Elaborato 5aG – Relazione geologica e geotecnica - Comune di ...
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<strong>Elaborato</strong><br />
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />
Rivoli<br />
Veronese<br />
5<br />
a<br />
Provincia <strong>di</strong><br />
Verona<br />
G<br />
P.I.<br />
RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA<br />
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Rivoli Veronese<br />
Sindaco Mirco Campagnari<br />
GRUPPO DI LAVORO<br />
Progettisti Incaricati<br />
Ing. Mario Me<strong>di</strong>ci<br />
Arch. Nicola Grazioli<br />
Arch. Emanuela Volta<br />
Collaboratore: Geom. Fabiano Zanini<br />
Analisi Geologiche<br />
Dott.ssa Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Analisi Agronomiche<br />
Dott.ssa Agr. Bruna Basso<br />
Per. Agr. Andrea Festa<br />
Analisi Naturalistiche sul sistema<br />
ecorelazionale<br />
Dott.ssa Paola Modena<br />
Dott.ssa Marianna Canteri<br />
Valutazione VINCA<br />
Stu<strong>di</strong>o Ing. Mario Me<strong>di</strong>ci<br />
Valutazione Compatibilità Idraulica<br />
Stu<strong>di</strong>o Ing. Mario Me<strong>di</strong>ci<br />
Progettisti incaricati<br />
Ing. Mario Me<strong>di</strong>ci<br />
Arch. Nicola Grazioli<br />
Arch. Emanuela Volta<br />
37132 Verona<br />
Via Mons. Giacomo Gentilin, 62<br />
Gennaio 2012
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
PROGETTO PER LA REDAZIONE DEL PIANO DEGLI INTERVENTI PI<br />
DEL COMUNE DI RIVOLI VERONESE<br />
RELAZIONE GEOLOGICA-GEOTECNICA<br />
INDICE<br />
1. PREMESSA.........................................................................................................2<br />
2. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO E GEOLOGICO..............................3<br />
3 GEOLOGIA DI DETTAGLIO..............................................................................12<br />
4 GEOMORFOLOGIA DI DETTAGLIO.................................................................21<br />
5 ASSETTO IDROGEOLOGICO...........................................................................24<br />
6. ANALISI DEL TERRITORIO E DELLE FRAGILITA’ DERIVANTI<br />
DALL’ANALISI GEOLOGICA...............................................................................26<br />
7.0 ANALISI GEOTECNICA DEL TERRITORIO COMUNALE.............................31<br />
8. PARAMETRAZIONE GEOTECNICA................................................................37<br />
ALLEGATO 1: PROVE PENETROMETRICHE DINAMICHE<br />
1
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
PROGETTO PER LA REDAZIONE DEL PIANO DEGLI INTERVENTI PI<br />
1. PREMESSA<br />
DEL COMUNE DI RIVOLI VERONESE<br />
RELAZIONE GEOLOGICA-GEOTECNICA<br />
Su incarico del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Rivoli Veronese e ai sensi della LR n 11 del 23<br />
aprile 2004 è stato eseguito uno stu<strong>di</strong>o geologico-geotecnico a supporto della<br />
realizzazione del PI (Piano degli Interventi) del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Rivoli Veronese.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista prettamente geologico, il piano consiste principalmente<br />
nella redazione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> carte tematiche <strong>di</strong> tipo litologio, geomorfologico,<br />
idrogeologico, dei <strong>di</strong>ssesti ecc., che consentano una gestione e pianificazione<br />
corretta dell’uso delle risorse del territorio.<br />
Per tale scopo ci si è avvalsi <strong>di</strong> un rilevamento geologico-geomorfologico <strong>di</strong><br />
dettaglio effettuato in campagna, dello stu<strong>di</strong>o delle foto aree e delle ortofoto del<br />
territorio e della conoscenza bibliografica e professionale dell’ambito geologico del<br />
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Rivoli Veronese.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista prettamente geotecnico, il piano consite nella<br />
caratterizzazione <strong>geotecnica</strong> dei terreni che costituiscono prevalentemente il<br />
sottosuolo del territorio comunale.<br />
Al fine <strong>di</strong> caratterizzare i materiali principali presenti nel territorio comunale<br />
è stata fatta una ricerca bibliografica presso l'ufficio tecnico del comune che ha<br />
permesso la raccolta delle indagini geognostiche svolte negli ultimi anni.<br />
Le indagini geognostiche già presenti presso l'ufficio tecnico comunale<br />
coprono in maniera abbastanza <strong>di</strong>ffusa il territorio comunale stesso, rimanevano<br />
scoperte tre zone per le quali si è intervenuti me<strong>di</strong>ante la realizzazione <strong>di</strong> indagini<br />
eseguite ex novo ed in particolare costituite da tre prove penetrometriche<br />
<strong>di</strong>namiche, i certificati delle prove penetrometriche sono riportati nell'Allegato 1 al<br />
testo.<br />
2
2. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO E GEOLOGICO<br />
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
L’area in esame è rappresentata dall’intero territorio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Rivoli<br />
Veronese, ed è ubicata nella bassa Val d’A<strong>di</strong>ge sulla destra idrografica del fiume<br />
A<strong>di</strong>ge.<br />
Il territorio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Rivoli Veronese può essere sud<strong>di</strong>viso, dal punto <strong>di</strong><br />
vista morfologico, in tre settori sufficientemente <strong>di</strong>stinti:<br />
1. un settore montuoso, prevalentemente ubicato nella parte<br />
settentrionale del comune, in cui affiorano rocce calcaree stratificate<br />
mesozoiche e in cui l’altitu<strong>di</strong>ne può superare ache i 600 m s.l.m..;<br />
alcune porpaggini sono presenti più a sud, presso l’ex forte <strong>di</strong> Rivoli e<br />
dalla Rocca a Croce Gaium.<br />
2. un settore impostato sull’anfiteatro morenico <strong>di</strong> Rivoli, costituito dalle<br />
dorsali delle cerchie moreniche, da piane infra-moreniche e dai<br />
depositi degli scaricatori glaciali.<br />
3. un settore a ridosso del fiume A<strong>di</strong>ge, rappresentato dalle piane <strong>di</strong><br />
esondazione attuali e sub-attuali del medesimo.<br />
Per l’ubicazione dell’area del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Rivoli Veronese si fa riferimento alla<br />
Carta Tecnica Regionale ed in particolare alle seguenti sezioni alla scala 1:10.000:<br />
111050 -“Dolcè”, 123020 - “Rivoli Veronese”, 123030 - “Cavalo” e 123060 -<br />
“Cavaion Veronese”. Per l’assetto geologico generale si fa riferimento alla Carta<br />
Geologica d’Italia, Foglio “Peschiera” alla scala 1: 100.000.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista geomorfologico l’area è inserita nell’anfiteatro morenico<br />
Atesino, costituito dal potente anfiteatro rissiano e dalle tracce degli scaricatori<br />
fluvioglaciali rissiani.<br />
Le colline moreniche presentano un andamento semicircolare, rettilineo<br />
subparallelo nella porzione centrale. I cordoni morenici ricalcano l’antica traccia<br />
del Fiume A<strong>di</strong>ge.<br />
3
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Interposti fra le cerchie moreniche rissiane sono presenti i depositi<br />
fluvioglaciali e cataglaciali.<br />
Il principale elemento morfologico dell’area è costituito dalla presenza dei<br />
depositi morenici dell’Anfiteatro Atesino, testimonianza <strong>di</strong> più fasi glaciali<br />
susseguitesi in epoca quaternaria, che hanno contrad<strong>di</strong>stinto, come risaputo,<br />
l’aspetto <strong>di</strong> un ben più vasto territorio.<br />
Il ghiacciaio espletava, tramite il suo fronte, un’azione <strong>di</strong> spinta e deposizione<br />
del materiale eroso a monte, producendo degli accumuli <strong>di</strong> materiale<br />
geneticamente e granulometricamente eterogeneo, noti come morene. Nel<br />
territorio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Rivoli Veronese si possono quin<strong>di</strong> trovare i risultati <strong>di</strong> varie<br />
fasi <strong>di</strong> avanzamento glaciale, risalenti nella maggioranza dei casi alle ultime due<br />
glaciazioni del Pleistocene, rispettivamente quella Rissiana, e quella Würmiana.<br />
La presenza del ghiaccio era accompagnata da una serie <strong>di</strong> fenomeni<br />
classificati come fenomeni <strong>di</strong> ambiente periglaciale. Elemento <strong>di</strong> spicco <strong>di</strong> tale<br />
ambiente è senza dubbio quello degli scaricatori fluvioglaciali, corsi d’acqua<br />
alimentati dalla fusione del ghiaccio, che nelle fasi interglaciali o post-glaciali<br />
potevano raggiungere portate notevolissime.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista geologico l’area oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o si trova nel settore<br />
centro-orientale delle Alpi Meri<strong>di</strong>onali, catena a pieghe e sovrascorrimenti sudvergenti<br />
<strong>di</strong> età Alpina (prevalentemente Neogenica) che si estende a sud della Alpi<br />
in senso stretto e separata da queste tramite il Lienamento Insubrico o<br />
Periadriatico (Fig. 2). Le Alpi Meri<strong>di</strong>onali rappresentano la catena post-collisionale<br />
<strong>di</strong> back-thrust rispetto alla vergenza principale <strong>di</strong> trasporto tettonico (tra N e NW)<br />
durante la formazione delle Alpi.<br />
4
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Figura 2 <strong>–</strong> Schema geologico generale delle Alpi centro-orientali (l’area stu<strong>di</strong>ata è delimitata dal<br />
rettangolo rosso)<br />
Nell’area del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Rivoli Veronese affiorano terreni geologici <strong>di</strong> natura<br />
se<strong>di</strong>mentaria che spaziano dal Trias superiore al Giurassico e comprendono: il<br />
Gruppo dei Calcari Grigi (Hettangiano-Pliensbachiano), il Gruppo <strong>di</strong> San Vigilio<br />
(Toarciano-Aleniano), il Rosso Ammonitico Veronese (Bajociano-Titoniano) e,<br />
limitatamente, la Maiolica (Biancone Auct., Cretaceo inferiore).<br />
I Calcari Grigi poggiano sulla Dolomia Principale che costituisce, con una<br />
potenza che supera i 500m, il substrato dell’intera successione Giurassico-<br />
Cretacico-Treziaria ed è il termine più antico affiorante in Val d’A<strong>di</strong>ge a sud <strong>di</strong><br />
Trento (Fig. 3). La Dolomia Principale (DPR) è costituita da una successione <strong>di</strong><br />
cicli carbonatici peritidali tipici <strong>di</strong> una estesa piana <strong>di</strong> marea, in buona parte simili a<br />
quelli presenti nella parte basale della Formazione <strong>di</strong> Monte Zugna dei sovrastanti<br />
Calcari Grigi. Il passaggio tra Dolomia Principale e Calcari Grigi non è mai netto, a<br />
causa della consistente dolomitizzazione idrotermale della parte iniziale della Fm<br />
<strong>di</strong> Mt Zugna: tale fenomeno, avvenuto al passaggio tra Paleogene e Neogene e<br />
legato al vulcanismo attivo nel comparto Veneto-Trentino nel medesimo periodo<br />
(Cervato, 1990), presenta un fronte dolomitizzante irregolare e <strong>di</strong>scontinuo, per cui<br />
talora in aree limitrofe la base dei Calcari Grigi ne risulta interessata per spessori<br />
notevolmente <strong>di</strong>versi.<br />
5
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Figura 3 - Schema dei rapporti stratigrafici (Trias-Giurassico) in Val d’A<strong>di</strong>ge, nel settore del Monte<br />
Bondone. I Calcari Grigi sono in blu (FMZ: Fm Mt Zugna, LOP: Calcare Oolitico <strong>di</strong> Loppio, RTZ: Fm<br />
<strong>di</strong> Rotzo, OF4: Oolite <strong>di</strong> Massone), DPR: Dolomia Principale, OSV: Oolite <strong>di</strong> S. Vigilio, ARV: Rosso<br />
Ammonitici Veronese, MAI: Maiolica, SAA: Scaglia Rossa, VAA: Scaglia Variegata (su gentile<br />
concessione <strong>di</strong> M. Avanzini). Nella bassa Val d’A<strong>di</strong>ge, pur con spessore <strong>di</strong>versi, i rapporti sono<br />
simili.<br />
Durante il Lias l’estesa piana tidale della Dolomia Principale cominciò a<br />
frammentarsi in una serie <strong>di</strong> alti e bassi strutturali con <strong>di</strong>rezione ed estensione<br />
circa N-S, generatisi a seguito della fase <strong>di</strong> rifting liassico associata all’apertura<br />
dell’oceano ligure-piemontese. Si venne così formando la Piattaforma <strong>di</strong> Trento<br />
(Fig. 4), una delle principali unità paleogeografico-strutturali del margine<br />
