br />

Liberty e al cui interno è visibile un ricovero anticrollo<br />

usato come rifugio antiaereo, e la scuola materna<br />

Principessa di <strong>Piemonte</strong> nel 1933, esempio di architettura<br />

razionalistica. Anche questo borgo assunse una forte<br />

connotazione operaia accogliendo l’ondata migratoria<br />

della popolazione proveniente dalle campagne piemontesi<br />

e successivamente l’immigrazione dal Veneto,<br />

dalla Toscana e dal Meridione. A partire dagli anni<br />

novanta il borgo è nuovamente meta di immigrazione<br />

stavolta di stranieri.<br />

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