Febbraio 2009 - Liceo Scientifico Statale "Albert Einstein" - Teramo
Febbraio 2009 - Liceo Scientifico Statale "Albert Einstein" - Teramo
Febbraio 2009 - Liceo Scientifico Statale "Albert Einstein" - Teramo
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Giornale studentesco del <strong>Liceo</strong> <strong>Scientifico</strong> “<strong>Albert</strong> Einstein”<br />
Via Luigi Sturzo 5<br />
64100 <strong>Teramo</strong><br />
www.lse.te.it<br />
Anno VI - Numero II - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong>
Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2<br />
Voto in condotta all’Einstein . . . . . . . . 2<br />
Dai Meandri dell’Einstein . . . . . . . . . . . . . 3<br />
Dietro le quinte . . . . . . . . . . . . . . . 3<br />
Parlando di borse di studio. . . . . . . . . . 4<br />
Nell’iPod dell’Einstein . . . . . . . . . . . 5<br />
The best of. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6<br />
C’è sempre un rimedio. . . . . . . . . . . . 7<br />
Uno sguardo sul mondo . . . . . . . . . . . . . . 8<br />
Carnevale, una festa per tutti . . . . . . . . 8<br />
L’Euro va in pensione? . . . . . . . . . . . 9<br />
La moda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11<br />
Oltre noi stessi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12<br />
Come ti chiamano? . . . . . . . . . . . . . 12<br />
L’eterna indecisa . . . . . . . . . . . . . . 15<br />
. . . Sciocca specie l’umanità . . . . . . . . . 15<br />
La donna stereotipata . . . . . . . . . . . . 17<br />
Intervista Doppia . . . . . . . . . . . . . . . . . 17<br />
Forza <strong>Albert</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19<br />
La Voce - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
Editoriale<br />
Voto in condotta all’Einstein: poche luci, tante ombre<br />
Scuola di memoria . . . . . . . . . . . . . 19<br />
Charles Darwin: 200 anni . . . . . . . . . 21<br />
L’ignorante amore . . . . . . . . . . . . . 23<br />
La fisica di ‘One Piece’ . . . . . . . . . . . 25<br />
I colori della letteratura . . . . . . . . . . . . . . 26<br />
Il genere fantasy . . . . . . . . . . . . . . . 26<br />
Fantasy . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28<br />
Cosa vuol dire leggere un libro oggi? . . . . 29<br />
TEXnologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30<br />
Google ti “sgama” . . . . . . . . . . . . . 30<br />
Codice QR . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31<br />
Il rivale dell’iPhone . . . . . . . . . . . . . 32<br />
Primati e rivoluzioni: Apple . . . . . . . . 32<br />
Recensioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35<br />
Australia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35<br />
Ex.Wave (Experimental Wave) . . . . . . . 35<br />
Tipi da bar . . . . . . . . . . . . . . . . . 36<br />
Cruciverba e altri giochi . . . . . . . . . . . . . . 38<br />
. . . L’Allegra Brigata. . . . . . . . . . . . . . . . 40<br />
FEBBRAIO, mese di pagelle! Come sapete da quest’anno il voto in condotta contribuirà<br />
alla media finale dei voti per tutti gli studenti delle scuole superiori. Confesso<br />
che nonostante la mia contrarietà a molti punti della riforma Gelmini, mi
Dai Meandri dell’Einstein Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
sono trovato d’accordo con quest’ultimo. Ho ritenuto giusto, infatti, che venisse punito<br />
il comportamento di chi scambia gli edifici scolastici per luoghi di soprusi nei confronti<br />
di ragazzi disabili e svantaggiati o per luoghi di qualsiasi altro comportamento<br />
riprovevole.<br />
Ero favorevole, inoltre, a premiare il merito di chi ogni giorno si impegna a scuola<br />
ed ha un comportamento rispettoso nei confronti non solo degli insegnanti, ma anche e<br />
soprattutto dei propri compagni.<br />
Ogni istituto ha però deciso autonomamente i criteri in base ai quali attribuire questo<br />
voto. Da qui nasce la mia delusione. Temo che le norme adottate nel nostro liceo, e<br />
scelte a maggioranza da tutti i nostri professori, di fatto vadano a rendere VANI i veri<br />
propositi di questa novità in campo scolastico. Pensate che, all’Einstein, basteranno<br />
tre assenze nel corso di un quadrimestre per non poter ottenere un 9 in condotta nella<br />
pagella. Questo è lo scopo? Punire chi colleziona ritardi e assenze? Senza contare che<br />
esisteva già una pena per gli assenteisti legata ai crediti scolastici di fine anno. Inoltre<br />
ho l’impressione che dei criteri così restrittivi non facciano altro che discriminarci nei<br />
confronti di altre scuole, anche della stessa <strong>Teramo</strong>, dove 9 e 10 in pagella daranno certamente<br />
una mano per la media finale. Insomma, quello delle assenze rischia di essere<br />
l’unico dato valido e oggettivo per la valutazione della nostra condotta. È facile intuire,<br />
poi, che il numero di certificati medici presentati aumenterà in maniera esponenziale,<br />
anche per un semplice mal di testa che inaspettatamente ci ha costretti a rimanere a<br />
casa.<br />
Spero dunque che i nostri rappresentanti cerchino di ottenere delle condizioni meno<br />
rigide e un’applicazione di questa norma in maniera davvero costruttiva.<br />
Il voto in condotta? Rimandato a Settembre!<br />
Gianmarco Ferreo<br />
Dietro le quinte<br />
Dai Meandri dell’Einstein<br />
SONO passati circa due mesi dall’elezione<br />
dei Rappresentanti d’Istituto.<br />
Sembrerebbe che, dopo aver affrontato<br />
una situazione spinosa come l’occupazione,<br />
i quattro (me compresa) si siano<br />
adagiati sugli allori, organizzando semplicemente<br />
un’assemblea e qualche comitato.<br />
Solamente pochi fortunati hanno avuto l’onore<br />
di imbattersi nei Fantastici 4 (o meglio<br />
5, vista la preziosa collaborazione della<br />
Rappresentante della Consulta Chiara<br />
3<br />
Santarelli) all’opera. Incontri più o meno<br />
segreti, riunioni pomeridiane, Consigli d’Istituto<br />
hanno impegnato i Rappresentanti<br />
per l’attuazione di due importanti novità<br />
proposte dal Ministro Gelmini.<br />
Una delle prime e, forse, anche delle<br />
più interessanti innovazioni apportate dal<br />
Ministero dell’Istruzione, in collaborazione<br />
con il Ministero per i Beni e le Attività<br />
Culturali e il Ministero delle Infrastrutture<br />
e dei Trasporti, è stata la realizzazione
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
della Carta “IoStudio”. Questa nasce come<br />
un documento ufficiale, consegnato all’inizio<br />
dell’anno scolastico a tutti gli studenti<br />
di scuola secondaria di II grado, che<br />
promuova il diritto allo studio e permetta a<br />
tutti di avvicinarsi maggiormente alla cultura,<br />
agevolando ingressi e visite a musei,<br />
teatri e chi più ne ha, più ne metta.<br />
Questo è possibile, però, nelle città organizzate.<br />
Perché in una città come <strong>Teramo</strong>,<br />
in cui la disinformazione è il pane quotidiano,<br />
i responsabili di qualsivoglia luogo<br />
di cultura ignorano l’esistenza di questa<br />
carta e quindi della possibilità di prendere<br />
parte all’iniziativa. Difatti, eccetto il cinema<br />
locale, che effettua un piccolo sconto<br />
ai possessori della carta, nessuno è convenzionato;<br />
di conseguenza, le agevolazioni a<br />
cui si ha diritto vengono annullate.<br />
L’altra innovazione apportata dal Mini-<br />
Parlando di borse di studio. . .<br />
AVETE mai visto nei telefilm americani<br />
il grande genio matematico o il<br />
carismatico atleta che vengono premiati<br />
con una borsa di studio? Forse in pochi<br />
sapranno che anche nella nostra scuola<br />
è stata offerta una borsa di studio in<br />
matematica e inglese da un ex studente<br />
del’Einstein, Vincenzo Di Nicola, classe<br />
1979.<br />
Molti si potranno chiedere chi sia questo<br />
ragazzo così giovane e così generoso:<br />
ebbene saranno probabilmente sorpresi nel<br />
sapere che dopo un passato da brillante studente<br />
(i professori del corso C lo ricordano<br />
con adorazione!) e un Master of Science<br />
in Informatica alla Stanford University, oggi<br />
lavora alla Microsoft, sezione Windows<br />
Live.<br />
4<br />
stero dell’Istruzione, è il Patto Educativo<br />
di Corresponsabilità, il quale prevede l’elenco<br />
dei doveri di studenti, insegnanti, Dirigente<br />
Scolastico e persino dei genitori.<br />
Esso sarà reso noto al più presto, con l’intento<br />
di impegnare tutti seriemente per il<br />
conseguimento di quello che è l’obiettivo<br />
primario della scuola: formare studenti in<br />
un ambiente piacevole ed in un clima di fiducia<br />
reciproca. È presente, inoltre, una tabella,<br />
ironicamente rinominata “Dei Delitti<br />
e delle Pene”, che mira all’individuazione<br />
delle possibili infrazioni degli studenti<br />
e dei possibili provvedimenti disciplinari<br />
da prendere.<br />
Rispettare questo patto sarà difficile per<br />
tutti. Di certo, i Rappresentanti si impegneranno<br />
al massimo nel dare il loro<br />
contributo. È una promessa.<br />
Jules<br />
Per ringraziare la nostra scuola che lo<br />
ha formato così bene e gli ha fornito tutte<br />
le conoscenze e le basi necessarie per<br />
l’università, ha quindi deciso di premiare<br />
gli studenti più meritevoli in matematica<br />
e inglese, anche per stimolarci nello studio<br />
delle materie scientifiche e delle lingue che<br />
ormai sono diventate fondamentali in ogni<br />
campo. Sin dalla fine di Novembre ha iniziato<br />
a diffondere la sua proposta attraverso<br />
il forum del <strong>Liceo</strong> (www.scientifico.tk)<br />
e, non avendo ricevuto l’opportuna collaborazione<br />
da parte dell’istituzione scolastica,<br />
si è rivolto direttamente agli studenti,<br />
chiedendo loro di fare pubblicità classe<br />
per classe. Purtroppo a causa dei tempi ormai<br />
ridotti (erano i giorni subito precedenti<br />
le vacanze di Natale) e, complice un forte
Dai Meandri dell’Einstein Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
scetticismo, l’iniziativa non ha suscitato il<br />
dovuto interesse.<br />
Il giorno della prova di matematica, il<br />
22 dicembre 2008, i 12 partecipanti si sono<br />
ritrovati tutti all’Hotel Michelangelo per<br />
sostenere il test scritto (simile ai quiz dei<br />
giochi matematici, quindi aperto a ragazzi<br />
di ogni età) e il colloquio orale in lingua<br />
inglese.<br />
La borsa di studio (500 €) è stata vinta<br />
Nell’iPod dell’Einstein<br />
LA MUSICA è diventata ormai parte integrale<br />
della nostra vita, talmente tanto<br />
da non riuscire quasi a farne a meno.<br />
Oltre che ad essere un importante mezzo<br />
per sfogarsi e per rilassarsi, la musica<br />
ci accompagna in tante attività quatidiane,<br />
dandoci anche una motivazione in più per<br />
affrontarle, sapendo che a renderle meno<br />
noiose, c’è il nostro i-pod, carico delle nostre<br />
canzoni preferite. La musica ha anche<br />
il potere di rievocare in noi, momenti<br />
importanti della nostra vita, belli o meno,<br />
attraverso una canzone.<br />
Ed ecco che quella canzone di cui magari<br />
ne ignori anche l’autore, diventa la co-<br />
5<br />
da Marta Lancione (4°F) mentre Virginia<br />
Ciammaricone (5°C) ha ricevuto un premio<br />
extra di 200 € (COMPLIMENTI!).<br />
In tempi in cui da ogni direzione piovono<br />
tagli sul nostro futuro, ci auguriamo solo<br />
che la scarsa informazione sull’iniziativa,<br />
a lungo andare, non pregiudichi la voglia<br />
di Di Nicola nel riproporre la borsa di<br />
studio: passate parola!<br />
-Puc-<br />
lonna sonora della tua vita. E quando nessuno<br />
sembra capirci, ecco che ‘lei’ accorre<br />
in nostro aiuto, diventando l’unico conforto.<br />
Ma la musica in tutte le sue forme<br />
e i gusti individuali, è anche motivo di discussione<br />
ed un modo per conoscersi e divertirsi<br />
all’interno di un gruppo. L’obbiettivo<br />
del nostro sondaggio infatti, è quello<br />
di scoprire qual è il genere più ascoltato<br />
dei ragazzi del nostro <strong>Liceo</strong>. Questi sono i<br />
risultati:<br />
• il 40% , la maggioranza, ha scelto il<br />
ROCK;<br />
• il 20% invece ha optato per il genere
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
PUNK;<br />
• il 15% senza esitare ha detto POP;<br />
• il 10% ha detto di ascoltare tutti i<br />
generi;<br />
The best of. . .<br />
L’UNICO spiraglio di luce nelle buie<br />
ore di spiegazioni dei prof, sono i loro<br />
strafalcioni o le simpatiche battute,<br />
che ci fanno alzare la testa dal foglio e<br />
sorridere! Sicuramente a volte i loro errori<br />
sono mirati proprio al divertire, ma non<br />
di meno sono le occasioni in cui le sviste<br />
ci sono state e come! Beh, non credo<br />
di dover aggiungere altro se non: buon<br />
divertimento!<br />
[P: prof]<br />
P: G. mi vai a prende un caffé?<br />
G: Come? P: Con la tazzina!<br />
P: Ma però è più meglio assai!<br />
P: Io per trovare gli esercizi sul tuo<br />
compito ho dovuto chiamare un cane!<br />
P: Se ve lo scordate il quaderno, la sera<br />
6<br />
• l’8% ha preferito il METAL;<br />
• il 7% in fine ha scelto l’HOUSE;<br />
killy94, killy03<br />
attaccatevelo al collo con una corda, così<br />
non ve lo scordate!<br />
P: Cosa c’è nelle proteine? L: Gli amminoacidi<br />
P: Cosa? L: Gli amminoacidi<br />
P: Eh? L: ’Stu c**z!<br />
P: Uno il diploma di 60/100 lo poteva<br />
usare se finiva la carta igienica, sennò che<br />
ci voleva fa’?<br />
M: Prof ha fatto le medie? (dei voti)<br />
P: Medie, superiori, università. . . alle medie<br />
non sono stato tanto bene, poi al liceo<br />
però sì . . .<br />
Il bidello porta la colazione ad un alunno<br />
e la Prof si immedesima nei panni di<br />
Maria De Filippi. . . P: C’è pasto per te!<br />
P: Una volta ci fu un collega che mi disse:<br />
“Ci sono due tuoi alunni che stanno letteralmente<br />
abbracciati!”. Così andai là e<br />
gli chiesi: “ma che stì fa?” e lui: “Le è<br />
tornato il ciclo!” e io: “E tu stì fa la bors<br />
dell’acqu call?”<br />
Un ragazzo ha fatto un incidente con il<br />
motorino e il prof gli chiede giustamente<br />
come sta. . . G: Beh,lo shock c’è stato. . .<br />
P: Hai visto il Signore?<br />
P: Sembro una deficiente. . . e ci<br />
sono. . .<br />
Alla lavagna in assenza dei gessi. . .<br />
L: Professò con che scrivo? P: Col sangue!