continentale passivo, rappresentato dalle Alpi Meri<strong>di</strong>onali. Essa è<br />
grossolanamente compresa tra il Lago <strong>di</strong> Garda e la Valle del Cordevole e<br />
costituisce un alto strutturale confinante ad ovest con il Bacino Lombardo e ad est<br />
con il Bacino <strong>di</strong> Belluno, che rappresentano invece due bassi strutturali. La zona<br />
del comune <strong>di</strong> Rivoli Veronese si trova quin<strong>di</strong> ubicata in prossimità a quello che<br />
nel Lias (circa 180-190 Ma) era il margine occidentale della Piattaforma <strong>di</strong> Trento;<br />
ne è testimonianza il notevole spessore che raggiunge l’Oolite <strong>di</strong> S.Vigilio e l’Oolite<br />
6
<strong>di</strong> Massone in quest’area.<br />
RIVOLI V.<br />
Figura 4 <strong>–</strong> Paleogeografia delle Alpi Meri<strong>di</strong>onali orientali durante il Lias<br />
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
La Piattaforma <strong>di</strong> Trento è caratterizzata da una successione carbonatica <strong>di</strong><br />
mare sottile, rappresentata dal gruppo dei Calcari Grigi e, limitatamente al settore<br />
occidentale, dall’Oolite <strong>di</strong> San Vigilio. Durante il Dogger si ebbe l’annegamento<br />
della piattaforma che passò rapidamente a con<strong>di</strong>zioni pelagiche, <strong>di</strong>venendo un<br />
plateau (Plateau <strong>di</strong> Trento), con la deposizione del Rosso Ammonitico Veronese <strong>di</strong><br />
età Bajociano p.p.-Titoniano p.p.. Questa formazione poggia in <strong>di</strong>sconformità sulle<br />
unità <strong>di</strong> piattaforma e manifesta i caratteri <strong>di</strong> una se<strong>di</strong>mentazione condensata e<br />
lacunosa su <strong>di</strong> un alto pelagico spazzato dalle correnti oceaniche. Con passaggio<br />
graduale ad essa si sovrappone la Maiolica del Titoniano p.p. - Barremiano, con<br />
ingenti spessori che denunciano una se<strong>di</strong>mentazione pelagica più continua e a<br />
tasso elevato. Segue la scaglia variegata alpina (Aptiano - Cenomaniano)<br />
delimitata a letto e a tetto da argilliti nere, che registrano due importanti eventi<br />
anossici oceanici. Con la deposizione della Scaglia Rossa (Turoniano -<br />
7
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Maastrichtiano) si ristabilirono le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> normale ossigenazione del fondo,<br />
ma la presenza <strong>di</strong> strutture tipo flaser e <strong>di</strong> lacune verso il tetto dell’unità in<strong>di</strong>cano<br />
nuovamente una se<strong>di</strong>mentazione più condensata <strong>di</strong> alto pelagico. La successione<br />
terziaria <strong>–</strong> così come Scaglia Rossa<strong>–</strong> non affiora nel comune <strong>di</strong> Rivoli Veronese.<br />
Evoluzione tetonico-strutturale<br />
L’area stu<strong>di</strong>ata, inserita nel contesto della Le Alpi Meri<strong>di</strong>onali trentino-venete<br />
tra il Lago <strong>di</strong> Garda ad ovest e Bassano ad est, tra la Valsugana a nord e la<br />
pianura veneta a sud, è stata caratterizzata da un’evoluzione tettonica piuttosto<br />
complessa durante il Mesozoico e il Terziario. Si tralasciano qui gli effetti della<br />
tettonica prevalentemente <strong>di</strong>stensiva pre-Triassica e Triassica. A partire dal<br />
Triassico superiore le fasi tettoniche principali che hanno deformato questa<br />
porzione <strong>di</strong> crosta sono le seguenti:<br />
1. Rifting Norico-Liassico<br />
2. Rifting Paleogenico<br />
3. Compressione Neogenica<br />
1) Le strutture più precoci <strong>di</strong> cui si ha evidenza sono quelle che interessano<br />
la Dolomia Principale, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> età non antecedente al Norico. Secondo Bosellini<br />
& Har<strong>di</strong>e (1988) in Valsugana i Calcari Grigi giacciono in <strong>di</strong>scordanza angolare<br />
sulla Dolomia Principale, il cui spessore risulta ridotto <strong>di</strong> alcune centinaia <strong>di</strong> metri.<br />
Tale riduzione potrebbe essere il prodotto <strong>di</strong> erosione <strong>di</strong> un blocco con subsidenza<br />
inferiore rispetto a quella dei blocchi circostanti, nell’ambito <strong>di</strong> una frammentazione<br />
della piattaforma che precede e annuncia il successivo rifting giurassico. In tutte le<br />
Prealpi venete-trentine all’interno della successione ciclica della Dolomia<br />
Principale si trovano orizzonti <strong>di</strong> brecce associate a faglie normali sinse<strong>di</strong>mentarie<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni non cartografabili, riconducibili a una fase triassica <strong>di</strong> rifting. L’area<br />
stu<strong>di</strong>ata si situa nel settore centro-orientale dell’unità paleogeografia della<br />
Piattaforma veneta (o <strong>di</strong> Trento), un horst mesozoico delimitato a ovest dal Bacino<br />
lombardo e a est dal Bacino bellunese. Tale alto strutturale è un elemento del<br />
margine passivo occidentale del microcontinente adriatico (apulo) (Dercourt et al.,<br />
1986) o del promontorio africano (Argand, 1924), prodotto dal rifting continentale<br />
8
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
associato allo sviluppo dell’apertura dell’Atlantico centro-settentrionale. Dal tardo<br />
Triassico al Giurassico inferiore l’estensione con assottigliamento della litosfera ha<br />
interessato essenzialmente il Bacino lombardo (Bertotti et al., 1993), con limitati<br />
effetti anche sulla Piattaforma <strong>di</strong> Trento. Di questa è stata documentata l’attività<br />
tettonica sinse<strong>di</strong>mentaria del margine occidentale, che ha prodotto nicchie <strong>di</strong> frana<br />
sottomarine nella parte alta della scarpata e rise<strong>di</strong>menti caotici alla base<br />
(Castellarin, 1972; Picotti & Cobianchi, 1996). Più ad est, in piena piattaforma,<br />
faglie sinse<strong>di</strong>mentarie sinemuriane che hanno controllato gli spessori della<br />
formazione <strong>di</strong> Rotzo sono spettacolarmente esposte sul massiccio del Pasubio<br />
(Zampieri, 1995; Tobaldo et al., 2004). Brusche variazioni del livello marino<br />
prodotte da basculamenti <strong>di</strong> probabile origine tettonica <strong>di</strong> tutta la piattaforma sono<br />
invece documentate dall’analisi <strong>di</strong> facies (Barbujani et al., 1986).<br />
Il σ3 legato alla <strong>di</strong>stensione Liassica ha un orientazione circa ESE-WNW e <strong>di</strong><br />
conseguenza le faglie listriche e <strong>di</strong>stensive subverticali ad esso associate hanno<br />
<strong>di</strong>rezione me<strong>di</strong>a intorno a NNE-SSO, come i margini orientale ed occidentale della<br />
piattaforma. Alcune <strong>di</strong> queste faglie corrispondono piuttosto bene con rapi<strong>di</strong><br />
cambiamenti <strong>di</strong> spessore delle unità del gruppo dei Calcari Grigi.<br />
L’evoluzione della Piattaforma <strong>di</strong> Trento in plateau pelagico è avvenuta in un<br />
contesto tettonico <strong>di</strong>stensivo protrattosi anche per il restante intervallo <strong>di</strong> tempo<br />
giurassico, come testimoniato dalle variazioni <strong>di</strong> facies nonché dai filoni<br />
se<strong>di</strong>mentari e dagli slumping rinvenuti nel Rosso Ammonitico Veronese (Martire,<br />
1996; Avanzini, 1991).<br />
Infine, anche se non è una prova inconfutabile <strong>di</strong> attività tettonica, sono da<br />
ricordare gli slumping nella porzione inferiore della Maiolica (Cretacico inferiore).<br />
2) Durante il Paleogene il Veneto occidentale e il Trentino meri<strong>di</strong>onale sono<br />
stati interessati da un’attività tettonica <strong>di</strong>stensiva associata a vulcanismo<br />
prevalentemente mafico ed ultramafico (Piccoli, 1966; Barbieri et al., 1982;<br />
Beccaluva et al., 2007). Sul significato <strong>di</strong> questo rifting continentale è stato<br />
proposto un meccanismo complesso, che coinvolge il bulging dell’avampaese<br />
della catena <strong>di</strong>narica, dove l’asse principale orizzontale minimo del paleostress<br />
coincideva con quello prodotto dalla concomitante orogenesi alpina (fase<br />
9
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
“<strong>di</strong>narica”, mesoalpina, Zampieri, 1995b). Il magmatismo sincollisionale potrebbe<br />
essere dovuto a un processo <strong>di</strong> slab breakoff responsabile delle intrusioni lungo il<br />
Lineamento periadriatico (von Blanckenburg & Davies, 1995). Secondo Beccaluva<br />
et al. (2007) invece il magamatismo sarebbe legato ad un sistema <strong>di</strong> rift<br />
transtensionale risultante da una serie <strong>di</strong> reazioni intraplacca alla collisione Alpina.<br />
L’estensione con <strong>di</strong>rezione ENE-OSO si è concentrata nei Lessini orientali<br />
me<strong>di</strong>ante lo sviluppo del graben dell’Alpone-Agno, al cui interno si sono<br />
accumulati ingenti volumi <strong>di</strong> vulcaniti (Barbieri et al., 1982; 1991). Nei Lessini<br />
centro-occidentali e nelle Prealpi le strutture estensionali terziarie sono <strong>di</strong>ffuse<br />
sotto forma <strong>di</strong> fasci <strong>di</strong> faglie normali ad alto angolo con orientazione prevalente<br />
NNO-SSE, spesso intruse da filoni basici o con associati camini d’esplosione<br />
localizzati nelle zone transfer tra segmenti <strong>di</strong> faglia (Zampieri, 2000). Sull’Altopiano<br />
dei Sette Comuni è presente un fascio pervasivo <strong>di</strong> faglie ad alto angolo orientate<br />
NNO-SSE. Data la mancanza per erosione dei terreni terziari, non è possibile<br />
determinare con certezza quali <strong>di</strong> queste faglie siano state attive o, se preesistenti,<br />
si siano riattivate durante il Paleogene. E’ tuttavia verosimile che le faglie che<br />
<strong>di</strong>slocano con evidenti rigetti verticali la Maiolica essendo anche intruse da corpi<br />
filoniani <strong>di</strong> magmi mafici siano state attive nel Paleogene.<br />
3) L’area stu<strong>di</strong>ata si situa, come in parte già accennato, nell’ambito della<br />
catena a pieghe e sovrascorrimenti delle Alpi Meri<strong>di</strong>onali orientali. Questo tratto<br />
delle Alpi Meri<strong>di</strong>onali si è sollevato soprattutto nel Neogene, quando, per effetto<br />
della collisione tra Europa ed Africa, il margine settentrionale della microplacca<br />
adriatica si è deformato raccorciandosi. La crosta superiore della microplacca<br />
adriatica si è ispessita me<strong>di</strong>ante sviluppo <strong>di</strong> sovrascorrimenti sudvergenti<br />
(retroscorrimenti rispetto all’orogene alpino) e <strong>di</strong> più rari (retro)scorrimenti<br />
nordvergenti, entrambi con andamento me<strong>di</strong>o intorno a ENE-OSO e legati ad un<br />
σ1 orientato inizialmente NNO-SSE (Serravalliano-Tortoniano) e poi ruotato<br />
progressivamente nel Plio-Pleistocene verso ENE-OSO, con riattivazione <strong>di</strong><br />
precedenti faglie ad alto angolo come trascorrenti. I sovrascorrimenti principali<br />
sono, dall’interno verso l’esterno della catena sudalpina, la Linea della Valsugana,<br />
la Linea <strong>di</strong> Belluno e la Linea <strong>di</strong> Bassano-Valdobbiadene. In pianta questi<br />
10
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
sovrascorrimenti presentano una orientazione generale ma sono talora ondulati,<br />
per effetto dell’interferenza con strutture estensionali mesozoiche ere<strong>di</strong>tate<br />
(Doglioni, 1992). L’età <strong>di</strong> formazione dei sovrascorrimenti ringiovanisce dall’interno<br />
della catena verso l’esterno.<br />
Le faglie estensionali <strong>di</strong> origine sinse<strong>di</strong>mentaria legate all’evoluzione<br />
mesozoica della Piattaforma-Plateau <strong>di</strong> Trento sono state in genere riattivate<br />
come faglie trascorrenti durante l’evoluzione neogenica della catena prealpina<br />
(Barbieri, 1987). Stessa sorte hanno subito le faglie subvertcali legate alla<br />
<strong>di</strong>stensione terziaria.<br />
11
3 GEOLOGIA DI DETTAGLIO<br />
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Di seguito verranno descritti i litotipi e i depositi quaternari presenti sul<br />
territorio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Rivoli Veronese, dal più antico al più recente.<br />
La Dolomia Principale non affiora nell’area <strong>di</strong> indagine, ma è presente, poco<br />
