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edizione di marzo-aprile 2007 - Prolococetraro.It

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A Natale e Capodanno, a Pasqua e a Ferragosto, al ponte<br />

dei morti e d’estate, l’<strong>It</strong>alia viaggia sempre verso il Sud. I<br />

treni, i voli e le autostrade si riempiono per scendere dal<br />

Nord al Sud.<br />

Un flusso <strong>di</strong>scendente si ripete tutte le volte che ci sono vacanze.<br />

Ma anche per i matrimoni, i funerali, i battesimi e le<br />

cresime, il viaggio prevalente degli italiani è da Nord a Sud.<br />

Al Sud c’è la nostra stella cometa; anche se oggi si chiama<br />

navigatore satellitare, l’itinerario non cambia. Le vacanze,<br />

le feste, a volte i pellegrinaggi, il ritorno alla famiglia, alle<br />

origini, sono tutte un moto perio<strong>di</strong>co e incessante verso il<br />

Sud. Viceversa, la fine delle vacanze, delle feste, dei viaggi,<br />

dei ritorni, del tempo libero, festivo e ritrovato, è un risalire<br />

al Nord.<br />

Un rientro magari mesto, magari piovoso, comunque uggioso,<br />

e carico <strong>di</strong> roba del Sud.<br />

Un rientro confortevole ma coatto.Significa qualcosa se il<br />

tempo coatto lo trascorriamo a Nord ed il tempo libero,<br />

quello <strong>di</strong> cui siamo sovrani, lo passiamo al Sud, vorrà <strong>di</strong>re<br />

qualcosa se la necessità ci costringe a risalire e la fatalità<br />

ci spinge invece a scendere. Significa qualcosa se il Paese<br />

per tre quarti ha le sue ra<strong>di</strong>ci nel profondo Sud, anche se la<br />

popolazione abita in prevalenza al Centro e al Nord.Significa<br />

qualcosa se per ritemprarsi o per giocare, per <strong>di</strong>strarsi<br />

o per ritrovarsi, se l’infanzia come la senilità, ci portano<br />

verso il Meri<strong>di</strong>one.<br />

Il Sud è una calamita, ci attira come un magnete. E vorrà<br />

pur <strong>di</strong>re qualcosa se gli eventi significativi della vita familiare,<br />

nozze, funerali e varie, ci portano più a scendere<br />

verso il Sud che a salire.<br />

E’ come se il Sud fosse la madre d’<strong>It</strong>alia. E’ come se il grande<br />

grembo a cui tornare fosse qui, nel Me<strong>di</strong>terraneo profondo;<br />

come se il calore del ventre coincidesse con il maggior calore<br />

del Mezzogiorno.<br />

Certo c’è pure il richiamo del sole, quel sole che richiama a<br />

sé non solo i suoi abitanti <strong>di</strong>spersi nelle nebbie del Settentrione,<br />

ma anche i nativi del Nord. Gran<strong>di</strong> e piccoli vian-<br />

ANNO X - N° 2<br />

La Pro Loco<br />

www.prolococetraro.it<br />

IL PORTALE DEL NOSTRO PAESE<br />

Stampa: Tipolitografia Mazzitelli - Cetraro (CS) - 0982 91767 DISTRIBUZIONE GRATUITA<br />

Al Nord tempo del lavoro al<br />

Sud quello della vita<br />

XV EDIZIONE<br />

TORNEO DEI RIONI<br />

29 LUGLIO <strong>2007</strong><br />

danti nati nei Paesi fred<strong>di</strong>, scrittori e filosofi, sono scesi dal<br />

Nord verso Sud, come attratti da un destino <strong>di</strong> luce.<br />

Ora, questa elementare considerazione del Sud come la<br />

terra ambita, può suscitare vari or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> considerazioni.<br />

Uno lirico, estetico e poetico. Un altro etnico e antropologico,<br />

circa le origini meri<strong>di</strong>onali <strong>di</strong> molta <strong>It</strong>alia. E un altro<br />

civico,sociale, con ripercussioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne economico e turistico.<br />

Quando si parla del Sud come la terra da abbandonare,<br />

si deve pur considerare che la meta prevalente alla<br />

fine resta il Sud.<br />

Questa semplice considerazione dovrebbe essere alle origini<br />

<strong>di</strong> un ripensamento del Sud; non sarà poi terra così <strong>di</strong>sgraziata<br />

il Sud se in libertà preferiamo scendere anziché<br />

salire, perfino d’inverno che il Sud offre meno attrattive, se<br />

non affettive, familiari e nostalgiche.<br />

E come se il tempo del lavoro fosse a Nord ma il tempo<br />

della vita fosse a Sud. Il tempo tecnico al Nord, il tempo<br />

autentico al Sud.<br />

E con chiunque parli, senti che per tanti la stella cometa<br />

della sua vita brilla in qualche luogo del Sud e della Calabria.<br />

Il Sud, la Calabria, la terra natia come patria d’origine e<br />

d’approdo, ma anche <strong>di</strong> partenza per ridare fiato e futuro<br />

al Sud, alla Calabria e a Cetraro.<br />

C.V.<br />

In questo numero<br />

Gianni Vattimo filosofo <strong>di</strong> sangue cetrarese 2<br />

A proposito <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sboscamento 3<br />

Cetraro: il mare e i marinai 4<br />

Volevo solo <strong>di</strong>rti che ci sono 5<br />

Artigianato e Arte. Mostra organizzata dalla Pro-Loco 6<br />

Ricordato il Prof. Salvatore Gallo 6<br />

Conclusa la V ed del Concorso “Danilo Cipolla” 6<br />

Un parco giochi intitolato al fondatore degli Scout 6<br />

A Pietro De Seta il premio “Turismo in Calabria” 7<br />

Laurea ad honorem per Gianni Vattimo in Perù 7<br />

Il laboratorio musicale della Scuola Elementare 7<br />

Torneo <strong>di</strong> briscola a coppie 7<br />

Torneo dei Rioni <strong>2007</strong> 8<br />

L’OSSERVATORIO 8<br />

La Pro Loco<br />

1


Per vivere bene non usate le maniere forti<br />

ma un pensiero debole<br />

PAROLA DI GIANNI VATTIMO FILOSOFO DI SANGUE CETRARESE<br />

Negli anni ’30, le campagne <strong>di</strong> Cetraro sono povere; e<br />

molti sono quelli che se ne partono. Dalla contrada <strong>di</strong><br />

Citino parte pure un giovane figlio <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni; che,<br />

giunto a Torino, si mette a fare il poliziotto e sposa<br />

una piemontese della Val <strong>di</strong> Susa. Hanno due figli: una<br />

femmina ed un maschio. Al maschio, nato il 4 gennaio<br />

del ’36, danno un nome breve che avrà però un avvenire<br />

grande: Gianni Vattimo.<br />

Gianni frequenta insieme la scuola pubblica e l’azione<br />

cattolica; e, da giovane, si ritrova con amici non da poco.<br />

Come Furio Colombo ed Umberto Eco, coi quali – poco<br />

più che ventenne – collabora ai programmi culturali<br />

della RAI. Nel ’59 prende la laurea in filosofia; e si trasferisce<br />

per due anni in Germania dove, all’Università<br />

<strong>di</strong> Heidelberg, si perfeziona alla scuola <strong>di</strong> Gadamer e<br />

