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Sindromi Algiche Vertebrali - Reumatologia

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Sancta Maria Spes Nostra Ancilla Domini Sedes Sapientiae Ora Pro Nobis<br />

Dott. Carmelo Debilio<br />

Dirigente Medicina Interna<br />

Specialista in <strong>Reumatologia</strong><br />

Viale Luigi Einaudi 6<br />

93016 Riesi (Cl)<br />

Tel. 0934/922009 – Cell. 331/2515580. ­ www.reumatologiadebilio.de<br />

In nòmine Patris, et Fìlii, et Spìritus Sàncti. Amen. Pàter nòster, qui es in caelis, sanctificètur nomen tùum, advèniat regnum tùum, fiat volùntas tua<br />

sìcut in caelo et in terra; panem nostrum cotidiànum dà nobis hòdie, et dimìtte nobis dèbita nostra, sìcut et nos dimìttimus debitòribus nostris, et ne<br />

nos indùcas in tentatiònem, sed lìbera nos a malo. Amen<br />

Ave Maria, gràtia plena, Dòminus tècum, benedìcta tu in mulièribus, et benedìctus fructus vèntris tui, Iesus. Sancta Maria, mater Dei, ora pro nobis<br />

peccatòribus, nunc et in hora mortis nòstrae. Amen. Gloria Pàtri, et Fìlio, et Spìritui Sancto, sicut erat in princìpio, et nunc, et semper, et in saècula<br />

saèculorum. Amen.<br />

<strong>Sindromi</strong> <strong>Algiche</strong> <strong>Vertebrali</strong><br />

Sono sindromi dolorose della colonna vertebrale di origine muscolo­scheletrica. Nel 95% dei casi<br />

sono di origine meccanica conseguente ad una postura statica e dinamica scorretta con ripercussione<br />

a livello delle strutture muscolo­legamentose e con processi degenerativi dei dischi intervertebrali e<br />

delle faccette articolari. Nel restante 5% la causa non è meccanica: tumori, infezioni, flogosi,<br />

aneurisma aortico, herpes zoster, psoriasi, artrite reumatoide, morbo di Crohn, ecc..<br />

Quadri Clinici<br />

1. Lombalgia meccanica: dolore localizzato in vicinanza del rachide con possibile irradiazione<br />

alla regione posteriore della coscia, che non scende oltre il ginocchio, riacutizzato dai<br />

movimenti e posizioni, con presenza o meno di limitazione funzionale.<br />

2. Lombosciatalgia: dolore lombare irradiato al di sotto del ginocchio, con ricerca di postura<br />

antalgica ed importante disturbo funzionale per interessamento delle radici nervose L5 e S1.<br />

3. Lombocruralgia: dolore irradiato all’inguine e alla superficie anteriore della coscia per<br />

interessamento radicolare di L3 e L4.<br />

4. Lombalgia con possibile grave patologia spinale o pluriradicolare: costante, progressiva,<br />

non alleviata da riposo, può peggiorare durante le ore notturne. Possono essere presenti<br />

alterazioni del controllo sfinterico, della sensibilità, del tono muscolare mono o bilaterale.<br />

5. Cervicalgia comune: dolore muscolo­scheletrico localizzato in regione cervicale con<br />

Studio di Ecografia muscolo-tendinea – Ecocolor-doppler - Ecocardio<br />

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possibile irradiazione verso occipite/mastoide oppure verso la fossa sovraspinosa e/o la<br />

regione dorsale alta. Possono essere associati disturbi neuro­vegetativi come vertigini,<br />

nausea, vomito.<br />

6. Cervicalgia con dolore radicolare: dolore irradiato all’arto superiore unilaterale a<br />

distribuzione metamerica diverso a seconda della radice nervosa interessata accompagnato<br />

da disturbi somestesici parestesie, disestesie. Possibili alterazioni dei ROT, positività dei test<br />

durali.<br />

7. Cervicalgia con possibile grave patologia spinale: costante, non alleviata da riposo che può<br />

Anamnesi<br />

peggiorare nelle ore notturne, con sintomatologia neurologica irradiata anche bilateralmente<br />

arti superiori e inferiori.<br />

L’anamnesi e l’esame obiettivo, di norma, consentono di escludere la presenza di cause gravi o<br />

