Aprile 2009 - Liceo Scientifico Statale "Albert Einstein" - Teramo
Aprile 2009 - Liceo Scientifico Statale "Albert Einstein" - Teramo
Aprile 2009 - Liceo Scientifico Statale "Albert Einstein" - Teramo
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Giornale Studentesco del <strong>Liceo</strong> <strong>Scientifico</strong> A. Einstein<br />
Via Luigi Sturzo 5<br />
64100 <strong>Teramo</strong><br />
www.lse.te.it<br />
Anno VI - Numero III - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
Editoriali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2<br />
Primo editoriale . . . . . . . . . . . . . . . 2<br />
Le foto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3<br />
I giardini di marzo . . . . . . . . . . . . . 3<br />
Dai Meandri dell’Einstein . . . . . . . . . . . . . 4<br />
Una biblioteca da (ri)scoprire . . . . . . . 4<br />
The best of. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6<br />
Uno sguardo sul mondo . . . . . . . . . . . . . . 8<br />
La strage silenziosa . . . . . . . . . . . . . 8<br />
Questione irlandese . . . . . . . . . . . . . 8<br />
Questione mediorientale . . . . . . . . . . 10<br />
Economia, uguaglianza e felicità . . . . . . 11<br />
Oltre noi stessi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13<br />
Platone e il Grande Fratello . . . . . . . . 13<br />
Jeans = Omologia . . . . . . . . . . . . . . 15<br />
L’Anticristo e il mistero del 666 . . . . . . 16<br />
Dipendenza da video poker . . . . . . . . 17<br />
Primo editoriale<br />
La Voce - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Editoriali<br />
Intervista doppia . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20<br />
Extra Sudoku! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21<br />
Forza <strong>Albert</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22<br />
All we need is love . . . . . . . . . . . . . 22<br />
Et in Arcadia ego . . . . . . . . . . . . . . 23<br />
I colori della letteratura . . . . . . . . . . . . . . 26<br />
Conoscenza . . . . . . . . . . . . . . . . . 26<br />
Un viaggio in Sudamerica . . . . . . . . . 27<br />
Recensioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28<br />
Il cantautore degli ultimi . . . . . . . . . . 28<br />
Horror o terribile? . . . . . . . . . . . . . 30<br />
Il curioso caso di Benjamin Button . . . . . 31<br />
Iago . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32<br />
Topolino, che passione! . . . . . . . . . . . 34<br />
Giovanni Allevi, Evolution . . . . . . . . . 36<br />
Cruciverba e altri giochi . . . . . . . . . . . . . . 38<br />
. . . L’Allegra Brigata. . . . . . . . . . . . . . . . 40<br />
RAGAZZI, le meritate vacanze di Pasqua stanno arrivando! Hanno allietato quest’ultimo<br />
periodo i fantastici “100 giorni”, con la tradizionale benedizione delle penne<br />
degli studenti di quinta (diventata piú una questione scaramantica che religiosa),<br />
e i viaggi d’istruzione!<br />
Questi, chiamati comunemente anche “VIAGGI-DISTRUZIONE”, sono stati la scu-
Le foto Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
sa per invadere e portare sotto il dominio teramano (ehehe) città come Praga, Monaco,<br />
Berlino, Budapest, Vienna, Milano e Venezia.<br />
Con <strong>Aprile</strong> inoltre arriveranno giornate piú calde e, insieme ad esse, le lunghe chiacchierate<br />
sullo storico “terrazzo” (che a dire la verità non sono mai mancate, nemmeno<br />
sotto abbondanti nevicate!).<br />
Parlando piú seriamente, è necessario ricordare che, a tempo di record, dopo circa<br />
un mese e mezzo dall’ultima pubblicazione, LA VOCE torna tra i banchi di scuola.<br />
In questo numero potrete scoprire interessanti articoli che spaziano dall’attualità alle<br />
immancabili recensioni su musica e su recentissimi film.<br />
Chi volesse trascorrere le ore di lezione piú ‘velocemente’ invece, può cimentarsi sia<br />
nel tradizionale cruciverba, sia nel gioco degli scacchi e in quello del sudoku, novità<br />
che hanno riscosso un grande successo già nell’edizione di Carnevale. Non vorrei<br />
dimenticare poi il nuovissimo logo LA VOCE in copertina, prodotto dalla nostra Cicca!<br />
A questo punto non posso che dare a tutti l’appuntamento al quarto e ultimo numero<br />
de LA VOCE, dove cercheremo di soddisfare come sempre i vostri interessi e le vostre<br />
curiosità!<br />
Buona lettura!<br />
Gianmarco Ferreo<br />
I giardini di marzo<br />
Le foto<br />
I giardini di marzo si vestono di nuovi colori<br />
e le giovani donne in quel mese vivono nuovi amori.<br />
3<br />
Mogol - Battisti
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Una biblioteca da (ri)scoprire<br />
Dai Meandri dell’Einstein<br />
ASEGUITO di una chiacchierata amichevole<br />
con la Professoressa D’Alonzo<br />
ho deciso di documentarmi<br />
sulla Biblioteca dell’Einstein. Pensavo di<br />
avere visto tutto del vostro/nostro <strong>Liceo</strong><br />
dopo averlo frequentato per cinque anni. . .<br />
ma mi sono dovuto decisamente ricredere!<br />
Non avevo che una vaga idea di quanto ricca<br />
fosse in termini di volumi: mi era capitato<br />
di prendere dei libri in prestito, sí,<br />
ma non mi era mai venuta la curiosità di<br />
interessarmi ulteriormente. Pensate, piú di<br />
8000 titoli catalogati! E non c’è posto solo<br />
per classici della letteratura o per bestseller:<br />
saggi filosofici, manuali tecnici, capolavori<br />
greci e latini, opere di autori da ogni<br />
parte del mondo, enciclopedie tematiche,<br />
compendi, trattati su arte, musica e cinema.<br />
Per non parlare della sezione scientifica,<br />
poi: centinaia e centinaia di scritti di matematica,<br />
astronomia, ingegneria, chimica,<br />
biologia, fisica, geologia; testi scolastici<br />
e universitari, ma anche eserciziari, complementi<br />
di teoria, approfondimenti specifici;<br />
biografie di grandi scienziati, inoltre,<br />
nonché trattati storici, divulgativi e ricreativi,<br />
per rendere la collezione piú accessibile<br />
ed intrigante agli appassionati del setto-<br />
4<br />
re. Davvero niente male per una biblioteca<br />
scolastica.<br />
Mi è stato chiesto in maniera informale<br />
se potessi contribuire alla revisione e all’integrazione<br />
di un’area di Divulgazione<br />
<strong>Scientifico</strong>-Letteraria, e la cosa mi ha entusiasmato<br />
a dir poco: ho subito pensato<br />
che sarebbe un riferimento per chi volesse<br />
coltivare una passione che esuli dal mero<br />
e sterile apprendimento scolastico, e non<br />
ho potuto fare a meno di osservare che se<br />
qualcuno l’avesse fatto quando ancora ero<br />
un liceale probabilmente mi sarei avvicinato<br />
prima a ciò che oggi è il mio principale<br />
oggetto di studio e di interesse. Al momento<br />
non so come si evolverà questo progetto,<br />
ma le mie indagini sulla “G. Morelli”<br />
mi hanno spinto a delle riflessioni preliminari:<br />
possibile che davvero nessuno sia a<br />
conoscenza, tra gli studenti dell’Einstein,<br />
di quel vero e proprio tesoro di cui potrebbero<br />
usufruire a piacimento? E davvero ormai<br />
si è persa la cultura del “prestito dalla<br />
biblioteca”, rimpiazzata totalmente dalle<br />
ricerche su Internet? Sono un fervido sostenitore<br />
di Google e di Wikipedia, sí, ma<br />
mi rendo conto di quali siano i loro limiti:<br />
molti libri sono protetti da diritti d’autore,<br />
e riassunti e/o recensioni non rendono<br />
l’essenza che si coglierebbe leggendoli;<br />
argomenti troppo tecnici o spiegazioni<br />
dettagliate sono difficilmente reperibili in<br />
rete, mentre il libro giusto risponde a qualunque<br />
domanda o suggerisce dove cercare<br />
le risposte; per quanto riguarda le materie<br />
scientifiche, infine, procurarsi materiale<br />
per esercitazioni varie è pressoché im-
Dai Meandri dell’Einstein Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
possibile nel Web, ma in Biblioteca se ne<br />
potrebbe trovare a bizzeffe. E, attenzione,<br />
questo vale in particolare per i maturandi<br />
di quest’anno e degli anni a venire, nonché<br />
per chi volesse prepararsi per test d’accesso<br />
a Corsi di Laurea a numero chiuso,<br />
compresi quelli, tanto per fare un esempio,<br />
della Scuola Normale Superiore di Pisa.<br />
Durante l’esperienza di tirocinio da me<br />
vissuta in questi ultimi mesi ho avuto il piacere<br />
di tornare a frequentare il <strong>Liceo</strong> dopo<br />
essermi diplomato nel 2007, ed ho potuto<br />
cosí constatare che esistono due realtà<br />
in evidente contraddizione tra loro: da un<br />
lato la presenza di ragazzi di talento, desiderosi<br />
di apprendere al di fuori dal contesto<br />
scolastico e alla ricerca di qualcosa che<br />
possa stimolare i loro interessi; dall’altra<br />
una biblioteca che non ha uguali in quanto<br />
a comodità e a potenzialità, ma che sarebbe<br />
nel dimenticatoio da un po’ se non fosse<br />
per il Progetto Lettura e che, nell’immaginario<br />
collettivo, è poco piú che un magazzino<br />
di romanzi di letteratura piú o meno<br />
famosi. Mi rendo conto che può sembrare<br />
una strada piú lunga e “noiosa” per accedere<br />
alla cultura — anch’io non ci pen-<br />
5<br />
savo due volte prima di googlare quando,<br />
da liceale, avevo bisogno di qualche informazione<br />
—, ma sono pienamente convinto<br />
della fondamentale importanza che ha<br />
(o che perlomeno dovrebbe avere) una biblioteca<br />
in funzione della formazione intellettuale<br />
di un giovane, come luogo di ricerca<br />
ma anche come luogo di ritrovo e di<br />
confronto con compagni e insegnanti. Da<br />
universitario ho imparato a rivolgermi alla<br />
Biblioteca di Facoltà ogniqualvolta necessiti<br />
di libri, esercizi, dispense e quant’altro,<br />
e non credo di esagerare dicendo che<br />
mi sentirei disorientato senza un punto di<br />
riferimento del genere: ebbene, vi garantisco<br />
che dal momento in cui avrete fatta<br />
vostra un’abitudine simile potrete dire di<br />
avere compiuto un salto intellettuale non<br />
da poco.<br />
E allora buttatevi, cominciate a frequentare<br />
la vostra Biblioteca, che siate amanti<br />
della Letteratura, delle Lingue, delle<br />
Scienze o che siate semplicemente curiosi<br />
di scoprire quanto essa può dare a voi;<br />
siate topi di biblioteca, e non provatene<br />
vergogna.<br />
Andrea Cameli
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
The best of. . .<br />
L’UNICO spiraglio di luce nelle buie<br />
ore di spiegazioni dei prof, sono i loro<br />
strafalcioni o le simpatiche battute,<br />
che ci fanno alzare la testa dal foglio e<br />
sorridere! Sicuramente a volte i loro errori<br />
sono mirati proprio al divertire, ma non<br />
di meno sono le occasioni in cui le sviste<br />
ci sono state e come! Beh, non credo<br />
di dover aggiungere altro se non: buon<br />
divertimento!<br />
[P: prof]<br />
P: Siccome sei appena arrivato, hai 3-4<br />
minuti di crisi d’ambientamento. . .<br />
P: Qual è il valore piú immediatamente<br />
piú grande di 4?<br />
Compito di religione: Quando l’angelo<br />
appare a Maria, come la saluta? N: Ciao!<br />
Perché frequenti l’ora di religione? L: Per<br />
il credito! P: A che età Gesú si perde a<br />
Gerusalemme? L: 34 anni (ricordiamo che<br />
Gesú muore a 33 anni).<br />
P: Non ci sono problemi, tu mi scrivi<br />
quello che devi scrivere e io ci metto il<br />
voto!<br />
. . . lezione di latino. . . P: Equus = cavallo<br />
Equitatus = cavalleria Iiii = verso del<br />
6<br />
cavallo!<br />
P: Io non sono una ordinata! G: Allora<br />
è un’ascissa?<br />
. . . parlando delle tre fiere che Dante<br />
incontra ai piedi del colle del purgatorio.<br />
. . P: Qual è il significato letterale della<br />
lonza? M: Beh, la lonza è un insaccato!<br />
M: Prof è buono il latte scremato?<br />
P: Che ne so, mica lavoro allo zoo<br />
profilattico!<br />
P: Ragazzi dovete stare zitti, sennò<br />
faccio un alunnicidio!<br />
Durante un esercizio di matematica alla<br />
lavagna. . . V: Aspè che mi sono persa! P:<br />
Tranquilla, stai a scuola!<br />
P: 2 piú 8 uguale 7, fratto 2 e avete<br />
l’insufficienza!<br />
P: Le coturnate piú famose?. . . le<br />
coturNOTE!<br />
P: Ragazzi sapete una cosa? . . . silenzio<br />
causato dalla preoccupazione degli studenti.<br />
. . P: Questa mattina ho dimenticato di<br />
mettere il rossetto!<br />
G: Si possono avere due traduzioni,<br />
una normale. . . P: . . . e una diversamente<br />
abile!<br />
P: Domani è San Berardo! C: No prof,<br />
è dopodomani! P: Meno male che me lo<br />
avete detto, sennò non venivo!<br />
P: Non so se ho stato chiaro<br />
P: Cerchiamo di siamo elastici<br />
P: Là dovrebbi andare avanti!
