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convenzione convenzione ciaa – zooplant lab

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Agapornis<br />

www.agapornisclub.com<br />

Anno VIII - n. 3-4/2009<br />

In questo numero:<br />

L’Inseparabile<br />

di Abissinia<br />

Viaggio<br />

tra gli allevamenti<br />

pugliesi<br />

La Colibacillosi<br />

Esperienza<br />

con il<br />

Parrocchetto<br />

monaco<br />

Ispezioni<br />

e controlli:<br />

cosa fare<br />

Ambiente<br />

naturale<br />

e ambiente<br />

artificiale<br />

RIVISTA UFFICIALE DEL CLUB ITALIANO ALLEVATORI AGAPORNIS


CONVENZIONE<br />

CONVENZIONE C.I.A.A. <strong>–</strong> ZOOPLANT LAB<br />

SESSAGGIO DNA A 7,50 EURO SOLO PER I SOCI DEL CLUB<br />

IIl Club Italiano Allevatori Agapornis ha stipulato una nuova <strong>convenzione</strong> con lo ZooPlantLab<br />

dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il <strong>lab</strong>oratorio si impegna a prestare il servizio su campioni<br />

forniti dagli allevatori associati al prezzo convenzionato di euro 7,50 per ciascuna analisi.<br />

MODALITA’ PER UTILIZZARE IL SERVIZIO<br />

Prima di spedire le piume è necessario adempiere a una breve procedura:<br />

• Scaricare il modulo di richiesta dal sito http://www.agapornisclub.com<br />

• Compilare il modulo di richiesta<br />

• Inviare il modulo in formato excel all’indirizzo email: sessaggio@fem2ambiente.com<br />

Il responsabile amministrativo, ricevuto il modulo di richiesta, controllerà che il mittente sia eff ettivamente iscritto<br />

al CIAA con la tessera rinnovata per l’anno corrente, e che il modulo sia compilato correttamente. Quindi risponderà<br />

tramite email confermando o meno l’apertura della pratica e la possibilità di procedere con la procedura. Ottenuta<br />

la conferma di apertura della pratica, stampare i due fogli del modulo di richiesta compilato ed aggiungere in fondo<br />

la data e la fi rma. Questa copia datata e fi rmata andrà inserita nella busta da spedire insieme ai campioni.<br />

A questo punto va eff ettuato il pagamento (le modalità sono dettagliatamente indicate nel sito www.agapornisclub.<br />

it) e quindi vanno prelevate le piume a livello del petto e del sottocoda. Vanno riposte in un sacchetto trasparente a<br />

chiusura ermetica e quindi spedite agli indirizzi indicati nel sito del Club.<br />

Si consiglia di eff ettuare le spedizioni il lunedì per evitare la sosta dei campioni negli uffi ci postali durante la chiusura<br />

di fi ne settimana. La modalità di spedizione consigliata è la Raccomandata 1.<br />

Il socio verrà informato dell’avvenuta ricezione della busta tramite email. L’esito delle analisi verrà di norma comunicato<br />

entro 5 giorni lavorativi a partire dall’avvenuta ricezione dei campioni.<br />

Gli esiti delle analisi saranno riportati sullo stesso modulo di richiesta rispedito al socio tramite email.<br />

I soci che desiderano ricevere l’attestato relativo all’esito dell’analisi per il singolo animale devono indicarlo al<br />

momento della compilazione del modulo di richiesta. Sono disponibili due tipologie di attestati: un formato elettronico<br />

(.pdf) ed uno cartaceo (stampato su carta intestata in formato A4, fi rmato in originale).<br />

Entrambi gli attestati presentano un codice unico generato da un algoritmo di proprietà del <strong>lab</strong>oratorio che<br />

consente di verifi carne l’autenticità.<br />

Per chiarimenti e per conoscere le modalità complete del servizio<br />

collegarsi al sito www.agapornisclub.it


Agapornis<br />

e dintorni<br />

Rivista uffi ciale del Club Italiano<br />

Allevatori Agapornis<br />

Anno VIII <strong>–</strong> N. 3 e 4/2009<br />

In questo numero:<br />

Editoriale: Tempo di mostre<br />

Mostre: Campionato italiano di Ercolano<br />

Mostre: La specialistica di Frosinone<br />

Allevamento: L’Inseparabile di Abissinia<br />

Inchiesta: Allevatori in Puglia<br />

Tecnica: Ambiente naturale e ambiente artificiale<br />

Tecnica: Il giorno del giudizio<br />

Esperienze: La Colibacillosi<br />

Alimentazione: I semi germinati<br />

Dintorni: Il Parrocchetto monaco<br />

Leggi: Controlli e perquisizioni, cosa fare<br />

Comitato scientifico:<br />

Dr. Marco Bedin, Dr. Roberto Giani,<br />

Dr. Giovanni Matranga<br />

Hanno col<strong>lab</strong>orato:<br />

Mario Bonanni, Paolo De Niro, Mauro Dionisi,<br />

Giuseppe Lapolla, Giovanni Matranga<br />

Impaginazione e grafica<br />

Sara Bertagnolio - sara.bertagnolio@gmail.com<br />

www.lemondepix.it<br />

Stampa:<br />

Tiponova - via Fermi, 24 - Novara<br />

Gli Autori dei testi assumono la piena responsabilità per quanto contenuto nei<br />

loro articoli. Le opinioni espresse non impegnano la rivista e la sua redazione.<br />

Copyright © 2003 Club Italiano Allevatori Agapornis<br />

Tutti i diritti sono riservati.<br />

E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi,<br />

fotografie e disegni senza l’autorizzazione del Club.<br />

3<br />

Tempo di mostre<br />

L’aria frizzante di fine settembre porta con sé le<br />

tanto attese mostre ornitologiche.<br />

Momento clou di una lunga stagione di selezione,<br />

di cova e di allevamento, le mostre costituiscono<br />

un’irrinunciabile opportunità di confronto sui ri-<br />

sultati di tante fatiche e, non meno, un’occasione<br />

per rinnovare le amicizie di vecchia data e per al-<br />

lacciare nuove conoscenze.<br />

Si scorre il calendario delle sempre tantissime<br />

manifestazioni ornitologiche, su e giù per l’Italia,<br />

e si vorrebbe andare un po’ dovunque, anche se il<br />

costo dei viaggi e la non brillante situazione eco-<br />

nomica media inducono a sofferte scelte.<br />

Tra le tante mostre, alcune sono da non perdere:<br />

oltre alle “classiche” (Reggio Emilia e Campionato<br />

italiano), bisogna proprio essere presenti -come<br />

espositori e/o come visitatori- alle mostre specia-<br />

listiche, che rappresentano il meglio della produ-<br />

zione italiana di uccelli d’allevamento, nel nostro<br />

caso di Agapornis.<br />

Le specialistiche sono molto cresciute e per p nu n nu numer m i<br />

e per qualità negli ultimi dieci anni, in seguit it ito o a d<br />

una diffusione in Italia dell’allevamento di questi<br />

stupendi pappagallini e grazie soprattutto to a al C CClub Italiano Allevatori Agapornis, il quale, costituito-<br />

si nel 2002, ha promo o sso -da subitotoooo- e es espos es pos po pos po os o izi iz izi zi z oni on<br />

specia cialis listic tiche he al nor nord, d, al centro e al sud. U UUn<br />

n per<br />

corso so che è proseg eguit uito negl egl egli i a aanni<br />

n , tra alti i e e ba bassi ssi ss ssi<br />

com’è naturale, e che he intende<br />

ulteriormente con-<br />

solida i rsi in futuro per er far sì che ogni specialistica<br />

diventi sempre più un momento didatt att attico ico e<br />

non<br />

soltanto un’ un n esposizione che stabilisce chi hi h è più<br />

bravo. Un lavor oro oche c e richiede tempo, costanza,<br />

determinazione, e, tu tutte tte doti<br />

che al Club non man-<br />

cano. Appuntamento nto al alle le mos mo mos mo mos mo tr tre tr t r , dunq un ue!<br />

Clu Club Italian a o Alle llevat va vat va ori Ag Agapo apo po p rni rn s


1.<br />

A Ercolano il 45° Campionato<br />

Italiano d’ornitologia<br />

Buono il numero degli Agapornis in gara, ma ancora troppi gli errori di valutazione nei giudizi<br />

