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L'eccidio del 20 giugno 1944 Giugno 1944 Il rastrellamento della ...

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Parco Nazionale<br />

<strong>del</strong>la<br />

Val Grande<br />

Ornavasso<br />

Cannobio<br />

Cannobio e i “sentieri <strong>del</strong>la libertà”<br />

Cannobio e i monti <strong>del</strong>la Val Cannobina, per la loro<br />

posizione geografica a ridosso <strong>del</strong>la Svizzera, diven-<br />

tano tra il 1943 e il 1945 luoghi di passaggio alla ri-<br />

cerca di una terra d’asilo per perseguitati politici e<br />

razziali e partigiani in fuga dai rastrellamenti. In Val<br />

Cannobina è operativa nell’esta-<br />

te <strong>1944</strong> la Divisione partigiana<br />

“Piave” comandata da Paolo Sala<br />

“Carletto” e formata dall’unione<br />

<strong>del</strong>la “Cesare Battisti” di Arman-<br />

do Calzavara “Arca” e <strong>del</strong>la “Giu-<br />

seppe Perotti” di Filip-<br />

po Frassati “Pippo”. La<br />

“Piave” fu protagoni-<br />

sta <strong>del</strong>la liberazione di<br />

Cannobio (2-9 settem-<br />

bre <strong>1944</strong>) e <strong>del</strong>la difesa<br />

<strong>del</strong> confine cannobino a<br />

Ponte Falmenta durante la Repubblica <strong>del</strong>l’Ossola.<br />

La liberazione di Cannobio<br />

Ompio<br />

Cortechiuso<br />

Cicogna<br />

Fondotoce<br />

Gurro<br />

L’ Alpino<br />

Montevecchio<br />

Palagnedra<br />

Castel<br />

Veccana<br />

C e n t o v a l l i<br />

Al Legn<br />

Pian di Boit Cannobio<br />

Armando Calzavara e<br />

Filippo Frassati.<br />

Partigiani <strong>del</strong>la Divisione “Piave”<br />

durante la difesa <strong>del</strong>la<br />

Val Cannobina (autunno <strong>1944</strong>).<br />

La mattina <strong>del</strong> 2 settembre <strong>1944</strong> i partigiani <strong>del</strong>la<br />

“Piave” danno l’assalto a Cannobio, che viene libera-<br />

ta in serata. Viene nominato un commissario civile e<br />

si aprono trattative con le autorità elvetiche per il ri-<br />

Le tappe <strong>del</strong> “Sentiero Chiovini”<br />

1. Fondotoce - Ompio<br />

2. Ompio - Cicogna<br />

3 Cicogna - Pian di Boit<br />

4. Pian di Boit - Cortechiuso<br />

5. Cortechiuso - Montevecchio<br />

6. Montevecchio - L’Alpino<br />

7. L’Alpino - Palagnedra<br />

8. Palagnedra - Al Legn<br />

9. Al Legn - Cannobio<br />

IL SENTIERO CHIOVINI<br />

fornimento di viveri. I 55 prigionieri tedeschi<br />

vengono inviati in Svizzera, in cambio <strong>del</strong>la<br />

promessa di liberare 55 ostaggi cannobiesi<br />

catturati per rappresaglia nei giorni prece-<br />

denti e inviati a Varese. Nei giorni successivi<br />

i partigiani liberano tutta la fascia rivierasca<br />

da Oggebbio al confine di Piaggio Valmara.<br />

Temendo un attacco nemico dalla Val Canno-<br />

bina, il comando <strong>del</strong>la “Piave” il pomeriggio<br />

<strong>del</strong> 5 settembre ‘44 invia un reparto nell’alta valle che<br />

occupa Finero. <strong>Il</strong> giorno successivo viene liberata la Val<br />

Vigezzo tra Druogno e il confine di Ponte Ribellasca.<br />

Sono i preparativi per la liberazione <strong>del</strong>l’Ossola. <strong>Il</strong> 9<br />

settembre un reggimento di paracadutisti <strong>del</strong>la “Fol-<br />

gore” (oltre 2.000 uomini), appog-<br />

giati da truppe tedesche, riconqui-<br />

sta Cannobio; una nuova linea di<br />

difesa partigiana verrà costituita<br />

a Ponte Falmenta in Val Cannobi-<br />

na: sarà uno dei confini meridionali<br />

<strong>del</strong>la Repubblica <strong>del</strong>l’Ossola.<br />

<strong>Giugno</strong> <strong>1944</strong><br />

Le forche erette dai<br />

tedeschi a Cannobio<br />

(settembre <strong>1944</strong>)<br />

<strong>Il</strong> <strong>rastrellamento</strong> <strong>del</strong>la Val Grande<br />