Dai Meandri dell’Einstein Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
P: Abbiamo stati chiari?<br />
P: Io devo uscire un attimo, tu F. scrivi<br />
solo i nomi dei cattivi su un foglietto,<br />
i buoni non mi interessano. . . e soprattutto<br />
scrivi quello che vuole ardentemente il<br />
motorino nella fila in fondo!(Peggio delle<br />
elementari!)<br />
P: C., consegna questo foglio al professor<br />
Cozzi. . . . dopo aver consultato l’orario<br />
per diversi minuti, C. rientra in classe. . . C:<br />
Professoressa ma ci sono due Cozzi, uno<br />
normale e uno con la B!<br />
P: N. lo facciamo dopo! (l’esercizio. . . )<br />
P: Mannaggia alla fresca insalata!<br />
P: Vaffallovo!<br />
P: Lo sapete che c’è ancora un ente per<br />
la sopravvivenza dell’ape mediterranea?<br />
P: Se vai a Venezia che mangi? R:<br />
Beh. . . il pesce! P: E che coltivi, il mare?<br />
P: Quali sono i due principi per risolvere<br />
un’equazione? L: Sostituzione e<br />
7<br />
Cramer!<br />
P: Chi fa quest’anno la corsa campestre?<br />
G: Vorrei, però ho il braccio rotto<br />
e sono due mesi che non mi alleno! P:<br />
Appunto, falla! C’hai pure l’arma! Cosí<br />
quando uno ti passa vicino gli schiaffi una<br />
mazza col gesso!<br />
P: Che differenza c’è tra campanile e<br />
torre campanara? M: Nel campanile ci<br />
sono le campane!<br />
Fede
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
La strage silenziosa<br />
Uno sguardo sul mondo<br />
FORSE non tutti di voi sanno cosa sta accadendo<br />
in Darfur, regione del Sudan<br />
dove è in atto un vero e proprio genocidio<br />
da parte del leader Al Bashir (o almeno<br />
cosí dice l’ONU) contro la popolazione<br />
locale, ma in fondo come saperlo visto la<br />
scarsa sensibilizzazione da parte dei mass<br />
media? Però tutti sanno chi è stato l’ultimo<br />
uscito dalla casa del ‘Grande Fratello’ o il<br />
vincitore di ‘Ballando con le stelle’ perché<br />
le televisioni e i giornali ne parlano molto,<br />
anzi la televisione digitale dedica al GF un<br />
intero canale, mentre alla strage del Darfur<br />
tre minuti di un servizio posto verso la<br />
fine. E non è una novità poiché la guerriglia<br />
è iniziata nel 2003 e sin d’allora alcuni<br />
hanno denunciato la poca informazione su<br />
tali eventi.<br />
Secondo dati recenti nel 2006 si è arrivati<br />
a 60 minuti di servizi in un anno, una<br />
cosa piú che oltraggiosa. Ma perché la televisione<br />
si occupa piú dei reality show piuttosto<br />
che della cronaca mondiale? Il problema<br />
è dei media o siamo noi che facciamo<br />
le orecchie del mercante e chiudiamo<br />
gli occhi davanti a questi problemi?<br />
Per quanto riguarda il Darfur poi la situazione<br />
è tragica: non si riesce a capire<br />
chi sta combattendo contro chi e per qua-<br />
Questione irlandese<br />
SEMBRAVA che la situazione in Irlanda<br />
fosse risolta dagli accordi del Venerdí<br />
Santo del 1998, o per lo meno lontana<br />
dall’attentato del 15 agosto ’98 a Omagh<br />
in cui morirono 29 persone. La Real IRA<br />
8<br />
le motivo lo facciano, possiamo solo fare<br />
delle ipotesi: che delle multipotenze si battano<br />
per il petrolio che si trova in quella<br />
zona, o che due etnie si facciano guerra<br />
fino alla estinzione di tutte e due, o per<br />
la rivendicazione dell’indipendenza dell’area,<br />
ma non abbiamo la certezza per nessuna<br />
di queste ipotesi. Sappiamo solo che<br />
sono migliaia di migliaia le persone che sono<br />
costrette ad abbandonare le proprie case<br />
e che non hanno niente da mettere sotto i<br />
denti (quindi non fanno scoop).<br />
Sono molteplici le associazioni che hanno<br />
lanciato messaggi per l’assurda strage<br />
che sta avvenendo, soprattutto Medici senza<br />
frontiere che nel 2008 ha realizzato un<br />
reportage sulle mostruosità che tutt’ora avvengono:<br />
piú di duemila bambini ridotti alla<br />
fame, piú di cinquemila famiglie costrette<br />
a lasciare la propria patria, la propria casa<br />
e ogni cosa per colpa di coloro che vogliono<br />
arricchirsi. Ma noi continuiamo a<br />
coprirci gli occhi e pensiamo a vedere altro,<br />
quando con un piccolo sforzo potremmo<br />
fare tanto, perché per questa società la<br />
cosa migliore è comportarsi da struzzo, nascondendo<br />
la testa sotto terra mentre al di<br />
sopra la gente soffre.<br />
Erni<br />
risveglia a Belfast il terrorismo attaccando<br />
la base militare di Massarene il 9 marzo<br />
<strong>2009</strong> uccidendo due soldati e ferendo quattro<br />
persone. Una settimana prima, il capo<br />
della polizia dell’Ulster, Hugh Orde, aveva
Uno sguardo sul mondo Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
lanciato l’allarme attentato dopo il disinnesco<br />
di una bomba nei pressi di una caserma<br />
a Castlewellan, temendo azioni violente<br />
da parte degli estremisti repubblicani<br />
e chiedendo l’intervento dei servizi segreti<br />
militari.<br />
La Real IRA mira a un’Irlanda unita, ma<br />
lo stesso presidente dello Sinn Fein (= We<br />
ourselves), il principale partito dell’Ulster,<br />
risponde che tali attacchi sono solo un’offesa<br />
al percorso di pace, un’azione controproducente<br />
che aggrava la situazione e potrebbe<br />
far ritornare i soldati britannici nelle<br />
strade e il conflitto in Irlanda.<br />
La guerra dell’Ulster è stata una guerra<br />
di nazionalismo, di protesta sociale, d’indipendenza<br />
contro il dominio della Corona<br />
britannica, la guerra dei cattolici che<br />
non vogliono sottomettersi ai protestanti,<br />
l’odio dei quartieri piú poveri, lotta contro<br />
l’umiliazione fisica psicologica del Governo<br />
britannico. I cittadini irlandesi sono<br />
stati da sempre considerati di seconda categoria:<br />
discriminati nelle leve del governo<br />
politico ed economico; a loro non venivano<br />
garantite, nelle stessa percentuale degli<br />
Unionists, le case popolari; gli stessi corpi<br />
della sicurezza e della polizia erano composti<br />
interamente da protestanti; a partire<br />
9<br />
dal ’71 fino al ’75 nell’Irlanda del Nord era<br />
possibile l’internamento senza processo.<br />
L’inizio di tali prepotenze risale al re Enrico<br />
II Plantageneto che, al momento stesso<br />
in cui si schierò in aiuto di un re irlandese,<br />
si proclamò re d’Irlanda e fu riconosciuto<br />
subito tale dal papa, cioè nel<br />
1169. I disagi furono inaspriti dalla regina<br />
Elisabetta I e dal re Giacomo I che tentarono<br />
l’annullamento della cultura irlandese<br />
mandando in Irlanda rispettivamente<br />
gruppi di inglesi e gruppi di scozzesi. Nel<br />
1914 la richiesta dell’Home Rule fu presa<br />
in considerazione ma sospesa a causa della<br />
Prima Guerra Mondiale. L’Irlanda rimane<br />
teatro di violenze per tutto il ‘900: (solo<br />
per citare alcuni eventi),nel 1969 durante i<br />
tumulti furono bruciate e rase al suolo intere<br />
vie di case; nel 1972 (il famoso Bloody<br />
Sunday) 13 persone furono uccise dalle<br />
truppe britanniche durante la marcia a<br />
Londonderry. Negli anni ’80 ci fu la strage<br />
di Omagh e l’IRA uccide per mezzo delle<br />
bombe, in differenti occasioni, 19 persone.<br />
Oggi ci chiediamo come sia possibile<br />
che nel <strong>2009</strong>, nel “sano occidente” è possibile<br />
ancora dire assurdità come “guerra<br />
di religione” e ricorrere alla violenza per<br />
sentirsi liberi nella propria terra. The Walrus
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Questione mediorientale: tra diplomazia Obamiana e nucleare iraniano<br />
OPERAZIONE “Piombo Fuso”: ovvero,<br />
l’ultimo paragrafo del grande libro<br />
delle guerre tra Israele e i popoli<br />
arabi che appoggiano la causa Palestinese.<br />
Per capire la domanda principale, il “Perché”,<br />
dobbiamo tornare indietro al primo<br />
capitolo, quello della nascita di Israele, voluta<br />
e progettata dalle Potenze Occidentali,<br />
dall’URSS e dalle Nazioni Unite, per risarcire<br />
gli ebrei delle sei milioni di vittime<br />
che il regime Nazista aveva causato durante<br />
il secondo conflitto mondiale. All’epoca,<br />
il medio Oriente era diviso in protettorati<br />
Britannici e Francesi che si spartivano<br />
la zona compresa tra il Canale di Suez e<br />
la Turchia. Tra questi, quello Inglese sulla<br />
Palestina era il piú agitato per la doppia<br />
presenza di partigiani arabi che volevano<br />
ottenere l’indipendenza della islamica Palestina<br />
e degli ebrei che invece desidera-<br />
10<br />
vano uno Stato israeliano in quella regione,<br />
libero e indipendente. Questo fattore<br />
accellerò i tempi della “decolonizzazione ”<br />
di quelle zone, come stava avvenendo per<br />
il Pakistan del leader Nehru e l’India del<br />
capo induista Gandhi.<br />
Le Nazioni Unite, cosí, crearono due<br />
Stati vicini, proprio come desideravano i<br />
due popoli che abitavano il territorio: uno<br />
era lo Stato di Israele per gli ebrei, invece<br />
i palestinesi riuscirono a rendere indipendente<br />
la “loro” Palestina. Negli anni successivi<br />
alla genesi di Israele, subito i due<br />
popoli iniziarono, per motivi sociali (la divisione<br />
demografica dei due Stati rispetto<br />
ai confini veri e prori non esatta), religiosi<br />
(a chi andava Gerusalemme, sede del culto<br />
sia ebreo che musulmano della regione?)<br />
e politici (Israele era il fedele amico<br />
degli Stati Uniti, mentre i vicini Siria,
Uno sguardo sul mondo Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Libia e Iraq erano i grandi amici del governo<br />
Sovietico di Mosca) ad attaccarsi a<br />
vicenda, creando continue scaramucce di<br />
confine; tutto ciò portò alla prima guerra<br />
tra Israele e Palestina, detta dagli Israeliani<br />
“Guerra d’Indipendenza”, quando una coalizione<br />
di Stati arabi attaccarono di sorpresa<br />
Israele, che comunque seppe resistere e,<br />
passando al contrattacco, occupò molti territori<br />
appartenenti agli Stati aggressori. I<br />
capitoli successivi furono tutti basati sulla<br />
sistematica occupazione di Israele dei territori<br />
arabi, come la Cisgiordania ad Est di<br />
Israele, la penisola del Sinai, con il suo importante<br />
canale di Suez, a Sud, la “Striscia<br />
di Gaza”, una fascia costiera dell’ex-stato<br />
Palestinese, ormai del tutto occupato, ad<br />
Ovest e l’altipiano denominato Alture del<br />
Golan, a Nord.<br />
Tutte queste guerre, succedutesi a breve<br />
distanza fra loro, hanno portato a due conseguenze:<br />
