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la nuova leadership - Asam

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CENTURY<br />

CORPORATION<br />

10° Anniversario


1 CCR - Direttore rapporti con <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong><br />

2 CKO - Direttore del<strong>la</strong> conoscenza<br />

3 CWO - Direttore del web (o “zar elettronico”)<br />

4 COL - Direttore del<strong>la</strong> <strong>leadership</strong><br />

5 CTO - Direttore del<strong>la</strong> tecnologia<br />

6 COG - Direttore del<strong>la</strong> globalizzazione<br />

7 CC - Direttore del<strong>la</strong> comunicazione<br />

8 CriO - Direttore del<strong>la</strong> gestione del rischio<br />

9 CD - Direttore contratti<br />

10 CS - Direttore delle strategie economiche-finanziarie<br />

11 CTS - Direttore degli alti potenziali<br />

1 2<br />

3<br />

4 5 6 7<br />

8 9 10 11<br />

CENTURY<br />

CORPORATION


Edizione a tiratura limitata.<br />

Finito di stampare aprile 2001. N. 1000 esemp<strong>la</strong>ri.<br />

Realizzazione grafica e stampa Graphic Point Mi<strong>la</strong>no


a cura di: C<strong>la</strong>udio Devecchi<br />

Per gentile concessione tradotto da:<br />

BUSINESS WEEK / AUGUST 28, 2000<br />

ad Anna


pagina 1<br />

pagina 17<br />

pagina 21<br />

pagina 55<br />

pagina 61<br />

pagina 89<br />

INDICE<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

LA GRANDE TRASFORMAZIONE<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

VISIONI ARCHITETTONICHE<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

RITORNO AL FUTURO


INTRODUZIONE<br />

di C<strong>la</strong>udio Devecchi (*)<br />

Primavera 1991: veniva costituita l’Associazione per gli Studi Aziendali e<br />

Manageriali (ASAM) presso l’allora Istituto di Economia Aziendale (oggi, Dipartimento delle<br />

Scienze dell’Economia e del<strong>la</strong> Gestione Aziendale) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di<br />

Mi<strong>la</strong>no1 .<br />

Primavera 2001: dieci anni di <strong>la</strong>voro con studenti, docenti, manager, operatori culturali<br />

pubblici e privati italiani e stranieri. Oltre 6000 studenti e <strong>la</strong>ureandi ospitati, circa<br />

1500 manager coinvolti, 130 eventi realizzati, 11 borse di studio e di perfezionamento nel<strong>la</strong><br />

ricerca erogate per permanenze in siti qualificati sia italiani che esteri, oltre 80 quaderni e pubblicazioni,<br />

dieci anni - dicevamo - stimo<strong>la</strong>nti, ricchissimi di esperienze, formativi, in sintesi, di<br />

grande soddisfazione. Un’iso<strong>la</strong> felice? Certamente no. Un’espressione qualificata scientificamente,<br />

solida ma snel<strong>la</strong> da un punto di vista organizzativo, impegnata socialmente nel generare<br />

e diffondere conoscenze pregiate? Certamente sì, com’è nel<strong>la</strong> tradizione dell’Università<br />

Cattolica.<br />

Quale poteva essere il tema prescelto di questo libro, dedicato al decennale ASAM?<br />

Ritengo che scelta migliore non poteva essere fatta: trenta contributi originali e inediti su<br />

come sarà l’impresa del ventunesimo secolo. L’inserto speciale di agosto 2000 di Business<br />

Week, prestigioso periodico americano, era dedicato infatti proprio a questo argomento: “the<br />

21th Century Corporation”.<br />

Ci siamo subito messi in pista, organizzando un <strong>la</strong>voro di traduzione e personalizzazione<br />

ciclopico. Ne è valsa <strong>la</strong> pena? Al lettore <strong>la</strong> risposta definitiva, da parte nostra <strong>la</strong> fondata convinzione<br />

di aver fatto centro! Per numerose ragioni che di seguito illustriamo.<br />

Innanzitutto i contributi selezionati abbracciano uno spettro molto ampio delle problematiche<br />

e delle soluzioni che caratterizzano l’impresa del ventunesimo secolo. Un’impresa che, quasi<br />

certamente, dovrà essere re-inventata.<br />

Occorre poi notare che ogni contributo, pur trattando di “cose del futuro”, contiene numerosi<br />

esempi di aziende che hanno già fatto o stanno facendo quelle “cose”. Ciò fa intendere come<br />

il contenuto dei vari articoli proposti non sia “aria fritta” o pura futurologia.<br />

La lettura di questo libro genera un manifesto senso di concretezza riguardo le raccomandazioni<br />

formu<strong>la</strong>te dai diversi autori e aiuta a capire quanto siamo arretrati su non poche<br />

frontiere, cruciali e critiche, del business aziendale. Ancora, dal volume emergono i “nuovi” fattori<br />

del<strong>la</strong> produzione del ventunesimo secolo: l’informazione e <strong>la</strong> persona umana. Con qualifi-<br />

1 Desidero ringraziare, anche in questa sede, le due persone che fin dall’inizio hanno avuto fiducia<br />

nelle mie capacità e hanno consentito il decollo e l’affermazione dell’Associazione, il prof. Sergio de<br />

Angeli e il dott. Giorgio Sampietro<br />

I


cazioni e “profili” precisi, netti, incontrovertibili: <strong>la</strong> prima dovrà (must assoluto) essere veloce,<br />

diffusa, economicamente al<strong>la</strong> portata di (quasi) tutti; <strong>la</strong> seconda dovrà (altro must assoluto)<br />

diventare proteiforme, creativa, essere dotata di talento aziendale e di <strong>leadership</strong>, “zingara”<br />

del mondo.<br />

Infine <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> (secondaria e oltre) subirà un intenso e sostanziale processo di cambiamento,<br />

in taluni casi radicale, coinvolgendo sia il modo di trasmettere <strong>la</strong> conoscenza che il dove, che<br />

cosa e quando insegnare.<br />

Ma, allora, che accadrà nel breve a chi vuole resistere, costi quel che costi, all’innovazione, al<br />

progresso? A chi intende con tutte le sue forze “fermare le <strong>la</strong>ncette dell’orologio”? L’avverarsi<br />

di un sogno: leggere questo libro, convincersi a cambiare!<br />

Un altro tema trasversale che accompagna gran parte del<strong>la</strong> lettura di questo volume è<br />

rappresentato da figure professionali, mestieri aziendali, nuove professioni certamente non diffusi<br />

in Italia, che però esistono, nel senso che non poche aziende già li hanno introdotti. E questo<br />

è un segnale! Le denominazioni adottate possono far sorridere i soliti “noti” (vedi antea)<br />

o peggio possono far dire che anche loro li hanno con nomi diversi o che si tratta so<strong>la</strong>mente di<br />

banali etichette. Fate attenzione: dietro ad ogni denominazione ci sono capacità e abilità specifiche<br />

di enorme importanza per il futuro successo del business. E questo deve far riflettere! Se<br />

<strong>la</strong> denominazione del “contenitore” organizzativo deve evocare il corrispondente “contenuto”,<br />

provate a immaginare compiti, mansioni, ruoli di questi undici manager emergenti con quelli<br />

ben conosciuti dal<strong>la</strong> teoria e prassi burocratico-legale italiana (economo, direttore amministrativo,<br />

responsabile servizi tecnici, addetto commerciale, capo ufficio collegamenti, servizio<br />

informativo, ecc.) e fate <strong>la</strong> differenza:<br />

1. Chief of Customer Re<strong>la</strong>tionships – CCR – direttore rapporti con <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>;<br />

2. Chief Knowledge Officer – CKO – direttore del<strong>la</strong> conoscenza;<br />

3. Chief Web Officer – CWO – direttore del web (o “zar elettronico”);<br />

4. Chief Officer of Leadership – COL – direttore del<strong>la</strong> <strong>leadership</strong>;<br />

5. Chief Technology Officer – CTO – direttore del<strong>la</strong> tecnologia;<br />

6. Chief of Globalization – COG – direttore del<strong>la</strong> globalizzazione;<br />

7. Chief Communicator – CC – direttore del<strong>la</strong> comunicazione;<br />

8. Chief Risk Officer – CriO – direttore del<strong>la</strong> gestione del rischio;<br />

9. Chief Dealmaker – CD – direttore contratti;<br />

II


10. Chief Strategist – CS – direttore delle strategie economico-finanziarie.<br />

11. Chief of Talent Scout – CTS – direttore degli alti potenziali<br />

Soffermiamoci ora sulle parole chiave che tipizzano l’impresa del ventunesimo secolo:<br />

cliente<strong>la</strong>, conoscenza, web, <strong>leadership</strong>, tecnologia, globalizzazione, comunicazione,<br />

rischio, contratti (di partnership), strategie e chiedeteVi se nel<strong>la</strong> Vostra organizzazione le<br />

avete trasformate in altrettanti territori organizzativi formali e funzionanti.<br />

Tentiamo, a questo punto, di formu<strong>la</strong>re una conclusione: “Siamo all’inizio di un ciclo in cui<br />

l’ICT (Information and Communication Technology) veramente fa fare il business tradizionale<br />

in modo differente; cosi’ come vediamo fare nuovi business, prima impensabili o economicamente<br />

non convenienti” 2 .<br />

Ma questa è <strong>la</strong> prima “metà del cielo”, <strong>la</strong> seconda riguarda <strong>la</strong> scelta e <strong>la</strong> gestione delle persone<br />

chiave. Il vero (top) manager dell’impresa del ventunesimo secolo è un alchimista di competenze<br />

e capacità che di volta in volta (quindi pro tempore) si rendono necessarie per mantenere<br />

e/o sviluppare <strong>la</strong> redditività del business. L’essenziale, pertanto, è saper mettere <strong>la</strong> squadra<br />

in campo3 .<br />

Il volume in presentazione si compone di sei parti.<br />

La prima contiene due saggi, rispettivamente l’Economia Creativa e Gestire via Web. Sotto al<br />

“cappello” dell’economia creativa lo scopo è di promuovere e stimo<strong>la</strong>re nel lettore delle intuizioni<br />

che potrebbero aiutare le imprese ove lui stesso <strong>la</strong>vora ad avere successo nei decenni a<br />

venire. Così, uno dei temi rilevanti è il crescente potere delle idee: è questo, sostiene con<br />

vigore l’autore, Peter Coy, l’aspetto più importante di tutto. Anzi, è il concetto attorno cui ruotano<br />

quasi tutti i contributi di questo interessantissimo volumetto. Quindi il più importante<br />

bene intellettuale aziendale è ciò che si trova nel<strong>la</strong> testa dei dipendenti; il potere passa da chi<br />

detiene le fonti del capitale a chi possiede quelle delle idee. Coy prosegue sottolineando altri due<br />

aspetti critici: le imprese saranno sempre più multirazziali e quelle di successo asseconderanno<br />

le nuove tendenze demografiche anziché contrastarle; le aziende dell’economia creativa si inse-<br />

2 Potrebbe essere un primo tentativo definitorio di “New Economy”<br />

3 Sono debitore di questa magnifica frase al carissimo amico ing. Ernesto Capobianco, Sales Manager<br />

Europe Service and Support Organization del<strong>la</strong> Hewlett Packard<br />

III


iranno in ecosistemi aziendali adottando codici di responsabilità sociale per garantirsi <strong>la</strong><br />

fiducia di un pubblico diffidente.<br />

Il secondo autore di questa parte, John Byrne, enfatizza con grande realismo che nel<br />

ventunesimo secolo ci sarà tecnologia per tutti, e molte saranno tecnologie emergenti. Il divario<br />

tra ciò che possiamo immaginare e ciò che possiamo raggiungere non è mai stato tanto piccolo!<br />

La riprova sta nel fatto che anche gli scrittori di science fiction non sono riusciti ad immaginare<br />

quello che ci aspetta.<br />

I cambiamenti in atto, pertanto, sono sintetizzati da questa immagine: “dal<strong>la</strong> piramide al<strong>la</strong><br />

rete, dove i p<strong>la</strong>yers diventeranno sempre più interdipendenti”. Possiamo individuare gli<br />

elementi caratteristici e gli attori chiave di queste reti in un’organizzazione aziendale a forma<br />

piatta, intessuta in misura molto fitta e intricata, che collega partner-dipendenti-col<strong>la</strong>boratori<br />

esterni, con spin-off aziendali, dove clienti e fornitori sono impegnati in numerose iniziative.<br />

Una gestione di questa intricata rete sarà importante quanto gestire le operazioni interne. Le<br />

imprese risultano sempre più moleco<strong>la</strong>ri e fluide (Tap Scott) in quanto le “geografie aziendali”<br />

sono costruite sulle reti. L’azienda del futuro trasforma i clienti in partner dando loro <strong>la</strong><br />

tecnologia per progettare e richiedere esattamente ciò di cui hanno necessità. Le barriere all’ingresso<br />

di concorrenti risulteranno modestissime e i vantaggi competitivi quanto mai passeggeri<br />

e <strong>la</strong>bili4 ; diventa fondamentale attrarre e trattenere presso di sé i “pensatori” migliori, quei<br />

talenti aziendali (dipendenti e col<strong>la</strong>boratori esterni) cioè, che consentiranno alle imprese di<br />

prosperare. Come ricorda Hamell “siamo passati da un’economia delle mani a un’economia<br />

delle teste”. Allora quasi tutto si dovrà orientare verso queste direzioni: alti stipendi<br />

(come se i dipendenti fossero proprietari dell’impresa), diffusa cultura aziendale, originali<br />

sistemi valutativi e premianti anche perché <strong>la</strong> digitalizzazione ridurrà drasticamente gli oneri<br />

di interazione5 a oltre <strong>la</strong> metà degli attuali costi del personale.<br />

Caro lettore, al termine di questa parte può venir voglia di: a) buttare via tutto quello che hai<br />

fatto e ricominciare a ricostruire tutto ex novo; b) comprare un biglietto aereo e partire per gli<br />

States andando a visitare queste aziende; c) riflettere su quello che hai fatto, come l’hai fatto e<br />

come l’avresti potuto fare se avessi letto il volume un po’ di tempo fa.<br />

La seconda parte, monotematica sul tema “La grande trasformazione”, è impreziosita dal contributo<br />

di Richard S. Tedlow, esperto di business history e docente ad Harvard, che intito<strong>la</strong> il<br />

4 Le imprese del 21° secolo impareranno (anche) a gestire un’e<strong>la</strong>borata rete di rapporti esterni (“enfasi<br />

sulle ‘connessioni’”): ogni ‘cosa’ sarà completamente connessa sia all’interno del<strong>la</strong> singo<strong>la</strong> impresa che tra<br />

le aziende. Questo sarà l’enorme vantaggio competitivo ottenibile!<br />

5 Gli oneri di interazione corrispondono ai costi che si devono affrontare per fare in modo che persone<br />

e imprese diverse <strong>la</strong>vorino insieme per ideare e vendere prodotti e servizi<br />

IV


suo scritto “Dietro le quinte dell’azienda moderna”. Ci insegna quali sono le cinque caratteristiche<br />

che alimentano il successo di tale impresa:<br />

1. management; <strong>la</strong> sfida consiste nel bi<strong>la</strong>nciare <strong>la</strong> capacità imprenditoriale con <strong>la</strong><br />

finanza e il management che il tempo ha dimostrato essere sempre vincenti,<br />

2. <strong>la</strong>voro; l’azzeramento dei colletti bianchi nel<strong>la</strong> nostra economia ha portato <strong>la</strong><br />

retribuzione e il potere dei “<strong>la</strong>voratori del sapere” (knowledge workers) alle stelle,<br />

3. governo; antitrust, legge contro i monopoli, sussidi pubblici, <strong>la</strong> mano del<br />

governo sarà ancora necessaria e per molte aziende sarà ancora <strong>la</strong> benvenuta,<br />

4. finanza; andamento del titolo azionario, dinamismo delle banche d’affari,<br />

mentalità sempre più diffusa di far nascere imprese dal nul<strong>la</strong>, voglia di<br />

imprenditori e manager a correre rischi, tutto ciò è –a parere di Tedlow- una<br />

forza ciclopica che dovrebbe continuamente alimentare un vantaggio<br />

5.<br />

competitivo per gli USA,<br />

tecnologia; affari e scienze si stanno intrecciando sempre di più, tutto ciò che<br />

velocizza <strong>la</strong> comunicazione o il trasporto cambia il modo in cui le persone fanno<br />

affari, i manager che metteranno a frutto le lezioni del passato e svilupperanno<br />

organizzazioni con una ben definita mission avranno senz’altro <strong>la</strong> meglio.<br />

Si arriva, così, al<strong>la</strong> terza parte che rappresenta in assoluto <strong>la</strong> sezione più corposa del volume.<br />

“La Nuova Leadership” è sezionata in undici saggi, ognuno focalizzato su aspetti che diventano<br />

cruciali e critici. I due messaggi enucleati dal primo saggio possono così sintetizzarsi: l’impresa<br />

dipenderà sempre più dalle capacità specialistiche di una serie di leader (v. antea<br />

“Gli undici manager emergenti”) anche se il CEO avrà sempre l’ultima paro<strong>la</strong> nel decidere; nel<br />

futuro ogni manager di linea dovrà estendere le proprie prerogative di leader su un raggio d’azione<br />

così ampio da essere impensabile al<strong>la</strong> generazione passata.<br />

Nel secondo scritto, Nanette Byrnes ricorda che intorno ad un ipotetico 2020, nell’era<br />

del WEB: a) il “top-dog” (capo) dovrà imparare alcuni nuovi trucchi; b) i tre quarti del suo<br />

stipendio dipenderanno da precisi obiettivi operativi che vengono fissati in base ai risultati di<br />

specifici progetti e ai ritorni globali. Altri tre criteri fondamentali di valutazione del capo<br />

saranno: il ritorno economico sulle partnership realizzate, quanto riesce a trattenere le persone<br />

componenti lo staff chiave, i risultati delle analisi trimestrali sul<strong>la</strong> soddisfazione del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>;<br />

c) le migliori performance sono ottenute sempre più frequentemente da abili comunicatori,<br />

da coloro che trovano compromessi e che padroneggiano il cambiamento.<br />

Per Gail Edmondson, terzo autore di “Guarda il mondo, cancel<strong>la</strong> i suoi confini” di<br />

questa parte, <strong>la</strong> globalizzazione: a) richiede <strong>la</strong> personale attenzione del CEO in quanto è una<br />

delle tendenze più intense dei business odierni; b) può significare che perdere all’estero fa perde-<br />

V


e anche in casa; c) esclude il controllo rigido dei propri prodotti dal<strong>la</strong> sede centrale (come faceva<br />

<strong>la</strong> Coca Co<strong>la</strong> ad At<strong>la</strong>nta); d) ‘obbligherà’ le imprese a spostare le loro operations là ove c’è<br />

movimento (l’esempio Philips è da manuale); e) sta educando sempre più i manager ad essere<br />

in grado di afferrare al volo una grande idea in una parte del loro impero e farvi leva nel<br />

mondo; f) diffonderà <strong>la</strong> c.d. cross-pollination (es. <strong>la</strong> ST Microelectronics ha visto come i suoi<br />

manager sono riusciti ad escogitare in Malesia un modo per ridurre drasticamente il tempo di<br />

assemb<strong>la</strong>ggio di alcuni chip – da cinque giorni a cinque ore - e ora l’azienda ha intenzione di<br />

trasferire <strong>la</strong> medesima tecnica al suo impianto in Marocco).<br />

Da questo radicale ripensamento (di tutto su tutto) non risulta immune neppure una<br />

delle figure più carismatiche del<strong>la</strong> old economy: il direttore finanziario. Marcia Vickers nel<br />

quarto contributo intito<strong>la</strong>to “Basta contabili vecchio stile”, ridipinge il profilo di questo CFO<br />

per il ventunesimo secolo. Il suo must è: fare molto meglio le cose tradizionali e fare in modo<br />

eccellente le nuove cose. Vediamo più in dettaglio perché. Innanzitutto il CFO deve avere conoscenze<br />

manageriali globali, essere un partner strategico, un visionario, un abile comunicatore,<br />

uno che sa stipu<strong>la</strong>re contratti, un buon esperto di finanza, di IT e di gestione del rischio nell’immaginare<br />

tutto ciò che potrebbe andare male e nel trovare strategie per limitare questi pericoli.<br />

Il suo ruolo, quindi, continuerà ad espandersi richiedendo una serie di abilità che vanno<br />

ben oltre quelle che già possiede.<br />

I quattro assi nel<strong>la</strong> sua manica per il ventunesimo secolo sono: i) essere un ‘mago’ nell’analizzare<br />

le tendenze del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong> e le quote di mercato e nel negoziare l’acquisto di dozzine d’imprese;<br />

ii) aiutare a costruire nuovi business all’interno agendo come una banca di venture-capital,<br />

creare ed allestire incubatori e banche d’affari virtuali all’interno delle loro stesse imprese,<br />

iii) diventare catalizzatore del cambiamento, contribuendo a rimodel<strong>la</strong>re il modo in cui l’azienda<br />

crea valore. L’ultimo asso è, a nostro parere, il più “pesante”: <strong>la</strong> tecnologia sta sempre<br />

più rivoluzionando <strong>la</strong> gestione del rischio. Abbiamo quindi <strong>la</strong> necessità, sostiene l’autore, di un<br />

CFO che sappia quale tecnologia acquistare, quanto spendere e se aggiornar<strong>la</strong> o abbandonar<strong>la</strong><br />

per sistemi migliori. Ma allora da dove proviene questo CFO super eroe? Proviamo a<br />

costruirgli un curriculum ideale che potrebbe fin da ora completare:<br />

• avere una formazione più ampia di quanto oggi disponibile (marketing, IT,<br />

finanza, accounting, economia),<br />

• aver gestito un business o una divisione di una grande azienda,<br />

• aver <strong>la</strong>vorato a Wall Street, come analista di spicco, aver fatto il banchiere o il<br />

finanziere,<br />

• possedere una visione globale, aver vissuto in varie parti del mondo, avervi<br />

<strong>la</strong>vorato e aver fatto esperienza di culture finanziarie differenti,<br />

• aver energia quasi illimitata.<br />

VI


Passiamo ora al quinto contributo. Diane Brady nel suo “Un dirigente che ha fatto il<br />

suo tempo” canta il de profundis per il COO (direttore operativo). Il COO è una carica<br />

manageriale che nel 2025 è stata ipotizzata cessante ed ha <strong>la</strong>sciato il posto al team management<br />

in quanto i numerosi modelli di business presenti in azienda sono così differenti e complessi<br />

nel loro intreccio che risulta difficile farli confluire tutti nel<strong>la</strong> testa di una so<strong>la</strong> persona.<br />

Cosa ha ucciso – secondo Brady - il COO? E’ stato l’empowerment, cioè l’al<strong>la</strong>rgamento delle<br />

responsabilità, che a fronte di un diffuso decentramento ha decretato l’inutilità di continuare,<br />

come insiste il COO, a fare da soli.<br />

Il successivo contributo, a cura di Andy Reinhardt, rifonda il ruolo del giurassico<br />

responsabile EDP. Vediamo in che modo. Innanzitutto il nuovo direttore del WEB (CWO)<br />

<strong>la</strong>vorerà in stretta col<strong>la</strong>borazione con il CEO per riorganizzare l’azienda in un e-business;<br />

anzi, sarà il sergente di ferro del CEO in quanto realizzerà e gestirà –grazie al<strong>la</strong> tecnologia<br />

Internet- una rete intricata di rapporti di business consentita dal<strong>la</strong> tecnologia delle comunicazioni<br />

(per dir<strong>la</strong> al<strong>la</strong> Gartner Group “gestire l’extra struttura”). Per tali ragioni molte imprese<br />

promuoveranno i manager dell’e<strong>la</strong>borazione dati al<strong>la</strong> mansione più prestigiosa di CIO6 (direttore informatico) responsabile sia di gestire i sistemi informativi che di ideare strategie<br />

informatiche a lungo termine. Le aziende avranno bisogno, allora, di un manager che sappia<br />

sfruttare <strong>la</strong> tecnologia più all’avanguardia per arrivare ai clienti, da una parte, e ai fornitori<br />

dall’altra, attraverso ininterrotte trasmissioni di dati super aggiornati. Così facendo daremo<br />

implicitamente ragione all’ex CIO di Fannie Mae, W.E. Kelvie, che sostiene “l’IT è <strong>la</strong><br />

<strong>la</strong>ma affi<strong>la</strong>ta del business, uno strumento per generare ricavi di vendita.” Ma tutto ciò<br />

non può trascurare che <strong>la</strong> tecnologia e <strong>la</strong> partnership non riescono a <strong>la</strong>vorare bene l’una senza<br />

l’altra così che abbandonandole in mani separate si rischia di non riuscire a sfruttare il potenziale<br />

del<strong>la</strong> rete, di trasformare radicalmente i processi aziendali. Ecco quindi che il ruolo del<br />

capo dei dirigenti informatici è stato elevato a quello di un partner strategico del CEO e del<br />

CFO in quanto, e gli esempi nel testo lo dimostrano, i risultati sono ec<strong>la</strong>tanti: risparmiare più<br />

di 100 milioni di dol<strong>la</strong>ri grazie all’e-commerce; ridurre un contatto-indagine sul<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong> dal<br />

costo di 80 dol<strong>la</strong>ri a 50 centesimi; tagliare il costo del<strong>la</strong> vendita di un biglietto aereo a un quarto<br />

se fatto on-line piuttosto che venderlo in un’agenzia di viaggi; ecc..<br />

Il settimo contributo di Neil Gross, dall’accattivante titolo “Mining a Company’s<br />

Mother Lode of Talent”, si concentra sul responsabile del management del<strong>la</strong> conoscenza (CKO),<br />

il quale sostiene che le abilità umane, le competenze e i rapporti re<strong>la</strong>zionali sono le risorse più<br />

preziose di un’impresa. Questo manager ha una forte influenza nell’abbattere le gerarchie, dare<br />

6 Il CIO è il primo passo per arrivare al CWO a condizione che non sia più troppo concentrato verso<br />

l’interno e riesca ad aumentare il suo impegno <strong>la</strong>vorativo verso l’esterno<br />

VII


libero sfogo al sapere e alle abilità ed incana<strong>la</strong>rli in rete o su WEB. Anche secondo IBM le<br />

imprese devono capire al più presto che attività svolge il CKO, pena il loro fallimento: egli<br />

guarda a ciò che le persone sanno o hanno <strong>la</strong> necessità di sapere, a come usano il sapere, a come<br />

lo vendono. Queste persone sono preziose per l’impresa ma sono complicate da gestire, sono delle<br />

aquile ed è noto che “è molto impegnativo far vo<strong>la</strong>re le aquile in formazione” ovvero far <strong>la</strong>vorare<br />

secondo una logica di team degli individui eccezionali in termini di possesso di conoscenza.<br />

Non solo, ma trattenere i migliori e i più bril<strong>la</strong>nti di questi individui è cruciale nell’era dell’economia<br />

del<strong>la</strong> conoscenza. Ecco qualche esempio: quando Cisco System compra un’azienda,<br />

<strong>la</strong> due diligence finanziaria si concentra meno sugli asset e assai più sul capitale umano;<br />

Microsoft si avvale di trecento “esploratori” a tempo pieno per esaminare tutti gli studenti americani<br />

che si specializzano in scienze informatiche, per fissare colloqui a circa 25.000 di loro e<br />

proporre offerte di <strong>la</strong>voro ai top 500.<br />

Concludendo sul punto e semplificando: quando si tratta di mantenere le aquile in azienda si<br />

devono abbattere le gerarchie e pagare dividendi aggiuntivi.<br />

Wendy Zellner presenta un saggio magistrale sulle attese dei consumatori e dei clienti,<br />

tanto da giustificare e richiedere a gran voce nell’organigramma dell’impresa del ventunesimo<br />

secolo l’esistenza di un CCR (direttore dei rapporti con <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>). Nel suo “Hey, Are You<br />

Listening To Me?” i mercati non saranno più guidati da ciò che i produttori decidono di preparare<br />

e vendere ma da ciò che i clienti vogliono comprare. Wendy boccia duramente i questionari<br />

sul<strong>la</strong> soddisfazione del cliente, “non bastano più –sostiene- ora stiamo par<strong>la</strong>ndo di feedback<br />

del cliente in tempo reale e on line.” Anzi si devono rego<strong>la</strong>rmente formare dei gruppi consultivi<br />

composti da agenti, importanti clienti aziendali e “frequent fliers” per discutere di<br />

performance e problemi. La sua creatura virtuale, che nel saggio è simboleggiata da una donna<br />

di nome Jane Everyconsumer, ha idee estremamente chiare: “non voglio servizi, messaggi di<br />

marketing, prodotti personalizzati su un non meglio definito segmento di mercato, ma creati<br />

appositamente per me, un mercato fatto da una so<strong>la</strong> persona. Non voglio so<strong>la</strong>mente dei prodotti<br />

personalizzati, voglio del marketing personalizzato; voglio un mondo in cui <strong>la</strong> pubblicità<br />

sia completamente orientata ai miei interessi personali.” Il “Direttore del<strong>la</strong><br />

Personalizzazione” deve esistere in tante aziende: <strong>la</strong> sua qualifica suggerisce che sta cercando<br />

di comprendere i nostri interessi e creare un’esperienza totalmente personalizzata per il cliente<br />

(fondamentale in settori quali: editoria, musica, automobili, moda, arredamento). “Dimmi<br />

cosa vuoi e io te lo porterò”. Questo è ciò che fa fedele il cliente e fa <strong>la</strong> fortuna del nostro direttore<br />

del<strong>la</strong> personalizzazione. Jane conclude dicendo: “dopo che sarete riusciti a fare tutto questo,<br />

voglio unirmi al vostro <strong>la</strong>voro: mi ringrazierete anche per questo, perché sarò io <strong>la</strong> vostra<br />

più potente arma di marketing. Dovrete usare il Marketing Virale7 : dovete, cioè, trovare il<br />

modo di entrare nelle mie conversazioni famigliari, con gli amici e con i conoscenti di <strong>la</strong>voro.<br />

VIII


Sempre al tema di marketing e vendite è dedicato il nono saggio di questa parte a cura<br />

di Adrian J. Slywotzky. L’enfasi viene posta sulle “Choiceboards” ovvero le tipiche strategie<br />

commerciali a combinazioni selezionate dove il “ciclo commerciale” è invertito: prima, nel business<br />

tradizionale, si produceva e si aveva <strong>la</strong> speranza di vendere, adesso nel nuovo modello di<br />

business prima vendo e poi produco. Esempio tipico è il configuratore on line di DELL per<br />

l’acquisto di un PC. I clienti sono felici; il fornitore è felice: sei giorni è <strong>la</strong> disponibilità massima<br />

dei materiali ordinabili. Altri esempi o settori di applicazione si possono trovare nel<strong>la</strong><br />

finanza (private banking), in Barbie di Mattel, nel marketp<strong>la</strong>ce di Cisco S., nell’arredamento<br />

e nelle produzioni di porte. Ulteriori esempi di future applicazioni delle combinazioni selezionate<br />

si trovano nel<strong>la</strong> moda e nell’edilizia residenziale.<br />

Il penultimo saggio riprende e puntualizza le skill del futuro. Ancora Diane Brady si<br />

presenta al lettore con il mix ideale dei futuri leader aziendali: avere lo charme di una debuttante,<br />

<strong>la</strong> flessibilità di una ginnasta, l’agilità di una pantera, par<strong>la</strong>re correntemente qualche<br />

lingua straniera, avere una approfondita comprensione (non conoscenza!) delle tecnologie. Non<br />

da ultimo occorre ricordare anche le qualità di base da possedere nell’ “Era dell’Informatica”:<br />

conoscenza rispettosa delle tradizioni straniere, <strong>la</strong>voro in team, intelligenza, passione, abilità<br />

nel motivare gli altri, senso dell’umorismo, spontaneità, genuino interesse per i bisogni intangibili<br />

dei dipendenti, saper prendere decisioni in un ambiente ostile, abilità di ascolto. E, per<br />

finire, un monito all’arcigno controller di ogni società: “piuttosto che tirare le redini del controllo,<br />

gli abili allenteranno invece <strong>la</strong> presa, per creare organizzazioni più reattive.”<br />

Quasi al termine di questa corposa sezione su “La <strong>nuova</strong> Leadership” non poteva<br />

mancare <strong>la</strong> parte sulle qualifiche aziendali. Michelle Conlin ci ricorda come le persone desidereranno<br />

avere sempre più un senso di individualità. Così si possono intravvedere quattro principali<br />

cambiamenti nel futuro: più persone avranno due qualifiche, una interna connessa al<br />

ruolo ed una esterna orientata al cliente; le qualifiche descriveranno <strong>la</strong> funzione piuttosto che il<br />

livello aziendale; le persone sceglieranno le proprie qualifiche piuttosto che riceverle durante<br />

una formale assegnazione; le qualifiche rifletteranno <strong>la</strong> forma mentis aziendale piuttosto che<br />

<strong>la</strong> carica effettivamente ricoperta.<br />

La quarta parte è dedicata all’aspetto dell’ufficio di ‘domani’. Non poteva, infatti, mancare <strong>la</strong><br />

visione architettonica di un mondo <strong>la</strong>vorativo pazzerello. I quattro contributi sono tutti a cura<br />

di Bruce Nussbaum. Quali i ‘pi<strong>la</strong>stri’ di questa <strong>nuova</strong> visione? Se partiamo dall’assunto (noto<br />

a tutti?) che l’informazione sta sostituendo i beni fisici come valuta di scambio, allora non è<br />

7 Il marketing virale è il “vecchio” passaparo<strong>la</strong>, diffuso velocemente per mezzo del<strong>la</strong> Rete<br />

IX


difficile comprendere perché l’azienda si stia ca<strong>la</strong>ndo in un universo orizzontale8 . Affermato in<br />

altri termini: in una economia post industriale e fondata sull’innovazione, tutto ciò che è verticale<br />

diventa immediatamente orizzontale. Due famosi studi professionali di architetti<br />

(Thompson & Rose di Cambridge nel Massachussets e Asymptote di New York) hanno provato<br />

ad immaginare l’azienda del ventunesimo secolo. Il primo crede che sarà l’umanesimo e non <strong>la</strong><br />

tecnologia a generare le idee e le innovazioni necessarie al successo aziendale; il secondo ritiene<br />

che i manager vivranno in aria e i quartier generali aziendali saranno terminal aeroportuali.<br />

Le aziende del futuro collocheranno le loro sedi in aeroporto dove ci sarà tutto quanto serve al<br />

business e al<strong>la</strong> persona; non ci sarà interruzione tra l’air terminal (rigorosamente personalizzato<br />

a livello aziendale) e l’aeromobile. Le aziende cominceranno a comprare o costruire i propri<br />

aeroporti, quelli esistenti potrebbero diventare tutti privati ed operare come marchi aziendali.<br />

Gli standard saranno così simili che <strong>la</strong> cultura nei business globali sarà veramente omogenea,<br />

risulterà identica in ogni aeroporto. Ma gli uffici che stimo<strong>la</strong>no <strong>la</strong> creatività, per utilizzare<br />

lo stesso titolo di uno dei quattro saggi, non avranno più nul<strong>la</strong> di “vecchio”? Gli edifici<br />

aziendali e più in generale i luoghi di <strong>la</strong>voro saranno ancora per un bel po’ progettati come<br />

antidoti al<strong>la</strong> pervasiva tecnologia digitale. Quando <strong>la</strong> tecnologia rende virtuale qualsiasi<br />

azienda, si devono ri-creare angoli del “vecchio” mondo in quanto risultano insopprimibili tre<br />

bisogni distinti: socializzazione (incontrarsi, chiacchierare), solitudine (riflettere, meditare),<br />

fisicità estetica (giardini, colori, forme).<br />

Eccoci sul finire di questa artico<strong>la</strong>ta introduzione. I successivi nove scritti, che danno corpo al<strong>la</strong><br />

quinta parte del volume, colgono e/o sviluppano alcuni degli aspetti più caratterizzanti del<strong>la</strong><br />

sezione intito<strong>la</strong>ta “L’Ecosistema Aziendale”. La “teoria” sostenuta da Anthony Bianco nel saggio<br />

d’apertura è che le imprese si occuperanno sempre più di attività pubbliche e sociali. Questa<br />

previsione permea un po’ tutta questa parte. Iniziamo un po’ da lontano.<br />

Michelle Conlin sottolinea, con partico<strong>la</strong>re sagacia, che stiamo entrando in una<br />

“Economia del Sapere” da un <strong>la</strong>to e verso <strong>la</strong> connettività globale dall’altro <strong>la</strong>to; quindi il potere<br />

sta spostandosi verso le persone qualificate. Pressoché ogni dipendente, meglio ex dipendente,<br />

diventa imprenditore di se stesso ovvero un agente indipendente che quotidianamente negozia<br />

(come al Nasdaq o a Wall Street di bene amata memoria) il suo compenso e il mix delle sue attività<br />

per il prossimo futuro che ormai è fatto di giorni e non di mesi, men che meno di anni! Non<br />

sarà più “disgustosa” l’affermazione ‘faccio il mercenario’. Si <strong>la</strong>vora per progetti e per obiet-<br />

8 E’ bene ricordare che nel testo un saggio, dal titolo “Nei loro sogni più pazzi”, è interamente dedicato<br />

a come erano costruite le sedi aziendali attraverso una carrel<strong>la</strong>ta storico-architettonica negli anni dal 1926<br />

al 1957<br />

X


tivi. Svolto un buon <strong>la</strong>voro e portato a termine un grosso progetto, sarà possibile trascorrere<br />

un mese in riva al mare, sdraiati sul<strong>la</strong> sabbia. Certamente così facendo si avranno non pochi<br />

(ineliminabili) aspetti negativi: diffusa legge “del<strong>la</strong> giung<strong>la</strong>”, stress a go-go, assistenza sanitaria<br />

e pensionistica costosa. Apparentemente alcune imprese pensano di tornare indietro, al ventesimo<br />

secolo, e re-introdurre le (tanto denigrate) carriere professionali e le gerarchie, ad esempio<br />

Sun Microsystems del<strong>la</strong> Silicon Valley. Però con una ‘picco<strong>la</strong>’ differenza rispetto al passato:<br />

le carriere consisteranno in una serie di progetti svolti in sequenza piuttosto che in una statica<br />

mansione. Una cosa è certa: non ci sarà più un ritorno ai “bozzoli aziendali” del secolo<br />

appena concluso, cioè quelle occupazioni che ci si portava “dal<strong>la</strong> cul<strong>la</strong> al<strong>la</strong> bara”.<br />

Ma allora: il “colletto bianco” cosa deve fare per sopravvivere, magari con successo,<br />

nel ventunesimo secolo? Tom Peters, che non ha bisogno di presentazioni, enuncia sei punti che<br />

metteranno in grado questo quadro aziendale di non essere troppo “giurassico”: “padronanza”,<br />

essere cioè competente in qualche disciplina che il mondo considera pregiata; “chi conosci?”,<br />

avere un indirizzario ben mirato e selezionato di colleghi cui si può far ricorso per incoraggiamenti<br />

in progetti attuali o futuri; “istinto imprenditoriale”, impegnarsi – cioè - nel<br />

portare a termine i progetti affidati come se stesse gestendo i propri affari in cui predomina una<br />

continua necessità e ricerca di adattamento; “amore per <strong>la</strong> tecnologia”, nel senso che si deve<br />

comprender<strong>la</strong> e non basta farvi fronte; “marketing”, si deve far arrivare <strong>la</strong> propria storia<br />

nell’etere per mezzo di un sito WEB personale o raccontare il proprio progetto in una trasmissione<br />

commerciale; “passione per il rinnovamento”, ci si deve rinnovare anche se al<br />

momento si è dannatamente felici!<br />

Non è tutto oro ciò che luccica, il sapiente detto popo<strong>la</strong>re sembra ben applicato ad un<br />

fenomeno che, a cavallo tra il ventesimo e ventunesimo secolo, è apparso trasmodante: l’utilizzo<br />

dell’outsourcing. Pete Engardio ne esamina a fondo i punti di forza e di debolezza. I grandi<br />

outsourcer nel ventunesimo secolo dispongono ormai di interi e numerosi campus industriali,<br />

come nel caso del<strong>la</strong> messicana Flextronics, e si stanno trasformando in enormi multinazionali.<br />

Infatti, le imprese che ricorrono a tale soluzione stanno cedendo “fette“ del<strong>la</strong> catena del<br />

valore che una volta facevano parte del tesoro attentamente sorvegliato: servizi post-vendita,<br />

co-progettazione di nuovi prodotti, know how intellettuale, ecc.. Questi colossi, una volta considerati<br />

outsourcer, stanno crescendo a dismisura ed assomigliando geneticamente sempre più a<br />

dei prototipi di una <strong>nuova</strong> razza di multinazionali che riescono, per certuni inspiegabilmente,<br />

a raccogliere le macerie abbandonate dalle imprese del<strong>la</strong> old economy ed assemb<strong>la</strong>rle con tale<br />

originalità in nuove versioni di imperi integrati verticalmente. Attenzione però! Quando i produttori<br />

a contratto entreranno nel<strong>la</strong> progettazione faranno capolino domande insidiose: come<br />

fa un cliente ad essere sicuro che <strong>la</strong> propria idea innovativa non finirà nel prodotto di un concorrente?<br />

Che cosa impedisce ad un fornitore di diventare un concorrente diretto?<br />

XI


Il quinto saggio, dei nove appartenenti a questa penultima sezione del libro, sembra<br />

dare le “giuste dritte” alle imprese che devono fare i conti con <strong>la</strong> decisione di esternalizzare,<br />

dare in outsourcing oppure fare tutto in casa integrandosi opportunamente con altri produttori<br />

ex outsourcer. La risposta del collega di Harvard, C<strong>la</strong>yton M. Christensen, viene svolta utilizzando<br />

efficacemente <strong>la</strong> metafora del pendolo. Se i bisogni del cliente cambiano in misura<br />

sostanziale, allora è meglio integrarsi, soprattutto quando <strong>la</strong> tecnologia necessaria ad ottenere<br />

prodotti soddisfacenti non è al momento disponibile sul mercato o non offre standard accettabili<br />

tra queste nuove possibilità e le interfacce preesistenti. Dunque <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> d’oro di Christensen<br />

è chiara ed imp<strong>la</strong>cabile: quando <strong>la</strong> prestazione di un prodotto o il risultato di un servizio risulta<br />

eccellente (e quindi si competerà su velocità, flessibilità, costi) allora le imprese meno integrate,<br />

e quindi più virtuali di altre, avranno il sopravvento, ma quando <strong>la</strong> performance del<br />

prodotto o del servizio non sarà ancora in grado di soddisfare i bisogni del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong> allora<br />

saranno le aziende integrate, cioè quelle assai poco virtuali, ad avere un vantaggio, sempre,<br />

anche nel ventunesimo secolo.<br />

Prima di passare all’impegno delle aziende nel sociale, il saggio a due mani di mark<br />

Clifford e Manjeet Kripa<strong>la</strong>ni cerca di dare una soluzione di tendenza ad uno dei problemi geograficamente<br />

più “scomodi” del ventunesimo secolo: <strong>la</strong> delocalizzazione del <strong>la</strong>voro di “routine”<br />

svolta dai colletti bianchi. Vediamo di cosa si tratta.<br />

Da quando le funzioni del business convergono sul WEB e i tecnici adottano standard simili<br />

in tutto il mondo si sta osservando un enorme spostamento nel pianeta di ricerca continua di<br />

impiegati a “buon prezzo” e buoni conoscitori del<strong>la</strong> lingua inglese. Prima l’Ir<strong>la</strong>nda, ora<br />

l’India stanno diventando (o sono diventati) i serbatoi mondiali dei colletti bianchi. Lavorare<br />

“gomito a gomito” anche se distanti oltre 10.000 chilometri, non costituisce più un ossimoro.<br />

Anche le Isole Filippine stanno attivamente promuovendo <strong>la</strong> loro forza <strong>la</strong>voro più qualificata.<br />

Ogni anno le Università locali <strong>la</strong>ureano 70.000 ingegneri e 100.000 informatici. Se poi si<br />

aggiunge che lo stipendio di un consulente di management filippino costa un quarto rispetto ad<br />

un suo collega statunitense a parità di qualità, è presto fatto il conto, e <strong>la</strong> minaccia per alcune<br />

affol<strong>la</strong>te Nazioni è più che concreta, è certa. Ecco perché gli impiegati “normali” degli States o<br />

europei saranno spinti a riqualificarsi per trovare nuove abilità da offrire ai propri datori di<br />

<strong>la</strong>voro. Questa del ventunesimo secolo è, infatti, un’economia che si fonda sempre più sul sapere.<br />

Ciò vale in primis per i <strong>la</strong>vori cosidetti di supporto mentre il personale di base, quello su<br />

cui fondare il core business, è ancora autoctono. Ma non per molto. Alcune aziende statunitensi,<br />

ad esempio, stanno andando anche oltre l’outsourcing di supporto. Stanno cioè affidando<br />

sempre più <strong>la</strong>voro ad imprese indiane che dimostrano concretamente di saper salire velocemente<br />

<strong>la</strong> “sca<strong>la</strong> del valore” sviluppando servizi, know how, performance del tutto analoghe a quelle<br />

statunitensi ma ad un costo inferiore del 60%.<br />

XII


Tutto ciò richiede grossi sforzi governativi per investimenti in infrastrutture. Nel luglio del<br />

2000 a Madras, nel sud di Tamil Nadu, è stato inaugurato uno splendido ed innovativo parco<br />

tecnologico da 85 milioni di dol<strong>la</strong>ri. Lo stato indiano spende annualmente 10 milioni di dol<strong>la</strong>ri<br />

per instal<strong>la</strong>re PC ed insegnare discipline informatiche. Conclusione pratica: le imprese<br />

dovranno addestrare manager cosmopoliti, che si sentano a casa sia a Madras che a<br />

Manhattan!<br />

Dicevamo dell’impegno sociale delle imprese. Certo, nel ventunesimo secolo <strong>la</strong> presenza<br />

dell’impresa nel sociale sarà sempre più massiccia sia per necessità che per tornaconto. I confini<br />

che tradizionalmente consideravamo i domini aziendali e sociali si stanno sempre più sfocando.<br />

Lo Stato dimostra <strong>la</strong> sua incapacità nel fornire adeguati servizi di base, numerosi gruppi<br />

pubblici e non pochi opinion leader impegnati nel non profit fanno sempre più affidamento<br />

sulle aziende affinché devolvano denaro e competenze a problematiche sociali. Nel ventunesimo<br />

secolo <strong>la</strong> proliferazione di programmi di volontariato si accentuerà ed esploderà in quanto “il<br />

volontariato ti dà un senso di orgoglio e ti rende fiero; è importante per me che l’azienda<br />

restituisca qualcosa al<strong>la</strong> comunità”.<br />

Si osserva che un numero sempre crescente di imprese devolve alcuni punti percentuali (dall’1%<br />

al 3%) del reddito ante imposte per sviluppare attività dedicate ai servizi sociali: dal tutoring<br />

per i dipendenti alle riparazioni degli edifici sco<strong>la</strong>stici, dall’educazione scientifica nelle scuole<br />

al finanziamento di centri per <strong>la</strong> salute infantile. Ma questa cultura dell’impegno nel “sociale<br />

aziendale” è priva di tranelli per il business? Assolutamente no, sostiene Amy Borrus autore di<br />

questo settimo saggio, i tranelli più pericolosi sono i seguenti: a) dare per scontato tale impegno<br />

qualora le crescenti donazioni abbracciassero sempre più cause a sfondo sociale; b) disimpegnarsi<br />

con difficoltà: i consumatori punirebbero le imprese che venissero percepite come socialmente<br />

irresponsabili, ad es. Nike e il <strong>la</strong>voro minorile; c) usurpare ruoli da sempre riservati<br />

all’intervento statale, capire quindi il limite da non oltrepassare prima che <strong>la</strong> gente dica di<br />

averne abbastanza.<br />

Nel<strong>la</strong> sezione “L’Ecosistema aziendale” non poteva mancare un contributo sul<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>.<br />

William C. Symonds si è concentrato su quel<strong>la</strong> secondaria e il titolo del suo saggio (“High<br />

School Will Never Be The Same”) già fa capire cosa “bolle in pento<strong>la</strong>”. Quasi tutto sarà diverso.<br />

Cambierà <strong>la</strong> struttura fisica, ogni studente disporrà di una postazione di <strong>la</strong>voro dedicata.<br />

L’orario verrà diversamente strutturato. Durante il terzo anno passeranno molto del loro<br />

tempo fuori dalle mura sco<strong>la</strong>stiche, in stage, apprendendo l’alfabeto del <strong>la</strong>voro applicato in<br />

un’impresa ad alta tecnologia. I driver saranno i tre seguenti: i) enfasi sul<strong>la</strong> tecnologia, ii)<br />

<strong>la</strong>vori svolti in corsi molto personalizzati, iii) privilegio del<strong>la</strong> profondità a scapito dell’ampiezza<br />

del sapere. I docenti e i business leader ritengono che <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria debba essere<br />

radicalmente ri-organizzata per preparare gli studenti al<strong>la</strong> new economy, in cui da un <strong>la</strong>to le<br />

XIII


idee saranno <strong>la</strong> valuta di scambio e dall’altro <strong>la</strong> tecnologia sarà fondamentale nello svolgimento<br />

di quasi tutti i compiti e le mansioni.<br />

Ma allora, quali le principali linee di “riforma” per <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria? Otto raccomandazioni,<br />

secondo Symonds, devono accompagnare tale impegnativo progetto di rifondazione:<br />

1. gli studenti dovranno affrontare corsi molto ampi ma superficiali,<br />

2.<br />

abbandonando le lezioni da 50’ a favore di un minor numero di corsi che però<br />

siano di più lunga durata;<br />

nel mercato del <strong>la</strong>voro di oggi (ventunesimo secolo) si deve minimizzare<br />

l’abbandono di studenti lungo <strong>la</strong> strada dell’apprendimento sco<strong>la</strong>stico;<br />

3. occorre un percorso di studi che impieghi Internet e <strong>la</strong> tecnologia per abituare i<br />

ragazzi a convivere in continuazione con le sfide intellettuali che affronteranno<br />

dopo il diploma;<br />

4. dedicare molto più tempo a progetti di approfondimento;<br />

5. consentire agli studenti di affrontare i problemi in gruppo;<br />

6. disporre di scuole più piccole e più reattive ai bisogni individuali;<br />

7. migliorare il sostegno offerto nel passaggio al<strong>la</strong> vita adulta e <strong>la</strong>vorativa:<br />

8. ripensare radicalmente all’artico<strong>la</strong>zione dell’ultimo o degli ultimi due anni del<br />

diploma.<br />

Nelle vecchie scuole di oltre 1000 studenti, <strong>la</strong> mano dell’architetto dovrebbe essere così abile da<br />

ristrutturarle in “distretti” sco<strong>la</strong>stici, quasi una scuo<strong>la</strong> nel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, divisibile cioè in famiglie<br />

da circa 100 allievi ognuna. Il corpus studentesco così contenuto verrebbe meglio seguito, i<br />

docenti riuscirebbero a conoscere a fondo ciascun allievo e a meglio apprezzare e orientare le<br />

sue inclinazioni verso una partico<strong>la</strong>re tipologia professionale. In futuro i criteri sempre più<br />

diffusi con cui le scuole secondarie raggrupperanno gli studenti saranno i loro interessi e le loro<br />

abilità piuttosto che <strong>la</strong> loro età. Le lezioni dureranno dalle tre alle quattro ore, permettendo ai<br />

discenti di dedicare del tempo in modo partico<strong>la</strong>re a progetti approfonditi, orientati a promuovere<br />

un apprendimento duraturo. Gli studenti dovranno trascorrere mezza giornata in<br />

una lezione che “misceli” inglese, studi sociali, studi ambientali. Questo riflette meglio il mondo<br />

in cui entreranno. Tutto ciò insegnerà loro a fare connessioni tra discipline differenti e a <strong>la</strong>vorare<br />

in team. L’ultimo anno dovrebbe essere progettato in modo che lo studente trascorra più<br />

tempo all’esterno, fuori dal campus del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria, <strong>la</strong>vorando con gli adulti in tirocini<br />

meticolosamente strutturati. Frequentare le lezioni diventerà meno importante che superare<br />

le prove progettate per misurare le competenze di base. Con il proliferare dei device informatici<br />

ogni studente avrà accesso ad Internet, dovunque e sempre. Ciò porterà ad un’esplosione<br />

dell’apprendimento a distanza, offrire agli studenti qualsiasi lezione richiedano, dal cinese<br />

XIV


al<strong>la</strong> fisica avanzata, dal<strong>la</strong> geografia al<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> musica.<br />

Vi è dunque <strong>la</strong> consapevolezza che l’America non può permettersi più il lusso di preservare<br />

un sistema di apprendimento progettato su un mondo ormai scomparso!<br />

L’ultimo saggio, ancora a due mani e curato da Howard Gleckman e Dan Carney, è<br />

stimo<strong>la</strong>nte ma assai fantastico e sufficientemente difficile da assimi<strong>la</strong>re e valutare criticamente<br />

per un neoeuropeo, dato il suo “respiro assolutamente americano”. Vediamo di stemperarlo<br />

almeno in questa sede. Osserviamo che <strong>la</strong> standardizzazione delle tecnologie è stata veramente<br />

<strong>la</strong> forza che ha sospinto l’industria tecnologica. Ora sarà anche <strong>la</strong> forza che sospingerà le<br />

amministrazioni statali ad armonizzare le rego<strong>la</strong>mentazioni commerciali spingendo i vari<br />

stati del pianeta a diventare sempre più globali. Non ci sarà un governo globale ma ci sarà una<br />

cooperazione globale. Lo Stato (centrale) del prossimo futuro dovrebbe avere un aspetto differente<br />

dall’attuale: emergeranno nuovi ibridi, entità organizzative che saranno parzialmente<br />

pubbliche e in parte private, non di rado prive di una sede fissa, il municipio sarà Internet stesso.<br />

Ci troviamo, allora, di fronte non già ad una minore governabilità bensì ad una differente<br />

modalità di governabilità.<br />

Tre modelli probabili per queste nuove forme di governo si affacciano al balcone del ventunesimo<br />

secolo, ognuno dei quali avrà successo ma in differenti circostanze:<br />

1. “Governo spa”, similmente a ICANN (Internet Corporation for Assigned<br />

Names and Numbers), avremo bisogno di un organismo che si occupi del<strong>la</strong><br />

governabilità di Internet, superando l’attuale limite di non avere potere di<br />

natura pubblica per far rispettare le sue regole;<br />

2. “Quasi governo”, sull’esempio del GBDEL (Global Business Dialogue on<br />

Electronic Commerce) saranno necessarie istituzioni (private) che stimolino gli<br />

interlocutori mondiali (come ad esempio il G8) a rego<strong>la</strong>mentare alcuni grandi<br />

temi tra i quali ricordiamo - ad esempio - l’introduzione di regole standard per<br />

<strong>la</strong> (revisione del<strong>la</strong>) legge antimonopolio, il superamento del<strong>la</strong> forbice digitale<br />

ovvero il divario economico causato dal<strong>la</strong> tecnologia;<br />

3. “Non governo”, il modello più anarchico (denominato Marketp<strong>la</strong>ce) dove le<br />

imprese sono autonome nello sviluppare pratiche standard che poi diventano<br />

regole generalmente accettate senza <strong>la</strong> necessità di insediare commissioni,<br />

presentare re<strong>la</strong>zioni sullo stato di avanzamento o svolgere trattative politiche.<br />

Siamo al termine di questa forte ed entusiasmante passeggiata nel tempo. L’ultima sezione,<br />

<strong>la</strong> sesta, non a caso s’intito<strong>la</strong> “Back To The Future”. Tre contributi concludono il volume in<br />

presentazione: il primo a cura di Anthony Bianco, appare molto discorsivo e giornalistico. Con<br />

non lieve fatica siamo riusciti ad enucleare un paio di idee che riteniamo interessanti per il let-<br />

XV


tore. La prima: ci saranno gravami sociali per l’azienda del ventunesimo secolo? Quanto l’impresa<br />

sarà occupata nel raggiungere obiettivi sociali? La seconda idea è sul futuro dell’impresa<br />

americana. L’autore ricorda che tale azienda è stata, più di quel<strong>la</strong> europea e di quel<strong>la</strong> asiatica,<br />

in costante dialettica conflittuale con il potere statale centrale. Con alti e bassi continuerà<br />

a sopravvivere grazie al<strong>la</strong> propria illimitata capacità di adattamento.<br />