malattie sistemiche. In assenza di questi sospetti, entro le prime 3 settimane oltre il 90% dei pazienti<br />

può migliorare o guarire spontaneamente, per cui non vi è necessità di esami di diagnostica<br />

strumentale o di laboratorio in questo periodo.<br />

Importanti indicatori da considerare:<br />

➢ età<br />

➢ impotenza funzionale e ripercussione sull’attività lavorativa<br />

➢ risposta a precedenti trattamenti<br />

➢ fattori di rischio fisici, psicosociali e lavorativi<br />

➢ insorgenza: insidiosa, acuta, post­traumatica<br />

➢ sede: lombare, glutea, dorso­lombare<br />

➢ caratteristiche del dolore: urente, trafittivo, gravativo<br />

➢ irradiazione: radicolare e non radicolare<br />

➢ orario del dolore: continuo, diurno, notturno<br />

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➢ rapporto postura­dolore: in clino e ortostatismo, seduto<br />

➢ sintomi neurologici: parestesie, debolezza, ipoestesie, claudicatio<br />

➢ rigidità mattutina: se presente, per quanto tempo<br />

Esame Obiettivo<br />

➢ dolore e/o limitazione funzionale alla flesso­estensione del tronco<br />

➢ dolore alla palpazione dei processi spinosi, delle articolazioni posteriori, dei legamenti, dei<br />

muscoli<br />

➢ dismetria degli arti<br />

➢ scoliosi<br />

➢ iperlordosi lombare<br />

Esame Neurologico<br />

➢ Manovra di Lasegue, omolaterale e controlaterale: la omolaterale presenta sensibilità ma non<br />

specificità per ernia del disco; la positività della manovra nell’arto controlaterale è poco sensibile<br />

ma, se presente, altamente specifica, se negativa esclude significato chirurgico dell’erniazione del<br />

disco nella gran parte dei casi.<br />

➢ Manovra di Wassermann<br />

➢ Valutazione della dorsiflessione del piede e dell’alluce, della flessione plantare del piede,<br />

dell’estensione del ginocchio e degli adduttori<br />

➢ Valutazione del trofismo muscolare: un deficit motorio significativo e progressivo richiede<br />

consulenza neurochirurgia o ortopedica urgente.<br />

➢ Esame della sensibilità con ago.<br />

➢ Ricerca dei riflessi patellari e achillei<br />

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Diagnosi differenziale<br />

Le condizioni patologiche gravi da sospettare nel caso di lombalgia sono:<br />

1) Tumore<br />

➢ anamnesi positiva per tumori<br />

➢ perdita di peso<br />

➢ assenza di miglioramento con la terapia dopo 4­6 settimane<br />

➢ età sopra 50/60 anni e sotto 18/20 anni<br />

➢ dolore ingravescente, continuo anche a riposo e con persistenza notturna<br />

Se i primi quattro fattori di rischio sono assenti, gli studi suggeriscono che il tumore può essere<br />

escluso con una sensibilità del 100%<br />

2) Frattura<br />

➢ traumi maggiori a tutte le età o traumi minori, anche semplice caduta, negli anziani o in affetti<br />

da grave osteoporosi<br />

➢ dolore da carico, che si attenua in clinostatismo e si accentua nelle variazioni di posizione<br />

3) Infezione<br />

➢ febbre<br />

➢ recenti infezioni batteriche<br />

➢ tossicodipendenza (uso di droghe per via endovenosa)<br />

➢ terapie immunosoppressive<br />

➢ HIV<br />

➢ dolore che persiste a riposo<br />

➢ area geografica di provenienza in relazione a specifiche infezioni<br />

4) Stenosi midollare/s. cauda equina<br />

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➢ sciatica unilaterale o bilaterale con deficit sensitivi e motori (claudicatio neurologica)<br />