Loewith. A Torino continua invece a seguire l’insegnamento<br />

<strong>di</strong> Pareyson, titolare d’Estetica; ed all’estetica<br />

de<strong>di</strong>ca, nel ’61, il suo primo saggio critico. Segue poi una<br />

brillante carriera accademica. Nel ’64, è titolare <strong>di</strong> cattedra<br />

all’Università <strong>di</strong> Torino; e, negli anni ’70, è nominato<br />

Preside della Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia. Fonda e <strong>di</strong>rige<br />

una ‘Rivista <strong>di</strong> Estetica’ e tiene lezioni nelle università<br />

americane <strong>di</strong> Yale, Los Angeles e New York. Intanto il<br />

suo catalogo <strong>di</strong> libri s’arricchisce <strong>di</strong> titoli che gli danno<br />

sempre più notorietà internazionale. Libri che affrontano<br />

problemi <strong>di</strong>versi della filosofia contemporanea: nel ’67,<br />

il valore ideale delle nuove forme d’arte; tra il ’68 e l’84,<br />

tutta una serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> su Nietzsche, Heidegger e la filosofia<br />

tedesca dell’800 e del ‘900.<br />

Nell’83, pubblica per Feltrinelli, assieme a Pier Aldo<br />

Rovatti, l’opera che sintetizza il suo pensiero filosofico,<br />

consacrandolo come uno degli interpreti più originali<br />

della società contemporanea: ‘Il pensiero debole’. Il<br />

problema dell’etica cristiana, che ha formato la sua<br />

esperienza giovanile e che vive come tormento nella<br />

maturità, riemerge, come un fiume carsico, nel ’96, con<br />

un <strong>di</strong>scusso libro intitolato ‘Credere <strong>di</strong> credere’. In tutto<br />

questo, entra anche un impegno politico concreto; che va<br />

oltre gli articoli che pubblica sulla Stampa, il Manifesto,<br />

l’Unità e l’Espresso. In origine, segue il Partito Ra<strong>di</strong>cale<br />

<strong>di</strong> Marco Pannella; quando questi pre<strong>di</strong>cava la tolleranza<br />

2 La Pro Loco<br />

<strong>di</strong> Carlo Andreoli<br />

ed il rispetto del <strong>di</strong>verso come istituti <strong>di</strong> civiltà e risorse<br />

della società multietnica. Quin<strong>di</strong> passa sulle posizioni<br />

dei Democratici <strong>di</strong> Sinistra; sostenendo il progetto dell’Ulivo<br />

e <strong>di</strong>venendone, nel ’99, parlamentare europeo.<br />

Da ultimo, s’avvicina al raggruppamento dei Comunisti<br />

<strong>It</strong>aliani; tentando anche <strong>di</strong>sperate imprese in periferia:<br />

come la can<strong>di</strong>datura a sindaco, nel 2005, nel Comune <strong>di</strong><br />

S. Giovanni in Fiore; scavalcato al ballottaggio dal rivale<br />

locale. In alcune interviste concesse per l’occasione, rime<strong>di</strong>ta<br />

le sue origini calabresi: “parlo anche un pò <strong>di</strong> <strong>di</strong>aletto,<br />

comunque lo capisco molto bene”; ricorda il padre<br />

cetrarese ed alcuni anni dell’infanzia vissuti nelle campagne<br />

<strong>di</strong> Cetraro. A Cetraro è tornato, in visita ufficiale, due<br />

volte: nell’86, ha tenuto un’affollata conferenza in cui,<br />

tra l’altro, ricordava commosso luoghi e figure della sua<br />

infanzia: vedere il mondo tra filari <strong>di</strong> viti e pomodori è<br />

un’esperienza che non si scorda mai, sosteneva. Nel ’96,<br />

gli è stato poi assegnato il ‘Premio Losardo’: che <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong><br />

meritare forse, perché – pur lontano da Cetraro e i suoi<br />

problemi – col suo lavoro <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oso aiutava gli altri a<br />

capire la realtà – e l’importanza - delle tante periferie del<br />

mondo. Ed in effetti, il succo del sistema <strong>di</strong> pensiero <strong>di</strong><br />

Vattimo sta proprio in questo.<br />

Ogni sistema filosofico – da Platone ad Hegel – s’è posto<br />

sempre il compito d’interpretare la realtà secondo criteri<br />

stabili e assoluti che ne definivano, ogni volta, confini<br />

e prospettive. Questo ha generato un malinteso senso<br />

della Storia – come ricostruzione dei fatti secondo un<br />

punto <strong>di</strong> vista univoco – ed ha condotto ad un irrigi<strong>di</strong>mento<br />

<strong>di</strong> principi degenerato spesso in forme autoritarie<br />

e repressive. Ora, secondo Vattimo, il crollo <strong>di</strong> valori<br />

della modernità fornisce l’occasione per una revisione<br />

critica ed un superamento <strong>di</strong> tale atteggiamento.<br />

Cominciando col proclamare che, più che la ricerca <strong>di</strong><br />

verità assolute, la filosofia contemporanea deve invece<br />

proporsi <strong>di</strong> render chiaro che l’unica verità è l’esistenza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse verità: nessuna delle quali abbia un valore<br />

preminente sulle altre, essendo tutte utili invece a capire<br />

e rispettare i <strong>di</strong>versi aspetti e valori del reale. Così come<br />

il mosaico della Storia può assumere connotati <strong>di</strong>versi a<br />

seconda del mutato punto <strong>di</strong> vista; rendendola ora storia<br />

<strong>di</strong> libertà ed ora storia <strong>di</strong> repressione. Il pensiero debole è<br />

quin<strong>di</strong> una forma <strong>di</strong> pensiero che non si pone il proposito<br />

d’accertare un’unica verità cui l’uomo debba attenersi


(e costringere magari le<br />

proprie opinioni ed abitu<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong> vita); ma <strong>di</strong> chiarire<br />

la pluralità <strong>di</strong> valori che il<br />

mondo assume, come propria<br />

espressione naturale.<br />

Un atteggiamento, quin<strong>di</strong>,<br />

che s’adegua – in maniera<br />

morbida - al mutamento<br />

incessante delle con<strong>di</strong>zioni<br />

del reale; accettandone<br />

l’apparente nichilismo non<br />

come sconfitta ma anzi<br />

come risorsa.<br />

Una concezione del<br />

mondo, insomma, dove<br />

l’altro non è visto, in termini<br />

comparativi, come<br />

migliore o peggiore <strong>di</strong> noi;<br />

ma semplicemente come<br />

<strong>di</strong>verso da noi: e perciò<br />

stesso altrettanto utile e<br />

necessario.<br />

Un bel programma <strong>di</strong> pensiero,<br />

dunque: buono per<br />

capire il mondo d’oggi; che<br />

è <strong>di</strong>venuto un villaggio globale<br />

dove convivono spesso,<br />

nello stesso quartiere,<br />

molte lingue, molte culture<br />

e molte religioni. Ma<br />

buono pure per uscire <strong>di</strong><br />

casa la mattina: più sereni,<br />

tolleranti e fiduciosi del<br />

domani.<br />

Guida turistica<br />

per il centro<br />

storico<br />

La Pro Loco “ Civitas Citrarii”<br />

offre alla comunità citta<strong>di</strong>na<br />

e a tutti coloro che desiderano<br />

riscoprire i luoghi<br />

storicamente più importanti<br />

<strong>di</strong> Cetraro, un servizio <strong>di</strong><br />

accompagnamento gratuito<br />

nel centro storico, opportunamente<br />

curato da una giovane<br />

guida turistica: Simona<br />

De Pera. Tale iniziativa nasce<br />

con l’intento <strong>di</strong> sensibilizzare<br />

l’attenzione della collettività<br />

attraverso la rivalutazione<br />

del patrimonio artistico e<br />

culturale della nostra citta<strong>di</strong>na,<br />

e far conoscere ai<br />

turisti le nostre bellezze e le<br />

antiche tra<strong>di</strong>zioni.<br />

Le visite sono programmate<br />

nei giorni <strong>di</strong> Lunedì, Mercoledì<br />

e Venerdì dalle ore<br />

18.00 alle ore 20.00. La richiesta<br />

della guida deve essere<br />

inoltrata alla Pro Loco<br />

un giorno prima<br />

A proposito <strong>di</strong><br />

un <strong>di</strong>sboscamento<br />

Uno o due numeri fa,<br />

avevo iniziato con un invito<br />

alla lettura una serie <strong>di</strong><br />

articoli andando a pescare<br />

nel capace serbatoio <strong>di</strong><br />

“Cetraro Nova” il mensile<br />

cetrarese dei primi anni<br />

del secolo scorso, la cui<br />

raccolta è <strong>di</strong>sponibile presso<br />

biblioteca comunale e<br />

presso la nostra Pro Loco.<br />

Mi capita spesso <strong>di</strong> rileggerne<br />

alcune pagine e spesso<br />

vi trovo uno spaccato <strong>di</strong><br />

vita paesana <strong>di</strong> quei tempi<br />

non del tutto definibile<br />

roba passata, anzi il più<br />

delle volte vi si può trovare<br />

la prova provata che poco<br />

è cambiato da quegli anni<br />

nella maniera <strong>di</strong> gestire la<br />

cosa pubblica.<br />

Ovviamente senza nessun<br />

riferimento a casi e nomi<br />

attuali, ma solo alla maniera<br />

generale <strong>di</strong> intendere e<br />

<strong>di</strong> affrontare le cose: nulla<br />

<strong>di</strong> nuovo sotto il sole.<br />

Il n. 7 dell’Anno I, datato<br />

Cetraro 17-18 ottobre<br />

1909, apre con tre colonne<br />

dal titolo “A proposito <strong>di</strong><br />

boschi” che vale la pena<br />

rileggere:<br />

Narra la leggenda del<br />

buon tempo antico <strong>di</strong> un<br />

asino riottoso a cui vennero<br />

provvidamente applicati<br />

degli occhiali ver<strong>di</strong> così che<br />

scambiava la paglia per<br />

fieno, ed era contento.(…)<br />

Prospettammo la volta<br />

scorsa il quadro generale<br />

della vita amministrativa<br />

del nostro Comune, ora<br />

non ci resta che vederne<br />

l’onesta conferma attraverso<br />

l’esame spassionato<br />

e sereno <strong>di</strong> qualche fatto<br />

particolare.<br />

Non c’è bisogno <strong>di</strong> andare<br />

a pescarlo molto lontano:<br />

nell’opera frammentaria<br />

e incoerente del nostro<br />

Municipio è sempre facile<br />

trovare un fatto che sia<br />

come la sintesi della <strong>di</strong>sorganizzazione<br />

completa che<br />

invade uomini e cose.<br />

Le nostre foreste – depauperate<br />

anch’esse e forse<br />

più del nostro magro bilancio<br />

– ce ne offrono magnifico<br />

spunto tra l’altro <strong>di</strong><br />

attualità.<br />

Accenniamo così <strong>di</strong> volo<br />

che, mentre altrove la politica<br />

boschiva è <strong>di</strong>ventato<br />

il problema assorbente, i<br />

nostri comunelli appuntano<br />

lo sguardo sull’opportunità<br />

<strong>di</strong> qualche taglio<br />

provvidenziale che sia<br />

come manna per le loro<br />

sparute finanze. Ed eccoci<br />

al fatto.<br />

Come tutte le cose <strong>di</strong><br />

questo mondo anche gli<br />

alberi dei nostri boschi<br />

sono esposti al destino<br />

della senilità, onde se non<br />

vengono presto utilizzati<br />

finiscono per andare alla<br />

malora. In tali con<strong>di</strong>zioni<br />

venivano a trovarsi,<br />

salvo errore, 1215 piante<br />

debitamente controllate,<br />

contrassegnate e messe<br />

a <strong>di</strong>sposizione del nostro<br />

Municipio dall’Amministrazione<br />

Forestale.<br />

A queste piante accennava<br />

un modesto, quasi clandestino<br />

avviso d’asta che stabiliva<br />

il prezzo base dalle<br />

14 alle 15 lire! (…) E non<br />

ci voleva davvero nessun<br />

dono <strong>di</strong> profezia per prevedere<br />

che l’asta sarebbe<br />

stata matematicamente<br />

deserta. La cosa sembrerebbe<br />

inverosimile se non<br />

Una lettura consigliata da Lido Picarelli<br />

si sapesse con quanta leggerezza<br />

si amministra da<br />

noi la cosa pubblica.<br />

E’ stata per altro escogitata<br />

da qualcuno un’ingegnosa<br />

spiegazione del fatto e che<br />

riferiamo a semplice titolo<br />

<strong>di</strong> cronaca.<br />

S’è detto: poiché l’effettuazione<br />

del taglio richiede<br />

per un certo tempo una<br />

rigorosa chiusura a <strong>di</strong>fesa<br />

e all’inibizione del pascolo,<br />

quell’eccessivo prezzo<br />

<strong>di</strong> base non sarebbe che<br />

un’accorta ipocrisia per<br />

frustrare la ven<strong>di</strong>ta e scongiurare<br />

il suddetto pericolo.<br />

Le piante infatti erano<br />

state numerate da <strong>di</strong>versi<br />

anni ed è presumibile,<br />

anzi certo, che il numero<br />

<strong>di</strong> esse in questo lasso <strong>di</strong><br />

tempo sia notevolmente<br />

scemato; e il Comune, in<br />

caso <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta, si sarebbe<br />

trovato tra l’uscio e il<br />

muro: l’uscio <strong>di</strong> un verbale<br />

<strong>di</strong> contravvenzione e una<br />

citazione per rifacimento<br />

danni.<br />

E i contribuenti al solito<br />

ne avrebbero pagato lo<br />

scotto.<br />

Abbiamo detto <strong>di</strong> non credere<br />

a connivenze <strong>di</strong> sorta<br />

e ci insistiamo; ma errore o<br />

malafede il fatto non cessa<br />

<strong>di</strong> essere grave. Mentre il<br />

Comune si lascia citare e<br />

condannare in contumacia<br />

come uno squalificato<br />

qualunque e i suoi mandati<br />

non hanno maggior valore<br />

delle cambiali <strong>di</strong> un fallito,<br />

mentre ha il <strong>di</strong>scre<strong>di</strong>to in<br />

casa e il fallimento alle<br />

porte, lascia sfumare la certezza<br />

<strong>di</strong> un lauto provento<br />

che avrebbe apportato non<br />

poco sollievo all’esauste<br />

fauci del suo bilancio.<br />

E a tante imperiose esigenze,<br />

che urgono insod<strong>di</strong>sfatte,<br />

si risponde meto<strong>di</strong>camente:<br />

mancano i fon<strong>di</strong>.<br />

Che tempi! Cos’altro volete<br />

che vi <strong>di</strong>ca? Meno male che<br />

le cose sono cambiate.<br />

La Pro Loco<br />

3


Cetraro: il mare e i marinai <strong>di</strong> Leonardo Iozzi<br />

Il mare, le “cale” e il porto hanno rappresentato lungo i<br />

secoli la vita, lo sviluppo, la ricchezza del nostro paese<br />

e nel contempo la rovina perché nel Cinquecento hanno<br />

determinato frequenti esiziali attacchi turchi.<br />

Le insenature, dei veri porticcioli naturali, hanno favorito<br />

fin dal Me<strong>di</strong>oevo la nascita <strong>di</strong> un cantiere navale molto<br />

attivo, dove le nostre maestranze costruivano imbarcazioni<br />

d’ogni tipo, navi, triremi, brigantini, barche ed<br />

altri vascelli. Le commesse per la fabbricazione <strong>di</strong> remi<br />

e <strong>di</strong> galee provenivano da fuori e spesso anche il Re<br />

mandava i suoi commissari in Cetraro per fare costruire<br />

natanti da guerra o per comprare remi. Il nostro paese<br />

nel Cinquecento era la città marinara più importante del<br />

Tirreno cosentino e la fama dei marinai cetraresi era nota<br />

anche ai monarchi <strong>di</strong> Spagna.<br />

Attorno alla vita del porto si muovevano le industrie<br />

del cordame, del legno e della seta. La vita industriale e<br />

commerciale del nostro paese si svolgeva a pochi passi<br />

dal centro abitato, nei pressi della fiumara, in una zona<br />

archeologicamente molto interessante, dove ora si trovano<br />

i <strong>di</strong>ruti mulini.<br />

La canapa veniva portata a Cetraro dai marinai <strong>di</strong><br />

Positano, mentre il legno proveniva dai nostri boschi.<br />

Al centro <strong>di</strong> questo mondo ormai scomparso c’erano<br />

uomini legati dallo stesso destino, nonché da vincoli <strong>di</strong><br />

sangue: marinari, funari, fabbricatori <strong>di</strong> reti e <strong>di</strong> remi,<br />

mastri <strong>di</strong> barche.<br />

Proprio questi uomini “de lo Citrato più volte, et preciso<br />

nell’anno 1573… uscirono” in mare e se “posero in <strong>di</strong>fesa<br />

et fecero imbarcare detti Turchi”, i quali con tre galeotte<br />

si erano nascosti nel capo delo Cetraro et sue cale,<br />

facendo “schiavi et preda in terra”. Se detti uomini “delo<br />

Citraro non havessero fatto faccia (affrontato il nemico),<br />

costringendolo a fuggire, “haveriano li Turchi fatto gran<br />

danno et buttino”.<br />

Dallo stesso documento del 1595, relativo alle “torri <strong>di</strong><br />

guar<strong>di</strong>a”, inoltre, si apprende che, “per servitio Regio<br />

nell’anno 1568 et 1569 forono fatte nel’Arsenale de detta<br />

terra delo Citrato sette galere”. Il documento prosegue,<br />

precisando che, “per servitio delle Regie galere”, “ogni<br />

anno nella marina e arsenale delo Citrato per la como<strong>di</strong>tà<br />

<strong>di</strong> maestranza”, si costruiva una “infinità de remi”. Molti<br />

storici ancora oggi erroneamente affermano che dopo<br />

l’incursione turca del 1534 cessò l’attività del nostro<br />

cantiere.<br />

Nel Cinquecento c’erano continui contatti tra i rappresentanti<br />

abbaziali <strong>di</strong> Cetraro e la città <strong>di</strong> Tropea, dove<br />

l’abbazia <strong>di</strong> Montecassino fin dal 1090 possedeva la<br />

chiesa <strong>di</strong> S. Maria dell’Isola.<br />

Questi rapporti, tra le due città del Tirreno, portarono,<br />

nel 1588, il magnifico Girolamo de Branca<br />

dottore in ambo i <strong>di</strong>ritti, procuratore dell’abate cassinese,<br />

a concedere in affitto per due anni al nobile Luciano<br />

Mazzitelli de Precalia (Parghelia) da Tropea un palo <strong>di</strong><br />

tonnara della Terra <strong>di</strong> Cetraro. Il Mazzitelli, per il servizio<br />

della tonnara, portò con sé dei marinai, che furono<br />

“trattati come citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Cetraro”.<br />

Il 23 <strong>marzo</strong> 1623 nel castello <strong>di</strong> Nisida, furono arrestati<br />

25 persone, tra cui un gruppo <strong>di</strong> pirati <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse località,<br />

Malta, Pizzo e Cetraro. I pirati avevano saccheggiato<br />

un vascello genovese e ucciso i membri dell’equipaggio<br />

tranne due marinai, ch’erano riusciti a mettersi in salvo<br />

e ad avvisare le autorità. I pirati, tra cui tre cetraresi,<br />

furono impiccati.<br />

I cetraresi impegnati nelle attività marinare nel<br />

4 La Pro Loco<br />

Cinquecento e nel Seicento furono numerosi e oggi tanti<br />

cetraresi, pur portando soprannomi <strong>di</strong> uomini legati<br />

al mare, “Cuorsu, Barrotta, Minaita, Painella, Piciarra,<br />

Maraggiata, Voca e altri”, non sanno <strong>di</strong> essere i <strong>di</strong>scendenti<br />

<strong>di</strong> quegli uomini.<br />

La geografia dei cognomi dei marinari cetraresi del<br />

Seicento e del Settecento comprendeva anche famiglie<br />

oggi non note come appartenenti alla categoria dei<br />

marinari. Nel 1652, Benedetto <strong>di</strong> Aita, Placido Saulo,<br />

Sebastiano Martulotti, Gio Gramigna, Fulgenzio Gualano,<br />

tutti marinari della terra <strong>di</strong> Cetraro, guidati da Benedetto<br />

<strong>di</strong> Rugiero (Ruggiero) padron <strong>di</strong> una feluca, accompagnarono<br />

il vicario don Ignazio a Fella per la visita <strong>di</strong> alcune<br />

chiese.<br />

Nel Catasto Onciario, oltre a <strong>di</strong>versi Iozzi, Tricarico,<br />

Martolotto, troviamo come marinari Antonio e Bernardo<br />

Ruggiero, Biase Laino, due Caruso, un Russo , uno Zottola<br />

e Michele Occhiuzzi.<br />

I marinai <strong>di</strong> Cetraro fin dal Cinquecento praticavano la<br />

pesca con le sciabiche, sciabachielli e con le tonnare, i cui<br />

pali venivano piazzati qua e là, dalla Punta <strong>di</strong> S. Maria<br />

<strong>di</strong> Mare al Capo <strong>di</strong> Fella. Essi erano degli specialisti del<br />

mare e dei fabbricatori <strong>di</strong> reti. In tempi più recenti, tra la<br />

fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, a Montevideo,<br />

i nostri pescatori s’imbarcarono su pescherecci oceanici,<br />

riscuotendo tanta stima. Un mio parente, in Uruguay, mi<br />

<strong>di</strong>ceva che un nostro zio possedeva il “fiuto” del mare<br />

e intuiva la pescosità dell’oceano dal colore e dal sapore<br />

della sua acqua.<br />

Tempo ad<strong>di</strong>etro, Benuccio Orsara mi ha fatto questo<br />

racconto:”All’inizio degli Anni Settanta sono stato in<br />

Liguria, nelle vicinanze <strong>di</strong> Loano, e, vedendo tirare u sciabachillu<br />

ccu’ u cullaru, feci rilevare che anche a Cetraro<br />

si usava lo stesso sistema. Uno dei pescatori, sorridendo,<br />

precisò che essi avevano imparato l’uso <strong>di</strong> quell’attrezzo,<br />

molto utile, dalla ciurma <strong>di</strong> “Ciro il Mescio” (Iozzi), che<br />

nel 1958 si era trasferita temporaneamente a Borghetto<br />

S. Spirito (Savona).<br />

Aggiungo a questo racconto un’altra nota lieta: il Sindaco<br />

<strong>di</strong> quel paese, dopo aver rilevato l’onestà e la professionalità<br />

della nostra gente, invitò mio padre a rimanere<br />

in Liguria promettendo un alloggio a tutti i pescatori.<br />

L’orgoglio, la <strong>di</strong>gnità, il rifiuto <strong>di</strong> ogni forma <strong>di</strong> prevaricazione<br />

erano valori gran<strong>di</strong> per i veri marinari: uomini<br />

liberi, forti e coraggiosi.<br />

Nel corso degli ultimi due secoli, i marinari cetraresi<br />

hanno ricevuto torti e angherie. Il nostro Comune,<br />

attraverso l’Ufficio del Dazio, ha sempre praticato nei<br />

confronti dei marinari una politica fatta <strong>di</strong> vessazioni.<br />

Le poche ciurme dei pescatori pagavano, nella prima


metà dell’Ottocento, 110<br />

ducati <strong>di</strong> dazio, ossia una<br />

cifra molto alta rispetto<br />

a quanto pagavano altre<br />

categorie. Come se ciò non<br />

bastasse, le autorità, affinché<br />

i pesci pescati non<br />

sfuggissero al controllo,<br />

imposero ai pescatori <strong>di</strong><br />

tirare le barche nei pressi<br />

della dogana (e<strong>di</strong>ficio trasformato<br />

nel 1922 in centrale<br />

idroelettrica), dove lo<br />

spazio <strong>di</strong>sponibile non era<br />

sufficiente per le reti e le<br />

altre attrezzature. A quel<br />

punto, i pescatori protestarono<br />

contro le autorità.<br />

Così nel maggio 1836,<br />

durante il passaggio delle<br />

alici, la cui pesca veniva<br />

praticata con la menaide,<br />

si astennero per lungo<br />

tempo dal lavoro soffrendo<br />

la fame.<br />

Nel 1910, nonostante la<br />

forte emigrazione verso<br />

Montevideo, i pescatori<br />

costituivano ancora un<br />

gruppo consistente, <strong>di</strong>viso<br />

in cinque ciurme. Una<br />

vertenza daziaria, tra il<br />

Comune e l’agente delle<br />

imposte, costrinse i nostri<br />

pescatori a un lungo periodo<br />

<strong>di</strong> sciopero.<br />

Il contratto vietava ai<br />

nostri pescatori <strong>di</strong> vendere<br />

il pesce fresco nei<br />

Comuni limitrofi e ciò per<br />

non danneggiare l’agente<br />

daziario.<br />

Il dazio sul pescato costituiva<br />

una delle voci principali<br />

delle entrate del<br />

nostro comune e allora<br />

Cetraro aveva circa quaranta<br />

pescatore.<br />

Non <strong>di</strong>ce il vero chi sostiene<br />

che l’antica categoria<br />

era formata da quattro<br />

vecchi<br />

L’ostilità <strong>di</strong> una parte dei<br />

cetraresi nei confronti<br />

dei pescatori, si rileva in<br />

modo macroscopico dalla<br />

questione del Borgo S.<br />

Marco, le cui case, costruite<br />

per essere assegnate ai<br />

poveri e in modo particolare<br />

ai marinari, finirono<br />

nelle mani della piccola<br />

borghesia e dei professionisti.<br />

Altrove, ho spiegato<br />

i motivi e il lettore può<br />

rilevarli dai vari numeri <strong>di</strong><br />

“L’Aurora”, perio<strong>di</strong>co che<br />

<strong>di</strong>fese i pescatori contro<br />

gli attacchi <strong>di</strong>scriminatori<br />

<strong>di</strong> Cetraro Nova.<br />

Volevo solo <strong>di</strong>rti che ci sono<br />

Fateci caso. Oramai buona<br />

parte della pubblicità, che<br />

scorre sul video ed impazza<br />

nella ra<strong>di</strong>o, è de<strong>di</strong>cata<br />

ai telefonini cellulari.<br />

Sembra che il problema<br />

più importante delle famiglie<br />

italiane non sia tanto<br />

come arrivare alla fine del<br />

mese senza debiti (e senza<br />

peccati); ma quale sia la<br />

tariffa più opportuna per<br />

il proprio telefonino.<br />

Questa specie <strong>di</strong> sorcio<br />

elettronico, sempre più<br />

piccolo e sempre più scaltro,<br />

sbuca fuori dal giubbotto<br />

dei teen-agers, dalla<br />

borsa delle la<strong>di</strong>es, dal doppiopetto<br />

rigato dei managers<br />

e finanche dalla tasca<br />

interna del clergyman <strong>di</strong><br />

compiti reveren<strong>di</strong>.<br />

Sembra che nessuno sappia<br />

più farne a meno.<br />

Molti ignorano come fare<br />

a pagare il mutuo in scadenza<br />

della prima casa;<br />

ma hanno le idee chiare<br />

sul bouquet <strong>di</strong> tariffe che<br />

renda fluido e conveniente<br />

il loro traffico telefonico.<br />

A scuola, la lezione su<br />

Parmenide è <strong>di</strong>sturbata da<br />

continui squilli e squittii;<br />

che il docente à la page<br />

tollera con noncuranza,<br />

dato che pure lui è armato<br />

dell’inesorabile or<strong>di</strong>gno. In<br />

treno, la persona più educata,<br />

al minimo frullo del<br />

suo apparecchio, che vibra<br />

assieme al battito del suo<br />

cuore, guadagna il corridoio;<br />

e sussurra sottovoce<br />

frasi che s’indovinano <strong>di</strong><br />

necessaria importanza. A<br />

messa, durante la funzione,<br />

un allegro trillo scappa<br />

talora fuori dai banchi<br />

assiepati, raggelando per<br />

un po’ il raccoglimento dei<br />

fedeli e la locutio del celebrante;<br />

e qualcuno s’allontana,<br />

con malcelata fretta,<br />

verso la navata minore,<br />

bisbigliando frasi segretate<br />

dal cavo della mano.<br />

Un effetto involontario<br />

<strong>di</strong> psicosi collettiva lo si<br />

prova, poi, percorrendo i<br />

marciapie<strong>di</strong> <strong>di</strong> città nelle<br />

ore frenetiche <strong>di</strong> punta:<br />

quando uomini, che <strong>di</strong>resti<br />

per bene e <strong>di</strong> sano comprendonio,<br />

parlano da soli<br />

d’affari dei più vari (quotazioni<br />

<strong>di</strong> borsa, ricorsi<br />

in tribunale, questioni <strong>di</strong><br />

cuore); confessando tutto<br />

all’auricolare che portano<br />

conficcato, in bella mostra,<br />

nell’orecchio.<br />

E’ pur vero che c’è ancora<br />

qualche apocalittico che<br />

si rifiuta ostinatamente <strong>di</strong><br />

servirsi <strong>di</strong> quest’orpello<br />

tecnologico; e che a casa,<br />

nel proprio domicilio,<br />

custo<strong>di</strong>sce su una mensola<br />

démodé del proprio<br />

corridoio un apparecchio<br />

telefonico dei bei tempi<br />

andati: unico vessillo <strong>di</strong><br />

desueta comunicazione a<br />

<strong>di</strong>stanza. Ma questi è visto<br />

chiaramente come una<br />

bestia rara; un cavernicolo<br />

ante litteram; che si mostra<br />

ingrato dei piacevoli ritrovati<br />

che il progresso tecnologico<br />

ci ammannisce<br />

generosamente.<br />

Ma, alla buon’ora, sarà<br />

mai possibile vivere oggi<br />

senza telefonino cellulare;<br />

ed avere pure la pretesa<br />

d’essere felici?<br />

Se s’ascoltasse, per un<br />

attimo, il resoconto delle<br />

molte telefonate che viaggiano<br />

nell’etere, si potrebbe<br />

forse rispondere <strong>di</strong> sì.<br />

Giacché esse, all’infuori <strong>di</strong><br />

casi eccezionali, comunicano<br />

propriamente il nulla:<br />

sotto forma d’inezie, carinerie,<br />

frasi <strong>di</strong> circostanze<br />

e melensi convenevoli.<br />

Essendo l’unico dato certo<br />

<strong>di</strong> Carlo Andreoli<br />

che si comunica il luogo in<br />

cui si è. Per molti, infatti,<br />

se non per tutti, la funzione<br />

peculiare del cellulare<br />

consiste nel comunicare<br />

agli altri che si è, hic et<br />

nunc, in un certo luogo:<br />

del tempo e dello spazio;<br />

ed ogni altro messaggio<br />

suppletivo passa, per così<br />

<strong>di</strong>re, in subor<strong>di</strong>ne.<br />

Essere cercati sul telefonino<br />

– sia pure con un<br />

solo squillo – dà un senso<br />

<strong>di</strong> gratifica e testimonia<br />

della propria esistenza<br />

in vita più <strong>di</strong> qualsivoglia<br />

certificato d’anagrafe. Se<br />

il numero <strong>di</strong> squilli e <strong>di</strong><br />

relativi messaggi <strong>di</strong>venta<br />

poi esuberante; si può<br />

essere quasi certi d’un raggiunto<br />

stato sociale – tra i<br />

ragazzi del muretto come<br />

nel pieno d’un consiglio<br />

comunale o aziendale.<br />

Essere molto ricercato<br />

equivale infatti ad una<br />

patente <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong><br />

valore personale; acclarata,<br />

oltre tutto, coram<br />

populo: sotto gli occhi – e<br />

le orecchie – <strong>di</strong> tutti.<br />

Gli esperti <strong>di</strong> semiotica<br />

<strong>di</strong>rebbero che s’è spostato,<br />

in maniera aberrante, il<br />

valore del messaggio: dal<br />

suo contenuto, spesso ininfluente,<br />

alla speciosità del<br />

mezzo ed alla sua ritualità<br />

convenzionale; ammantate<br />

oltre tutto d’una maliosa<br />

esperienza <strong>di</strong> modernità.<br />

Molte madri pensano in<br />

questo modo <strong>di</strong> controllare<br />

a <strong>di</strong>stanza i propri figli;<br />

i superiori, i propri sottoposti;<br />

le mogli, i mariti e<br />

viceversa.<br />

Un surrogato, insomma,<br />

delle relazioni umane; che<br />

però spesso rimane solo<br />

nell’aria. E mai supplirà<br />

– si vuole credere - alla<br />

franchezza d’uno sguardo<br />

ed al calore d’un abbraccio.<br />

Perché gli affetti, <strong>di</strong>versamente<br />

dalle parole,<br />

non viaggiano nell’etere.<br />

Bisogna sperimentarli a<br />

tu per tu: stando l’uno <strong>di</strong><br />

fronte all’altro: nella gioia,<br />

come nella sofferenza.<br />

La Pro Loco<br />

5


Artigianato e Arte.<br />

Mostra organizzata<br />

dalla Pro-Loco<br />

Dal 3 <strong>aprile</strong> al 20 <strong>aprile</strong><br />

presso il Palazzo Del Trono<br />

si è svolta la mostra”<br />

Artigiano e Arte” organizzata<br />

da Pro Loco “ Civitas<br />

Citrarii”.<br />

La responsabile della mostra<br />

è stata la professoressa<br />

Anna Maiolo. Sono<br />

state esposte opere <strong>di</strong> ogni<br />

genere, c’erano le opere<br />

del noto pittore calabrese<br />

Mimmo Legato, le sculture<br />

e altre ceramiche dell’ar-<br />

La scuola me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

Belvedere ricorda il<br />

Prof. Salvatore Gallo<br />

“I ricor<strong>di</strong> non scompaiono<br />

neanche con la morte”<br />

è quanto affermato dal<br />

<strong>di</strong>rigente scolastico della<br />

Scuola Me<strong>di</strong>a Statale <strong>di</strong><br />

Belvedere M.mo nel giorno<br />

dell’intitolazione <strong>di</strong> un<br />

aula dell’Istituto al Prof.<br />

Salvatore Gallo.<br />

L’iniziativa, nata dall’affetto<br />

<strong>di</strong> allievi e colleghi,<br />

è voluta essere un piccolo<br />

omaggio, a un uomo simbolo<br />

<strong>di</strong> serietà e allegria.<br />

Molto dolente l’esor<strong>di</strong>o,<br />

attraverso l’intonazione <strong>di</strong><br />

un brano e l’esecuzione <strong>di</strong><br />

una coreografia <strong>di</strong> danza<br />

classica.<br />

Hanno fatto seguito, fra<br />

molte lacrime, delle riflessioni<br />

da parte degli alunni.<br />

Fra le frasi più espressive,<br />

vi sono state quelle che<br />

ricordano il giorno della<br />

morte del docente (15<br />

febbraio <strong>2007</strong>) come uno<br />

squarcio nel petto, per una<br />

persona volata via, lasciando<br />

solo tanto silenzio e<br />

6 La Pro Loco<br />

tista locale Salvatore Abbate,<br />

numerosi manufatti<br />

realizzati dai ragazzi dell’Istituto<br />

d’Arte <strong>di</strong> Cetraro<br />

e altri prodotti creati sia<br />

da artisti locali che provenienti<br />

da altre regioni. Gli<br />

oggetti esposti rappresentavano<br />

un po’ tutti i campi<br />

dell’artigianato e dell’arte,<br />

con tappeti, manufatti in<br />

tessuto, quadri, serigrafie,<br />

sculture, ceramiche e oggetti<br />

vari.<br />

vuoto, un dolore immenso<br />

per la scomparsa <strong>di</strong> un<br />

uomo che non si può più<br />

avere accanto nel <strong>di</strong>fficile<br />

cammino della vita. Ma anche<br />

tante parole d’immenso<br />

valore, a ricordo del suo<br />

sorriso, delle sue lezioni <strong>di</strong><br />

vita.<br />

A sostegno <strong>di</strong> un affetto<br />

che non scomparirà mai, vi<br />

è stata la messa a <strong>di</strong>mora<br />

<strong>di</strong> una pianta <strong>di</strong> magnolia,<br />

nota in antichità come<br />

simbolo <strong>di</strong> perseveranza.<br />

Alla fine vi è stata l’intitolazione<br />

dell’aula terza A.<br />

Sulla porta è stata affissa<br />

una targa con scritto: “Al<br />

professore Salvatore Gallo,<br />

straor<strong>di</strong>nario testimone<br />

dell’impegno quoti<strong>di</strong>ano”.<br />

I figli <strong>di</strong> Salvatore hanno donato<br />

alla scuola una pianta<br />

<strong>di</strong> benjamin che sarà piantata<br />

vicino alla magnolia, a<br />

ricordo dell’amicizia fra la<br />

famiglia Gallo e la Scuola<br />

Me<strong>di</strong>a Statale <strong>di</strong> Belvedere<br />

M.mo.<br />

Conclusa la quinta<br />

<strong>e<strong>di</strong>zione</strong> del Concorso<br />

Nazionale “Danilo Cipolla,<br />

Nettuno d’oro”<br />

Il nove giugno si è conclusa la quinta <strong>e<strong>di</strong>zione</strong> del concorso<br />

musicale nazionale “Danilo Cipolla Premio Nettuno<br />

d’Oro”, organizzato dalla locale Scuola Me<strong>di</strong>a Statale ad<br />

in<strong>di</strong>rizzo musicale.<br />

La manifestazione è stata presentata nella serata del 22<br />

maggio presso il Palazzo Del Trono.<br />

Hanno partecipato l’assessore provinciale al turismo e allo<br />

spettacolo Rosetta Console, l’assessore provinciale alla<br />

cultura Stefania Covello, il Dirigente del CSA <strong>di</strong> Cosenza<br />

Antonio Santagada, Il Sindaco <strong>di</strong> Cetraro Giuseppe Aieta<br />

e il Dirigente Scolastico Leopoldo Piccolillo.<br />

Tutti hanno sottolineato con sod<strong>di</strong>sfazione la sempre<br />

maggiore attenzione e partecipazione indotte dal concorso,<br />

giunto alla quinta <strong>e<strong>di</strong>zione</strong> con un livello qualitativo<br />

elevato.<br />

Il concorso è nato nel 2003 con l’intento <strong>di</strong> ricordare<br />

Danilo, un ex alunno della scuola me<strong>di</strong>a, scomparso in<br />

un incidente, che si era <strong>di</strong>stinto per le sue brillanti capacità<br />

nella sezione degli ottoni, riportando successi in vari<br />

concorsi nazionali.<br />

Al Concorso hanno preso parte trenta scuole provenienti<br />

da ogni parte d’<strong>It</strong>alia per un totale <strong>di</strong> oltre mille<br />

partecipanti. Nelle giornate del 29, 30 e 31 maggio si<br />

sono esibite le scuole me<strong>di</strong>e ad in<strong>di</strong>rizzo musicale con<br />

relative premiazioni nella serata del 31 maggio in Piazza<br />

del Popolo.<br />

Nelle giornate dal 5 al 9 giugno è stata la volta dei professionisti<br />

(concorso solisti, musica da camera, orchestre,<br />

formazioni libere, canto lirico e canto leggero).<br />

Teatro della manifestazione sono state, anche quest’<br />

anno, la Colonia San Benedetto ed il Palazzo Del Trono,<br />

mentre tutte le premiazioni si sono svolte nello splen<strong>di</strong>do<br />

scenario <strong>di</strong> Piazza Del Popolo.<br />

Tra le novità <strong>di</strong> quest’anno vi è stata una sezione de<strong>di</strong>cata<br />

allo scomparso cantautore calabrese Rino Gaetano.<br />

Un parco giochi<br />

intitolato al fondatore<br />

degli Scout<br />

E’ stato inaugurato il 20 maggio il parco giochi <strong>di</strong> via<br />

Libertà in memoria <strong>di</strong> Baden Powell, il fondatore dello<br />

scoutismo.<br />

Anche Cetraro ha così aderito all’operazione “100 piazze<br />

per Baden Powell e lo scoutismo” promosso dalla federazione<br />

nazionale degli scout.<br />

Un modo per ricordare a tutti il centenario della nascita<br />

del movimento e favorire la conoscenza dello scoutismo.<br />

All’inaugurazione hanno partecipato, oltre ai due gruppi<br />

Scout Cetraro 1 e Arcobaleno, Ciccio Nesi fondatore<br />

del gruppo scout a Cetraro, la banda musicale “ Filippo<br />

Lanza”, l’amministrazione comunale.<br />

Il sacerdote don Pompeo Salerno ha benedetto il parco<br />

alla presenza <strong>di</strong> numerosi citta<strong>di</strong>ni e bambini. Il Sindaco<br />

ha avuto parole <strong>di</strong> elogio per lo scoutismo e per i<br />

gruppi scout cetraresi per il loro impegno.


A Pietro De Seta il<br />

premio “Turismo in<br />

Calabria”<br />

Il pittore e scenografo cetrarese Pietro De Seta ha<br />

inaugurato a Milano la sua mostra itinerante che toccherà<br />

le maggiori città italiane. Al pittore cetrarese la<br />

Zerouno <strong>It</strong>alia e<strong>di</strong>tore ha consegnato, nell’ambito della<br />

27^ <strong>e<strong>di</strong>zione</strong> della Bit, il Premio “ Turismo in Calabria<br />

Magazine”. Il Premio “vuol dar lustro a coloro che della<br />

propria terra hanno fatto gran tesoro, veicolandola attraverso<br />

la propria immagine e offrendola alla conoscenza<br />

del mondo”.<br />

Suggestive le rappresentazioni pittoriche dell’artista calabrese<br />

Pietro De Seta - recita la motivazione del premio-<br />

opere che hanno catturato l’interesse della nostra redazione<br />

attratta dallo scenografico gioco <strong>di</strong> luci e colori con<br />

il quale <strong>di</strong>pinge la sua Calabria.<br />

De Seta con la magia <strong>di</strong> un giocoliere cromatico non<br />

perde occasione <strong>di</strong> parlare del suo paesaggio me<strong>di</strong>terraneo,<br />

in modo particolare dei suoi luoghi <strong>di</strong> origine<br />

(Cetraro), ai numerosi spettatori che ammirano le sue<br />

opere in tutto il mondo.<br />

Un contributo prezioso alla promozione del territorio<br />

calabrese”. Il premio è stato realizzato dall’impareggiabile<br />

estro del maestro Gerardo Sacco, che per l’occasione<br />

ha ideato una “scultura” de<strong>di</strong>cata alla Colonna Nao (Capo<br />

Colonna-Crotone).<br />

Laurea ad honorem<br />

per Gianni Vattimo in<br />

Perù<br />

Gianni Vattimo ha ricevuto la laurea ad honorem presso<br />

l’Universidas Nacional Mayor de San Marco, a Lima, in<br />

Perù.<br />

Per Vattimo, riconosciuto come il più importante filosofo<br />

contemporaneo vivente per la sua analisi sull’influenza<br />

dei mezzi <strong>di</strong> comunicazione e società, considerato il<br />

successore <strong>di</strong> Nietzsche e <strong>di</strong> Heldegger, cattedratico dell’Università<br />

<strong>di</strong> Torino, si tratta della do<strong>di</strong>cesima laurea<br />

honoris causa.<br />

Nel corso <strong>di</strong> una solenne cerimonia a Lima, il prof.<br />

Vattimo ha ricevuto il riconoscimento dal rettore dell’ateneo,<br />

dr. Luis Izquiedo Vasquez, che gli ha consegnato<br />

la medaglia e la laurea honoris causa, presenti filosofi,<br />

stu<strong>di</strong>osi peruviani e spagnoli e l’Ambasciatore d’<strong>It</strong>alia in<br />

Perù Fabio De Nar<strong>di</strong>s.<br />

Tra le lauree conferite in paesi <strong>di</strong> lingua spagnolo al filosofo<br />

calabrese, si ricordano quelle delle Università <strong>di</strong> La<br />

Plata (Argentina,1996), Palermo (Argentina 1998), Madrid<br />

(2006). La cerimonia <strong>di</strong> consegna della laurea è stata<br />

preceduta dalla presentazione dell’insigne cattedratico<br />

italiano con un <strong>di</strong>scorso del dott. Josè Ignacio Lopez<br />

Soria, professore <strong>di</strong> filosofia che ha descritto nei dettagli<br />

il pensiero filosofico del professor Gianni Vattimo.<br />

Davanti all’assemblea Vattimo, tra l’altro, ha detto: “Non<br />

<strong>di</strong>menticatevi che sono meri<strong>di</strong>onale come voi.<br />

Sono calabrese. Mi sento <strong>di</strong> Cetraro e <strong>di</strong> San Giovanni in<br />

Fiore, città <strong>di</strong> Giocchino da Fiore, l’abate della speranza”.<br />

Il laboratorio<br />

musicale della Scuola<br />

Elementare<br />

Mercoledì 6 giugno, presso la scuola elementare <strong>di</strong><br />

Marinella, si è tenuto il saggio degli allievi del “Laboratorio<br />

musicale”.<br />

Un progetto incluso nell’offerta formativa della <strong>di</strong>rezione<br />

<strong>di</strong>dattica <strong>di</strong> Cetraro.<br />

Hanno partecipato alle lezioni settimanali <strong>di</strong> musica<br />

tenute dagli esperti esterni, i docenti Carmine Raimon<strong>di</strong><br />

e Alessia Frappi, gli scolari delle classi <strong>di</strong> Marinella e S.<br />

Giacomo.<br />

I musicisti in erba si sono esibiti per la gioia dei presenti<br />

in un piccolo spettacolo dove hanno dato prova delle<br />

loro abilità nel suonare uno strumento musicale come il<br />

flauto dolce, le tastiere, il flauto traverso, glockenspield<br />

su musiche <strong>di</strong> Brahams, Mozart, Altes. Ecco i nomi dei<br />

piccoli musicisti: ai flauti Alessio Antonuccio, Diodato<br />

Martini e Silvia Sessa, alle tastiere Noemi Pignataro, al<br />

glochenspield Lorenzo Vattimo e Luca Gagliar<strong>di</strong>, Alessio<br />

Antonuccio al flauto traverso in duetto con la professoressa<br />

Frappi su musica <strong>di</strong> Altes.<br />

Convenzione<br />

Pro Loco – SAI<br />

L’ Unione Nazionale Pro Loco<br />

<strong>It</strong>aliane hanno sottoscritto una<br />

convenzione con la SAI per ottenere<br />

sconti sulle polizze assicurative.<br />

Le percentuali <strong>di</strong> sconto per i<br />

soci della Pro Loco variano dal<br />

10% al 35% secondo le polizze<br />

stipulate.<br />

Torneo <strong>di</strong> briscola a<br />

coppie<br />

La coppia Gianfranco Bellavista e Massimo Cassola hanno<br />

vinto la prima <strong>e<strong>di</strong>zione</strong> del Torneo <strong>di</strong> Briscola a Coppie<br />

“Città <strong>di</strong> Cetraro” organizzato dalla Pro Loco “Civitas Citrarii”.<br />

La manifestazione si è svolta giorno 11 giugno presso<br />

l’Hotel Parco degli Aranci sito in via porto.<br />

Al Torneo, aperto anche a coppie femminile e miste ed<br />

ha eliminazione <strong>di</strong>retta, hanno partecipato 12 coppie.<br />

Tun<strong>di</strong>s Riccardo-Policicchio Francesco; Sbarra Cristian-<br />

Tricarico Matteo; Fiorelli Leopoldo- Sbarra Ciro; Sbarra<br />

Diego- Ruggiero Vittorio; Galeotti Gianluca- Visca Leopoldo;<br />

Verta Gino- Antonuccio Gennaro; Tricarico Francesca-<br />

Roperti Antonio; Bufaino Carlo- Esposito Agostino; Ramasco<br />

Roberto- Fiordalise Pantaleo; Orlando Salvatore- Papa<br />

Clau<strong>di</strong>o; Salineto Federica- Fosforino Laura; Bellavista<br />

Gianfranco- Cassola Massimo.<br />

La finale ha visto sfidarsi le coppie Bellavista-Cassola,<br />

Tricarico Francesca-Roperti, arrivati secon<strong>di</strong> e Sbarra Cristian-Tricarico<br />