Il penultimo dei trenta saggi è magistralmente divertente. James Collins impiegò dieci<br />

anni di rigorosa ricerca per individuare “ciò che contribuisce a fare grande e durevole un’azienda”<br />

allorquando un manager Internet alzò <strong>la</strong> mano e domandò: “come reagisci all’idea<br />

che nul<strong>la</strong> del<strong>la</strong> tua ricerca si applica al<strong>la</strong> new economy?” Viene allora da domandarsi: non<br />

si deve più apprendere dal passato? buttiamo via per sempre i “principi senza tempo?” E’ il<br />

caso di ricordare che due ingegneri americani (Bill Hewlett e David Packard) hanno <strong>la</strong>sciato<br />

(1937) dei principi di management immutabili nel tempo, che ben si applicano anche nell’era<br />

di Internet:<br />

1. bisogna “riunire le persone giuste sul pullman”,<br />

2. è sempre necessario <strong>la</strong>vorare insieme “per creare un’organizzazione che condivi<br />

da i medesimi valori e gli stessi standard”,<br />

3. “una grande azienda genera sempre più opportunità di quelle che può gestire”,<br />

4. “<strong>la</strong> crescita di una grande azienda viene limitata so<strong>la</strong>mente dal<strong>la</strong> capacità di<br />

ottenere un sufficiente numero di persone giuste”;<br />

5. “lo sviluppo dei ricavi non può eccedere quello delle persone che possono gestire<br />

e sostenere tale crescita”,<br />

6. “quando sai di dover attuare un cambiamento organizzativo non commettere<br />

l’errore di aspettare un momento migliore, agisci”.<br />

L’ultimo saggio è un virtuale match di boxe tra CISCO e INTEL su come sarà l’era<br />

digitale. I due attuali CEO si sfidano lungo diciassette riprese, pardon, affermazioni; dieci a<br />

favore di CISCO e sette a favore di INTEL.<br />

John T. Chambers - attuale CEO di CISCO- sostiene:<br />

1. i cambiamenti che prima sarebbero avvenuti in un decennio, possono avvenire<br />

in uno o due anni,<br />

2. quali gli ingredienti chiave di un’azienda di successo? Velocità, talento e<br />

marchio. Aggiungerei una cultura che prospera nel cambiamento,<br />

3. tra dieci anni come sarà l’azienda? Null’altro che e-companies; avere – poi -<br />

sempre il polso del cliente in quanto le sue priorità cambieranno molto<br />

rapidamente; ciò per cui sarà disposto a pagare un prezzo aggiuntivo si<br />

manifesterà in modo così veloce da obbligarci ad un aggiornamento continuo e<br />

saranno guai seri per chi si comporterà diversamente,<br />

XVI


4. ogni cosa diventerà sempre più economica e in questa situazione il consumatore vince<br />

al<strong>la</strong> grande,<br />

5. <strong>la</strong> vera competizione globale non è ancora iniziata, non l’abbiamo ancora vista, ma<br />

quando avverrà, sarà tremenda,<br />

6. <strong>la</strong> percentuale di capitale speso per <strong>la</strong> tecnologia è passato da meno del 10%<br />

negli anni Sessanta a circa il 60% di oggi,<br />

7. i processi decisionali scenderanno sempre più verso il basso, saranno più<br />

numerosi e più veloci,<br />

8. sempre più sarà necessario reclutare i migliori, responsabilizzandoli in<br />

continuazione,<br />

9. per tenere questi talenti aziendali vicino, occorre fare so<strong>la</strong>mente tre cose: i)<br />

l’azienda deve essere un bel posto per <strong>la</strong>vorare; ii) creare dei leader che godano<br />

del<strong>la</strong> stima del loro staff; iii) <strong>la</strong>vorare per uno scopo molto elevato: cambiare il<br />

modo in cui il pianeta agisce, <strong>la</strong>vora, gioca;<br />

10. mettere in pratica le proprie idee.<br />

Per INTEL, Andrew S. Grove (l’attuale Presidente) si interroga e afferma:<br />

1. imponenti cambiamenti? C’è un detto da noi: “ogni generazione pensa di avere<br />

scoperto il sesso; e ti chiedi come siamo potuti arrivare a questo punto<br />

nell’umanità”,<br />

2. grandi trasformazioni? Sono cambiamenti graduali; non penso che stiamo<br />

assistendo ad una transizione di fase, come del ghiaccio che si trasforma in<br />

acqua,<br />

3. <strong>la</strong> trasformazione dell’economia globale? E’ significativa ma in continua<br />

evoluzione,<br />

4. <strong>la</strong> velocità? Ha i suoi limiti! I cervelli non <strong>la</strong>vorano più velocemente. Lo<br />

scambio di idee non si velocizza più di quel tanto,<br />

5. gli sviluppi tecnologici non hanno sradicato povertà e ma<strong>la</strong>ttie,<br />

6. non è bene assistere passivamente al<strong>la</strong> trasformazione fondamentale di oggi: da<br />

produrre beni a fornire informazioni e servizi. Abbiamo scuole senza<br />

insegnanti, dipartimenti di polizia senza poliziotti, ma tutti vogliono emu<strong>la</strong>re<br />

<strong>la</strong> Silicon Valley, trasformeranno il mondo in numerose isole, tutte con i<br />

medesimi problemi,<br />

7. l’outsourcing? Questa ‘virtualizzazione’ riduce i vantaggi competitivi e porta<br />

al<strong>la</strong> rapida e diffusa produzione (di base) di tutto,<br />

8. <strong>la</strong> parte sinistra del mio cervello si dedica al<strong>la</strong> tecnologia, ed è molto eccitata.<br />

XVII


La parte destra è un emisfero da manager. E’ vero che ci sono stati<br />

cambiamenti numerosi: <strong>la</strong> parte sinistra mi dice che sono galoppanti, quello<br />

destro che –nel modo in cui gestiamo le organizzazioni- ci sono stati so<strong>la</strong>mente<br />

mutamenti lenti e graduali,<br />

9. sono sopravvissuto a quarant’anni di management e in questi quarant’anni le<br />

persone non sono cambiate, sono quindi un po’ scettico.<br />

Giunti al termine di questa introduzione non possiamo esimerci dal fornire succintamente alcuni<br />

tra i più innovativi “punti cardinali” verso cui l’impresa del ventunesimo secolo sta, più<br />

o meno consapevolmente, dirigendosi: cambieranno le professioni, nel senso che a quelle tradizionali,<br />

prima si affiancheranno dei nuovi mestieri e poi (forse) gradualmente tali professioni<br />

verranno soppiantate; ci vorrà “più testa”, ovvero il <strong>la</strong>voro - qualunque esso sia e chiunque lo<br />

svolga - richiederà più cervello di oggi per raggiungere risultati e conseguire prestazioni di livello;<br />

occorrerà “far bal<strong>la</strong>re l’elefante”, nel senso che le massicce ed opulente organizzazioni di oggi<br />

dovranno dotarsi di una agilità nel decidere, nel realizzare il <strong>la</strong>voro, nel motivare e divertire<br />

le persone occupate presso di loro, nel localizzare sul pianeta fabbriche, centri amministrativi<br />

e di e<strong>la</strong>borazione dati, ecc. in numero e qualità assai maggiori di quelle odierne; infine, si dovrà<br />

possedere “l’arte persiana” nel tessere alleanze, partnership, consorzi, gruppi, re<strong>la</strong>zioni, ecc.<br />

mantenendo costantemente vivo e stimo<strong>la</strong>nte il rapporto. Il tutto con un occhio sempre più<br />

rivolto al<strong>la</strong> qualità del “profit” piuttosto che al<strong>la</strong> sua dimensione assoluta.<br />

Così come non possiamo esimerci dal ringraziare chi veramente ci è stato vicino con<br />

discrezione, passione, disponibilità ed elevata professionalità in questa non lieve opera di traduzione,<br />

revisione e adattamento: Laura Lavezzari, insostituibile braccio destro in qualità di<br />

responsabile organizzativa del<strong>la</strong> segreteria ASAM; Roberta Baldi, artefice e coordinatrice del<strong>la</strong><br />

messa in italiano di questi trenta contributi originali; Diego Clerici, l’artigiano che ha realizzato<br />

questo piccolo grande “gioiello” editoriale. Come sempre le possibili colpe e i probabili<br />

errori sono a carico del direttore scientifico ASAM, che si scusa anticipatamente con i lettori,<br />

invitandoli al<strong>la</strong> massima benevolenza e tolleranza. Nessuno è perfetto!<br />

(*) direttore scientifico e segretario permanente di ASAM; professore ordinario di programmazione<br />

e controllo presso l’Università Cattolica del “Sacro Cuore” di Mi<strong>la</strong>no dove insegna<br />

strategia e politica aziendale<br />

XVIII


L’ECONOMIA<br />

CREATIVA<br />

di Peter Coy<br />

Quali imprese prospereranno<br />

negli anni a venire? Quelle che<br />

apprezzano le idee più di ogni<br />

altra cosa.<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

Adam Smith, il capitalista più temibile, non<br />

amava le aziende: nel 1776 scrisse in The<br />

Wealth of Nations che esse generano<br />

“negligenza e profusione”e che “raramente<br />

falliscono nel fare più male che bene”.<br />

Ai suoi tempi, le autorità governative<br />

distribuivano raramente e a malincuore<br />

statuti aziendali ma, un secolo più tardi,<br />

quando il grado d’influenza delle imprese<br />

crebbe necessariamente, le aziende<br />

divennero protagoniste.Costruirono ferrovie,<br />

acciaierie, raffinerie e altri business di<br />

dimensioni ancora mai viste, giocando un<br />

ruolo indispensabile in ciò che J. Bradford<br />

DeLong, economista del<strong>la</strong> University of<br />

California a Berkley,chiama il “fatto centrale”<br />

nel<strong>la</strong> storia economica del ventesimo<br />

secolo: il maggiore aumento di benessere<br />

materiale mai avvenuto.<br />

1<br />

.


.<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

Oggi l’Economia Industriale sta cedendo il passo<br />

all’Economia Creativa e le aziende sono ad un<br />

altro bivio.Le caratteristiche che le resero ideali per<br />

il ventesimo secolo le potrebbero paralizzare nel<br />

ventunesimo, quindi dovranno cambiare<br />

drasticamente.La selezione darwiniana applicata<br />

al business quotidiano verrà vinta delle persone -<br />

e dalle organizzazioni - che si adatteranno con<br />

maggiore successo al nuovo mondo che si sta<br />

configurando.<br />

Questo Speciale Numero Doppio è un tentativo di<br />

scrutare il futuro per descrivere l’ “aspetto” e <strong>la</strong><br />

“portata” delle aziende del ventunesimo secolo,<br />

attingendo alle intuizioni dei CEO1 , delle banche<br />

d’affari,degli accademici,dei consulenti e,anche,<br />

di coloro che si trovano in prima linea negli uffici.<br />

Analizzeremo <strong>la</strong> gestione via Web,le caratteristiche<br />

dei nuovi luoghi di <strong>la</strong>voro aziendali, il bisogno di<br />

1 Questa carica equivale, nel mondo anglosassone,<br />

al nostro amministratore delegato o al direttore<br />

generale [NdT].<br />

2<br />

L’IMPERATIVO<br />

TECNOLOGICO<br />

La chiave di volta<br />

del<strong>la</strong> <strong>nuova</strong><br />

Economia Creativa<br />

sono le informazioni<br />

e le idee.<br />

Gli investimenti nel<br />

settore dell’IT<br />

dovrebbero<br />

continuare ad<br />

aumentare - e a<br />

mantenere viva <strong>la</strong><br />

recente tendenza<br />

produttiva.<br />

cercare assolutamente persone dotate di<br />

abbondante talento, l’ecosistema in cui vivranno<br />

le aziende, le mansioni del futuro e molto altro<br />

ancora. Il nostro scopo è stimo<strong>la</strong>re nei lettori delle<br />

intuizioni che potrebbero aiutare le loro stesse<br />

imprese ad avere successo nei decenni a venire.<br />

VALORE VIRTUALE. Iniziamo con l’aspetto più<br />

importante: il crescente potere delle idee.<br />

Ai tempi di Adam Smith <strong>la</strong> maggior parte delle<br />

persone <strong>la</strong>vorava in campagna nelle fattorie;<br />

successivamente il settore industriale divenne<br />

predominante.<br />

Le economie avanzate sono diventate così efficienti<br />

nel produrre cibo e beni fisici che <strong>la</strong> maggior parte<br />

del<strong>la</strong> forza <strong>la</strong>voro è stata riorientata nel fornire<br />

servizi o nel produrre beni immateriali - dati,software,<br />

notizie, intrattenimento, pubblicità e simili - come<br />

mostrano queste statistiche: dal 1960 <strong>la</strong> quota<br />

statunitense delle spese in conto capitale destinata<br />

all’Information Technology è più che triplicata,<br />

passando dal 10% al 35%; scienze come <strong>la</strong><br />

biotecnologia stanno avendo un boom; il Patent<br />

& Trademark Office statunitense concede il 70%<br />

di licenze in più - circa 170.000 nel 1999 - rispetto<br />

a solo un decennio fa.<br />

Le persone immettono sul mercato programmi per<br />

computer ed invenzioni,mentre le imprese sempre<br />

più snelle e leggere sfornano i sofà, i cereali per <strong>la</strong><br />

co<strong>la</strong>zione, i telefoni cellu<strong>la</strong>ri. Il contenuto fisico del<br />

prodotto interno lordo sembra svanire come il gatto<br />

di Cheshire2 di Lewis Carroll. Sebbene gli Stati Uniti<br />

vengano tuttora definiti come una nazione ad<br />

economia industriale, il Bureau of Labor Statistics<br />

stima che entro il 2005 <strong>la</strong> percentuale di impiegati<br />

nell’industria scenderà sotto il 20%,il livello più basso<br />

dal 1850, mentre <strong>la</strong> lunga stasi nel<strong>la</strong> crescita<br />

produttiva appare terminata. Se <strong>la</strong> produttività<br />

aumenta del 3% l’anno - sempre inferiore,<br />

comunque, rispetto al<strong>la</strong> sua attuale percentuale<br />

- il risultato medio per ora di <strong>la</strong>voro raddoppierà<br />

nel giro di 25 anni. Ciò determinerà una qualità<br />

del<strong>la</strong> vita più agiata.<br />

2 In Alice nel Paese delle Meraviglie Alice e <strong>la</strong> Regina<br />

Bianca ebbero ad un certo punto <strong>la</strong> visione di un<br />

gatto di Cheshire, sorridente nel cielo. Mentre esse<br />

lo osservavano, prima ne scomparve <strong>la</strong> coda, poi<br />

le zampe, poi l’intero corpo e il muso; solo il suo<br />

sorriso - senza <strong>la</strong>bbra, anch’esse dissoltesi - rimase<br />

visibile [NdT].


IL CAPITALEÈ<br />

ABBONDANTE<br />

Ora è più semplice<br />

ottenere il denaro<br />

che realizza le idee<br />

grazie al boom delle<br />

offerte pubbliche<br />

d’acquisto e agli<br />

investimenti delle<br />

banche d’affari<br />

Il mutamento del millennio è un cambiamento<br />

dagli hamburger al software.Il software è un’idea,<br />

l’hamburger è una mucca. Certamente<br />

continueranno ad esserci ancora produttori di<br />

hamburger nel ventunesimo secolo, ma il potere,<br />

il prestigio e il denaro confluiranno verso quelle<br />

imprese che possederanno l’indispensabile bene<br />

intellettuale. Tutto ciò si può già vedere. Al<strong>la</strong> fine<br />

del 1999,Microsoft Corp.,con solo 31.000 impiegati,<br />

aveva una capitalizzazione di mercato di 600 bilioni<br />

di dol<strong>la</strong>ri mentre McDonald’s Corp.,con un numero<br />

di impiegati di 10 volte tanto,ne aveva un decimo.<br />

Prendiamo come altro esempio Yahoo Inc., un<br />

luogo virtuale in un medium virtuale, Internet:<br />

sebbene assai al di sotto del suo corso azionario<br />

massimo, essa viene scambiata ad un prezzo di<br />

40 volte il suo valore contabile. Se Steel Group<br />

statunitense del<strong>la</strong> USX Corp. scambiasse il proprio<br />

valore contabile nel<strong>la</strong> stessa misura di Yahoo, <strong>la</strong><br />

sua capitalizzazione di borsa sarebbe di circa 90<br />

bilioni di dol<strong>la</strong>ri americani rispetto a 2 bilioni di<br />

dol<strong>la</strong>ri, e anche meno.<br />

In un’economia fondata sulle idee piuttosto che<br />

sul capitale fisico, il potenziale per conseguire<br />

successi, come Yahoo che prende in contropiede<br />

chiunque, è ancora più grande. Ciò accade in<br />

quanto le idee, come i virus, sono contagiose; si<br />

possono diffondere in una popo<strong>la</strong>zione immensa<br />

apparentemente nel corso di una notte. E una<br />

volta che l’idea - diciamo, un programma per<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

computer - è stata sviluppata, il costo per farne<br />

delle copie è quasi pari a zero e i potenziali utili<br />

appaiono enormi.<br />

Vista <strong>la</strong> possibilità di ritorni “gargantuelici”,<br />

non sorprende che le aziende fondate sulle idee<br />

abbiano un accesso facilitato al capitale.<br />

La quantità di denaro destinata agli investimenti<br />

è stata gonfiata sia dal<strong>la</strong> marea crescente di<br />

benessere mondiale che da una <strong>nuova</strong> cultura<br />

dell’investimento. Le aziende statunitensi hanno<br />

ricevuto circa 50 bilioni di dol<strong>la</strong>ri in capitale di<br />

rischio nel 1999, 25 volte in più rispetto al 1990.<br />

Il capitale risparmio raccolto durante le offerte<br />

pubbliche d’acquisto negli Stati Uniti nel 1999 -<br />

circa 70 bilioni di dol<strong>la</strong>ri - è stato 15 volte quello<br />

raccolto nel 1990. Si è certi che entrambi questi<br />

record verranno superati nel 2000.<br />

L’assoluta abbondanza di capitale potrebbe essere<br />

dannosa per gli stessi capitalisti,inclusi gli investitori<br />

istituzionali del mercato borsistico, in quanto ciò<br />

che essi offrono - il denaro - non è più una risorsa<br />

scarsa. Ciò che scarseggia sono invece le buone<br />

idee ed è pertanto assai probabile che gli azionisti<br />

perdano del potere nel ventunesimo secolo,mentre<br />

ne guadagnino gli imprenditori e i <strong>la</strong>voratori<br />

dipendenti che generano idee.<br />

I primi riscontri di questa tendenza sono i bonus<br />

enormi e le concessioni di opzioni sulle azioni ai<br />

dipendenti chiave.<br />

Raghuram Rajan - un economista al<strong>la</strong> Graduate<br />

Business School del<strong>la</strong> University of Chicago - sostiene<br />

che potrebbe essere il momento di ripensare<br />

all’idea di generale accettazione che tutti gli utili<br />

di un’impresa spettino agli azionisti,e Charles Handy<br />

- l’autore inglese di The Age of Unreason -<br />

suggerisce altresì che alcune aziende potrebbero<br />

diventare più simili ad associazioni volontarie,gestite<br />

a beneficio dei prestatori di <strong>la</strong>voro che vi operano.<br />

“IL DILEMMA IN QUESTIONE”. La crescente<br />

importanza delle idee genera tutta una serie di<br />

difficoltà per le aziende: libri, musica e software<br />

sono difficili da creare - e diabolicamente semplici<br />

da copiare.<br />

3<br />

.


.<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

LA FORZA LAVORO DI DOMANI<br />

Entro il 2050 i bianchi non ispanici sfioreranno<br />

<strong>la</strong> maggioranza del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

statunitense. Secondo le prioiezioni del Census<br />

Bureau gli ispanici costituiranno quasi un terzo<br />

del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

La Cina, ad esempio, è una perfetta macchina di<br />

contraffazione, ed ora lo è anche Internet, grazie<br />

agli strumenti che permettono di scaricare musica,<br />

film e software gratuitamente. La battaglia legale<br />

contro il più grande porto di rifugio del<strong>la</strong> pirateria<br />

musicale, <strong>la</strong> Napster Inc., è un segno di ciò che<br />

accadrà in futuro.<br />

Rubare <strong>la</strong> proprietà intellettuale è letale<br />

all’innovazione, anche se protegger<strong>la</strong> in modo<br />

esageratamente rigido può impigrire coloro che<br />

ne posseggono,affievolendone lo spirito innovativo:<br />

Chuck D, il rapper leader dei Public Enemy e<br />

supporter di Napster Inc., <strong>la</strong>menta, ad esempio, il<br />

fatto che non di rado le aziende discografiche<br />

comprano i diritti delle canzoni e non li sfruttano<br />

appieno.<br />

Per continuare a far crescere questa Economia<br />

Creativa i governi nazionali dovranno valutare<br />

attentamente i pro e i contro: emettere licenze,<br />

copyright, trademark e c<strong>la</strong>usole di non<br />

competizione, per stimo<strong>la</strong>re gli incentivi al<strong>la</strong><br />

creazione, ma in misura mai così elevata da<br />

sopprimere <strong>la</strong> competizione stessa. “La proprietà<br />

intellettuale diventerà il grosso problema di scontro”<br />

nei decenni a venire, predice Lester C. Thurow,<br />

economista del Massachusetts Institute of<br />

Technology.<br />

Nell’Economia Creativa, il più importante bene<br />

intellettuale non è né il software, né <strong>la</strong> musica né<br />

i film: è ciò che si trova nelle teste dei dipendenti.<br />

Quando i beni erano oggetti fisici,come le miniere<br />

di carbone, gli azionisti li possedevano realmente,<br />

ma se il patrimonio aziendale vitale è formato dalle<br />

persone,non ci può essere vera proprietà: il meglio<br />

che le aziende possono fare è creare un ambiente<br />

che convinca le persone migliori a rimanere al loro<br />

posto.<br />

4<br />

Non tutti trarranno uguale beneficio dal passaggio<br />

ad un’economia fondata sull’informazione.I valori<br />

mediani degli stipendi settimanali dei diplomati<br />

sono il 43% più bassi di quelli dei <strong>la</strong>ureati, un delta<br />

peggiorativo rispetto al 28% del 1979.<br />

E’ molto probabile che in futuro <strong>la</strong> formazione<br />

diventi ancora più essenziale al<strong>la</strong> prosperità.<br />

Secondo le proiezioni del Bureau of Labor Statistics<br />

le cinque occupazioni che sono cresciute più<br />

velocemente negli Stati Uniti hanno tutte qualcosa<br />

in comune con i computer. E’ verosimile che<br />

aziende carenti di qualificate capacità del proprio<br />

personale reagiscano combinando addestramento<br />

e outsourcing e cerchino nuovi modi per<br />

“dequalificare” alcune mansioni: i cassieri dei fast<br />

food, ad esempio, non immettono i prezzi ma<br />

premono pulsanti corrispondenti agli alimenti<br />

venduti.<br />

UN NUOVO MIX. La cronica mancanza di<br />

qualificate capacità verrà accompagnata da un<br />

cambiamento nel mix delle caratteristiche del<strong>la</strong><br />

forza <strong>la</strong>voro.<br />

La tendenza di lungo periodo verso il<br />

prepensionamento è stata recentemente<br />

capovolta, sempre più persone anziane cercano<br />

di rimanere al <strong>la</strong>voro o di rientrarci. In generale,<br />

una percentuale record, il 67% del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

adulta, è impiegata o sta cercando <strong>la</strong>voro, e ciò<br />

soprattutto perché <strong>la</strong> partecipazione femminile<br />

nel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione attiva è aumentata, dal 50%<br />

circa di vent’anni fa, al 60%.<br />

Anche il mix etnico del<strong>la</strong> forza <strong>la</strong>voro sta<br />

cambiando, in parte perché <strong>la</strong> grande macchina<br />

occupazionale americana sta assorbendo sempre<br />

più immigrati. Il Census Bureau americano stima<br />

che entro il 2050 so<strong>la</strong>mente il 53% del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

degli Stati Uniti sarà composta da bianchi non<br />

ispanici, in calo rispetto al 74% del 1995.<br />

Le imprese di successo saranno quelle che<br />

assecondano le nuove tendenze demografiche<br />

invece di combatterle.Ciò significa che ancora più<br />

donne e minoranze etniche entreranno nel<strong>la</strong><br />

popo<strong>la</strong>zione attiva - e anche nei posti di comando.<br />

Ted Childs - che gestisce il programma globale<br />

IBM per le diversità - sostiene che ci sono 350.000<br />

occupazioni vacanti nell’industria dell’Information<br />

Technology statunitense: “ritengo che stiamo<br />

combattendo una guerra per il talento” afferma,<br />

spuntando i vari progetti IBM dedicati a sviluppare<br />

il talento tra donne,neri,asiatici,omosessuali ed altri<br />

gruppi, e certamente “non si tratta di fi<strong>la</strong>ntropia.


Il ventunesimo secolo vedrà <strong>la</strong> crescita di un<br />

“capitalismo del benessere” nel quale le aziende<br />

cercano di reclutare e tenersi stretto il personale<br />

fornendogli servizi che in un’altra epoca venivano<br />

erogati da enti statali o direttamente dalle famiglie,<br />

ad esempio l’assistenza nel<strong>la</strong> cura di bambini e<br />

anziani e altre facilitazioni ancora. I loro impiegati<br />

affronteranno problematiche sempre più personali<br />

collegate al <strong>la</strong>voro e numerose questioni <strong>la</strong>vorative<br />

svolte a casa: ‘ l’Uomo dal Vestito di F<strong>la</strong>nel<strong>la</strong> Grigia<br />

‘ sta diventando ‘ l’Uomo dal<strong>la</strong> Maglietta di F<strong>la</strong>nel<strong>la</strong><br />

Grigia ‘. Anche gli ambienti di <strong>la</strong>voro stanno<br />

diventando di gusto New Age: al<strong>la</strong> SEI Investments<br />

Co. di Oaks (Pennsylvania), i cavi dei computer<br />

scendono dal soffitto e il personale si sposta da un<br />

posto all’altro al mutare delle proprie mansioni.<br />

Mentre alcuni free<strong>la</strong>nce passeranno da un <strong>la</strong>voro<br />

all’altro senza pensarci troppo, aziende come<br />

L’AMBIENTE DI LAVORO DI DOMANI<br />

Nel 21° secolo ci<br />

saranno ancora<br />

mansioni da Old<br />

Economy sebbene<br />

l’occupazione nel<br />

settore dell’high<br />

tech crescerà<br />

molto più<br />

velocemente. Allo<br />

stesso tempo,<br />

dovrebbe<br />

continuare ad aumentare anche <strong>la</strong> forza<br />

<strong>la</strong>voro cui viene garantito un orario flessibile.<br />

IBM e Sun Microsystems Inc. si sforzeranno di<br />

trattenere presso di loro un nucleo di potenziali<br />

carrieristi che assicurino <strong>la</strong> continuità: “i rapporti<br />

durevoli con il personale divengono un bene<br />

enorme perché sono ciò che collega l’impresa ai<br />

suoi partner”,dice James S.Baron,professore del<strong>la</strong><br />

Graduate School of Business al<strong>la</strong> Stanford University.<br />

Le imprese non vogliono so<strong>la</strong>mente garantirsi un<br />

gruppo di persone in modo permanente, ma<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

anche conservare all’interno alcune fondamentali<br />

funzioni di business: dimentichiamoci l’immagine<br />

dell’impresa interamente “virtuale”in cui quasi tutto<br />

è fatto in outsourcing. C<strong>la</strong>yton M. Christensen -<br />

autore de The Innovator’s Dilemma - dimostra, in<br />

un saggio scritto per questo numero, che<br />

l’outsourcing non apporta vantaggi per prodotti<br />

all’avanguardia le cui specifiche sono in continuo<br />

mutamento.<br />

Nonostante ciò,le aziende del ventunesimo secolo<br />

svilupperanno nuove forme di stretta cooperazione.<br />

Silicon Valley è l’esempio perfetto di un’innovativa<br />

interdipendenza: ingegneri qualificati passano da<br />

un’impresa all’altra tanto facilmente come si<br />

cambia scrivania e così facendo diffondono le<br />

idee: “in qualche modo,Silicon Valley agisce come<br />

un’ampia azienda decentralizzata”scrivono Philip<br />

Evans e Thomas S. Wurster del Boston Consulting<br />

Group Inc. nel loro nuovo libro, Blown to Bits.<br />

LA VERA RICCHEZZA: LE IDEE. Così come l’economia<br />

sta perdendo peso - il software al posto dell’acciaio<br />

-,anche le aziende si stanno alleggerendo,creando<br />

enormi flussi di ricavi e di profitti partendo da una<br />

modesta quantità di beni e di persone.Nonostante<br />

l’onda del<strong>la</strong> fusione degli anni Novanta,in America<br />

le imprese più capitalizzate in borsa non sono<br />

cresciute,in termini di quantità di impiegati,rispetto<br />

a quelle del decennio precedente: secondo i dati<br />

forniti da Standard & Poor’s del<strong>la</strong> The McGraw-Hill<br />

Companies, confrontando le prime 100 aziende<br />

statunitensi per capitalizzazione di mercato<br />

borsistico del 1989 con le corrispondenti del 1999,<br />

il numero degli impiegati ca<strong>la</strong> al 3% mentre <strong>la</strong><br />

capitalizzazione di mercato complessiva è<br />

aumentata del 500%.<br />

Alcune di queste imprese così ridimensionate<br />

possono imporsi con una forza senza precedenti.<br />

5<br />

.


.<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

L’AZIENDA PROSPERA<br />

Nonostante il boom<br />

delle fusioni, oggi le<br />

aziende più<br />

redditizie hanno<br />

meno impiegati di<br />

quelle di un<br />

decennio fa e<br />

capitali meno<br />

“permanenti”. La<br />

proporzione tra<br />

capitalizzazione di<br />

borsa e valore<br />

contabile è salita in<br />

modo vertiginoso.<br />

Nell’epoca economica trascorsa esistevano limiti<br />

naturali al potere di un’azienda strategicamente<br />

ben localizzata: <strong>la</strong> quantità di affari,clienti o fornitori<br />

che poteva attrarre nel<strong>la</strong> propria sfera di influenza<br />

erano quantità finite, in quanto sussistevano<br />

limitazioni naturali al numero di coloro che<br />

accedevano al bene cruciale posseduto - ad<br />

esempio, una stazione ferroviaria.<br />

Nell’Economia Creativa il potere di esercitare tale<br />

influenza è pressoché infinito,in quanto,come nota<br />

Rajan del<strong>la</strong> University of Chicago,non c’è limite al<strong>la</strong><br />

quantità di persone che possono essere rese<br />

dipendenti dai prodotti creati sulle idee.Un esempio<br />

per tutti: il sistema di instant-messaging dell’America<br />

Online Inc.<br />

Le imprese eserciteranno il potere, pertanto,<br />

condividendo - o ce<strong>la</strong>ndo - <strong>la</strong> cruciale proprietà<br />

intellettuale.<br />

Le aziende globali tenteranno di avvantaggiarsi del<br />

loro stato transnazionale per operare oltre il controllo<br />

dei governi nazionali,mettendoli l’uno contro l’altro,<br />

a proprio vantaggio,decidendo dove collocare le<br />

fabbriche o i <strong>la</strong>boratori di ricerca o, ad esempio,<br />

come in molti casi, applicando prezzi di<br />

6<br />

trasferimento non realistici per spostare i proventi<br />

da paesi a elevata tassazione verso altri a modesta<br />

imposizione fiscale.Nel 1999 uno studio del General<br />

Accounting Office dimostrò che dal 1989 al 1995<br />

l’ammontare delle imposte statunitensi sui proventi<br />

di aziende possedute al 100%, sia negli USA che<br />

control<strong>la</strong>te all’estero, era pari a zero.<br />

Per quanto si parli di un futuro meraviglioso, nel<br />

ventunesimo secolo gli stati nazionali non<br />

scompariranno; è una scommessa già vinta<br />

pertanto ipotizzare che ci saranno ripetuti scontri<br />

tra le imprese e i paesi - e le popo<strong>la</strong>zioni - che le<br />

ospitano. In risposta al<strong>la</strong> globalizzazione<br />

dell’economia,i governi possono coordinare i propri<br />

sforzi per rego<strong>la</strong>mentare le aziende su questioni<br />

che vanno dal<strong>la</strong> tassazione all’inquinamento.<br />

E’ bene ricordare che odiare le aziende è sempre<br />

stato facile.Nel 1612 il giurista britannico Sir Edward<br />

Coke <strong>la</strong>mentava che esse “non avessero anima”.<br />

Negli anni Sessanta Martin Luther King Jr. metteva<br />

in guardia a proposito dell’alienazione prodotta da<br />

“governo ed industria gargantuelica, intessuti in<br />

un intricato meccanismo computerizzato”. Le<br />

proteste del 1999 contro <strong>la</strong> globalizzazione diffusero<br />

le prime avvisaglie di problemi per le imprese<br />

transnazionali,dal<strong>la</strong> Coca Co<strong>la</strong> Co.al<strong>la</strong> Exxon Mobil<br />

Corp., e non c’è segno di una loro diminuzione.<br />

Sebbene alcune imprese si estingueranno, altre<br />

avranno comunque modo di prosperare anche in<br />

situazioni diverse dalle attuali, grazie all’enorme<br />

flessibilità che può assumere in ogni circostanza<br />

<strong>la</strong> loro forma organizzativa. Non poche hanno già<br />

iniziato ad adattarsi al<strong>la</strong> <strong>nuova</strong> realtà dell’Economia<br />

Creativa, permettendo che il potere passi da chi<br />

detiene le fonti del capitale a chi possiede quelle<br />

delle idee, inserendosi in fertili ecosistemi aziendali<br />

ed adottando codici di responsabilità sociale per<br />

garantirsi <strong>la</strong> fiducia di un pubblico diffidente.Da un<br />

punto di vista legale un’impresa è una persona -<br />

potenzialmente immortale.Vediamo come questi<br />

personaggi eterni agiranno nei prossimi 100 anni.


GESTIRE VIA WEB<br />

di John A. Byrne<br />

Per prosperare in questo nuovo<br />

secolo, le imprese avranno <strong>la</strong><br />

necessità di una <strong>nuova</strong> serie di<br />

regole.<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

GESTIRE VIA WEB<br />

Quale consiglio offrirebbe ai leader di oggi<br />

Alfred P.Sloan Jr, il leggendario architetto<br />

aziendale del ventesimo secolo? Se si<br />

dimostrasse così lungimirante sul<br />

ventunesimo secolo come lo è stato su<br />

quello appena conclusosi, l’ex-presidente<br />

del<strong>la</strong> General Motors Corp. e autore di My<br />

Years with General Motors consiglierebbe<br />

di <strong>la</strong>sciare il suo tomo sugli scaffali<br />

giudicandolo obsoleto quanto un’auto-<br />

vettura La Salle del ‘26.<br />

7<br />

.


.<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

Stimo<strong>la</strong>ta dalle nuove tecnologie, in partico<strong>la</strong>re<br />

da Internet, l’azienda sta attraversando una<br />

radicale trasformazione, non meno di una <strong>nuova</strong><br />

Rivoluzione Industriale. Questa volta <strong>la</strong> rivoluzione<br />

sta raggiungendo ogni angolo del globo e durante<br />

il processo di diffusione sta riscrivendo le regole<br />

definite da Sloan, Henry Ford e da altri giganti<br />

dell’Età Industriale: l’azienda emergente nel<br />

ventunesimo secolo sarà in molti aspetti<br />

esattamente l’opposto dell’organizzazione che<br />

essi hanno aiutato a formare.<br />

Infatti, se si è <strong>la</strong>vorato come manager per almeno<br />

un decennio,ci si può dimenticare molto di quanto<br />

appreso: ci si prepari a sbarazzarsi dei casi di studio<br />

del<strong>la</strong> Business School e a mettere da parte molti<br />

dei venerabili principi che hanno guidato<br />

generazioni di manager.<br />

Gli ampi cambiamenti che stanno ridefinendo il<br />

terreno del business mondiale sono effettivamente<br />

così estesi, fondamentali e profondi: “non siamo<br />

testimoni di una picco<strong>la</strong> modifica nel<strong>la</strong> nostra<br />

economia” dice David Ticoll - CEO del<strong>la</strong> Digital<br />

4Sight Systems & Consulting Ltd., un serbatoio di<br />

pensatori ed una società di consulenza -,“questo<br />

è un cambiamento epocale nel<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong><br />

produzione”.<br />

EFFIMERO. Per sopravvivere e prosperare nel secolo<br />

in corso, i manager avranno <strong>la</strong> necessità di<br />

impiantare una <strong>nuova</strong> serie di regole ed indicatori.<br />

Non tanto tempo fa, ad esempio, i leader<br />

ritenevano che creare beni o prodotti fisici<br />

garantisse, a lungo andare, del vantaggio<br />

competitivo; in questo secolo il successo andrà<br />

invece alle imprese che condividono <strong>la</strong> strada<br />

8<br />

L’ECOSISTEMA<br />

Le aziende<br />

si concentreranno<br />

su ciò che fanno meglio<br />

dando in appalto<br />

tutto il resto<br />

ad una rete di partner.<br />

verso un nuovo futuro, non a quelle che mettono<br />

ingenti masse di capitale fisso e circo<strong>la</strong>nte nei<br />

propri bi<strong>la</strong>nci annuali.<br />

Una volta i leader ritenevano anche che sobil<strong>la</strong>re<br />

intense rivalità tra i concorrenti motivasse i propri<br />

dipendenti ed assicurasse il successo; nei giorni a<br />

venire, il concorrente più grintoso di un’azienda<br />

potrebbe anche essere il suo più importante<br />

col<strong>la</strong>boratore.<br />

Dall’alba del commercio, ogni business leader ha<br />

voluto costruire un’impresa durevole; nel nuovo<br />

secolo, però, molte aziende saranno<br />

intenzionalmente effimere, costituite per realizzare<br />

tecnologie o prodotti innovativi, per poi essere<br />

assorbite da società sponsor una volta che le loro<br />

‘mission’ siano state portate a termine.<br />

Molti fattori, dal<strong>la</strong> necessità di espandersi oltre i<br />

confini nazionali allo spostamento inesorabile verso<br />

il capitale intellettuale, stanno guidando il<br />

cambiamento, ma nessuno di questi è più<br />

importante del<strong>la</strong> crescita delle tecnologie di<br />

Internet.Come <strong>la</strong> macchina a vapore o <strong>la</strong> catena<br />

di montaggio, <strong>la</strong> Rete costituisce già un progresso<br />

con rivoluzionarie conseguenze, <strong>la</strong> maggior parte<br />

delle quali stanno venendo sperimentate solo<br />

inizialmente.<br />

La Rete offre a tutti quelli che <strong>la</strong>vorano nell’azienda<br />

- dal commesso gerarchicamente più in basso, al<br />

Presidente del consiglio di amministrazione - <strong>la</strong><br />

possibilità di accedere ad una serie stupefacente<br />

di informazioni,istantaneamente,da qualsiasi luogo.<br />

Invece di essere filtrate per mesi o anni, le idee<br />

possono essere catturate dall’intero globo in un<br />

battito di ciglia.<br />

Con ciò, l’azienda del ventunesimo secolo deve<br />

adattarsi al<strong>la</strong> gestione via Web; deve essere<br />

abituata al cambiamento costante, non al<strong>la</strong><br />

stabilità; deve essere organizzata su base retico<strong>la</strong>re,<br />

non in rigide gerarchie; deve prevedere il rapido<br />

cambiamento di partner ed alleanze, non<br />

l’autosufficienza; deve essere costruita con i<br />

vantaggi tecnologici,non con mattoni e cemento.<br />

I vecchi modelli di business che valorizzavano il<br />

capitale fisso, quello d’esercizio e le economie di<br />

sca<strong>la</strong> sono già diventati sempre più vulnerabili nei<br />

confronti di agili organizzazioni che impiegano le<br />

nuove tecnologie per ridurre i costi.


La tecnologia rappresenta il punto d’attacco che<br />

permetterà ai <strong>la</strong>voratori del primo gradino<br />

dell’organizzazione di cogliere le opportunità nel<br />

momento in cui esse si presentano.<br />

Il personale sentirà sempre più <strong>la</strong> responsabilità di<br />

avere idee innovative da commercializzare per<br />

primo e l’azienda avrà, perciò, <strong>la</strong> necessità di<br />

alimentare una serie di reti formali ed informali per<br />

assicurarsi che tali idee siano velocemente<br />

sviluppate. Nel prossimo futuro, le imprese si<br />

rivolgeranno a fornitori o consulenti affinché<br />

assemblino team di progettisti,produttori di prototipi,<br />

fabbricanti e distributori che portino a termine il<br />

<strong>la</strong>voro.<br />

Le tecnologie emergenti permetteranno al<br />

personale e a free<strong>la</strong>nce che si trovino ovunque nel<br />

mondo di conversare in numerose lingue, online,<br />

senza <strong>la</strong> necessità di un traduttore.<br />

“Il divario tra ciò che possiamo immaginare e ciò<br />

che possiamo raggiungere non è mai stato minore”<br />

dice Gary Hamel, consulente e autore di Leading<br />

the Revolution.<br />

Il rapido flusso delle informazioni permeerà tutta<br />

l’organizzazione. Gli ordini saranno emessi<br />

elettronicamente senza <strong>la</strong> benché minima<br />

telefonata o nota cartacea.La “chiusura finanziaria<br />

virtuale” metterà a portata di mano dei manager<br />

cifre di vendita e profitto in tempo reale,con <strong>la</strong> so<strong>la</strong><br />

pressione di un tasto su un cordless o dando un solo<br />

comando vocale al computer.“Non ci sono scrittori<br />

di science-fiction che abbiano visto e descritto<br />

questo futuro”sostiene Lowell Bryan - un consulente<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

che gestisce <strong>la</strong> pratica del<strong>la</strong> Global New Economy<br />

al<strong>la</strong> McKinsey & Co -,“tutto ciò che vediamo porta<br />

ad una maggiore differenziazione, ad una<br />

maggiore scelta, ad un’economia molto più<br />

integrata, tuttavia anche a maggiore<br />

individualismo”.<br />

Ma, esattamente, come faranno queste forze a<br />

rimodel<strong>la</strong>re l’azienda del ventunesimo secolo? Le<br />

organizzazioni che prospereranno hanno numerosi<br />

caratteri identificativi.<br />

Gestione via Web. Indica non solo <strong>la</strong> rete, come<br />

Internet, ma anche <strong>la</strong> struttura retico<strong>la</strong>re delle<br />

organizzazioni di successo nel futuro.<br />

Se ci sono immagini che identificano gli ampi<br />

cambiamenti in atto,esse sono <strong>la</strong> piramide e <strong>la</strong> rete.<br />

Organizzativamente,<strong>la</strong> grande impresa è stata per<br />

lungo tempo rappresentata come una piramide,<br />

con gradoni che salendo si restringono e che<br />

portano all’onnipotente CEO in cima.<br />

E’ molto probabile, invece, che l’azienda del<br />

ventunesimo secolo ricordi strutturalmente una<br />

rete: una forma piatta, intessuta in modo intricato,<br />

che collega partner, dipendenti, col<strong>la</strong>boratori<br />

esterni,spin-off aziendali,fornitori e clienti impegnati<br />

in varie iniziative: i ‘p<strong>la</strong>yers’ diventeranno sempre<br />

più interdipendenti.<br />

9<br />

.


.<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

Un numero ristretto di imprese cercherà di dominare<br />

tutte le discipline necessarie a produrre e a<br />

commercializzare i propri prodotti; anzi, esse<br />

daranno in outsourcing abilità - dal<strong>la</strong> ricerca e lo<br />

sviluppo al<strong>la</strong> produzione - ad enti esterni che<br />

possano portare a termine tali attività con<br />

maggiore efficienza.<br />

Gestire questa intricata rete di partnership,spin-off<br />

di imprese, col<strong>la</strong>boratori e free<strong>la</strong>ncer diventerà<br />

importante tanto quanto gestire le operazioni<br />

interne. In effetti, sarà difficile intravvederne <strong>la</strong><br />

differenza. Tutti questi elementi costituenti <strong>la</strong> rete<br />

saranno direttamente collegati con modalità che<br />

renderanno quasi impossibile agli esterni conoscere<br />

dove inizia e termina <strong>la</strong> singo<strong>la</strong> azienda “le imprese<br />

saranno molto più moleco<strong>la</strong>ri e fluide”predice Don<br />

Tapscott - coautore di Digital Capital -, “saranno<br />

autonome unità di business non necessariamente<br />

collegate per mezzo di grandi edifici, ma che si<br />

sviluppano lungo geografie interamente basate<br />

sulle reti. I confini dell’azienda non saranno<br />

so<strong>la</strong>mente fluidi od indistinti ma in qualche caso<br />

saranno difficili da definire.”<br />

Si tratta più di bit che di atomi. Le imprese più<br />

redditizie gestiranno i bit, o le informazioni, invece<br />

che limitarsi so<strong>la</strong>mente a gestire gli atomi (i beni<br />

fisici dell’azienda).La dimensione assoluta non sarà<br />

più <strong>la</strong> caratteristica del successo; al contrario, il<br />

mercato premierà soprattutto l’abilità di impiegare<br />

con efficacia gli assets aziendali.<br />

La buona gestione dei bit può permettere a un<br />

principiante di battere un giocatore famoso; può<br />

anche dare ampi vantaggi a chi già gode di fama.<br />

Usando l’informazione per gestirsi e servire meglio<br />

BITS CONTRO ATOMI<br />

I maggiori profitti<br />

andranno a coloro che<br />

gestiscono le informazioni<br />

non i beni fisici.<br />

10<br />

i propri clienti, le aziende saranno in grado di<br />

operare in modo più economico,più veloce e con<br />

molto meno spreco.<br />

Si impone <strong>la</strong> personalizzazione di massa. Il secolo<br />

scorso fu caratterizzato dal<strong>la</strong> produzione e dal<br />

consumo di massa. Le imprese cercarono<br />

economie di sca<strong>la</strong> per costruire grandi fabbriche<br />

che producessero articoli da vendere al più gran<br />

numero di persone,nel più gran numero di mercati<br />

possibile.<br />

L’azienda del futuro personalizzerà i propri articoli<br />

sul singolo consumatore, trasformando i clienti in<br />

partner e dando loro <strong>la</strong> tecnologia per progettare<br />

e richiedere esattamente ciò di cui hanno<br />

necessità.La personalizzazione di massa avrà come<br />

risultato ondate di prodotti e servizi individualizzati,<br />

e conseguenti risparmi enormi per le aziende, che<br />

non dovranno più intuire ciò che vogliono i clienti<br />

e in che misura ne necessitino.<br />

Dipendenza dal capitale intellettuale.Il vantaggio<br />

delle aziende che per prime porteranno prodotti<br />

innovativi sul mercato sarà più che mai passeggero<br />

in quanto <strong>la</strong> tecnologia permetterà ai concorrenti<br />

di eguagliare tali comportamenti o superarli in<br />

modo quasi istantaneo.<br />

Per stare davanti nel<strong>la</strong> ripida curva del nuovo<br />

prodotto sarà fondamentale attrarre e tenere con<br />

sé i migliori pensatori; per prosperare nel<strong>la</strong> <strong>nuova</strong><br />

era,le imprese dovranno quindi costruire un’ampia<br />

riserva di talenti - composta da dipendenti e da<br />

col<strong>la</strong>boratori esterni.<br />

Ma attrarre e mantenere con sé una forza <strong>la</strong>voro<br />

elitaria richiederà stipendi molto più che sostanziosi.<br />

Le aziende dovranno introdurre un sistema culturale<br />

e un sistema valutativo e premiante che sia in<br />

grado di trattenere i migliori “cervelli”: le vecchie<br />

gerarchie del tipo comanda-e-control<strong>la</strong>, con le<br />

loro remunerazioni da servizio civile, stanno<br />

velocemente capito<strong>la</strong>ndo a vantaggio di<br />

organizzazioni che impiegano grandi quantità di<br />

persone ricompensando le migliori come se fossero<br />

proprietarie dell’impresa.<br />

E’globale.All’inizio,l’impresa globale venne definita<br />

semplicemente come quel<strong>la</strong> che vendeva i propri<br />

beni in mercati oltre oceano; successivamente,<br />

tale definizione ne ipotizzò <strong>la</strong> presenza produttiva<br />

in numerose nazioni.L’impresa del futuro farà ricorso<br />

a talenti e risorse - specialmente in capitale<br />

intellettuale - provenienti da qualsiasi luogo nel<br />

globo, così come venderà beni e servizi su sca<strong>la</strong><br />

mondiale.


In effetti,proprio il concetto di sedi centrali potrebbe<br />

non applicarsi più, visto che le aziende si<br />

espandono verso i luoghi dove si creano i vantaggi<br />

competitivi durevoli: <strong>la</strong> <strong>nuova</strong> impresa globale<br />

potrebbe avere <strong>la</strong> sua base generale negli Stati<br />

Uniti,effettuare <strong>la</strong> propria programmazione software<br />

nello Sri Lanka, il suo sviluppo ingegneristico in<br />

Germania e <strong>la</strong> sua produzione in Cina. Ogni<br />

avamposto sarà connesso senza soluzione di<br />

continuità attraverso <strong>la</strong> Rete,in modo che impiegati<br />

e free<strong>la</strong>ncer, seppur distanti, possano <strong>la</strong>vorare<br />

insieme in tempo reale.<br />

CLIENTI IN PARTNERSHIP<br />

Le aziende forniranno ai<br />

clienti gli strumenti per<br />

progettare e richiedere<br />

esattamente ciò di cui<br />

necessitano<br />

Attiene al<strong>la</strong> velocità.Tutto questo <strong>la</strong>voro verrà fatto<br />

in un istante. “Internet è uno strumento e <strong>la</strong> sua<br />

forza più grande è <strong>la</strong> velocità” dice Andrew S.<br />

Grove, Presidente di Intel Corp.“La velocità delle<br />

azioni, <strong>la</strong> velocità delle riflessioni, <strong>la</strong> velocità delle<br />

informazioni è aumentata e continuerà ad<br />

aumentare”. Ciò significa che <strong>la</strong> vecchia azienda<br />

orientata al processo deve radicalmente ridefinirsi:<br />

quando tutto - dai cicli di produzione al turnover<br />

degli impiegati - prosegue ininterrottamente, non<br />

c’è proprio più il tempo per riflessioni o burocrazia.<br />

L’azienda del ventunesimo secolo non avrà<br />

un’unica forma organizzativa ideale: alcune<br />

saranno completamente virtuali, completamente<br />

dipendenti per <strong>la</strong> propria sopravvivenza da una<br />

rete di fornitori,produttori e distributori; altre meno.<br />

Alcune delle imprese di maggiore successo saranno<br />

molto piccole e molto specializzate, altre saranno<br />

gargantueliche in dimensione, estensione e<br />

complessità.<br />

Alcune imprese non dureranno più del tempo<br />

necessario ad un nuovo prodotto o tecnologia<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

per raggiungere il mercato e,una volta raggiunto,<br />

queste organizzazioni temporanee trasferiranno le<br />

proprie innovazioni ad aziende host che le possano<br />

mettere a frutto più velocemente e più<br />

economicamente.<br />

Questo perché ogni azienda ha capacità ma<br />

anche incapacità, come dice C<strong>la</strong>yton M.<br />

Christensen del<strong>la</strong> Harvard Business School, e le<br />

incapacità - “credo”,riti e tradizioni profondamente<br />

innestati - non di rado soffocano il pensiero radicale:<br />

alcuni principianti biotecnologici,ad esempio,sono<br />

stati utilizzati come <strong>la</strong>boratori esterni per ampie e<br />

potenti società farmaceutiche; alcune specu<strong>la</strong>zioni<br />

tecnologiche hanno attinto a capitale di<br />

avviamento dal<strong>la</strong> Cisco Systems Inc., unicamente<br />

per essere poi acquisite dal gigante del<strong>la</strong> rete una<br />

volta che <strong>la</strong> tecnologia fosse stata sperimentata.<br />

DIGITALIZZAZIONE. Così come le imprese di minori<br />

dimensioni useranno <strong>la</strong> tecnologia per ottenere<br />

economie di sca<strong>la</strong>,quelle più grandi <strong>la</strong> sfrutteranno<br />

per ridurre i costi del<strong>la</strong> complessità. Bryan del<strong>la</strong><br />

McKinsey sostiene che <strong>la</strong> tecnologia permette al<strong>la</strong><br />

Bank of America di gestire, sull’intero continente,<br />

una banca da 700 bilioni di dol<strong>la</strong>ri di capitale<br />

investito tanto efficacemente quanto una volta<br />

gestiva una banca da 7 bilioni di dol<strong>la</strong>ri in un singolo<br />

stato.<br />

Nel cuore dell’azienda del ventunesimo secolo<br />

c’è <strong>la</strong> tecnologia o ciò che <strong>la</strong> maggioranza delle<br />

persone oggi chiama “digitalizzazione”. In termini<br />

semplici ciò significa rimuovere <strong>la</strong> menti e le mani<br />

dal<strong>la</strong> maggior parte dei compiti aziendali di routine<br />

e sostituirle con computer e reti. Digitalizzare tutto<br />

- dai benefit degli impiegati, ai crediti, al<strong>la</strong><br />

progettazione del prodotto - riduce i tempi, i costi<br />

e le persone coinvolte nei processi aziendali di<br />

produzione e ha come risultato enormi risparmi e<br />

miglioramenti elevati nel<strong>la</strong> velocità.<br />

Tutto ciò che un’azienda realizza implica ciò che<br />

Bryan chiama i “costi di interazione”, le spese<br />

affrontate per fare in modo che persone e aziende<br />

diverse <strong>la</strong>vorino insieme per creare e vendere i<br />

prodotti. Bryan ipotizza che so<strong>la</strong>mente negli Stati<br />

Uniti tali quote di interazione ammontino a più<br />

del<strong>la</strong> metà di tutti gli oneri del personale. La<br />

digitalizzazione riduce drasticamente queste spese.<br />

“Si vedranno velocità ed efficienze incredibili”<br />

sostiene John T.Chambers, il CEO del<strong>la</strong> Cisco.“Le<br />

aziende veramente efficienti, in partico<strong>la</strong>re nel<br />

primo paio di ondate di cambiamento,saranno in<br />

grado,annualmente,di spingere [globalmente] <strong>la</strong><br />

produttività dal 20% al 40%”.<br />

11<br />

.