Il Campionato Italiano 2009 si è svolto ad Ercolano,<br />

in Campania, nei locali di Vesuvio Expo,<br />

una struttura alle pendici del Vesuvio, la cui vista<br />

innevata era affascinante, tanto quanto quella del<br />

golfo che si intravedeva dalla parte opposta del<br />

locale espositivo.<br />

Il Vesuvio con la neve.<br />

I locali di Vesuvio Expo erano disposti a gradoni:<br />

nel primo padiglione la mostra scambio, gli stand<br />

degli sponsor e degli allevatori: pochissimi gli Psit-<br />

tacidi in vendita, il che è spiegabile per la minor<br />

diffusione al sud di questi uccelli, senza dimenti-<br />

care che la Campania è la terra del Cardellino.<br />

Il secondo padiglione era dedicato all’esposizione,<br />

4<br />

con locali abbastanza luminosi e organizzazione<br />

impeccabile. Solo una cosa da segnalare, le man-<br />

giatoie degli Agapornis erano tutte riempite con<br />

una miscela per ondulati, cosa che è stata fatta<br />

notare ai responsabili che hanno subito provve-<br />

duto a rimediare alla spiacevole svista. Gli Aga-<br />

pornis esposti erano 325 e il Club si è fatto onore<br />

con un medagliere che ha visto quindici medaglie<br />

d’oro, nove d’argento e nove di bronzo.<br />

Qualcosa da ridire sui giudizi c’è. Intanto vanno<br />

rilevati errori nella nomenclatura dei sogget-<br />

ti, mutazioni scambiate per altre, addirittura un<br />

Roseicollis fuori standard classificato secondo: si


trattava di un ala grigia avorio blu faccia bianca e<br />

faccia arancio, tre mutazioni nello stesso sogget-<br />

to, quindi non giudicabile oppure da penalizzare<br />

nel colore perché non rispettava lo standard.<br />

Occorre certamente riflettere e lavorare in ar-<br />

monia con i giudici per arrivare ad avere una<br />

Commissione Tecnica Nazionale specializzata<br />

negli Agapornis. Non si può più assistere a questi<br />

errori, specialmente in un evento come il Cam-<br />

pionato Italiano.<br />

Il C.I.A.A. come Club di specializzazione ha il do-<br />

vere di fare in modo che questo avvenga, organiz-<br />

zando incontri tra allevatori e giudici del settore,<br />

Il medagliere del Club per regione<br />

A Ercolano il 45° Campionato Italiano d’ornitologia<br />

5<br />

L’esposizione degli Agapornis: 325 i soggetti in gara<br />

anche mettendo a disposizione i nostri Agapornis<br />

dove sia richiesto, in modo che vedano dal vivo<br />

le varie mutazioni. Solo così si può crescere, non<br />

basta certo soltanto organizzare mostre con<br />

grandi numeri se non c’è specializzazione.<br />

A Ercolano ho avuto modo di parlare con alcuni<br />

giudici, i quali si sono detti favorevoli alla divisione<br />

delle categorie proprio per ovviare a certi errori,<br />

anche per loro ci vuole maggiore specializzazio-<br />

ne, anche perché ormai gli Agapornis in mostra<br />

sono sempre di più, le mutazioni sono tante e de-<br />

vono essere studiate. Il Club si farà promotore di<br />

ogni iniziativa che vada in questo senso.<br />

Regione ORO ARGENTO BRONZO<br />

Lazio sei quattro quattro<br />

Puglia quattro due uno<br />

Abruzzo uno uno tre<br />

Toscana uno uno xxxxx<br />

Marche xxxxx uno xxxxx<br />

Emilia Romagna tre xxxxx uno


2.<br />

Dopo la pausa del 2008, la specialistica del<br />

centro è tornata a Frosinone. Per quanto<br />

la data non sia stata delle più felici, vista la conco-<br />

mitanza con altre mostre importanti, ci sono stati<br />

254 ingabbi, con 24 espositori, tra i quali alcuni<br />

esordienti. La domenica è intervenuto il giudice<br />

internazionale Roberto Pagliasso, uno dei pochi,<br />

secondo me, che in Italia conosce bene il genere<br />

Agapornis, senza nulla togliere alla professionalità<br />

La Specialistica<br />

a Frosinone<br />

6<br />

degli altri giudici. Abbiamo così approfittato della<br />

sua presenza per capire meglio i giudizi. E’ stato<br />

molto chiaro, rispondendo alle molte domande<br />

che ponevano gli allevatori leggendo i cartelli di<br />

giudizio. L’incontro è stato molto apprezzato dagli<br />

allevatori e arebbe buona cosa organizzare questi<br />

incontri in tutte le mostre, in modo che gli alleva-<br />

tori, soprattutto quelli ancora inesperti, possano<br />

orientare al meglio la selezione ed evitare errori<br />

negli accoppiamenti.<br />

Al mattino della domenica ci sono state anche le<br />

prove per gli allievi giudici di Ondulati e Psittacidi.<br />

Quale migliore occasione di una specialistica per<br />

vedere dal vivo gli Agapornis nelle più svariate<br />

mutazioni.<br />

Agapornis in mostra<br />

Roseicollis 104<br />

Fischeri 75<br />

Personatus 34<br />

Nigrigenis 29<br />

Lilianae 9<br />

Taranta 3<br />

Canus 0<br />

Pullarius 0


3. L’inseparabile<br />

d’Abissinia<br />

Caratteristiche e suggerimenti d’allevamento dell’Agapornis taranta,<br />

meraviglioso e ancora poco diffuso pappagallino<br />

Le aree montuose dell’Abissinia costituiscono l’habitat privilegiato dell’Agapornis taranta<br />

Il Taranta (Taranta taranta) è originario dell’Etiopia<br />

e vive nelle zone montuose dell’Abissinia, dove si<br />

può trovare fino ai 3.000 metri d’altitudine (prende<br />

il nome dal passo della Taranta, in Etiopia).<br />

E’ il più grande di dimensione tra le nove specie<br />

degli Agapornis, fa parte del gruppo con dimorfismo<br />

sessuale composto da Taranta, Canus e Pullarius,<br />

ed è stato scoperto, dall’esploratore Henry<br />

Stanley nel 1814.<br />

7<br />

di Mauro Dionisi<br />

Esiste una sottospecie di Agapornis taranta nana<br />

del Nord, scoperta in Etiopia nel 1931 e descritta<br />

da Neumann. Questa sottospecie differisce<br />

leggermente dalla prima, avendo le ali più<br />

corte e il becco leggermente più piccolo, da<br />

questo deriva il nome “nana”, il che significa stessa<br />

specie con caratteristiche diverse. Contrariamente<br />

al Taranta taranta, questa sottospecie può<br />

avere più covate durante l’anno.


Nei luoghi d’origine il Taranta vive in ppiccoli ggrup p<br />

pi: nel periodo riproduttivo tende ad is isol o arsi si iin<br />

n<br />

coppie che allestiscono il nido o ne n lle ca c vi vità tà t ddeg<br />

d eg egli li<br />

alberi, con foglie, ramoscelli e p<br />

p ppiu<br />

iu iume me che he h le e fe f m-<br />

mine trasportano tra le piume. e. Q<br />

Que ue uest st sto o me meto to todo do d<br />

di trasporto è una caratterist st s ica a de del l gr g up uppo po d e<br />

gli Agapornis roseicollis. Il Taran an a ta t è l<br />

ll’u<br />

’u ’uni ni nica ca sspe<br />

pe peci ci c e<br />

di Agapornis che allestisce il nid id ido co con n le pro p ro ropr pr prie<br />

piume.<br />

Bellissima femmina di Taranta ripresa in natura<br />

Fu introdotto per la prima volta in Europa nei pri-<br />

mi anni di questo secolo, nel 1906 in Germania<br />

e nel 1909 in Gran Bretagna. Nel 1925 è stato o<br />

riprodotto in Gran Bretagna e nel 1930 negli Stati<br />

Uniti. In Italia la prima riproduzione riuscita è sta-<br />

8<br />

ta di P. Bertagnolio, g che ha riferito di avere otte-<br />

nu nuto to to, , ne nel l 19 1 52 52, du due e giovan ni allevati, però, da una<br />

co copp pp ppia ia di i on ondu du dulati ti ti. In I I<br />

Italia a la prima riproduzione<br />

ri rius us uscita con on l llo<br />

sv s ez e za z men nto di due pulli allevati<br />

da dai i ripr pr prod od odut ut u to tori ri ssen<br />

s en e za z l’a ’a ’aus usilio<br />

di balie è riuscita a<br />

Lu Luci ci cian an a o So Socc cc c i ne nel l 1978 78 ( (l’ ’esperienza è stata de-<br />

scri ri ritt tt tta a su sul l me mens ns nsil il i e de dell ll lla a FOI<br />

“Italia ornitologica”<br />

nel l se sett tt ttem em embre e 19 1981 81 8 ). )<br />

Il Taranta ta t è è u<br />

un pa p pp ppagallo o che ha costi conside-<br />

revoli rispett tt tto o agli altri Agapornidi,<br />

ma con il suo<br />

diffondersi anche qui in Ittalia<br />

il prezzo sta scen-<br />

dendo di pari passo con l’aumento del numero<br />

de d i soggetti e degli allevato ori.<br />

Il Tar T ar a an anta ta è una spe p cie che<br />

frequenta quote ele-


vate, comprese tra i 1300 e i 3200 metri, , dove<br />

l’escursione termica, tra il giorno e la n nnot<br />

n notte<br />

te è<br />

notevole. Si passa da una temper er e at a ur ura a ch che e pu può ò<br />

superare i 27° C di giorno a u<br />

una n che he s ssi<br />

si<br />

av avvi vi v ci c na<br />

a 0° C la notte e questo ci fa pen e sa sare re a<br />

a un u n uc ucce ce c l-<br />

lo robusto. Va detto, però, ch c e è mo molt lt lto o de deli li lica ca c to<br />

nel periodo della muta e si poss ss sson o o av aver er ere e pe perd rd rdit it ite e<br />

improvvise se i soggetti non sono al a im imen en e ta tati ti cor or o -<br />

rettamente (hanno molto bisogno di vitamine del l<br />

gruppo B).<br />

Coppia di Taranta in libertà<br />

Come abbiamo detto, il Taranta è il più grande<br />

degli Inseparabili e misura sino a 17 cm. Il ma-<br />

schio ha fronte e contorno dell’occhio rosso vivo,<br />

il resto del corpo è verde, con sotto ala nera;<br />

9<br />

L’inseparabile d’Abissinia<br />

all’estremità della coda si trova una macchia nera,<br />

il bbec<br />

b ec ecco co c è ros os osso s , le zampe<br />

e grigie, le unghie nere<br />

e l’ l’oc oc occh ch chio io ner er e o. o L LLa<br />

a fe femm m in na, al contrario del ma-<br />

sc schi h o, non on ha a la l fro ro ront nt nte e ros ssa e il suo piumaggio è<br />

in inte te tera ra rame me ment nt n e ve verd rd r e, e iinc<br />

nc nclu lu luso so o il sotto ala.<br />

I pu p ll lli i di Tar ar a an anta ta a<br />

alla a na n sc scita<br />

hanno un piumino<br />

bi bian an a co co, l’ l’ac ac accr cr cres es esci ci c me ment nt nto o è minimo nelle prime<br />

due e se sett tt ttim im imane e di d v vvit<br />

it ita, a, lasc ciano il nido a cinquan-<br />

ta giorni i ci circ rc r a, il l lo loro piumaggio<br />

è molto simile<br />

a quello del el ella la ffemmina,<br />

mma<br />

a differenza di que-<br />

sta presentano il becco gia allo. Possono convivere<br />

con i genitori per lungo te empo, anche fino all’età<br />

di d otto-nove mesi e sono<br />

da essi ben tollerati, al<br />

cont nt n ra rari ri r o de delle altre speci ie d’Agaponidi: lasciarli


con i genitori li rende sicuri e, in futuro, o, è più fa<br />

cile che siano buoni riproduttori i se s sta ta tann nn n o a lu lung ng ngo o<br />

in famiglia.<br />

I Taranta hanno un fascino parti ti t co cola la lare re r , so s no m<br />

mma<br />

a<br />

gnifici sia per il portamento, o, s ssia<br />

ia p pper<br />

er l lla<br />

a do doci c lità tà tà.<br />

Non sono chiassosi, hanno mo m vi v me ment nt nti i le lent nt nti i e<br />

usano le zampe come “mani”, co c sì c ccom<br />

c om ome e fa fann nn nno o i<br />

grandi pappagalli.<br />

Nido a doppia camera e pulli di Taranta<br />

Hanno un portamento fiero quando stanno sul<br />

posatoio, peccato che ancora non siano molto<br />

diffusi tra gli allevatori, forse per le difficoltà che e<br />

s’incontrano nel riprodurli, ma, con le dovute ac-<br />

cortezze e con molta pazienza si possono avere<br />

10<br />

de dell ll lle e so sodd dd ddisfazioni. Il Tara anta vive e si riproduce<br />

pe p r mo m lt lti i anni n : Lu Luci ci cian an ano o So occi afferma che un suo<br />

ma maschio è mo m rt rto o al a l’et et e à di diciassette anni, il gior-<br />

no n pri p ri rima ma m d<br />

d ddel<br />

el e la mmor<br />

or orte te t si i er era a accoppiato fecondan-<br />

do l lle<br />

e uo u va, , di cer er erto to la mo mort te è avvenuta per cause<br />

non n do dovu vu vute te t a aall<br />

a ll lla a ve vecc cc cchi hi hiai ai aia, a altrimenti non avrebbe<br />

feco co cond nd ndat at ato o la f ffem<br />

em e mi m na na.<br />

Nel 2005 05 0 a<br />

alc lc lcuni i al alle le levatori<br />

soci del C.I.A.A. lan-<br />

ciarono un’ini ni nizi zi ziativ ti<br />

a per fa avorirne l’allevamento,<br />

il “Taranta Projet”, facen ndosi carico di trovare<br />

delle coppie non consangu uinee all’estero, perchè<br />

in i Italia non si trovavano fa acilmente. La cosa parti<br />

co con n en entusiasmo, allevatori i esperti erano disposti


ad aderire al progetto, pronti anche a viaggiare,<br />

ma con grande delusione e per ragioni logistiche<br />

ed economiche il progetto fu allora abbandonato.<br />

Molti, come me, hanno trovato i soggetti da soli,<br />

in fin dei conti quel progetto, anche se non porta-<br />

to a compimento, ha dato lo stimolo per iniziare<br />

ad allevarli.<br />

Il Taranta va allevato in gabbie singole, non è adat-<br />

to per l’allevamento in colonia, le femmine nel pe-<br />

riodo della riproduzione diventano aggressive tra<br />

loro, dando motivo di lotte territoriali, a discapito<br />

della riproduzione. Ho avuto occasione di visitare<br />

un allevamento in colonia, nel quale avevano inse-<br />

rito in una voliera di ottanta metri quadrati cinque<br />

coppie di Taranta che avevano a disposizione ac-<br />

qua corrente, cespugli di Piracanta, alberi, erbe<br />

prative messe appositamente a dimora. Era uno<br />

spettacolo vederli volare in quello spazio…Dal<br />

punto di vista riproduttivo, però, il risultato in due<br />

anni era stato di solo due pulli svezzati, tanto che<br />

l’allevatore è tornato ad allevarli in coppie singole<br />

ALIMENTI GRADITI E CONSIGLIATI<br />

11<br />

L’inseparabile d’Abissinia<br />

Altra cosa essenziale per avere successo con iT i Ta-<br />

ranta è farli adattare al nuovo ambiente, cercare<br />

di interagire con loro facendoci conoscere e fa-<br />

cendoli sentire sicuri.<br />

Come farlo? Facile, quando lo portiamo in alleva-<br />

mento non deve essere messo il nido per almeno<br />

un mese, dobbiamo farci sentire parlandogli in<br />

modo che colleghi la nostra voce con la nostra<br />

figura, evitando movimenti veloci e rumori forti..<br />

Per quanto riguarda l’alimentazione essa deve<br />

essere analoga a quella degli altri Agapornidi, ma<br />

con piccole aggiunte, come bacche di ginepro, es-<br />

senziali per il loro apporto di vitamina B, perilla e<br />

semi di Chia, fichi, frutta in genere. In cattività il<br />

Taranta tende ad avere carenze di vitamina B, è<br />

pertanto consigliato insistere molto con la frutta<br />

e, se non è molto gradita, con preparati a base di<br />

lieviti o complessi vitaminici.<br />

Le mutazioni nell’Agapornis taranta sono, per<br />

ora, verde scuro (giada) oliva, misty e fallow,<br />

quest’ultima ancora non fissata.<br />

Non devono mancare nella dieta:<br />

Perilla (Perilla frutescens). Ricca di vitamina A, B2, E, contiene inoltre calcio e ferro,<br />

acidi grassi polinsaturi, in particolare Omega 3, i più potenti tra gli antiossidanti vegetali<br />

che esercitano sull’organismo una funzione particolarmente benefica.<br />

Chia (Salvia ispanica). Il seme di Chia è ricchissimo di Omega 3 e possiede anche un<br />

tenore proteico elevato e più alto rispetto ad altri semi.<br />

Fichi: ricchi di vitamine A e B, proteine, zuccheri e sali minerali -potassio, magnesio, calcio<br />

- essenziali nello svezzamento dei pulli.