la prima è lo sfaldamento dello<br />
Stato Palestinese vero e proprio, di cui oggi<br />
l’unico territorio popolato solo da maggioranze<br />
arabe è la sottilissima Striscia di<br />
Gaza, sottoposta ad un serrato embargo navale<br />
e chiuso da diversi checkpoint militari,<br />
difeso oggi soltanto da organizzazioni<br />
paramilitari e religiose, quali Hamas; la seconda<br />
è il progresso militare tecnologico<br />
Israeliano, il quale, per difendersi, o per<br />
Economia, uguaglianza e felicità<br />
UN LIBRO appena pubblicato in Gran<br />
Bretagna (Richard Wilkinson e Kate<br />
Pickett, The Spirit Level: Why More<br />
Equal Societies Almost Always Do Better,<br />
<strong>2009</strong>) spiega come il concetto di uguaglianza<br />
a livello economico non sia piú un<br />
11<br />
attaccare, gli Stati arabi vicini, ha dovuto<br />
sempre piú basare la ricerca scientifica<br />
nazionale sullo sviluppo militare di armi<br />
e mezzi: difatti, Israele vanta una produzione<br />
d’eccellenza di mezzi corazzati, ed<br />
ha in suo possesso dalle cento alle duecento<br />
armi nucleari. Dall’altro fronte, quello<br />
arabo, il progressivo sviluppo militare ed<br />
economico di Israele ha influenzato tutti i<br />
principali politici dell’area, soprattutto dopo<br />
la nascita dello Stato Komeinista in Iran<br />
e l’affermazione dei talebani in Afghanistan<br />
durante l’invasione Sovietica, avvenuta<br />
alla fine del Novecento, con il risultato<br />
che anche lo Stato arabo Iraniano, grande<br />
avversario di Israele in campo diplomatico,<br />
ora sta sviluppando tecnologie atomiche<br />
che, secondo gli Stati Uniti, almeno<br />
fino a quando era Presidente George Bush,<br />
potrebbero portare ad uno sviluppo anche<br />
militare dell’energia nucleare. Questo<br />
porterebbe ad innalzare l’Iran a guida dei<br />
Paesi islamici Conservatori, mentre Israele<br />
sarebbe, in misura maggiore di come<br />
lo è adesso, come l’ambasciatore dell’America<br />
e della democrazia di stampo Occidentale,<br />
guida dei paesi moderati. Soprattutto,<br />
il possibile armamento nucleare iraniano<br />
farebbe fallire la politica obamiana,<br />
che invece basa tutto sulla collaborazione<br />
e sull’apertura tra i popoli.<br />
Ceccho B.S.<br />
tabú né solo lo “spettro” di teorie socialiste<br />
vecchio-stampo.<br />
Infatti, mentre l’industrializzazione ha<br />
portato alti livelli di vita in tutto il mondo<br />
occidentale e comincia a farlo anche nei<br />
paesi in via di sviluppo, ora il compito dei
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
governanti, sempre secondo gli autori di<br />
questo libro, sarebbe quello di rendere il<br />
reddito dei cittadini piú ugualitario.<br />
Si riconosce oggettivamente che il sistema<br />
capitalistico sia stato la fonte di questo<br />
miglioramento, ma un perfezionamento<br />
delle condizioni di vita della popolazione<br />
è ancora possibile e passa attraverso minori<br />
tensioni sociali, presenti in molti paesi<br />
del mondo. Si dimostra poi come i problemi<br />
siano molto piú accentuati in paesi come<br />
Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e<br />
Italia, dove il divario tra la fascia di popolazione<br />
piú ricca e quella piú povera è enorme,<br />
dalle 7 alle 9 volte (dati di Oms e Onu).<br />
Meno problemi invece in Giappone e Scandinavia,<br />
dove questo gap è molto ridotto.<br />
12<br />
Perché allora non prenderli ad esempio? Il<br />
risultato sarebbe (strano a dirlo) una popolazione<br />
meno grassa, piú longeva di circa<br />
un anno a testa, che fa piú vacanze in quanto<br />
il reddito sarebbe meglio distribuito, piú<br />
fiduciosa anche al suo interno, armoniosa<br />
e soprattutto piú felice!<br />
Sembra strano ma è proprio la felicità<br />
che negli ultimi anni sembra diventare l’obiettivo<br />
comune delle nuove teorie economiche.<br />
Arricchirsi sí, ma con lo sguardo<br />
rivolto alla serenità del singolo e della massa.<br />
Non è certo un piccolo passo in un<br />
ambiente come quello dell’economia, dove<br />
non di rado vige la legge del profitto a<br />
qualsiasi costo. Questa spietata logica sarà<br />
finalmente superata?<br />
Drunkkk
Oltre noi stessi Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Platone e il Grande Fratello<br />
Oltre noi stessi<br />
PONIAMO per assurdo che Platone scrivesse<br />
oggi, che fosse nostro contemporaneo.<br />
Che si servisse di strumenti<br />
avanzati per le sue ricerche, come un notebook<br />
e la rete; che ricorresse, per l’elaborazione<br />
delle sue teorie, ad esempi estrapolati<br />
dalla vita contemporanea, magari dalla<br />
TV. Poniamo, dunque, che la sua riflessione<br />
sull’imperfezione dell’anima umana,<br />
composta da una componente razionale ed<br />
una irrazionale, sviluppata in realtà sull’immagine<br />
di un auriga che guida due cavalli,<br />
uno buono, l’altro cattivo, fosse costruita<br />
con elementi tratti da episodi di risonanza<br />
mediatica. Il risultato che forse<br />
avremmo, sarebbe la figura di un pilota di<br />
MotoGP su una Ducati con delle gomme<br />
d’asciutto sotto la pioggia; oppure la nazionale<br />
di calcio italiana contemporaneamente<br />
guidata sia da Zeman che da Trapattoni.<br />
O, infine, il grande filosofo potrebbe elaborare<br />
la figura di un adolescente di fronte<br />
a dei modelli allegorici diametralmente<br />
opposti, come, tanto per dire, il giornalista<br />
Giorgio Bocca e Federica del Grande<br />
Fratello. L’uno con la sua plombe, le sue<br />
perle di saggezza, le sue posizioni sempre<br />
critiche, l’altra con le sue urla, i suoi isterismi,<br />
i suoi bicchieri. Quale strada potrebbe<br />
dunque seguire? La misuratezza e la<br />
razionalità o l’incontinenza e l’irrazionalità?<br />
La risposta piú ovvia sembra essere la<br />
prima; eppure, se ci basassimo sui dati di<br />
share delle apparizioni televisive dei due<br />
personaggi in questione, l’ovvietà potrebbe<br />
essere rovesciata: 3,14% Bocca; 32%<br />
Federica. Ciò però potrebbe non essere as-<br />
13<br />
solutamente indicativo, certo. In effetti, il<br />
fatto che un terzo degli italiani preferisca<br />
le urla di una giovane donna alle riflessioni<br />
di un anziano signore non è una prova indiscutibile:<br />
potremmo anche leggere un cosí<br />
ampio interesse per l’assoluta mancanza di<br />
moderazione come un indizio della funzione<br />
catartica della televisione, cioè del fatto<br />
che la gente preferisce vedere un sentimento<br />
forte piuttosto che viverlo; il successo di<br />
ascolti per il soggetto in questione, quindi,<br />
non sarebbe altro che indice di distaccamento<br />
da tali atteggiamenti. Magari. Il<br />
problema è che sempre piú spesso ci capita<br />
di assistere ad episodi di violenza verbale<br />
e comportamentale, sia dal vivo che sullo<br />
schermo. Utilizzare parolacce o andare in<br />
escandescenza è sempre meno considerato<br />
come l’eccezione. Il vero rischio è che a<br />
vedere in maniera ripetuta e frequente episodi<br />
aggressivi ci può portare ad imitarli, a<br />
sentirci autorizzati e giustificati se perdiamo<br />
le staffe o mandiamo a quel paese qualcuno.<br />
In effetti, se prendiamo in esame alcune<br />
riflessioni sull’origine dell’aggressività<br />
umana, alcuni ci diranno che essa deriva<br />
dalla frustrazione; altri che nasce dall’imitazione<br />
di persone che abbiamo sotto<br />
gli occhi; altri ancora che è una pulsione<br />
naturale dell’uomo. Sul fatto che l’epoca<br />
in cui stiamo vivendo sia caratterizzata dalla<br />
frustrazione, non c’è dubbio: mai piú di<br />
oggi i giovani sono stati consapevoli che<br />
il futuro che li attende è piú difficile del<br />
presente che stanno vivendo. Per quanto<br />
riguarda l’emulazione di modelli aggressivi,<br />
è evidente un aumento della criminalità
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
giovanile, della poca considerazione delle<br />
regole e della mancanza di educazione in<br />
genere. Che noi tutti abbiamo una componente<br />
aggressiva, se pur latente, è innegabile:<br />
basta guardarsi dentro. Comunque vogliamo<br />
considerare l’aggressività, dunque,<br />
di certo la televisione non ci aiuta a distaccarci<br />
da essa. Non è difficile notare che<br />
è diventata parte integrante e fondamentale<br />
di molti dei programmi che ci propinano<br />
ogni giorno, e che sono molto seguiti<br />
proprio dagli adolescenti. La gara che è<br />
alla base di Amici, ad esempio, è stata uno<br />
spunto continuo per porre i concorrenti sullo<br />
scontro verbale. Uomini e Donne è completamente<br />
incentrato sulle insinuazioni e<br />
sulle sconsiderate critiche che protagonisti<br />
14<br />
e pubblico si scambiano. X Factor è punteggiato<br />
da innumerevoli battibecchi tra i<br />
giudici su questioni di lana caprina. Lo<br />
stesso Bonolis al Festival di Sanremo non<br />
ha resistito alla tentazione di invitare i rappresentanti<br />
delle associazioni omosessuali<br />
per contrastare in diretta i pensieri di Povia.<br />
Solo pochi esempi, tratti da una realtà<br />
quasi monotona. Come farà un ragazzo<br />
a scegliere in maniera equilibrata quale<br />
modello seguire, quando quasi tutto intorno<br />
a lui lo porta verso l’irrazionalità comportamentale?<br />
Difficile che possa riuscirci.<br />
Difficile, non impossibile: i buoni cavalli<br />
di Platone esistono ancora; anche se sono<br />
seguiti solo dal 3,14% del pubblico.<br />
Mr. Woland
Oltre noi stessi Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Jeans = Omologia<br />
APRENDO il nostro armadio ci rendiamo<br />
conto che almeno il 75% del nostro<br />
guardaroba è formato da un tipo<br />
di pantalone confezionato con il denim, un<br />
robusto tessuto di colore blu.<br />
Anche uscendo per strada molti ragazzi,<br />
ma anche signori piú anziani, indossano<br />
questo capo di abbigliamento che è stato<br />
eletto da Time Magazine il principe del XX<br />
secolo. Esatto, stiamo parlando proprio<br />
dei jeans.<br />
Ne esistono veramente di tutti i tipi e di<br />
tutti i colori: a vita alta, a vita bassa, scoloriti,<br />
con le catene, blu scuro, blu chiaro<br />
o neri e sono adatti a qualsiasi tipo di abbigliamento:<br />
casual con T-shirt e scarpe da<br />
ginnastica oppure elegante sotto una bella<br />
giacca.<br />
Tuttavia, indossandoli, non ci siamo<br />
mai chiesti chi, in effetti, avesse ideato<br />
questo abito molto popolare tra la gente.<br />