➢ ritenzione urinaria<br />

➢ incontinenza fecale<br />

➢ anestesia a sella<br />

5) Aneurisma aorta addominale<br />

➢ età oltre i 60 anni<br />

➢ dolore notturno e a riposo<br />

➢ vasculopatia aterosclerotica in altre sedi<br />

➢ massa pulsante addominale.<br />

6) Massa retroperitoneale<br />

➢ dolore a profilo reno­ureterale<br />

➢ dolore utero­annessiale<br />

➢ dolore crampiforme, compressivo o lacerante<br />

➢ dolore non influenzato dalla postura e dai movimenti<br />

7) Lombalgia infiammatoria (entesoartrite)<br />

➢ esordio del dolore< 45 anni<br />

➢ andamento subdolo<br />

➢ durata superiore a tre mesi<br />

➢ prevalenza notturno­mattutina<br />

➢ rigidità mattutina e all’inizio del movimento<br />

➢ miglioramento col movimento<br />

➢ elevata sensibilità ai FANS<br />

➢ storia di entesiti persistenti, ricorrenti e multiple<br />

➢ presenza di mono­oligoartrite localizzata agli arti inferiori<br />

➢ dolore tipo sciatica mozza alternante<br />

➢ storia familiare o presenza di psoriasi, colite ulcerosa, morbo di Crohn, uveiti anteriori acute e<br />

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ricorrenti, spondiloartriti.<br />

Terapia<br />

Nella lombalgia meccanica, rassicurare il paziente con le seguenti raccomandazioni, spiegando:<br />

➢ la possibile genesi del suo mal di schiena, la verosimile causa scatenante e gli eventuali fattori di<br />

rischio connessi all’attività lavorativa e/o ricreativa, ad anomalie strutturali o posturali, ad<br />

affaticamento fisico o mentale;<br />

➢ l’alta possibilità di prognosi favorevole legata alla natura benigna del disturbo (il 70% dei pazienti<br />

migliorano entro le prime due settimane), ma anche la tendenza a recidive che comunque, a meno<br />

che i sintomi non siano molto diversi dal primo episodio, regrediranno anch’esse;<br />

➢ l’utilità di mantenersi in attività fisica controllata con rapida e completa ripresa dell’attività<br />

lavorativa se si è stati costretti a interromperla;<br />

➢ che attività aerobica come nuoto, camminare o andare in bicicletta può essere iniziata già dalla<br />

seconda settimana;<br />

➢ che il riposo a letto non è indicato perché non modifica la storia naturale del disturbo, può portare a<br />

debilitazione e far sentire il paziente “malato”;<br />

➢ che le radiografie non sono raccomandate prima di 3 settimane se non per eventuali fratture in<br />

recenti traumi significativi ad ogni età o in recenti traumi anche modesti in persone anziane con<br />

storia di prolungate terapia steroidea o di osteoporosi;<br />

➢ che TAC e RM non sono raccomandate prima di 4­6 settimane in assenza di di sospetti gravi.<br />

La maggior parte delle sindromi algiche vertebrali può essere gestita dal medico di medicina<br />

generale; il ricorso allo specialista dovrebbe essere attivato in caso di: sospetto di sindrome<br />

della cauda equina; sospetto di seria patologia spinale; deficit neurologico progressivo;<br />

dolore radicolare che non si risolve dopo sei settimane; dolore di tipo infiammatorio, tale da<br />

far sospettare una spondilite; dolore lombare senza ripristino delle normali attività dopo tre<br />

mesi, con ripercussioni sulla qualità di vta.<br />

In particolare si ricorre al:<br />

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chirurgo (neurochirurgo, ortopedico) in caso di:<br />

➢ sciatalgia con manovra di Lasegue positiva da oltre 4­6 settimane<br />

➢ sindrome della cauda equina<br />

➢ progressivo e severo deficit motorio (es. piede cadente, evidente ipotrofia della coscia)<br />

➢ deficit neuromotorio persistente oltre 4­6 settimane (non inclusi deficit minori della sensibilità e<br />

variazione dei riflessi).<br />

neurologo in caso di:<br />

➢ dolore cronico irradiato all’arto inferiore in modo atipico, con manovra di Lasegue negativa<br />

➢ nuovi o progressivi deficit neuromotori.<br />

fisiatra in caso di:<br />

➢ lombalgia e lombosciatalgia cronica<br />

➢ lombalgia ricorrente.<br />

reumatologo in caso di:<br />

➢ lombalgia infiammatoria<br />

Protocollo terapeutico­riabilitativo in soggetti affetti da algia vertebrale<br />