Dai Meandri dell’Einstein Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
P: Socrate è andato a letto con Alcibiade.<br />
. . .ehm scusate. . . ci ha dormito!<br />
P: Ti sta a uscì il sangue dal naso?<br />
A: No! P: Allora perché guardi per aria?<br />
C: Ma gli inglesi starnutiscono diver-<br />
Compiti in classe. . . C’è sempre un rimedio<br />
CHI DI VOI durante un compito di matematica,<br />
di latino o ciò che sia non<br />
ha tentato di allungare lo sguardo<br />
per captare una qualche informazione dal<br />
compagno vicino?<br />
I metodi per copiare possono essere<br />
molteplici ma più o meno funzionanti. Ma<br />
partiamo dall’inizio. . .<br />
LANCIO DEL BIGLIETTO: classico,<br />
storico spesso efficente, nella risposta si<br />
crea un po’ di caos perché il biglietto può<br />
confondersi con altre carte, o peggio il lancio<br />
può essere o troppo lungo o troppo<br />
7<br />
samente? P: Ragazzi ditemi chi è lo<br />
spacciatore per favore<br />
P: Ma ti posso chiede una cosa? Ma sei<br />
convinta la mattina di venì a scuola?<br />
Fede<br />
corto, ma ci si perfeziona nel tempo.<br />
BARATTO DI CALCOLATRICI: chiedere<br />
la calcolatrice al compagno è solito<br />
durante i compiti di matematica. Ma anche<br />
qui si trova un messaggio nascosto<br />
di SOS, infatti digitando sulla calcolatrice<br />
505 appare un chiaro messaggio d’aiuto. Il<br />
metodo è efficace, poco rumoroso, e non<br />
impossibile da realizzare.<br />
SCAMBIO DI VOCABOLARI: c’è<br />
sempre durante il compito di latino chi riesce<br />
a trovare sul vocabolario moltissime<br />
frasi, come c’è sempre chi non ne trova alcuna.<br />
Dunque per indicare all’amico dove<br />
si trova la frase basta. . . iniziare a dare i<br />
numeri (a mio avviso il migliore è il Campanini<br />
e Carboni) e se si possiedono vocabolari<br />
differenti basta scambiare il vocabolario<br />
con il compagno in crisi. METODO<br />
EFFICACE AL 100%.<br />
LA CARTA CARBONE: mi hanno parlato<br />
di questo metodo, ma in realtà non so<br />
se sia efficace o meno. Consiste nel dare la
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
carta carbone all’amico così mentre egli fa<br />
la sua brutta copia, riesce a fare anche una<br />
copia per te. Il vantaggio consiste nel fatto<br />
che non si perde tempo, il brutto è che<br />
spesso il foglio può macchiarsi.<br />
IL FAZZOLETTO: anche qui siamo di<br />
fronte ad un metodo storico usato spesso<br />
dagli studenti. Fingere un acuto raffreddore<br />
o un attacco di allergia per chiedere<br />
un fazzoletto al più bravo della classe è un<br />
lampante segno di SOS. Ovviamente, recepito<br />
il messaggio, il fazzoletto viene dato<br />
ma lì dentro ci si può trovare di tutto.<br />
IL LIBRO AL BAGNO: durante un<br />
compito di italiano, ad esempio in 2°, che<br />
Carnevale, una festa per tutti<br />
IL CARNEVALE è una festa di origine cristiana<br />
che viene celebrata nel periodo<br />
compreso tra febbraio e marzo.<br />
Uno sguardo sul mondo<br />
Sebbene sia di derivazione religiosa, risalente<br />
al Medioevo, un tempo nel quale<br />
era visto negativamente perché portava<br />
con sé le ansie e le incertezze del nuovo an-<br />
8<br />
si leggono i Promessi Sposi, è praticamente<br />
impossibile ricordare tutto il romanzo a<br />
memoria, e si cerca il rimedio più ovvio:<br />
il libro al bagno. Certo se il/la prof. permettono<br />
di andare in bagno il gioco è fatto,<br />
ma potrebbe crearsi una fila chilometrica e<br />
il bidello potrebbe non essere d’aiuto.<br />
Questi sono solo pochi dei tanti metodi<br />
che vengono utilizzati da tantissimi studenti<br />
ogni anno per salvarsi le penne. . . In fondo<br />
lo diceva anche Picasso “I GENI CO-<br />
PIANO, GLI ALTRI IMITANO” e dunque,<br />
perche non prendere spunto da tale<br />
insegnamento?<br />
Pac<br />
no, alcuni caratteri tipici del carnevale sono<br />
risalenti alle antiche feste greche e latine,<br />
primo tra tutti il mascheramento, vero e<br />
proprio elemento caratterizzante di questa<br />
festa.<br />
Inoltre, il desiderio di rovesciare i tradizionali<br />
rapporti di subalternità sociale, la
Uno sguardo sul mondo Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
ricerca dello scherzo e di un clima spensierato<br />
e gioioso contribuiscono ad accomunare<br />
il carnevale latino e greco a quello<br />
moderno.<br />
Quest’ultimo si distingue per la tradizionale<br />
sfilata di imponenti carri allegorici,<br />
i quali spesso presentano delle caricature<br />
di personaggi importanti e conosciuti<br />
del mondo della politica e dello spettacolo,<br />
oppure rievocazioni ironiche dei comportamenti<br />
di antichi popoli o personaggi<br />
fantastici, per esempio dell’animazione<br />
televisiva.<br />
I carri sfilano per le strade di varie città,<br />
che pullulano di gente che balla al ritmo<br />
di musica, che scherza lanciando coriandoli<br />
e stelle filanti in un’atmosfera davvero<br />
straordinaria soprattutto per l’effetto<br />
visivo che tale festa riesce a combinare,<br />
magari un po’ caotica, movimentata ma<br />
sicuramente molto colorata.<br />
Tra le più famose feste di carnevale<br />
del mondo, c’è quella di Rio de Janeiro,<br />
in Brasile, la quale è nota soprattutto per<br />
la magnificenza dei festeggiamenti che si<br />
svolgono a ritmo di samba, insegnato nelle<br />
scuole di danza locali, le quali si preoccupano<br />
di organizzare le coreografie di<br />
maggiore effetto per ottenere la vittoria in<br />
L’Euro va in pensione?<br />
DAL 28 GENNAIO al 1 febbraio si è<br />
svolto a Davos 1 il World Economic<br />
Forum (WEF) 2 nel quale i maggiori<br />
esponenti dell’economia mondiale si sono<br />
riuniti per discutere del grave periodo di<br />
crisi che si sta attraversando.<br />
Fra i vari argomenti discussi c’è stato<br />
anche l’euro, infatti nel primo giorno di<br />
9<br />
alcune competizioni ufficiali.<br />
In Italia, i carnevali più suggestivi<br />
sono quello di Viareggio e quello più<br />
tradizionale di Venezia.<br />
Infatti famose sono le maschere veneziane,<br />
risalenti addirittura al tredicesimo<br />
secolo, con le quali era possibile celare la<br />
propria identità mostrandone una diversa<br />
dal solito, liberandosi così dal peso dei pregiudizi<br />
sociali, e tuttora presenti nel carnevale<br />
moderno, sempre con l’intento di immedesimarsi<br />
in un altro personaggio, però<br />
più semplicemente con la volontà di<br />
divertirsi e stare insieme agli altri.<br />
Questo è il significato che il carnevale<br />
ha assunto col passare degli anni<br />
e,sicuramente, rappresenta un momento<br />
di socializzazione molto importante,<br />
soprattutto per i più giovani.<br />
Infatti durante la sua storia il carnevale<br />
ha acquisito un carattere sempre più giovanile:<br />
persino i bambini prendono parte<br />
a queste manifestazioni, mascherati, per<br />
esempio, secondo il modello proposto dai<br />
loro beniamini televisivi.<br />
Questa è l’immagine importante del carnevale,<br />
del suo carattere allegro e gioioso:<br />
bambini che si divertono e scherzano tra di<br />
loro armati di coriandoli e stelle filanti. Flam<br />
riunione il presidente del WEF, Dominique<br />
Strauss-Kahn ha sollevato il dubbio<br />
sulla tenuta della moneta europea ma subito<br />
è arrivata la risposta di Jean-Claude<br />
Trichet, presidente della Banca centrale europea<br />
(BCE), e José Manuel Barroso, presidente<br />
della Commissione Europea. Entrambi<br />
infatti hanno affermato che l’Euro
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
non è a rischio e chi ha un debito pubblico<br />
elevato troverà altre soluzioni per risolvere<br />
la situazione. Ma il problema dell’Euro è<br />
sotto i nostri occhi già da un po’ di tempo.<br />
Ma come? Se l’Euro sta per raggiungere<br />
la sterlina?<br />
Invece il problema esiste perché alcuni<br />
paesi con la svalutazione della moneta<br />
risolverebbero alcuni dei loro molteplici<br />
problemi, basti pensare a quello che sta<br />
succedendo in Irlanda 3 , dove la crisi si è<br />
fatta sentire maggiormente poiché si trovava<br />
in una fase di forte sviluppo economico,<br />
o anche alla Grecia e persino l’Italia dove<br />
il debito pubblico è abbastanza elevato. E<br />
allora bisogna dire addio all’Euro?<br />
Le opinioni a riguardo sono molto contrastanti,<br />
infatti se da una parte Trichet dice<br />
che l’Euro è lo scudo dell’Europa contro<br />
la crisi, c’è chi come alcuni giornalisti<br />
del The Economist sono da sempre contrari<br />
alla moneta europea. Infatti essi affermano<br />
che all’inizio della crisi l’Euro ha portato<br />
vantaggi alle nazioni che hanno aderito<br />
mentre adesso si trovano in difficoltà e dicono<br />
che i PIL (Prodotti interni lordi) della<br />
zona Euro sono in ribasso del 5%, peggio<br />
di Inghilterra e Stati Uniti, e potrebbero<br />
abbassarsi ancora di più. Inoltre sostengono<br />
che tutti i benefici dell’Euro non erano<br />
altro che briciole in confronto alla crisi e<br />
molti di loro sono pronti a giurare che l’era<br />
Euro è destinata a finire molto presto.<br />
Eppure L’Euro è stata una delle poche<br />
mosse che hanno permesso alla maggior<br />
parte dei paesi europei di tenere il passo<br />
con la super potenza americana e i fortissimi<br />
cugini russi e tuttora ci permette di<br />
restare a galla in questa crisi e, come di-<br />
10<br />
ce giustamente Trichet, l’Euro è la nostra<br />
difesa più forte ed è anche in grado di<br />
risollevarci dall’orlo del baratro in pochi<br />
anni.<br />
Anche noi italiani dobbiamo recitare il<br />
mea culpa per la disastrosa situazione finanziaria<br />
in cui ci troviamo, infatti l’Italia<br />
è uno dei paesi dell’Unione Europea con il<br />
maggior debito pubblico e non è certo una<br />
buona soluzione abbandonare l’Euro, anzi<br />
si dovrebbero trovare soluzioni differenti,<br />
come per esempio sopportare una forte<br />
finanziaria per poi vederne gli effettivi<br />
vantaggi, quindi stringere ancora di più i<br />
denti per poi raggiungere una situazione<br />
economica migliore.<br />
Quindi non pare opportuno “mandare in<br />
pensione” euro che, oltre ad essere un valido<br />
aiuto per la nostra economia, è diventato<br />
un vero simbolo dell’Unione Europea<br />
che è stato capace di dare una grande coesione<br />
sociale quanto economica fra i vari<br />
stati dell’Ue.<br />
Nonostante ciò, esiste una remota possibilità<br />
(per alcuni molto concreta) di dire<br />
addio alla nostra amata moneta per ritornare<br />
in un caos monetario che alla fine causerà<br />
nuovi guai e avrà effetti a lunga scadenza.<br />
Quindi se avete ancora qualche lira in<br />
giro per casa, conservatela perché non si sa<br />
mai se in un futuro prossimo potrà tornare<br />
in uso. . .<br />
Note<br />
1 Comune della Svizzera di 11.000 anime circa nel Canton Grigioni<br />
2 Il Forum Economico Mondiale riunisce i maggiori dirigenti politici ed<br />
economici internazionali al fine di discutere delle questioni economiche che<br />
il mondo si trova ad affrontare, anche in materia di salute e di ambiente.<br />
3 O, soprattutto, in Islanda che, essendo fuori dall’Eurozona, non ha<br />
goduto neanche della copertura parziale che la valuta unica ci ha garantito<br />
finora.<br />
Erni
NOTE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
La moda<br />
Quanto è importante per noi giovani?<br />
OGGIGIORNO sembra che far riflettere<br />
il proprio io dipenda da un solo<br />
fattore di fondamentale importanza:<br />
l’aspetto esteriore, e principalmente il<br />
modo di vestire.<br />
Personalità, carattere, emozioni e sentimenti<br />
nel nostro aspetto, che premono<br />
con vigore per farsi notare da chi si ha<br />
intorno. . .<br />
Per noi giovani è praticamente tutto, a<br />
parte qualche eccezione, far capire chi siamo<br />
attraverso l’abbigliamento, perché è la<br />
cosa che traspare immediatamente quando<br />
qualcuno ti osserva. . . e così, dalle svariate<br />
e molteplici personalità che battono in<br />
ognuno di noi, scaturiscono stili di qualsiasi<br />
tipo. . . ma i più gettonati, osservando<br />
