Disiecta membra - Soprintendenza archeologica di Roma ...
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A Lavinio, dove nell’ambito «dei suoi gran<strong>di</strong><br />
santuari facilmente poterono essere recepiti<br />
motivi dell’epos omerico» 37 , sarebbe stata la<br />
presenza <strong>di</strong> un’antica <strong>di</strong>vinità dai lineamenti<br />
indefiniti e connessa con il fiume Numico 38 , il<br />
Pater In<strong>di</strong>ges 39 , l’elemento catalizzatore, con la<br />
sua identificazione e personalizzazione con<br />
Enea 40 , nel favorire alla fine del IV secolo<br />
l’accoglimento sostanziale e la trasmissione a<br />
<strong>Roma</strong> 41 dell’epos dell’eroe troiano, che, oltre<br />
ad essere venerato come Lar Aenias (Aeneas<br />
heros) 42 , a identificazione completata, ricevette<br />
un culto come Aeneas In<strong>di</strong>ges 43 Pater<br />
In<strong>di</strong>ges 44 , Iuppiter In<strong>di</strong>ges 45 o semplicemente<br />
In<strong>di</strong>ges 46 .<br />
Il tempio a capanna (kali£j) 47 che ospitava i<br />
Penati a Lavinio, interdetto agli stranieri e<br />
fondato da Enea all’interno della città sull’alto<br />
del colle, lì dove la scrofa destinata al sacrificio<br />
si era gettata a terra e poi, dopo aver partorito i<br />
trenta maialini, era stata immolata agli qeoˆ<br />
patrùoi 48 , è rappresentata sui rovesci <strong>di</strong> un<br />
medaglione <strong>di</strong> Adriano 49 e <strong>di</strong> due <strong>di</strong> Antonino<br />
Pio 50 . Nel suo adyton, secondo Timeo 51 , come<br />
riportato da Dionigi 52 , le <strong>di</strong>vinità erano<br />
custo<strong>di</strong>te sotto forma <strong>di</strong> caducei in ferro e<br />
bronzo 53 e <strong>di</strong> un vaso <strong>di</strong> fabbricazione<br />
troiana 54 . Tali Penati aniconici 55 per F. Zevi 56<br />
sarebbero appartenuti ad un corredo funerario,<br />
«anzi, senz’altro a quello della tomba del Pater<br />
In<strong>di</strong>ges, ritrovati in uno degli interventi<br />
manumissori, e certamente non più capiti nella<br />
loro funzione reale, bensì immaginosamente<br />
interpretati conformemente a quella che si<br />
riteneva la natura del <strong>di</strong>vino progenitore del<br />
tumulo» e quin<strong>di</strong> collocati tra i sacra <strong>di</strong><br />
Lavinio.<br />
13<br />
Mentre nella città latina gli <strong>di</strong>i Penates erano<br />
venerati nella kali£j, a <strong>Roma</strong> i Penates<br />
Publici lo erano certamente nel santuario posto<br />
sulla Velia e forse, se essi si identificavano con<br />
i sacra aniconici custo<strong>di</strong>ti nei penetrali del<br />
tempio <strong>di</strong> Vesta, mai definiti Penates, anche<br />
nella aedes <strong>di</strong> questa dea 57 .<br />
Se la più antica testimonianza del santuario<br />
veliense, posto nella tra<strong>di</strong>zione in relazione alla<br />
domus <strong>di</strong> Tullo Ostilio o in coincidenza <strong>di</strong><br />
essa 58 , è conservata nella redazione<br />
me<strong>di</strong>orepubblicana della lista dei sacrari degli<br />
Argei, relativamente al sesto sacello 59 dei 24 o<br />
27 che la processione del 17 marzo toccava<br />
attraversando le quattro regioni serviane 60 , la<br />
datazione del culto, che non va annoverato tra<br />
quelli «antichissimi, legati ai primor<strong>di</strong> della<br />
città, alla sua origine» 61 , oscilla, insieme a<br />
quelli del tempio, dal VII al III secolo a. C.<br />
F. Zevi 62 , con l’affermare la cronologia più<br />
alta, vede in quelle della Velia, non solo per<br />
l’ubicazione, ma anche per l’antichità delle<br />
statue <strong>di</strong> culto, giu<strong>di</strong>cate da Dionigi 63 <strong>di</strong> arte<br />
arcaica 64 , le immagini dei Penati <strong>di</strong> Alba,<br />
trasportate a <strong>Roma</strong> da Tullo Ostilio e sistemate<br />
nella sua casa dopo la <strong>di</strong>struzione della città ed<br />
il trasferimento dei suoi abitanti a <strong>Roma</strong> 65 . In<br />
tal modo, il culto, <strong>di</strong> origine privata e legato<br />
alla persona del re, sarebbe <strong>di</strong>venuto<br />
pubblico all’inizio dell’età repubblicana 66 .<br />
L’identificazione con i Penati <strong>di</strong> Alba 67 - sulla<br />
cui reale presenza nella città latina mancano<br />
testimonianze nelle fonti - e una cronologia<br />
così antica del tempio sono respinte da F.<br />
Castagnoli 68 , che pensa alla creazione <strong>di</strong> uno<br />
specifico santuario rispetto alla aedes Vestae<br />
forse tra il 292 ed il 219 a , anni che<br />
corrispondono ad una lacuna del testo liviano.