L'eccidio del 20 giugno 1944 Giugno 1944 Il rastrellamento della ...

Fondotoce IL SENTIERO CHIOVINI
L’eccidio del 20 giugno 1944
Parco Nazionale
della
Val Grande
Ornavasso
Ompio
Cortechiuso
Cicogna
Fondotoce
Il corteo dei 43 martiri di Fondotoce.
La Casa della Resistenza, tra le più grandi del ge-
nere in Europa, sorge sul luogo in cui il 20 giugno
1944 sono fucilati dai nazifasci-
sti, lungo il canale che collega
il lago di Mergozzo al Lago Mag-
giore, 43 partigiani. Da qui inizia
il “Sentiero Chiovini”, itinerario
escursionistico sui monti della
Val Grande e cammino nella me-
moria di uno dei momenti più tra-
gici della storia del Novecento.
Nino Chiovini (1923 - 1991), il
partigiano “Peppo”, dopo l’8 set-
tembre 1943 contribuisce alla
costituzione del primo nucleo
partigiano di quella che divente-
Gurro
L’ Alpino
Montevecchio
Palagnedra
Castel
Veccana
C e n t o v a l l i
Al Legn
Pian di Boit Cannobio
Nino Chiovini
Nino Chiovini
(al centro) a Intra
il 24 aprile 1945.
Le tappe del “Sentiero Chiovini”
1. Fondotoce - Ompio
2. Ompio - Cicogna
3 Cicogna - Pian di Boit
4. Pian di Boit - Cortechiuso
5. Cortechiuso - Montevecchio
6. Montevecchio - L’Alpino
7. L’Alpino - Palagnedra
8. Palagnedra - Al Legn
9. Al Legn - Cannobio
rà la “Giovane Italia”. Nell’aprile 1944 passa alla
“Cesare Battisti” dove comanda la Volante “Cuc-
ciolo” fino al suo annientamento a Trarego il 25 feb-
braio 1945; diventa poi comandante della Volante
“Martiri di Trarego” fino alla Liberazione. Nel dopo-
guerra Nino Chiovini ricostruisce le vicende della
Resistenza nel Verbano in numerosi saggi e soprat-
tutto nel libro “I giorni della semina” dedicato al ra-
strellamento del giugno 1944. Successivamente ri-
volge i suoi interessi di studioso alla memoria della
civiltà rurale montana sui monti dell’entroterra ver-
banese.
Giugno 1944
Il rastrellamento della Val Grande
Il rastrellamento della Val Grande rimane ancora
oggi impresso nella memoria storica delle popolazio-
ni locali come uno degli eventi più tragici della Resi-
stenza nel Verbano e nell’Ossola. Dall’11 giugno al
1° luglio 1944 l’operazione, coordinata dal coman-
do SS di Milano, è tesa ad annientare le formazioni
partigiane attestate sui monti di Verbania (il “Val-
dossola” di Dionigi Superti, la “Cesare Battisti” e
la “Giovane Italia”). Per venti giorni parecchie mi-
gliaia di soldati tedeschi e fascisti (con l’appoggio di
aerei, blindati e artiglieria pesante) braccano meno
La Val Grande, teatro del
rastrellamento del giugno 1944.
di 500 partigiani la-
ceri e affamati, mol-
ti dei quali disarma-
ti. Il rastrellamento
vede atti di estrema
ferocia da parte dei
reparti speciali an-
tiguerriglia delle SS
con torture, fucilazio-
ni sommarie di civili,
partigiani gettati vivi
dai dirupi. Alla fine
del rastrellamento si
contano circa 300 partigiani morti, 208 baite e stal-
le incendiate in Val Grande e Val Pogallo. Dopo il
rastrellamento, il comandante Mario Muneghina si
stacca dal “Valdossola” e costituisce la brigata “Val-
grande Martire”. Nonostante il duro colpo inferto al
movimento partigiano, due mesi dopo la fine del ra-
strellamento il “Valdossola” di Dionigi Superti con
la “Valtoce” di Alfredo Di Dio liberano Domodosso-
la e danno vita alla libera Repubblica dell’Ossola.