i ragazzi passeggiare per strada, sono tre:<br />
lo stile punk-dark, lo stile casual e quello<br />
sportivo.<br />
Lo stile punk-dark è, diciamo, il più alternativo<br />
ed estroverso dei tre. . . nero nero<br />
e ancora nero. . . ragazzi e ragazze semplicemente<br />
orgogliosi di essere se stessi,<br />
di vestire come gli va, a cui non impor-<br />
11<br />
ta di quello che gli altri possano pensare.<br />
. . ogni giorno indossano le cinte e bracciali<br />
borchiati, anfibi. . . e qualsiasi cosa<br />
gli vada perché è solo così che si sentono<br />
davvero loro.<br />
Lo stile casual, uno stile amante della<br />
semplicità ma nello stesso tempo dell’originalità,<br />
fatto apposta da ragazzi a cui bastano<br />
un paio di jeans, una T-shirt e un paio<br />
di scarpe qualunque per sentirsi a proprio<br />
agio. . .<br />
Lo stile sportivo invece è indossato da<br />
chi per sentirsi bene con se stesso ha bisogno<br />
semplicemente di una tuta. . . perché il<br />
rumore del pallone, del respiro, del proprio<br />
cuore che accellera è davvero il massimo!<br />
La bellezza sta nel notare che nella<br />
loro diversità, tutti gli stili legati da un<br />
autentico e sincero modo di essere.<br />
È sempre piacevole sapere di non essere<br />
tutti uguali al mondo, sapere che magari<br />
ci si può ispirare agli altri e prendere spunto,<br />
oppure confrontarsi per creare nuovi e<br />
singolari modi di vestire!<br />
È piacevole guardare una strada affollata<br />
e potervi distinguere la grande varietà di<br />
stili e colori..Altrimenti il mondo sarebbe<br />
altrettanto interessante e imprevedibile?<br />
Ma a prescindere da ciò che si indossa,<br />
per quanto importante lo si possa considerare,<br />
la cosa da non scordare mai è che<br />
ognuno è inimitabile, e che l’importante è<br />
essere, non apparire, sempre!<br />
kekka
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
Come ti chiamano?<br />
Oltre noi stessi<br />
OGGI e in un passato non troppo lontano<br />
i nomi vengono e venivano scelti<br />
in base al gusto dei genitori, ma anche<br />
alla moda, al santo del giorno o che<br />
abbia concesso una grazia, per rinnovare il<br />
nome dei nonni, perché è piaciuto un personaggio<br />
di un romanzo, di una telenovela<br />
o di una canzone. Una volta poi venivano<br />
presi in considerazione alcuni eventi<br />
che condizionavano la nascita (ad esempio<br />
Cesare = nato dal ventre tagliato della<br />
madre; Quinto = quintogenito; Giacomo<br />
= nato dopo la morte del padre, secondo<br />
alcuni), in altri casi le caratteristiche stesse<br />
del neonato (ad esempio Bruno, Fulvio,<br />
Flavio = biondo o Paolo = piccolo) e delle<br />
volte i nomi meno felici erano scelti dagli<br />
impiegati dell’anagrafe.<br />
Il significato, in ogni caso, è stato in primo<br />
piano solo nell’antichità. I nomi che<br />
oggi ne derivano in Italia sono prevalentemente<br />
di tradizione ebraica, greca, latina,<br />
germanica, cristiana (tardo-latina).<br />
Spesso essi hanno subíto cambiamenti<br />
e adattamenti a seconda delle culture. È il<br />
caso dei nomi Mario e Maria.<br />
12<br />
Mario, di origine italica, probabilmente<br />
legato all’etrusco maru “uomo” e poi divenuto<br />
nome di carica, trasmesso dagli Etruschi<br />
agli Umbri e da quest’ultimi ai Romani,<br />
che ne trassero il loro Mariu(m). Non<br />
è, al contrario di come molti pensano, connesso<br />
con Maria che i primi Cristiani assunsero<br />
dal greco Mariàm che a sua volta<br />
riproduceva l’ebraico Maryàm, addirittura<br />
di probabile origine egizia (mrj = amare).<br />
Il popolo ebraico prediligeva termini<br />
dell’ambito religioso o comunque riferiti<br />
a YHWH. Ad esempio Giuseppe = Dio<br />
aggiunga altri figli; Giovanni = Dio ebbe<br />
misericordia; Anna = concedere grazia.<br />
I nomi greci rispecchiano il clima culturale,<br />
attingono alla sfera dell’ idillio e del<br />
mito. Ad esempio Giorgio = agricoltore<br />
(basti pensare alle Georgiche di Virgilio),<br />
Achille (eroe omerico), Diana = luminosa<br />
(appunto perché dea della Luna); Giacinto<br />
(nome del giovinetto tramutato in fiore da<br />
Apollo).<br />
I nomi latini esprimono valori in battaglia,<br />
virtù del Mos Maiorum, o indicano la<br />
provenienza: Valentino = essere forte; Vin-
Oltre noi stessi Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
cenzo = vittorioso; Urbano = civile; Romano;<br />
Mauro = della Mauritania; Lorenzo<br />
= proveniente dalla città di Laurentia(m);<br />
Sabina.<br />
I nomi tardo-latini appartengono alla<br />
tradizione cristiana: Beatrice = che rende<br />
beati; Angelo = messagero di Dio; Irene =<br />
pace; Pasquale.<br />
I nomi germanici invece appartengono<br />
al campo semantico bellico o si riferiscono<br />
alla classe sociale: Ermanno = guerriero;<br />
Guglielmo è un composto di “volontà”<br />
e “elmo”; Corrado = coraggioso; Riccardo<br />
= signore, valoroso; Adelaide = nobile.<br />
Un minor numero di nomi deriva dal<br />
francese, dall’anglosassone e dal russo, ma<br />
non per questo sono meno frequenti, ad<br />
esempio per quanto riguarda i primi: Ludovico,<br />
Luigi (entrambi significano “famoso<br />
in battaglia”) e Genoveffa (donna nobile);<br />
per quanto riguarda i secondi: Edoardo<br />
(dall’anglosassone “guardiano di beni”);<br />
Jessica; Jenny (adattamento di Gianna, abbr.<br />
di Giovanna); per quanto riguarda i terzi:<br />
Nadia (“speranza”), Olga (“la santa”),<br />
Katia (adattamento di Caterina “pura”),<br />
Boris (‘forte e glorioso combattente’).<br />
Frequenti sono anche i diminutivi: Enzo<br />
(da Vincenzo, Lorenzo, Gaudenzio, oppure<br />
derivato dal germanico Heinz); Renzo<br />
(da Lorenzo); Gianni (da Giovanni); Bice<br />
(da Beatrice); Rita (Margherita = “perla”,<br />
o l’omonimo fiore); Dino (aggiunta vezzeggiativa<br />
di tutti i nomi); Beppe-Peppe<br />
(da Giuseppe).<br />
Restano i nomi più originali quelli degli<br />
Indiani d’America, come “Occhio Di<br />
Falco”, “Nube Che Corre”, “Passero della<br />
Neve”. Questi, infatti, non solo sono nomi<br />
scelti con cura e riflessione sul significato<br />
al momento di una nascita, ma soprattutto<br />
unici e non riproposti fra più persone. Molto<br />
interessante è anche il fatto che in alcune<br />
tribù, ad una certa età al bambino fosse<br />
concesso cambiare nome e sceglierne<br />
uno a proprio piacimento o con cui potesse<br />
meglio identificarsi.<br />
Alla base di ogni cultura il nome si fonda<br />
sul presupposto che il significato ultimo<br />
dell’appellativo influenzi il destino<br />
di chi lo porta, traendo previsioni sulla<br />
personalità e sulla propria affermazione.<br />
Ecco allora i nomi più ricorrenti nella<br />
nostra scuola con la corrispettiva indicazione<br />
di frequenza, significato e qualità della<br />
persona secondo la tradizione.<br />
MARCO (29): dedicato al dio Marte. Tipo di persona tranquilla che non sopporta<br />
complicazioni.<br />
FRANCESCA (28); FRANCESCO (18): appartenente al popolo dei Franchi. Perfetto/a<br />
in ogni cosa ma troppo suscettibile.<br />
LORENZO (26); LORENZA (11): Lui sereno e riflessivo. Lei vanitosa e ambiziosa.<br />
FEDERICA (26); FEDERICO (11): regnante in tempo di pace. Lei estremamente<br />
sensibile ed emotiva. Lui tenace e riflessivo.<br />
CHIARA (25): illustre, famosa. Spontanea, sensibile, appassionata.<br />
SARA (24); SARAH (1): principessa. Curiosa, buona e gelosa.<br />
ANDREA (23): virile e coraggioso. Piuttosto materialista, eccentrico, dispersivo.<br />
13
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
MATTEO (23); MATTIA (12): dono di Dio. Tranquillo e rispettoso.<br />
GIULIA (22); GIULIO (2): dedicato/a al dio Giove, nato/a a Luglio. Incostanti e<br />
angosciati, espansivi.<br />
ILARIA (19): allegra e vivace. Coerente e avventuriera.<br />
MARTINA (20): dedicata al dio Marte. Ordinata e con profondo senso della famiglia.<br />
STEFANO (20); STEFANIA (7); STEPHANIE (1): colui/lei che indossa una corona.<br />
ROBERTA (19); ROBERTO (3): di chiara fama. Lui orgoglioso e suscettibile. Lei<br />
saggia e parsimoniosa.<br />
VALENTINA (19); VALENTINO (2): che sta bene, sano/a e forte. Lei sicura ma<br />
dolce. Lui sentimentale, appassionato.<br />
DAVIDE (18): l’amato. Fiero e dignitoso.<br />
LUCA (18): originario della Lucania. Pratico e contraddittorio.<br />
JESSICA (16); GESSICA (1): nome tratto da “Il Mercante di Venezia”, adattato da<br />
Shakespeare da ‘Jesca’ Dio guarda: Serena e adattabile.<br />
SILVIA (15); SILVIO (1): proprio/a dei boschi. Amanti di evasioni e viaggi, in cerca<br />
di serenità.<br />
VALERIA (15); VALERIO (3): forte e valoroso/a. Lei ama il rischio e nuove esperienze.<br />
Lui impulsivo e audace.<br />
SERENA (14): limpida, tranquilla. Buona e altruista.<br />
SIMONE (13); SIMONA (5): Dio ha esaudito. Lei abile e affascinante. Lui pacifico<br />
e colto.<br />
EDOARDO (13): guardiano di beni. Logico e realista.<br />
GIORGIA (12); GIORGIO (5): agricoltore/trice. Lei sognatrice, simpatica. Lui intelligente<br />
e persuasivo.<br />
ALESSANDRA (12); ALESSANDRO (9): protettore/trice di uomini. Lei energetica,<br />
coraggiosa. Lui generoso e fedele.<br />
ALESSIA (11); ALESSIO (10): che protegge respingendo. Attivi ma un po’ pessimisti.<br />
14<br />
The Walrus
Oltre noi stessi Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
L’eterna indecisa<br />
INDECISIONE è il mio secondo nome. E<br />
non lo sopporto per niente! È come<br />
quando, appena nato, i tuoi genitori ti<br />
danno un nome buffo, strano, inusuale, che<br />
ti renderà ridicolo agli occhi di tutti. Talvolta<br />
è così difficile sopportare il peso di<br />
un tale nome che preferisci cambiarlo. Vai<br />
all’anagrafe e risolvi tutto mettendo un paio<br />
di firme. Ma il mio secondo nome non si<br />
può cambiare. Purtroppo. Quanto preferirei<br />
‘coraggio’, ‘lode’, ‘genialità’. . . È molto,<br />
molto pesante portarselo dietro e conviverci;<br />
essere consapevole della propria debolezza<br />
e di quanto questa ci renderà la vita<br />
difficile. Non parlo di difficoltà nel scegliere<br />
il gusto del gelato, il paio di scarpe<br />
per uscire, la pizza al ristorante, ma di diffi-<br />
. . . Sciocca specie l’umanità . . .<br />
27-1-<strong>2009</strong>: Giorno della Liberazione<br />
OGGI più di una nazione ricorda<br />
quel giorno del 1945 quando gli<br />
ebrei furono finalmente autorizzati a<br />
vivere.<br />
Le reti televisive trasmettono, la gente<br />
parla, le persone si commuovono davanti<br />
a crudi film, eppure l’umanità è ancora<br />
cieca. . .<br />
Solo un continente più in là potremmo<br />
trovare centinaia di Anna Frank, ma non ce<br />
15<br />
coltà nell’essere padroni della propria vita<br />
e delle proprie scelte. Soffermarsi a riflettere<br />
sulle proprie azioni è giusto ed anche<br />
utile affinché si possa arrivare a prendere<br />
la decisione migliore. Ma quando l’opera<br />
di analisi diventa interminabile e ti sembra<br />
che non giungerai mai a una conclusione,<br />
ecco che quella che prima sembrava prudenza,<br />
si trasforma in indecisione! Ed essere<br />
indecisi ti fa sentire piccolo, incapace,<br />
confuso, facilmente corruttibile dal giudizio<br />
altrui e, soprattutto, preoccupato per il<br />
tuo avvenire: vedi il tuo immediato futuro<br />
così buio ed incerto che talvolta comportarsi<br />
come suggeriscono gli altri o astenersi<br />
del tutto dal prendere una decisione ti sembra<br />
la cosa migliore da fare, o perché così<br />
il fallimento sarà da incolpare agli altri, o<br />
perché così eviterai situazioni sgradevoli.<br />
Ma, a questo punto, ve lo dirò sinceramente,<br />
anche nel decidere se seguire il consiglio<br />
altrui o astenermi del tutto, mi sento<br />
la solita eterna indecisa!<br />
Hammy<br />
ne accorgiamo o, quantomeno, fingiamo di<br />
non accorgercene. . .<br />
Possibile che l’uomo non abbia imparato<br />
nulla?<br />
Gli uomini, con il loro progresso, la loro<br />
ragione, con la loro presunzione di essere<br />
superiori agli altri esseri, hanno reso questo<br />
mondo impraticabile: i giovani crescono<br />
nell’odio, le donne vengono massacrate<br />
e i loro figli arruolati. . .
