Paolo Ciulla, l'Artista Falsario - Provincia Regionale di Catania
Paolo Ciulla, l'Artista Falsario - Provincia Regionale di Catania
Paolo Ciulla, l'Artista Falsario - Provincia Regionale di Catania
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Cultura<br />
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○<br />
<strong>Paolo</strong> <strong>Ciulla</strong>, l’Artista <strong>Falsario</strong><br />
Le sue impeccabili<br />
banconote<br />
da 500 lire<br />
stupirono<br />
persino gli<br />
esperti della<br />
Banca d’Italia<br />
che non<br />
riuscivano a<br />
<strong>di</strong>stinguerle da<br />
quelle vere.<br />
Morì povero e<br />
solo come<br />
tanti altri<br />
geni maledetti<br />
Paolino <strong>Ciulla</strong>, o Pablo Ciula come lo<br />
chiamavano gli argentini, sembrò anticipare<br />
la rivoluzione culturale <strong>di</strong> un altro<br />
mau<strong>di</strong>t <strong>di</strong> provincia, quell’Antonio<br />
Bruno da Biancavilla che morirà appena<br />
un anno dopo la scomparsa del grande<br />
falsario <strong>di</strong> Caltagirone. Due dandy maledetti<br />
che finiranno i loro giorni in solitu<strong>di</strong>ne<br />
e in povertà. Ma mentre Bruno<br />
sarebbe <strong>di</strong>ventato l’esponente più importante<br />
della poesia futurista catanese, <strong>Paolo</strong><br />
<strong>Ciulla</strong> buttò alle ortiche il talento<br />
artistico per <strong>di</strong>ventare un appassionato<br />
rivoluzionario, che usò la sua arte come<br />
un’arma impropria, decidendo che i colori<br />
e le alchimie dei suoi esperimenti<br />
potevano essere usati per il più originale<br />
“colpo <strong>di</strong> stato” mai perpetrato nei confronti<br />
<strong>di</strong> una nazione civile: realizzare<br />
sol<strong>di</strong> falsi. E che sol<strong>di</strong>! Banconote raffinate,<br />
leggermente migliori <strong>di</strong> quelle realizzate<br />
dalla zecca della Banca d’Italia.<br />
<strong>Ciulla</strong> <strong>di</strong>ventò un mito, il protagonista<br />
in<strong>di</strong>scusso delle <strong>di</strong>cerie popolari catanesi,<br />
chiddu de sod<strong>di</strong> fausi, e per anni il suo<br />
processo verrà raccontato <strong>di</strong> bocca in<br />
bocca, da un palazzo barocco all’altro,<br />
dal Duomo alla Villa Bellini, in una via<br />
Etnea piena <strong>di</strong> umori brancatiani. Ma il<br />
grande falsario, prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare tale,<br />
le aveva tentate tutte per emergere da una<br />
Caltagirone in fermento, viva, ma pur<br />
sempre provinciale.<br />
Frequentò la scuola d’arte e si appassionò<br />
all’ideologia socialista, fino a <strong>di</strong>ventare<br />
un esponente <strong>di</strong> spicco del<br />
neopartito del circolo operaio, che nel<br />
1899 vincerà le elezioni in molti comuni<br />
siciliani. Un esperimento politico che<br />
durò 100 giorni, e riportò lo stato <strong>di</strong> cose<br />
ad un’inevitabile immobilismo gattopar<strong>di</strong>ano,<br />
e che fece maturare al giovane artista<br />
calatino l’idea <strong>di</strong> lasciare la Sicilia<br />
per seguire <strong>di</strong>rettamente i movimenti<br />
dell’avanguar<strong>di</strong>a parigina, animata dalla<br />
rivalità <strong>di</strong> due giganti come Mo<strong>di</strong>gliani<br />
e Picasso. Basterebbe questa prima fase<br />
