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Lezione n. 8

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MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA<br />

Anno Accademico 2011/2012<br />

Docente Patrizia Gioia<br />

patrizia.gioia@comune.roma.it<br />

LEZIONE 8:<br />

• Siti e Parchi archeologici<br />

• dal riconoscimento, alla tutela,<br />

alla valorizzazione


MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA<br />

Anno Accademico 2011/2012<br />

Docente Patrizia Gioia<br />

patrizia.gioia@comune.roma.it<br />

VISITA AL SEPOLCRO DEGLI SCIPIONI:<br />

Martedì 8 maggio<br />

Ore 11<br />

Via di Porta San Sebastiano 9<br />

http://www.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/roma_antica/monumenti/sepolcro_degli_scipioni


Qual è il rischio del “non uso”?<br />

«Mo’ s’ariscava ar Campidojo; e, amico,<br />

già so’ du’ vorte o tre che cianno provo.<br />

Ma io, pe’ parte mia, poco me movo,<br />

perch’io nun so più io quanno fatico.<br />

E lo sapete voi cosa ve dico<br />

de tutti ‘sti frantumi ch’hanno trovo?<br />

Che manneno a fa’ fotte er monno novo,<br />

pe’ le cojonerie del monno antico!<br />

Ve pare un ber procede da cristiani<br />

d’empì de ‘ste pietracce ogni cantone?<br />

Perché addosso ce piscino li cani?<br />

Inzomma, er Zanto-Padre è un gran cojone<br />

a da’ retta a ‘sti arcoggioli romani<br />

ch’arinegheno Cristo pe’ Nerone».<br />

(Giuseppe Gioacchino Belli)


Per evitare ciò che Belli temeva ed in molti casi si è verificato, anche in<br />

“tempi moderni”, bisogna avere le idee chiare già al momento dello<br />

scavo ed un progetto che esalti e renda comprensibile il passato in<br />

armonia con il presente.<br />

Dunque un progetto di valorizzazione


Valorizzare è comunicare<br />

Tutti gli strumenti sono validi.<br />

Dai più tradizionali quali pannelli esplicativi e didascalie


Quando il visitatore è fortunato (perché non sempre questi tradizionali supporti<br />

sono presenti nei musei!), può trovare pannelli esplicativi e didascalie ,<br />

essenzialmente basati sulla comunicazione scritta, talvolta integrata da immagini<br />

correlate.<br />

Questi strumenti di comunicazione costituiscono comunque una mediazione tra<br />

gli oggetti (siti o collezioni) e pubblico, che non sempre è in possesso della<br />

“cultura” specifica necessaria alla comprensione di ciò che vede.<br />

NO! SI!


In particolare nei siti archeologici si ha la sensazione che essi<br />

PARLINO DA SOLI, e che basti la semplice osservazione per<br />

avere la comprensione<br />

NO! SI!


Poiché ciò è sostanzialmente falso, eccetto che per i singoli esperti dei vari settori<br />

di studio, è fondamentale individuare, di volta in volta, gli strumenti comunicativi<br />

più adatti.<br />

Ricostruzioni<br />

Postazioni interattive<br />

Diorami


Siti Internet


Blog


Anche se in campo comunicativo tutti i sensi sono<br />

importanti, gli strumenti comunicativi più efficaci sono di<br />

carattere visivo e/o interattivo:


Ricostruzioni virtuali


Ricostruzioni virtuali


La ricostruzione dei monumenti, oggi arrivata alle sofisticatezze del virtuale, è<br />

metodo antico<br />

La storia del plastico ricostruttivo di<br />

Roma in età costantiniana (IV secolo<br />

d.C.) inizia nel 1933 con la<br />

rappresentazione del solo centro<br />

monumentale, nell'ambito<br />

dell'allestimento della Mostra<br />

Augustea della Romanità (1937). Il<br />

plastico fu realizzato dall'architetto<br />

Italo Gismondi nell'ex pastificio<br />

Pantanella che utilizzò tutte le fonti<br />

disponibili a partire dalla Forma Urbis<br />

di Rodolfo Lanciani.


