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Archeologi a scuola - Liceo Classico Giovanni Prati

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il dossier<br />

ESPERIENZA<br />

Modulo: tra storia e storia locale<br />

Torniamo molto volentieri, in questo numero, ad<br />

un dossier interno dedicato ad un’esperienza didattica<br />

che ha molti motivi per essere interessante<br />

non solo per le scuole che l’hanno realizzata: un<br />

modulo tra storia e storia locale, multidisciplinarietà,<br />

rete tra quattro istituti superiori e una facoltà<br />

universitaria, dimensione operativa e riflessione<br />

“meta” da parte di studenti, docenti e preside…<br />

Beatrice de Gerloni, direttore Iprase, inquadra il<br />

tutto con un breve focus su storia e storia locale.<br />

Gli spazi sono sempre tiranni, abbiamo dovuto ridurre<br />

qualche testo, ma resta intatto il valore complessivo.<br />

(m.c.)<br />

Il valore aggiunto dell’esperienza<br />

Quando si avvia lo studio della disciplina storica nel<br />

primo anno della <strong>scuola</strong> superiore, non si può dare<br />

per scontato che gli studenti che ci troviamo davanti<br />

intendano tutti la stessa cosa quando si parla di storia.<br />

Inoltre, le loro esperienze scolastiche precedenti<br />

sono state probabilmente diverse: di interesse e curiosità<br />

per le vicende studiate e per il lavoro di comprensione<br />

di aspetti del passato, o, all’opposto, di noia e di<br />

inutilità per la sequenza di date, nomi, avvenimenti da<br />

ricordare e ripetere nell’interrogazione.<br />

Proprio a partire dalla consapevolezza di questa diversità<br />

si basa l’importanza di avviare l’introduzione alla<br />

storia nel primo anno superiore attraverso un modulo<br />

che sia fondativo dello studio della storia attraverso<br />

un approccio scientifico al metodo storico – mediato<br />

da un rapporto diretto con chi per professione fa<br />

ricerca scientifica – attraverso l’intreccio tra conoscenza<br />

e sperimentazione, tra didattica d’aula e dimensione<br />

laboratoriale.<br />

Sul piano della motivazione per gli studenti, l’aver<br />

privilegiato la dimensione locale favorisce un’esperienza<br />

più diretta e coinvolgente. Sul piano dell’innovazione<br />

della didattica, la scelta dell’ambito preistorico<br />

consente di aprire a una dimensione interdisciplinare<br />

particolarmente feconda, perché implica l’interconnessione<br />

tra saperi, metodi e prospettive fortemente<br />

diversificati che fanno capo a molteplici discipline.<br />

i principali punti di forza di questa efficace composizione<br />

e combinazione di metodi e contenuti: l’attenzione<br />

alle soggettività dei discenti e dei docenti, la dimen-<br />

sione laboratoriale e la sperimentazione sul campo, la<br />

ricerca di un rapporto stretto tra la storia e gli altri saperi,<br />

l’apertura alle diverse “dimensioni di scala” della storia,<br />

la scelta di coinvolgere in modo forte le professionalità<br />

esperte degli archeologi dell’Università di Trento.<br />

Tutto supportato da una progettazione rigorosa dell’unità<br />

di lavoro, da una documentazione puntuale, dalla<br />

valutazione finale dei risultati e delle competenze acquisite,<br />

dall’osservazione in itinere sia degli apprendimenti<br />

che degli atteggiamenti e comportamenti. L’apporto<br />

delle varie competenze disciplinari dei docenti che<br />

vi hanno collaborato e la loro appartenenza a istituti<br />

molto diversi tra loro hanno rappresentato un valore aggiunto<br />

e l’opportunità di un confronto, a volte non facile<br />

ma sicuramente fecondo.<br />

dalle parole degli studenti si rileva quanto abbiano<br />

apprezzato soprattutto la parte laboratoriale ed<br />

esperienziale, la possibilità di confrontarsi “dal vivo”<br />

con la ricerca scientifica, di entrare dentro un sito archeologico<br />

guidati da chi può restituire a quegli strati<br />

di terra e di argilla o a piccoli frammenti d’osso o<br />

di selce un’interpretazione e la dignità di reperti, l’occasione<br />

per compiere simulazioni insieme divertenti e<br />

istruttive, l’opportunità di svolgere un’attività di laboratorio<br />

scientifico come parte di un percorso di storia.<br />

Ma dalle loro parole si ricava anche la consapevolezza<br />

di come, attraverso questa sorta di “apprendistato” in<br />

cui il fare e il pensare si intrecciano insieme al piacere<br />

della scoperta, matura la comprensione del metodo<br />

storico, si costruiscono e si acquisiscono conoscenze<br />

durature, si comprende come il professionista esperto<br />

lavora e produce quel sapere che sta dentro i libri di<br />

storia, si maturano coscienza storica e pensiero critico.<br />

Vi è infine da rilevare, dentro la pluralità di percorsi<br />

esperienziali che caratterizzano questo modulo di<br />

storia-preistoria, la presenza e la sostanza di una dimensione<br />

emotiva e relazionale, molto importante<br />

anche per la costruzione del gruppo classe, sia nel rapporto<br />

tra i compagni sia nella relazione con i docenti<br />

e, in questo caso, con professionisti esperti di ambito<br />

extrascolastico.<br />

Chi avrà occasione di vedere il video di documentazione,<br />

che restituisce sia pure in piccola parte lo sviluppo<br />

di questo percorso didattico, ritroverà in quei visi di<br />

ragazzi e ragazze sorridenti, attenti, partecipi, motivati,<br />

un senso autentico e nuovo dell’essere e del fare <strong>scuola</strong>.<br />

Beatrice de Gerloni<br />

18 n. 5 maggio 2012

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