4.<br />

Gli Allevamenti<br />

in Puglia<br />

Viaggio alla ricerca degli allevamenti e degli allevatori di inseparabili del territorio pugliese<br />

Ogni allevatore che si rispetti ha in comune<br />

la voglia di migliorare il proprio allevamento,<br />

dedicandovi tempo, passione ed energie, che<br />

quasi sempre si trasformano in risultati concreti e<br />

in grandi soddisfazioni.<br />

Tutte queste prerogative sono il comune denomi-<br />

natore degli amici e soci del Club degli Agapornis.<br />

Ma andiamo con ordine. Sono Giuseppe Lapolla<br />

e vivo in Puglia (provincia di Bari) e sono iscritto<br />

al Club da qualche anno. Personalmente mi sono<br />

chiesto quale fosse la situazione degli allevamen-<br />

ti in Puglia, regione in cui risiedo, premesso che<br />

in questi anni ho avuto modo di conoscere molti<br />

allevatori di Inseparabili della mia regione e molti<br />

iscritti al Club.<br />

Inizio il mio viaggio da Corato, ridente cittadina<br />

sulle pendici orientali delle Murge, immersa tra<br />

olivi secolari, dove vive Ettore Calvi. Lo raggiun-<br />

go di domenica mattina, in una giornata fredda di<br />

febbraio e lo trovo affaccendato nel suo alleva-<br />

me m nt n o. Ettor or o e è un vec ec e ch chio amico co e so bene n cche<br />

h<br />

la l domenica d a ma mattina la d edica d ai suoi Inseparabili;<br />

mentre lui è impegnato nelle sue faccende gli fac-<br />

ci c o al a cune dom omande e ggli<br />

li cchiedo<br />

c co come m ha comi mi minn<br />

ci ciat at ato o ad allev ev evar ar are e i suoi pap ap appagalli.<br />

Ettore mi raccon o ta che non sapeva neanche cosa<br />

fo foss sser e o gli In Inse se sepa p rabili, , ne aveva visto to uno allev evat ato<br />

allo stecco in un negozio e sua figlia, presente in<br />

12<br />

quel momento, se ne era innamorata.<br />

di Giuseppe Lapolla<br />

Per accontentarla decide di fare alcune ricerche<br />

su internet: cosi si imbatte nel sito ufficiale del<br />

Club e inizia ad informarsi. Nel 2003, preso dalla<br />

passione per questi pappagalli, si iscrive al Club ed<br />

anche alla FOI. Contatta un allevatore, Francesco<br />

Faggiana, da cui compra tre coppie di Roseicollis.<br />

In seguito Ettore mi racconta che con Faggiana<br />

stringe una vera amicizia, talmente forte da dura-<br />

re nel tempo. I due si sentono telefonicamente,<br />

si ritrovano alle mostre e si scambiano persino<br />

i soggetti dei loro allevamenti. Con il passar del<br />

tempo Ettore ha ampliato il suo allevamento,<br />

introducendo nuove coppie di Roseicollis: il suo<br />

intuito e la sua passione gli hanno permesso di<br />

raggiungere traguardi importanti. Dal 2006 ad<br />

oggi ha vinto per tre volte il Campionato Italiano,<br />

la mostra di Reggio Emilia e i Mondiali di Piacenza<br />

nel 2009. (foto1)<br />

Il suo allevamento è assolutamente pperfetto:<br />

una<br />

stan anza in mura ratu tura di ci c rc rca a 15 mq. q. q ccon<br />

adegu gu g at ata a<br />

aerazione attraverso una finestra f che, h tra l’altro,<br />

gli permette di non usare luce artificiale. In caso di<br />

nece ce cess s ità poss ss ssie ie iede d un pi picc cc ccol o o impi pi pian an anti t no di al a ba-<br />

tram am amon o to; le ggab<br />

ab abbie sono no ddisposte<br />

e su sui quattro o la lati t<br />

dalla stanza (foto2) ed al centro ha una serie di<br />

gabb bb bbio ioni per ll’all<br />

ll lloggiamen e to dei gio iova vani. (foto o 3)<br />

Usa gabbie da cm. 120, da cm. 90 e da cm. 65;


1. Ettore Calvi alle prese con il suo allevamento<br />

3. I gabbioni al centro<br />

del locale servono<br />

per alloggiare i giovani<br />

13<br />

Gli allevamenti in Puglia<br />

2. Le gabbie dell’allevamento<br />

di Calvi sono disposte<br />

sulle pareti della stanza


ogni gabbia è fornita di un adeguato numero di<br />

mangiatoie e beverini alcuni dei quali a goccia per<br />

una maggiore tranquillità, specie d’estate.<br />

Alleva prevalentemente Agapornis roseicollis nel-<br />

le varie mutazioni, tra cui i Verdi, i Cannella, i Lu-<br />

tini, i Faccia Arancio, nella forma a “Piuma Lunga”<br />

detti anche “Giganti”. Attualmente è impegnato<br />

nella selezione degli Avorio (foto 4).<br />

Possiede parecchi soggetti di Agapornis lilianae,<br />

Nigrigenis e qualche coppia di Fischer (Ancestrale<br />

e Lutino). Nel suo allevamento c’è uno spazio ri-<br />

servato a sua figlia che alleva dei Forpus di ottima<br />

qualità.<br />

In totale Ettore possiede una ventina di coppie<br />

riproduttrici che gestisce in maniera razionale at-<br />

traverso appositi cartellini attaccati ad ogni gabbia<br />

per segnare il giorno e il mese della deposizione<br />

5. Il prelibato<br />

pastoncino<br />

di Ettore<br />

14<br />

della coppia ivi alloggiata. Inoltre possiede un pro-<br />

gramma informatizzato (Access) per la gestione<br />

delle coppie, un registro detenzione CITES e un<br />

quaderno di appunti per il sessaggio dei pappa-<br />

galli.<br />

I soggetti dell’allevamento di Ettore mangiano<br />

prevalentemente misto per inseparabili, con ag-<br />

giunta di scagliola, frutta e un pastone con ingre-<br />

dienti molto originali: biscotti caserecci pugliesi,<br />

molliche di pane della Puglia, fischi secchi, uva sul-<br />

tanina, riso soffiato, girasole decorticato e miele! I<br />

suoi pappagalli ne sono golosissimi!<br />

Infine gli chiedo quali sono gli obiettivi che si è<br />

posto da quando alleva. Lui mi ha risposto che<br />

qualche tempo fa ha fatto una promessa all’amico<br />

Rudi Bleyen: poter competere un giorno con lui e<br />

magari superarlo per la bellezza dei soggetti pre-<br />

4. Alcuni soggetti<br />

dell’allevamento<br />

di Ettore Calvi


sentati alle mostre in cui parteciperanno assieme!<br />

Personalmente credo che Ettore Calvi un giorno<br />

o l’altro raggiungerà questo obiettivo. Poi, parlan-<br />

do seriamente, mi dice che il suo sogno è quello<br />

di creare un gruppo di associati del Club con aspi-<br />

razioni comuni, che si possa riunire e confrontar-<br />

si e scambiarsi esperienze sull’allevamento degli<br />

Agapornis in un clima di grande amicizia e di vo-<br />

glia di stare insieme!<br />

A Canosa di Puglia, tra la Provincia di Bari e quel-<br />

la di Foggia, si trova un altro interessante alleva-<br />

mento: quello di Giovanna Sorrenti e del ma-<br />

ri r to Sabino. .<br />

Gi Giovanna e Sab<br />

abino sono due<br />

ragazzi z veramente t<br />

ap appa pa passionati ti e dalle lor or oro parole ttra<br />

ra raspare tu tutt tt tto<br />

l’ l amore per i pappagalli. Giovanna è iscritta al<br />

Cl C ub b dal 200 00 004, 4, d dda<br />

quando do ha<br />

iniziato to ad a alleva va vare re in<br />

maniera seria. Lei ha sempre avuto una passione<br />

en e orme per gli li animali li li: in infatti ha i nizi iz<br />

ato ad all ll llee<br />

vare va vare re Roseico Roseicollis co coll ll llis is e ha svez svezzato ez ezza z to parec parecchi ec ecch ch chi piccol piccoli ol oli al allo<br />

7. Il lato della stanza<br />

dove ci sono le gabbie<br />

per l’alloggiamento dei piccoli<br />

15<br />

“stecco”. I soggetti imprintati l’hanno impegnata t<br />

non poco e in seguito ha coinvolto suo marito Sa-<br />

bino in questa pratica.<br />

Il locale di allevamento è molto ordinato e pulito,<br />

ben organizzato in relazione alle specie alleva-<br />

te: un locale con soffitto basso, luce adeguata e<br />

ottimo ricambio di aria. L’unico inconveniente è<br />

legato al clima: è troppo freddo in inverno e trop-<br />

po caldo in estate!! Ma mi confidano che stanno<br />

lavorando anche per risolvere questo piccolo<br />

problema, specie in inverno quando, a causa del<br />

freddo freddo, possono avvenire decessi di pi ppiccoli ccoli ancori<br />

impl pl p um u i.<br />

Gli allevamenti in Pugliaa<br />

Il local a e di Giovanna e Sa Sabi bi bino è ben razionalizza-<br />

to: su un lato del de<br />

la stanza vi v sono le gab ga<br />

bie pe per la<br />

cova dove alloggiano le coppie riproduttrici (foto<br />

n. 66),<br />

, sull’altro ro llat<br />

a o ci son on o o le volie iere re per<br />

l’all ll llog og-<br />

giamento dei piccoli, il tavolo da lavoro e appesi<br />

ai muri i poster di d catalogazi z one degli l In I separa r bi bili li li,<br />

che og ogni allev ev evat at ator o e dovr vr vreb eb ebbe b avere re re!! !! (f ( (foto n. 7) )<br />