Le ricostruzioni sono state<br />

utlizzate in ogni epoca per<br />

cercare di comprendere meglio i<br />

resti antichi


La ricostruzione non è solo divulgazione e didattica ma è interpretazione scientifica<br />

Ogni scavo, ogni monumento, va compreso ed interpretato. Ogni interpretazione si basa su<br />

ipotesi (ed è quindi probabilistica), che si fondano però sui dati noti in quel momento e<br />

quindi su basi scientificamente corrette.


Ma ….. fin quando si tratta di ipotesi sulla carta o virtuali, che possono essere<br />

riformulate in qualunque momento è una cosa. Quando invece si tratta di<br />

intervenire concretamente i problemi sono decisamente diversi!<br />

I siti archeologici vanno ovviamente restaurati. Una lunga storia di dibattito teorico,<br />

che inizia già alla fine dell’800, vede come interpreti essenzialmente due scuole di<br />

pensiero.<br />

Restauro conservativo o ricostruttivo??<br />

?


Il restauro conservativo può limitarsi al consolidamento dell’esistente<br />

= TUTELA


Fino a giungere alla protezione della materia attraverso coperture<br />

finalizzate alla migliore conservazione.<br />

Dolmen a Frisari di Bisceglie<br />

Le coperture possono però anche<br />

“valorizzare” un monumento o<br />

un’area archeologica facendola<br />

vedere nel miglior modo possibile<br />

Necropoli di San Paolo F.L.M. Roma ARCH. Francesco Cellini


Le opere di copertura non sono quindi collegate alla comprensione<br />

monumento, e possono essere comunque opere di grande architettura<br />

Campidoglio: Marco aurelio (Aymonino)


Il dibattito antico ma attuale è: anastilosi e/o ricostruzioni di vario tipo o<br />

rispetto della storicità del rudere?<br />

?<br />

Già negli anni ‘60 Franco Minissi proponeva, in un contesto peraltro molto<br />

ben conservato, di suggerire con strutture moderne e assolutamente<br />

distinguibili le volumetrie dei luoghi.<br />

Talvolta infatti i resti antichi ridotti a frammenti di parti murarie non riescono<br />

a darci l’idea di trovarsi all’interno di un luogo piuttosto che all’esterno.


Villa del Casale a Piazza Armerina (F. Minissi)


VEIO TEMPIO DI "APOLLO" RIFACIMENTO STILIZZATO<br />

Esperienze ricostruttive<br />

Arch. Franco Ceschi<br />

Crypta Balbi


Le ricostruzioni costituiscono certamente uno strumento di comunicazione immediata<br />

della realtà antica, trasformando ruderi e frammenti in “spazi” comprensibili.<br />

Cosa fare, di volta in volta, è scelta dell’archeologo a seconda delle circostanze,<br />

ponendosi sempre le domande fondamentali: perché e per chi?<br />

Anche resti poco imponenti monumentalmente possono essere musealizzati e può<br />

valere la pena investire se ciò ha un valore storico scientifico e sociale.


Il COME lo decide l’architetto<br />

Ma il COSA è sempre compito dell’archeologo


I temi affrontati fin qui quindi sono:<br />

Separare o integrare?<br />

Conservare o ricostruire?<br />

Le risposte possono essere differenti:<br />

Nelle città<br />

Nei parchi


I Parchi archeologici


•1. Musei e Parchi: le definizioni,<br />

le similitudini e le differenze<br />

•2. Il parco archeologico in Italia:<br />

il panorama legislativo<br />

•3. Parchi e archeologia<br />

sperimentale: modalità locali<br />

ed esperienze europee


Dal Museo al Parco Archeologico<br />

R.Francovich, A.Zifferero (a cura di), Musei e parchi<br />

archeologici, Firenze, All’Insegna del Giglio, 1999<br />

P.Bellintani, L.Moser (a cura di), Archeologie<br />

sperimentali, Trento, Provincia autonoma di Trento, 2003


ICOM nel suo Statuto definisce il museo:<br />

“un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del<br />

suo sviluppo, aperta al pubblico, che compie ricerche sulle testimonianze<br />

materiali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e<br />

soprattutto le espone a fini di studio, di educazione e di diletto”


L’ICOM accoglie entro questa definizione di museo anche:<br />

• i siti e i monumenti naturali, archeologici ed etnografici e i siti e i monumenti storici<br />

che hanno la natura di musei per la loro attività di acquisizione, di conservazione e di<br />

comunicazione delle testimonianze materiali dei popoli e del loro ambiente<br />

• le istituzioni che conservano delle collezioni e presentano esemplari viventi vegetali e<br />

animali<br />

• gli istituti di conservazione e le gallerie di esposizione<br />

• i parchi naturali


Le definizioni legislative di museo in Italia sono recenti:<br />

-T.U.490/99 art.99, comma.2 lettera a: Struttura comunque denominata<br />

organizzata per la conservazione, la valorizzazione e fruizione pubblica<br />

di raccolte di beni culturali.<br />

-Codice Urbani (dlg.42/2004), art.101(Istituti e luoghi della cultura)<br />

comma.2 lettera a: “Si intende per museo una struttura permanente che<br />

acquisisce, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di<br />

educazione e di studio”. Al comma 3 prosegue: “Gli istituti ed i luoghi …<br />

che appartengono a soggetti pubblici sono destinati alla pubblica fruizione<br />

ed espletano un servizio pubblico”.


Le definizioni: tra museo e parco<br />

Se consideriamo in particolare la definizione ICOM, che estende la qualifica di<br />

museo ad insiemi non tradizionalmente assimilabili a collezioni museali,vediamo<br />

che in questo modo si pongono le premesse per comprendere nuove forme<br />

museali.<br />

Infatti anche nelle aree archeologiche, naturalistiche e nei parchi vi sono quegli<br />

aspetti di ricerca, conservazione e comunicazione tipici dei musei anche se<br />

l’aspetto espositivo e conservativo deve tener conto della complessità del<br />

contesto.


Le definizioni: i parchi archeologici<br />

Il Parco Archeologico è “una forma integrata di conservazione e di fruizione<br />

di beni culturali” grazie alla quale culture e stili di vita oramai scomparsi e<br />

molto lontani da noi sono integrati in un insieme unitario con gli elementi<br />

naturali che ne costituivano ampia parte al fine di illustrare un determinato<br />

processo storico (Zifferero 1999, p.19; Merlo 1999, p.197).<br />

Il Parco Archeominerario<br />

di San Silvestro


L’origine di questa concezione può essere attribuita ai musei etnografici nord europei tra fine<br />

Ottocento e inizi Novecento con l’introduzione di criteri espositivi che evitano di estrapolare<br />

gli oggetti dal contesto loro proprio. Come ad esempio il museo all’aperto Skansen di<br />

Stoccolma.<br />

Fondato nel 1891, il museo offre ai<br />

visitatori l’esperienza unica di rivivere<br />

la vita come era in Svezia nei tempi<br />

passati, grazie alla presenza di edifici<br />

storici provenienti da tutte le parti del<br />

paese.


Tali esperienze vengono poi riproposte in campo archeologico con la ricostruzione di villaggi<br />

protostorici. Uno dei più antichi è in Germania, sul lago di Costanza, il Museo delle palafitte di<br />

Unteruhldingen, aperto dal 1922 (Merlo 1999), ma continuamente rinnovato.<br />

Qui si possono vedere<br />

attività realistiche,<br />

persone, animali e<br />

modelli di manufatti che<br />

datano alla tarda età del<br />

bronzo sino alla fine<br />

dell’epoca delle Palafitte.<br />

Come nel caso dei reperti recuperati in uno<br />

scavo subacqueo a Unteruhldingen nel<br />

2002 (a ridosso dell’isola Mainau) che<br />

hanno costituito il modello per la<br />

ricostruzione di una nuova sezione del<br />

villaggio (975-850 a.C.).<br />

I suoi interni vengono continuamente<br />

rinnovati in accordo con le acquisizioni<br />

scientifiche più recenti.


L’offerta europea in materia di parchi archeologici è oggi molto vasta e soprattutto può<br />

contare su una pluriennale e consolidata esperienza nel settore della sperimentazione (es.:<br />

dimostrazioni dei processi produttivi, ricostruzioni degli edifici e dei contesti) oltre che nel<br />

settore dell’educazione e della formazione.<br />

(Zifferero 2003, pp.49 ss.)<br />

Una vera e propria perla architettonica è Biskupin, in Polonia, un borgo<br />

dell’età del ferro, accuratamente ricostruito. È situato vicino a Poznan, sulla<br />

penisola del lago Biskupin. La visita agli scavi è come un viaggio nel tempo, a<br />

2700 anni fa.


Parco archeologico di Xanten<br />

(Xanten Archäologischer Park).<br />

Colonia Ulpia Traiana, edificata dai Romani su un braccio del<br />

Reno, era una delle principali città della Germania Inferiore<br />

prima che i Franchi la distruggessero nel 275.<br />

Oggi, un terzo dell'antica superficie cittadina e ospita il parco<br />

archeologico Xanten con edifici romani originali e alcune<br />

ricostruzioni. Soprattutto il tempio del porto, l'anfiteatro e le<br />

terme lasciano bene immaginare lo splendore architettonico<br />

della città distrutta.<br />

Il grande parco archeologico di<br />

Xanten, aperto nel 1977, si estende<br />

per circa 73 ettari ed è uno<br />

straordinario monumento culturale<br />

della romanità. Le numerose<br />

ricostruzioni a grandezza naturale e i<br />

resti degli edifici originali della<br />

Colonia Ulpia Traiana invitano ad<br />

un’emozionante viaggio nell’antica<br />

colonia romana. Il parco include il<br />

museo archeologico regionale e le<br />

terme.


Quando l’antica Xanten raggiunse i 10.000 abitanti, fu<br />

elevata al rango di colonia romana dall’imperatore<br />

Traiano, che diede il proprio nome alla città chiamandola<br />

Colonia Ulpia Traiana.<br />

La nuova colonia vide aumentare rapidamente la propria importanza fino a divenire la<br />

seconda dell’allora provincia del Basso Reno dopo Colonia Agrippinensis (l’odierna<br />

Colonia). Fu l’epoca in cui vennero costruiti i grandi edifici e le grandi strutture pubbliche<br />

quali la cinta muraria, i templi, le terme e l’anfiteatro.<br />

Durante la visita del parco risulta<br />

evidente l’impianto viario e il<br />

perimetro delle mura. La<br />

ricostruzione è palese, originali sono<br />

soltanto le fondazioni, ma quanto è<br />

visibile in alzato, sebbene moderno,<br />

è utile per capire la vita di questo<br />

vasto centro urbano di cui il parco<br />

racchiude solo un quarto<br />

dell’estensione originale.


Circa un quarto dell’antica Colonia Ulpia Traiana è<br />

stato sottoposto a scavi e ricerche archeologiche.<br />

Sulle fondazioni originali sono stati interamente o<br />

parzialmente ricostruiti a grandezza naturale<br />

alcuni importanti edifici che componevano la<br />

città: le mura con le torrette di guardia, la porta<br />

d’ingresso, le piccole terme cosiddette<br />

"dell’albergo", l’anfiteatro e il Tempio del Porto<br />

solo per citarne alcuni. Delle terme "dell’albergo"<br />

si possono visitare i vari ambienti ricostruiti quali<br />

la cucina con il forno, le stanze da letto, il<br />

triclinium, ovvero la sala da pranzo, e la zona di<br />

conversazione per gli ospiti. Per i bambini esiste<br />

un ampio spazio gioco ovviamente dotato di<br />

trastulli romani. Il museo regionale presenta i<br />

reperti rinvenuti durante gli scavi. Il parco è stato<br />

impostato secondo il concetto del ’vivere dentro<br />

la storia’ così da coinvolgere il visitatore<br />

nell’atmosfera autentica del luogo: ecco allora<br />

che si possono indossare abiti dell’epoca e<br />

assaggiare cibi cucinati ’alla maniera’ dei Romani.


Le terme: resti e<br />

coperture


ARCHEODROME DI BOURGOGNE<br />

Beaune<br />

L’ Archéodrome è frutto di una collaborazione tra i proprietari di un’area (la Société<br />

des Autoroutes Paris-Rhin-Rhone) ed il Servizio Archeologico Regionale di Borgogna,<br />

ed è stato inaugurato nel 1978.<br />

All'inizio degli anni 1980 attirò, per la sua originalità, più di 250.000 visitatori.<br />

Offriva infatti la possibilità di un vero e proprio viaggio nel tempo in Borgogna, dalla<br />

preistoria all'anno mille.<br />

Il concetto era quello di offrire agli ospiti l'opportunità di fare una vacanza di tipo<br />

culturale in modo totalmente nuovo.<br />

Purtroppo ha progressivamente perso il suo fascino iniziale ed i visitatori erano scesi a<br />

40.000 nel 2004, e gran parte dell’utenza era scolare (17.000), per via della sua alta<br />

valenza didattica.<br />

Questo impressionante calo di visite è stato in parte attribuito alla mancanza di<br />

continuità negli investimenti, infatti gli ultimi importanti interventi sul sito risalgono<br />

al 1994.<br />

Un altro motivo a cui addebitare il calo di visite è probabilmente dovuto alla<br />

musealizzazione ed apertura la pubblico di importanti siti archeologici in Borgogna,<br />

come ad esempio Solutré o Bibracte Alesia.


L’Archéodrome ha orientato i suoi<br />

contenuti principalmente verso<br />

l’evoluzione dell’uomo e delle sue<br />

tecniche dagli Australopitechi africani<br />

fino all’anno 1000 d.C.<br />

Così sono state messe a fuoco le<br />

diverse epoche in cui evolvono e<br />

cambiano le materie prime: corno e<br />

osso, silice, ferro, bronzo ...<br />

Il patrimonio archeologico della<br />

Borgogna è stato ovviamente<br />

evidenziato, come i resti di Solutré,<br />

Vix o Alesia.<br />

Uno dei punti forti dell’Archéodrome<br />

è stato quello di dare ai visitatori la<br />

possibilità di frequentare laboratori in<br />

cui i ricercatori hanno mostrato al<br />

pubblico le varie tecniche di cui<br />

potevano disporre i nostri antenati.


Alesia fu una città gallica, di discussa<br />

collocazione, che venne posta sotto<br />

assedio da Giulio Cesare nel corso della<br />

conquista della Gallia nel 52 a.C., e<br />

nella quale si svolse una decisiva<br />

battaglia per la libertà della Gallia<br />

stessa.<br />

Le fortificazioni di Alesia, nella<br />

ricostruzione dell'Archéodrome de<br />

Beaune


BELGIO<br />

Archeosite (B)<br />

Malgre Tout (B)<br />

Cedarc (B)<br />

Archeodrome di Ramioul (B)<br />

DANIMARCA<br />

Lejre (DK)<br />

SPAGNA<br />

Paleorama (E)<br />

Parco Archeologico Municipale (E)<br />

SVIZZERA<br />

Museo Zug<br />

Archeor<br />

Pfahlbauten, lago di Costanza<br />

Villaggio palustre di Gletterens<br />

ITALIA<br />

Archeopark<br />

Parco Archeologico di Belverde<br />

Archeoland<br />

Parco Montale<br />

Antiquitates<br />

Museo delle palafitte del lago di<br />

Ledro<br />

Archeoparc<br />

Parco Archeologico di Travo<br />

Parco Archeologico di Livelet<br />

Parco Archeologico del Forcello<br />

PARCHI PREISTORICI E STORICI IN EUROPA<br />

GERMANIA<br />

Archeo-Centrum<br />

Dueppel<br />

Ortiz Dorf<br />

Vergangenheit<br />

Pfahlbau museum<br />

Praehistorisch Schieben<br />

Federseemuseum<br />

Bajuwarenhof<br />

Agil<br />

Archaeo Tecnik<br />

Engen<br />

Freilichtmuseum<br />

Heuneburg<br />

FINLANDIA<br />

Kierikki<br />

OLANDA<br />

Archeon<br />

Historisch<br />

Bij de SPNF<br />

Eindhoven<br />

AUSTRIA<br />

Urgeschichte<br />

Freilichtmuseum<br />

Otzi Dorf<br />

FRANCIA<br />

Archeodrome di Bourgogne<br />

Chalain e Clairvaux<br />

Prehistoparc<br />

Archeodrome di Beynac<br />

Paleosite<br />

Samara<br />

Le Parc de l'Art Préhistorique in Tarascon<br />

Ramioul<br />

Archeosite Gaulois<br />

Parco dei Pirenei dell'Arte Preistorica<br />

Parco archeologico Villeneuve D'Ascq<br />

Museo e parco di Quinson<br />

Preistoparc<br />

Parco archeologico di Bliesbruck


Cosa sono i parchi archeologici italiani?<br />

Selinunte


Parco archeologico di Egnazia


http://it.wikipedia.org/wiki/Siti_archeologici_in_Italia: sono elencati circa 300 siti


http://www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlantearcheo/AtlanteRegioni.html


MA PER LO STATO ITALIANO COSA SONO LE AREE E I PARCHI ARCHEOLOGICI?<br />

Le definizioni sono molto recenti<br />

Definizione area archeologica:<br />

• T.U.490/1999 (art. 99, comma 2 lettera b): “sito su cui insistono i resti di un<br />

insieme edilizio originariamente concluso per funzione e destinazione d’uso<br />

complessiva”<br />

• Codice Urbani -dlg.42/2004 (art.101, comma 2 lett.d): “un sito caratterizzato dalla<br />

presenza di resti di natura fossile o di manufatti o strutture preistorici o di età<br />

antica”<br />

Definizione di parco archeologico:<br />

• T.U.490/1999 (art. 99 comma 2 lett. c): “un ambito territoriale caratterizzato da<br />

importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici,<br />

paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto in modo da<br />

facilitarne la lettura attraverso itinerari ragionati e sussidi didattici”.<br />

• Codice Urbani -dlg.42/2004 (art.101, comma 2 lett.e): “un ambito territoriale<br />

caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori<br />

storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto”.


A queste si deve aggiungere, sul versante ambientale, la Legge quadro sulle aree<br />

protette (L.394/1991) la quale, oltre ai normali obiettivi di conservazione del<br />

patrimonio naturale, propone anche, all’art.1, la “applicazione di metodi di gestione e<br />

di restauro ambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente<br />

naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici<br />

e architettonici e delle attività agro-silvopastorali e tradizionali”.


Il Parco come definito nella legislazione ambientale (legge quadro delle aree<br />

protette L.349/1991):<br />

- distinzione in tipologie: parchi, riserve, aree protette di interesse locale<br />

- distinzione in tematiche: zone umide,boschi, biotipi e geotipi, paesaggi<br />

storici e aree archeologiche<br />

- diverse localizzazioni (montagna, collina…)<br />

- diverse gestioni (enti speciali e ora società, comuni, provincie con la partecipazione di terzi<br />

tramite concessioni o convenzioni )<br />

Elenco in sito www.parks.it<br />

Legislazione regionale:<br />

- LAZIO: L.R. 06 Ottobre 1997, n. 29 “Norme in materia di aree naturali protette regionali”.


Alcune osservazioni:<br />

• l’impostazione legislativa sulla quale è costruito il sistema della tutela in Italia<br />

pone essenzialmente l’accento sul bene archeologico<br />

• rimane dunque problematica la correlazione tra archeologia e paesaggio e<br />

soprattutto rimane poco chiaro il rapporto tra le competenze della<br />

pianificazione urbanistica di un territorio e il contributo che può dare<br />

l’archeologia alla sua gestione<br />

• permangono differenti vedute del rapporto uomo/risorse naturali nei diversi<br />

settori disciplinati interessati (scienze umane/scienze ambientali)<br />

• vanno tenuti in conto inoltre i ritardi nella politica di valorizzazione a fronte di<br />

molteplici necessità di tutela e conservazione dei siti scavati con i relativi<br />

problemi di finanziamento<br />

• va tenuta in conto l’esperienza dei parchi naturali e la relativa legislazione<br />

ambientale i quali costituiscono in Italia oggi un punto di riferimento<br />

ineludibile


Musei e Parchi<br />

Similitudini Differenze<br />

• Destinazione pubblica<br />

• Forme di comunicazione<br />

• Forme di gestione<br />

• NECESSITA’ DI PROGETTAZIONE<br />

CULTURALE<br />

• Maggiore complessità in<br />

materia di valorizzazione<br />

(approcci disciplinari a<br />

lungo separati ed autonomi)<br />

• Compresenza di due<br />

legislazioni differenti: Beni<br />

Culturali (Codice Urbani) e<br />

Ambiente (in particolare L.<br />

394/1991 aree protette )


Concezioni differenti di parco archeologico in Italia<br />

Questo quadro complesso dovuto alla compresenza di differenti componenti<br />

sia scientifiche che legislative comporta che il parco archeologico possa<br />

essere diversamente concepito, realizzato e gestito a seconda delle<br />

circostanze (Zifferero 2003):<br />

•Vi può essere una gestione statale partendo dai concetti di area e parco<br />

archeologico espressi nel Codice Urbani (art. 101), riconducibili alla vecchia<br />

definizione di “bellezze naturali” (L.1497/39), la cui tutela resta allo Stato, che<br />

in parte le gestisce come Beni Culturali e/o in collaborazione con il Ministero<br />

dell’Ambiente (Codice Urbani parte II, art. 115 “forme di gestione” e parte III<br />

artt.142,143,145,146).<br />

•Vi può essere una gestione da parte degli Enti Territoriali nel caso in cui<br />

l’idea di parco sia frutto della programmazione “urbanistica”, nata nel settore<br />

della ricerca e pianificazione del paesaggio. La competenza di<br />

programmazione e gestione è quindi devoluta a Regioni, Provincie, Comuni<br />

(piani paesistici: legge Galasso 431/1985).<br />

•Quando il parco archeologico si forma attraverso l’esperienza dei parchi<br />

naturali in cui gli elementi archeologici vengono valorizzati in virtù della<br />

concezione di “paesaggio culturale” espressa nella Legge quadro delle aree<br />

protette (L.394/1991), la gestione, anche in questo caso può riguardare gli<br />

Enti Locali Territoriali.


GESTIONE<br />

Dopo il Dlg. 112/98 comunque la via per una gestione dei BBCC più allargata da<br />

parte degli enti locali territoriali (regioni, provincie, comuni) è stata tracciata e gli<br />

strumenti gestionali indicati a questi enti dalla 142/1990 ed ora dal T.U.267/2000<br />

degli enti locali. Questo ultimo all’art.13 individua nel Comune un ente a fini<br />

generali e che quindi ha cura di tutti gli interessi del territorio e quindi anche<br />

Culturali (mentre nella 142/90 i settori di competenza per enti locali erano tre: sviluppo<br />

economico, serv.sociali, territorio)<br />

In particolare nel Dlg.112/98 sono stati definiti i termini beni culturali, beni ambientali<br />

e i termini tutela, valorizzazione attività culturali, promozione (art.148), le funzioni<br />

(tutela) riservate allo Stato (art.149), si parla di gestione e della possibilità di<br />

trasferimento a regioni, provincie e comuni di alcuni musei statali (art.150), di<br />

funzioni e compiti di valorizzazione ai quali sono chiamati lo Stato, le regioni e gli<br />

enti locali (art.152), di funzioni e compiti di promozione come sopra (art.153), e<br />

infine dell’istituzione di commissioni in ogni regione per i beni e le attività<br />

culturali (artt.154-155).<br />

Tutte queste definizioni sono state ora rielaborate dal Codice Urbani che, nella Parte I,<br />

attribuisce allo Stato la tutela (artt.3-4) aprendo tuttavia alla cooperazione tra Stato<br />

e altri enti pubblici territoriali (art.5) e parla di Valorizzazione (art.6) comprendente<br />

funzioni e attività “dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e<br />

ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del<br />

patrimonio stesso”.


Dal punto di vista strettamente archeologico, lavorare su scala territoriale significa<br />

superare l’analisi e l’interpretazione puntiforme di un sito, quindi affrontare la ricerca<br />

privilegiando i temi ambientali e di relazione tra siti.<br />

Un approccio scientifico corretto è una premessa indispensabile per andare nella<br />

direzione di un moderno Parco Archeologico.<br />

Ovviamente ciò non è assolutamente sufficiente vista la complessità delle leggi e la<br />

molteplicità delle competenze.


La CONOSCENZA DELLE COMPETENZE e la conseguente PROGETTAZIONE del destino di un<br />

monumento o un’area archeologica sono dunque attività importantissime, che proseguono e<br />

integrano l’attività scientifica:<br />

Il percorso è dunque:<br />

•Conoscere<br />

•Conservare<br />

•Valorizzare<br />

per evitare “i giardini di rovine” di molti siti archeologici italiani, l’archeologo deve seguire le<br />

sue “creature” fino allo stadio finale e cioè fino a quando saranno fruibili e comprensibili dal<br />

pubblico.<br />

Spesso deve anche scegliere quali sono le forme di gestione migliore e possibili per ogni<br />

singolo contesto archeologico.<br />

comune<br />

regione<br />

stato


Sia in fase di progettazione che di gestione,<br />

elemento fondamentale rimane il territorio i cui<br />

condizionamenti possono rendere necessario<br />

differenziare le iniziative a più livelli di complessità.<br />

A seconda dei vari casi sarà dunque da calibrare<br />

l’intervento, il quale potrà spaziare dal recupero di<br />

contesti e ambiti territoriali molto vasti (situazione<br />

più favorevole, paragonabile ai grandi musei<br />

all’aperto nord europei) alla semplice restituzione<br />

mediante ricostruzioni virtuali, grafiche o<br />

computerizzate (Merlo 1999, pp.197-198)


-Capanna del Neolitico finale a S.Andrea di<br />

Travo:<br />

Caratteristica principale del Parco,<br />

esteso circa un ettaro, è la<br />

conservazione in vista di parte<br />

delle strutture preistoriche messe<br />

in luce nel corso delle campagne di<br />

scavo svoltesi nell’area dal 1995<br />

sino ad oggi.<br />

Il Villaggio Neolitico di S. Andrea<br />

infatti presenta una fitta rete di<br />

strutture abitative e funzionali ben<br />

conservate, parte delle quali ora<br />

mantenute a vista.<br />

Dal 2010 sono visibili anche le<br />

ricostruzioni di alcuni edifici<br />

neolitici in scala reale, allestiti con<br />

materiali e oggetti copie di quelli<br />

realmente ritrovati in sito.<br />

Alcuni esempi di Parchi Italiani


Alcuni esempi di Parchi Italiani<br />

Museo delle palafitte del lago di Ledro<br />

Museo che sorge in prossimità dei resti dell'antico<br />

villaggio di palaffitte, che raccoglie numerosi reperti<br />

rinvenuti nell'adiacente zona archeologica. Il villaggio<br />

di palafitte fu scoperto nel 1929 a seguito ad un<br />

abbassamento del livello del lago; da allora, in più<br />

riprese, vi sono stati lavori di scavo per riportare alla<br />

luce le palafitte ed il materiale attualmente custodito<br />

nel museo. Si tratta di reperti risalenti all'Età del<br />

Bronzo. Nel museo sono inoltre previste un'attività di<br />

animazione, attività didattiche e laboratori di<br />

archeologia sperimentale. All'esterno è possibile<br />

visitare il villaggio di palafitte ricostruito come un vero<br />

sito protostorico.


Parco Archeologico di Montale (RE)<br />

Il parco archeologico di Montale è<br />

dedicato alla valorizzazione della<br />

civiltà delle terramare, tipici villaggi<br />

della pianura padana che attorno alla<br />

metà del II millennio a.C. diedero<br />

luogo ad una delle più importanti e<br />

significative realtà culturali dell'età<br />

del bronzo europea.<br />

Alcuni esempi di Parchi Italiani


Capanna della prima età del Ferro<br />

a Fidene<br />

Ricostruzione di un’abitazione in<br />

terra cruda, pali e canne palustri<br />

situata “off site” tuttavia nei<br />

pressi dei resti della capanna<br />

originale. Il contesto è<br />

completamente scomparso in<br />

quanto la capanna si viene a<br />

trovare all’interno di una<br />

moderna zona residenziale.<br />

Alcuni esempi di Parchi Italiani


Alcuni esempi di Parchi Italiani<br />

Il Parco archeominerario di San Silvestro<br />

Il Parco Archeominerario di San Silvestro conserva testimonianze uniche del ciclo<br />

minerario e metallurgico, dal periodo etrusco ai giorni nostri. La miniera del Temperino è<br />

un percorso sotterraneo attraverso il quale si possono osservare i minerali e<br />

contemporaneamente capire i metodi di estrazione antichi e moderni. Il villaggio di<br />

minatori e fonditori della Rocca di San Silvestro (X/XI-XIV secolo) è un esempio unico per<br />

la conoscenza delle attività economiche e della vita quotidiana nel medioevo.


MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA<br />

Anno Accademico 2011/2012<br />

Docente Patrizia Gioia<br />

patrizia.gioia@comune.roma.it<br />

LEZIONE 8:<br />

• Siti e Parchi archeologici<br />

• dal riconoscimento, alla tutela,<br />

alla valorizzazione

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