delle vita <strong>di</strong> <strong>Ciulla</strong> per accendere le fantasie<br />
<strong>di</strong> un qualunque narratore <strong>di</strong> razza.<br />
Ci aveva provato nel 1984 Pietro<br />
Nicolosi, ex cronista de “La Sicilia” con<br />
il suo “<strong>Paolo</strong> <strong>Ciulla</strong>, il falsario” e<strong>di</strong>to dalla<br />
catanese Tringale, a metà tra il saggio e il<br />
<strong>Catania</strong> PROVINCIA Eurome<strong>di</strong>terranea<br />
plot poliziesco, ma è la scrittrice calatina<br />
Maria Attanasio ad ultimare un percorso<br />
creativo e coraggioso con “Il falsario<br />
<strong>di</strong> Caltagirone”, pubblicato dalla Sellerio.<br />
L’autrice parte dai movimenti culturali<br />
che animarono il conterraneo <strong>Paolo</strong>, per<br />
imbastire una trama narrativa, che a ritroso,<br />
ripercorre gli ultimi giorni del geniale<br />
falsario.<br />
La rivoluzione che compie <strong>Ciulla</strong> non è<br />
solo legata al misfatto delle banconote<br />
false, ma è anche caratterizzata da una<br />
<strong>di</strong>versità sessuale ed esistenziale che lo<br />
porteranno ad un graduale isolamento.<br />
Così la Parigi <strong>di</strong> inizio secolo sarà un pretesto<br />
per raccontare non solo le vicende<br />
artistiche del copista siciliano al Louvre,<br />
ma anche il suo furore <strong>di</strong> artista <strong>di</strong>verso<br />
che non riuscirà mai a placare i suoi ardori<br />
sentimentali, a <strong>di</strong>scapito delle sue<br />
opere che verranno sistematicamente<br />
<strong>di</strong>strutte ed ignorate. La Attanasio in una<br />
escalation progressiva del suo protagonista,<br />
ci fa ritrovare <strong>Paolo</strong> <strong>Ciulla</strong> in una<br />
Buenos Aires minata da sommovimenti<br />
politici. Rinchiuso in manicomio per<br />
violenza, lì avrà la forza <strong>di</strong> <strong>di</strong>pingere “Il<br />
trionfo dell’Argentina” che raffigurava<br />
una donna alata simile all’amata Anna<br />
Kulischoff, ma qualche mese prima aveva<br />
collaudato la sua maestria <strong>di</strong> falsario<br />
con la realizzazione delle banconote da<br />
500 pesos. Ma fu quando tornò in Sicilia<br />
che l’artista ribelle compì il suo capolavoro:<br />
“Una pioggia <strong>di</strong> benefiche e anonime<br />
banconote da 500 lire entrò tra la<br />
primavera del 1920 e l’autunno del 1922<br />
nelle case <strong>di</strong> molti bisognosi <strong>di</strong> <strong>Catania</strong><br />
e della provincia…si posarono su tram<br />
carrozze treni carretti piroscafi, percorrendo,<br />
nelle consapevoli mani <strong>di</strong> spacciatori<br />
e in quelle inconsapevoli <strong>di</strong> commercianti<br />
ed emigranti, il vecchio e il<br />
nuovo mondo. Nessuno ebbe mai il sospetto<br />
che fossero false”.<br />
La scoperta, l’arresto, e il processo sancirono<br />
la definitiva grandezza <strong>di</strong> <strong>Ciulla</strong>, l’originale<br />
rivoluzionario che si era permesso<br />
<strong>di</strong> sbeffeggiare il potere realizzando meravigliose,<br />
ma non vere, carte denaro.<br />
Domenico Trischitta<br />
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○<br />
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○<br />
30
31<br />
Cultura<br />
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○<br />
La Fonte Maimonide, Scrigno <strong>di</strong> Salute<br />