6. Il lato della stanza<br />

dove ci sono le gabbie da cova


Non utilizzano sistemi di luce artificiale “alba-<br />

tramonto”, in quanto la luce è adeguata ed usano<br />

le classiche gabbie da cova con le attrezzature<br />

(beverini interni, mangiatoie, linguette, ecc).<br />

Ciò che colpisce e attrae dell’allevamento sono le<br />

specie: Giovanna e Sabino allevano solo ed esclu-<br />

sivamente le specie di inseparabili più rare e di<br />

difficile reperimento come Taranta, Nigrigenis,<br />

Liliale ed inoltre non nelle forme mutate bensì<br />

solo ed esclusivamente nella forma ancestrale!!<br />

Questo concetto di allevamento mi trova piena-<br />

mente d’accordo e ritengo ciò una buona pratica<br />

di allevamento.<br />

In origine allevavano Roseicollis Verdi, Cannella,<br />

Avorio blu e Avorio Malva, con i quali hanno ot-<br />

tenuto parecchi piazzamenti alle mostre ornito-<br />

9. In primo piano esemplare<br />

di Taranta femmina.<br />

16<br />

logiche; ma attualmente, l’interesse si è spostato<br />

verso le specie più rare: il loro sogno è quello di<br />

trovare qualche coppia di Pullarius e riuscire a ri-<br />

produrli!<br />

Possiedono quattro coppie di Taranta, due di Ni-<br />

grigenis e quattro coppie di Lilianae con i quali<br />

hanno ottenuto parecchi piccoli, di ottima qualità.<br />

(foto n. 8)<br />

Anche i Taranta del loro allevamento sono mol-<br />

to belli e di buona taglia: hanno avuto parecchi<br />

piccoli e stanno cercando di stabilizzare il ceppo.<br />

(foto n. 9)<br />

Giovanna e Sabino usano un registro di alleva-<br />

mento per inserimento dati, un classico calen-<br />

dario su cui scrivere e appuntarsi le deposizioni,<br />

targhette da applicare su ogni gabbia da cova e un<br />

8. Gabbione<br />

per l’alloggiamento<br />

dei piccoli di Lilianae


egistro CITES.<br />

Forniscono ai soggetti un misto per Parrocchetti<br />

e Inseparabili, semi cotti all’occorrenza, frutta e<br />

verdura fresca e nello specifico semi di ginepro,<br />

panico e pyracanta. Non usano un polivitaminico,<br />

ma solo vitamina E nel periodo pre-riproduttivo.<br />

Il loro obiettivo futuro è quello di farsi conoscere<br />

nell’allevamento delle specie di Inseparabili più<br />

rare e in via di estinzione, e in tal senso mi con-<br />

fessano che piuttosto che vincere primi posti e<br />

medaglie g alle mostre ornitologiche, g , ppreferiscono<br />

ot o te tenere qua ua u lc lche h pullett tto o di Taran anta ta. A conti i fa fatt t i<br />

il llor<br />

or oro allevame me mento non n ha loro<br />

nien en ente te da invi vi vidi di diar ar are<br />

ad altri importanti e rinomati, e in cuor loro c’è la<br />

vo v glia li<br />

di farsi conoscere agli appassionati i del cen-<br />

tr tro e nord Ita ta tali li lia a per dimo mo most s rare il l lo loro ro talento to e la<br />

lo l ro smisurata passione per gli Inseparabili.<br />

A su sud della a Pu Puglia, ne nell ll lla terra de dell ll lla a Tarant nt nta, a, e<br />

pr p ecisamente a Diso (L ( E) vive Salvatore Car-<br />

11. Gabbie<br />

per lo svezzamento dei piccoli<br />

17<br />

Gli allevamenti in Puglia<br />

rozzo, noto nel web con il nick “Zonasalva”. l ”<br />

Alleva pappagalli dal 2004 e nel 2005 ha iniziato<br />

con gli Agapornis. Questo è il terzo anno che è<br />

iscritto al Club. Mi dice che è attratto da questo<br />

piccolo pappagallino per la sua bellezza, per il suo<br />

carattere forte e sinceramente anche dalla loro<br />

piccola mole che gli ha permesso di incrementare<br />

le coppie nonostante uno spazio disponibile non<br />

grandissimo. Il suo allevamento è completamente<br />

all’esterno su un grande balcone abbastanza ripa-<br />

rato dai venti di tramontana.<br />

Salv lvat atore pref ef e er erisce allev evar are sia in ggab<br />

a bie da 990<br />

0<br />

cm (le ( l coppi pi pie pi p ù pregia ia iate te tipo Fi Fisc sc sche h r Luti ti tino no no) )<br />

che in voliere di 2m x 1m x 1m dove alloggia Ni-<br />

grigenis e Personata più ada d tti alla vit it ita in colonia ia<br />

senz nz nza a creare mai ma<br />

sovraff ff ffol ol olla la lamento. o<br />

E’ solito spostare i pulli in gabbioni da 120 (a 2<br />

me mesi si dalla<br />

nas as asci ci cita) dove ve ve, a seguit it ito di d sessagg gg ggio io<br />

molecolare, vengono divisi per sesso.<br />

10. Una veranda riparata<br />

dai venti di tramontana<br />

è lo spazio a disposizione<br />

di Salvatore per allevare


Per la gestione dell’allevamento utilizza un sof-<br />

tware che, aggiornato meticolosamente quasi<br />

quotidianamente, gli permette di monitorare tut-<br />

ta la fase vitale dei piccoli Agapornis. Tutti i sog-<br />

getti vengono anellati alla nascita e denunciati al<br />

corpo Forestale di Stato “CITES” CITES .<br />

Co C me m aliment ntazione som omministra ra uun<br />

n misto o se semi m<br />

pe per insepara ra rabi bi bili l (in est st stat at ate e senza a gi gira ra rasole), fru ru rutt tt tta<br />

fr fresca di stag agio ione due vvol<br />

olte a set et e timana, paston on-<br />

cino sempre disponibile in fase di svezzamento<br />

pu p ll lli, i acqua ffre<br />

resca tutti i i gi g orni.<br />

Di solito evita tr t attamenti preventivi o pre-cova a<br />

ba b se di vitami mi mine ne ne; solo una na volta<br />

l’ann nn nno, o sotto ccon<br />

on-<br />

si s gl g io di un suo uo caro am a ic ico tratta ta tutti i sog og ogge ge g tt t i<br />

18<br />

con due gocce di front-line anti acaro.<br />

Ha iniziato con gli Agapornis roseicollis NT, al<br />

momento si sta dedicando alla selezione di Fi-<br />

scher (Ancestrali e Lutini), Nigrigenis (Ancestrali,<br />

Blu, Cobalto e Slaty) e Personata (Blu, Cobalto,<br />

Diluiti) Diluiti).<br />

Ne N l su s o alleva vame m nto ci sson<br />

o o copp pp p ie di Fische her r<br />

Luti ti tino no x Ances es estr t ale/Luti ti tino no no, Nigrigen en enis is Blu x Coo- balto, o, Persona nata ta Blu x Cob ob obalto e Ros oseicollis A AAn<br />

n-<br />

cestrali e Faccia Arancio. Quando gli chiedo quali<br />

sono no e quali sar<br />

aranno i suo uo uoi i obiettiv iv ivi mi m rispond nd nde e<br />

che questo anno parteciperà per la prima volta<br />

alle le mostre, m cer er erca c ndo di far f ar bene so sopr pr p atutto con c on<br />

la mos o tra pro rovi v nciale e la a re regionale. e. AAuspica<br />

buo uo-<br />

12. Soggetti<br />

dell’allevamento<br />

di Salvatore<br />

Carrozzo


ni piazzamenti perchè tutti i suoi soggetti proven-<br />

gono dai migliori allevamenti italiani e dopo anni<br />

di selezione ritiene che abbia una piccola chance.<br />

Poi in tutta franchezza mi dice che l’obbiettivo<br />

che si pone è quello di avere la possibilità di con-<br />

tinuare a coltivare questa passione.<br />

Devo dire che dopo aver fatto questo mio viaggio<br />

alla ricerca degli allevamen-<br />

ti pugliesi, mi sono accor-<br />

to che il livello raggiunto è<br />

molto alto. Ci sono tutte le<br />

premesse per pensare che la<br />

Puglia ha le caratteristiche e<br />

i presupposti per dare origi-<br />

ne ad una realtà allevatoria.<br />

Non c’è dubbio che riuscire<br />

13. Personata di Salvatore Carrozzo<br />

19<br />

Gli allevamenti in Puglia<br />

a parlare di allevamenti seri e all’avanguardia di è<br />

come trovare un ago in un pagliaio in una regione<br />

come la Puglia, che sconta un ritardo tecnico-<br />

scientifico!! Personalmente sono convinto che<br />

con la buona volontà e con l’applicazione si può<br />

iniziare a colmare il divario tra il centro-nord e il<br />

sud negli allevamenti di Inseparabili.


5. Tecniche<br />

Tecniche<br />

di allevamento<br />

Ambiente naturale,<br />

Ambiente artificiale<br />

Abbiamo parlato nel numero precedente del-<br />

Ala A rivista dell’ambiente di allevamento inteso<br />

come ricostruzione artificiale di un habitat natu-<br />

rale attraverso il dimensionamento, le caratteri-<br />

stiche fisiche e l’utilizzo di apparecchiature che ci<br />

aiutano a creare un benessere animale accettabile<br />

che faciliti tutte le funzioni vitali degli uccelli, ivi<br />

compresa la riproduzione. Passiamo ora in rasse-<br />

20<br />

TERZA PARTE<br />

Testo e riproduzioni grafiche di Gianni Matranga<br />

Grande voliera che ospita la ricostruzione di un habitat per acquatici e altri uccelli arboricoli<br />

con abbondante vegetazione ai bordi <strong>–</strong> Allevamento Vitali - Ciampino<br />

gna quali possono essere le migliori o le più ido-<br />

nee attrezzature per l’alloggiamento, lo staziona-<br />

mento e la riproduzione ed altro ancora. La scelta<br />

delle attrezzature dipende in maniera diretta dalla<br />

tipologia di allevamento che vogliamo impiantare:<br />

allevamento in selezione condizionata, massale di<br />

gruppo o altro. Se abbiamo scelto un’allevamento<br />

che preveda una selezione improntata su una rigi-


Da sinistra gabbia da cova in filo metallico zincato da 65 cm con divisorio e fondo estraibile,<br />

gabbia con filo metallico rivestito di plastica e con fondo dello stesso materiale,<br />