a nord, lungo la Val Lagarina, al <strong>di</strong> sotto dei Calari Grigi.<br />
Il Gruppo dei Calcari Grigi comprende quattro formazioni <strong>di</strong> piattaforma<br />
carbonatica, già definite in letteratura come membri dei “Calcari Grigi <strong>di</strong> Noriglio”<br />
(Bosellini & Broglio Loriga, 1971). Esso costituisce le imponenti pareti che si<br />
affacciano sulla Val d’A<strong>di</strong>ge a nord <strong>di</strong> Rivoli.<br />
Formazione <strong>di</strong> Monte Zugna (FMZ, Hettangiano - Sinemuriano inferiore)<br />
Nella Formazione del Monte Zugna (Membro inferiore Auct.) sono<br />
riconoscibili tre litofacies generalmente sovrapposte:<br />
a) calcari prevalentemente micritici od oolitico bioclastici in<br />
sequenze cicliche submetriche e metriche fortemente bioturbate;<br />
b) calcari stromatolitici organizzati in una successione<br />
prevalentemente peritidale caratterizzata da cicli a scala metrica<br />
grosso modo bipartiti in una unità inferiore subtidale (potente tra<br />
10 e 100 cm) ed una superiore <strong>di</strong> tipo inter <strong>–</strong>sopratidale (potente<br />
tra 2-3 e 60 cm);<br />
c) calcari micritici pseudonodulari e marne scure organizzati in una<br />
successione prevalentemente subtidale nella quale sono<br />
riconoscibili cicli con livelli carbonatici <strong>di</strong> base (potenti da 20 a<br />
120 cm) cui seguono sottili livelli argillosi scuri, fino a nerastri.<br />
Il limite inferiore con la Dolomia Principale è graduale quando tra le due unità<br />
si interpone una fascia <strong>di</strong> dolomitizzazione altrimenti netto paraconcordante<br />
quando FMZ si appoggia sui livelli a teepee e paleosuoli del tetto della DPR. Lo<br />
spessore è <strong>di</strong> 100-150 m.<br />
Le associazioni algali sono caratteristiche del Lias (Heteroporella cf.<br />
ellembergeri, Palaeodasycladus me<strong>di</strong>terraneus, Palaeodasycladus gracilis,<br />
12
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Tersella alpina, Sestrospera liasina, Fanesella dolomitica, Rivularia moldavica,<br />
Thaumatoporella spp.). In tutta la formazione, ed in particolare nella sua porzione<br />
inferiore, sono presenti foraminiferi agglutinanti riconducibili a Textularidae ed<br />
Ataxofragmidae e rari esemplari <strong>di</strong> Lituolidae (Mayncina cf. termieri), rare<br />
Trocoline sono spora<strong>di</strong>camente presenti. Sono riconoscibili inoltre resti <strong>di</strong> alghe<br />
solenoporacee, Aeolisaccus dunningtoni, ostraco<strong>di</strong>, piccoli gasteropo<strong>di</strong> e resti <strong>di</strong><br />
echinodermi, bivalvi e coralli.<br />
Calcare Oolitico <strong>di</strong> Loppio (LOP, Sinemuriano me<strong>di</strong>o - superiore)<br />
Il Calcare oolitico <strong>di</strong> Loppio, corrispondente al Membro me<strong>di</strong>o della<br />
precedente sud<strong>di</strong>visione dei Calcari Grigi, è costituito da una successione <strong>di</strong><br />
calcari oolitici grossolani in prevalenza a cemento spatico (grainstone) e <strong>di</strong><br />
colorazione bianchiccia o grigio-chiara, con granuli formati in prevalenza da ooi<strong>di</strong> e<br />
botroi<strong>di</strong> e in parte anche da intraclasti e bioclasti. Sono accumuli per lo più mal<br />
stratificati o in spesse bancate da metriche fino a decametriche, talora a lamine<br />
trattive parallele od inclinate a basso angolo, più raramente a stratificazione<br />
incrociata. Il tetto è caratterizzato da una unconformity alla scala almeno del<br />
bacino dell’A<strong>di</strong>ge. Limite inferiore graduale rapido su FMZ . Spessore 10-30m.<br />
Formazione <strong>di</strong> Rotzo (RTZ, Carixiano - Domeriano)<br />
La Formazione <strong>di</strong> Rotzo è indubbiamente l'unità più rappresentativa del<br />
Gruppo. Depositata in ambiente prevalentemente subtidale (Clari, 1976; Masetti et<br />
alii, 1998), questa unità risulta internamente organizzata in sequenze<br />
asimmetriche thickening e shallowing upward, <strong>di</strong> spessore me<strong>di</strong>amente metrico<br />
(Masetti et alii, 1998). E’ <strong>di</strong>visibile in due litofacies sovrapposte (talvolta l’unità<br />
basale può essere ridotta o assente):<br />
a) una inferiore, caratterizzata dal prevalere <strong>di</strong> litofacies calcareo<br />
marnose, in cui nei cicli asimmetrici sopra citati strati metrici <strong>di</strong><br />
packstone a peloi<strong>di</strong> bioturbati si sovrappongono a tetto ciclo ad<br />
alternanze calcareo-marnose in stati decimetrici;<br />
b) una superiore, sovrapposta alla precedente (ma che può essere<br />
spesso esclusiva) in cui il tetto dei cicli è frequentemente<br />
caratterizzato dalla presenza dei cosiddetti banchi a Lithiotis (a<br />
13
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
geometria sia tabulare che lenticolare, mound) costituiti da bivalvi<br />
coloniali che si sovrappongono a tetto ciclo alle stesse alternanze<br />
calcareo-marnose sopra descritte. In questa porzione superiore<br />
della Formazione <strong>di</strong> Rotzo sono ben rappresentate anche<br />
biocalcareniti ru<strong>di</strong>tiche e calcareniti oolitico-intraclastiche in strati<br />
e banchi <strong>di</strong> spessore superiore al metro. Questi livelli sono<br />
spesso intercalati nella successione all'interno dei cicli tidalici,<br />
registrando anche episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> elevata energia (strati <strong>di</strong> tempesta).<br />
Limite inferiore paraconcordante o <strong>di</strong>scordante su LOP. Spessore molto<br />
variabile a seconda del contesto.<br />
Calcare Oolitico <strong>di</strong> Massone (OM, Domeriano)<br />
Corrisponde all’Oolite <strong>di</strong> Massone (Auct.). E’ costituito da una successione,<br />
in strati generalmente metrici, <strong>di</strong> calcari oolitici a cemento spatico (grainstone) <strong>di</strong><br />
colorazione grigio-chiara fino a bianca talora con stratificazione o laminazione<br />
incrociata a piccola scala. Le ooliti, oncoi<strong>di</strong> e botroi<strong>di</strong>, sono generalmente<br />
predominanti rispetto ai bioclasti e spesso esclusive. Le ooliti <strong>di</strong> questa unità si<br />
<strong>di</strong>fferenziano da quelle del Calcare oolitico <strong>di</strong> S. Vigilio in base alla struttura<br />
concentrica, alla micritizzazione dei cortici e alle <strong>di</strong>mensioni maggiori dei granuli.<br />
L’assenza <strong>di</strong> strutture se<strong>di</strong>mentarie quali stratificazioni incrociate a grande scala<br />
caratteristiche invece del Calcare oolitico <strong>di</strong> San Vigilio, contribuiscono a<br />
<strong>di</strong>stinguere questo litosoma alla scala dell’affioramento.<br />
Le età della FMZ e del LOP sono basate su recenti lavori <strong>di</strong> Romano et al.<br />
(2005) e Barattolo & Romano (2005).<br />
In generale l’ambiente deposizionale è tipico <strong>di</strong> una piattaforma carbonatica<br />
<strong>di</strong> mare basso. La “formazione <strong>di</strong> M. Zugna” corrisponde ad ambienti <strong>di</strong> piana <strong>di</strong><br />
marea frequentemente emersa (livelli ad orme <strong>di</strong> <strong>di</strong>nosauro in molti settori della<br />
Valle dell’A<strong>di</strong>ge) che passa progressivamente ad ambienti più subtidali. Il “calcare<br />
oolitico <strong>di</strong> Loppio” corrisponde ad un collasso generalizzato alla scala del<br />
Sudalpino che porta al veloce approfon<strong>di</strong>mento degli ambienti al margine della<br />
Piattaforma <strong>di</strong> Trento (migrazione verso l’interno dei corpi oolitici marginali) e si<br />
chiude in corrispondenza <strong>di</strong> una evidente unconformity al tetto. La “formazione <strong>di</strong><br />
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Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Rotzo” sutura l’irregolare morfologia ere<strong>di</strong>tata della tettonica simenuriana e<br />
corrisponde ad ambienti a bassa profon<strong>di</strong>tà ma sempre subtidali, con rampe<br />
deposizionali a basso gra<strong>di</strong>ente e lagune interne orlate da shoals oolitici. Il<br />
“calcare oolitico <strong>di</strong> Massone” rappresenta l’inizio dell’annegamento della<br />
Piattaforma <strong>di</strong> Trento con la migrazione verso l’interno della piattaforma dei corpi<br />
oolitici marginali.<br />
Figura 5 <strong>–</strong> Schema stratigrafico del Gruppo dei Calcari Grigi nella Piattaforma <strong>di</strong> Trento (sezione E-<br />
W). Su gentile concessione <strong>di</strong> M. Avanzini<br />
Nei settori centro-occidentali della piattaforma <strong>di</strong> Trento, a sud della linea<br />
della Valsugana, il Gruppo dei Calcari Grigi costituisce un corpo se<strong>di</strong>mentario che<br />
può superare i 400 m <strong>di</strong> spessore (Folgaria<strong>–</strong>Asiago). Nel settore centrale della<br />
Piattaforma <strong>di</strong> Trento poggia sulla Dolomia Principale, in corrispondenza del<br />
margine occidentale sul Calcare <strong>di</strong> Zu (Retico), nel settore friulano ed in Dolomiti<br />
sul “calcare <strong>di</strong> Dachstein” (Retico). Nella porzione settentrionale della Piattaforma<br />
<strong>di</strong> Trento (Dolomiti-Altopiano <strong>di</strong> Fanes) la successione carbonatica tra la Dolomia<br />
15
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Principale e l’Encrinite <strong>di</strong> Fanes Piccola (“calcari grigi <strong>di</strong> Fanes”) non è mai stata<br />
sud<strong>di</strong>visa in unità <strong>di</strong> rango inferiore. Sembra tuttavia che il Gruppo dei Calcari<br />
Grigi sia qui privo della “formazione <strong>di</strong> Rotzo”, sostituita dalle coeve sand waves<br />
dell’Encrinite <strong>di</strong> Fanes. L’assenza della “formazione <strong>di</strong> Rotzo” s.s. caratterizza<br />
anche il margine orientale dell’Altopiano <strong>di</strong> Asiago (Fig. 5) e le successioni del<br />
Vallone bellunese dove è sostituita da calcari oolitico-bioclastici ancora <strong>di</strong> incerta<br />
attribuzione, ma verosimilmente inquadrabili in una litofacies essenzialmente<br />
oolitica della “formazione <strong>di</strong> Rotzo”. In corripondenza del margine occidentale della<br />
Piattaforma <strong>di</strong> Trento il Gruppo dei Calcari Grigi è ricoperto dall’Oolite <strong>di</strong> San<br />
Vigilio o dai calcari marnosi della “formazione del Tofino” e lungo tutta la dorsale<br />
del Monte Baldo dalla Formazione <strong>di</strong> Tenno del Gruppo <strong>di</strong> San Vigilio. In ampi<br />
settori della parte centrale della Piattaforma alla “formazione <strong>di</strong> Rotzo” si<br />
sovrappone <strong>di</strong>rettamente il Rosso Ammonitico Veronese (Fig. 5).<br />
Il Gruppo <strong>di</strong> S.Vigilio, in luogo della vecchia denominazione <strong>di</strong> Oolite <strong>di</strong><br />
S.Vigilio, comprende tre <strong>di</strong>stinte formazioni (Barbujani et al., 1986) : Formazione <strong>di</strong><br />
Tenno, Oolite <strong>di</strong> S.Vigilio s.s. e “Giallo <strong>di</strong> Mori”. Solo le prime due sono presenti<br />
nell’area stu<strong>di</strong>ata.<br />
La Formazione <strong>di</strong> Tenno è ulteriormente sud<strong>di</strong>visibile in due unità, una facies<br />
basale “marnosa” ed una facies “sabbiosa”. Il Tenno “marnoso” è rappresentato<br />
da calcari marnosi (packstone-wackestone) grigio scuri, gialli quando alterati, in<br />
strati poco spessi e tabulari (5-10 centimetri) alternati irregolarmente a sottili livelli<br />
marnosi. Lo spessore è <strong>di</strong> poco inferiore ai 15 metri.<br />
La facies “sabbiosa” consiste, in questa zona, <strong>di</strong> calcareniti (grainstonepackstone)<br />
color grigio nocciola, con strati progressivamente più potenti (10-30<br />
centimetri) in cui scompaiono i livelli marnosi e in cui non è stata notata la<br />
presenza <strong>di</strong> ooliti. Anche in questo caso lo spessore si aggira intorno ai 10-15<br />
metri. Questa formazione da luogo ad una cengia ben visibile tra le pareti subverticali<br />
dell’Oolite <strong>di</strong> Massone e dell’Oolite <strong>di</strong> S. Vigilio.<br />
L’Oolite <strong>di</strong> S.Vigilio s.s. è presente nella parte superiore del gruppo omonimo;<br />
si tratta <strong>di</strong> grainstone oolitici e grainstone ad ooliti e frammenti <strong>di</strong> crinoi<strong>di</strong> <strong>di</strong> colore<br />