Vittime del rastrellamento non sono solo le forma-
zioni partigiane, ma anche pastori e alpigiani che
pagano con la vita e la distruzione di stalle e alpeg-
gi l’appoggio dato alla Resistenza.
Il “Sentiero Chiovini” è un itinerario escursionistico sui monti della Val Grande
che percorre i luoghi del rastrellamento del giugno 1944. La prima edizione
si è svolta nell’estate 2000 ed ha rappresentato un’importante momento di
recupero di “luoghi della memoria” tra i più cari alla nostra comunità e tra
i più significativi dello lotta di liberazione in Italia. Il percorso si snoda su
buoni sentieri segnalati con tabelloni illustrative e targhe storiche e richiede
nove giorni di cammino; il pernottamento avviene in rifugi e bivacchi.
Il “SENTIERO CHIOVINI”, si inserisce nel progetto più
ampio INTERREG III A Italia - Svizzera LA MEMORIA
DELLE ALPI - I SENTIERI DELLA LIBERTA’, nato dal-
l’intesa di istituzioni territoriali e culturali delle regioni
transfrontaliere di tre Paesi - Francia, Italia, Svizzera -
che propongono di considerare le Alpi, dal Mar Ligure al
Canton Ticino, come un unico, vasto «museo diffuso» nel
cuore dell’Europa. La sezione storica della rete museale
- intitolata «I sentieri della libertà” - è dedicata al perio-
do della persecuzione antiebraica, della seconda guerra
mondiale e della Resistenza (1938 -1945)
È’ un iniziativa che aiuta a far conoscere il territorio at-
traverso uno dei momenti dove queste terre hanno sa-
puto ritagliarsi uno spazio nella storia, grazie al sacrificio
di tanti giovani che partecipi di un conflitto senza cartoli-
na di precetto, attarverso la formazione di brigate parti-
giane in ogni vallata e con l’appoggio della popolazione,
fecero vivere un glorioso esercito senza generali. Ricor-
diamo inoltre la realizzazione dell’ideale base di parten-
za e d’arrivo di ogni tragitto rappresentata dalla Casa
della Resistenza di Fondotoce, visitata annualmente da
migliaia di persone provenienti dall’Italia e dell’estero
e sede di mostre, dibattiti ed archivi. E’ certamente un
bel modo di conoscere, la nostra Provincia camminando
dove si scrissero pagine fondamentali dell’Italia demo-
cratica e repubblicana. E per chi già conoscesse eventi
e luoghi, i «Percorsi della libertà” costituiranno un mo-
mento di riflessione sulla nostra storia e sull’importanza
di essere protagonisti del proprio destino.

Parco Nazionale
della
Val Grande
Ornavasso
Cicogna
La battaglia di Ponte Casletto
(11-12 giugno 1944)
Mario Muneghina
Ompio
Cortechiuso
Cicogna
Fondotoce
Gurro
L’ Alpino
Il rastrellamento della Val
Grande inizia con la battaglia
di Ponte Casletto, la cui con-
quista viene ritenuta vitale da
nazisti e fascisti per l’acces-
so motorizzato a Cicogna. Il
piano difensivo approntato
da Mario Muneghina, coman-
dante della IIa Banda “Gram-
sci” del battaglione “Valdos-
sola”, per il distaccamento partigiano di Casletto
prevedeva la posa di mine per far saltare i tre ponti
di Casletto dopo un difesa ritardatrice attuata sul-
lo sperone antistante la galleria di accesso. Dopo i
primi scontri a fuoco l’11 giugno ‘44, la mattina del
12 i tedeschi penetrano con le autoblindo nella gal-
leria. La battaglia dura tutto il giorno. I partigiani
fanno saltare due ponti, ma i tedeschi superano la
forra aggrappati alla passerella di ferro divelta, ma
non crollata. Un partigiano catturato viene gettato
vivo dal ponte a sfracellarsi sulle rocce del torren-
te. A sera, mentre i partigiani si ritirano, i nazifa-
scisti raggiungono Cicogna, già cannoneggiata per
Montevecchio
Palagnedra
Castel
Veccana
C e n t o v a l l i
Al Legn
Pian di Boit Cannobio
Le tappe del “Sentiero Chiovini”
1. Fondotoce - Ompio
2. Ompio - Cicogna
3 Cicogna - Pian di Boit
4. Pian di Boit - Cortechiuso
5. Cortechiuso - Montevecchio
6. Montevecchio - L’Alpino
7. L’Alpino - Palagnedra
8. Palagnedra - Al Legn
9. Al Legn - Cannobio
IL SENTIERO CHIOVINI
tutta la giornata, e la saccheggiano (78 case incen-
diate, compresa la canonica e l’archivio parrocchia-
le). Nei giorni successivi penetrano in Val Grande
e in Val Pogallo e iniziano la caccia ai partigiani di-
spersi.
