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Appunti di fonetica - Liceo Scientifico Statale "Albert Einstein" - Teramo

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A P P U N T I D I F O N E T I C A<br />

nando cozzi<br />

<strong>Liceo</strong> <strong>Scientifico</strong> “<strong>Albert</strong> Einstein” · <strong>Teramo</strong><br />

2009/2010


sommario<br />

5 la <strong>fonetica</strong><br />

Cos’è la <strong>fonetica</strong>?, 5 • Cos’è un fonema?, 5 • Cos’è<br />

l’alfabeto fonetico? A che serve?, 6.<br />

7 i simboli fonetici<br />

Le consonanti, 7 • Articolazione delle consonanti, 8 •<br />

Note sulle consonanti, 8 • Le vocali, 9 • Note sulle<br />

vocali, 10 • I <strong>di</strong>ttonghi, 11 • Grafici dei <strong>di</strong>ttonghi, 12.<br />

15 Appen<strong>di</strong>ce<br />

Gli organi fonatori, 15 • I fonemi inglesi, 16.


L A F O N E T I C A<br />

1.1 cos’è la <strong>fonetica</strong>?<br />

1<br />

È la scienza che stu<strong>di</strong>a i suoni utilizzati dal linguaggio umano.<br />

In particolare, la <strong>fonetica</strong> articolatoria stu<strong>di</strong>a come bisogna<br />

fisicamente produrre questi suoni utilizzando i cosid- Si veda l’appen<strong>di</strong>ce a pag. 15<br />

detti organi fonatori (palato, labbra, alveolo, lingua, velo<br />

palatale ecc.).<br />

1.2 cos’è un fonema?<br />

Un enunciato, in una data lingua, può essere sud<strong>di</strong>viso in<br />

parti piú piccole dotate ciascuna <strong>di</strong> un proprio significato.<br />

Queste parti minime vengono chiamate monemi e morfemi,<br />

ma se continuiamo questo lavoro <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>visione arriveremo<br />

a ulteriori unità non piú dotate <strong>di</strong> significato, ma con<br />

un suono tale da essere riconosciuto inequivocabilmente dai<br />

parlanti come elemento base nella formazione delle parole.<br />

Questo suono minimo viene chiamato fonema.<br />

Il fonema, quin<strong>di</strong>, è l’unità minima dotata <strong>di</strong> un suono<br />

univoco, non piú sud<strong>di</strong>visibile. Ogni lingua utilizza un sistema<br />

specifico <strong>di</strong> suoni riconosciuti come unità dai parlanti.<br />

Ciascun suono riconoscibile in una lingua viene considerato<br />

un’unità. Questo suono come unità è chiamato, appunto,<br />

fonema.<br />

5


6 <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>fonetica</strong><br />

1.3 cos’è l’alfabeto fonetico? a che serve?<br />

Nell’ortografia standard inglese una lettera (un grafema) o<br />

una combinazione <strong>di</strong> lettere possono essere utilizzate per<br />

rappresentare <strong>di</strong>versi suoni. L’alfabeto fonetico assegna, invece,<br />

un simbolo univoco per ciascun suono riconosciuto<br />

dalla lingua (fonema). Ogni simbolo fonetico rappresenta<br />

sempre e solo un fonema.<br />

In pratica, la grafía <strong>di</strong> molte parole inglesi è ambigua e<br />

non aiuta a capire come esse vanno pronunciate. La conoscenza<br />

e l’uso dell’alfabeto fonetico ci permettono <strong>di</strong> articolare<br />

la pronuncia <strong>di</strong> un vocabolo sconosciuto semplicemente<br />

utilizzando la trascrizione <strong>fonetica</strong> (riportata tra parentesi<br />

quadre a fianco del vocabolo in questione in tutti i <strong>di</strong>zionari<br />

decenti).


I S I M B O L I F O N E T I C I<br />

2.1 le consonanti<br />

2<br />

I tratti <strong>di</strong>stintivi principali delle consonanti inglesi sono tre:<br />

a. la modalità <strong>di</strong> articolazione, ossia come produciamo il<br />

suono fonetico;<br />

b. il luogo <strong>di</strong> articolazione, vale a <strong>di</strong>re quali organi fonatori<br />