.<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

Prendiamo questo caso: una tipica transazione<br />

bancaria costa 1,25 dol<strong>la</strong>ri se gestita da uno<br />

sportellista, 54 centesimi se eseguita via telefono<br />

o 24 centesimi se effettuata ad una cassa continua.<br />

Ma <strong>la</strong> medesima transazione,e<strong>la</strong>borata via Internet,<br />

senza i costi di questo capitale pesante e i costi<br />

immobiliari delle casse continue, costa solo 2<br />

centesimi. Il miglioramento nel<strong>la</strong> produttività non<br />

è incrementale; è rivoluzionario - nell’ordine di oltre<br />

60 volte.<br />

Simili esempi già abbondano.Non molto tempo fa,<br />

ad esempio, <strong>la</strong> Corning Inc. spese in media 140<br />

dol<strong>la</strong>ri per procurarsi le parti e le forniture necessarie<br />

al<strong>la</strong> produzione di un singolo prodotto; passando<br />

semplicemente ad un sistema di catalogo basato<br />

sul<strong>la</strong> Rete, ridusse i costi di fornitura ad un<br />

dodicesimo di quel<strong>la</strong> cifra.La Human Inc.- fornitore<br />

di materiali per <strong>la</strong> salute e <strong>la</strong> cura personale -<br />

ridusse il costo medio dell’analisi di un curriculum<br />

e di una proposta di <strong>la</strong>voro da 128 dol<strong>la</strong>ri a 6<br />

centesimi digitalizzando il processo, in partico<strong>la</strong>re<br />

eliminando gli oneri del personale. “I business<br />

veramente grandi di oggi, e specialmente di<br />

domani, hanno potenti motori per i bit, sistemi<br />

digitali per attirare, gestire e fare leva sulle<br />

informazioni, sia all’interno che all’esterno<br />

dell’azienda”dice Adrian J.Slywotzky,partner del<strong>la</strong><br />

Mercer Management Consulting Inc.<br />

CAMBIAMENTO CULTURALE. Il potenziale per<br />

guadagnare in produttività è ormai dappertutto,<br />

LA FORZA LAVORO<br />

VIRTUALE<br />

Molti gruppi faranno affidamento su agenti<br />

indipendenti e contraenti esterni per<br />

sviluppare prodotti più rapidamente che mai.<br />

12<br />

in ogni processo, in ogni settore industriale. Più<br />

grande è l’impresa, maggiore è l’opportunità di<br />

osservare strabilianti efficienze.Negli anni a venire,<br />

le maggiori beneficiarie del<strong>la</strong> Rete saranno le<br />

grandi aziende padronali, non i ‘ribelli’ del puntocom<br />

che sono stati esaltati dal<strong>la</strong> pubblicità e dal<br />

mercato.<br />

A parte una manciata di imprese leader, <strong>la</strong> vera<br />

azienda del ventunesimo secolo, almeno come<br />

emergerà in ultima analisi, non esiste ancora.<br />

John F. Welch Jr. di General Electric Co. può aver<br />

creato l’archetipica “organizzazione di<br />

apprendimento”, un’impresa altamente<br />

diversificata che condivide idee lungo i suoi<br />

molteplici confini. Chambers di Cisco Systems può<br />

vantare l’organizzazione a maggior impiego di reti<br />

nel mondo,un’azienda in cui quasi tutte le funzioni<br />

amministrative vengono eseguite via Internet.<br />

Michael S. Dell può aver costruito <strong>la</strong> più efficiente<br />

rete per <strong>la</strong> catena di fornitura, un modello che di<br />

fatto non richiede alcun inventario.<br />

Ma non esiste oggi un’organizzazione che incarni<br />

tutte le possibilità e le promesse dell’azienda super<br />

efficiente del ventunesimo secolo.<br />

Per coloro che hanno iniziato ad afferrare<br />

le possibilità, il risultato finale può essere enorme.<br />

La Enron Corp.- una volta azienda di tubazioni per<br />

gas naturale - è un buon esempio. L’azienda di<br />

Houston impiegò <strong>la</strong> rete per trasformarsi in un<br />

servizio energetico e di telecomunicazioni<br />

altamente redditizio. La piattaforma di mercato<br />

del<strong>la</strong> Enron basata sul Web - <strong>la</strong> EnronOnline - ora<br />

commercializza circa 900 contratti al giorno per<br />

servizi, tra i quali forniture di petrolio, gas naturale,<br />

elettricità e anche di telecomunicazioni ad ampia<br />

banda.I redditi aziendali - più del 30% nel secondo<br />

trimestre del 2000 -,così come il corso azionario del<br />

suo titolo, sono andati alle stelle.La Enron ha creato<br />

per sé una competenza di base interamente<br />

<strong>nuova</strong>,il commercio sul Web,che potrebbe portar<strong>la</strong><br />

nel campo dei prodotti finanziari, chimici e del<br />

‘data storage’.<br />

Molti vedono <strong>la</strong> trasformazione del<strong>la</strong> Enron<br />

attraverso le lenti ristrette del<strong>la</strong> tecnologia.<br />

La lezione per i leader del ventunesimo secolo,<br />

comunque,non riguarda so<strong>la</strong>mente l’applicazione<br />

diligente del software più recente; si tratta di cultura<br />

e di predisposizione o forma mentale.<br />

Rifiutando di limitarsi alle nozioni tradizionali di ciò<br />

che dovrebbe fare un’azienda del campo<br />

energetico,Enron è stata un’apripista per business<br />

completamente nuovi. E non sono so<strong>la</strong>mente i<br />

capi ad avere le buone idee: Enron è una<br />

organizzazione di imprenditori che assumono rischi<br />

e che condividono una vasta definizione dei confini<br />

del proprio business.


Nel ventunesimo secolo le imprese di effettivo<br />

successo riconosceranno che il vero potere del<strong>la</strong><br />

tecnologia non consiste so<strong>la</strong>mente nell’abilità di<br />

rendere un business più efficiente ma soprattutto<br />

nel suo potenziale di stimo<strong>la</strong>re un cambiamento<br />

elevato.<br />

Gran parte di quel cambiamento coinvolgerà i<br />

rapporti dell’impresa con i propri clienti.In un’epoca<br />

in cui le possibilità di scelta sono senza precedenti,<br />

nel<strong>la</strong> quale i prezzi e le specifiche di prodotto per<br />

quasi tutti gli articoli sono a disposizione con un solo<br />

click, le aziende dovranno offrire molto più che<br />

prezzi vantaggiosi.<br />

Cambiando <strong>la</strong> strategia - dallo sviluppo di un<br />

prodotto al servizio per il cliente - anche aziende<br />

di lunga esperienza possono trovare il modo di<br />

creare nuovi business.<br />

E’ un buon esempio <strong>la</strong> SpeedPass di Exxon Mobil<br />

Corp., una carta di credito cilindrica con cui i<br />

clienti possono toccare <strong>la</strong> pompa prima di fare<br />

benzina.Questo semplice strumento,che può stare<br />

in un portachiavi a catenel<strong>la</strong>, permette agli<br />

automobilisti di rifornirsi e andarsene senza dover<br />

raggiungere <strong>la</strong> cassa interna o aspettare un<br />

addetto per pagare. “Gli scienziati di Mobil<br />

impiegarono un tempo spropositato per studiare<br />

le molecole petrolifere e tentare di migliorare <strong>la</strong><br />

qualità del proprio carburante” dice Michael J.<br />

Clearly - presidente di Wingbank.com,il ramo online<br />

del<strong>la</strong> Bank One Corp.- che studia come le imprese<br />

raggiungano alti livelli di servizio.“Ma non si tratta<br />

di vedere se <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> a 89 ottani del<strong>la</strong> Mobil sia<br />

migliore di quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Exxon.E’tutto incentrato sul<strong>la</strong><br />

velocità e sui rapporti con <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>”.<br />

Immaginando un modo per offrire un nuovo livello<br />

di convenienza, Mobil ha migliorato<br />

significativamente i redditi aziendali e <strong>la</strong> fedeltà<br />

del<strong>la</strong> propria cliente<strong>la</strong>.<br />

Clearly sta applicando <strong>la</strong> medesima strategia al<strong>la</strong><br />

sua banca online. “Non si tratta di avere una<br />

migliore quotazione dei CD”,dice,“si tratta di dare<br />

sempre più un migliore servizio al cliente”.<br />

Fin dall’origine Wingspan è stata principalmente<br />

centrata sul<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>, avvalendosi anche di un<br />

iBoard of Directors costituito da clienti che offrono<br />

suggerimenti sui prodotti e sulle strategie. L’enfasi<br />

sul servizio è di<strong>la</strong>gante. Coloro che richiedono<br />

mutui indicizzati per <strong>la</strong> casa ottengono <strong>la</strong> risposta<br />

in 60 secondi. Il call center per <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong> opera<br />

24 ore al giorno, sette giorni a settimana. Ad ogni<br />

impiegato viene richiesto di ascoltare le chiamate<br />

per almeno un’ora e mezza al mese e il team dei<br />

direttori generali legge almeno 20 e-mail al giorno.<br />

Ci sono anche reparti dedicati all’esperienza del<br />

cliente e “team di avvocati per <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>” per<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

affrontare velocemente <strong>la</strong>mentele e suggerimenti.<br />

FEEDBACK. A parte le campanelle e i fischietti<br />

dell’high-tech,come differisce questa strategia dai<br />

precedenti sforzi di “accontentare” i clienti?<br />

Wingspan li invita a calibrare le offerte del<strong>la</strong> banca.<br />

“I nostri clienti hanno un grande desiderio di<br />

migliorare <strong>la</strong> banca e noi operiamo sul<strong>la</strong> base<br />

delle loro idee” dice Clearly. Grazie al feedback<br />

fornitoci sono state apportate modifiche al software<br />

per permettere agli utenti di avere accesso ai<br />

propri conti immediatamente, semplicemente<br />

collegandosi per via telematica,e <strong>la</strong> banca sta ora<br />

progettando l’abilitazione dei depositi alle casse<br />

continue e il miglioramento dello scarico dei dati<br />

finanziari dai server Wingspan al software-cliente<br />

Quicken.<br />

Le imprese “di razza” andranno anche oltre:<br />

inviteranno il cliente a col<strong>la</strong>borare con loro,<br />

legandolo ancora più saldamente all’azienda.<br />

Reflect.com LLC - una costo<strong>la</strong> aziendale del<strong>la</strong><br />

Procter & Gamble Co. che commercializza<br />

cosmetici online - è un precursore che dimostra ciò<br />

che è possibile fare. Rispondendo ad una serie di<br />

domande che variano dalle preferenze sui colori<br />

al tipo di pelle, i consumatori possono progettare<br />

fino a 50.000 diverse formu<strong>la</strong>zioni di cosmetici e<br />

profumi; quando hanno finito,possono progettarne<br />

anche <strong>la</strong> confezione. Procter & Gamble addebita<br />

un prezzo superiore per i fard e i rossetti misce<strong>la</strong>ti<br />

dal<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>,e perché no? E’improbabile,infatti,<br />

che clienti che creano proprio le sfumature che<br />

desiderano effettuino poi dello shopping<br />

comparativo.<br />

Reflect.com è uno dei tanti sforzi per creare un<br />

rapporto durevole con <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong> in un’epoca di<br />

consumo sfrenato di prodotti di prima necessità o<br />

commodity. “Il prossimo passo sarà quello di far<br />

progettare proprio tutto al cliente, partendo da<br />

zero”, dice Ticoll di Digital 4Sight. “Le imprese<br />

trarranno da ciò nuove opportunità”.<br />

Se applicato correttamente, questo genere di<br />

personalizzazione di massa può portare notevoli<br />

efficienze.<br />

Dell Computer Inc. genera già più capitale<br />

circo<strong>la</strong>nte di quanto ne consumi, in quanto i suoi<br />

clienti specificano e pagano i prodotti prima che<br />

debba pagare i fornitori; al contrario, Honeywell<br />

International Inc. ha sempre 3,5 bilioni di dol<strong>la</strong>ri<br />

immobilizzati.La chiave di volta che Dell ha costruito<br />

per il suo mirabile succeso sta nel proprio modello<br />

di business,un modello fatto-per-ordinare,che limita<br />

notevolmente l’inventario fisico: grazie al<strong>la</strong> sua<br />

caratteristica agilità, quest’ultimo viene<br />

movimentato 60 volte l’anno, un miglioramento di<br />

dieci volte rispetto al 1994. Il risultato è quasi<br />

13<br />

.


.<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

scontato: i clienti finanziano <strong>la</strong> crescita dell’azienda<br />

in modo che essa non debba affrontare elevati livelli<br />

di indebitamento; inoltre, <strong>la</strong> personalizzazione di<br />

massa permette a Dell di preparare so<strong>la</strong>mente<br />

prodotti che venderà,così non sono più necessarie<br />

svalutazioni o promozioni onerose al fine di<br />

movimentare <strong>la</strong> merce indesiderata od obsoleta.<br />

PIÙ VELOCEMENTE, PIÙ VELOCEMENTE<br />

La digitalizzazione riduce i tempi, <strong>la</strong> necessità<br />

di capitale e di personale, generando enormi<br />

efficienze<br />

CONSEGNARE LA MERCE. Nelle mani di un leader<br />

creativo anche le imprese più prosaiche dell’Età<br />

Industriale possono mietere efficienze quantiche,<br />

applicando i nuovi principi di gestione aziendale<br />

del ventunesimo secolo.<br />

L’esempio migliore è Cemex, azienda che opera<br />

in uno dei business definibili commodity più<br />

quotidiani del mondo: il cemento. Con base<br />

operativa a Monterrey (Messico) Cemex era<br />

un’azienda modestamente redditizia fino al 1985,<br />

quando Lorenzo H.Zambrano,un MBA al<strong>la</strong> Stanford<br />

University, nipote del fondatore, ne divenne il CEO.<br />

Il problema principale di Cemex - in un mercato<br />

ad alta intensità di capitale e a bassa efficienza -<br />

era <strong>la</strong> non prevedibilità del<strong>la</strong> domanda.Circa metà<br />

dei suoi ordini venivano cambiati dai clienti,spesso<br />

proprio poche ore prima del<strong>la</strong> consegna. I corrieri<br />

raccoglievano ordini per 8.000 grade di calcestruzzo<br />

e li inoltravano a sei stabilimenti. I telefoni erano<br />

frequentemente intasati dalle chiamate dei clienti,<br />

dei camionisti e dei corrieri, il risultato era ottenere<br />

perdite di ordini e cliente<strong>la</strong> frustrata.<br />

14<br />

Cemex divenne allora digitale, riducendo<br />

ampiamente i problemi di consegna e produzione.<br />

Inoltre, l’ammodernamento aiutò il management<br />

a riorientare gli sforzi dal<strong>la</strong> gestione di beni al<strong>la</strong><br />

gestione di informazioni: “<strong>la</strong> tecnologia permette<br />

di fare affari in un modo assai differente da prima”,<br />

dice Zambrano, “noi l’abbiamo usata non<br />

so<strong>la</strong>mente per consegnare un prodotto ma per<br />

vendere un servizio”.<br />

Per iniziare, Zambrano collegò i camion aziendali<br />

per le consegne ad un sistema di posizionamento<br />

satellitare in modo che gli spedizionieri in azienda<br />

potessero monitorare <strong>la</strong> localizzazione, direzione e<br />

velocità di ogni veicolo.<br />

Questo significa che Cemex può velocemente<br />

mandare il camion giusto a caricare e consegnare<br />

uno specifico grade di cemento,dirigerlo fuori dal<br />

traffico congestionato o ripianificare le consegne<br />

se avvengono cambiamenti dell’ultimo minuto,<br />

riducendo i tempi medi di consegna da tre ore a<br />

20 minuti. Zambrano ha avuto anche <strong>la</strong> possibilità<br />

di apprezzare gli enormi risparmi in carburante,<br />

manutenzione e stipendi,visto che Cemex ora usa<br />

il 35% in meno di automezzi per consegnare <strong>la</strong><br />

stessa quantità di cemento. Inoltre, poiché è in<br />

grado di garantire <strong>la</strong> consegna di un materiale di<br />

modesto valore aggiunto e deteriorabile a pochi<br />

minuti dall’ordine, <strong>la</strong> Cemex può addebitare un<br />

sovrapprezzo per tale servizio.<br />

Digitalizzando il processo aziendale, Zambrano<br />

eliminò anche molti attriti che rallentavano le<br />

risposte e che generavano ad ogni fase costi<br />

aggiuntivi.<br />

I clienti,distributori e fornitori Cemex possono usare<br />

Internet per inoltrare ordini, conoscere quando<br />

sarà completata <strong>la</strong> consegna e control<strong>la</strong>re le<br />

registrazioni contabili dei pagamenti, senza dover<br />

par<strong>la</strong>re con i corrispondenti uffici. Ciò permette<br />

agli amministrativi Cemex di passare da una<br />

tipologia di <strong>la</strong>voro ripetitiva e a basso valore al<br />

miglioramento del servizio che rinsalda i rapporti<br />

con <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>.<br />

Oggi, Zambrano e i suoi dirigenti hanno accesso<br />

ad ogni dettaglio delle operazioni aziendali entro<br />

le 24 ore, diversamente dai dati generati a<br />

scadenza mensile dei concorrenti; ora, quindi,<br />

possono rispondere meglio a clienti e rivali.“Sono<br />

stati in grado di sostituire con <strong>la</strong> gestione<br />

dell’informazione l’impiego dei beni costosi come<br />

camion, navi ed impiegati” dice Slywotzky, che<br />

mette <strong>la</strong> Cemex allo stesso livello di Dell e di Cisco<br />

come uno dei re-inventori leader mondiali nel<br />

digitale.


FLESSIBILITÀ MODERNA<br />

I vecchi modelli di business sono vulnerabili<br />

davanti a gruppi che riescono a sviluppare<br />

velocemente le buone idee.<br />

CONNESSIONI. Le vere aziende del ventunesimo<br />

secolo impareranno anche a gestire un’e<strong>la</strong>borata<br />

rete di rapporti esterni. Tale esteso ecosistema di<br />

fornitori,partner e col<strong>la</strong>boratori esterni permetterà<br />

loro di concentrarsi su ciò che fanno meglio ed<br />

appaltare il rimanente; inoltre, consentirà di trarre<br />

velocemente vantaggio da improvvise opportunità<br />

senza dover immobilizzare ampie quantità di<br />

capitale.<br />

L’ “outsourcing” e il “partnering” non sono<br />

certamente del tutto nuovi ma nel secolo in corso<br />

tali alleanze diventeranno ancora più cruciali.<br />

Cisco Systems ha portato questo concetto<br />

all’estremo: possiede solo due dei 34 stabilimenti<br />

che preparano i suoi prodotti; circa il 90 % degli<br />

ordini viene raccolto senza neppure essere gestito<br />

manualmente e il 52% di questi viene evaso senza<br />

coinvolgere alcun impiegato.“Ai miei clienti sembra<br />

un grande stabilimento virtuale in cui i sistemi di<br />

fornitura e di inventario vengono direttamente<br />

intrecciati in un unico ecosistema”,dice Chambers,<br />

“questa sarà <strong>la</strong> norma nel futuro: ogni cosa sarà<br />

completamente connessa, sia all’interno del<strong>la</strong><br />

singo<strong>la</strong> impresa che tra le aziende. Coloro che<br />

raggiungeranno questo risultato otterranno un<br />

enorme vantaggio competitivo”.<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

Per alcune aziende l’ecosistema non rappresenta<br />

solo l’outsourcing di una funzione o due per<br />

risparmiare qualche spicciolo; si tratta,invece,del<strong>la</strong><br />

base del<strong>la</strong> loro abilità nell’esistere e nel competere.<br />

Senza le sue dozzine di alleanze e partnership Juno<br />

Online Services Inc. di New York, il provider di<br />

Internet,non sarebbe potuta sopravvivere - almeno<br />

non senza centinaia di milioni di dol<strong>la</strong>ri di capitale<br />

aggiuntivo e migliaia di impiegati extra. “Se<br />

avessimo dovuto fare tutto da soli, sarebbe stato<br />

così caro da essere proibitivo” dice il CEO Charles<br />

Ardai,che passa il 25% del suo tempo occupandosi<br />

di alleanze; “per i nostri clienti è un’esperienza<br />

invisibile grazie al<strong>la</strong> tecnologia. La coordinazione<br />

tra i partner permette una comunicazione in tempo<br />

reale e dà <strong>la</strong> sensazione di trattare con una singo<strong>la</strong><br />

azienda”.<br />

Juno, sebbene non ancora redditizia, è l’esempio<br />

di un neo opportunista “entrante” in un nuovo<br />

settore.<br />

L’azienda è stata fondata nel 1994 allorquando il<br />

consulente David E. Shaw chiese a due dei suoi<br />

manager di portargli idee su come sfruttare <strong>la</strong><br />

Rete. Jeff Bezos immaginò una libreria online e<br />

<strong>la</strong>sciò D.E.Shaw & Co. per fondare Amazon.com<br />

Inc.; Ardai,supportato da Shaw,creò invece Juno,<br />

il primo provider di accesso gratuito ad Internet, e<br />

sfidò America Online Inc. Oggi Juno è il terzo<br />

fornitore di servizi Internet per dimensioni.<br />

Dall’inizio, l’attenzione di Ardai si concentrò sul<strong>la</strong><br />

velocità per raggiungere il mercato.“Si inizia con<br />

<strong>la</strong> premessa che non hai molto tempo, quindi<br />

costruisci <strong>la</strong> competenza di base e agisci con dei<br />

partner per il resto” dice Ardai. Juno progettò un<br />

servizio e-mail facile da usare e un’interfaccia<br />

utente,mentre fece contratti esterni per quasi tutto<br />

il resto: affittò le linee telefoniche da una dozzina<br />

di società; assunse il customer service,<br />

guadagnando immediatamente centinaia di<br />

agenti nel call center; per <strong>la</strong> pubblicità di vendita<br />

si mise in partnership con un’agenzia nata da<br />

poco; si schierò con dozzine di partner per news,<br />

informazioni meteorologiche, sport, recensioni<br />

cinematografiche, informazioni sanitarie e<br />

suggerimenti di viaggio; mise in outsourcing<br />

qualche attività di programmazione e il supporto<br />

al<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong> a Hyderbad (India).“Le partnership<br />

ci permisero di partire senza enormi spese e<br />

capitali”, spiega Ardai.<br />

15<br />

.


.<br />

L’ECONOMIA CREATIVA<br />

CACCIA AL TALENTO. Tutto ciò diede ad un piccolo<br />

emergente immediata evidenza e benessere<br />

economico. Juno,ad esempio,vanta meno di 300<br />

impiegati diretti, tuttavia ha quasi 700 tecnici solo<br />

nel customer service, grazie alle sue alleanze: “se<br />

avessimo fatto tutto questo da soli, avremmo<br />

dovuto avere almeno 1.000 persone che<br />

<strong>la</strong>vorassero so<strong>la</strong>mente sul contenuto” stima Ardai.<br />

Cambiamenti così estesi nel<strong>la</strong> struttura tecnicoorganizzativa,comunque,porteranno<br />

solo a questa<br />

tappa nel viaggio verso <strong>la</strong> <strong>leadership</strong> del<br />

ventunesimo secolo; è quasi unanime, invece,<br />

l’accordo sul fatto che tutto dipenda ancora da<br />

quel preziosissimo bene, le persone con talento.<br />

Attrarre,coltivare e mantenere presso di sé queste<br />

persone sarà l’ingrediente indispensabile che<br />

creerà le idee, i prodotti e una crescita aziendale<br />

senza precedenti. Come sostiene il guru del<br />

management Gary Hamel, “siamo passati da<br />

un’economia delle mani ad un’economia delle<br />

teste. Perciò il prezzo dell’immaginazione, il<br />

sovrapprezzo per essa,crescerà”.In modo sempre<br />

più evidente le aziende avranno <strong>la</strong> necessità di<br />

perlustrare il mondo, al<strong>la</strong> ricerca del migliore<br />

capitale intellettuale,per poi creare degli ambienti<br />

stimo<strong>la</strong>nti che permettano alle stelle di bril<strong>la</strong>re.<br />

Poche organizzazioni hanno <strong>la</strong>vorato con più<br />

impegno o con maggiore creatività a tutto ciò,<br />

rispetto a Trilogy Software Inc., produttore di<br />

software per l’economia e per il commercio di<br />

Austin (Texas).<br />

Trilogy, un’impresa privata da più di 200 milioni di<br />

dol<strong>la</strong>ri di ricavi,dedica una straordinaria attenzione<br />

al reclutamento dei migliori ingegneri direttamente<br />

dai campus universitari. Il motto coniato per loro<br />

da Trilogy è il seguente: “invece di <strong>la</strong>vorare in<br />

un’organizzazione enorme,come Microsoft Corp.,<br />

in qualità di product manager, avreste un impatto<br />

maggiore al<strong>la</strong> Trilogy, guidando<strong>la</strong> al successivo<br />

livello di competizione”.<br />

Una volta assunti, i candidati frequentano un<br />

programma di training intensivo di tre mesi,<br />

chiamato dal co-fondatore e Presidente Joe<br />

Liemandt “Trilogy University”.Tutti i direttori generali<br />

si presentano per insegnare.“Nello stesso modo in<br />

cui le persone considerano i clienti, così noi<br />

consideriamo le nostre mansioni”, dice Liemandt,<br />

“chiediamo di rendere il <strong>la</strong>voro irresistibile per i<br />

nostri dipendenti.Se non si riesce a portare l’acciaio<br />

al<strong>la</strong> fabbrica, non viene prodotto nul<strong>la</strong>; se non si<br />

16<br />

portano le persone migliori nell’azienda, non si<br />

produce nul<strong>la</strong>.”<br />

INCUBATORE. Come azienda non quotata, Trilogy<br />

non può offrire diritti di opzione sulle azioni; però,<br />

offre <strong>la</strong> possibilità di creare e gestire nuovi business.<br />

Liemandt <strong>la</strong>ncia una sfida spaventosa ad ogni<br />

gruppo di neo-assunti che entra: in due anni gli<br />

studenti saranno responsabili del<strong>la</strong> creazione di<br />

almeno il 20% delle nuove vendite.“Essi considerano<br />

l’università come un’incubatrice di Ricerca e<br />

Sviluppo”, dice Noel M. Tichy - professore di<br />

management dell’University of Michigan -; Trilogy,<br />

ad esempio, ha messo in pista sei nuove imprese,<br />

inclusa una che sta vendendo automobili online<br />

per una cifra annuale di centinaia di milioni di<br />

dol<strong>la</strong>ri.<br />

Per assicurarsi di non perdere il contatto con i suoi<br />

impiegati, Liemandt usa <strong>la</strong> Rete per stabilire<br />

conversazioni faccia-a-faccia con loro. I 1.500<br />

dipendenti di Trilogy vanno online per leggere e<br />

rispondere ai requisiti del<strong>la</strong> mission aziendale dei<br />

direttori generali e periodicamente viene chiesto<br />

loro di valutare i manager online. “L’energia e<br />

l’adrenalina sono le ragioni per le quali le persone<br />

mettono in atto continui start-up”, dice Liemandt,<br />

“ma quando l’azienda diventa sempre più grande,<br />

le persone non si sentono più così coinvolte.Hanno<br />

<strong>la</strong> sensazione che qualcuno parli loro, invece di<br />

essere coinvolti in una col<strong>la</strong>borazione. La rete<br />

fornisce un aumento da 10 a 20 volte del livello di<br />

interazione che si può instaurare”.<br />

L’azienda del ventunesimo secolo avrà <strong>la</strong> necessità<br />

di disporre di una serie di nuove abilità, tutte da<br />

padroneggiare perché i leader ottengano il<br />

sopravvento competitivo.<br />

La globalizzazione ha aperto nuovi mercati; <strong>la</strong><br />

deregu<strong>la</strong>tion ha abbattuto i confini industriali; il<br />

capitale di rischio ha sovvenzionato migliaia di<br />

nuovi emergenti - tecnologicamente molto abili -<br />

che ora minacciano i “mandarini”; l’onnipresente<br />

Web ha incana<strong>la</strong>to il potenziale per realizzare<br />

notevoli guadagni nel<strong>la</strong> produttività, ma ha<br />

introdotto anche pressioni def<strong>la</strong>zionarie spaventose:<br />

nel ventunesimo secolo tutti questi elementi<br />

spingono a forte propulsione verso <strong>la</strong> creazione di<br />

nuovi modelli di business,modelli che non avranno<br />

assolutamente l’aspetto delle imprese che,<br />

nell’epoca appena trascorsa,apparivano in buona<br />

salute ed apparentemente invincibili.


“DIETRO<br />

LE QUINTE”<br />

DELL’AZIENDA<br />

MODERNA<br />

di Richard S. Tedlow 1<br />

Come siamo arrivati dai “click” ai<br />

“brick”, da Carnegie a Koogle? Il<br />

cammino è segna<strong>la</strong>to da 5<br />

indicazioni.<br />

1 Tedlow è uno storico degli affari ed è professore<br />

al<strong>la</strong> Harvard Business School. Il suo prossimo libro,<br />

Visionaries and Their Visions, verrà pubblicato nel<br />

2001 da HarperBusiness.<br />

LA GRANDE TRASFORMAZIONE<br />

“DIETRO LE QUINTE”<br />

DELL’AZIENDA<br />

MODERNA<br />

“Voglio congratu<strong>la</strong>rmi con Lei per essere<br />

l’uomo più ricco del mondo” -<br />

John Pierpont Morgan ad Andrew Carnegie,<br />

1901,dopo aver comprato <strong>la</strong> Carnegie Steel<br />

e aver formato <strong>la</strong> U.S. Steel Corp.<br />

17<br />

.


LA GRANDE TRASFORMAZIONE<br />

Per gli “addetti ai <strong>la</strong>vori”, Carnegie e Morgan non<br />

si piacevano.<br />

Carnegie si risentiva per le alte tariffe sui noli imposte<br />

dal controllo di Morgan delle ferrovie; disapprovava<br />

inoltre chiunque amasse profondamente i piaceri<br />

del<strong>la</strong> vita e Morgan era fra quelli.<br />

Da parte sua, Morgan considerava Carnegie una<br />

mina vagante in grado di destabilizzare l’industria<br />

dell’acciaio e delle ferrovie e, forse, l’intera<br />

economia.<br />

Per poco tempo,nel 1901,però,Carnegie e Morgan<br />

stettero insieme - formando l’alta nobiltà nel Gotha<br />

del capitale - avendo costituito <strong>la</strong> U.S. Steel Corp.,<br />

il precursore di una <strong>nuova</strong> epoca industriale: <strong>la</strong><br />

prima azienda americana con un patrimonio di 1<br />

bilione di dol<strong>la</strong>ri,U.S.Steel Corp.,possedeva ben 141<br />

impianti metallurgici.<br />

Al<strong>la</strong> fine del ventesimo secolo Yahoo Inc., guidata<br />

dal CEO chitarrista Timothy Koogle, raggiunse una<br />

capitalizzazione maggiore rispetto all’intera industria<br />

dell’acciaio, sebbene nel 1999 avesse solo 2.000<br />

impiegati (l’1% del<strong>la</strong> forza di <strong>la</strong>voro del<strong>la</strong> U.S. Steel<br />

nel 1901) e 58 milioni di dol<strong>la</strong>ri in proprietà,<br />

stabilimenti ed impianti compresi.<br />

Come siamo arrivati a codeste trasformazioni<br />

economiche? La crescita dell’impresa moderna -<br />

che prospera più sulle idee e sugli elettroni che sui<br />

macchinari e sul sudore - fonda <strong>la</strong> propria ragione<br />

di vita su 5 caratteristiche.<br />

MANAGEMENT: Il ventesimo secolo ha visto<br />

l’emergere del business manager come<br />

professionista.<br />

Nel tardo diciannovesimo secolo, prima del<strong>la</strong><br />

diffusione delle ferrovie e delle smisurate imprese<br />

industriali che seguirono, i proprietari facevano i<br />

manager e i manager erano i proprietari.<br />

Ma con l’avvento delle ferrovie fu necessario<br />

introdurre una complessa ed artico<strong>la</strong>ta gerarchia<br />

per coordinare quel tipo d’azienda che stava<br />

sviluppandosi rapidamente: definirne gli obiettivi,<br />

allocarne le risorse, control<strong>la</strong>rne le performance e<br />

garantire gli utili.<br />

Il potere manageriale crebbe a spese dei<br />

proprietari fino agli anni Ottanta.Le grandi aziende<br />

divennero sconcertantemente complesse,<br />

popo<strong>la</strong>te non solo da operai ma anche da “strati”<br />

di ‘colletti bianchi’.<br />

Con <strong>la</strong> diffusione del<strong>la</strong> proprietà fu più difficile per<br />

18<br />

gli azionisti avere una chiara idea di ciò che stava<br />

accadendo - ancor meno chiaro come influenzare<br />

le politiche strategiche.<br />

Gli esperti di management divennero i capitani<br />

dell’industria.<br />

Il reperto A, naturalmente, è Alfred P. Sloan Jr., il<br />

CEO di General Motors Corp.. La carriera di Sloan,<br />

ingegnere per studi, illustra quanto sia<br />

fondamentale per un dirigente poter gestire tutti<br />

gli aspetti del <strong>la</strong>voro aziendale, anche quelli che<br />

non attengono alle sue caratteristiche iniziali.Sloan<br />

permise a General Motors di essere l’azienda<br />

automobilistica leader mondiale non so<strong>la</strong>mente<br />

perché era un profondo conoscitore del settore<br />

produttivo ma anche perché introdusse elementi<br />

di scientificità sia nel marketing che nel<br />

management; Henry Ford, fu incapace di di<strong>la</strong>tare<br />

<strong>la</strong> propria funzione in ugual misura e divenne<br />

vulnerabile rispetto all’approccio (globale) di Sloan.<br />

Oggi, <strong>la</strong> gerarchia aziendale viene sconvolta da<br />

giovani di successo che ido<strong>la</strong>trano Jeffrey P. Bezos<br />

e William H. Gates III e non hanno il tempo di<br />

percorrere <strong>la</strong> tradizionale sca<strong>la</strong> manageriale.<br />

La sfida per il ventunesimo secolo starà<br />

nell’equilibrare <strong>la</strong> capacità imprenditoriale con<br />

quei concetti di finanza e management che il<br />

tempo ha dimostrato essere vincenti.<br />

LAVORO: Con l’emergere del Grande Business<br />

venne fuori dopo decenni di lotta anche <strong>la</strong> grande<br />

manodopera. Le industrie dell’acciaio e delle<br />

automobili erano virulentemente anti-sindacato:<br />

come disse uno dei padroni del<strong>la</strong> ferreria di<br />

Carnegie, “ho sempre avuto una rego<strong>la</strong>. Se un<br />

operaio alza <strong>la</strong> testa, colpisci<strong>la</strong>”.<br />

Gli operai ottennero il potere in molte aziende<br />

durante <strong>la</strong> Grande Depressione e vinsero degli<br />

scioperi,talora sanguinosi; i sindacati “ingrassarono”<br />

grazie ai contributi di iscrizione, impinguendosi<br />

ancora nei 25 anni seguenti.<br />

Molte ragioni hanno causato il declino del potere<br />

sindacale nei due decenni scorsi: tra queste,il fatto<br />

che <strong>la</strong> produzione sia meno importante<br />

nell’economia di oggi e che <strong>la</strong> globalizzazione<br />

permetta alle aziende di collocare i propri<br />

stabilimenti produttivi ovunque nel mondo,<br />

indebolendo <strong>la</strong> forza dei movimenti sindacali<br />

nazionali.<br />

Anche se il potere sindacale è svanito,non significa


che questa tendenza debba comunque essere<br />

generalizzata.<br />

L’avanzamento dei ‘colletti bianchi’ nel<strong>la</strong> nostra<br />

economia ha portato <strong>la</strong> retribuzione e il potere<br />

dei ‘<strong>la</strong>voratori del sapere’ alle stelle.<br />

Ma dove rimane il resto del<strong>la</strong> forza <strong>la</strong>voro? Si<br />

amplierà un divario crescente che porterà<br />

all’instabilità economica e sociale?<br />

Le recenti proteste di piazza contro enti come<br />

World Trade Organization possono far intuire<br />

questioni di primaria importanza nelle manifestazioni<br />

dei <strong>la</strong>voratori.<br />

GOVERNO: Sin dai tempi delle ferrovie il governo<br />

ha e<strong>la</strong>rgito sussidi ai business privati - più di quanto<br />

<strong>la</strong> maggior parte dei dirigenti odierni si immagini -<br />

, una pratica mantenuta fino ai giorni nostri.<br />

L’aeronautica,l’elettronica e <strong>la</strong> scienza informatica<br />

hanno tutte beneficiato del<strong>la</strong> generosità del<br />

Dipartimento del<strong>la</strong> Difesa americano: Internet, ad<br />

esempio, venne progettato a metà degli anni<br />

Sessanta per il Pentagono - come mezzo di<br />

comunicazione durante <strong>la</strong> guerra fredda - e ancora<br />

oggi <strong>la</strong> Rete gode di sospensioni di alcune imposte<br />

statali.<br />

Ma il governo ha anche aumentato i propri poteri<br />

di proibizione, come dimostra chiaramente<br />

l’applicazione del<strong>la</strong> legge contro i monopoli.<br />

Il diritto di chiudere un’impresa a causa del potere<br />

monopolistico è esistito sin dallo Sherman Antitrust<br />

Act del 1890. Non sorprende che U.S. Steel venisse<br />

perseguita per vio<strong>la</strong>zioni delle leggi antitrust e<br />

scampasse al<strong>la</strong> dissoluzione per un solo voto al<strong>la</strong><br />

Supreme Court americana. Standard Oil e<br />

American Tobacco furono liquidate nel 1911.<br />

L’antitrust pose fine anche al monopolio telefonico<br />

di AT&T, scatenando un mare di attività<br />

imprenditoriali.<br />

Recentemente il governo ha annunciato che<br />

l’antitrust si applica anche ai settori del<strong>la</strong> New<br />

Economy: le difficoltà di Microsoft Corp.davanti al<br />

Dipartimento del<strong>la</strong> Giustizia americano, se<br />

proseguiranno, possono, ad esempio, causarne lo<br />

LA SFIDA , PER IL VENTUNESIMO SECOLO, STARÀ<br />

NELL’EQUILIBRARE LA CAPACITÀ IMPRENDITORIALE CON<br />

QUEI CONCETTI DI FINANZA E MANAGEMENT CHE IL TEMPO<br />

HA DIMOSTRATO ESSERE VINCENTI.<br />

LA GRANDE TRASFORMAZIONE<br />

smembramento in due parti.<br />

Comunque l’idea che, più in generale, il governo<br />

abbia un ruolo costrittivo negli affari è vera<br />

so<strong>la</strong>mente in parte: sono gli ufficiali federali che<br />

forgiano gli accordi per dar vita al commercio e<br />

stabilire standard pubblici in tecnologie che si<br />

trasformano velocemente,come <strong>la</strong> biotecnologia<br />

e le telecomunicazioni. La mano del governo sarà<br />

ancora necessaria - e per molte aziende, sarà<br />

anche <strong>la</strong> benvenuta (che lo vogliano ammettere<br />

o meno).<br />

FINANZA: Negli anni Settanta il rapporto tra i<br />

professionisti del business e gli azionisti iniziò a<br />

cambiare. Gli affari americani persero quote di<br />

mercato e redditività a dispetto di una rivitalizzata<br />

economia globale. In partico<strong>la</strong>ri settori industriali,<br />

come quello dell’acciaio, dell’elettronica di<br />

consumo e delle automobili,il Giappone e l’Europa<br />

stavano <strong>la</strong>nciando delle sfide. Tutto ciò, insieme<br />

agli enormi aumenti del prezzo del petrolio del<br />

1973 e del 1979, scosse <strong>la</strong> fiducia delle grandi<br />

aziende statunitensi.<br />

Mentre i turbolenti anni Sessanta si trasformavano<br />

nei moderati anni Settanta, gli azionisti non furono<br />

più in grado di credere agli aumenti di valore per<br />

incrementare i propri titoli. E’ ben vero che non<br />

erano neppure impotenti - ad esempio, i fondi<br />

pensione erano capaci di forti accumu<strong>la</strong>zioni e<br />

potevano agire come un sol elemento.<br />

Tutto ciò preparò <strong>la</strong> scena degli anni Ottanta per<br />

una <strong>nuova</strong> serie di attori - aziende private e ricchi<br />

individui aiutati da persone come Michael R.Milken<br />

- che sca<strong>la</strong>vano imprese ben inserite nel panorama<br />

industriale.<br />

Senza dubbio,il corso azionario di un’azienda è più<br />

importante per il manager professionista del 2000<br />

che del 1975.<br />

Si aggiunga a ciò l’emergere delle banche di affari,<br />

<strong>la</strong> mentalità di far nascere imprese dal nul<strong>la</strong> (startup)<br />

nonché <strong>la</strong> disponibilità di investitori e manager<br />

a correre rischi: il risultato è una forza che dovrebbe<br />

alimentare in continuazione un vantaggio<br />

competitivo per gli Stati Uniti.<br />

TECNOLOGIA: Il ventesimo secolo è stata l’era più<br />

intensamente tecnologica del<strong>la</strong> storia. L’elenco<br />

dei nuovi prodotti e servizi non ha fine. Iniziamo<br />

con <strong>la</strong> lettera A: aria condizionata, aerop<strong>la</strong>ni,<br />

antibiotici, automobili … Il computer e in special<br />

19<br />

.


LA GRANDE TRASFORMAZIONE<br />

modo il Web hanno generato fortune e cambiato<br />

il modo di operare delle imprese.<br />

Tutto ciò che velocizza <strong>la</strong> comunicazione o il<br />

trasporto - che li rende più efficienti, più produttivi<br />

e meno costosi - cambia il modo in cui le persone<br />

fanno affari: nel diciannovesimo secolo ne diedero<br />

testimonianza <strong>la</strong> ferrovia e il telegrafo, ai giorni<br />

nostri ne dà testimonianza lo scambio di dati<br />

informatico. Il passo del cambiamento sta<br />

aumentando e gli affari e le scienze si stanno<br />

intrecciando sempre più.<br />

Il ventesimo secolo si è concluso in un’atmosfera<br />

di acuta incertezza: quali delle nuove imprese -<br />

sorte come funghi dopo <strong>la</strong> pioggia primaverile -<br />

sono state costruite per sopravvivere? Quali delle<br />

grandi aziende dell’Old Economy sfrutteranno le<br />

nuove tecnologie?<br />

I manager che metteranno a frutto le lezioni del<br />

passato e svilupperanno organizzazioni con una<br />

ben definita “mission”avranno <strong>la</strong> meglio,quelli che<br />

si faranno semplicemente trasportare dal flusso e<br />

riflusso degli eventi saranno spazzati via.<br />

20


LA NUOVA<br />

LEADERSHIP<br />

di Anthony Bianco<br />

La crescente complessità del<br />

business costringerà a drastici<br />

cambiamenti nel<strong>la</strong> gerarchia<br />

aziendale<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

In questi anni i top aziendali hanno colto,<br />

nel<strong>la</strong> lunga e faticosa storia del “<strong>la</strong>vorare<br />

per vivere”,i frutti di una fortunata “stagione<br />

retributiva” senza precedenti.<br />

I capi di oggi sono pagati più del dovuto?<br />

Probabilmente sì, però chi è stato premiato<br />

con molto,deve dare ancora di più.Guidare<br />

un’azienda non è mai stato così difficile e<br />

nel ventunesimo secolo sarà ancora più<br />

complicato.<br />

Il CEO avrà sempre “l’ultima paro<strong>la</strong> nel<br />

decidere” ma l’impresa dipenderà sempre<br />

più dalle capacità specialistiche di una serie<br />

di leader subordinati: lunga vita al direttore<br />

dei rapporti con <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong> (“Chief of<br />

Customer Re<strong>la</strong>tions”), al direttore delle<br />

conoscenze (“Chief of Knowledge”), al<br />

direttore del Web!<br />

La velocità e <strong>la</strong> complessità del business<br />

costringeranno continuamente le aziende<br />

a spingere l’autorità verso il basso, lungo<br />

strutture di management sempre più<br />

orizzontali.Nel futuro,ogni manager di linea<br />

dovrà estendere le proprie prerogative di<br />

leader - e sopportarne l’onere - su un ragio<br />

d’azione così ampio da essere<br />

indispensabile al<strong>la</strong> generazione passata.<br />

21<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

IL CAPO<br />

NELL’ERA<br />

DEL WEB<br />

22<br />

di Nanette Byrnes<br />

Comunica, trova compromessi,<br />

pensa globalmente - e fa tutto<br />

velocemente<br />

IL CAPO NELL’ERA<br />

DEL WEB<br />

Chiedete ad un CEO come sarà il <strong>la</strong>voro nel<br />

2020 e riceverete <strong>la</strong> risposta “chissà”: con il<br />

ritmo sfrenato dell’evoluzione tecnologica<br />

è già arduo immaginarsi il panorama del<br />

business da qui a tre mesi,figuriamoci da qui<br />

a due decenni.<br />

Ma quando gli ambiziosi ed intraprendenti<br />

ventenni del punto-com raggiungeranno<br />

<strong>la</strong> mezza età e risponderanno di operazioni<br />

del valore di diversi bilioni di dol<strong>la</strong>ri, sarà<br />

difficile riconoscere l’ufficio di fianco.<br />

Il CEO di domani sarà ancora responsabile<br />

sia nel comporre e sviluppare un team<br />

elitario che nel forgiare strategie di successo<br />

mondiale ma, nell’agitazione che ai nostri<br />

giorni caratterizza il gruppo dirigenziale,<br />

possiamo notare fin d’ora che il capo<br />

branco dovrà imparare alcuni nuovi trucchi.<br />

Le performance migliori sono ottenute<br />

sempre più frequentemente da abili<br />

comunicatori, da coloro che trovano<br />

compromessi e che padroneggiano il<br />

cambiamento.Nel<strong>la</strong> confusione dei prossimi<br />

20 anni sia i requisiti specifici delle nuove<br />

abilità, che una struttura mentale più<br />

intraprendente produrranno una c<strong>la</strong>sse di<br />

CEO straordinaria,predice Sandy Ogg - uno<br />

dei vicepresidenti di Motoro<strong>la</strong> Inc.e direttore<br />

del suo “Ufficio per <strong>la</strong> <strong>leadership</strong>” -<br />

aggiungendo che “stiamo entrando in un<br />

periodo di cambiamento molto dinamico,<br />

come in guerra,e <strong>la</strong> responsabilità che viene<br />

riposta sulle persone da guidare è<br />

effettivamente tremenda”.


Quindi, benvenuti in una giornata nel<strong>la</strong> vita di<br />

Sylvia Chen, un’ipotetica CEO del 2020.<br />

6:00 Dopo aver control<strong>la</strong>to sua figlia May, che<br />

ancora sta dormendo, Chen esce per l’escursione<br />

mattutina sulle colline intorno al<strong>la</strong> sua casa<br />

cittadina di Seattle.<br />

Negli ultimi sei mesi Chen, 45 anni, ha diretto <strong>la</strong><br />

Xcelerent Software Inc., che progetta da 10 anni<br />

software formativo per studenti di ogni età.<br />

L’energia personale fu un fattore chiave quando<br />

il consiglio di amministrazione del<strong>la</strong> Xcelerent si<br />

mise al<strong>la</strong> ricerca di un nuovo CEO e trovò molto<br />

interessanti le credenziali di Chen: negli ultimi due<br />

decenni aveva <strong>la</strong>vorato per aziende di software<br />

in 4 differenti paesi; conosceva 3 lingue e, nata in<br />

Cina,aveva studiato sia in patria che negli Stati Uniti,<br />

ottenendo un Master Degree in musica.<br />

Quando il consiglio di amministrazione le chiese del<br />

suo interesse musicale, Chen sostenne che ciò<br />

l’aiutava ad immaginare soluzioni creative per il suo<br />

recente impegno - cioè invertire <strong>la</strong> pericolosa<br />

tendenza di un produttore di software finanziario<br />

che si trovava in crisi.<br />

Con tre quarti del suo stipendio che dipendono da<br />

specifici obiettivi operativi, il ‘pacchetto Chen’ è<br />

piuttosto standard,sebbene gli incontri per valutare<br />

il suo operato siano molto più frequenti rispetto a<br />

quelli dei dirigenti di epoche precedenti. I suoi<br />

obiettivi vengono fissati in base ai risultati di progetti<br />

specifici e ai ritorni globali.<br />

Altri criteri fondamentali con cui Chen viene<br />

valutata sono i seguenti: quanto rendono le sue<br />

partnership, quanto riesce a trattenere le persone<br />

che compongono lo staff-”chiave” e le analisi<br />

trimestrali sul<strong>la</strong> soddisfazione del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>.<br />

7:00 Rientrata a casa, Chen dà un’occhiata a video<br />

al<strong>la</strong> sua posta control<strong>la</strong>ndo gli indicatori<br />

fondamentali del<strong>la</strong> performance finanziaria di<br />

Xcelerent arrivati via computer durante <strong>la</strong> notte.<br />

La casa si ravviva quando suo marito si prepara per<br />

andare al <strong>la</strong>voro e sua figlia per andare a scuo<strong>la</strong>.<br />

Chen si prende qualche minuto per sedersi davanti<br />

ad un grande schermo piatto e control<strong>la</strong>re le email<br />

nello studio di casa, <strong>la</strong> cui struttura riflette<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

quel<strong>la</strong> del suo ufficio, dotato di una piccolissima<br />

telecamera per conferenze e di un’unità palmare<br />

che carica i dati in modalità remota.<br />

Impiegando del software per <strong>la</strong> schedu<strong>la</strong>zione<br />

delle attività ed altri tool, da molto tempo Chen<br />

non ha più bisogno di una segretaria personale.<br />

Nel<strong>la</strong> struttura appiattita del<strong>la</strong> Xcelerent tutti sono<br />

incoraggiati a scrivere direttamente a Chen - e lo<br />

fanno. Una nota dice che l’operazione Cina ha<br />

accelerato, da so<strong>la</strong>, i tempi di marketing di un<br />

nuovo pacchetto software progettato per<br />

organizzare il tempo per attività di studio e che<br />

ha venduto molto più velocemente di quanto ci<br />

si aspettasse al<strong>la</strong> Bejing University,un mercato di test<br />

per <strong>la</strong> sua adozione.<br />

Jim Moore - direttore dello sviluppo dell’ambiente<br />

di <strong>la</strong>voro per Sun Microsystems Inc. - sostiene che<br />

in vent’anni i CEO dovranno saper usare molto<br />

bene Internet per trarre vantaggio dal<strong>la</strong><br />

disponibilità,in tempo reale e online,di informazioni<br />

e di dati sulle loro attività.<br />

Ciò non corrisponde all’oggi: secondo l’American<br />

Society for Training and Development,nel 1998 solo<br />

il 25% dei dirigenti - circa <strong>la</strong> metà di tutti gli<br />

amministrativi - riceveva del<strong>la</strong> formazione<br />

sull’Information Technology: “se non hanno <strong>la</strong><br />

curiosità e le abilità per utilizzare il Web, sapendo<br />

come navigare e recuperare i dati, saranno<br />

danneggiati”, dice Moore, “<strong>la</strong> segretaria non li<br />

proteggerà più”.<br />

GLI STIPENDI<br />

dipenderanno dal<strong>la</strong> capacità di trattenere<br />

lo “staff-chiave”, dal successo delle<br />

partnership e dal<strong>la</strong> soddisfazione<br />

del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>.<br />

23<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

8:30 Marito e figlia escono con un bacio e <strong>la</strong><br />

promessa che quando Chen ritornerà da un<br />

viaggio d’affari si prenderà due giorni di vacanza<br />

da trascorrere a casa. Chen si è concentrata sul<br />

raggiungere gli obiettivi in azienda - sia per sé<br />

che per il suo gruppo -; il suo compito dovrà essere<br />

portato a termine ragionevolmente in una<br />

settimana di <strong>la</strong>voro e, quando si aggiungono i<br />

viaggi, è previsto il diritto di prendersi una pausa.<br />

Chen partecipa ad un tele-incontro con il top<br />

management per prepararsi al<strong>la</strong> riunione del<br />

consiglio di amministrazione del giorno seguente.<br />

Sfrutta ampiamente le video-conferenze in modo<br />

da rimanere in contatto con i manager sparsi nel<br />

mondo. Tali connessioni remote permettono a<br />

Xcelerent di collocare le proprie unità operative<br />

<strong>la</strong>ddove può “pescare” meglio nel<strong>la</strong> riserva del<br />

talento e mantenere bassi i costi: il direttore delle<br />

tecnologie telefona da Bangalore (India),il direttore<br />

marketing chiama da New York - tuttora l’hub del<br />

mondo pubblicitario - e il direttore delle operazioni<br />

si connette dal Messico - dove Xcelerent ha il suo<br />

centro principale di customer service.<br />

10:00 Un autista accompagna Chen al<strong>la</strong> sede<br />

centrale; durante il tragitto el<strong>la</strong> partecipa ad una<br />

conferenza interattiva con lo staff dell’America<br />

Latina par<strong>la</strong>ndo di una <strong>nuova</strong> alleanza per <strong>la</strong><br />

diffusione del<strong>la</strong> formazione informatica.<br />

Numerosi punti di forza di Xcelerent dipendono<br />

dal<strong>la</strong> sua rete di partner. Ieri Chen ha concluso un<br />

contratto con numerosi governi dell’America Latina<br />

per adottare un programma che negli ultimi dieci<br />

anni ha aiutato ad innalzare all’80% <strong>la</strong> quota di<br />

istruzione informatica nel Nord Africa.<br />

Nancy J.Adler - professoressa di management al<strong>la</strong><br />

McGill University - si aspetta che in vent’anni i<br />

leader del<strong>la</strong> società civile non siano più politici<br />

eletti ma persone provenienti dal settore privato.<br />

L’onere di affrontare problematiche un tempo<br />

considerate questioni di politica sociale e divenute<br />

vitali per gli interessi di aziende completamente<br />

globali cadrà sui CEO: “suppongo che un terzo<br />

del tempo dei CEO del 2020 sarà dedicato a<br />

problematiche più ampie di quelle aziendali -<br />

formazione, sanità e pace mondiale, ambiente”<br />

dice Adler.<br />

24<br />

12:00 Pranzo con una importante candidatura<br />

aziendale.<br />

Chen visita personalmente una dozzina di Università<br />

e Business School ogni anno e sostiene numerosi<br />

colloqui con i migliori candidati.<br />

Trova sempre il tempo di concentrarsi veramente<br />

sulle persone chiave del suo gruppo poiché <strong>la</strong><br />

stragrande maggioranza dei dipendenti di<br />

Xcelerent nel 2020 non sarà più in pianta stabile:<br />

l’azienda infatti affronterà tutte le problematiche<br />

di staff per mezzo dell’Internet Talent Exchanges,<br />

stipu<strong>la</strong>ndo contratti da 12 fino a 18 mesi con<br />

consulenti indipendenti.<br />

Jeff Christian, headhunter leader nel<strong>la</strong> ricerca di<br />

manager, afferma che nel 2020 i CEO dovranno<br />

“trattare ogni candidato come se fosse il loro<br />

migliore cliente”: è una semplice questione<br />

matematica - ogni anno ca<strong>la</strong> il numero delle<br />

persone che faranno parte del<strong>la</strong> forza <strong>la</strong>voro.<br />

13:30 Ritornando dal pranzo Chen incontra un<br />

gruppo di programmatori diretti ad una sessione<br />

informale di brainstorming. E’ interessata al<strong>la</strong><br />

tecnologia e vuole assistervi.<br />

Chen trascorre due ore ad ascoltarli mentre si<br />

confrontano sulle diverse caratteristiche che stanno<br />

tentando di inserire in un programma. Una o due<br />

volte, quando sembra che si stiano perdendo in<br />

dettagli, Chen impone una pausa e chiede ad<br />

ognuno come si senta a proposito dei progressi<br />

fatti sinora. Al termine del<strong>la</strong> riunione molti<br />

programmatori <strong>la</strong> ringraziano per aver presenziato.<br />

I CEO dovranno avere come modelli i direttori<br />

d’orchestra o le compagnie di ballo,sostiene Robert<br />

J.Thomas - membro senior dell’Institute for Strategic<br />

Change di Andersen Consulting.<br />

Il CEO prefigurerà uno scenario, permettendo poi<br />

agli ‘artisti’ individuali di creare <strong>la</strong> propria parte<br />

nel<strong>la</strong> ‘rappresentazione’; Thomas aggiunge che<br />

“<strong>la</strong> chiave di volta è l’abilità di essere in grado di<br />

combattere ma anche di trovare una strategia<br />

comune cui tutti si dedichino”.