Paternò, sin dai tempi più antichi, ha avuto appellativi<br />
gratificanti, tra cui “Città dalle mille fonti<br />
d’acqua”, perché nel suo territorio (un tempo assai<br />
vasto) sgorgavano tante sorgenti, che consentivano<br />
ogni tipo <strong>di</strong> coltivazione. Ciò fece attribuire<br />
l’altro appellativo <strong>di</strong> “Città fertilissima”.<br />
Il convogliamento delle acque <strong>di</strong> varie sorgive<br />
(Maimonide, Fontana Grande, Monafria, Para<strong>di</strong>so,<br />
Tirafiato, Jungo, Vana) consentiva il funzionamento<br />
<strong>di</strong> una decina <strong>di</strong> mulini <strong>di</strong>slocati tra la<br />
periferia ovest della città e la riva sinistra del Simeto.<br />
La sorgente più magnificata era la “Maimonide”<br />
(detta “acqua grassa”), sita alla periferia ovest dell’abitato<br />
e classificata tra le acque minerali con caratteristiche<br />
“acidulo – alcalino e magnesiaco ferruginosa”,<br />
assai gra<strong>di</strong>ta al palato e denominata anche<br />
“Tesoro della salute” per la cura <strong>di</strong> varie malattie.<br />
Dal ‘500 alla prima metà del ‘900 parecchi stu<strong>di</strong>osi<br />
hanno lasciato opere per elogiare l’acqua<br />
grassa, terapeutica, ad uso potabile e nei bagni<br />
nonché esportata a <strong>Catania</strong> ed in altri città e comuni<br />
siciliani.<br />
Da oltre mezzo secolo quest’acqua non è più potabile<br />
per la presenza <strong>di</strong> sostanze chimiche usate<br />
nella coltivazione dei terreni circostanti e per gli<br />
scarichi dei rifiuti liqui<strong>di</strong> delle nuove abitazioni e<br />
opifici costruiti a monte. La letteratura su questa<br />
fonte lascia a desiderare in or<strong>di</strong>ne all’origine del<br />
nome “Maimonide”, che, secondo alcuni, deriva<br />
dalla presenza a Paternò del condottiero spagnolo<br />
Gaito Maimone e, secondo altri, dalla presunta<br />
presenza nella fonte <strong>di</strong> una scimmia favolistica<br />
“gattomammone”.<br />
Il prof. Santi Correnti, già docente <strong>di</strong> Storia della<br />
Sicilia nell’Università <strong>di</strong> <strong>Catania</strong>, ha dato alle stampe<br />
oltre cento opere interessanti, tra cui una storia<br />
<strong>di</strong> Paternò (“Paternò” – ed. Tringale – 1983), nella<br />
quale fa derivare il nome “Maimonide” dalla<br />
favola, scartando il celebre me<strong>di</strong>co arabo<br />
Maimonide, pur ammettendo che questi “si occupò<br />
<strong>di</strong> acque terapeutiche, come quelle <strong>di</strong> Fiuggi”.<br />
Lo scrivente sostiene che la fonte <strong>di</strong> quest’acqua<br />
tanto portentosa, in grado <strong>di</strong> guarire varie malattie,<br />
ben poteva essere intitolata ad un famoso<br />
me<strong>di</strong>co del basso me<strong>di</strong>oevo Maimonide, rimasto<br />
celebre, fino ad oggi per aver curato tante malattie,<br />
<strong>di</strong>venendo un pioniere della me<strong>di</strong>cina moderna:<br />
sconsigliando l’abuso <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine e consigliando<br />
norme <strong>di</strong> prevenzione, principalmente col<br />
rispetto dell’igiene.<br />
Di recente la fonte Maimonide è stata ristrutturata<br />
con la realizzazione <strong>di</strong> un progetto moderno, che<br />
assomma in sé eleganza e funzionalità, però l’ac-<br />
qua non è potabile perché sprovvista <strong>di</strong> depuratore.<br />