bianco e bruno chiaro, giallo e leggermente rosato al tetto, con strati <strong>di</strong> spessore<br />
16
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
me<strong>di</strong>o da 0.5 a 1 metri (eccezionalmente 3-4 metri). E’ ben osservabile una<br />
“stratificazione incrociata” tabulare a grande e me<strong>di</strong>a scala, per esempio alla base<br />
della parete verticale della Rocca sulla sponda destra dell’A<strong>di</strong>ge.<br />
Il Gruppo <strong>di</strong> S. Vigilio affiora lungo tutta la forra del Ceraino scavata<br />
dall’A<strong>di</strong>ge, presso l’ex forte <strong>di</strong> Rivoli e nella parte alta delle pareti rocciose che<br />
danno sulla Val d’A<strong>di</strong>ge a nord <strong>di</strong> Rivoli.<br />
Le facies <strong>di</strong> tetto dell’Oolite <strong>di</strong> San Vigilio sono seguite in paraconcordanza<br />
dal Rosso ammonitico inferiore o da lenti sottili e localizzate <strong>di</strong> Lumachella a<br />
Posidonia alpina; il contatto può essere marcato da un hard-ground ferriferomanganesifero<br />
e in ogni caso risulta piuttosto netto.<br />
Lo spessore dell’intera sequenza è superiore ai 100 metri.<br />
Il Gruppo <strong>di</strong> S.Vigilio rappresenta la ricostruzione del margina <strong>di</strong> piattaforma<br />
dei Calcari Grigi semiaffondato, a partire da una rampa strutturale debolmente<br />
inclinata. In questo contesto le facies “marnose” della Formazione <strong>di</strong> Tenno<br />
costituiscono (secondo Barbujani et al., 1986) il trasgressive system tract, quelle<br />
“sabbiose” l’ high stand system tract, mentre l’Oolite <strong>di</strong> S.Vigilio il low stand <strong>di</strong> una<br />
successiva sequenza deposizionale.<br />
Con le dovute variazioni <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà, si può supporre un ambiente marino<br />
marginale aperto alla circolazione oceanica e influenzato dalle correnti <strong>di</strong> marea,<br />
sia per l’Oolite <strong>di</strong> S.Vigilio che per la Formazione <strong>di</strong> Tenno.<br />
Il Rosso ammonitico veronese può essere sud<strong>di</strong>viso in tre membri <strong>di</strong>stinti: il<br />
Rosso ammonitico inferiore, quello me<strong>di</strong>o (non presente nell’area stu<strong>di</strong>ata) ed il<br />
Rosso ammonitico superiore, tenendo presente che localmente alla base dell’unità<br />
inferiore si rinviene una quarta facies (formazione a sè stante) costituita dalla<br />
Lumachella a Posidonia alpina.<br />
Quest’ultima è data da una biospatite compatta a prevalenza <strong>di</strong> Bositra buchi<br />
e crinoi<strong>di</strong> e subor<strong>di</strong>natamente piccole ammoniti, brachiopo<strong>di</strong> e foraminiferi. La<br />
colorazione è bianco can<strong>di</strong>do ove si hanno accumuli <strong>di</strong> Bositra buchi legati da<br />
cemento o con tonalità rossastre dove aumenta la micrite.<br />
Il suo spessore è variabile, me<strong>di</strong>amente <strong>di</strong> pochi decimetri (2-4), ma spesso<br />
si riduce fino alla completa assenza. Può presentarsi sotto forma <strong>di</strong> lenti poco<br />
17
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
spesse e localizzate o in forma <strong>di</strong> filoni se<strong>di</strong>mentari.<br />
La Lumachella a Posidonia alpina rappresenta un materiale residuale in un<br />
contesto <strong>di</strong> piattaforma spazzata da forti correnti <strong>di</strong> fondo, che non consentivano al<br />
se<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> depositarsi se non in zone riparate (Dogger inf.) (Winterer e Bosellini,<br />
1981).<br />
Al <strong>di</strong> sopra della Lumachella o <strong>di</strong>rettamente sui Calcari oolitici <strong>di</strong> S.Vigilio,<br />
poggia il Rosso ammonitico inferiore; esso è rappresentato da calcari micritici ad<br />
organismi pelagici (lamellibranchi a valve sottili, ammoniti e belemniti) e neritici<br />
(frammenti <strong>di</strong> echinodermi), in cui è facile <strong>di</strong>stinguere dei noduli (intraclasti ed<br />
oncoliti) separati da una fine matrice. Il colore è rosa con locali sfumature o<br />
chiazze giallastre; si presenta in strati compatti, vagamente nodulari per stiloliti o<br />
strutture stromalitiche-oncolitiche.<br />
Il Rosso ammonitico inferiore è limitato verso l’alto e verso il basso (qualora<br />
manchi la Lumachella) da hard-ground limonitico-manganesiferi <strong>di</strong> pochi<br />
centimetri.<br />
Il Rosso ammonitico superiore è costituito da biomicriti color rosso mattone o<br />
bianco rosato a crinoi<strong>di</strong> pelagici (Saccocoma sp.), ra<strong>di</strong>olari, aptici, ammoniti e<br />
belemniti. E’ un calcare tipicamente nodulare, che forma dei banchi <strong>di</strong> 2-3 metri <strong>di</strong><br />
spessore.<br />
L’intera formazione affiora alla sommità dei paretoni che si affacciano sulla<br />
valle dell’A<strong>di</strong>ge.<br />
Nel Rosso ammonitico al passaggio con la Maiolica prevale una<br />
stratificazione con superfici stilolitiche; questo fatto, unito al colore rosato che<br />
assume il Biancone nella parte basale, rende transizionale il limite tra le due<br />
formazioni, in ogni caso posizionato alla scomparsa della nodularità.<br />
Lo spessore della formazione oscilla tra i 10 ed i 15 metri, prevalentemente<br />
costituiti dall’unità superiore.<br />
Sussistono parecchie controversie riguardo al preciso ambiente<br />
deposizionale del Rosso ammonitico. Se vi è concor<strong>di</strong>a nell’affermare che il<br />
succedersi <strong>di</strong> Lumachella a Posidonia alpina, Rosso ammonitico inferiore e<br />
superiore rappresenti un progressivo annegemento del Plateau <strong>di</strong> Trento, non<br />
18
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
altrettanto si può <strong>di</strong>re per la paleoprofon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione.<br />
La presenza <strong>di</strong> strutture stromatolitiche è infatti problematica, in quanto esse<br />
sono proprie <strong>di</strong> ambienti tidalici <strong>di</strong> bassissima profon<strong>di</strong>tà, mentre i fossili quasi<br />
esclusivamente pelagici (ammoniti, belemniti, lamellibranchi, etc..) in<strong>di</strong>cherebbero<br />
con<strong>di</strong>zioni batimetriche ben maggiori.<br />
Winterer e Bosellini (1981) hanno proposto per il plateau veneto nel<br />
Giurassico superiore profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> molte centinaia <strong>di</strong> metri su basi paleostrutturali<br />
e se<strong>di</strong>mentologiche (più precisamente circa 800 metri per l’unità inferiore e 1100<br />
per quella superiore). Secondo Massari (1979) la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione del<br />
Rosso ammonitico sarebbe stata molto variabile (da alcune decine a parecchie<br />
centinaia <strong>di</strong> metri) e prtanto l’unità si sarebbe deposta, almeno localmente, su<br />
pen<strong>di</strong>i <strong>di</strong> una certa inclinazione. In ogni caso questa formazione è il risultato <strong>di</strong><br />
condensazioni e lacune <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione le cui cause non sono solamente fisicomeccaniche<br />
ma anche chimiche (subsoluzione <strong>di</strong> carbonato <strong>di</strong> calcio).<br />
La formazione della Miolica è rappresentata da un calcare micritico ricco <strong>di</strong><br />
nannofossili (tra cui i calpionelli<strong>di</strong>), <strong>di</strong> colore bianco, con tipica frattura concoide.<br />
Frequenti sono gli stiloliti e i livelli e/o noduli <strong>di</strong> selce color giallo miele o nero.<br />
Lo spessore degli strati va dai 4-5 centimetri fino a circa 30 centimetri.<br />
Alla base della formazione, per alcuni metri, il Biancone assume una<br />
colorazione rosata che, unita ad una certa nodularità, lo rende confon<strong>di</strong>bile con il<br />
sottostante Rosso Ammonitico.<br />
La Maiolica è un calcare francamente pelagico, con profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />
se<strong>di</strong>mentazione stimata da E.L. Winterer e A. Bosellini intorno ai 1200 metri.<br />
Affiora spora<strong>di</strong>camente sulle pen<strong>di</strong>ci occidentali del Montidone nella zona<br />
della ex polveriera e sul crinale del Forte S.Marco.<br />
I depositi quaternari sono particolarmete <strong>di</strong>ffusi sul territorio del comune e<br />
sono legati da una parte all’ambiente glaciale e periglaciale che sussisteva in<br />
questa zona e nelle Alpi durane il Pleistocene, dall’altra alla <strong>di</strong>namica fluviale<br />
attuale e passata dell’A<strong>di</strong>ge, senza <strong>di</strong>menticare i depositi legati all’azione<br />
prevalente della graività (coltri detritiche <strong>di</strong> versanti e coni detritici).<br />
19
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
I depositi <strong>di</strong> till, prevalentemente <strong>di</strong> ablazione, che formano le i cordoni<br />
morenici sono generalmente cositutiti da un <strong>di</strong>amicton massivo a supporto <strong>di</strong><br />
matrice, localmente <strong>di</strong> clasti, con clasti eterometrici e poligenici poco alterati (scisti<br />
e gneiss, vulcaniti e ignimbriti della piattaforma porfirica atesina, tonaliti, calcari<br />
ecc..), con <strong>di</strong>ametro me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi centimetri e <strong>di</strong>ametro massimo che può<br />
superare abbondantemente il metro. I clasti vanno da subarrotondati ad<br />
arrotondati, raramente subangolosi. La matrice è solitamente sabbioso-limosa.<br />
Il depositi fluvioglaciale sono costituiti dall’ inter<strong>di</strong>gitarsi <strong>di</strong> livelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa<br />
natura, prevalentemente ghiaiosi con ciottoli, ma anche sabbiosi, sabbiosoghiaiosi<br />
e sabbioso-limosi. E’ importante sottolineare a nord della rocca dell’ex<br />
forte Rivoli l’affioramento <strong>di</strong> estese coltri <strong>di</strong> sabbie limose (ve<strong>di</strong> Venzo). Altri<br />
interessanti depositi fluvioglaciali o tar<strong>di</strong>glaciali sono presenti in località Tessari<br />
addossati al versante e coperti dal detrito <strong>di</strong> versante; si tratta <strong>di</strong> depositi <strong>di</strong> varia<br />
natura: ghiaie-sabbiose con ciottoli ben arrotondati e talora embricati <strong>di</strong> varie<br />
litologie e <strong>di</strong>ametro me<strong>di</strong>o 2 cm; sabbie-limose con ciottoli calcarei minuti del<br />
<strong>di</strong>ametro me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 1-2 cm, subarrotondati, infine sabbie fini debolmente limose<br />
sormontate da limi debolemente sabbiosi <strong>di</strong> probabile origine lacustre.<br />
Tra i depositi fluvioglaciali non sono rari i livelli cementati ben visibili per<br />
esempio lungo la strada sterrata sul versante ad est <strong>di</strong> località Demolito.<br />
Ben estesi lungo le pareti rocciose, soprattutto a nord <strong>di</strong> Rivoli, sono i<br />
depositi <strong>di</strong> detrito <strong>di</strong> falda ed i coni detritici che risultano costituiti dall’accumulo<br />
progressivo, a partire dal ritiro del ghiacciao della Val d’A<strong>di</strong>ge, <strong>di</strong> clasti calcarei<br />
spigolosi <strong>di</strong> varia pezzatura, talora cementati, staccatisi dalle pareti sovrastanti. I<br />
blocchi possono raggiungere anche <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> vari metri cubi.<br />
20
4 GEOMORFOLOGIA DI DETTAGLIO<br />
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Le forme più evidenti presenti sul territorio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Rivoli sono legate<br />
all’azione del ghiacciao della Val d’A<strong>di</strong>ge, che durante le ultime glaciazioni (Riss e<br />
Wurm) formò sulla propria fronte <strong>di</strong>versi cerchie moreniche la cui età aumenta<br />
verso l’estero. Osservando anche il territorio limitrofo al comune, si <strong>di</strong>stinguono<br />
chiaramente almeno 7-8 cerchie moreniche, la cui forma in carta è arcuata e varia<br />
quin<strong>di</strong> in <strong>di</strong>rezione da est-ovest a nord-sud. Il cordone morenico più elevato si<br />
rinviene sul crinale del monte la Mesa, superiore ai 300 m. Tra una cerchia e<br />
quella a<strong>di</strong>acente scorrevano gli scaricatori fluvioglaciali che trasportavano e<br />