I jeans prendono il loro nome dalla città<br />
di Genova, dove fu creato per la prima volta<br />
il tessuto di questo tipo di pantalone, poi<br />
i primi jeans furono fabbricati in America<br />
intorno al 1850 da parte di un immigrato di<br />
origini ebraiche, Levi Strauss, come divisa<br />
di lavoro, appunto perché erano costituiti<br />
da una stoffa molto resistente.<br />
Fino alla Seconda Guerra Mondiale il<br />
jeans rimase un indumento di lavoro, ma<br />
a partire dagli anni ’50 con l’avvento del<br />
cinema venne lanciato questo pantalone<br />
15<br />
come abito casual e, quindi, fu uno degli<br />
indumenti privilegiati dai giovani per<br />
poi diventare il capo di abbigliamento piú<br />
indossato al mondo.<br />
Nel corso degli anni i jeans hanno seguito<br />
il corso delle mode, e anch’essi ne<br />
hanno create delle altre.<br />
Abbiamo indossato il jeans a sigaretta, a<br />
zampa di elefante, stretto, a vita alta o a vita<br />
bassa e, di qualunque tipo esso sia stato,<br />
ha sempre dominato il nostro guardaroba.<br />
Non ci siamo mai accorti, però, che<br />
questo capo di abbigliamento è stato da<br />
sempre uno strumento che ci ha resi<br />
uniformi.<br />
Il jeans, infatti, è un capo omogeneo,<br />
cioè uguale per tutti, che ha sostituito<br />
l’abbigliamento differenziato per classe<br />
sociale, per sesso o per età.<br />
Uscendo per la strada i VIP e la gente<br />
comune, i giovani, i vecchi e i bambini, gli<br />
studenti e i professori indossano i jeans.<br />
Poi nel corso degli anni ogni marca<br />
ha dato al classico pantalone un particolare<br />
che lo distinguesse dagli altri, come<br />
ad esempio il marchio di quell’industria<br />
oppure qualche disegno colorato.<br />
Se adesso chiniamo la testa ci accorgiamo<br />
che indossiamo i jeans, se la giriamo<br />
vediamo che il nostro compagno di banco<br />
indossa i jeans, se la alziamo il professore<br />
indossa i jeans; allora, ho ragione o no?<br />
Bamba
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
L’Anticristo e il mistero del 666<br />
DA SEMPRE ci hanno insegnato che la<br />
vita è un ciclo: nasciamo, cresciamo,<br />
ci riproduciamo e infine moriamo.<br />
Tutti alla fine lasceremo questo mondo,<br />
ma quando arriverà per tutti la “fatal<br />
quiete”? L’umanità come cesserà di esistere?<br />
A causa di chi? A queste domande, nel<br />
passato, c’era un’unica risposta: il numero<br />
666.<br />
“Faceva sí che tutti, piccoli e grandi, ricchi<br />
e poveri, liberi e schiavi ricevessero<br />
un marchio sulla mano destra e sulla fronte;<br />
e che nessuno potesse comprare o vendere<br />
senza avere tale marchio, cioè il nome<br />
della bestia o il numero del suo nome.<br />
Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza<br />
calcoli il numero della bestia: essa<br />
rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra<br />
è seicentosessantasei”. Apocalisse 13,<br />
16-18<br />
16<br />
Il numero 666 racchiude il vero nome<br />
dell’Anticristo. L’Anticristo per i cristiani<br />
è il nemico del Messia, l’avversario o<br />
l’antagonista di Cristo e dell’avvento del<br />
Regno di Dio sulla Terra, alleato di Satana<br />
ma destinato a soccombere. La parola<br />
greca “Antichristos” ha due significati a seconda<br />
del valore che attribuiamo al prefisso<br />
“anti”: può essere inteso o come “contro<br />
Cristo” e la sua parola, o come “avanti<br />
Cristo”, in quanto lo precederà nel suo ritorno.<br />
In ogni caso possono essere accettate<br />
entrambi i significati poiché pongono<br />
l’accento sia sulla sua funzione sia sul tempo<br />
della sua apparizione. Esso, secondo i<br />
testi sacri, è una realtà personale, la possessione<br />
demoniaca di un uomo e avrà “ricchezza,<br />
gli ossequi della folla, bellezza del<br />
corpo e i doni apparenti dell’intelligenza”.<br />
La sua venuta, descritta in una lettera
Oltre noi stessi Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
di San Paolo ai Tessalonicesi, sarà preceduta<br />
da un’apostasia di massa (abbandono<br />
volontario della fede) e, quando apparirà,<br />
egli si presenterà come un rinnovatore religioso<br />
sedendo, come dice il santo, nel<br />
“tempo di Dio” intendendo, questo o come<br />
il cuore dell’uomo, dove dovrebbe regnare<br />
solo Dio, oppure il centro della chiesa<br />
cattolica, il Vaticano. Molti studiosi, sostenendo<br />
la veridicità della seconda ipotesi,<br />
credono che l’Anticristo sarà collocato<br />
sicuramente nella gerarchia sacerdotale<br />
e che sarà molto colto in teologia e nelle<br />
scienze umane, creando cosí una Chiesa<br />
fantoccio. Da ultimo occorre ricordare<br />
che, secondo l’apocalisse, la sua rivelazione<br />
al mondo avverrà quando avrà ucciso i<br />
due testimoni che per primi riusciranno a<br />
smascherarlo.<br />
Ma come facciamo a calcolare il “numero<br />
della bestia”? Per questo ci viene in aiuto<br />
la gematria, che attribuendo a ciascuna<br />
lettera un valore numerico preciso, ci permette<br />
di risalire al nome dell’anticristo. A<br />
causa però di una scorretta interpretazione<br />
gematrica, l’Anticristo era stato identificato,<br />
in precedenza, con l’imperatore Nerone<br />
poiché, per calcolare il valore numerico di<br />
questo nome, era stata utilizzata la gematria<br />
ebraica basata solo sulle consonanti e<br />
non quella greca, la lingua con cui era sta-<br />
Dipendenza da video poker: una epidemia diffusa!<br />
SPINGERE con la semplice forza di un<br />
dito un bottone posto su di una macchina<br />
da gioco. . . pigiare quel tasto,<br />
pigiarlo ripetutamente. Un mestiere? No,<br />
una vera e propria mania! Si potrebbe<br />
definire tale gesto ricondcendosi anche al<br />
concetto di hobby. Eh già.<br />
17<br />
to scritto l’Apocalisse; senza contare che<br />
questa supposizione è da ritenersi sbagliata<br />
perché al tempo della stesura dell’Apocalisse<br />
Nerone era morto da 25 anni. Inoltre,<br />
nell’età moderna, il 666 era stato addirittura<br />
attribuito a Hitler, Franco e Benito<br />
Mussolini, tutti nomi di sei lettere. Tuttavia,<br />
nonostante le numerose e molto spesso<br />
forzate attribuzioni, in base all’alfabeto<br />
greco sono stati ottenuti i seguenti nomi:<br />
Euanthas, Lateinos e Teitan.<br />
C’è da considerare, inoltre, che il numero<br />
666 ha anche un valore simbolico temporale.<br />
Infatti, nell’Apocalisse l’Anticristo<br />
appare all’interno del sesto sigillo (che<br />
sono in tutto sette e che contengono i decreti<br />
divini, che nessuno può permettersi<br />
di giudicare, riguardanti gli ultimi giorni)<br />
al suono del sesto angelo, nella sesta coppa;<br />
quindi questo numero indica un periodo<br />
gravido di eventi demoniaci, che avranno<br />
termine nel settimo millennio, durante<br />
il quale ci sarà una seconda venuta di Cristo<br />
sulla terra e la definitiva affermazione<br />
del regno di Dio.<br />
In conclusione l’unica affermazione certa<br />
che, credenti o meno, possiamo asserire<br />
riguardo al mistero del 666 è che per<br />
ora esso resterà inviolato, continuando ad<br />
affascinare le future generazioni.<br />
Angy<br />
Proprio cosí, al giorno d’oggi tra gli<br />
hobby preferiti dell’italiano medio c’è il<br />
gioco pericoloso; il gioco d’azzardo, di<br />
quel genere con cui quasi sempre se ne viene<br />
fuori falliti. Persone di tutte le età incollate<br />
perennemente ad una slot machine, al<br />
video poker. . . ma per quale ragione? Co-
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
sa spinge dei ragazzi a buttar via tutto il<br />
loro denaro o, peggio, cosa spinge uomini,<br />
padri di famiglia ad investire il proprio<br />
stipendio su un semplice “push”?! Ci sono<br />
stati e continuano ad esserci molti studi<br />
in atto, con i quali i migliori psicologi<br />
italiani tentano di comprendere per quale<br />
motivo ci si lasci abindolare in un modo<br />
cosí indegno dal gioco. Dunque dopo i numerosi<br />
studi, dai risultati dei primi sondaggi,<br />
sembrerebbe che gran parte dei giovani<br />
Da quando gioca al video poker S.?<br />
Circa 10 anni. . . Ne avevo 14 quando ho<br />
cominciato.<br />
E dopo quanto tempo ha vinto per la<br />
prima volta? Dopo un paio di settimane.<br />
Qual è stata la sua reazione dopo aver<br />
vinto? Ero contento di aver finalmente<br />
guadagnato un po’ di soldi. . . Chi non è<br />
contento di ricevere qualcosa senza fatica?<br />
Quanti soldi ha gettato dentro quel marchingegno<br />
fin ora? Io non ho gettato via<br />
soldi. . . Ho soltando investito sulla mia<br />
fortuna. . .<br />
Dice di non aver buttato soldi ma complesivamente<br />
fin ora ci ha guadagnato o ci<br />
ha rimesso. . . ? Beh. . . Probabilmente se<br />
badiamo alla cifra totale potrei anche averci<br />
rimesso, ma la cosa importante è che in<br />
momenti in cui avevo bisogno che la mia<br />
cifra aumentasse ciò si è verificato. . . Beh,<br />
è attratta dall’idea di poter avere maggiore<br />
autonomia possedendo quotidianamente<br />
una certa somma di denaro in tasca. . . meglio<br />
poi se questi soldi non devono essere<br />
“sudati”, no?<br />
A tal proposito sono state sottoposte alcune<br />
domande a S.F. un ragazzo che ama<br />
trascorrere gran parte dei suoi pomeriggi<br />
trasformandosi da ragazzo annoiato di<br />
paese a un classico “tipo da bar”:<br />
forse non proprio sempre, ma bisogna aver<br />
fiducia.<br />
Grazie S. per la collaborazione.<br />
Ecco, questo è esattamente tutto ciò che<br />
ci si poteva aspettare da chi è convinto che<br />
avere il vizio del gioco non è paragonabile<br />
a una vera e propria dipendenza. Sarà<br />
pure una verità scomoda ma è esattamente<br />
questo il triste pensiero di un tipico giocatore<br />
“vizioso”. Sono proprio di tale genere,<br />
i tipici usufruenti del video poker. . . Giocatori<br />
che sono convinti, con la sola forza<br />
di volontà (e a volte sono convinti di riuscirci<br />
realmente), di potersi dedicare all’attività<br />
di sollazzo saltuariamente, cosí solo<br />
per tentare la fortuna di tanto in tanto. Ma<br />
se quelle diaboliche macchine attira-soldi<br />
sono sempre piene di monete e monetine<br />
non sarà certo colpa del Mago Merlino di<br />
turno!<br />
Fox<br />
18
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Intervista doppia<br />
Gabriele — Pino<br />
Gabriele Nome? Giuseppe<br />
55 Età? Tanti. . . 54<br />
Collaboratore scolastico. Professione? Collaboratore scolastico.<br />
Eeeehhh. . . Così. . . Come mai questa professione? Ehh. . . Come mai. . . Dalla provincia<br />
