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Archeologi a scuola - Liceo Classico Giovanni Prati

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LICEO PRATI<br />

Un salto nella preistoria<br />

Durante i primi mesi dell’anno la nostra classe ha partecipato<br />

ad un progetto sulla Preistoria, quel periodo storico<br />

spesso sottovalutato, perché ritenuto troppo lontano per<br />

attirare ancora. E invece, osservando ciò che milioni di<br />

anni non sono riusciti a cancellare, ci si rende conto della<br />

incredibile modernità e del progresso raggiunto dai nostri<br />

lontani antenati. Il progetto ci ha permesso di capire<br />

l’importanza dell’archeologia per lo studio di un periodo<br />

storico caratterizzato dall’assenza di scrittura e di conoscere<br />

gli strumenti e le metodologie utilizzate per datare e<br />

distinguere i vari reperti.<br />

Nell’uscita che abbiamo svolto presso il riparo Gaban,<br />

con un po’ di fantasia e di immaginazione siamo riusciti<br />

a “vedere” la valle dell’Adige nel Mesolitico e a capire<br />

come si sia trasformato il paesaggio trentino alla fine<br />

delle glaciazioni. Un enorme ghiacciaio ricopriva l’intera<br />

valle e la scavava, pertanto la popolazione era costretta<br />

a vivere sulle cime delle montagne. Quando il ghiacciaio<br />

si ritirò, lasciò il suo posto all’Adige e ai suoi affluenti;<br />

gli abitanti si spostarono nella valle, costruendo villaggi<br />

stanziali e abbandonando la vecchia vita da nomadi.<br />

Nello spazio adiacente il riparo Gaban, ci siamo muniti<br />

di arco e freccia e abbiamo provato a “cacciare un cervo”;<br />

quest’attività ci ha permesso di capire come si muoveva<br />

l’uomo preistorico durante le sue battute di caccia,<br />

quali armi usava e con quali materiali le costruiva; inoltre<br />

abbiamo ricevuto interessanti informazioni sulla dieta<br />

dell’uomo primitivo.<br />

Un’attività molto interessante è stata l’osservazione di<br />

uno scheletro presso il laboratorio “Bagolini”. È incredibile<br />

constatare quante informazioni ci possa fornire “un<br />

mucchietto di ossa”, dallo stile di vita, all’alimentazione,<br />

alle malattie di cui soffriva l’uomo preistorico, dall’ideologia<br />

della morte che aveva elaborato, alle pratiche di sepoltura<br />

che aveva acquisito.<br />

La lezione più entusiasmante<br />

Vedere e toccare i reperti che di solito si vedono sui libri<br />

di storia ci ha permesso di comprendere meglio la vita degli<br />

uomini preistorici. Ma la lezione più entusiasmante è<br />

stata quella sull’uomo del Similaun. Abbiamo ripercorso<br />

la storia del suo casuale rinvenimento e abbiamo ricostruito<br />

in maniera abbastanza dettagliata, grazie alle<br />

più moderne tecniche di investigazione usate da medici e<br />

scienziati, l’abbigliamento che indossava, le malattie di<br />

cui soffriva, l’equipaggiamento che aveva prima di morire,<br />

l’ultimo pasto da lui consumato. E’stata un’attività<br />

coinvolgente, soprattutto perché abbiamo indossato i ve-<br />

stiti di Ötzi ricostruiti in laboratorio per scopi didattici.<br />

Gli esperimenti svolti presso l’ITT ci hanno permesso di<br />

determinare la composizione del suolo, la sua permeabilità<br />

e l’acidità /basicità del terreno; i risultati ci hanno<br />

aiutato a capire che i reperti si conservano in modo<br />

differente secondo la composizione chimica del terreno.<br />

Abbiamo inoltre compreso come l’archeologia si avvalga<br />

anche del supporto delle discipline scientifiche, quali per<br />

esempio la chimica, la fisica e la geologia.<br />

È stato importante per la riuscita del progetto il clima<br />

che si è instaurato tra gli esperti e noi studenti, perché i<br />

quesiti che ci ponevano stimolavano la nostra curiosità,<br />

il nostro interesse e ci spingevano a trovare da soli le risposte.<br />

Con la passione per il loro lavoro che li contraddistingueva<br />

riuscivano a coinvolgerci durante le attività<br />

che ci proponevano. Tutto il mondo conosce Pompei, ma<br />

quasi nessuno conosce il riparo Gaban, che è fondamentale<br />

per lo studio della Preistoria, perché è uno dei pochi<br />

esempi di stratigrafia conservatasi inalterata nel corso dei<br />

millenni. Spero che a questo progetto possano prendere<br />

parte in futuro anche altri studenti. È stato sicuramente<br />

più interessante seguire le lezioni degli esperti e i laboratori<br />

pratici che studiare da soli la preistoria a casa sul<br />

libro di testo. Inoltre, se è vero che “la storia insegna solo<br />

che da essa non si impara mai niente” è pur vero che, per<br />

comprendere la sua identità, l’uomo non deve perdere il<br />

legame con il suo passato e con il territorio in cui vive.<br />

Leonardo Gammino, Gianluca Torresani,<br />

Gloria Malfatti, Valeria Ottaviani,<br />

Maddalena Marcolla, Federica Mattivi,<br />

Chiara Zardi, Nicola Menin, Elisabetta Rosatti,<br />

Emily Chiesa, Valentina Gosetti, Lisa Bonetti,<br />

Sara Tomasi, Caterina Visentin, Marco Calliari,<br />

Mariasole Battan, Federica Zampedri,<br />

Marika Volpe, Camilla Nardelli, Lorenzo Cima,<br />

Sebastiano Rossi, 4ª E<br />

30 n. 5 maggio 2012

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