ORA E POI: COME CAMBIERANNO I CEO<br />

NEI PROSSIMI 20 ANNI<br />

CHI SONO<br />

2000: QUASI TUTTI MASCHI E BIANCHI, LA MAGGIOR PARTE<br />

DEI QUALI SULLA CINQUANTINA.<br />

2020: PIÙ DONNE E MINORANZE, PIÙ GIOVANI E PIÙ ANZIANI.<br />

COME VENGONO RETRIBUITI<br />

2000: CIRCA I DUE TERZI CON OPZIONI AZIONARIE.<br />

2020: QUESTA QUOTA PUÒ INCREMENTARSI E LO STIPENDIO<br />

RIFLETTERÀ IL SUCCESSO AVUTO NELLE PARTNERSHIP E NEL<br />

TRATTENIMENTO DELLO STAFF.<br />

QUANTO DURERANNO<br />

2000: LA DURATA MEDIA DI UN CEO È NOVE ANNI.<br />

2020: LA DURATA SARÀ PROBABILMENTE RIDOTTA E I NUOVI<br />

CEO AVRANNO UN ANNO PER MOSTRARE DEI RISULTATI.<br />

STILE MANAGERIALE<br />

2000: ANCORA MOLTO COMANDO E CONTROLLO.<br />

2020: MAGGIORE TENDENZA ALLA COSTRUZIONE DEL<br />

CONSENSO, GESTIONE IN TEAM.<br />

PRIORITA’<br />

2000: OPERAZIONI, PERFORMANCE AZIONARIA.<br />

2020: PIÙ IMPORTANZA ATTRIBUITA ALLA CAPACITÀ DI<br />

TRATTENERE LE PERSONE DI TALENTO E DI FORMARE ALLEANZE.<br />

16:00 Chen ritorna velocemente in ufficio per una<br />

video-conferenza con i principali investitori.<br />

Nelle borse internazionali, completamente<br />

integrate, i rendimenti dei titoli di Xcelerent si sono<br />

appiattiti nelle settimane trascorse e Chen vuole<br />

rassicurare gli investitori che in azienda si stanno<br />

introducendo numerose iniziative, inclusa <strong>la</strong><br />

promozione del<strong>la</strong> formazione informatica.<br />

Michael Useem - professore di Management al<strong>la</strong><br />

Wharton School del<strong>la</strong> University of Pennsylvania -<br />

sostiene che in futuro, un terzo del tempo dei<br />

leader verrà probabilmente trascorso a contatto<br />

con il mercato finanziario. Il CEO dedicherà molto<br />

tempo a tre o quattro dozzine di analisti ed<br />

investitori principali - e a ragione: <strong>la</strong> loro pazienza<br />

si esaurirà più velocemente di prima, tanto che<br />

non sarà inusuale che i CEO che non raggiungono<br />

gli obiettivi vengano rimossi in periodi che vanno<br />

da un anno a diciotto mesi.<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

Un numero sempre maggiore di tali investitori<br />

fondamentali avrà base oltreoceano: secondo <strong>la</strong><br />

Security Industry Association gli acquisti esteri netti<br />

di azioni statunitensi sono saliti rego<strong>la</strong>rmente negli<br />

ultimi cinque anni, raggiungendo i 63 bilioni di<br />

dol<strong>la</strong>ri nel primo trimestre del 2000.<br />

17:00 Chen si collega al<strong>la</strong> linea del customer<br />

support aziendale e sceglie una e-mail cui<br />

rispondere personalmente.<br />

Quasi tutte le vendite di Xcelerent provengono da<br />

Internet, alcune dai terminali dei pochi negozi<br />

“civetta”: sebbene sia nata online, l’azienda<br />

gestisce infatti anche alcuni negozi nei centri<br />

commerciali per diffondere <strong>la</strong> consapevolezza e<br />

per fornire una sorta di luogo di incontro<br />

comunitario - spazi per lo studio, per <strong>la</strong><br />

socializzazione davanti ad una tazzina di caffè e<br />

per il gioco dei bambini nei giorni piovosi.<br />

A casa o nei negozi i clienti possono scaricare<br />

programmi e dati sui loro computer portatili.<br />

19:00 Chen si imbarca su un volo per l’Europa dove<br />

domani si riunisce il consiglio di amministrazione.<br />

Sebbene le riunioni di routine vengano ora<br />

trasmesse in teleconferenza,Chen viaggia ancora<br />

intensamente per incontrarsi con i partner-chiave,<br />

con gli investitori e con il consiglio di<br />

amministrazione.<br />

Un chip del suo portatile contiene delle informazioni<br />

personali tra le quali il passaporto, letto da uno<br />

scanner mentre viene attraversata <strong>la</strong> dogana.<br />

Chen si accomoda al suo posto, si prepara per il<br />

volo,e pochi minuti dopo il jet aziendale di Xelerent<br />

decol<strong>la</strong> - verticalmente, come un elicottero.<br />

25<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

GUARDA<br />

IL MONDO,<br />

CANCELLA<br />

I SUOI CONFINI<br />

26<br />

di Gail Edmondson<br />

I clienti operano globalmente e<br />

ora si aspettano un servizio<br />

mondiale: i direttori generali [CEO]<br />

devono fornirlo o falliranno<br />

GUARDA IL MONDO,<br />

CANCELLA<br />

I SUOI CONFINI<br />

Il CEO di Hewlett-Packard Co., Carleton S.<br />

‘Carly’Fiorina,ha affrontato <strong>la</strong> terribile verità:<br />

<strong>la</strong> pesante organizzazione del<strong>la</strong> HP stava<br />

perdendo il contatto con <strong>la</strong> propria cliente<strong>la</strong><br />

globale.<br />

Fiorina ha quindi riorganizzato HP in modo<br />

radicale per facilitare gli acquisti delle<br />

imprese di qualsiasi dimensione e di tutto il<br />

mondo: ad esempio le multinazionali clienti<br />

HP hanno ora <strong>la</strong> possibilità di rivolgersi ad un<br />

solo gruppo di vendita e di marketing per<br />

acquistare tutto ciò di cui necessitano, dai<br />

palmari ai super computer, da Buffalo a<br />

Bangkok.<br />

Tutto questo è fornire un servizio globale per<br />

soddisfare le necessità locali.


Fiorina è uno dei numerosi alti dirigenti che ha<br />

ripensato <strong>la</strong> problematica gestionale a livello<br />

mondiale,sapendo che nel ventunesimo secolo le<br />

imprese di successo saranno quelle che<br />

abbatteranno le barriere, ancora residuali, tra<br />

operazioni nazionali ed internazionali: i clienti<br />

eccellenti non badano più a queste vecchie<br />

distinzioni - spesso essi stessi operano globalmente<br />

- e richiedono all’estero un livello di servizio uguale<br />

a quello che ottengono a casa loro, aspettandosi<br />

inoltre che i CEO delle aziende fornitrici - come<br />

Carly Fiorina - siano CEO globali.<br />

La globalizzazione richiede <strong>la</strong> personale attenzione<br />

del CEO poiché è una delle tendenze più intense<br />

“CHIEF<br />

OF<br />

GLOBALIZATION”<br />

dei business odierni: già due terzi delle aziende<br />

operano globalmente (si pensi all’informatica e<br />

all’industria aerospaziale) o sono in procinto di farlo<br />

(parti meccaniche).<br />

Michelin, il produttore di gomme francese,<br />

attualmente ottiene il 35% dei ricavi negli Stati Uniti<br />

mente Johnson & Johnson effettua il 43% del suo<br />

business all’estero: “ci troviamo in realtà<br />

internazionali.Il campo d’azione per tutti i manager<br />

è il mondo” dice Pasquale Pistorio, CEO di ST<br />

Microelectronics, il gigante europeo da 5 bilioni di<br />

dol<strong>la</strong>ri del settore dei semiconduttori.<br />

I manager “accorti” sono oramai perfettamente<br />

consapevoli che l’azienda globale gestisce le<br />

informazioni a velocità elevatissima all’interno del<strong>la</strong><br />

sua organizzazione.<br />

Orit Gadiesh - presidente dei consulenti Bain & Co.<br />

- lo definisce “il gioco dell’identificazione di schemi”,<br />

usare,cioè,i dirigenti aziendali come delle “cavie”<br />

per individuare specifiche tendenze mondiali che<br />

potrebbero velocemente influenzare l’intero futuro<br />

delle imprese.<br />

SHOCK CUMULATIVI. La conseguenza di tutto ciò<br />

per le aziende che non si sono adeguate per stare<br />

al passo delle tendenze più recenti sarà enorme:<br />

Motoro<strong>la</strong> fu colta impreparata quando Nokia<br />

emerse dalle zone depresse del<strong>la</strong> Fin<strong>la</strong>ndia come<br />

suo principale competitore; i rivenditori europei<br />

furono colti di sorpresa quando una catena<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

spagno<strong>la</strong>, Zara, riuscì a cambiare le mode dei<br />

propri negozi praticamente ogni settimana.<br />

Sicuramente questi shock si moltiplicheranno negli<br />

anni a venire poiché le aziende, per guadagnare<br />

vantaggio competitivo, eserciteranno forme di<br />

“intelligence” sempre più sofisticate con i mercati<br />

lontani: “perdere all’estero ora può significare<br />

perdere anche a casa” afferma Subramanian<br />

Rangan - professore di Strategia all’European<br />

Institute of Business Administration a Parigi -,“si tratta<br />

di innovare globalmente o morire”.<br />

La spinta verso un’ininterrotta innovazione globale<br />

sta costringendo al<strong>la</strong> costante sperimentazione,<br />

al<strong>la</strong> ricerca del<strong>la</strong> corretta misce<strong>la</strong> di iniziativa locale,<br />

al<strong>la</strong> generazione di flussi informativi ad alta velocità<br />

e al<strong>la</strong> diffusione di una conseguente <strong>nuova</strong> cultura<br />

aziendale.<br />

Al<strong>la</strong> Ericcson, il produttore svedese di telefonia, ad<br />

esempio, i top manager stanno ora riflettendo sia<br />

sugli schemi retributivi e dei compensi - per tenere<br />

in considerazione <strong>la</strong> performance globale evitando<br />

<strong>la</strong> conflittualità interna - sia sul<strong>la</strong> propria operatività<br />

locale: “il trucco è fornire i giusti incentivi per<br />

<strong>la</strong>vorare insieme” sostiene il CEO Kurt Hellstrom.<br />

Spesso sarà necessaria una profonda<br />

riorganizzazione, anche in multinazionali che<br />

esistono da tempo.<br />

Negli anni Novanta Philips,il gigante o<strong>la</strong>ndese del<br />

settore dell’elettronica, ha ad esempio<br />

sperimentato <strong>la</strong> gestione a matrice,organizzandosi<br />

in linee di prodotto e settori regionali.Ma lo schema<br />

sobil<strong>la</strong>va troppo il conflitto: “abbiamo abolito <strong>la</strong><br />

matrice. Era troppo lenta - affidava al comitato<br />

direttivo un ruolo da arbitro”afferma Jan Oosterveld<br />

- membro del consiglio di amministrazione e<br />

responsabile per <strong>la</strong> strategia Philips. Ora l’azienda<br />

sta provando qualcosa di più flessibile: i manager<br />

dei singoli business hanno <strong>la</strong> responsabilità generale<br />

e primaria sebbene i “capi regional” e i global<br />

account manager per i principali clienti continuino<br />

comunque a mantenere un loro ruolo.<br />

Sempre di più,le imprese dovranno spostare le loro<br />

principali “operations” là ove c’è “movimento”.<br />

La Philips ha impiantato le sedi direzionali nelle<br />

“regions” più “calde” in termini di nuovi trend, il<br />

cosiddetto “mercato a voltaggio più alto”: mentre<br />

il suo “digital set-top box” si trova in California, <strong>la</strong><br />

sede dei sistemi audio è ad Hong Kong, in quanto<br />

27<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

l’Asia è il centro dell’innovazione e del<strong>la</strong> produzione<br />

di elettronica di consumo e poiché “i sistemi audio<br />

in Europa lottavano con gli alti costi ivi presenti<br />

rimanendo lontani dal mercato che stava<br />

definendo le tendenze”spiega Oosterveld,il quale<br />

aggiunge che “lo spostamento ci ha dato una<br />

grande spinta”.<br />

L’approccio corretto dipende in parte anche dal<br />

prodotto.Con l’emergere di una cultura mondiale<br />

del consumo,i commerciali stanno scoprendo che<br />

devono attivarsi per una migliore risposta alle<br />

preferenze locali.<br />

Coca Co<strong>la</strong> Co., ad esempio, era solita control<strong>la</strong>re<br />

rigidamente i propri prodotti dal<strong>la</strong> sede centrale<br />

di At<strong>la</strong>nta. I manager hanno però scoperto che in<br />

alcuni mercati i consumatori hanno sete non<br />

so<strong>la</strong>mente di Coca Co<strong>la</strong>, di Diet Coke o di Sprite,<br />

quindi l’azienda ha dato carta bianca ai manager<br />

locali: <strong>la</strong> divisione turca,ad esempio,sta <strong>la</strong>nciando<br />

una bevanda al gusto di pera mentre quel<strong>la</strong><br />

tedesca sta tentando con una Fanta al sapore di<br />

bacche.<br />

Se tale diversità è accettabile per le bevande,<br />

iper-personalizzare articoli già costosi può<br />

effettivamente aggiungere troppi oneri.<br />

Quando GE Medical Systems di General Electric Co.<br />

trasferì le responsabilità globali ai product manager,<br />

ebbe uno shock: questi dirigenti,cui veniva affidata<br />

<strong>la</strong> responsabilità mondiale di tutto - dal<strong>la</strong><br />

progettazione del prodotto al marketing -,<br />

scoprirono che <strong>la</strong> GE stava localizzando troppo i<br />

suoi prodotti di topografia medica. I manager,<br />

ossessionati dai rivali locali, stavano progettando<br />

e producendo articoli simili per mercati differenti -<br />

una costosa e sprecata duplicazione dello sforzo.<br />

“Il manager giapponese decise ‘Io voglio fare<br />

questo prodotto perché sono in competizione con<br />

<strong>la</strong> Toshiba’“ sostiene Yoshiaki Fujimori, presidente e<br />

CEO di GE Medical Systems Asia Ltd.<br />

IMPOLLINAZIONE INCROCIATA. Ma GE,come Coca<br />

28<br />

IL VERORISULTATO<br />

DEI MANAGER MODERNI<br />

STA NELL’ESSERE IN GRADO<br />

DI AFFERRARE AL VOLO<br />

UNA GRANDE IDEA<br />

IN UNA PARTE DEL LORO IMPERO E<br />

DI FARVI LEVA<br />

NEL MONDO.<br />

Co<strong>la</strong>, si accorse che le operazioni locali avevano<br />

ancora molto da offrire,così esaminò i propri clienti<br />

ospedalieri mondiali e poi impiegò le informazioni<br />

raccolte per progettare singoli prodotti globali.Nel<br />

1999, GE portò sul mercato i frutti del suo sforzo<br />

globale - un nuovo scanner per <strong>la</strong> tomografia<br />

computerizzata - ad un prezzo ragionevole - al di<br />

sotto di 500.000 dol<strong>la</strong>ri -: l’azienda si aspetta di<br />

venderne 500 entro <strong>la</strong> fine del 2000, con un <strong>la</strong>ncio<br />

molto rapido; già so<strong>la</strong>mente in Asia, le vendite<br />

sono il doppio rispetto a quanto ci si aspettasse.<br />

Il vero risultato dei manager globali sta nell’essere<br />

in grado di afferrare al volo una grande idea in una<br />

parte del loro impero e farvi leva nel mondo.<br />

I manager del<strong>la</strong> produzione di circuiti integrati per<br />

ST Microelectronics in Malesia hanno recentemente<br />

escogitato un modo per ridurre drasticamente il<br />

tempo di assemb<strong>la</strong>ggio di alcuni chip - da cinque<br />

giorni a cinque ore - e ora l’azienda ha intenzione<br />

di trasferire <strong>la</strong> medesima tecnica al suo impianto<br />

in Marocco.<br />

Tale impollinazione incrociata sarebbe stata<br />

impensabile anche so<strong>la</strong>mente un decennio fa,<br />

quando il know how produttivo proveniva dal<br />

centro, ma ora non è più così: “tutto ciò è stato<br />

naturale in Malesia - dover effettuare una scelta<br />

simile nel<strong>la</strong> sede europea del<strong>la</strong> Ricerca e Sviluppo<br />

avrebbe richiesto più tempo” dice Pistorio.<br />

Proprio così.I mercati globali divengono sempre più<br />

trampolini di <strong>la</strong>ncio per nuovi approcci al modo in<br />

cui opera un’azienda.<br />

Spaventoso? Certamente, ma sicuramente<br />

consente di vincere piuttosto che rimanere ancorati<br />

al quartier generale del proprio paese.<br />

Con Kerry Capell a Londra, Pame<strong>la</strong> L. Moore a<br />

Greenwich (Connecticut) e Peter Burrows a San<br />

Mateo.


BASTA<br />

CONTABILI<br />

“VECCHIO STILE”!<br />

di Marcia Vickers<br />

Il ruolo del direttore finanziario<br />

[CFO] si sta ampliando fino a<br />

renderlo uno stratega, un venture<br />

capitalist e un abile comunicatore.<br />

A: John Seekings<br />

Da: Sam Leap<br />

Oggetto: Ricerca CEO - Ciao, come sta il mio<br />

headhunter preferito?<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

BASTA CONTABILI<br />

“VECCHIO STILE”!<br />

Caro John,<br />

ho apprezzato <strong>la</strong> nostra co<strong>la</strong>zione di<br />

settimana scorsa in cui abbiamo discusso<br />

l’introduzione di un nuovo CFO nel<strong>la</strong> mia<br />

azienda, <strong>la</strong> Ultimate Progressive Corp.<br />

E’ stato utile incontrarsi al “21 Club”: mi ha<br />

fatto pensare al ventunesimo secolo o,<br />

specificatamente, al tipo di CFO di cui<br />

abbiamo bisogno per entrare nel nuovo<br />

millennio (per non par<strong>la</strong>re del gustoso<br />

antipasto di tonno da 21 dol<strong>la</strong>ri).<br />

Ora volevo solo “pontificare” un po’, per<br />

iscritto, sul<strong>la</strong> questione.<br />

29<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

Per prima cosa, <strong>la</strong>sciami essere franco: i contabili<br />

vecchio stile non devono neanche far domanda<br />

di assunzione.<br />

Come detto, ho <strong>la</strong> necessità di un partner<br />

strategico,un visionario,qualcuno con conoscenze<br />

manageriali globali che possa incarnare un ruolo<br />

molto più ampio rispetto a sovrintendere alle<br />

transazioni contabili e a control<strong>la</strong>re i report dei<br />

costi del personale: lui o lei, dovrebbe essere uno<br />

stratega, un abile comunicatore, uno che sa<br />

stipu<strong>la</strong>re contratti, un buon esperto di finanza, di<br />

Information Technology e di gestione del rischio.<br />

Il tuo concorrente al<strong>la</strong> Korn/Ferry International, il<br />

vicepresidente Peter D. Crist, sostiene che i CFO si<br />

stanno velocemente allontanando dal loro ruolo<br />

contabile per concentrarsi su problematiche più<br />

importanti, guadagnando potere e rispetto; in<br />

sostanza, dice, ci saranno so<strong>la</strong>mente il CEO e il<br />

CFO al timone dell’impresa.<br />

Guarda Worldcom Inc., in cui non esiste né<br />

presidente né direttore operativo [COO] mentre<br />

l’influente consigliere e stratega del CEO, Bernard<br />

J. Ebbers, è il CFO Scott Sullivan: quest’ultimo è un<br />

asso nell’analizzare le tendenze del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong> e<br />

le quote di mercato e porta a termine <strong>la</strong> maggior<br />

parte dei contratti per Bernie,negoziando l’acquisto<br />

di dozzine di aziende. Ho letto un articolo in cui<br />

Bernie affermava: “non penso che Worldcom<br />

sarebbe dove è oggi senza Scott”.<br />

In altri contesti aziendali, il CFO sta aiutando a<br />

costruire nuovi business dall’interno,agendo come<br />

una banca di venture capital: “se qualcuno ha<br />

una <strong>nuova</strong> idea su un prodotto, non dovrebbe<br />

uscire dall’azienda per sfruttar<strong>la</strong>” dice Philip B.<br />

Livingston,presidente e CEO di Financial Executives<br />

Institute.<br />

Vedo CFO che stanno creando ed allestendo<br />

30<br />

“CHIEF<br />

FINANCIAL<br />

OFFICER”<br />

incubatori e banche d’affari virtuali all’interno delle<br />

loro stesse imprese: l’ex CFO di Dell Computer,<br />

Thomas Meredith - divenuto recentemente il<br />

managing director di Dell Ventures, nata da 16<br />

mesi - ha investito, ad esempio, circa 700 milioni di<br />

dol<strong>la</strong>ri (oltre 1600 miliardi di lire) in una novantina<br />

di aziende, come Red Hat e StorageNetworks.<br />

E’ ciò che voglio: un CFO che sia catalizzatore del<br />

cambiamento, non so<strong>la</strong>mente qualcuno che mi<br />

re<strong>la</strong>zioni su dati ed informazioni.<br />

Ciò non significa che queste ultime non abbiano<br />

alcuna importanza.<br />

Ora che Internet sta rimodel<strong>la</strong>ndo il modo in cui<br />

aziende (come <strong>la</strong> nostra) creano valore, gli<br />

investitori richiedono maggiori e migliori informazioni<br />

e, con <strong>la</strong> crescente globalizzazione dei mercati<br />

finanziari, questo diventa partico<strong>la</strong>rmente<br />

importante per qualsiasi CFO.<br />

Osserva so<strong>la</strong>mente <strong>la</strong> nostra realtà: ci stiamo<br />

espandendo in Europa, stiamo considerando di<br />

prender parte ad un sito Internet “B2B” che<br />

commercializzerà i nostri prodotti direttamente ai<br />

grossisti e stiamo pensando di fare uno spin-off<br />

del<strong>la</strong> nostra divisione Nanosecond Technologies,<br />

qualcosa di cui avremo bisogno per i nostri<br />

investitori.<br />

Sto cercando un nuovo CFO che sia veramente<br />

in grado di prendere le redini di iniziative come<br />

queste - l’amico Peter McLean, vicepresidente di<br />

Spencer Stuart Management Consultants mi ha<br />

garantito di recente che “il ruolo del CFO<br />

continuerà ad espandersi, richiedendo una serie<br />

di abilità che vanno ben oltre <strong>la</strong> contabilità e il<br />

controllo sui costi”.<br />

Diamine! Oggi si possono avere programmi che<br />

aiutano tantissimo a svolgere le attività contabili<br />

giornaliere; ciò dovrebbe poter consentire al nostro<br />

nuovo CFO di orientare <strong>la</strong> sua evoluzione verso<br />

quel “partner strategico” che ho menzionato.<br />

Enterprise Software Products opera già con<br />

programmi che permettono di portare a termine<br />

numerosi <strong>la</strong>vori contabili e di modellizzazione


finanziaria senza alcuno sforzo e in una frazione<br />

del tempo necessario so<strong>la</strong>mente cinque anni fa.<br />

La sofisticatezza di tali programmi aumenterà<br />

certamente: Thornton May - futurologo aziendale<br />

al<strong>la</strong> Cambridge Technology Partners Inc.- afferma<br />

che presto ogni impresa disporrà di tecnologie<br />

UNO DEI PROBLEMI MAGGIORI<br />

CHE I CFO<br />

STANNO AIUTANDO AD AFFRONTARE: SAPERE QUALE<br />

TECNOLOGIA<br />

ACQUISTARE, QUANTO SPENDERVI E<br />

QUANDO DISFARSENE.<br />

simili ad un “CFO-in-scato<strong>la</strong>”.<br />

Qui, al<strong>la</strong> Ultimate Progressive, usiamo già del<br />

software basato sul Web - come il NetLedger e il<br />

TimeBills.com - che con un clic del mouse effettua<br />

online <strong>la</strong> fatturazione,il budgeting e le registrazioni<br />

contabili delle spese.<br />

Riguardo al reporting delle spese re<strong>la</strong>tive al costo<br />

<strong>la</strong>voro, vorrei che il nostro nuovo CFO sviluppasse<br />

un sistema come quello che hanno al<strong>la</strong> Oracle<br />

Corp. - in sé già innovatrice nel software per<br />

l’impresa - in cui i report di spesa vengono archiviati<br />

sull’intranet aziendale, riducendo drasticamente i<br />

quintali di carta e gli oneri del personale e<br />

permettendo di pagare i rimborsi direttamente sui<br />

conti correnti bancari una settimana prima di<br />

quando ancora si usavano gli obsoleti canali<br />

bancari.<br />

Secondo un consulente con cui abbiamo <strong>la</strong>vorato<br />

- Richard T. Roth, managing director di Hackett<br />

Benchmarking & Research di AnswerThink - i top<br />

manager finanziari passano il 29% del loro tempo<br />

a supervisionare operazioni quotidiane come <strong>la</strong><br />

fatturazione e gli approvvigionamenti, i loro stretti<br />

col<strong>la</strong>boratori ve ne trascorrono circa il 50%. Vorrei<br />

che il mio CFO appartenesse al gruppo del 29% o<br />

meno.<br />

Vorrei anche che il mio CFO fosse un mago nel<strong>la</strong><br />

gestione del rischio, in testa al gruppo<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

nell’immaginare tutto ciò che potrebbe andare<br />

male a Ultimate Progressive e nel trovare strategie<br />

per limitare i rischi.<br />

E’ un dato di fatto che nel ventunesimo secolo<br />

macro problematiche poco tangibili - come<br />

l’ambiente, <strong>la</strong> salute e <strong>la</strong> sicurezza dei <strong>la</strong>voratori -<br />

apparterranno sempre più all’ambito del<strong>la</strong> gestione<br />

del rischio.<br />

I contenziosi in queste aree non potranno che<br />

diffondersi; sono veramente preoccupato per<br />

questo genere di cose John, - un nostro ex<br />

impiegato sta minacciando di citarci affermando<br />

che <strong>la</strong> sua schiena è compromessa per sempre<br />

perché un paio di anni fa non avevamo stazioni<br />

di <strong>la</strong>voro ergonomiche (ora le abbiamo) -,ho quindi<br />

necessità che il mio CFO anticipi questi casi prima<br />

che qualcuno si faccia male.<br />

Gli strumenti per <strong>la</strong> gestione del rischio - come i<br />

derivati e le altre tecnicalità di copertura –<br />

aumenteranno sempre più <strong>la</strong> loro complessità,<br />

specialmente se i mercati finanziari diventeranno<br />

più globali ed interconnessi.<br />

Fanno parte del<strong>la</strong> <strong>nuova</strong> generazione strumenti<br />

“sfiziosi”come,ad esempio,le “catastrophe bonds”<br />

- quelle obbligazioni aziendali create per<br />

proteggersi contro il rischio di perdite a causa di<br />

uragani, terremoti e fenomeni simili - che stanno<br />

velocemente sostituendo le assicurazioni<br />

convenzionali.<br />

Se il mio CFO non riesce ad immaginare le strategie<br />

migliori per Ultimate Progressive, allora, chi può<br />

farlo?<br />

Senza dubbio <strong>la</strong> tecnologia sta sempre più<br />

rivoluzionando <strong>la</strong> gestione del rischio, facendo<br />

ricorso a ipotesi e a congetture; quindi ho <strong>la</strong><br />

necessità di un CFO che sappia quale tecnologia<br />

acquistare, quanto spendere e se aggiornar<strong>la</strong> o<br />

abbandonar<strong>la</strong> per sistemi migliori.<br />

Sarebbe bellissimo che il nostro CFO potesse anche<br />

aiutare a sviluppare software finanziario specifico<br />

per <strong>la</strong> nostra realtà.<br />

Enron Corp. - una delle aziende più evolute nel<br />

31<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

gestire il rischio - ha predisposto un software che<br />

può monitorare in tempo reale i profili di rischio di<br />

ognuno dei suoi investimenti; Gary T.Moran - partner<br />

di Arthur Andersen - sosteneva in un recente nostro<br />

incontro che “Enron sa in ogni momento come il<br />

valore del<strong>la</strong> valuta cedente stia influenzando un<br />

partico<strong>la</strong>re investimento, così come l’impatto che<br />

il medesimo effetto determina sul bi<strong>la</strong>ncio<br />

aziendale” aggiungendo che J.P.Morgan & Co.,<br />

considerata all’avanguardia nei settori di “edging”<br />

e derivati, ha adottato un sistema che stima e<br />

control<strong>la</strong> l’impatto dei rischi di mercato riguardanti<br />

eventi fino a tre anni di distanza.<br />

John, sono molto interessato anche ad un altro<br />

compito tradizionale del CFO che sta per essere<br />

rivoluzionato: il reporting di tesoreria e <strong>la</strong> chiusura<br />

contabile periodica.<br />

In effetti,grazie al fatto che le informazioni finanziarie<br />

saranno disponibili in tempo reale, sarà possibile<br />

chiudere i conti quasi istantaneamente; Roth di<br />

AnswerThink afferma che “ciò permetterà alle<br />

aziende di identificare i punti deboli o quelli di<br />

forza nel momento in cui si presentano ed attuare,<br />

quindi, i necessari cambiamenti in tempo reale”.<br />

Stavo leggendo del CFO di Cisco Systems Inc.,<br />

Larry Carter,a cui,insieme al CEO John T.Chambers,<br />

è stato assegnato lo sviluppo del<strong>la</strong> “chiusura<br />

virtuale”.<br />

Cisco è <strong>la</strong> prima azienda a generare<br />

aggiornamenti orari sui ricavi di vendita,sui margini<br />

di contribuzione di prodotto, sugli sconti e sugli<br />

ordini del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>.<br />

Carter si è affidato alle informazioni finanziarie in<br />

tempo reale per permettere a Cisco di entrare nel<br />

mercato giapponese verso <strong>la</strong> fine del 1999, giusto<br />

in tempo per trarre profitto da un vigoroso primo<br />

trimestre: vorrei un CFO come Carter, qualcuno<br />

che possa usare tali informazioni istantaneamente<br />

per guadagnare sul<strong>la</strong> competitività o per tenerci<br />

al<strong>la</strong> <strong>la</strong>rga dal disastro.<br />

Lo sapevi, poi, che ora al<strong>la</strong> Cisco è sufficiente<br />

so<strong>la</strong>mente un giorno per aggiornare e far quadrare<br />

32<br />

i libri contabili mentre noi abbiamo ancora bisogno<br />

di cinque giorni e di circa 14 società?<br />

Effettivamente, <strong>la</strong> chiusura virtuale convertirà il<br />

reporting del conto economico in “un orecchio<br />

istantaneo”. Beninteso ciò dovrebbe significare<br />

fondamentalmente sorprese pari a zero.Cisco,ad<br />

esempio, ha pareggiato o leggermente superato<br />

le proprie stime per 41 trimestri di fi<strong>la</strong>.<br />

Le informazioni finanziarie in tempo reale significano<br />

anche che <strong>la</strong> trimestrale danza dei guadagni con<br />

Wall Street potrebbe semplicemente svanire,<br />

diventando un “ritorno all’Alto Medioevo,un rituale<br />

celtico o druido” come predice il futurologo May.<br />

Se l’informazione finanziaria diventa sempre più<br />

abbondante, trasparente ed è costantemente<br />

aggiornata, i CFO dovranno essere in grado di<br />

comunicarne il significato a Wall Street ancora più<br />

efficacemente. Dovranno anche instaurare un<br />

rapporto eccellente con i media, quindi non sarà<br />

uno svantaggio che siano telegenici ed eloquenti<br />

- con <strong>la</strong> mia infallibile abilità nel dimenticare<br />

qualsiasi cifra non appena mi trovo davanti ad<br />

una telecamera e il mio “riportino” dall’aspetto<br />

piuttosto stanco,ho proprio <strong>la</strong> necessità di un CFO<br />

che possa andare sul<strong>la</strong> CNBC per spiegare i nostri<br />

risultati finanziari.<br />

John, visto che sto cercando un super eroe<br />

ABILITA’ DESIDERATE<br />

CHIEF COMMINICATOR (GRANDE<br />

COMUNICATORE): SARÀ ESSENZIALE GUADAGNARSI<br />

LA FIDUCIA DI WALL STREET E DEI MEDIA.<br />

CHIEF RISK OFFICER (BUON GESTORE DEL<br />

RISCHIO): LIMITARE IL RISCHIO DIVENTERÀ ANCORA PIÙ<br />

IMPORTANTE DAL MOMENTO IN CUI I MERCATI<br />

DIVENGONO ANCORA PIÙ GLOBALI E GLI STRUMENTI DI<br />

‘HEDGING’ PIÙ COMPLESSI.<br />

CHIEF DEALMAKER (BUON STIPULATORE DI<br />

CONTRATTI): VENTURE CAPITAL, FUSIONI ED<br />

ACQUISIZIONI, PARTNERSHIP STRATEGICHE: I CFO<br />

DEVONO ESSERE ABILI IN TUTTO QUESTO.<br />

CHIEF STRATEGIST (GRANDE STRATEGA): I<br />

CFO DOVRANNO USARE LE INFORMAZIONI FINANZIARIE<br />

IN TEMPO REALE PER PRENDERE VELOCEMENTE DELLE<br />

DECISIONI CRUCIALI.


finanziario,sono disposto a pagarlo bene,sapendo<br />

anche di un sacco di altre aziende che ricercano<br />

esattamente il medesimo talento. Ho letto<br />

recentemente sul<strong>la</strong> rivista CFO che nel 1999 lo<br />

stipendio medio totale dei CFO era di circa 1,1<br />

milioni di dol<strong>la</strong>ri - quasi doppio rispetto a quanto<br />

prendevano quattro anni fa -, quindi poniamo lo<br />

stipendio in un range di sette cifre. Che tipo di<br />

curriculum viene offerto per questo prezzo?<br />

Per cominciare,vorrei vedere nel suo curriculum una<br />

formazione più ampia: “marketing, Information<br />

Technology, finanza, economia e contabilità - i<br />

futuri CFO devono essere esperti in tutti questi<br />

campi” sostiene Dennis R. Beresford - professore di<br />

contabilità al<strong>la</strong> University of Georgia ed ex<br />

presidente del Financial Accounting Standard<br />

Board.<br />

Oltre a ciò,mi piacerebbe un candidato che abbia<br />

gestito un business o una divisione di una grande<br />

azienda - una combinazione di esperienza<br />

operativa e di finanza è quasi un requisito oggi<br />

necessario.<br />

Sarei anche ben disposto verso persone che hanno<br />

<strong>la</strong>vorato a Wall Street come analisti di spicco,<br />

banchieri di affari o finanzieri - Crist, l’amico di<br />

Korn/Ferry,sostiene che “sta crescendo <strong>la</strong> domanda<br />

di coloro che sanno stipu<strong>la</strong>re contratti.”<br />

In conclusione, il mio candidato ideale dovrà<br />

possedere una prospettiva veramente globale.<br />

Non intendo solo familiarità con questioni globali;<br />

lei o lui avrà dovuto vivere in varie parti del mondo,<br />

avervi <strong>la</strong>vorato e aver fatto esperienza di culture<br />

finanziarie differenti.<br />

Oh, e c’è qualcos’altro. Il candidato deve avere<br />

energia, un’illimitata energia, per svolgere tutti i<br />

suoi compiti.So che è una caratteristica tanto rara<br />

quanto un buon patrimonio genetico; chissà,<br />

magari per <strong>la</strong> fine del ventunesimo secolo,saremo<br />

in grado di clonare degli abilissimi CFO.<br />

Nel frattempo, vogliate gentilmente accettare il<br />

mio ordine per un super eroe finanziario.A quando<br />

<strong>la</strong> consegna?<br />

Saluti,<br />

Samuel “Sam” K. Leap<br />

Chief Executive Officer<br />

Ultimate Progressive Corp.<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

33<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

C.O.O.<br />

1950 - 2025<br />

UN DIRIGENTE<br />

CHE HA FATTO<br />

IL SUO TEMPO<br />

34<br />

di Diane Brady<br />

La crescente complessità<br />

aziendale ed il passaggio al team<br />

management stanno eliminando<br />

<strong>la</strong> carica di direttore operativo<br />

[COO]<br />

C.O.O. 1950 - 2025<br />

UN DIRIGENTE CHE HA<br />

FATTO IL SUO TEMPO<br />

Primo gennaio 2025: l’ultima mansione del<br />

COO è cessata oggi, segnando <strong>la</strong> fine di<br />

un’era per una storica funzione aziendale.<br />

La carica,considerata nel passato un critico<br />

<strong>la</strong>voro manuale che sollevava i CEO dal<br />

concentrarsi su estese ed artico<strong>la</strong>te attività<br />

e su altrettante ampie strategie aziendali,è<br />

caduta in disgrazia negli anni recenti.


Già al<strong>la</strong> fine del ventesimo secolo,i business leader<br />

avevano però iniziato a chiedersi se questo ruolo<br />

avesse ancora significato: al<strong>la</strong> General Electric Co.<br />

l’ex dirigente Jack Welch aveva posto dei CEO<br />

al<strong>la</strong> guida di ogni unità operativa; alcune imprese<br />

avevano già soppresso il ruolo di COO a vantaggio<br />

di team che portassero a termine le strategie<br />

aziendali; “ci sono circostanze in cui il COO è<br />

so<strong>la</strong>mente uno strato di burocrazia extra che separa<br />

i CEO dai loro business” spiega James M. Citrin -<br />

managing director di Internet Global Practice nel<strong>la</strong><br />

società di consulenza direzionale Spencer Stuart.<br />

ULTIMO RANTOLO. Tale compito direzionale aveva<br />

goduto di una sorta di resurrezione al cambiare del<br />

secolo, quando giovani imprenditori in campo<br />

tecnologico assumevano non di rado esperti<br />

dirigenti per aiutare a diffondere un poco di ordine<br />

nelle proprie disordinate imprese: Peter M. Felix -<br />

presidente dell’Association of Executive Search<br />

Consultants - ricorda che gli imprenditori erano<br />

disperatamente al<strong>la</strong> ricerca di “un paio di mani<br />

sicure che gestissero le parti meno nobili<br />

dell’impresa”.<br />

Nonostante tutto, però, i dirigenti di prestigio<br />

richiedevano generalmente cariche più elevate -<br />

tipo CEO - per “salire a bordo”.<br />

Allo stesso tempo, i pezzi grossi delle imprese di<br />

maggiori dimensioni si convinsero che una so<strong>la</strong><br />

persona non poteva gestire operazioni sempre più<br />

complesse ed estese.<br />

Se i CEO si occupavano più intensamente<br />

dell’esterno, <strong>la</strong> pressione sui COO sarebbe salita e<br />

- sebbene nel passato <strong>la</strong> posizione fosse stata il<br />

primo passo verso cariche più prestigiose - era<br />

arduo ritenere il COO un CEO in addestramento,<br />

considerate le differenti abilità coinvolte.<br />

La velocità con cui si muoveva l’economia ne<br />

stava complicando poi ulteriormente <strong>la</strong> mansione.<br />

Come sostiene David A. Nadler - presidente di<br />

Mercer Delta Consulting LLC - “visto che le imprese<br />

gestiscono una serie assai differente di modelli di<br />

business,è difficile che confluiscano tutti nel<strong>la</strong> testa<br />

di una so<strong>la</strong> persona”; alcuni pensarono che<br />

aggiungere un altro livello manageriale avrebbe<br />

rallentato l’operatività.<br />

Presto, quindi, i corpi incominciarono ad<br />

accatastarsi. Invece di un Numero 2 che gestisse<br />

le operazioni,emersero team di management che<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

assunsero a tutto tondo il ruolo del COO: prendere<br />

decisioni che comportassero delle spese per i diversi<br />

business, ottimizzare <strong>la</strong> produzione ed attuare<br />

strategie che potevano cambiare<br />

quotidianamente.<br />

La consueta divisione dei compiti - secondo <strong>la</strong><br />

quale il direttore stringeva calorosamente le mani<br />

del pubblico mentre il COO si occupava delle<br />

operazioni quotidiane - si dimostrò artificiale: in<br />

una struttura fluida,entrambe le cariche dovevano<br />

coinvolgere abilità sia operative che re<strong>la</strong>zionali.<br />

Per certi versi,<strong>la</strong> carica del COO poteva sembrare<br />

un po’forzata sin dall’inizio; Yobie Benjamin - partner<br />

e membro eminente di Ernst & Young di San<br />

Francisco – osserva, tra l’altro, che tale posizione<br />

è stata un’aggiunta re<strong>la</strong>tivamente recente al<strong>la</strong><br />

gerarchia manageriale del ventesimo secolo,<br />

sottolineando che “<strong>la</strong> ‘Vision’ è importante però<br />

qualcuno deve mostrarmi il denaro”: questa<br />

necessità non è mai diminuita e l’approccio di<br />

team si è rive<strong>la</strong>to più efficace.<br />

Tra coloro che sono in lutto ci sono Robert F.Cotter<br />

“CHIEF<br />

OPERATING<br />

OFFICER”<br />

- COO del<strong>la</strong> Starwood Hotels & Resorts Worldwide<br />

Inc. nel ventesimo secolo - che si considerava “le<br />

braccia e le gambe del<strong>la</strong> Vision aziendale”espressa<br />

dal Presidente e CEO Barry S. Sternlicht.<br />

Cosa ha ucciso il COO? L’al<strong>la</strong>rgamento del<strong>la</strong><br />

responsabilità aziendale (“empowerment”): in una<br />

situazione di decentramento non sussisteva più <strong>la</strong><br />

necessità di continuare da soli.<br />

Le responsabilità del COO,però, sono ancora vive<br />

e vegete: un team operativo ha fatto voto di<br />

portare avanti il testimone delle sue mansioni da<br />

questo punto in poi.<br />

35<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

DALLA SALA<br />

MACCHINE…<br />

ALLE CARICHE DI<br />

PRESTIGIO<br />

36<br />

di Andy Reinhardt<br />

Il nuovo direttore del Web [CWO]<br />

<strong>la</strong>vorerà in stretta col<strong>la</strong>borazione<br />

con il CEO per riorganizzare<br />

l’azienda in un e-business<br />

DALLA SALA<br />

MACCHINE…<br />

ALLE CARICHE DI<br />

PRESTIGIO<br />

Per <strong>la</strong> gran parte dei 50 anni in cui i<br />

computer hanno avuto una certa<br />

importanza, coloro che gestivano le<br />

macchine per l’e<strong>la</strong>borazione dati nelle<br />

viscere delle organizzazioni erano considerati<br />

al più come idraulici ed elettricisti.<br />

Senza dubbio gestivano dell’attrezzatura<br />

“esoterica” e avevano un certo fascino da<br />

tecnici ma, come attestano numerosissimi<br />

fumetti di ‘Dilibert’, essi venivano<br />

principalmente derisi come incompetenti<br />

nullità che ostaco<strong>la</strong>vano ogni impresa<br />

creativa o rischiosa.<br />

Questo atteggiamento negativo trovava<br />

seguito fino in cima al<strong>la</strong> gerarchia aziendale:<br />

i dirigenti senior tendevano a considerare i<br />

reparti informatici poco più che una voce<br />

di spesa nel budget annuale.


Negli anni Novanta le cose migliorarono un po’.Con<br />

<strong>la</strong> diffusione di sofisticati software gestionali e <strong>la</strong><br />

presenza dei PC su ogni scrivania, molte aziende<br />

promossero i manager dell’e<strong>la</strong>borazione dati al<strong>la</strong><br />

mansione più prestigiosa di direttore informatico<br />

[CIO], responsabili sia di gestire i sistemi informativi<br />

che di ideare strategie informatiche a lungo<br />

termine.<br />

“LAMA AFFILATA”. Ora, nell’era di Internet, è<br />

necessario un nuovo tipo di dirigente tecnologico.<br />

Grazie al<strong>la</strong> Rete,l’Information Technology non è più<br />

so<strong>la</strong>mente un modo per automatizzare i processi<br />

di business e tagliare i costi: “è <strong>la</strong> <strong>la</strong>ma affi<strong>la</strong>ta del<br />

business, uno strumento per generare ricavi di<br />

vendita” sve<strong>la</strong> William E. Kelvie - l’ex CIO di Fannie<br />

Mae che aiutò il concedente di mutui ipotecari a<br />

trasformarsi in una centrale del cyberspazio.<br />

Le imprese avranno bisogno di un dirigente che<br />

sappia sfruttare <strong>la</strong> tecnologia più recente per<br />

arrivare ai clienti - da una parte - e ai fornitori -<br />

dall’altra - attraverso ininterrotte trasmissioni di dati<br />

super aggiornati: nell’azienda del ventunesimo<br />

secolo, tutti i manager dovranno essere esperti<br />

tecnologici,sebbene <strong>la</strong> carica di maggior prestigio<br />

sarà di qualcuno che chiameremo il direttore del<br />

Web [CWO].<br />

Questo manager potrebbe emergere come il<br />

sergente più importante del CEO,con cui col<strong>la</strong>bora<br />

PETER SOLVIK<br />

CIO<br />

CISCO SYSTEMS<br />

GARY REINER<br />

CIO<br />

GENERAL ELECTRIC CO.<br />

DAWN G. LEPORE<br />

CIO<br />

CHARLES SCHWAB & CO.<br />

GUIDA GLI SFORZI DI CISCO NEL<br />

CAMPO DELLE VENDITE ELETTRONICHE<br />

E DELLA GESTIONE DELLA CATENA DI<br />

FORNITURA DEDICANDO METÀ DEL SUO<br />

TEMPO AI PARTNER AZIENDALI<br />

GESTISCE I SISTEMI INFORMATIVI E<br />

L’IMPONENTE PROGRAMMA DI<br />

‘SOURCING’ DI GE, COLLABORANDO<br />

CON I FORNITORI PER METTERLI ONLINE<br />

HA GUIDATO LA FORTUNATISSIMA<br />

MOSSA DELLA SCHWAB DI PASSARE AL<br />

TRADING ONLINE CHE ORA COSTITUISCE<br />

L’81% DEL SUO VOLUME DI AFFARI<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

strettamente per riorganizzare le aziende in ebusiness.<br />

Come il CIO di oggi, il CWO dovrà sovraintendere<br />

ai sistemi informativi e alle strategie collegate -<br />

che,per definizione,si fonderanno sul<strong>la</strong> tecnologia<br />

di Internet - ma, in più, egli o el<strong>la</strong> creerà e gestirà<br />

anche una rete intricata di rapporti di business<br />

consentiti dal<strong>la</strong> tecnologia delle comunicazioni.<br />

L’analista Marianne Broadbent, che fa parte del<br />

gruppo di ricercatori del Gartner Group, definisce<br />

tutto ciò “gestire l’extrastruttura”, forgiare in modo<br />

flessibile collegamenti elettronici tra<br />

un’organizzazione e i suoi partner,fornitori e clienti:<br />

<strong>la</strong> tecnologia e le partnership non possono <strong>la</strong>vorare<br />

bene l’una senza l’altra e abbandonandole in<br />

mani separate si rischia di non riuscire a sfruttare il<br />

potenziale del<strong>la</strong> Rete,di trasformare radicalmente<br />

i processi di business.<br />

“PARTNER STRATEGICI”. Alcune imprese<br />

all’avanguardia hanno già fatto dei passi avanti<br />

verso questo nuovo modello manageriale.<br />

Al<strong>la</strong> General Electric Co., ad esempio, il CIO Gary<br />

Reiner gestisce sia l’Information Technology che il<br />

programma dei massicci approvvigionamenti del<strong>la</strong><br />

GE,<strong>la</strong>vorando in stretta col<strong>la</strong>borazione con i fornitori<br />

per trasferirli online.<br />

Presso Cisco Systems Inc.,il gigante del networking,<br />

il CIO Peter Solvik governa le iniziative elettroniche<br />

NON UN CIO QUALUNQUE<br />

Per segnare il percorso verso l’e-business sussiste <strong>la</strong> necessità di uno “zar tecnologico” che<br />

faccia molto di più che limitarsi a gestire i sistemi informativi. Alcune caratteristiche:<br />

CHI COSA RISULTATI<br />

CISCO HA TAGLIATO COSTI PER 1,5<br />

BILIONI DI DOLLARI IMPIEGANDO LE<br />

TECNOLOGIE DELLA RETE PER QUALSIASI<br />

COSA, DALLE RISORSE UMANE ALLA<br />

PRODUZIONE<br />

QUEST’ANNO GE INVESTIRÀ 5 BILIONI<br />

DI DOLLARI IN APPROVVIGIONAMENTI<br />

DI MERCI E SERVIZI IN RETE,<br />

INCREMENTANDO I PROPRI MARGINI<br />

OPERATIVI<br />

IL COMMERCIO ONLINE HA UN COSTO<br />

PARI AL 20% DI QUELLO<br />

CONVENZIONALE ED HA AIUTATO AD<br />

INNALZARE IL MARGINE OPERATIVO<br />

LORDO DELLA SCHWAB AL 37% NEL<br />

1999 RISPETTO AL 34% DEL 1998<br />

37<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

delle vendite e del<strong>la</strong> catena di fornitura<br />

concentrandosi per quasi metà del suo tempo sui<br />

rapporti con i partner esterni.<br />

La CIO di Charles Schwab & Co., Dawn G. Lepore<br />

- cervello dell’azzeccatissima mossa aziendale di<br />

trasferirsi sul Web - sostiene che è “coinvolta<br />

praticamente in ogni partnership o contratto”sti<strong>la</strong>to<br />

dal “Discount Brokerage”.<br />

Il ruolo del capo dei dirigenti informativi, spiega il<br />

CEO di Cisco, John T. Chambers,“è stato elevato<br />

a quello di un partner strategico del CEO e del<br />

CFO”.<br />

Nelle imprese ove si comprende l’importanza<br />

cruciale del<strong>la</strong> Rete e si dà incarico ad alcuni leader<br />

di sfruttar<strong>la</strong>, il risultato finale può essere enorme.<br />

Reiner nota che al<strong>la</strong> GE un’indagine sul<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong><br />

che costava 80 dol<strong>la</strong>ri gestita telefonicamente,<br />

costa solo 50 centesimi se effettuata via Web.Con<br />

tali risparmi, gli analisti si immaginano che <strong>la</strong> GE<br />

taglierà i costi per centinaia di milioni nel 2000 e<br />

simultaneamente,per mezzo del sistema elettronico<br />

allestito da Reiner, impiegherà più di 5 bilioni di<br />

dol<strong>la</strong>ri in acquisti.<br />

Lo stesso vale nel caso di Delta Air Lines, per <strong>la</strong><br />

quale vendere un biglietto online costa un quarto<br />

rispetto a venderlo in un’agenzia viaggi; Edward<br />

H. West, il CFO che ne gestisce le iniziative online,<br />

rive<strong>la</strong> che nel 1999 l’azienda ha risparmiato più di<br />

100 milioni di dol<strong>la</strong>ri grazie all’e-commerce.<br />

Il raggiungimento di tali risultati dipende dal rendere<br />

<strong>la</strong> Rete una priorità strategica: il capo dei dirigenti<br />

informativi “deve smetter<strong>la</strong> di essere il cervello del<strong>la</strong><br />

sa<strong>la</strong> macchine e deve salire sul ponte del<strong>la</strong> nave”<br />

incita Ben S. Levitan - COO di Viant Corp.,<br />

un’azienda di consulenza in Rete.<br />

La transizione a CWO non è, però, sempre facile:<br />

sebbene negli anni Novanta i CIO siano entrati nei<br />

ranghi dirigenziali superiori,Robert Austin - professore<br />

al<strong>la</strong> Harvard Business School - sostiene che gli uffici<br />

da loro gestiti sono rimasti “ancora i servitori del<br />

business” e, in effetti, molti CIO si concentrano<br />

ancora sul<strong>la</strong> gestione dei sistemi informativi interni<br />

malgrado il <strong>la</strong>voro migliore venga fatto altrove”.<br />

CONFLITTUALITA’ LOCALE. Siti Web, e-commerce,<br />

online customer support - tutto questo emerge<br />

spesso dagli scantinati aziendali oppure è<br />

responsabilità di uno “zar elettronico”che bypassa<br />

il CIO per re<strong>la</strong>zionare direttamente il CEO: dopo<br />

tutto, dice Levitan di Viant,“se sei un CEO che ha<br />

avuto una rive<strong>la</strong>zione a proposito di Internet, non<br />

<strong>la</strong> passeresti al tipo che gestisce i sistemi contabili”.<br />

Negli anni a venire, i ruoli del CIO e dello “zar<br />

38<br />

“CHIEF<br />

OPERATING<br />

OFFICER”<br />

elettronico” dovrebbero fondersi e le imprese che<br />

non riusciranno a muoversi in questa direzione<br />

correranno il rischio di conflittualità locali tra i<br />

dirigenti oppure tra i manager di linea - che<br />

<strong>la</strong>nciano le proprie iniziative di e-commerce - e i<br />

reparti dell’IT - che hanno <strong>la</strong> responsabilità di<br />

mantenere i sistemi digitali aziendali in condizioni<br />

eccellenti.<br />

In effetti, le imprese che hanno più successo in<br />

Rete si stanno impegnando ad intrecciare sia i<br />

sistemi informativi che le strategie di e-commerce.<br />

Delta,ad esempio,ha ricostruito il suo intero sistema<br />

informativo aziendale intorno ad una so<strong>la</strong> serie di<br />

standard tecnici per semplificare l’impiego di<br />

programmi di e-commerce, un <strong>la</strong>voro che ha<br />

richiesto stretta cooperazione tra il CFO West -<br />

sovrintendente al<strong>la</strong> strategia del Web - e il CIO<br />

Robert DeRodes - responsabile per l’entrata in<br />

vigore del programma di e-commerce aziendale.<br />

Per ricavare ancora di più dai 117 milioni di<br />

passeggeri che serve annualmente, Delta ha<br />

approntato anche un incubatore in Rete in modo<br />

da alimentare nuove idee di business, adottando<br />

piani di e-shopping in volo, chioschi informativi,<br />

accesso al<strong>la</strong> Rete senza cavi dalle “lounge” degli<br />

aeroporti e trasmissioni velocissime a banda <strong>la</strong>rga<br />

nei club aeroportuali: finora,nessuna di tali iniziative<br />

ha apportato ricavi incrementali ma West pensa<br />

che nel 2002 essi ammonteranno a 2 bilioni di<br />

dol<strong>la</strong>ri.<br />

La chiave di volta per le imprese che sperano di<br />

avviare business sul Web è scorgere le opportunità<br />

in anticipo e sfruttarle velocemente; ciò non può<br />

però accadere continuando ad applicare il<br />

vecchio modello di un CIO concentrato verso<br />

l’interno.<br />

Incoraggiando invece sia una cultura di rapido<br />

cambiamento e sperimentazione che <strong>la</strong><br />

responsabilizzazione dei CWO,i CEO,non dovendo<br />

più fare tutto da soli, possono col<strong>la</strong>borare per<br />

assicurarsi che le loro realtà aziendali siano pronte<br />

a cogliere le sfide del ventunesimo secolo.