volieretta in filo zincato da 120 cm con divisorio<br />

da scelta delle coppie con metodo di esaltazione<br />

o per compensazione (consultare il libro I colori<br />

degli iseparabili <strong>–</strong> selezione artificiale) allora<br />

dovremo dotarci di gabbie da cova singole. Que-<br />

ste dovranno avere dimensioni accettabili per le<br />

funzioni vitali e possedere delle caratteristiche di<br />

robustezza, facilità di accesso per le pulizie, cas-<br />

setto di fondo estraibile per l’asportazioni delle<br />

feci e residui di cibo e dotato di una griglia che<br />

Abbiamo parlato nel numero precedente della<br />

rivista dell’ambiente di allevamento inteso come<br />

ricostruzione artificiale di un habitat naturale at-<br />

traverso il dimensionamento, le caratteristiche<br />

fisiche e l’utilizzo di apparecchiature che ci aiuta-<br />

no a creare un benessere animale accettabile che<br />

faciliti tutte le funzioni vitali degli uccelli, ivi com-<br />

presa la riproduzione. Passiamo ora in rassegna<br />

quali possono essere le migliori o le più idonee at-<br />

trezzature per l’alloggiamento, lo stazionamento<br />

e la riproduzione ed altro ancora. La scelta delle<br />

attrezzature dipende in maniera diretta dalla ti-<br />

pologia di allevamento che vogliamo impiantare:<br />

allevamento in selezione condizionata, massale di<br />

gruppo o altro. Se abbiamo scelto un’allevamento<br />

che preveda una selezione improntata su una rigi-<br />

Ambiente naturale, ambiente artificiale<br />

21<br />

da scelta delle coppie con metodo di esaltazione<br />

o per compensazione (consultare il libro I colori<br />

degli iseparabili <strong>–</strong> selezione artificiale) allora do-<br />

vremo dotarci di gabbie da cova singole. Queste<br />

dovranno avere dimensioni accettabili per le fun-<br />

zioni vitali e possedere delle caratteristiche di ro-<br />

bustezza, facilità di accesso per le pulizie, cassetto<br />

di fondo estraibile per l’asportazioni delle feci e<br />

residui di cibo e dotato di una griglia che<br />

separi i pappagalli dal fondo; devono inoltre esse-<br />

re costituite da materiale non ossidabile perchè<br />

bisognerà spesso lavarle e disinfettarle. Le dimen-<br />

sioni minime per gli Agapornis sono quelle delle<br />

gabbie da cova da 65 x 35 x h 4, meglio ancora<br />

le volierette da 90 x 40 x h 45 oppure quelle da<br />

120 x 40 x h50. Quest’ultima offre la possibilità di<br />

dividerla con un separatore per formare due gab-<br />

bie per due coppie oppure per una sola coppia e<br />

successivamente l’allocazione dei figli in una delle<br />

due parti con il padre. In questo modo la madre,<br />

che è già alle prese con la seconda cova, è lasciata<br />

tranquilla senza il rischio che i piccoli la disturbino<br />

o, peggio ancora, che rompano le uova entrando<br />

ed uscendo dal nido. Il materiale generalmente<br />

usato per costruire queste gabbie è di filo metal-


lico zincato a freddo che va preferito a quelle con<br />

rivestimento di plastica che verrebbe rosicchiato<br />

presto dai robusti becchi dei pappagalli (e ancor<br />

meno quelle di legno per ovvi motivi).<br />

Questo tipo di gabbia racchiude in sè quelle<br />

caratteristiche che abbiamo scartato per i<br />

nostri pappagalli. Probabilmente sarà adatta<br />

per altri uccelli di piccole dimensioni ma non<br />

per gli Agapornis.<br />

Le forme delle gabbie da preferire sono, senza<br />

dubbio, quelle a parallelepipedo regolare a sviluppo<br />

orizzontale (maggiore dimensione prospettica),<br />

mentre sono da scartare quelle a sviluppo<br />

verticale di qualsiasi forma, peggio se arrotondate<br />

e/o con diverse volumetrie intersecanti o di altre<br />

forme bizzarre come pagode ed altre amenità simili.<br />

Non sono da utilizzare parimenti gabbie con<br />

fondi di plastica dura o accessori interni appuntiti<br />

o sfilacci di corde che potrebbero fare impigliare<br />

le unghie. Non vanno riempite di dondoli o altri<br />

oggetti ritenuti, a torto, indispensabili per il gioco<br />

22<br />

in quanto impediscono il regolare esercizio del<br />

volo. Disponendo di voliere adeguate potranno<br />

essere collocati in tali strutture, ma ricordo che il<br />

passatempo ed il gioco preferito dagli Agapornis<br />

è quello di scortecciare i rami pertanto sono essi<br />

che, preferibilmente, andranno collocati in volie-<br />

ra. Le mangiatoie potranno essere esterne oppu-<br />

re interne con razziere, mentre i beverini posso-<br />

no essere di svariate forme, ma con il beccuccio a<br />

taglio basso e non stretto.<br />

Alcuni tipi di beverini di capienza diversa.<br />

Preferire quelli con le pareti colorate.<br />

I posatoi invece potranno essere in legno oppure<br />

in plastica rigata del diametro di 10-12 mm. e<br />

posti, stiamo parlando sempre di gabbie da cova,<br />

distanti fra loro e, nel caso di una gabbia da 65<br />

cm, in numero di due alla stessa altezza.<br />

Posatoi in legno da 10 mm, da 12 e 8 mm<br />

in plastica rigata. Quest’ultimo è più adatto<br />

ai canarini.


Ciò permetterà balzi più lunghi ed in linea oriz-<br />

zontale che tonificheranno i muscoli. Oltre alla<br />

tipologia della gabbia da cova singola, da preferi-<br />

re vi sono pure le gabbie a batteria modulari con<br />

fondi estraibili o dotati di rulli di carta che scorro-<br />

no sotto le gabbie. Sono normalmente forniti di<br />

separatori laterali e, nel caso di quelle cosiddette<br />

all’inglese, sono aperte solo nel frontale.<br />

Gabbie modulari in batteria con rotoli di<br />

carta.<br />

I nidi possono essere ad una o a due camere in<br />

legno, di dimensioni variabili e mediamente 25cm<br />

x 16cm x h 18cm, il foro da 5 ÷ 6 cm di diametro<br />

posto verso l’alto e decentrato ed un piccolo po-<br />

satoio sotto di esso. Il coperchio superiore dovrà<br />

essere incernierato per consentire l’apertura e<br />

l’ispezione. I ganci saranno posti anteriormente<br />

se andrà collocato all’esterno delle gabbie o vo-<br />

lierette, nella parte opposta se il nido verrà posto<br />

all’interno. I nidi possono anche essere posti sul<br />

frontale oppure lateralmente alle gabbie.<br />

Preferire sempre, se si può, la collocazione<br />

all’esterno in quanto facilita l’ispezione.<br />

Quando si collocheranno i nidi, le coppie inco-<br />

minceranno ad entrarvi per ispezionarli e quindi è<br />

Ambiente naturale, ambiente artificiale<br />

23<br />

Tipico nido in legno per Agapornis.<br />

opportuno porre sul fondo, della segatura o ma-<br />

teriale assorbente per evitare che lo imbrattino<br />

di feci. Anche sul fondo delle gabbie andrà depo-<br />

sto materiale assorbente come il tutolo di mais<br />

Gabbie modulari in batteria all’inglese.<br />

o varie sabbie all’uopo composte e facilmente<br />

reperibili nei negozi specializzati o, in alternativa,<br />

cartoni assorbenti. Non utilizzate carta di giornale<br />

in quanto per la stampa si utilizzano derivati del<br />

petrolio e quindi tossici per ingestione. Per l’alle-<br />

stimento dell’imbottitura del nido possono essere<br />

messi a disposizione diversi tipi di materiale natu-


ale come i rametti di salice, erbe prative verdi e<br />

secche, foglie di palme, fieno per conigli ed altro<br />

ancora; dipenderà dall’abitudine a servirsene dei<br />

pappagalli unita alle disponibilità del territorio ove<br />

si risiede (al sud è più facile reperire le foglie di<br />

palme, mentre al nord è più facile avere ramet-<br />

ti di salice). Tenere sempre a disposizione della<br />

femmina questo materiale per tutto il tempo della<br />

cova perchè essa lo porrà nel nido ogni qualvolta<br />

desidererà aumentare l’umidità all’interno. Du-<br />

rante la cova, intorno al quarto-quinto giorno dal<br />

secondo uovo è opportuno effettuare la speratu-<br />

ra. Questa operazione viene effettuata mediante<br />

una fonte luminosa da porre accanto all’uovo per<br />

verificare l’avvenuta fecondazione dello stesso at-<br />

traverso l’osservazione in trasparenza. Se le uova<br />

non dovessero essere gallate allora si provvederà<br />

a rimuoverle onde evitare una inutile incubazione<br />

e fatica alla femmina.<br />

Penna per speratura con punta luminosa.<br />

Avvicinate sempre la fonte luminosa all’uovo e<br />

non al contrario per evitare cadute accidentali<br />

fuori dal nido a causa della sua manipolazione.<br />

Per la pulizia di gabbie, voliere e volierette in<br />

commercio vi sono tanti prodotti adatti, anche<br />

se consiglio di utilizzare prodotti a base di sali<br />

quaternari d’ammonio che hanno un’azione alta-<br />

24<br />

mente battericida. Ove non sia specificato chiara-<br />

mente, saprete di trovare tale prodotto se nella<br />

composizione vengono indicati uno tra questi sali<br />

di ammonio: Benzalconio cloruro oppure Dimetil-<br />

benzil-ammonio-cloruro ed ancora Didecil-dime-<br />

tilammonio cloruro ed altri. Naturalmente non<br />

vanno acquistati in associazione con detergenti<br />

anionici e, in generale, con saponi schiumosi. Non<br />

sono corrosivi, non provocano irritazione, sono<br />

inodore e non possiedono particolare tossicità ed<br />

hanno anche la capacità di cristallizzarsi e di riat-<br />

tivarsi con una rinnovata umidità. Oltre all’azio-<br />

ne dei disinfettanti liquidi, è opportuno affidarsi<br />

anche alla fiamma prodotta da cannello quando<br />

si preparano le gabbie per la nuova stagione ri-<br />

produttiva. La fiamma, infatti, stana e distrugge la<br />

quasi totalità di parassiti che si annidano o depon-<br />

gono le uova nelle pieghe delle lamiere o all’in-<br />

terno delle molle ed altri angoli nascosti. Questa<br />

operazione va effettuata dopo aver tolto tutti gli<br />

accessori in plastica o materiale infiammabile ol-<br />

tre, naturalmente, gli occupanti. Effettuate la di-<br />

sinfestazione periodica delle attrezzature come<br />

beverini, posatoi, mangiatoie, ecc. immergendoli<br />

in contenitori dove avrete diluito i prodotti a base<br />

di sali quaternari d’ammonio e facendoli riposare<br />

per un giorno e poi sciacquarli con acqua corren-<br />

te. I sacchi dei semi, pastoncini ed altri alimenti<br />

non vanno posti a contatto del pavimento, magari<br />

potranno essere adagiati sopra una pedana rialza-<br />

ta in legno che permetterà la pulizia agevole dei<br />

pavimenti e non trasmetterà umidità alle sementi.<br />

Per chi desidera partecipare ai concorsi ornitolo-<br />

gici è oltremodo opportuno dotarsi di gabbie tipo<br />

mostra dove andare ad alloggiare i singoli soggetti<br />

selezionati all’uopo. In questa maniera prende-<br />

ranno confidenza con il tipo di gabbia che tro-


veranno nelle mostre e si abitueranno anche alla<br />

ristrettezza dello spazio ed al contatto con le per-<br />

sone, cosa che permetterà ai giudici di esaminare<br />

con cura il Pappagallo senza che questi svolazzi<br />

nervoso. L’irrequietezza è uno di quei parametri<br />

di cui il giudice tiene conto nella valutazione com-<br />

plessiva del soggetto.<br />

Questo tipo di gabbie è disponibile anche con le<br />

pareti in plastica dura anziché in metallo ed ad un<br />

Gabbia tipo mostra con sportellino centrale.<br />

Ambiente naturale, ambiente artificiale<br />

Allevamento in selezione con gabbie da cova con singole coppie e nidi esterni. Le gabbie, i nidi ed i<br />

beverini in questo caso sono stati numerati.<br />

25<br />

costo più contenuto rispetto a queste ultime.<br />

Per concludere viene consigliato di tenere un libro<br />

di allevamento dove annotare tutti gli accoppiamenti<br />

effettuati e le relative nascite. Questo,<br />

che rappresenta una sorta di albero genealogico,<br />

vi permetterà sempre di rintracciare gli ascendenti<br />

per effettuare i migliori accoppiamenti per una<br />

aderente selezione e per la creazione del proprio<br />

ceppo. Ne esistono in commercio tantissimi in<br />

formato cartaceo, ma anche con programmi da<br />

gestire tramite computer. Altri espedienti verranno<br />

trovati dai singoli allevatori in funzione delle<br />

proprie esperienze e delle condizioni ambientali,<br />

climatiche e fisiche ove è posto l’allevamento.<br />

Come dicevamo in apertura di questa serie di articoli<br />

dedicati all’ambiente ed alle attrezzature del<br />

nostro allevamento, nulla può sostituire la natura<br />

per conferire quel benessere agli animali che vi<br />

abitano, ma il nostro piccolo ambiente artificiale<br />

può, con gli ausili della tecnologia moderna unita<br />

all’esperienza ed all’osservazione attenta dell’allevatore,<br />

costituire un ambiente tutto sommato<br />

confortevole per i nostri amici ospiti. Buon allevamento!