sono passato qua. . . Cioè prima lavoravo<br />
alla provincia poi mi hanno<br />
messo qua.<br />
In questa scuola da dodici anni. Da quanto tempo fai questo lavo- Nove anni.<br />
Non lo so. Cosa provi facendo questo mestiere?<br />
ro?<br />
Che ne so io! Sto qua parcheggiato<br />
e faccio questo lavoro in attesa della<br />
pensione!<br />
Ma dai! . . . Ma che ne so io!<br />
Il rapporto con i ragazzi. Qual è l’aspetto che preferisci di<br />
questo lavoro?<br />
Qua? Quando sono venuto qua? . . . Quando la prima volta? Che è la prima volta? . . . Ahhh. . .<br />
Ah no, in quel senso, ma che c’entra?<br />
. . . Comunque tanto tempo fa; non<br />
me lo ricordo nemmeno. . .<br />
Troppo tardi. . . 17 anni!<br />
In macchina. Dove? A <strong>Teramo</strong>, nelle fratte!<br />
(Ride) . . . Ehhh no. . . Eri protetto? Sì.<br />
No. . . È successo con l’attuale moglie? Ma che moglie? Non sono sposato!<br />
Ehh sí. . . (Ride ancora) Ti è piaciuto? Sí.<br />
Sí due Hai figli? No.<br />
No. Quanti ne hai sparsi per il mondo? Nemmeno.<br />
Devi chiederlo ai ragazzi. Come è il tuo rapporto con i<br />
ragazzi?<br />
Ottimo!<br />
Credo in Dio, ma non nella chiesa. Qual è il tuo orientamento religioso?<br />
Non sono praticante.<br />
Molto di sinistra. E politico invece?<br />
Dammi un aggettivo per. . .<br />
Estrema destra.<br />
. . . Non c’è una aggettivo. Berlusconi Ma che ne sacc ie. . . sn tuuti. . .<br />
uguali, tutti quaquaraqua.<br />
Non c’è aggettivo. . . Eppure è Vladimir Luxuria Boh.<br />
comunista. . .<br />
Metticelo tu. . . Gelmini Ma che ne sacc.<br />
Come la Gelmini. Casini Non mi piacciono i politici.<br />
Stiamo lì. . . Veltroni Per carità di Dio!<br />
Ehh? Chi è? Lo scrittore? Rossini (non è un politico — il<br />
nome è inventato)<br />
Ma chi è ? lu musiciste?<br />
Ehhh Che le devo dire alla preside?<br />
C’ho solo un rapporto di lavoro!<br />
La Preside Che ne so io.<br />
La conosco da molto tempo di più. . .<br />
Una brava donna.<br />
La Vicepreside Ma chi? La Paesani? Ma che ne so!<br />
Simpatico. Per l’altro intervistato PETTEGOLO!<br />
Che vuoi dirgli? Niente! Massimo Giletti Ma dai.<br />
Giletti!<br />
Che ne sacc di Massimo<br />
Una bella donna. Maria De Filippi Non mi piace!<br />
Tra un po’ mi addomind pure de lu<br />
marito?<br />
Marina Ripa di Meana Ma chi? La T****.<br />
20
Extra Sudoku! Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Nei giorni feriali poco. . . Nel week Quante ore passi davanti alla Poco.<br />
end di piú.<br />
televisione?<br />
Anno Zero. Qual è il tuo programma televisivo Cose scientifiche. . . Quark, Voyager<br />
preferito?<br />
etc.<br />
Andare in pensione. Un tuo sogno? Viaggiare molto.<br />
Una volta si andava a piedi a Il ricordo più antico che hai sulla Boh. . . Ma none. Non ce l’ho.<br />
S.Gabriele da Tossicia. . . Erano 9 km<br />
che facevo nella speranza che mi facessero<br />
un regalino con i soldi risparmiati<br />
dell’autobus. . . Che poi non mi<br />
hanno mai comprato!<br />
tua vita?<br />
Come sono. Come vorresti essere?<br />
Mettiamoli alla prova. . .<br />
Come sono.<br />
Sotto. Dove si trova il 3°I? Non lo so. . . Sopra!<br />
Sopra. Il 3°B? Sopra.<br />
Alla succursale. 2°F? Alla succursale.<br />
Tanto va la gatta a largo che ci<br />
riamane lo zampino!<br />
Dimmi un proverbio. . . Ma che dico i proverbi!<br />
Niente. . . BASTA! Vuoi dire qualcos’altro? Nooo!<br />
Extra Sudoku!<br />
Livello medio Livello difficile<br />
9 2 3 4<br />
6 9 1 7<br />
3 2 1<br />
4 1 9<br />
5 3<br />
9 7 4<br />
2 1 6<br />
8 7 2 1<br />
7 3 2 5<br />
21<br />
Le oche selvagge: RoSe - Snow_White - Belle<br />
9 3 6<br />
8 7<br />
5 2 8 9<br />
8 4 7 3<br />
9 4<br />
7 6 1 2<br />
7 8 1 4<br />
1 5<br />
8 9 1<br />
a cura di Igor ["aIgO:*]
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
All we need is love<br />
Forza <strong>Albert</strong><br />
UNGHIE di gatto, piede d’anguilla, un<br />
pizzico di polvere di luna, quattro<br />
code di ratto e, ingrediente fondamentale,<br />
una pillola di ossitocina! Ecco il<br />
nuovo elisir d’amore che vi garantisce un<br />
rapporto amoroso lungo e duraturo, creando<br />
giusto un po’ di dipendenza! Sí sí, proprio<br />
cosí, non è uno scherzo: anche se<br />
difficile da credere, a nostro parere anche<br />
molto triste, la scienza dichiara di aver avuto<br />
la meglio sui sentimenti! Grazie a degli<br />
esperimenti fatti con l’ossitocina (particolare<br />
ormone capace di aumentare la nostra<br />
autostima e di renderci attratti da chi abbiamo<br />
vicino), infatti, Larry Young, biologo<br />
della Emory Univerity, ci informa che sul<br />
mercato potremmo avere molto presto questa<br />
fantomatica pillola capace di farci innamorare.<br />
A prima vista potrebbe sembrare<br />
un’idea geniale! Insomma, chi almeno una<br />
volta, non ha sognato di possedere la “formula<br />
magica” per entrare in modo facile e<br />
indolore nel cuore dell’amato/a?<br />
Analizzando bene, però, ci si rende conto<br />
che non è poi una cosí bella trovata: cosa<br />
ne sarà delle pene d’amore? Del rischio<br />
che si corre tentando una “conquista pericolosa”?<br />
Dei sospiri e delle lacrime cosí<br />
belle e amare che conseguono la fine o il<br />
mancato inizio di un amore? Cosa ne sarà<br />
delle vere emozioni? E di riti come il<br />
corteggiamento e il fidanzamento?<br />
E, soprattutto, siamo cosí sicuri che la<br />
22<br />
pillola porrà fine ai nostri problemi di cuore?<br />
Certo, essere ricambiati è una cosa bellissima,<br />
ma se l’amore ricevuto in cambio<br />
fosse solo frutto di una pillola, saremmo<br />
cosí felici e spensierati? Sentendo il nostro<br />
cuore battere quando lo/la vediamo non ci<br />
farà dubitare della veridicità dei nostri sentimenti?<br />
In fin dei conti potrebbe essere<br />
solo la pillola che inizia a fare effetto!<br />
Quindi altro che sposarsi per soldi o<br />
per convenienza: i matrimoni saranno tutti<br />
di grandissimo amore! E altro che “al<br />
cuor non si comanda”, arriveremmo ad<br />
una guerra di sentimenti dove i vincitori<br />
saranno coloro che per primi riusciranno<br />
a somministrare una pillola alla persona<br />
amata!<br />
Ma è veramente questo ciò che interessa<br />
la società del XXI secolo? Sono davvero<br />
queste le nostre priorità e quelle dei nostri<br />
scienziati? Possedere una pillola capace<br />
di creare amore distruggendolo? Di trovare<br />
scorciatoie e stratagemmi anche nel<br />
mondo dei sentimenti, che sembrava cosí<br />
inviolabile e naturale? Il nostro obiettivo<br />
non dovrebbe essere quello di costruire<br />
un mondo migliore? Beh. . . Ai posteri<br />
l’ardua sentenza!<br />
Vogliamo solo fare un ultimo appello ai<br />
ricercatori: esistono malattie come l’aids,<br />
il cancro, la leucemia! Non sarebbe meglio<br />
occuparsi di questo? Basta giocare a<br />
fare i cupidi!<br />
Alpix e Gaia =P
Forza <strong>Albert</strong> Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Et in Arcadia ego<br />
IPASTORELLI del Guercino e di Nicholas<br />
Poussin 1 sono sgomenti di fronte all’incredibile<br />
vista che si para loro innanzi.<br />
Si sono imbattuti in una tomba con<br />
una scritta misteriosa incisa: “Et in Arcadia<br />
ego”. È la morte, ovviamente, che ci<br />
tiene a ricordarci la sua onnipresenza anche<br />
lí, in Arcadia, nella terra dei pastori,<br />
dell’amore e dell’utopia.<br />
Se la morte ci insegue anche in Arcadia,<br />
non c’è salvezza alcuna? È davvero<br />
inevitabile? Perché dobbiamo morire? E<br />
perché invecchiamo?<br />
Intanto, ricordiamoci che noi non invecchiamo<br />
come oggetti qualsiasi. Nel mondo<br />
darwiniano in cui ci tocca vivere noi<br />
siamo delle macchine metaboliche omeostatiche<br />
le cui cellule si autoriparano e si<br />
sostituiscono piú volte nel corso della vita.<br />
Cosí, le cellule e le molecole che costituiscono<br />
il nostro corpo oggi sono del tutto<br />
diverse da quelle con le quali siamo venuti<br />
al mondo. Ma se il processo selettivo darwiniano<br />
ha prodotto questa meraviglia non<br />
avrebbe potuto anche protrarre all’infinito<br />
questo processo rendendoci immortali oppure,<br />
che è la stessa cosa, perennemente<br />
giovani?<br />
Perfino Charles Darwin, scrivendo al<br />
suo amico Joseph Dalton Hooker, 2 considera<br />
la morte un espediente dispendioso<br />
(“wasteful”). Aveva ragione? Non ci sarà<br />
una ragione evoluzionistica per la morte?<br />
E se tale è il caso, qual è questa funzione?<br />
Il punto è che questo processo di riparazione<br />
cellulare prevede un consistente<br />
consumo di risorse e questo deve essere<br />
confrontato con l’altro importante costo:<br />
quello per la riproduzione. Insomma, que-<br />
23<br />
sti due costi tendono a contrapporsi puntando<br />
a strategie anche conflittuali di sopravvivenza.<br />
Dove conviene investire piú<br />
risorse?<br />
Inoltre, l’atto riproduttivo sembra rappresentare<br />
uno spartiacque. Molti animali<br />
infatti muoiono appena dopo l’atto sessuale.<br />
Il corpo per loro non è che un veicolo<br />
che deve contenere e proteggere la linea<br />
germinale. È col sesso che nasce la morte<br />
ed è col sesso che essa ha senso. 3<br />
Finora gli studiosi non hanno ancora<br />
elaborato una teoria condivisa sulla morte.<br />
Vi sono infatti quattro approcci differenti,<br />
seppure, bisogna sottolineare, non incompatibili.<br />
È possibile che tra queste teorie si<br />
celi quella vera. 4<br />
Per semplicità, facciamo un esperimento<br />
mentale: 5 immaginiamo una popolazione<br />
di organismi ‘immortali’, o meglio, perennemente<br />
giovani (che so, 1.000 individui).<br />
Questi organismi sarebbero in grado<br />
di procreare in qualsiasi età, diciamo, dalla<br />
pubertà in avanti. Ovviamente, questi<br />
organismi non morirebbero mai per motivi<br />
‘interni’, però sarebbero soggetti, come<br />
tutti, inevitabilmente, alla morte per cause<br />
‘esterne’. 6 La popolazione originale iniziale<br />
tenderebbe cosí a diminuire lentamente<br />
(da 1.000 a 960 ecc.) a un tasso fisso annuale<br />
secondo una tipica funzione ricorsiva:<br />
yt = c t yt−1 dove c rappresenta una costante<br />
(tasso di sopravvivenza, ad es. 0,96)<br />
e t rappresenta il tempo.<br />
Se noi consideriamo l’andamento di<br />
questa funzione, ci accorgiamo ben presto<br />
di un fenomeno che, a un certo punto<br />
e inevitabilmente, si verificherà. È un<br />
po’ come quando si rompe un’automobile.