Giugno 1944
Il rastrellamento della Val Grande
Il rastrellamento della Val
Grande rimane ancora
oggi impresso nella me-
moria storica delle popola-
zioni locali come uno degli
eventi più tragici della Re-
sistenza nel Verbano e nel-
l’Ossola. Dall’11 giugno al
1° luglio 1944 l’operazio-
ne, coordinata dal coman-
do SS di Milano, è tesa ad
Dionigi Superti
annientare le formazioni partigiane attestate sui
monti di Verbania (il “Valdossola” di Dionigi Super-
ti, la “Cesare Battisti” e la “Giovane Italia”). Per
venti giorni parecchie migliaia di soldati tedeschi e
fascisti (con l’appoggio di aerei, blindati e artiglie-
ria pesante) braccano meno di 500 partigiani lace-
ri e affamati, molti dei
quali disarmati. Il ra-
strellamento vede atti
di estrema ferocia da
parte dei reparti spe-
ciali antiguerriglia del-
le SS con torture, fu-
cilazioni sommarie di
civili, partigiani getta-
ti vivi dai dirupi.
Alla fine del rastrella-
Nino Chiovini (al centro) a
Intra il 24 aprile 1945.
mento si contano circa 300 partigiani morti, 208
baite e stalle incendiate in Val Grande e Val Po-
gallo. Dopo il rastrellamento, il comandante Ma-
rio Muneghina si stacca dal “Valdossola” e costi-
tuisce la brigata “Valgrande Martire”. Nonostante
il duro colpo inferto al movimento partigiano, due
mesi dopo la fine del rastrellamento il “Valdosso-
la” di Dionigi Superti con la “Valtoce” di Alfredo
Di Dio liberano Domodossola e danno vita alla li-
bera Repubblica dell’Ossola. Vittime del rastrella-
mento non sono solo le formazioni partigiane, ma
anche pastori e alpigiani che pagano con la vita e
la distruzione di stalle e alpeggi l’appoggio dato
alla Resistenza.
Il “Sentiero Chiovini” è un itinerario escursionistico sui monti della Val Grande
che percorre i luoghi del rastrellamento del giugno 1944. La prima edizione
si è svolta nell’estate 2000 ed ha rappresentato un’importante momento di
recupero di “luoghi della memoria” tra i più cari alla nostra comunità e tra
i più significativi dello lotta di liberazione in Italia. Il percorso si snoda su
buoni sentieri segnalati con tabelloni illustrative e targhe storiche e richiede
nove giorni di cammino; il pernottamento avviene in rifugi e bivacchi.