depositavano notevoli quantità <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti. Sempre legate all’attività <strong>di</strong> trasporto<br />
e se<strong>di</strong>mentazione <strong>di</strong> questi scaricatori si in<strong>di</strong>viduano <strong>di</strong>verse conoi<strong>di</strong> fluvioglaciali:<br />
quattro sono ubicate sul versante meri<strong>di</strong>onale del Monte la Mesa, ed una si trova<br />
presso località Valdoneghe e rappresenta la conoide dello scaricatori che,<br />
tagliando le cerchie moreniche più esterne, fluiva nell’attuale piana del Tasso.<br />
Vanno ricordati infine <strong>di</strong>versi terrazzi fluvioglaciali, il più esteso dei quali forma una<br />
sorta <strong>di</strong> cuneo, a quota <strong>di</strong> poco superiore ai 200 m a sud del Monte la Mesa, tra la<br />
piana dellA<strong>di</strong>ge e la traccia nord-sud dell’antico scaricatore wurmiano. Un altro<br />
terrazzo fluvioglaciale è posto poco a sud dell’abitato <strong>di</strong> Rivoli e si tratta<br />
probabilmente <strong>di</strong> un terrazzo <strong>di</strong> kame (contatto glaciale).<br />
Esistono <strong>di</strong>verse forme legate all’azione dell’acqua; tra quelle più evidenti si<br />
annoverano le varie conoi<strong>di</strong> allunivionali attuali o sub-attuali, che si rinvengono<br />
principalmente nella parte meri<strong>di</strong>onale del comune. Altre forme legate all’attività<br />
dell’A<strong>di</strong>ge sono costituite dalle piane <strong>di</strong> esondazione del medesimo, la più estesa<br />
delle quali è posizionata in località la Perarola <strong>–</strong> il Palazzo .<br />
Le forme e i fenomeni legati alla gravità sono tra i più recenti dal punto <strong>di</strong><br />
vista geologico. Come già accennato nel recedente capitolo, ai pie<strong>di</strong> e lungo le<br />
cengie dei versanti rocciosi, soprattutto quelli posti nella parte settentrionale del<br />
comune, sono presenti estesi coltri detritiche nonché coni detritici e misti (detritici -<br />
da trasporto in massa, debris flow). Il più esteso <strong>di</strong> questi coni è sito sul versante<br />
sopra località Tessari.<br />
21
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Sempre legati alla gravità, sono state cartografati alcuni depositi <strong>di</strong> frana<br />
intorno al Monte la Mesa, in<strong>di</strong>viduati grazie all’ausilio delle foto aeree: si tratta <strong>di</strong><br />
probabili frane roto-traslazionali in materiali sciolti o debolmente cementati,<br />
costituiti da depositi glaciali o fluvioglaciali; quattro <strong>di</strong> questi accumuli solo<br />
localizzati sul versante nord del Monte sopracitato, il quinto è situato invece ad<br />
ovest <strong>di</strong> Gaiun sul versante che congiunge il terrazzo fluvioglaciale con la piana<br />
dell’A<strong>di</strong>ge.<br />
Con riferimento alla Carta Geomorfologia sono state cartografate <strong>di</strong>verse<br />
forme <strong>di</strong> tipo gravitativi, carsico, fluviale, glaciale, eolico, strutturale e antropico.<br />
Le forme <strong>di</strong> tipo gravitativo sono <strong>di</strong>verse e legate principalmente alle estese<br />
pareti rocciose poste in corrispondenza della porzione settentrionale dell’area<br />
comunale.<br />
Si tratta <strong>di</strong> estese ed importanti nicchie <strong>di</strong> crollo attive che coincidono con la<br />
sommità delle pareti rocciose, nelle aree sottostanti sono presenti <strong>di</strong>versi coni<br />
detritici e falde detritiche, quest’ultime costituite da materiali misti, frammenti<br />
rocciosi, ecc.<br />
Altre importanti nicchie <strong>di</strong> frana <strong>di</strong> crollo sono situate in corrispondenza dei<br />
monti Rocca e Castello <strong>di</strong> Rivoli e, meno importanti, nei pressi <strong>di</strong> località Giarette.<br />
Altri fenomeni gravitativi sono costituiti da alcune frane <strong>di</strong> scorrimento non<br />
attive ubicate nella porzione centrale del versante.<br />
Rivestono particolare importanza e pericolosità le scarpate <strong>di</strong> crollo<br />
in<strong>di</strong>viduate in corrispondenza <strong>di</strong> tutta la tratta settentrionale del territorio comunale,<br />
così come riportato anche nella Carta delle Fragilità Geologiche e nelle norme<br />
tecniche <strong>di</strong> carattere geologico.<br />
Per le forme fluviali e fluvioglaciali sono stati cartografati gli orli <strong>di</strong> scarpata <strong>di</strong><br />
erosione fluviale, i terrazzi fluviali, le vallecole a V o a conca e i coni alluvionali,<br />
molti dei quali presentano pendenze superiori al 10% e quin<strong>di</strong> vanno sempre<br />
valutate le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stabilità in loro corrispondenza per le opere <strong>di</strong> nuova<br />
realizzazione.<br />
Gli orli <strong>di</strong> scarpata <strong>di</strong> erosione fluviale e/o <strong>di</strong> terrazzo fluviale sono<br />
22
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
ovviamente e prevalentemente ubicati in corrispondenza della sponda del Fiume<br />
A<strong>di</strong>ge. Altri orli <strong>di</strong> scarpata fluviale costeggiano le località <strong>di</strong> Zuane e del centro<br />
citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Rivoli.<br />
Le forme <strong>di</strong> tipo strutturale sono costituite esclusivamente dalla cresta<br />
rocciosa che delimita la sponda <strong>di</strong> destra idrografica del Fiume A<strong>di</strong>ge in<br />
corrispondenza del settore settentrionale del comune.<br />
Le forme carsiche sono costituite esclusivamente da delle grotte e nicchie<br />
<strong>di</strong>stribuite in corrispondenza delle principali pareti rocciose nei Calcari Grigi e che<br />
localmente sono dovute a fenomeni misti, sia <strong>di</strong> allargamento antropico, sia <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>lavamento meteorico.<br />
Le forme glaciali sono <strong>di</strong>ffusamente presenti sul territorio comunale e sono<br />
costituite dai cordoni morenici e dagli interposti scaricatori fluvioglaciali che<br />
calcano l’andamento semicircolare dell’A<strong>di</strong>ge.<br />
E’ stato riconosciuto anche un piccolo deposito <strong>di</strong> loess, che appartiene alle<br />
forme eoliche, situato subito a sud <strong>di</strong> località Tessari.<br />
Per quanto riguarda le forme antropiche sono state riconosciute <strong>di</strong>verse cave<br />
abbandonate o <strong>di</strong>smesse, sia <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, sia <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>mensioni.<br />
Le cave ubicate in corrispondenza della porzione centrale del comune erano<br />
prevalentemente cave <strong>di</strong> ghiaia e sabbia, alcune <strong>di</strong> queste sono state ripristinate,<br />
altre sono ancora oggi abbandonate e non interessate da un ripristino ambientale.<br />
Non si conoscono nello specifico i materiali utilizzati in passato per il<br />
riempimento <strong>di</strong> queste cave, alcune sono state spianate e attualmente riutilizzate<br />
per fini agricoli, in altre è cresciuta la vegetazione spontanea.<br />
Infine in corrispondenza del Monte Rocca sono presenti due gran<strong>di</strong> aree<br />
estrattive, dove fino agli anni 70 veniva estratto il marmo bianco. Si tratta <strong>di</strong> cave<br />
<strong>di</strong>smesse o esaurite, non è stato effettuato alcun tipo <strong>di</strong> ripristino. Le aree risultano<br />
parzialmente coperte da vegetazione spontanea e sono presenti accumuli <strong>di</strong> detriti<br />
e <strong>di</strong> grossi blocchi. Le scarpate rocciose che delimitano le aree <strong>di</strong> cava sono<br />
spesso in precarie con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stabilità.<br />
23
5 ASSETTO IDROGEOLOGICO<br />
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
La circolazione idrica superficiale segue generalmente le linee <strong>di</strong> massima<br />
pendenza ed è influenzata dalla conformazione dei versanti rocciosi e da dalla<br />
<strong>di</strong>sposizione dei cordoni morenici glaciali. Le acque superficiali defluiscono o<br />
<strong>di</strong>rettamente verso l’A<strong>di</strong>ge, come in tutto il territorio orientale del comune <strong>di</strong> Rivoli<br />
Veronese, oppure in minima parte verso il Tasso, affluente <strong>di</strong> destra dell’A<strong>di</strong>ge,<br />
che scorre esternamente e ad ovest rispetto all’anfiteatro morenico <strong>di</strong> Rivoli<br />
Veronese.<br />
Nel territorio comunale non esistono corsi d’acqua importanti al <strong>di</strong> là<br />
dell’A<strong>di</strong>ge che funge da livello <strong>di</strong> base locale. Questo è dovuto sia alla natura<br />
carsica delle rocce affioranti (esclusivamente calcari), ma soprattutto alla<br />
ristrettezza del bacino idrografico e alla buona permeabilità dei terreni, che<br />
consentono un’infiltrazione rapida delle precipitazioni nel sottosuolo.<br />
Le notizie inerenti i dati <strong>di</strong> carattere idrografico e idrogeologico sono state<br />
riportate nella Carta Idro<strong>geologica</strong>.<br />
Per quanto riguarda i dati idrografici nella carta sono stati cartografati i corsi<br />
d’acqua sia permanenti sia temporanei, oltre ai canali artificiali segnalati dal<br />
consorzio A<strong>di</strong>ge-Garda.<br />
I corsi d’acqua temporanei sono presenti esclusivamente nella parte centrale<br />
dell’arco morenico, hanno una lunghezza limitata, delle portate scarse e talora<br />
assenti per lunghi perio<strong>di</strong> dell’anno.<br />
Sono state identificate anche le zone soggette a inondazioni perio<strong>di</strong>che,<br />
come identificate dal PAI (Piano <strong>di</strong> assetto idrogeologico redatto dall’Autorità <strong>di</strong><br />
Bacino dell’A<strong>di</strong>ge), seguendo anche le ultime <strong>di</strong>sposizioni riguardanti il Torrente<br />
tasso datate novembre 2008.<br />
Non sono state in<strong>di</strong>viduate zone umide significative, ma solamente zone a<br />
24
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
deflusso idrico <strong>di</strong>fficoltoso, in particolare sono state definite in questo modo due<br />
aree identificate a pericolosità idraulica bassa sia per il Fiume A<strong>di</strong>ge, sia per il<br />
Torrente Tasso.<br />
Sono stati cartografati i pozzi per i quali era <strong>di</strong>sponibile la relativa<br />
documentazione tecnica presso l’ufficio del <strong>Comune</strong>. Per i pozzi ad uso<br />
acquedottistico è stata evidenziata la fascia <strong>di</strong> rispetto dall’opera <strong>di</strong> presa, con<br />
raggio pari a 200 m ai sensi del DPR n 236 del 24-05-1998.<br />
Facendo riferimento ai dati sui pozzi <strong>di</strong>sponibili, la profon<strong>di</strong>tà della falda<br />
nell’ambito dell’arco morenico si trova a 120-150-200-250 m dal p.c., comunque<br />
sempre al <strong>di</strong> sotto dei 100 m <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà come evidenziato in carta idro<strong>geologica</strong>.<br />
La profon<strong>di</strong>tà della falda si riduce relativamente in prossimità dell’alveo<br />
dell’A<strong>di</strong>ge.<br />
25
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
6. ANALISI DEL TERRITORIO E DELLE FRAGILITA’ DERIVANTI<br />
DALL’ANALISI GEOLOGICA<br />
Le problematiche geologiche <strong>di</strong> maggior rilievo all’interno del comune <strong>di</strong><br />
Rivoli Veronese sono legate ai seguenti fattori:<br />
1. pericolo e rischio <strong>di</strong> esondazione da parte del fiume A<strong>di</strong>ge, confinato ad<br />
una ristretta fascia a ridosso del corso d’acqua, evidenziata nella carta<br />
delle fragilità;<br />
2. possibilità <strong>di</strong> erosione <strong>di</strong> alcune aree <strong>di</strong> sponda del fiume A<strong>di</strong>ge,<br />
evidenziata nella carta delle fragilità;<br />
3. possibile caduta massi in alcune zone a ridosso dei versanti rocciosi più<br />
scoscesi, evidenziata nella carta delle fragilità;<br />
4. pericolo <strong>di</strong> frane <strong>di</strong> crollo a ridosso dei versanti rocciosi più scoscesi;<br />
5. pericolo <strong>di</strong> frane roto-traslazionali o riattivazione <strong>di</strong> vecchie frane<br />
soprattutto sui versanti del Monte la Mesa.<br />
