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serve la storia - Associazione musicale giuseppe verdi maddaloni

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LEGGERE SEMPRE TUTTO ATTENTAMENTE<br />

SERVE LA STORIA?…<br />

BOH..!<br />

(Ai posteri l’ardua sentenza)<br />

Atto Atto unico unico<br />

Di<br />

Giuseppe Diodati<br />

Per <strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Media L. Settembrini di Maddaloni


Personaggi<br />

Papà<br />

Mamma<br />

Francesco<br />

Ange<strong>la</strong><br />

Tony<br />

Andrea<br />

Luisa<br />

Danie<strong>la</strong><br />

Car<strong>la</strong><br />

Laura<br />

Sergio<br />

Luca<br />

Garibaldi<br />

Nino Bixio<br />

Dee jay<br />

Ballerini<br />

Coro<br />

Corre il dovere di segna<strong>la</strong>re che i vari ragazzi possono variare come<br />

numero in dipendenza del numero degli attori a disposizione, in questo<br />

caso si è abbondato per poter accontentare quanti più studenti è<br />

possibile. Nelle intenzioni era poi rappresentare quanti più dialetti<br />

possibili, per mezzo dei ragazzi. I nomi dei vari personaggi dello<br />

spettacolo nominati potranno essere variati a seconda dei gusti del<br />

momento.


Francesco, seduto al tavolo del<strong>la</strong> sua camera, è tutto intento a<br />

leggere barzellette da un libro ad alta voce, quando entra suo<br />

padre.<br />

Papà: Bravo!<br />

Francesco: (Sorpreso, cerca di nascondere il libro sotto il libro di <strong>storia</strong><br />

leggendo un paragrafo del<strong>la</strong> prima guerra punica)<br />

Papà: Oh no!, no!.. Continua pure, voglio farmi anch’io due risate.<br />

Francesco: Ma… veramente………<br />

Papà: Si, certo! Vedo che ti stai acculturando , ed è giusto consultare<br />

altri testi, oltre quelli sco<strong>la</strong>stici, per poter avere una più ampia<br />

visione del mondo. Fammi sentire… fammi sentire…<br />

Francesco: Ma… sei proprio sicuro?<br />

Papà: Certamente! Devo pure rendermi conto se sono retrogrado o<br />

no.<br />

Francesco: (Legge un’altra barzelletta)<br />

Papà: (Al<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> barzelletta ride, diventando subito severo) Ora<br />

basta! Credevi veramente che io volessi farti leggere queste<br />

cose, queste “pinzil<strong>la</strong>cchere”, come diceva Totò? Questo libro<br />

(lo prende) , a partire da questo momento, è sequestrato. E tu<br />

torna ai tuoi doveri di cittadino italiano, di bravo giovane e di<br />

ottimo studente, oppure le risate me le farò io al<strong>la</strong> fine<br />

dell’anno sco<strong>la</strong>stico. (Esce)<br />

Francesco: Ma quante stroppole dobbiamo mandar giù. Io proprio non<br />

capisco a che servono. Guarda qua tu: <strong>la</strong> prima guerra punica.<br />

Ma ti pare che io debba perdere il mio tempo con cose di tanti<br />

secoli fa, coi Cartaginesi! Magari poi erano brave persone, e<br />

solo perché hanno avuto <strong>la</strong> peggio coi Romeni, oggi si<br />

ritrovano ad essere bol<strong>la</strong>ti come cattivi. E’ proprio una perdita<br />

di tempo. Faccio meglio se esco. (Si accinge ad uscire ma<br />

entrano gli amici di Francesco)<br />

Tutti: Ciao, Francesco. (Come da accordi)<br />

Tony: Allora, come ti va?<br />

Francesco: Ciao, ragazzi. Una noia… una noia incredibile e terribile.<br />

Danie<strong>la</strong>: Vieni con noi, allora. Cercheremo di scuoterti!<br />

Francesco: E dove andiamo?<br />

Andrea: In discoteca, a bal<strong>la</strong>re.<br />

Francesco: Ma sì! Forse è maglio così! Almeno il mio tempo lo passerò<br />

divertendomi.<br />

Luisa: Ottima decisione, caro mio.<br />

Mamma: (Entra) Francesco: Cos’è questa novità? Tuo padre è di <strong>la</strong> tutto<br />

nervoso; sembra un rettore nucleare pronto a scoppiare.<br />

Francesco: Ma cosa vuoi che sia? Sempre <strong>la</strong> stessa <strong>storia</strong>. Quello<br />

vorrebbe che noi stessimo sempre a studiare… studiare <strong>la</strong><br />

<strong>storia</strong>, <strong>la</strong> geografia, <strong>la</strong> matematica…