Il “SENTIERO CHIOVINI”, si inserisce nel progetto più
ampio INTERREG III A Italia - Svizzera LA MEMORIA
DELLE ALPI - I SENTIERI DELLA LIBERTA’, nato dal-
l’intesa di istituzioni territoriali e culturali delle regioni
transfrontaliere di tre Paesi - Francia, Italia, Svizzera -
che propongono di considerare le Alpi, dal Mar Ligure al
Canton Ticino, come un unico, vasto «museo diffuso» nel
cuore dell’Europa. La sezione storica della rete museale
- intitolata «I sentieri della libertà” - è dedicata al perio-
do della persecuzione antiebraica, della seconda guerra
mondiale e della Resistenza (1938 -1945)
È’ un iniziativa che aiuta a far conoscere il territorio at-
traverso uno dei momenti dove queste terre hanno sa-
puto ritagliarsi uno spazio nella storia, grazie al sacrificio
di tanti giovani che partecipi di un conflitto senza cartoli-
na di precetto, attarverso la formazione di brigate parti-
giane in ogni vallata e con l’appoggio della popolazione,
fecero vivere un glorioso esercito senza generali. Ricor-
diamo inoltre la realizzazione dell’ideale base di parten-
za e d’arrivo di ogni tragitto rappresentata dalla Casa
della Resistenza di Fondotoce, visitata annualmente da
migliaia di persone provenienti dall’Italia e dell’estero
e sede di mostre, dibattiti ed archivi. E’ certamente un
bel modo di conoscere, la nostra Provincia camminando
dove si scrissero pagine fondamentali dell’Italia demo-
cratica e repubblicana. E per chi già conoscesse eventi
e luoghi, i «Percorsi della libertà” costituiranno un mo-
mento di riflessione sulla nostra storia e sull’importanza
di essere protagonisti del proprio destino.
Parco Nazionale
della Val Grande

Parco Nazionale
della
Val Grande
Ornavasso
Finero
L’eccidio di Finero
Il 23 giugno 1944, contro il muro del cimitero di Fi-
nero, vengono fucilati, senza motivo di rappresaglia,
15 partigiani catturati durante il rastrellamento in
Val Cannobina e Vigezzo, dopo essere state tenuti
prigionieri e torturati nell’asilo di Malesco trasfor-
mato in carcere. Un sedicesimo prigioniero, un ra-
gazzo di 16 anni, viene salvato dall’energico inter-
vento del parroco di
Finero dopo un’allu-
cinante permanenza
nel carcere di Male-
sco, dove gli vengo-
no strappate le un-
ghie delle mani e dei
piedi. Il monumen-
to in bronzo raffigura
un partigiano armato
di mitra e ricorda tut-
ti i caduti durante la
Resistenza.
La battaglia di Pian dei Sali
Ompio
Cortechiuso
Cicogna
Fondotoce
Gurro
L’ Alpino
Montevecchio
C e n t o v a l l i
Pian di Boit Cannobio
L’eccidio del cimitero di finero
(23 giugno 1944)
Partigiani della Divisione “Piave”
durante la difesa della Val Cannobina
(autunno 1944)
Pian dei Sali permette il transito tra la Val Cannobi-
na e la Val Vigezzo. Nel giugno 1944 era fortificato
con due bunker per impedire il passaggio dalla Val
Palagnedra
Castel
Veccana
Al Legn
Le tappe del “Sentiero Chiovini”
1. Fondotoce - Ompio
2. Ompio - Cicogna
3 Cicogna - Pian di Boit
4. Pian di Boit - Cortechiuso
5. Cortechiuso - Montevecchio
6. Montevecchio - L’Alpino
7. L’Alpino - Palagnedra
8. Palagnedra - Al Legn
9. Al Legn - Cannobio
IL SENTIERO CHIOVINI
Grande al confine svizzero. Alle 3,30 del 16
giugno 1944, la colonna della formazione
partigiana “Valdossola” guidata da Mario
Muneghina e in fuga dalla Val Grande (ol-
tre 250 uomini) assalta e occupa Pian dei
Sali dopo un’aspra battaglia. Inizia il pas-
saggio dei partigiani. L’arrivo di un carro ar-
mato obbliga la colonna alla ritirata; in 60-70 rie-
scono a passare. Braccati dalle pattuglie tedesche
con i cani lupo verranno in larga parte uccisi o cat-
turati (e successivamente fucilati); solo pochi rag-
giungeranno la Svizzera. Il gruppo che non riesce
a passare ripiega verso Finero per tentare il rien-
tro in Val Grande, ma dopo essersi frantumato e di-
sperso sarà oggetto di una caccia spietata nei gior-
ni successivi.