IL GIACIMENTO<br />

DEL TALENTO<br />

AZIENDALE<br />

di Neil Gross<br />

Troppo spesso <strong>la</strong> persona migliore<br />

scelta per un compito neppure sa<br />

che esso esiste: niente paura, sono<br />

arrivati i manager del<strong>la</strong><br />

conoscenza.<br />

IL GIACIMENTO<br />

DEL TALENTO AZIENDALE<br />

Il compito era complesso ed urgente:<br />

aiutare Bermuda ad invertire <strong>la</strong> rotta del<strong>la</strong><br />

propria moribonda azienda turistica prima<br />

che l’iso<strong>la</strong> esaurisse i principali mezzi di<br />

sostentamento.<br />

Già solo <strong>la</strong> mediazione tra fazioni in lotta - i<br />

vari gruppi industriali, i sindacati e gli<br />

investitori stranieri - causava un’emicrania<br />

organizzativa, o almeno così sarebbe stato<br />

per un qualsiasi gruppo che avesse tentato<br />

di affrontar<strong>la</strong> con <strong>la</strong> tradizionale gerarchia<br />

del comando.<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

39<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

Al contrario, un team di giovani consulenti<br />

americani di Monitor Group di Boston portò a<br />

termine il grosso del <strong>la</strong>voro in meno di due anni.<br />

Chi era il capo? Nessuno; “eravamo un team di pari<br />

grado” dice Joseph Babiec - coordinatore del<br />

progetto per Monitor - “non importava chi fosse<br />

stato di più a Bermuda. Io <strong>la</strong>voravo per te, poi tu<br />

<strong>la</strong>voravi per me. Probabilmente doveva essere<br />

molto frastornante per il cliente”.<br />

Frastornante ma gratificante. In breve tempo<br />

Monitor riuscì a far firmare gli accordi di <strong>la</strong>voro<br />

senza scioperi o costosi arbitrati, attrasse nuovi<br />

investimenti per gli hotel che <strong>la</strong>nguivano e guardò<br />

il numero dei clienti (crocieristi) aumentare senza<br />

precedenti.<br />

Come fece Monitor a conseguire risultati in così<br />

poco tempo da una struttura organizzativa<br />

apparentemente caotica?<br />

Il progetto Bermuda era un caso di studio di un<br />

movimento intellettuale che sta sconvolgendo le<br />

organizzazioni negli Stati Uniti, in Giappone e in<br />

Europa.<br />

Definito “management del<strong>la</strong> conoscenza”, <strong>la</strong> sua<br />

dottrina sostiene che le abilità umane, le<br />

competenze e i rapporti sono le risorse più preziose<br />

di un’impresa.<br />

Non di rado, tali risorse giacciono aggrovigliate<br />

nel<strong>la</strong> burocrazia manageriale e quando si presenta<br />

una <strong>nuova</strong> sfida,si fa avanti il manager non adatto,<br />

mentre il vero esperto neppure ne sente par<strong>la</strong>re.<br />

Per eliminare <strong>la</strong> burocrazia, imprese come Monitor<br />

contano su un nuovo tipo di dirigente - un direttore<br />

del<strong>la</strong> conoscenza [CKO] -, una persona che ha<br />

forte influenza nell’abbattere le gerarchie, dare<br />

libero sfogo al sapere e alle abilità dello staff ed<br />

incana<strong>la</strong>re questi beni in rete o sul Web.<br />

Nel caso di Monitor, il processo ha scatenato un<br />

fiume di servizi innovativi, incluso uno spin-off<br />

aziendale che si dedica a svolgere servizi di<br />

consulenza sul<strong>la</strong> competitività niente meno che ad<br />

intere nazioni.<br />

“E’ un modo di guardare a ciò che le persone<br />

sanno o hanno <strong>la</strong> necessità di sapere, a come<br />

usano il sapere,a come lo vendono”dice Lawrence<br />

Prusak - il guru del<strong>la</strong> conoscenza di IBM - “le imprese<br />

40<br />

“CHIEF<br />

OF<br />

KNOWLEDGE”<br />

nel futuro o capiranno questo messaggio o<br />

scompariranno”.<br />

AFFERRARE IL SAPERE. Le aziende si sono<br />

aggrappate al management del<strong>la</strong> conoscenza<br />

come ad un gommone di salvataggio.<br />

In una recente analisi del Conference Board su<br />

200 dirigenti di 158 grosse multinazionali, si rileva<br />

che l’80% ha affermato di avere già attuato progetti<br />

di management del<strong>la</strong> conoscenza in azienda e<br />

molti hanno già designato CKO o arruo<strong>la</strong>to<br />

consulenti del settore.<br />

Secondo International Data Corp. di Framingham<br />

(Massachusetts) nel 1999 i consulenti hanno<br />

guadagnato globalmente 1,8 bilioni di dol<strong>la</strong>ri per<br />

interventi professionali di gestione del<strong>la</strong> conoscenza<br />

ed entro il 2003 <strong>la</strong> società stima che <strong>la</strong> cifra<br />

dovrebbe superare gli 8 bilioni di dol<strong>la</strong>ri, senza<br />

considerare i programmi re<strong>la</strong>tivi al settore di<br />

software-suite di e-business.<br />

I consulenti stessi stanno investendo capitali per<br />

riqualificarsi.<br />

KPMG ha speso ben più di 100 milioni di dol<strong>la</strong>ri in<br />

processi e sistemi informativi per riuscire a<br />

impadronirsi del<strong>la</strong> conoscenza dei propri esperti.<br />

McKinsey, Andersen, Boston Consulting e Scient di<br />

San Francisco - un’azienda in fase di avviamento<br />

di due anni - hanno impiegato alcuni dei database<br />

interni più sofisticati e costosi al mondo per sfruttare<br />

<strong>la</strong> possibilità del Web di attivare collegamenti<br />

ipertestuali nei documenti, nei casi di studio, nelle<br />

comunicazioni interne e nei notiziari,condividendo<br />

l’obiettivo di riuscire a cogliere al meglio il sapere,<br />

in modo che su esso si potesse poi far leva nell’intera<br />

organizzazione.<br />

Attuare tutto ciò sembra abbastanza semplice<br />

ma, come stanno scoprendo i manager del<strong>la</strong><br />

conoscenza, il processo implica modifiche<br />

comportamentali tanto profonde quanto quelle<br />

scatenate dal<strong>la</strong> psicoterapia nel<strong>la</strong> Vienna del finde-siècle.<br />

Il dilemma è: i progetti intellettuali ampi e complessi<br />

- ad esempio, <strong>la</strong> creazione di una rete di trading<br />

globale o il rivitalizzare un intero settore, come il<br />

turismo a Bermuda - dipendono dal<strong>la</strong><br />

col<strong>la</strong>borazione,però le grandi idee provengono da<br />

individui eccezionali che generalmente non sono<br />

portati al <strong>la</strong>voro in team.<br />

Frequentemente, i membri più ambiziosi dello staff<br />

- chiamiamoli “le aquile”- hanno pochi incentivi per<br />

condividere <strong>la</strong> competenza: “è difficile far vo<strong>la</strong>re<br />

le aquile in formazione” nota C.K. Praha<strong>la</strong>d,


professore al<strong>la</strong> Business School del<strong>la</strong> University of<br />

Michigan.<br />

Per abbattere questi ostacoli i manager del<strong>la</strong><br />

conoscenza sfruttano <strong>la</strong> tecnologia.<br />

KPMG sta sperimentando un programma chiamato<br />

KnowledgeMail - di Tacit Knowledge Systems Inc.<br />

di Palo Alto (California) - che analizza ogni e-mail<br />

mandata dagli impiegati che partecipano ai test.<br />

Esso deduce il livello di competenza di ogni utente<br />

in aree differenti e lo inserisce in un profilo personale<br />

che il mittente può editare. I colleghi possono poi<br />

interrogare il sistema per trovare chi,<br />

nell’organizzazione, abbia le qualità per risolvere<br />

partico<strong>la</strong>ri problemi,mentre ognuno può esaminare<br />

solo il proprio profilo. Quando qualcuno in rete<br />

richiede un esperto, il sistema può raccomandare<br />

un membro dello staff - soltanto se c’è il consenso<br />

dell’interessato.<br />

“Le imprese devono riconoscere che ciò che noi<br />

sappiamo dipende da chi sta facendo <strong>la</strong><br />

domanda”,dice David Gilmour - fondatore e CEO<br />

di Tacit -,“non ci si può aspettare che le persone<br />

intelligenti scarichino tutto ciò che sanno in una<br />

specie di magazzino”.<br />

Non sorprende quindi che il sistema di Gilmour<br />

sembri cocco<strong>la</strong>re i partecipanti: trattenere i migliori<br />

e i più bril<strong>la</strong>nti è cruciale nell’economia del<strong>la</strong><br />

conoscenza e se <strong>la</strong> competenza non è disponibile<br />

all’interno dell’azienda, le imprese più sveglie<br />

pagheranno e l’acquisteranno.<br />

Quando Cisco Systems Inc.compra un’azienda,<strong>la</strong><br />

“due diligence”finanziaria si concentra meno sugli<br />

impianti e più sul capitale umano: per le acquisizioni<br />

recenti,ad esempio,ha pagato tra 500.000 e molti<br />

milioni di dol<strong>la</strong>ri per disporre dei dipendenti migliori<br />

del settore ingegneristico.<br />

Microsoft Corp. si avvale di 300 “esploratori” a<br />

tempo pieno per esaminare tutti gli studenti<br />

universitari americani che si specializzano in scienze<br />

informatiche, per fissare colloqui a circa 25.000 di<br />

essi e proporre offerte di <strong>la</strong>voro ai top 500.<br />

Ciò che Cisco e Microsoft cercano è qualcosa di<br />

molto meno tangibile dei compiti contenuti in un<br />

mansionario: stanno cercando le cime che solo le<br />

aquile possono raggiungere.<br />

VOLO DELLE “AQUILE”. Quando si tratta di<br />

mantenere “le aquile” in azienda, si devono<br />

abbattere le gerarchie e pagare dividendi<br />

aggiuntivi.<br />

“Gli impiegati che tentiamo di attrarre si aspettano<br />

di avere una serie di carriere”sostiene A<strong>la</strong>n Kantrow<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

- CKO di Monitor Group -: se l’azienda non riesce<br />

a fornire sbocchi per le loro ambizioni, andranno<br />

altrove.Così,per principio,tutti i ruoli,i titoli e i gruppi<br />

di attività sono transitori: “non stiamo costruendo<br />

roccaforti dell’organizzazione” spiega Kantrow, al<br />

contrario “come i nomadi, ci insediamo,<br />

combattiamo le battaglie,poi ripieghiamo le tende<br />

e proseguiamo”.<br />

Cos’altro aggiungere a proposito del<strong>la</strong> carica di<br />

CKO? Christopher A. Bartlett - professore al<strong>la</strong><br />

Harvard Business School - afferma che le aziende<br />

non dovrebbero affezionarsi troppo a questo titolo:<br />

“se suddiviso in reparti, il management del<strong>la</strong><br />

conoscenza si riduce so<strong>la</strong>mente ad un altro<br />

progetto di info-tech”; al contrario,“l’intero processo<br />

del<strong>la</strong> conoscenza deve essere incluso nel<strong>la</strong> carica<br />

del manager di linea”.<br />

Kantrow di Monitor concorda sul fatto che più si<br />

appiattisce l’organizzazione, più il sapere fluisce:<br />

“l’aspirazione irresistibile del<strong>la</strong> maggior parte dei<br />

CKO”, dice, “dovrebbe essere il liberarsi da una<br />

rigida definizione del nostro <strong>la</strong>voro”.<br />

COSA FA UN CKO ?<br />

LE ABILITÀ UMANE, L’INTUIZIONE E LA SAGGEZZA STANNO<br />

SOSTITUENDOSI AL CAPITALE COME LA RISORSA AZIENDALE<br />

PIÙ PREZIOSA.I MANAGER DELLA CONOSCENZA CERCANO<br />

DI DIVULGARE QUESTI BENI ALL’INTERNO DELL’AZIENDA<br />

E DI CONCRETIZZARLI IN INNOVAZIONI.<br />

1.<br />

AL LIVELLO DEI DIRIGENTI SENIOR, IL CKO SPIEGA LA SUA<br />

FILOSOFIA AGLI ALTRI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI<br />

AMMINISTRAZIONE E CERCA DI RISCUOTERE FONDI PER I<br />

PROGETTI DEL SAPERE.<br />

2.<br />

IL CKO PROMUOVE LA FLESSIBILITÀ OCCUPAZIONALE<br />

ALL’INTERNO DELL’AZIENDA IN MODO CHE I DIPENDENTI<br />

DALLE IDEE GENIALI POSSANO ESSERE VELOCEMENTE MESSI<br />

ALL’OPERA: QUESTO PUÒ SIGNIFICARE IL LASCIAR DEFINIRE<br />

UN NUOVO SETTORE DI PRODOTTO AD UN TEAM DI<br />

TALENTO O ANCHE CREARE UNA SUSSIDIARIA IN SPIN-OFF.<br />

3.<br />

AD OGNI LIVELLO I CKO CERCANO DI ABBATTERE LE<br />

BARRIERE DIVISIONALI CON LO SCOPO DI PERMETTERE A TUTTI<br />

NELL’AZIENDA DI IDENTIFICARE COLORO CHE HANNO DELLE<br />

COMPETENZE E IN QUALI AREE.<br />

41<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

EHI, MI STATE<br />

ASCOLTANDO ?<br />

42<br />

di Wendy Zellner<br />

Dimenticatevi del<strong>la</strong> produzione di<br />

massa, del marketing di massa e<br />

anche dei mass media: d’ora in<br />

poi, i clienti manifesteranno<br />

chiaramente le loro intenzioni.<br />

MESSAGGIO E-MAIL<br />

Soggetto: RAGIONI PER ABBANDONARE LA<br />

VOSTRA AZIENDA<br />

Data: 4 gennaio 2010<br />

Al: Vicepresidente delle Vendite e del<br />

Marketing<br />

Organizzazione: Global Enterprise Inc.<br />

Da: Jane Everyconsumer (Tutti i consumatori)<br />

EHI, MI STATE<br />

ASCOLTANDO ?<br />

Egregi Signori,<br />

sono stata uno dei vostri migliori clienti per<br />

anni, sebbene apparentemente non lo<br />

sappiate; pensate di essere molto efficaci<br />

nel mandarmi una cosiddetta “e-mail<br />

personalizzata” per prodotti e servizi che<br />

non voglio; il vostro sito Web non è in grado<br />

di ricordare ciò che acquisto da una visita<br />

al<strong>la</strong> successiva o come mi piace comprare;<br />

spendete ancora <strong>la</strong> maggior parte del<br />

vostro budget in pubblicità televisiva, che<br />

però rifuggo cambiando velocemente<br />

canale; e i prodotti preparati su ordinazione?<br />

non esistono nel vostro sito Web.


Queste sono le ragioni per cui intendo dimenticarmi<br />

di voi. I vostri concorrenti mi stanno chiamando e<br />

portando da loro: sono il vicepresidente delle<br />

comunità del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>, il vicepresidente delle<br />

conversazioni con <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong> e il direttore dei<br />

rapporti [CRO - Chief Re<strong>la</strong>tionship Officier].<br />

Qualifiche pazze? Non più. Chiedete a Greg A.<br />

Tucker - CEO dell’azienda di consulenza Futurize<br />

Now - che chiama questa <strong>nuova</strong> “razza”di dirigenti<br />

di marketing “i sostenitori del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>.Nel<strong>la</strong> New<br />

Economy sono i clienti a dettare le regole”; oppure<br />

ascoltate Steve Larsen - vicepresidente senior per<br />

il marketing al<strong>la</strong> Net Perceptions Inc.,produttore di<br />

sofisticati software per l’analisi dei dati dei<br />

consumatori -, il quale afferma che “i mercati non<br />

saranno più guidati da ciò che i produttori<br />

decidono di preparare e vendere ma da ciò che<br />

i clienti vogliono comprare”.<br />

In breve, l’era del<strong>la</strong> produzione di massa,<br />

del marketing di massa<br />

e anche dei mass media è finita.<br />

Grazie ad Internet, ho più potere e più scelte di<br />

quante ne abbia mai avute: per proporre una<br />

marca significativa a prezzi vantaggiosi,le aziende<br />

dovranno veramente ascoltare i clienti come me<br />

e agire velocemente sul<strong>la</strong> base delle nostre<br />

osservazioni.<br />

Don Peppers - partner del<strong>la</strong> società di consulenza<br />

Peppers and Rogers Group e coautore di The One<br />

to One Future - sostiene che le aziende devono<br />

svilupparsi “badando ai rapporti”, ricordando ciò<br />

che voglio e migliorando,come risultato,il prodotto<br />

o il servizio.<br />

UN GIORNO<br />

MI RINGRAZIERETE<br />

PER ESSERE<br />

UN CLIENTE COSÌ ESIGENTE.<br />

HO UN SACCO DI AMICI<br />

E CIÒ MI RENDE<br />

UNA POTENTE ARMA<br />

DI “MARKETING VIRALE”<br />

FEEDBACK IN TEMPO REALE. Amazon.com è stata<br />

pioniera nello studio dei libri che ho acquistato,<br />

raccomandandomene alcuni sul<strong>la</strong> base di ciò che<br />

sto leggendo.<br />

Dell Computer - che vende PC assemb<strong>la</strong>ti su<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

ordinazione - ricorda ciò che i clienti hanno<br />

acquistato nel passato e con pagine Web<br />

‘personali’ facilita, ad ogni ordine successivo,<br />

l’operazione di aggiungere nuovi computer,<br />

aggiornare i sistemi esistenti o localizzare i problemi<br />

tecnici.<br />

Ma sapete cosa sto pensando proprio ora? Certo,<br />

mi avete già contattato: non ero forse parte di un<br />

vostro gruppo di indagine solo qualche anno fa?<br />

E, una volta, non mi avete spedito un questionario<br />

sul<strong>la</strong> soddisfazione del cliente?<br />

Questo non è più sufficiente; ora stiamo par<strong>la</strong>ndo<br />

di feedback del cliente in tempo reale ed online:<br />

grazie al<strong>la</strong> Rete “le imprese ora possono conversare<br />

con centinaia o migliaia di clienti in tutto il mondo,<br />

personalmente, sempre” dice Tucker.<br />

Nel<strong>la</strong> vostra azienda ogni reparto dovrebbe<br />

prestarmi attenzione, non so<strong>la</strong>mente le forze di<br />

vendita.<br />

Gary M. Stibel - di The New Eng<strong>la</strong>nd Consulting<br />

Group - si aspetta che i CEO,e pur anche i membri<br />

del consiglio di amministrazione, visitino<br />

rego<strong>la</strong>rmente le chat room online, per ascoltare e<br />

par<strong>la</strong>re ai clienti - i quali potrebbero lodare o<br />

denigrare i loro prodotti.<br />

Le tattiche tecnologiche, però, non sono più<br />

sufficienti. Continental Airlines Inc. raccoglie<br />

rego<strong>la</strong>rmente dei gruppi consultivi formati da agenti<br />

di viaggio, grandi clienti aziendali e frequent fliers<br />

per par<strong>la</strong>re di performance e problemi; questa<br />

compagnia aerea manda i dirigenti delle vendite<br />

a par<strong>la</strong>re ai nuovi clienti persino mentre questi<br />

ultimi si stanno imbarcando all’hub di Newark (New<br />

Jersey).<br />

Stibel afferma che “stiamo tornando ai vecchi<br />

tempi, in cui si par<strong>la</strong>va ai propri clienti”.<br />

Perché mai dovrei affidare le mie informazioni a<br />

queste aziende? Perché mi chiederanno il<br />

permesso di usarle e mi daranno qualcosa di<br />

prezioso in cambio: i prodotti, i servizi, i messaggi<br />

di marketing che desidero - non personalizzati su<br />

un non meglio definito “segmento”di mercato ma<br />

creati appositamente per me, un mercato di una<br />

so<strong>la</strong> persona.<br />

“Al<strong>la</strong> fine si vogliono fornire prodotti e servizi<br />

personalizzati in massa” dice Bruce E. Kasanoff -<br />

CEO di Accellerating1to1, società di consulenza<br />

che aiuta le aziende a personalizzare i propri<br />

43<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

rapporti con <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong> -,aggiungendo che “senza<br />

personalizzazione,non c’è fedeltà,non c’è ragione<br />

perché il cliente ritorni”.<br />

Bertelsmann - il gigante dell’editoria e del<strong>la</strong> musica<br />

- prefigura il giorno in cui sarò io a creare i miei CD,<br />

mixando e scegliendo le canzoni e gli autori che<br />

mi piacciono - permettendogli<br />

contemporaneamente di proteggere il proprio<br />

business dai pirati di Internet come Napster.<br />

Oppure, potrebbe scoprire che sono un fanatico<br />

di storia scozzese e propormi via e-mail passi di un<br />

libro sul<strong>la</strong> Battaglia del<strong>la</strong> Corunna: se ci sono<br />

abbastanza persone disposte con me a comprarlo<br />

e a coprirne i costi di royalty e di produzione,il libro<br />

sarà stampato; in questo modo Bertelsmann riduce<br />

i suoi rischi di pubblicazioni invendute.<br />

“La personalizzazione è assolutamente cruciale<br />

per Bertelsmann come unità di business” dice<br />

Andrew D. Dorward - direttore del<strong>la</strong><br />

personalizzazione per BOL.com, il sito Web<br />

aziendale.Non ridete del<strong>la</strong> sua qualifica,mi piace:<br />

dice che sta cercando di comprendere i miei<br />

interessi ed inoltre, ancora più importante, sve<strong>la</strong><br />

che, per quanto riguarda il modo in cui produce<br />

e commercializza libri e musica, Bertelsmann avrà<br />

bisogno di circa un anno ancora per “creare<br />

un’esperienza totalmente personalizzata per il<br />

cliente”; Dorward afferma che “<strong>la</strong> mia idea sarebbe<br />

un network di ‘media’ completamente<br />

personalizzato, diverso per ognuno di coloro che<br />

vi si iscrive” e vede le stesse opportunità per le<br />

automobili, <strong>la</strong> moda e l’arredamento.<br />

In effetti, Levi Straus & Co., Nike Inc. e molte altre<br />

aziende stanno sperimentando tecniche che<br />

permettano ai loro clienti di creare i prodotti che<br />

desiderano.<br />

Nike già offre scarpe personalizzate: nel suo sito<br />

Web i consumatori possono scegliere combinazioni<br />

di colori ed altre caratteristiche.<br />

Levi’s ha <strong>la</strong>nciato i suoi jeans Original Spin nel 1998,<br />

permettendo <strong>la</strong> personalizzazione del taglio, dello<br />

44<br />

“CHIEF<br />

OF<br />

COSTUMER RELATIONSHIP”<br />

stile e del colore. Il risultato: Levi’s può produrre<br />

quasi 1,7 milioni di varianti del modello per<br />

soddisfare i gusti del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>. I jeans vengono<br />

tagliati e cuciti su misura per circa 55 dol<strong>la</strong>ri al<br />

paio.<br />

Oppure,prendiamo <strong>la</strong> picco<strong>la</strong> American Quantum<br />

Cycles Inc. - di Melbourne (Florida) - che sfrutta <strong>la</strong><br />

personalizzazione per crearsi una nicchia all’ombra<br />

dei giganti. Avendo scoperto che i compratori<br />

delle moto Harley-Davidson non di rado spendono<br />

milioni di dol<strong>la</strong>ri per personalizzare i loro bolidi,<br />

Quantum decise di dar loro questa possibilità sin<br />

dall’inizio: dai sedili ai manubri, ai colori, i clienti li<br />

scelgono online o in dealership. Il risultato: una<br />

moto personalizzata ad un prezzo di fabbrica.<br />

Ma non voglio so<strong>la</strong>mente dei prodotti personalizzati,<br />

voglio del marketing personalizzato, voglio un<br />

mondo in cui <strong>la</strong> pubblicità sia completamente<br />

orientata ai miei interessi personali: se riuscirete ad<br />

effettuare tutto ciò in televisione,durante i messaggi<br />

pubblicitari non scapperò per andare a prendere<br />

degli snack.<br />

Le e-mail stanno già dimostrando il potere del<br />

marketing personale.<br />

Brainbench - una società che, in Rete, offre test<br />

per provare abilità tecnologiche o di altra natura<br />

- ritiene di aver perfettamente raffinato l’arte del<br />

marketing utilizzando e-mail personalizzate: l’82%<br />

circa di coloro che sono attratti dal suo sito grazie<br />

a campagne e-mail si registra per fare uno dei<br />

suoi esami, sperando di provare le proprie abilità<br />

a potenziali datori di <strong>la</strong>voro che pagano<br />

Brainbench per somministrare i test.<br />

“Le persone amano ricevere informazioni se sono<br />

importanti e cruciali per i loro interessi” dice Bill<br />

Lake - vicepresidente esecutivo e co-fondatore di<br />

Brainbench a Sterling (Virginia).<br />

PAESAGGIO ONLINE. Oppure, considerate gli<br />

strumenti di marketing personalizzato di<br />

Garden.com Inc., un sito di giardinaggio online.<br />

Due volte al mese mi mandano consigli in funzione<br />

del luogo in cui vivo e al<strong>la</strong> specie di coltivazioni che<br />

faccio - diciamo rose o pomodori -: io ottengo<br />

così aiuti o consigli ed essi hanno trovato il modo<br />

di mantenere <strong>la</strong> loro marca nel<strong>la</strong> mia testa e<br />

conoscere ulteriori informazioni sulle mie preferenze.<br />

Con un procedimento analogo, dopo aver<br />

esaminato i clienti,Garden.com ha creato anche


un pianificatore del giardino online, che permette<br />

di comperare immediatamente le piante inserite<br />

nei progetti: tutto ciò non solo aiuta l’azienda a<br />

vendere i propri prodotti ma risolve ai clienti il<br />

problema di trovare effettivamente le piante scelte.<br />

Se anche <strong>la</strong> competizione non riesce a convincervi<br />

a passare a questo nuovo modo di pensare<br />

orientato al cliente, ci riuscirà il mio nuovo agente<br />

per gli acquisti domestici.<br />

In un futuro non troppo lontano, questi “portieri”<br />

supportati dal<strong>la</strong> tecnologia - come li chiama il<br />

consulente Eliott Ettenberg - <strong>la</strong>voreranno per tutti<br />

noi. L’agente, da me pagato, usando strumenti di<br />

data-mining sofisticati,saprà quanto sono disposto<br />

a spendere, ad esempio, per i biglietti del basket<br />

e controllerà costantemente i dati per darmi ciò<br />

che voglio, siano essi i posti migliori a qualsiasi<br />

prezzo o il miglior compromesso qualità/prezzo.<br />

E voi pensavate che i clienti fossero volubili, prima!<br />

Questi agenti portano <strong>la</strong> preferenza del cliente<br />

all’estremo: “dimmi cosa vuoi e io te <strong>la</strong> porterò.<br />

Questo è ciò che fa fedele il cliente”dice Kasanoff<br />

di Accelerating1to1.<br />

Ed ora, eccoci al<strong>la</strong> parte che dovrebbe proprio<br />

attirare <strong>la</strong> vostra attenzione: dopo che avete finito<br />

di introdurre tutti questi miglioramenti e<br />

cambiamenti al modo in cui vendete e<br />

commercializzate,voglio unirmi al vostro <strong>la</strong>voro: mi<br />

ringrazierete anche per questo, perché sarò io <strong>la</strong><br />

vostra più potente arma di marketing.<br />

Prima che io lo possa fare, però, dovete trovare il<br />

modo di entrare nelle mie conversazioni famigliari,<br />

con gli amici e con i conoscenti di <strong>la</strong>voro: alcuni<br />

lo chiamano “marketing virale”ma effettivamente<br />

è solo buon vecchio passaparo<strong>la</strong> diffuso<br />

velocemente per mezzo del<strong>la</strong> Rete.<br />

Il consulente Peppers par<strong>la</strong> di “trasformare i clienti<br />

in patrocinatori per i vostri affari”. Colin Campbell<br />

- CEO di Gazooba Corp.con base a San Francisco,<br />

distributrice di strumenti di marketing virale - sostiene<br />

che i clienti passano i messaggi di marketing che<br />

considerano vantaggiosi da cinque a sette altre<br />

persone; di quel gruppo, circa il 40% fa acquisti<br />

nell’impresa che è stata raccomandata - ognuno<br />

di noi “conosce gli interessi degli amici più di<br />

qualsiasi altro” dice Campbell - e generalmente i<br />

clienti più fedeli non necessitano di alcun incentivo<br />

- sia che si tratti di sconti o miglia per i frequent flier<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

COSA DOVRETE FARE AFFINCHE’<br />

IO RESTI VOSTRO CLIENTE<br />

PRODOTTI PERSONALIZZATI: NIENTE PRODUZIONE IN<br />

SERIE; VOGLIO VEDERE PRODOTTI PROGETTATI SECONDO LE<br />

MIE SPECIFICHE, DAI VESTITI ALLE AUTO, AI LIBRI.<br />

MARKETING PERSONALIZZATO: SONO STUFO DI FARE<br />

ZAPPING DURANTE LA VOSTRA STUPIDA PUBBLICITÀ TELEVISIVA.<br />

VOGLIO DELLA PUBBLICITÀ CHE SI RIFERISCA AI PRODOTTI<br />

CHE DESIDERO.NON MI INTERESSA SE ME LA MANDATE VIA<br />

E-MAIL, VIA ETERE O ATTRAVERSO LE PAGINE DELLE RIVISTE;<br />

SE SONO INFORMAZIONI CHE MI POSSONO SERVIRE, VI<br />

PRESTERÒ ATTENZIONE.<br />

SERVIZIO INAPPUNTABILE: ADDESTRATE LA VOSTRA<br />

FORZA VENDITA A RISPONDERE ALLE MIE PREOCCUPAZIONI<br />

COME SE QUESTE FOSSERO LE COSE PIÙ IMPORTANTI DEL<br />

MONDO; BANDITE LA FRASE “NON È DI MIA COMPETENZA”.<br />

RAPIDO CAMBIAMENTO: NON TARDATE AD<br />

EFFETTUARE TALI TRASFORMAZIONI, STO GIÀ FACENDO<br />

SHOPPING DALLA CONCORRENZA.<br />

- per diffondere le informazioni agli amici.<br />

Procter & Gamble ha scoperto il potere dei rapporti<br />

interpersonali quando ha presentato Physique,una<br />

<strong>nuova</strong> linea di prodotti per <strong>la</strong> cura dei capelli.<br />

Sul<strong>la</strong> base dei risultati di ricerche che studiavano<br />

a fondo le tendenze - sia demografiche che<br />

psicologiche - identificò i “chiacchieroni” -<br />

consumatori partico<strong>la</strong>rmente efficaci<br />

nell’influenzare gli altri a proposito di nuovi prodotti<br />

- cui vennero indirizzati i campioni omaggio e un<br />

sito sul<strong>la</strong> Rete che incoraggiava i visitatori a par<strong>la</strong>rne<br />

con un amico: in sei mesi si contarono più di 1<br />

milione di accessi e per <strong>la</strong> pubblicità televisiva<br />

venne speso meno del 15% del budget destinato<br />

al marketing.<br />

Qualsiasi cosa vogliate fare, fate<strong>la</strong> in fretta. Al<strong>la</strong><br />

Staples.com l’efficacia delle promozioni via e-mail<br />

viene misurata in minuti, non in settimane o mesi.<br />

Grazie al<strong>la</strong> tracciatura elettronica degli accessi al<br />

sito Web, delle vendite online e degli omaggi in<br />

buoni “sapremo in 60 minuti se [una campagna email]<br />

non sta soddisfacendo i nostri parametri” e<br />

potranno essere apportati i cambiamenti necessari,<br />

ci informa il direttore marketing Kelly A. Mahoney,<br />

aggiungendo che “tutto ciò richiede un approccio<br />

di team e una personalità intraprendente,che non<br />

45<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

si arrende”.<br />

Oppure, considerate <strong>la</strong> reazione di Garden.com<br />

quando un giorno un cliente si <strong>la</strong>mentò<br />

dell’impossibilità di conoscere il diametro dei vasi<br />

in cui venivano spedite le piante perenni: il direttore<br />

marketing, Lisa W.A. Sharples, racconta che i<br />

dirigenti aziendali modificarono il sito quel<strong>la</strong> stessa<br />

notte includendovi tale informazione e <strong>la</strong><br />

comunicarono il giorno seguente al cliente che<br />

“pensò che era stato bellissimo”; io invece vi ho<br />

scritto una lettera di rec<strong>la</strong>mo sei mesi fa e sto<br />

ancora aspettando una risposta: non è proprio<br />

bellissimo.<br />

Ma non preoccupatevi, comprerò da qualcun<br />

altro.<br />

46<br />

Saluti Jane.


FINIAMOLA<br />

CON LE<br />

CONGETTURE<br />

di Adrian J. Slywotzky<br />

Le “combinazioni selezionate”<br />

(‘Choiceboard’) danno <strong>la</strong><br />

possibilità di rivoluzionare il modo<br />

in cui informazioni e valore<br />

fluiscono all’interno di un’impresa.<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

FINIAMOLA<br />

CON LE CONGETTURE<br />

Per <strong>la</strong> maggior parte del ventesimo secolo<br />

le aziende hanno fatto uso intenso di<br />

congetture nelle re<strong>la</strong>zioni con i propri clienti.<br />

Se si hanno dubbi in proposito, si consideri<br />

<strong>la</strong> quantità di svendite, ribassi, offerte<br />

scontate ed incentivi. Queste e altre<br />

strategie a modesta - o nul<strong>la</strong> - redditività<br />

vengono attuate da imprese disperate,per<br />

disfarsi di prodotti che ritenevano sarebbero<br />

stati popo<strong>la</strong>ri... e mai lo divennero.<br />

47<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

Ma un nuovo potente sistema si sta facendo strada,<br />

un sistema che trasformerà le modalità in cui<br />

numerosissimi prodotti vengono ottenuti e venduti.<br />

PERSONALIZZAZIONE DI MASSA. E’ una di quelle<br />

rare innovazioni che contiene un tale potenziale<br />

da trasformare interi settori; se le imprese riusciranno<br />

a ben realizzar<strong>la</strong> farà diventare definitiva realtà <strong>la</strong><br />

personalizzazione di massa.<br />

Chiamo le strategie di questo tipo “combinazioni<br />

selezionate”. Un esempio è il sistema interattivo<br />

online reso popo<strong>la</strong>re da Dell Computer Corp. che<br />

permette ai clienti di progettare personal computer<br />

scegliendo da un menù di attributi, componenti,<br />

prezzi e modalità di consegna; le scelte effettuate<br />

inviano delle istruzioni al sistema produttivo del<br />

fornitore e mettono in moto gli ingranaggi del<strong>la</strong><br />

catena di approvvigionamento, assemb<strong>la</strong>ggio e<br />

consegna.Il risultato è un processo di acquisto che<br />

riduce i confronti di prezzo dei servizi e rende i<br />

clienti più attivi.<br />

Le “combinazioni selezionate” sono un beneficio<br />

diretto derivante dal<strong>la</strong> folle velocità del<br />

cambiamento tecnologico odierno.<br />

I clienti possono usare il configuratore online di Dell<br />

per scegliere tra una varietà di opzioni - dimensione<br />

di memoria, capacità dell’hard-drive, tipo di<br />

modem e altro -, fino a 16 milioni di combinazioni<br />

possibili.Ogni scelta genera precise informazioni di<br />

costo o di risparmio e i compratori possono<br />

facilmente richiedere dettagli aggiuntivi.<br />

I clienti sono felici: il configuratore del<strong>la</strong> Dell<br />

permette di soddisfare appieno le loro necessità<br />

con le caratteristiche del prodotto, evitando <strong>la</strong><br />

situazione di compromesso cui i clienti si sono<br />

tradizionalmente adattati.<br />

Anche Dell è felice perché non avrà <strong>la</strong> necessità<br />

di liberarsi di una quantità di articoli invenduti - in<br />

effetti, l’azienda non tiene mai disponibilità di<br />

materiale superiori a sei giorni, un vantaggio<br />

cruciale in un business in cui il valore dei prodotti<br />

precipita costantemente a causa dell’evoluzione<br />

tecnologica.<br />

Le “combinazioni selezionate” stanno proliferando<br />

ovunque.<br />

Nel<strong>la</strong> finanza personale,il Mutual Fund Screener di<br />

Charles Schwab Corp. permette ai clienti di<br />

progettare i propri portafogli di investimento,<br />

selezionando sia da fondi Schwab che da fondi<br />

gestiti da altre società finanziarie.<br />

Il My Design Barbie di Mattel Inc. dà modo alle fan<br />

48<br />

di Barbie di personalizzarle, scegliendo taglio e<br />

colore di capelli, colore del<strong>la</strong> pelle e degli occhi<br />

e visualizzandone l’immagine sullo schermo prima<br />

di poterle ordinare e farle produrre.<br />

Nel computer networking, il Marketp<strong>la</strong>ce di Cisco<br />

Systems Inc.permette ai clienti di creare <strong>la</strong> precisa<br />

combinazione di router, switch e hub che<br />

necessitano e, tramite il Service P<strong>la</strong>n Locator di<br />

Point.com,di ricercare e comprare cordless,servizi<br />

progettati ad hoc e accessori.<br />

Le “combinazioni selezionate” sono sempre più<br />

utilizzate dalle aziende che hanno un inventario<br />

“permanente”, come quelle dell’arredamento<br />

(Herman Miller) e del<strong>la</strong> produzione di porte<br />

(Weyerhaeuser) ed ora anche i maggiori esponenti<br />

del settore automobilistico stanno <strong>la</strong>vorando per<br />

svilupparle.<br />

FILTRO COLLABORATIVO. Il prossimo passo?<br />

Cerchiamo applicazioni delle “combinazioni<br />

selezionate” nel<strong>la</strong> moda, nelle apparecchiature e<br />

nell’edilizia residenziale - le aziende edili del settore<br />

prefabbricati giapponesi le usano di già.<br />

Le “combinazioni selezionate” andranno ben oltre<br />

il supporto al<strong>la</strong> transazione: usando del<strong>la</strong> tecnologia<br />

sofisticata - ad esempio il c.d. filtro col<strong>la</strong>borativo -<br />

forniranno precise segna<strong>la</strong>zioni su prodotti differenti<br />

e, successivamente, potrebbero permettere ai<br />

clienti di diventare essi stessi i progettisti di nuovi<br />

articoli, chiedendo ciò che vogliono e che non è<br />

disponibile.<br />

Le “combinazioni selezionate” hanno anche <strong>la</strong><br />

possibilità di rivoluzionare il modo in cui le<br />

informazioni e il valore fluiscono in azienda: il sistema<br />

di business tradizionale per prima cosa spende<br />

denaro per produrre beni e servizi - che spera i<br />

clienti vorranno - e poi vende (alcuni di) questi<br />

prodotti; al contrario, il business che sfrutta le<br />

“combinazioni selezionate” prima vende, poi<br />

produce, con una minore perdita di informazioni<br />

e valore.<br />

In conclusione, perché mai un’azienda dovrebbe<br />

continuare a <strong>la</strong>vorare male a costi elevati,quando<br />

un sistema online ben progettato può permettere<br />

ai suoi clienti di <strong>la</strong>vorare benissimo ad un prezzo<br />

minore?


AAA CERCASI:<br />

VISIONARIO<br />

ECLETTICO<br />

CON SENSO<br />

DELL’UMORISMO<br />

di Diane Brady<br />

Le aziende avranno <strong>la</strong> necessità di<br />

leader orientati al <strong>la</strong>voro di<br />

gruppo che riescano ad avere<br />

successo anche nell’incertezza.<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

AAA CERCASI:<br />

VISIONARIO ECLETTICO<br />

CON SENSO<br />

DELL’UMORISMO<br />

Nel ventunesimo secolo i manager che<br />

desiderano progredire necessiteranno di<br />

una serie di strumenti completamente diversi<br />

rispetto ai loro colleghi del secolo<br />

precedente.<br />

Ci si dimentichi del vestito di f<strong>la</strong>nel<strong>la</strong> grigia<br />

ben stirato e del<strong>la</strong> passione per dare ordini;<br />

<strong>la</strong> futura generazione di leader aziendali<br />

dovrà avere lo charme di una debuttante,<br />

<strong>la</strong> flessibilità di una ginnasta e l’agilità di<br />

una pantera; neanche qualche lingua<br />

straniera ed una approfondita<br />

comprensione del<strong>la</strong> tecnologia<br />

stonerebbero, comunque.<br />

49<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

Visto che l’unica costante nel<strong>la</strong> <strong>nuova</strong> impresa è<br />

il cambiamento,i manager dovranno essere molto<br />

più imprenditoriali, mentre coloro che mostrano<br />

un’inclinazione all’attendere ordini o al seguire<br />

procedure predefinite saranno semplicemente<br />

spazzati via.<br />

Se l’Età Industriale valorizzava i macchinari e i<br />

sistemi proprietari, l’Età Informatica si basa sulle<br />

idee e sulle capacità che stanno nelle teste dei<br />

<strong>la</strong>voratori. Visto il continuo mutamento del<strong>la</strong><br />

tecnologia, dei prodotti, dei mercati e dei clienti,<br />

l’azienda avrà <strong>la</strong> necessità di leader orientati al<br />

<strong>la</strong>voro in team che riescano ad aver successo<br />

anche nel bel mezzo dell’incertezza.<br />

Quindi, cosa ci vorrà per prosperare nell’azienda<br />

del ventunesimo secolo?<br />

Le qualità di base - intelligenza,passione ed abilità<br />

nel motivare gli altri - rimarranno naturalmente<br />

cruciali per i leader futuri, sebbene i manager nel<br />

nuovo millennio dovranno dimostrare anche senso<br />

dell’umorismo, spontaneità, inclinazione al <strong>la</strong>voro<br />

di gruppo e un genuino interesse per i bisogni<br />

intangibili dei dipendenti.<br />

L’abilità nell’ottenere conoscenza conterà meno<br />

dell’abilità nel ricevere, distribuire e agire<br />

velocemente con quel sapere; i nuovi manager<br />

non dovranno so<strong>la</strong>mente essere in grado di<br />

prendere rapide decisioni in un ambiente ostile<br />

ma dovranno anche motivare e responsabilizzare<br />

i loro col<strong>la</strong>boratori affinché si comportino nel<br />

medesimo modo.<br />

Sebbene discipline come il marketing e <strong>la</strong> finanza<br />

rimarranno fondamentali, verrà valorizzata<br />

maggiormente una formazione nelle arti libere,<br />

poiché incoraggia il pensiero <strong>la</strong>terale; un<br />

background eclettico sta infatti già assumendo<br />

sempre più importanza.<br />

L’azienda sarà guidata da persone che sanno<br />

come sfruttare le energie e i talenti dei loro team<br />

mantenendo, però, sotto controllo il proprio ego.<br />

La forza primaria che sta rimodel<strong>la</strong>ndo il <strong>la</strong>voro è<br />

<strong>la</strong> velocità. Le condizioni possono cambiare in un<br />

istante, rendendo obsolete anche le strategie<br />

trimestrali: “i leader sono in uno stato di vertigini”<br />

rileva Warren Bennis - professore di Business<br />

Administration al<strong>la</strong> University of Southern California.<br />

I vincitori accetteranno il cambiamento continuo,<br />

adattandosi a ciò che arriva sul<strong>la</strong> loro strada visto<br />

50<br />

ESPERIENZA<br />

UNA RICETTA PER IL 21° SECOLO<br />

-MULTINATIONAL CORP.- AVER LAVORATO CON ECCELLENTI<br />

MENTORI IN UN’AZIENDA AFFERMATA DOTATA DI OPERATIVITÀ<br />

GLOBALE.AVER GESTITO UNO STAFF DI TALENTO E MUTEVOLE<br />

ED AVER AIUTATO AD APRIRE NUOVI MERCATI.<br />

-FOREIGN OPERATION LLC - UN PERIODO DI LAVORO IN<br />

UNA SUSSIDIARIA DI UN’AZIENDA STATUNITENSE O IN<br />

UN’OPERAZIONE ESTERA DI UN MERCATO LOCALE.<br />

ESPOSIZIONE A CULTURE, CONDIZIONI E MODALITÀ DI FARE<br />

AFFARI DIFFERENTI.<br />

-STARTUP INC.- AVER AIUTATO A CREARE UN BUSINESS<br />

DALLE FONDAMENTA OCCUPANDOSI DI TUTTO, DALLO<br />

SVILUPPO DEL PRODOTTO ALLE RICERCHE DI MERCATO; AVER<br />

AFFILATO DELLE ABILITÀ IMPRENDITORIALI.<br />

-MAJOR COMPETITOR LTD. - ESSERE CRESCIUTO IN UN<br />

AMBIENTE COMPETITIVO ED ESSERE STATO ESPOSTO A PIÙ<br />

DI UNA CULTURA AZIENDALE.<br />

FORMAZIONE<br />

-LIBERAL ARTS UNIVERSITY - ESSERSI SPECIALIZZATO IN<br />

ECONOMIA MA AVER FREQUENTATO CORSI DI PSICOLOGIA<br />

(COME MOTIVARE I CLIENTI E I DIPENDENTI), DI LINGUE<br />

STRANIERE (IL MONDO SI ESTENDE BEN OLTRE I 50 STATI<br />

AMERICANI) E DI FILOSOFIA (PER CERCARE LA VISION E<br />

IL SIGNIFICATO DEL PROPRIO LAVORO).<br />

-STUDI SECONDARI - NON IMPORTA L’INDIRIZZO, IMPORTA<br />

AVER SVILUPPATO ABILITÀ DI RIFLESSIONE E DI ANALISI.<br />

ELEMENTI EXTRACURRICOLARI<br />

-SAPER DISCUTERE (COME PROPORRE LE PROPRIE IDEE E<br />

PENSARE AUTONOMAMENTE)<br />

-SPORT (APPRENDIMENTO DELLA DISCIPLINA ED ABITUDINE<br />

AL LAVORO DI SQUADRA)<br />

-VOLONTARIATO (SAPER USCIRE DAL PROPRIO MONDO<br />

RISTRETTO PER AIUTARE GLI ALTRI)<br />

-VIAGGI (ESPERIENZA DI CULTURE DIFFERENTI)<br />

che i piani di business possono cambiare con un<br />

preavviso pressoché istantaneo.<br />

ALLENTARE LA PRESA. L’azienda stessa dipenderà<br />

sempre più da un flusso - complesso ed in continua<br />

trasformazione - di alleanze,partnership e rapporti<br />

con <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>,una delle ragioni del cambiamento<br />

costante.<br />

Conseguentemente,i leader si affideranno più che<br />

mai all’intelligenza e all’intraprendenza del loro<br />

staff: piuttosto che tirare le redini del controllo, gli<br />

abili allenteranno invece <strong>la</strong> presa, per creare<br />

organizzazioni più reattive.


Ciò significa faticare maggiormente per realizzare<br />

un luogo di <strong>la</strong>voro che soddisfi le persone migliori:<br />

le gerarchie si appiattiranno mentre le mansioni<br />

formali saranno sostituite da un’organizzazione più<br />

fluida.<br />

Se i dipendenti all’interno dell’impresa<br />

guadagnano potere, i nuovi leader aziendali<br />

devono essere aperti,sciolti e a proprio agio anche<br />

con idee grezze ed imperfette: considerare il CEO<br />

un visionario rannicchiato in un angolo remoto<br />

dell’ufficio non pagherà più.<br />

I nuovi leader devono diffondere <strong>la</strong> loro visione in<br />

ogni area aziendale e fare proseliti. Daniel S. Carp<br />

- CEO di Eastman Kodak Co. - ha già visto tale<br />

cambiamento: trent’anni fa,dice,“quando questa<br />

idea entrò nel<strong>la</strong> testa dei CEO,essa era avvolta da<br />

un “nastro giallo”; ora invece Carp riceve e-mail<br />

dallo staff del piano degli impianti per<br />

aggiornamenti o suggerimenti - una pratica che<br />

lui stesso incoraggia. Questo tipo di feedback<br />

sarebbe molto meno probabile se al suo posto ci<br />

fosse un tiranno: i manager devono costruire un<br />

rapporto interamente nuovo con chi <strong>la</strong>vora per<br />

loro.<br />

Bruce A. Pasternick - managing partner<br />

dell’Organization and Strategic Leadership Center<br />

di Booz Allen & Hamilton Inc. - afferma che “<strong>la</strong><br />

glorificazione dell’individuo è terminata”.<br />

La tecnologia, da un <strong>la</strong>to, e una forza <strong>la</strong>voro in<br />

diminuzione, dall’altro, continueranno a<br />

responsabilizzare i singoli perché agiscano come<br />

nomadi, agenti indipendenti, che vendono i loro<br />

servizi al miglior offerente.<br />

Young J.Shin - direttore del<strong>la</strong> tecnologia [CTO] del<br />

sito Web formativo Embark.com - nota che i<br />

neoassunti “non vogliono essere gestiti come<br />

schiavi”: essi richiedono assistenza, rispetto e <strong>la</strong><br />

possibilità di apportare valore all’organizzazione,<br />

altrimenti se ne vanno.<br />

I manager dovranno avere anche l’opportunità<br />

di sbagliare: per alimentare il talento, dovranno<br />

sviluppare una maggiore tolleranza al rischio e al<br />

fallimento.<br />

Bill Nussey - presidente e CEO per <strong>la</strong> New Economy<br />

del<strong>la</strong> società di consulenza iXL Enterprises Inc. -<br />

vuole effettivamente che le sue persone “falliscano<br />

presto” in modo che in futuro non temano più di<br />

combinare danni ingenti.Nussey ha un debole per<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

coloro che hanno un background ampio od<br />

imprenditoriale: essi non temono di sperimentare<br />

novità e di imparare a decidere su due piedi.<br />

SI CERCA GENTE CHE ASCOLTI. Per acquisire tutte<br />

queste abilità, i manager dovranno provenire da<br />

background formativi più variegati.<br />

Quando Thomas L.Harrison - CEO del<strong>la</strong> Diversified<br />

Agency Services al<strong>la</strong> conglomerata pubblicitaria<br />

Omnicom Group Inc. - tenta di scoprire i futuri<br />

leader, ricerca conoscenze in psicologia: “essere<br />

in grado di leggere tra le righe aiuta veramente a<br />

gestire le persone in modo migliore”.<br />

Un’altra abilità fondamentale è <strong>la</strong> sensibilità per le<br />

lingue e <strong>la</strong> conoscenza rispettosa delle tradizioni<br />

straniere: non solo <strong>la</strong> maggior parte del business<br />

deve corteggiare clienti e partner all’estero, ma<br />

“l’oltre oceano” sarà il luogo in cui verranno<br />

reclutate le risorse ed affidate delle attività in<br />

outsourcing.<br />

In ogni generazione, i grandi leader imparano<br />

sempre ad adattare il proprio ambiente per avere<br />

successo - anche se tale processo sarà sempre<br />

più messo al<strong>la</strong> prova dall’accelerato<br />

cambiamento.<br />

In un’era che valorizzerà i <strong>la</strong>voratori altamente<br />

qualificati, l’abilità di ascolto e <strong>la</strong> passione<br />

nell’aiutare le persone potrebbero diventare<br />

l’effettivo marchio di garanzia di un manager di<br />

successo.<br />

John J. Dooner Jr. - presidente e COO<br />

dell’Interpublic Group of Cos., il gigante<br />

pubblicitario e del marketing di New York - richiede<br />

anche senso dell’umorismo: “senza di esso”, dice,<br />

“viene compromessa <strong>la</strong> propria prospettiva”: di<br />

fronte all’instabilità del<strong>la</strong> forza <strong>la</strong>voro e al<strong>la</strong> volubilità<br />

dei clienti, i vincitori apprezzeranno il valore di una<br />

buona risata.<br />

Con report governativi.<br />

51<br />

.


LA NUOVA LEADERSHIP<br />

DEFINISCI<br />

LA TUA<br />

QUALIFICA<br />

52<br />

di Michelle Conlin<br />

Arrivederci CEO. Benvenuto all’<br />

“Impiegato n.1” e ad un mucchio<br />

di qualifiche aziendali di cui non<br />

si è mai sentito par<strong>la</strong>re.<br />

DEFINISCI<br />

LA TUA QUALIFICA<br />

Lo stile informale “sandali-e-barba” di<br />

pugnaci emergenti di Internet continuerà a<br />

contaminare <strong>la</strong> cultura imprenditoriale del<br />

ventunesimo secolo; le aziende vecchie ed<br />

ammuffite si stanno già attrezzando per il<br />

divertimento forzato, mettendo tavoli da<br />

biliardo negli atri ed ingombrando i luoghi<br />

di <strong>la</strong>voro con poltrone dalle forme originali.<br />

Anche le qualifiche di <strong>la</strong>voro stanno<br />

cambiando: “le persone desiderano - come<br />

dire - un senso di individualità,vogliono che<br />

il <strong>la</strong>voro sia divertente e non burocratico”<br />

sostiene David Petersen - psicologo al<strong>la</strong><br />

Personal Decisions International di<br />

Minneapolis -, intravvedendo quattro<br />

principali cambiamenti nel futuro:<br />

- più persone avranno due qualifiche: una<br />

interna,connessa al ruolo,ed una esterna,<br />

orientata al cliente;<br />

- le qualifiche descriveranno <strong>la</strong> funzione<br />

piuttosto che il livello aziendale;<br />

- le persone sceglieranno le proprie<br />

qualifiche piuttosto che riceverle durante<br />

una formale assegnazione;<br />

- le qualifiche rifletteranno <strong>la</strong> forma mentis<br />

aziendale piuttosto che <strong>la</strong> carica<br />

effettivamente ricoperta.<br />

Di seguito mostriamo alcnuni esempi.


ECCOMI. SONO<br />

UN DIRETTORE DI TALENT SCOUT (C.T.F.)<br />

LA XCELERATE CON SEDE A FORTLAUDERDALE (FLORIDA)<br />

ASSEGNA TALE QUALIFICA A COLORO CHE SONO<br />

INCARICATI DEL RECLUTAMENTO: “ABBIAMO PENSATO CHE<br />

‘DISSOTTERRATORE DI CADAVERI’ SAREBBE STATO UN PO’<br />

TROPPO” DICE UN DIRIGENTE.<br />

ECCOMI. SONO<br />

UN VICEPRESIDENTE SENIOR<br />

DEI GRANDI<br />

VISTA L’INCALZANTE CARENZA DI FORZA LAVORO,<br />

SICERCADIFARLEVASULL’EGO DEGLI IMPIEGATI PER<br />

RAGGIUNGERE PERFORMANCE PIÙ ALTE.<br />

UN ALTRO TITOLO IN CRESCITA: DIRETTORE DELLA CURA<br />

EDELSOSTENTAMENTO.<br />

ECCOMI. SONO<br />

UN DIRETTORE DELLA SODDISFAZIONE E<br />

DELLA FEDELTA’ DEL CLIENTE<br />

EVOCATIVO DELLA “RAZZA” CHE DEVE DIVENTARE SEMPRE<br />

PIÙ ORIENTATA AL CLIENTE.HANNELORE SCHMIDT DELLA<br />

REFLECT.COM DI SAN FRANCISCO, AUTRICE<br />

DELL’ANNUNCIO, DICE CHE “L’IDEA È DI SODDISFARE I<br />

CLIENTI COSÌ PROFONDAMENTE DA TRASFORMARLI IN<br />

FEDELI DISCEPOLI”.<br />

ECCOMI. SONO<br />

UN DIRETTORE DELLA PRIVACY<br />

CARICA GIÀ INTRODOTTA IN IMPRESE COME LA<br />

DOUBLECLICK, PER PROTEGGERE SIA LA PRIVACY DELLA<br />

CLIENTELA CHE LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE<br />

DELL’AZIENDA.<br />

AFFIORERANNO PERÒ TENSIONI IN QUANTO GLI IMPIEGATI<br />

VOGLIONOCHELELOROE-MAIL SIANO AL SICURO<br />

DALLE SPIATE AZIENDALI.<br />

LA NUOVA LEADERSHIP<br />

ECCOMI. SONO<br />

UN IMPIEGATO N.1<br />

INDICA NOTEVOLE DISPONIBILITÀ.<br />

UN ALTRO VANTAGGIO: SE SI DOVESSE PASSARE DA<br />

CEO A PRESIDENTE NON VI SAREBBE NEANCHE LA<br />

NECESSITÀ DI FAR RISTAMPARE I BIGLIETTI DA VISITA.<br />

ECCOMI. SONO<br />

UN DIRETTORE DELLE ESPERIENZE (C.E.O.)<br />

CHIAMATO A RACCOLTA DALL’AZIENDA DI SELEZIONE DEL<br />

PERSONALE RUSSEL REYNOLDS ASSOCIATES INC., QUESTO<br />

DIRIGENTE È RESPONSABILE DI TUTTI I POSSIBILI CONTATTI<br />

CHE L’IMPRESA HA CON LA CLIENTELA, IMITANDO<br />

L’APPROCCIO “BUY-A-LIFESTYLE”<br />

DI MARTHA STEWART.<br />

ECCOMI. SONO<br />

UN SULTANO DELLE BUSTARELLE<br />

QUANDO UN COMMENTO FATTO SU UN “COMITATO<br />

ANALISI INVESTIMENTI” CHE PROVIENE DA UN AMBIENTE<br />

AUTOREVOLE PUÒ ABBATTERE LA QUOTAZIONE AZIONARIA<br />

DI UN TITOLO, QUESTI SULTANI TROVANO DEL LAVORO<br />

FATTO SU MISURA PER LORO.<br />

TITOLI COLLEGATI: DIRETTORE DELL’IMMAGINE E<br />

DELL’IMPATTO E MANAGER DELLE IMPRESSIONI.<br />

ECCOMI. SONO<br />

UNO ZAR DELLA CULTURA<br />

E’ RESPONSABILE DELL’UTILIZZO DI PARTE DEGLI UTILI<br />

AZIENALI A FAVORE DEGLI IMPIEGATI: VOLETE UN ELEVATA<br />

QUANTITÀ DI PRANZI BEN ORGANIZZATI? DEI MASSAGGI<br />

DURANTE LA PAUSA PRANZO? QUESTO DIRIGENTE È DE<br />

FACTO IL DIRETTORE DEL DIVERTIMENTO, CHE DISPENSA<br />

LA GIUSTA DOSE DI GRATIFICHE PER FAR SÌ CHE<br />

LE PERSONE “RESTINO A BORDO”.<br />

53<br />

.


PROGETTI PER IL<br />

FUTURO<br />

di Bruce Nussbaum<br />

Se le strutture aziendali incarnano<br />

un’era, allora quale sarà l’aspetto<br />

dell’ufficio di domani?<br />

VISIONI ARCHITETTONICHE<br />

PROGETTI PER IL FUTURO<br />

Poche istituzioni incarnano <strong>la</strong> propria epoca<br />

in modo tanto stupefacente quanto<br />

l’azienda: con i suoi tratti caratteristici e le<br />

sue funzioni riflette le tecnologie e le<br />

organizzazioni sociali del suo tempo e ciò<br />

vale sia per l’aspetto esteriore che per <strong>la</strong><br />

configurazione interna. Questo è uno dei<br />

motivi che spiega come mai le aziende<br />

abbiano colpito <strong>la</strong> fantasia di così tanti<br />

visionari, in partico<strong>la</strong>re degli architetti.<br />

Il Woolworth Building del 1913 - con 60 piani<br />

considerato uno dei primi veri grattacieli -<br />

venne definito “<strong>la</strong> cattedrale del<br />

commercio”. Il Chrysler Building, il Pan Am<br />

Building, il Rockfeller Center - tutti a New<br />

York - e <strong>la</strong> Sears Tower - a Chicago - hanno<br />

simboleggiato <strong>la</strong> gerarchia organizzativa<br />

dell’età industriale: le aziende vivevano in<br />

un mondo verticale.<br />

Oggi, compiere un artico<strong>la</strong>to salto nel<strong>la</strong><br />

tecnologia modifica sostanzialmente il modo<br />

in cui si fa business,si organizzano le aziende<br />

e operano i manager. L’informazione sta<br />

sostituendo i beni fisici come valuta di<br />

scambio. L’azienda sta ca<strong>la</strong>ndosi in un<br />

universo orizzontale, se non virtuale.<br />

BUSINESS WEEK ha chiesto a due famosi studi<br />

professionali di architetti di provare ad<br />

immaginare l’azienda del ventunesimo<br />

secolo.<br />

Thompson & Rose Architects di Cambridge<br />

(Massachusetts) crede che sarà<br />

l’umanesimo - non <strong>la</strong> tecnologia - a<br />

generare le idee e le innovazioni necessarie<br />

al successo aziendale.<br />

Asymptote Architecture di New York ritiene<br />

che i dirigenti vivranno in aria e i quartier<br />

generali aziendali saranno terminal<br />

aeroportuali.<br />

Wow! Paragonate queste due immagini con<br />

<strong>la</strong> “Emerald City” descritta in The Wizard of<br />

Oz; iniziamo con proiezioni del futuro che<br />

però provengono dal passato.<br />

55<br />

.