Obiettivi terapeutici specifici<br />

➢ riduzione della contrattura<br />

➢ riduzione dell’infiammazione<br />

➢ riduzione del dolore<br />

➢ incremento dell’articolarità<br />

➢ incremento della resistenza muscolare<br />

➢ correzione e educazione posturale<br />

b. Finalita’ del protocollo<br />

➢ recupero delle attività della vita quotidiana e dell’attività lavorativa<br />

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➢ prevenzione delle recidive<br />

Gestione della LOMBALGIA SEMPLICE<br />

STADI EVOLUTIVI<br />

1. FASE ACUTA: minore di sette giorni<br />

GESTIONE: Medico di Medicina Generale<br />

AZIONE:<br />

- trattamento farmacologico<br />

- messa a riposo delle strutture anatomiche colpite (riposo a letto per meno di due giorni)<br />

- eventuale uso di ortesi spinali<br />

- eventuale sospensione momentanea al lavoro<br />

- precoce ripresa di un’attività fisica controllata<br />

- consigli ergonomici<br />

- eventuale consulenza specialistica fisiatrica o reumatologica<br />

2. FASE SUB­ACUTA: dai sette giorni ai tre mesi<br />

GESTIONE Multidisciplinare: Medico di Medicina Generale, Medico Specialista (Fisiatra,<br />

Reumatologo), Fisioterapista<br />

AZIONE:<br />

➢ approfondimento diagnostico­strumentale semplice (esame radiografico) alla persistenza del<br />

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sintomo<br />

➢ terapia medico­farmacologica e/o manipolativa<br />

➢ eventuale visita specialistica con valutazione funzionale<br />

➢ eventuale invio al fisioterapista per trattamento fisioterapico<br />

➢ consigli ergonomici<br />

3. FASE CRONICA: oltre i tre mesi<br />

GESTIONE Multidisciplinare: medico di Medicina Generale, Medico Specialista (Fisiatra,<br />

Reumatologo), Fisioterapista<br />

AZIONE:<br />

➢ trattamento medico­farmacologico e/o manipolativo<br />

➢ visita specialistica con valutazione funzionale<br />

➢ eventuale trattamento fisioterapico, a carattere ordinario, preferibilmente di gruppo, oppure<br />

trattamento riabilitativo individuale<br />

➢ consigli ergonomici<br />

Gestione della LOMBALGIA CON DOLORE RADICOLARE (lombosciatalgia,<br />

lombocruralgia)<br />

STADI EVOLUTIVI<br />

1. FASE ACUTA : inferiore a sei settimane<br />

2. FASE SUBACUTA:<br />

tra sei settimane e tre mesi<br />

GESTIONE: Medico di Medicina Generale, Medico Specialista (Fisiatra, Reumatologo,<br />

Studio di Ecografia muscolo-tendinea – Ecocolor-doppler - Ecocardio<br />

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Neurochirurgo, Ortopedico), Fisioterapista<br />

AZIONE:<br />

il riposo a letto deve essere limitato perché potenzialmente dannoso<br />

trattamento farmacologico<br />

eventuale sospensione momentanea dal lavoro<br />

consigli ergonomici<br />

progressiva ripresa della normale attività quotidiana e attività fisica controllata<br />

consulenza specialistica medico­riabilitativa con approfondimento diagnostico­strumentale<br />

alla persistenza del sintomo e valutazione funzionale<br />

eventuale invio al fisioterapista per trattamento fisioterapico<br />

3. FASE CRONICA: oltre i tre mesi<br />

GESTIONE: Medico di Medicina Generale, Medico Specialista (Fisiatra, Reumatologo,<br />

Neurochirurgo, Ortopedico), Fisioterapista<br />

AZIONE:<br />

trattamento medico­farmacologico e/o manipolativo<br />

eventuale visita specialistica con valutazione funzionale<br />

eventuale invio al fisioterapista<br />

eventuale trattamento fisioterapico a carattere ordinario preferibilmente di gruppo oppure<br />

trattamento individuale<br />

Gestione della LOMBALGIA CON POSSIBILE GRAVE PATOLOGIA SPINALE O<br />

PLURIRADICOLARE<br />

GESTIONE: Medico di Medicina Generale, Medico Specialista (Fisiatra, Reumatologo,<br />