Giugno 1944
Il rastrellamento della Val Grande
Il rastrellamento della Val Grande rimane ancora
oggi impresso nella memoria storica delle popolazio-
ni locali come uno degli eventi più tragici della Resi-
stenza nel Verbano e nell’Ossola. Dall’11 giugno al
1° luglio 1944 l’operazione, coordinata dal coman-
do SS di Milano, è tesa ad annientare le formazioni
partigiane attestate sui monti di Verbania (il “Val-
Partigiani a Finero durante la difesa della
Repubblica dell’Ossola (autunno 1944)
dossola” di Dionigi Su-
perti, la “Cesare Battisti”
e la “Giovane Italia”). Per
venti giorni parecchie mi-
gliaia di soldati tedeschi e
fascisti (con l’appoggio di
aerei, blindati e artiglieria
pesante) braccano meno di 500 partigiani laceri e
affamati, molti dei quali disarmati. Il rastrellamento
vede atti di estrema ferocia da parte dei reparti spe-
ciali antiguerriglia delle SS con torture, fucilazioni
sommarie di civili, partigiani gettati vivi dai diru-
pi. Alla fine del rastrellamento si contano circa 300
partigiani morti, 208 baite e stalle incendiate in Val
Grande e Val Pogallo. Dopo il rastrellamento, il co-
mandante Mario Muneghina si stacca dal “Valdos-
sola” e costituisce la brigata “Valgrande Martire”.
Nonostante il duro colpo inferto al movimento par-
tigiano, due mesi dopo la fine del rastrellamento il
“Valdossola” di Dionigi Superti con la “Valtoce” di
Alfredo Di Dio liberano Domodossola e danno vita
alla libera Repubblica dell’Ossola. Vittime del ra-
strellamento non sono solo le formazioni partigia-
ne, ma anche pastori e alpigiani che pagano con la
vita e la distruzione di stalle e alpeggi l’appoggio
dato alla Resistenza.
Il “Sentiero Chiovini” è un itinerario escursionistico sui monti della Val Grande
che percorre i luoghi del rastrellamento del giugno 1944. La prima edizione
si è svolta nell’estate 2000 ed ha rappresentato un’importante momento di
recupero di “luoghi della memoria” tra i più cari alla nostra comunità e tra
i più significativi dello lotta di liberazione in Italia. Il percorso si snoda su
buoni sentieri segnalati con tabelloni illustrative e targhe storiche e richiede
nove giorni di cammino; il pernottamento avviene in rifugi e bivacchi.
Il “SENTIERO CHIOVINI”, si inserisce nel progetto più
ampio INTERREG III A Italia - Svizzera LA MEMORIA
DELLE ALPI - I SENTIERI DELLA LIBERTA’, nato dal-
l’intesa di istituzioni territoriali e culturali delle regioni
transfrontaliere di tre Paesi - Francia, Italia, Svizzera -
che propongono di considerare le Alpi, dal Mar Ligure al
Canton Ticino, come un unico, vasto «museo diffuso» nel
cuore dell’Europa. La sezione storica della rete museale
- intitolata «I sentieri della libertà” - è dedicata al perio-
do della persecuzione antiebraica, della seconda guerra
mondiale e della Resistenza (1938 -1945)
È’ un iniziativa che aiuta a far conoscere il territorio at-
traverso uno dei momenti dove queste terre hanno sa-
puto ritagliarsi uno spazio nella storia, grazie al sacrificio
di tanti giovani che partecipi di un conflitto senza cartoli-
na di precetto, attarverso la formazione di brigate parti-
giane in ogni vallata e con l’appoggio della popolazione,
fecero vivere un glorioso esercito senza generali. Ricor-
diamo inoltre la realizzazione dell’ideale base di parten-
za e d’arrivo di ogni tragitto rappresentata dalla Casa
della Resistenza di Fondotoce, visitata annualmente da
migliaia di persone provenienti dall’Italia e dell’estero
e sede di mostre, dibattiti ed archivi. E’ certamente un
bel modo di conoscere, la nostra Provincia camminando
dove si scrissero pagine fondamentali dell’Italia demo-
cratica e repubblicana. E per chi già conoscesse eventi
e luoghi, i «Percorsi della libertà” costituiranno un mo-
mento di riflessione sulla nostra storia e sull’importanza
di essere protagonisti del proprio destino.