VISIONI ARCHITETTONICHE<br />

NEI LORO SOGNI PIU’ PAZZI<br />

Una delle prime visioni dell’azienda del ventunesimo<br />

secolo si ebbe nel 1926: l’epica del film muto di Fritz<br />

Lang Metropolis è ambientato al giorno d’oggi,<br />

nell’anno 2000.<br />

Lang, al <strong>la</strong>voro in Germania, creò una città<br />

futuristica incentrata su una società meccanizzata:<br />

un esercito di <strong>la</strong>voratori - vestiti in modo monotono<br />

e simile - vivono e <strong>la</strong>vorano sotto terra, dove sono<br />

schiavi di macchine gigantesche; il loro <strong>la</strong>voro è<br />

ripetitivo, noioso e pericoloso; il Capo del<strong>la</strong><br />

Metropoli ed altri proprietari vivono in grattacieli<br />

enormi e di lusso.<br />

Un’immagine effettivamente dura e aspra.<br />

Tuttavia, l’Età Industriale sobillò, sul futuro, sia<br />

ottimismo sfrenato che pessimismo.<br />

In Things to Come - il film di H.G.Wells del 1936 - fu<br />

rappresentata l’era di una Rete mobile e sempre<br />

disponibile - come Internet.<br />

Venne però <strong>la</strong>sciato agli architetti il compito di<br />

dare forma all’ottimismo. Essi impiegarono le<br />

innovazioni dell’epoca - come il rivoluzionario<br />

ascensore OTIS - per costruire sempre più in alto ed<br />

adattarono l’organizzazione gerarchico-sociale<br />

del processo industriale per progettare i luoghi di<br />

<strong>la</strong>voro.<br />

Così, sia l’esterno che l’interno dei loro edifici<br />

rifletteva l’ordine sociale di quei giorni: per tutti noi<br />

sono oggi rappresentazioni ovvie, ma era<br />

rivoluzionario che superfici identiche venissero<br />

impi<strong>la</strong>te l’una sull’altra per 20,40,60 piani,ospitando<br />

gli uffici dei proprietari in cima, poi quelli dei<br />

manager e da ultimo,in basso quelli degli impiegati;<br />

là, sotto, enormi eserciti di segretarie <strong>la</strong>voravano a<br />

scrivanie allineate in formazione,quasi una catena<br />

di montaggio.<br />

L’azienda era organizzata verticalmente e gli<br />

architetti progettavano gli edifici a sua immagine<br />

e somiglianza.<br />

Il progetto per il grattacielo Mile-High di Frank Lloyd<br />

Wright - che si stagliava esattamente 5,280 piedi<br />

sopra Chicago - rappresentava l’esaltazione<br />

dell’ottimismo americano del dopoguerra e degli<br />

anni Cinquanta: l’edificio non so<strong>la</strong>mente “grattava”<br />

il cielo ma penetrava persino le sfere celesti.<br />

Abbozzandolo nel 1956,Wright vi mise il commercio<br />

in cima e gli appartamenti sotto, ipotizzando che<br />

ascensori ad energia atomica avrebbero scagliato<br />

le persone ad un miglio nel cielo.<br />

Il Mile-High non fu mai costruito, però incarnava,<br />

comunque, un’audace immagine del futuro.<br />

Un anno più tardi l’architetto britannico James<br />

Dartford progettò un aeroporto sopra <strong>la</strong> città - il<br />

56<br />

Dubbed Skyport One -, un’enorme superficie di<br />

atterraggio sostenuta da tre alti pi<strong>la</strong>stri avvolti nel<br />

vetro. Gli ascensori posti nei pi<strong>la</strong>stri di vetro<br />

trasportavano le persone verso il basso,ad un hotel,<br />

agli uffici e al parcheggio per aerop<strong>la</strong>ni e<br />

automobili privati: a George Jetson - conduttore<br />

dello show televisivo degli anni Sessanta - che, per<br />

andare a <strong>la</strong>vorare vo<strong>la</strong>va al<strong>la</strong> Spacely Sprockets<br />

Inc., tutto questo sarebbe di certo piaciuto<br />

moltissimo.<br />

METROPOLIS,<br />

IL FILM MUTO DEL 1926 DI FRITZ LANG,<br />

DIVENUTO ORAMAI UN CLASSICO,<br />

ATTRIBUISCE AL CAPITALISMO<br />

CARATTERI DEUMANIZZANTI.<br />

I SET DEL FILM FURONO ISPIRATI<br />

DAI GRATTACIELI DI NEW YORK.


UFFICI CHE STIMOLANO LA<br />

CREATIVITA’<br />

In un’economia postindustriale e fondata<br />

sull’informazione - in cui l’innovazione diventa più<br />

preziosa del<strong>la</strong> produzione di massa - tutto ciò che<br />

è verticale diventa immediatamente orizzontale;<br />

nel “paesaggio degli affari”,le sedi direzionali stanno<br />

già ruzzo<strong>la</strong>ndo come le tessere nel gioco del<br />

domino.<br />

Thompson & Rose Architects spinge tale processo<br />

anche oltre.<br />

Se le idee sono <strong>la</strong> forza propulsiva del<strong>la</strong> New<br />

Economy, allora, lo scopo principale di qualsiasi<br />

struttura aziendale è di promuovere <strong>la</strong> creatività ed<br />

apportare innovazione - che insieme generano<br />

crescita, reddito e occupazione.<br />

E’ quindi l’umanesimo, non <strong>la</strong> tecnologia, che<br />

definirà l’azienda del ventunesimo secolo. Se <strong>la</strong><br />

tecnologia diviene così pervasiva, quasi<br />

onnipresente, saranno le necessità sociali<br />

dell’azienda a determinarne il successo o il<br />

fallimento.<br />

In un’epoca caratterizzata da persone che si<br />

affannano irrefrenabilmente ad usare i telefoni<br />

cellu<strong>la</strong>ri e a navigare in misura ossessiva in Rete,<br />

Charles Rose e Maryann Thompson adottano un<br />

approccio chiaramente meta-tecnologico.<br />

Essi ritengono che le migliori nuove idee nascano<br />

da rapporti sociali ed umani diretti, da tranquilli<br />

momenti di rive<strong>la</strong>zione privati e da fortunatissimi casi<br />

di collisione e collusione personale ed intellettuale.<br />

Quando <strong>la</strong> tecnologia rende virtuale qualsiasi<br />

azienda, l’unica giustificazione per utilizzare un<br />

immobile è dover soddisfare le necessità umane<br />

dell’organizzazione.<br />

Nel<strong>la</strong> loro architettura per l’ufficio del futuro ogni<br />

cosa è mutevole: nul<strong>la</strong> è fisso,neppure il rivestimento<br />

esterno, che muta al cambiare delle condizioni<br />

atmosferiche - dà ombra in estate e permette un<br />

maggiore riscaldamento so<strong>la</strong>re in inverno,<br />

convogliando luce naturale verso l’interno in tutte<br />

le stagioni.<br />

Saranno poi creati degli spazi volutamente sprovvisti<br />

di tecnologia in modo da rinforzare l’interazione<br />

sociale diretta; tali ambienti enfatizzeranno il<br />

contatto con il mondo: all’esterno ci saranno<br />

VISIONI ARCHITETTONICHE<br />

giardini per le riunioni, all’interno, pareti di<br />

membrana fibrosa sosterranno piante idroponiche<br />

che miglioreranno <strong>la</strong> qualità dell’aria e<br />

avvicineranno le persone ad un ambiente più<br />

naturale.<br />

Lo scopo dell’architettura umanistica del<br />

ventunesimo secolo è di promuovere innovazioni<br />

richieste dal mercato.<br />

NEL PROGETTO DI THOMPSON & ROSE<br />

SUSSISTONO ALCUNI ELEMENTI<br />

CARATTERISTICI.<br />

I GIARDINI SUL ROOFTOP OFFRONO UN RIFUGIO NATURALE<br />

PER INCONTRARSI, CHIACCHIERARE O TRASCORRERE DEL<br />

TEMPO IN SOLITUDINE.VI SI HA FACILE ACCESSO E CIÒ<br />

DOVREBBE RENDERE MENO NETTA LA DISTINZIONE FRA CIÒ<br />

CHE SI CONSIDERA “INTERNO” E CIÒ CHE SI CONSIDERA<br />

“ESTERNO”.<br />

LE SEDI AZIENDALI SI SVILUPPERANNO VERTICALMENTE E<br />

“STARANNO SOSPESE” SU ‘ZAMPE’ CHE SI INNALZANO<br />

DAI PARCHEGGI; NON SARANNO ELEMENTI CHE<br />

DIFFONDONO IL PAESAGGIO SUBURBANO SULL’ASSE<br />

ORIZZONTALE: GLI EDIFICI, INFATTI, POTRANNO ESSERE<br />

ANCORA ‘PIÙ NATURALI’ DELL’AMBIENTE IN CUI SI TROVANO.<br />

FAR SOCIALIZZARE SPONTANEAMENTE LE PERSONE È UN<br />

INGREDIENTE FONDAMENTALE DELLO SVILUPPO DI NUOVE<br />

IDEE ED INNOVAZIONI.LE AMPIE SCALINATE - UNO DEGLI<br />

ELEMENTI ARCHITETTONICI PIÙ TRADIZIONALI - SARANNO UN<br />

TOOL INTERATTIVO DEL FUTURO.<br />

L’AMBIENTE DI LAVORO PERSONALE E L’UFFICIO SARANNO<br />

RIUNITI IN UN SINGOLO ED UNIFICATO CONTINUUM; LE<br />

PARETI DIVERRANNO UN RICORDO DEL PASSATO.<br />

LE POSTAZIONI TRADIZIONALI SPARIRANNO E VERRANNO<br />

SOSTITUITE DA STRUTTURE MOBILI A ‘CONCHIGLIA’, LA<br />

CUI DISPOSIZIONE VERRÀ PERSONALIZZATA DA PASSWORD<br />

INDIVIDUALI NEL MOMENTO IN CUI I TEAM DI LAVORO SI<br />

FORMANO - O SI SMOBILITANO E I LORO MEMBRI<br />

‘MIGRANO’. TALI POSTAZIONI SARANNO IN GRADO DI<br />

FORNIRE PRIVACY O, AL CONTRARIO, DI RENDERSI<br />

‘TRASPARENTI’ PER SOBILLARE L’INTERAZIONE IN AMBIENTI<br />

DI LAVORO CONTINUAMENTE MUTEVOLI.<br />

57<br />

.


VISIONI ARCHITETTONICHE<br />

58<br />

LE POSTAZIONI A CONCHIGLIA<br />

proposte da Thompson e Rose


QUARTIER GENERALI IN VOLO<br />

Per un’azienda del ventunesimo secolo il suo spazio<br />

fisico - in città o in periferia - sarà irrilevante rispetto<br />

alle caratteristiche del suo spazio di networking<br />

virtuale: Internet renderà quest’ultimo di uso<br />

quotidiano pur tuttavia le necessità aziendali di<br />

concludere partnership e stringere alleanze su<br />

sca<strong>la</strong> mondiale richiederanno più viaggi e più<br />

riunioni. Già al giorno d’oggi i CEO trascorrono<br />

infatti sugli aerop<strong>la</strong>ni più tempo di quanto abbiano<br />

mai fatto prima e sempre più frequentemente le<br />

riunioni sono tenute negli aeroporti, utilizzando<br />

come uffici le “lounge”del<strong>la</strong> prima o del<strong>la</strong> business<br />

c<strong>la</strong>ss.<br />

Asymptote Architecture di New York porta questa<br />

tendenza all’estremo e propone che le aziende del<br />

futuro collochino le loro sedi proprio in aeroporto,<br />

immaginando così che esse costruiscano e<br />

“marchino” i propri terminal aeroportuali.<br />

I partner aziendali, impegnati a definire servizi e<br />

localizzazioni produttive mondiali atterreranno,<br />

negozieranno, chiuderanno contratti e<br />

riprenderanno a vo<strong>la</strong>re, oppure rimarranno nelle<br />

suite aziendali in aeroporto, si collegheranno al<strong>la</strong><br />

Rete dai propri uffici privati o dalle postazioni di<br />

<strong>la</strong>voro,faranno ginnastica nel<strong>la</strong> palestra aziendale,<br />

compreranno qualcosa per <strong>la</strong> famiglia e andranno<br />

dal barbiere - tutto al terminal.<br />

Asymptote espande i quartier generali aeroportuali<br />

aziendali verso gli aeromobili. L’attività proseguirà<br />

senza soluzione di continuità durante il volo, su jet<br />

aziendali equipaggiati con tutta <strong>la</strong> tecnologia<br />

necessaria a <strong>la</strong>vorare: i manager partiranno al<br />

mattino dal<strong>la</strong> sede nel terminal, si imbarcheranno<br />

su jet supersonici, <strong>la</strong>voreranno durante il volo di tre<br />

o quattro ore per Londra, si incontreranno<br />

all’aeroporto di Heathrow con i partner britannici,<br />

faranno affari e ritorneranno al<strong>la</strong> base,<br />

nell’aeroporto-casa, in giornata.<br />

In effetti, con <strong>la</strong> crescita del<strong>la</strong> globalizzazione e<br />

dei terminal aziendali le imprese cominceranno a<br />

costruire o comprare i propri aeroporti: con il tempo,<br />

secondo Asymptote, tutti gli aeroporti potrebbero<br />

essere privatizzati ed operare come marchi<br />

aziendali.<br />

VISIONI ARCHITETTONICHE<br />

Al<strong>la</strong> fine, viaggiare così intensamente creerà<br />

un’unica cultura omogenea di business globali<br />

che risulterà identica in qualsisi aeroporto,<br />

dovunque e sempre, mentre ciò che cambierà<br />

saranno le persone,i contratti,le identità aziendali:<br />

ASYMPTOTE ARCHITECTURE PROPONE UN PROGETTO<br />

IN CUI PREVEDE CHE LE AZIENDE<br />

SPOSTERANNO I LORO QUARTIER GENERALI<br />

NEI TERMINAL AEROPORTUALI,<br />

LADDOVE SI DECIDERANNO SIA LE FUSIONI CHE LE<br />

ACQUISIZIONI.<br />

I JET AZIENDALI VOLERANNO DA UN TERMINAL ALL’ALTRO<br />

E CAMBIERANNO IDENTITÀ AL CAMBIAR<br />

DEL LOGO CHE LI IDENTIFICA.<br />

PIÙ TERMINAL SI FONDERANNO E<br />

RAGGIUNGERANNO DIMENSIONI ENORMI.<br />

AEROPLANI GIGANTESCHI,<br />

DOTATI DI CONFERENCE ROOM E HEALTH CLUB,<br />

TRASFERIRANNO L’UFFICIO AZIENDALE<br />

NEI CIELI, IN CUI SARÀ DISPONIBILE<br />

TUTTA LA TECNOLOGIA ‘TERRESTRE’.FANTASIA?<br />

SARÀ REALIZZATA DAL NUOVO AEROBUS A DUE PIANI!<br />

I TERMINAL AZIENDALI CONIUGHERANNO<br />

SCALE MOBILI,<br />

AGGIORNATE INFORMAZIONI BORSISTICHE ED<br />

INDIVIDUI CHE SI AFFANNERANNO<br />

VERSO RIUNIONI O AEREI:<br />

E QUESTO È SOLAMENTE IL PROSSIMO PRIMO PASSO!<br />

<strong>la</strong> visione dell’Asymptote suona già assai verosimile.<br />

59<br />

.


L’ECOSISTEMA<br />

di Anthony Bianco<br />

Una visione sfuocata dei confini<br />

tradizionali valorizzerà <strong>la</strong> creatività<br />

e, soprattutto, <strong>la</strong> continua<br />

sorveglianza.<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

L’ECOSISTEMA<br />

L’ecosistema aziendale del ventunesimo<br />

secolo sarà caratterizzato da una sfuocata<br />

visione dei confini,una volta ben definiti,tra<br />

pubblico e privato,tra straniero e nazionale,<br />

tra interno ed esterno e tra amico e nemico.<br />

Tutto ciò avrà un effetto, per molti aspetti,<br />

liberatorio: le aziende avranno <strong>la</strong> possibilità<br />

di perseguire le opportunità ovunque esse<br />

si presentino nel mondo e di sfruttarle<br />

secondo le circostanze presenti in quel<br />

momento, non secondo i ciechi dettami<br />

del<strong>la</strong> tradizione.<br />

L’outsourcing diventerà ancora più diffuso,<br />

trasformando molte aziende in imprese super<br />

efficienti e virtuali sul fac-simile del loro<br />

“vecchio stile”.<br />

Ma, in questo “nuovo mirabile mondo” il<br />

successo non sarà facile: <strong>la</strong> crescente fluidità<br />

delle fondamentali re<strong>la</strong>zioni poste al<strong>la</strong> base<br />

del business richiederà costante vigi<strong>la</strong>nza<br />

ed improvvisazione da parte di tutti coloro<br />

che vi sono coinvolti.<br />

Piaccia o no, le aziende assumeranno un<br />

ruolo più artico<strong>la</strong>to nel<strong>la</strong> formazione come<br />

anche in altri campi da sempre affidati al<br />

settore pubblico, ricoprendo compiti che<br />

lo stato è poco disposto a realizzare oppure<br />

non è in grado di portare a termine con<br />

successo.<br />

61<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

E ADESSO:<br />

L’IMPIEGATO<br />

JUST-IN-TIME<br />

62<br />

di Michelle Conlin<br />

Per far fronte ai cambiamenti di<br />

una forza <strong>la</strong>voro che si espande<br />

e si contrae, i <strong>la</strong>voratori<br />

metteranno all’asta i propri servizi.<br />

E ADESSO: L’IMPIEGATO<br />

JUST-IN-TIME<br />

I direttori delle risorse umane di dieci anni<br />

fa non si sarebbero mai immaginati che gli<br />

impiegati, che stavano cancel<strong>la</strong>ndo dal<br />

libro paga, sarebbero un giorno tornati al<strong>la</strong><br />

ribalta come generi di prima necessità,<br />

guadagnandosi anche un elegante nome<br />

per il loro nuovo status: agenti indipendenti.<br />

La scena non avrebbe potuto essere stata<br />

descritta meglio: il grande boom economico<br />

decol<strong>la</strong> ed i <strong>la</strong>voratori,una volta dec<strong>la</strong>ssati,<br />

scarseggiano ora in modo straordinario;<br />

stracolmi di offerte,essi iniziano a comportarsi<br />

come celebrità viziate mentre i datori di<br />

<strong>la</strong>voro, a corto di manodopera, stanno al<br />

gioco - hai bisogno di un nuovo<br />

guardaroba? te ne compreremo uno; i tuoi<br />

investimenti finanziari danno rendimenti<br />

insoddisfacenti? li rivaluteremo!<br />

L’atteggiamento del tipo “qualsiasi cosa<br />

tu voglia” può avere effetti devastanti,<br />

come una scossa sismica, ma molti<br />

esperti del mondo del <strong>la</strong>voro lo<br />

considerano so<strong>la</strong>mente un sintomo di<br />

un cambiamento più profondo che sta<br />

sconvolgendo il vecchio paradigma<br />

datore di <strong>la</strong>voro/impiegato.


Nel<strong>la</strong> seconda metà del ventesimo secolo il potere<br />

è passato alle aziende, in cui le persone erano<br />

sostituibili tanto facilmente quanto le <strong>la</strong>mpadine;<br />

oggi, con <strong>la</strong> transizione verso un’economia del<br />

sapere e verso <strong>la</strong> connettività globale, il potere<br />

sta spostandosi verso le persone qualificate.<br />

LAVORO MESSO ALL’ASTA. Sembra che le riserve<br />

di talento necessarie per alimentare <strong>la</strong> New<br />

Economy rimarranno scarse nei prossimi vent’anni;<br />

allo stesso tempo,le aziende stanno trovando utile<br />

disporre di forze <strong>la</strong>voro mobili ed e<strong>la</strong>stiche che<br />

possano crescere e diminuire a seconda delle<br />

richieste del mercato globale: ecco le ragioni delle<br />

novità che emergono rispetto al modello <strong>la</strong>vorativo<br />

del ventesimo secolo.<br />

Pensiamolo in termini di Scambio di Capitale<br />

Umano. Nel secolo scorso i migliori luoghi per <strong>la</strong><br />

creazione di ricchezza erano il Nasdaq e <strong>la</strong> borsa<br />

di New York; il mercato delle qualità e del talento<br />

si adatta invece al caso del ventunesimo secolo.<br />

Oggi, in una situazione di Scambio di Capitale<br />

Umano, il valore degli agenti indipendenti viene<br />

determinato dal mercato libero - avvocati giù di<br />

2 dol<strong>la</strong>ri, ingegneri su di un dol<strong>la</strong>ro - piuttosto che<br />

dal<strong>la</strong> struttura gerarchica aziendale.<br />

Per un agente indipendente di talento,<strong>la</strong> vecchia<br />

struttura “stipendio + benefit” non soddisfa più;<br />

nell’odierna condizione di libero scambio di<br />

capitale umano “è molto più probabile che le<br />

persone ottengano ciò che valgono -<br />

parteciperanno degli aspetti positivi e negativi del<br />

libero scambio” dice Christopher Meyer - direttore<br />

del Center for Business Innovation presso Cap<br />

Gemini Ernst & Young.<br />

Le “legioni” di dipendenti che <strong>la</strong>sciano affissi in<br />

modo permanente i propri curricu<strong>la</strong> al<strong>la</strong><br />

Monster.com rappresentano solo il primo segno<br />

del<strong>la</strong> transizione verso <strong>la</strong>voratori qualificati per <strong>la</strong><br />

New Economy che trattano e negoziano le loro<br />

carriere professionali giorno per giorno.<br />

Sul Web stanno emergendo sempre più aziende -<br />

dai siti “cerco/offro <strong>la</strong>voro” ai servizi di riferimento<br />

per conseguire sostanziose gratifiche - che danno<br />

vita ad una sorta di asta in cui ognuno - dallo<br />

sceneggiatore allo scienziato - può vendere le<br />

proprie qualifiche al miglior offerente.<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

GUIDANO LA CONTROTENDENZA<br />

QUELLE AZIENDE<br />

CHE OFFRONO CARRIERE, INTESE NON PIÙ COME<br />

ESPERIENZE STATICHE<br />

MA COME<br />

UNA SERIE DI PROGETTI.<br />

Prendiamo il caso di Andy Abramson: il<br />

quarantenne consulente in marketing sportivo<br />

calco<strong>la</strong> che, rispetto ad una posizione di Direttore<br />

Marketing tradizionale, come “mercenario”<br />

guadagna il 75% in più. L’afflusso costante di nuovi<br />

progetti mantiene interessante il <strong>la</strong>voro e offre<br />

quote di partecipazione azionaria in una varietà<br />

di imprese - “è come aver il tuo piccolo vc fund”.<br />

Essere un agente indipendente è anche<br />

gratificante e permette di trascorrere un mese<br />

all’anno in Europa; “ho appena fatto un contratto<br />

per una linea ISDN senza fili”, gongo<strong>la</strong> Abramson,<br />

“ora posso andare a <strong>la</strong>vorare in spiaggia”.<br />

Ci sono però anche <strong>la</strong>ti negativi nell’essere un<br />

agente indipendente.<br />

Molti si sentono schiacciati dal<strong>la</strong> “legge del<strong>la</strong><br />

giung<strong>la</strong>” e dal<strong>la</strong> pressione di dover “andare a<br />

caccia” di ogni singolo <strong>la</strong>voro; inoltre, assegni<br />

pagati in ritardo, assicurazioni sanitarie costose,<br />

distrazioni e disturbi presenti in un ufficio domestico:<br />

non è poi tutto così facile!<br />

Mark Fertig - professore di progettazione grafica al<strong>la</strong><br />

James Madison University, Virginia - sfrutta i siti<br />

“cerco/offro <strong>la</strong>voro” per attività di free<strong>la</strong>nce ma<br />

afferma che “online non guadagno altrettanto<br />

bene” poichè “ho dovuto ridurre i miei prezzi”.<br />

Alcuni studiosi considerano ingannevole l’interesse<br />

che circonda gli agenti indipendenti.<br />

James Baron - professore al<strong>la</strong> Stanford Business<br />

School - ritiene che potrebbe riemergere <strong>la</strong><br />

tendenza opposta, quel<strong>la</strong> di un maggiore<br />

attaccamento agli impiegati,ed afferma che “al<strong>la</strong><br />

Silicon Valley l’intensa competizione nel mercato<br />

del <strong>la</strong>voro ha già indotto alcune aziende,come Sun<br />

Microsystems, a pensare di offrire non solo <strong>la</strong>voro<br />

e opzioni azionarie ma anche carriere”;<br />

quest’ultime avranno un aspetto diverso da prima<br />

- aggiunge Baron - e consisteranno in una serie di<br />

progetti piuttosto che in una mansione statica.<br />

Nonostante tutto, secondo un sondaggio del<strong>la</strong><br />

63<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

EPIC/MRA - l’azienda di ricerche di mercato del<strong>la</strong><br />

Lansing (Michigan) - le schiere degli agenti<br />

indipendenti stanno crescendo - dal 22% del<strong>la</strong><br />

forza <strong>la</strong>voro nel 1998 al 26% nel 1999 - ed entro il<br />

2010 il 41% del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione attiva <strong>la</strong>vorerà su<br />

questa base contrattuale.<br />

Gli esperti delle carriere ritengono che, come gli<br />

attori e gli atleti, anche i dipendenti di talento - le<br />

“superstar” - avranno degli agenti-manager; si<br />

riuniranno in gruppi per gestire i progetti, per poi<br />

smobilitarsi una volta che il compito è terminato -<br />

una pratica già diffusa al<strong>la</strong> Silicon Valley.<br />

VOLTAGABBANE O EX-ALUNNI? Le vecchie abitudini<br />

non moriranno immediatamente o neanche<br />

completamente; però, le aziende manterranno<br />

sempre più i loro impiegati migliori all’interno,dando<br />

invece in outsourcing tutto il resto: l’unità video<br />

americana di Nokia Corp., ad esempio, è entrata<br />

sul mercato con solo cinque impiegati chiave<br />

mentre vendite, marketing, logistica e supporto<br />

tecnico sono stati dati in appalto.<br />

Il fatto che si faccia parte del personale aziendale<br />

non significa che non si pensi come un agente<br />

indipendente. Secondo il Dipartimento del Lavoro<br />

americano, un tipico trentaduenne ha già<br />

cambiato nove occupazioni e gli esperti predicono<br />

che nel<strong>la</strong> sua vita ne cambierà fino a venti.<br />

Diversamente da coloro che adottano una cultura<br />

firmaio<strong>la</strong>, tali <strong>la</strong>voratori indipendenti tratteranno<br />

costantemente con le proprie organizzazioni in<br />

modo da ottenere contratti migliori (nuovi progetti,<br />

giovedì a casa, un agosto sabbatico).<br />

Molti direttori delle risorse umane considerano gli<br />

agenti indipendenti dei nemici, ma non<br />

dovrebbero: “l’unico modo in cui i datori di <strong>la</strong>voro<br />

possono control<strong>la</strong>re <strong>la</strong> crisi impiegatizia è<br />

abbandonare <strong>la</strong> vecchia idea di dipendente”<br />

avverte Bruce Tulgan - autore del libro Winning the<br />

Talent Wars, di imminente uscita nell’agosto del<br />

2000.<br />

Le imprese adotteranno una mentalità da “porta<br />

girevole”,nel<strong>la</strong> quale i precedenti “voltagabbana”<br />

verranno considerati “ex-alunni” o “boomerang”<br />

cui viene chiesto di ritornare - e saranno i benvenuti.<br />

In qualche modo, il modello dell’agente<br />

indipendente riporta indietro,all’età preindustriale.<br />

Thomas W. Malone - condirettore dell’Initiative on<br />

Inventing the Organizations of the 21st Century al<br />

64<br />

MIT - paragona l’economia e-<strong>la</strong>nce al tempo in cui<br />

fabbri e altri mercanti vendevano le proprie abilità<br />

nell’aia del vil<strong>la</strong>ggio: <strong>la</strong> differenza è che ora, nel<br />

mondo cab<strong>la</strong>to, esse possono essere<br />

commercializzate su sca<strong>la</strong> mondiale.<br />

Ma cosa accade, quindi, all’ambiente di <strong>la</strong>voro?<br />

“Il mondo degli agenti indipendenti potrebbe<br />

diventare molto solitario” afferma Malone,<br />

un’esistenza solipsistica marcatamente<br />

individualistica, senza nessuno che ti saluta in<br />

corridoio.<br />

So<strong>la</strong>mente per i programmatori e i venditori egli<br />

prevede <strong>la</strong> transizione verso organizzazioni simili<br />

al<strong>la</strong> Screen Actors Guild e al<strong>la</strong> Writers Guild: tali<br />

gruppi garantiranno un senso di comunità e<br />

identità,insieme ad assicurazioni sanitarie e ad altri<br />

benefit che una volta erano unicamente di<br />

responsabilità dell’azienda.<br />

Tuttavia - dice Malone - un’economia puramente<br />

e-<strong>la</strong>nce pone “il rischio reale che molte delle<br />

necessità umane non possano venir soddisfatte”.<br />

Oppure potrebbe significare esattamente<br />

l’opposto.Stephen Barley - co-direttore del Center<br />

for Work, Technology & Organization al<strong>la</strong> Stanford<br />

University - ha studiato gli impiegati a contratto<br />

che <strong>la</strong>vorano come ingegneri di software e di<br />

programmazione al<strong>la</strong> Silicon Valley. Sul<strong>la</strong> base dei<br />

risultati del<strong>la</strong> sua ricerca ha notato che <strong>la</strong> maggior<br />

parte di questi “zingari” preferisce lo stile di vita<br />

degli agenti indipendenti perché non sono vinco<strong>la</strong>ti<br />

dalle politiche aziendali, hanno maggiori<br />

opportunità di apprendimento e controllo del<br />

proprio tempo ed un trattamento economico<br />

migliore: “alcuni di questi ‘tipi’stanno guadagnando<br />

veramente bene”- dice Barley -,ottenendo dal 30%<br />

al 200% in più rispetto alle loro controparti<br />

appartenenti al personale aziendale.<br />

Naturalmente, se l’economia si guasta, gli agenti<br />

indipendenti potrebbero desiderare ardentemente<br />

proprio <strong>la</strong> sicurezza che ora stanno rifiutando<br />

oppure, invecchiando, si potrebbero stancare del<br />

trambusto e cercare progetti più stabili,<br />

riproponendo qualche aspetto del<strong>la</strong> vecchia<br />

mentalità firmaio<strong>la</strong>.<br />

Di certo,non ci sarà un ritorno ai “bozzoli”aziendali<br />

del secolo appena conclusosi,quelle occupazioni<br />

che ci si portava dal<strong>la</strong> cul<strong>la</strong> al<strong>la</strong> tomba.


IL NUOVO<br />

MONDO<br />

DEL LAVORO<br />

CABLATO<br />

di Tom Peters 1<br />

Un luogo di <strong>la</strong>voro più trasparente<br />

significherà più responsabilità per<br />

i colletti bianchi e meno tolleranza<br />

per i parassiti.<br />

1 Peters ha scritto numerosi libri sul management e sul<br />

cambiamento, inclusa <strong>la</strong> serie Reinventing Work.<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

IL NUOVO MONDO<br />

DEL LAVORO<br />

CABLATO<br />

Stai facendo un’escursione vicino al Grand<br />

Canyon nell’agosto del 2000 arrovel<strong>la</strong>ndoti<br />

sul progresso che il tuo partner virtuale a<br />

Kua<strong>la</strong> Lumpur ha fatto nelle ultime 24 ore?<br />

Non c’è problema! Il tuo campeggio<br />

Kampgrounds of America ora ha un accesso<br />

ad Internet.<br />

E’ il nuovo mondo del <strong>la</strong>voro cab<strong>la</strong>to: a<br />

seconda del<strong>la</strong> prospettiva da cui lo guardi<br />

è intrusivo, di<strong>la</strong>gante o semplicemente<br />

onnipresente, ma senza dubbio non è<br />

l’ufficio di papà; questa esistenza<br />

perpetuamente connessa al<strong>la</strong> Rete è solo<br />

l’inizio dei cambiamenti che, nel<br />

ventunesimo secolo, subirà l’ambiente di<br />

<strong>la</strong>voro dei “colletti bianchi”.<br />

Negli anni Cinquanta e Sessanta <strong>la</strong>vorare<br />

significava arrancare verso lo stesso ufficio<br />

per decenni,a contatto con gli stessi colleghi<br />

e gli stessi compiti - <strong>la</strong> maggior parte dei<br />

quali eseguiti meccanicamente.<br />

Bill McGowan - ex direttore di MCI<br />

Communications - ha indicato con <strong>la</strong><br />

definizione di “scambiatori informativi umani”<br />

i quadri intermedi di ieri,in cui l’informazione<br />

era grottescamente datata, <strong>la</strong> chiusura dei<br />

registri contabili a fine mese poteva protrarsi<br />

per settimane e i dati sui clienti erano del<br />

tutto inesistenti o disperatamente non<br />

affidabili.<br />

65<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

Ma nei prossimi anni, l’azienda - di qualsiasi<br />

dimensione essa sia - potrà ospitare un mix eclettico<br />

e cosmopolita di colleghi a contratto, molti dei<br />

quali non si incontreranno neanche mai di persona;<br />

ogni progetto richiederà un nuovo team<br />

caratterizzato da abilità “tagliate su misura” e le<br />

informazioni vecchie di qualche ora saranno<br />

osservate con timore.<br />

In questa squadra, ogni giocatore verrà valutato<br />

- situazione per situazione, battuta per battuta -<br />

per <strong>la</strong> qualità,l’originalità,<strong>la</strong> puntualità e <strong>la</strong> passione<br />

del suo contributo: proprio in ciò sta, da un <strong>la</strong>to, il<br />

pericolo e,dall’altro,<strong>la</strong> notevole opportunità del<strong>la</strong><br />

nostra <strong>nuova</strong> era del <strong>la</strong>voro, bizzarra, cab<strong>la</strong>ta e<br />

selvaggia.<br />

La responsabilità dei colletti bianchi finora è stata,<br />

generalmente,un ossimoro: si arrivava,si assimi<strong>la</strong>va,<br />

si e<strong>la</strong>boravano dei flussi cartacei con un pizzico di<br />

efficienza e si poteva contare su una valutazione<br />

di fine anno sufficientemente decente, su un<br />

aumento di stipendio superiore al costo del<strong>la</strong> vita<br />

e su un’occupazione - al<strong>la</strong> scrivania n.263 -<br />

arcisicura per altri 40 anni.<br />

Ora invece sei come uno dei New York Yankees o<br />

dei Los Angeles Dodgers: prendi alcune decisioni<br />

gestionali fallimentari dopo una notte di baldoria,<br />

e i tuoi colleghi - stressati e orientati al<strong>la</strong><br />

performance più del tuo capo - sono pronti a “farti<br />

fuori” - e questo varrà sia per il <strong>la</strong>ureato appena<br />

sfornato dal<strong>la</strong> University of Wisconsin che per il<br />

cinquantaseienne che si era immaginato in<br />

procinto di andare serenamente in pensione su<br />

una spiaggia.<br />

Ci può pur essere un ristretto mercato del <strong>la</strong>voro<br />

per gli individui che hanno performance da<br />

“superstar” ma l’altra faccia del<strong>la</strong> medaglia è<br />

molta meno tolleranza per i parassiti.<br />

Se il software che pianifica le risorse aziendali ed<br />

altri sistemi simili risolvono <strong>la</strong> maggior parte delle<br />

mansioni dello staff, cosa ci vorrà per navigare e<br />

vincere nel prossimo decennio? Ecco di seguito una<br />

lista delle abilità minime per <strong>la</strong> sopravvivenza del<br />

<strong>la</strong>voratore nel ventunesimo secolo.<br />

PADRONANZA. Per prosperare nel trasparente<br />

ambiente di <strong>la</strong>voro in team del futuro, il tipico<br />

colletto bianco dovrà essere evidentemente<br />

competente in qualche disciplina che il mondo<br />

considera preziosa. Che sia “Onorevole” o “CPA”<br />

[Chief Public Accountant] non paga più. Quale<br />

serie di abilità tecniche per l’assunzione o di<br />

eccellenza internazionale nel<strong>la</strong> contabilità e<br />

bi<strong>la</strong>ncio ti rende un individuo dal contributo<br />

manifestamente prezioso? Credo fermamente che<br />

se non sei in grado di descrivere i tuoi elementi<br />

distintivi in un’inserzione di un sedicesimo di pagina<br />

sulle Pagine Gialle, sarai costretto o condannato<br />

a scomparire.<br />

66<br />

CHI CONOSCI? Il nuovo schedario del<strong>la</strong> Rolodex<br />

raccoglie meno informazioni sui capi e sulle figure<br />

di potere tradizionali concentrandosi invece<br />

maggiormente sui pari grado (i futuri colleghi di<br />

progetto) che ti apprezzano per i tuoi precisi<br />

contributi; l’agenda elettronica del<strong>la</strong> Rolodex è<br />

diventata <strong>la</strong> mia “Extended Global University”,ossia<br />

i colleghi cui posso far ricorso (e che possono far<br />

ricorso a me) per incoraggiamento in progetti<br />

attuali e futuri.<br />

ISTINTO IMPRENDITORIALE. Non si è tenuti ad<br />

intraprendere un’attività in proprio<br />

ma - da come <strong>la</strong> vedo io -, considerato che tutti<br />

questi progetti sono imprenditoriali, si deve agire<br />

come se si stessero gestendo i propri affari,<br />

raffigurandosi,ad esempio,come una Maggie Inc.<br />

che, per caso, in questo momento, <strong>la</strong>vora al<strong>la</strong><br />

General Electric Capital Services Inc. (tra l’altro,<br />

mi aspetto veramente che le donne domineranno<br />

i ruoli manageriali poiché ritengo che tendano a<br />

gestire l’ambiguità meglio di noi uomini).<br />

Il nuovo mondo che sta nascendo assomiglia ad<br />

un gioco d’azzardo in cui ci sono nuovi progetti e<br />

nuovi colleghi ed in cui predomina una continua<br />

necessità di adattamento; i leader saranno coloro<br />

che riusciranno a <strong>la</strong>vorare bene in assenza di netti<br />

confini.<br />

AMORE PER LA TECNOLOGIA. La tecnologia sta<br />

cambiando tutto. Credimi, <strong>la</strong> “fregatura”, però è,<br />

se non altro, attenuata: non si deve essere dei<br />

tecnologi - anche se però si deve comprendere<br />

<strong>la</strong> tecnologia; “farvi fronte” non basta più.<br />

MARKETING. Non è necessario diventare spudorati<br />

promotori di se stessi come Martha Stewart, però<br />

si deve far arrivare <strong>la</strong> propria storia nell’etere, per<br />

mezzo di un sito Web personale oppure<br />

raccontando il proprio progetto in una trasmissione<br />

commerciale.<br />

PASSIONE PER IL RINNOVAMENTO. Ci si deve<br />

costantemente migliorare e, all’occasione,<br />

reinventare. Il mio mezzo di sostentamento - a 57<br />

anni - sono le conferenze, sebbene sappia che in<br />

pochi anni Internet divorerà molte delle riunioni<br />

convenzionali: per questo motivo sto <strong>la</strong>vorando<br />

come un pazzo con numerosi gruppi che<br />

diffonderanno il mio messaggio attraverso le nuove<br />

tecnologie.<br />

Amo leggere i fumetti di ‘Dilibert’ e normalmente<br />

mi divertono moltissimo,però ho qualche problema<br />

con il loro significato nascosto: <strong>la</strong> mia azienda fa<br />

schifo, il mio capo fa schifo, il <strong>la</strong>voro fa schifo. Se è<br />

anche il tuo caso - in questo momento di<br />

cambiamenti epocali ed opportunità gigantesche<br />

- allora, posso so<strong>la</strong>mente essere triste per te;<br />

dobbiamo reinventare il mondo e io sono così<br />

dannatamente felice!.


ALVEARE: Il campus di Flextronics a Guada<strong>la</strong>jara<br />

impiega 4.000 persone<br />

MAGNATE<br />

DELL’OUTSOURCING<br />

di Pete Engardio<br />

Mentre alcune imprese<br />

smembrano le proprie attività<br />

produttive, gli appaltatori esterni<br />

stanno diventando giganti<br />

mondiali.<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

MAGNATE<br />

DELL’OUTSOURCING<br />

Quattro anni fa, nell’area di 125 acri del<strong>la</strong><br />

polverosa periferia di Guada<strong>la</strong>jara (Messico)<br />

venivano ospitati so<strong>la</strong>mente campi di grano;<br />

ora, aziende di un bril<strong>la</strong>nte uomo bianco e<br />

4.000 operai vi producono giornalmente<br />

migliaia di telefoni cellu<strong>la</strong>ri Ericcson, Palm<br />

Pilots di 3Com, circuiti di Compaq e router<br />

di Cisco.<br />

Il campus industriale vanta un elenco<br />

crescente di produttori di componentistica<br />

elettronica ed un centro di distribuzione,<br />

alloggiato in anfratti ronzanti di camion di<br />

Federal Express, di DHL e di UPS destinati al<br />

mercato statunitense.<br />

Il complesso ha il proprio network di<br />

telecomunicazione ad alta velocità,centrali<br />

elettriche, un centro medico e, inoltre, un<br />

campo di calcio ed una flotta di autobus-<br />

navetta per trasferire gli operai da e verso<br />

le loro abitazioni.<br />

67<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

Si potrebbe supporre che il governo messicano<br />

abbia fatto grandi passi avanti, raggiungendo<br />

quasi l’Asia orientale, <strong>la</strong> base produttiva di alta<br />

tecnologia; in effetti,però,questo parco industriale<br />

è <strong>la</strong> vetrina del crescente potere di una so<strong>la</strong><br />

impresa: <strong>la</strong> Flextronics International Ltd - l’area di<br />

Guada<strong>la</strong>jara è solo uno dei numerosi campus<br />

industriali da essa posseduti o in fase di costruzione<br />

in paesi come Cina, Brasile e Ungheria.<br />

Flextronics non solo produce tutto l’hardware di<br />

marca assemb<strong>la</strong>to sul posto ma opera anche nelle<br />

infrastrutture e nei servizi - dall’attrezzatura di<br />

manutenzione delle fognature all’agenzia di<br />

reclutamento -; entro il 2001 <strong>la</strong> capacità produttiva<br />

di Guada<strong>la</strong>jara duplicherà.<br />

Flextronics e altri provider di servizi per l’elettronica<br />

(EMS) sono i grandi beneficiari delle strategie<br />

aziendali del ventunesimo secolo che affidano<br />

tutto in outsourcing - dal<strong>la</strong> produzione al <strong>la</strong>voro di<br />

back-office, alle operazioni logistiche.<br />

Nel tentativo di aumentare il ritorno sul capitale<br />

investito ed affinare le loro competenze di base,<br />

anche i tranquilli giganti industriali di Germania e<br />

Giappone stanno iniziando a svendere le proprie<br />

aziende,concedendo poi contratti a lungo termine<br />

a fornitori esterni,non di rado le stesse imprese che<br />

hanno acquistato i loro impianti.<br />

Inoltre le aziende di elettronica di grande fama<br />

stanno chiedendo agli appaltatori esterni di gestire<br />

alcuni servizi post-vendita e di col<strong>la</strong>borare nel<br />

progetto di nuovi prodotti,affidando loro know-how<br />

intellettuale che nel passato era un tesoro<br />

attentamente sorvegliato.<br />

In questo processo, gli appaltatori esterni si stanno<br />

trasformando in enormi multinazionali, anche per<br />

propri meriti.<br />

Tre anni fa, Solectron Corp. di Milpitas (California)<br />

era il solo EMS con ricavi superiori a 3 bilioni di<br />

dol<strong>la</strong>ri; al<strong>la</strong> fine del 2001 almeno cinque imprese<br />

dovrebbero raggiungere i 10 bilioni di dol<strong>la</strong>ri e<br />

Solectron dovrebbe essere vicino ai 20.<br />

Michael E. Marks - presidente di Flextronics -<br />

audacemente prevede che entro cinque anni<br />

potrebbe gestire un business da 50 bilioni di dol<strong>la</strong>ri:<br />

Technology Forecasters Inc.di A<strong>la</strong>meda (California)<br />

afferma che negli ultimi quattro anni <strong>la</strong> Flextronics<br />

ha più che duplicato il suo valore - raggiungendo<br />

gli 88 bilioni di dol<strong>la</strong>ri annuali - e dovrebbe<br />

68<br />

continuare a crescere con un tasso del 20%.<br />

NUOVA RAZZA. Se i giganti industriali di ieri<br />

smagriscono, i principali produttori a contratto<br />

stanno invece accumu<strong>la</strong>ndo risorse, respingendo<br />

alcuni saggi consigli del<strong>la</strong> New Economy. Infatti,<br />

mentre molti guru rumureggiano sulle aziende<br />

virtuali, Flextronics e i suoi rivali stanno lentamente<br />

raccogliendo le macerie abbandonate da altri,<br />

riassemb<strong>la</strong>ndole in nuove versioni di imperi integrati<br />

verticalmente.<br />

Gli esperti del<strong>la</strong> produzione del<strong>la</strong> New Age sono<br />

felici di sborsare bilioni per acquisire concorrenti ed<br />

imprese una volta possedute da Siemens, IBM e<br />

Nortel; per ampliare i loro servizi, stanno inoltre<br />

comprando le migliori aziende nel campo del<strong>la</strong><br />

progettazione e dell’ingegneria - specialisti nel<br />

creare di tutto,dai semiconduttori personalizzati ai<br />

prototipi di futuristici telefoni senza fili che si<br />

collegano al Web - ed alcuni appaltatori esterni<br />

stanno acquistando fornitori di materiale e<br />

partecipazioni nei distributori.<br />

Flextronics e una manciata di altre imprese che,<br />

come quest’ultima, stanno velocemente<br />

crescendo,possono essere i prototipi di una <strong>nuova</strong><br />

“razza” di multinazionale.<br />

Con sede legale a San Josè, Flextronics si è<br />

trasformata da un’azienda in bancarotta,<br />

assemb<strong>la</strong>trice di circuiti stampati da quasi 93 milioni<br />

di dol<strong>la</strong>ri,in una piovra da 8 bilioni di dol<strong>la</strong>ri e 55.000<br />

dipendenti; in due anni il corso delle sue azioni, a<br />

ma<strong>la</strong>pena rallentato dal crash del Nasdaq nel<strong>la</strong><br />

primavera del 2000, ha circa decuplicato il suo<br />

valore - arrivando più o meno a 76 punti.<br />

Per i rappresentanti del settore EMS, l’integrazione<br />

verticale ha i suoi vantaggi. Diversamente dai<br />

produttori tradizionali, queste aziende non creano<br />

articoli con il proprio marchio; forniscono invece<br />

servizi produttivi o di altro tipo a chiunque si rivolga<br />

a loro e, poiché i loro impianti sono progettati per<br />

essere velocemente riorganizzati, <strong>la</strong> stessa unità<br />

può preparare prodotti diversi per numerosi clienti<br />

e, conseguentemente, operare quasi sempre al<br />

massimo.<br />

Tali imprese “si concentrano sul<strong>la</strong> produzione senza<br />

doversi preoccupare delle ingombranti attività di<br />

Ricerca e Sviluppo e del marketing” spiega Louis<br />

R. Misciocia - analista di Lehman Brothers Inc. che<br />

monitora tale settore - acquistando, inoltre, i


componenti in grandi quantità e quindi ad un<br />

prezzo minore.<br />

Sebbene le aziende del settore EMS conseguano<br />

limitati margini lordi - tipicamente dal 6% all’8%<br />

sulle vendite -, generano - tuttavia - un ritorno<br />

considerevole sui mezzi propri - mediamente intorno<br />

al 20%.<br />

Tali misure ricavate dagli indicatori economici<br />

stanno rimodel<strong>la</strong>ndo anche altri settori: stanno<br />

infatti emergendo enormi ed integrati gruppi<br />

conglomerati dedicati ad erogare servizi per gestire<br />

le attività date in outsourcing da parte di banche,<br />

compagnie farmaceutiche e produttori di auto.<br />

Le imprese stanno riscoprendo i meriti<br />

dell’integrazione: Lowell Bryan - specialista in<br />

management del<strong>la</strong> McKinsey & Co. - afferma che<br />

“stiamo osservando <strong>la</strong> disintegrazione delle vecchie<br />

strutture industriali e <strong>la</strong> nascita di nuove<br />

organizzazioni”, aggiungendo che “si stanno<br />

iniziando a raggruppare servizi che nel passato<br />

erano affidati a differenti settori poiché questo è<br />

ciò che vogliono i clienti”.<br />

Ma Flextronics non corre il pericolo di diventare<br />

un po’troppo impacciata,come l’IBM di un tempo?<br />

Il problema è comprendere “fin dove si spinga<br />

l’eccellenza operativa di un produttore a contratto”<br />

dice Pame<strong>la</strong> J.Gordon - presidente di Technology<br />

Forecasters -; Marks è d’accordo sul fatto che ci<br />

sia un rischio: “non c’è dubbio che saremo una<br />

grossa azienda”ma “<strong>la</strong> questione è se saremo una<br />

grande ‘buona’ impresa o una grande ‘cattiva’<br />

impresa”.<br />

COLPI INNOVATORI. Per ora, Marks ha ben<br />

considerato i pro e i contro.So<strong>la</strong>mente nel 2000 ha<br />

investito 4,8 bilioni di dol<strong>la</strong>ri in acquisizioni: in marzo<br />

Flextronics ha comperato Dii Group Inc. – impresa<br />

che progetta circuiti e chip su ordinazione da 2<br />

bilioni di dol<strong>la</strong>ri l’anno -; è stata poi <strong>la</strong> volta del<strong>la</strong><br />

Palo Alto Products - progettista del super richiesto<br />

Palm Pilot -; ha in seguito acquisito al volo anche<br />

impianti di Siemens, Ericcson e Bosch.<br />

Recentemente, Flextronics ha messo a segno 2<br />

colpi innovativi: in aprile Microsoft Corp. le ha<br />

affidato <strong>la</strong> produzione e le ha chiesto di col<strong>la</strong>borare<br />

nel<strong>la</strong> progettazione di una <strong>nuova</strong> console per<br />

giochi elettronici - chiamata Xbox - e in maggio<br />

Marks ha firmato una partnership produttiva con<br />

Motoro<strong>la</strong> Inc.- che da tempo si vanta del<strong>la</strong> qualità<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

dei propri prodotti - per una serie di articoli del<br />

settore delle telecomunicazioni.<br />

Sia <strong>la</strong> diversificazione,attuata da Marks nell’ambito<br />

del<strong>la</strong> progettazione, che le partnership emergenti<br />

sono divenute cruciali: ora Flextronics ha ingegneri<br />

industriali, meccanici e sviluppatori di chip sparsi<br />

in tutto il mondo ed un suo telefono cellu<strong>la</strong>re può<br />

contenere componenti per <strong>la</strong> radio frequenza<br />

progettati in Norvegia,chip prodotti su ordinazione<br />

in Israele, circuiti preparati in India, attrezzatura<br />

industriale sviluppata in Italia e know-how di<br />

ingegneria meccanica da Taiwan e dal Colorado.<br />

Ma nel momento in cui i produttori a contratto<br />

entrano nel<strong>la</strong> progettazione, fanno capolino<br />

questioni spinose: come fa un cliente ad essere<br />

sicuro che <strong>la</strong> propria idea innovativa non finirà nel<br />

prodotto di un rivale? Che cosa impedisce ad un<br />

fornitore di diventare un competitore diretto?<br />

Per evitare tali conflitti, sostiene Marks, Flextronics<br />

non produrrà articoli propri: con l’espansione del<br />

ruolo degli appaltatori esterni, quindi, il marchio su<br />

un prodotto potrebbe non indicare il reale potere<br />

di un’azienda.<br />

IL BOOM DELL’OUTSOURCING<br />

69<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

I LIMITI DELLA<br />

NUOVA AZIENDA<br />

70<br />

di C<strong>la</strong>yton M. Christensen 1<br />

La forza dell’organizzazione<br />

virtuale sta nell’outsourcing e nel<br />

limitarsi alle attività di base - fino<br />

a quando il gioco cambierà.<br />

1 Professore al<strong>la</strong> Harvard Business School e autore de<br />

The Innovator’s Dilemma<br />

I LIMITI DELLA NUOVA<br />

AZIENDA<br />

Da qualsiasi parte ci voltiamo, sembra che<br />

i guru del management stiano scrivendo<br />

necrologi per l’organizzazione aziendale<br />

tradizionale.I visionari descrivono le odierne<br />

imprese integrate come impacciati dinosauri<br />

che verranno rapidamente surc<strong>la</strong>ssate da<br />

“entità”veloci,flessibili e con obiettivi precisi<br />

- le aziende virtuali - aggiungendo che esse,<br />

concentrate sulle loro migliori capacità di<br />

base e affidate in outsourcing quelle attività<br />

che altri realizzano più efficacemente,<br />

possono integrarsi nell’etere e poi smobilitarsi<br />

senza alcun problema quando il <strong>la</strong>voro è<br />

terminato.<br />

Ma attenzione ai proc<strong>la</strong>mi che<br />

generalizzano ciò che vale so<strong>la</strong>mente in un<br />

caso.<br />

Le aziende possono dare attività in<br />

outsourcing e partecipare a sfide virtuali,<br />

so<strong>la</strong>mente quando <strong>la</strong> performance dei loro<br />

prodotti è più che adeguata rispetto a<br />

quanto richiedono i clienti e quindi alcune<br />

delle loro operazioni possono essere<br />

standardizzate.<br />

Se le imprese devono sospingere agli estremi<br />

le frontiere del<strong>la</strong> performance, <strong>la</strong><br />

coordinazione manageriale è essenziale -<br />

tutto questo è vero: le operazioni virtuali<br />

non avranno successo se attuate dai<br />

“margini” dell’azienda.<br />

La sfida per chi spera di gestire con profitto<br />

le aziende del ventunesimo secolo sarà<br />

capire quando e perché le organizzazioni<br />

tradizionali dovranno permanere e ciò che<br />

causa i loro cambiamenti di strategia.