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
Questo non è un mondo vivibile. . .<br />
Abbiamo avuto la fortuna di nascere da<br />
questa parte del globo, in questa epoca che<br />
non ci ha ancora dato prova diretta della<br />
guerra, della sofferenza, della paura. . .<br />
Eppure in qualche altro posto della Terra<br />
qualcuno vorrebbe dover studiare come<br />
noi, vorrebbe poter essere illuminato dal<br />
sole senza avere timore, vorrebbe poter osservare<br />
la sua realtà da qui, vorrebbe conoscere<br />
la pace. . . ma studiare non serve a<br />
salvarti la vita, il sole è squallido e inadeguato<br />
sopra le macerie ed è difficile pensare<br />
che una pace possa esistere dentro<br />
a quell’inferno, martellati dal terrore che<br />
da un momento all’altro qualcuno possa<br />
porre la parola fine sotto la storia incompleta<br />
della tua vita senza che tu ne abbia<br />
colpa. . .<br />
In fin dei conti, non hai scelto tu di nascere<br />
da questa o da quella parte della linea<br />
che ti separa da ‘loro’.<br />
16<br />
‘Loro’ che non sono altro che ‘te’,<br />
che sono vittime allo stesso modo della<br />
stupidità umana.<br />
Cosa ce ne facciamo di tanta sapienza,<br />
della ragione che vantiamo, dell’esperienza<br />
se poi non sappiamo trarne<br />
vantaggi?<br />
Oggi ci sentiamo più vicini, pensiamo<br />
di commemorare giorni lontani senza renderci<br />
conto della loro attualità, ma domani<br />
un telegiornale qualsiasi manderà in onda<br />
gli ennesimi omicidi dell’ umanità e noi,<br />
gli stessi che ieri piangevano davanti allo<br />
schermo, sospireremo e continueremo a fare<br />
ciò che stavamo facendo, pensando agli<br />
inutili e minuscoli problemi della nostra<br />
esistenza.<br />
La verità è che l’uomo è egoista . . .<br />
sciocco ed egoista.<br />
. . . Un animale come tutti gli altri, solo<br />
un po’ più illuso e presuntuoso. . .<br />
Gaia =P
Intervista Doppia Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
La donna stereotipata<br />
SE PRIMA dei movimenti femministi<br />
del secolo scorso la donna era relegata<br />
in cucina, dopo le lotte per le pari<br />
opportunità, la figura femminile si è evoluta<br />
verso uno stereotipo molto diverso: se<br />
una femminista qualunque guardasse per<br />
caso uno dei recenti programmi televisivi,<br />
vedrebbe infrante tutte le aspettative per<br />
cui ha combattuto!<br />
I talk show, i reality e i telefilm presentano<br />
una donna sempre più frivola e<br />
vuota, dedita solo alla cura del suo corpo<br />
e interessata esclusivamente all’ultima<br />
collezione autunno-inverno.<br />
La diffusione di questa ‘immagine tipo’<br />
ha effetti sempre più eclatanti nella ‘realtà’:<br />
le ragazze sognano di diventare ‘veline’<br />
lasciandosi abbagliare da una vita da<br />
‘pseudo-diva’, persone, anche di cultura<br />
medio alta, rinnegano anni di studi per abbandonarsi<br />
a selezioni e concorsi con lo<br />
Intervista Doppia<br />
Francesca Spinosi — Fernanda Carbone<br />
scopo di raggiungere la ‘falsa fama’ di cui<br />
si sono illuse!<br />
È questa l’idea che la donna del XXI<br />
secolo vuole dare di sé?<br />
Frivolezza e superficialità dilagano, ma,<br />
fortunatamente non sono gli unici aspetti<br />
che la donna ci offre oggi: dall’altra<br />
parte si schierano intelligenza e<br />
anticonformismo!<br />
Infatti, parallelamente alla diffusione<br />
della ‘donna-soubrette’, coesiste una donna<br />
interessata alle problematiche del mondo<br />
e sempre più presente nel campo<br />
scientifico, tradizionalmente affidato alla<br />
direzione dell’ uomo.<br />
E così il mondo femminile si vede spaccato<br />
in due tendenze opposte e, forse, complementari<br />
aspettando un sospirato equilibrio<br />
che, probabilmente, non vedremo<br />
mai.<br />
Gaia =P e Alpix<br />
Le oche selvagge<br />
Francesca Nome? Fernanda Carbone<br />
26 Età? Tanti. . . 60!<br />
Disegno e storia dell’arte Insegnante di. . . ? Disegno e storia dell’arte<br />
Niente. Se potesse tornare indietro cosa<br />
cambierebbe della sua vita?<br />
Niente.<br />
Non ne ho fatti. . . finora almeno! Lo sbaglio più grande? Mmm. . . No. . . Non ne ho fatti. . .<br />
Eh. . . sono fidanzata, ma vivo con i<br />
miei genitori.<br />
È sposata, convive. . . ? Sono sposata.<br />
La testardaggine! Cosa non sopporta del suo fidanza- Niente, perché ha un bel carattere.<br />
to/marito?<br />
L’onestà e la sincerità. Il suo più grande pregio? Che mi sopporta!<br />
. . . un rimorso. Meglio un rimorso o un rimpianto? Un rimorso.<br />
. . . lasciare! Meglio lasciare o essere lasciati? Lasciare.<br />
Sì. Crede nell’amore? Sì.<br />
Ehm. . . posso non rispondere? Quando la prima volta? . . . dopo i 20 suppongo. . . Allora ci<br />
si teneva. . . !<br />
17
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
Mmm. . . un libro di storia dell’arte. . . Qual è l’ultimo libro che ha letto? Ehm. . . Vediamo. . . C’è anche il<br />
sul futurismo. . .<br />
film. . . Il Codice Da Vinci!<br />
A capodanno a Rimini! L’ultimo viaggio fatto? Praga.<br />
No. È favorevole all’aborto? Sì.<br />
Sì. E all’eutanasia? Sì.<br />
Mmm. . . l’anno scorso e lo rifarò Quando è stata l’ultima volta che si Allora. . . a 27 anni!<br />
martedì 23!<br />
è mascherata a carnevale?<br />
Da ballerina di can-can! Da cosa? Da strega!<br />
Gustav Klimt Il pittore preferito? . . . Michelangelo<br />
No, ma avevo sempre l’insufficienza<br />
a matematica. . . !<br />
È mai stata bocciata in qualche<br />
materia quando era alle superiori?<br />
Sì! In disegno geometrico (materia<br />
che ora insegno ahah) ma per ripicca<br />
del professore!<br />
Cancro Di che segno zodiacale è? Leone<br />
Ogni mattina ascolto l’oroscopo di Legge l’oroscopo? No, però quando vado in pensione<br />
Paolo Fox alle 7 e 45 su Latte e Miele!<br />
inizio!<br />
Mmm. . . mmm. . . . Porca *** La parolaccia che ripete più spes- Non ne dico. . . Non è mia abitudiso?ne.<br />
. .<br />
. . . Sì. . . Ha mai avuto un amico immaginario?<br />
Noo. . . Sono molto realista.<br />
(Se lo fa suggerire da un’alunna.) Ci dica uno scioglilingua? Apelle figlio di Apollo fece una palla<br />
Se l’arcivescovo di Costantinopoli<br />
si disarcivescoviscontatinopolizzasse,<br />
ti disarcivescoviscontantinopolizzeresti.<br />
. .<br />
di Apelle ehm. . . Vabbe’<br />
(Se la fa suggerire da un’altra alunna.) Un’espressione in dialetto? Beh vediamo. . . Non sono di <strong>Teramo</strong><br />
M sa cascat la furcin!<br />
quindi. . . fate i bbuon!<br />
Gli impressionisti. . . nel salone del Dove esposero le loro opere gli In Francia al Salon però vennero<br />
fotografo Nadar.<br />
impressionisti?<br />
rifiutati. . .<br />
. . . Boh, non lo so! Quanti paralleli ci sono nel globo Beh. . . dall’equatore. . . che ne so. . .<br />
terrestre?<br />
Lo spazio è tanto!<br />
. . . allora. . . 45! 7 + 2 × 5 ? 45!<br />
18
Forza <strong>Albert</strong> Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
Scuola di memoria<br />
Forza <strong>Albert</strong><br />
SIETE a una interrogazione e non riuscite<br />
a rispondere ad una domanda?<br />
Vi viene detta la risposta e vi rendete<br />
conto che in realtà la sapevate? Non<br />
preoccupatevi potete ancora far bella figura<br />
spiegando che vi trovate nel bel mezzo<br />
di un’ “ésprit de l’escaliér”, ossia la vostra<br />
condizione psicofisica non ha permesso<br />
la corretta comunicazione fra la memoria<br />
a breve termine e la memoria a lungo<br />
termine, durante la fase del richiamo, successione<br />
alla consolidazione di ciò che si è<br />
memorizzato.<br />
La memoria gioca anche altri di questi<br />
scherzi: quell’odioso “ce l’ho sulla punta<br />
della lingua”, ad esempio è un “Presque<br />
vu”, oppure il non ricordare di aver visto<br />
il volto di una persona, sapere di averlo<br />
incontrato, ma non riconosce l’esperienza<br />
come familiare, è un “Jamais vu”. Si tratta<br />
invece di interferenza retroattiva il disturbo<br />
che un’informazione nuova esercita su<br />
un apprendimento precedente: impariamo<br />
cose nuove, scordiamo le vecchie.<br />
Una fase di notevole importanza durante<br />
la memorizzazione è quella del valore<br />
soggettivo che presenta ad esempio una lista,<br />
in pratica, per quanto possiamo impegnarci<br />
a studiare, se la cosa non ci interessa<br />
non possiamo lottare più di tanto con<br />
le nostre facoltà. Il valore, ovviamente<br />
è diverso a seconda dei vari individui ed<br />
è scientificamente dimostrato che varia in<br />
base al livello socio-economico, alle esperienze<br />
passate e anche alle condizioni psicofisiologiche<br />
nei vari momenti della vita.<br />
Nella fase della conservazione dei dati nel-<br />
19<br />
la memoria vi sono una serie di fenomeni<br />
che possono portare a cancellare o a deformare<br />
la traccia mnestica (cioè del processo<br />
della memoria). Si osservi che i contenuti<br />
vengono fissati per la maggior parte entro<br />
30 minuti circa dall’apprendimento e nel<br />
momento in cui vi è una possibile deformazione<br />
(si calcola che i contenuti privi di<br />
valenze emotive vengano deformati in una<br />
percentuale dello 0,33% al giorno!), la certezza<br />
soggettiva sull’esattezza del ricordo<br />
tende invece a crescere con il passare del<br />
tempo e ciò ha una notevole importanza anche<br />
sul piano pratico (si pensi solo al problema<br />
della psicologia della testimonianza<br />
in campo giudiziario).<br />
Fu il fisiologo D. Hebb, negli anni ’50,<br />
a proporre l’ipotesi della “Doppia Traccia”,<br />
secondo la quale un’esperienza attiverebbe<br />
circuiti nervosi che, restando attivi<br />
per qualche tempo dopo l’esperienza stessa,<br />
sosterrebbero la memoria fino a quando<br />
si sia verificato l’immagazzinamento<br />
permanente. Tale meccanismo fornirebbe,<br />
quindi, le basi per una memoria a breve<br />
termine; non solo, questa breve traccia<br />
determinerebbe anche i cambiamenti nervosi<br />
necessari per la consolidazione della<br />
memoria e per il costituirsi di una traccia<br />
mnestica stabile. In particolare, il periodo<br />
di consolidazione comprenderebbe tutti<br />
quei cambiamenti fisici e psichici che hanno<br />
luogo allorché il cervello organizza e<br />
ristruttura l’informazione che può divenire<br />
parte della memoria permanente o a lungo<br />
termine. Numerose sono le prove comportamentali<br />
a sostegno di questa ipotesi dua-
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
listica, fra cui i test di richiamo libero, nel<br />
corso dei quali vengono sottoposti ai soggetti<br />
sequenze di items (voci di un elenco),<br />
e si richiede loro di ricordarli in qualunque<br />
ordine. Gli esperimenti hanno dimostrato<br />
che il ricordo dei primi e degli ultimi items<br />
è sempre buono (effetto di primacy e recency<br />
rispettivamente) mentre una prestazione<br />
inferiore si registra per quelli che costituiscono<br />
la parte centrale della sequenza. Si<br />
ottiene cioè una curva a U. Questa curva<br />
può essere spiegata proprio sulla base del<br />
concetto dell’esistenza di due magazzini<br />
mnestici. I soggetti ricorderebbero infatti<br />
meglio gli elementi iniziali perché li avrebbero<br />
trasferiti, con il meccanismo della ripetizione,<br />
nella memoria a lungo termine,<br />
che al momento della loro presentazione<br />
sarebbe ancora vuota, e disponibile quindi<br />
ad accoglierli. Gli items finali, in genere i<br />
primi ad essere riferiti, sarebbero ricordati<br />
meglio perché ancora presenti nella memoria<br />
a breve termine e da essa, appunto, richiamati.<br />
Il ricordo degli items centrali sarebbe<br />
invece scarso in quanto la ripetizione<br />
sarebbe insufficiente a trasferirli nella<br />
memoria a lungo termine, e l’interferenza<br />
degli ultimi items li scaccerebbe da quella<br />
a breve termine.<br />
Alla base di questi due tipi di memoria<br />
vi sono due meccanismi neurofisiologici<br />
diversi: la memoria a breve termine<br />
troverebbe le sue basi biologiche in fenomeni<br />
bioelettrici, nei quali sarebbero interessati<br />
gli organi di senso, le vie sensoriali<br />
e i centri nervosi superiori a cui giungono<br />
i contenuti delle percezioni; la memoria<br />
a lungo termine sarebbe invece il risultato<br />
permanente di trasformazioni biochimiche<br />
20<br />
cerebrali legate essenzialmente al metabolismo<br />
degli acidi nucleici e delle proteine.<br />
Tuttavia, recenti ricerche di Kandel dimostrerebbero<br />
che alla base della memoria a<br />
breve termine vi sarebbe una riorganizzazione<br />
di proteine già esistenti, mentre la<br />
sintesi di proteine nuove sarebbe alla base<br />
della memoria a lungo termine.<br />
La rievocazione del ricordo può assumere<br />
aspetti diversi. In essa, comunque,<br />
i contenuti fissati nella prima fase vengono<br />
riportati a livello di consapevolezza. Si<br />
distinguono la reintegrazione, il richiamo,<br />
il riconoscimento, il riapprendimento e la<br />
reminiscenza.<br />
Secondo gli scienziati è proprio durante<br />
il processo di reminiscenza che si verificherebbe<br />
il fenomeno del Dejà vu (sensazione<br />
di aver già vissuto un avvenimento<br />
o una situazione che si sta verificando),<br />
una anomalia della memoria dovuta probabilmente<br />
alla sovrapposizione tra i sistemi<br />
neurologici responsabili della memoria a<br />
breve termine e quelli della memoria a lungo<br />
termine. Fra le altre ipotesi spicca quella<br />
per cui l’ippocampo (zona interna del<br />
cervello) entrerebbe in disfunzione con il<br />
resto dell’encefalo, una parte infatti riconosce<br />
l’azione come una ripetizione, l’altra<br />
inizia il procedimento di immagazzinamento<br />
di dati di circostanze ed esperienze<br />
nuove. La scienza, tuttavia, non è in grado<br />
di spiegare soddisfabilmente il fenomeno<br />
del dejà vu: riconoscere un posto che<br />
non si è mai visto o sapere cosa stia per accadere<br />
perché già “entrati nell’esperienza<br />
passata” non possono infatti essere spiegati<br />
semplicemente attraverso la distorsione<br />
della percezione di tempo e di spazio.<br />
The Walrus
Forza <strong>Albert</strong> Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
Charles Darwin: una notorietà lunga due secoli<br />
1809<br />
: DA UNA FAMIGLIA assai legata<br />
allo studio delle scienze naturali<br />
nasce Charles Darwin. Il nuovo arrivato<br />
non sembra esser nato nel posto più<br />
adatto a lui. Infatti sin da una tenera età<br />
gli vengono inculcati degli studi in ambito<br />
della teologia ai quali sembrava proprio<br />
non mostrare apprezzamenti, se non per la<br />
parte riguardante la botanica.<br />
Darwin mostra da sempre, tuttavia, un<br />
grande interesse per le scienze e per la<br />
natura. Nel 1831 riesce, malgrado le resistenze<br />
del padre, ad imbarcarsi su un<br />
brigantino, il Beagle che gli permetterà<br />
di vagare alla scoperta di nuovi territori<br />
per ben cinque anni. Ma qualcosa dentro<br />
Charles, sin dalla partenza, gli fa intuire<br />
che avrebbe dovuto sfruttare quel viaggio<br />
quanto più gli fosse stato possibile per-<br />
21<br />
ché, quello stesso viaggio, sarebbe stato<br />
ciò che di più formativo avrebbe avuto a<br />
disposizione probabimente in tutta la sua<br />
vita.<br />
Dall’amore per la natura e per le sue<br />
osservazioni nasce Viaggio di un naturalista<br />
intorno al mondo, un’insieme di appunti<br />
annotati durante il viaggio di andata<br />
e rielaborati in quello di ritorno.<br />
L’idea che più incombeva nella mente<br />
dello studioso durante le varie osservazioni<br />
era quella di sovvertire le tesi creazioniste<br />
ed elaborare una nuova teoria, al passo<br />
con le conoscenze e sulla base delle<br />
sue innumerevoli esperienze. Così farà, e<br />
giustificherà le sue scelte affermando che<br />
gli sembrava poco riguardoso nei confronti<br />
del creatore il pretendere che egli continuasse<br />
a popolare con distinte creazioni<br />
gli ambienti più diversi, dal momento che,<br />
come aveva avuto modo di notare durante<br />
il suo viaggio, a parità di condizioni<br />
ambientali le isole degli oceani ospitano<br />
popolazioni completamente diverse. Inoltre<br />
affronta anche il problema del modo<br />
in cui le specie possano divergere e diversificarsi,<br />
discostandosi senza indugio dalle<br />
ipotesi di Lamarck. L’economista Malthus<br />
nell’opera essay on principle of population<br />
scrive che la popolazione umana tende<br />
ad accrescersi più rapidamente di quanto<br />
si accrescano le fonti di sussistenza, sicché<br />
ogni generazione deve pagare un grosso<br />
tributo di morti per carestie ed epidemie.<br />
E Darwin, proprio riflettendo su questo<br />