Comunità Montana
Valle Vigezzo

Parco Nazionale
della
Val Grande
Ornavasso
Cannobio
Cannobio e i “sentieri della libertà”
Cannobio e i monti della Val Cannobina, per la loro
posizione geografica a ridosso della Svizzera, diven-
tano tra il 1943 e il 1945 luoghi di passaggio alla ri-
cerca di una terra d’asilo per perseguitati politici e
razziali e partigiani in fuga dai rastrellamenti. In Val
Cannobina è operativa nell’esta-
te 1944 la Divisione partigiana
“Piave” comandata da Paolo Sala
“Carletto” e formata dall’unione
della “Cesare Battisti” di Arman-
do Calzavara “Arca” e della “Giu-
seppe Perotti” di Filip-
po Frassati “Pippo”. La
“Piave” fu protagoni-
sta della liberazione di
Cannobio (2-9 settem-
bre 1944) e della difesa
del confine cannobino a
Ponte Falmenta durante la Repubblica dell’Ossola.
La liberazione di Cannobio
Ompio
Cortechiuso
Cicogna
Fondotoce
Gurro
L’ Alpino
Montevecchio
Palagnedra
Castel
Veccana
C e n t o v a l l i
Al Legn
Pian di Boit Cannobio
Armando Calzavara e
Filippo Frassati.
Partigiani della Divisione “Piave”
durante la difesa della
Val Cannobina (autunno 1944).
La mattina del 2 settembre 1944 i partigiani della
“Piave” danno l’assalto a Cannobio, che viene libera-
ta in serata. Viene nominato un commissario civile e
si aprono trattative con le autorità elvetiche per il ri-
Le tappe del “Sentiero Chiovini”
1. Fondotoce - Ompio
2. Ompio - Cicogna
3 Cicogna - Pian di Boit
4. Pian di Boit - Cortechiuso
5. Cortechiuso - Montevecchio
6. Montevecchio - L’Alpino
7. L’Alpino - Palagnedra
8. Palagnedra - Al Legn
9. Al Legn - Cannobio
IL SENTIERO CHIOVINI
fornimento di viveri. I 55 prigionieri tedeschi
vengono inviati in Svizzera, in cambio della
promessa di liberare 55 ostaggi cannobiesi
catturati per rappresaglia nei giorni prece-
denti e inviati a Varese. Nei giorni successivi
i partigiani liberano tutta la fascia rivierasca
da Oggebbio al confine di Piaggio Valmara.
Temendo un attacco nemico dalla Val Canno-
bina, il comando della “Piave” il pomeriggio
del 5 settembre ‘44 invia un reparto nell’alta valle che
occupa Finero. Il giorno successivo viene liberata la Val
Vigezzo tra Druogno e il confine di Ponte Ribellasca.
Sono i preparativi per la liberazione dell’Ossola. Il 9
settembre un reggimento di paracadutisti della “Fol-
gore” (oltre 2.000 uomini), appog-
giati da truppe tedesche, riconqui-
sta Cannobio; una nuova linea di
difesa partigiana verrà costituita
a Ponte Falmenta in Val Cannobi-
na: sarà uno dei confini meridionali
della Repubblica dell’Ossola.