6. possibilità <strong>di</strong> piccoli smottamenti lungo i pen<strong>di</strong>i dei cordoni morenici<br />
dell’anfiteatro <strong>di</strong> Rivoli;<br />
7. pericolo <strong>di</strong> eventi <strong>di</strong> trasporto in massa (debris flow) confinato alle zone <strong>di</strong><br />
cono misto, evidenziato nella carta delle fragilità; gli eventi sarebbero<br />
comunque <strong>di</strong> proporzioni limitate, dato la scarsa estensione <strong>di</strong> accumuli <strong>di</strong><br />
detrito in quota.<br />
Per l’analisi puntuale della compatibilità <strong>geologica</strong> e delle aree <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto<br />
idrogeologico si fa riferimento a quanto riportato nella Carta delle Fragilità<br />
Geologiche, <strong>di</strong> seguito commentata.<br />
E’ importante sottolineare che i dati determinati nella carta specialistica delle<br />
fragilità geologiche sono <strong>di</strong>venuti nella cartografia urbanistica e nelle norme<br />
tecniche (alle quali si rimanda) delle invarianti e dei vincoli <strong>di</strong> natura <strong>geologica</strong>.<br />
Le norme tecniche urbanistiche <strong>di</strong> natura <strong>geologica</strong> sono state quin<strong>di</strong> redatte<br />
dalla sottoscritta in collaborazione con i progettisti e si rimanda alle stesse per le<br />
26
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
specifiche prescrizioni suggerite nei <strong>di</strong>versi casi in<strong>di</strong>viduati per le aree <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto<br />
idrogeologico (ve<strong>di</strong> elaborato progettuale delle norme tecniche stesse).<br />
La compatibilità <strong>geologica</strong> nel territorio comunale <strong>di</strong> Rivoli identifica zone<br />
idonee a con<strong>di</strong>zione e zone non idonee.<br />
Le zone non idonee sono quelle per le quali esistono rischi elevati <strong>di</strong> frana,<br />
esondabilità, caduta massi. In queste zone non sarà possibile realizzare degli<br />
interventi <strong>di</strong> nuova e<strong>di</strong>ficazione. In queste zone sono permessi interventi<br />
solamente o <strong>di</strong> interesse pubblico superiore o <strong>di</strong> mitigazione del rischio<br />
idrogeologico che le caratterizza. Naturalmente sono possibili anche interventi <strong>di</strong><br />
miglioramento e<strong>di</strong>ficatorio sull’esistente, purchè non vengano mo<strong>di</strong>ficate le<br />
volumetrie esistenti e i progetti vengano accompagnati da adeguati stu<strong>di</strong><br />
specialistici che ne confermino la vali<strong>di</strong>tà e forniscano prescrizioni ed in<strong>di</strong>cazioni<br />
per la messa in sicurezza del sito e dei nuovi interventi previsti.<br />
Le zone idonee a con<strong>di</strong>zione costituiscono la maggior parte del territorio<br />
comunale, la presenza nel sottosuolo morenico del territorio comunale <strong>di</strong> frequenti<br />
lenti limo-argillose miste alle ghiaie, presuppone che tutto il territorio debba essere<br />
indagato me<strong>di</strong>ante la redazione <strong>di</strong> relazioni geologiche e geotecniche, e altre<br />
relazioni specialistiche come specificato <strong>di</strong> seguito, sulla base <strong>di</strong> quanto previsto<br />
dal DM marzo 1988 e sulla base dei rilievi eseguiti per la redazione del PATI.<br />
In particolare l’estrema eterogeneità dei materiali che costituiscono il<br />
sottosuolo del territorio comunale presuppone la necessità per tutti gli interventi <strong>di</strong><br />
nuova e<strong>di</strong>ficazione, e per qualunque intervento che presupponga una qualche<br />
interazione suolo-opera in progetto, la redazione <strong>di</strong> almeno una relazione<br />
<strong>geologica</strong> e <strong>geotecnica</strong> con relativa ed adeguata campagna geognostica.<br />
Le zone idonee a con<strong>di</strong>zioni generali o per penalità <strong>geotecnica</strong> rientrano<br />
nella categoria sopra descritta, sono state in<strong>di</strong>viduate anche altre zone idonee a<br />
con<strong>di</strong>zione nelle quali esistono specifici <strong>di</strong>ssesti idrogeologici e quin<strong>di</strong> i vincoli, le<br />
prescrizioni e la normativa <strong>di</strong> riferimento ha carattere specialistico (ve<strong>di</strong> l’elaborato<br />
27
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
progettuale che elenca le norme tecniche urbanistiche).<br />
In particolare nel territorio <strong>di</strong> Rivoli sono state in<strong>di</strong>viduate zone idonee a<br />
con<strong>di</strong>zione per esondabilità o ristagno idrico, per erosione, per caduta massi, per<br />
deposito antropico, per presenza <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> conoide attuale o recente.<br />
In queste sottozone è prevista la redazione della relazione <strong>geologica</strong> e<br />
<strong>geotecnica</strong> unita e integrata con verifiche, relazioni, indagini specialistiche mirate<br />
alla mitigazione e alla conoscenza dello specifico <strong>di</strong>ssesto idrogeologico rilevato<br />
nell’area esaminata.<br />
Le zone idonee a con<strong>di</strong>zione per esondabilità o ristagno idrico sono quelle<br />
zone a ristagno idrico o a penalità idraulica bassa o moderata (ve<strong>di</strong> carta<br />
geomorfologia e idro<strong>geologica</strong>). In queste zone In tali aree andrà valutata<br />
puntualmente sulla base <strong>di</strong> opportuni e adeguati stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> carattere geologico,<br />
idrogeologico e idraulico e su in<strong>di</strong>cazioni delle autorità competenti <strong>di</strong> bacino la<br />
fattibilità degli interventi progettati.<br />
Le problematiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> deflusso e/o ristagno idrico andranno valutate<br />
e andranno previsti opportuni sistemi <strong>di</strong> regimazione e/o <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong><br />
mitigazione.<br />
Non sarà possibile realizzare nuovi e<strong>di</strong>fici con piani interrati o seminterrati, le<br />
nuove costruzioni non potranno svilupparsi al <strong>di</strong> sotto del piano campagna<br />
esistente ad eccezione degli scavi necessari per l’allogamento delle fondazioni<br />
previste.<br />
Le zone idonee a con<strong>di</strong>zione per erosione sono quelle zone soggette ad<br />
evidenti fenomeni <strong>di</strong> erosione fluviale o meteorica <strong>di</strong> <strong>di</strong>lavamento attivo (come<br />
evidenziato in corrispondenza del versante del centro abitato <strong>di</strong> Rivoli).<br />
In queste zone le relazioni geologiche-geotecniche dovranno valutare le<br />
con<strong>di</strong>zioni geomorfologiche <strong>di</strong> dettaglio e i fenomeni <strong>di</strong> erosione attiva, andrà<br />
valutata anche la stabilità dell’opera in progetto in relazione a fenomeni <strong>di</strong><br />
scalzamento o erosione concentrata.<br />
Le relazioni specialistiche dovranno valutare anche eventuali fenomeni <strong>di</strong><br />
28
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
erosione fluviale e conseguente ingressione idrica.<br />
In situazioni nelle quali sono possibili fenomeni <strong>di</strong> erosione o <strong>di</strong> scalzamento<br />
da parte <strong>di</strong> acque <strong>di</strong> scorrimento superficiale le fondazioni devono essere poste a<br />
profon<strong>di</strong>tà tale da non risentire <strong>di</strong> questi fenomeni o devono essere<br />
adeguatamente <strong>di</strong>fese.<br />
Le relazioni geologiche-geotecniche dovranno valutare anche i rischi che<br />
nuovi inse<strong>di</strong>amenti possono procurare sullo svilupparsi dell’erosione e prevedere<br />
eventuali sistemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa e mitigazione.<br />
Le zone idonee a con<strong>di</strong>zione per caduta massi delimitano la base degli<br />
affioramenti rocciosi e delle pareti rocciose principali, nelle zone dove è possibile<br />
che si verifichino fenomeni <strong>di</strong> rotolamento <strong>di</strong> eventuali massi e/o frammenti<br />
rocciosi staccatesi dalla pareti retrostanti.<br />
Queste aree sono potenzialmente soggette a caduta massi, ogni singolo<br />
intervento <strong>di</strong> nuova e<strong>di</strong>ficazione o <strong>di</strong> ampliamento per l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> nuove<br />
possibili unità abitative o lavorative, andrà quin<strong>di</strong> accompagnato da adeguata<br />
relazione <strong>geologica</strong>-<strong>geotecnica</strong> e geomeccanica che includa indagini e rilievi<br />
geomeccanici specialistici, verifiche <strong>di</strong> stabilità, verifiche al rotolamento dei massi,<br />
verifiche <strong>di</strong> stabilità <strong>di</strong> tipo geomeccanico, progettazione <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> messa in<br />
sicurezza attiva o passiva.<br />
Le zone idonee a con<strong>di</strong>zione per presenza <strong>di</strong> conoi<strong>di</strong> sono quelle aree in cui<br />
sono state in<strong>di</strong>viduate conoi<strong>di</strong> fluviali e detritiche attivi e/o recenti, tali per cui si<br />
ritiene opportuno re<strong>di</strong>gere degli specifici stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> verifica <strong>di</strong> stabilità lungo il pen<strong>di</strong>o.<br />
In queste zone le pendenze sono superiori al 10% e si sono verificati nel<br />
passato recente fenomeni <strong>di</strong> scoscen<strong>di</strong>mento.<br />
In queste aree soggette ad eventi perio<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> debris flow o soggette a caduta<br />
massi, le relazioni geologiche e geotecniche andranno accompagnate da uno<br />
stu<strong>di</strong>o geomorfologico <strong>di</strong> dettaglio e da adeguate verifiche <strong>di</strong> stabilità dei versanti<br />
retrosanti l’area interessata<br />
Le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stabilità non andranno mo<strong>di</strong>ficate dagli interventi progettati o<br />
29
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
andranno messe in opera adeguate opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, sistemazione e messa in<br />
sicurezza.<br />
Le zone idonee a con<strong>di</strong>zione perché zone <strong>di</strong> deposito antropico sono aree<br />
identificate in passato come ex cave o <strong>di</strong>scariche non autorizzate, nelle quali è<br />
necessario eseguire delle verifiche <strong>di</strong> carattere ambientale prima <strong>di</strong> procedere ad<br />
eventuali nuovi interventi. A seconda degli eventuali sviluppi delle indagini<br />
ambientali e per i specifici casi verranno opportunamente realizzati i progetti.<br />
In queste zone qualunque intervento, anche <strong>di</strong> minima entità o <strong>di</strong> minima<br />
interazione con il se<strong>di</strong>me, quin<strong>di</strong> anche gli interventi <strong>di</strong> tipo agrario che esulino da<br />
l’or<strong>di</strong>naria utilizzazione agricola del suolo secondo gli or<strong>di</strong>namenti colturali in atto,<br />
andranno accompagnati da relazione geologico <strong>–</strong> ambientale specifica che valuti<br />
me<strong>di</strong>ante opportune indagini geognostiche la fattibilità dell’intervento in<br />
ottemperanza sia alle normative DM 11/3/88 e DM 14/1/2008 sia alle normative<br />
vigenti in ambito ambientale.<br />
30
7.0 ANALISI GEOTECNICA DEL TERRITORIO COMUNALE<br />
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Il territorio comunale <strong>di</strong> Rivoli Veronese è principalmente costituito da<br />
depositi sciolti <strong>di</strong> età quaternaria legati alle <strong>di</strong>verse fasi deposizionali sia fluviali sia<br />
glaciali del Fiume A<strong>di</strong>ge.<br />
Al fine <strong>di</strong> caratterizzare le principali tipologie <strong>di</strong> materiali che caratterizzano il<br />
sottosuolo sono state raccolte le indagini geognostiche già <strong>di</strong>sponibili presso<br />
l'ufficio tecnico comunale e sono state integrate me<strong>di</strong>ante la realizzazione <strong>di</strong> tre<br />
prove penetrometriche <strong>di</strong>namiche pesanti in quelle zone dove la raccolta dei dati<br />
bibliografici era risultata carente.<br />
Di seguito sono riportati sinteticamente i dati <strong>di</strong> carattere geognostico raccolti<br />
presso l'ufficio tecnico comunale:<br />