Mosè Maimonide è la traduzione latinizzata <strong>di</strong><br />
Mosheh ben Maymon, ebreo <strong>di</strong> origine spagnola,<br />
nato a Cordova il 30 marzo 1138 (1135, secondo<br />
stu<strong>di</strong> più recenti), figlio <strong>di</strong> un giu<strong>di</strong>ce del tribunale<br />
rabbinico, noto come buon conoscitore della<br />
matematica e dell’astronomia. Dal padre apprese<br />
molte nozioni scientifiche, i fondamenti della Torah<br />
(dottrina rivelata da Dio a Mosè), del Talmud (dottrine<br />
ed insegnamenti ebraici). Inoltre da maestri<br />
arabi apprese la me<strong>di</strong>cina e la filosofia.<br />
Motivi <strong>di</strong> settarismo religioso costrinsero<br />
Maimonide e la sua famiglia all’esilio in altra provincia<br />
della Spagna (1148), a Fez nel Marocco<br />
(1160). Qui egli approfondì lo stu<strong>di</strong>o della me<strong>di</strong>cina<br />
araba, nota come la più evoluta dell’epoca.<br />
Poi si trovò nel quartiere Fustat de Il Cairo. In<br />
questo periodo egli perse il padre e il fratello (quest’ultimo<br />
commerciante <strong>di</strong> preziosi) e venne a trovare<br />
sulle spalle il peso del mantenimento della<br />
famiglia. Intraprese la professione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>co,<br />
<strong>di</strong>ventando così famoso da essere chiamato anche<br />
come me<strong>di</strong>co alla corte <strong>di</strong> Sala<strong>di</strong>no (Al Malik<br />
Al Afdal Sala<strong>di</strong>n), Vier d’Egitto e riuscendo ad<br />
armonizzare tra loro me<strong>di</strong>cina, religione e filosofia.<br />
Si spense il 13 <strong>di</strong>cembre 1204.<br />
Maimonide lasciò molte opere <strong>di</strong> rilievo, tra le quali<br />
“Guida dei perplessi” del 1190, “Tre<strong>di</strong>ci articoli<br />
<strong>di</strong> fede”, “Trattatelli me<strong>di</strong>ci su asma, emorroi<strong>di</strong>,<br />
veleni, rapporti sessuali, …..”, “Guida della buona<br />
salute”, “Libro dei veleni e degli antipo<strong>di</strong>”.<br />
Nel Duemila (13 e 14 giugno) a Milano il Convegno<br />
“Maimonide e il suo tempo” ha testimoniato<br />
l’attualità del Nostro.<br />
Angelino Cunsolo<br />
Un ritratto <strong>di</strong> Mosheh ben<br />
Maymon, meglio conosciuto<br />
come Mosè Maimonide<br />
Sotto una veduta storica della<br />
Fonte Maimoide <strong>di</strong> Paternò<br />
<strong>Catania</strong> PROVINCIA Eurome<strong>di</strong>terranea<br />
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○<br />
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
Cultura<br />
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○<br />
Fioriscono le Note <strong>di</strong> Zagara<br />
C’è tutta la filosofia del nuovo corso della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Catania</strong> e del suo presidente Raffaele Lombardo in tema<br />
<strong>di</strong> rivalutazione e apprezzamento della cultura popolare<br />
siciliana ed etnea: “Le piccole note <strong>di</strong> zagara”, allora, il<br />
colorato festival della canzone per bambini, ha rappresentato<br />
un ulteriore apprezzato tassello in questo percorso virtuoso<br />
tutto imperniato nella riscoperta della “sicilianità”.<br />
“Abbiamo assistito – ha sottolineato il presidente Raffaele<br />
Lombardo - a una delle manifestazioni più belle che questa<br />
Amministrazione abbia organizzato, assieme alla rassegna<br />
