Scarica questa pagina in formato pdf - Pier Paolo Pasolini
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A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento<br />
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte<br />
della ragione) eravate i ricchi,<br />
mentre i poliziotti (che erano dalla parte<br />
del torto) erano i poveri.<br />
[...]<br />
Siete paurosi, <strong>in</strong>certi, disperati<br />
(benissimo!) ma sapete anche come essere<br />
prepotenti, ricattatori e sicuri:<br />
prerogative piccolo-borghesi, amici.<br />
[…]<br />
"Inoltre i giovani di oggi (che si sbrigh<strong>in</strong>o poi ad abbandonare l'orrenda denom<strong>in</strong>azione<br />
classista di studenti, e a diventare dei giovani <strong>in</strong>tellettuali) non si rendono conto di quanto sia<br />
repellente un piccolo-borghese […]"<br />
[dall'Apologo]<br />
ma nei confronti dei quali, probabilmente, dovevano essere evitate le generalizzazioni. Il Sessantotto è<br />
senza dubbio un avvenimento storico complesso e, come tale, "<strong>in</strong>cappa <strong>in</strong> due griglie <strong>in</strong>terpretative<br />
divergenti, se non opposte. Ci sono i sostenitori della pal<strong>in</strong>genesi e gli assertori del tutto negativo, tutto<br />
sbagliato", scrive Mario Capanna (Formidabili quegli anni) che di quelle lotte fu tra i protagonisti. E<br />
cont<strong>in</strong>ua dicendo che una delle chiavi per giubilare il Sessantotto è stata la sua idealizzazione.<br />
Ciò che <strong>in</strong>vece scrisse allora Pasol<strong>in</strong>i sollevò, come si è già ricordato, una marea di critiche e di<br />
polemiche. Per la destra, fautrice di "ord<strong>in</strong>e" fu facile la strumentalizzazione e l'utilizzo dei concetti<br />
espressi da Pasol<strong>in</strong>i contro gli studenti, def<strong>in</strong>iti "figli di papà".<br />
Nell'ottobre del 1968, Pasol<strong>in</strong>i scrisse nella rubrica "Il Caos": "Non è stato, questo, un anno glorioso<br />
per la nostra vita nazionale, e neanche <strong>in</strong>ternazionale. Per un viaggio sulla luna, quanti regressi<br />
sulla terra. È stato un anno di restaurazione. Ciò che è più doloroso constatare è stata la f<strong>in</strong>e del<br />
Movimento Studentesco, se di f<strong>in</strong>e si può parlare (ma spero di no). In realtà la novità che gli studenti<br />
hanno portato nel mondo l'anno scorso (i nuovi aspetti del potere e la sostanziale e drammatica<br />
attualità della lotta di classe) ha cont<strong>in</strong>uato a operare dentro di noi, uom<strong>in</strong>i maturi, non solo per<br />
quest'anno, ma, credo, ormai, per tutto il resto della nostra vita. Le <strong>in</strong>giuste e fanatiche accuse di<br />
<strong>in</strong>tegrazione rivolte a noi dagli studenti, <strong>in</strong> fondo, erano giuste e oggettive. E - male, naturalmente con<br />
tutto il peso dei vecchi peccati - cercheremo di non dimenticarcelo più".<br />
Nel 1968, a Pasol<strong>in</strong>i viene affidata una rubrica <strong>in</strong>titolata "Il Caos" sul settimanale "Tempo illustrato".<br />
Davide Lajolo, dirigente del Pci, gli scrive: "Un colloquio nessuno lo può tenere meglio di te proprio<br />
perché sono <strong>in</strong> molti da ogni parte che ce l'hanno con te". La rubrica deve costituire "un fronte di<br />
piccole battaglie quotidiane" da impegnare contro i terrorismi di destra e di s<strong>in</strong>istra e contro la<br />
borghesia, <strong>in</strong>tesa da Pasol<strong>in</strong>i "come una vera e propria malattia".<br />
Sul Pci ai giovani!<br />
"[...] Sia dunque chiaro che questi brutti versi io li ho scritti su più registri<br />
contemporaneamente: e qu<strong>in</strong>di sono tutti 'sdoppiati' cioè ironici e autoironici. Tutto è detto tra<br />
virgolette. Il pezzo sui poliziotti è un pezzo di ars retorica, che un notaio bolognese impazzito<br />
potrebbe def<strong>in</strong>ire, nella fattispecie, una 'captatio malevolentiae': le virgolette sono perciò<br />
quelle della provocazione. [...]". Questo scrisse nell'Apologo della sua poesia (Il Pci ai giovani!)<br />
Pasol<strong>in</strong>i stesso.<br />
Ecco il punto: la provocazione. Provocando gli studenti ("<strong>in</strong> che altro modo mettermi <strong>in</strong> rapporto<br />
con loro, se non così?") Pasol<strong>in</strong>i <strong>in</strong>tendeva stimolarli ad analizzare, "al di fuori così della sociologia<br />
come dei classici del marxismo", la loro condizione di piccolo-borghesi; a togliersi di dosso tale loro<br />
condizione utilizzando la loro <strong>in</strong>telligenza <strong>in</strong> senso critico ("abbandonando la propria autodef<strong>in</strong>izione<br />
ontologica e tautologica di 'studenti' e accettando di essere semplicemente degli '<strong>in</strong>tellettuali'") e<br />
"operando l'ultima scelta ancora possibile [...] <strong>in</strong> favore di ciò che non è borghese".<br />
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