stesso problema, giunge alla conclusione<br />
che se ciò è vero per la popolazione<br />
umana, allora deve a maggior ragione<br />
esserlo per una qualsiasi popolazione ani-
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
male, dal momento che quest’ultima non<br />
è in grado di incrementare neppure minimamente<br />
la produttività delle proprie fonti<br />
di nutrimento; però la mortalità doveva<br />
colpire non indiscriminatamente all’interno<br />
della popolazione, bensì solo gli individui<br />
meno resistenti ad una data condizione<br />
ambientale.<br />
Tali considerazioni portano Darwin a<br />
dedurre che se in una popolazione avviene<br />
un certo tipo di selezione naturale, i sopravvissuti<br />
possono trasmettere ai discendenti<br />
i propri caratteri, per cui, dopo un<br />
certo periodo di tempo la popolazione sarà<br />
costituita da individui che presentano i medesimi<br />
caratteri genetici. Tale asserzione<br />
può essere considerata uan delle più importanti<br />
di Darwin, su cui scrive anche un opera<br />
intitolata appunto L’origine delle specie<br />
per mezzo della selezione naturale.<br />
Tutti gli studi di questo filosofo, nel corso<br />
della sua vita, possono essere riassunti<br />
in quattro punti cardine: anzitutto le specie<br />
non sono entità immutabili, ma sono soggette<br />
a incessanti variazioni, poichè continuamente<br />
se ne estinguono e se ne originano<br />
di nuove; inoltre il processo evolutivo<br />
è graduale e continuo e non presenta sal-<br />
22<br />
ti o bruschi cambiamenti; il terzo concetto<br />
stabilisce la comune discendenza di tutti<br />
gli organismi simili da un unico antenato;<br />
infine l’affermazione o la scomparsa di<br />
una specie sono dovute esclusivamente all’azione<br />
selezionatrice dell’ambiente, cioè<br />
alla selezione naturale. Rapportate all’epoca<br />
in cui darwin viveva queste sono probabilmente<br />
tra le idee più rivoluzionarie ed<br />
innovative di tutti i tempi. E infatti. . .<br />
<strong>2009</strong>: sono trascorsi due lunghi secoli<br />
dalla nascita del grande studioso Charles<br />
Darwin e leggendo i suoi scritti ed imbattendosi<br />
con le sue scoperte, queste risultano<br />
così maledettamente attuali. . . Ma come<br />
è possibile che, in seguito ad epoche di<br />
rivoluzioni tecnologiche, dopo anni e anni<br />
di progresso scientifico, le teorie di un uomo,<br />
vissuto in un epoca in cui si possedeva<br />
davvero una scarsa conoscenza dell’universo<br />
e delle leggi che lo regolano, siano<br />
ancora valide?<br />
Ritengo sia proprio questa la grandezza<br />
di Darwin: aver raggiunto con umiltà delle<br />
conoscenze che hanno permesso al mondo<br />
intero di progredire notevolmente e di<br />
vivere in armonia con la natura!<br />
Fox
Forza <strong>Albert</strong> Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
L’ignorante amore<br />
Quest’articolo avrebbe la pretesa di celebrare in un sol colpo sia la festa degli innamorati<br />
(San Valentino, 14 febbraio) sia il bicentenario della nascita di Charles<br />
Darwin (12 febbraio) nonché, con anticipo, il 150° anniversario della pubblicazione<br />
dell’Origine delle specie (24 novembre).<br />
LA DOMANDA che mi pongo sembrerebbe<br />
di quelle semplici semplici: cos’è<br />
l’amore? Perché c’innamoriamo?<br />
Badate, non voglio occuparmi qui di eros,<br />
che è pure un problema interessante, 4 ma<br />
dell’amore romantico. Tra l’altro, che<br />
c’entra Darwin con l’amore?<br />
Se ci siamo innamorati sappiamo benissimo<br />
cosa si prova. Ce l’hanno detto gli<br />
scrittori. Infatti, sono innumerevoli i riferimenti<br />
all’amore nella letteratura e nella<br />
cultura in generale. L’amore sembra essere<br />
fortemente legato a tradizioni culturali<br />
tant’è che François de La Rochefoucauld<br />
(scrittore francese di massime, 1613-1680)<br />
sosteneva che “ci sono persone che non si<br />
sarebbero mai innamorate se non avessero<br />
mai sentito parlare dell’amore”.<br />
L’amore è stato perfino considerato una<br />
pericolosa malattia. Nel Nome della rosa<br />
Adso si commuove e si riconosce afflitto<br />
dal mal d’amore 5 e magari abbiamo subíto<br />
anche noi il rapimento d’amore come ci<br />
viene descritto da Roland Barthes. 6<br />
Per capire l’innamoramento e la sua funzione<br />
dobbiamo far necessariamente riferimento<br />
alla teoria evoluzionistica descritta<br />
da Charles Darwin. Infatti, sbagliamo<br />
quando dimentichiamo che l’algoritmo<br />
darwiniano del “descent with modification”<br />
(riproduzione con modificazioni) e<br />
“natural selection” non si applica solo ai<br />
corpi fisici, ma anche alle menti. La mente,<br />
infatti, è il luogo in cui manipoliamo<br />
le informazioni relative o provenienti dal-<br />
23<br />
la realtà utili per la sopravvivienza della<br />
specie. Le menti si evolvono così come<br />
i corpi fisici ed esiste una ricca letteratura<br />
in proposito. 7<br />
Un secondo errore lo compiamo quando<br />
consideriamo il genere umano al centro<br />
dell’universo. Spesso siamo così presuntuosi<br />
che crediamo che le culture umane<br />
esistano al di fuori o al di sopra del processo<br />
evolutivo e, di conseguenza, tendiamo<br />
ad attribuire alla realtà le deformazioni<br />
proprie della nostra cultura. Ma la cultura<br />
è un tratto che si ha subito un processo<br />
di trasformazione darwiniana come i corpi<br />
fisici o le menti.<br />
La nicchia evolutiva in cui gli umani si<br />
sono evoluti è quella culturale, ossia quella<br />
dello scambio di pacchetti discreti di informazioni<br />
(memi). Questo comporta un<br />
livello ulteriore di complessità rispetto a<br />
quello della pura lotta per la sopravivenza.<br />
Gli animali si accoppiano con evidenti interessi<br />
utilitaristici (la riproduzione), mentre<br />
noi umani carichiamo questo comportamento<br />
di una forte componente ideologica<br />
e culturale.<br />
Nelle società complesse degli umani le<br />
relazioni affettive sono a lungo termine (i<br />
bambini impiegano tanto a nascere, a crescere<br />
e a rendersi indipendenti) e questo<br />
pone il problema di riuscire a trovare il<br />
compagno o la compagna migliore possibile<br />
considerando la nostra ‘spendibilità’ sul<br />
mercato matrimoniale. Abbiamo interesse<br />
che la nostra relazione con un partner du-
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
ri nel tempo. Detto in termini più semplici,<br />
come possiamo essere certi che siamo<br />
fatti l’uno per l’altra? Per di più, non abbiamo<br />
molto tempo per scegliere. Andrew<br />
Marvell 8 ci ricorda che nel gioco amoroso<br />
“But at my back I always hear / Time’s winged<br />
chariot hurrying near” (“Ma alle spalle<br />
odo di continuo / il carro alato del Tempo<br />
che lesto s’avvicina”).<br />
Qual è la situazione? In linea teorica sarebbe<br />
nostro interesse valutare il più alto<br />
numero possibile di candidati alla ricerca<br />
del partner giusto per noi. Dei candidati<br />
dovremmo considerare l’aspetto fisico, la<br />
compatibilità psicologica, la simpatia, l’età,<br />
la salute, lo status sociale, l’intelligenza,<br />
l’etnia, la cultura, la religione, il patrimonio<br />
e così via. Sarebbe un compito<br />
improbo oltre che inutile. Chi ci dice che<br />
l’anima gemella non si trovi nella città vicina<br />
se non nel paese vicino o addirittura<br />
oltre? Insomma, sembra proprio un compito<br />
computazionalmente impossibile, senza<br />
soluzione.<br />
Visto che non ci conviene usare un setaccio<br />
razionale abbiamo bisogno di una<br />
scorciatoia e l’innamoramento è, appunto,<br />
questa scorciatoia. Esso assolve una funzione<br />
adattativa importante. Infatti, quando<br />
il calcolo razionale diventa troppo tedioso<br />
oltre che lungo ci conviene usare una<br />
logica di tipo approssimativo (ad es. un<br />
istinto), magari meno precisa, ma più veloce<br />
e di solito anche più soddisfacente. La<br />
strategia dell’innamoramento ha un costo<br />
(in termini darwiniani), ma ci regala il bonus<br />
di una tattica paradossale. È lo stesso<br />
meccanismo delle emozioni che riescono<br />
a ordinare le nostre priorità rapidamente e<br />
senza troppi giri di parole. Le emozioni sono<br />
efficaci tanto più sono fuori dal nostro<br />
controllo volontario. Meno controlliamo<br />
l’innamoramento più risultiamo credibili. 9<br />
Quando proviamo il classico “colpo di<br />
fulmine” riduciamo il numero dei candidati<br />
possibili a uno. Così risolviamo molto<br />
brillantemente il problema dell’assunzione<br />
di responsabilità. Se ci riconosciamo<br />
accecati d’amore, la persona oggetto del<br />
desiderio sbaraglia tutti gli altri possibili<br />
concorrenti; letteralmente, non li vediamo,<br />
non esistono più. Pensiamo ossessivamente<br />
alla persona amata. E così, se persiste<br />
sufficientemente a lungo questo stato<br />
di ‘malattia’, se la ‘malattia’ è riconosciuta<br />
reciprocamente e se non sopraggiunge<br />
nel frattempo qualche motivo che ci faccia<br />
disinnamorare, siamo disposti a impegnarci<br />
a lungo termine con questa persona.<br />
Tanto maggiore è l’investimento emotivo<br />
tanto più difficile sarà perdere la faccia e<br />
tradire non appena l’occasione si dovesse<br />
presentare.<br />
In conclusione, lungi dall’essere un disordine<br />
emotivo, l’innamoramento è forse,<br />
darwinianamente, la scelta più saggia.<br />
Jorge Luis Borges chiamava l’amore<br />
‘ignorante’ 10 perché, se sincero, non esprime<br />
né appiccicoso attaccamento né futile<br />
speranza. Che è quanto vi auguro.<br />
Note<br />
4Ad esempio: il sesso è universale? Perché esiste? Quanti sono i sessi e<br />
perché sono di solito due?<br />
5Ibn Hazm (poliedrico scrittore spagnoloarabo, 994-1064) definisce il<br />
mal d’amore “come una malattia ribelle, che ha la sua cura in se stessa,<br />
in cui chi è malato non vuole guarirne e chi ne è infermo non desidera<br />
riaversi”. Umberto Eco. Il nome della rosa, 1980, Quarto giorno, Dopo<br />
compieta.<br />
6L’altro “coincide esattamente col mio desiderio (di cui non so niente)”,<br />
“ciò che non era stato ancora mai visto viene scoperto”, “io sorprendo l’altro<br />
e, proprio per questo, l’altro sorprende me”. Metaforicamente io rapisco<br />
l’altro ma, di fatto, sono io a essere rapito. Frammenti di un discorso<br />
amoroso, p. 163, Rapito in estasi.<br />
7Sono da citare, oltre allo stesso Darwin (The Descent of Man, and<br />
Selection in Relation to Sex, 1871), la controversa tesi sociobiologica di<br />
E.O. Wilson (Sociobiology: The New Synthesis, 1975) e la psicologia evo-<br />
24
NOTE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
luzionistica (1992). Questi e altri studi indicano una stretta correlazione tra<br />
meccanismo evoluzionistico e mente.<br />
8 To His Coy Mistress (Alla sua amante ritrosa, 1650-52 circa).<br />
9 Steven Pinker, How The Mind Works, 1997, capitolo 6, Hotheads.<br />
10 “Sólo el amor, el ignorante amor, Islandia”, A Islandia, El oro de los<br />
tigres, 1972<br />
Igor ["aIgO:*]<br />
Letture consigliate<br />
John Barkow, Leda Cosmides, John Tooby, The Adapted Mind, 1992<br />
Roland Barthes, Fragments d’un discours amoureux, 1977 (trad. it. Frammenti di<br />
un discorso amoroso)<br />
Jared Diamond, The Rise and Fall of the Third Chimpanzee, 1991 (trad. it. Il terzo<br />
scimpanzé. Ascesa e caduta del primate homo sapiens)<br />
Robert H. Frank, Passions Within Reason: The Strategic Role of the Emotions, 1988<br />
Steven Pinker, How The Mind Works, 1997 (trad. it. Come funziona la mente)<br />
Matt Ridley, The Red Queen: Sex and the Evolution of Human Nature, 1993 (trad.<br />
it. La Regina Rossa. Sesso ed evoluzione)<br />
La fisica di ‘One Piece’<br />
UN ARTICOLO per tutti gli appassionati<br />
del famoso anime di Italia-1 ‘One<br />
Piece’, noto soprattutto per le micidiali<br />
quanto spettacolari tecniche ed abilità<br />
dei suoi personaggi. Esse sono ovviamente<br />
irreali, ma se fossero realmente possibili<br />
potrebbero essere valutate da un punto di<br />
vista scientifico. Esaminiamone alcune:<br />
SHIGAN: tipica dei membri della CP9,<br />
consiste nel colpire l’avversario usando il<br />
dito della mano con una forza e ad una<br />
velocità pari a quella di una pallottola di<br />
25<br />
pistola (testuali parole). Ora, la velocità<br />
media di una pallottola si aggira intorno ai<br />
300 m/s (circa 1080 Km/h), quindi il braccio<br />
si muove ad una velocità di 300 m/s e,<br />
data E= (mv2 )/2 con v=300 m/s e m=5 Kg<br />
ovvero il peso medio di un braccio adulto,<br />
la tecnica libererà un’energia pari ad E=[<br />
(300) 2 m/s x5 Kg]/2= 2,2x105 J di energia,<br />
in pratica come schiantarsi contro un<br />
muro alla velocità di 190 Km/h.<br />
STORMLEG: Sempre della CP9, consiste<br />
nel calciare l’aria con tanta forza da<br />
creare una lama d’aria in grado di sfondare<br />
un muro (come si vede spesso nell’anime).<br />
Quindi la gamba deve imprimere<br />
alle molecole d’aria un’energia sufficiente<br />
a sfondare un muro. Ora, un muro standard<br />
può resistere ad un urto di 9x104 J,<br />
quindi la massa d’aria spostata deve avere<br />
una energia almeno pari a 9x104 J.Se ad<br />
essere spostato è ad esempio 1m3 d’aria,<br />
di massa pari a 1,3 Kg, data v=radice quadrata<br />
di 2E/m, si avrà v=2x (9x104)J/1.3<br />
Kg=360 m/s, cioè 1300 Km/h. Perché ciò
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
sia possibile, per conservazione della quantità<br />
di moto, la gamba deve scalciare ad<br />
una velocità di 330 Km/h.<br />
ELASTICITA’ DI RUBBER: Il protagonista,<br />
Rubber; è dotato di un corpo di gomma,<br />
con la capacità di allungare a piacere<br />
qualsiasi suo tessuto. Quindi i tessuti del<br />
soggetto sono elastici, e un tessuto è tale se<br />
le forze che tengono unite le molecole non<br />
sono eccessivamente forti, tanto da permettere<br />
l’aumento della distanza presente tra<br />
le molecole ma non la loro definitiva separazione.<br />
Di conseguenza, il frutto del mare<br />
ingerito dal soggetto dovrebbe aver creato<br />
una fonte di energia in grado di indebolire<br />
i legami tra le molecole, ma questa è solo<br />
un’ipotesi, data l’impossibilità di studiare<br />
il corpo del soggetto.<br />
FRANKY: Si tratta di un androide che<br />
trae l’energia per il suo funzionamento<br />
dalla coca-cola. Perché ciò sia possibile,<br />
deve dunque liberare l’anidride carbonica<br />
Il genere fantasy<br />
I colori della letteratura<br />
IL SIGNORE degli Anelli, Eragon, Hyperversum,<br />
Harry Potter; Cecilia Randall,<br />
J.K. Rowling, J.R.R. Tolkien. Sono<br />
solo alcuni dei nomi di titoli e scrittori<br />
che hanno saputo dare al fantasy una marcia<br />
in più. Si pensi per esempio all’immensa<br />
fantasia della Rowling, capace di far appassionare<br />
giovani e non solo ad un genere<br />
di romanzi tipici dell’età adolescienziale<br />
ma votati anche ad un pubblico adulto,<br />
oppure all’incredibile genialità dell’sudafricano<br />
Tolkien che, con la sua trilogia,<br />
ha creato veramente un mondo fantastico e<br />
meraviglioso, regolato da schemi fuori dal-<br />
26<br />
(CO2) presente nella coca-cola, cioè l’unico<br />
suo componente in grado di fornire una<br />
elevata energia, e perciò deve ridurre la<br />
pressione atmosferica all’interno del proprio<br />
corpo, cosicché la CO2 possa liberarsi<br />
secondo la legge di Henry (pressione agente<br />
sulla soluzione e concentrazione di un<br />
gas nella stesa soluzione sono direttamente<br />
proporzionali).Per trasformare la CO2<br />
in energia è necessario un ciclo di reazioni,<br />
noto come fotosintesi clorofilliana, che<br />
libera una altissima energia. A conti fatti<br />
dunque, o il soggetto è una pianta o ha lo<br />
stesso funzionamento di una pianta.<br />
N.B.: in questo articolo pseudo-scientifico,<br />
per ragioni di spazio, si sono dovute<br />
tralasciare alcune equazioni e spiegazioni<br />
che avrebbero agevolato la comprensione<br />
di certi ragionamenti. Il lettore vorrà scusarci<br />
per mancati chiarimenti o passaggi<br />
oscuri.<br />
Barone Birra<br />
l’ordinario, al punto che è stato in grado<br />
di inventare una lingua ex novo, l’elfico:<br />
semplicemente geniale!<br />
Non a caso la maggior parte di questi autori<br />
ha avuto successo. Tolkien ha riscosso<br />
più di quanto potesse aver immaginato<br />
all’epoca, aumentando la sua notorietà anche<br />
grazie alla produzione cinematografica<br />
della sua opera diretta dal regista Peter<br />
Jackson acquistando fama a livello mondiale.<br />
Ma per riscuotere successo, è necessaria<br />
la presenza di un pubblico disposto<br />
inizialmente ad ascoltare e a leggere questi<br />
scrittori.
