Speciale Adriano Olivetti. Costruttore di futuro - Fondazione Adriano ...
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Un costruttore <strong>di</strong> <strong>futuro</strong><br />
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Un allievo del Centro<br />
Formazione Meccanici,<br />
1962.<br />
cesso <strong>di</strong>stributivo della ricchezza prodotta.<br />
Si cullava pure l’illusione che alla democrazia<br />
politica del suffragio universale<br />
potesse finalmente succedere anche una<br />
effettiva democrazia economica, più compartecipe<br />
e attenta ai bisogni sociali della<br />
gente. Tutto insomma era in crescita e non<br />
solo all’<strong>Olivetti</strong>: la produzione, la produttività,<br />
l’occupazione, i salari, i prezzi, i consumi,<br />
i risparmi, gli investimenti, la spesa<br />
pubblica, in un clima generale e irripetibile<br />
<strong>di</strong> vero miracolo economico.<br />
Il profilo filosofico <strong>di</strong> <strong>Adriano</strong> <strong>Olivetti</strong> si<br />
innesta perfettamente in questo vento portante<br />
e positivista dell’epoca, ma vi aggiunge<br />
una concezione del tutto originale, alimentata<br />
certamente dalla sua cultura e<br />
dalle sue frequentazioni <strong>di</strong> gioventù.<br />
Qualcuno l’ha chiamata utopia, altri visione,<br />
per <strong>di</strong>re in ogni caso <strong>di</strong> una spinta ben<br />
precisa verso un progetto d’azienda che è<br />
ben più <strong>di</strong> un risultato economico. Nella<br />
storia industriale torinese, pur in questo<br />
clima economico comune ed euforico, si<br />
venne insomma a creare una contrapposizione<br />
fra due modelli impren<strong>di</strong>toriali ben<br />
<strong>di</strong>stinti, quello degli Agnelli e quello degli<br />
XXIX<br />
<strong>Olivetti</strong>, che non mancarono del resto <strong>di</strong><br />
affrontarsi in schermaglie nemmeno troppo<br />
velate. <strong>Adriano</strong> <strong>Olivetti</strong>, considerato<br />
l’impren<strong>di</strong>tore rosso non aderì per esempio<br />
alla Confindustria, manifestando così un<br />
suo <strong>di</strong>saccordo nei confronti della dottrina<br />
aziendale dell’epoca.<br />
A venticinque anni <strong>Adriano</strong> si era recato<br />
negli Stati Uniti dove restò inizialmente<br />
affascinato dal for<strong>di</strong>smo, tanto da convincere<br />
il padre a riorganizzare l’impresa <strong>di</strong><br />
Ivrea in tutt’altro modo, ma cercò al tempo<br />
stesso <strong>di</strong> superare le tecniche puramente<br />
tayloristiche del lavoro, applicandole in<br />
modo meno degradante per il <strong>di</strong>pendente a<br />
una realtà <strong>di</strong> prossimità più coinvolgente.<br />
In Lessico famigliare Natalia Ginzburg fa<br />
frequenti riferimenti ad <strong>Adriano</strong> <strong>Olivetti</strong>, il<br />
quale aveva sposato la sorella Paola. In un<br />
ritratto caldo, quasi psicologico del personaggio<br />
lo descrive «affettuoso, goffo e timido.<br />
Amava mangiare dolci...». Traccia <strong>di</strong> lui<br />
anche un bel ricordo quando aiutò il padre<br />
della stessa Ginzburg a fuggire dai tedeschi,<br />
oppure <strong>di</strong> quella volta che «era venuto<br />
da noi, quando scappammo da quella casa,