sono impegnati nell’articolazione;<br />

c. la presenza o meno del tratto sonoro, ossia se accompagnamo<br />

l’inizio dell’articolazione con la vibrazione delle<br />

corde vocali o meno.<br />

Bilabiali<br />

Labio-dentali<br />

Dentali<br />

Alveolari<br />

Post-alveolari<br />

Palatali<br />

Velari<br />

Glottide<br />

Occlusive p b t d k g<br />

Fricative f v T D s z S Z h<br />

Affricate tS dZ<br />

Nasali m n N<br />

Laterali l<br />

Semi-vocali w r j<br />

7


8 <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>fonetica</strong><br />

2.2 articolazione delle consonanti<br />

a. Le occlusive si chiamano cosí perché la loro articolazione<br />

richiede la chiusura totale, seppure per un istante, del<br />

canale fonatorio.<br />

b. Le fricative sono caratterizzate dalla frizione degli organi<br />

fonatori e dal passaggio ostacolato dell’aria dai<br />

polmoni.<br />

c. Le affricate sono fonemi composti: hanno un primo momento<br />

occlusivo, seguíto da un secondo momento fricativo.<br />

d. Le nasali sono fonemi sonori caratterizzati dall’uso della<br />

cavità nasale quale cassa <strong>di</strong> risonanza (infatti sono<br />

<strong>di</strong>fficili da pronunciare quando si ha il raffredore).<br />

e. Le laterali si chiamano cosí perché l’aria passa a fianco<br />

della lingua.<br />

f. Le semivocali non sono considerate vocali come in italiano,<br />

ma consonanti vere e proprie. Comunque, sono<br />

suoni che si pongono a metà strada tra consonanti e<br />

vocali.<br />

2.3 note sulle consonanti<br />

[t d] Sono simili ai suoni italiani, però l’articolazione è alveolare.<br />

La punta della lingua poggia sull’alveolo, <strong>di</strong>etro<br />

alla base dei denti superiori.<br />

[T D] Sono solo apparentemente “<strong>di</strong>fficili”; in realtà basta accostare<br />

la punta della lingua agli incisivi superiori e lasciar<br />

passare un po’ d’aria. Esempi: three, thanks, the,<br />

this.<br />

[s z] Nonostante le apparenze, si tratta <strong>di</strong> due fonemi <strong>di</strong>fficili<br />

da <strong>di</strong>stinguere per un italiano. Il suono /z/ (da


i simboli fonetici 9<br />

non confondersi assolutamente con la “zeta” <strong>di</strong> zebra,<br />

<strong>fonetica</strong>mente un’affricata) esiste in molte parole italiane<br />

come alternativa a /s/: sbaglio, sba<strong>di</strong>glio, smanettare<br />

ecc. Esempi: snow, slow, zoo, zebra.<br />

[S Z] Il fonema /S/ è come in italiano (sciame, scimmia, pesce<br />

ecc.); il fonema /Z/ si trova in <strong>di</strong>aletto, è un suono<br />

facile da articolare, è come il suono della parola francese<br />

“je”. In inglese si trova in posizione centrale <strong>di</strong> parola.<br />

Esempi: shoe, she, measure, treasure.<br />

[h] È un suono <strong>di</strong>fficile da produrre. Si trova come aspirazione<br />

in posizione iniziale <strong>di</strong> sillaba. Esempi: hill, he,<br />

hero.<br />

[tS dZ] Si tratta <strong>di</strong> fonemi “doppi”, ossia affricate: chair, cheese,<br />

jet, geography.<br />

[N] In italiano esiste come variante articolatoria (allòfono)<br />

del fonema /n/ (ad esempio in parole come: angolo, ancora,<br />

encomio, banco, inglese ecc.), però in inglese non è<br />

necessariamente seguito da un’occlusiva. Esempi: sing,<br />

thing, rang.<br />

[w] In inglese è considerato una consonante. Si vedano gli<br />

esempi del fonema iniziale delle parole italiane come<br />

uomo, uovo ecc. Esempi inglesi sono: we, window, why.<br />

[j] In inglese è considerato una consonante. Si consideri il<br />

fonema iniziale delle parole italiane: ieri, iato ecc. Non<br />

bisogna confondere il fonema semi-vocalico /j/ con la<br />

lettera “j” — che si pronuncia sempre /dZ/ in inglese.<br />

Esempi: yes, yacht, yellow.<br />

2.4 le vocali<br />

I tratti <strong>di</strong>stintivi principali delle vocali inglesi sono quattro:<br />

a. il grado <strong>di</strong> apertura (la <strong>di</strong>stanza tra la lingua e il palato);