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Può essere dapprima conveniente farla riparare<br />
dal meccanico, ma esisterà sempre<br />
un momento in cui sarà piú conveniente<br />
ricomprare un’automobile nuova piuttosto<br />
che sostenere un costo sempre piú grande<br />
per la riparazione di quella vecchia. 7 Anche<br />
negli organismi immaginari del nostro<br />
esperimento, pur essendo per definizione<br />
‘perennemente giovani’, si raggiungerà comunque<br />
prima o poi un momento soglia<br />
oltre il quale non sarà piú conveniente investire<br />
nella riparazione cellulare. I geni<br />
devono massimizzare la loro efficacia e la<br />
soglia rappresenta un momento di non ritorno.<br />
Gli organismi che sceglieranno di<br />
riprodursi a scapito della riparazione cellulare<br />
acquisiranno un vantaggio (‘payoff’)<br />
e produrranno una discendenza piú numerosa<br />
rispetto a quelli che insisteranno ad<br />
autoripararsi all’infinito. Il risultato di questo<br />
laissez faire cellulare è la senescenza e,<br />
infine, la morte.<br />
C’è un esempio, in parte, assimilabile<br />
al mio discorso ossia la menopausa. Essa<br />
rappresenta la ‘scelta’ evoluzionistica<br />
di non spendere piú per una procreazione<br />
statisticamente sempre piú precaria all’aumentare<br />
dell’età, ma di investire piuttosto<br />
nello svezzamento dei figli o dei nipoti<br />
(ex filii) che già si hanno. La senescenza<br />
o morte procrastinata è il periodo<br />
deputato alla cura dei piccoli nonché alla<br />
trasmissione delle informazioni essenziali<br />
alla sopravvivenza.<br />
In fondo, la senescenza è il regalo che,<br />
in quanto mammiferi (necessità di un pe-<br />
24<br />
riodo lungo di svezzamento dei figli) e in<br />
quanto umani (ossessione per le informazioni<br />
o i memi), riceviamo dal meccanismo<br />
evolutivo. A ben vedere, è un’opportunità<br />
e non solo una iattura. Questo ci<br />
consola? Forse no. Chiunque abbia assistito<br />
un morente sa bene che “For who<br />
to dumb Forgetfulness a prey, / This pleasing<br />
anxious being e’er resign’d, / Left the<br />
warm precincts of the cheerful day, / Nor<br />
cast one longing, ling’ring look behind?” 8<br />
Note<br />
1 Cf. Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino per primo (nel<br />
1618-1622) e Nicholas Poussin poi (nel 1627 e di nuovo nel 1641) dipinsero<br />
entrambi il tema del memento mori. Si veda anche il bellissimo saggio<br />
sul tema di Erwin Panofsky, Meaning in the Visual Arts, “Et in Arcadia ego:<br />
Poussin and the elegiac tradition”, 1955.<br />
2 Lettera a J.D. Hooker (grande botanico ed esploratore vittoriano) del<br />
13 luglio 1856. “What a book a Devil’s chaplain might write on the clumsy,<br />
wasteful, blundering low & horridly cruel works of nature!”<br />
3 Si veda il penoso caso dei salmoni, o delle anguille ecc. La mantide<br />
maschio, ad esempio, viene spesso divorato perfino durante l’atto sessuale,<br />
ma, incredibilmente, è in grado di portarlo a termine.<br />
4 Le teorie principali sono di August Weismann (idea di morte “programmata”,<br />
1893), Peter Medawar (accumulazione di mutazioni, 1952),<br />
George C. Williams (pleiotropia antagonistica, 1957) e Thomas Kirkwood<br />
(teoria del soma a “perdere”, 1977). Inoltre, bisogna considerare anche il<br />
fenomeno del “Calorie restriction” (CR) che spiega come, in occasione di<br />
carestie, l’organismo reagisca assegnando risorse per il mantenimento delle<br />
funzioni vitali piuttosto che per la riproduzione. Vari esperimenti compiuti<br />
su animali hanno dimostrato che CR porta non solo a un ritardo del periodo<br />
riproduttivo, ma anche a un allungamento della vita. L’idea che sottende<br />
gli esperimenti è che, in una situazione ‘naturale’, periodi di carestia si<br />
alternino a periodi di abbondanza e che quindi l’allungamento della vita sia<br />
un utile ‘trucco’ che si è evoluto come adattamento a condizioni ambientali<br />
capricciose.<br />
5 Quest’esperimento è stato suggerito da George C. Williams in Plan<br />
and Purpose in Nature, 1996, Ch. 7, “Old Age and Other Curses”<br />
6 A causa di predatori, per incidenti mortali di tutti i tipi, per inedia,<br />
per incapacità di procacciarsi il cibo, per guerra, violenza, omicidi, suicidi,<br />
ingestione di veleni, per droghe o altre sostanze ecc. Anche molte malattie<br />
vanno considerate come aggressioni da parte di predatori: gli esseri viventi<br />
sono dei bocconcini per batteri e virus.<br />
7 Quest’esempio viene da Jared Diamond, The Rise and Fall of the Third<br />
Chimpanzee, 1991 Ch. 7 “Why Do We Grow Old and Die?”<br />
8 Thomas Gray, Elegy Written in a Country Churchyard, 1751, vv. 85-<br />
88. “Chi, preda del muto oblio, / ha mai rinunciato a questa vita ansiosa<br />
e piacevole / (o ha mai) lasciato i caldi confini del giorno gioioso / senza<br />
gettare alle spalle un ultimo sguardo nostalgico?”<br />
Igor ["aIgO:*]
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Conoscenza<br />
I colori della letteratura<br />
Questa luce intensa<br />
scalda e anima le nostre schiene,<br />
delicatamente appoggiate<br />
una contro l’altra,<br />
ma riesco a sentire<br />
tutta la veemenza<br />
delle sue palpitazioni,<br />
del sangue che le scorre nelle vene,<br />
delle sue inconsce contrazioni.<br />
Vedo i suoi occhi chiusi,<br />
le sue labbra mi possiedono,<br />
mentre la mia guancia<br />
sfiora i suoi capelli armoniosi.<br />
La sua mano leggera<br />
mi accarezza,<br />
come fossi un fiore maturo<br />
che trova la morte felice<br />
nelle sue tenere coccole;<br />
vorrei tanto darle un bacio,<br />
ma non posso.<br />
Vorrei stringerla fra le mie braccia,<br />
ma non riesco.<br />
Chiudo gli occhi<br />
e godo il momento<br />
come fosse l’ultimo atto della mia vita.<br />
Le nostre mani sono incollate,<br />
le nostre dita intrecciate,<br />
mentre scende il buio<br />
e ci lasciamo andare<br />
con tutta l’energia di un unico<br />
Sentimento.<br />
26<br />
The_Mister_Manson
I colori della letteratura Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Un viaggio in Sudamerica<br />
NON SO quanti di voi abbiano mai avuto<br />
la possibilità di andare in America<br />
Latina; per chi come me sogna<br />
da una vita un viaggio del genere ma sa<br />
che sarà molto difficile realizzarlo, un metodo<br />
infallibile per sentirsi avviluppato in<br />
un’atmosfera caliente è quello di leggere!<br />
I temi affrontati sono molteplici e sono<br />
trattati con un calore e una semplicità<br />
che lasciano senza fiato e che danno modo<br />
al lettore di comprendere appieno le<br />
emozioni che permeano l’America Latina.<br />
Uno dei temi piú trattati è sicuramente<br />
quello che riguarda le donne, sempre viste<br />
come creature forti, indipendenti e determinate.<br />
Attraverso i loro occhi infatti sono<br />
descritte le vicende della famiglia Trueba<br />
nel libro La casa degli Spiriti di Isabel Allende<br />
nel quale i problemi e le gioie delle<br />
protagoniste sono intimamente legate alla<br />
situazione cilena, coprendo un arco di tempo<br />
che va dai primi anni ’20 del ‘900 fino<br />
al golpe di Pinochet.<br />
La capacità di raccontare la storia del<br />
proprio paese attraverso un romanzo che<br />
segue piú generazioni di una stessa famiglia<br />
è propria anche di G. García Marquez<br />
in Cent’anni di solitudine. Infatti insieme<br />
27<br />
alle vicende delle sei generazioni della famiglia<br />
Buendía è descritto anche il mitico<br />
villaggio di Facondo, un luogo perso<br />
nella Foresta Amazzonica. L’ascesa e il<br />
crollo di tale villaggio possono essere paragonate<br />
alla situazione dell’America Latina,<br />
squarciata a lungo da guerre civili.<br />
L’amore, quello con la A maiuscola, è<br />
un altro dei temi favoriti dagli scrittori sudamericani<br />
che lo raccontano in ogni sua<br />
sfaccettatura. Emblematico è il caso del<br />
romanzo di Jorge Amado Dona Flor e i<br />
suoi due mariti che comincia con la frase<br />
“mi dica un po’, lei che scrive per i giornali,<br />
perché si deve sempre aver bisogno di<br />
due amori, perché uno non basta a riempire<br />
il cuore?”. La protagonista del romanzo,<br />
Dona Flor , infatti attraversa due matrimoni:<br />
il primo avviene in giovane età con<br />
un giovane passionale e “malato di fiches”,<br />
Vadinho, che la lascerà vedova dopo sette<br />
anni. La ragazza è distrutta dal dolore e<br />
solo dopo molto tempo riuscirà di nuovo a<br />
innamorarsi di un uomo leale e tranquillo.<br />
Ma a questo punto al verosimile si aggiungono<br />
le credenze e le tradizioni importate<br />
dall’Africa e cosí tra macumbe1 e sortilegi<br />
si assiste al riapparire di Vadinho, sotto for-
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
ma di fantasma. Dona Flor seguirà il suo<br />
cuore o rimarrà fedele al secondo marito?<br />
Secondo il parere di Paulo Cohelo magistralmente<br />
espresso ne L’alchimista bisognerebbe<br />
sempre seguire il proprio cuore o<br />
la propria leggenda personale ed è proprio<br />
quello che fa Santiago, pastorello Andaluso<br />
che attraverserà l’intero Sahara alla ri-<br />
Il cantautore degli ultimi<br />
Recensioni<br />
LIGURE di nascita, sardo di adozione,<br />
Fabrizio De André in tutte le sue ballate<br />
ha raccontato storie di deboli,<br />
drogati e puttane, emarginati da una società<br />
borghese di cui egli stesso, suo malgrado,<br />
faceva parte. Infatti, è nei confronti dei<br />
vinti che piú forte si manifesta l’arroganza<br />
del potere, la violenza di un sistema che<br />
nega e schiaccia chi conduce la sua vita<br />
fuori dalle regole della maggioranza. Lo<br />
sanno bene i personaggi protagonisti delle<br />
sue canzoni, da Miché suicida d’amore<br />
a Bocca di Rosa che ama e si fa amare,<br />
dagli umili morti di provincia di Spoon<br />
River a chiunque incarnasse la poesia della<br />
sconfitta.<br />
Faber (cosí chiamato dall’amico Paolo<br />
Villaggio) nei suoi testi ha saputo descrivere<br />
la protesta sessantottina nell’album Storia<br />
di un impiegato, ma anche il periodo infelice<br />
del sequestro in Sardegna, ispiratore<br />
della canzone “Hotel Supramonte”, diario<br />
poetico dei giorni di prigionia trascorsi con<br />
la moglie Dori Ghezzi.<br />
Sono passati ormai dieci anni da quella<br />
fredda notte di gennaio del 1999 quando<br />
28<br />
cerca di un tesoro che dovrebbe essere nascosto<br />
sotto le piramidi di Giza. Durante il<br />
viaggio troverà l’amore e un vecchio alchimista<br />
gli insegnerà ad ascoltare sempre il<br />
cuore per essere felici.<br />
Non mi resta che augurarvi “buon<br />
viaggio”!<br />
-Puc-<br />
De André spense per sempre i suoi occhi.<br />
Manifestazioni in tutta Italia si sono celebrate<br />
per ricordarlo; di particolare interesse<br />
è stata la serata speciale della trasmissione<br />
Che tempo che fa che lo ha ricordato<br />
nel miglior modo in cui si può ricordare un<br />
cantante come lui: facendo ascoltare semplicemente<br />
le sue canzoni reinterpretate da<br />
alcuni big della musica italiana. L’ascolto<br />
di quelle ballate, di quei versi, ma soprattutto<br />
di quella voce cosí profonda, levigata<br />
negli anni da un fiume di sigarette, è la<br />
grande compagnia che ci ha lasciato.<br />
La sua musica viene apprezzata ancora<br />
oggi sia da chi ha l’età per averlo potuto<br />
veder suonare dal vivo che da chi l’ha<br />
scoperto solo da poco e le canzoni, con temi<br />
tanto antichi quanto piú che mai moderni,<br />