6. Il giorno del…<br />

giudizio<br />

Tecnica<br />

Quando si commentano i risultati delle mostre bisogna sempre valutare che il giudizio<br />

è stato espresso “in quel momento” e che le variabili sono numerose.<br />

Auspicabile sarebbe, comunque, un confronto diretto con chi ha giudicato i nostri soggetti.<br />

Uno degli scopi principali dell’allevatore<br />

“specialistico” é quello di partecipare alle<br />

esposizioni ornitologiche, meglio se specialisti-<br />

che, nelle quali i pregi e i difetti dei volatili esposti<br />

sono valutati al fine di indirizzare l’allevatore che<br />

li espone verso una sempre migliore selezione e<br />

un confronto di livello altamente qualitativo con<br />

altri appassionati.<br />

Per ottenere questi risultati è indispensabile<br />

26<br />

l’opera di giudici specializzati che agiscano secon-<br />

do precise direttive derivanti dai criteri di giudizio<br />

(standard).<br />

Detto così sembrerebbe tutto semplice. E invece<br />

no!<br />

di Mario Bonanni<br />

Ovviamente, non dovendo giudicare un singo-<br />

lo particolare o una caratteristica oggettiva (ad<br />

esempio l’Agapornis più pesante vince) e, dal mo-<br />

mento che i giudizi devono tenere conto di più


variabili, tenuto conto che queste sono comun-<br />

que soggettivamente valutabili, ecco che ad ogni<br />

mostra assistiamo alle bagarre ormai divenute<br />

rituali.<br />

Partecipare a una mostra, tranne nei rari casi di<br />

espositori pessimisti di natura, il più delle volte<br />

predispone a ritenere i propri esemplari, se non<br />

i migliori della mostra, almeno tra quelli destinati<br />

al podio. Subito dopo l’ingabbio, cresce l’aspetta-<br />

tiva nei confronti del fatidico giorno del giudizio,<br />

tanto atteso da quando si è visto il pullo più bello<br />

uscire dal nido.<br />

Allora cominciano le telefonate all’amico che co-<br />

nosce gli organizzatori, agli amici organizzatori<br />

stessi, agli amici portagabbie, agli amici degli amici<br />

di tutti quelli che potrebbero conoscere in ante-<br />

prima i risultati. Dopo aver avuto la notizia…si<br />

esulta, ci si dice “sarà per la prossima” oppure<br />

si inveisce contro un risultato che si ritiene non<br />

corretto.<br />

Purtroppo, il più delle volte ci si dimentica che<br />

con molte probabilità gli altri esemplari erano<br />

semplicemente più belli dei nostri oppure che i<br />

nostri Agapornis si erano nascosti sul fondo della<br />

gabbia al momento del giudizio, non permetten-<br />

27<br />

do una corretta valutazione oppure<br />

altre variabili che, di volta in volta, pos-<br />

sono cambiare.<br />

Nelle mie partecipazioni alle mostre,<br />

raramente ho pensato di aver subito<br />

un torto, devo dire che, generalmen-<br />

te, il mio giudizio rispecchiava, più o<br />

meno, quello del giudice. Alcune volte<br />

questo non è accaduto e ho riscontra-<br />

to difformità di punteggio per il mede-<br />

simo esemplare tra una mostra e l’al-<br />

tra, anche nell’ordine di tre punti.<br />

Sinceramente questo lascia perplessi, per usare<br />

un eufemismo, ma bisogna ricordare che il giudi-<br />

zio è una valutazione fatta “in quel momento” e<br />

magari un piccolo particolare ha fatto ritenere il<br />

tuo esemplare non dei migliori.<br />

Lo stesso esemplare nella mostra successiva po-<br />

trebbe ben figurare e guadagnare un punteggio<br />

più alto.<br />

E’ per questo che riterrei necessario il confronto<br />

tra gli espositori e il giudice, o anche più semplice-<br />

mente una nota sulla scheda di giudizio che motivi<br />

il giudizio stesso.<br />

Al Campionato italiano di Ercolano ho avuto il pia-<br />

cere di colloquiare con alcuni giudici che avevano<br />

giudicato i miei esemplari nelle mostre preceden-<br />

ti ed abbiamo potuto brevemente commentare i<br />

risultati ottenuti in quella sede. La chiacchierata è<br />

stata per me il momento più bello della mia sta-<br />

gione espositiva e, se per qualche verso non mi<br />

ha convinto del tutto, la spiegazione dei giudizi<br />

è stata illuminante per meglio capire le caratteri-<br />

stiche dei miei esemplari, la linea da seguire negli<br />

accoppiamenti e cosa posso cercare di modificare<br />

nel futuro.<br />

Il giorno del giudizio


7.<br />

Vi racconto la mia bruttissima esperienza, nel-<br />

Vla V speranza che serva a qualcuno per tutelare<br />

il suo allevamento.<br />

Colibacillosi<br />

in allevamento<br />

Brutta esperienza di un allevatore per un attacco di Escherichia coli in allevamento e una<br />

diagnosi…ritardata. L’importanza di avere un veterinario di fiducia.<br />

Tutto è iniziato in piena estate, nel mese di ago-<br />

sto. Un primo esemplare si è sentito male e sono<br />

subito corso dal veterinario più vicino per farlo<br />

visitare. Nonostante la visita e il disperato tenta-<br />

tivo di rianimarlo, il mio Agapornis è morto nello<br />

studio del veterinario, il quale ha valutato che i<br />

sintomi facevano pensare ad uno stato di forte<br />

denutrizione. Mi ha suggerito di eseguire l’autop-<br />

sia per verificare che non si trattasse di qualche<br />

malattia infettiva. Dopo poche ore gli esiti autop-<br />

tici hanno evidenziato una grave enterite, le cui<br />

cause possono essere di origine batterica, paras-<br />

sitaria o virale.<br />

Per tutelare il mio allevamento mi fu suggerito di<br />

effettuare un ciclo di tre esami delle feci di tutti i<br />

soggetti, a distanza di 24 ore. Così feci, ma non<br />

si risolse la situazione perché l’esame evidenziò<br />

esclusivamente una presenza di parassiti.<br />

Un mese dopo, ho notato che un altro esemplare<br />

presentava uno stato di sonnolenza. Gli ho som-<br />

ministrato un prodotto per soggetti impallonati e<br />

mi è sembrato che si riprendesse.<br />

Dopo due giorni anche quello purtroppo morì.<br />

A questo punto mi rivolsi a un altro veterinario<br />

che mi consigliò di portargli il soggetto morto per<br />

farlo analizzare all’Istituto Zooprolattico di Torino<br />

28<br />

attraverso un’indagine approfondita.<br />

di Pietro Andrea De Biase<br />

Dal giorno del decesso passarono circa due mesi<br />

e mi premurai di far eseguire, nel frattempo, un<br />

sacco di esami (poi rivelatisi inutili), quali salmo-<br />

nella, aviaria. Tutti test che non servirono ad indi-<br />

viduare la causa della morte ed a tutelare i miei<br />

animali. L’unico rilievo evidenziato è stata un’infe-<br />

zione batterica.<br />

A quel punto, la risposta del veterinario è stata<br />

che probabilmente l’infezione aveva causato la<br />

morte dei due soggetti più deboli. Una valutazio-<br />

ne che non mi ha per niente convinto.<br />

Ho dunque chiamato il dottor Lorenzo Crosta,<br />

chiedendogli di seguire il mio allevamento ed<br />

esprimendogli le mie preoccupazioni. Mi suggerì<br />

di inviare un tampone fecale per la ricerca batte-<br />

rica e micologica.<br />

Così eseguii con sollecitudine.<br />

Il giorno successivo il veterinario aveva già conse-<br />

gnato il campione al <strong>lab</strong>oratorio interno e dopo<br />

altri due giorni un altro animale cominciò a stare<br />

male. Chiamai il dottor Crosta con urgenza che<br />

mi consigliò un antibiotico ad ampio spettro, in<br />

attesa degli esiti degli esame batteriologico.<br />

Non feci in tempo a somministrarlo che mi morì<br />

anche il terzo soggetto.<br />

A quel puntò Avvisai il dottor Crosta che mi sug-<br />

gerì di congelare il soggetto e di spedirglielo tra-<br />

mite corriere urgente. Lo sottopose a diversi ac-


certamenti in quanto i batteri non erano rilevabili<br />

in tutti gli organi e un esame citologico evidenziò<br />

un’Escherichia coli che provocava emorragie in-<br />

testinali.<br />

Mi prescrisse delle iniezioni di antibiotico seguite<br />

da antibiotico aggiunto all’acqua del beverino e ad<br />

un antimicotico.<br />

Ho passato dei giorni nel terrore di veder mori-<br />

re altri animali e, invece, per fortuna ho risolto la<br />

situazione grazie al dottor Crosta. Da quell’espe-<br />

rienza in poi ho deciso di far seguire assiduamen-<br />

te i miei animali e di effettuare analisi prima di<br />

introdurli in allevamento, con particolare atten-<br />

zione al test sul Polyoma virus.<br />

Suggerisco a tutti gli allevatori di far eseguire un<br />

esame batteriologico almeno una volta all’anno e,<br />

29<br />

Colibacillosi in allevamento<br />

se non siete sicuri delle salute dei nuovi arrivi, di<br />

effettuare tutte le analisi suggerite dallo specia-<br />

lista.<br />

Inoltre affrontate da subito i problemi con vete-<br />

rinari esperti: a noi allevatori servono persone<br />

come i dottori Crosta, Bedin, Peccati; Bertoni,<br />

Marchetti, Collarile, professionisti davvero esper-<br />

ti di volatili e in grado di formulare una diagnosi<br />

corretta e risolutiva.<br />

Meglio sacrificarsi nel fare un po’ di strada e nello<br />

spedire campioni tramite i corrieri piuttosto che<br />

trovarsi con un allevamento infetto e con morti le<br />

cui cause non sono chiarite.<br />

Spero che questa mia esperienza faccia riflettere<br />

e possa essere di aiuto agli appassionati come me.


ESCHERICHIA COLI, UN BATTERIO INSIDIOSO<br />

Il batterio responsabile della colibacillosi è l’Escherichia coli, un germe definito “ubiquitario”,<br />

cioè capace di resistere e di moltiplicarsi in condizioni considerate avverse<br />

per gli altri batteri.<br />

Tutti gli uccelli sono a rischio di infezione, anche se i Passeriformi ne sono maggiormente<br />

soggetti.<br />

Le vie di contagio possono essere dirette (per contatto o per trasmissione parentale)<br />

e indirette (mangimi, mangiatoie, oggetti contaminati e tramite lo stesso allevatore).<br />

I sintomi sono vari a seconda dell’evoluzione della malattia e si può distinguere una<br />

forma diffusa e forme localizzate in specifici organi o apparati. Nel caso della forma<br />

diffusa parliamo di colisetticemia, che causa un malessere generale dell’animale (arruffamento<br />

delle penne, letargia, anoressia, diarrea, eventualmente sintomatologia<br />

nervosa), senza sintomi specifici. Le forme localizzate riguardano l’apparato respiratorio,<br />

l’apparato digerente e l’apparato riproduttore.<br />

La terapia è il trattamento con antibiotici, previo antibiogramma per individuare il<br />

farmaco più adatto allo specifico problema.<br />

Per prevenire e trattare l’infezione si suggeriscono condizioni igieniche dell’allevamento<br />

adeguate, mangimi ben conservati e puliti, quarantena dei nuovi acquisti,<br />

isolamento immediato dei soggetti che presentano sintomi di malattia.<br />

30<br />

Colibacillosi in allevamento


8.<br />

I semi germinati<br />

Nutrienti e graditi dagli uccelli, i semi germinati dovrebbero rientrare in una dieta completa e “naturale”<br />

Gli Agapornis in natura mangiano molti tipi di<br />

semi immaturi e di erbe prative, bacche e<br />

germogli, nel periodo riproduttivo anche qualche<br />

insetto. Nei nostri allevamenti non siamo in gra-<br />

do di offrire questa dieta, ma dobbiamo cercare<br />

di avvicinarci il più possibile integrando l’alimen-<br />

tazione quotidiana con semi germinati, ricchi di<br />

amino-acidi essenziali.<br />

I semi germogliati sono molto nutritivi perché<br />

contengono tutti gli elementi di cui la pianta ha<br />

bisogno per vivere e svilupparsi. L’endosperma<br />

del seme è il magazzino degli idrati di carbonio,<br />

delle proteine e dell’olio. Quando il seme germo-<br />

glia, questi elementi diventano degli amino-acidi<br />

31<br />

di Mauro Dionisi<br />

pre-digeriti e degli zuccheri naturali di cui l’em-<br />

brione della pianta si nutrirà, sviluppandosi, fino<br />

alla maturità.<br />

Quando si utilizzano i semi germinati come ali-<br />

mento la loro forza di vita liberata fornisce l’ener-<br />

gia per costruire cellule sane e tali da apportare<br />

energia al corpo.<br />

Aggiunti all’alimentazione possono ritardare il<br />

processo d’invecchiamento delle cellule perché<br />

contengono grandi quantità d’ormoni maschili e<br />

femminili utilizzabili nella loro forma più assimi-<br />

<strong>lab</strong>ile. I normali semi secchi sono spesso poveri<br />

delle vitamine e dei sali minerali indispensabili ad<br />

un’alimentazione equilibrata.