Ogni prodotto o servizio viene realizzato attraverso<br />

una catena di operazioni con valore aggiunto.<br />

Posso dare in outsourcing ad un fornitore parte<br />

del<strong>la</strong> mia attività se vengono soddisfatte tre<br />

condizioni: devo conoscere le caratteristiche da<br />

specificare,<strong>la</strong> tecnologia per misurarle deve essere<br />

credibile ed accessibile e,se ha luogo una qualsiasi<br />

variazione in ciò che il fornitore mi consegna, ho<br />

<strong>la</strong> necessità di sapere come essa interagirà con gli<br />

altri elementi del sistema, in modo che il suo<br />

inserimento nel<strong>la</strong> mia catena di valore aggiunto<br />

abbia un effetto prevedibile.<br />

Gli economisti usano un termine poco tecnico per<br />

questa condizione: informazione perfetta. Le<br />

organizzazioni flessibili e virtuali che i visionari vedono<br />

dominare i mercati del ventunesimo secolo,<br />

agiscono in effetti in tal modo - ma so<strong>la</strong>mente<br />

quando ci sono informazioni necessarie e sufficienti<br />

per permettere ai mercati di <strong>la</strong>vorare.<br />

Comunque, ci sono innumerevoli situazioni in cui<br />

tutto ciò non può avvenire, in partico<strong>la</strong>re quando<br />

emergono delle tecnologie veramente innovative.<br />

Prendiamo,ad esempio,lo sviluppo,perseguito da<br />

IBM, di testine di registrazione per unità disco in<br />

materiale magneto-resistivo - esse possono<br />

aumentare di 10 volte <strong>la</strong> capacità di<br />

immagazzinamento dati, sebbene raggiungere<br />

tale risultato non sia un’impresa da poco.<br />

Un produttore di unità disco non può<br />

semplicemente affidare <strong>la</strong> preparazione di tali<br />

testine in outsourcing e poi inserirle in un prodotto<br />

progettato convenzionalmente, poiché, se esse<br />

vengono incorporate, devono essere modificati<br />

sia l’unità disco che una dozzina di altri elementi.<br />

La tecnologia magneto-resistiva non è ancora<br />

conosciuta in misura così dettagliata e profonda<br />

da permettere agli ingeneri di specificare al<br />

fornitore quali siano i suoi attributi più critici; inoltre<br />

non si è ancora perfettamente capito come<br />

cambiamenti nel<strong>la</strong> progettazione ne determinino<br />

le specifiche produttive o come sottili modifiche dei<br />

metodi di produzione ne influenzino <strong>la</strong> performance<br />

finale. Quindi IBM deve produrre tali device<br />

all’interno.<br />

PENDOLO. D’altra parte, anche macchinari non<br />

adeguati per prestazioni estreme possono essere<br />

prodotti con maggior efficienza in un modello non<br />

integrato, come avviene, ad esempio, nel sistema<br />

reso popo<strong>la</strong>re da Dell Computer Corp..<br />

Cisco Systems Inc., che sfruttò l’architettura<br />

modu<strong>la</strong>re dei suoi router per aggredire alle<br />

fondamenta il business dei commutatori per le<br />

telecomunicazioni,ha stabilito per molti lo standard<br />

di un’azienda del<strong>la</strong> New Economy. Diede<br />

efficacemente in outsourcing ai fornitori gran parte<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

del<strong>la</strong> sua produzione. Affidò quasi interamente lo<br />

sviluppo dei suoi nuovi prodotti ad imprese che<br />

poi vennero acquisite.<br />

Quando,però,si è spostata in segmenti di mercato<br />

che richiedono il miglior livello di performance<br />

possibile - in partico<strong>la</strong>re quel<strong>la</strong> delle reti ottiche -<br />

Cisco è stata costretta ad integrarsi ed effettuare<br />

internamente non poche delle sue attività di<br />

progettazione e produzione: i suoi concorrenti<br />

stanno scoprendo ora che devono diventare meno<br />

virtuali per competere.<br />

Allo stesso modo, negli anni Ottanta, il business del<br />

software per personal computer fu rappresentato<br />

da aziende specializzate che sfornavano prodotti<br />

facilmente compatibili con le interfacce standard<br />

definite dall’MS-DOS di Microsoft Corp..<br />

Quando però i bisogni dei clienti cambiarono -<br />

quando emerse, ad esempio, <strong>la</strong> speranza di poter<br />

inserire dei file grafici in documenti di testo - il<br />

pendolo del vantaggio competitivo oscillò verso<br />

l’integrazione: tra i programmi che erano sul<br />

mercato non era infatti disponibile uno standard<br />

che definisse <strong>la</strong> modalità di integrazione tra queste<br />

nuove possibilità e le interfacce preesistenti.<br />

Microsoft reagì integrando il proprio sistema<br />

operativo Windows nel<strong>la</strong> suite applicativa “Office”,<br />

con il risultato che aziende a limitato raggio<br />

commerciale - WordPerfect, Lotus e Harvard<br />

Graphics - scomparvero.<br />

Ora che i prodotti Microsoft forniscono più funzioni<br />

di quante i clienti ne riescano ad usare si ha<br />

comunque <strong>la</strong> sensazione che il pendolo del<br />

vantaggio competitivo stia ritornando indietro,<br />

nel<strong>la</strong> direzione di imprese non integrate ed<br />

orientate verso nicchie più ristrette.<br />

Prosperare quando il pendolo del vantaggio<br />

competitivo oscil<strong>la</strong> tra l’integrazione e <strong>la</strong> nonintegrazione<br />

non è semplice; però, se manager<br />

accorti definiscono accuratamente ciò che deve<br />

essere fatto, si può essere molto efficaci.<br />

Non saranno né i proc<strong>la</strong>mi dei guru del<br />

management né le sentenze del Dipartimento di<br />

Giustizia a determinare il modo in cui devono essere<br />

organizzate le aziende; al contrario,tutto ciò verrà<br />

rie<strong>la</strong>borato nel momento in cui il progresso<br />

interagirà con le necessità,in continua evoluzione,<br />

dei clienti: quando <strong>la</strong> performance di un prodotto<br />

o di un servizio sarà più che “abbastanza buona”<br />

- quando, cioè, le aziende dovranno competere<br />

sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> velocità,del<strong>la</strong> flessibilità e dei costi<br />

- le imprese meno integrate avranno il sopravvento,<br />

ma quando <strong>la</strong> performance non sarà ancora in<br />

grado di soddisfare i bisogni del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>, allora,<br />

saranno le aziende integrate ad avere un<br />

vantaggio, anche nel ventunesimo secolo.<br />

71<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

NAZIONI<br />

DIVERSE,<br />

POSTAZIONI DI<br />

LAVORO<br />

ADIACENTI<br />

72<br />

di Mark Clifford e<br />

Manjeet Kripa<strong>la</strong>ni<br />

Le aziende statunitensi ed europee<br />

stanno dando in outsourcing delle<br />

attività basate sui servizi a<br />

<strong>la</strong>voratori anglofoni in tutto il<br />

mondo; i colletti bianchi “rimasti<br />

indietro” saranno costretti a<br />

riqualificarsi.<br />

NAZIONI DIVERSE,<br />

POSTAZIONI DI LAVORO<br />

ADIACENTI<br />

Un edificio di <strong>la</strong>stroni di cemento imbrattato<br />

dà su una strada di Mani<strong>la</strong> piena zeppa di<br />

jeepney1 e taxi fumosi. Al piano di sopra,<br />

però, <strong>la</strong> scena è molto più tranquil<strong>la</strong>: un<br />

locale dotato di aria condizionata,suddiviso<br />

in ordinate postazioni di <strong>la</strong>voro arredate con<br />

sedie Herman Miller e computer Dell.Questa<br />

è <strong>la</strong> <strong>nuova</strong> sede amministrativa di Caltex<br />

Petroleum Corp. - da 64 anni una joint<br />

venture tra Texaco Inc. e Chevron Corp. -<br />

che gestisce stazioni di servizio diffuse dal<br />

Sudest asiatico al Sud Africa.<br />

1 Sono tipici mezzi di trasporto di Mani<strong>la</strong> - dei piccoli<br />

camioncini che ‘in coda’possono ospitare numerose<br />

persone -,talora caratterizzati da vistose e colorate<br />

decorazioni. [NdT]


Nel 1999,in un drastico ripensamento del<strong>la</strong> propria<br />

struttura aziendale, Caltex ha trasferito <strong>la</strong> propria<br />

sede da Dal<strong>la</strong>s a Singapore per essere più vicino<br />

ai clienti; ha dirottato lo sviluppo del sito Web in Sud<br />

Africa e all’inizio del 2000, prima di spegnere<br />

definitivamente le luci nell’ufficio di Dal<strong>la</strong>s, ha<br />

allestito <strong>la</strong> sede amministrativa di Mani<strong>la</strong>: “con il<br />

miglioramento del<strong>la</strong> tecnologia e delle<br />

comunicazioni, stiamo diffondendo centri di<br />

eccellenza in tutto il mondo” dice William Pfluger,<br />

General Manager dell’operazione Caltex a Mani<strong>la</strong>.<br />

Caltex si rive<strong>la</strong> all’avanguardia in una tendenza che<br />

probabilmente rivoluzionerà i processi aziendali<br />

del ventunesimo secolo: servizi e <strong>la</strong>vori professionali<br />

migrano sempre più spesso da paesi ad alto costo<br />

- come l’Europa e gli Stati Uniti - verso paesi in via<br />

di sviluppo.<br />

Sia i “giganti” - come General Electric - che le<br />

aziende in fase di avviamento - come<br />

VideoDotCom Inc. con sede in Texas - si rivolgono<br />

ora a <strong>la</strong>voratori qualificati di paesi anglofoni: Ir<strong>la</strong>nda,<br />

alcune remote regioni del Canada, piccoli stati<br />

caraibici - come <strong>la</strong> Giamaica -, insieme ad India<br />

e Filippine, le più importanti per vastità e<br />

popo<strong>la</strong>zione.<br />

Le aziende stanno cercando personale che<br />

assuma cariche che vanno dal c<strong>la</strong>ssico impiegato<br />

al contabile, dal customer support al responsabile<br />

dei servizi legali,dal progettista di software a quello<br />

dedicato al<strong>la</strong> ricerca scientifica e allo sviluppo<br />

farmaceutico.<br />

“E’ una grossa trasformazione - molto più vasta di<br />

quel<strong>la</strong> avvenuta nel mondo dei ‘colletti blu’ “<br />

afferma il guru del management Tom Peters,<br />

stimando che nei prossimi 10/15 anni potrebbe<br />

essere dato in outsourcing il 90% delle mansioni<br />

americane da “colletto bianco” e da quadro<br />

aziendale c<strong>la</strong>ssico.<br />

Alcune imprese - come Caltex - stanno chiudendo<br />

le proprie attività operative negli Stati Uniti o stanno<br />

spostando altrove intere divisioni aziendali mentre<br />

altre - come Verizon - stanno dando in appalto<br />

alcune attività a dei terzisti – sia piccoli progettisti<br />

di software che grandi squadre di consulenza,<br />

come Andersen Consulting che a Mani<strong>la</strong> opera<br />

con 550 impiegati che <strong>la</strong>vorano per multinazionali.<br />

La dispersione, globale, del <strong>la</strong>voro accelererà<br />

certamente il passo, mentre le reti di<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

telecomunicazione e il nuovo software interattivo<br />

renderanno sempre più frequente che ingegneri,<br />

ragionieri o ricercatori - dal<strong>la</strong> Cina al<strong>la</strong> Scandinavia<br />

- <strong>la</strong>vorino sugli stessi progetti all’unisono - come se<br />

si trovassero in postazioni di <strong>la</strong>voro adiacenti -: da<br />

quando le funzioni di business convergono sul Web<br />

- e i tecnici adottano standard simili in tutto il mondo<br />

- gli analisti finanziari con sede in Messico saranno,<br />

ad esempio, in grado di attingere al<strong>la</strong> banca dati<br />

aggiornata in tempo reale del<strong>la</strong> Nokia Corp. in<br />

Fin<strong>la</strong>ndia.<br />

Molte aziende, naturalmente, vorranno ancora<br />

mantenere all’interno <strong>la</strong> gestione dei libri contabili,<br />

delle proiezioni di marketing e il <strong>la</strong>voro legale,<br />

mentre altre spingeranno il concetto di azienda<br />

virtuale agli estremi: daranno in outsourcing a<br />

provider di servizi <strong>la</strong> maggior parte delle loro attività<br />

di back-office concentrandosi so<strong>la</strong>mente su ciò<br />

che fanno meglio, come <strong>la</strong> ricerca di base o <strong>la</strong><br />

progettazione ed è molto probabile che a trarne<br />

beneficio siano le economie di quei Paesi che<br />

possono offrire <strong>la</strong>voratori a basso costo ma ben<br />

formati ed esperti in informatica.<br />

Le nazioni in cui si par<strong>la</strong> inglese - <strong>la</strong> lingua del<br />

commercio globale e di Internet - godranno di un<br />

enorme vantaggio. Questo è il motivo per cui<br />

l’Ir<strong>la</strong>nda - <strong>la</strong> cui economia sta ora crescendo del<br />

7,5% annualmente - ha ottenuto uno sbalorditivo<br />

“incremento” in molti degli ultimi anni: le imprese<br />

- da Citygroup a Microsoft - vennero attratte sia<br />

dal<strong>la</strong> sua riserva di personale qualificato anglofono<br />

che da generosi sgravi fiscali, rendendo<strong>la</strong> così <strong>la</strong><br />

nazione leader nell’esportazione di software.<br />

Ma anche l’Ir<strong>la</strong>nda - con una popo<strong>la</strong>zione di solo<br />

3,7 milioni di persone - sta iniziando a sperimentare<br />

un mercato del <strong>la</strong>voro ormai sempre più ristretto.<br />

La disoccupazione è scesa al 4,5% - il livello più<br />

basso da 18 anni a questa parte - e i costi del<br />

<strong>la</strong>voro stanno crescendo: “a Dublino oggi non si<br />

riesce a trovare un impiegato” rileva High Evans -<br />

direttore del<strong>la</strong> finanza e del management<br />

performance per Deloitte Consulting in Gran<br />

Bretagna.<br />

Così, le aziende statunitensi ed europee stanno<br />

ora cercando altre fonti di <strong>la</strong>voratori all’Est. Una<br />

delle più importanti sarà l’India, dati i suoi costi del<br />

<strong>la</strong>voro re<strong>la</strong>tivamente ridotti - ammontano a meno<br />

di un terzo di quelli statunitensi, anche per<br />

73<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

dipendenti altamente qualificati – e considerando<br />

che è una riserva di tutto rispetto di <strong>la</strong>voratori<br />

anglofoni qualificati.<br />

Il guru dei computer del MIT, Michael Dertouzos,<br />

calco<strong>la</strong> che in India potrebbero essere creati fino<br />

a 50 milioni di nuovi posti da “colletto bianco”,<br />

apportando così, in 10 anni, 1 trilione di dol<strong>la</strong>ri al<br />

prodotto interno lordo nazionale - “da trenta a<br />

cinquanta milioni di indiani sono in grado di leggere<br />

e scrivere l’inglese e di occupare cariche<br />

impiegatizie” afferma Dertouzos.<br />

“OPPORTUNITA’ “. Anche le Filippine - con una<br />

popo<strong>la</strong>zione di 75 milioni di persone - stanno<br />

attivamente promuovendo <strong>la</strong> loro forza <strong>la</strong>voro più<br />

qualificata. Ogni anno le università nazionali<br />

<strong>la</strong>ureano 70.000 ingegneri e 100.000 informatici:<br />

“comprendiamo che siano un’opportunità<br />

fondamentale” rive<strong>la</strong> il Segretario del Commercio<br />

e dell’Industria delle Filippine, Manuel Roxas II –<br />

precedente capo del<strong>la</strong> banca d’affari Allen & Co.<br />

che recentemente ha attraversato gli Stati Uniti,con<br />

al seguito i suoi massimi dirigenti,per attirare nel suo<br />

Paese <strong>la</strong>voro per i “colletti bianchi”.<br />

Masimina S. Martinez - partner presso Andersen<br />

Consulting di Mani<strong>la</strong> - afferma che il personale<br />

qualificato delle Filippine,pur essendo di alto profilo,<br />

è poco costoso: <strong>la</strong> Andersen,ad esempio,a Mani<strong>la</strong><br />

paga i suoi dipendenti da 20.000 a 30.000 dol<strong>la</strong>ri<br />

l’anno rispetto agli 80.000/100.000 dol<strong>la</strong>ri annuali<br />

netti per i pari grado statunitensi.<br />

Date queste discrepanze negli stipendi,i <strong>la</strong>voratori<br />

americani ed europei dovrebbero preoccuparsi<br />

per <strong>la</strong> migrazione oltre oceano di occupazioni da<br />

“colletto bianco”?<br />

Per ora in India, nelle Filippine e anche in Ir<strong>la</strong>nda<br />

le nuove occupazioni sono,nel<strong>la</strong> maggior parte dei<br />

casi, <strong>la</strong>vori di supporto mentre per il personale di<br />

base le aziende continuano ad accapigliarsi<br />

nell’economia bianca statunitense.<br />

In effetti, i <strong>la</strong>voratori stranieri possono aiutare<br />

l’economia statunitense contribuendo a tenere<br />

bassi i costi del <strong>la</strong>voro ed evitando un collo di<br />

bottiglia inf<strong>la</strong>ttivo che, in un mercato del <strong>la</strong>voro<br />

ristretto, causerebbe il surriscaldamento<br />

economico.<br />

Naturalmente,ci potrebbero essere seri problemi se<br />

un numero troppo elevato di occupazioni si spostasse<br />

da Dal<strong>la</strong>s e da Des Moines verso Madras e Mani<strong>la</strong>.<br />

74<br />

DOVE STANNO ANDANDO<br />

LE MANSIONI DA ‘COLLETTO BIANCO’?<br />

MILIONI DI OCCUPAZIONI<br />

STANNO MIGRANDO<br />

DA NAZIONI INDUSTRIALIZZATE<br />

A PAESI IN VIA DI SVILUPPO.<br />

COSA STA GUIDANDO LA TENDENZA: IMERCATI<br />

DI LAVORO RISTRETTI, INSIEME A TELECOMUNICAZIONI A COSTI<br />

PIÙ CONTENUTI E COMPUTER PIÙ POTENTI, STANNO<br />

SPRONANDO LE MULTINAZIONALI ED ALTRE AZIENDE AD<br />

ASSUMERE LAVORATORI QUALIFICATI CON MANSIONI<br />

IMPIEGATIZIE, LEGALI, INGEGNERISTICHE E DI ALTRI SETTORI IN<br />

NAZIONI IN CUI GLI ONERI SALARIALI SCENDONO DI ALMENO<br />

IL 30% RISPETTO AGLI USA E ALL’EUROPA.<br />

CHI NE TRAE BENEFICIO: LE NAZIONI ANGLOFONE<br />

CHE PRESENTANO ONERI SALARIALI RELATIVAMENTE BASSI E<br />

PERSONALE ALTAMENTE QUALIFICATO - COME L’IRLANDA,<br />

L’INDIA E LE FILIPPINE - STANNO INCREMENTANDO IL NUMERO<br />

DELLE LORO OCCUPAZIONI MENTRE LE AZIENDE MAGGIORI<br />

STANNO TAGLIANDO I COSTI.<br />

COSA POTREBBE RALLENTARE IL PROCESSO: LE<br />

NAZIONI IN VIA DI SVILUPPO, COME L’INDIA, HANNO LA<br />

NECESSITÀ DI AUMENTARE GLI INVESTIMENTI NELLE RETI DI<br />

TELECOMUNICAZIONE E NELLA FORMAZIONE, SPECIALMENTE<br />

QUELLA PRIMARIA E SECONDARIA.IN IRLANDA LE RISORSE<br />

DI LAVORO QUALIFICATO STANNO TERMINANDO.ILDECLINO<br />

ECONOMICO POTREBBE DARE IL VIA AD UNA REAZIONE<br />

VIOLENTA DEI LAVORATORI OCCIDENTALI.<br />

I metalmeccanici e gli operai dell’industria<br />

automobilistica hanno reagito con accorati appelli<br />

per <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del commercio, quando negli anni<br />

Settanta ed Ottanta videro che i rivali giapponesi<br />

e coreani stavano accaparrandosi le loro mansioni;<br />

molti colletti bianchi percepiranno <strong>la</strong> stessa<br />

sgradevole sensazione che il loro <strong>la</strong>voro stia<br />

migrando verso nazioni a basso sa<strong>la</strong>rio. Tutto ciò<br />

“scombussolerà <strong>la</strong> distribuzione del <strong>la</strong>voro<br />

internazionale” avverte Dertouzos del MIT “e<br />

causerà litigi, minacce e mutamenti nei contratti<br />

sa<strong>la</strong>riali”.<br />

Questa è <strong>la</strong> ragione per cui i colletti bianchi di più<br />

basso livello e gli impiegati, sia negli Stati Uniti che<br />

in Europa,saranno indotti a riqualificarsi per trovare<br />

nuove abilità da offrire alle aziende e ad altri datori<br />

di <strong>la</strong>voro in un’economia che si fonda sempre più


sul sapere.<br />

Anche le occupazioni dell’high-tech non sono<br />

intoccabili: aziende come Microsoft,Motoro<strong>la</strong> Inc.<br />

e Bell Labs gestiscono già grandi centri di ricerca<br />

a Bangalore e a Hyderabad impiegando ingegneri<br />

indiani di ottima reputazione professionale.<br />

MANNA DI BANGALORE. La VideosDotCom -<br />

un’impresa americana in fase di avvio - mostra<br />

come un’azienda innovativa possa sfruttare <strong>la</strong><br />

competenza indiana all’avanguardia,per fare leva<br />

sulle proprie forze e per progettare un servizio video<br />

su richiesta.<br />

Inizialmente, quando lo staff aziendale del<strong>la</strong> sede<br />

in Texas era troppo occupato, l’azienda dirottava<br />

del <strong>la</strong>voro ad un produttore di software indiano,<br />

Wipro Ltd.; ora quest’ultimo, che impiega 6.700<br />

ingegneri di software, sta effettuando <strong>la</strong> maggior<br />

parte del suo <strong>la</strong>voro di sviluppo a Bangalore,<br />

diventando più importante del team di sviluppo<br />

interno: “<strong>la</strong> loro diffusa esperienza nell’e-commerce,<br />

le loro capacità di sviluppo,di definizione del prezzo<br />

e del<strong>la</strong> qualità globale li hanno fatti diventare <strong>la</strong><br />

mia squadra ingegneristica principale” afferma il<br />

Presidente John E. Truder.<br />

Alcune aziende statunitensi stanno andando anche<br />

oltre l’outsourcing di base.<br />

Cognizant Technologies di Teaneck (New Jersey)<br />

sta contrattando con alcuni clienti l’apertura di<br />

negozi in India, affittando ed addestrandovi<br />

operatori e realizzandovi dei progetti.<br />

Nata nel 1994 come sussidiaria di Dun & Bradstreet<br />

per sostenerne l’attività di outsourcing su importanti<br />

progetti di sviluppo software,tre anni fa Cognizant<br />

iniziò a fornire lo stesso servizio ad altre aziende: da<br />

una base di 1.900 impiegati a Madras, fornisce<br />

sistemi di supporto per software di back-office -<br />

ad esempio, <strong>la</strong> manutenzione dei computer di<br />

bordo per clienti come Northwest Airlines Corp..<br />

Ora Cognizant sta salendo <strong>la</strong> “sca<strong>la</strong> del valore”,<br />

sviluppando servizi di e-commerce per agenti<br />

finanziari statunitensi: le vendite e il marketing<br />

vengono effettuati negli Stati Uniti ma il 70% del<br />

<strong>la</strong>voro di sviluppo si svolge a Madras e a Calcutta<br />

attraverso una rete a banda <strong>la</strong>rga.<br />

Allo stesso tempo, General Electric Capital ha<br />

spostato una sostanziosa porzione del suo Customer<br />

Service a New Delhi. Nel call center aziendale a<br />

Gurgaon (appena fuori Delhi) 1.000 giovani indiani<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

anglofoni rispondono alle telefonate dei clienti<br />

sette giorni su sette, 24 ore al giorno. Ora GE ha in<br />

mente di aprire altri due centri simi<strong>la</strong>ri in India per<br />

gestire servizi di paghe e stipendi, progettazione e<br />

fatturazione per altre aziende del proprio gruppo.<br />

Per mantenere l’afflusso di tali investimenti, l’India<br />

sta spendendo milioni di dol<strong>la</strong>ri nelle proprie<br />

infrastrutture.A Madras - nello stato meridionale di<br />

Tamil Nadu, ad esempio, un nuovo splendido ed<br />

innovativo parco tecnologico da 85 milioni di dol<strong>la</strong>ri<br />

ha aperto le sue porte agli uomini d’affari nel luglio<br />

del 2000: nel primo mese di attività è stato quasi<br />

interamente prenotato e utilizzato da imprese che<br />

si stavano espandendo rapidamente - una fra<br />

tutte, San Francisco Brigade Corp. che dai suoi<br />

uffici a Madras eroga servizi di risposta via e-mail<br />

per il customer service del<strong>la</strong> Compaq e per il Palm<br />

Pilot del<strong>la</strong> 3Com e che mensilmente assume 150<br />

giovani professionisti.<br />

Lo Stato indiano sta spendendo 10 milioni di dol<strong>la</strong>ri<br />

l’anno anche per instal<strong>la</strong>re computer ed insegnare<br />

discipline informatiche nelle scuole locali: “entro il<br />

2008 tutti i cittadini del Tamil Nadu sapranno usare<br />

il computer” dice R. Gopa<strong>la</strong>n - Presidente del<strong>la</strong><br />

State Industrial Development Corp. di Tamil Nadu<br />

e promotore dei parchi tecnologici.<br />

Con l’avanzare del secolo, <strong>la</strong> migrazione delle<br />

occupazioni da “colletto bianco” costringerà i<br />

manager ad abituarsi ancora di più alle aziende<br />

virtuali; di fronte a tale processo,milioni di impiegati<br />

dei paesi industrializzati dovranno riqualificarsi.<br />

La buona notizia è che le aziende avranno accesso<br />

a riserve di talento molto più ampie; le imprese,<br />

però, dovranno addestrare manager cosmopoliti,<br />

che si sentano “a casa” sia a Madras che a<br />

Manhattan.<br />

Con Heidi Dawley a Londra.<br />

75<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

Futuretown, USA, nel 2020 circa.<br />

IL COMMERCIO<br />

RITESSE<br />

LA STRUTTURA<br />

SOCIALE<br />

76<br />

di Amy Borrus<br />

Spinte da necessità ed illuminate<br />

da un loro tornaconto, le aziende<br />

devolvono denaro e competenza<br />

ai problemi sociali.


A Futuretown i ragazzi frequentano scuole orientate<br />

al “profit”; gli insegnanti ricevono il loro<br />

addestramento tecnologico dagli specialisti<br />

mandati da IBM; dei giovani insegnanti ed altri<br />

professionisti emergenti, che cercano alloggi a<br />

prezzi abbordabili, si accalcano nei pressi del<br />

complesso residenziale del Wal-Mart Riverview<br />

mentre gli anziani residenti si fanno control<strong>la</strong>re<br />

l’udito alle cliniche EarCare fondate dagli Abbott<br />

Laboratories - produttori degli Ensure, integratori<br />

nutrizionali per anziani -; “avvoltoi” culturali<br />

guardano con aria assopita <strong>la</strong> scultura<br />

contemporanea ospitata dall’American Express<br />

Museum of Modern Art locale.<br />

Futuretown può ben essere tutta indaffarata, ma<br />

dove ha termine l’influenza aziendale e dove ha<br />

inizio il tessuto sociale? Nei decenni a venire,<br />

predice Marian Salzman - direttore dell’Intelligence<br />

Factory, dipartimento dell’agenzia pubblicitaria<br />

Y&R Inc. - “le comunità saranno luoghi molto più<br />

orientati alle attività commerciali”in cui le imprese<br />

mostreranno in vetrina i loro prodotti per richiamare<br />

i clienti e per attrarre e trattenere stimati ed<br />

apprezzati dipendenti.<br />

Sebbene Futuretown possa rappresentare una<br />

visione inverosimile del<strong>la</strong> città ridotta a impresa, e<br />

se si considera come i concreti uomini americani<br />

si accingano già al patrocinio aziendale del<strong>la</strong><br />

televisione pubblica,dei centri per <strong>la</strong> cura infantile<br />

e realizzino piani del tipo “adotta una strada”, lo<br />

scenario chiosato dal logo aziendale descritto<br />

dal<strong>la</strong> Salzman non sembra poi così tanto bizzarro.<br />

In effetti, sostiene Anne S. Habiby - vicepresidente<br />

esecutivo del<strong>la</strong> Initiative for a Competitive Inner<br />

City (ICIC),una entità non-profit con sede a Boston<br />

- “si stanno sfuocando i confini di ciò che<br />

tradizionalmente consideravamo i domini aziendali<br />

e sociali”.<br />

Quei confini potrebbero diventare ancora più<br />

confusi fra 10 o 20 anni quando le aziende,guidate<br />

da necessità ed illuminato interesse individuale,<br />

diventeranno i principali motori delle iniziative<br />

sociali.<br />

Nei due decenni passati, il ridimensionamento e i<br />

tagli al budget hanno intaccato <strong>la</strong> capacità dello<br />

Stato di fornire anche so<strong>la</strong>mente i servizi di base,<br />

come scuole adeguatamente sicure e ben<br />

attrezzate.<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

Sebbene ora <strong>la</strong> prosperità possa riempire le casse<br />

statali, gli americani hanno perso fiducia nel<strong>la</strong><br />

capacità del settore pubblico di fronteggiare<br />

alcune questioni, mentre gruppi pubblici e di nonprofit<br />

fanno sempre più assegnamento sulle aziende<br />

affinché devolvano denaro e competenza a<br />

problematiche sociali.<br />

Naturalmente,se l’economia dovesse balcanizzarsi,<br />

anche <strong>la</strong> generosità aziendale potrebbe<br />

velocemente inaridirsi, come avvenne negli anni<br />

Ottanta.<br />

Forse <strong>la</strong> motivazione più importante di tutto ciò si<br />

trova nel ristretto mercato del <strong>la</strong>voro.<br />

Visto che gli impiegati passano sempre più tempo<br />

sul campo,è lì che vogliono fare esperienze ancora<br />

più significative e ritengono siano le aziende a<br />

dover fornire loro occasioni concrete di impegno<br />

sociale - nel caso essi non riescano a trovarle in<br />

modo autonomo. In mancanza di <strong>la</strong>voratori<br />

qualificati - una situazione che nel futuro potrà solo<br />

acuirsi - i datori di <strong>la</strong>voro, ignorando tali richieste,<br />

correranno rischi e pericoli.<br />

Per trattenere il personale valido in azienda essi<br />

dovranno far sì che le agevo<strong>la</strong>zioni per svolgere<br />

attività di volontariato diventino un “compenso<br />

fuori busta”; sempre più frequentemente gli<br />

impiegati, specialmente i giovani, “vorranno<br />

conoscere <strong>la</strong> cultura aziendale e le opportunità di<br />

<strong>la</strong>vorare saltuariamente nel<strong>la</strong> comunità” dice<br />

Vanessa Kirsch - fondatrice di New Profit Inc., un<br />

fondo che investe in attività non-profit innovative.<br />

“SENSO DI ORGOGLIO”. La proliferazione di<br />

programmi di volontariato esploderà nel nuovo<br />

secolo poiché so<strong>la</strong>mente in questo modo le<br />

imprese riusciranno trattenere i loro dipendenti<br />

realizzando valore.<br />

Il volontariato “ti dà un senso di orgoglio e ti rende<br />

fiero”dice Lisa Boone - contabile di Prudential che<br />

aiutò uno sco<strong>la</strong>ro di quarta elementare a Newark<br />

(New Jersey) durante lo scorso anno sco<strong>la</strong>stico -,<br />

“è importante per me che l’azienda restituisca<br />

qualcosa al<strong>la</strong> comunità”.<br />

In effetti Prudential Insurance Inc. ha alimentato<br />

sforzi tanto intensi nelle re<strong>la</strong>zioni comunitarie da<br />

costituirsi come un’agenzia di servizi sociali virtuale<br />

per il centro di Newark, dove si trova <strong>la</strong> sua sede:<br />

i programmi vanno da un servizio di tutoring per i<br />

dipendenti ad investimenti aziendali in un’industria<br />

77<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

che produce componenti per case a moduli per<br />

i senza-tetto e i suoi funzionari <strong>la</strong>vorano con i leader<br />

dell’amministrazione cittadina per assicurare che<br />

<strong>la</strong> sovraintendenza sco<strong>la</strong>stica ripari gli edifici<br />

perico<strong>la</strong>nti. Nel 1999 Prudential ha donato 38,5<br />

milioni di dol<strong>la</strong>ri in denaro - pari all’1,5% dei redditi<br />

prima delle imposte del 1998 - e ha dedicato 42.490<br />

ore al volontariato.<br />

Il mercato del <strong>la</strong>voro, teso come un tamburo, sa<br />

anche pungo<strong>la</strong>re le aziende a badare a necessità<br />

delle circostanti comunità sociali, una volta mera<br />

responsabilità delle amministrazioni locali.<br />

Merck & Co. - il gigante del<strong>la</strong> farmacologia - ha<br />

col<strong>la</strong>borato a sostenere l’educazione scientifica<br />

nelle scuole dell’intera Rahway (New Jersey) - dove<br />

fa ricerca e produzione -,attraverso una fondazione<br />

che ha sviluppato corsi di studio scientifici ed ha<br />

addestrato più di 1.000 insegnanti: “dobbiamo<br />

essere in grado di attrarre le persone in gamba”<br />

dice Larry Naldi, p<strong>la</strong>nt manager per <strong>la</strong> vasta<br />

operazione Rahway; se le scuole si deteriorano,<br />

“potremmo avere molte più difficoltà ad attrarle”.<br />

Globalmente,nel 1999,Merck ha donato 256 milioni<br />

di dol<strong>la</strong>ri in denaro e medicine - pari al 3,1% dei<br />

redditi ante imposte del 1998.<br />

Questo rende Merck straordinaria.<br />

Per lungo tempo le donazioni aziendali<br />

ammontavano intorno all’1%, attualmente tale<br />

stanziamento si incrementa – sempre come<br />

percentuale sui redditi ante imposte - di anno in<br />

anno ed è improbabile che <strong>la</strong> tendenza muti nel<br />

prossimo decennio.<br />

“Gli azionisti potrebbero risentirsi qualora<br />

percepissero che si sta devolvendo troppo denaro<br />

liquido e ciò preoccupa le aziende”sostiene Stacey<br />

Palmer - curatore del Chronicle of Phi<strong>la</strong>ntropy –;<br />

nonostante questo,<strong>la</strong> prodiga fi<strong>la</strong>ntropia personale<br />

degli imprenditori del<strong>la</strong> New Economy - come Bill<br />

Gates di Microsoft Corp. e James Barksdale di<br />

Netscape Communications Corp. - si ripercuoterà<br />

favorevolmente sulle loro organizzazioni e le terrà<br />

sotto pressione così da aumentare tali donazioni,<br />

allinenandole con i crescenti profitti.<br />

Codesta cultura, che potremmo denominare<br />

“cultura dell’impegno sociale aziendale”non sarà<br />

priva di tranelli per gli affari e i programmi che essa<br />

sostiene.<br />

In primo luogo, se le imprese facessero donazioni<br />

78<br />

crescenti ed abbracciassero sempre più cause a<br />

sfondo sociale,i consumatori potrebbero iniziare a<br />

darne per scontato l’impegno; <strong>la</strong> conseguenza<br />

sarebbe di trarre meno vantaggio dalle “opere<br />

buone”.<br />

Non sarà facile neppure disimpegnarsi: i<br />

consumatori punirebbero le aziende che venissero<br />

percepite come socialmente irresponsabili - si pensi<br />

so<strong>la</strong>mente al bombardamento subito dal<strong>la</strong> Nike<br />

Inc. allorquando alcuni critici sostenevano che<br />

col<strong>la</strong>borava con aziende le quali sfruttavano minori<br />

sia in Asia che altrove -: non ci si deve aspettare<br />

che compiere opere buone costituisca una polizza<br />

di assicurazione contro il pubblico biasimo.<br />

Philip Morris Cos. si è fatta in quattro per apparire<br />

come un’azienda “buona”- distribuendo,nel 1999,<br />

115 milioni di dol<strong>la</strong>ri in denaro contante e prodotti<br />

ad enti caritatevoli, attestandosi al quinto posto<br />

nel<strong>la</strong> graduatoria delle donazioni aziendali del<br />

Chronicle of Phi<strong>la</strong>ntropy -, però non è riuscita a<br />

sfuggire al marchio di cui soffrono tutte le aziende<br />

del tabacco.<br />

Si potrebbe anche profi<strong>la</strong>re un minaccioso<br />

contraccolpo per le imprese che si spingono troppo<br />

oltre nell’usurpare ruoli una volta riservati<br />

all’intervento statale: “qual è il limite da non<br />

oltrepassare prima che <strong>la</strong> gente dica che ne ha<br />

abbastanza?” chiede Paul Saffo - direttore<br />

dell’Institute for the Future di Menlo Park.(California).<br />

Molte aziende diffondono il loro impegno sociale<br />

con un occhio rivolto agli utili e alle perdite,<br />

cercando sempre di concentrarsi sui problemi che<br />

stanno a cuore ai loro clienti o che fanno leva sui<br />

punti di forza aziendali.<br />

Target Stores - che annualmente stanzia il 5% dei<br />

redditi ante imposte per enti caritatevoli - indirizza<br />

<strong>la</strong> propria fi<strong>la</strong>ntropia verso le arti, <strong>la</strong> prevenzione<br />

del<strong>la</strong> violenza e <strong>la</strong> formazione - questioni che<br />

interessano i suoi specifici clienti, donne con<br />

bambini in età sco<strong>la</strong>re.<br />

Dell Computer Corp. compie donazioni<br />

principalmente in aree del Texas o nel Tennessee<br />

- in cui ha impianti ed attrezzature - a gruppi sensibili<br />

al<strong>la</strong> sanità e <strong>la</strong> formazione infantile o all’accesso<br />

tecnologico.<br />

Applicare una cultura di ‘impegno sociale<br />

aziendale’“è diventata una questione strategica,<br />

non solo una bel<strong>la</strong> cosa da fare” - dice Bradley K.


Googins, direttore del Boston College Center for<br />

Corporate Community Re<strong>la</strong>tions -, che potrebbe<br />

spianare <strong>la</strong> strada al<strong>la</strong> nascita di luoghi come<br />

Futuretown nel mondo reale.<br />

In ogni caso, bi<strong>la</strong>nciare, da un <strong>la</strong>to, le necessità<br />

sociali dei dipendenti e, dall’altro, le crescenti<br />

aspettative pubbliche sarà un impegno assai arduo<br />

per le aziende che aspirano a divenire i pi<strong>la</strong>stri<br />

del<strong>la</strong> società del ventunesimo secolo.<br />

Di Amy Borrus a Washington<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

79<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

LA SCUOLA<br />

SECONDARIA<br />

NON SARA’<br />

MAI PIU’ LA<br />

STESSA<br />

80<br />

di William C. Symonds<br />

I riformatori stanno spingendo<br />

verso un percorso di studi che<br />

impieghi <strong>la</strong> tecnologia, in modo<br />

da preparare gli studenti al<strong>la</strong> New<br />

Economy.<br />

LA SCUOLA<br />

SECONDARIA<br />

NON SARA’<br />

MAI PIU’ LA STESSA<br />

Quando, fra 14 anni, coloro che sono nati<br />

nell’anno 2000 entreranno nel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />

secondaria, essa assomiglierà molto al<strong>la</strong><br />

High Tech di San Diego – un istituto pubblico<br />

inaugurato nel settembre del 2000 che<br />

propone un “mondo” sostanzialmente<br />

estraneo al<strong>la</strong> maggior parte degli studenti<br />

in quanto diverge dai canoni operativi<br />

tradizionali.<br />

Collocata in una ex-base di addestramento<br />

del<strong>la</strong> Marina, <strong>la</strong> High Tech ha destinato<br />

meno di un terzo del suo spazio ad aule<br />

sco<strong>la</strong>stiche tradizionali, mentre nel restante<br />

ha messo a disposizione <strong>la</strong>boratori<br />

specializzati, per lo studio di tutto - dal<strong>la</strong><br />

biotecnologia al<strong>la</strong> computer animation -,<br />

fornendo ad ogni studente una postazione<br />

di <strong>la</strong>voro personale molto simile a quelle<br />

che si trovano nelle aziende ad alta<br />

tecnologia.


Anche l’orario del<strong>la</strong> High Tech è strutturato<br />

diversamente rispetto a quello del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />

secondaria tradizionale.<br />

Gli studenti <strong>la</strong>vorano con alcuni consulenti per<br />

sti<strong>la</strong>re piani di apprendimento personalizzati.<br />

Invece di partecipare a lezioni da 50 minuti, gli<br />

allievi suddividono <strong>la</strong> propria giornata sco<strong>la</strong>stica in<br />

due soli blocchi – <strong>la</strong> mattina e il pomeriggio - che<br />

consentono di approfondire corsi interdisciplinari.<br />

Durante il terzo anno trascorreranno molto del loro<br />

tempo fuori dall’edificio sco<strong>la</strong>stico, in stage,<br />

apprendendo, con buona probabilità, come si<br />

<strong>la</strong>vora in un’impresa ad alta tecnologia.<br />

“Il mio scopo è di rendere questa scuo<strong>la</strong><br />

secondaria un luogo di <strong>la</strong>voro altamente orientato<br />

ai risultati” dice Larry Rosenstock che si definisce<br />

CEO invece che preside.<br />

La High Tech può apparire un allontanamento<br />

radicale dal<strong>la</strong> tradizione ma,con <strong>la</strong> sua enfasi sul<strong>la</strong><br />

tecnologia,sul <strong>la</strong>voro in corsi individualizzati e sul<strong>la</strong><br />

profondità piuttosto che sull’ampiezza,può rive<strong>la</strong>rsi<br />

un valido progetto del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> del ventunesimo<br />

secolo.<br />

La High Tech - una “charter school”, finanziata<br />

pubblicamente ed aperta gratuitamente a<br />

studenti dell’intera San Diego - è so<strong>la</strong>mente uno<br />

dei molteplici tentativi sperimentali in corso per<br />

ristrutturare, dalle fondamenta, <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />

secondaria.<br />

Tali sforzi sono portati avanti da docenti e business<br />

leader convinti che <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria sia <strong>la</strong><br />

parte più disfunzionale del sistema educativo<br />

americano: essi ritengono che debba essere<br />

radicalmente riorganizzata per preparare gli<br />

studenti al<strong>la</strong> New Economy,in cui,da un <strong>la</strong>to,le idee<br />

saranno <strong>la</strong> valuta di scambio e, dall’altro, <strong>la</strong><br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

tecnologia sarà fondamentale in quasi tutti i compiti<br />

e le mansioni.<br />

I riformatori stanno ripensando a tutto, dal<strong>la</strong><br />

dimensione degli edifici sco<strong>la</strong>stici odierni al<br />

curriculum di base: “c’è <strong>la</strong> necessità di un<br />

paradigma interamente nuovo” dice Richard W.<br />

Riley - Education Secretary.<br />

La maggior parte degli studenti che entrerà nel<strong>la</strong><br />

scuo<strong>la</strong> secondaria nell’autunno del 2000 affronterà<br />

corsi ampissimi ma superficiali,esattamente come<br />

i loro genitori.Sebbene molte scuole,in partico<strong>la</strong>re<br />

nei quartieri residenziali, stiano facendo un buon<br />

<strong>la</strong>voro nel preparare i migliori e i più abili per il<br />

college,in molti altri casi il sistema fallisce: “<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />

secondaria che tutti conosciamo e abbiamo<br />

amato negli anni Cinquanta semplicemente non<br />

funziona per una gran quantità dei ragazzi di oggi”<br />

sostiene Tony Wagner - condirettore del Change<br />

Leaadership Group al<strong>la</strong> Graduate School of<br />

Education di Harvard - aggiungendo che “ben <strong>la</strong><br />

metà dei diplomati <strong>la</strong>scia <strong>la</strong> secondaria<br />

completamente impreparata per un ulteriore<br />

apprendimento”.<br />

Un sistema sco<strong>la</strong>stico che “<strong>la</strong>scia indietro” metà<br />

dei suoi studenti poteva essere accettabile nell’Età<br />

Industriale ma non lo è per <strong>la</strong> nostra: “nel mercato<br />

del <strong>la</strong>voro di oggi necessitiamo di un risultato del<br />

100% sugli iscritti” sostiene Robert T. Jones -<br />

presidente e CEO del<strong>la</strong> National Alliance of<br />

Business.<br />

Per preparare gli allievi al<strong>la</strong> New Economy, i<br />

riformatori stanno chiedendo un percorso di studi,<br />

che impieghi Internet e <strong>la</strong> tecnologia per abituare<br />

i ragazzi a convivere in continuazione con le sfide<br />

intellettuali che affronteranno dopo il diploma, e<br />

in cui si dedichi molto più tempo a progetti di<br />

approfondimento, consentendo agli studenti di<br />

affrontare i problemi in team; c’è anche <strong>la</strong><br />

81<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

necessità di scuole più piccole e più reattive ai<br />

bisogni individuali.<br />

Contemporaneamente - sostengono i riformatori<br />

- <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria deve migliorare il sostegno<br />

offerto nel passaggio al<strong>la</strong> vita adulta, il che<br />

richiederà un ripensamento radicale dell’ultimo o<br />

degli ultimi suoi due anni.<br />

Tale ampia riforma non verrà attuata facilmente,<br />

però, entro il 2018 - quando <strong>la</strong> maggior parte dei<br />

nati nell’anno 2000 si diplomerà - gli educatori<br />

sperano che <strong>la</strong> <strong>nuova</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria sia così<br />

estranea ai loro genitori quanto l’hip hop lo sarebbe<br />

stato per Elvis.<br />

La premessa iniziale è che si dovrebbe<br />

accantonare <strong>la</strong> generalizzazione odierna: mentre<br />

i ragazzi benestanti - le cui famiglie possono<br />

permettersi le scuole private - hanno ampia scelta,<br />

<strong>la</strong> maggior parte di quelli poveri e del<strong>la</strong> media<br />

borghesia è destinata alle scuole pubbliche locali.<br />

La diffusione di un nuovo approccio a favore del<strong>la</strong><br />

scelta del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> implica che i genitori e gli<br />

studenti dei grossi e popolosi quartieri potranno<br />

avere maggiori opportunità di selezionare il tipo di<br />

scuo<strong>la</strong> che preferiscono, scegliendo tra numerose<br />

opzioni.<br />

Un modo per realizzare tutto ciò sono le “charter<br />

school” sovvenzionate da enti pubblici ma gestite<br />

in modo autonomo - come <strong>la</strong> High Tech. Entro 15<br />

anni,il 20% delle scuole secondarie potrebbe essere<br />

di questo tipo e molte di esse saranno gestite da<br />

imprese orientate al profit - come Edison Schools<br />

-, il che, a sua volta, spingerà i grandi distretti a<br />

fornire una più ampia varietà di scuole.<br />

Quello di Apple Valley / Rosemount / Egan, nel<strong>la</strong><br />

periferia di Minneapolis,ospita 4 scuole secondarie<br />

tradizionali che cercano di soddisfare le esigenze<br />

di tutti gli studenti ed ognuna di esse ha un’affluenza<br />

82<br />

di 2.000 persone; per affrontare il crescente numero<br />

di allievi, piuttosto che costruire un’altra grande<br />

scuo<strong>la</strong>, si è optato per l’apertura di cinque<br />

secondarie più piccole e specializzate, <strong>la</strong> prima<br />

delle quali - <strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> per gli Studi Ambientali - ha<br />

sede sul terreno del Minnesota Zoo e si concentra<br />

su questioni ambientali mentre le altre quattro sono<br />

dedicate a tematiche differenti.<br />

‘FAMIGLIE’ DI STUDENTI. C’è anche diffuso accordo<br />

sul fatto che le scuole di grandi dimensioni - ampie<br />

come dei centri commerciali -, con 1.000 o più<br />

studenti, abbiano fallito il loro obiettivo: “fanno un<br />

buon <strong>la</strong>voro nel seguire speciali minoranze”,inclusi<br />

gli studenti e gli atleti di successo,afferma Ted Sizer<br />

- presidente del<strong>la</strong> Coalition of Essential Schools,un<br />

gruppo di riformatori - “ma molti che non<br />

appartengono a tali minoranze tendono a perdersi,<br />

visto che nessuno li conosce veramente”.<br />

Numerosi educatori ritengono che le secondarie<br />

dovrebbero accettare non più di 600 studenti.<br />

Questa è già <strong>la</strong> situazione nelle nuove scuole<br />

orientate al<strong>la</strong> riforma: <strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> per gli Studi<br />

Ambientali ha solo 410 studenti e l’architetto Bruce<br />

Jilk l’ha progettata in modo da consentire che<br />

tale piccolo corpus studentesco sia ulteriormente<br />

QUESTA GITA È BELLISSIMA,<br />

MA COME FATE A STUDIARE<br />

TUTTE LE MATERIE?<br />

INFATTI NON LE<br />

STUDIAMO.<br />

APPRENDIAMO TUTTO<br />

QUI, NONINLEZIONIDA<br />

50 MINUTI


divisibile in “famiglie”, da circa 100 allievi ognuna,<br />

in cui i ragazzi possano svolgere <strong>la</strong> maggior parte<br />

del <strong>la</strong>voro sco<strong>la</strong>stico.<br />

Naturalmente, sarebbe impossibile ricostruire le<br />

scuole più grandi secondo queste direttive però i<br />

grandi edifici possono essere suddivisi in una serie<br />

di scuole-all’interno-del<strong>la</strong>-scuo<strong>la</strong>.<br />

Prendiamo <strong>la</strong> Encina High School, con circa 1.000<br />

studenti, in uno dei quartieri più ma<strong>la</strong>vitosi di<br />

Sacramento. Nel passato i suoi amministratori<br />

dovevano fare i conti con una dozzina di zuffe <strong>la</strong><br />

settimana,inclusi degli accoltel<strong>la</strong>menti; poi però <strong>la</strong><br />

suddivisero in cinque scuole separate, ognuna<br />

concentrata su una partico<strong>la</strong>re tipologia<br />

professionale - come <strong>la</strong> sanità o il commercio - e<br />

con un numero di studenti che variava da 40 a 250.<br />

Il risultato fu una crescita così immediata nel<strong>la</strong><br />

frequenza e nei risultati, che il Dipartimento<br />

Sco<strong>la</strong>stico americano ha inserito <strong>la</strong> Encina nel<strong>la</strong> lista<br />

delle Nuove Scuole Secondarie Americane Modello<br />

- in futuro, i criteri sempre più diffusi con cui le<br />

secondarie raggrupperanno gli studenti saranno i<br />

loro interessi e le loro abilità, piuttosto che <strong>la</strong> loro<br />

età.<br />

Per personalizzare ulteriormente <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />

secondaria i riformatori sostengono che ogni<br />

studente dovrebbe essere dotato di un mentore -<br />

più probabilmente un insegnante o un senior tutor<br />

- che si incontri con lui e con i suoi genitori<br />

rego<strong>la</strong>rmente lungo tutto il percorso sco<strong>la</strong>stico,<br />

con lo scopo di aiutarlo a sti<strong>la</strong>re un piano di<br />

apprendimento personalizzato sui suoi interessi.<br />

Per un allievo portato a studiare ciò potrebbe<br />

significare dell’aiuto nel trovare dei “corsi virtuali”<br />

avanzati che integrino le offerte formative<br />

sco<strong>la</strong>stiche, in modo da potersi diplomare dopo il<br />

secondo anno; per altri studenti potrebbero essere<br />

istituite modalità educative molto più libere. Al<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

MA DOV’È<br />

L’INSEGNANTE<br />

È A BOSTON APPENA FINISCO,<br />

LE INVIO I MIEI COMPITI CON<br />

UNA E-MAIL<br />

Metropolitan Regional Career & Technical Center<br />

di Providence - il Met - i mentori hanno adottato<br />

il motto “uno studente al<strong>la</strong> volta”: non ci sono corsi<br />

obbligatori quindi gli allievi possono approfondire<br />

liberamente le materie di loro interesse.<br />

Anche quello che accade nelle scuole più piccole<br />

cambierà drasticamente.<br />

Per essere preparati al<strong>la</strong> New Economy,gli studenti<br />

hanno bisogno di un nuovo percorso di studi, dice<br />

Jones del<strong>la</strong> NAB, che “dia loro più tempo da<br />

dedicare ai singoli compiti in modo da sviluppare<br />

reali competenze”. Ciò significa abbandonare le<br />

odierne lezioni da 50 minuti a favore di un minor<br />

numero di corsi che però siano di più lunga durata.<br />

Alle New American High Schools oggi le lezioni<br />

durano dalle tre alle quattro ore,permettendo agli<br />

studenti di dedicare del tempo in modo partico<strong>la</strong>re<br />

a progetti approfonditi orientati a promuovere un<br />

apprendimento duraturo.<br />

Anche le attuali suddivisioni tra materie cederanno<br />

il passo ad un approccio molto più interdisciplinare.<br />

Al<strong>la</strong> High Tech il curriculum è suddiviso in tre filoni:<br />

matematica,scienze e ingegneria; retorica e studi<br />

umanistici; arte e design.<br />

83<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

Al<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> di Studi Ambientali gli studenti<br />

trascorrono mezza giornata in una lezione che<br />

misce<strong>la</strong> inglese, studi sociali e studi ambientali:<br />

“questo riflette meglio il mondo in cui entreranno”<br />

dice il preside Dan Bodette,aggiungendo che ciò<br />

“insegna loro a fare connessioni tra discipline<br />

differenti e a <strong>la</strong>vorare in team”.<br />

TIROCINIO. Il cambiamento più grande avverrà<br />

però al terzo e all’ultimo anno: questo periodo<br />

“dovrebbe essere una transizione ben progettata<br />

verso l’età adulta”dice Riley,mentre oggi numerosi<br />

studenti dell’ultimo anno trascorrono molto del loro<br />

tempo bighellonando.<br />

Una possibilità potrebbe essere <strong>la</strong> ristrutturazione<br />

del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria secondo il modello<br />

europeo, in modo che gli studenti completino il<br />

curriculum di base a sedici anni e poi dedichino<br />

gli ultimi due anni ad un programma più<br />

specializzato che li aiuti a prepararsi per il futuro.<br />

Ciò implicherebbe trascorrere più tempo<br />

all’esterno,fuori dal campus universitario,<strong>la</strong>vorando<br />

con gli adulti in tirocini meticolosamente strutturati<br />

- pensiamoli come una variante moderna<br />

all’apprendistato tradizionale,progettati per aiutare<br />

gli studenti ad esplorare e a sviluppare interessi<br />

professionali.<br />

Questo è già accaduto al Met in cui gli stage<br />

iniziano a partire dal nono livello. Una studentessa<br />

che pensava di voler diventare una segretaria<br />

fece del tirocinio su tale mansione in un ospedale<br />

ma, una volta là, i suoi orizzonti si espansero: si<br />

interessò al<strong>la</strong> terapia fisica, scrisse un pamphlet<br />

per i pazienti di lingua spagno<strong>la</strong> e al<strong>la</strong> fine puntò<br />

tutto sul diventare medico; ora sta pensando di<br />

andare al college - e non è <strong>la</strong> so<strong>la</strong> cui siano stati<br />

aperti gli occhi.<br />

Sebbene più del<strong>la</strong> metà degli studenti del Met<br />

abbiano un reddito così modesto da avere diritto<br />

84<br />

a pranzi a prezzo ridotto,<strong>la</strong> loro frequenza sco<strong>la</strong>stica<br />

è,in media,del 95%,dice Dennis Littky - vicepreside<br />

- e tutti i 47 allievi diplomati per primi nel 2000 sono<br />

stati accettati al college.<br />

Cambieranno anche i requisiti per diplomarsi:<br />

mentre oggi gli studenti completano un percorso<br />

predefinito, nel futuro frequentare le lezioni<br />

diventerà meno importante che superare le prove<br />

progettate per misurare le competenze di base;<br />

invece di esami con carta e penna, saranno dei<br />

test informatici a fornire agli educatori dati in tempo<br />

reale su come procede l’apprendimento: tutto<br />

questo potrebbe abolire gli usuali orari sco<strong>la</strong>stici.<br />

“Ad alcuni studenti possono essere sufficienti due<br />

anni per<br />

finire <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria mentre altri ne<br />

impiegano da cinque a sei” predice Gerald N.<br />

Tirozzi,direttore esecutivo del<strong>la</strong> National Association<br />

of Secondary School Principals.<br />

Con il proliferare dei device informatici, ogni<br />

studente avrà inoltre accesso ad Internet,<br />

dovunque e sempre.<br />

Ciò porterà ad un’esplosione dell’apprendimento<br />

a distanza: permetterà alle nuove scuole<br />

secondarie più piccole di “offrire agli studenti<br />

qualsiasi lezione richiedano, dal cinese al<strong>la</strong> fisica<br />

avanzata”predice Christopher I.Cross - presidente<br />

del Council for Basic Education - e nel contempo<br />

permette loro di effettuare molto più<br />

apprendimento a casa.<br />

Allo stesso modo, Internet arricchirà le lezioni<br />

incommensurabilmente, permettendo agli allievi<br />

di fare di tutto - dal compiere “tour virtuali” dei<br />

luoghi che stanno studiando, fino a formare team<br />

di <strong>la</strong>voro cosmopoliti per affrontare un unico<br />

progetto.<br />

Ristrutturare <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria nazionale non<br />

sarà semplice: “le scuole secondarie sono tra le<br />

istituzioni più arroccate e riverite del<strong>la</strong> società”<br />

avverte John Chubb - direttore educativo al<strong>la</strong>


Edison Schools, l’operatore sco<strong>la</strong>stico a scopo di<br />

lucro più grande degli Stati Uniti - “e cambiare<br />

radicalmente significherebbe introdurre anche<br />

enormi modifiche nell’intera società”.<br />

Tutto ciò è abbastanza vero ma, d’altra parte, vi<br />

è anche <strong>la</strong> diffusa consapevolezza che l’America<br />

non può permettersi più il lusso di preservare un<br />

sistema di apprendimento progettato su un mondo<br />

ormai scomparso.<br />

EHI, MA QUESTO<br />

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LAVORO CHE AD UNA<br />

SCUOLA!<br />

PROPRIO COSÌ!<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

85<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

VIGILARE SUL<br />

WORLD WIDE<br />

WEB<br />

86<br />

di Howard Gleckman e<br />

Dan Carney<br />

Internet e <strong>la</strong> globalizzazione<br />

crescente richiedono con urgenza<br />

lo sviluppo di un codice<br />

commerciale comune che possa<br />

valere da Kua<strong>la</strong> Lumpur a Kansas<br />

City.<br />

VIGILARE SUL<br />

WORLD WIDE WEB<br />

Più di 7 secoli fa <strong>la</strong> Gran Bretagna godette<br />

di un enorme boom commerciale grazie<br />

al<strong>la</strong> grande innovazione dell’epoca: le<br />

strade transitabili.<br />

Questo sviluppo,nuovo e rivoluzionario,creò<br />

però anche problemi senza precedenti, tra<br />

i quali,ad esempio,<strong>la</strong> crescente facilità con<br />

cui si riusciva a sfuggire ai debiti,<br />

semplicemente spostandosi da città in città.<br />

Per fronteggiare tale situazione, nel 1283, il<br />

Par<strong>la</strong>mento compì il drastico passo di<br />

cercare di definire regole comuni per le<br />

città, allora fortemente indipendenti: alle<br />

loro autorità amministrative venne garantito<br />

il potere di riscuotere i debiti, anche se<br />

contratti al di fuori delle loro rispettive<br />

circoscrizioni. “Statuta de Mercantoribus” -<br />

o Statuto dei Mercanti - fu uno dei primi<br />

tentativi dell’Occidente di stabilire regole<br />

uniformi per l’emergente commercio<br />

internazionale.<br />

Non sappiamo se qualcuno par<strong>la</strong>sse di una<br />

New Economy già nel Medio Evo. Oggi,<br />

però,Internet e <strong>la</strong> globalizzazione crescente<br />

stanno richiedendo con urgenza <strong>la</strong><br />

creazione di un sistema di regole<br />

commerciali comune.