saranno eterne ed espressione di un’autentica<br />
canzone popolare. Che la sua anima<br />
possa riposare sul Supramonte o in Via<br />
Del Campo o a Spoon River o nel fondo<br />
del Sand Creek, dovunque una sua canzone<br />
abbia restituito bellezza e dignità agli<br />
uomini.<br />
Andrea De Maggi & Il Libano
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Horror o terribile?<br />
AGGIRANDOSI tra gli scaffali di un<br />
qualsiasi video-noleggio, non possiamo<br />
fare a meno di notare l’interminabile<br />
serie di film di genere horror,<br />
vecchio quasi quanto il cinema stesso.<br />
L’horror è comunque nato per far risvegliare<br />
nello spettatore le angosce e le paure<br />
che sono dentro di lui, stimolando l’immaginazione<br />
e sfruttando superstizioni che sono<br />
inculcate nella mente umana ormai da<br />
secoli.<br />
Questi film possono essere preferiti perché<br />
meglio di ogni altri, sembrano capaci<br />
di dipingere senza compromessi l’animo<br />
umano nella sua essenza piú nascosta. La<br />
loro particolarità sta nella perfetta miscela<br />
tra orrore e giallo, che non si limita alla<br />
semplice violenza visiva ma che, con una<br />
certa componente psicologica, coinvolge<br />
lo spettatore piú profondamente. Vanno<br />
però distinti dai film Splatter, ovvero, film<br />
cruenti con un alto tasso di ‘succo di pomodoro’,<br />
che suscitano un’improvvisa tensione<br />
dubita sciolta dalla inverosimiglianza<br />
delle scene.<br />
Al contrario, tra i classici del genere horror<br />
di tutti i tempi meritano attenzione la<br />
famosissima raccolta di Dario Argento con<br />
il suo Profondo Rosso e, tratto dal romanzo<br />
di Stephen King, Shining con protagonista<br />
Jack Torrence, che dopo aver accettato<br />
il lavoro di guardiano con la famiglia<br />
in un hotel sperduto sulle montagne, viene<br />
portato dalla solitudine a uccidere i suoi<br />
cari.<br />
Molto celebri sono anche Non aprite<br />
30<br />
quella porta, storia vera di un ragazzo malformato<br />
che con la sua famiglia adottiva<br />
trucida persone per scopi oscuri, e la saga<br />
di Saw dove un uomo affetto da un grave<br />
tumore punisce e uccide (non sempre) con<br />
trappole atroci le persone che secondo lui<br />
non apprezzano il dono della vita.<br />
Nel considerare le tante offerte cinematografiche<br />
attuali sarà bene quindi distinguere<br />
tra i Trash (film spazzatura) e ciò che<br />
merita la nostra attenzione.<br />
Quindi, la prossima volta che vi aggirate<br />
tra gli scaffali di un video-noleggio,<br />
ponderate la possibilità di guardare un vero<br />
horror e non la vasta gamma di rami da<br />
esso nati!<br />
killy94 e killy03
Recensioni Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Il curioso caso di Benjamin Button<br />
“IL MIO<br />
NOME è Benjamin Button e la<br />
mia nascita si verificò in una circo-<br />
stanza insolita, mentre tutti gli altri<br />
invecchiavano io unico diventavo piú giovane”.<br />
Esordisce cosí il film di David Fincher<br />
nominato a ben 13 oscar, mentre le<br />
lancette di un imponente orologio dorato<br />
scorrono in senso antiorario.<br />
Correva l’anno 1918. L’ultimo giorno<br />
della prima guerra mondiale la moglie di<br />
Thomas Button, ricco produttore di bottoni<br />
di New Orleans, muore dando alla luce<br />
un bimbo con la salute di un novantenne;<br />
il ricco uomo d’affari, spaventato da<br />
quel piccolo “mostro”, decide di abbandonarlo<br />
sulle scale di una casa di riposo, dove<br />
viene accolto dalla signora Queenie, la<br />
governante, e suo marito. Al bambino viene<br />
dato il nome di Benjamin a cui i medici<br />
prospettano vita breve, ma il mondo sembra<br />
riservare un destino diverso a quello<br />
“scherzo della natura”.<br />
Cresce ben inserito tra i vecchi dell’ospizio<br />
dove ha la possibilità di farsi anche<br />
amici piú giovani e di avere i primi approcci<br />
con il mondo esterno. Incontri fondamentali<br />
sono quelli con il capitano e “artista”<br />
Mike Clark, che gli offre un lavoro<br />
sul suo “rimorchiatore irlandese” e che lo<br />
inizia ai segreti del sesso; con il padre, che<br />
però non si farà riconoscere fino alla sua<br />
morte; e soprattutto con la ragazzina dai<br />
capelli rossi Daisy, nipotina di un’anziana<br />
signora, che diverrà la sua nuova e inseparabile<br />
compagna di giochi. Ben decide<br />
però di iniziare a lavorare e con l’equipaggio<br />
di Mike naviga fino in Russia, dove vivono<br />
abbastanza bene da potersi permettere<br />
il soggiorno in un piccolo albergo; pro-<br />
31<br />
prio qui conosce l’aristocratica Elizabeth<br />
Abbott, dal passato di nuotatrice (tentò la<br />
traversata della Manica) che, sebbene sposata,<br />
sarà il suo primo amore, ma la loro<br />
storia termina presto per volere di lei.<br />
Scoppia poi la seconda guerra mondiale<br />
e il rimorchiatore e l’equipaggio vengono<br />
coattamente reclutati dalla marina militare.<br />
Solo lambiti dalla battaglia, incontreranno<br />
la vera guerra per caso, incrociando un sottomarino<br />
nemico: Benjamin è uno dei due<br />
soli superstiti. Tornato a New Orleans dalla<br />
madre putativa, riprende in parte la vecchia<br />
vita. Thomas, il suo vero padre, decide<br />
in punto di morte di rivelargli la sua<br />
identità, cosí da lasciargli la giusta eredità.<br />
Successivamente Benjamin cerca di riallacciare<br />
i rapporti con Daisy e si reca a<br />
New York per vedere l’ormai nota ballerina.<br />
I due si rincontreranno solo in un<br />
secondo momento a Parigi dove la ragazza<br />
viene gravemente ferita in un incidente<br />
stradale e, grazie a questo triste evento,<br />
i due iniziano un cammino di coppia che,<br />
dopo la morte di Queenie, li porta a vivere<br />
insieme a New Orleans. Dopo aver aperto<br />
una scuola di ballo, Daisy dà alla luce una<br />
bambina, Caroline. Benjamin però vuole<br />
che la figlia abbia un vero padre, cosí lascia<br />
la famiglia, strappando il consenso a<br />
Daisy.<br />
Gira il mondo per un po’, poi torna dopo<br />
tredici anni, per un incontro lampo con<br />
Daisy, oramai risposata. Ben era ormai<br />
un bellissimo 17 enne.il tempo continua a<br />
scorrere fin quando Daisy riceve una telefonata<br />
dai servizi sociali, che hanno trovato<br />
un bambino affetto dai sintomi della demenza<br />
senile, con un diario dove cita piú
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
volte il suo nome e il suo indirizzo, nonché<br />
l’indirizzo del vecchio ospizio, ora gestito<br />
dalla figlia di Queenie. L’ex ballerina<br />
accudirà Benjamin fino al 2003, anno in<br />
cui l’apparente paffuto neonato si spegnerà<br />
cullato dalle sue braccia.<br />
Nell’immediato periodo prima del disastro<br />
causato dall’uragano Katrina, Daisy si<br />
trova in ospedale, prossima alla morte, nell’attesa<br />
di poter raggiungere il suo amato<br />
Benjamin. Carolin, sbriciolando le parole<br />
Iago<br />
del diario del suo vero padre, scopre tutta<br />
la verità.<br />
Il bellissimo Brad Pitt veste i panni di<br />
Benjamin Button durante tutto il suo corso<br />
esistenziale e, nuotando contro corrente<br />
nel turbine della vita, esprime un valore<br />
fondamentale che tutti dovrebbero condividere:<br />
“stavo pensando che nella vita<br />
niente dura, e questo è un gran peccato”.<br />
Godetevi la vostra vita e non disprezzatela<br />
mai!<br />
Fede<br />
Cast: Nicolas Vaporidis, Laura Chiatti, Giulia Steigerwalt, Gabriele Lavia, Fabio<br />
Ghidoni, Luana Rossetti, Lorenzo Gleijeses. Regia: Volfango De Biasi<br />
IAGO è un laureando di grande talento,<br />
ma di umili natali, circondato da ricchi<br />
blasonati, tra cui spicca Otello, figlio<br />
di un architetto di fama mondiale, amico<br />
del corrotto Rettore dell’università, che vede<br />
però in Iago un grande talento. Sarà<br />
proprio Otello, pesantemente raccomandato,<br />
a defraudare Iago dei propri meriti di<br />
studio e ad andare a occupare il suo posto<br />
di responsabile nel progetto di allestimento<br />
della Biennale. E sarà ancora Otello<br />
a portargli via l’oggetto del suo desiderio,<br />
Desdemona, di cui Iago è perdutamente innamorato<br />
da tempo, e che è la figlia del<br />
Rettore Brabanzio. Nella convinzione che<br />
la vita sia una commedia di ingiustizie, e<br />
che solo chi agisce prima degli altri avrà<br />
modo di vincere, Iago scatenerà una lotta<br />
senza quartiere intessendo una rete di inganni<br />
e menzogne, per recuperare ciò che<br />
gli spetta di diritto dal punto di vista universitario<br />
e tentare di conquistare l’amore<br />
di Desdemona.<br />
La tragedia Shakespeariana rivisita e<br />
32<br />
dai ruoli invertiti (tanto che il titolo non è<br />
piú Otello ma Iago), presenta Iago non piú<br />
come un personaggio burattinaio che muove<br />
i fili di una vicenda conclusasi in modo<br />
drammatico ma come il vero vincitore morale,<br />
seppur con l’inganno, sulle malefatte<br />
e i soprusi di Brabanzio e la sua altolocata<br />
congrega.<br />
Il motivo conduttore non è piú la gelosia,<br />
o meglio non è solo la gelosia che Iago<br />
trasferisce astutamente sotto l’occhio di<br />
Otello, spingendolo a esagerate azioni: qui<br />
prevale piú l’ambizione e il senso di rivalsa<br />
di Iago, paladino e rappresentante di tutti<br />
i ragazzi di talento, studiosi e meritevoli,<br />
che a causa di logiche di potere sono costretti<br />
a rimanere ai margini, a essere ingiustamente<br />
scavalcati e a guardare da lontano<br />
il successo altrui che spetterebbe a loro<br />
di diritto.<br />
In realtà della tragedia di William Shakespeare<br />
rimane l’ambientazione di Venezia,<br />
i nomi dei personaggi e in parte anche<br />
le loro motivazioni; tutti elementi atti
Recensioni Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
a reggere una storia che alterna momenti<br />
dal tono e narrazione lineari e comica ad<br />
altri in cui viene utilizzato un’ambientazione<br />
surreale, come la festa da ballo a casa di<br />
Rodrigo, che da un lato ci riporta indietro<br />
nel tempo, alla Venezia libertina dei secoli<br />
passati resa attraverso i costumi e gli am-<br />
Nonostante il messaggio sociale che<br />
vuole trasmettere questo film, risulta importante<br />
anche il rapporto amoroso differente<br />
tra Iago e Desdemona. Essa si presenta<br />
eterea e misteriosa, arrogante della<br />
33<br />
bienti suggestivi, dall’altro ci fa rimanere<br />
nel presente, con l’utilizzo di canzoni contemporanee<br />
e le coreografie di Luca Tommassini,<br />
instaurando, fra l’altro, una forte<br />
analogia con una scena simile presente nel<br />
Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann.<br />
sua ricchezza e della sua bellezza, combattuta<br />
fra tensioni di rivolta verso i progetti<br />
conservatori del padre e timori di perdere<br />
i privilegi acquisiti. Nella sua relazione<br />
con Iago manca di umanità e profondità
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
e questo scatenerà in lui una reazione forse<br />
immorale, ma che poi alla fine potrebbe<br />
rivelarsi anche la sua carta vincente.<br />
Alla luce di quanto detto l’idea di Volfango<br />
De Biasi di riprendere un classico,<br />
reinterpretarlo e raccontare una storia attuale,<br />
mettendo in scena una sorta di anti-<br />
Topolino, che passione!<br />
IL FUMETTO intitolato Topolino è senza<br />
dubbio il piú conosciuto e il piú amato<br />
da tutti i bambini italiani.<br />