<strong>Il</strong> <strong>rastrellamento</strong> <strong>del</strong>la Val Grande rimane ancora oggi<br />

impresso nella memoria storica <strong>del</strong>le popolazioni lo-<br />

cali come uno degli eventi più tragici <strong>del</strong>la Resisten-<br />

Armando Calzavara, il comandante<br />

“Arca”<br />

<strong>del</strong>la “Cesare Battisti”<br />

za nel Verbano e nell’Ossola. Dall’11 <strong>giugno</strong><br />

al 1° luglio <strong>1944</strong> l’operazione, coordinata dal<br />

comando SS di Milano, è tesa ad annientare<br />

le formazioni partigiane attestate sui mon-<br />

ti di Verbania (il “Valdossola” di Dionigi Su-<br />

perti, la “Cesare Battisti” e la “Giovane Ita-<br />

lia”). Per venti giorni parecchie migliaia di<br />

soldati tedeschi e fascisti (con l’appoggio di<br />

aerei, blindati e artiglieria pesante) bracca-<br />

no meno di 500 partigiani laceri e affamati, molti dei<br />

quali disarmati. <strong>Il</strong> <strong>rastrellamento</strong> vede atti di estrema<br />

ferocia da parte dei reparti speciali antiguerriglia <strong>del</strong>-<br />

le SS con torture, fucilazioni sommarie di civili, par-<br />

tigiani gettati vivi dai dirupi. Alla fine <strong>del</strong> rastrella-<br />

mento si contano circa 300 partigiani morti, <strong>20</strong>8 baite<br />

e stalle incendiate in Val Grande e Val Pogallo. Dopo<br />

il <strong>rastrellamento</strong>, il comandante Mario Muneghina si<br />

stacca dal “Valdossola” e costituisce la brigata “Val-<br />

grande Martire”. Nonostante il duro colpo inferto al<br />

movimento partigiano, due mesi dopo la fine <strong>del</strong> ra-<br />

strellamento il “Valdossola” di Dionigi Superti con la<br />

“Valtoce” di Alfredo Di Dio liberano Domodossola e<br />

danno vita alla libera Repubblica <strong>del</strong>l’Ossola. Vittime<br />

<strong>del</strong> <strong>rastrellamento</strong> non sono solo le formazioni parti-<br />

giane, ma anche pastori e alpigiani che pagano con<br />

la vita e la distruzione di stalle e alpeggi l’appoggio<br />

dato alla Resistenza.<br />

<strong>Il</strong> “Sentiero Chiovini” è un itinerario escursionistico sui monti <strong>del</strong>la Val Grande<br />

che percorre i luoghi <strong>del</strong> <strong>rastrellamento</strong> <strong>del</strong> <strong>giugno</strong> <strong>1944</strong>. La prima edizione<br />

si è svolta nell’estate <strong>20</strong>00 ed ha rappresentato un’importante momento di<br />

recupero di “luoghi <strong>del</strong>la memoria” tra i più cari alla nostra comunità e tra<br />

i più significativi <strong>del</strong>lo lotta di liberazione in Italia. <strong>Il</strong> percorso si snoda su<br />

buoni sentieri segnalati con tabelloni illustrative e targhe storiche e richiede<br />

nove giorni di cammino; il pernottamento avviene in rifugi e bivacchi.<br />

<strong>Il</strong> “SENTIERO CHIOVINI”, si inserisce nel progetto più<br />

ampio INTERREG III A Italia - Svizzera LA MEMORIA<br />

DELLE ALPI - I SENTIERI DELLA LIBERTA’, nato dal-<br />

l’intesa di istituzioni territoriali e culturali <strong>del</strong>le regioni<br />

transfrontaliere di tre Paesi - Francia, Italia, Svizzera -<br />

che propongono di considerare le Alpi, dal Mar Ligure al<br />

Canton Ticino, come un unico, vasto «museo diffuso» nel<br />

cuore <strong>del</strong>l’Europa. La sezione storica <strong>del</strong>la rete museale<br />

- intitolata «I sentieri <strong>del</strong>la libertà” - è dedicata al perio-<br />

do <strong>del</strong>la persecuzione antiebraica, <strong>del</strong>la seconda guerra<br />

mondiale e <strong>del</strong>la Resistenza (1938 -1945)<br />

È’ un iniziativa che aiuta a far conoscere il territorio at-<br />

traverso uno dei momenti dove queste terre hanno sa-<br />

puto ritagliarsi uno spazio nella storia, grazie al sacrificio<br />

di tanti giovani che partecipi di un conflitto senza cartoli-<br />

na di precetto, attarverso la formazione di brigate parti-<br />

giane in ogni vallata e con l’appoggio <strong>del</strong>la popolazione,<br />

fecero vivere un glorioso esercito senza generali. Ricor-<br />

diamo inoltre la realizzazione <strong>del</strong>l’ideale base di parten-<br />

za e d’arrivo di ogni tragitto rappresentata dalla Casa<br />

<strong>del</strong>la Resistenza di Fondotoce, visitata annualmente da<br />

migliaia di persone provenienti dall’Italia e <strong>del</strong>l’estero<br />

e sede di mostre, dibattiti ed archivi. E’ certamente un<br />

bel modo di conoscere, la nostra Provincia camminando<br />

dove si scrissero pagine fondamentali <strong>del</strong>l’Italia demo-<br />

cratica e repubblicana. E per chi già conoscesse eventi<br />

e luoghi, i «Percorsi <strong>del</strong>la libertà” costituiranno un mo-<br />

mento di riflessione sulla nostra storia e sull’importanza<br />

di essere protagonisti <strong>del</strong> proprio destino.<br />

Comunità Montana<br />

Valle Cannobina

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