del teatro <strong>di</strong>alettale, dei mesi scorsi. I veri protagonisti<br />
sono stati gli alunni delle scuole <strong>di</strong> <strong>Catania</strong> e provincia,<br />
che hanno <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> amare e <strong>di</strong> voler conoscere la<br />
lingua siciliana, una lingua degna <strong>di</strong> essere riscoperta e tramandata.<br />
Questo festival canoro, ha <strong>di</strong>mostrato il forte<br />
interesse culturale che esiste nei confronti della lingua siciliana<br />
e ci auguriamo che proprio dalla scuola e dai docenti<br />
partano esempi concreti <strong>di</strong> riscoperta e <strong>di</strong> insegnamento<br />
<strong>di</strong> quello che non deve essere considerato un semplice<br />
<strong>di</strong>aletto”.<br />
E dunque, dopo il teatro in lingua siciliana, che ha contrassegnato<br />
recentemente le attività culturali dell’Ente, con<br />
convincenti apprezzamenti da parte <strong>di</strong> critica e pubblico,<br />
l’assessorato provinciale alle Politiche culturali, guidato da<br />
Serafina Perra, ha ideato e realizzato un evento <strong>di</strong> grande<br />
valenza al quale hanno aderito, con entusiasmo, <strong>di</strong>verse scuole<br />
del territorio.<br />
“Le piccole note <strong>di</strong> zagara”, nella semplicità dei suoi protagonisti<br />
assoluti, ossia i bambini, è stato un successo pieno,<br />
nell’azione <strong>di</strong> recupero e costante rivalutazione della<br />
lingua e dei costumi siciliani, agendo da collante per le<br />
variegate realtà culturali della provincia. La famiglia, il gioco<br />
e l’infanzia, il lavoro, il tempo libero; e ancora, la campagna<br />
e i suoi riti ancestrali, l’incedere delle stagioni, la tra<strong>di</strong>zione<br />
dei cunti antichi. A legare tutto, come sottile filo<br />
d’Arianna, una lingua viva, attuale, proprio quel siciliano,<br />
vera icona <strong>di</strong> un popolo indomito.<br />
Venti le scuole che sono salite sul palco, alle Ciminiere <strong>di</strong><br />
<strong>Catania</strong>, con un totale <strong>di</strong> 1.350 bambini iscritti: la manifestazione<br />
canora, non competitiva, è stata de<strong>di</strong>cata principalmente<br />
ai motivi siciliani collegati alle tra<strong>di</strong>zioni agricole<br />
e ai temi popolari, nella riscoperta delle ra<strong>di</strong>ci della<br />
nostra Isola. La prima e<strong>di</strong>zione si è svolta in quattro giornate,<br />
dal 21 al 25 maggio e vi hanno partecipato le scuole:<br />
XX Settembre, Coppola, G. Verga, Battisti, Santi Giuffrida<br />
<strong>di</strong> <strong>Catania</strong>, Rossi <strong>di</strong> Aci Catena, Rodari <strong>di</strong> Acireale, Circolo<br />
<strong>di</strong>dattico <strong>di</strong> Aci S. Antonio, Santi Giuffrida <strong>di</strong> Adrano, Nicola<br />
Spedalieri <strong>di</strong> Bronte, Rosario Livatino <strong>di</strong> Fiumefreddo,<br />
I Circolo <strong>di</strong>dattico <strong>di</strong> Giarre, Giuseppe Fava <strong>di</strong> Mascalucia,<br />
Leonardo Sciascia <strong>di</strong> Misterbianco, Gravina <strong>di</strong> Ramacca,<br />
Giovanni Verga <strong>di</strong> Riposto, De Amicis <strong>di</strong> Tremestieri, Giovanni<br />
Verga <strong>di</strong> Viagrande e il Circolo <strong>di</strong>dattico <strong>di</strong> Zafferana.<br />
<strong>Catania</strong> PROVINCIA Eurome<strong>di</strong>terranea<br />