I colori della letteratura Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
Però il pubblico è un insieme di persone<br />
che accettano, almeno in parte, ciò<br />
che viene proposto loro: quindi vuol dire<br />
che ci sono individui disposti anche a<br />
credere alla possibilità d’esistenza di eventi<br />
soprannaturali e di creature fantastiche,<br />
partorite dalla creatività “giocherellona” di<br />
menti che si divertono a plasmare questi<br />
“universi paralleli”.<br />
A questo punto la domanda sorge spontanea:<br />
come è possibile che, nel 21° secolo,<br />
con tutte le scoperte scientifiche e tecnologiche<br />
che l’uomo ha compiuto, ci siano<br />
ancora persone che vengono affascinate<br />
da forze soprannaturali che governano il<br />
nostro mondo, il nostro universo, o anche<br />
solo una parte di esso, o addirittura che credono<br />
vere creature come folletti, gnomi o<br />
draghi? La risposta è all’apparenza semplice,<br />
ma bisogna prima fare un piccolo<br />
flashback.<br />
Infatti il genere fantasy nasce già nell’Ottocento,<br />
e presenta caratteristiche tipiche<br />
della fiaba e del mito: contiene elementi<br />
quali la lotta tra il bene e il male,<br />
la presenza dell’oggetto magico con poteri<br />
speciali, l’ambientazione immaginaria, a<br />
27<br />
tratti richiamante i canoni del periodo storico<br />
(solitamente il Medioevo), un gruppo<br />
di personaggi come supporto al protagonista<br />
e, ovviamente, l’eroe, il quale appare<br />
inizialmente come una persona semplice,<br />
ma in un secondo momento scopre di essere<br />
l’unico in grado di salvare il mondo.<br />
In questi racconti si parla spesso di magia,<br />
di cavalieri, damigelle e creature mitologiche,<br />
poichè il fantasy affonda le sue origini,<br />
come già accennato, anche nel mito:<br />
quello greco (Odissea e Iliade), mesopotamico<br />
(Gilgamesh), scandinavo (Beowulf),<br />
celtico e romano.<br />
La nascita di questo nuovo tipo di narrazione,<br />
non combaciante con la realtà ma<br />
neanche troppo lontana da essa per non<br />
sembrare completamente irreale, vede anche<br />
l’entrata in scena di scrittori del calibro<br />
di Edgar Allan Poe, noto per i suoi racconti<br />
a carattere noir e incline all’horror,<br />
e di William Morris, i cui romanzi saranno<br />
fondamentali per lo sviluppo del genere.<br />
Al seguito di Morris, emerge IL personaggio<br />
di questa scena, il padre del “fantastico”,<br />
John Ronald Reuen Tolkien, professore<br />
al Merton College, esperto di filologia<br />
germanica. Capace di portare all’apice<br />
la visione contemporanea della letteratura<br />
epica medievale, aggiungendovi la<br />
propria profonda etica cristiana, concepisce<br />
un enorme affresco sul vivere e sull’uomo,<br />
sulla libertà di scelta e sull’eroismo<br />
degli umili e dei “piccoli”. Si trasforma<br />
così in un punto di riferimento negli anni<br />
‘70, senza attuare un’opera di ripresa del<br />
mito da perpetrare. Infatti proclama la supremazia<br />
degli anti-eroi, nel caso specifico<br />
degli “hobbit”, che scelgono l’eroismo come<br />
libero dono di sé per contribuire in modo<br />
non-eroico per la causa del bene, lad-
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
dove le schiere degli eroi tradizionali sono<br />
virtualmente di contorno e inutili all’esito<br />
finale.<br />
Al seguito di Tolkien si sbizzarriranno<br />
molti autori come Terry Brooks e Terry<br />
Pratchett. Ad ogni modo, proprio perché<br />
la società moderna si ritrova “sopraffatta”<br />
da un ritmo incalzante di nuovi traguardi<br />
Fantasy<br />
L’immaginazione diventa maschera della realtà<br />
CHI DI VOI non conosce maghi, vampiri,<br />
draghi e folletti? Queste creature<br />
fatate sembrano popolare sempre più<br />
frequentemente le pagine dei libri di tutto<br />
il mondo. È un dato di fatto che, ora come<br />
ora, il genere fantasy sia ai suoi massimi<br />
livelli di apprezzamento. Ma cos’è<br />
che rende questo genere così affascinante?<br />
Molti pensano che sia la sua aurea mitologica,<br />
visto che “Fantasy” letteralmente<br />
è un termine, mutuato dalla lingua inglese,<br />
con il quale si indica un genere i cui<br />
elementi dominanti sono il mito e la fiaba.<br />
Tuttavia questa concezione è fondamentalmente<br />
sbagliata infatti, sebbene il genere<br />
tragga le sue origini dal mito, non ha niente<br />
a che vedere con esso. Il mito è infatti<br />
una storia popolata di creature eroiche e divinità<br />
scritto però in un periodo in cui esse<br />
erano ritenute reali. Per gli antichi i miti<br />
non erano invenzioni ma la realtà; al contrario<br />
la società moderna è consapevole del<br />
fatto che tutto ciò che è scritto nei libri fantasy<br />
sia frutto puramente dell’invenzione<br />
dell’autore.<br />
La bravura di quest’ultimo infatti sta<br />
proprio nel riuscire a riprodurre la sua visione<br />
in parole, a dare spessore ad ogni co-<br />
28<br />
in campo scientifico, il fantasy viene considerato<br />
dalle nuove generazioni come una<br />
“via di fuga” dalla realtà quotidiana. Di<br />
conseguenza gli autori trovano terreno fertile<br />
nelle menti dei lettori che si scoprono<br />
in questo modo attirati da tali temi e catapultati<br />
in mondi che la narrativa del nostro<br />
secolo sembra incapace di offrire. Spider-Man<br />
sa in modo che il lettore possa assorbirla<br />
e immaginarla anche se non fa parte della<br />
sua realtà. Ed ecco quindi che dalle pagine<br />
prendono forma impavidi eroi, vedi Frodo<br />
Baggins in “The Lord of The Rings”, intrepidi<br />
maghi, come Harry Potter e le sue<br />
avventure nella scuola di magia, ma anche<br />
personaggi più inusuali, come eterei vampiri,<br />
basti pensare ad Edward Cullen e alla<br />
nuova generazione di vampiri “vegetariani”<br />
creati dalla geniale mente di Stephenie<br />
Meyer.<br />
Tuttavia questi personaggi non sono<br />
mai soli, ma sempre affiancati dalla parte<br />
malvagia della storia: l’avversario. Forse<br />
pochi sanno che questa parola è in realtà<br />
il significato in ebraico del termine “Satana”,<br />
da qui viene appunto fuori l’avversario<br />
visto come il male, il buio che si oppone<br />
alla luce, ossia l’eroe. Questa caratteristica<br />
del genere fantasy, la lotta tra il<br />
bene e il male, è tuttavia controversa e intrigante.<br />
Il mondo creato dagli scrittori infatti<br />
è un mondo ideale, del desiderio, altra<br />
parola chiave del genere, eppure, proprio<br />
come l’Arcadia, esso non è perfetto.<br />
Sebbene sia solo frutto dell’immaginazione<br />
neanche qui lo scrittore riesce a trovare
I colori della letteratura Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
la pace. La malinconia e la tristezza sono<br />
sempre in agguato per cui viene spontaneo<br />
chiedersi se questo genere sia davvero<br />
un modo di evadere dalla realtà o più che<br />
altro una maniera di riscriverla. La maggior<br />
parte dei dubbi e delle incertezze degli<br />
stessi eroi sembrano infatti rispecchiare<br />
quelli della nostra stessa esistenza solo liberi<br />
di librarsi ed esprimersi su una tela più<br />
grande: quella dell’immaginazione.<br />
La fantasia e i mondi fantastici sono solo<br />
sfondo di vicende tratte dalla realtà, che<br />
lo scrittore riesce ad esprimere meglio su<br />
carta perché libero da ogni sorta di vincolo<br />
e confine. Il mondo fantastico quindi divie-<br />
Cosa vuol dire leggere un libro oggi?<br />
ne nient’altro che una ‘maschera della realtà’,<br />
un modo di riproporre ciò che non potrebbe<br />
essere detto avvalendosi dell’aiuto<br />
di atmosfere fatate e qualità soprannaturali<br />
che provvedono a sopperire alle mancanze<br />
tipicamente umane.<br />
In conclusione si può affermare che il<br />
genere fantasy è essenzialmente un modo<br />
di esprimere la realtà visto che tutto<br />
ciò che accade inizia proprio nell’immaginazione<br />
e che, come diceva Oscar Wilde,<br />
“L’uomo è meno se stesso quando parla di<br />
persona. Ma dategli una maschera e vi dirà<br />
la verità”.<br />
Frikky<br />
• Ieri chi leggeva un libro era acculturato — oggi uno sfigato (vedi me).<br />
• Ieri chi scriveva un libro era acculturatissimo — oggi anche gli ignoranti scrivono<br />
(vedi ancora me).<br />
• Ieri chi produceva un libro era felice di lavorare — oggi dice: “Ma chi me lo ha<br />
fatto fare ?”<br />
• Ieri chi stampava un libro era messo bene — oggi chi vende le stampanti.<br />
• Ieri per Natale si regalavano libri — oggi ci liberiamo di quelli che ricevemmo in<br />
quei Natali.<br />
• Ieri per leggere bisognava indossare gli occhiali — oggi solo gli occhialuti leggono.<br />
• Ieri si traevano sceneggiature da best-seller — oggi da videogiochi di successo.<br />
• Ieri si vedevano i film dei libri che si leggevano — oggi si vedono direttamente i<br />
film.<br />
• Ieri sul comodino c’era sempre un libro — oggi (nella migliore delle ipotesi) c’è il<br />
comodino.<br />
• Ieri si compravano i ‘tascabili’ — oggi si digita su Google ‘temi svolti’.<br />
• Ieri la versione te la facevi tradurre dal prof in biblioteca a cui facevi pena — oggi<br />
da ‘Studenti.it’.<br />
29
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
• Ieri la cosa che si leggeva più attentamente era un romanzo — oggi un libretto<br />
d’istruzioni.<br />
• Ieri con i Cd originali uscivano i testi in un libretto — oggi li prendiamo online<br />
(totalmente legale!).<br />
• Ieri i libri si leggevano nel vero senso della parola — oggi esistono file mp3 con<br />
una voce che legge.<br />
• Ieri era ieri — oggi è oggi (questo è una tipica frase dei libri che legge il sottoscritto!)<br />
E infine vorrei proporvi cosa ne pensano due miei amici sulla lettura:<br />
‘Ci sono crimini peggiori del bruciare i libri. Uno di questi è non leggerli.’<br />
Joseph Brodsky<br />
‘Il libro non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni.’<br />
P.S. Un consiglio — LEGGETE, LEGGETE, LEGGETE !!!<br />
Google ti “sgama”<br />
TEXnologia<br />
ÈPROPRIO vero che il progresso ormai<br />
non ha più limiti! Pensate che camuffate<br />
all’interno di ordinarie automobili,<br />
le telecamere di Google sono<br />
dappertutto.<br />
Da qualche tempo, ormai, si sta diffondendo<br />
un avanzatissimo servizio complementare<br />
a Google Maps, ossia Street<br />
View.<br />
È assolutamente straordinario ciò che si<br />
riesce a realizzare esclusivamente grazie a<br />
un invisibile ma acuto obiettivo.<br />
Street View, infatti, permette di camminare<br />
virtualmente per le strade utilizzando<br />
semplicemente il mouse. Tale servizio offre<br />
all’utenza la possibilità di guardarsi intorno<br />
a 360°, dalla prospettiva di un comune<br />
pedone. Le immagini catturate da<br />
30<br />
Jorge Luis Borges<br />
King<br />
Street View sono realizzate da autovetture<br />
equipaggiate con fotocamere digitali a<br />
undici obbiettivi, capaci di scattare simultaneamente<br />
undici foto in altrettante direzioni.<br />
Il programma non solo permette di<br />
muoversi per le strade di una città, ma di<br />
immortalare attraverso riprese e ‘zoomate’<br />
i volti e le espressioni dei passanti.<br />
Tecnologico, no? Ma non trovate che<br />
sia un tantino invadente?<br />
In una società multimediale e moderna<br />
come quella in cui viviamo, il progresso<br />
talvolta può incontrare degli ostacoli.<br />
Per i ficcanaso di Google quello più<br />
difficile da superare è sicuramente il problema<br />
della ‘privacy’. Essere fotografati,<br />
magari in compagnia dell’amante o mentre<br />
si schiamazza ubriachi, non è affatto
TEXnologia Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
piacevole!<br />
Per fortuna noi Italiani possiamo ancora<br />
stare tranquilli, ma stiamo all’erta:<br />
si vocifera che presto l’occhio in-<br />
Codice QR<br />
Dal cellulare ad internet in. . . una foto<br />
LA TECNOLOGIA del Sol Levante è<br />
esportata in ogni angolo del pianeta.<br />
Un piccolo esempio è quello del<br />
Qr Code ideato dalla multinazionale giapponese<br />
Denso. Se amate girovagare per<br />
<strong>Teramo</strong>, avrete sicuramente notato in questo<br />
periodo delle locandine (finalmente anche<br />
nella nostra città!), con sopra tanti quadratini<br />
bianchi e neri, molto simili ad un<br />
labirinto o ad un cruciverba.<br />
Ho deciso di informarmi sul significato<br />
di questi manifesti e ho scoperto che questa<br />
nuova tecnologia non è altro che ‘la<br />
nipote’ di quella del più comune codice a<br />