10 <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>fonetica</strong><br />

b. la posizione della lingua (anteriore / palatale o posteriore<br />

/ velare)<br />

c. l’arrotondamento delle labbra (presente solo nelle vocali<br />

posteriori);<br />

d. la lunghezza vocalica (la durata della vocale).<br />

i:<br />

e<br />

2.5 note sulle vocali<br />

I<br />

æ<br />

@ 3:2<br />

U<br />

u:<br />

O:<br />

A: 6<br />

[A:] Rispetto alla vocale /a/ italiana, l’articolazione è leggermente<br />

piú posteriore. Inoltre il suono è lungo (il simbolo<br />

/:/ in<strong>di</strong>ca la lunghezza del fonema). Esempi: hard,<br />

are, far, car, barn, half ecc.<br />

[æ] È una vocale che si articola a metà strada tra la /a/ e<br />

la /e/ italiane. Rispetto alla /a/ la lingua deve essere<br />

leggermente spostata in avanti e in alto. Esempi: bad,<br />

can, hand, band, ran ecc.<br />

[e] È praticamente come in italiano, tra é /e/ ed è /E/. Esempi:<br />

bed, said, read (past tense).<br />

[i:] Rispetto alla vocale /i/ italiana, è leggermente piú chiusa<br />

(cioè la lingua è spostata verso gli incisivi superiori) ed<br />

è anche piú lunga. Esempi: we, he, she, be, see, bean<br />

ecc.


i simboli fonetici 11<br />

[6] È leggermente piú aperto rispetto alla /o/ italiana. Esempi:<br />

clock, knock, dog, on, not ecc.<br />

[O:] È una vocale posteriore, arrotondata e caratterizzata dalla<br />

lunghezza. Esempi: door, floor, four, more, saw, your<br />

ecc.<br />

[u:] Rispetto alla vocale italiana /u/, è un fonema piú chiuso<br />

(la lingua è piú spostata verso il velo palatale), ed è<br />

inoltre piú lungo. Esempi: two, do, you, shoe, blue ecc.<br />

[2] È una vocale centrale, cioè la lingua non si sposta <strong>di</strong><br />

molto in avanti o in<strong>di</strong>etro, ma solo un po’ verso il palato.<br />

Esempi: cut, butter, nut, must, gut ecc.<br />

[I] Rispetto alla vocale italiana /i/ è piú centrale e piú corto.<br />

Esempi: in, is, win, sin, bin ecc.<br />

[U] Rispetto alla vocale italiana /u/ è piú centrale e piú<br />

corto. Esempi: put, book, took, bull ecc.<br />

[@] - [3:] Sono vocali centrali per eccellenza. /@/ viene usato<br />

in sillabe àtone (senza accento tonico) (ad esempio: rock<br />

and roll); /3:/ si trova in parole quali: girl, bird, turn,<br />

burn, sir ecc.<br />

2.6 i <strong>di</strong>ttonghi<br />

I <strong>di</strong>ttonghi si caratterizzano dall’unione <strong>di</strong> due vocali in<br />

un’unica sillaba. Il <strong>di</strong>ttongo assume quin<strong>di</strong> caratteristiche<br />

autonome rispetto alle vocali <strong>di</strong> partenza. In particolare, i<br />

tre grafici sottostanti mostrano il movimento relativo della<br />

lingua da una posizione vocalica a un’altra.


12 <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>fonetica</strong><br />

2.7 grafici dei <strong>di</strong>ttonghi<br />

e<br />

I<br />

a<br />

[eI] day, say, may, lay<br />

[OI] boy, coy, joy, toy<br />

[aI] bye, five, buy, my<br />

a<br />

[@U] no, so, low, blow<br />

@<br />

U<br />

[aU] how, now, mouse, house<br />

O


i simboli fonetici 13<br />

e<br />

I<br />

@<br />

[I@] here, near, queer, beer<br />

[U@] you’re, poor, tour<br />

[e@] there, share, air, care<br />

U


A P P E N D I C E<br />

a.1 gli organi fonatori<br />

1. Labbra 2. Incisivi superiori e inferiori 3. Alveolo (gengive) 4. Palato du-<br />

ro 5. Palato molle (velo) 6. Ugola 7. Apice della linguaggio 8. Dorso della<br />

linguaggio 9. Parte posteriore della linguaggio 10. Faringe 11. Epiglottide<br />

12. Canale alimentare 13. Corde vocali<br />

15<br />

A


16 <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>fonetica</strong><br />

a.2 i fonemi inglesi<br />

i: I U u: I@ eI<br />

e @ 3: O: U@ OI @U<br />

æ 2 A: 6 e@ aI aU<br />

p b t d tS dZ k g<br />

f v T D s z S Z<br />

m n N h l r w j

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