Giugno 1944
Le forche erette dai
tedeschi a Cannobio
(settembre 1944)
Il rastrellamento della Val Grande
Il rastrellamento della Val Grande rimane ancora oggi
impresso nella memoria storica delle popolazioni lo-
cali come uno degli eventi più tragici della Resisten-
Armando Calzavara, il comandante
“Arca”
della “Cesare Battisti”
za nel Verbano e nell’Ossola. Dall’11 giugno
al 1° luglio 1944 l’operazione, coordinata dal
comando SS di Milano, è tesa ad annientare
le formazioni partigiane attestate sui mon-
ti di Verbania (il “Valdossola” di Dionigi Su-
perti, la “Cesare Battisti” e la “Giovane Ita-
lia”). Per venti giorni parecchie migliaia di
soldati tedeschi e fascisti (con l’appoggio di
aerei, blindati e artiglieria pesante) bracca-
no meno di 500 partigiani laceri e affamati, molti dei
quali disarmati. Il rastrellamento vede atti di estrema
ferocia da parte dei reparti speciali antiguerriglia del-
le SS con torture, fucilazioni sommarie di civili, par-
tigiani gettati vivi dai dirupi. Alla fine del rastrella-
mento si contano circa 300 partigiani morti, 208 baite
e stalle incendiate in Val Grande e Val Pogallo. Dopo
il rastrellamento, il comandante Mario Muneghina si
stacca dal “Valdossola” e costituisce la brigata “Val-
grande Martire”. Nonostante il duro colpo inferto al
movimento partigiano, due mesi dopo la fine del ra-
strellamento il “Valdossola” di Dionigi Superti con la
“Valtoce” di Alfredo Di Dio liberano Domodossola e
danno vita alla libera Repubblica dell’Ossola. Vittime
del rastrellamento non sono solo le formazioni parti-
giane, ma anche pastori e alpigiani che pagano con
la vita e la distruzione di stalle e alpeggi l’appoggio
dato alla Resistenza.
Il “Sentiero Chiovini” è un itinerario escursionistico sui monti della Val Grande
che percorre i luoghi del rastrellamento del giugno 1944. La prima edizione
si è svolta nell’estate 2000 ed ha rappresentato un’importante momento di
recupero di “luoghi della memoria” tra i più cari alla nostra comunità e tra
i più significativi dello lotta di liberazione in Italia. Il percorso si snoda su
buoni sentieri segnalati con tabelloni illustrative e targhe storiche e richiede
nove giorni di cammino; il pernottamento avviene in rifugi e bivacchi.
Il “SENTIERO CHIOVINI”, si inserisce nel progetto più
ampio INTERREG III A Italia - Svizzera LA MEMORIA
DELLE ALPI - I SENTIERI DELLA LIBERTA’, nato dal-
l’intesa di istituzioni territoriali e culturali delle regioni
transfrontaliere di tre Paesi - Francia, Italia, Svizzera -
che propongono di considerare le Alpi, dal Mar Ligure al
Canton Ticino, come un unico, vasto «museo diffuso» nel
cuore dell’Europa. La sezione storica della rete museale
- intitolata «I sentieri della libertà” - è dedicata al perio-
do della persecuzione antiebraica, della seconda guerra
mondiale e della Resistenza (1938 -1945)
È’ un iniziativa che aiuta a far conoscere il territorio at-
traverso uno dei momenti dove queste terre hanno sa-
puto ritagliarsi uno spazio nella storia, grazie al sacrificio
di tanti giovani che partecipi di un conflitto senza cartoli-
na di precetto, attarverso la formazione di brigate parti-
giane in ogni vallata e con l’appoggio della popolazione,
fecero vivere un glorioso esercito senza generali. Ricor-
diamo inoltre la realizzazione dell’ideale base di parten-
za e d’arrivo di ogni tragitto rappresentata dalla Casa
della Resistenza di Fondotoce, visitata annualmente da
migliaia di persone provenienti dall’Italia e dell’estero
e sede di mostre, dibattiti ed archivi. E’ certamente un
bel modo di conoscere, la nostra Provincia camminando
dove si scrissero pagine fondamentali dell’Italia demo-
cratica e repubblicana. E per chi già conoscesse eventi
e luoghi, i «Percorsi della libertà” costituiranno un mo-
mento di riflessione sulla nostra storia e sull’importanza
di essere protagonisti del proprio destino.
Comunità Montana
Valle Cannobina