Sintesi dell'aspirina - Università degli Studi della Basilicata
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Progetto Lauree Scientifiche 2006.<br />
Esperienza di <strong>Sintesi</strong> Organica<br />
Premessa<br />
Le sostanze organiche, molecole costituite principalmente da atomi di Carbonio e Idrogeno con, in<br />
minore quantità, Ossigeno, Azoto e Zolfo, costituiscono la materia prima <strong>degli</strong> organismi viventi.<br />
Gli amminoacidi, gli zuccheri, gli acidi grassi e gli acidi nucleici sono le sostanze organiche più<br />
comuni in natura. Moltissimi composti organici naturali presentano attività biologica come<br />
nutrienti, aromi e farmaci, tuttavia spesso accade che le quantità di sostanze organiche bioattive<br />
estraibili da fonti naturali (vegetali o animali) non siano sufficienti a sopperire alla richiesta oppure<br />
che l’estrazione non sia economicamente sostenibile. Accade anche che principi attivi naturali<br />
abbiano effetti collaterali indesiderati, per cui sono necessarie loro modifiche chimiche per<br />
ottenerne derivati più attivi e sicuri per la salute. Per avere composti organici in quantità<br />
considerevole e con la voluta struttura ed attività è allora necessario fare ricorso a procedimenti<br />
sintetici che permettano di preparare, su scala di laboratorio o industriale, sostanze organiche sia di<br />
origine naturale che artificiali.<br />
Queste caratteristiche <strong>della</strong> <strong>Sintesi</strong> Organica verranno evidenziate nel corso di questa esperienza di<br />
laboratorio, dove effettueremo la preparazione dell’aspirina, sostanza artificiale ad attività<br />
farmacologica, derivata da un prodotto di origine naturale, come l’acido acetil salicilico.
ASPIRINA<br />
L’aspirina è uno dei farmaci più diffusi dei nostri giorni come analgesico, antipiretico ed antiinfiammatorio.<br />
La storia dell’aspirina inizia nel 1763, quando Edward Stone tenne una relazione<br />
alla Royal Society di Londra dal titolo: “Relazione sul successo ottenuto con la corteccia di salice<br />
nella cura delle febbri acute”. Era il primo studio scientifico sull’effetto antifebbrile <strong>della</strong> corteccia<br />
di salice, anche se tale rimedio era già ben conosciuto dalla medicina popolare europea e cinese.<br />
Quasi un secolo dopo un medico scozzese scoprì che tali estratti di corteccia attenuavano anche i<br />
sintomi dei reumatismi. Poco dopo i chimici che lavoravano con l’estratto di corteccia di salice e<br />
con i fiori dell’olmaria (che fornivano un principio simile) isolarono e identificarono il componente<br />
attivo che risultò essere l’acido salicilico (da salix, nome latino del salice).<br />
O OH<br />
OH<br />
Acido 2-idrossibenzoico<br />
(Acido salicilico)<br />
O O -<br />
Na +<br />
OH<br />
Salicilato di sodio<br />
O OH<br />
O<br />
O<br />
CH 3<br />
Acido acetil salicilico<br />
(Aspirina)<br />
La sostanza fu poi presto prodotta chimicamente in grandi quantità per uso medico, anche se<br />
l’acido salicilico presentò subito seri effetti collaterali dato che, a causa <strong>della</strong> sua acidità, provocava<br />
gravi irritazioni delle mucose <strong>della</strong> bocca, <strong>della</strong> gola e dello stomaco. In un primo tempo si cercò di<br />
ovviare a questi problemi somministrando il suo sale sodico, ma anche il salicilato di sodio risultava<br />
di difficile somministrazione essendo di sapore estremamente sgradevole. La svolta avvenne nel<br />
1893, quando Felix Hoffmann, chimico <strong>della</strong> ditta tedesca Bayer, sviluppo una sintesi vantaggiosa<br />
dell’acido acetil salicilico, derivato che risultava avere le stesse proprietà terapeutiche dell’acido<br />
salicilico, senza però avere sapore sgradevole ed irritare le mucose orali e gastriche. La Bayer<br />
chiamò questo composto con il nome di “Aspirina”, nome derivato dal prefisso a per acetile e dalla<br />
radice –spir, dal nome latino dell’olmaria, spirea ulmaria. La storia dell’aspirina è simile a quella di<br />
molti altri farmaci, dove il principio attivo è dapprima individuato in estratti naturali, quindi isolato<br />
e caratterizzato ed infine migliorato mediante processi chimici.<br />
Soltanto negli ultimi anni gli scienziati hanno cominciato a capire il modo di azione dell’aspirina.<br />
Questo composto, come altri anti-infiammatori, interviene nell’organismo bloccando la biosintesi<br />
delle prostaglandine, sostanze implicate in moltissimi processi fisiologici, tra cui i processi<br />
infiammatori, a loro volta connessi con il dolore e la febbre.
