Carlino e Marano

CARLINO 58
Le coperture diventano di coppi, si
introduce e diffonde il camino e la conseguente
creazione dello spazio del focolare o fogolâr,
opposto al fienile e spesso sporgente dalla
casa (influsso dell’architettura rurale della
Repubblica Veneta).
L’abitazione rurale del XVIII e XIX secolo
organizza le proprie facciate sulla simmetria
dei fori e la regolarità del ritmo vuoto-pieno, si
aggiunge di scale interne, poste generalmente
nel senso dell’andamento delle travi di solaio,
aumenta di disimpegni in corrispondenza delle
scale stesse e nel sottotetto del cjast o blavâr.
Cambiano i materiali costruttivi e le finestre,
talvolta incorniciate da pietra, rettangolari,
seguono, dal basso verso l’alto, il ritmo di
piccolo, grande, piccolo e, in tarda epoca, sono
ovali nel sottotetto.
La continuità edilizia caratterizza ancora la
struttura viaria principale o centrale e si dirama
sulle corti e sui vicoli che testimoniano le
antiche linee di ripartizione dei terreni.
L’infittirsi dell’edificato lungostrada contribuisce
alla costruzione di portali e all’utilizzo dello
spazio al di sopra del passaggio come
abitazione.
Chi attraversa il paese di Carlino ritrova in
alcuni angoli questo tipico insediamento: la
casa friulana, con portico di accesso alla corte
direttamente dalla strada, delimitata da pilastri
e basamento di pietra, tamponati da ciottoli di
fiume alternati a corsi di mattoni legati con
malta povera.
La struttura muraria in pietrame é lasciata
spesso a vista o sommariamente ricoperta di
intonaco grezzo e decorata con pitture murali
di soggetto religioso.