POZZETTO GEOGNOSTICO PRESSO LOCALITA' CANALE<br />
0,0-0,9 m = Terreno Vegetale<br />
0,9-1,7 m = Ghiaia da me<strong>di</strong>a a grossolana in matrice limo sabbiosa<br />
1,7-3,0 m = Argilla limosa e limo sabbioso<br />
POZZETTO GEOGNOSTICO LOCALITA' BATTELLO<br />
Alternanza <strong>di</strong> limo sabbioso e ghiaie fine fino alla profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 4 m dal p.c..<br />
POZZETTO GEOGNOSTICO PRESSO LOCALITA' TESSARI<br />
0,0-0,4 m = Terreno Vegetale<br />
0,4-1,9 m = Sabbia fine<br />
1,9-5,0 m = Ghiaia e sabbia<br />
POZZETTO GEOGNOSTICO PRESSO LOCALITA' ZUANE BRENZONE<br />
0,0-0,7 m = Terreno Vegetale<br />
0,7-5,0 m = Ghiaia da me<strong>di</strong>a a grossolana in matrice limo sabbiosa<br />
31
PROVA PENETROMETRICA LOCALITA' CASTELLO<br />
0,0-0,6 m = Terreno Vegetale<br />
0,6-1,2 m = Sabbia con subor<strong>di</strong>nata ghiaia<br />
1,2-2,7 m = Ghiaia e sabbia<br />
2,7-3,9 m = Sabbia con subor<strong>di</strong>nata ghiaia<br />
3,9-5,7 m = Sabbia<br />
5,7-6,3 m = Sabbia con subor<strong>di</strong>nata ghiaia<br />
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
POZZETTO GEOGNOSTICO PRESSO LOCALITA' ZUANE MONTAGNE<br />
0,0-0,5 m = Terreno Vegetale<br />
0,5-5,0 m = Ghiaia da me<strong>di</strong>a a grossolana in matrice limo sabbiosa<br />
POZZETTO GEOGNOSTICO E SONDAGGIO PRESSO LOCALITA' CASON<br />
0,0-0,8/2,0 m = Terreno Vegetale<br />
0,8/2,0-5,0/12,0 m = Ghiaia da me<strong>di</strong>a a grossolana in matrice limo sabbiosa<br />
SONDAGGIO GEOGNOSTICO PRESSO LOCALITA' CASON DEGLI OLIVI<br />
0,0-1,5 m = Terreno Vegetale <strong>di</strong> natura limo-argillosa<br />
1,5-10,0 m = Ghiaia da me<strong>di</strong>a a grossolana in matrice limo sabbiosa con<br />
ciottoli e trovanti<br />
Le prove penetrometriche eseguite ex novo e riportate nell'Allegato 1 al testo<br />
al quale si rimanda sono state eseguite rispettivamente in località Montalto, in<br />
località Vanzelle e in località Baesso, le prove hanno rilevato la presenta <strong>di</strong> uno<br />
strato terrigeno dello spessore massimale <strong>di</strong> circa 1,0-1,4 m al quale seguono<br />
delle ghiaie da me<strong>di</strong>e a grossolane con buone caratteristiche geotecniche.<br />
Di seguito viene descritta la successione stratigrafica locale in<strong>di</strong>viduata nei<br />
sondaggi condotti presso il nuovo polo scolastico comunale:<br />
32
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
SONDAGGIO S1<br />
1.m <strong>–</strong> 1.3 m = Limo argilloso <strong>di</strong> colore marron e natura terrigena.<br />
a. m <strong>–</strong> 5.0 m = Ghiaie me<strong>di</strong>o-grossolane in matrice sabbiosa<br />
leggermente limosa, costituite da ciottoli <strong>di</strong> litologia<br />
variabile, calcarea e porfirica, con <strong>di</strong>ametri variabili da 0.5 a<br />
4 cm.<br />
5.0 m <strong>–</strong> 6.0 m = Ghiaia me<strong>di</strong>a in matrice limosa.<br />
6.0 m <strong>–</strong> 7.0 m = Ghiaia grossolana pulita.<br />
7.0 m <strong>–</strong> 7.9 m e 8.8 m <strong>–</strong> 9.0 m = Sabbie limose <strong>di</strong> colore nocciola, umide.<br />
5.0 m <strong>–</strong> 6.0 m = Ghiaia me<strong>di</strong>a in matrice limosa.<br />
7.9 m <strong>–</strong> 8.8 m e 9.0 m <strong>–</strong> 10.0 m = Ghiaia me<strong>di</strong>o-grossolana in abbondante<br />
matrice sabbioso <strong>–</strong> limosa.<br />
In corrispondenza <strong>di</strong> questo sondaggio sono state eseguite due prove SPT<br />
una a <strong>–</strong> 3 m dal p.c. che ha registrato i seguenti valori 30/33/40 e una alla<br />
profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> -6 m dal p.c. che ha registrato un valore a rifiuto.<br />
In questo sondaggio è stata rilevata una falda idrica alla profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> -9.5 m<br />
dal p.c.<br />
Al fine <strong>di</strong> valutare i parametri geotecnici da assegnare ai materiali in esame è<br />
stato prelevato un campione <strong>di</strong> sabbie limose <strong>di</strong> colore nocciola, su questo<br />
campione sono state condotte <strong>di</strong>verse prove con il penetrometro tascabile. Questo<br />
strumento valuta la resistenza dei terreni, dai quali può essere dedotta la coesione<br />
non drenata dei materiali.<br />
I dati ricavati sono riportati <strong>di</strong> seguito:<br />
1.0 <strong>–</strong> 1.0 <strong>–</strong> 1.3 - 1.5 <strong>–</strong> 0.8 <strong>–</strong> 0.5 <strong>–</strong> 1.3 - 1.3 <strong>–</strong> 1.5 <strong>–</strong> 0.5 Kg/cmq<br />
Il valore me<strong>di</strong>o è pari a 1.1 kg/cmq al quale corrisponde una coesione non<br />
drenata <strong>di</strong> 0.55 kg/cmq.<br />
SONDAGGIO S2<br />
33
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
0.0 m <strong>–</strong> 1.5 m = Limi argillosi <strong>di</strong> colore marron-rosso, abbastanza plastici,<br />
con rari ciottoli calcarei, ben arrotondati, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro pari a<br />
2-3 cm.<br />
1.5 m <strong>–</strong> 5.0 m = Ghiaie grossolane in matrice sabbiosa leggermente limosa,<br />
con grani <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> 1-2 mm e con ciottoli <strong>di</strong> litologia<br />
varia (porfirica, gneissica, calcarea), ben arrotondati e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>mensioni variabili da 0.5 a 8 cm.<br />
In corrispondenza <strong>di</strong> questo sondaggio è stata eseguita una prove SPT una a<br />
<strong>–</strong> 3 m dal p.c. che ha registrato i seguenti valori 34/50/50.<br />
In questo sondaggio non è stata rilevata una falda.<br />
SONDAGGIO S3<br />
0.0 m <strong>–</strong> 1.5 m = Limi sabbiosi-argillosi <strong>di</strong> colore marron, terrigeni.<br />
1.5 m <strong>–</strong> 3.0 m = Ghiaie me<strong>di</strong>e in matrice sabbiosa-limosa, con ciottoli<br />
prevalentemente calcarei, ben arrotondati, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro<br />
variabile da 0.3 a 4 cm.<br />
3.0 m <strong>–</strong> 8.0 m = Ghiaie grossolane pulite, in matrice sabbiosa-limosa, con<br />
ciottoli poligenici <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro pari a 0.5-6.0 cm.<br />
In corrispondenza <strong>di</strong> questo sondaggio sono state eseguite due prove SPT<br />
una a <strong>–</strong> 3 m dal p.c. e una alla profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> -6 m dal p.c. che hanno registrato<br />
valori a rifiuto.<br />
In questo sondaggio è stata rilevata una falda idrica alla profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> -8.0 m<br />
dal p.c.<br />
Riassuntivamente sono <strong>di</strong> seguito descritte le successioni stratigrafiche<br />
in<strong>di</strong>viduate nei sondaggi S1 e S2 eseguiti per il sovrappasso delle Zuane.<br />
SONDAGGIO S1:<br />
34
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
0.0 m <strong>–</strong> 6.5 m = Ghiaia me<strong>di</strong>o-fine debolmente limosa <strong>di</strong> colore marron<br />
chiaro con grani arrotondati <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni massime pari<br />
a 3-4 cm;<br />
6.5 m <strong>–</strong> 12.3 m = Alternanze <strong>di</strong> argille limose e limi sabbiosi <strong>di</strong> colore marron<br />
chiaro. Deposito asciutto e molto addensato;<br />
12.3 m <strong>–</strong> 40 m = Ghiaia in matrice sabbiosa leggermente limosa <strong>di</strong> colore<br />
marron chiaro costituita da grani arrotondati <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro<br />
massimo pari a 10 cm.<br />
SONDAGGIO S2:<br />
0.0 m <strong>–</strong> 6.8 m = Ghiaia sabbiosa leggermente limosa <strong>di</strong> colore marron,<br />
costituita da grani arrotondati <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro massimo pari a<br />
3-4 cm;<br />
6.8 m <strong>–</strong> 27.6 m = Sabbia limosa debolmente ghiaiosa e limo sabbioso <strong>di</strong><br />
colore marron chiaro;<br />
27,6 m <strong>–</strong> 35 m = Ghiaia con sabbia fine debolmente limosa <strong>di</strong> colore marron<br />
chiaro. Deposito asciutto e molto addensato.<br />
Riassuntivamente sono <strong>di</strong> seguito descritte le successioni stratigrafiche<br />
in<strong>di</strong>viduate nei sondaggi S1 e S2 eseguiti per il sovrappasso <strong>di</strong> Rivoli.<br />
SONDAGGIO S1:<br />
0.0 m <strong>–</strong> 2.8 m = Ghiaia e sabbia fine limosa <strong>di</strong> colore marron;<br />
2.8 m <strong>–</strong> 10.3 m = Ghiaia eterometrica e poligenica con grani subarrotondati<br />
del <strong>di</strong>ametro massimo <strong>di</strong> 10 cm in matrice sabbioso-limosa<br />
<strong>di</strong> colore marron chiaro;<br />
10.3 m <strong>–</strong> 40 m = Sabbie fini limose <strong>di</strong> colore marron chiaro con ghiaia<br />
sparsa. Terreno addensato localmente umido.<br />
SONDAGGIO S2:<br />
0.0 m -2.6 m e 11.5 m <strong>–</strong> 14.3 m e 23.6 m <strong>–</strong> 26.4 m e 27.6 m <strong>–</strong> 40 m = Limo<br />
sabbioso <strong>di</strong> colore marron chiaro con sparsa ghiaia<br />
eterometrica costituita da grani poligenici, ben arrotondati,<br />
con <strong>di</strong>ametro massimo pari a 4-5 cm;<br />
35
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
2.6 m <strong>–</strong> 11.5 m e 14.3 m <strong>–</strong> 23.6 m e 26.4 m e 27.6 m = Ghiaia eterometrica<br />
e poligenica con grani arrotondati <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro massimo<br />
pari a 6 cm in matrice sabbioso-limosa <strong>di</strong> colore marron<br />
chiaro.<br />
POZZETTI GEOGNOSTICI ESEGUITI PRESSO IL CIMITERO DI RIVOLI<br />
POZZETTO GEOGNOSTICO P1<br />
1.m <strong>–</strong> 2.5 m = Deposito sabbioso <strong>–</strong> limoso <strong>di</strong> colore marron scuro con<br />
frequenti ciottoli ben arrotondati, <strong>di</strong> litologia varia, con<br />
<strong>di</strong>ametro molto variabile da 1 cm a 20 cm. Il deposito è<br />
asciutto.<br />
POZZETTO GEOGNOSTICO P2<br />
0.0m <strong>–</strong> 0.5 m = Terreno vegetale <strong>di</strong> colore marron rossiccio e <strong>di</strong> natura<br />
sabbioso-limosa.<br />
0.5 m <strong>–</strong> 3.0 m = Ghiaia me<strong>di</strong>o-grossolana in matrice sabbioso-limosa<br />
costituita da frequenti ciottoli calcarei, ben arrotondati, con<br />
<strong>di</strong>ametro variabile da 1 cm a 6-8 cm. Il deposito è asciutto<br />
e <strong>di</strong> colore marron.<br />
36
8. PARAMETRAZIONE GEOTECNICA<br />
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Di seguito è riportata la parametrazione <strong>geotecnica</strong> in<strong>di</strong>cativa e me<strong>di</strong>a per le<br />
tipologie <strong>di</strong> materiali prevalentemente rilevati in corrispondenza del territorio<br />
comunale <strong>di</strong> Rivoli Veronese.<br />
Si tratta ovviamente <strong>di</strong> una stima me<strong>di</strong>a dei parametri geotecnici assegnati<br />
alle tipologi ame<strong>di</strong>amente e più <strong>di</strong>ffusamente rilevate in corrispondenza del<br />
territorio comunale.<br />
I dati <strong>di</strong> seguito riportati hanno quin<strong>di</strong> carattere in<strong>di</strong>cativo e per le singole e<br />
specifiche opere andranno utilizzati i parametri realmente desunti dalle specifiche<br />
indagini e prove geotecniche che verranno eseguite per i singoli e futuri progetti da<br />
realizzare sul territorio comunale.<br />
Per la parametrazione <strong>geotecnica</strong> delle tipologie <strong>di</strong> materiali che interessano<br />
il sottosuolo del tratto esaminato sono stati utilizzati i dati ricavati dal rilevamento<br />
geologico e dalla campagna geognostica e i dati bibliografici raccolti. Di seguito<br />
questi dati sono stati elaborati per la determinazione del modello geologico locale<br />
come prescritto dalle nuove norme tecniche (DM 14-01-2008).<br />
DEPOSITI GLACIALI PREVALENTEMENTE GHIAIOSI<br />
Peso <strong>di</strong> volume naturale γ = 18.5 kN/m 3<br />
Angolo d’attrito φ = 30°-35°<br />
Coesione non drenata C = 0-5 Kpa<br />
Coefficiente <strong>di</strong> permeabilità K = 10 -4 m/sec<br />
DEPOSITI GLACIALI PREVALENTEMENTE LIMO-SABBIOSI<br />
Peso <strong>di</strong> volume naturale γ = 19.0 kN/m 3<br />
Angolo d’attrito φ = 26°-28°<br />
Coesione non drenata C = 5-10 Kpa<br />
Coefficiente <strong>di</strong> permeabilità K = 10 -5 m/sec<br />
DEPOSITI ALLUVIONALI GHIAIOSI<br />
Peso <strong>di</strong> volume naturale γ = 18.0 kN/m 3<br />
Angolo d’attrito φ = 32°-35°<br />
37
Coesione non drenata C = 0 Kpa<br />