Alcune ricerche hanno dimostrato che nei semi<br />

germinati si trova la migliore sorgente di vitamine<br />

e di sali minerali. Queste sono alcuni dei motivi<br />

per cui i semi germinati dovrebbero occupare un<br />

posto importante nell’alimentazione dei nostri<br />

Agapornis.<br />

I semi principalmente utilizzati a tale scopo sono<br />

quelli di grano, grano saraceno, orzo, girasole, gi-<br />

rasole piccolo striato, cardo bianco, canapa, niger,<br />

miglio, lenticchie, azuki verdi.<br />

I semi di girasole sono ricchi di vitamine B e D e<br />

contengono tutti gli amino-acidi essenziali.<br />

I vegetali della famiglia delle leguminose conten-<br />

gono dal 25 al 40 % di proteine, il cui valore bio-<br />

logico è superiore rispetto a quelle dei cereali e<br />

appena di poco inferiore a quelle di origine ani-<br />

male.<br />

I glucidi rappresentano circa il 50% del peso sec-<br />

co e sono rappresentati da amido, pectina e cellu-<br />

losa (quest’ultima soprattutto nella parte esterna<br />

del seme). I lipidi sono presenti per il 3% e per<br />

buona parte sono costituiti da lecitina; sali mine-<br />

rali (fosforo, ferro, e calcio) e vitamine B1 e B2<br />

sono presenti in discreta quantità.<br />

I cereali contengono, invece, principalmente car-<br />

boidrati complessi (amidi), la cui quantità varia<br />

secondo il tipo di cereale; contengono inoltre<br />

proteine, vitamine e una piccola parte di grassi. Il<br />

grano germogliato è il preferito, i semi di cereali<br />

germinati contengono le vitamine C ed E, il com-<br />

plesso B, vitamina A magnesio, calcio, fosforo,<br />

sodio, potassio, proteine, clorofilla e, probabil-<br />

mente, la vitamina B17.<br />

Sotto forma di grano germinato una gran quantità<br />

di amido si trasforma in zuccheri semplici, ren-<br />

dendolo un alimento sano e nutriente, utile an-<br />

che per lo svezzamento dei pulli (in più, per la<br />

32<br />

I semi germinati<br />

sua consistenza morbida, stimola i riproduttori t iad d<br />

una più facile alimentazione).<br />

Somministriamo, quindi, abitualmente semi ger-<br />

minati ai nostri uccelli per garantire loro un’ali-<br />

mentazione più completa e più vicina, per quanto<br />

possibile, a quella che si procurerebbero in na-<br />

tura.<br />

COME PREPARARLI<br />

I semi si lavano bene in acqua corrente, eliminando<br />

le polveri. Si mettono, quindi, in<br />

ammollo con aggiunta di tre ml d’aceto di<br />

vino per litro. Acidificando il liquido d’ammollo,<br />

rendendolo alcalino, preveniamo la<br />

proliferazione delle muffe, assolutamente<br />

da evitare. Cambiamo l’acqua più volte,<br />

con almeno tre cambi giornalieri. Terminato<br />

questo processo, si mettono i semi in un<br />

colino, aspettando che spuntino i germogli:<br />

prima di servirli vanno risciacquati per<br />

bene in acqua corrente, nell’ultimo risciacquo<br />

si aggiunge qualche goccia di aceto.<br />

Questo accorgimento permette all’alimento<br />

di rimanere salubre per qualche ora in<br />

più prima che inizi il processo di deterioramento<br />

(finchè i semi sono in ammollo non<br />

ci sono pericoli).<br />

L’aceto può essere sostituito con acido citrico<br />

nella quantità di un grammo per litro.<br />

Per asciugare i semi si può usare del pastone<br />

secco oppure del cous cous che assorbirà<br />

il liquido in eccesso. Ricordate che meno<br />

è l’acqua che resta e meno probabilità ci<br />

sono che si sviluppino funghi e/o muffe.<br />

Fonte: “I germogli della salute” di D. Bavicchi e R.<br />

Mantellini, edito da Bavicchi.


9. Dintorni<br />

Dintorni<br />

Parrocchetti monaci,<br />

che simpaticoni!<br />

C’è il chiacchierone e l’attaccabrighe, il taciturno e l’affettuoso…ogni Parrocchetto monaco ha una<br />

personalità differente e ravviva le giornate di chi si dedica all’allevamento di questi straordinari pappagalli<br />

in natura il Parrocchetto monaco vive in grandi colonie nelle regioni centro-orientali del Sud America<br />

La mia passione per gli uccelli inizia già dalla prima<br />

infanzia. Mia madre mi impediva di tenere animali<br />

in casa perchè maniaca dell’igiene e io, ogni primavera,<br />

me ne andavo per le campagne in cerca<br />

di cardellini, verdoni, verzellini e altri uccelletti<br />

che nidificavano dalle mie parti..<br />

Per fortuna la mia stessa passione l’aveva zio Tullio,<br />

che imbeccava i nidiacei con la “polentina”,<br />

usando il legno dei fiammiferi. Come divenni<br />

adulto, mi riempii casa di canarini, cardinalini del<br />

Venezuela, ciuffolotti messicani, negriti, ecc. e<br />

33<br />

di Paolo De Niro<br />

mi dilettai nell’allevamento dei canarini di forma<br />

e posizione prima, e di colore poi, oltre a fare<br />

diversi ibridi.<br />

Ero completamente disinteressato ai pappagalli,<br />

ma solo perchè non li conoscevo.<br />

Un giorno comprai un Ara ararauna, Arturo, che<br />

ora ha più di 10 anni, e con lui iniziò la vera passione<br />

per i pappagalli. Fu un trasporto totale al quale<br />

non seppi resistere e del quale ora non potrei<br />

fare a meno per nessun motivo. Iniziai ad allevare<br />

inseparabili, e nel contempo anche altre specie


di pappagalli più grandi, facendomi un’esperien-<br />

za sul loro comportamento, sulle abitudini, sulla<br />

riproduzione, sulle cure, sull’alimentazione e sul<br />

carattere, sia della specie e sia dei singoli individui.<br />

Ormai avevo la casa piena di pappagalli, come<br />

ora, e questa passione mi impegnava tutto il gior-<br />

no, al punto che con mia moglie, anch’essa super<br />

appassionata di pappagalli, decisi di aprire un ne-<br />

gozio di animali. L’esperienza è purtroppo durata<br />

soltanto tre anni, perché come commerciante mi<br />

sono rivelato una… frana; in me prevaleva sem-<br />

pre l’allevatore e l’appassionato, tanto che erano<br />

più gli animali che non vendevo rispetto a quelli<br />

in vendita.<br />

Nel corso degli anni mi sono poi avvicinato ad un<br />

Pappagallo che mi era stato sino ad allora indiffe-<br />

rente, il Parrocchetto monaco ( (Myopsitta mona-<br />

chus), animale che ora, lo posso dire, mi ha rubato<br />

il cuore!<br />

Il suo Paese di origine è il Sud America, ma or-<br />

mai si è diffuso ovunque, anche in Italia, dove si<br />

riproduce senza grosse difficoltà, grazie alla sua<br />

34<br />

enorme capacità di adattamento.<br />

Arturo,<br />

Ara ararauna<br />

di dieci anni<br />

Si ciba di semi, erbe, frutta, bacche, fiori e, oc-<br />

casionalmente, di larve e piccoli insetti. Può fare<br />

anche due cove all’anno, una in primavera ed una<br />

in autunno, nidifica in nidi enormi in cui possono<br />

coesistere da 10 a 20 coppie e depone 5/6 uova<br />

ed oltre, che si schiudono dopo 20 giorni; i piccoli<br />

si svezzano intorno ai 45 giorni. Come detto, in<br />

cattività si riproduce facilmente e si sono fissate<br />

diverse mutazioni, tra cui il blu, il lutino e l’albino.<br />

Tutti definiscono il Parrocchetto monaco un uc-<br />

cello chiassoso per eccellenza ed in natura, in ef-<br />

fetti, lo è. La mia esperienza, che avviene a partire<br />

dagli imbecchi dei pulli, mi porta, però, ad affer-<br />

mare che non è così per tutti i soggetti domestici.<br />

Ho imbeccato are, amazzoni, cenerini: credo di<br />

poter dire di aver imbeccato centinaia di pap-<br />

pagalli delle specie più diverse, ognuno dei quali<br />

aveva delle diversità e delle particolarità uniche.<br />

Ma il re indiscusso è per me lui, il Parrocchet-<br />

to monaco. Intelligente, capace di interagire in<br />

modo “umano”, grande parlatore e non esagero


dicendo che lo è ancor più del Cenerino.<br />

Le mie sono considerazioni saranno per qualcuno<br />

opinabili, ma sono frutto di una lunga e intensa<br />

esperienza che può meglio essere capita da chi<br />

detiene questi “esseri speciali”. Il Monaco non<br />

solo ripete, ma interagisce rispondendo a quanto<br />

gli si dice. Se voglio farlo contare, non dico 1,2,3<br />

e 4, ma gli dico: “Rocchetto contiamo? E lui inizia<br />

a contare”.<br />

Nella mia casa convivo con numerosi pappagalli,<br />

tra cui quattro monaci, che vivono in libertà, Roc-<br />

chetto, Rocco, Rocchettino e Cricchetto, ognuno<br />

risponde al suo nome e tra di loro comunicano<br />

anche a parole, uno è un attaccabrighe, uno stril-<br />

lone, uno è sociale con tutti ed un altro è affet-<br />

tuosissimo e silenzioso. Insomma, ognuno ha un<br />

carattere, proprio come se fossero dei bambini,<br />

diversi anche nelle dimensioni, dal più piccolo,<br />

Rocchetto, cha ha più di 5 anni e misura 25 cm al<br />

più grande, Cricchetto che ha un anno e misura<br />

oltre 30 cm.<br />

Ognuno ha il suo trasportino come casa e<br />

all’esterno mangiano e bevono. Tutti sono buoni<br />

con me, tranne uno che è buono solo con mia<br />

moglie; è curioso il suo atteggiamento perché mi<br />

cerca e mi chiama solo per riempirmi di insulti<br />

35<br />

Parrocchetti monaci, che simpaticoni!<br />

e di parolacce. Ormai, per noi sono delle pre-<br />

senze insostituibili: quando mangio, mi vengono<br />

sulla spalla e, se il cibo è di loro gradimento, si<br />

avvicinano con il becco alle mie <strong>lab</strong>bra e mimano<br />

“GNAM-GNAM” e quando bevo “GLU-GLU-<br />

GLU”. Sono sorprendenti perché hanno affinato<br />

delle capacità tipiche degli umani e questo fatto<br />

mi induce talvolta a riflessioni sugli esseri umani e<br />

sugli altri animali non umani.<br />

Il più affezionato a me è Rocco, tanto che se vede<br />

Rocchetto che mi attacca (anche a parolacce),<br />

corre verso di me attaccando a sua volta Rocchet-<br />

to, un fatto eccezionale, vista la loro natura non di<br />

aggressori, ma di prede. Questo dimostra quanto<br />

l’ambiente possa influire sulle creature intelligenti<br />

superando, talvolta, anche il naturale istinto.<br />

Un grazie va a mia moglie che mi ha aiutato fi-<br />

nora e che mi segue in questa passione. Senza di<br />

lei credo che tutto sarebbe più faticoso e forse<br />

avrei difficoltà a gestire la mia vita quotidiana con<br />

i pappagalli, la cui mancanza mi priverebbe di una<br />

componente importantissima delle mie giornate e<br />

della mia serenità.<br />

Per vedere le immagini di Rocchetto collegarsi a you-<br />

tube e scrivere “rocchetto”.