Proprio come nel tredicesimo secolo <strong>la</strong><br />

ristrutturazione delle strade carreggiabili rafforzò il<br />

governo centrale, nel ventunesimo <strong>la</strong> diffusione<br />

del commercio elettronico globale diminuirà<br />

l’importanza dei confini politici e porterà a livelli di<br />

cooperazione legale internazionale senza<br />

precedenti, cambiando profondamente il modo<br />

in cui ci governiamo.<br />

Pensiamo per un attimo al mondo che sta<br />

ospitando i giganti del<strong>la</strong> New Economy, come<br />

America Online Inc., Amazon.com Inc. e Yahoo!<br />

Inc.: vendendo prodotti e servizi in un mercato<br />

sempre più globale, queste imprese convivono<br />

con un “mosaico” di rego<strong>la</strong>mentazioni locali,<br />

talvolta in conflitto tra loro - le regole per <strong>la</strong> privacy<br />

europee sono molto più limitanti di quelle<br />

statunitensi; una firma digitale che sigil<strong>la</strong> un<br />

contratto a Dal<strong>la</strong>s può non essere valida a Bombay;<br />

nel mondo vigono migliaia di differenti sistemi fiscali<br />

sulle vendite.<br />

MOSAICO IRREGOLARE. Questo disordinato<br />

mosaico di regole aumenta il costo del fare business<br />

ed impedisce ad Internet di realizzare fino in fondo<br />

il proprio potenziale di mercato globale privo di<br />

attrito.<br />

Questa è <strong>la</strong> ragione per <strong>la</strong> quale <strong>la</strong> comunità<br />

economica sta mettendo i politici sotto pressione<br />

per armonizzare le rego<strong>la</strong>mentazioni commerciali<br />

in conflitto ed è anche il motivo per il quale, nel<br />

ventunesimo secolo, i Paesi diventeranno sempre<br />

più globali.Le nazioni firmeranno trattati sempre più<br />

orientati al<strong>la</strong> cooperazione ed enti legis<strong>la</strong>tivi<br />

internazionali disporranno di potere crescente: “<strong>la</strong><br />

standardizzazione è stata veramente <strong>la</strong> forza che<br />

ha sospinto l’industria tecnologica”, dice Michael<br />

Maibach - vicepresidente di Intel Corp.-,“ora sarà<br />

anche <strong>la</strong> forza che sospingerà le amministrazioni<br />

statali”.<br />

Naturalmente questo non significa <strong>la</strong> fine delle<br />

amministrazioni statali così come le conosciamo:<br />

nonostante le speranze dei globalizzatori,a breve,<br />

le Nazioni Unite non scriveranno ancora le<br />

rego<strong>la</strong>mentazioni commerciali in Esperanto.<br />

“Non ci sarà un governo globale ma ci sarà una<br />

cooperazione globale”dice il Segretario del Tesoro<br />

americano, Lawrence H. Summers.<br />

Malgrado tutto, <strong>la</strong> diffusione di Internet e<br />

dell’economia globale <strong>la</strong>sciano intravvedere che<br />

nel futuro lo stato dovrebbe avere un aspetto<br />

L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

differente: emergeranno nuovi ibridi - organizzazioni<br />

parzialmente pubbliche, parzialmente private e<br />

spesso prive di una sede fissa,per le quali il “pa<strong>la</strong>zzo<br />

comunale” sarà Internet stesso.<br />

“Non stiamo par<strong>la</strong>ndo di minore governabilità”,<br />

dice David Agnew - direttore esecutivo di un<br />

progetto di studio chiamato Governance in the<br />

Digital Economy - “ma di una differente modalità<br />

di governabilità”.<br />

Come saranno queste nuove forme di governo?<br />

Di seguito vengono discussi tre possibili modelli,<br />

ognuno dei quali, è probabile, avrà successo nel<br />

ventunesimo secolo ma in circostanze differenti.<br />

GOVERNO SPA. Per una visione del futuro<br />

guardiamo all’Internet Corporation for Assigned<br />

Names and Numbers (ICANN), il nuovo gruppo<br />

internazionale che ha assunto il ruolo di gestire i<br />

domini di Internet – con il compito di decidere se<br />

debbano nascerne di nuovi (ad esempio .shop) -<br />

e avente funzioni di arbitraggio per le controversie<br />

su quelli esistenti.<br />

Come azienda nonprofit,il gruppo è sovvenzionato<br />

privatamente e gestito da un consiglio di<br />

amministrazione di 19 membri - inclusi un professore<br />

di Legge spagnolo, il leader del Japan Network<br />

Information Center e un vicepresidente senior di<br />

WorldCom Inc. - ; verso <strong>la</strong> fine del 2000 il consiglio<br />

attualmente in carica verrà sostituito da un consiglio<br />

eletto dagli stessi utenti del<strong>la</strong> Rete - ad agosto del<br />

2000, più di 140.000 persone in tutto il mondo si<br />

erano già iscritte per ottenere il diritto di voto.<br />

Nel suo famoso “White Paper” sul<strong>la</strong> governabilità<br />

di Internet, l’Amministrazione Clinton espresse <strong>la</strong><br />

speranza che questo modello privato potesse<br />

essere impiegato in un’ampia gamma di problemi<br />

legali, sebbene esso abbia alcune imperfezioni<br />

congenite: ad esempio, l’ICANN non ha potere di<br />

natura pubblica per far rispettare le sue regole.<br />

“Le persone lo considerano un governo”, sostiene<br />

il Presidente dell’ICANN, Esther Dyson, “ma<br />

effettivamente non lo è”.<br />

QUASI-GOVERNO. Per cercare di fornire il potere<br />

mancante a gruppi come l’ICANN, è probabile<br />

che emerga anche un secondo modello costruito<br />

su iniziative imprenditoriali di cooperazione, tra<br />

politica,ambiente economico e consumatori,che<br />

combinerà il potere del governo di far applicare<br />

le leggi con il buon senso di coloro che <strong>la</strong>vorano<br />

nelle “trincee” di Internet.<br />

87<br />

.


L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />

Sono già stati fatti dei passi iniziali verso questo<br />

modello: ad esempio, a metà luglio del 2000, un<br />

gruppo privato - il Global Business Dialogue on<br />

Electronic Commerce - ha presentato ai capi delle<br />

nazioni più industrializzate del mondo - il G8 - un<br />

ampio quadro sul<strong>la</strong> politica economica e sociale<br />

nell’era digitale.Il suo rapporto affrontava numerose<br />

materie - dal<strong>la</strong> rego<strong>la</strong>mentazione al superamento<br />

del<strong>la</strong> “forbice digitale”, il divario economico<br />

causato dal<strong>la</strong> tecnologia - e costituirà le<br />

fondamenta per le iniziative tecnologiche dei G8<br />

degli anni a venire.<br />

E’necessario osservare attentamente questi tipi di<br />

partnership poiché nel ventunesimo secolo essi si<br />

diffonderanno ampiamente: dato l’incremento<br />

delle fusioni internazionali, le nazioni stanno<br />

col<strong>la</strong>borando con <strong>la</strong> comunità economica in modo<br />

88<br />

IL NUOVO ORDINE MONDIALE<br />

PER REGOLAMENTARE L’ECONOMIA GLOBALE<br />

SARÀ NECESSARIA<br />

LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE.<br />

DI SEGUITO VIENE ESPOSTA<br />

L’EVOLUZIONE DELLA REGOLAMENTAZIONE COMMERCIALE<br />

IN ALCUNE AREE FONDAMENTALI.<br />

TASSE: SU SCALA INTERNAZIONALE SCOMPARIRANNO I<br />

CONTRATTI SALARIALI; SARANNO GLI ACCORDI<br />

MULTINAZIONALI AD ASSICURARE CHE LE AZIENDE PAGHINO<br />

LE TASSE DOVUTE E CHE NON VENGANO TASSATE DUE VOLTE.<br />

FINANZA: SI DIFFONDERANNO SEMPRE PIÙ STANDARD<br />

CONTABILI MONDIALI.SONO GIÀ STATI MESSI IN ATTO SFORZI<br />

PER CREARE REGOLAMENTAZIONI BANCARIE GLOBALI SUL<br />

CAPITALE.<br />

PRIVACY: LA COMUNITÀ DEGLI AFFARI E I GOVERNI<br />

FORMERANNO DELLE PARTNERSHIP PER CREARE STANDARD<br />

MINIMI DI PRIVACY APPLICABILI ALLE TRANSAZIONI<br />

COMMERCIALI.<br />

ANTITRUST: I GOVERNI FIRMERANNO ACCORDI<br />

MULTILATERALI CHE DEFINISCANO LE PRASSI DI BUSINESS<br />

ACCETTABILI. IL NUOVO STANDARD GLOBALE SARÀ<br />

FINALIZZATO AD UNA MAGGIORE COMPETITIVITÀ.<br />

da stabilire regole standard per <strong>la</strong> revisione del<strong>la</strong><br />

legge antimonopolio.<br />

George Vradenburg - vicepresidente senior del<strong>la</strong><br />

AOL - sostiene che “le organizzazioni del settore<br />

privato [avranno] un’influenza molto più estesa sul<br />

governo mondiale”.<br />

NON-GOVERNO. Le partnership pubblico/privato<br />

stanno facendo un buon <strong>la</strong>voro nel costruire un<br />

ampio consenso,però sono troppo lente; si profi<strong>la</strong>,<br />

di conseguenza, un terzo modello per <strong>la</strong><br />

governabilità del ventunesimo secolo,chiamato <strong>la</strong><br />

“piazza del mercato” (‘market p<strong>la</strong>ce’). In esso le<br />

imprese sono autonome nello sviluppo di pratiche<br />

standard che divengono poi regole generalmente<br />

accettate, senza <strong>la</strong> necessità di riunioni e<br />

commissioni, re<strong>la</strong>zioni di avanzamento o trattative<br />

politiche.<br />

Tutto questo sta già accadendo nel tentativo di<br />

sviluppare standard internazionali che proteggano<br />

<strong>la</strong> proprietà intellettuale.<br />

Da circa un secolo vigono accordi internazionali<br />

formali per <strong>la</strong> sua protezione ma i governi spesso<br />

li ignorano. Così, ad esempio in nazioni come <strong>la</strong><br />

Cina, accade sempre più frequentemente che le<br />

aziende occidentali, che stanno facendo affari<br />

con quelle locali,definiscano <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del copyright<br />

nei singoli contratti, applicabili non in base alle<br />

leggi del posto ma ricorrendo all’arbitrato<br />

internazionale: se un numero sempre crescente di<br />

imprese concorda nel tute<strong>la</strong>re <strong>la</strong> proprietà<br />

intellettuale secondo questa modalità - nei contratti<br />

partico<strong>la</strong>ri ed individuali - tale pratica diventerà de<br />

facto lo standard mondiale.<br />

Quanto ci vorrà perché questo processo si realizzi?<br />

Molti decenni,se <strong>la</strong> storia ci può fare da guida,ma<br />

attenzione: se le aziende cercheranno <strong>la</strong><br />

semplificazione e <strong>la</strong> prevedibilità, le regole<br />

commerciali del ventunesimo secolo appariranno<br />

sempre più simili e famigliari, che si stiano facendo<br />

affari a Kua<strong>la</strong> Lumpur o a Kansas City.


L’IMPRESA<br />

CHE DURA NEL<br />

TEMPO<br />

di Anthony Bianco<br />

L’azienda americana deve ora<br />

reinventarsi, sfruttando <strong>la</strong> propria<br />

notevole flessibilità, in vista<br />

dell’economia globale.<br />

RITORNO AL FUTURO<br />

L’IMPRESA<br />

CHE DURA NEL TEMPO<br />

Se si dovessero scegliere due termini per<br />

descrivere oggi l’azienda americana, essi<br />

sarebbero “trionfante” ed “assediata”.<br />

Trionfante, perché l’azienda americana è<br />

stata sia l’architetto sia il beneficiario<br />

dell’espansione economica più duratura<br />

del<strong>la</strong> storia moderna.<br />

C’è però un altro fatto, forse ancora più<br />

importante: negli ultimi due decenni del<br />

ventesimo secolo, <strong>la</strong> rivalità di lunga data<br />

tra il capitalismo e l’economia pianificata<br />

centrale finì in una sconfitta - gli stati exsocialisti<br />

stanno ora riorganizzando le proprie<br />

economie sul<strong>la</strong> base delle istituzioni del<br />

mercato - ed inoltre,l’istituzione caratteristica<br />

dell’economia di mercato odierna non è<br />

né <strong>la</strong> banca né <strong>la</strong> Borsa ma l’azienda - in<br />

partico<strong>la</strong>r modo, quel<strong>la</strong> estesa e<br />

multinazionale.<br />

Allo stesso tempo,però,l’impresa americana<br />

entra nel ventunesimo secolo oppressa da<br />

grandi aspettative.<br />

Per numerosi aspetti, l’ambiente aziendale<br />

di oggi è molto più competitivo ed efficiente<br />

di quanto lo fosse prima delle ristrutturazioni<br />

massicce degli anni Ottanta e, per questo,<br />

si è anche intensificata l’urgenza degli<br />

investitori di ri<strong>la</strong>sciare annunci trimestrali di<br />

reali dividendi: sventura colga l’azienda che<br />

ne manchi le proiezioni,“benedette”da Wall<br />

Street, per pochi centesimi di dol<strong>la</strong>ro! - è<br />

tuttora questione dibattuta se <strong>la</strong> richiesta<br />

di Wall Street di risultati istantanei stia<br />

spingendo ad un miglioramento continuo<br />

od indebolendo <strong>la</strong> performance a lungo<br />

termine.<br />

89<br />

.


.<br />

RITORNO AL FUTURO<br />

Oggi anche l’ente pubblico centrale si aspetta<br />

molto di più dalle aziende rispetto ad una<br />

generazione fa, in quanto, negli Stati Uniti, sono,<br />

da un po’ di tempo, le più grandi distributrici di<br />

assistenza sanitaria ed indennità pensionistiche<br />

private.<br />

In anni recenti l’amministrazione statale ha sempre<br />

contato sulle imprese anche per rego<strong>la</strong>mentare<br />

diversamente il comportamento del personale<br />

nell’ambiente di <strong>la</strong>voro,dando vita al<strong>la</strong> cosiddetta<br />

“azienda balia”.<br />

I GRAVAMI AZIENDALI. Scaricare le responsabilità<br />

sul settore privato ha favorito <strong>la</strong> società in diversi<br />

aspetti, se non altro per <strong>la</strong> superiore efficienza<br />

amministrativa tipica dell’azienda.<br />

Taluni però sostengono che appesantire le aziende<br />

con gli impegni sociali ne indebolisca <strong>la</strong> produttività<br />

e, generalizzando, affievolisca anche l’intera<br />

economia: “le aziende dovrebbero concentrarsi<br />

so<strong>la</strong>mente sul<strong>la</strong> massimizzazione del valore a lungo<br />

termine e il governo dovrebbe occuparsi del resto”,<br />

dice George David Smith - storico dell’industria e<br />

dell’economia al<strong>la</strong> New York University -,“ma questo<br />

non è ciò che accadrà.Il vero problema è quanto<br />

l’azienda sarà gravata da obiettivi sociali”.<br />

Tra le sfide che si pongono all’impresa americana<br />

<strong>la</strong> più ardua è senza dubbio <strong>la</strong> globalizzazione<br />

delle attività economiche.<br />

Gli utili netti delle imprese statunitensi derivati da<br />

operazioni estere ammontano oggi a circa metà<br />

di quanto guadagnato in madrepatria mentre<br />

negli anni Cinquanta <strong>la</strong> proporzione era più vicina<br />

ad un decimo - è, tra l’altro, diffusa opinione degli<br />

esperti ritenere che in molti mercati e settori <strong>la</strong><br />

globalizzazione sia ancora ad un livello pressoché<br />

iniziale.<br />

Il problema che tormenta le grandi aziende di<br />

qualsiasi nazionalità è <strong>la</strong> modalità con cui attuare<br />

una strategia di business globale coerente,<br />

conformandosi simultaneamente alle regole<br />

90<br />

concorrenziali, non di rado tra loro conflittuali,<br />

presenti in una moltitudine di nazioni.<br />

Il destino dell’azienda del prossimo secolo è tanto<br />

affascinante da contemp<strong>la</strong>re quanto difficile da<br />

predire, anche se, in generale, non c’è ragione di<br />

pensare che abbia raggiunto i limiti del<strong>la</strong> propria<br />

capacità di adattamento.Nel tempo,essa ha dato<br />

prova di essere un veicolo notevolmente flessibile<br />

per diffondere i rischi (e i guadagni) commerciali<br />

e per allocare investimenti su <strong>la</strong>rga sca<strong>la</strong> e dagli<br />

ampi confini geografici.<br />

Mentre ci avventuriamo velocemente verso il futuro<br />

- per definizione imperscrutabile - è utile fermarsi<br />

un attimo e guardare nello specchietto retrovisore:<br />

l’azienda odierna non è una nave vuota che<br />

attende di essere riempita dal futuro ma, al<br />

contrario, è il prodotto di una storia, lunga e<br />

tumultuosa, di opportunità colte e di crisi superate<br />

- e tutto ciò l’ha resa ancora più forte.<br />

Dal<strong>la</strong> Rivoluzione Americana fino al<strong>la</strong> Guerra Civile,<br />

i successi economici statunitensi furono dominati<br />

da piccoli imprenditori e da inventori-artigiani come<br />

Eli Whitney; l’azienda moderna, nata negli anni<br />

Settanta del diciannovesimo secolo,diventò adulta,<br />

però, con stupefacente forza e velocità; all’inizio<br />

del secolo successivo praticamente tutti i settori ad<br />

elevata intensità di capitale e investimento si erano<br />

consolidati grazie ad un oligopolio di giganti<br />

aziendali.<br />

I cosiddetti “trust” furono vitali nel trasformare una<br />

nazione agrico<strong>la</strong> nel colosso produttivo mondiale,<br />

sebbene si contrapponessero alle entità politiche<br />

per il loro approccio non poco “selvaggio” nel<br />

perseguire il guadagno privato; essi dominarono<br />

il dibattito politico dagli anni Ottanta del<br />

diciannovesimo secolo fino al<strong>la</strong> Prima Guerra<br />

Mondiale, <strong>la</strong>nciando una precoce e,<br />

potenzialmente spaventosa,minaccia all’impresa.<br />

ANTAGONISMO. La dissoluzione forzata di Standard<br />

Oil nel 1911 da parte del<strong>la</strong> Corte Suprema<br />

americana fu una pietra miliare nel<strong>la</strong> lunga lotta<br />

del governo per creare leggi ed istituzioni di


compensazione al Big Business.<br />

Ma anche se l’azienda statunitense del futuro non<br />

avesse mai più esercitato lo stesso potere che<br />

aveva nell’era dei pirati, essa non era neanche<br />

soggiogata al governo o al <strong>la</strong>voro;<br />

fondamentalmente, gli americani continuarono<br />

ad avere fiducia nell’impresa privata, anche<br />

attraverso il trauma del<strong>la</strong> Grande Depressione degli<br />

anni Trenta.<br />

Fino ad oggi, in America, gli affari e il governo<br />

hanno mantenuto un rapporto essenzialmente<br />

antagonista caratterizzato, secondo James Q.<br />

Wilson - professore emerito di scienze politiche all’<br />

University of California a Los Angeles -, da una<br />

“tensione inquietante tra <strong>la</strong> contrattazione e <strong>la</strong><br />

lotta,tra il rispetto e l’ostilità,impossibile da ritrovare<br />

in una qualsivoglia altra nazione industriale”.<br />

In Europa e in Asia, <strong>la</strong> tendenza delle aziende è<br />

stata quel<strong>la</strong> di avere un rapporto più col<strong>la</strong>borativo<br />

con l’ente statale, anche a costo di essere<br />

subordinate al<strong>la</strong> politica economica pubblica.<br />

Certo, l’ “Azienda America” è stata costretta ad<br />

agire come un canale in cui scorrevano indennità<br />

sanitarie e pensionistiche ma il suo impegno sociale<br />

non è mai dovuto andare oltre il mantenimento<br />

del<strong>la</strong> “piena” occupazione; le imprese statunitensi<br />

sono rimaste re<strong>la</strong>tivamente più autonome rispetto<br />

alle loro controparti d’oltre oceano nel perseguire<br />

i propri obiettivi privati.<br />

Tale flessibilità divenne critica allorquando<br />

l’ambiente in cui operavano le imprese si fece<br />

progressivamente più veloce e più complicato;<br />

l’azienda, però, rimase al passo, sviluppando<br />

strategie sempre più e<strong>la</strong>borate e strutture di<br />

management sempre più complesse per realizzarle<br />

- il grande salto evolutivo fu l’impresa<br />

“multidivisionale”, così come simboleggiata dal<strong>la</strong><br />

General Motors Corp. sotto <strong>la</strong> guida di Alfred P.<br />

Sloan,che gestì il gigante automobilistico dal 1923<br />

al 1956; anche il più grande trust industriale di fine<br />

secolo era composto di aziende monoprodotto<br />

strettamente control<strong>la</strong>te da un organico di top<br />

manager assai ridotto.<br />

RITORNO AL FUTURO<br />

Naturalmente, <strong>la</strong> struttura multidivisionale del<br />

management e le sue applicazioni derivate - <strong>la</strong><br />

multinazionale, <strong>la</strong> conglomerata, l’azienda per il<br />

commercio elettronico - non garantiscono in sé il<br />

successo: le imprese devono essere gestite e i<br />

manager commettono errori.<br />

Sotto <strong>la</strong> superficie - l’apparente invincibilità<br />

dell’azienda americana degli anni Cinquanta e<br />

Sessanta - l’arroganza e <strong>la</strong> compiacenza stavano<br />

erodendo le fondamenta di molti settori di base e,<br />

quando l’età dell’oro americana - quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong><br />

prosperità postbellica - si concluse, negli anni<br />

Settanta,con una rampante instabilità economica,<br />

gli errori di gestione vennero tutti al<strong>la</strong> luce; l’impatto<br />

di tali sovvertimenti venne tra l’altro accentuato<br />

dal<strong>la</strong> rinascita del<strong>la</strong> competizione straniera: il<br />

risultato fu che molte aziende statunitensi dagli<br />

orizzonti ristretti si eclissarono o furono portate al<br />

fallimento.<br />

Essenzialmente,però,l’azienda americana si salvò<br />

- e questo quando Wall Street smise di imporre<br />

obbligatoriamente al cervello manageriale<br />

l’imprinting del<strong>la</strong> <strong>nuova</strong> formu<strong>la</strong> magica:<br />

“massimizzare il valore per gli azionisti”.<br />

PIU’ DINAMISMO. Dal 1910 in poi il potere e<br />

l’influenza all’interno dell’azienda si spostarono<br />

dagli azionisti e dai membri dei consigli<br />

d’amministrazione ai manager, in quanto <strong>la</strong><br />

proprietà si disperse sempre più nel mercato<br />

azionario.<br />

Comunque, le catastrofi imprenditoriali degli anni<br />

Settanta e dell’inizio degli anni Ottanta irrigidirono<br />

i grandi investitori istituzionali ed ispirarono i finanzieri<br />

CRISI ENERGETICA<br />

Razionamento nel 1974.<br />

91<br />

.


.<br />

RITORNO AL FUTURO<br />

ad ungere gli scivoli delle fusioni e delle acquisizioni,<br />

perfezionando nuove tecniche - come ad esempio,<br />

quel<strong>la</strong> del leverage buyout.<br />

Quando Michael R. Milken mise in moto <strong>la</strong> sua<br />

macchina finanziaria di “titoli spazzatura”,<br />

nessun’azienda con modeste performance poteva<br />

considerarsi immune dall’attacco; Milken finì in<br />

prigione e si potrebbe sostenere che gli stessi deal<br />

brokers rispettosi del<strong>la</strong> legge raccolsero eccessive<br />

ricompense,tuttavia i fatti suggeriscono che anche<br />

i colpi inferti da Wall Street aiutarono a rendere<br />

l’Azienda America più dinamica e forse anche più<br />

innovativa.<br />

Non c’è dubbio sul fatto che l’evoluzione<br />

dell’Information Technology alimentò <strong>la</strong> causa<br />

del<strong>la</strong> creatività nelle aziende e giocò un ruolo<br />

centrale nel<strong>la</strong> rinascita degli affari degli anni<br />

Novanta.<br />

Il computer non ha so<strong>la</strong>mente dato vita a nuovi e<br />

vasti settori ma è arrivato anche a pervadere quasi<br />

tutti gli aspetti del<strong>la</strong> vita aziendale, permettendo<br />

sia un’ulteriore decentralizzazione sia <strong>la</strong><br />

ristrutturazione stessa del <strong>la</strong>voro: proprio come <strong>la</strong><br />

ferrovia e il telegrafo permisero <strong>la</strong> fusione delle<br />

economie locali in un’unica economia nazionale,<br />

così ora le nuove tecnologie informatiche e delle<br />

telecomunicazioni stanno dando vita all’economia<br />

globale.<br />

Ci si può aspettare che le barriere tecnologiche<br />

al<strong>la</strong> globalizzazione cadano molto più<br />

velocemente di quelle politiche,se non altro perché<br />

finora i benefici del<strong>la</strong> globalizzazione sono stati<br />

distribuiti in misura non omogenea - l’economista<br />

Lester C.Thurow dimostra con efficacia,ad esempio,<br />

che le grandi aziende operano in modo da<br />

distribuire tendenzialmente gli utili nel<strong>la</strong> direzione<br />

del<strong>la</strong> disuguaglianza.Qualcuno fa dei controlli sugli<br />

stipendi dei CEO?<br />

Negli Stati Uniti le frange politiche sono percorse<br />

da un forte sentimento antiaziendale,sebbene per<br />

nul<strong>la</strong> simile ad una sfida frontale <strong>la</strong>nciata al<strong>la</strong><br />

supremazia aziendale; <strong>la</strong> situazione cambia oltre<br />

oceano: in Europa (ed altrove) <strong>la</strong> legittimità del<br />

mercato è posto tuttora in discussione in alcuni<br />

settori dei partiti politici.<br />

92<br />

L’impeto del mercato è pauroso, ma lo è anche<br />

l’ostinata e decisa forza del nazionalismo. La lenta<br />

e tuttora incompleta lotta dell’Europa occidentale<br />

per creare un mercato comune dimostra che una<br />

vera integrazione delle attività economiche<br />

mondiali è ancora assai lontana - se mai giungerà.<br />

Al<strong>la</strong> fine, <strong>la</strong> globalizzazione potrebbe rive<strong>la</strong>rsi un<br />

enigma che il business è incapace di risolvere<br />

completamente; se però <strong>la</strong> storia dell’ultimo secolo<br />

può fungere in qualche modo da guida,l’azienda<br />

sopravviverà,nonostante tutto,e dai suoi fallimenti<br />

trarrà un imprevisto successo.


NON RISCRIVETE<br />

IL CODICE DELLA<br />

STRADA<br />

di James Collins<br />

Internet è una bel<strong>la</strong> scoperta ma<br />

l’elettricità fu più innovativa:<br />

costruire una grande azienda<br />

richiede, però, il rispetto di principi<br />

senza tempo.<br />

RITORNO AL FUTURO<br />

NON RISCRIVETE IL<br />

CODICE DELLA STRADA<br />

Avevo appena finito di condividere i risultati<br />

di dieci anni di rigorosa ricerca, su ciò che<br />

contribuisce a fare grande e durevole<br />

un’azienda quando, in una riunione di<br />

manager Internet,una mano si alzò.“Come<br />

reagisci all’idea che nul<strong>la</strong> del<strong>la</strong> tua ricerca<br />

si applica al<strong>la</strong> New Economy?” chiese il<br />

manager, sfidando l’intera teoria di<br />

apprendere dal passato - se questa è<br />

veramente una New Economy, si chiese,<br />

non dovremmo accantonare tutti i vecchi<br />

concetti ed iniziare da capo?<br />

Beh, sì e no. Sì, le modalità specifiche da<br />

seguire nel<strong>la</strong> costruzione delle aziende del<br />

futuro saranno drasticamente differenti da<br />

quelle del passato però ciò non significa<br />

che dovremo accantonare i principi<br />

fondamentali che fecero “grandi”le grandi<br />

aziende.qual’è <strong>la</strong> differenza? Pensiamo<strong>la</strong> in<br />

questi termini: mentre <strong>la</strong> epplicazioni<br />

dell’ingegneria si evolvono continuamente,<br />

le leggi del<strong>la</strong> fisica rimangono re<strong>la</strong>tivamente<br />

stabili.<br />

93<br />

.


.<br />

RITORNO AL FUTURO<br />

Le leggi immutabili del<strong>la</strong> “fisica gestionale”<br />

includono alcuni concetti semplici ma rilevanti: fai<br />

solo le cose in cui puoi essere il migliore al mondo;<br />

ciò di cui ti appassioni; ciò che, semplicemente,<br />

abbia un senso economico.<br />

Prendiamo l’assioma che bisogna “riunire le persone<br />

giuste sul pullman”.I migliori manager si sono sempre<br />

concentrati innanzitutto nel trovare persone che<br />

condividano i loro valori e standard, capendo a<br />

fondo che <strong>la</strong> vision e <strong>la</strong> strategia non possono<br />

compensare il fatto di <strong>la</strong>vorare con persone<br />

sbagliate; una volta che si hanno le persone giuste,<br />

è molto più facile “guidare il pullman” attraverso<br />

condizioni mutevoli.<br />

Questa è esattamente l’idea che Bill Hewlett e<br />

David Packard avevano in mente quando, nel<br />

1937, i due ingegneri si incontrarono per costituire<br />

<strong>la</strong> loro azienda.<br />

Le minute di quell’incontro si aprono affermando<br />

l’intenzione di produrre innovazioni nel campo<br />

generale dell’elettronica ma proseguono dicendo<br />

che “il problema di cosa produrre viene posposto”;<br />

in effetti, l’intero concetto fondante dell’azienda<br />

non era tanto “cosa” ma “chi”.<br />

Hewlett e Packard erano stati amici strettissimi negli<br />

anni del<strong>la</strong> specializzazione post- universitaria e<br />

volevano <strong>la</strong>vorare insieme e creare<br />

un’organizzazione che condividesse i loro valori e<br />

standard: anche ingrandendosi,essi si mantennero<br />

fedeli a questo principio-guida.<br />

Dopo <strong>la</strong> Seconda Guerra Mondiale assunsero un<br />

gruppo di persone veramente in gamba che<br />

provenivano da <strong>la</strong>boratori di ricerca in ambiente<br />

pubblico, senza niente di specifico in mente da<br />

far fare loro.Packard afferrò <strong>la</strong> sottile verità che una<br />

grande azienda genererà sempre più opportunità<br />

di quelle che può gestire e che <strong>la</strong> sua crescita,al<strong>la</strong><br />

fine, viene limitata so<strong>la</strong>mente dal<strong>la</strong> capacità di<br />

ottenere un numero sufficiente di persone “giuste”;<br />

allo stesso tempo, se aveva scelto <strong>la</strong> persona<br />

sbagliata - qualcuno che non condivideva i valori<br />

dell’azienda o che era incapace di portare risultati<br />

- Packard lo “cacciava dal pullman”- velocemente.<br />

Sì, Internet richiede cambiamenti significativi nel<br />

modo in cui gestiamo e guidiamo l’azienda, però,<br />

se non si hanno le persone giuste, non importa<br />

quello che fai con Internet: continuerai a non avere<br />

una grande azienda.<br />

Se,ad esempio,Value America avesse speso meno<br />

per <strong>la</strong> pubblicità (69 milioni di dol<strong>la</strong>ri nel 1999 su un<br />

volume di ricavi pari a 183 milioni di dol<strong>la</strong>ri) e avesse<br />

investito anche so<strong>la</strong>mente <strong>la</strong> metà dell’importo<br />

nel reclutamento di un esercito dei “migliori” in<br />

assoluto,allora,forse,avrebbe evitato di diventare<br />

l’esempio del<strong>la</strong> “perfetta implosione del punto-<br />

94<br />

com”.<br />

La pubblicità “stile Iacocca”e un raffinatissimo sito<br />

Web vanno bene, ma <strong>la</strong> “Legge di Packard”<br />

permane valida anche nell’economia di Internet:<br />

<strong>la</strong> crescita nei ricavi non può eccedere quel<strong>la</strong><br />

delle persone che possono eseguire e sostenere<br />

tale crescita.<br />

In effetti, oggi, il nostro più grande problema non<br />

è vivere in un momento di transizione ma,<br />

diversamente,- come accadeva nel Cinquecento<br />

quando si branco<strong>la</strong>va per capire come operasse<br />

il mondo naturale — avere una comprensione<br />

ancora limitata del<strong>la</strong> “fisica gestionale”delle grandi<br />

aziende o, peggio ancora, applicare<br />

incoerentemente ciò che non comprendiamo.<br />

Il mio gruppo ha recentemente completato un<br />

progetto quadriennale per rispondere al<strong>la</strong><br />

domanda “Una ‘buona’ azienda può diventare<br />

una ‘grande’azienda?”Abbiamo iniziato <strong>la</strong> ricerca<br />

su 1.435 imprese che erano state tra le “top 500”<br />

nel 1965; poi abbiamo cercato aziende che erano<br />

passate da una performance “buona” a<br />

“eccellente” - cioè, che in 15 anni fossero state in<br />

grado di generare risultati azionari cumu<strong>la</strong>tivi tre<br />

volte maggiori del<strong>la</strong> media di mercato. Quante<br />

pensate ne abbiamo trovate?<br />

La risposta: undici; nonostante <strong>la</strong> diffusione di<br />

Business School di prima qualità e del<strong>la</strong> letteratura<br />

manageriale,solo 11 di quelle 1.435 aziende hanno<br />

dimostrato una transizione sostenuta e verificabile<br />

da “buona” a “eccelente”.<br />

Esaminando i loro CEO sono stati evidenziati due<br />

aspetti: il primo, in cui essi dimostravano una salda<br />

comprensione di pochi principi di base - tipo avere<br />

“a bordo” le persone giuste -, il secondo, in cui<br />

questi CEO erano fanaticamente coerenti<br />

nell’applicarli - nel dubbio,non avrebbero assunto<br />

malgrado <strong>la</strong> loro carenza di personale; inoltre<br />

quando sapevano di dover attuare un<br />

cambiamento organizzativo,non facevano l’errore<br />

di aspettare un momento migliore ma agivano.<br />

La verità è che non c’è niente di nuovo nel fatto<br />

di essere in una New Economy. Sì, Internet è una<br />

bel<strong>la</strong> scoperta ma l’elettricità fu più innovativa;<br />

tra l’altro, in ogni evoluzione dell’economia degli<br />

ultimi 150 anni, i migliori capi hanno aderito ai<br />

medesimi principi base, con rigore e disciplina.<br />

Non riesco a dirvi esattamente come sarà<br />

un’azienda tra 50 o 100 anni,però vi posso garantire<br />

questo: se si accantonano tutti i concetti<br />

fondamentali convalidati dal tempo non si avrà <strong>la</strong><br />

benché minima chance di costruire un’azienda<br />

grande e durevole.


VISIONARIO<br />

CONTRO<br />

VISIONARIO<br />

di John A. Byrne<br />

I pionieri del<strong>la</strong> Silicon Valley, John<br />

Chambers e Andrew Grove, non<br />

sono d’accordo su come sarà<br />

l’era digitale.<br />

RITORNO AL FUTURO<br />

VISIONARIO<br />

CONTRO VISIONARIO<br />

John T. Chambers - Direttore Generale di<br />

Cisco Systems Inc. - e Andrew S. Grove -<br />

Presidente di Intel Inc. - sono in buona<br />

posizione per prevedere il futuro. Entrambi<br />

gestiscono aziende che hanno rimodel<strong>la</strong>to<br />

l’Information Technology: i chip Intel - il<br />

cervello dei computer - hanno azionato<br />

l’era digitale, i router e gli switch di Cisco –<br />

gli “ingranaggi” fondamentali per Internet -<br />

hanno connesso aziende e nazioni in modi<br />

inimmaginabili solo pochi anni fa.<br />

Dopo <strong>la</strong> General Electric Co.di Jack Welch,<br />

Cisco e Intel sono le aziende a capitale<br />

azionario diffuso più redditizie d’America.<br />

Entrambe hanno p<strong>la</strong>smato durevolmente il<br />

ventesimo secolo e stanno sospingendo<br />

molti dei cambiamenti radicali che<br />

definiranno come <strong>la</strong>voreremo e vivremo.<br />

Chambers - che il 28 agosto 2000 ha<br />

compiuto 51 anni - ha guidato Cisco in<br />

qualità di Direttore Generale dal 1995: come<br />

impassibile evangelista di cambiamenti<br />

radicali nel management, ha trasformato<br />

l’azienda in un <strong>la</strong>boratorio vivente per<br />

l’impresa del ventunesimo secolo; quando<br />

gli osservatori par<strong>la</strong>no di un modello di<br />

business nuovo ed evoluto, inevitabilmente<br />

mettono Cisco in cima,o pressoché in cima,<br />

ai loro elenchi.<br />

Grove,63 anni,co-fondatore di Intel nel 1968,<br />

fu lo “strumento” che permise di farne una<br />

delle grandi storie aziendali di successo del<strong>la</strong><br />

seconda metà del ventesimo secolo; ha<br />

guidato l’azienda in qualità di CEO per 10<br />

anni - dal 1988 al 1998 - e ora ne è<br />

Presidente.<br />

95<br />

.


.<br />

RITORNO AL FUTURO<br />

RECENTEMENTE LO SCRITTORE SENIOR BYRNE SI È<br />

SEDUTO CON CHAMBERS E GROVE, NELLE LORO<br />

RISPETTIVE SEDI, PER INTERVISTARLI SUI FUTURI<br />

CAMBIAMENTI; ESSI NE HANNO FORNITO IMMAGINI<br />

SORPRENDENTEMENTE DIFFERENTI.<br />

IL NUOVO SECOLO COME REINVENTERÀ IL MONDO<br />

DEGLI AFFARI?<br />

Questa è veramente <strong>la</strong> seconda Rivoluzione<br />

Industriale e cambierà ogni aspetto del<strong>la</strong> vita delle<br />

persone. I cambiamenti che prima sarebbero<br />

avvenuti in un decennio - quando IBM o U.S. Steel<br />

caddero in disgrazia o General Motors fece dei<br />

passi falsi - possono avvenire in uno o due anni.<br />

QUALI SARANNO GLI INGREDIENTI CHIAVE DI<br />

UN’AZIENDA DI SUCCESSO?<br />

Le aziende che hanno successo sono caratterizzate<br />

da culture che prosperano sul cambiamento,<br />

sebbene quest’ultimo metta molto a disagio <strong>la</strong><br />

maggior parte delle persone.Al<strong>la</strong> fine, si potrebbe<br />

dire velocità, talento e marchio: queste cose<br />

possono essere le sole caratteristiche distintive.<br />

COME SARÀ L’AZIENDA TRA DIECI ANNI?<br />

Tra dieci anni non ci sarà nient’altro che ecompanies.<br />

Ciò non significa che i mattoni e il<br />

cemento scompariranno ma i click e il cemento<br />

saranno i soli mezzi di sopravvivenza.<br />

In secondo luogo, “avere il polso” del cliente<br />

diventerà un requisito: le priorità del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong><br />

cambieranno così rapidamente e ciò per cui i<br />

clienti pagheranno un prezzo aggiuntivo si<br />

concretizzerà così velocemente che, se non ci si<br />

tiene aggiornati, si sarà nei guai.<br />

QUINDI I CLIENTI SARANNO I GRANDI VINCITORI?<br />

Il consumatore vince al<strong>la</strong> grande in tutto questo,<br />

in quanto ogni cosa diventa per sempre più<br />

economica: <strong>la</strong> possibilità di confrontare i prezzi tra<br />

1.000 competitori piuttosto che so<strong>la</strong>mente tra 3 li<br />

abbasserà.<br />

96<br />

CHAMBERS:<br />

“Nient’altro se non<br />

e-Companies”<br />

Se non migliori <strong>la</strong> tua produttività,sei fuori dal gioco.<br />

Crediamo che nei prossimi tre anni il prezzo medio<br />

dei prodotti di consumo già so<strong>la</strong>mente in Gran<br />

Bretagna scenderà di una percentuale dal 10% al<br />

15%, quello di un’automobile scenderà del 30%.<br />

COME TRARRETE VANTAGGIO DAL MERCATO<br />

GLOBALE?<br />

Diffonderò le attività dell’azienda ovunque nel<br />

mondo, dove trovo <strong>la</strong> “giusta” infrastruttura, una<br />

forza <strong>la</strong>voro con <strong>la</strong> “giusta” formazione e il “giusto”<br />

governo favorevole.<br />

Questo lo posso già fare oggi con <strong>la</strong> tecnologia,<br />

ma non lo riesco ad attuare dal punto di vista<br />

sociale, non so ancora come gestirlo - ma dammi<br />

un decennio e avrò imparato estremamente bene.<br />

Questo è ciò che le persone non hanno ancora<br />

capito: si tratta di una competizione globale che<br />

ancora non abbiamo mai visto.<br />

QUALE RUOLO AVRÀ INTERNET NELLA GESTIONE<br />

DELL’AZIENDA DEL VENTUNESIMO SECOLO?<br />

Internet non è so<strong>la</strong>mente un grazioso tool per <strong>la</strong><br />

produttività: si tratta di sopravvivenza,è essenziale<br />

al futuro dell’azienda, determinerà se fra cinque<br />

anni sarai ancora direttore generale.<br />

La tecnologia è passata dall’essere un grazioso<br />

tool per <strong>la</strong> produttività al divenire <strong>la</strong> principale<br />

forza propulsiva del progresso. Durante questo<br />

processo <strong>la</strong> percentuale di capitale speso per <strong>la</strong><br />

tecnologia è passato da meno del 10% - al<strong>la</strong> metà<br />

degli anni Settanta - al 60% di oggi.<br />

COME CAMBIERANNO I PROCESSI DECISIONALI<br />

GRAZIE ALLA TECNOLOGIA E AL FLUSSO DI DATI PIÙ<br />

VELOCE?<br />

Ora posso chiudere i miei libri contabili in 24 ore;<br />

è da un mese che conosco l’ammontare dei miei<br />

capitali per questo week-end, conosco i costi e<br />

tutte le sue componenti, <strong>la</strong> mia redditività, le<br />

componenti di costo, i miei margini lordi: ciò che<br />

le persone non hanno ancora capito è che questa<br />

sarà l’applicazione di Internet a più grande ritorno<br />

economico perché, una volta che ottengo i miei<br />

dati in questo formato,ognuno dei miei dipendenti<br />

può prendere decisioni che altrimenti avrebbero<br />

dovuto arrivare fino al Presidente.<br />

E dopo <strong>la</strong> chiusura trimestrale, il singolo productline<br />

manager può esaminare dettagliatamente i<br />

margini lordi sui suoi prodotti, se sono sotto le<br />

aspettative, e determinare se ciò [sia dovuto] ai<br />

costi dei componenti o al fatto che gli Australiani<br />

stanno facendo ancora enormi campagne<br />

promozionali.<br />

La possibilità di prendere decisioni più velocemente


e a livelli aziendali inferiori si tradurrà in margini di<br />

profitto più alti: così,invece di avere una situazione<br />

in cui il CEO e il CFO prendono da 50 a 100 differenti<br />

decisioni in un trimestre, saranno i manager<br />

dell’intera organizzazione a prenderne milioni - le<br />

aziende che non si allineeranno a questo modello<br />

perderanno <strong>la</strong> loro competitività.<br />

PERÒ SE L’AUTORITÀ NEL PRENDERE DECISIONI SI<br />

DIFFONDE, TUTTO CIÒ NON RENDE ANCORA PIÙ<br />

IMPORTANTE RECLUTARE PROPRIO I “MIGLIORI”?<br />

Sappiamo da tempo che un ingegnere di c<strong>la</strong>sse<br />

“mondiale” con 5 pari grado può produrre di più<br />

che 200 ingegneri “comuni” - questo l’hanno ben<br />

compreso le aziende in fase di avviamento del<strong>la</strong><br />

Silicon Valley -,quindi il successo dipende dall’abilità<br />

di attrarre i talenti migliori e poi di togliere il disturbo,<br />

responsabilizzandoli.<br />

COSA CI VORRÀ PER MANTENERE CON SÉ I<br />

“MIGLIORI”?<br />

La ragione per <strong>la</strong> quale le persone stanno in<br />

un’azienda è che è un bel posto per <strong>la</strong>vorare - è<br />

come essere in una grande squadra sportiva: i<br />

giocatori veramente bravi vogliono stare con i loro<br />

simili.<br />

In secondo luogo, le persone amano <strong>la</strong>vorare per<br />

leader capaci,quindi è cruciale creare dei leader<br />

che godano del<strong>la</strong> stima del loro staff.<br />

In terzo luogo, stiamo <strong>la</strong>vorando per uno scopo<br />

più elevato che un “ipo” o un assegno? Il nostro<br />

scopo più elevato è cambiare il modo in cui il<br />

mondo agisce, <strong>la</strong>vora e gioca.<br />

QUAL È L’IMPATTO DI TALE EVOLUZIONE SUI<br />

PRINCIPALI PROBLEMI MONDIALI?<br />

Per <strong>la</strong> prima volta, abbiamo <strong>la</strong> possibilità di<br />

affrontare <strong>la</strong> povertà globale,abbiamo <strong>la</strong> possibilità<br />

di rieducare <strong>la</strong> maggior parte del mondo - se in<br />

Africa gli insegnanti stanno morendo di AIDS non<br />

ci sarebbe modo di formare <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione - e<br />

questo cambia veramente tutto.<br />

HA UN QUALSIASI CONSIGLIO PER UN LEADER CHE<br />

CERCA DI REINVENTARE LA SUA AZIENDA IN RETE?<br />

Crederci, gestir<strong>la</strong> e diffondere le proprie idee in<br />

tutta l’azienda non basta; bisogna diventarne i<br />

pa<strong>la</strong>dini! Bisogna mettere in pratica quelle idee!.<br />

CREDE ANCHE LEI CHE CI TROVIAMO NEL BEL MEZZO<br />

DI UNA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE CHE<br />

PORTERÀ A IMPONENTI CAMBIAMENTI NEL MODO<br />

IN CUI LE AZIENDE SONO GESTITE?<br />

C’è un detto - ogni generazione pensa di aver<br />

scoperto il sesso, e ti chiedi come siamo potuti<br />

RITORNO AL FUTURO<br />

arrivare a questo punto nell’umanità, se le<br />

generazioni precedenti non ne sapevano niente<br />

-; in ambito tecnologico ho una sensazione molto<br />

simile: abbiamo scoperto il potere trasformativo<br />

del<strong>la</strong> rete più innovativa e pensiamo che il mondo<br />

muterà completamente.<br />

Probabilmente, invece, sarebbe utile ritornare al<br />

passato e chiedersi se le ferrovie hanno cambiato<br />

il mondo: ovviamente,ci furono dei mutamenti nel<br />

modo in cui venivano organizzati il commercio e<br />

l’industria ma <strong>la</strong> vita rimase <strong>la</strong> stessa e anche il<br />

modo in cui le persone si re<strong>la</strong>zionavano l’una con<br />

l’altra rimase uguale.<br />

IMMAGINA CHE CI SARANNO GRANDI<br />

TRASFORMAZIONI NELLE ORGANIZZAZIONI<br />

AZIENDALI?<br />

Sì,ci sono cambiamenti nel modo in cui le aziende<br />

si organizzeranno tra loro e nel modo in cui si<br />

organizzeranno al loro interno - per quanto riguarda,<br />

ad esempio, <strong>la</strong> gestione delle catene di fornitura<br />

e il fatto che gli informatici stiano diventando una<br />

parte più ampia del<strong>la</strong> forza <strong>la</strong>voro - però sono<br />

cambiamenti graduali; alcuni possono essere stati<br />

accelerati ma non penso che stiamo assistendo ad<br />

una transizione di fase - come del ghiaccio che si<br />

trasforma in acqua.<br />

COSA PUÒ DIRCI DELLA TRASFORMAZIONE<br />

DELL’ECONOMIA GLOBALE?<br />

E’piuttosto significativa ma è in continua evoluzione.<br />

Facciamo un altro esempio: in che modo <strong>la</strong><br />

formazione dell’Unione Europea ha abolito i confini<br />

nazionali nel<strong>la</strong> società continentale più ampia nel<br />

mondo occidentale? <strong>la</strong> Francia è ancora <strong>la</strong> Francia<br />

e <strong>la</strong> Germania è ancora <strong>la</strong> Germania. Le cose<br />

sono cambiate ma nul<strong>la</strong> è cambiato; presumo<br />

che accadrà qualcosa di simile.<br />

MOLTI RITENGONO CHE LA VELOCITÀ DELLE<br />

TRANSAZIONI CAMBIERÀ DRASTICAMENTE IL MODO<br />

IN CUI ORA SI FANNO AFFARI.<br />

Questa storia del<strong>la</strong> velocità ha i suoi limiti: i cervelli<br />

non <strong>la</strong>vorano più velocemente; non è che lo<br />

scambio di idee effettivamente si velocizzi, è solo<br />

che accelera ciò che rallentava lo scambio.<br />

Quando si tratta del grosso del <strong>la</strong>voro del<strong>la</strong><br />

conoscenza, il ventunesimo secolo opera ancora<br />

come il ventesimo: si possono raggiungere le<br />

persone ventiquattr’ore su 24 ma queste non<br />

penseranno meglio o più celermente so<strong>la</strong>mente<br />

perché li hai raggiunti più velocemente. Il dare e<br />

l’avere rimangono un fattore limitante.<br />

97<br />

.


.<br />

RITORNO AL FUTURO<br />

PERÒ, ALMENO, SI PUÒ PESCARE TRA MAGGIORI<br />

SORGENTI INTELLETTUALI NEL MONDO.<br />

Questo è vero. Ma facciamo un’analogia tra ciò<br />

e il fatto che le banane del<strong>la</strong> Costa Rica possono<br />

essere consegnate al tuo negozio locale grazie ai<br />

trasporti moderni e alle navi container o che le<br />

fabbriche di Taiwan possono produrre <strong>la</strong> maggior<br />

parte dei PC degli Stati Uniti grazie a trasporti<br />

innovativi: i confini e le distanze sono stati annul<strong>la</strong>ti<br />

da reti precedenti, stiamo costruendo su tradizioni<br />

di produzione globale e di commercio globale<br />

che iniziarono quando le navi incominciarono ad<br />

attraversare gli oceani.<br />

Ma [questi sviluppi] non hanno sradicato <strong>la</strong> povertà<br />

o le ma<strong>la</strong>ttie, non erano poi così innovativi e<br />

rivoluzionari come pensiamo sia quello presente.<br />

HA ANCHE LEI PREOCCUPAZIONI A PROPOSITO<br />

DELLA FORZA LAVORO FUTURA?<br />

Penso che <strong>la</strong> forza <strong>la</strong>voro nelle nazioni<br />

industrializzate sia caratterizzata da una<br />

trasformazione fondamentale, quel<strong>la</strong> dal produrre<br />

beni a [fornire] informazioni e servizi.<br />

Il <strong>la</strong>voro nel campo dei servizi è molto umile e mal<br />

pagato e questo pone problemi orribili.<br />

Supponiamo che tutto ciò che sta in mezzo venga<br />

eliminato e <strong>la</strong> società sia [composta] da <strong>la</strong>voratori<br />

informatici pagati profumatamente e <strong>la</strong>voratori<br />

del settore dei servizi scarsamente remunerati:<br />

questo porterebbe a situazioni in cui gli standard<br />

di vita e i costi dei primi verrebbero imposti sui<br />

secondi.<br />

Abbiamo centri per l’assistenza infantile senza<br />

addetti, scuole senza insegnanti e dipartimenti di<br />

polizia senza poliziotti: non so proprio come finirà,<br />

ma sta diventando tutto molto problematico;<br />

tuttavia, tutti vogliono emu<strong>la</strong>re <strong>la</strong> Silicon Valley, e<br />

facendolo, trasformeranno il mondo in molteplici<br />

isole, tutte con gli stessi problemi.<br />

98<br />

GROVE:<br />

“Sono un pò<br />

scettico - i cervelli<br />

non <strong>la</strong>vorano più<br />

velocemente”<br />

APPALTANDO SEMPRE PIÙ LAVORO, IN CHE MISURA<br />

LE AZIENDE DIVENTERANNO VIRTUALI?<br />

Dare a terzi l’e<strong>la</strong>borazione dati, <strong>la</strong> produzione,<br />

“questo e quello”, implica che ci siano aziende<br />

che forniscono tale servizio,imprese che fanno del<br />

business rendendosi disponibili non solo a te ma<br />

anche ai tuoi concorrenti, quindi questa<br />

virtualizzazione del <strong>la</strong>voro diminuisce i vantaggi<br />

competitivi e porta al<strong>la</strong> rapida e diffusa produzione<br />

di base di tutto.<br />

Allo stesso tempo,il Web rende l’acquirente sempre<br />

più informato, così tanto da far diventare tali<br />

inefficienze di mercato molto difficili da gestire:<br />

come fai a costruire un’azienda in cui i tuoi<br />

acquirenti ti conoscono benissimo e in cui i tuoi<br />

fornitori danno le stesse identiche opportunità<br />

anche ai tuoi rivali? cosa rimane di ciò che ti<br />

contraddistingue dal punto di vista competitivo o<br />

del<strong>la</strong> tua fonte di valore o di quel cliché<br />

accademico che le vuoi avvolgere attorno?<br />

LE BUONE ORGANIZZAZIONI AVRANNO SEMPRE UN<br />

VANTAGGIO NELL’ATTRARRE E NEL MANTENERE<br />

PRESSO DI LORO LE PERSONE?<br />

Sì, quasi fino al punto in cui, più c’è una tendenza<br />

disgregativa del<strong>la</strong> forza <strong>la</strong>voro, più importante<br />

diventa gestire organizzazioni sane e vigorose che<br />

soddisfino le necessità degli individui.<br />

Le persone hanno bisogno di <strong>la</strong>vorare in team,c’è<br />

il desiderio di <strong>la</strong>vorare con gli altri e di gioire dei<br />

benefici del <strong>la</strong>voro e dei successi insieme a persone<br />

che godono degli stessi vantaggi: queste<br />

soddisfazioni sono importanti, oggi più che mai, e<br />

credo che rimarranno tali.<br />

CERTAMENTE LEI È MOLTO PIÙ EQUILIBRATO SULLE<br />

PROSPETTIVE DELL’AZIENDA DEL VENTUNESIMO<br />

SECOLO. ANDY, STA DIVENTANDO UN PO’ MUSONE<br />

INVECCHIANDO?<br />

Ho un cervello sinistro e un cervello destro.Il cervello<br />

sinistro è <strong>la</strong> parte del<strong>la</strong> tecnologia ed è molto<br />

eccitata,quello destro è un emisfero da manager.<br />

Sono sopravvissuto a 40 anni di management e in<br />

questi 40 anni le persone non sono cambiate,<br />

quindi sono un po’scettico; le nostre organizzazioni<br />

fondamentali sul<strong>la</strong> carta non sono cambiate - ai<br />

margini c’è più libertà organizzativa ma non è<br />

mutato molto più di questo.<br />

Ci sono stati cambiamenti: il cervello sinistro mi<br />

dice che essi sarebbero “galoppanti”,quello destro<br />

che, nel modo in cui gestiamo le organizzazioni, ci<br />

sono stati so<strong>la</strong>mente mutamenti lenti e graduali.

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