barre. Cosa le differenzia? Facile, mentre<br />
nessuno di noi dispone di un lettore ‘modello<br />
cassa del supermarket’ nella propria<br />
tasca, tutti invece possediamo un cellulare.<br />
Meglio specificare.. un telefonino capace<br />
di navigare su internet senza troppe difficoltà!<br />
Basta infatti scaricare un software<br />
che permetta, con una semplice foto a questo<br />
codice, di collegarci al corrispondente<br />
sito web e avere innumerevoli notizie sul<br />
prodotto. Il nostro cellulare sarà trasformato<br />
dunque in un vero e proprio mini-<br />
31<br />
discreto di Street View ci raggiungerà,<br />
sorprendendoci chissà in quale assurdo<br />
atteggiamento.<br />
Fiore<br />
scanner. I codici QR (da Quick Response,<br />
ossia risposta rapida) sono di utilizzo<br />
comune in Giappone e vengono applicati<br />
sopra ogni tipo di articolo di consumo: libri,<br />
latte, capi di vestiario. Inoltre, sconfinando<br />
nel macabro, è recente l’usanza di<br />
applicarli anche sulle tombe; fatta la foto<br />
verrà attivato il collegamento alla pagina<br />
web destinata alle informazioni sulla vita<br />
del defunto!<br />
Questa nuova tecnologia comincia a diffondersi<br />
lentamente anche in Italia: il comune<br />
di Torino ad esempio è stato il primo<br />
ente ad applicare il codice QR su alcuni<br />
monumenti. Tornando invece alla nostra<br />
città, il suo utilizzo è limitato ad alcune attività<br />
private, come una panetteria del centro,<br />
e alle famose locandine che sponsorizzano<br />
un sito di due concittadini. Il punto di<br />
forza del ‘magico’ quadratino è proprio il<br />
suo aspetto enigmatico, ma riuscirà davvero<br />
ad attirare in breve tempo l’attenzione<br />
di noi italiani o, come al solito, dovremo<br />
aspettare ancora anni e anni per poterne<br />
usufruire davvero?<br />
Drunkkk
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
Il rivale dell’iPhone<br />
L’IPHONE è stata sicuramente la novità<br />
più discussa ed acclamata del 2008:<br />
la Apple ha saputo infatti stupire anche<br />
i più scettici, con questo “mobile phone”<br />
in grado di ricoprire numerose funzioni,<br />
con la tanto apprezzata funzionalità<br />
touch-screen. Ma non tutti forse sanno<br />
che già da due anni circa è in vendita<br />
(perlopiù online) uno smart-phone chiamato<br />
NEO1973 della F.I.C. (First International<br />
Computer) di Taiwan, unica azienda<br />
che finora è in grado di contrastare il<br />
predominio della Apple in questo settore.<br />
NEO1973 è infatti uno smart-phone piuttosto<br />
innovativo e controtendenza: completamente<br />
opensource ma anche openhardware<br />
(caso unico al mondo!), quindi continuamente<br />
rinnovabile anche dagli stessi<br />
acquirenti, a prescindere che siano o<br />
meno interessati allo sviluppo (software o<br />
hardware).<br />
Inoltre rappresenta una novità per i dispositivi<br />
dotati di Linux, anche se questa<br />
caratteristica può in un certo modo essere<br />
penalizzante, data la maggiore esperienza<br />
necessaria per l’utilizzo di tale sistema<br />
operativo. Ma la vera e propria innovazione<br />
si è avuta nel giugno 2008, quando è<br />
stato presentato il nuovo modello firmato<br />
F.I.C.: NEO FREE RUNNER, di gran lunga<br />
più versatile rispetto al suo predecesso-<br />
Primati e rivoluzioni: Apple<br />
AMMETTIAMOLO, la mela morsicata<br />
ci ha cambiato letteralmente la<br />
vita, soprattutto con gli iPod, ma<br />
procediamo con calma dall’inizio.<br />
32<br />
re, con cui sono stati risolti diversi problemi,<br />
come la necessità di utilizzare un’alimentazione<br />
esterna per sfruttare il collegamento<br />
USB con l’incremento di una porta<br />
USB host mode, e sono state aggiunte<br />
caratteristiche fondamentali su uno smartphone,<br />
come il collegamento WIFI (standard<br />
a/b/g), Bluetooth 2.0 ed è dotato persino<br />
di due acceleratori 3D superiori a quelli<br />
dell’I-phone (che ha 2D).<br />
Lo schermo touch screen di 2.8 pollici<br />
ha una risoluzione 480x640 pixel e il peso<br />
complessivo è di 185 g. Unico difetto:<br />
manca la fotocamera! Ma la F.I.C. sta già<br />
sperimentando un nuovo modello in cui si<br />
cercherà di ampliare le funzionalità dello<br />
smart-phone e migliorarne alcuni aspetti,<br />
come l’interfaccia e la stabilità, sperando<br />
che la nuova versione hardware sia più solida<br />
rispetto alla prima! Purtroppo tale dispositivo<br />
non è ancora legato alla grande<br />
distribuzione, anche se conta ormai su appassionati<br />
di tutto il mondo che numerosi<br />
si scambiano opinioni su internet per incrementare<br />
il business della F.I.C., permettendo<br />
un futuro sviluppo del progetto. L’opensource<br />
è di certo la qualità che meglio<br />
può favorire la vendita dei NEO, in quanto<br />
l’iPhone è dotato soltanto di funzionalità<br />
chiuse e limitate: chi vincerà questo duro<br />
conflitto d’interessi? Staremo a vedere. . .<br />
Bones<br />
Chiariamo intanto alcuni termini che<br />
utilizzerò in questo articolo:<br />
• Mac: abbreviazione di Macintosh, è il
TEXnologia Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
sistema operativo della Apple, come<br />
Windows della Microsoft. Le versioni<br />
di Mac sono numerate (10.4, 10.5,<br />
10.6 sono le più recenti), ma vengono<br />
riconosciute più con i nomi in codice<br />
che le vengono attribuiti (Tiger,<br />
Leopard, Snow Leopard). Questo sistema<br />
operativo funziona ottimamente<br />
solo con determinate componenti<br />
hardware ’imposte’ da Apple.<br />
• iMac: sono i computer da tavolo. A<br />
prima vista, se ne vedete uno, non<br />
troverete l’unità centrale. E dove sarà<br />
mai?! È proprio dietro al monitor.<br />
Vedrete infatti che il lettore/marterizzatore<br />
CD/DVD è a lato<br />
dell’apparecchio.<br />
• MacBook: sono i notebook Apple<br />
basati su Mac OS X.<br />
Iniziamo quindi il nostro viaggio nel<br />
mondo Apple.<br />
1984: Macintosh 128k, è il primo computer<br />
con il primo sistema operativo (Mac<br />
OS) dotato di interfaccia grafica (GUI); un<br />
anno più tardi Bill Gates, noto personaggio<br />
di Microsoft, lancia Windows. Il successo<br />
di Windows? L’hardware. A quei<br />
tempi c’erano solo computer IBM, ma la<br />
tecnologia non era brevettata in modo tale<br />
che altre società potevano copiarla e produrre<br />
PC a basso costo. Il software Apple<br />
era limitato al proprio hardware, ma già<br />
33<br />
allora non aveva grandi problemi di stabilità<br />
e/o funzionalità delle applicazioni, al<br />
contrario della concorrente Microsoft.<br />
2000: nasce Mac OS X (si legge ’Ten’,<br />
’Dieci’). Nel nome si nasconde il kernel:<br />
è basato infatti su Unix/Linux. Il sistema<br />
è già avanti anni luce rispetto a Windows<br />
Professional, ma l’insuccesso di Apple<br />
rimane il costo: sarà sempre legato al<br />
proprio hardware.<br />
2001: entra prepotentemente nelle nostre<br />
vite l’iPod, il primo lettore musicale<br />
portatile, corredato di memoria su Hard Disk,<br />
inizialmente di 5GB (ora sembrano pochi,<br />
ma allora non si aveva neanche la cognizione<br />
di cosa fosse un GigaByte). È la<br />
catastrofe! La Apple stravolge il mondo<br />
della musica. Nascono gli Store su internet,<br />
dove comprare e ascoltare direttamente<br />
dal computer le proprie canzoni preferite.<br />
Nasce quindi il ’lettore mp3’ come<br />
oggi lo intendiamo. Tutto merito di Steve<br />
Jobs (attuale Amministratore Delegato di<br />
Apple Inc.) e del suo team. Dopo il primo<br />
nascono le 6 generazioni di iPod, ora con il<br />
supporto per le foto, ora quello per i video,<br />
ora con il Cover Flow (scorrimento degli<br />
album tramite copertine), ora la versione<br />
Mini e ora la versione Shuffle (il più piccolo<br />
lettore mp3 esistente, senza schermo).<br />
Saranno questi che apriranno la strada ai<br />
concorrenti a basso costo.<br />
2005: Apple adotta i processori Intel<br />
a scapito dei PowerPC. Prestazioni,<br />
prestazioni e prestazioni. . . senza eguali!<br />
2006: MacBook Pro e iMac, i primi nel<br />
mondo con processori Dual Core. Sempre<br />
più prestazioni.<br />
2007: “Apple reinvents the Phone”, nasce<br />
l’iPhone. Un iPod Widescreen (a tutto<br />
schermo), un telefono e una periferica por-
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
tatile per collegarsi a internet. È di nuovo<br />
catastrofe! Tre prodotti in uno. Tecnologia<br />
avanti ancora anni luce rispetto ai propri<br />
concorrenti. Nasce il Multi-Touch, lo<br />
schermo riconosce solo il tocco di una o<br />
più dita e non c’è bisogno di penne o stylus.<br />
L’iPhone ha un sensore di orientamento,<br />
l’accelerometro: è possibile navigare e<br />
guardare video con l’apparecchio in orizzontale,<br />
senza dover fare nulla, solo girarlo<br />
di 90°. Queste due le caratteristiche più ’vistose’<br />
tra tutte; al suo interno, però, abbiamo<br />
incredibili funzioni fino ad allora mai<br />
implementate in un telefono.<br />
2008: è il momento del notebook più<br />
sottile e leggero del mondo, MacBook Air.<br />
Tecnologia Multi-Touch per il trackpad,<br />
schermo a retroilluminazione LED, dischi<br />
a stato solido (SSD) al posto degli Hard<br />
Disk (HDD), sistema operativo completo<br />
Mac OS X 10.5 Leopard (fino ad allora<br />
sui computer ridotti si utilizzavano versioni<br />
di Windows ridotte, per non appesantirlo<br />
troppo), processore Intel Dual Core<br />
Duo. Si sono dimenticati di una cosa. . .<br />
o forse no: non c’è lettore/masterizzatore<br />
CD/DVD. E perché? Perché la tecnologia<br />
di memorizzazione su dischi è destinata a<br />
morire, proprio come per il Floppy.<br />
È anche l’anno dell’iPhone 3G, versione<br />
che rispetto al precedente include la tecnologia<br />
UMTS ad alta velocità (HSDPA) e<br />
un GPS incorporato. Di recente è stata anche<br />
aggiornata la gamma di MacBook con<br />
dotazioni hardware sempre all’avanguardia,<br />
processori Dual Core che non vanno<br />
sotto i 2.0 GHz di frequenza (tranne per i<br />
MacBook Air, da 1,6 o 1,86 GHz), schede<br />
video nVidia con prestazioni paragonabili<br />
a PC da tavolo, se non superiori.<br />
Il segreto e la beffa. Il segreto? Nessun<br />
problema di hardware o software, solide<br />
basi Unix e quindi nessun problema<br />
di sicurezza (i sistemi operativi Mac OS<br />
X sono IMMUNI da virus e quant’altro).<br />
Tanta passione e soprattutto, un occhio di<br />
riguardo a quello che pensa il consumatore.<br />
La beffa? Il costo. Un MacBook costa<br />
dai 949 € in su, un iMac dai 999 € in<br />
su, un iPhone 3G 499 € (8GB) e 569 €<br />
(16GB). Ecco il segreto dell’insuccesso<br />
della Apple.<br />
Microsoft e Windows hanno basato il loro<br />
successo sulla “compatibilità”. “E allora<br />
sotto con i driver e robe varie”, “Il computer<br />
non si accende!”, Oddio l’antivirus<br />
e internet che non si collega!”, “Lo schermo<br />
nero!”, “Però, sono comunque soldi<br />
risparmiati, o no?!”, “Basta che costa poco!”.<br />
In questo periodo ti recessione, direte,<br />
è facile parlare. Ma finché non ce lo<br />
dice anche la tv di comprare prodotti Apple,<br />
chissenefrega? Ci attacchiamo tutti<br />
al SOTTO-COSTO, senza guardare a cosa<br />
c’è veramente sotto: un ammasso di ferro<br />
che non vale niente. Peccato che la Apple<br />
non investa in pubblicità tramite tv. . .<br />
gianluca<br />
Essere l’uomo più ricco al cimitero non mi interessa. . . Andare a letto la notte sapendo che abbiamo fatto<br />
qualcosa di meraviglioso. . . quello mi interessa.<br />
34<br />
Steve Jobs, iCEO di Apple Inc
Recensioni Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
Australia<br />
Recensioni<br />
IL creativo regista Baz Luhrmann ha dato<br />
vita ad un’appassionante avventura<br />
romantica. Poiché il cuore della vicenda<br />
si svolge in Australia (da qui il titolo del<br />
film), non poteva non scegliere i due attori<br />
australiani per eccellenza: Nicole Kidman<br />
e Hugh Jackman, i quali hanno sentito il<br />
richiamo della terra dove sono cresciuti.<br />
La Kidman interpreta un’aristocratica<br />
inglese, Lady Sarah Ashley, che si trasferisce<br />
nel Maryland, in Australia, per entrare<br />
in possesso di una fattoria, la quale le è<br />
stata lasciata in eredità.<br />
Sfortunatamente, un gruppo di malviventi<br />
uccide suo marito, ma la coraggio-<br />
Ex.Wave (Experimental Wave)<br />
IL PROGETTO ‘Ex.Wave’ nasce dall’incontro<br />