“Abbiamo imparato tanto da questi piccoli talenti che si<br />
sono esibiti sul palco delle Ciminiere – ha sottolineato,<br />
con evidente sod<strong>di</strong>sfazione, l’assessore Serafina Perra – perché<br />
è soprattutto grazie a loro se l’Au<strong>di</strong>torium è stato ogni<br />
giorno stracolmo <strong>di</strong> pubblico, oltre che <strong>di</strong> genitori e insegnanti.<br />
L’esito è stato travolgente”.<br />
Direttore artistico del festival è stato l’apprezzato cantastorie<br />
siciliano Luigi Di Pino; presentatrice, Francesca Cuffari.<br />
Nel repertorio, i piccolissimi interpreti, alcuni in abiti tra<strong>di</strong>zionali,<br />
non hanno fatto mancare i classici isolani, quali:<br />
“Ciuri ciuri”, “Sicilia antica”, “Pampina <strong>di</strong> l’alivu”, “Arance<br />
<strong>di</strong> Sicilia”, “Vitti ‘na crozza”, “Si maritau Rosa”, “E vui<br />
durmiti ancora”.<br />
Alla premiazione, oltre al presidente Raffaele Lombardo e<br />
all’assessore Serafina Perra, sono intervenuti l’assessore provinciale<br />
allo Sviluppo economico, Gioacchino Ferlito, il<br />
consigliere provinciale Salvo Pace, la consulente per le Politiche<br />
culturali e tra gli organizzatori dell’evento, Lucia<br />
Navarria, e alcuni rappresentanti dei Comuni dell’hinterland,<br />
tra cui il sindaco e l’assessore alla Cultura <strong>di</strong><br />
Tremestieri Etneo, Salvatore Giuffrida e Carlo Maugeri.<br />
A concludere la manifestazione è stato il noto cantautore<br />
siciliano Vincenzo Spampinato, che ha cantato con i piccoli<br />
artisti il brano “Madre Terra”, inno ufficiale della Regione<br />
Siciliana.<br />
“La nostra provincia – ha concluso l’assessore Perra - assomiglia<br />
davvero a uno scrigno che custo<strong>di</strong>sce bellezze inesauribili.<br />
Il patrimonio ambientale, naturalistico e architettonico<br />
si coniuga a quello culturale e in questo unicum<br />
magico e prezioso innestiamo gli spunti per una<br />
valorizzazione, la più completa possibile, in<strong>di</strong>rizzando i<br />
ragazzi e i giovani verso un mondo <strong>di</strong> ispirata tra<strong>di</strong>zione<br />
che riceveranno in stupenda ere<strong>di</strong>tà”.<br />
Marcello Proietto <strong>di</strong> Silvestro<br />
Il presidente Lombardo e l’assessore Perra<br />
con alcuni piccoli protagonisti del festival canoro<br />
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○<br />
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○<br />
32
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○<br />
La Voce dell’Anima Siciliana<br />
Di Rosa Balistreri ama tutto: le piace la<br />
sua voce, la incuriosisce la sua vita tribolata,<br />
è attratta dal personaggio, e spesso<br />
canta le sue canzoni. Ma avverte: niente<br />
paragoni, io mi chiamo Laura De Palma.<br />
“Abbiamo due storie <strong>di</strong>fferenti – spiega<br />
la cantante popolare catanese – lei si definiva<br />
la “cantatrice” del sud, era straor<strong>di</strong>naria.<br />
Io, però, gestisco la mia voce in<br />
maniera <strong>di</strong>versa. Ho stu<strong>di</strong>ato canto, ho<br />
ottenuto il compimento inferiore <strong>di</strong> canto<br />
lirico. Ho stu<strong>di</strong>ato tecnica vocale”.<br />
Eppure proprio a lei è stato assegnato nel<br />
2002 il premio “Rosa Balistreri” come<br />
migliore interprete della nota cantante <strong>di</strong><br />