<strong>Sintesi</strong> dell’Acido Acetilsalicilico (ASPIRINA).<br />
O OH<br />
OH<br />
Acido 2-idrossibenzoico<br />
(Acido salicilico)<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
O<br />
O<br />
O<br />
anidride acetica<br />
O OH<br />
O<br />
O<br />
CH 3<br />
Acido acetil salicilico<br />
(Aspirina)<br />
Reagenti<br />
Acido salicilico (PM 138.12) 5.0 g (0.036 moli)<br />
Anidride acetica (PM 102.9) 10.8 g, 10.0 ml (0.105 moli)<br />
Acido solforico conc. 5 gocce<br />
Acqua distillata q.b<br />
Alcol etilico 15 ml<br />
Apparecchiatura<br />
Beuta da 50 ml Agitatore magnetico e ancoretta<br />
Bacchetta di vetro Beuta da vuoto da 250 ml<br />
Imbuto Buchner Termometro<br />
2 Becher da 250 ml 100 ml Pipette Pasteur e carta da filtro<br />
Pipetta graduata da 5 ml Cilindro graduato da 50 ml<br />
Becher da 100 ml<br />
+<br />
CH 3<br />
O<br />
OH<br />
Acido acetico<br />
PROCEDURA<br />
Preparazione<br />
Mettere 5.0 g di acido salicilico in una beuta da 50 ml, con una pipetta graduata aggiungere 10 ml di<br />
anidride acetica e, con una pipetta Pasteur, 5 gocce di acido solforico concentrato (attenzione<br />
prodotto caustico!). Riscaldare in un bagno di acqua a ca. 50 °C per 15 minuti mantenendo sotto<br />
agitazione (con ancoretta magnetica o con bacchetta di vetro). Al termine lasciare raffreddare la<br />
soluzione a temperatura ambiente, osservando la formazione di cristalli di acido acetilsalicilico. Per<br />
favorire la cristallizzazione può essere necessario raffreddare in bagno di ghiaccio o aggiungere<br />
poca acqua fredda. Versare in un becher da 250 ml contenente 100 ml di acqua e raffreddare ancora<br />
in bagno di ghiaccio. Si osserverà la formazione di un precipitato solido. Filtrare il precipitato sotto<br />
vuoto con imbuto di Buchner e lavare i cristalli con acqua fredda. Lasciare sul filtro con la pompa<br />
accesa in modo da togliere il più possibile il solvente presente. Pesare il prodotto grezzo e calcolare<br />
la resa percentuale.<br />
Purificazione<br />
Trasferire il solido in un becher da 100 ml, aggiungere ca. 15 ml di etanolo e riscaldare fino a che il<br />
solido si scioglie completamente. Quindi versare la soluzione in ca. 50 ml di acqua calda (60-70°)<br />
contenuta in un becher da 250 ml. Se si osserva precipitazione del solido riscaldare la miscela fino a<br />
che appare completamente limpida, quindi lasciarla raffreddare lentamente. Si osserverà formazione<br />
di cristalli aghiformi. Filtrare i cristalli sotto vuoto su imbuto Buchner, asciugarli, pesarli e<br />
determinare la resa.<br />
Il prodotto può essere ulteriormente purificato per cristallizzazione da miscela di etere etilico ed<br />
etere di petrolio.