fra i giovani musicisti teramani<br />
Luca D’<strong>Albert</strong>o e Lorenzo Materazzo e<br />
mira a far spaziare l’ascoltatore in un viaggio<br />
senza regole stilistiche: dalla musica<br />
elettronica a quella sperimentale.<br />
35<br />
sa protagonista non si dà per vinta e vuole<br />
portare a termine il progetto del consorte:<br />
guidare una mandria di mucche in terreni<br />
accidentali con l’aiuto dell’affascinante<br />
e rude mandriano, per la sua eccellente<br />
conoscenza del territorio.<br />
Così inizia il viaggio colmo di pericolosi<br />
imprevisti, ma la cosa che riesce a mantenere<br />
una trepidante attenzione da parte<br />
del pubblico è la relazione tra Sarah e il<br />
bel mandriano, che gradualmente cresce<br />
insinuandosi nel cuore della gente.<br />
Alla continua passione che aleggia per<br />
l’intero film si aggiungono fatti drammatici<br />
di enorme rilevanza. Si parla delle<br />
così dette “generazioni rubate” (bambini<br />
aborigeni che venivano sottratti dalle loro<br />
famiglie e portati a vivere con i preti).<br />
Il film riesce quindi a trattare tematiche<br />
recentemente risolte in maniera leggera<br />
senza compromettere comunque la lora<br />
importanza.<br />
Tutto questo, aggiunto alla bravura del<br />
regista e all’ottima interpretazione dei protagonisti,<br />
potrebbero portare a un’ipotetica<br />
e meritata candidatura all’Oscar.<br />
Kekka<br />
È proprio ‘sperimentale’ la parola chiave<br />
del progetto, poiché effettua un’ulteriore<br />
ricerca nell’utilizzo degli strumenti (Luca<br />
D’<strong>Albert</strong>o è uno dei soli tre suonatori di<br />
Violectra a 6 corde al mondo), così che la<br />
tecnica diventa il punto di partenza per la
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
libertà compositiva e per esaltare la fisicità<br />
degli strumenti.<br />
Dunque il risultato finale è un misto<br />
fra varie sonorità che trasmettono estrema<br />
eleganza all’ascoltatore.<br />
Il primo lavoro degli Ex.Wave è ‘Apri<br />
gli occhi’, in commercio dal 30 gennaio<br />
<strong>2009</strong> (Edizioni EMI Music Publishing),<br />
caratterizzato anche dalle collaborazioni<br />
di personaggi di spicco del panorama Alternative<br />
italiano come Xabier Iriondo (Ex<br />
Tipi da bar<br />
QUATTRO anni e mezzo di permanenza<br />
in questo liceo mi hanno fornito<br />
una conoscenza non comune della<br />
variegata fauna che all’ora di ricreazione<br />
popola il nostro amato bar. Mi sembra giusto<br />
dunque fornire, specie per i lettori più<br />
giovani, un resoconto più o meno dettagliato<br />
riguardo le caratteristiche dei nostri ‘tipi<br />
da bar’, nonchè i motivi per cui, molto<br />
spesso, la loro ‘missione’ fallisce.<br />
1. IL COMPULSIVO: Quello che alle<br />
11 meno dieci, cioè a mezz’ora dalla<br />
ricreazione, comincia a sudare e ad<br />
agitarsi nervosamente sulla sedia chiedendo<br />
l’ora in continuazione. Al suono<br />
della campanella, poi, schizza fuo-<br />
36<br />
esponente degli Afterhours) e Birò.<br />
Questo Album rappresenta la coronazione<br />
dell’ennesimo sogno da parte di questi<br />
due ‘ragazzi-prodigio’, dopo l’apertura del<br />
concerto dei Deep Purple al Teatro Smeraldo<br />
di Milano con gran successo di pubblico<br />
e critica (15-16 Luglio 2008), e dopo la<br />
recente firma del contratto con la grande<br />
‘Capitol’ di Los Angeles per le sincronizzazioni<br />
cinematografiche (colonne sonore<br />
per Film e Pubblicità).<br />
The_Mister_Manson e Andrea Croce<br />
ri dall’aula correndo verso il bar e urlando<br />
alla barista il panino prescelto.<br />
La sua missione spesso fallisce poichè<br />
l’emozione di aver ricevuto il panino<br />
è troppo grande e si accascia a terra<br />
privo di sensi.<br />
2. IL CENTRAVANTI: Quello che<br />
scambia la fila del bar per una mischia<br />
in area di rigore. Si fa largo grazie<br />
all’ausilio di gomitate, spintoni e talvolta<br />
anche di calci per sbaragliare i<br />
‘difensori’. La sua missione fallisce<br />
perché, una volta ricevuto il panino,<br />
lo colpisce di testa e lo fa cadere.<br />
3. LA MAMMA AMOREVOLE: La ragazza<br />
dagli occhi dolci che fa la spesa<br />
per tutti. Con un elenco in mano, si<br />
avvicina al bar con aria supplichevole<br />
e comincia a sciorinare una lunga serie<br />
di panini. La sua missione fallisce<br />
perché, fra tutto quello che deve comprare,<br />
l’unico panino che si è scordata<br />
è, naturalmente, il suo.<br />
4. IL MENTITORE: Lo siamo stati tutti.<br />
“Professoressa, posso andare in ba-
Recensioni Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
gno?” per poi rientrare in classe con<br />
il panino nascosto dietro la schiena. Il<br />
mentitore difficilmente fallisce, a meno<br />
che il professore non gli requisisca<br />
il panino per poi spacciarlo per suo e<br />
divorarlo, ma succede raramente. . .<br />
5. IL MILIONARIO: Quello che paga<br />
un panino da 90 centesimi con una<br />
banconota da venti euro, bloccando la<br />
fila per nove, dieci minuti in attesa del<br />
resto. La sua missione fallisce perché,<br />
già alla sua seconda apparizione,<br />
viene linciato dalla folla inferocita.<br />
6. L’INDIFFERENTE: L’opposto del<br />
compulsivo. Arriva al bar a ricreazione<br />
già finita e si accontenta anche delle<br />
briciole sui vassoi o dell’olio dei panini<br />
al pomodoro; paga, e con il resto,<br />
ovviamente, si compra una gomma da<br />
masticare a forma di palla di tennis,<br />
da rugby o da calcio. A quando le<br />
gomme a forma di mazza da baseball?<br />
7. L’INDECISO: Quello che prima di<br />
uscire dalla classe non ha ancora deci-<br />
Carpe diem<br />
so il panino, e una volta arrivato al bar<br />
si fa prendere dal panico formulando<br />
richieste assurde del tipo “Cos’hai?”<br />
con 120 persone dietro ad urlare neanche<br />
non mangiassero da dieci giorni.<br />
La sua missione fallisce poiché, dopo<br />
aver chiesto perché il panino con crudo<br />
e formaggio costi di più del panino<br />
con il crudo semplice, viene portato al<br />
patibolo insieme al milionario.<br />
8. IL MANAGER: Quello super impegnato<br />
che non ha tempo per quisquiglie<br />
come la fila, lancia il suo euro tra<br />
la folla urlando di portargli il panino<br />
in classe perché dopo ha il compito<br />
e non ha ancora scritto le copiette sul<br />
banco. Ma la sua missione fallisce perché<br />
chi gli porta il panino posa la carta<br />
(bisunta) sulle copiette cancellandole<br />
dal banco.<br />
Beh, dopo aver incluso proprio tutti,<br />
non mi resta che chiudere con un consiglio.<br />
. . “Professoressa, posso andare in<br />
bagno. . . ?”<br />
Brakko<br />
Quant’è forte la voglia del non essere, sento che sale lenta sempre di più, con una strana<br />
costanza. . .<br />
la stessa costanza con cui anche la voglia di vivere sale e sale e sale. . .<br />
e ci porta ad agire d’istinto. . .<br />
solo momenti da ricordare. . . per sempre. . . CARPE-DIEM!<br />
37
LA VOCE Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
Parole Crociate<br />
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11<br />
12 13 14 15<br />
16 17 18 19 20<br />
21 22 23<br />
24 25 26 27 28 29<br />
30 31 32 33<br />
34 35 36 37 38 39<br />
40 41 42 43 44<br />
45 46 47 48<br />
49 50 51<br />
ORIZZONTALI: 1. Il terzo segno zodiacale - 7. La tanto sospirata neve. . . senza<br />
fine - 10. Dopo il MI - 12. Gran signore - 13. Ognuno spera che lo sia il compito in<br />
classe - 15. Simbolo atomico dell’argento - 16. Solo in centro - 17. Gioioso - 19. Basico<br />
senza inizio - 21. Il Paolo di Camera Caffè - 22. Dottore in breve - 23. Agenti incaricati<br />
di ottenere informazioni segrete - 24. In mezzo alla noce - 25. Atto o detto osceno -<br />
28. Sigla di Bari - 30. L’arteria principale - 32. Inizio senza fine - 33. Dopo - 35. Dispari<br />
in baia - 36. La si usa per giocare a biliardo - 39. Le ultime vocali - 40. Saluto arabo -<br />
43. Seriosi senza inizio e fine - 44. Lo è chi finisce a tappeto nel pugilato - 45. Modo<br />
elegante di muoversi - 46. Poca satira - 47. La prima persona - 49. Il dittongo della<br />
poetessa - 50. L’alieno più famoso - 51. Indifferenza, pigrizia -<br />
VERTICALI: 1. La Terra - 2. Lo è l’energia cinetica convertita dal vento - 3. Iniziali<br />
di Reitano - 4. Quello de La Voce lo scrive Gianmarco Ferreo - 5. Alfa senza a -<br />
6. Misure inglesi - 7. Né sì né no - 8. Agile, sciolto nei movimenti - 9. Insetto dalla vita.<br />
. . stretta - 10. La community di fan gruppi e poke - 11. Alcuni temono quello delle<br />
siringhe - 14. Chiusura lampo - 18. Ultimo in inglese - 20. Vocali di vini - 26. Metà casinò<br />
- 27. Lo fa chi incita alla rivolta - 29. Piccolo giardino - 31. Dimenticanza poetica -<br />
34. La carta che prende tutto - 37. Quiz attitudinale - 38. Il nome dell’attrice Argento -<br />
41. Soldati senza soldi - 42. Io in altri casi - 48. Un po’. . . ottuso -<br />
a cura di Belle<br />
38
Cruciverba e altri giochi Anno VI - Numero 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2009</strong><br />
Scacchi e altro. . .<br />
<br />
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<br />
<br />
Il bianco matta in una mossa.<br />
Sudoku medio Sudoku difficile<br />
9 3 1<br />
2 1 9<br />
8 1 5 3 7<br />
1 4<br />
6 5 8 3<br />
4 8<br />
2 8 5 9 7<br />
5 2 6<br />
3 6 9<br />
What has roots as nobody sees,<br />
Is taller than trees,<br />
Up, up it goes<br />
And yet never grows?<br />
Gollum’s Riddles<br />
39<br />
Ci sono tre scatole: una piena di biglie<br />
nere, una piena di biglie bianche e una<br />
con biglie bianche e nere. Le tre scatole<br />
sono etichettate secondo il contenuto.<br />
Le etichette vengono spostate in modo<br />
tale che a nessuna delle tre scatole corrisponda<br />
più la sua etichetta originale.<br />
Sareste in grado di rimettere a posto<br />
le etichette potendo effettuare una sola<br />
estrazione?<br />
a cura di Dante Bonolis<br />
1 7 6 9<br />
7 3 2<br />
6 8 2<br />
2 8 5 9<br />
8 5 2 1<br />
9 2 1 4<br />
8 9 2<br />
4 9 7<br />
9 4 2 8<br />
Voiceless it cries,<br />
Wingless flutters,<br />
Toothless bites,<br />
Mouthless mutters.<br />
a cura di Igor ["aIgO:*]<br />
J.R.R. Tolkien
Coordinatore: Prof. Nando (Igor ["aIgO:*]) Cozzi<br />
Caporedattore: Gianmarco (Drunkkk) Ferreo<br />
Responsabile LATEX: Igor ["aIgO:*]<br />
. . . L’Allegra Brigata. . .<br />
Illustratori: Francesco (Gonzy) Faenza Mattia (SOAD) Caruso<br />
Giacomo (Frex) Frey Francesca (Kekka) Chionchio<br />
Jessica (Cicca) Ciccolone Ludovica (Cappuccetto Rosso) Palucci<br />
Lavinia (Blue Samurai) Di Giovanni<br />
Fotografo: Mario (V for vendetta) Di Nicola Marco (Marz) Di Marcantonio<br />
Redattori: Alessandra (Alpix) Pigliacelli Alessandro (Paradoss. . . Alex) Vetuschi<br />
Alice (Bamba) Francioni Angela (Angy) Di Michele<br />
Andrea Croce Cristina (Snow_White) Corradi<br />
Danila (Fiore) Migliozzi Davide (Flam) Flaminj<br />
Ernesto (Erni) Consorti Federica (Fede) Goderecci<br />
Federica (Killy94) Bruni Federica (-Puc-) Termini<br />
Francesca (Frikky) Consorti Francesca (Khikhye77) Bucciarelli<br />
Gaia (Gaia =p) Di Timoteo Giacomo (Brakko) Di Francesco<br />
Gianluca (gianluca) Di Giacinto Giorgia (Gigia) Di Ventura<br />
Giulia (Jules) Di Virgilio Giuseppina (Hammy) Di Marcello<br />
Ingrid (Pac) Filippini Jessica (-Jesk@-) La Piccirella<br />
Lorenzo (The_Mister_Manson) Di Francesco Luca (Il Libano) Di Michele<br />
Marco (Barone Birra) Di Paolantonio Massimo (Ceccho B.S.) Cecchini<br />
Matteo (Vile) Di Camillo Mattia (King) Sciamanna<br />
Melania (Melò) Minnocci Michela (Megan94) Cialini<br />
Miriam (Killy03) Meloni Paola (Fox) Di Marco<br />
Roberta (Roberta) Cerino Roberta (RoSe) Cioschi<br />
Valentina (Belle) Ceci Valentina (The Walrus) D’Ambrosio<br />
Valentino (Spider-Man) Veraldi Valeria (Bones) Parnenzini<br />
Il problema di scacchi è tratto da Bobby Fischer insegna gli scacchi, Hoepli, 1966 (1974)<br />
Gli indovinelli sono ovviamente tratti da J.R.R. Tolkien, The Hobbit, 1937<br />
Interamente realizzato all’interno del <strong>Liceo</strong> <strong>Scientifico</strong> “<strong>Albert</strong> Einstein” di <strong>Teramo</strong>. È disponibile on-line nel sito web del liceo.<br />
○CC 2008-<strong>2009</strong> <strong>Liceo</strong> <strong>Scientifico</strong> “Einstein” - <strong>Teramo</strong><br />
http://www.lse.te.it — Sito ufficiale del liceo<br />
http://www.scientifico.tk — Forum degli studenti<br />
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