Matteo arrivati terzi.<br />

La Pro Loco<br />

7


Torneo dei Rioni <strong>2007</strong><br />

Dopo alcuni anni <strong>di</strong> interruzione, dovute a molteplice<br />

cause, la Pro Loco “Civitas Citrarii” organizza <strong>di</strong> nuovo il<br />

“TORNEO DEI RIONI”, arrivato alla XV° E<strong>di</strong>zione.<br />

Nelle passate e<strong>di</strong>zioni quasi mille ragazzi, orgogliosi <strong>di</strong><br />

appartenere ad un Rione, si sono cimentati nelle varie<br />

competizioni sportive, <strong>di</strong>mostrando, sempre, serio impegno<br />

ed attaccamento ai propri colori rionali, molte volte<br />

sacrificando altri piaceri e tempo libero.<br />

In ogni Rione si è gioito insieme a loro nei momenti più<br />

esaltanti delle vittorie ma si è anche partecipato alle loro<br />

malinconie ed ai loro scoramenti nei momenti meno<br />

fortunati.<br />

I più gran<strong>di</strong>, dall’alto della loro esperienza, sapevano<br />

che anche questo serviva a plasmare il loro carattere e<br />

la loro personalità, a stringere rapporti affettivi e comunicativi<br />

con il loro mondo <strong>di</strong> adolescenti, aiutandoli a<br />

crescere nella cultura delle nostre più sane tra<strong>di</strong>zioni e<br />

dello sport.<br />

Per cui ognuno ha un ruolo fondamentale da svolgere nel<br />

Rione, i successi Rionali hanno le loro fondamenta nel<br />

proverbiale spirito <strong>di</strong> partecipazione, <strong>di</strong> entusiasmo <strong>di</strong><br />

passionalità e <strong>di</strong> “sfottò”.<br />

Tutti dobbiamo impegnarci affinché il “TORNEO DEI<br />

RIONI” che è uno spettacolo ricreativo – culturale –sociale<br />

che fa onore all’intera citta<strong>di</strong>nanza, continui nel tempo<br />

e con lo stesso entusiasmo <strong>di</strong>mostrato negli anni passati;<br />

con questo auspicio il Consiglio Direttivo della Pro Loco<br />

“Civitas Citrarii” augura a tutti buon <strong>di</strong>vertimento.<br />

GENERALE DI DIVISIONE<br />

I cavalli scalpitano nella polvere,<br />

balenano i ferri sotto il sole che morde tutti.<br />

Urlano i primi nella trincea.<br />

La morte quasi indulgente curva sugli<br />

intrepi<strong>di</strong> il tempo che rimane per vivere o morire.<br />

Nulla è certo in battaglia, tutto si consuma<br />

in un momento che nasconde nello stesso<br />

i limiti dell’eternità e delle paure.<br />

I dolori si placano e si morde l’aria che<br />

inghiotte ricor<strong>di</strong> e odori.<br />

E la trincea vuota <strong>di</strong>verrà<br />

iI lavacro <strong>di</strong> mille vergogne: lacrime e sputi<br />

sono metafore <strong>di</strong> se stesse.<br />

Ed in questo paradosso solo il tempo<br />

ahimè risparmierà chi quasi è morto.<br />

I cavalieri guardano i generali,<br />

ed il primo, forse il migliore<br />

avrà la giornata.<br />

Sono a pezzi i nemici,<br />

rossa la rena, rossa la ferita<br />

rosso il vino della gloria e dell’oblio<br />

per cui impreca e si ubriaca<br />

Plutarco Elias Galles.<br />

8 La Pro Loco<br />

PierGiorgio Maria Militerni<br />

L’OSSERVATORIO<br />

I componenti dell’equipaggio del motopeschereccio “ Giuseppe Padre” (Francesco<br />

Piazza comandante e armatore dello stesso, e il fratello Domenico)<br />

hanno rinvenuto nelle proprie reti un enorme esemplare <strong>di</strong> quello che viene<br />

comunemente detto “ Pesce vacca”, appartenente all’or<strong>di</strong>ne degli squamiformi,<br />

molto simile alla verdesca, lungo sei metri e del peso <strong>di</strong> ben sei quintali. Il<br />

grande pesce è stato catturato nelle acque prospicienti le coste <strong>di</strong> Cetraro ed<br />

è stato subito trasportato nel porto della citta<strong>di</strong>na, ove l’arrivo del “ Giuseppe<br />

Padre” è stato salutato con grande gioia dai tanti appassionati del mare presenti<br />

sul molo.<br />

La Direzione Didattica Statale <strong>di</strong> Cetraro in collaborazione con il Comune <strong>di</strong><br />

Cetraro, l’Università degli Stu<strong>di</strong> della Calabria, dell’Ufficio Scolastico Regionale,<br />

dell’Ufficio Scolastico Provinciale ha organizzato, venerdì 25 maggio,<br />

un incontro-<strong>di</strong>battito sul tema .” Bullismo e Molestie. Le azioni efficaci della<br />

scuola”. Referenti del progetto sono state le insegnanti A. Maria Aieta, Assunta<br />

Corallo, Francesca Piccolillo.<br />

Il Dipartimento per le pari opportunità del circolo Didattico <strong>di</strong> Cetraro ha organizzato,<br />

mercoledì 30 maggio, una festa “multietnica” nella piazza antistante<br />

il Palazzo del Trono. Le docenti, con l’aiuto dei genitori e degli alunni, hanno<br />

allestito i cinque stand rappresentativi <strong>di</strong> Giappone, Cina, Marocco, Spagna e<br />

<strong>It</strong>alia. Protagonisti dell’evento sono stati i caratteri <strong>di</strong>stintivi delle cinque nazioni:<br />

soprattutto ban<strong>di</strong>ere, inni e piatti tipici. Involtini primavera, paella, sangria<br />

e cous cous hanno affiancato la pizza e gli spaghetti vanto della tra<strong>di</strong>zione culinaria<br />

italiana. Così in un tripu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> colori, il Kimono e gli abiti tra<strong>di</strong>zionali del<br />

Marocco hanno affiancato costumi tipici spagnoli e maschere veneziane.<br />

La Pro Loco “ Civitas Citrarii” ha organizzato domenica 20 maggio un viaggio<br />

a Crotone e Santa Severina. I partecipanti hanno potuto ammirare, anche se la<br />

zona era ricoperta <strong>di</strong> erbacce, la colonna <strong>di</strong> Capo Colonna. A Crotone hanno<br />

visitato il Castello <strong>di</strong> Carlo V ed il museo archeologico. A Santa Severina, uno<br />

dei borghi più belli d’<strong>It</strong>alia, hanno visitato il Castello con il suo Museo, il Museo<br />

Diocesano e la Cattedrale.<br />

Domenica 27 maggio alle ore 21.00 presso la Parrocchia Beata V. Maria Addolorata<br />

in contrada San Filippo vi è stata l’inaugurazione dell’organo e un concerto<br />

in onore della Beata V. Maria. Sono stati eseguiti dai concertisti Matteo<br />

Francesco Golizio e Sonia Berar<strong>di</strong> canti e poesie mariane scritte dai sacerdoti<br />

cetraresi.<br />

Sabato 5 giugno presso la Colonia San Benedetto la Scuola Me<strong>di</strong>a Statale<br />

<strong>di</strong> Cetraro ha organizzato la manifestazione “La Scuola incontra la cultura<br />

promuovere il <strong>di</strong>alogo per la coesistenza delle <strong>di</strong>versità”. Sono intervenuti il<br />

Sindaco <strong>di</strong> Cetraro Giuseppe Aieta, l’assessore provinciale alla cultura Stefania<br />

Covello e l’assessore regionale alla pubblica Istruzione e Cultura Sandro<br />

Principe. I premi sono andati al prof. Pasqualino Crupi, saggista e giornalista,<br />

all’avvocato penalista Dott. Vittorio D’Aiello, al Dott. Giancarlo Licata, giornalista<br />

e redattore capo Rai Palermo. Un premio speciale è stato consegnato al<br />

dott. Giulio Pecora, <strong>di</strong>rettore Ansa Med Roma.

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