musica popolare siciliana. “Quando l’ho<br />
saputo ero davvero felice – racconta Laura<br />
De Palma – Ricevere un premio a lei<br />
de<strong>di</strong>cato è un onore grande che mi ripaga<br />
dei tanti sacrifici”.<br />
Incuriosisce il mondo in cui lo <strong>di</strong>ce. Quali<br />
sacrifici? “Purtroppo avere una bella voce<br />
spesso non basta, ci vuole un pizzico <strong>di</strong><br />
fortuna e gli incontri giusti”. Qualche<br />
rimpianto quin<strong>di</strong> c’è? “Sì, l’hanno scorso<br />
per mancanza <strong>di</strong> finanziamenti abbiamo<br />
dovuto rinunciare ad un concerto in America.<br />
E c’è in forse anche una tappa in<br />
Germania del musical “Noi tra storia e<br />
leggenda”. A quello tengo molto”.<br />
Ma, nonostante tutto, c’è qualche grazie<br />
da dare. Uno va all’assessore provinciale<br />
alle politiche culturali Serafina Perra. “Ha<br />
fatto tanto – sottolinea – Ci ha sostenuti<br />
e continua a farlo”.<br />
Non scrive canzoni da qualche mese Laura<br />
De Palma, per il momento pensa al suo<br />
musical, pronto a girare per la Sicilia. “E’<br />
il racconto <strong>di</strong> un sogno – racconta – la<br />
protagonista viaggia nel tempo, va dai<br />
tempi <strong>di</strong> Ducezio alla cavalleria<br />
rusticana”. Ambientata a Mineo la rappresentazione<br />
teatrale, per la regia <strong>di</strong> Armando<br />
Sciuto e con le coreografie <strong>di</strong><br />
Angela Marchese, si avvale <strong>di</strong> un cast <strong>di</strong><br />
venticinque tra attori e ballerini, più un<br />
“cuntastorie, Enrico Manna”. “Nel musical<br />
ho inserito canzoni prese dalla tra<strong>di</strong>zione<br />
popolare siciliana ma non solo –<br />
afferma la cantante – ci sono anche canzoni<br />
che ho composto io. I miei brani si<br />
allontanano molto dalla tra<strong>di</strong>zione, sono<br />
33<br />
musiche travolgenti suonate da strumenti<br />
tipici <strong>di</strong> un’orchestra, ci sono violini,<br />
percussioni, chitarre. Volevo creare qualcosa<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>verso, <strong>di</strong> più moderno, utilizzando<br />
tonalità maggiori mentre la musica<br />
popolare è spesso realizzata con tonalità<br />
minori”.<br />
Laura De Palma ama la Sicilia da sempre.<br />
Difficile che non contagiasse chi le<br />
vive accanto. “Partirò presto per la Germania<br />
con i miei due figli e mio marito –<br />
ci <strong>di</strong>ce – rappresenteremo <strong>Catania</strong> durante<br />
una festa popolare me<strong>di</strong>evale. Saremo<br />
in cinque: io, i miei gemelli Flaminia e<br />
Dario, mio marito Nunzio e Giuseppe<br />
Albano”.<br />
Di progetti in cantiere ne ha tanti, adesso<br />
aspetta il momento e la fortuna adeguata<br />
per poterli realizzare. E tutti sono<br />
un’ode alla sua terra natìa.<br />
Alessandra Bonaccorsi<br />
Cultura<br />
Laura De Palma,<br />
vincitrice<br />
del Premio Rosa<br />
Balistreri,<br />
interpreta<br />
al meglio la<br />
tra<strong>di</strong>zione<br />
canora popolare<br />
Laura De Palma sul palcoscenico<br />
del musical “Noi... tra<br />
storia e leggenda”.<br />
In basso il “cantastorie” Enrico<br />
Manna<br />
<strong>Catania</strong> PROVINCIA Eurome<strong>di</strong>terranea<br />
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○<br />
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○