Mamma: Perché, non è giusto così? Sai benissimo che si deve studiare.<br />

Se lo sapevo prima, non avrei permesso ai tuoi amici di venirti<br />

a trovare, ti fanno perdere solo il tempo senza concludere<br />

niente.<br />

Francesco: Ma sono appena entrati, mamma . Non è mica colpa loro se<br />

non stavo studiando. Ma poi, scusa, cosa vuoi che possa<br />

interessarci una cosa capitata due o tre millenni fa. Sarebbe<br />

pure meglio dimenticar<strong>la</strong>.<br />

Tony: Noi pensiamo all’oggi. Al nostro tempo.<br />

Danie<strong>la</strong>: Giusto. Non sappiamo che farcene delle fregnacce del passato,<br />

buone soltanto a riempire i libri e ad annoiarci con le loro date<br />

Andrea: E poi, dovremmo ricordare tutti quei fatterelli solo per<br />

l’interrogazione.<br />

Mamma: quindi, secondo voi, tutto quello che è passato non <strong>serve</strong> più?<br />

Deve andare tutto a mare?<br />

Luisa: Ma si. Tanto non c’è più. A che serva pensare che ieri a<br />

tavo<strong>la</strong> ho mangiato una torta se ora non c’è più?<br />

L’ ho mangiata ieri, e certamente non potrei mangiarne il<br />

ricordo oggi. Mi ritroverei a masticare un fantasma di torta e<br />

non potrei neppure sentirne il gusto.<br />

Tony: Né tanto meno riusciresti a riempirti lo stomaco.<br />

Danie<strong>la</strong>: Esatto! Sarebbe più concreto averne a disposizione una anche<br />

oggi.<br />

Andrea: Che dice, signora, ce ne prepara una?<br />

Mamma: Ma se tu, invece, avresti un bel mal di pancia oggi, non credi<br />

che ricordando ciò che hai mangiato ieri, aiuterebbe il medico<br />

a fare una diagnosi più precisa?<br />

Luisa: Forse si, ma in tal caso il medico mi darebbe una bel<strong>la</strong> purga e<br />

mi metterebbe a dieta. E magari mi proibirebbe di mangiare<br />

ancora torte.<br />

Tony: Hai ragione. Meglio non dire nul<strong>la</strong> al medico. Vi pare, ragazzi?<br />

Danie<strong>la</strong>: Eh si! Cara signora, ci conviene tenere il mal di pancia, tanto<br />

dopo un poco passerà.<br />

Mamma: Contenti voi. Io preferirei conoscere <strong>la</strong> causa del mio male per<br />

potermi curare.<br />

Francesco: Ma, insomma, che vuoi dire?<br />

Mamma: Voglio dire che <strong>la</strong> <strong>storia</strong> è come il ricordo del<strong>la</strong> torta,<br />

dell’abbuffata del giorno prima. Se conosci l’origine dei tuoi<br />

mali, sai anche come curarli.<br />

Andrea: La purga?<br />

Mamma: La purga si, se <strong>serve</strong>.<br />

Luisa: Grazie no, preferisco non curarmi.<br />

Mamma: Perché fate finta di non capirmi?


Francesco: Uffa! Non fai altro che ripetere tutto ciò che si è sempre detto e<br />

tutto perché vuoi solo e soltanto una cosa: convincermi a<br />

rimanere qui a studiare <strong>la</strong> <strong>storia</strong>. Ma io, invece, voglio soltanto<br />

disinteressarmene. Io voglio uscire!<br />

Andrea: Ecco un’idea sensata. Dai, andiamo a bal<strong>la</strong>re.<br />

Mamma: A bal<strong>la</strong>re?<br />

Ange<strong>la</strong>: (Sorel<strong>la</strong> di Francesco, entra) Ciao, ragazzi! Ciao, mamma!<br />

Ragazzi, avete sentito? C’è un nuovo locale dove ti fanno una<br />

disco-music che è <strong>la</strong> fina del mondo.<br />

Mamma: Lupus in fabu<strong>la</strong>!<br />

Tony: E che significa? Il lupo nel<strong>la</strong> favo<strong>la</strong>?<br />

Ange<strong>la</strong>: Ah si, fanno anche quel<strong>la</strong>: “Attenti al lupo”.<br />

…………………………………..<br />

CONTINUA<br />

Se siete interessati a rappresentare questa commedia<br />

mandate una e-mail per avere il testo integrale a<br />

diodati<strong>giuseppe</strong>@alice.it oppure a<br />

info@iuseppe<strong>verdi</strong><strong>maddaloni</strong>.it all’attenzione di<br />

Giuseppe Diodati e sarete ricontattati tramite e-mail.

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