Il primo numero di Topolino in Italia<br />
è uscito il 1° aprile 1949. In quel periodo<br />
usciva mensilmente, dal numero 40 al<br />
numero 235 uscí ogni 15 giorni, per poi<br />
diventare un settimanale (ogni mercoledí)<br />
dal numero 236. Anche io collezionavo<br />
centinaia e centinaia di questi giornalini,<br />
che allora costavano circa 3.300/3.400 lire<br />
l’uno (numero 2300) e che ora, giunto<br />
al numero 2700, ha raggiunto il prezzo di<br />
2.20 €. In casa conservo due grosse scatole<br />
piene di questi fumetti (oltre quelli sparsi<br />
per le varie stanze!) e con questa passio-<br />
34<br />
eroe, che combatte le ingiustizie a cui la<br />
vita ci mette di fronte, è certamente un<br />
esperimento interessante e di nobili intenti,<br />
nonostante sia stato inserito in una logica<br />
commerciale che ne sminuisce il valore<br />
quale quella dei cosiddetti “Teen Movie”.<br />
RoSe<br />
ne ho contagiato anche mio fratello, che<br />
ora continua la collezione.<br />
Topolino è un giornalino composto da<br />
un numero non fisso di pagine (di solito circa<br />
180) di dimensioni ridotte e reca al suo<br />
interno le fantastiche storie dei simpatici<br />
personaggi della Disney. Solitamente, le<br />
vicende di questi personaggi sono ambientate<br />
in due città immaginarie: Paperopoli<br />
e Topolinia. Nella prima vive una grande<br />
famiglia di paperi, il cui capostipite è<br />
Paperon de Paperoni, papero ricchissimo<br />
e molto avaro; Paperone ha diversi nipoti,<br />
tra i quali: Paolino Paperino, perseguitato<br />
dalla sfortuna; Paperina, fidanzata di Paperino<br />
e corteggiata da Gastone, il piú fortu-
Recensioni Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
nato della famiglia. I cattivi non mancano<br />
a Paperopoli: la strega Amelia e la banda<br />
Bassotti tentano in tutti i modi di penetrare<br />
all’interno del deposito di Paperone, ma<br />
ogni sforzo è vano. Il deposito dell’avido<br />
papero è una fortezza inespugnabile.<br />
Spesso le storie raccontano dei tentativi<br />
dei cattivi di rubare il denaro di Paperone;<br />
a volte invece esse trattano degli straordinari<br />
viaggi di Paperone attraverso le zone<br />
piú selvagge e remote della terra alla<br />
ricerca di tesori nascosti.<br />
Invece a Topolinia vivono Topolino, la<br />
sua fidanzata Minnie, il maldestro amico<br />
Pippo, il cane Pluto e i cattivi Gambadilegno<br />
e Macchia Nera, sempre impegnati<br />
ad organizzare qualche colpo che li faccia<br />
arricchire.<br />
Le storie ambientate a Topolinia sono<br />
di solito incentrate sui piani astuti dei cattivi,<br />
escogitati per assaltare banche o gioiellerie,<br />
sempre sventati dallo scaltro Topolino,<br />
che dà sempre una grossa mano al<br />
35<br />
commissario Basettoni e al suo assistente<br />
Manetta.<br />
Topolino è un giornalino molto educativo:<br />
il linguaggio utilizzato è quello adatto<br />
per bambini che devono abituarsi a parole<br />
italiane che magari usano poco nel linguaggio<br />
parlato. E ancora, al suo interno<br />
reca dei giochi e dei quiz con i quali<br />
i bambini possono cimentarsi misurando<br />
e migliorando le proprie capacità. Topolino<br />
costituisce anche il primo contatto dei<br />
bimbi col mondo che li circonda, poiché<br />
al suo interno, c’è una sezione dedicata alle<br />
notizie dal mondo, alle interviste di personaggi<br />
famosi, agli approfondimenti sulla<br />
natura e sugli animali. Inoltre, oltre ad<br />
essere istruttivo, stimola l’immaginazione<br />
e il riso, cose di fondamentale importanza<br />
per una crescita spensierata e serena dei<br />
bambini. E ancora, essendo colorato, attira<br />
l’attenzione diventando un ottimo passatempo<br />
per i piccoli piú attivi! Dunque, un<br />
prezioso aiuto anche per gli adulti!<br />
Flam
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Giovanni Allevi, Evolution<br />
EVOLUTION è il sesto album del compositore<br />
italiano Giovanni Allevi, e<br />
il titolo è piú che mai azzeccato per<br />
definire le novità che il musicista di Ascoli<br />
Piceno ha introdotto nel suo modo di fare<br />
e scrivere musica. Infatti, in questo album,<br />
oltre al pianoforte, Allevi ha ‘inserito’<br />
anche un’orchestra che accompagna le<br />
sue composizioni per pianoforte. Ma nonostante<br />
le novità, il tocco è diventato inconfondibile,<br />
specialmente in un alcuni pezzi<br />
dell’album (come ad esempio “Prendimi”)<br />
nei quali si riconosce immediatamente la<br />
mano del pianista marchigiano.<br />
Questo album è stato inoltre suonato dal<br />
vivo presso la camera del Senato il 21 Dicembre<br />
2008, in occasione dell’annuale<br />
concerto di Natale, proponendo, oltre ad<br />
otto nuovi brani, anche due composizioni<br />
di Paganini. Ma, nonostante il successo,<br />
numerose critiche sono piovute addosso<br />
ad Allevi, specie dopo il suo concerto<br />
a Montecitorio. Stefano Biosa, Presidente<br />
del centro “Arturo Benedetti Michelange-<br />
36<br />
li” lo ha definito “inesistente” come direttore<br />
d’orchestra e come musicista (nonostante<br />
il riconoscimento come miglior pianista<br />
italiano dell’anno nel 2006 davanti a<br />
nomi come Maurizio Pollini o Stefano Bollani);<br />
Andrea Malan, del Sole 24 ore lo ha<br />
definito un “fenomeno da baraccone”.<br />
Verrebbe da dire che la grandezza genera<br />
invidia. Anche se, a voler essere proprio<br />
puntigliosi, nell’album qualcosa che<br />
non va c’è: innanzitutto l’esiguità dell’orchestra<br />
(dove sono le percussioni?), la discutibilità<br />
di Allevi come direttore di questa<br />
stessa orchestra e un miscuglio non<br />
sempre azzeccato di sonorità classiche e<br />
“moderne”.<br />
Tuttavia, sarebbe a dir poco fiscale definire<br />
il lavoro negativo, specie se consideriamo<br />
la capacità dell’autore di avvicinare<br />
il grande pubblico ad una musica<br />
“colta” che altrimenti non troverebbe spazio<br />
nei nostri iPod. Insomma un album<br />
indubbiamente ottimo, in attesa di nuove<br />
“evoluzioni” dell’autore.<br />
Brakko
LA VOCE Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Cruciverba e altri giochi<br />
1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />
10 11 12 13 14<br />
15 16 17 18<br />
19 20 21<br />
22 23 24 25 26<br />
27 28 29 30 31<br />
32 33 34 35 36 37<br />
38 39 40 41<br />
42 43 44<br />
45 46<br />
ORIZZONTALI: 1. La testa di Ezio - 3. Alcune classi li fanno per le interrogazioni<br />
- 7. Gli estremi di Laos - 9. Sillaba di seta - 10. Pari in lumi - 12. Non giù - 13. In<br />
copertina Einstein ne fa rotolare uno - 15. Lo è il gesto di chi desidera avere fortuna -<br />
19. Inizio di Icaro - 20. Alta tensione - 21. Rispondere in opposizione - 22. Si misurano<br />
in gradi - 25. Vale a dire - 28. Sigla di Nuoro - 29. In mezzo ai deserti - 31. Simbolo<br />
chimico del bismuto - 32. Aeronautica Militare - 34. Sigla di Agrigento - 35. Commissario<br />
tecnico - 36. Era l’alternativa con ‘alive’ per i ricercati - 38. Per usarla bisogna<br />
comprare la scheda da Antonietta al bar - 42. In mezzo - 43. Nota serie televisiva -<br />
44. Amò Narciso - 45. Oggi lo sarà domani - 46. Canta nel pollaio<br />
VERTICALI: 2. Si intaglia a Halloween - 4. Non più nuovo - 5. Canna da zucchero<br />
distillata - 6. Lo sono i componenti del Trio Medusa - 7. Il fratello di Super Mario -<br />
8. Compare - 9. Sud-Ovest - 11. Vocali in dias - 14. Favore senza fa - 15. Assenso -<br />
16. C’è quello alla bolognese e quello alla napoletana - 17. Manca in classe dopo 3<br />
ore se non si aprono le finestre - 18. Silenziosa, che non si manifesta - 23. Nino le ha<br />
uguali - 24. La ragione in greco - 26. Li vedi su YouTube - 27. Con il Dadaismo vennero<br />
disegnati anche alla Gioconda - 30. Sport invernale - 31. Il dio del vino - 33. Le donne<br />
né bionde né rosse - 34. Accidenti. . . nei fumetti - 36. Dottore in breve - 37. Serie<br />
senza consonanti - 39. Tribunale Amministrativo Regionale - 40. Maiale in inglese -<br />
41. Telefono in breve<br />
a cura di Belle<br />
38
Cruciverba e altri giochi Anno VI - Numero 3 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong><br />
Esercizi di scacchi e altro. . .<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Il bianco matta in una mossa.<br />
Sudoku medio Sudoku difficile<br />
6 4<br />
9 6 2 8<br />
8 4 5 7<br />
4 5 3<br />
6 9 4<br />
6 2 8<br />
3 1 7 9<br />
2 4 8 5<br />
7 4<br />
It cannot be seen, cannot be felt,<br />
Cannot be heard, cannot be smelt.<br />
It lies behind stars and under hills,<br />
And empty holes it fills.<br />
It comes first and follows after,<br />
Ends life, kills laughter.<br />
It cannot be seen, cannot be felt,<br />
Cannot be heard, cannot be smelt.<br />
It lies behind stars and under hills,<br />
And empty holes it fills.<br />
It comes first and follows after,<br />
Ends life, kills laughter.<br />
Gollum’s Riddles<br />
39<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Il bianco matta in una mossa.<br />
9 3 6<br />
8 7<br />
5 2 8 9<br />
8 4 7 3<br />
9 4<br />
7 6 1 2<br />
7 8 1 4<br />
1 5<br />
8 9 1<br />
Alive without breath,<br />
As cold as death;<br />
Never thirsty, ever drinking,<br />
All in mail never clinking.<br />
a cura di Igor ["aIgO:*]<br />
J.R.R. Tolkien
Coordinatore: Prof. Nando (Igor ["aIgO:*]) Cozzi<br />
Caporedattore: Gianmarco (Drunkkk) Ferreo<br />
Responsabile LATEX: Igor ["aIgO:*]<br />
. . . L’Allegra Brigata. . .<br />
Illustratori: Francesco (Gonzy) Faenza Mattia (SOAD) Caruso<br />
Giacomo (Frex) Frey Francesca (Kekka) Chionchio<br />
Jessica (Cicca) Ciccolone Ludovica (Cappuccetto Rosso) Palucci<br />
Lavinia (Blue Samurai) Di Giovanni<br />
Fotografi: Mario (V for vendetta) Di Nicola Marco (Marz) Di Marcantonio<br />
Redattori: Alessandra (Alpix) Pigliacelli Alessandro (Paradoss. . . Alex) Vetuschi<br />
Alice (Bamba) Francioni Angela (Angy) Di Michele<br />
Andrea Croce Cristina (Snow_White) Corradi<br />
Danila (Fiore) Migliozzi Davide (Flam) Flaminj<br />
Ernesto (Erni) Consorti Federica (Fede) Goderecci<br />
Federica (Killy94) Bruni Federica (-Puc-) Termini<br />
Francesca (Frikky) Consorti Gaia (Gaia =p) Di Timoteo<br />
Giacomo (Brakko) Di Francesco Gianluca (Djgix19:gianluchino) Di Giacinto<br />
Giorgia (Gigia) Di Ventura Giulia (Jules) Di Virgilio<br />
Giuseppina (Hammy) Di Marcello Ingrid (Pac) Filippini<br />
Jessica (-Jesk@-) La Piccirella Lorenzo (The_Mister_Manson) Di Francesco<br />
Luca (Il Libano) Di Michele Marco (Barone Birra) Di Paolantonio<br />
Massimo (Ceccho B.S.) Cecchini Matteo (Vile) Di Camillo<br />
Mattia (King) Sciamanna Miriam (Killy03) Meloni<br />
Paola (Fox) Di Marco Roberta (RoSe) Cioschi<br />
Valentina (Belle) Ceci Valentina (The Walrus) D’Ambrosio<br />
Valentino (Spider-Man) Veraldi Valeria (Bones) Parnenzini<br />
Collaboratori: Andrea Cameli Prof. Dino (Mr. Woland) Marcattili<br />
Gli esercizi di scacchi sono tratti da Bobby Fischer insegna gli scacchi, Hoepli, 1966 (1974)<br />
Gli indovinelli sono ovviamente tratti da J.R.R. Tolkien, The Hobbit, 1937<br />
Interamente realizzato all’interno del <strong>Liceo</strong> <strong>Scientifico</strong> “<strong>Albert</strong> Einstein” di <strong>Teramo</strong>. È disponibile on-line nel sito web del liceo.<br />
○CC 2008-<strong>2009</strong> <strong>Liceo</strong> <strong>Scientifico</strong> “Einstein” - <strong>Teramo</strong><br />
http://www.lse.te.it — Sito ufficiale del liceo<br />
http://www.scientifico.tk — Forum degli studenti<br />
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode