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58 GIORGIO FERIGO<br />
Ma già dal gennaio 1755 si era principiato a setturare; il segantino<br />
capomistro era quel Valentino q. Giacomo Piruzzo, che aveva lavorato<br />
per Zuane Crosilla Toscano alla segheria di Luincis già dal 1751;<br />
in siega di sopra, stavano Leonardo Piruzzo, fratello del capomistro,<br />
e Valentino di Giacomo Pittin con suo figlio Leonardo; in siega di<br />
sotto Valentino di Leonardo Tassotto il Marder e Antonio q. Leonardo<br />
Pittin Dottor; questa era la «Compagnia dei segati» di <strong>Aplis</strong>, ed erano<br />
tutti di Dogna 148 .<br />
Dal 31 agosto 1755, ebbe la sua cuccia anche «un canetto istriano<br />
per guardia delle sieghe vendutomi da mastro Antonio Solari di<br />
Clavais di mesi tre circa» 149 .<br />
La preferenza accordata ad alcune segherie a scapito di altre – prima<br />
e dopo la costruzione di <strong>Aplis</strong> – derivava anche (e forse soprattutto)<br />
dalla valutazione della bravura professionale dei segati che vi lavoravano.<br />
Nella scelta e nel licenziamento dei segati Zuane Crosilla<br />
aveva l’ultima parola, anche prevaricando sui contratti che i segantini<br />
avevano stipulato con i padroni della segheria («Nella sega di<br />
Luincis licenziai il sudetto Zuane Sauran per esser mal sicuro di<br />
mani, giustissima causa, e motivo»; e il giudizio su Valentino di Zuane<br />
Segato di Casasola fu ultimativo: «Per mai più averlo alla mia opera») 150 ;<br />
anche esprimendo il suo apprezzamento con regalie inaspettate: «Gl’ho<br />
donato [a Valentino Piruzzo], come capomistro delle sieghe, contadi<br />
lire 8» 151 .<br />
I segantini, infatti, stipulavano un doppio contratto: un patto di conduzione<br />
con i padroni degli opifici, col quale diventavano responsabili,<br />
oltre che del macchinario, anche dell’ordine dell’edificio, del<br />
1754); Zuane Crosilla cugnato di Luint attorno li rovori, a pallar in roia e far sassi» (4 dicembre<br />
1754); Giacomo Messner todesco, Francesco Bolner «di Oberperch todesco», Giorgio Troier todesco<br />
«a unir sassi per caricar li mussi» (3-5 aprile 1755); «per tirar li rovori oltre il roiale, forarli per<br />
far li mussi, e metterli in piedi; ferro baston per far due scarpelli da forar li mussi di rovore; a far<br />
tagliare salenghi, e condurli per far broche alli mussi» (11 e 19 aprile e 12 maggio 1755); eccetera.<br />
148 AMTM, <strong>Libro</strong> secondo de operarij..., cit., c. 242 (Valentino Pittin); cc. 26, 62, 77, 81, 91-93, 123,<br />
193-194, 271 (Valentino Piruzzo); cc. 27, 63, 82, 171, 246, 276 (Valentino Tassotto); c. 28, 64, 94,<br />
172, 247 (Antonio Pittin).<br />
149 AMTM, <strong>Libro</strong> secondo de operarij..., cit., c. 231.<br />
150 AMTM, Libri maestri 9, <strong>Libro</strong> 9 mo dei opperarij principia 1787, c. 29, 4.<br />
151 AMTM, <strong>Libro</strong> secondo de operarij..., cit., c. 193.<br />
BOSCADÔRS, MENÀUS, SEGÀTS, ÇATÂRS<br />
porto e del rojale; e un patto di settura con i padroni del legname<br />
che di volta in volta servivano.<br />
Essi, di regola svolgevano le proprie mansioni aiutati solamente da<br />
ragazzi che imparavano il mestiere; talora erano affiancati da manovali<br />
che avevano il compito di asportare ed accatastare il legname<br />
segato 152 ; tuttavia si formavano anche compagnie di settura:<br />
«Compagnia de segati di Raveo, Pietro q. Leonardo Pesamoscha di<br />
Casa Sola e Bortolomio q. Zuane Marcon di Rovoredo, ambi del<br />
Canal del Ferro. A 27 settembre [1745]: Hoggi mattina principia la<br />
compagnia tra detto Bertolo Marcon con messer Nicolò q. Pietro<br />
Pesamoscha di Casa Sola».<br />
Tutti i segatti – come i boscaioli, di cui si è detto; come gli zatterai,<br />
di cui si dirà – provenivano dal Canal del Ferro. Qui si riportano<br />
soltanto i nomi dei segantini che lavorarono per Zuane Crosilla Toscano<br />
nei vari opifici della vallata, e per un breve periodo di tempo (tra il<br />
1744 e il 1753); e tuttavia, si tratta di un dato generale.<br />
L’elenco completo include: tre Pesamosca di Casasola (Pietro q. Mattia,<br />
Pietro q. Leonardo detto Naro, Nicolò q. Pietro) impiegati nella segheria<br />
Iaconissi-Busolino di Raveo; quattro Linassi di Villanova<br />
(GioBatta, Domenico, Leonardo e Zuane q. Giacomo) che lavorarono<br />
tra Ovaro, Baus ed Entrampo; due Tassotto di Dogna (Leonardo<br />
q. Giacomo detto Marder, e suo figlio Valentino) tra Raveo e la sega<br />
di Leonardo Scrocco di Invillino; due Marcon di Rovoredo<br />
(Bartolomio q. Zuane e suo nipote Zuane q. Tommaso) ad Entrampo;<br />
due Nassinben di Pontebba Veneta, Francesco q. Sebastiano e suo<br />
fratello Gasparo, a Luincis; due Pittin di Dogna, Valentino di Giacomo<br />
Dottore e Antonio q. Leonardo, a Luincis e Raveo; i due fratelli Piruzzo,<br />
pure di Dogna, a Luincis e poi ad <strong>Aplis</strong>; a Luincis lavorarono anche<br />
Zuane di Michele Sauran e Valentino q. Candido Tommasa di Dogna;<br />
a Raveo, Zuane Gardel di Moggio 153 .<br />
La notevole competenza tecnica, necessaria per il lavoro in segheria,<br />
si acquisiva con anni di apprendistato – val la pena di notare<br />
come anche gli apprendisti nelle seghe carniche provenissero dal Canal<br />
152 Josef WESSELY, Le segherie veneziane delle valli della Piave, cit., p. 352.<br />
153 AMTM, Libri maestri, 1743, 9 marzo principia..., cit.; <strong>Libro</strong> secondo de operarij..., cit., cc. <strong>10</strong>-<br />
12, 25, 55.<br />
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