E <strong>se</strong> <strong>andassimo</strong> <strong>alle</strong> <strong>Maldive</strong> <strong>…</strong>.. 20 (come far felice la moglie e divertirsi con una pesca diversa) A cura di Ravasi Felice ravasifelice@teletu.it Per la pesca di Carangidi GT od al tonno consiglio questo artificiale, acquistato in internet, della MegaBait, ditta americana. Notare la palettona per l’auto affondamento e le dimensioni. Peccato che la ditta ha chiuso ed ora è difficile trovarli, in alternativa uso i Manns Magnum Stretch 40 + Notare anche i morsi di cui è ricoperto<strong>…</strong><strong>…</strong><strong>…</strong><strong>…</strong><strong>…</strong>.
E <strong>se</strong> <strong>andassimo</strong> <strong>alle</strong> <strong>Maldive</strong> <strong>…</strong>.. 21 (come far felice la moglie e divertirsi con una pesca diversa) A cura di Ravasi Felice ravasifelice@teletu.it Consigli<strong>…</strong>. Per la pesca Il vela come pure il Kingfish, le prede più comuni per questo tipo di pesca, sono pesci che vivono e cacciano negli strati d’acqua più superficiali, pertanto devono es<strong>se</strong>re utilizzati artificiali che svolgono la propria azione di pesca prettamente in superficie. Kona (meglio a testa morbida) od artificiali tipo Jet head, capaci di emettere una lunga scia di bollicine durante l’azione di traina od artificiali che alternano salti fuori dall’acqua a cicli di immersione, sono i più indicati per questo tipo di pesca. Le canne con questi artificiali devono es<strong>se</strong>re le più esterne, devono lavorare fuori dalla scia dell’imbarcazione a 50, 60 metri dalla barca. Oltre al Vela, kingfish (wahoo) possono attaccare questi artificiali lampughe e barracuda. Per tutti questi pesci, escluso il vela, nessun problema di ferrata, normalmente sono così aggressivi che si ferrano da soli, occorre solo farli sfuriare con pazienza all’inizio e poi pian piano tirarli a bordo. Per il vela invece il discorso non è così <strong>se</strong>mplice. L’attacco avviene normalmente in due tempi, un primo attacco per tramortire con il rostro la preda e poi il <strong>se</strong>condo per ingoiarla. Per questo dopo aver <strong>se</strong>ntito dal cicalino il primo attacco, occorre prendere in mano la canna, <strong>alle</strong>ntare la frizione e cedere filo per 7/8 <strong>se</strong>condi, richiuderla ma non tutta, quando il filo riparte il vela ha catturato l’esca ma non l’ha ancora ingoiata, lasciamo filare il filo fino al momento in cui si <strong>se</strong>nte un r<strong>alle</strong>ntamento della fuga, è il momento in cui il vela gira l’esca dalla parte della testa e la ingoia, è questo il momento di ferrare decisi. Non pensate che in tutte le uscita di pesca si catturino dei vela<strong>…</strong> la mia media nel periodo buono è di 5/6 alla <strong>se</strong>ttimana con dei giorni a zero ed il massimo che mi è capitato 5 in un giorno. Le mangiate sono più frequenti ma su 3 mangiate solo una porta alla cattura. Esistono altri grandi pesci di grossa taglia che si possono catturare, tonni pinna gialla, tonni dente di cane e carangidi GT. Se abbiamo 4 canne in pesca suggerisco di utilizzare le due più esterne per la pesca dei vela e wahoo e le due centrali per cercare altri tipi di pesci, sondando il mare a differenti profondità. Queste canne devono es<strong>se</strong>re armate con minnow affondanti di misura dai 20 ai 25 cm, quelli con una grande paletta che assicura l’affondamento od i bonita della Yu-zuri da 150/200 gr. Questi artificiali dovranno lavorare a corta distanza dal dhoni, intorno ai 20/30 metri dalla poppa, in mezzo alla turbolenza provocata dai motori. La pesca più redditizia è però <strong>se</strong>mpre quella con il vivo, utilizzando i sugarelli pescati in laguna (possibile normalmente solo <strong>se</strong> non si soggiorna nei villaggi) oppure con bonito pescati alla traina, questa <strong>se</strong>mpre possibile. Pescato un bonito <strong>se</strong> di piccole dimensioni si innesta come vivo su un finale di circa 3 metri di fluorocarbon del 1.20 e si lancia subito in aqcua. Nei mesi da Settembre a Dicembre intorno agli atolli (non tutti e non <strong>se</strong>mpre gli stessi) vengono a deporre le uova i sugarelli. Questi si radunano in grossi branchi che sostano in prossimità della riva. Se non siamo in villaggi turistici è possibile pescarli con una canna fissa da 3 metri, usando come esca una piccola mosca artificiale piombata. Raccolti circa 20/30 sugarelli e possibile partire per la pesca con il vivo. La traina deve es<strong>se</strong>re molto lenta, normalmente si scende molto con la misura della lenza ed è possibile pescare leggero ed ultraleggero. I motivi sono la velocità ridotta al minimo della barca e il movimento estremamente naturale dell'esca che, viva, assicura ferraggi sicuri. Dato che il rostrato ingoia l'esca dalla testa, è sufficiente un solo amo per l'innesco. Normalmente si sistema l'amo attraverso le narici dei pesce, mentre <strong>se</strong> utilizziamo i bonitos come esche è preferibile un innesco facendo passare il filo attraverso le orbite oculari dell'esca o dall’interno del palato ad uscire nella narice. Con tali inneschi l'esca rimarrà viva e navigherà in maniera perfetta per diverso tempo. Pescando con il bonitos vi capiterà spesso di trovare solo la testa dell’esca, dopo l’attacco di un wahoo o un barracuda, in questo caso è possibile innescare il vivo su una montatura a 2 ami in acciaio. Per la pesca del tonno e del vela vi consiglio di fare uscire dalla punta della canna circa 3 o 4 metri di filo che viene poi tenuto a mano in modo, specialmente per il vela, di <strong>se</strong>ntire bene la mangiata, di dargli filo per permettere che il rostrato ingoi l’esca, e solo dopo la ferrata, <strong>se</strong>mpre a mano, recuperare ,<strong>se</strong> va bene, con la canna. Se non è possibile utilizzare il vivo possiamo provare con il morto, da solo o coprendo l'innesco con un artificiale in gomma. La copertura con un artificiale in gomma è consigliabile con esche particolarmente fragili, oppure in caso di mare mosso. Nella preparazione dell’esca (normalmente bonitos) per prima cosa occorre procedere all'estrazione dell'ossatura centrale del pesce mediante deboner o tagliando la pancia del pesce, levando la spina dorsale e ricucendolo poi con della raffia ed, in <strong>se</strong>condo luogo occorre procedere ad apporre di un piccolo piombo sotto la sua mascella inferiore. Cucire bene la bocca del pesca. Questi accorgimenti sono importantissimi per togliere la rigidità tipica dell'esca morta e fare in modo che il pesce proceda con una andatura normale.