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Dott. Carmelo Debilio<br />

Neurochirurgo, Ortopedico), Fisioterapista<br />

AZIONE:<br />

richiesta di consulto urgente per indagini specialistiche<br />

eventuale ricovero in UO per acuti<br />

attivazione percorso riabilitativo in presenza di postumi invalidanti con possibilità di recupero<br />

eventuale prescrizione di ortesi e ausili<br />

Gestione della CERVICALGIA COMUNE<br />

STADI EVOLUTIVI.<br />

1. FASE ACUTA:<br />

GESTIONE: Medico di Medicina Generale<br />

AZIONE:<br />

trattamento farmacologico<br />

eventuale uso di ortesi spinali (collare)<br />

eventuale sospensione momentanea dal lavoro<br />

consigli ergonomici<br />

eventuale consulenza specialistica fisiatrica e reumatologica<br />

2. FASE SUB­ACUTA: fino a tre mesi<br />

GESTIONE: Medico di Medicina Generale, Medico Specialista (Fisiatra, Reumatologo),<br />

Fisioterapista<br />

Studio di Ecografia muscolo-tendinea – Ecocolor-doppler - Ecocardio<br />

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Dott. Carmelo Debilio<br />

AZIONE:<br />

approfondimento diagnostico­strumentale semplice (esame radiografico) se persiste il sintomo<br />

eventuali approfondimenti diagnostici per diagnosi differenziale (ecodoppler dei vasi epiaortici,<br />

esame otovestibolare)<br />

trattamento medico­farmacologico e/o manipolativo<br />

eventuale visita specialistica con valutazione funzionale<br />

eventuale invio al fisioterapista per trattamento fisioterapico<br />

consigli ergonomici<br />

3. FASE CRONICA: oltre i tre mesi<br />

GESTIONE: Medico di Medicina Generale, Medico Specialista (Fisiatra, Reumatologo),<br />

Fisioterapista<br />

AZIONE:<br />

trattamento medico­farmacologico e/o manipolativo<br />

visita specialistica con valutazione funzionale<br />

eventuale trattamento fisioterapico a carattere ordinario preferibilmente di gruppo<br />

consigli ergonomici<br />

g. Gestione della CERVICALGIA CON DOLORE RADICOLARE<br />

STADI EVOLUTIVI.<br />

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1. FASE ACUTA e FASE SUBACUTA: entro 3 mesi<br />

GESTIONE: Medico di Medicina Generale, Medico Specialista (Fisiatra, Reumatologo,<br />

Neurochirurgo, Ortopedico), Fisioterapista<br />

AZIONE:<br />

trattamento farmacologico<br />

eventuale sospensione momentanea dal lavoro<br />

consigli ergonomici<br />

progressiva ripresa della normale attività quotidiana e attività fisica controllata<br />

consulenza specialistica con approfondimento diagnostico­strumentale alla persistenza del<br />

sintomo<br />

eventuale invio al fisioterapista per trattamento fisioterapico con carattere prioritario<br />

2. FASE CRONICA: oltre i tre mesi<br />

GESTIONE: Medico di Medicina Generale, Medico Specialista (Fisiatra, Reumatologo),<br />

Fisioterapista<br />

AZIONE:<br />

trattamento medico­farmacologico e/o manipolativo<br />

eventuale visita specialistica con valutazione funzionale<br />

eventuale invio al fisioterapista<br />

eventuale trattamento fisioterapico a carattere ordinario<br />

Studio di Ecografia muscolo-tendinea – Ecocolor-doppler - Ecocardio<br />

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h. Gestione della CERVICALGIA CON POSSIBILE GRAVE PATOLOGIA SPINALE<br />

GESTIONE: Medico di Medicina Generale, Medico Specialista (Fisiatra, Reumatologo,<br />

Neurochirurgo, Ortopedico), Fisioterapista<br />

AZIONE:<br />

richiesta di consulto urgente per indagini specialistiche<br />

eventuale ricovero in UO per acuti<br />

attivazione percorso riabilitativi in presenza di postumi invalidanti con possibilità di recupero<br />

eventuale prescrizione di ortesi e ausili<br />

Fase acuta<br />

< 6 settimane<br />

Fase subacuta<br />

< 6 settimane < 3 mesi<br />

Fase cronica<br />

> 3 mesi<br />

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