Coefficiente <strong>di</strong> permeabilità K = 5*10 -4 m/sec<br />
SUBSTRATI ROCCIOSI<br />
Peso <strong>di</strong> volume naturale γ = 26.0 kN/m 3<br />
Angolo d’attrito d'ammasso φ = 35°-40°<br />
Coesione d'ammasso C = 250-300 Kpa<br />
Classe geomeccanica = III-II <strong>di</strong> Bieniawski<br />
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
Il relatore<br />
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
38
Allegato 1:<br />
PROVE PENETROMETRICHE DINAMICHE<br />
Dott. Geol. Annapaola Gra<strong>di</strong>zzi<br />
39
Committente:<br />
COMUNE DI RIVOLI VERONESE<br />
Piazza Napoleone I°, 3<br />
37010 Rivoli Veronese (VR)<br />
INDAGINI GEOLOGICHE E GEOTECNICHE PRESSO I TERRENI<br />
IN COMUNE DI RIVOLI VERONESE<br />
C E R T I F I C A T I D I P R O V A n ° 11PD 6 0 , 11PD 6 1 e 1 1 P D 6 2<br />
DATA:<br />
1 Dicembre 2011<br />
Il Direttore <strong>di</strong> Laboratorio:<br />
DOTT. GEOL. NICOLA TOMASI<br />
______________________<br />
Commessa n.: P_248/11 1/11<br />
GIARA ENGINEERING SRL Via Puccini 10 - 36100 Vicenza<br />
Telefono 0444.960757<br />
Telefax 0444.961408<br />
e-mail giaraeng@libero.it<br />
P.IVA e C.F. 00900800244
PD 3<br />
PD 2<br />
Planimetria non in scala con ubicaizone delle prove<br />
Certificati <strong>di</strong> prova 11PD60, 11PD61 e 11PD62 Direttore <strong>di</strong> Laboratorio<br />
Dott. Geol Tomasi Nicola<br />
PD 1<br />
Non in scala<br />
Il Responsabile <strong>di</strong> sito Operatore<br />
Dott. Benetti Michele Pizzolato Luca<br />
2/11
Penetrometro statico della <strong>di</strong>tta Pagani Geotechnical Equipment modello TG 73-200 da 20 ton posizionato sulla Prova<br />
Penetrometrica Statica PD 1<br />
Certificati <strong>di</strong> prova 11PD60, 11PD61 e 11PD62 Direttore <strong>di</strong> Laboratorio<br />
Dott. Geol Tomasi Nicola<br />
Il Responsabile <strong>di</strong> sito Operatore<br />
Dott. Benetti Michele Pizzolato Luca<br />
3/11
Penetrometro statico della <strong>di</strong>tta Pagani Geotechnical Equipment modello TG 73-200 da 20 ton posizionato sulla Prova<br />
Penetrometrica Statica PD 2<br />
Certificati <strong>di</strong> prova 11PD60, 11PD61 e 11PD62 Direttore <strong>di</strong> Laboratorio<br />
Dott. Geol Tomasi Nicola<br />
Il Responsabile <strong>di</strong> sito Operatore<br />
Dott. Benetti Michele Pizzolato Luca<br />
6/11
Penetrometro statico della <strong>di</strong>tta Pagani Geotechnical Equipment modello TG 73-200 da 20 ton posizionato sulla Prova<br />
Penetrometrica Statica PD 3<br />
Certificati <strong>di</strong> prova 11PD60, 11PD61 e 11PD62 Direttore <strong>di</strong> Laboratorio<br />
Dott. Geol Tomasi Nicola<br />
Il Responsabile <strong>di</strong> sito Operatore<br />
Dott. Benetti Michele Pizzolato Luca<br />
9/11
COMMITTENTE:<br />
Località:<br />
Quota inizio<br />
Quota falda:<br />
(m da p.c.)<br />
p.c. Data inizio: 29/11/2011<br />
n.r. Data fine: 29/11/2011<br />
Certificato <strong>di</strong> prova n. 11PD60 Commessa n.<br />
Data <strong>di</strong> emissione:<br />
01/12/2011<br />
PENETROMETRO DINAMICO tipo SUPERPESANTE TG 73-200 PAGANI<br />
DPSH Standard - B, Norma EN-ISO<br />
classificazione ISSMFE (1988) dei penetrometri<br />
<strong>di</strong>namici<br />
tipo sigla <strong>di</strong> riferimento peso della massa UNITA' DI MISURA<br />
battente M (kg) (conversioni)<br />
Leggero DPL (Light) M < 10 .<br />
Me<strong>di</strong>o DPM (Me<strong>di</strong>um) 10 < M < 40 .<br />
Pesante DPH (Heavy) 40 < M < 60 .<br />
Superpesante DPSH (Super H.) M > 60 .<br />
Peso massa battente M = 63,00 Kg<br />
Altezza caduta libera H = 0,75 m<br />
1<br />
1<br />
1<br />
1<br />
kg/cm² = 0,098067 MPa<br />
MPa = 1 MN/m² = 10,197 kg/cm²<br />
bar = 1,0197 kg/cm² = 0,1 MPa<br />
kN = 0,001 MN = 101,97 kg<br />
Peso sistema battuta Ms = 0,00 kg (esclusa massa battente)<br />
Diametro punta conica D = 50,8 mm<br />
Area base punta conica A = 20,27 cm²<br />
Angolo apertura punta α = 60°<br />
Lunghezza aste La = 1,50 m<br />
Peso aste al metro Ma = 6,0 kg<br />
Profon<strong>di</strong>tà giunzione 1° asta P1 = 1,20 m<br />
Avanzamento punta δ = 0,20 cm<br />
Responsabile <strong>di</strong> sito: Dott. Benetti Michele<br />
COMUNE DI RIVOLI VERONESE<br />
RIVOLI VERONESE (VR)<br />
PROVA N° 1<br />
P_248/11<br />
CARATTERISTICHE TECNICHE<br />
Il Direttore <strong>di</strong> laboratorio: Dott. Geol. Nicola Tomasi<br />
Operatore: Sig. Pizzolato Luca<br />
rev:01 - 7/10/11 rev:01 - 7/10/11 Via Puccini, 10 - 36100 Vicenza Tel 0444/9607527 - Fax. 0444/961408<br />
4/11<br />
e-mail: giaraeng@libero.it P.IVA 00900800244
RAPPORTO DI PROVA N:<br />
Profon<strong>di</strong>tà falda = n.r.<br />
Prof. Np Rpd<br />
metri kg/cm²<br />
0,00 - 0,20 4 42,6<br />
0,20 - 0,40 14 149,0<br />
0,40 - 0,60 8 85,1<br />
0,60 - 0,80 12 127,7<br />
0,80 - 1,00 11 117,1<br />
1,00 - 1,20 20 212,8<br />
1,20 - 1,40 24 235,0<br />
1,40 - 1,60 16 156,6<br />
1,60 - 1,80 27 264,3<br />
1,80 - 2,00 29 283,9<br />
2,00 - 2,20 33 323,1<br />
2,20 - 2,40 31 303,5<br />
2,40 - 2,60 34 332,9<br />
2,60 - 2,80 34 308,2<br />
2,80 - 3,00 50 453,3<br />
3,00 - 3,20<br />
3,20 - 3,40<br />
3,40 - 3,60<br />
3,60 - 3,80<br />
3,80 - 4,00<br />
4,00 - 4,20<br />
4,20 - 4,40<br />
4,40 - 4,60<br />
4,60 - 4,80<br />
4,80 - 5,00<br />
Note:<br />
11PD60 continua dalla pagina precedente<br />
PROVA PENETROMETRICA DINAMICA N°<br />
Profon<strong>di</strong>tà (m)<br />
0,20<br />
0,60<br />
1,00<br />
1,40<br />
1,80<br />
2,20<br />
2,60<br />
3,00<br />
3,40<br />
3,80<br />
4,20<br />
4,60<br />
5,00<br />
DIAGRAMMA RESIST. DINAMICA<br />
Il Direttore <strong>di</strong> laboratorio: Dott. Geol. Nicola Tomasi<br />
Responsabile <strong>di</strong> sito: Dott. Benetti Michele<br />
1<br />
0 50 100 150 200<br />
Resistenza Dinamica alla Punta (kg/cm 2 )<br />
Operatore: Sig. Pizzolato Luca<br />
rev:01 - 7/10/11 Via Puccini, 10 - 36100 Vicenza Tel 0444/9607527 - Fax. 0444/961408<br />
5/11<br />
e-mail: giaraeng@libero.it P.IVA 00900800244
COMMITTENTE:<br />
Località:<br />
Quota inizio<br />
Quota falda:<br />
(m da p.c.)<br />
p.c. Data inizio: 29/11/2011<br />
n.r. Data fine: 29/11/2011<br />
Certificato <strong>di</strong> prova n. 11PD61 Commessa n.<br />
Data <strong>di</strong> emissione:<br />
01/12/2011<br />
PENETROMETRO DINAMICO tipo SUPERPESANTE TG 73-200 PAGANI<br />
DPSH Standard - B, Norma EN-ISO<br />
classificazione ISSMFE (1988) dei penetrometri<br />
<strong>di</strong>namici<br />
tipo sigla <strong>di</strong> riferimento peso della massa UNITA' DI MISURA<br />
battente M (kg) (conversioni)<br />
Leggero DPL (Light) M < 10 .<br />
Me<strong>di</strong>o DPM (Me<strong>di</strong>um) 10 < M < 40 .<br />
Pesante DPH (Heavy) 40 < M < 60 .<br />
Superpesante DPSH (Super H.) M > 60 .<br />
Peso massa battente M = 63,00 Kg<br />
Altezza caduta libera H = 0,75 m<br />
1<br />
1<br />
1<br />
1<br />
kg/cm² = 0,098067 MPa<br />
MPa = 1 MN/m² = 10,197 kg/cm²<br />
bar = 1,0197 kg/cm² = 0,1 MPa<br />
kN = 0,001 MN = 101,97 kg<br />
Peso sistema battuta Ms = 0,00 kg (esclusa massa battente)<br />
Diametro punta conica D = 50,8 mm<br />
Area base punta conica A = 20,27 cm²<br />
Angolo apertura punta α = 60°<br />
Lunghezza aste La = 1,50 m<br />
Peso aste al metro Ma = 6,0 kg<br />
Profon<strong>di</strong>tà giunzione 1° asta P1 = 1,20 m<br />
Avanzamento punta δ = 0,20 cm<br />
Responsabile <strong>di</strong> sito: Dott. Benetti Michele<br />
COMUNE DI RIVOLI VERONESE<br />
RIVOLI VERONESE (VR)<br />
PROVA N° 2<br />
P_248/11<br />
CARATTERISTICHE TECNICHE<br />
Il Direttore <strong>di</strong> laboratorio: Dott. Geol. Nicola Tomasi<br />
Operatore: Sig. Pizzolato Luca<br />
rev:01 - 7/10/11 rev:01 - 7/10/11 Via Puccini, 10 - 36100 Vicenza Tel 0444/9607527 - Fax. 0444/961408<br />
7/11<br />
e-mail: giaraeng@libero.it P.IVA 00900800244
RAPPORTO DI PROVA N:<br />
Profon<strong>di</strong>tà falda = n.r.<br />
Prof. Np Rpd<br />
metri kg/cm²<br />
0,00 - 0,20 5 53,2<br />
0,20 - 0,40 3 31,9<br />
0,40 - 0,60 3 31,9<br />
0,60 - 0,80 4 42,6<br />
0,80 - 1,00 4 42,6<br />
1,00 - 1,20 12 127,7<br />
1,20 - 1,40 12 117,5<br />
1,40 - 1,60 14 137,1<br />
1,60 - 1,80 15 146,9<br />
1,80 - 2,00 14 137,1<br />
2,00 - 2,20 15 146,9<br />
2,20 - 2,40 14 137,1<br />
2,40 - 2,60 15 146,9<br />
2,60 - 2,80 21 190,4<br />
2,80 - 3,00 18 163,2<br />
3,00 - 3,20 11 99,7<br />
3,20 - 3,40 19 172,2<br />
3,40 - 3,60 23 208,5<br />
3,60 - 3,80 12 108,8<br />
3,80 - 4,00 10 90,7<br />
4,00 - 4,20 21 190,4<br />
4,20 - 4,40 20 168,8<br />
4,40 - 4,60 36 303,8<br />
4,60 - 4,80 40 337,6<br />
4,80 - 5,00<br />
Note:<br />
11PD61 continua dalla pagina precedente<br />
PROVA PENETROMETRICA DINAMICA N°<br />
Profon<strong>di</strong>tà (m)<br />
0,20<br />
0,60<br />
1,00<br />
1,40<br />
1,80<br />
2,20<br />
2,60<br />
3,00<br />
3,40<br />
3,80<br />
4,20<br />
4,60<br />
5,00<br />
DIAGRAMMA RESIST. DINAMICA<br />
Il Direttore <strong>di</strong> laboratorio: Dott. Geol. Nicola Tomasi<br />
Responsabile <strong>di</strong> sito: Dott. Benetti Michele<br />
2<br />
0 50 100 150 200<br />
Resistenza Dinamica alla Punta (kg/cm 2 )<br />
Operatore: Sig. Pizzolato Luca<br />
rev:01 - 7/10/11 Via Puccini, 10 - 36100 Vicenza Tel 0444/9607527 - Fax. 0444/961408<br />
8/11<br />
e-mail: giaraeng@libero.it P.IVA 00900800244
COMMITTENTE:<br />
Località:<br />
Quota inizio<br />
Quota falda:<br />
(m da p.c.)<br />
p.c. Data inizio: 29/11/2011<br />
n.r. Data fine: 29/11/2011<br />
Certificato <strong>di</strong> prova n. 11PD62 Commessa n.<br />
Data <strong>di</strong> emissione:<br />
01/12/2011<br />
PENETROMETRO DINAMICO tipo SUPERPESANTE TG 73-200 PAGANI<br />
DPSH Standard - B, Norma EN-ISO<br />
classificazione ISSMFE (1988) dei penetrometri<br />
<strong>di</strong>namici<br />
tipo sigla <strong>di</strong> riferimento peso della massa UNITA' DI MISURA<br />
battente M (kg) (conversioni)<br />
Leggero DPL (Light) M < 10 .<br />
Me<strong>di</strong>o DPM (Me<strong>di</strong>um) 10 < M < 40 .<br />
Pesante DPH (Heavy) 40 < M < 60 .<br />
Superpesante DPSH (Super H.) M > 60 .<br />
Peso massa battente M = 63,00 Kg<br />
Altezza caduta libera H = 0,75 m<br />
1<br />
1<br />
1<br />
1<br />
kg/cm² = 0,098067 MPa<br />
MPa = 1 MN/m² = 10,197 kg/cm²<br />
bar = 1,0197 kg/cm² = 0,1 MPa<br />
kN = 0,001 MN = 101,97 kg<br />
Peso sistema battuta Ms = 0,00 kg (esclusa massa battente)<br />
Diametro punta conica D = 50,8 mm<br />
Area base punta conica A = 20,27 cm²<br />
Angolo apertura punta α = 60°<br />
Lunghezza aste La = 1,50 m<br />
Peso aste al metro Ma = 6,0 kg<br />
Profon<strong>di</strong>tà giunzione 1° asta P1 = 1,20 m<br />
Avanzamento punta δ = 0,20 cm<br />
Responsabile <strong>di</strong> sito: Dott. Benetti Michele<br />
COMUNE DI RIVOLI VERONESE<br />
RIVOLI VERONESE (VR)<br />
PROVA N° 3<br />
P_248/11<br />
CARATTERISTICHE TECNICHE<br />
Il Direttore <strong>di</strong> laboratorio: Dott. Geol. Nicola Tomasi<br />
Operatore: Sig. Pizzolato Luca<br />
rev:01 - 7/10/11 rev:01 - 7/10/11 Via Puccini, 10 - 36100 Vicenza Tel 0444/9607527 - Fax. 0444/961408<br />
10/11<br />
e-mail: giaraeng@libero.it P.IVA 00900800244
RAPPORTO DI PROVA N:<br />
Profon<strong>di</strong>tà falda = n.r.<br />
Prof. Np Rpd<br />
metri kg/cm²<br />
0,00 - 0,20 2 21,3<br />
0,20 - 0,40 2 21,3<br />
0,40 - 0,60 5 53,2<br />
0,60 - 0,80 10 106,4<br />
0,80 - 1,00 8 85,1<br />
1,00 - 1,20 8 85,1<br />
1,20 - 1,40 8 78,3<br />
1,40 - 1,60 12 117,5<br />
1,60 - 1,80 18 176,2<br />
1,80 - 2,00 14 137,1<br />
2,00 - 2,20 21 205,6<br />
2,20 - 2,40 20 195,8<br />
2,40 - 2,60 25 244,8<br />
2,60 - 2,80 24 217,6<br />
2,80 - 3,00 14 126,9<br />
3,00 - 3,20 13 117,8<br />
3,20 - 3,40 26 235,7<br />
3,40 - 3,60 25 226,6<br />
3,60 - 3,80 39 353,5<br />
3,80 - 4,00 40 362,6<br />
4,00 - 4,20<br />
4,20 - 4,40<br />
4,40 - 4,60<br />
4,60 - 4,80<br />
4,80 - 5,00<br />
Note:<br />
11PD62 continua dalla pagina precedente<br />
PROVA PENETROMETRICA DINAMICA N°<br />
Profon<strong>di</strong>tà (m)<br />
0,20<br />
0,60<br />
1,00<br />
1,40<br />
1,80<br />
2,20<br />
2,60<br />
3,00<br />
3,40<br />
3,80<br />
4,20<br />
4,60<br />
5,00<br />
DIAGRAMMA RESIST. DINAMICA<br />
Il Direttore <strong>di</strong> laboratorio: Dott. Geol. Nicola Tomasi<br />
Responsabile <strong>di</strong> sito: Dott. Benetti Michele<br />
3<br />
0 50 100 150 200<br />
Resistenza Dinamica alla Punta (kg/cm 2 )<br />
Operatore: Sig. Pizzolato Luca<br />
rev:01 - 7/10/11 Via Puccini, 10 - 36100 Vicenza Tel 0444/9607527 - Fax. 0444/961408<br />
11/11<br />
e-mail: giaraeng@libero.it P.IVA 00900800244