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Speciale Adriano Olivetti. Costruttore di futuro - Fondazione Adriano ...

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Un costruttore <strong>di</strong> <strong>futuro</strong><br />

.....................................................................................................................................................................................................................<br />

Da sinistra verso<br />

destra:<br />

Schumpeter,<br />

Capitalismo,<br />

socialismo e<br />

democrazia,<br />

1955.<br />

L. Mumford,<br />

La con<strong>di</strong>zione<br />

dell’uomo,<br />

1957.<br />

Kierkegaard,<br />

Scuola <strong>di</strong> cristianesimo,<br />

1960.<br />

fronto con l’opinione <strong>di</strong> molti altri esuli antifascisti.<br />

A Champfèr le relazioni personali erano<br />

però abbastanza limitate. Grazie a vari permessi<br />

ottenuti dalle autorità elvetiche,<br />

<strong>Olivetti</strong> cercò quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> recarsi a Zurigo,<br />

Lugano, Basilea, Berna, Losanna e soprattutto<br />

a Ginevra, allo scopo <strong>di</strong> incontrare<br />

amici o persone appena conosciute. Proprio<br />

a Ginevra rivide alcuni dei giovani collaboratori<br />

della sua casa e<strong>di</strong>trice: Luciano Foà, che<br />

avrebbe contribuito a creare negli anni sessanta<br />

le e<strong>di</strong>zioni Adelphi, e Giorgio Fuà, che<br />

sarebbe <strong>di</strong>venuto uno dei più gran<strong>di</strong> economisti<br />

italiani della seconda metà del<br />

Novecento. L’esilio forzato gli permise <strong>di</strong><br />

confrontare le proprie convinzioni – tra tanti<br />

altri – con i federalisti Ernesto Rossi, Egi<strong>di</strong>o<br />

Reale, Luigi Einau<strong>di</strong> e Altiero Spinelli, e con<br />

i socialisti Ignazio Silone, Guglielmo Usellini,<br />

Alessandro Levi, Edgardo Lami Starnuti e<br />

Ugo Guido Mondolfo: declinare istituzionalmente<br />

federalismo e socialismo era, in effetti,<br />

il suo scopo principale 5.<br />

L’idea <strong>di</strong> Comunità – una sorta <strong>di</strong> piccola<br />

Provincia – fu enucleata da <strong>Olivetti</strong> in Italia<br />

riflettendo sia sulla realtà del Canavese, sia<br />

su altre esperienze politiche straniere. Al<br />

centro della sua attenzione vi erano segnatamente<br />

gli Stati federali e quelli contrad<strong>di</strong>stinti<br />

da enti locali dotati <strong>di</strong> autonomia politica.<br />

Oltre agli Stati Uniti d’America e al<br />

Regno Unito, la Svizzera costituiva senz’altro<br />

uno dei principali motivi <strong>di</strong> riflessione. A<br />

proposito della funzione che la Comunità<br />

avrebbe dovuto svolgere in Italia, egli scrisse<br />

che essa rappresentava una sorta <strong>di</strong> «razionalizzazione<br />

del Cantone svizzero» o, meglio,<br />

«il suo adattamento alla tra<strong>di</strong>zione italiana»:<br />

perfezionato, avrebbe potuto «affrontare i<br />

complessi compiti <strong>di</strong> una società moderna».<br />

XXXVII<br />

Se, infatti, il Cantone svizzero aveva origini<br />

«esclusivamente storiche», che non tenevano<br />

conto «delle esigenze dell’economia e neppure<br />

<strong>di</strong> una logica <strong>di</strong>visione amministrativa»,<br />

le Comunità da lui in<strong>di</strong>viduate erano<br />

concepite razionalmente, considerando sia<br />

gli aspetti storico-geografici, sia quelli economici<br />

e politici. In particolare, rappresentanza<br />

degli interessi e rappresentanza<br />

democratica venivano coniugate grazie alla<br />

coincidenza del <strong>di</strong>stretto economico con la<br />

circoscrizione amministrativa e con quella<br />

del collegio uninominale atto a eleggere il<br />

presidente della Comunità e, quin<strong>di</strong>, il <strong>futuro</strong><br />

deputato in Parlamento. L’ente locale<br />

“Comunità” avrebbe dovuto avere «l’ampiezza<br />

me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> un Cantone», coincidendo però<br />

soprattutto con unità italiane tra<strong>di</strong>zionali<br />

come la <strong>di</strong>ocesi, il collegio elettorale, la circoscrizione<br />

<strong>di</strong>strettuale o il circondario 6. La<br />

vitalità e l’efficienza dei Cantoni in Svizzera<br />

erano una garanzia per il <strong>futuro</strong> delle<br />

Comunità in Italia, che sarebbero state<br />

costituite su «analoghi principi amministrativi»<br />

7. Le Comunità federate avrebbero dato<br />

origine alle Regioni, sulla base <strong>di</strong> identici criteri,<br />

improntati alla <strong>di</strong>mensione demografica,<br />

al dato storico-geografico, alle risorse<br />

economiche presenti sul territorio e all’efficienza<br />

amministrativa. Le Regioni federate<br />

avrebbero costituito, infine, lo Stato federale<br />

italiano 8.<br />

Contrario all’idea <strong>di</strong> piano – fosse politico o<br />

economico –, Luigi Einau<strong>di</strong> trovò nell’olivettiana<br />

Comunità lo strumento amministrativo<br />

più idoneo per risolvere molti dei problemi<br />

della politica italiana. Grazie al suo<br />

apporto critico, in un confronto franco e a<br />

tratti acceso, <strong>Olivetti</strong> stemperò alcune derive<br />

corporative del proprio progetto originario,<br />

anche se si trattava <strong>di</strong> un corporativismo

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