10.<br />

Tecnica<br />

Tecnica<br />

Difendere i diritti<br />

degli animali e degli uomini<br />

Note sul comportamento da tenere durante le ispezioni in allevamento e/o nei luoghi in cui si svolgono<br />

attività commerciali che hanno per oggetto gli animali .<br />

Fondamentale, in caso di controlli presso il<br />

nostro allevamento, è mostrare col<strong>lab</strong>orazione<br />

e fermezza, ricordandosi che gli allevato-<br />

ri e i commercianti hanno diritti inalienabili in<br />

quanto persone, diritti che vanno difesi per con-<br />

sentire al magistrato di esprimere serenamente<br />

un giudizio nel merito.<br />

1- All’arrivo dei controllori<br />

- non fidarsi delle divise:<br />

chiedere tesserino d’identificazione personale<br />

per differenziare i pubblici ufficiali (Polizia di<br />

Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo<br />

Forestale dello Stato, Agenti di custodia), che<br />

hanno sempre il diritto di entrare nella proprie-<br />

tà privata e di procedere a sequestri su tutto il<br />

territorio nazionale, dalla polizia locale (vigili<br />

provinciali, vigili comunali), che sono pubblici<br />

ufficiali solo nel loro territorio di pertinenza,<br />

dagli operatori di Associazioni ambientali<br />

riconosciute che operano solo di supporto ai<br />

pubblici ufficiali o direttamente con specifici in-<br />

carichi scritti (casi rarissimi) da parte di Regione,<br />

Provincia, Comune e solamente nel territorio di<br />

pertinenza. Diffidare, in particolare, degli ope-<br />

ratori ambientali che spesso operano al di fuori<br />

dei limiti attribuiti. In caso di dubbio, chiamare i<br />

Carabinieri (tel. 112).<br />

36<br />

- verifica documenti: agli autorizzati ai controlli<br />

chiedere se hanno un mandato scritto (provve-<br />

dimento autorizzativo). Se sì, chiedere copia, se<br />

no chiedere che siano spiegati i motivi del con-<br />

trollo: in base a quali indizi, quali reati si ipotiz-<br />

zano. E’ un diritto saperlo, un dovere fornirli.<br />

- estranei alle funzioni di pubblici ufficiali:<br />

i controllori citati stanno eseguendo un compito<br />

molto delicato, che è destinato ad essere vaglia-<br />

to da un magistrato, quindi sottoposto alla riser-<br />

vatezza. Inoltre, il controllato ha nei suoi diritti<br />

la tutela della privacy. Dunque, il sottoposto a<br />

controllo può pretendere che: l’operazione sia<br />

condotta dalle sole forze di polizia giudiziaria<br />

(pubblici ufficiali), senza la presenza di estranei,<br />

che devono rimanere fuori dalla proprietà privata.<br />

La presenza di “estranei” deve essere accetta-<br />

ta dal controllato se sono nominati “assistenti”<br />

della polizia giudiziaria: non pare sia motivata<br />

l’esigenza di nomina di più di 1 o 2 “assistenti”<br />

come “esperti”.<br />

di Enrico Banfi*<br />

- media: operatori TV, fotografi, giornalisti non<br />

hanno alcun ruolo nell’ambito delle operazioni<br />

di polizia. Dunque, il controllato può pretende-<br />

re che non entrino nella sua proprietà. Ricordia-<br />

mo il tema della riservatezza degli atti e della<br />

privacy. E’ un pieno diritto e si consiglia di non<br />

derogare per alcun motivo. Eventuali presen-<br />

ze (non autorizzate dal controllato) di estranei


possono (devono) essere denunciate sul verbale<br />

di perquisizione, con richiesta di identificazione<br />

delle persone da parte dei pubblici ufficiali, e alla<br />

magistratura.<br />

2- Durante la perquisizione<br />

- legale di fiducia:<br />

è bene che il controllato richieda la presenza<br />

del legale di fiducia. Il pubblico ufficiale ha il do-<br />

vere di richiedere al controllato se intende farsi<br />

assistere da un legale: la domanda e la risposta<br />

vanno messe a verbale. Il consiglio è di avvalersi<br />

senz’altro di questa possibilità. La perquisizione<br />

non può avere luogo fintanto che il legale non è<br />

presente.<br />

- controllo diretto:<br />

la legge riconosce il diritto che il controllato<br />

sovrintenda direttamente alle operazioni di per-<br />

quisizione. Ciò significa che le forze di polizia<br />

preposte non possono disperdersi nella pro-<br />

prietà del controllato, lontani dalla sua attenzio-<br />

ne vigile. E’ fortemente consigliato richiedere il<br />

rispetto scrupoloso di questo diritto alla difesa,<br />

così come richiedere che siano le forze di poli-<br />

zia giudiziaria e non gli ausiliari ad effettuare la<br />

perquisizione.<br />

- il controllato e libertà di comunicazione:<br />

per nessun motivo, salvo caso di arresto, può<br />

essere impedito al controllato di comunicare<br />

con chicchessia, direttamente o tramite telefo-<br />

no, internet, ecc. Il divieto potrebbe determina-<br />

re gli estremi per una denuncia penale nei con-<br />

fronti delle forze di polizia giudiziaria.<br />

- il verbale finale:<br />

la perquisizione, sia che sia stata ordinata da un<br />

magistrato che decisa autonomamente dalla po-<br />

37<br />

lizia giudiziaria, deve concludersi con un verbale<br />

sottoscritto dalle parti. Esso raccoglie le conclu-<br />

sioni dei pubblici ufficiali e le osservazioni del<br />

controllato che ha il diritto di inserirle per<br />

iscritto, liberamente ed integralmente. Il verba-<br />

le, sia di perquisizione che di eventuale seque-<br />

stro, è un momento delicatissimo e fondamen-<br />

tale per il prosieguo e la conclusione dell’azione<br />

giudiziaria.<br />

3- Durante l’eventuale sequestro.<br />

Conclusione fondamentale del sequestro è il<br />

verbale, obbligatorio, su cui devono essere ripor-<br />

tati gli elementi caratteristici dell’atto: la descri-<br />

zione degli oggetti/documenti/animali sottoposti<br />

a sequestro, le motivazioni (ipotesi di reato) che<br />

stanno alla base, il luogo in cui vengono custodi-<br />

ti giudiziariamente. Interessa in particolare, nel<br />

nostro caso, approfondire il tema animali:<br />

- identificazione certa degli animali:<br />

il verbale deve riportare l’indicazione della spe-<br />

cie (attenzione: oggetto spesso di errori, pos-<br />

sibilmente attenersi al nome latino! In caso di<br />

contrasti, il controllato è bene verbalizzi la sua<br />

personale identificazione) e le indicazioni (tut-<br />

te) riportate sull’anello individuale (oppure dal<br />

microchip);<br />

- identificazione chiara del luogo di custodia degli<br />

animali sequestrati e il nome del custode giudi-<br />

ziario, se sono diversi dal controllato. Quest’ul-<br />

timo può, ed è consigliato lo faccia, richiedere<br />

per iscritto, sul verbale , di essere nominato cu-<br />

stode giudiziario, con una frase del tipo: “Chiedo<br />

di essere nominato custode giudiziario degli ani-<br />

mali sequestrati, trattandosi di animali con precisa<br />

specificità, avendone la struttura di allevamento


e la perizia necessarie e temendo che i sogget-<br />

ti sequestrati possano soffrire, morire o fuggire,<br />

con danno patrimoniale”. L’eventuale dissenso<br />

da parte della polizia giudiziaria dovrebbe es-<br />

sere motivata sul verbale: nel caso non lo sia,<br />

dichiarare sul verbale: “ho richiesto di conoscere<br />

la motivazione della mia mancata nomina a custo-<br />

de giudiziario e non mi è stata data dal preposto<br />

verbalizzatore”.<br />

- motivazione chiara del sequestro (ipotesi di re-<br />

ato):<br />

l’ipotesi di reato che giustifica l’azione di pg. ed<br />

in particolare il sequestro, va chiaramente indi-<br />

cata nel verbale. Inoltre, nel caso in cui le forze<br />

di polizia, durante l’operazione, abbiano tentato<br />

direttamente o con il concorso di ausiliari di sfi-<br />

lare l’anello d’identificazione senza la presenza<br />

di veterinario qualificato, il controllato deve ri-<br />

portarlo sul verbale, con una frase del tipo: “gli<br />

ufficiali di polizia giudiziaria, direttamente e/o per<br />

tramite degli assistenti, hanno compiuto manipo-<br />

lazioni prolungate su 1 o più animali, tentando di<br />

sfilare l’anello. A mio giudizio, tali manipolazioni,<br />

compiute in assenza di personale veterinario ade-<br />

guatamente preparato, hanno prodotto malessere<br />

e stress negli animali”.<br />

- in caso di liberazione immediata di animali:<br />

ricordiamo che non è nei poteri degli ufficiali<br />

di pg decidere di liberare seduta stante animali<br />

sottoposti a sequestro e che questa operazione<br />

deve essere autorizzata dal magistrato, possi-<br />

bilmente dopo parere favorevole di veterina-<br />

rio che consideri lo stato di salute dell’animale<br />

e le condizioni ambientali esterne, in relazione<br />

alla specie. E’ bene esprimere il proprio dissenso<br />

a tale atto con specifica nota sul verbale. L’atto,<br />

infatti, può rivelarsi dannoso per gli animali ed<br />

38<br />

è gravemente lesivo del diritto alla difesa, non-<br />

ché un danno patrimoniale per il controllato.<br />

Da un punto di vista delle leggi, la liberazione<br />

di un animale può configurarsi come atto di no-<br />

tevole gravità, di cui è bene dare informazione<br />

ai pubblici ufficiali che intendono dare corso alla<br />

decisione. In caso di liberazione, il controllato è<br />

bene ponga a verbale il fatto, con una frase del<br />

tipo: “ho espresso il mio dissenso alla liberazio-<br />

ne del/i soggetti sequestrati in assenza di parere<br />

del magistrato e di veterinario qualificato, facendo<br />

presente che l’atto avrebbe potuto produrre ma-<br />

lessere e forse morte del soggetto e mio danno<br />

patrimoniale. Gli ufficiali di pg. hanno comunque<br />

eseguito il rilascio”.<br />

4- Lettura del verbale<br />

E’ l’atto finale dell’operazione: andrebbe fatta<br />

con il massimo di calma e serenità, nonostante,<br />

com’è comprensibile, il momento sia tutt’altro<br />

che favorevole. Però occorre anche ricordare<br />

che l’atto del verbale è “irripetibile”, non può<br />

essere integrato né corretto successivamente<br />

ed incide fortemente sul risultato dell’azione<br />

giudiziaria. Ricordare anche che nessuno può<br />

porre fretta, pertanto c’è tutto il tempo neces-<br />

sario per leggere con attenzione e verificare se<br />

vi è contenuto tutto ciò che abbiamo indicato<br />

come rilevante e se quanto riportato corrispon-<br />

de al vero. In caso di dubbio, apporre ulteriori<br />

note esplicative.<br />

*(L’articolo, il cui autore è Enrico Banfi, presidente<br />

della Società Ornitologica Reggiana, è stato ripre-<br />

so dal sito sociale per un’ utile divulgazione tra gli<br />

allevatori).

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